Sei sulla pagina 1di 6

ARTICOLO 2

‘’La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni
sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale.’’
Viene qui affermato il principio personalista, che colloca la persona umana, nella sua dimensione
individuale così come in quella sociale, al vertice dei valori riconosciuti dall’ordinamento giuridico.
L’art.2 RICONOSCE I diritti inviolabili dell’uomo in quanto connaturati nella natura umana e che
per tale motivo lo stato non concede ma li riconosce e si impegna ad assicurarne la tutela. Il fatto
che lo Stato riconosca tali diritti significa che essi esistono già prima dello Stato.Esistono perché è
l’uomo che esiste.
L’ART. 2 GARANTISCE i diritto inviolabili significa che la tutela effettiva dei diritti inviolabili spetta
all’autorita giudiziaria.Lo stato ne garantisce l’effettività e grazie all’ordinamento giudiziario si potrà
fare ricorso per la tutela dei propri diritti soggettivi.

E’ la persona che viene posta al vertice dell’ordinamento(principio personalista) in quanto lo


stato è chiamato ad agire in funzione della persona e non la persona per lo stato. :l’uomo e la sua
dignità sono posti alla base di tutti i valori costituzionali.Questi diritti sono:
1. Irrinunciabili e inalienabili per cui il titolare non può rinunciarvi o privarsene
2. Sono intangibili in quanto il loro esercizio non può essere limitato dai pubblici poteri se
non temporaneamente e con il rispetto di precise garanzie enunciate dalla costituzione.
3. Necessari , in quanto competono a tutte le persone fisiche , che li acquistano al momento della
nascita e li perdono solo con la morte
4. Indefettibili in quanto non possono mai mancare
5. Indisponibili in quanto non possono essere in alcun modo trasmissibili

La Repubblica: ART. 114 La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città
metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e
funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

Grazie alla legge 3/2001 l’elencazione di cui all’art.114 è stata completamente ribaltata.L’ordine nel
quale le autonomie territoriali vengono ora elencate (comuni,province,città metropolitane,regioni e
stato) è chiaramente improntato sulla sussidiarietà.

. La sussidiarità è un presidio contro un monismo giuridico innanzitutto.

Nel testo dell’art.118 come novellato dalla cost.3/2001, il riparto delle competenze
amministrative avviene in base al principio di sussidarietà (inteso in senso verticale): le
competenze amministrative generali devono essere affidate all’autorità più vicina ai cittadini
ovvero il Comune),in quanto maggiormente in grado di soddisfarne le aspettative e soltanto in
via subordinata qualora lo impongano esigenze di carattere unitario è possibile passarne la
competenza ai livelli di governo successivi(province,città metropolitane,regioni e stato).Quindi il
principio di sussidiarietà verticale postula che il potere proceda dall’alto verso il basso quasi
come un climax appunto andando dai comuni allo stato,in quanto va precisato che il principio di
sussidiarietà implica che la competenza generale vada intestata al livello inferiore ,mentre solo
una funzione precisata e delimitata va imputata al livello superiore. La sussidiarietà può
comportare che alcune funzioni amministrative vengano attratte verso l’alto perché non
possono essere esercitate in basso o perché richiedono un coordinamento centrale.La corte
con la famosa sentenza 303/2003 non solo ha ammesso che lo stato avochi a sé in
sussidiarietà una funzione amministrativa di programmazione e coordinamento ma anche che
emani le norme legislative perché una copertura legislativa è imposta dal principio di
legalità.Laddove ai sensi del primo comma lo stato interviene sulla funzione amministrativa
qualora sia necessario per ragioni di unitarietà su queste materie la competenza non spetterà
alle regioni ma necessariamente dello stato.
Il concetto di sussidiarietà è stato introdotto nel nostro ordinamento dal Trattato di Maastricht
ed è stato poi recepito dalla L.59/1997 cosiddetta legge Bassanini che lol ha utilizzato come
uno dei principi fondamentali sulla base dei quali doveva essere attuato il conferimento di
funzioni agli enti locali. Si può fare riferimento al principio di sussidiarietà veriticale citando la
legge bassanini 1.Lla legge bassanini si articola proprio sul principio di sussidiarietà verticale
cioè è il caposaldo della leggr bassanini 1 e sarà poi segnatamente anche la pietra miliare
della riforma titolo v perché poi la riforma si instaurerà sulla riforma bassanini 1 che fissa tra i
principi cardine quello della sussidiarietà.

