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Istituzioni di diritto pubblico

Ordinamento giuridico e diritto pubblico


1. Regole del diritto
Società e diritto: ubi societas ubi ius, qualunque organizzazione sociale costituisce un ordinamento giuridico
che ha bisogno di regole che sono il diritto di una determinata organizzazione (regole+regole=ordinamento
giuridico)
Linguaggio prescrittivo: rappresenta il mondo del dover essere (essere=l. descrittivo) a cui appartengono
diverse regole (morali, etiche, religiose)
Distinzione del diritto dal comando religioso/morale: civiltà greco-romana con la lex hortensia (287 a. C.) che
stabilisce che i plebisciti hanno forza di legge.
Regole: etico-religiose= perseguono la perfezione individuale, la salvezza dell’anima (solo doveri, no diritti) /
giuridiche= regolano i rapporti fra soggetti in un’organizzazione sociale, assicurando la vita normale
(norma=squadra) dell’organizzazione; regolano azioni rilevanti imponendo doveri e tutelando i diritti
Rapporto giuridico: siamo in presenza di norme giuridiche allorché si instaura un rapporto fra due o più soggetti
che sulla base di una regola comune (diritto oggettivo) imposta da altri (eteronoma) o dalle parti (autonoma)
dà luogo a vincoli reciproci. Questi determinano situazioni giuridiche favorevoli (diritti in senso soggettivo) e
non favorevoli (doveri, obblighi). OGNI ORGANIZZAZIONE PRODUCE DIRITTO ED È PRODOTTA DAL DIRITTO
Teoria della pluralità degli ordinamenti: il diritto non è monopolio di alcuna organizzazione ma inerisce a
qualunque organizzazione
Diritto e stato: lo stato aspira a stabilire regole
2. Cos’è un ordinamento giuridico
Teorie normativiste (Kelsen): l’ordinamento è costituito dal complesso delle norme vigenti in un determinato
spa<zio territoriale visto come isolato dalla società (dottrina pura del diritto). UNA SOCIETA’ ORGANIZZATA HA
UN ORDINAMENTO. NB: si fonda sull’autonomia del diritto dai fenomeni sociali, gli assicura certezza
Teorie istituzionaliste (Santi Romano, Hauriou): un ordinamento è il complesso delle norme che scaturiscono
da una determinata organizzazione sociale, non sono le norme a dare luogo all’organizzazione ma questa le
produce. Ex facto oritur ius: le norme sono prodotto di fatti normativi (es. Costituzione che entra in vigore nel
1948 quando si è già delineato l’assetto costituzionale, ed è questo che dà vita alla costituzione. Il potere
dell’assemblea era in larga parte un potere costituito). UNA SOCIETA’ ORGANIZZATA È UN ORDINAMENTO
Common law: dalle consuetudini scaturisce gran parte delle norme
Civil law: prevale il peso delle norme scritte la cui interpretazione fa richiamo all’organizzazione sociale in cui
si collocano
Teorie positiviste (normativista): discipline giuridiche che si basano sul diritto positivo (positum, posto),
prescrizioni normative riconosciute dall’ordinamento considerato. Limite: non risponde alla domanda qual è il
fondamento su cui si regge un ordinamento giuridico?
Ordinamento giuridico: l’insieme di più elementi (prescrizioni, consuetudini, atti normativi) accomunati dal
fatto di essere tutti espressione di una determinata organizzazione sociale e coordinati fra loro secondo criteri
sistematici. Questo concetto non è ancorato ad una gerarchia di valori (Santi romano, organizzazioni
malavitose=ordinamenti)
Giusnaturalismo: esistono norme inderogabili e immutabili di diritto naturale sopra quelle della comunità
(dramma di Antigone)? Idea variabile (Aristotele: schiavitù conforme al diritto naturale). Le dottrine
giusnaturalistiche rinascono con il riconoscimento dei diritti universali dell’uomo
3. Ogni ordinamento è un sistema
Ordinamento-sistema: unitario, coerente (no contraddizioni), completo (no lacune); è il prodotto della volontà
del legislatore e dell’attività degli interpreti. Un sistema è tale in quanto ordinato introno ad un progetto
(razionalmente posto, frutto del pensiero= sistemi ideali come Utopia di More/ insito nel sistema, biologico=
sistemi reali)
Interpretazione del sistema giuridico: l’interprete del diritto deve presupporre che il diritto costituisca un
sistema, così contribuendo a far sì che lo divenga effettivamente. Un ordinamento non è la somma di
prescrizioni giuridiche, le norme e i settori sono un insieme di elementi con funzioni coordinate tra loro (per
questo serve l’interpretazione logico-sistematica che guarda alla connessione tra enunciati e a come si
inseriscono nel sistema)
Disposizioni: formulazioni linguistiche, suscettibili a interpretazioni
Norme: risultato dell’interpretazione, operata su più criteri
4. Costituzione e ordinamento costituzionale
Costituzione: scritta (rigida o flessibile) o non scritta. Rigida con procedimento di revisione aggravato, flessibile
se modificabile o derogabile con legge ordinaria
Costituzionalismo: XVIII secolo, costituzioni scritte (17 settembre 1787 Costituzione USA); quelle
ottocentesche furono ottriate, concesse dalla corona, e flessibili; quelle contemporanee di origine
rappresentativa e rigide. Ogni ordinamento statale ha il suo assetto costituzionale, forma di stato, catalogo di
diritti, forma di governo, sistema delle fonti del diritto, ma non c’è solo un costituzionalismo e un tipo di
costituzione
Ordinamenti senza costituzione scritta: UK, non esistono leggi costituzionali in senso formale, sono norme
costituzionali non scritte che danno identità all’ordinamento; hanno un nucleo di norme che costituiscono
l’ordinamento costituzionale. Non ogni ordinamento statale ha una costituzione ma ognuno ha un proprio
diritto costituzionale, un ordine costituzionale.
Ordinamento costituzionale: il complesso delle norme fondamentali, scritte o non scritte, che danno forma
all’ordinamento giuridico e rappresentano il codice genetico che determina l’identità dell’ordinamento stesso,
il suo ordine costituzionale.
Diritto costituzionale: ha la funzione di definire l’identità dell’ordinamento giuridico e assicurarne lo sviluppo.
Costituzione: non esaurisce tutto ciò che attiene agli elementi di fondo dell’ordinamento (es. leggi e
consuetudini costituzionali, norme materialmente costituzionali, preleggi che disciplinano la legge in generale
e leggi elettorali). Contiene disposizioni che disciplinano aspetti che difficilmente potrebbero essere
considerati tali da caratterizzare l’ordinamento (non tutti i 139 articoli rappresentano il fondamento
dell’ordinamento). Ci sono norme formalmente costituzionali la cui abrogazione non eliminerebbe un pilastro
dell’ordine costituzionale (es. modificazione del numero dei parlamentari, non stravolge l’ordinamento). Può
contenere norme non più vigenti (es. leggi fasciste e statuto albertino).
L’ordinamento di un paese non si identifica con le sole norme formalmente costituzionali e le norme della
costituzione non esauriscono i contenuti di un ordinamento costituzionale.
Revisione totale: nuova costituzione in Svizzera nel 2000, non si verifica un mutamento dell’ordinamento
(testo del 1874 più volte emendato)
Organi costituzionali: parlamento, PR, governo, CC, concorrono a delineare il volto dell’ordinamento
costituzionale, sono necessari e indifettibili
Organi a rilevanza costituzionale: consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, non sono come i primi
Fini pratici del concetto di ordinamento costituzionale:
-interpretare le norme costituzionali vigenti tenendo conto di ciò che caratterizza l’ordinamento nel
suo complesso
-individuare i limiti al potere di revisione costituzionale (potere costituito, previsto e disciplinato dalla
costituzione), non può contraddire le basi della legittimazione (si: ridurre numero di parlamentari; no:
eliminare il carattere rappresentativo delle camere). Il mutamento trasforma il legislatore
costituzionale il legislatore costituente che utilizza un potere costituito per dar vita ad un ordinamento
diverso.
-stabilire se una carta è in vigore oppure no (divario eccessivo tra ordinamento e documento scritto,
Jugoslavia anni ’90, statuto albertino durante il fascismo e tra il 1944-46)
Compito dei costituzionalisti: analizzare le disposizioni (metodo giuridico-drammatico, trarre le norme che
l’operatore deve applicare; valuta il dover essere, il sollen), verificare la vigenza del testo (accertare le norme
vigenti, valuta l’essere, il sein)
5. Teorie della costituzione
Normativisti: costituzione=norme espresse dal testo costituzionale; il diritto è un sistema piramidale con al
vertice la norma fondamentale non posta ma presupposta (norma generale sulla produzione di diritto); per
Kelsen è valida perché è presupposta valida, è determinata dal principio di effettività, dalla realtà dei fatti
Istituzionalisti: costituzione=decisione politica che fonda l’ordinamento costituzionale; criticano la teoria di
Kelsen come tautologica (la costituzione vige solo in quanto vige, fine a sé stessa) trascurando che qualsiasi
fonte del diritto è regolata dal diritto. Non c’è organizzazione che non sia retta già nel suo sorgere da regole,
una forza è ordinante perché è ordinata/organizzata. La costituzione si colloca al confine tra essere e dover
essere, è diritto e fattore ordinante del diritto stesso
Schmitt: la vera costituzione è la decisione fondamentale con cui il potere costituente determina la forma
dell’unità politica
Costituzione materiale (Mortati): fini e valori su cui convergono le forze politiche prevalenti (tutte quelle che
condividono i valori fondamentali; Italia: forze antifasciste), ciò che sostiene l’ordinamento; la costituzione
formale (il documento) poggia su questa, ne è il precipitato
Travisazione costituzione materiale: giustificazione per allontanarsi dal testo costituzionale; contrapposizione
da mettere da parte; preferibile:
Costituzione: carta entrata in vigore il 1° gennaio 1948
Ordinamento costituzionale: complesso delle norme costituzionali, consuetudinarie legate da un progetto che
dà loro senso e capacità espansiva
Diritto costituzionale: nucleo da cui dipartono i rami dell’ordinamento giuridico
6. Diritto pubblico e privato
Diritto costituzionale: posizione di primazia rispetto alle altre branchie di diritto
Diritto privato: affidato all’autonomia dei privati che regolano da soli i loro rapporti attraverso liberi contratti
nei limiti del Codice civile; lo stato non è del tutto assente e disinteressato, definisce il quadro entro cui i
rapporti privatistici si sviluppano
Diritto pubblico: tutto il diritto ai fini generali è in qualche modo pubblico ma cambia il grado di immediatezza
del collegamento con l’interesse generale; non c’è un confine netto (confine mobile; 900 stato sociale dalla
culla alla tomba, poi privatizzazioni e liberalizzazioni; rilancio dell’intervento pubblico con la crisi del 2008)
Lo stato
1. Comunità politica sovrana
Nascita: affermazione dell’autonomia nei confronti del papato e dell’impero (1648, trattato di Westfalia,
nascita del diritto internazionale) e della supremazia (con l’affermazione della monarchia assoluta) nei
confronti degli ordinamenti interni (feudali, corporativi, municipali). Unificazione degli ordinamenti giuridici
particolari, formazione di burocrazia ed esercito stabile
Stato moderno: due caratteri importanti fra loro collegati:
-politicità: l’ordinamento statale ha come finalità la cura di tutti gli interessi generali di una
determinata collettività su un determinato territorio; perciò, tende ad assorbire sottoponendoli alle
proprie regole, i diversi ordinamenti preposti alla cura di interessi particolari
-sovranità: supremazia rispetto ad ogni altro potere costituito al suo interno e l’indipendenza verso i
poteri esterni. SOLO LO STATO È SOVRANO
Enti politici ma non sovrani: comuni, regioni, la loro libertà è limitata da regole stabilite dalla costituzione che
ne definiscono l’autonomia
Monopolio della forza: agire senza resistenze al proprio interno e senza interferenze dall’esterno; iubeo ergo
sum, comando dunque sono. Il monopolio è esercitato in forma diretta (tribunali, forze armate, polizia) e
indiretta (legittimando altri soggetti, forze di polizia locali con compiti determinati)
Definizione di stato: quando una popolazione stanziata su un territorio, sottomettendosi ad un potere sovrano,
dà vita ad un ordinamento rivolto a soddisfare i suoi interessi generali. In questo modo una popolazione diventa
popolo (=insieme di persone legate dal fatto di condividere un’uguale cittadinanza, tendenziale eguaglianza di
diritti e doveri di fronte al governo cui si assoggettano)
Tre elementi dello stato: popolo, territorio, governo (no governo=protettorato/colonia con la sicurezza
assicurata da uno stato straniero; territori palestinesi hanno un governo non sovrano)
Art. 7: lo stato e la chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. La sovranità della
chiesa non è riferita all’ordine temporale ma a quello spirituale (sovrano=stato della città del vaticano con cui
lo stato italiano stipula un trattato, strumento del diritto internazionale)
Sovranità e costituzione: la sovranità non è un potere costituito ma costituente e in quel potere trova
legittimazione la costituzione dello stato che a sua volta legittima ogni altro potere pubblico. Solo gli stati
sovrani possono darsi una costituzione (statuti delle regioni non sono costituzioni)
Sovranità e popolo: la sovranità appartiene al popolo; il popolo è la fonte di legittimazione (stato assoluto: Dio;
stato liberale: nazione) e il corpo elettorale è titolare dei poteri sovrani (elegge gli organi)
Limiti della sovranità statale: limiti crescenti
-limiti di fatto: sviluppo delle tecnologie informatiche, processi di globalizzazione che rendono difficile
il controllo degli stati sulla circolazione delle informazioni sulla circolazione di beni, capitali e persone
(crisi di legittimazione dello stato nazione)
-limiti giuridici: derivanti dall’evoluzione dell’ordinamento internazionale (affermazione organizzazioni
internazionali: ONU). Dal punto di vista del diritto interno la categoria di sovranità rimane valida in
quanto si presuppone che le limitazioni siano volute dal popolo nell’esercizio del potere costituente
Sovranità e stato federale: Usa, Svizzera e secondo Reich. Ordinamento complesso in cui la sovranità è
distribuita a due livelli di governo, nazionale e degli enti federali (stati, cantoni, lander) con propria
costituzione. Vi è un solo popolo, un solo potere costituente, una sola costituzione, un solo stato sovrano
Confederazione di stati: unione di stati indipendenti e sovrani con strutture comuni di cooperazione,
disciplinata dal diritto internazionale
UE: in bilico tra confederazione e possibile evoluzione in federazione, non ha le caratteristiche della politicità,
si parla di popoli europei e di cittadini dell’unione
2. Giustificazione dello stato
Dottrine dello stato: si riflettono sulle forme di stato
Costituzionalismo di matrice liberale (Locke): gli uomini hanno 3 diritti (vita, libertà, proprietà) e per
salvaguardarli il diritto di difendersi. Per contratto trasferiscono questi diritti ad un’autorità sovrana (dottrine
contrattualistiche) e può essere revocato; lo stato tutela i diritti naturali, riconoscendoli e assicurandone
l’intangibilità.
Stato leviatano (Hobbes): lo stato di natura è una condizione di conflitto (homo homini lupus) per cui si delega
al sovrano il potere di disporre di sé stessi (pactum subectionis). Lo stato non ha obblighi verso i sudditi, è un
leviatano e assoggetta tutti al suo potere
Dottrine statolatre (fede cieca e assoluta nello stato, Hegel): concezione dello stato come realtà spirituale,
totalità che precede le parti; non è la somma di volontà individuali, è separato dalla società. Il cittadino deve
identificarsi in esso e lo stato, che viene prima di tutto, lo assorbe
Stato etico (dottrine della destra fascista): riconosce un capo, un partito unico perché unico è il sistema di
valori (assoluti); si basa su un ordine gerarchico e impone una visione organicistica (ognuno ha un posto ed è
inserito in strutture di tipo corporativo che assorbono i conflitti sociali)
Dottrine marxiste (sinistra hegeliana): materialismo (rapp. economici), il principale fattore di civilizzazione è la
società civile, al di fuori dei rapporti sociali e della collocazione di classe l’individuo non ha valore. Lo stato è lo
strumento macchina attraverso cui una classe esercita il dominio sulle altre (Lenin, dittatura di classe), con la
dittatura del proletariato si avrà l’estinzione dello stato
Costituenti italiani: rifiutano le dottrine statolatre, influenzati da quelle liberalcontrattualistiche (art. 2
riconosce e garantisce i diritti; art. 3.2 promuove l’eguaglianza=marxismo)
Personalismo comunitario, Maritain e Mounier: formazioni sociali intermedie ove si svolge la personalità
dell’uomo

