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Diritto e deontologia dell’informazione

Il punto di partenza sono due frasi di Thomas Jefferson, contenute nell’opera di Huxley, “ Ritorno
al mondo nuovo”.
Thomas Jefferson è un uomo politico, che fu l’autore della dichiarazione di indipendenza degli Usa
del 4 luglio del 1776, e fu anche governatore della Virginia.
Le sue due frasi sono in netta contrapposizione tra di loro:
“se una nazione pretende si essere ignorante e libera, essa pretende ciò che non è e sarà mai. Un
popolo non può essere al sicuro senza il sapere. Là dove la stampa è libera, e ciascuno sa
leggere, tutto è al sicuro”.
Egli mette in relazione la conoscenza che deriva dall’informazione e la libertà della democrazia
dello stato, affermando come una nazione non può essere libera nell’ignoranza.
Mette in evidenza l’importanza della libertà di stampa, ma a questa pone un limite, quello della
veridicità dell’informazione, nella frase infatti afferma:
“non si può credere a nulla di quello che si legge in un giornale”.
La libertà di informazione
La libertà di informazione è il principio cardine del nostro ordinamento giuridico.
Corasaniti afferma infatti che questa libertà è il nucleo vitale delle libertà civili.
Infatti solo attraverso una informazione corretta, vera e completa, gli uomini possono partecipare
alla vita sociale politica ed economica del paese.
Questa libertà di informazione corrisponde con il diritto di tutti gli individui di manifestazione del
pensiero, principio fondamentale in una democrazia.
Questo diritto è stato riconosciuto per la prima volta nella dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino del 1789, testo cardine della rivoluzione francese.
Due testi a confronto
Testo francese  articolo 11: libertà di parlare, pensare, scrivere e stampare liberamente ma con i
limiti imposti dalla legge.
Costituzione americana  articolo 1: garantita libertà religiosa, libertà di parola, stampa, di riunirsi
pacificamente e inviare petizioni al governo per torti subiti.
Analogie: entrambe si ispirano alla filosofia illuministica.
Differenze:
 Modello francese/europeo: limite alla libertà di espressione e di stampa per reprimere l’abuso
di questa libertà
 Modello americano: riconoscimento più ampio della libertà di espressione e di stampa.
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, firmata in seno all’Onu all’articolo 19, afferma che
ogni individuo ha diritto di esprimere il suo pensiero, di non essere molestato per la propria
opinione, e di usare ogni mezzo per diffondere la sua opinioni.
La CEDU
Testo fondamentale Europeo, convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Articolo 10  viene garantita la libertà di espressione ma vengono posti dei limiti ( tradizione
europea della dichiarazione francese).
Da un lato viene riconosciuta la libertà di espressione, ma dall’altro vengono posti dei limiti, come
quello della pubblica sicurezza, dell’integrità territoriale, per salvaguardare la società democratica (
Jemolo limiti alla libertà fondamentale).
Costituzione
Articolo 21  libertà di espressione è riconosciuta a tutti gli uomini, come la libertà religiosa
dell’articolo 19. È un riconoscimento universale.
Corte costituzionale italiana ( organismo al vertice dell’ordinamento giudiziario come organismo di
garanzia che deve valutare compatibilità delle leggi con i principi della costituzione) l’ha definita
come pietra angolare dell’ordinamento democratico.
Articolo 21 riconosce questa libertà di espressione ma pone anche dei limiti:
 Esplicito: del buon costume, che cambia con l’evolversi della società
 Implicito: ore, reputazione e dignità della persona umana ( articolo 3 costituzione dove tutti i
cittadini sono uguali  parità sociale).
Polo attivo e passivo
La libertà di informazione è diritto di informare ( polo attivo) ma anche di essere informati ( polo
passivo).
Mortati, ha affermato come il diritto di essere informati sia il risvolto passivo della libertà di
manifestazione del pensiero.
Altri studiosi hanno affermato come il diritto di essere informati non sia il risvolto passivo della
manifestazione del pensiero ma sia collegato al principio democratico ( informazione, conoscenza
e democrazia).