L’art. 118 com.4 consente a tutti gli enti territoriali di avvalersi nell’esercizio delle proprie
funzioni,della collaborazione di soggetti privati giovandosi della loro possibilità di agire con
maggior duttilità rispetto agli altri apparati amministrativi.Detta disposizione costituzionalizza il
principio della sussidiarietà orizzontale.
Il senso orizzontale si fonda sul principio che Stato, Regioni, Città Metropolitane, Province e
Comuni devono favorire l’iniziativa dei cittadini, singoli o riuniti in associazioni; il cittadino
collabora con le istituzioni per la definizione degli interventi di tipo collettivo/sociale.
Si può dire quindi che la sussidiarietà impone che lo stato sostenga gli organi più piccoli in
quanto più vicini ai cittadini e ne garantisca al contempo l’ autonomia ;impedisce invece che
l’autorità amministrativa e di governo comprimano gli spazi di libertà riconosciuti alle iniziative
private finalizzate alla realizzazione dell’interesse generale.
Possiamo rintracciare due aspetti per quanto riguarda il principio di sussidiarietà:uno negativo
e uno positivo.
Se facciamo riferimento all’aspetto negativo,ci rifacciamo a un divieto per il soggetto
sussidiante di inserirsi nella sfera d’azione di competenza del soggetto sussidiato finchè
quest’ultimo non sia ingrado di agire con i propri mezzi.
L’aspetto positivo invece è quell’aspetto del principio di sussidiarietà che consiste nel dovere
del soggetto sussidiante di intervenire qualora il soggetto sussidiato abbia difficoltà ad operare
nell’ambito della sua competenza.

A tal proposito,Si tratta di diritti assoluti che si acquistano al momento della nascita.
Inizialmente l’art.2 era rituenuta una clausola chiusa perché i diritti inviolabili erano solo
quelli menzionati nella carta costituzionale e non potevano essere modificati o aggiunti altri
diritti.

Successivamente I diritti della personalità sono stati considerati una una categoria aperta
giacchè l’evoluzione dei costumi sociali porta a un mutamento di valori con il conseguente
moltiplicarsi degli interessi individuali.Questi sono denominati ‘’NUOVI DIRITTI’’ per
prendere in considerazione anche interessi che non hanno uno specifico riconoscimento in
costituzione.
Proprio la disposizione’’ La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo’’,è
letta come un ‘’catalogo aperto dei diritti’’ ossia come una formula in bianco che
consente di importare nel sistema dei diritti tutelati dalla nostra costituzione tutti quegli
interessi che l’evoluzione della coscienza sociale porta ad accreditare.Il catalogo pertanto
non si esaurisce ai diritti citati nella carta costituzionale ma la giurusprudenza è anche
aperta all’introduzione dei nuovi diritti.Esempio di un nuovo diritto è la tutela della privacy.