3. Forme di stato moderne e costituzionalismo liberaldemocratico


Forme di governo: modo in cui si distribuisce il potere politico fra gli organi di stato, come vengono assunte le
decisioni politiche da chi governa.
Forme di stato: il modo in cui si atteggia il rapporto fra cittadini e potere politico, tra governanti e governati e
i fini ultimi dell’ordinamento
Stato assoluto: legittimazione da dio, accentramento del potere pubblico, divisioni in classi sociali, privilegi
all’aristocrazia
Stato liberale: superamento dello stato assoluto, frutto della lotta tra borghesia e aristocrazia e clero
(rivoluzioni), base sociale ristretta (stato monoclasse, diritto di voto per chi possiede un det. Censo/capacità),
riconosce diritti di proprietà e libertà (stato di diritto)
Stato liberaldemocratico: evoluzione di quello liberale, nasce con l’estensione del suffragio e il riconoscimento
dei diritti politici a tutti i maggiorenni (stato pluriclasse)
Stato sociale: con l’estensione degli interventi statali nell’economia e il riconoscimento dei diritti sociali
(variante dello stato liberaldemocratico)
Stato costituzionale: fissazione di costituzioni rigide a tutela dei diritti civili, politici e sociali; è un’evoluzione
dello stato di diritto
Stato fascista: concezione statolatra
Stato socialista: in Russia, concezione della lotta di classe con la direzione dello stato affidata ad un partito
Stato confessionale: ordinamenti che non accettano il principio della separazione della sfera religiosa da quella
politica, il potere statale si fonda su basi religiose. Stato islamico che trova applicazione nella sharia, corpo di
norme tratte dal Corano e dalle fonti sugli insegnamenti di Maometto, regolano ogni aspetto della vita pubblica
e privata (immutabili, interpretate da autorità religiose). Regimi teocratici (Arabia saudita), problemi di
compatibilità con la tutela dei diritti umani riconosciuti dalle convenzioni internazionali
Repubblica italiana, costituzione del 1948: si ispira al costituzionalismo liberaldemocratico e ha le
caratteristiche dello stato costituzionale. Valori, principi e tecniche (diritti dell’uomo, principio di eguaglianza,
sovranità popolare, principio di maggioranza, sfera politica autonoma, costituzione scritta e rigida, norme
generali e astratte, potere sovrano sottoposto a legge, separazione dei poteri, governo misto=nessun organo
assume tutte le funzioni e tutto il potere, controllo di costituzionalità diffuso e accentrato)
Ordinamento internazionale
1. Comunità degli stati e diritto internazionale
Diritto internazionale: è il diritto della comunità degli stati e nasce con il trattato di Westfalia (1848); nel
momento in cui si affermano ordinamenti, i quali non riconoscono alcun soggetto ad essi superiore, sorge la
comunità costituita da questi nuovi soggetti che si pone come ordinamento giuridico, dando vita al proprio
diritto
Caratteristica: base sociale costituita non da persone fisiche ma da stati, entità collettive. Non c’è un ente che
si pone in posizione sovraordinata (ordinamento anarchico), non ha un organo legislativo e le norme di diritto
internazionale generale sono prodotte da fonti fatto (consuetudini)e obbligano tutti i soggetti
dell’ordinamento. Non c’è un meccanismo organizzato di risoluzione delle controversie (corti e tribunali sono
costituiti in base ai trattati)
Trattati e accordi: danno luogo a norme di diritto internazionale particolare che vincolano solo gli stati che li
sottoscrivono (diritto pattizio)
Istituto dell’autotutela: protegge gli interessi dei singoli stati, ogni soggetto è autorizzato a ricorrere ad atti
coercitivi per attuare i propri diritti
2. Ordinamento internazionale e italiano
Concezione dualista: teoria della pluralità degli ordinamenti, sono indipendenti e separati, ciò che può
produrre conseguenze giuridiche in un ordinamento nell’altro può risultare irrilevante (giuristi italiani, CC,
assetto attuale della comunità internazionale)
Concezione monista: ridurre a unità ordinamento internazionale e statale, indicando quale sia originale (ha il
primato) e quale quello derivato
Kelsen: primato dell’ordinamento internazionale, presuppone l’affermarsi di un governo mondiale che
assicura obbedienza alle norme dell’ordinamento internazionale nei confronti dei soggetti statali che non
sarebbero più sovrani
Obblighi di diritto internazionale: origine consuetudinaria o pattizia (trattati, accordi in forma
semplificata=meno solenni). I trattati richiedono firma e ratifica, gli altri la semplice firma
Ratifica: istituto giuridico mediante il quale un soggetto (lo stato) fa propri gli effetti di un negozio (accordo)
concluso con terzi del proprio rappresentante; con ciò lo stato esprime il proprio consenso a essere obbligato
da un trattato. È un atto del PR, in alcuni casi autorizzato con legge dal parlamento
Chi negozia: governo, ministro degli affari esteri che personalmente o tramite plenipotenziario firma, poi c’è
la ratifica e lo scambio (per i trattati: deposito degli strumenti di ratifica)
Legge di autorizzazione alla ratifica: quando il trattato comporta (art. 80): variazioni del territorio, oneri
finanziari, modificazioni di leggi, trattati di natura politica (talvolta anche senza ratifica) che vincolano la politica
estera, regolamenti giudiziari internazionali (limitazione sovranità)
3. Adattamento agli obblighi internazionali
Due piani separati e distinti: stato soggetto di diritto internazionale, obbligato verso altri stati a introdurre una
normativa interna adattando il proprio ordinamento, e soggetto di diritto sul piano interno, padrone di
conformarsi come no
Adattamento: tre modalità (1-2= obblighi internazionali di origine pattizia, fonti di rango primario 3=obblighi
di origine consuetudinaria)
Procedimenti ordinari (1): adottate norme il cui contenuto serve a conformarsi agli obblighi. La legge contiene
gli adattamenti dell’ordinamento interno (introduzione, modifica o soppressione di norme)
Procedimento speciale (2): approvazione legge che dispone l’adattamento dell’ordinamento interno ai vincoli
internazionali attraverso l’ordine di esecuzione (piena e intera esecuzione è data al trattato); allegato il testo
del trattato. L’ordine è contenuto nella stessa legge di autorizzazione alla ratifica (parlamento: autorizza e
ordina l’adattamento). L’ordine di esecuzione può essere oggetto di un decreto del PR ma l’adattamento sarà
nell’ambito delle fonti di rango secondario
Adattamento automatico (3): automatismo con effetto che l’adattamento è immediato e diretto, completo e
continuo. È previsto dalla costituzione (art. 10: l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del
diritto internazionale generalmente riconosciute=norma sulla produzione giuridica). Limite: principi supremi e
diritti inalienabili
Ordinamento dell’Unione europea
1. Dalle comunità europee all’Unione europea
1° novembre 1993: nasce l’EU con l’entrata in vigore del trattato sull’UE (Maastricht)
UE: costruzione singolare, unione di stati e di popoli
9 maggio 1950: primo passo, la dichiarazione di Schumann
1951 Trattato di Parigi: istituisce la CECA con 6 paesi firmatari con alla base l’idea di una crescente integrazione
dell’Europa
1940: nasce una strategia politica volta a dare basi solide alla riconciliazione Francia-Germania mettendo in
comune le principali risorse strategiche dell’epoca, acciaio e carbone
1957 Trattato di Roma: istituzione dell’Euratom (industria nucleare) e della Cee (comunità economica
europea; obiettivi: mercato comune, unione doganale, politica comune per agricoltura e trasporti, fondo
sociale europeo, banca europea per gli investimenti). Il trattato prevede che le istituzioni abbiano un potere
normativo di tipo legislativo
I tre trattati: prevedono istituzioni comuni, assemblea parlamentare e corte di giustizia che assolvono a
funzioni analoghe nel quadro dei tre diversi trattati (comunità europee). Nel 1965 i tre organi si si fondono e
le comunità hanno in comune anche commissione e consiglio e unico bilancio; la comunità economica assume
carattere non settoriale
Comunità economica: ampliamento materie e ordinamento giuridico, dal 1970 autonomia finanziaria
Istituzioni comunitarie: dal 1979 il parlamento europeo è eletto direttamente, sono aumentate le decisioni
prese dal Consiglio a maggioranza qualificata (non unanimità) e nel 1974 è nato il Consiglio europeo (organo
di indirizzo politico)
Corte di giustizia: garantisce l’applicazione del diritto comunitario e lo interpreta
Comunità: allargata fino al 2020, 31 gennaio 2020 Brexit
1980 modifiche del Trattato di Roma: si parla di Unione Europea.
1986 Atto unico europeo: fissa l’obiettivo del completamento del mercato unico interno entro il 1992, rafforza
il ruolo del Parlamento, aumenta le competenze del Consiglio, introduce la cooperazione in politica estera (era
dominio esclusivo di ogni stato)
1992: riunificazione delle due Germanie e firma del Trattato di Maastricht/sull’UE (TUE) che modifica il trattato
della CEE (comunità europea=ce) e pone le basi della moneta unica. Dà vita all’unione a tre pilastri:
-le preesistenti comunità (Ce, Ceca, EURATOM)
-politica estera e di sicurezza comune
-cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale
NB: non tutti concordavano nel secondo e terzo pilastro, si decide che tutto ciò che è compreso nel primo
pilastro viene gestito in base al metodo comunitario, gli altri due pilastri alla cooperazione fra stati, metodo
intergovernativo
2007 trattato di Lisbona: superamento della struttura a 3 pilastri, entra in vigore il 1° dicembre 2009. Dà vita
ad un unico soggetto di personalità giuridica internazionale, l’Unione europea che sostituisce e succede la
comunità europea
Progetto del trattato costituzionale: abbandonato
Unione: si fonda su due trattati (TUE= secondo pilastro con procedure nel titolo V/TFUE=Trattato sul
funzionamento dell’UE=trattato della ce in cui rientrano le materie del terzo pilastro)
Spazio Schengen: 22 stati su 27, abolizione dei controlli alle frontiere interne
Eurozona: 19 stati
2. Trattato di Lisbona
2001 allargamento e riforma: Dichiarazione di Laeken, l’unione deve cambiare, le istituzioni devono essere
efficienti e trasparenti. Revisione dei trattati decisa da una conferenza intergovernativa per creare un unico
testo costituzionale
Convenzione sul futuro dell’UE: organo speciale con larga rappresentatività (rappresentante di ogni governo,
2 rappresentanti della commissione, 16 del parlamento, 2 di ogni parlamento internazionale e dei paesi
candidati all’adesione). Conclude i lavori approvando il progetto di trattato che istituisce una costituzione per
l’Europa, ratificato da 22 stati su 25, non da Francia e Paesi bassi (stati fondatori) dove ai referendum popolari
prevalsero i no; costituzione abbandonata
2007 trattato di Lisbona: processo di ratifica con esito negativo del referendum irlandese (2008), al secondo
prevalgono i si (2009). L’assetto dell’unione diventa simile a quello previsto dal progetto costituzionale ma con
la rinuncia alla simbologia federalista (bandiera, inno, festa, motto). Il trattato modifica i trattati precedenti e
li mantiene in vigore, riconosce la carta dei diritti fondamentali dell’unione (2000) ma non la ingloba, chiama
le leggi europee regolamenti (e non leggi/leggi quadro come avrebbe fatto la costituzione); il ministro degli
affari esteri diventa alto rappresentante dell’unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
(ministro=superstato europeo). TONO COSTITUZIONALE PIU’ MODESTO, si evita il termine costituzione,
cambia la forma ma non la sostanza
Problemi: allontanamento dell’opinione pubblica, la rapidità dell’allargamento estende il processo
d’integrazione a cui non tutti sono preparati; approccio pragmatico> prospettive federaliste, consolidamento
dell’edificio europeo
3. Organizzazione e istituzioni
Quadro istituzionale: art. 13 Tue, disposizioni relative alle istituzioni (titolo III Tue), titolo I Tfue (più dettagliato)
Consiglio europeo:
composizione: capi di stato/di governo degli stati membri, presidente e presidente della commissione, alto
rappresentante dell’unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, invitato il presidente del parlamento
europeo
riunioni: almeno 2 volte ogni 6 mesi a Bruxelles
presidenza: fino al 2009 a rotazione semestrale, ora è una carica permanente a tempo pieno, incompatibile
con incarichi nazionali. Il presidente è eletto dal consiglio a maggioranza qualificata, il mandato dura due anni
e mezzo rinnovabile 1 sola volta. Rappresenta l’EU per le materie relative alla politica estera e di sicurezza
comune, presiede e anima i lavori, assicura continuità, facilità consenso e coesione e presenta relazioni al
parlamento
organo di indirizzo politico: ne definisce gli orientamenti e le politiche generali, decide per consenso senza
votare (solo alcune deliberazioni ma il presidente e il p. della commissione non votano; all’unanimità o a
maggioranza qualificata)
consiglio (dei ministri):
composizione: un rappresentante per ogni stato membro a livello ministeriale
riunioni: in varie formazioni, in composizione diversa a seconda dei temi da affrontare (agricoltura, ambiente).
Il TFUE prevede due formazioni: consiglio affari generali (ministri degli esteri o degli affari europei) e il consiglio
affari esteri (ministri degli esteri); le altre sono 8: consiglio Ecofin (ministri economici e finanziari) con
all’interno l’eurogruppo (organo che riunisce a titolo informale i 19 ministri che hanno adottato l’euro, con
presidente in carica 2 anni e mezzo). È presieduto dall’alto rappresentante dell’unione per gli affari esteri e la
politica di sicurezza che si serve del servizio europeo per l’azione esterna
presidenza delle formazioni: a turno, per 6 mesi con sistema di rotazione paritaria, ogni paese presiede un
semestre ogni 13/14 anni
compiti: funzione legislativa e di bilancio (con il parlamento), coordina le politiche dell’unione, coordinamento
e sorveglianza delle politiche economiche adottando indirizzi di massima, politica estera e di sicurezza comune
(implicazioni militari, missioni all’estero)
regola decisionale: maggioranza qualificata (55% degli stati membri, 15/27, che rappresentino il 65% della
popolazione eu). Non è ammesso che 3 stati blocchino le decisioni anche se la loro popolazione supera il 35%
per evitare la minoranza di blocco (almeno in 4); se la proposta non è della commissione serve il 72%; si decide
all’unanimità quando lo prevedono i trattati (p. estera e di sicurezza, difesa comune, quadro finanziario
pluriennale). Le sedute sono pubbliche nelle votazioni, ogni sessione è divisa in due parti (pubblica e non
pubblica) e sono preparate dal Co.re.per (comitato rappresentanti permanenti)
parlamento europeo:
composizione: 705 membri, la rappresentanza è garantita in modo degressivamente proporzionale rispetto
alla popolazione (almeno 6 ogni stato, no più di 96: gli stati meno popolosi hanno in proporzione più
rappresentanti per cittadino), eletti per 5 anni direttamente (ogni stato ha la sua legge elettorale anche se il
Tfue ne prevede una uniforme). Lo status giuridico è uguale per tutti
organizzazione: i membri si ripartono in gruppi politici con almeno 25 parlamentari eletti in almeno ¼ degli
stati (famiglie politiche, forze politiche: partito popolare europeo, socialisti, democratici, verdi, sinistra unitaria
europea; identità e democrazia, conservatori e riformisti= destra sovranista ed euroscettica). I parlamentari si
dividono in commissioni ed ha un proprio regolamento
deliberazioni: a maggioranza dei voti espressi
sede: no sede unica (Strasburgo= sede ufficiale, Bruxelles= sessioni, Lussemburgo=segretariato e uffici)
poteri e funzioni: funzione legislativa (no iniziativa ma può chiedere alla commissione) applicando la procedura
legislativa ordinaria, funzione di bilancio con procedura legislativa speciale, indirizzo e controllo politico, f.
consultive, elegge il presidente della commissione, istituisce commissioni d’inchiesta, interrogazioni (a
commissione e consiglio), raccomandazioni (p. estera e di sicurezza), elegge il mediatore europeo (difensore
civico a cui chiunque può rivolgersi)
commissione europea: organo politico collegiale (burocrazia europea= insieme delle strutture amministrative)
composizione: un membro per ogni stato, presidente, alto rappresentante (tra i vicepresidenti) con durata di
5 anni
sede: Bruxelles, palazzo Berlaymont e uffici in tutti gli stati membri
presidenza: il presidente viene scelto a maggioranza qualificata dal consiglio europeo tenendo conto dei
risultati delle elezioni del parlamento europeo. Consiglio e presidente scelgono i candidati in base alle proposte
degli stati membri (audizioni pubbliche). La commissione è approvata dal parlamento e nominata dal consiglio.
Il parlamento a maggioranza dei 2/3 dei voti (corrispondenti alla maggioranza dei membri) può approvare una
mozione di censura= dimissioni della commissione
compiti: presidente (organizzazione interna, incarichi, nomina i vicepresidenti, obbliga i commissari alle
dimissioni); la commissione promuove l’interesse generale dell’unione e adotta iniziative agendo in piena
indipendenza con divieto ai membri di accettare influenze dai governi. È la rappresentanza estera dell’unione,
ha l’iniziativa degli atti legislativi, presenta il programma legislativo annuale (discorso sullo stato dell’unione: il
presidente lo illustra al parlamento), ha poteri normativi delegati e di esecuzione, presenta il progetto di
bilancio annuale, vigila sull’applicazione del diritto (custode dei trattati), può intervenire mediante la
procedura d’infrazione, controllo sulla compatibilità con il mercato interno degli aiuti stato, avvertimenti agli
stati membri per il coordinamento, sorveglia la situazione di bilancio proponendo procedure per il disavanzo
eccessivo
corte di giustizia:
composizione: 1 giudice per stato (27), 11 avvocati generali (studiano le cause e le sottopongono alla corte)
nominati dai governi per 6 anni; i giudici eleggono un presidente e ha un proprio statuto
sede: Strasburgo
compito: assicurare il rispetto del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati. Giudica
controversie fra stati membri, Unione-stato membro, istituzioni ue, tra persone fisiche e giuridiche. In
particolare, per i ricorsi per inadempimento contro le infrazioni compiute dagli stati membri e i ricorsi di
annullamento contro gli atti in violazione dei trattati
ricorso in via pregiudiziale: prima che le norme ue trovino applicazione in un processo, assicura l’uniforme
interpretazione e applicazione, è una specie di corte di cassazione ue. Il tribunale nazionale se è giudice di
ultima istanza (no appello) deve rivolgersi alla corte. Ha una funzione determinante per lo sviluppo
dell’ordinamento, dell’integrazione (decisioni chiave: primato ed efficacia diretta del diritto comunitario,
tutela dei diritti fondamentali)
tribunale: affianca la corte di giustizia, è competente per le azioni intraprese da persone fisiche o giuridiche e
per le controversie Ue-sui funzionari. Ha un ruolo limitato, deve sgravare la corte dal lavoro minore; le sue
decisioni sono impugnabili davanti alla corte per motivi di illegittimità relativi all’interpretazione del diritto
composizione: 2 giudici per stato
banca centrale europea (Bce): ha personalità giuridica propria ed elevato grado di indipendenza e non può
