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LO STATUTO COSTITUZINALE DEI SERVIZI SOCIALI: LA DEFINIZIONE DI FORMALE

LEZIONE 1

I SERVIZI SOCIALI: CENNI INTRODUTTIVI

- Appartengono al genus dei servizi pubblici quei servizi rivolti all’utenza e destinati a soddisfare i
bisogni della collettività
- Le attività in cui si concretano i servizi sociali non sono riservate ai soggetti pubblici=
ordinamento garantisce la libertà ai privati di operare sia all’interno che all’esterno del servizio
pubblico.
- Art. 118 comma 4 Cost.  esprime il principio di sussidiarietà orizzontale precisa= lo stato, le
province, regioni, città metropolitane favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e
associati per lo svolgimento delle attività di interesse generale

CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE SULLA NOZIONE DI SERVIZI SOCIALI

Due nozioni distinte:

- Un’accezione lata: fa riferimento ad un’area di servizi che ricomprende la sanità, l’istruzione, la


previdenza, edilizia economico-popolare
- Un’accezione più limitata: coincidente con la sola assistenza disciplinata dalla l. 8 novembre 2000,
n. 328 legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e dalle
leggi di derivazione regionale volte a rimuovere e a superare le situazioni di bisogno e di difficoltà
che la persona umana incontra nel corso della sua vita.

LO STATUTO COSTITUZINALE DEI SERVIZI SOCIALI: LA DEFINIZIONE DI FORMALE

- SERVIZI SOCIALI: prestazioni sociali la cui previsione legislativa risponde agli obiettivi di fondo voluti
dalla Costituzione in tema di promozione del benessere fisico, psichico della persona
- La Costituzione indica gli obiettivi di fondo e le coordinate fondamentali della forma da cui si
muove il legislatore ordinario per dare corpo alla sua disciplina
- Gli obiettivi di fondo: sono i fini a cui i servizi sociali devono tendere, espressi dai principi
personalista, di solidarietà, di uguaglianza (art. 2-3 cost.)

IL PRINCIPIO PERSONALISTA (art.2-3 comma 2 Cost.)

- La persona: si trova al centro dell’assetto costituzionale


- Non è il principio ma il PRINCIPIO: sta all’inizio e alla fine del percorso costituzionale che con esso
si apre e si chiude
- Articoli della costituzione che concorrono a definire questo principio

IL PRINCIPIO PERSONALISTA (art.2 Cost.)

- La Repubblica: riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali dove si svolge òa sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale
- Il valore della solidarietà principio fondamentale del sistema dei diritti sociali tanto a livello
costituzionale quanto a livello europeo.

IL PRINCIPIO PERSONALISTA ( art.3 comma 2 Cost.)

- Compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
dell’organizzazione politica, economica e sociale del Paese
- Un principio che prevale intera Carta costituzionale

IL PRINCIPIO DI EUGUAGLIANZA NELLA DUPPLICE DIMENSIONE DI FORMALE E SOSTANZIALE

- Tutti i cittadini: pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza,
religione, di opinioni politiche di condizioni sociali e culturali (comma 1)
- Compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
dell’organizzazione politica, economica e sociale del paese (comma 2).

LA DOVEROSITA’ DEI SERVIZI SOCIALI

- Alle finalità a cui i diritti sociali devono tendere data attuazione tramite la previsione di specifici
compiti di protezione, aventi ad oggetto bisogni ritenuti fondamentali dall’ordinamento
- Così la Repubblica:
 Tutela la salute, garantisce cure gratuite agli indigenti
 Istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi
 Rende effettivo il diritto dei capaci e dei meritevoli di raggiungere anche se privi di mezzi, i
grandi più alti degli studi, tramite borse di studio assegni alle famiglie e alle provvidenze
 Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori
- All’attribuzione dei compiti appena esaminati si correla il riconoscimento a favore dei privati, di
una posizione di pretesa, corrispondente a un diritto finanziariamente condizionato
- I diritti sociali sono finanziariamente condizionati?  la garanzia di questi diritti incontra delle
limitazioni, di carattere politico-istituzionale, di natura economico-finanziaria connesse con il c.d.
vincoli di finanza pubblica

LA TUTELA DELLA SALUTE

- La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della


collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti
- Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento se non per disposizione di legge
- La legge: non può violare i limiti imposti da rispetto della persona umana

L’ISTRUZIONE DEL SISTEMA SANITARIO

- Il legislatore ha dato la piena attuazione al diritto alla salute con l’istruzione del Servizio sanitario
nazionale ad opera del L. 23 dicembre 1978, n. 833
- Il sistema subito un riordino, razionalizzazione in virtù delle riforme attuale negli anni Novanta
(d,lgs. 30 dicembre 1992, n.502 e d.lgs 19 giugno 1999, n. 229)

IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE: L’ART. 1 DELLA L. N. 833/1978

- La Repubblica tutela la salute come diritto dell’individuo e della collettività mediante il servizio
sanitario nazionale
- La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della
persona umana
- Il Servizio Sanitario Nazionale costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e
delle attività destinati alla promozione, al mantenimento e recupero della salute fisica e psichica di
tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali e sociali e secondo modalità che
assicurino l’uguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio
- Attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo stato e alla regione e agli enti locali e
territoriali, garantendo la partecipazione ai cittadini e assicurando il collegamento e il
coordinamento con le attività degli altri organi, centri istituzionali attività incidenti sullo stato di
salute degli individui e della collettività.

I DUE VOLTI DEL DIRITTO ALLA SALUTE

- DIRITTO ALL’INTEGRITA’ PSICO-FISICA DELLA PERSONA


 Diritto primario e fondamentale: presupposto necessario per il godimento degli altri diritti
alla persona
 Diritto assoluto
 Diritto incomprimibile
 Diritto inaffievolibile
 Diritto inviolabile
- DIRITTO ALL’EROGAZIONE E ALLA FRUIZIONE DELLE PERSTAZIONI SANITARIE
 Diritto sociale
 Diritto finanziariamente condizionato

IL DIRITTO ALLA SALUTE COME DIRITTO FONDAMENTALE, ASSOLUTO, INVIOLABILE

- Diritto a un ambiente salubre, non solo nei luoghi di lavoro ma anche rispetto si cambiamenti
climatici
- Diritto a non subire lesioni alla proprietà integrità psico-fisica
 un’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del
danneggiato.
- Diritto a ricevere cure adeguate e a non essere assoggettati a prestazioni sanitarie non volute, se
non nei casi previsti dalla legge
- CONS STATO, SEZ. II SETTEBRE 2014, N. 4460
 Il diritto di autodeterminazione terapeutica costituisce la massima espressione della personalità
del paziente

IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE TERAPEUTICA E IL PROBLEMA DEL CONSENSO INFORMATO

- Tutti i trattamenti medici implicano e presuppongono il contesto del paziente o del suo delegato.
- Trattasi di una scelta di valore nel modo di concepire il rapporto medico paziente
- CASS. CIV.SEZ I, 16 OTTOBRE 2007, N. 21748
- Il consenso costituisce di norma legittimazione e fondamento del trattamento sanitario, senza
consenso informato l’intervento del medico è illecito
- La pratica del consenso libero, esplicito, informato, consapevole: rappresenta una forma di rispetto
per la libertà dell’individuo e un mezzo per il perseguimento dei suoi migliori interessi
- Il consenso informato
 Ha la facoltà di scegliere tra diverse possibilità di trattamento medico
 Rifiutare di fare la terapia e di decidere di interromperla volontariamente in tutte le fasi
della vita, inclusa quella terminale ciò conforme al principio personalistico presente nella
costituzione (persona umana: valore etico, in riferimento al singolo, in qualsiasi momento
della vita, nell’integrità della sua persona, fascio religioso, etico, culturale, filosofico).
- La salute non più intesa come semplice assenza di malattia ma:
 Stato di completo benessere fisico e psichico, coinvolgente in relazione alla percezione che
ciascuno a ha di sé (compresi gli aspetti interiori della vita come avvertiti e vissuti dal
soggetto nella sua esperienza)
 La salute dell’individuo non può essere oggetto di imposizione autoritativo-coattiva
- Di fronte del rifiuto della cura da parte del diretto interessato c’è spazio nel quadro dell’alleanza
terapeutica tiene uniti il malato e il medico nella ricerca di ciò che è bene rispettando i percorsi
culturali di ciascuno per una strategia della Persuasione
- Compito dell’ordinamento è quello di offrire il supporto per una massima solidarietà concreta nelle
situazioni di debolezza e sofferenza c’è prima il dovere di verificare se quel rifiuto sia
informatico, autentico e attuale= non c’è possibilità di disattenderlo in nome di un dovere di
curarsi come principio di ordine pubblico.