Statuto giuridico dei giornalisti
La legge 2307 del 1925 istituiva un ordine dei giornalisti in sedi periferiche, tenute in albi
professionali. Questa legge risentiva del periodo storico in cui venne emanata, ovvero il periodo
fascista dove la stampa e l’informazione erano controllate dallo stato stesso.
Successivamente venne dichiara incostituzionale e sostituita dalla legge 69 del 1963 su
ordinamento della professione del giornalista.
Viene stabilito l’ordine dei giornalisti:
 Giornalisti professionisti, che svolgono la professione in modo esclusivo e continuativo
 Giornalisti pubblicisti, che svolgono anche altre mansioni.
Per diventare giornalista professionista c’è un esame di idoneità, ma ora vi è anche una via
universitaria attraverso studi di comunicazione.
Il consiglio dell’ordine nazionale e regionale dei giornalisti sono organismi a base elettiva che
hanno il compito di sanzionare i giornalisti in caso di violazione delle norme deontologiche, come
lesione della dignità della professione.
In questi casi, il procedimento è condotto a livello regionale, e poi è possibile proporre l’appello al
consiglio nazionale, dove è possibile che la decisione viene impugnata dal giudice dello stato.
I 3 gradi di giudizio sono tribunale, corte di appello, cassazione.
Quindi c’è una fase amministrativa, davanti a organi disciplinari regionali e nazionali, e poi una
fase giurisdizionale davanti agli organi del nostro ordinamento.
Aspetti specifici
Segreto professionale: bilancio dell’interesse di giustizia e il diritto di informazione, che si trova
all’articolo 200 del codice penale.
I reati connessi all’attività giornalistica:
 595: reato di diffamazione
 596: prova liberatoria circa la veridicità delle affermazioni
 596 bis: con specifico riferimento alla stampa + punizione oltre che del giornalista, anche del
direttore del giornale.
Diritto di critica cronaca sono scriminanti rispetto alle condotte qua sopra.
Ci sono caso in cui la giurisprudenza ha confermato una scriminante per questi delitti: ovvero casi
in cui la condotta non viene punita ma è giustificata. Quando ricorrono 3 condizioni:
 Criterio pertinenza: utilità sociale dell’informazione, interesse pubblico alla conoscenza di
determinati fatti anche se offendono la reputazione altrui.
 Citerio della verità: i fatti legati a verità oggettiva o anche putativa ( scriminante solo quando è
frutto di una ricerca serie e diligente delle fonti)
 Criterio della continenza: forma civile nell’esposizione dei fatti e che porti sempre rispetto alla
dignità della persona.
Queste 3 condizioni rendono non punibile eventuali condotte rientranti nella fattispecie della
diffamazione.
Queste valgono per il diritto di cronaca.
Diritto di critica
La critica è esposizione di un pensiero o di una opinione circa una situazione, quindi è una
interpretazione soggettiva.
Affinchè questo comportamento sia scriminato deve rispettare il criterio della continenza e della
pertinenza, rimane sullo sfondo quello della verità in quanto ciò che viene detto è una opinione che
riguarda il soggetto, e non è una verità universale.
Diritto di satira
Si applica il criterio della continenza in quanto ciò che viene detto non deve andare a intaccare la
dignità della persona.
Diritti e doveri del giornalista
Le norme deontologiche sono di autoregolamentazione: sono gli stessi operatori che si danno delle
regole da seguire.
Principali diritti e doversi sono delineati dalla legge 69, dall’articolo 2.
Il diritto del giornalista è la libertà di informazione nel rispetto della personalità e diritti altrui come
limite. E anche il diritto di rivelare la verità dei fatti. Quindi libertà di informazione e verità
dell’informazione.
Il diritto di rettifica qualora le notizie diffuse siano false e quindi deve riparare a eventuali errori +
segreto professionale.
Importanza dello spirito di collaborazione tra giornalisti, editori, operatori e lettori, i destinatari
dell’informazione.
Da queste norme derivano le norme deontologiche che hanno avuto una evoluzione:
 Carta dei doveri del giornalista del 1993
 Carta di Treviso del 1990
 Vademecum del 95 ( rapporto informazione e minori).