accettare istruzioni; ha poteri normativi.
Sede: Francoforte
presidenza: presidente nominato dal consiglio europeo a maggioranza qualificata+ 5 membri del comitato
esecutivo per 8 anni con mandato non rinnovabile
compiti: politica monetaria, ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno
dell’unione.
Sistema europeo di banche centrali Sebc ed eurosistema: Bce+ banche centrali nazionali, assicurano il
mantenimento della stabilità dei prezzi e le politiche economiche generali
Corte dei conti:
composizione: 1 membro di ogni stato per 6 anni nominati dal Consiglio
compiti: controllo dei conti, esame entrate e spese, accerta la sana gestione finanziaria, denuncia i casi sospetti
di frode/corruzione all’ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf)
organi consultivi: comitato economico e sociale (rappresentanti categorie economiche e produttive), comitato
delle regioni (rappresentanti enti regionali e locali), assistono parlamento-consiglio-commissione, i membri
(max. 350) sono nominati dal consiglio
4. Funzionamento
Ordinamento: si fonda sui trattati, conclusi per una durata illimitata e costituiscono le fonti originarie del
diritto; le fonti derivate devono essere compatibili con i trattati sotto il profilo formale e sostanziale
Fonti originarie
Tue: 55 articoli, 6 titoli/ Tfue: 358 articoli, 7 parti, 34 titoli/ 37 protocolli e 65 dichiarazioni
Valori, obiettivi e principi:
-rispetto dignità umana, libertà, democrazia, diritti umani, stato di diritto, eguaglianza
-pace e benessere tra popoli, sicurezza e giustizia, circolazione persone e controllo frontiere, mercato interno,
sviluppo sostenibile, piena occupazione, tutela ambiente, unione economica e monetaria…
Valori dell’unione: rispetto dei valori requisito indispensabile, meccanismo di salvaguardia preventivo e
sanzionatorio: il consiglio su proposta di 1/3 degli stati, del parlamento o della commissione può rivolgere un
avvertimento allo stato interessato per rischio di violazione grave (se si verifica deve essere accertata dal
consiglio europeo all’unanimità). Il consiglio può sospendere diritti che spettano ad uno stato membro (es. di
voto)
Dicembre 2017, caso Polonia: legislazione sul sistema giudiziario lesiva dell’indipendenza dei magistrati
2018, caso Ungheria: richiesta analoga
Cittadinanza dell’unione: diritto di tutti i cittadini di uno stato membro, diritto di circolare e soggiornare
liberamente nel territorio degli stati membri, elettorato attivo e passivo nello stato in cui si risiede, diritto alla
tutela e a presentare petizioni in parlamento, di iniziativa (1m appartenenti ad almeno ¼ degli stati membri)
Carta dei diritti fondamentali dell’UE (CDFUE): del 7 dicembre 2000 con stesso valore giuridico dei trattati,
sono 54 articoli con catalogo dei diritti raggruppati in: dignità della persona, libertà, eguaglianza, solidarietà,
cittadinanza, giustizia
Competenza dell’unione: secondo il principio di attribuzione esercita le competenze che gli stati membri
hanno ad essa attribuito con i trattati, il resto agli stati
-competenze esclusive: settori in cui l’UE può legiferare
-competenze concorrenti: ue e stati membri
-competenze di sostegno, coordinamento, o completamento: ue non ha competenza prevalente
Principi di sussidiarietà: nei settori di non esclusiva competenza interviene solo se e in quanto i suoi obiettivi
non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli stati; ha una doppia valenza: se un obiettivo non piò
essere conseguito dallo stato membro l’UE può intervenire; se l’UE non può fare di meglio deve astenersi. I
parlamenti nazionali vigilano su tale principio
Principio di proporzionalità: l’azione ue non deve andare al di là di quanto necessario al conseguimento dei
suoi obiettivi
Politiche dell’unione: parte III del Tfue; eccezione è la pesc (politica estera e di sicurezza comune soggetta a
procedure specifiche del tue)
Azione esterna dell’unione: parte V del Tfue, politica commerciale comune e cooperazione allo sviluppo
Cooperazione giudiziaria in materia penale e cooperazione di polizia: Europol (ufficio europeo di polizia) ed
Eurojust (unità di cooperazione giudiziaria); politica comune in materia d’asilo, immigrazione, controllo alle
frontiere
Cooperazioni rafforzate: nei settori di non esclusiva competenza, tra stati membri (almeno 9) approvate dal
consiglio a maggioranza qualificata e previa approvazione del Parlamento. Permette forme più strette di
integrazione per superare stalli decisionali: Europa a due o più velocità (cooperazioni rafforzate: legge
applicabile al divorzio, brevetto europeo, regimi patrimoniali delle coppie internazionali)
Procura europea: perseguire gli autori di reati lesivi degli interessi finanziari dell’unione (strumento analogo:
cooperazione strutturata permanente, settore della difesa)
Revisione dei trattati:
procedura ordinaria: a qualsiasi stato membro l’iniziativa da presentare al consiglio che la trasmette al
consiglio europeo che si pronuncia a maggioranza semplice (sentendo parlamento e commissione), convoca
una convenzione formata da rappresentanti dei parlamenti nazionali/capi di stato-governo/parlamento
europeo/commissione. La convenzione adotta per consenso una raccomandazione che sottopone a una
conferenza dei rappresentanti dei governi degli stati membri che si pronuncia all’unanimità. Le modifiche
entrano in vigore dopo essere state ratificate
procedura semplificata: per la parte III del tfue, evita convenzione, conferenza intergovernativa e consiglio
europeo si esprime all’unanimità e gli stati approvano la revisione. (es. clausole passerella: applicabili alla
condizione che entro 6 mesi un qualsiasi p. nazionale non notifichi la sua opposizione)
Fonti derivate
Regolamenti: sono leggi di portata generale, direttamente applicabili in tutti gli stati membri e hanno come
destinatari persone fisiche/giuridiche/sogg. Pubblici e privati. Le autorità nazionali le applicano direttamente
anche al posto delle norme interne incompatibili
Direttive: atti che vincolano uno o più, tutti gli stati membri in vista di un risultato che essi devono raggiungere
entro un certo termine. Conta il risultato: gli stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro…sono direttamente
efficaci (autoapplicative), le persone fisiche e giuridiche possono invocarle davanti al giudice nazionale e lo
stato non può vanificarne gli effetti
Decisioni: destinatari (anche specifici) sono persone fisiche e giuridiche e stati membri con portata generale
come no
Raccomandazioni e pareri: valenza di indirizzo politico
Atti legislativi: regolamenti, direttive, decisioni con procedura legislativa. Devono essere motivati e sono
firmati dal p. del parlamento e del consiglio e pubblicati nella gazzetta ufficiale dell’UE in 24 lingue ed entrano
in vigore alla data prevista/a 21 gg dalla pubblicazione
Atti delegati: adottati dalla commissione su delega contenuta in un atto legislativo per integrare o modificare
suoi elementi non essenziali
Atti di esecuzione: previsti da atti legislativi quando l’esigenza di condizioni uniformi suggerisce che non siano
gli stati membri a adottare misure per la loro esecuzioni
Altre fonti
Principi generali del diritto dell’unione: non scritte elaborati dalla giurisprudenza della corte di giustizia (diritti
fondamentali della Cedu e tradizioni costituzionali comuni)
Accordi internazionali: con paesi terzi/organizzazioni internazionali che vincolano ue e stati membri
Procedimento di formazione del diritto derivato
Procedure legislative:
ordinaria: competenza paritaria di parlamento e consiglio su proposta della commissione (adozione congiunta)
iter: la commissione presenta- prima lettura e trasmissione Parlamento a consiglio e viceversa- seconda lettura
entro tre mesi e il parlamento può adottare, respingere, approvare emendamenti-seconda lettura entro tre
mesi e il consiglio se non approva viene convocato il comitato di conciliazione ai cui lavori assiste la
commissione come mediatore-entro 6 settimane accordo su progetto comune-terza lettura parlamento e
consiglio con 6 settimane per pronunciarsi senza ulteriori modifiche
speciale: a seconda dei casi prevale il parlamento/consiglio, indicate via via nei trattati. Prevedono che l’atto
sia adottato dal consiglio previa consultazione/approvazione del parlamento
5. Unione e peculiare ordinamento
caratteri dell’ordinamento: tutto quello visto finora (pag. 83)
Cos’è l’UE?
-comunità sovranazionale: tertium genus, nuova dimensione del diritto pubblico tra interno e internazionale
(comunitario)
ordinamento pre-federativo: carattere di ordinamento in evoluzione ancora non federale
-federazione di stati nazione: conciliando l’evoluzione in senso federale e la difesa delle identità nazionali
NB: l’UE governa un territorio che non è suo, non ha la competenza delle competenze ma agisce solo in base
al principio dell’attribuzione, non ha potere coercitivo, il bilancio è finanziato dal reddito nazionale di ogni
paese, ha competenze limitate in materia tributaria, l’insieme dei suoi cittadini non è un popolo
Comunità politica: dubbio, resistenze a ciò
Ulteriore approfondimento dell’integrazione europea: non compatibile con la costituzione tedesca con
funzioni che non può cedere del tutto (monopolio della forza, giustizia penale…). Ha dichiarato inapplicabile il
programma di acquisto di titoli pubblici varato dalla Bce
6. EU davanti alle crisi
2008, crisi finanziaria globale: la crisi vera e propria scoppia a causa della Grecia (economia debole) sull’orlo
del fallimento; ciò rischia di travolgere le banche che l’avevano finanziata (Francia, Germania) esponendo gli
altri paesi al rischio di contagio.
limiti dell’unione monetaria: introdotta in assenza di istituzioni capaci di imporre una comune politica di
bilancio, la Bce sottrae alle banche il potere di stabilire la quantità della moneta in circolazione, con il divieto
di finanziare i debiti pubblici attraverso l’acquisto diretto di titoli di stato ma può effettuare acquisti sul
mercato secondario (influisce sui tassi di interesse). Mario Draghi riesce ad aumentare la liquidità del sistema
bancario e a sostenere l’economia, superando la crisi acquistando titoli a mercato aperto (gli stati da sé non
potevano stampare moneta-aumentare il pil-ridurre il debito-svalutare la moneta per migliorare la
competitività come facevano prima). Con l’euro gli stati indebitati pagano interessi passivi più bassi.
Tensioni fra paesi debitori e creditori: si riflette nell’opinione pubblica con sentimenti antieuropei (sud Europa:
gli altri non ci aiutano); successo di partiti populisti e sovranisti
Mes/fondo salva-stati: miniriforma del Tfue e trattato ad hoc per i paesi dell’eurozona, strumento
permanente, istituzione intergovernativa che può conceder prestiti e acquistare titoli di debito pubblico a
condizioni severe. Le risorse derivano da: capitale sottoscritto dagli stati dell’eurozona, obbligazioni emesse
sul mercato. Decisioni assunte con voto ponderato e potere di veto per Francia e Germania
sorveglianza di bilancio: patto di stabilità e crescita, disatteso, richiede un rapporto debito/pil non superiore
al 60%, interpretazione elastica del parametro. Riforma della governance economica europea con pacchetto
di misure legislative (2011-2013) per assicurare maggiore sorveglianza, criteri più stringenti e sanzioni rapide
fiscal compact: nuovo patto per rafforzare l’unione economica, obbliga gli stati a perseguire l’equilibrio di
bilancio (Italia, art.81) + accordo intergovernativo sottoscritto da 25 paesi con due obiettivi (flessibilità):
-deficit strutturale non superiore a 0,5%
-debito ridotto ogni anno di 1/20 rispetto al massimo tollerato
unione bancaria: per salvaguardare la stabilità della zona euro. Dal 2014 è operativo il meccanismo di vigilanza
unico di responsabilità della Bce e dal 2016 il meccanismo di risoluzione unico attraverso un fondo finanziato
dal settore bancario. Il salvataggio delle banche non deve essere a carico dei contribuenti ma di azionisti e
creditori
2015, crisi migratoria: ragioni politiche ed economiche, egoismi nazionali. Influenza le elezioni politiche del
2018
Regolamento di Dublino III: lo stato ue di primo ingresso deve registrare e accogliere i richiedenti asilo, se si
recano in altri stati li possono rimandare indietro; Italia e Grecia vengono accusate di aver omesso le
registrazioni ma non c’era nessun meccanismo per alleviare il peso che gravava sui paesi di confine
Soluzione: pattugliamento del mediterraneo, quote per distribuire i richiedenti asilo, controlli alle frontiere,
accordo oneroso con la Turchia per contenere gli arrivi dal vicino Oriente
2016, Brexit: 23/06/2016 referendum 17 milioni uscita ue (contro 16,1 m), questione politica e giuridica sulle
modalità e tempi di recesso avvenuto il 31 gennaio 2020. Problemi con Ungheria e Polonia dove riaffiorano
sentimenti identitari e forze politiche sovraniste
2020, Pandemia: recessione economica, riemergere di soluzioni stato per stato, non ci sono responsabili
Pandemic Emergency purchase programme: per l’acquisto di titoli di stato sui mercati senza limitarlo a titoli
di rating medio-alto
Pan european guarantee fund: lanciato dalla Bce per garantire a piccole e medie imprese finanziamenti
aggiuntivi
recovery fund: su iniziativa tedesca, la commissione propone questo strumento di finanziamento per aiutare
gli stati; è un fondo finanziato attraverso un aumento significativo delle risorse previste nel settennio, è
alimentato con l’emissione di debito dell’unione e con la creazione di una capacità fiscale autonoma (tassa
sulla plastica, sul digitale a carico delle aziende giganti della rete). Ricorso al metodo comunitario, decisioni a
maggioranza qualificata
hamiltonian moment: mutualizzare il debito (Hamilton, USA) per finanziare
Monnet: l’Europa si forgerà nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni che saranno date a quelle crisi
Fonti del diritto
1. Cosa sono le fonti del diritto
Definizione: fatti o atti che l’ordinamento giuridico abilita a produrre norme giuridiche con dei requisiti,
generalità (riferite ad una pluralità indistinta di soggetti) e astrattezza (regola ripetibile nel tempo a
prescindere dal caso concreto).
Fonti di produzione: fatti o atti ai quali l’ordinamento conferisce la capacità di produrre imperativi che esso
riconosce come propri; atti normativi posti nel rispetto delle fonti sulla produzione
fonti sulla produzione: norme che disciplinano i modi di produzione del diritto oggettivo, individuando i
soggetti titolari di questo potere, i procedimenti di formazione e gli atti prodotti
norme giuridiche: poste da atti normativi deliberati nel rispetto delle norme sulla produzione
fonti fatto: capacità del corpo sociale di produrre fonti in via autonoma senza le istituzioni; consuetudine,
comportamenti umani assunti come fatti oggettivi
fonti atto: la norma è prodotta da un soggetto istituzionale con una precisa volontà e secondo le procedure
previste
fonti di cognizione: documenti che individuano i modi mediante i quali le norme sono portate a conoscenza
dei destinatari. L’ordinamento prevede:
-pubblicazione in forma ufficiale
-principio iura novit curia e ignorantia legit non excusat
-ricorso in cassazione per violazione di legge
-interpretazione e applicazione del diritto
2. Quali soggetti concorrono alla produzione del diritto
Stato liberale: re (fonte secondaria, non regolamenti contrari alla legge) e parlamento (fonte primaria,
espressione della volontà generale); sistema delle fonti è semplice (es. preleggi)
Stato liberaldemocratico: costituzione rigida come atto supremo dell’ordinamento giuridico con monopolio
dei processi di produzione del diritto, moltiplicazione dei soggetti titolari di potere normativo (distribuzione
verticale e orizzontale)
-pluralismo istituzionale, potestà normative a enti territoriali autonomi, regioni ed enti locali
-apertura a norme giuridiche prodotte dall’ordinamento internazionale/sovranazionale
-pluralismo sociale Stato-Chiesa cattolica e Stato-confessioni religiose
3. Costituzione come fonte sulle fonti
Costituzione: massima fonte sulle fonti perché legittima tutti i processi di produzione del diritto, individua le
fonti e disciplina i modi di produzione. Non disciplina direttamente tutti i processi ma si occupa di quelli più
importanti:
-produzione di norme di rango costituzionale (leggi di revisione c, leggi costituzionali)
-produzione di norme di rango primario (leggi ordinarie dello Stato, decreti legislativi, decreti-legge,
regolamenti parlamentari, statuti delle regioni ordinarie e leggi regionali)
Disciplina: non sono configurabili atti fonte primari al di là di quelli espressamente previsti dalla costituzione.
Le norme costituzionali non esauriscono la disciplina dei procedimenti di formazione dei rispettivi atti ma si
limitano alla disciplina essenziale. Altre fonti integrano e completano gli spazi lasciati aperti (leggi regionali:
disciplinati dagli statuti di ogni regione).
Carattere chiuso delle fonti primarie: ciascun atto normativo non può disporre di una forza maggiore di
quella che la costituzione gli attribuisce, un atto legislativo non può attribuire ad altri atti fonte la forza
normativa ad esso propria (revisione costituzionale: creazione di nuovi atti fonte)
Forza di legge art. 77 e 134: riconosciuta agli atti fonte primari, si deve guardare alla forma (es. atto
amministrativo approvato per legge assume forza di legge). La costituzione individua gli atti abilitati a
produrre diritto attribuendogli una determinata forza/efficacia in relazione ai requisiti formali (soggetto
titolare, procedimento di formazione, veste intrinseca dell’atto) e comprende due profili:
-profilo attivo=capacità di innovare il diritto oggettivo subordinatamente alla costituzione, modificando/
abrogando atti fonte subordinati
-profilo passivo=capacità di resistere all’abrogazione/modifica da parte di atti fonte non dotati della stessa
forza
Il concetto implica che ad una certa forma corrisponda una certa forza attiva e passiva e presuppone che il
sistema sia ordinato gerarchicamente (l’atto superiore prevale su quello subordinato)
Limite: casi in cui esiste una dissociazione tra la forma tipica dell’atto e la forza ad esso attribuita per cui vale
il criterio della competenza
Carattere aperto delle fonti secondarie: gli atti secondari sono subordinati a quelli primari e hanno un
sistema aperto, l’individuazione è lasciata alla disponibilità dei soggetti titolari di potere normativo primario
nel rispetto dei limiti costituzionali e secondo il principio di legalità (l’esercizio del potere si basa su una
previa norma di legge)
4. Unità, coerenza e completezza
Ogni ordinamento è un sistema: con determinate caratteristiche
-unità: tutte le norme sono riconducibili al potere costituente, al momento fondante dell’ordinamento e
all’atto con cui esso viene posto (Costituzione)
-coerenza: no contraddizioni fra le parti, inevitabile il formarsi di antinomie (contrasti fra norme, due norme
qualificano lo stesso comportamento= osservanza di una, inosservanza dell’altra)
-completezza: assenza di lacune e vuoti normativi
5. Criteri per ordinare le fonti del diritto
Come risolvere i contrasti: preleggi al c.c. del 1942 per ordinare le norme, la risoluzione è un’operazione pratica
svolta in sede di applicazione del diritto da parte di un interprete (giudice)