L’individuo è considerato parte integrante della comunità, inserito perciò in una rete di rapporti
sociali, nel cui ambito si creano le condizioni per lo sviluppo della sua personalità. Le “formazioni
sociali” (quali sono, ad esempio, la scuola, i partiti, i sindacati, le collettività locali, le confessioni
religiose, la famiglia) risultano, dunque, fondamentali per la crescita dell’individuo e questo spiega
perché, sulla base del principio pluralista, ad esse vengono riconosciuti e garantiti gli stessi diritti
dell’individuo. In pratica, risulterebbe contraria alla Costituzione qualsiasi legge destinata a
sottoporre a controlli di polizia le attività di una qualsiasi associazione. La norma, comunque,
ponendo sullo stesso piano i singoli e le formazioni sociali, presuppone anche l’idea che nessuna
libertà collettiva possa prescindere dalla libertà dei singoli.
Tra i diritti della personalità è possibile ricordare:
1. Il diritto alla vita e all’integrità fisica
2. Diritto al nome poiché rappresenta il principale mezzo di identificazione della
persona.
3. Diritto alla riservatezza (privacy).ossia il diritto all’intimità della vita privata che deve
essere salvaguardata in ogni ingerenza esterna.
Nella parte finale l’articolo 2 richiede l’adempimento dei ‘’doveri inderogabili di solidarietà
politica,economica e sociale’’in virtù del quale ogni cittadino ha il dovere di operare a vantaggio
della comunità (ad esempio, rispettando l’obbligo di contribuire alle spese pubbliche, sancito dal
successivo art. 53), partecipando attivamente alla vita politica, economica e sociale del Paese.
Proprio l’adempimento di questi doveri “inderogabili” trasforma l’individuo in cittadino
responsabile.Per doveri inderogabili si devono intendere quei doveri dal cui adempimento nessun
soggetto può essere esentato in quanto espressione del principio di solidarietà.Il richiamo a tali
doveri si collega al principio dell’uguaglianza sostanziale:il combinato disposto art.2 com2 e art.3
com 2 impone ai singoli di contribuire alla crescita democratica della società soprattutto attraverso
attività che abbiano un’utilità sociale nelle quali possa concretizzarsi il valore della solidarietà.In
questo modo si cerca di allargare l’ambito della partecipazione alla vita sociale,economica e
politica del Paese.E’ questo l’obbligo primario dello Stato sociale che si propone di realizzare
condizioni effettive di eguaglianza per tutti i cittadini adoperarsi per la risoluzione dei conflitti
sociali,allo scopo di consentire ad ogni individuo di esercitare concretamente i diritti civili e politici
astrattamente riconosciuti dalla Costituzione.
L’attuale forma di stato sociale rende indispensabile che ciascun cittadino adempia a quei doveri di
solidarietà necessari per il rispetto della altrui sfera di autonomia e per assicurare la pacifica
convivenza collettiva.
ART.53’’tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva.Il sistema tributario è informato a criteri di progressività’’Ciò significa che tutti devono
pagare le imposte il cui ammontare è determinato in funzione del reddito di
ciascuno.L’impostazione fiscale però è ispirata al principio di progressività.Questo significa che la
percentuale di reddita prelevata dal fisco cresce col crescere del livello di reddito.L’art.53 si
riferisce non solo ai cittadini ma anche agli stranieri e agli apolidi he risiedono in italia e che
svolgono un’attività lavorativa che produca reddito.In pratica chiunque sia titolare di una fonte di
guadagno è chiamato al pagamento dei tributi adempiendo a un dovere di solidarietà a vantaggio
dello stato sociale.La capacità contributiva è l’idoneità a sopportare l’onere economico del tributo e
costituisce la misura concreta della partecipazione di ciascun contribuente alle spese pubbliche.
Tale capacità presuppone che il singolo goda di un reddito adeguato dal momento che
l’impostazione dei tributi deve tener conto delle effettive condizioni economiche del contribuente.Il
criterio di progressività risponde ai principi di eguaglianza e solidarietà per cui il carico fiscale
grava maggiormente sui titolari dei redditi più alti .
L’altro principio fondamentale è quello secondo cui nessuna prestazione personale o patrimoniale
può essere imposta se non in base alla legge art 23). (Le prestazioni personali sono tutte quelle
attività che lo stato può esigere dai cittadini nell’interesse pubblico:l’obbligo di difendere la patria,di
assistenza obbligatoria per i medici ecc…
Le prestazioni patrimoniali consistono invece nell’obbligo di contribuire secondo le proprie
possibilità alle spese pubbliche.IL patrimonio personale può essere limtato soltanto per superiori
esigenze della collettività e soltanto attraverso la legge .
BILANCIO ART.81.
L’esercizio dei compiti dello stato richiede l’uso di risorse finanziarie assai ingenti.Altrettanto elevati
sono i costi che lo stato deve sopportare per pagare gli stipendi della burocrazia e per procurarsi e
gestire i mezzi con cui erogare i servizi.Perciò lo stato deve imporre tributi con cui ottenere le
risorse finanziarie necessarie per il suo finanziamento e dall’altro lato deve erogare la spesa
pubblica grazie alla quale i suoi compiti possono essere effettivamente esercitati.
In materia di entrate e di spesa,la disciplina costituzionale è posta principalmente dall’art.81.Il testo
originario di questa disposizione costituzionale stabiliva:
1. Le camere approvano ogni anno il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal governo
2. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi
non superiori complessivamente a 4 mesi
3. Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove
spesse.
4. Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.)