IL TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO

- Art. 32 Cost.  chiarisce che i trattamenti sanitari sono obbligatori nei soli casi previsti dalla legge
 Sempre che il provvedimento che li impone, sia volta all’impedire che la salute del singolo
possa arrecare danno alla salute degli altri
- Scopo attinente alla salute: come interesse alla collettività a giustificare la comprensione di quella
autodeterminazione dell’uomo, che inserisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto
fondamentale sempre che intervento previsto non danneggi, ma è utile alla salute di chi ne è
sottoposto
- Entro questi limiti costituzionalmente corretto mettere delle limitazioni al diritto del singolo alla
salute
- Esempi di trattamenti sanitari obbligatori: vaccinazioni obbligatorie, TSO legate a patologie gravi
psichiche

IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE E IL PROBLEMA DEL CONSENO FORMATO

- Il rifiuto delle terapie medico-chirurgiche anche quando porta alla morte non può essere
scambiato per eutanasia (ossia un comportamento che intende accorciare la vita, causando la
morte)
- Esprimendo piuttosto tale rifiuto atteggiamento di scelta da parte del malato, che la malattia
segua il suo corso naturale
- La responsabilità del medico= per omessa cura sussiste, in quanto esista l’obbligo giuridico di
praticare e continuare la terapia e cessa quando tale obbligo fondato sul consenso del malato viene
meno insorgono il dovere giuridico del medico di rispettare la volontà del paziente contrario alle
terapie.

IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE E IL PROBLEMA DEL CONSENSO INFORMATO

- La soluzione tratta dai principi costituzionali, relativa al rifiuto delle cure e del dovere del medico
di astenersi da qualsiasi attività terapeutica e diagnostica se manchi il consenso del paziente anche
se porta alla morte
 confermato anche nelle prescrizioni del codice di deontologia medica (art. 35)“in presenza di
documento di rifiuto di persona capace” il medico deve “ desistere dai conseguenti atti diagnostici
e/o curativi non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona”
- Tale soluzione= legislativamente sancita in altri ordinamento europei art. 1111-10 del code da la
sante publique francese.
IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE E IL PROBLEMA DEL CONSENSO INFORMATO IN CASO DI
INCAPACITA’ DEL PAZIENTE

- Soggetto adulto non è in grado di manifestare la propria volontà, a causa del suo stato di totale
incapacità e non abbia prima di tale incapacità espresso quali terapie avrebbe desiderato ricevere e
quali invece avrebbe rifiutato esige un’immediata tutela, un parente che gli faccia da tutore
- In caso di incapacità del paziente la doverosità medica trova il proprio fondamento
legittimamente nei principi costituzionali di ispirazione solidaristica= che consentono e impongono
di fare interventi urgenti che risultino nel miglior interesse terapeutico del paziente
- Superata l’urgenza dell’intervento occorre creare il dualismo medico/paziente che attraverso il
legale rappresentante (tutore di sostegno) può accettare o rifiutare i trattamenti prospettati.
- Quali sono limiti di intervento del rappresentante legale, considerato che Ia salute rappresenta un
diritto personalissimo? Il rappresentante incontra un duplice ordine di vincoli:
 Agire nell'esclusivo interesse dell'incapace
 Nella ricerca del Best Interest= deve decidere con l’incapace, ricostruendone la presunta
volontà, tendendo conto dei desideri espressi prima della perdita della coscienza, inferendo
in quella volontà della personalità, dal suo stile di vita, dalle sue inclinazioni, dai suoi valori
di riferimento e dalle sue convinzioni filosofiche etiche e religiose

LE DISPOSIZIONI ANRICIPATE DI TRATTAMENTO DAT (Chi? Come?)

- Disposizioni anticipate, di trattamento, comunemente definite testamento o biotestamento


regolamentate dall’art.4 della l. 22 dicembre n.219 entrata in vigore il 32 gennaio 218
- In previsione di un’eventuale incapacità futura e autodeterminarsi  la legge prevede la possibilità
per le persone di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti necessari nonché il
consenso o il rifiuto su:
 Accertamenti diagnostici
 Scelte terapeutiche
 Singoli trattamenti necessari
- Possono rendere tutte le disposizioni anticipate di trattamento= tutte le persone che siano
maggiorenni e che siano in grado di intendere e di volere.

LE DISPOSIZIONI ANRICIPATE DI TRATTAMENTO DAT (Dove?)

- La redazione delle DAT può avvenire in diverse forme:


 Dal. Notaio (sia tramite atto pubblico sia tramite scrittura privata autenticata);
 Presso l’ufficio di stato Civile del Comune di residenza (con scrittura privata) che provvede
all’annotazione in un apposito registro, ove istituito
 Presso le strutture sanitarie competenti nelle regioni che abbiano regolamentato la raccolta delle
DAT
 Presso gli uffici consolari italiani, per i cittadini italiani all’estero (nell’esercizio delle funzioni
notarili).

LE DISPOSIZIONI ANRICIPATE DI TRATTAMENTO DAT

- Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentono le DAT possono essere
espresse attraverso videoregistrazioni o dispositivi che consentono alla persona con disabilità di
comunicare
- Le DAT sono= rinnovabili, revocabili, modificabili in ogni momento
- Le DAT, possono essere revocate con dichiarazioni verbali raccolta o videoregistrata da un medico
con l’assistenza di due testimoni
- Tutte le DAT consegnate a comuni, notai, strutture sanitarie e i consolati italiani all’estero sono
trasmesse e inserite nella Banca Nazionale delle DAT istituita presso il Ministero della salute dalla
legge di Bilancio 2018
- Banca Dati= operativa dal 1 febbraio 2020

IL DIVIETO DEGLI ATTI DI DISPOSIZIONE DEL PROPRIP CORPO

- Diritto all’ autodeterminazione, incontra un limite in virtù, della previsione di cui all’art. 5 del
Codice Civile.
- Gli atti di disposizione del proprio corpo vietati quando cagionino una diminuzione permanente
dell’integrità fisica o quando siano contrari alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume
 Duplice limite= uno di carattere generale (contrarietà della legge all’ordine pubblico e di buon
costume) e uno di carattere speciale (diminuzione permanente dell’integrità fisica).

LEZIONE 2

IL DIRITTO DELL’ISTRUZIONE E LA LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO: ART. 33 COMMI 1-4 COST.

- L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento


- La Repubblica detta norme generali sull’istruzione ed istruisce scuole statali per tutti gli ordini e
gradi
- Enti e privati hanno il diritto di istruire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo stato
- La legge nel fissare diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità deve
assicurare piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni
di scuole statali

IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE: ART. 34 COST.

- La scuola è aperta a tutti


- Istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni= è obbligatoria e gratuita
- I capaci e meritevoli anche se privi di mezzi hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli
studi
- La Repubblica: rende effettivo questo diritto con borse di studio assegni alle famiglie ed altre
provvidenze attribuite per concorso

IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE DEI SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI: CORTE COST.16 DICEMBRE 2016 N. 275

- Diritto all’istruzione del disabile è consacrato all’art. 38 Cost. e spetta al legislatore predisporre gli
strumenti idonei alla sua realizzazione ed attuazione affinché la sua affermazione non si traduca
in una mera previsione programmatica, ma venga riempita di contenuto concreti e reale
- Rispetto di un nucleo indefettibile di garanzie per gli interessati il servizio di trasporto scolastico e
di assistenza, poiché costituiscono una componente essenziale per assicurare l’effettività del diritto

IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE DEI SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI: CONS. STATO, SEZ. VI, 3 MAGGIO 2017, N.
2023

- Numero considerevole di cause portate all’esame dei giudici amministrativi


 i genitori hanno chiesto alle istruzioni scolastiche o agli Enti locali: che ai propri figli disabili
siano riconosciute le ore di sostegno ritenute spettanti (gruppo di lavoro operativo handicap)
ovvero le altre prestazioni previste dalla normativa a loro favore, in concreto non ricevute
- Normativa alquanto complessa, che non si ritrova in un unico testo ordinato risulta da un
insieme di norme contenute in molti testi separati da questo tipo diverso:
 Vi son disposizioni di rango legislativo, dove hanno inciso della sentenza della Corte Costituzionale
 Disposizioni regolamentari, atti amministrativi aventi natura di atti generali accanto a questi ci
sono quelli circolari e atti di Autorità centrali o periferiche che hanno uno specifico nomen iuris
 I relativi contenuti attuati dalla prassi, riguardano l’organizzazione dell’amministrazione scolastica,
sia i rapporti tra questa, gli studenti disabili e i loro genitori

IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE DEI SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI: CONS. STATO, SEZ. VI, 3 MAGGIO 2017, N.
2023 (Aiuti offerti dalla scuola)

- Legge 5 febbraio 1992, n. 104 legge quadro per l’assistenza, integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate
- Sistema scolastico impegnato sulla figura dell’insegnante di sostegno
- Non è prevista l’assegnazione ad una persona a caso dell’insegnante, ma viene affiancato ad una
persona con delle problematiche che in generale è chiamato ad adempire alle dorme di
integrazione e sostegno a suo favore
- Convezione di New York del 13 dicembre 2006  sui diritti delle persone disabili, entrata in vigore
il 3 maggio 2008 e resa esecutiva con la legge del 3 marzo 2009, n.18
- Linee guida per integrazione scolastica degli alunni con disabilità= redatte dal ministero
dell’istruzione in data 4 agosto 2009
- Decreto legislativo 13 aprile 2017, n.66 (norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli
studenti con disabilità
- Scopo: insegnante di sostegno deve favorire la socializzazione della persona e consentire di avere
un futuro nella società, poiché istruzione scolastica deve elaborare un progetto di vita per ogni
singolo alunno disabile

IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE DEI SOGGETYI DIVERSAMENTE ABILI: CONS. STATO, SEZ. VI, 3 MAGGIO
2017, N. 2023

- Superamento del sistema precedente fondato sul principio di separazione degli alunni disabili
dagli altri con l’istruzione delle scuole speciali e delle classi differenziali
- Necessità di garantire: inserimento, integrazione e socializzazione, anche ai fini del superamento di
eventuali condizioni di emarginazione importante fattore di stimolo per il soggetto svantaggiato
- Il legislatore: ha concepito forme di integrazione, sostegno, assistenza come strumenti
preordinati agevolare non solo l’attuazione del diritto allo studio ma anche la piena formazione
della personalità degli alunni con disabilità
- È innegabile che l’apprendimento e integrazione nella scuola: sono funzionali ad un più pieno
inserimento del soggetto portatore di disabilità nella società e nel mondo del lavoro

IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE DEI SOGGETYI DIVERSAMENTE ABILI: CONS. STATO, SEZ. VI, 3 MAGGIO 2017, N.
2023

- L’inserimento e integrazione nella scuola, con ausilio dell’insegnante di sostegno:


 Evitano la segregazione, la solitudine, isolamento, patimenti e i pesi che ne derivano in
termini umani, economici potenzialmente insostenibili per le famiglie
 Rivestono fondamentale importanza nella società, perché rendono possibili il recupero e la
socializzazione
 Consentono al Sistema sanitario nazionale di contestare le prestazioni che si renderebbero
necessarie, in mancanza delle attività svolte in anni fondamentali dell’età evolutiva
- Ciò consente ai disabili di dare il loro contributo alla società fermo restando che la disciplina degli
esami deve evitare ogni discriminazione anche potenziale, evitando barriere che incidono
negativamente sull’avviamento del lavoro (ponendosi serissime questioni di costituzionalità delle
disposizioni che rendono più difficoltoso il conseguimento del diploma a causa della disabilità)

IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE DEI SOGGETYI DIVERSAMENTE ABILI: CONS. STATO, SEZ. VI, 3 MAGGIO 2017, N.
2023

Questione:

- Gli uffici scolastici possono per ragioni di contenimento della spesa, ridurre le ore del soggetto della
richiesta del dirigente scolastico?
- Nel caso in cui tale riduzione sia avvenuta, i genitori o i legali rappresentanti del singolo alunno
possano ottenere dal giudice amministrativo una pronuncia che accerti ugualmente la spettanza
delle ore di sostegno, quantificate nella misura proposta dal Gruppo di Lavoro Operativo Handicap

Soluzione:

- Le posizioni degli alunni disabili devono prevalere sulle esigenze di natura finanziaria. Tale
prevalenza si desume dalla normativa sulle c.d. assunzioni in deroga degli insegnanti di sostegno
- È fondata la pretesa dei genitori di vedere attribuire ai propri figli disabili le ore di sostegno nella
misura determinata dai G.L.O.H.
- Il sistema deve far sì che gli alunni e le loro famiglie non debbano proporre ricorsi giurisdizionali per
ottenere ciò che è loro dovuto

IL DIRITTO ALL’ASSISTENZA E ALLA PREVIDENZA SOCIALE: ART. 38 COST.

- Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto a
mantenimento e all’assistenza sociale
- I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di
vita in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia, disoccupazione involontaria
- Gli inabili e i minorati diritto all’educazione e all’avvenimento professionale

UN WELFARE UNIVERSALISTICO E SELETTIVO

- Art. 2 comma 2 della legge dell’8 novembre 2000, n.328 legge quadro per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali
- il sistema integrato di interventi e servizi sociali ha carattere di universalità
- Per servizi sociali  si intendono tutte le attività relative alla predisposizione e all’erogazione di
servizi, gratuiti, a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere, superare le
situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita
- Universalità selettiva, in fase di accesso alle prestazioni e di compartecipazione alla spesa

UN WELFARE UNIVERSALISTICO E SELETTIVO: I DESTINATARI

A chi si rivolge il sistema integrato di interventi e servizi sociali?

- Cittadini italiani
- Cittadini di stati appartenenti all’U.E. e loro familiari
- Stranieri individuati ai sensi dell’art. 41 del Decreto Legislativo n.286 del 25 luglio 1998 titolari
della carta di soggiorno o del permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno, i minori
iscritti nella loro carta di soggiorno o nel loro permesso di soggiorno
- I profughi, stranieri, apolidi sono garantite le misure di prima assistenza di cui (all’art. 129 comma
1, lettera h) del Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112
UN WELFARE UNIVESALISTICO E SELETTIVO: I DESTINATARI

CORTE COST. 2 DICEMBRE 2005. n.432

- È costituzionalmente illegittimo art.8.2 l. reg. Lombardia 1/ 2002= nella parte in cui non include gli
stranieri residenti nella regione Lombardia fra gli aventi diritto alla circolazione gratuita sui servizi di
trasporto di linea riconosciuti ai cittadini italiani totalmente invalidi per cause civili e ai loro
accompagnatori in quanto è irragionevole una norma che nell’introdurre un beneficio in favore
degli invalidi civili, discrimini i cittadini dagli stranieri
- Al legislatore è consentito introdurre regimi differenziati soltanto in presenza di una causa non
palesemente irrazionale norma regionale contrasto con l’art. 3 poiché la circolazione gratuita
viene assicurata ai cittadini invalidi al 100 % che però devono avere la cittadinanza italiana= la quale
rappresenta uno specifico presupposto per l’ammissione al regime di favore e si pone come
condizione ulteriore e incoerente

UN WELFARE UNIVESALISTICO E SELETTIVO: I DESTINATARI

CARTA COST. 21 FEBBRAIO 2008, N.32

- Infondata la questione di legittimità dell’art. 3 comma 41- bis l. regione Lombardia 5 gennaio 2000
n. 1 introdotto dall’art1 lettera a), l. reg. 8 febbraio 2005 n.7 censurato in riferimento all’art 3 della
Cost.  In cui prevede tra i requisiti per la presentazione delle domande dell’assegnazione degli
alloggi di edilizia residenziale pubblica che i richiedenti devono avere la residenza o svolgere
l’attività lavorativa in Regione Lombardia da almeno cinque anni dal precedente periodo di
presentazione della domanda
- Il requisito della residenza continuativa risulta non irragionevole quando si pone in coerenza con
le finalità che il legislatore intende perseguire
- La questione del patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica non investe la
problematica della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni dei diritti sociali e civili da
garantire su tutto il territorio nazionale

UN WELFARE UNIVESALISTICO E SELETTIVO

- Perché parliamo di universalità selettiva?

Soggetti in condizioni di povertà o con limitato reddito o con incapacità totale o parziale di provvedere alle
proprie esigenze per inabilità di ordine fisico o psichico con difficoltà di inserimento nella vita sociale attiva
e nel mercato del lavoro i soggetti sotto provvedimento dell’autorità giudiziaria accedono
prioritariamente ai servizi e alle prestazioni erogati dal sistema integrato di interventi e servizi sociali

 Concetto di ACCESSO PRIPRITARIO ALLE PRESTAZIONI

- Ai fini dell’accesso ai servizi disciplinari dalla presente legge a verifica della condizione
economica del richiedente è effettuata secondo le disposizioni previste dal decreto legislativo
31 marzo 1998 n. 109 modificato dal decreto legislativo del 3 maggio 2000 e dunque sulla base
del c.d. indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)
- La verifica della condizione economica del richiedente rivela per determinare il grado di
compartecipazione o meno dell’utente alla spesa
- Le regioni devono definire dei fruitori per la determinazione del concorso da parte da parte
degli utenti al costo delle prestazioni sulla base di criteri predeterminati (cfr. art.8 comma 3
lettera I) della l. n. 328/2000
LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI

- Art. 117 comma 2 lett. m Cost.  Lo stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
determinazione dei livelli essenziali dalle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che
devono essere garantiti su tutto il territorio nazionali
- Art. 1 comma 3 l. n. 328/2000, la programmazione e l’organizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali compete:
 Enti locali
 Regioni
 Stato: secondo i principi di sussidiarietà, cooperazione efficacia efficienza ed
economicità, omogeneità copertura finanziaria e patrimoniale, responsabilità ed
unicità dell’amministrazione, autonomia organizzativa e regolamentare degli enti locali
- Art. 22 l. n. 328/2000 elencazione degli interventi che costituiscono il livello essenziale delle
prestazioni sociali erogabili sotto forma di beni e servizi secondo le caratteristiche ed i requisiti
fissati dalla pianificazione nazionale, regionale e zonale, nei limiti delle risorse del Fondo
nazionale per le politiche sociali:
 Misure di contrasto della povertà
 Misure di sostegno al reddito
 Servizi di accompagnamento
 Misure economiche favorire la vita autonoma e le permanenza a domicilio di
persone totalmente dipendenti o incapaci di compiere gli atti propri della vita
quotidiana
 Interventi di sostegno per minori in situazioni di disagio
 Prestazioni integrate di tipo socio-educativo contrastare dipendenze da droghe,
alcol, farmaci, favorendo interventi di natura preventiva e di recupero e reinserimento
sociale

LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI

- I livelli generali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti
su tutti il territorio nazionale:
 Non costituiscono una materia in senso stretto
 Ma individuano una competenza del legislatore statale idonea ad investire tutte le
materie

Il legislatore fare le norme necessarie per assicurare a tutti, sull’intero territorio nazionale, il godimento
di prestazioni garantite, come contenuto essenziale di tali diritti senza limitarle o condizionarle

 Competenza trasversale ed esclusiva del legislatore statale


 Possibilità per il legislatore regionale di introdurre deroghe in melius
 Doverosità dei servizi sociali

I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE (LIVEAS)

4 possibili accezioni o dimensioni operative del concetto:


- Diritti individuali a prestazioni o diritti soggettivi esigibili= chi si trova in una particolare
situazione di bisogno, viene assicurato l’accesso a una determinata prestazione, senza che
residui in capo agli apparati erogatori alcun margine di discrezionalità in merito
- Livelli di copertura= percentuale di popolazione che può usufruire di una determinata
prestazione+ percentuale di enti che devono assicurare un determinato servizio
- Tipologia di offerta= prescrizione della presenza necessaria di un dato servizio in ogni realtà
territoriale in base al numero di abitanti, così da rendere omogeneo il panorama di servizi
disponibile nel Paese
- Standard di prestazione o di qualità= caratteristiche dei servizi erogati

Essi non si escludono vicendevolmente, ma possono concorrere secondo combinazioni differenziate

- Art. 22 l. n. 328/2000= non reca alcuna nozione generale dei livelli, ma contribuisce a connotarli
come coessenziali al sistema socio-assistenziale delineato dalla legge quadro attraverso:
 L’individuazione delle aree di interventi ritenute prioritarie= (es. lotta alla povertà,
minori, famiglie, anziani, disabili, donne in difficoltà, tossicodipendenze) attraverso
elencazione di una serie di misure di solidarietà riferite a settori sensibili della società
(cfr. comma 2)
 Definizione delle tipologie di offerta che le Regioni devono comunque prevedere per
ogni ambito territoriale= (es. assistenza domiciliare, strutture residenziali e
semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali, centri di accoglienza residenziali o
diurni a carattere comunitario) (cfr. comma 4)

I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE (LIVEAS)

- Art. 22 della l. n. 328/2000


 Comma 2: chiara interdipendenza tra livelli e risorse finanziarie
 Comma 4: impiego dell’avverbio “comunque” sembra suggerire la volontà di non
assoggettare le garanzie ivi previste a condizionamenti di tipo economico
- Il Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003
 Giudicato da una parte della dottrina asciutto e insoddisfacente
 I LIVEAS  essere disegnati con riferimento a un insieme di principi generali ispirati
dalla legge quadro e alla base della programmazione delle politiche sociali e a una
griglia articolata su tre dimensioni:
1. Le aree di intervento: sette- responsabilità familiari; diritti dei minori; persone
anziane; contrasto alla povertà; disabili quelli gravi; droghe, avvio della riforma
2. Le tipologie di servizi e prestazioni
3. Le direttrici per l’innovazione nella costruzione della rete degli interventi e dei
servizi.

I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE (LIVEAS)

7 AREE DI INTERVENTO

- Responsabilità famigliari
- Diritti dei minori
- Persone anziane
- Contrasto alla povertà
- Disabili gravi
- Droghe
- Avvio della riforma
I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE (LIVEAS)

5 TIPOLOGIE DI SERVIZI E PRESTAZIONI

- Servizio sociale professionale e segretariato sociale = l’informazione e consulenza al singolo e ai


nuclei familiari
- Servizio di pronto interventi sociale = per le situazioni di emergenza personali e familiari
- Assistenza domiciliare
- Strutture residenziali e semi-residenziali = per soggetti con fragilità sociali
- Centri di accoglienza residenziali o diurni = carattere comunitario

I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE (LIVEAS)

DIRETTRICI PER L’INNOVAZIONE NELLA COSTRUZIONE DELLA RETE DEGLI INTERVENTI E DEI SERVIZI

Descrizione dei criteri progettuali, di organizzazione e di funzionamento della rete ovverosia:

- Partecipazione attiva delle persone nella definizione delle politiche


- Integrazione degli interventi nell’insieme delle politiche
- Dialogo sociale, concertazione, collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati
- Potenziamento delle azioni per l’informazione, accompagnamento gli sportelli per la
cittadinanza
- Domiciliarità e deistituzionalizzazione
- Diversificazione e personalizzazione dei servizi e delle prestazioni sociali
- Innovazioni nei titoli per l’acquisto dei servizi

I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE (LIVEAS) AREE DI INTERVENTO E TIPOLOGIE DI SERVIZI: ALCUNI
ESEMPI

AREA PRESTAZIONE AZIONI


Accesso Segretario sociale Lettura del bisogno, definizione
del problema e
accompagnamento
nell’attivazione di percorsi di
assistenza
Area socio educativa Servizi socio educativi Asili nido e micro nido
Servizi prima infanzia
ADI Assistenza domiciliare Assistenza e cura alla persona,
cura delle condizioni abitative

I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE (LIVEAS): I PRINCIPALI PROFILI DI CRITICITA’

- La mancata determinazione dei livelli


- Le difficoltà di definizione:
 Prestazioni non standardizzate e non standardizzabili
 Profonde diversità regionali e locali
 Indicazioni generiche
 Assenza di coinvolgimento degli attori sociali
- Le Regioni stanno individuando i propri LEP (livelli essenziali delle prestazioni), LEA (livelli
essenziali di assistenza), LIVEAS in assenza di un quadro di riferimento comune
LEZIONE 3

Il Piano Nazionale degli interventi e dei Servizi Sociali 2021-2023

- La portata innovativa del documento è parziale. Inizio il processo di definizione dei LIVEAS pare
essere concretamente ripartito dopo vent’anni di incertezza
- Vero banco di prova della volontà politica rafforzare i servizi sociali e di renderli uno snodo
centrale nell’ambito del processo di riforma welfare italiano, in funzione anche degli
investimenti che in tale settore sono contemplati dal PNRR.
- Fino a quando l’erogazione dei servizi essenziali e l’accesso alle prestazioni di assistenza (nelle
dimensioni basiche) non sarà uniforme
- Il diritto all’assistenza sociale di cui all’art. 38 Cost.  non potrà considerarsi un diritto
realmente esigibile (e quindi effettivo)

L’ORGANIZZAZIONI E LA GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI: IL RUOLO DELLO STATO, REGIONI, PROVINCE E
COMUNI (compito delle regioni)

- Lo Stato titolare dei poteri di indirizzo coordinamento e di regolazione delle politiche sociali
che si concretano in tutta una serie di funzioni, inclusa la determinazione dei principi e degli
obiettivi della politica sociale attraverso il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali
- I compiti delle Regioni
 Definiti con una certa ampiezza, tra le varie funzioni attribuite alle regioni merita di
essere segnalata:
o Determinazione tramite le forme di concertazione con gli enti locali
interessati, degli ambiti territoriali
o Modalità e degli strumenti per la gestione unitaria del sistema locale
dei servizi sociali a rete (cfr. art. 8 comma 3, lett. a.) l. n. 328/2000).
- Gli ambiti territoriali finalizzati ad incentivare l’esercizio associato delle funzioni sociali,
devono di norma coincidere con i distretti sanitari già operati per le prestazioni sanitarie.
 Esse devono farsi promotrici di sinergie tra i vari servizi, dovendo definire politiche
integrate in materia di interventi sociali ambiente, sanità, istituzioni scolastiche,
avviamento al lavoro e reinserimento nelle attività lavorative, servizi del tempo libero,
trasporti e comunicazioni (cfr. art. 8, comma 3 lett. b) l. n. 328/2000).
 Ruolo centrale delle Regioni nel sistema di welfare socio-assistenziale

L’ORGANIZZAZIONI E LA GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI: IL RUOLO DELLO STATO, REGIONI, PROVINCE E
COMUNI (Province e Regioni)

- Scarso rilievo le funzioni delle Province, il cui ruolo è di fatto e definito dalle Regioni
- Alcune Regioni deciso di riconoscere alle Province la titolarità di veri e propri poteri di
programmazione (es. Programmi provinciali- Emilia Romagna) ma tale strada non ha avuto
seguito
- Altre Regioni (es. Regione Lombardia) attribuito alle Province compiti propositivi e consultivi
nei confronti della Regione stessa oltre che di supporto ai Comuni, anche in relazione alla
programmazione locale.