Criterio cronologico: successione degli atti nel tempo; contrasto tra norme stabilite da fonti equiparate
(medesimo rango e competenza) prevale la norma posta successivamente nel tempo (lex posterior derogat
priori) a meno che non si tratti di leggi speciali (lex posterior generalis non derogat priori speciali). La norma
precedente è abrogata e l’atto normativo entra in vigore ed inizia ad avere efficacia (produzione di effetti
giuridici)
Divieto di efficacia retroattiva: la norma vale solo per il futuro, il divieto è stabilito da un atto legislativo (art.
11 preleggi) ed è derogabile secondo il criterio cronologico: in questo caso la legge retroattiva si applica anche
a fatti e rapporti sorti prima della sua entrata in vigore. La retroattività ove disposta non è mai assoluta in
quanto riguarda i rapporti pendenti e non esauriti; ciò per garantire i diritti acquisiti (situazioni che non
possono essere messe in discussione da una legge successiva) e la certezza del diritto
Divieto assoluto: LEGGI IN MATERIA PENALE (art. 25.2), con eccezione delle leggi favorevoli al reo per cui ci
sono delle deroghe (principio del favor libertatis)
Effetto abrogativo: circoscrive nel tempo l’efficacia della norma abrogata. È di 3 tipi:
-espressa: disposta dal legislatore, l’interprete prende atto dell’abrogazione
-per incompatibilità: tacita, accertata in via applicativa quando l’interprete rileva un contrasto e sceglie tra le
due norme
-per nuova disciplina dell’intera materia: la nuova disciplina si sostituisce alla precedente, implicitamente
abrogata anche se non in contrasto
Deroga: eccezione alla norma circoscrivendo il suo ambito di applicazione nel tempo/spazio/destinatari ma
resta pienamente efficace
Criterio gerarchico: antinomia tra fonti non equiparate e prevale la norma posta dalla fonte superiore
sovraordinata. La norma sottordinata è considerata invalida=viziata per non aver rispettato l’ordine
gerarchico.
Annullamento: dagli organi giurisdizionali, tra legge e costituzione è dichiarata illegittima dalla CC, tra legge e
regolamento quest’ultimo è annullato dal giudice amministrativo. Cade ogni sua efficacia sia pro-futuro che
nel passato (ex nunc, ex tunc= efficacia retroattiva)
Criterio della competenza: ambito territoriale nel quale l’atto normativo è destinato a operare; la fonte
competente disciplina una determinata fattispecie con esclusione di altri atti fonte. La norma non competente
è invalida ed è eliminata con l’annullamento (es. materie di competenza della legge statale e regionale)
6. Interpretazione del diritto
Criteri di interpretazione art. 12 preleggi: la costituzione non dispone nulla a riguardo, si parla di:
-letterale/testuale: secondo il senso fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di
esse
-teleologica: secondo il fine o l’intenzione del legislatore (scopo soggettivo=interpretazione storica e lavori
preparatori/ scopo oggettivo= ricavato dalla disciplina contenuta nell’atto normativo, ratio legis)
-logico-sistematica: connessione fra le diverse disposizioni nell’atto normativo collocandole nell’ordinamento
complessivo
-analogica: strumento d’integrazione, è un rimedio per colmare lacune o vuoti normativi rilevanti e consiste in
due tecniche: analogia legis (lacuna colmata rinviando alla disciplina dettata per un caso simile/materie
analoghe: navigazione marittima applicata per la navigazione aerea), analogia iuris (mancano norme che
regolano casi simili, lacuna colmata facendo ricorso ai principi generali dell’ordinamento giuridico ricavabili
per via interpretativa delle norme vigenti)
Limiti: per le leggi penali e per quelle che fanno eccezione a regole generali (speciali); per le disposizioni
che tutelano i diritti fondamentali vale il criterio di stretta interpretazione: in caso di dubbio non si può
attribuire un significato lesivo o restrittivo (favor libertatis)
Pluralità degli interpreti: possibili diverse interpretazioni, ricondurre a unità le divergenze (funzione
monofilatticca della Corte di Cassazione e la CC organo di chiusura del sistema costituzionale)
-interpretazione autentica: con legge dal legislatore stesso con riferimento a un precedente testo legislativo
di dubbio significato. Sono leggi retroattive perché il significato riguarda le disposizioni già in vigore. Si ritiene
che sia produzione di nuovo diritto