La carta di Treviso
La carta di Treviso è stata approvata nel 1990 dall’ordine dei giornalisti e dalla federazione
nazionale della stampa italiana.
Questa carta è stata poi integrata con il vademecum di Treviso del 1995.
Viene analizzato il rapporto tra informazione e minori, soprattutto in fatti di cronaca:
 Deve essere garantito l’anonimato del minore coinvolto in fatti di cronaca, sia che sia testimone
che vittima.
 Evitata pubblicazione di video o foto che possano essere ricondotte al riconoscimento del
minore
 Minore non deve essere intervistato o impegnato in trasmissioni che potrebbero ledere la sua
dignità, anche se c’è consenso dei genitori
 Evitare strumentalizzazione di minori da parte di persone adulte, che possano sfruttare
l’immagine del minore.
Queste norme valgono anche per il giornalismo online.
Testo unico dei doveri del giornalista
Il 3 febbraio del 2016 è entrato in vigore il testo unico dei doveri del giornalista, che è stato
approvato dal consiglio nazionale.
Il fine è quello di andare ad armonizzare e fare maggiore chiarezza circa le norme deontologiche
emanate nel corso del tempo. Essa riunisce i principali documenti deontologici: carta dei doveri del
giornalista, carta di Treviso, su informazione e pubblicità, informazione e sondaggi.
Gli articoli
Diritto di informazione verità
Autonomia del giornalista rispetto a tutti gli altri poteri
Continua formazione e aggiornamento
Identità personale e oblio
Rettifica e rispetto delle fonti
Il titolo V fa riferimento alle sanzioni ( 51, 52, 53, 54, 55)
Articolo 51
Elenca le sanzioni disciplinari attuate dai giornalisti. Sono pronunciate con decisione motivata dal
consiglio e sono:
 Avvertimento
 Censura
 Sospensione per un periodo non inferiore a 2 mesi e non superiore ad 1 anno.
 Radiazione, ovvero esclusione dall’alto.
Articolo 52
Avvertimento  abuso o mancanza di lieve entità da parte del giornalista, e richiamo
all’osservanza dei doveri del giornalista.
Quando non è conseguente ad un giudizio disciplinare, l’avvertimento viene rivolto oralmente dal
presidente che ne redige un verbale sottoscritto da un segretario e nei 30 giorni successivi, il
giornalista al quale è stato rivolto l’avvertimento può chiedere di essere sottoposto al procedimento
disciplinare qualora non condivida la misura presa.
Articolo 53
Censura  abuso o mancanza di gravi entità
Articolo 54
Sospensione  scritto ha compromesso o leso la dignità professionale del giornalista
Articolo 55
Radiazione  esclusione dalla professione che può essere disposta quando iscritto ha
compromesso la dignità professionale tanto da renderla incompatibile con quella dei registri.
Procedimento disciplinare
Incolpato deve comparire davanti al consiglio dell’ordine, e questo contesta l’interessato con una
lettera contenete le colpe e i fatti che gli sono stati addebitati e le prove raccolte, e assegna un
termine non inferiore a 30 giorni per essere sentito a discolpa e incolpato può presentare
documenti difensivi.
I provvedimenti vengono a votazione segreta e corredati con motivazione, notificati all’interessato
dal pubblico ministero. Termine di prescrizione è 5 anni dal fatto.
Caso di Enzo Tortora
Enzo Tortora un celebre giornalista e conduttore televisivo il cui caso è stato un clamoroso errore
giudiziario.
Il 17 giugno del 1983 viene arrestato a Napoli con l’accusa di aver aderito ad associazioni di
stampo camorristico, a causa delle false accuse mosse dai pentiti.
Il 17 settembre del 1985 viene condannato a 10 anni di carcere e venne poi assolto, ma il 18
maggio del 1988 muore di cancro anche per il calvario giudiziario al quale era stato sottoposto.
Nel 2010, Gianni Melluso rivelò che quelle accuse erano false.