L’ORGANIZZAZIONI E LA GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI: IL RUOLO DELLO STATO, REGIONI, PROVINCE E
COMUNI (compito del comune)

- Il Comune il soggetto cui l’art.6 della legge quadro (l. n. 328/2000) attribuisce la generalità
delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali svolti a livello locale
 Ruolo centrale della dimensione municipale in ossequio al principio di sussidiarietà verticale di
cui all’art. 118 Cost.
- Viene in rilievo un insieme di funzioni ricco e articolato, ampliato, sviluppato e precisato dalla
legislazione regionale

L’ORGANIZZAZIONI E LA GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI: IL RUOLO DELLO STATO, REGIONI, PROVINCE E
COMUNI

- La programmazione rappresenta strumento principe per la realizzazione degli interventi dei


servizi sociali in forma unitaria e integrata
- Titolari della funzione di programmazione sono lo Stato, le Regioni, e i Comuni, cui spetta
rispettivamente l’elaborazione:
3 livelli di pianificazione
 Del Piano Nazionale
 Dei Piani Regionali
 Dei Piani di Zona

IL PIANO DI ZONA EX ART. 19 DELLA L. N. 328/2000: I CONTENUTI

- Individua
a) Gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli strumenti e i mezzi per la
relativa realizzazione
b) Le modalità organizzative dei servizi: le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i
requisiti di qualità in relazione alle disposizioni regionali (dell’art.8 comma 3, lettera h)
c) Le forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo di cui all’art. 21
d) Le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni
e) Le modalità per la realizzazione il coordinamento con gli organi periferici delle
amministrazioni statali, con particolare riferimento all’amministrazione penitenziaria
della giustizia
f) Le modalità per la collaborazione dei servizi territoriali con i soggetti operanti
nell’ambito della solidarietà a livello locale e con le altre risorse della comunità
g) Le forme di concentrazione con l’azienda unità sanitaria locale e con i soggetti di cui
all’art- 1 comma 4 (organismi non lucrativi di utilità sociale, associazioni ed enti di
promozione sociale, fondazioni, enti di patronato).

IL PIANO DI ZONA EX ART. 19 DELLA L. N. 328/2000: LE FINALITA’ STRATEGICHE

- E’ volto a:
a) Favorire la formazione di sistemi locali di intervento fondati su servizi e prestazioni
complementari e flessibili:
- Stimolando le risorse locali di solidarietà e di auto-aiuto
- Responsabilizzare i cittadini nella programmazione e nella verifica dei servizi
b) Qualificare la spesa, attivando risorse, anche finanziari, derivate dalle forme di
concertazione
c) Definire criteri di ripartizione della spesa a carico di ciascun comune, delle aziende
unità sanitarie locali e degli altri soggetti firmatari dell’accordo prevedendo anche
risorse vincolate per il raggiungimento di obiettivi particolari
d) Prevedere iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori finalizzate a
realizzare progetti di sviluppo dei servizi.
IL PIANO DI ZONA EX ART. 19 DELLA L. N. 328/2000: IL PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE

- Adottato attraverso un accordo di programma (cfr. art. 34 del T.U.E.L.- d.lgs. n. 267/2000)
- Non è l’atto di un comune isolato di più comuni associati presenti negli ambiti territoriali
individuati dalle Regioni per la gestione unitaria dei servizi
 Si spiega così il ricorso alla figura dell’accordo
- Le determinazioni sul Piano di zona di competenza del Consiglio Comunale
- E’ previsto il coinvolgimento di diverse realtà del territorio, sia pubbliche che private
- Viene definito d’intesa con le aziende sanitarie locali

IL RUOLO DEL TERZO SETTORE NEL SISTEMA INTEGRATO

- Il terzo settore si affianca ai soggetti pubblici, in un ruolo di pari dignità nel perseguimento
del bene comune e nella definizione delle politiche pubbliche concernenti il sistema di welfare
 Diverse forme e diversi modelli di collaborazione tra pubblico e privato
- Il favore espresso dal legislatore a favore del soggetto non profit, in ragione della loro matrice
solidaristica rappresenta una modalità di attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale.

COME SI IDENTIFICANO LE ORGANIZZAZIONI APPARTENENTI AL TERZO SETTORE?

- 5 criteri:
 Formalizzazione dell’organizzazione e sua riconoscibilità all’esterno mediante la
creazione di uno statuto autonomo
 Il carattere privato
 Il controllo diretto sui propri processi gestionali interni (c.d. autogoverno)
 Lo svolgimento di un’attività di produzione di scambio di beni o di servizi per il
perseguimento di un fine di interesse generale senza scopo di lucro
 Il divieto di distribuire i profitti ai soci e ai membri dell’organizzazione e la contestuale
esigenza di riutilizzarli al fine di rafforzare gli scopi statutari perseguiti

LA DEFINIZIONE DI TERZO SETTORE

- Terzo settore: insieme di organizzazioni private che collocandosi su una terza via rispetto alla
sfera pubblica (stato, regioni, enti locali) e a quella privata (mercato):
 Perseguono interessi di natura collettiva in aree di rilievo sociale
 Sono capaci di elaborare risposte
 Offrire servizi che né lo stato né il privato sono in grado di garantire a sufficienza.
- Azione di queste organizzazioni ispirata ai principi della solidarietà e si caratterizza per
l’assenza dello scopo di lucro.

LA QUESTIONE DEL DIVIETO DI DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI

- Obbligo di non distribuire i profitti:


 Non vieta ai soggetti appartenenti al terzo settore di conseguire un utile esercizio o un
ricavo economico-finanziario dallo svolgimento della propria attività
 Richiede che il medesimo, sia interamente reinvestito per il perseguimento della
propria Mission sociale
- Cass. Civile sez. unite 9 ottobre 2008: la solidarietà può manifestarsi nei confronti di persone
anziane che per condizioni psicologiche, familiari, sociali, o per particolari necessità assistenziali
risultino impossibilitate a permanere nel nucleo familiare di origine.
L’AGENZIA DEL TRZO SETTORE

- Quale è il soggetto incaricato di vigilare sulla corretta osservanza delle disposizioni legislative
vigenti in materia di terzo settore?
 In origine (marzo 2002 marzo 2012) era l’Agenzia per il Terzo Settore (Agenzia per
ONLUS) organismo di diritto pubblico di emanazione governativa, vigilato dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri
 Attualmente le funzioni di vigilanza, di promozione, di indirizzo e di controllo sugli enti
non profit fanno capo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Statali

GLI ENTI DEL TERZO SETTORE: ART. 4 DEL D. LGS. N. 117/2017

SONO ENTI TIPICI DEL TERZO SETTIRE:

- Le organizzazioni di volontariato
- Le associazioni di promozione sociale
- Gli enti filantropici
- Le imprese sociali, incluse le cooperative sociali
- Le reti associative
- Le società di mutuo soccorso

GLI ENTI DEL TERZO SETTORE: ART. 4 DEL D. LGS. N. 117/2017

Sono enti ATIPICI o GENERICI:

- Le associazioni, riconosciute o non riconosciute


- Le fondazioni
- Gli altri enti di carattere privato diversi dalle società

NON SONO ENTI DEL TERZO SETTORE:

- Le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo I comma 2 del decreto legislativo 30 marzo


2001, n. 165 (stato, regioni, comuni, istruzioni scolastiche, camere di commerci)
- Le formazioni e le associazioni politiche,
- I sindacati,
- Le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche,
- Le associazioni di datori di lavoro,
- Gli enti sottoposti a direzione e coordinamento o controllati dai suddetti enti esclusione dei
soggetti operanti nel settore della protezione civile a cui disciplina si provvede ai sensi dell’art.
32, comma 4

ESEMPI PRATICI DI ENTI DEL TERZO SETTORE: LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO

- Croce Rossa Italiana


 Persona giuridica di diritto privato, iscritta di diritto, nel registro Unico Nazionale degli
Enti del Terzo Settore, sezione organizzazioni di volontariato
 Svolge compiti di interesse pubblico ed è ausiliaria dei pubblici poteri nel settore
umanitario
 Per effetto della sua dislocazione territoriale, si qualifica altresì come rete associativa
nazionale
 Cfr. Anac, delibera n. 751 del 10 novembre 2021
LA QUESTIONE DELL’AFFIDEMENTO DEI SERVIZI DI TRASPORTO SANITARIO DI EMERGENZA-URGENZA:
ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO VS. COOPERATIVE SOCIALI

Consiglio di stato, sez. III, 3 marzo 2021, n. 1797

Va rimessa alla Corte di Giustizia dell’UE una questione se i servizi di trasporto sanitario di emergenza e
urgenza= essere affidati tramite convenzionamento in via prioritaria alle sole organizzazioni di volontariato,
iscritte da sei mesi nel registro unico nazionale del terzo settore, aderenti ad una rete associativa e
accreditante (la normativa regionale al settore).