7. Costituzione e fonti costituzionali


Rigidità della Costituzione: è l’atto supremo perché posta dal potere costituente, gli altri atti sono subordinati
perché posti dal potere costituito. La sua caratteristica è la rigidità che vuol dire che può essere modificata
mediante uno speciale procedimento di revisione costituzionale (art. 138, le leggi di revisione c. hanno lo
stesso rango delle leggi costituzionali, la differenza è il contenuto)
Leggi di revisione costituzionale: hanno per oggetto la modifica con sostituzione/aggiunta/soppressione di
parti del testo della Costituzione, sono 15
Leggi costituzionali: sia quelle richiamate espressamente da singole disposizioni della costituzione per
integrarla (riserva di legge costituzionale), sia quelle che il parlamento delibera nelle forme dell’art. 138
Procedimento aggravato: prevede una duplice lettura
Prima lettura: regole del procedimento legislativo, divieto di approvazione in commissione in sede legislativa
Seconda lettura: a distanza di non meno 3 mesi (pausa di riflessione) a maggioranza qualificata
-se il progetto è stato approvato a maggioranza assoluta viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale a scopo
notiziale senza essere promulgato. In 3 mesi 1/5 dei componenti di una camera o 5 consigli regionali o
500k elettori possono richiedere che sia sottoposta a referendum (funzione di garanzia per tutelare le
minoranze) dopo il quale viene promulgata se approvata dalla maggioranza dei voti; se il referendum non
è richiesto viene promulgata dopo 3 mesi
-se il progetto è approvato a maggioranza dei 2/3 non è consentito chiedere il referendum, la legge è
promulgata e pubblicata
Limiti alla revisione costituzionale: connessi al concetto di rigidità, confine tra modificazioni (legittime) e
mutamento della Costituzione (illegittimo)
-limite espresso: art. 139, la forma repubblicana
-limiti impliciti: coincidono con i principi supremi dell’ordinamento costituzionale che se intaccati
darebbero origine ad un mutamento
-limite logico: art. 138 posto a garanzia della rigidità, modificabile rispettando 3 caratteri essenziali:
consenso al di là della maggioranza semplice, decisione ponderata con intervento di ciascuna camera,
coinvolgimento possibile del corpo elettorale
Legge costituzionale rinforzata: art. 132.1 per la fusione di regioni creandone una nuova (con almeno 1m)
-iniziativa dei consigli comunali che rappresentano 1/3 delle popolazioni interessate
-parere dei consigli regionali
-approvazione con referendum a maggioranza delle popolazioni stesse
-approvazione ai sensi dell’art. 138
8. Fonti dell’Unione europea
Primato del diritto dell’UE: i regolamenti sono applicati direttamente, le direttive previo adeguamento
dell’ordinamento interno, e disapplicando/non applicando il diritto italiano incompatibile. In alcune sentenze
è stato fatto valere il primato UE rispetto a disposizioni nazionali di rango costituzionale; i trattati vengono
ratificati con legge ordinaria
Art. 11: è sicuro fondamento che consente di stipulare trattati con cui ci si obbliga a limitazioni di sovranità (al
tempo si pensava alle nazioni unite)
2001 riforma del titolo V: nuova formulazione dell’art. 117 con limite alla legislazione statale e regionale e con
riferimento ai vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario
Limiti al primato UE: quelli dei principi supremi e dei diritti inalienabili della persona, è una clausola di
salvaguardia
Caso Taricco: si sfiora il ricorso ai controlimiti contro l’applicazione di una norma europea nei giudizi per frode
fiscale; la norma europea aveva comportato la violazione del principio di legalità in materia penale qualificato
tra i principi supremi dell’ordinamento. Con il rinvio alla corte di giustizia è stata fornita un’interpretazione
compatibile con la tutela dei diritti inalienabili
Ue e fonti interne: lento e graduale processo evolutivo
1-fonti equiparate: applicazione del criterio cronologico, prevale l’atto più recente
2-contrasti: la CC si riserva il compito di dichiarare l’illegittimità costituzionale delle norme interne
incompatibili con quelle comunitarie
3-conformazione alla Corte di giustizia: sentenza Simmenthal, primato del diritto comunitario, il contrasto si
risolve sulla base del principio di necessaria applicazione del regolamento dell’UE da parte del giudice comune;
ciò non implica che il diritto interno debba considerarsi abrogato ma non applicabile se e fino a quando in una
certa materia esiste una normativa europea (ordinamento UE e italiano autonomi e distinti anche se
coordinati)
1988: UE non soddisfatta, resta comunque l’obbligo per lo stato di eliminare le norme contrarie al diritto
comunitario; tutto ciò vale per i regolamenti
Caso delle direttive: hanno la collocazione propria dell’atto di recepimento (legge/regolamento, eccetto quelle
auto applicative); nelle materie di loro competenza spetta alle regioni ma in caso di inadempienza vi è il potere
sostitutivo statale
Contrasti con norme contenute nella carta dei diritti fondamentali dell’UE: giudizio di costituzionalità in via
d’azione sollevato da Stato/regioni, la CC può sollevare il rinvio alla corte di giustizia dell’UE
9. Legge ordinaria dello Stato
Legge: fonte a competenza generale, può disciplinare qualsiasi oggetto e allo stato sono riservate materie di
interesse generale; è l’atto fonte abilitato a produrre norme primarie che la Costituzione attribuisce alle
Camere
Riserva di legge: designa i casi in cui disposizioni costituzionali attribuiscono la disciplina di una determinata
materia alla sola legge sottraendola alla disponibilità di atti fonte ad essa subordinati, in primo luogo ai
regolamenti dell’esecutivo. Hanno lo scopo di garantire il principio democratico, i diritti fondamentali e il
principio di eguaglianza. Due aspetti e varie tipologie
-negativo: divieto di intervenire nella materia riservata da parte di atti diversi dalla legge (illegittimi:
regolamenti governativi che introducono una sanzione penale)
-positivo: obbligo di intervenire nella materia riservata
Riserva assoluta: l’intera disciplina della materia è riservata alla legge, salvo regolamenti di stretta esecuzione
(elenchi di sostanze stupefacenti vietate)
Riserva relativa: alla legge spetta la disciplina essenziale circoscrivendo la discrezionalità dell’esecutivo nel
dettare mediante regolamento la disciplina ulteriore
Riserve rinforzate: quando la costituzione stabilisce che l’intervento legislativo debba avvenire secondo certe
procedure o debba avere certi contenuti costituzionalmente prestabiliti
Dissociazione forma e contenuto: leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati e legge di bilancio (fino al
2012). Sono leggi che non innovano, leggi in senso solo formale
Leggi provvedimento: sono veri e propri atti amministrativi il cui contenuto non è prevedere la disciplina ma
provvedere alla cura di un interesse (principio di eguaglianza davanti alla legge, separazione funzione esecutiva
e legislativa). Sono ammissibili perché non esiste una riserva di amministrazione a favore del governo
Leggi necessariamente generali: limitazioni stabilite dalla legge in via generale per motivi di sanità e sicurezza,
norme generali sull’istruzione
10. Atti normativi del governo equiparati a legge: i decreti legislativi
Governo: ha potestà normative di rango primario e può adottare decreti legislativi e decreti-legge che hanno
la stessa forza attiva e passiva della legge ordinaria e competenza a disciplinare le materie che la costituzione
riserva alla legge; sono sottoposti al controllo di costituzionalità. La potestà non è autonoma né ordinaria in
quanto è richiesto l’intervento del parlamento come garanzia del legittimo esercizio del potere governativo
(per adottare i decreti legislativi: previa legge di delegazione; per i decreti-legge: efficacia provvisoria ma
devono essere convertiti in legge dalle camere)
Delegazione legislativa: procedimento duale di produzione del diritto con protagonisti Parlamento e governo.
La legge di delegazione ha la funzione di conferire al governo il potere di adottare atti aventi forza di legge, i
decreti legislativi; art. 76
-individuare oggetto/i distinti della delega
-stabilire i principi, norme generali di carattere sostanziale che regolano la materia, e i criteri direttivi, le regole
procedurali di carattere strumentale per l’esercizio del potere legislativo delegato (no deleghe in bianco)
-indicare il termine entro il quale la delega deve essere esercitata (senza scadenza= rinuncia del parlamento
alla sua funzione, inammissibile)
Limiti impliciti alle materie: leggi che presuppongono l’alterità istituzionale, la distinzione di ruoli fra
parlamento e governo
Decreto legislativo: atto che il governo adotta in attuazione della legge di delegazione, deliberato dal Consiglio
dei ministri ed emanato dal PR. Il governo deve acquisire il parere parlamentare delle competenti commissioni
parlamentari/bicamerali. Il governo può adottare decreti correttivi/integrativi che modificano i decreti già
addottati sulla base della medesima delegazione.
Prassi: procedimento a costante compartecipazione (iniziativa governativa-discussione del parlamento-
approvazione della legge di delegazione-schema di decreto legislativo esaminato dalle camere-delibera del
governo che può intervenire anche in seguito per correggere)
Decreti del governo in caso di guerra: fonte delegata, previa deliberazione dello stato di guerra e con
conseguente atto di conferimento dei poteri necessari. La durata della delega dipende dalla durata dello stato
di guerra
11. Atti normativi del governo equiparati a legge: i decreti-legge
Decreti-legge: provvedimenti provvisori con forza equiparata alla legge ordinaria, deliberati dal Consiglio dei
ministri ed emanati dal PR, dovrebbero contenere misure concrete ed immediatamente applicabili
(provvedimenti). Nella prassi hanno svariati contenuti e sono strumento di legislazione concorrente a quella
ordinaria.
Condizioni e limiti: è previsto dalla costituzione spagnola del 1978; in base all’art. 77
-adottabile in casi straordinari di necessità ed urgenza, presupposti interpretati in senso ampio, situazioni
che richiedono interventi rapidi
-presentato alle camere per la conversione in legge lo stesso giorno in cui è adottato, le camere si
riuniscono entro 5 gg, anche se sciolte
-dura 60gg, efficacia provvisoria, se non convertito decade ex tunc
-contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo
non possono (disposizioni): conferire deleghe legislative, provvedere alle materie che l’art. 72.4 riserva
all’approvazione dell’assemblea (materia elettorale: vanno bene se attinenti al procedimento preparatorio e
allo svolgimento), riprodurre disposizioni di decreti-legge non convertiti per voto contrario di una camera,
regolare rapporti giuridici sorti con decreti-legge non convertiti, ripristinare l’efficacia di disposizioni illegittime
conversione in legge: disegno di legge di conversione presentato alle camere con un solo articolo (conversione
in legge); è l’atto mediante il quale il parlamento si riappropria della funzione legislativa (il titolare del potere
sostituisce l’atto fonte adottato da un altro potere che non ne è titolare, con una fonte ordinaria= novazione
della fonte); le camere possono modificare il testo (emendamenti, con efficacia pro-futuro, dal giorno dopo la
pubblicazione). Con la legge di conversione è pubblicato il testo del decreto-legge integrato con le modifiche
decreti non convertiti: decadono ma il parlamento può adottare una legge regolatrice dei rapporti/situazioni
determinatesi quando l’atto era in vigore per evitare situazioni di ingiustizia. Disparità e incertezze
interpretative.
Abusi, reiterazione dei decreti-legge: trasposizione delle norme di un decreto non convertito in un altro
decreto adottato al momento della decadenza. La CC con la sent. 360 del 1996 sancisce il divieto di reiterare,
di riprodurre lo stesso identico decreto allo scopo di replicarne l’efficacia nel tempo; contrasta con i principi di
provvisorietà, necessità e urgenza, separazione delle funzioni Parlamento-governo. È legittimo presentare
decreti non convertiti sullo stesso oggetto solo se fondati su presupposti nuovi o con contenuti diversi
Abuso della decretazione, lievitazione dei decreti d’urgenza: le camere hanno concordato modifiche e
aggiunte di oggetti ulteriori in cambio del via libera alla conversione; attività legislativa ordinaria limitata,
perdita di omogeneità e contenuto
Uso improprio del potere: le camere non possono alterare l’omogeneità di fondo; illegittimità della legge Fini-
Giovanardi: le modifiche sul testo unico sugli stupefacenti apportate attraverso emendamenti al decreto-legge
del 2005 sulle olimpiadi invernali di Torino
decreto milleproroghe: decreto-legge che si adotta alla fine di ogni anno per prorogare i termini previsti da
svariate disposizioni di legge
12. Le fonti espressione di autonomia degli organi costituzionali
Regolamenti parlamentari
Art. 64.1: ciascuna camera adotta il proprio regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Sono
atti fonte di rango primario a competenza materiale riservata (riserva di regolamento parlamentare) in quanto
attuano direttamente la costituzione. Sono fonti del diritto perché disciplinano l’organizzazione e il
funzionamento delle camere e i loro rapporti con altri organi. Prevedono l’adozione a maggioranza assoluta di
regolamenti parlamentari speciali che disciplinano l’organizzazione e il funzionamento di alcuni organi (giunta
delle elezioni)
Regolamenti di organizzazione: gerarchicamente subordinati al regolamento dell’assemblea, approvati
dall’ufficio di presidenza (contabilità, servizi, uffici)
Insindacabilità: non menzionati nell’art. 134 e non riconducibili ad atti aventi forza di legge, sono espressione
dell’autonomia delle camere (insindacabilità degli interna corporis acta come la modalità di voto)
Regolamenti degli altri organi costituzionali
CC: regolamento per disciplinare le sue funzioni
PR: regolamenti interni, non solo per disciplinare beni ma per consentire il libero esercizio delle funzioni
presidenziali, hanno un implicito fondamento costituzionale e sono assimilabili a quelli parlamentari
Governo: natura secondaria; la presidenza ha autonomia organizzativa, contabile e di bilancio
13. Fonti secondarie: regolamenti dell’esecutivo
Definizione: fonti secondarie del diritto, subordinate a quelle primarie, è una categoria eterogenea di atti
normativi di competenza di organi del potere esecutivo e di altre autorità pubbliche (diversi da quelli dell’UE e
parlamentari). Non costituiscono un sistema chiuso e hanno fondamento in una norma di legge che attribuisca
al titolare il relativo potere (principio di legalità)
Contrasto: risolto dal giudice ordinario in base al principio di preferenza della legge con disapplicazione
dell’atto regolamentare; il giudice amministrativo dichiara l’illegittimità del regolamento e lo annulla con
sentenza
Regolamenti del governo
Art. 17: non previsti da una specifica norma di legge, il riconoscimento avviene tramite la legge 400/1988
Regolamenti governativi: approvati dal Consiglio dei ministri con il parere del consiglio di stato che deve
pronunciarsi entro 90gg dalla richiesta ed emanati dal PR; sottoposti alla registrazione della Corte dei conti.
Tipologie:
-esecuzione: più agevole l’applicazione di leggi, d. legislativi e regolamenti ue
-attuazione e integrazione: integrare leggi e d. legislativi con norme di principio (escluse materie riservate alla
legge)
-organizzazione: delle amministrazioni pubbliche sulla base della legge
-indipendenti: disciplinare materie sulle quali manca una normativa di rango legislativo
-delegificazione: autorizzati/delegati che disciplinano materie non coperte da riserva assoluta di legge ma già
oggetto di una normativa di rango legislativo che viene sostituita da una regolamentare. Hanno la funzione di
ridurre l’area delle materie disciplinate dalla legge e la loro adozione avviene in 3 fasi:
1- deliberazione della legge di autorizzazione del potere regolamentare, normi generali regolatrici della
materia oggetto di delegificazione con indicazione delle norme la cui abrogazione è disposta
2-emanazione del regolamento di delegificazione
3-abrogazione delle norme legislative vigenti con effetto da quando entra in vigore il regolamento
Organizzazione degli uffici ministeri: non specifica autorizzazione legislativa, disciplinata da regolamenti
adottati con decreto del Consiglio dei ministri con procedura semplificata e accelerata senza il parere
parlamentare
Regolamenti ministeriali e interministeriali: necessaria una disposizione legislativa che autorizzi l’esercizio del
potere regolamentare, adottati nelle materie di competenza di un ministro o autorità a lui sottordinate
Interministeriali: di competenza di più ministri, subordinati ai regolamenti di governo e devono essere
comunicati al PdelC prima dell’adozione. I dpcm sono del presidente del Consiglio dei ministri
14. Fonti esterne riconosciute
Statuti ordinari: atto a competenza riservata e sovraordinato alla legge regionale. La CC può rilevare
un’incostituzionalità derivata tra statuto e leggi regionali
Leggi regionali: stessi limiti previsti dalle leggi statali ma non è equiparata alla legge statale, art. 117 individua
le materie a competenza esclusiva delle leggi dello stato ed elenca le materie a competenza concorrente fra
stato e regioni che hanno potestà legislativa residuale (ogni materia non riservata allo stato)
Regolamenti regionali: con la modifica dell’art. 121.2 e 4 il consiglio regionale esercita le facoltà legislative
attribuite alla regione e il presidente della giunta promulga le leggi ed emana i regolamenti; sono subordinati
alla legge statale e regionale e non possono sostituirsi ai regolamenti degli enti locali
Statuti speciali: statuti adottati con legge costituzionale con procedimento dell’art. 138 ma con due differenze:
-revisione è d’iniziativa governativa/parlamentare, il progetto è comunicato all’assemblea regionale che
ha 2 mesi per esprimere un parere
-non si ricorre al referendum nazionale (Parlamento che tutela l’interesse nazionale)
Norme statutarie modificate con legge ordinaria: serve l’accordo con la regione, procedura per le norme in
materia finanziaria (no Sicilia)
Legge statutaria: disciplina la forma di governo dal 2001, previsto il procedimento aggravato
15. Fonti degli enti locali
Statuti: atto cui sono demandate le norme fondamentali dell’organizzazione dell’ente locale, procedimento
aggravato d’approvazione; lo statuto del comune è deliberato dal consiglio comunale a maggioranza dei 2/3
dei componenti, se non raggiunta si mette in votazione entro 30gg, approvato se in due successive
deliberazioni ottiene la maggioranza assoluta. Quello della provincia è adottato dai sindaci su proposta del
consiglio provinciale, per le città metropolitane è su proposta del consiglio metropolitano
Regolamenti: spetta al consiglio dell’ente locale (eccetto regolamenti su uffici e servizi adottati dalla giunta)
Limite: legge dello stato (statuti, si collegano alla legge statale senza intermediazione della legge regionale),
legge dello stato e regionale (regolamenti)
16. Fonti esterne riconosciute
Fonti del diritto: anche quelle appartenenti a un altro e distinto ordinamento cui quello italiano faccia rinvio
sulla base di principi di collegamento per cui a fonti esterne è attribuita l’idoneità a produrre norme giuridiche
sul piano interno
Rinvio mobile/alla fonte: a tutte le norme che la fonte dichiarata è in grado di produrre nel tempo. Es.
adattamento automatico alle norme del diritto internazionale
Rinvio fisso/alla disposizione: ad una determinata disciplina storicamente individuabile senza che assuma
rilievo nell’ordinamento interno. Es. ordine di esecuzione con legge
Norme interne di riconoscimento: fonti sulla produzione
fonti esterne riconosciute: fonti di produzione, tradizionalmente fonti atto e fatto ma le svaluterebbe; vale il
principio di apertura ad altri ordinamenti
controlimiti: principi supremi e diritti inalienabili; sentenza 238 del 2014: l’accesso alla giustizia per richiedere
un risarcimento da parte delle vittime di guerra è un diritto non del tutto sacrificabile, la consuetudine
internazionale dell’immunità degli stati stranieri non è recepita nell’ordinamento italiano
diritto internazionale privato: collegano l’ordinamento italiano con altri ordinamenti, operano un rinvio mobile
all’ordinamento straniero. Non tutte le norme straniere sono applicabili, non lo sono nei casi di norme italiane
di applicazione necessaria e quando gli effetti della legge straniera sono contrari all’ordine pubblico
diritto internazionale privato europeo: art. 81 Tfue attribuisce all’unione competenza a definire norme
uniformi sui conflitti di legge in vari settori (divorzio, successioni)
17. Fonti fatto
Consuetudine: subordinate alle fonti atto, due elementi
-comportamento ripetuto nel tempo
-convinzione del corpo sociale che quel comportamento sia giuridicamente dovuto (opinio iuris ac
necessitatis); se non c’è è prassi (non vincolante)
Efficacia: secundum legem, conformi alla legge/ praeter legem, nelle materie non regolate da leggi e
regolamenti. Sono vietate se contra legem
Consuetudini costituzionali: integrano le norme costituzionali e regolano l’attività degli organi; sono proprie
del diritto anglosassone (conventions of the constitution)
Norme di correttezza costituzionale: galateo dei rapporti tra organi costituzionali, non hanno natura giuridica
18. Fonti di cognizione e testi unici: documenti non aventi forza normativa volti a rendere conoscibile il
diritto oggettivo
Valore legale: Gazzetta ufficiale (statali), Bollettino ufficiale (regionali), albo pretorio (ente locale)
Valore conoscitivo: banca dati Normattiva
Pubblicazione degli atti normativi: nelle forme previste dalla legge (art. 73.3 e 10 delle preleggi)
Gazzetta ufficiale: curata dal ministro della giustizia in qualità di guardasigilli (custode del sigillo di stato) che
inserisce gli atti ecc.… nella raccolta ufficiale degli atti normativi della repubblica
TU: formule da usare per promulgazione ed emanazione degli atti normativi; leggi e altri atti si citano indicando
giorno, mese, anno e numero (annuale e progressivo). Entrano in vigore il quindicesimo giorno dopo la
pubblicazione (vacatio legis)
Testi unici e riordino normativo:
testi unici: natura di fonti di cognizione o di produzione, raccolgono atti normativi preesistenti unificando le
norme prodotte. Sono destinati al riordino della legislazione vigente per facilitare gli operatori del diritto e
favorire la coerenza
compilativi: atti di natura amministrativa per agevolare la conoscenza del diritto esistente; deliberati dal
governo sulla base di un’autorizzazione in via permanente
normativi: atti di produzione del diritto e provvedono ad armonizzare la legislazione innovando la disciplina
positiva e abrogando gli atti preesistenti; deliberati dal governo come decreti legislativi sulla base di una legge
di delegazione (delega anomala, senza principi o criteri)
dubbio sulla normativa da applicare, testo unico o fonte originaria: per quelli compilativi si fa riferimento alla
normativa originaria, per quelli compilativi solo al testo unico, unica fonte delle norme ivi contemplate
taglia-leggi: norme mirate alla riduzione del numero degli atti legislativi per razionalizzare il complesso
normativo
I DIRITTI FONDAMENTALI
1. alle origini dei diritti fondamentali

dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino 1789: diritti sacri e inalienabili dell’uomo, richiamata nella
C. francese (1958); principi del liberalismo classico di cui si fa interprete la borghesia
diritti civili: libertà fonate sulla rivendicazione di una sfera propria e un’autonomia libera dalle interferenze
dello stato (libertà personale, di domicilio, di proprietà…); è la prima generazione di diritti e rappresenta i
diritti intesi come libertà dallo stato (libertà negative)
diritti politici: con le rivendicazioni proletarie (1850), partecipazione alla vita dello stato (diritto di voto,
associazione); seconda generazione di diritti, libertà nello stato (libertà positive)
diritti sociali: con il maggior intervento statale per riequilibrare le disparità economiche (diritto all’istruzione,
salute, previdenza, lavoro), sono diritti di terza generazione, libertà attraverso lo stato
nuovi diritti: di quarta generazione (dignità della persona, tutela dell’ambiente, informazione, bioetica),
fondamento dell’assetto costituzionale della repubblica
diritti fondamentali: espressione omnicomprensiva; alcuni a volte si presentano come diritti civili e politici,
civili e sociali. Non tutta la dottrina concorda con una scelta terminologica che mette sullo stesso piano diverse
libertà
diritti umani: diritti che l’ordinamento internazionale riconosce a tutti i popoli e persone

2. situazioni giuridiche soggettive

categorie: diritto soggettivo, soggetti titolari, beni oggetti di diritto, facoltà del titolare (elaborate per il
diritto di proprietà). Non sempre riescono a cogliere la complessità dei diritti sociali/di ultima generazione,
non si esauriscono le forme di tutela; infatti, non basta proibire la censura e promuovere la libertà di
pensiero perché così si garantisce la libertà di stampa e non della stampa (garanzie giuridiche per imprese
editoriali). Servono istituzioni di garanzie delle libertà con autorità garanti

soggetti di diritto: coloro che godono della capacità giuridica, l’attitudine ad essere titolari di situazioni
giuridiche; sono persone fisiche e giuridiche (pluralità di individui o beni). Tale capacità si acquista al
momento della nascita
capacità di agire: capacità si esercitare effettivamente i diritti, si acquista con la maggiore età e si perde in
certe condizioni fissate dal codice (interdizione)

situazioni giuridiche favorevoli: poteri, diritti soggettivi, interessi legittimi


situazioni giuridiche non favorevoli: obblighi, doveri, soggezioni

potere giuridico: situazione potenziale, possibilità astratta di produrre effetti giuridici (accesso alle cariche
elettive in condizione di uguaglianza)
diritto soggettivo: situazione concreta, spetta al soggetto quando l’ordinamento tutela il suo interesse in via
diretta e immediata; al titolare sono riconosciute facoltà e pretesa di obbligare gli altri a determinati
comportamenti (diritto di proprietà). Si distinguono in:
-assoluti: diritto che obbliga tutti i soggetti dell’ordinamento a non intralciarne il godimento (diritti
fondamentali)
-relativi: la soddisfazione dipende da un comportamento prescritto ad un soggetto determinato
(derivano da un contratto, si risolvono con una prestazione)
Interesse legittimo: situazione soggettiva di vantaggio, si gode di poteri strumentali per soddisfare il proprio
interesse. È tutelato solo quando coincide con un interesse pubblico. La distinzione con il diritto s. si traduce
nella ripartizione della tutela giurisdizionale tra giudice ordinario e amministrativo

Obbligo: comportamento da tenere per rispettare il diritto altrui


Dovere: comportamento dovuto indipendentemente dall’esito di un corrispettivo diritto altrui, in funzione di
un dato interesse (d. costituzionali: previsti a tutela di un interesse collettivo)
Soggezione: situazione di chi è soggetto a un potere giuridico (imputato sottoposto a vincoli)

Responsabilità genitoriale: pretesa da esercitare nell’interesse altrui

3. condizione giuridica cittadino e straniero

cittadino: con la Riv. Francese, chi appartiene alla comunità ed è titolare di diritti e doveri, è cellula primaria
della nazione
popolo: entità geopolitica omogenea per etnia e cultura, ha valore giuridico

ius sanguinis: criterio della discendenza per determinare la cittadinanza; modo per tutelare la coesione
etnico-culturale
ius soli: è cittadino chi nasce sul territorio dello stato (USA), comunità fondata su valori condivisi, accoglie e
include

cittadinanza italiana (acquisto): l. 5/02/1991 n. 91


per nascita: figlio di un cittadino italiano, chi nasce da genitori ignoti apolidi e che non possono trasmettergli
la cittadinanza (ius soli ad applicazione residuale)
per estensione/trasmissione: il minore straniero adottato da un cittadino italiano, o riconosciuto come figlio
da un cittadino (iuris communicatio), il coniuge straniero che risiede legalmente in Italia da almeno 2 anni
per concessione: lo straniero con requisiti (risiede legalmente da 10 anni, cittadino UE residente da 4 anni,
apolide-rifugiato residente da 5 anni, figlio-nipote di cittadini residente da 3 anni, nato in Italia e residente da
3 anni); conoscenza della lingua italiana: può essere attribuita su domanda con decreto del PR e giuramento
di fedeltà alla Repubblica (naturalizzazione)
per beneficio di legge: diritto dello straniero figlio-nipote di un cittadino che ha impiego al servizio dello stato
o se ha la maggiore età e risiede da 2 anni; lo straniero nato e che ha sempre vissuto in Italia se dichiara di
volerla entro un anno dal compimento dei 18 anni
per merito: straniero che ha reso eminenti servizi allo stato (studenti di Crema, 2019)

doppia cittadinanza: ammessa


perdita: per espressa rinuncia (acquisto di un’altra cittadinanza e residenza all’estero), di diritto (cittadino
italiano con lavoro alle dipendenze di un altro stato che ignora l’intimazione del governo a cessarlo)
riacquisto: condizioni agevolate per chi l’ha perduta
revoca: condanna definitiva per terrorismo/eversione
problema: aumento degli stranieri, l’attuale legge non ha come obiettivo l’integrazione di immigrati e di
seconde generazioni; principio dello ius culturae: diventare italiani a condizione di aver frequentato uno o
più cicli scolastici

art. 22: nessun cittadino può essere privato della cittadinanza per motivi politici
estradizione: cittadino consegnato allo stato estero dove ha compiuto reato per sottoporlo alla loro giustizia;
non ammessa per reati politici (eccetto il genocidio) e per reati puniti con la pena di morte (caso Venezia). In
UE è stata sostituita con il mandato d’arresto europeo (rapide procedure)

straniero: colui che non è cittadino italiano né apolide; extracomunitario: non è cittadino dell’UE
condizione giuridica: regolata dalla legge di conformità delle norme e dei trattati internazionali (riserva di legge
rinforzata); la disciplina dell’ingresso-soggiorno-espulsione si conforma al diritto comunitario

testo unico sull’immigrazione (modificato dalla legge Bossi-Fini): riconosce


-diritti fondamentali della persona umana allo straniero presente nel territorio
-diritti civili del cittadino allo straniero regolarmente soggiornante (permesso di soggiorno)
-parità di trattamento e piena eguaglianza dei diritti ai lavoratori regolarmente soggiornanti
-parità di trattamento: alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi nei rapporti con la pubblica
amministrazione e l’accesso ai servizi

Clausola di reciprocità: superata, lo stato si poneva davanti allo straniero con cautela

Titolarità dei diritti fondamentali: parte I= diritti e doveri dei cittadini ma a volte non è individuato un
destinatario, a volte si (lavoratore, genitori). La CC ha richiamato l’effetto espansivo che deriva dal
riconoscimento dei diritti inviolabili affermando che lo straniero è titolare di tutti i diritti fondamentali che la
costituzione riconosce spettanti alla persona.
Ambito inviolabile della dignità umana: il diritto alla salute, riconosciuto anche agli stranieri irregolari; la
condizione di straniero non può essere causa di trattamenti diversificati