Il terzo comma dell’art.81 stabilisce l’obbligo di copertura finanziaria delle leggi’’ ogni legge
che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte’’.L’indicazione dei
mezzi di copertura deve avvenire al momento dell’approvazione del disegno di legge o al
momento dell’emanazione del decreto legge per assicurare una serena valutazione di tutte
le conseguenze economiche e finanziarie del provvedimento.

Questa disciplina fu considerata da alcuni come Luigi Einaudi,espressione del principio


della tendenza al pareggio di bilancio.Nel mutato quadro politico e culturale,gli anni ’70 del
secolo scorso hanno visto la crescita della spesa pubblica,del disavanzo di bilancio e del
debito pubblico.Un primo tentativo di mettere maggior ordine nei conti pubblici è avvenuto
nel 1978 con una riforma della contabilità pubblica che ha introdotto l’istituto della legge
finanziaria.In questa prospettiva la decisione di bilancio doveva diventare la sede in cui
procedere al riassetto delle precedenti leggi di entrata e di spesa.
La legge finanziaria sostituita dal 2009 dalla legge di stabilità,doveva fissare l’entità del
disavanzo voluto e il tetto del ricorso all’indebitamento.
Al governo viene attribuito il potere di iniziativa legislativa in materia di legge di bilancio in
ossequio al potere di indirizzo che spetta all’esecutivo.Nell’esercizio di tale funzione il
governo gode della più ampia discrezionalità essendo vincolato solo al rispetto delle altre
garanzie costituzionali.
Al governo viene attribuito il potere di iniziativa legislativa in materia di legge di bilancio in
ossequio al potere di indirizzo che spetta all’esecutivo.Nell’esercizio di tali funzioni di
indirizzo,Il governo gode della più ampia discrezionalità essendo vincolato solo al rispetto
delle altre garanzie costituzionali.

Il parlamento svolge la sua tradizionale funzione di controllore politico dell’esecutivo per cui
ad esso compete l’approvazione del bilancio che avviene con procedura normale.
L’ approvazione dell’assemblea è finalizzata a:
 Garantire una verifica dell’unità di intenti fra governo e parlamento
 Assicurare adeguata pubblicità su contenuto,fini ed indirizzi del bilancio dello stato.
 Tutelare i diritti delle minoranze grazie al dibattito parlamentare
 Garantire che l’atto di approvazione del bilancio divenendo atto legislativo possa
essere soggetto al sindacato della corte costituzionale.

Nelle more dell’approvazione parlamentare del bilancio solo il Parlamento può con
legge e con un periodo non superiore ai 4 mesi autorizzare la gestione provvisoria
del bilancio
La grave crisi finanziaria apertasi in Europa nel 2011 ha messo in discussione la
stessa capacità di alcuni stati di onorare il loro debito pubblico.Per fronteggiarla si è
anche proceduto alla riforma dell’art.81.Il nuovo testo preved che lo stato assicuri
l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio,parlando appunto di
‘’equilibrio di bilancio’’.
Il contenuto della legge di bilancio e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le
entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle
pubbliche amministrazioni siano stabiliti attraverso una legge approvata a
maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera nel rispetto definiti con
legge costituzionale.In attuazione dell’art.81.6 è stata approvata la legge
243/2013.Essa stabilisce cosa debba intendersi per eventi eccezionali al verificarsi
dei quali è consentito lo scostamento temporaneo dagli obiettivi stabiliti dai
documenti di programmazione finanziaria al fine di raggiungere l’equilibrio di
bilancio.Tali eventi eccezionali sono: periodi di grave recessione economica,eventi
straordinari,al di fuori del controllo di stato,ivi incluse le gravi crisi finanziarie e le
gravi calamità naturali.