Tale affidamento garantisca il compimento del servizio in un sistema di effettiva contribuzione a finalità
sociale e di perseguimento degli obiettivi di solidarietà in condizioni di efficienza economica e adeguatezza,
rispettando i principi di trasparenza e non discriminazione senza contemplare tra i possibili affidatari

Le altre organizzazioni prive di scopo di lucro e più specificamente le cooperative sociali= imprese sociali
non aventi finalità lucrative, comprese le cooperative sociali che gestiscono la ripartizione ai soci di ritorni
correlati ad attività di interesse generale

 In senso conforme cfr. Consiglio di Stato, sez. III, 18 gennaio 2021, n. 563

SERVIZIO D SOCCORSO SANITARIO IN EMERGENZA VS. SERVIZIO DI SOLO TRASPORTO IN AMBULANZA

- I servizi in ambulanza identificabili con il codice CPV*85143000-3 (servizi di soccorso sanitario


in emergenza da attuarsi mediante ambulanze) esclusioni dalle disposizioni del Codice dei
contratti pubblici
- La disciplina comunitaria e quella nazionale introdotto la distinzione tra servizio di soccorso
sanitario in emergenza da attuarsi mediante ambulanza (consente nel trasporto e nell’attività di
prima cura del paziente che versa in una situazione di emergenza), eccezionalmente sottratto
alla regola della gara qualora fornito da organizzazioni senza scopo di lucro è servizio di solo
trasporto in ambulanza ( consistente nel trasporto ordinario di pazienti, privo della
connotazione dell’’urgenza) che invece è soggetto alle procedure ad evidenza pubblica (regime
alleggerito)
- La possibilità di affidare alle organizzazioni di volontariato soltanto i servizi di trasporto
sanitario di emergenza e urgenza prevista espressamente a livello nazionale e dal codice del
terzo settore (cfr. art. 57)

I RAPPORTI TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED ENTI DEL TERZO SETTORE: IL QUADRO NORMATIVO

- Titolo VIII del d. lgs. n. 117/2017, segnato dai rapporti con gli enti pubblici artt. 55, 56, 57
- Assistenza di coordinamento tra le disposizioni del Codice del Terzo settore e le previsioni del
Codice dei Contratti pubblici dedicate all’affidamento dei servizi sociali e caratterizzate dalla
previsione di un sistema alleggerito di procedure semplificate e riservate e dalla scelta del
criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa quale criterio da utilizzare per la scelta dei
contraenti
- La disposizione che ha creato maggiori problemi in fase applicativa rappresentata dall’art. 55
che conferma il coinvolgimento degli enti del terzo settore nelle attività di co-programmazione
(individuazione dei bisogni da soddisfare, degli interventi necessari, delle modalità di
realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili) e co. progettazione (definizione e
realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare bisogni
definiti, alla luce degli strumenti di programmazione).
I RAPPORTI TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED ENTI DEL TERZO SETTORE: LE LINEE GUIDA ANAC E I
DECRETI MINISTERIALI

- Linee Guida ANAC approvate con determinazione n. 32/2016- Linee Guida in materia di
affidamento dei servizi sociali ai soggetti del Terzo settore
- Decreto del Ministri del lavoro e delle politiche sociali n. 72 del 31 marzo 2021, recante
adozione delle Linee guida sul rapporto tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo settore
negli art. 55-57 del d.lgs. n. 117 del 2017
- Nella seduta del 28 settembre 2021 ANAC elaborato un nuovi Schema di Linee Guida,
recanti indicazioni in materia di affidamenti di servizi sociali.

I RAPPORTI TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED ENTI DEL TERZO SETTORE

IDEA DI FONDO

- Esistenza di due modelli, uno concorrenziale e l’altro collaborativo


- Nel caso in cui enti pubblici possono utilizzare entrambe le modalità spetterà alle S. A.
decidere, nell’ambito della propria discrezionalità se valorizzare o meno= attraverso
un’opzione politica- il principio di concorrenza o quello di sussidiarietà orizzontale
- L’utilizzo delle previsioni contenute nel Codice del Terzo settore non deve servire per
escludere i principi e le disposizioni sia europee che interne in materia di concorrenza e aiuti lo
Stato
- La scelta tra due modelli sulla presenza i meno del fine di lucro
 Criterio for profit: disciplina contenuta nel Codice dei contratti pubblici
 Criterio non profit: disciplina contenuta nel Codice del Terzo settore

LEZIONE 4

IL CONCETTO DI AMMINISTRAZIONE CONDIVISA

- Norma censurata: art. 5, comma 1, lettera b) della legge della Regione Umbria 11 aprile 2019,
n. 2 nella parte in cui annovera le società cooperative di comunità tra i soggetti da
coinvolgere nelle attività di programmazione progettazione e accreditamento, con ciò
invadendo la materia dell’ordinamento civile, riservata alla competenza esclusiva dello Stato ai
sensi dell’art. 117, comma 2, lettera l), Cost.
- Società cooperative di comunità = società che «anche al fine di contrastare fenomeni di
spopolamento, declino economico, degrado sociale urbanistico, perseguono l’interesse
generale della comunità in cui operano
 Promuovono la partecipazione dei cittadini alla gestione di beni o servizi collettivi:
valorizzazione, gestione o all’acquisto collettivo di beni o servizi di interesse generale» (art. 2). -
 Stabiliscono la propria sede e operano in uno o più Comuni della Regione;
Prevedono nello statuto o nel regolamento: forme di coinvolgimento dei soggetti
appartenenti alla comunità di riferimento, modalità di partecipazione degli stessi all’assemblea
dei soci e la possibilità di nominarli nel consiglio di amministrazione.
- L’art. 55 del Codice del terzo settore disciplinando i rapporti tra enti del terzo settore e
pubbliche amministrazioni: rappresenta una delle più significative attuazioni del principio di
sussidiarietà orizzontale (ART. 118, comma 4, Cost.)
- Attraverso la suddetta disposizione costituzionale superare l’idea per cui solo l’azione del
sistema pubblico è intrinsecamente idonea allo svolgimento di attività di interesse generale e si
è riconosciuto che tali attività ben possono, invece, essere perseguite anche da una «autonoma
iniziativa dei cittadini».
- Gli ETS, in quanto rappresentativi della «società solidale» ed espressione di una rete capillare di
vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto
sociale mettono a disposizione dell’ente pubblico sia preziosi dati informativi (altrimenti
conseguibili in tempi più lunghi e con costi organizzativi a proprio carico), sia un’importante
capacità organizzativa e di intervento
 Ciò che produce spesso effetti positivi, sia in termini di risparmio di risorse che di aumento della
qualità dei servizi e delle prestazioni erogate a favore della «società del bisogno».

IL CONCETTO DI AMMINISTRAZIONE CONDIVISA

- Si instaura, in questi termini, tra i soggetti pubblici e gli ETS, in forza dell’art. 55 un canale di
amministrazione condivisa, alternativo a quello del profitto e del mercato: la «co-
programmazione», la «co-progettazione» e il «partenariato» (che può condurre anche a forme
di «accreditamento»)
 Si configurano come fasi di un procedimento complesso, espressione di un diverso rapporto tra
il pubblico e il privato sociale, non fondato semplicemente su un rapporto sinallagmatico.
- Il modello configurato dall’art. 55 CTS ci si concentra sugli obiettivi e sull'aggregazione di risorse
pubbliche e private
 Per la programmazione e la progettazione, in comune, di servizi e interventi diretti a elevare i
livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, secondo una sfera relazionale che
si colloca al di là del mero scambio utilitaristico
- La legge Reg. Umbria n. 2 del 2019 non contiene nelle sue disposizioni, un’espressa
qualificazione delle cooperative di comunità come ETS, lasciando ai soggetti che le
costituiscono la libertà di scegliere quale sottotipo adottare all’interno della società
cooperativa, disciplinata dalla legislazione di rango nazionale.
- Di conseguenza, le cooperative di comunità possono
 Assumere la veste di cooperative sociali, acquisendo di diritto la qualifica di imprese sociali;
 Essere qualificate come imprese sociali.
- In conclusione: la Corte dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art.
5, comma 1, lettera b), della legge della Regione Umbria 11 aprile 2019, n. 2 in riferimento
all’art. 117, comma 2, lettera l), Cost.
- Amministrazione come funzione partecipata attraverso il mezzo della necessaria
rappresentazione degli interessi coinvolti nel farsi della decisione amministrativa, per giungere
al fine ultimo di elaborare un diverso rapporto tra amministrazione, cittadini e società
- Concetto di amministrazione partecipata nella funzione ed erogazione dei servizi

IL COINVOLGIMENTO ATTIVO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE: l’art. 55 del d.lgs. 117/2017

- CO- PROGRAMMAZIONE
- CO-PROGETTAZIONE
- ACCREDITAMENTO

IL COINVOLGIMENTO ATTIVO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE: LA CO-PROGRAMMAZIONE

- La co-programmazione= finalizzata all’individuazione, da parte della pubblica amministrazione


procedente, dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità di
realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili (cfr. art. 55, comma 2)
 riconoscimento della possibilità di partecipazione procedimentale agli atti generali e
programmatori.
- Questione: quali sono la natura e le funzioni della co-programmazione?
 Coinvolgimento degli enti del terzo settore
 ritenuti idonei a seguito dell’esperimento di una procedura di selezione in termini non co-
decisori, ma esclusivamente partecipativi al fine di aiutare/supportare le pubbliche
amministrazioni nello svolgimento delle attività delineate dal comma
 Forma di partecipazione positiva: maggiore «qualità» istruttoria sottesa alla decisione finale.
 Resta inteso che la co-programmazione, al pari della co-progettazione e
dell’accreditamento:
 deve rispettare i principi contenuti nella legge 7 agosto 1990, n. 241 (principi di economicità,
efficacia, imparzialità, pubblicità e trasparenza)
 Nonché le norme che disciplinano specifici procedimenti e, in particolare, le norme relative alla
programmazione sociale di zona.