Diritto di asilo: straniero che lascia il paese perché non può esercitare le libertà democratiche garantite dalla
costituzione italiana (diritto soggettivo); non c’è una legge di attuazione della norma su questo diritto che si
considera assorbito dall’istituto del rifugio
Status di rifugiato: chi abbandona il paese per timore di essere perseguitato per il credo religioso, opinioni
politiche, orientamento sessuale (1951 convenzione di Ginevra, 1967 protocollo di NY, 1990 applicazione della
Convenzione in Italia)
2000, sistema europeo comune d’asilo: ampliando la convenzione, beneficiario di protezione internazionale
(straniero che incorre un rischio in caso di rientro nel proprio paese, protezione sussidiaria)
Protezione per motivi umanitari (TU): abolita, troppi casi, mantenuta la possibilità di soggiorno per casi speciali
(cure mediche, calamità, sfruttamento)

Estradizione dello straniero: tranne che per reati politici, si avvale della collaborazione tra stati
Espulsione dello straniero: si allontana lo straniero dal territorio italiano
-ingresso o soggiorno irregolare, straniero socialmente pericoloso, associazione mafiosa/terrorismo
(disposta dal prefetto, eseguita dal questore con convalida del giudice di pace, accompagnamento alla
frontiera) Rimpatrio se non sussistono le condizioni per l’immediato accompagnamento
-misura di sicurezza, sanzione sostitutiva alla detenzione
-ordine pubblico e sicurezza dello stato disposta dal ministro dell’interno
Centro di permanenza per i rimpatri: in attesa di rimpatrio, max. 180gg
Respingimento alla frontiera: disposto dalla polizia di frontiera; vietati i respingimenti collettivi come un intero
barcone (condanna della C.eu per i diritti dell’uomo con la sentenza Hirsi Jamaa)
Illecito penale: reingresso dello straniero espulso, ingresso e soggiorno irregolare= reato d’immigrazione
clandestina sanzionato con un’ammenda (illecito amministrativo: non attuata)

4. tutela internazionale e ordinamento italiano

diritti umani: positivizzazione (riconoscimento con convenzioni) e giurisdizionalizzazione (tutela con tribunali
internazionali). Due problematiche:
-azionabilità dei diritti: riconosciuti nell’ordinamento interno (nuovi diritti nell’ordinamento italiano?)
atteggiamento oscillante della Corte di cassazione, distinguendo tra norme di tipo precettivo (azionabili sul
piano interno, art. 6 Cedu) e norme generiche (inidonee)

-posizione delle norme: da esse derivanti nel sistema delle fonti; recepite con leggi di esecuzione hanno
formalmente il rango delle leggi ordinarie rendendole abrogabili da leggi successive; si è cercato di dare alle
convenzioni copertura costituzionale (artt., 2, 10, 11); la CC dichiara che la legge di esecuzione di una
convenzione sui diritti umani è fonte riconducibile a una competenza atipica, dotata di particolare forza passiva,
insuscettibili all’abrogazione da parte di disposizioni di legge ordinaria
Soluzione: art. 117.1 riformulato nel 2001, la potestà legislativa dello stato e delle regioni deve essere
esercitata nel rispetto dei vincoli derivanti dagli obblighi internazionali

Norme della Cedu: si impongono nella legislazione interna se compatibili con l’ordinamento interno, il
contrasto se non risolvibile per via interpretativa va denunciato alla CC. Funzionano da norme interposte per
effetto del rinvio mobile. Il giudice italiano può allontanarsi dall’interpretazione della corte europea quando
non c’è un consolidato orientamento della sua giurisprudenza

5. sistema europeo di tutela dei diritti

Cedu: sistema di tutela giurisdizionale davanti alla corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo (1959,
poteri nel protocollo n. 11 e 14), adita dagli stati e tramite ricorsi individuali presentabili esauriti tutti i rimedi
interni allo stato contro il quale si agisce (2410 pronunce riguardanti l’Italia, condannata per 1943 casi
soprattutto per violazione dell’art. 6= diritto ad un equo processo)
Cdfue: carta dei diritti fondamentali dell’UE, corte di giustizia (Lussemburgo)
Dialogo fra le corti: collegamenti fra le corti in via di definizione, il dialogo è in nome del patrimonio
costituzionale comune, le decisioni possono essere in contrasto. L’art. 6 del Tue prevede che l’UE aderisca alla
Cedu e ciò spingerebbe la corte del Lussemburgo a trattare la convenzione come parte dell’ordinamento
giuridico dell’UE, vincolata alle decisioni della corte di Strasburgo

6. diritti inviolabili: ARTICOLO 2

diritti fondamentali: primato, inviolabili sia dai poteri pubblici che privati; hanno carattere di assolutezza,
irrinunciabilità, inalienabilità, indisponibilità (non sono negoziabili), imprescrittibilità (non esercitarli non
implica la perdita del diritto)
concezioni giusnaturalistiche: non sono conferiti ma riconosciuti perché preesistono ad ogni istituzione politica
(dichiarazione di indipendenza USA)
formazioni sociali: i diritti del singolo sono tutelati all’interno delle formazioni, la titolarità dei diritti spetta
anche alle formazioni
principio personalista: una sfera della personalità fisica e morale che non può essere lesa
principio pluralista: tutela dell’homme situè, l’uomo nelle relazioni sociali
principio solidarista: richiamo ai doveri inderogabili
art. 2, disposizione a fattispecie aperta; fondamento costituzionale di nuove istituzioni soggettive (diritto del
minore ad una famiglia, diritto di espatrio, alla vita, alla riservatezza…), di nuovi diritti

7. diritti della personalità

vita e integrità fisica


il primo dei diritti inviolabili dell’uomo nell’art. 2
Tutela: norme che consentono la donazione del sangue, organi, tessuti, vieta atti che danneggino l’integrità
fisica e contrari alla legge/buon costume (delitti contro la vita, incolumità: non si possono vendere organi).
Donazione di organi: dopo la morte o fra viventi (deroga art. 5)
Art. 27.4 costituzione: vieta la pena di morte¸ si deduce il diritto alla vita (abolizione leggi militari di guerra)
Divieto di pratiche eugenetiche: per migliorare la specie umana
Aborto: tema della titolarità e della garanzia del diritto alla vita del nascituro, anche chi non è ancora nato
gode di tale diritto. È permesso su condizioni precise (entro 90 gg, dopo i quali è consentito solo in caso di
grave pericolo per la sua vita, salute psichica o fisica). Sentenza 27/1975: situazione giuridica del concepito tra
i diritti inviolabili, ma l’embrione non è ancora persona; dunque, non esiste equivalenza tra la salvaguardia di
esso e il diritto alla vita e alla salute della madre. La corte rifiuta posizioni proibizionistiche/che lo considerano
un diritto di libertà, posizione di equilibrio
Bioetica: sacralità e inviolabilità della vita, non è la vita in sé che merita tutela ma quella degna di essere vissuta,
questione sulla qualità della vita; estremizzandola si arriva a concezioni di eutanasia eugenetica
(universalmente rifiutate).
Esiste un diritto a morire? eutanasia attiva (diritto a lasciarsi morire) e passiva (diritto a lasciar morire), suicidio
assistito (diritto a darsi la morte), morte assistita (diritto a dare la morte)
Dibattito sul fine vita: caso Englaro e Welby. La corte europea ha negato che dal diritto alla vita ne possa
discendere uno diametralmente opposto, o di poter scegliere della morte piuttosto che della vita. Apertura
alla scelta di morire con dignità (il malato può decidere quando le sofferenze non sono sopportabili)
Art. 32 Cost: diritto del paziente a rifiutare le cure, diritto a lasciarsi morire; norme in materia di consenso
informato e disposizioni anticipate di trattamento: nessun trattamento senza il previo consenso informato
della persona interessata, il medico è esente da responsabilità civili e penali, sono garantite le cure palliative,
divieto di accanimento terapeutico, si può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua, non è
riconosciuto il suicidio assistito
Codice penale: reato di omicidio del consenziente (eutanasia attiva) e aiuto al suicidio
Caso Cappato: accompagna Dj Fabo in una clinica in Svizzera; l’art. 2 con il tutelare la vita di ogni individuo non
intende l’aiuto a morire, il divieto assoluto di aiuto al suicidio limita la volontà di autodeterminazione del
malato
Art. 580 c. p.: parzialmente illegittimo, la scelta se esaudire o no la richiesta del malato è lasciata alla coscienza
del singolo. Linea di equilibrio.
Diritto all’onore e identità personale
Diritto all’onore: tutela dell’integrità morale, decoro, prestigio, reputazione, garantito penalmente (art 595
c.p. punisce la diffamazione)
Art. 10 c.c: vietata esposizione pubblica dell’immagine altrui fuori dai casi consentiti dalla legge (diritto
d’autore)
Diritto all’identità personale: diritto a essere sé stesso, è un bene per sé medesima, indipendentemente dalla
condizione sociale/personale, il nome è un segno identificativo parte essenziale e irrinunciabile della
personalità. Il figlio ha diritto allo status filationis (riconoscimento paternità/maternità, assumere il nome della
discendenza, diritto a mantenimento, istruzione e a essere identificato fin dalla nascita) e alla ricerca delle
proprie origini familiari, da bilanciare con il diritto all’anonimato della madre naturale
Diritto alla libertà sessuale= disporre liberamente della propria sessualità (inviolabile, art. 2 ma non tutela la
scelta di prostituirsi)
l. 66/1996: GLI ATTI DI VIOLENZA SESSUALI SONO DELITTI CONTRO LA LIBERTA’ PERSONALE. È abolita la norma
che ritiene reato fare sesso con un minorato fisico/mentale (apertura spazio sessuale)
diritto al libero orientamento sessuale: si collega al pieno sviluppo della persona umana, riconosciuto dalla
carta dei diritti fondamentali dell’EU
sentenza 138/2010: respinta la questione di legittimità degli articoli del Codice civile che presuppongono la
diversità di genere tra coniugi (istituto matrimoniale legato alla formazione di una famiglia). L’unione
omosessuale è una specifica formazione sociale disciplinata dall’unione civile (l. 20 maggio 2016), particolare
negozio giuridico. Non è riconosciuta la possibilità di adottare figli a coppie omosessuali (ammessa la stepchild
adoption, adozione del figlio del partner per l’interesse del minore) e non è riconosciuto il rapporto di filiazione
fra un minore nato all’estero con maternità surrogata (offende il valore fondamentale di dignità della donna)
e un soggetto che non ha un rapporto biologico.
Identità di genere: diritto a scegliere il genere sessuale di appartenenza. L. 164/1982, rettificazione successiva
a sentenza del tribunale, prescinde da un trattamento chirurgico. Non è previsto lo scioglimento automatico
del vincolo matrimoniale (nel caso si instaura l’unione civile)
Diritto alla riservatezza=alla segretezza e all’intimità della vita privata
Garante per la protezione dei dati personali: il diritto alla privacy è minacciato dalle nuove tecnologie
Diritto dell’autodeterminazione informativa: diritto di controllare la circolazione delle informazioni personali
Normativa nazionale: codice sulla protezione dei dati personali, adeguato al nuovo regolamento dell’UE gdpr,
dopo lo scandalo di Cambridge Analytica che ha coinvolto Facebook. La corte di giustizia ha dichiarato
illegittimo il trasferimento di dati dalla sede europea di Facebook alla sede americana che non garantisce lo
stesso livello di protezione
Dati sensibili: razza, etnia, opinioni politiche, religione, salute, orientamento sessuale. Sono categorie
particolari di dati, l’interessato deve aver prestato il suo consenso esplicito e informato per le attività di
profilazione (senza consenso solo per proteggere interessi vitali)
Diritto all’oblio: cancellazione dei dati personali, revoca del consenso
Limitazioni al diritto di riservatezza: salvaguardare interessi generali (sicurezza e salute pubblica, previste dalla
legge)

1. la libertà personale
art. 13.1: è inviolabile ma non ne chiarisce il contenuto, espressione generica. Non coincide con la libertà della
persona sarebbe una duplicazione dell’art. 2. Va letta con riferimento alle misure vietate nel comma 2 dell’art.
13, DETENZIONE-ISPEZIONE-PERQUISIZIONE PERSONALE.
Ne qualsiasi altra restrizione della libertà personale: distinguere la libertà personale da altre (circolazione,
soggiorno): è una libertà che non ammette atti di coercizione fisica (no: visita fiscale e ritiro della patente)
Degradazione giuridica: misure lesive della libertà che incidono degradandola sulla dignità della persona,
esclusi atti coercitiva di scarsa incidenza e che non danno luogo a prolungate privazioni della libertà.
La libertà personale non include la libertà morale: la libertà dell’individuo di determinare autonomamente i
propri comportamenti, non si concilierebbe con il potere degli organi statali di imporre ai singoli determinati
comportamenti sotto minaccia di sanzioni.
Restrizioni della libertà personale: nei soli casi e modi previsti dalla legge. È una riserva di legge assoluta, la
materia è completamente sottratta a fonti normative secondarie. I casi coincidono con i reati (art. 25.2) e con
i presupposti delle misure di sicurezza. Il legislatore può scegliere se configurare come reato un
comportamento e deve rispettare dei limiti
• principio di tassatività è determinatezza del precetto penale: la condotta vietata va prevista e
formulata in modo chiaro (piena consapevolezza dell’illecito) per consentire all’accusato di difendersi
(determinatezza del fatto-reato, diritto di difesa, divieto di interpretazione analogica delle norme
penali)
• principio dell’irretroattività delle norme penali: vietate norme che incriminano fatti prima irrilevanti o
che inaspriscono le sanzioni per fatti prima penalmente incriminanti
• principio della personalità della responsabilità penale: la legge non può attribuire ad un soggetto un
fatto altrui, deroga ammessa in sede civile
• principio di colpevolezza: punibili condotte collegate ad un atteggiamento soggettivo di colpevolezza
(dolo e colpa), con la condanna la colpevolezza è accertata
• principio di offensività e lesività: il fatto deve pregiudicare un interesse costituzionalmente
tutelato/connesso a beni costituzionali
riserva di giurisdizione: nessuna restrizione è consentita se non per un atto motivato dall’autorità giudiziaria.
casi eccezionali: intervento autorità di pubblica sicurezza, ma di solito agisce il giudice o pubblico ministero
arresto in flagranza di reato e fermo di indiziati di reato: da comunicare entro 48h all’autorità giudiziaria e
convalidate nelle successive 48h (versione moderna dell’habeas corpus). Principio: tutti i provvedimenti
giurisdizionali devono essere motivati
restrizioni della libertà per esigenze di sicurezza (art. 25): misure detentive e non per neutralizzare la
pericolosità del soggetto, funzione di difesa sociale; dipende dalla pericolosità del fatto-reato
misure di prevenzione: per impedire la commissione di reati da parte di soggetti socialmente pericolosi,
prescindono da un precedente reato. Le misure sono disciplinate dal codice delle leggi antimafia e delle misure
di prevenzione e sono distinte tra personali e patrimoniali:
-sorveglianza speciale, con divieto di soggiorno in un determinato comune (autorità giudiziaria), rimpatrio con
foglio di via obbligatorio (questore)
Daspo: divieto di accedere alle manifestazioni sportive, per chi appartiene a frange estremiste del tifo sportivo
Daspo urbano: divieti di stazionamento e occupazione per contrastare il degrado urbano
Custodia cautelare: reclusione a seguito di condanna, carcerazione prevista anche prima della condanna; tale
esigenza deve coniugarsi con il principio della presunzione di non colpevolezza dell’imputato. Il giudice deve
osservare i principi di adeguatezza e proporzionalità (carcere quando le altre alternative sono inadeguate) può
essere disposta in tre casi:
-inquinamento delle prove
-pericolo di fuga
-rischio di reiterazione del reato