In questo caso furono violati molti doveri del giornalista:
 Violazione del rispetto della persona e della dignità di Enzo  gogna mediatica al momento
dell’arresto
 Violazione rispetto della presunzione della sua innocenza ( Colloca dice che questa fu violata
anche in modo impliciti come raffigurare in modo negativo l’imputato).
Reazioni
Molti giornalisti avevano una linea fortemente colpevolista nei confronti di Enzo.
Giornalista  “ non si va ad arrestare nella notte un uomo se non ci sono delle buoni ragioni”.
Essa viola il rispetto della persona quando afferma che Enzo non le piaceva come persona
facendo riferimento al programma Portobello, dove lui parlava troppo, il pappagallo mai e lui non
dava la possibilità agli altri di esprimere la sua opinione.
Enzo Biagi  innesca il dubbio della colpa di Enzo. Richiama importanza del dubbio che è
fondamentale nella visione etica e deontologica del giornalista.
Il dubbio è sempre stato importante, da Cartesio in poi.
Caso di Sara Scazzi
Omicidio della minore Sara ad Avetrana.
Violazione delle norme:
 Violazione privacy della minore con pubblicazione delle pagine del suo diario
 Violazione e mancanza di rispetto della persona , quando viene annunciata alla madre la morte
della figlia in diretta al programma “ chi l’ha visto”

Libertà, indipendenza e verità dell’informazione


La libertà dell’informazione per Bettettini è un bene primario ma l’informazione deve essere vera, in
quanto l’informazione falsa non è cibo scadente ma è un vero e proprio veleno, soprattutto per le
società democratiche.
Un buon giornalista deve avere obiettività, adeguatezza di quanto si scrive al fatto che si vuole
narrare.
Colloca
Egli analizza il rapporto tra indipendenza libertà e verità dell’informazione.
Primo problema: rapporto tra libertà di informazione e indipendenza di informazione. Questi due
concetti a volte vengono confusi.
Egli ricorda i 3 doveri del giornalista:
 Dovere del rispetto della persona
 Dovere di indipendenza
 Dovere di verità
Il dovere di verità comprende il dovere di dire notizie vere ( veridicità) e dovere di non tralasciare
informazioni che sono rilevanti ( informatività).  se dà notizia errata ha il dovere di fornire una
rettifica.
Questi doveri però possono entrare in conflitto. In realtà dovere di indipendenza e di verità non
sono in conflitto ma si rafforzano tra di loro ( essere indipendente consente al giornalista di dare
informazioni vere), anche indipendenza e dovere di rispetto della persona.
Il conflitto si verifica tra dovere di verità e di rispetto della persona, poiché a volte ci sono
informazioni vere che però possono ledere la persona.
Questo fenomeno è detto Paranomia, ovvero quando due norme entrano in conflitto tra loro.
Termine introdotto da Conte.
La libertà di informazione ha dei limiti, perché deve proteggere la dignità della persona.
Secondo problema: informazione scientifica nel campo della bioetica.
Per conoscere una teoria scientifica bisogna conoscere il metodo scientifico che c’è alla base.
Quindi il fine del giornalista scientifico è quello di riconoscere quali teorie siano conformi al metodo
scientifico.
Dovere del giornalista è saper distinguere tra scienza codificata ( accertata dalla comunità
scientifica) e di frontiera ( in via di conclusione o appena concluse che devono ancora passare al
vaglio della comunità scientifica).
Altro dovere è quello di riconoscere la lentezza e l’incertezza nel cammino della ricerca scientifica.
Quindi deve avere una solida preparazione scientifica e deve continuare ad aggiornare il suo
sapere e la sua formazione ( ma vale per tutti i giornalisti).
Più delicato è il lavoro del giornalista scientifico in campo medico perché le sue info riguardano le
aspettative di cura dei lettori che possono essere pazienti, famigliari.
In una società democratica una informazione libera e corretta è fondamentale ( è una linfa vitale),
più di quella in un regime dittatoriale.
La verità e la libertà delle informazioni sono fondamentali. Ma a volte una informazione vera non è
sempre un obiettivo semplice a causa dei condizionamenti sia esterni che interni.
Insegnamento Jefferson  la libera informazione è amica della scienza e della libertà civile.

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