IL COINVOLGIMENTO ATTIVO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE: LA CO-PROGETTAZIONE

- La co-progettazione:
 finalizzata alla definizione e alla realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento,
finalizzati a soddisfare bisogni definiti, alla luce degli strumenti di programmazione di cui al
comma 2 (cfr. art. 55, comma 3).
 Attività che si pone necessariamente a valle della co-programmazione.
 Attività che non può riguardare aspetti caratterizzanti del progetto, ma solo le modalità
attuative e che non può produrre modifiche.

IL COINVOLGIMENTO ATTIVO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE: L’ACCREDITAMENTO

L’art. 55, al comma 4:

- Richiama l’accreditamento senza offrirne una definizione.


- Si sostanzia nella possibilità – riconosciuta a favore delle amministrazioni – di attivare
partenariati con soggetti privati, in possesso di determinati requisiti, in quanto già iscritti in
appositi albi/elenchi.
- L’accreditamento locale va ricondotto al regime autorizzatorio, ovverosia a quella particolare
forma di abilitazione mediante la quale un soggetto, al ricorrere di determinati presupposti
normativamente previsti, può svolgere una determinata attività o un determinato servizio in
forza dell’abilitazione attribuitagli dall’amministrazione.
- Co-progettazione e accreditamento = strumenti di selezione di un soggetto del terzo settore cui
affidare lo svolgimento di un compito o di un servizio

UN ESEMPIO CONCRETO

- Comune di Bergamo, Direzione Risorse Umane e Servizi alla Persona.


- Indizione di istruttoria pubblica finalizzata all’individuazione di soggetti del terzo settore
disponibili alla co-progettazione e alla co-gestione del sistema di servizi per il contrasto alla
grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora sul Territorio del Comune di
Bergamo.
- «Il modello strategico integrato, oggetto del presente bando:
 Obiettivo principale: promuovere sul versante organizzativo e del case management sociale
un’azione trasversale sulle diverse dimensioni che alimentano la condizione di povertà per
intervenire con risposte complesse e funzionali al circuito della deprivazione e non solo alla
mancanza di un alloggio.
 Gli interventi di contrasto: alla grave emarginazione, affrontando una multi problematicità
portata dalle persone in questa condizione, richiedono una pianificazione strategica, che
permetta di usare al meglio le risorse a disposizione, ridurre i carichi di lavoro su situazioni
estreme, anche attraverso l’integrazione dei diversi fondi a disposizione».

UN ESEMPIO CONCRETO

- La co-progettazione: non può prescindere da quanto prescritto e specificato nella parte tecnica
del presente capitolato;
- A partire dai dati descritti i concorrenti alla selezione dovranno presentare una proposta
progettuale di assetto organizzativo caratterizzata da elementi di innovatività, di sperimentalità
e di qualità, indicante criteri e modalità di realizzazione del servizio nel territorio.
- I destinatari dei servizi= sono le persone senza dimora in situazione di grave emarginazione,
presenti sul territorio cittadino, per come definite dalle Linee di indirizzo per il contrasto alla
grave emarginazione adulta approvate dalla conferenza Stato-Regioni il 5 novembre 2015.
- Nel perimetro delineato, si segnalano quali fenomeni emergenti sui quali porre attenzione in
sede di progettazione:
 giovani: indispensabile pensare e creare spazi e percorsi dedicati, tenendo conto
dell’età e dell’esperienza di vita ancora flessibile e meno compromessa dall’esperienza
di grave marginalità;
 identità di genere ed orientamento sessuale: l’azione della discriminazione sulla vita
delle persone è significativa sia come causa della homelessness, che come elemento in
grado di condizionare il successo o l’insuccesso dell’intervento sociale. Oltre la logica di
mettere in sicurezza la persona, gli interventi dovrebbero tenere conto dell’azione sul
contesto;
 donne: per le donne la vita «per strada» si presenta come una condizione
particolarmente drammatica, per le diverse problematiche che essa comporta sia in
termini di sicurezza ed incolumità, essendo esposte senza protezione alla violenza sia in
termini di difficoltà igienico-sanitarie specifiche. Vi sono, poi, gli aspetti di
stigmatizzazione per la rottura con un sé sociale correlato anche alla perdita del
riconoscimento del ruolo di garante della tenuta, di una situazione familiare stabile che
da sempre le è riconosciuto e che è ancestrale alla figura della donna;
 salute mentale e abuso di sostanze.

UN ESEMPIO CONCRETO

- Il modello strategico integrato:


 rappresenta un’occasione di risposta sistemica alla complessità di bisogni di cui sono
portatori le persone in condizione di grave disagio socio-economico,
 richiede l’attivazione di tre livelli di integrazione:
o Collocation (collocare i diversi servizi in uno stesso luogo fisico, migliora
l’accessibilità ai servizi e rende più facili le comunicazioni tra diversi settori);
o Collaboration (condivisione delle informazioni tra amministratori,
professionisti e operatori del sociale appartenenti a diverse «agenzie» in
relazione agli utenti seguiti e ai servizi offerti;
o Cooperation (i professionisti lavorano insieme [anche per piccoli gruppi
multidisciplinari] e i servizi non sono duplicati):
 Richiede di superare una divisione di competenze «rigida» che impedisce di valutare il
risparmio, l’efficacia e l’efficienza che si potrebbero ottenere.

UN ESEMPIO CONCRETO

- Altro obiettivo specifico la creazione di uno strumento unico di rilevazione dell’utenza, che
andrà a creare una banca dati utile alla lettura dei bisogni e alla ridefinizione delle politiche a
sostegno della grave marginalità.
- I servizi da erogare sono suddivisi in 5 aree tematiche:
 Abitare;
 Lavoro;
 Salute;
 Progetto;
 Aggancio;
- Nonché in due tipologie:
 Obbligatori (e, dunque, da garantire nelle quantità minime richieste);
 Integrativi.

- Counseling psicologico.
- Counseling educativo ad opera di educatori professionali in possesso di comprovata esperienza:
servizio obbligatorio.
- Servizi informativi e di orientamento, rispetto alle risorse e ai servizi del territorio: servizio
obbligatorio.
- Domiciliazione postale.
- Espletamento pratiche: servizio obbligatorio.
- Accompagnamento ai servizi del territorio, attraverso una prima lettura dei bisogni della
persona e un suo invio accompagnato: servizio obbligatorio.
- Progettazione personalizzata al fine di instaurare una relazione progettuale di aiuto mediante la
presa in carico da parte di un operatore adeguatamente preparato e a ciò istituzionalmente
demandato: servizio obbligatorio.
- Tutela legale.
- Sostegno economico.
- Per facilitare la realizzazione di tali servizi l’Amministrazione comunale metterà a
disposizione uno spazio adeguato alla creazione di un polo unico per l’accoglienza della
domanda e la valutazione dei bisogni dei soggetti che sono in condizioni di emarginazione
grave e senza dimora residenti a Bergamo e/o con dimora abituale sul territorio cittadino.
Tale servizio fungerà da connettore tra tutte le realtà operanti nell’area dell’emarginazione
cittadina e monitorerà tutti gli inserimenti nei servizi obbligatori previsti dal presente avviso.

L’ISTRUZIONE DI UNA APPOSITA CABINA DI REGIA E DI UN TAVOLO UNICO

- Per quanto attiene il governo dei servizi verrà costituita un’apposita cabina di regia:
 Alla quale parteciperanno un rappresentante e un referente esecutivo del soggetto co-
progettante.
 Essa sarà il luogo di co-progettazione degli elementi di sviluppo, di monitoraggio
dell’andamento dei servizi, di co-gestione delle eventuali criticità e di supervisione degli aspetti
gestionali ed economici.
- Al fine di sistematizzare la governance complessiva del sistema è prevista l’istituzione di un
tavolo unico sulla grave emarginazione con i seguenti compiti:
 manutenzione e allargamento della rete dei soggetti coinvolti, con particolare riguardo
ai servizi sanitari e alla sicurezza;
 armonizzazione delle politiche pubbliche che riguardano, anche parzialmente, l’ambito
della grave emarginazione, quali gli interventi di riduzione del danno o i progetti
finalizzati al reinserimento di persone in dimissione da istituti penitenziari;
 coinvolgimento di tutti gli Ambiti della Provincia di Bergamo;
 elaborazione di protocolli di intesa per il buon funzionamento della rete;
 condivisione di studi, ricerche e formazione nel settore.

UNO SGUARDO AL FUTURO: IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

- Missione 5: Inclusione e coesione.