Processo di bilancio ha un duplice obiettivo:


1 contenere il disavanzo e l’indebitamento trasponendo sul piano interno i vincoli
derivanti dal patto di stabilità
2 evitare che in un sistema con diversi livelli territoriali di governo,la moltiplicazione
dei centri di spesa portasse a comportamenti contrastanti con i vincoli europei.

Il governo è tenuto ad inviare entro il 15 luglio le linee guida per la realizzazione


degli obiettivi della finanza pubblica sulla base di quanto definito in sede
europea,alla conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica( in
cui sono presenti i rappresentanti dei diversi livelli territoriali di governo.),che deve
esprimere il suo parere entro il 10 settembre.Sulla base di questo,il governo
definisce il contenuto del patto di stabilità interno(in base al quale
stato,regioni,province,concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza
pubblica impegnandosi a ridurre progressivamente il disavanzo e a ridurre il
rapporto tra il proprio debito e il PIL,mediante il perseguimento di obiettivi di
efficienza e di produttività nei servizi pubblici).Da questo si distingue il Patto di
convergenza cui è riservato il compito di assicurare la convergenza dei costi e dei
fabbisogni standard.Il contenuto definitivo del patto di convergenza viene fissato nel
documento di economia e finanza (DEF).
IL DEF si deve presentare alle camere entro il 10 aprile di ogni anno per le
conseguenti deliberazioni parlamentari dopo aver sentito la conferenza permanente
per il coordinamento della finanza pubblica.IL DEF è composto di 3 sezioni:
 La prima contiene il programma di stabilità
 La seconda sezione contiene varie informazioni di cui le più importanti concernono
l’andamento della spesa pubblica
 La terza contiene lo schema del programma nazionale di riforma

IL NADEF(NOTA DI AGGIORNAMENTO) da presentare alle camere entro il 27


settembre di ogni anno per le conseguenti deliberazioni parlamentari.
 Il disegno di legge di bilancio da presentare alle camere entro il 20 ottobre di ogni
anno
 Il disegno di legge di assestamento da presentare alle camere entro il 30 giugno di
ogni anno
 Gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica da
presentare alle camere entro il mese di gennaio ogni anno.
La legge di bilancio contiene il bilancio di previsione che costituisce la base per la
gestione finanziaria dello Stato.
La legge di bilancio contiene il bilancio di previsione che costituisce la base per la
gestione finanziaria dello stato.Essa è articolata in 2 sezioni:
1. La prima sezione contiene le disposizioni in materia di entrata e di spesa con effetti
finanziari compresi nel triennio considerato nel bilancio.Si tratta di disposizioni riguardanti le
entrate e le spese aventi come oggetto misure quantitative,funzionali a realizzare obiettivi
indicati nei documenti di programmazione.
2. La seconda sezione contiene le previsioni di entrata e di spesa espresse sia in termini di
cassa che di competenza formate sulla base della legislazione vigente apportando a tali
previsioni alle quali viene in ogni caso assicurata autonoma evidenza contabile,le variazioni
determinate dalla prima sezione della legge.
Distinzione tra bilancio di previsione e bilancio di cassa:il primo quantifica l’entità prevista dalle
entrate che le amministrazioni statali acquisiranno il diritto di percepire e l’entità prevista delle
spese che le amministrazioni statali assumeranno l’obbligo di effettuare ;il secondo quantifica
l’entità delle entrate che saranno effettivamente incassate e delle spese che saranno
effettivamente sostenute. Pertanto la competenza tiene conto del momento in cui sorge il titolo
giuridico dal quale deriva l’entrata o la spesa;la cassa invece si riferisce al compimento di fatto
delle operazioni di incasso e di pagamento.

Potrebbero piacerti anche