- Missione 5C2: Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore.
- Scelta di destinare importanti risorse (11,17 miliardi di euro dei 19,81 destinati alla missione)
 alle infrastrutture sociali funzionali
 alla realizzazione di politiche a sostegno delle famiglie, dei minori, delle persone con gravi
disabilità e degli anziani non autosufficienti.
- Si tratta di interventi pensati per favorire:
 La socializzazione
 Sostenere percorsi di vita indipendente, anche con la ristrutturazione di alloggi che sfruttino le
tecnologie innovative per superare le barriere fisiche, sensoriali e cognitive che sono di
impedimento allo svolgimento autonomo degli atti della vita quotidiana.
- Attraverso il riconoscimento del valore sociale dell’attività di cura, si può raggiungere il duplice
obiettivo di alleggerire i carichi di cura tradizionalmente gestiti nella sfera familiare dalle
donne e di stimolare una loro maggiore partecipazione al mercato del lavoro.
- Incrementare i servizi alla persona, vuol dire anche rafforzare un settore in cui è più alta la
presenza di impiego femminile.
- Gli interventi di:
 Costruzione o ristrutturazione di immobili esistenti (pubblici o privati)
 Destinatari persone con gravi disabilità o ad anziani non autosufficienti
- Si affiancano ad altri interventi:
 di rigenerazione con importanti ricadute sulla riqualificazione dei tessuti urbani più vulnerabili
(periferie, aree interne del Paese).
- Le politiche di inclusione:
 Dedicate fasce della popolazione che vivono in condizioni di marginalità sociale
 Sono sostenute anche con interventi di potenziamento dell’edilizia pubblica residenziale, di
housing temporaneo (come le strutture di accoglienza temporanea per gli individui senza fissa
dimora o in difficoltà economica) e di housing sociale destinato ad offrire alloggi a canone
ridotto, ad esempio, a studenti o famiglie monoreddito.
- La cultura e lo sport:
 Sono validi strumenti per restituire alle comunità un’identità
 Concorrono attivamente alla promozione dell’inclusione e del benessere oltre che ad uno
sviluppo economico sostenibile.
- Nella definizione e nell’esecuzione dei progetti a valenza sociale e territoriale sono protagonisti:
 i comuni, le aree metropolitane, dove le condizioni di disagio sociale e di vulnerabilità sono più
diffuse.
 Il coinvolgimento degli enti locali è fondamentale per assicurare anche il finanziamento a
regime dei nuovi servizi forniti che dovrà, nel corso della programmazione del bilancio dello
Stato dei prossimi anni, essere opportunamente rafforzato.
- L’azione pubblica potrà avvalersi del contributo del Terzo settore.
- La pianificazione in co-progettazione di servizi, sfruttando sinergie tra impresa sociale,
volontariato e amministrazione:
 Consente di operare una lettura più penetrante dei disagi e dei bisogni
 Al fine di venire incontro alle nuove marginalità, fornire servizi più innovativi, in un reciproco
scambio di competenze ed esperienze che arricchiranno sia la P.A. sia il Terzo settore.

OBIETTIVI GENERALI DELLA MISSIONE 5C2

- Rafforzare il ruolo dei servizi sociali territoriali come strumento di resilienza, mirando alla
definizione di modelli personalizzati per la cura delle famiglie, delle persone di minore età, degli
adolescenti e degli anziani, e persone con disabilità.
- Migliorare il sistema di protezione e le azioni di inclusione a favore di persone in condizioni di
estrema emarginazione (es. persone senza dimora) e di deprivazione abitativa attraverso una
più ampia offerta di strutture e servizi anche temporanei.
- Integrare politiche e investimenti nazionali per garantire un approccio multiplo che riguardi
sia la disponibilità di case pubbliche e private più accessibili, sia la rigenerazione urbana e
territoriale.
- Riconvertire le RSA e le case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi
dotati delle attrezzature necessarie e dei servizi attualmente presenti nel contesto
istituzionalizzato.
Elementi di domotica, telemedicina e monitoraggio a distanza
 permetteranno di aumentare l’efficacia dell’intervento, affiancato da servizi di presa in
carico e rafforzamento della domiciliarità, nell’ottica multidisciplinare, in particolare con
riferimento all’integrazione sociosanitaria e di attenzione alle esigenze della singola persona.

RIFORME IN PROGRAMMA

- Accelerazione dell’attuazione della riforma del Terzo settore al cui completamento mancano
ancora importanti decreti attuativi + valutazione degli effetti della riforma su tutto il territorio
nazionale.
- Approvazione di una Legge quadro della disabilità che si propone di attuare pienamente i
principi della Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità (ratificata
dall’Italia sin dal 2009), secondo un approccio del tutto coerente con la Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione Europea e con la recente «Strategia per i diritti delle persone con
disabilità 2021-2030» presentata a marzo 2021 dalla Commissione Europea.
- Obiettivi della riforma:
 semplificare l’accesso ai servizi socio-sanitari e le procedure di accertamento della
disabilità
 rafforzare e qualificare l’offerta di servizi sociali da parte degli Ambiti territoriali
 promuovere progetti di vita indipendente
 promuovere le unità di valutazione multidimensionale sui territori, così da definire
progetti individuali e personalizzati ex art. 14 legge n. 328/2000 e legge 112/2016,
anche attraverso l’implementazione territoriale dei Punti Unici di Accesso per le
persone con Disabilità (PUA) quali strumenti per la valutazione multidimensionale
 de-istituzionalizzazione e promozione dell’autonomia delle persone con disabilità.

COSA SI ATTENDE L’EUROPA

- Consiglio dell’Unione Europea, 8 luglio 2021, «Allegato RIVEDUTO della DECISIONE DI


ESECUZIONE DEL CONSIGLIO relativa all’approvazione della valutazione del piano per la ripresa
e la resilienza dell’Italia»:
 La legge quadro= consiste in una legge delega, intesa a rafforzare l’autonomia delle persone
con disabilità, deve includere almeno:
o la definizione e il potenziamento complessivamente intesi dell’offerta di servizi sociali
per le persone con disabilità, unitamente alla promozione della de-istituzionalizzazione
e della vita indipendente;
o la semplificazione delle procedure di accesso ai servizi sanitari e sociali
o la revisione delle procedure di accertamento delle condizioni di disabilità,
promuovendo una valutazione multidimensionale delle condizioni di ogni individuo.
- All’adozione della legge quadro seguono:
 La riorganizzazione dei servizi sociali locali
 La definizione di standard qualitativi
 La messa a disposizione di piattaforme ICT per migliorare e rendere più efficienti i servizi.

STATO ATTUALE DELLE RIFORMA SULLA DISABILITA’

- Disegno di legge governativo A.C. 3347 – Delega al Governo in materia di disabilità:


- Si compone di 4 articoli:
 l’art. 1 definisce l’oggetto (adozione di uno o più decreti legislativi per il riassetto delle
disposizioni vigenti in materia di disabilità) e le finalità della delega (garantire al
cittadino con disabilità il riconoscimento della propria condizione, anche mediante una
valutazione della stessa congruente, trasparente ed agevole, e consentire il pieno
rispetto dei diritti civili e sociali e l’effettivo e completo accesso al sistema dei servizi,
delle prestazioni e delle agevolazioni previste) e disciplina la procedura di emanazione
dei decreti legislativi;
 l’art. 2 reca i principi e i criteri direttivi ai quali dovrà attenersi il Governo nell’esercizio
della delega;
 l’art. 3 reca le disposizioni finanziarie;
 l’art. 4 dispone che la legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

STATO ATTUALE DELLE RIFORMA SULLA DISABILITA’

Misure previste:

- Istituzione del Garante nazionale delle disabilità, per la tutela e la promozione dei diritti delle
persone con disabilità. Natura monocratica e attribuzione delle seguenti funzioni:
 Raccogliere segnalazioni e fornire assistenza alle persone con disabilità che subiscono
discriminazioni o violazioni dei propri diritti, anche attraverso la previsione di un centro di
contatto dedicato;
 Svolgere verifiche, d’ufficio o a seguito di segnalazione, sull’esistenza di fenomeni
discriminatori;
 Formulare raccomandazioni e pareri alle Amministrazioni interessate sulle segnalazioni
raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni e nei confronti di singoli enti;
- Con riguardo alla valutazione multidimensionale della disabilità, alla realizzazione del progetto
personalizzato e di vita indipendente:
 Istituzione e organizzazione di un’Unità di valutazione multidimensionale che definisca un
profilo di funzionamento della persona ed elabori un progetto di vita personalizzato,
coinvolgendo anche gli enti del Terzo settore
 Indicando il budget di progetto e designando le figure professionali che curino la realizzazione
del progetto.
- Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega in data 27 ottobre u.s.
- Il disegno di legge delega presentato alla Camera dei Deputati il 2 novembre u.s. Il 9
novembre è stato assegnato alla XII Commissione Affari sociali in sede Referente.
- Lo stato dell’iter risulta attualmente il seguente: «Concluso l’esame da parte della
Commissione. In stato di relazione».
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