Trattamento del detenuto: no violenze fisiche e morali e trattamenti contrari al senso di umanità. L’Italia ha
ratificato la convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani, degradanti
l. 110/2017: introdotto il reato di tortura, per cui si intende acute sofferenze fisiche o trauma psichico e vale
sia per la tortura di stato che per privati cittadini (aggravante: pubblico ufficiale)
Funzione della pena: finalità retributiva e di prevenzione generale (dissuadere dal commettere i reati) e
speciale. Deve tendere a rieducare il condannato se vi è adesione al processo rieducativo. Il fine ultimo è il
reinserimento in società (anche per l’ergastolo)
-Legittimità dell’ergastolo ostativo: per delitti di mafia, si può tradurre in fine pena mai per il divieto di accedere
a pene alternative per chi non collabora. È contraria all’art. 3 della Cedu
-misura della pena: va sottoposta al vaglio della ragionevolezza
-principio dell’irretroattività delle norme penali: vale anche per norme che disciplinano l’esecuzione della
pena; si verifica in relazione al regime di accesso alle misure alternative alla detenzione che trasformerebbe
una pena prima scontata fuori dal carcere in una da scontare da dentro
questione delle carceri: con la sentenza Torregiani la Corte EDU ha giudicato la situazione di sovraffollamento
delle carceri (violazione art. 3 cedu), non tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa. Sono stati adottati
decreti-legge nell’immediato, con forme di risarcimento ma dal 2015 la popolazione carceraria è di nuovo
aumentata.
Necessità: bilanciare le esigenze di sicurezza della collettività con la tutela del diritto alla salute del detenuto
(malati di Aids: valutazione del giudice; malattia mentale: il giudice decide se è da curare fuori dal carcere)
2. la libertà di circolazione e soggiorno ed espatrio
art. 16.1: libertà per ogni cittadino di muoversi sul territorio italiano e fissare dimora (temporanea) e residenza
(fissa); non viene negata a stranieri e apolidi ma la legge può prevedere maggiori restrizioni rispetto ai cittadini.
L’articolo è stato voluto dopo l’esperienza fascista nel quale la libertà di circolazione era limitata (evitare fughe
dalle campagne, confino di polizia per avversari politici da cui deriva il divieto di ogni restrizione per ragioni
politiche)
cittadini eu: diritto di stabilimento, svolgere attività economica e diritto di ingresso nei paesi dello spazio
Schengen.
-riserva di legge rinforzata: limitazioni in via generale per motivi di sanità o sicurezza (cordoni sanitari)
-differenza tra art. 13 e 16: hanno una precisa delimitazione del campo di applicazione, distinzione dei casi in
cui è limitata la possibilità di movimento (rimpatrio) da quelli in cui la limitazione della libertà di circolazione
concretizzi una violazione della libertà personale, imponendo le garanzie dell’art.13. è violazione della libertà
personale quando un provvedimento comporta la lesione della dignità dell’individuo (degradazione giuridica).
Le misure di confinamento attuate per il contenimento dell’epidemia rientrano nell’art. 16, la prevenzione di
soggetti pericolosi posti sotto sorveglianza speciale nell’art. 13
-16.2 libertà di espatrio: uscire dal territorio della Repubblica e rientrarvi salvo obblighi di legge; con lo statuto
non era tutelata (l’autorità amministrativa decideva se rilasciare il passaporto), con il fascismo l’espatrio senza
passaporto era reato, oggi il rilascio del passaporto è un diritto soggettivo e l’autorità deve rilasciarlo.
-art. 35.4 libertà di emigrazione: diversa dall’espatrio per le motivazioni
3. libertà di domicilio
art. 14: tutelata come prolungamento della libertà personale, è la proiezione spaziale della persona. Vengono
estese le garanzie dell’art. 13, perquisizioni-ispezioni-sequestri solo nei casi e modi previsti dalla legge, per
atto motivato da autorità giudiziaria, tranne in casi di urgenza
-perquisizioni domiciliari: decreto dell’autorità giudiziaria per motivo fondato (corpo del reato, arresto
dell’imputato); nei casi di flagranza del reato o ricerca di evasi gli ufficiali di polizia possono agire con successiva
convalida (anche per locali con armi e munizioni, ma con indizi concreti, redigendo il verbale con conseguente
convalida)
-domicilio: diversi significati in base all’ambito (civile, penale, fiscale); deroghe: accertamenti e ispezioni di
sanità e incolumità pubblica, o a fini economici e fiscali
4. libertà di segretezza della corrispondenza e di ogni forma di comunicazione
art. 15: libertà di comunicare con uno o più destinatari determinati (pubblicamente: art. 21, manifestazione di
pensiero); accanto c’è la libertà e segretezza di ogni comunicazione
doppia riserva di legge e di giurisdizione: esclusione di qualunque intervento dell’autorità di pubblica sicurezza
(eccezione: sospendere per 48h l’inoltro di oggetti di corrispondenza); difficoltà: ipotizzare casi di urgenza
analoghi agli art. 13-14, esigenza di tutelare la segretezza delle comunicazioni
sequestro di corrispondenza-intercettazioni: necessario l’intervento preventivo dell’autorità giudiziaria in sede
penale. Le intercettazioni telefoniche e ambientali (tra presenti) consentite solo se ricorrono gravi indizi di
reato e per specifici reati e se sono indispensabili ai fini delle indagini (strumento: trojan); usate come
strumento di contrasto al terrorismo internazionale per prevenire reati (con autorizzazione del procuratore
della repubblica, il contenuto non è utilizzabile in processo ma solo ai fini investigativi)
-caso dei tabulati: non è applicata la disciplina delle intercettazioni, sufficiente un decreto del pubblico
ministero
Problema: reti informatiche, equiparate a quelle tradizionali, necessità di verificare il requisito di
determinatezza dei soggetti coinvolti
5. libertà di manifestazione del pensiero e di informazione
contenuto e limiti
art. 21: riconosce a tutti il diritto di manifestare il proprio pensiero liberamente con parole, scritti o altri mezzi.
La libertà di espressione si è affermata con lo stato liberale e deriva dalle filosofie razionaliste; l’idea è quella
che non esista una verità assoluta (confronto di verità relative); carattere individuale e sociale (libera
discussione e confronto per migliorare la vita della comunità)
libertà di scegliere il mezzo: attraverso cui esprimersi, chiunque può far conoscere a destinatari indeterminati
le proprie idee.
Diritto al silenzio: è il diritto a non esprimersi, libertà di non fare, insita nel riconoscimento di ogni libertà
Limite esplicito: il buon costume (comma 6 art.21)
Limite implicito: esigenza di tutelare altri diritti costituzionali; il concetto base è che il godimento di una libertà
da parte di un soggetto non può tradursi nella lesione della libertà di un altro soggetto o di un bene
costituzionale. La libertà di pensiero va bilanciata con i diritti della personalità, quelli di natura civilistica (diritto
d’autore e delle opere dell’ingegno), divieto di pubblica apologia di reato, divieto di vilipendio
Buon costume: concetto tratto dal Codice penale, è il comune senso del pudore riferito alla sfera sessuale
secondo il sentimento medio della comunità. L’offesa al pudore dipende dal contesto e dalle modalità. Se il
buon costume venisse identificato con la morale verrebbe repressa ogni manifestazione del pensiero non
conforme all’opinione pubblica prevalente.
Espressione artistica: fino a dove si spinge la libertà dell’arte? L’opera d’arte non è mai oscena (art. 33.1)
Stampati: non è ammessa censura, solo possibilità di sequestro successivo
Filmografia: i distributori propongono una classificazione dei film in base alle fasce d’età
diritto all’informazione: stampa e radiovisione
dichiarazione uni dei diritti dell’uomo: diritto di informarsi e di essere informati e di informare. La costituzione
non prevede in modo esplicito il diritto all’informazione ma la Corte costituzionale l’ha ricondotto all’art. 21
presupposto: la vita istituzionale e politica è improntata ad un regime di pubblicità nel quale le notizie di cui è
vietata la circolazione rappresentano un’eccezione
disciplina dei segreti: segreto professionale, industriale, commerciale riconducibili alla libertà d’impresa (art.
41); segreto d’ufficio (imparzialità dell’attività amministrativa), investigativo (per il perseguimento dei reati),
di stato (difesa della patria, notizie che recherebbero danno alla repubblica, accordi internazionali)
art. 21 datato per i mezzi di diffusione: l’unico mezzo citato è la stampa ma non si garantisce insieme libertà
di stampa e della stampa (la stampa è tutelata contro interventi censori ma non in termini di pluralismo
dell’informazione e alla trasparenza, si prevede solo che siano resi noti i mezzi di finanziamento)
disciplina della stampa:
-non ci sono controlli preventivi
-Si può ordinare il sequestro di una pubblicazione per reati previsti dalla legge e con atto motivato da autorità
giudiziaria
-limiti della libertà di manifestazione del pensiero
-lo stampato deve indicare luogo e anno di pubblicazione, nome e domicilio dello stampatore e dell’editore, i
giornali sono registrati presso la cancelleria del tribunale del luogo dove sono pubblicati e hanno un direttore
responsabile (iscritto all’albo dei giornalisti)
-legge sull’editoria 416/1981: rendere pubblico l’assetto proprietario, non posizione dominante sul mercato
con la concentrazione di testate
Sistema radiotelevisivo: privo di disciplina esplicita, graduale evoluzione normativa
-1936: regime di monopolio allo Stato, legittimità riconosciuta nel 1960 con esclusione dell’iniziativa
economica privata per la natura del servizio pubblico, limitatezza dei canali e alti costi del servizio
-1976: liberalizzazione delle trasmissioni private via etere in ambito locale (1988 anche nazionale)
-1990, legge Mammì: sistema a carattere misto (pubblico-privato), limite alle concentrazioni (25% delle reti
nazionali previste), limite alla concentrazione imprese radiotelevisive e editoriali/ concessioni pubblicitarie; il
garante per la radiodiffusione e l’editoria ha poteri di controllo
-pluralismo delle voci: principio base, violato. Porta la Corte nel 1994 a dichiarare illegittimo il limite in base al
quale nessun soggetto poteva risultare titolare di più del 25% delle reti (12 concessioni, duopolio)
-1997, legge Maccanico: nuove regole, l’Agcom (autorità per le garanzie nelle comunicazioni); dichiarato
illegittima
-2004, legge Gasparri: trasmissioni convertite alla tecnica digitale terrestre (guardare meglio)
web e social media
world wide web: opportunità e problemi nuovi, in discussione le categorie giuridiche. Tutti sono in grado di
produrre e distribuire informazioni a livello globale
dati: il petrolio del XXI secolo, i big data forniti inconsapevolmente o no dagli utilizzatori delle piattaforme
social
marketing: individuazione di gusti e abitudini in base a specifici algoritmi, influenzando i cittadini come
consumatori ed elettori (referendum Brexit, elezioni Usa 2016)
problemi: cyberbullismo, hate speech, fake news. Come sanzionare i reati e impedirne la continuazione?
-Facebook e Twitter: rimuovere i contenuti e chiudere i profili;
-Italia: escluso che i social abbiano potere di censura privata/i social possono sospendere il servizio per l’utente
che non rispetta le condizioni/obbligo giuridico di disattivazione a carico del social. Inchiesta sulle fake news
Diritto all’accesso a internet: diritto sociale di nuova generazione, non c’è un intervento legislativo, non si
configura tale diritto
6. libertà di religione e coscienza
art. 19 libertà religiosa: libertà di fede e pratica religiosa, sia individualmente che collettivamente nel solo
rispetto del buon costume
libertà di non credere: libertà dell’ateo di esprimere le sue convinzioni
7. libertà della ricerca scientifica: la Repubblica ha il compito di promuovere lo sviluppo e la ricerca
scientifica
procreazione assistita: scinde la riproduzione dall’atto sessuale; nel 2004 vengono posti limiti stringenti (no
eterologa, accesso limitato, non più di 3 embrioni) ma la legge viene dichiarata incostituzionale su più punti --
2009: numero di embrioni valutato caso per caso;
-2014: si all’eterologa, la vecchia norma è incompatibile con il diritto a diventare genitori
-2015: anche per coppie portatrici di gravi patologie trasmissibili, con indagine preimpianto (selezione degli
embrioni)
clonazione: riproduttiva (copie geneticamente identiche di umani, vietata dalla convenzione sui diritti
dell’uomo e sulla biomedicina di Oviedo) e terapeutica (cellule staminali, vietata a meno che non sia finalizzata
alla tutela della salute e allo sviluppo di embrioni)
nb: la libertà della scienza va conciliata con la salvaguardia dei valori costituzionali (dignità e integrità della
persona)
ogm: non si conoscono le conseguenze sull’uomo/animali/territorio, vale il principio di precauzione in base al
quale un prodotto o un’attività possono essere vietati per evitare effetti dannosi (non esclusi/misurabili)
esperimenti sugli animali: se il risultato della ricerca non si può ottenere con metodi alternativi
8. libertà della e nella scuola
libertà di insegnamento/nella scuola: educazione e diffusione della cultura, gode di tutela specifica per la
libertà di manifestazione del pensiero. Ci sono scuole pubbliche e private con percorsi formativi propri a cui
viene assicurata piena libertà e sono pari a quelle pubbliche.
libertà di istituire le scuole: lo stato stabilisce le norme generali sull’istruzione e istituisce le scuole statali per
tutti gli ordini e gradi prevedendo esami di stato
libertà di scegliere fra scuole: l’alunno è libero di scegliere tra scuole pubbliche e private, istituite quest’ultime
senza oneri per lo Stato (sovvenzioni statali possibili, sistemi di finanziamento che vanno alle famiglie invece
che direttamente alla scuola privata)
diritto all’istruzione e allo studio: è il diritto di accedere al sistema scolastico, scuola APERTA A TUTTI,
OBBLIGATORIA (10 anni), GRATUITA
università: si danno ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalla legge, è garantita libertà dell’insegnamento
e della ricerca scientifica, ogni università si dà uno statuto e si governa autonomamente
9. libertà di riunione: ai soli cittadini (si estende agli stranieri)
ratio: legame storico libertà di riunione e tutela del diritto di esercitare legittime pressioni sui poteri pubblici
(dalla Rivoluzione francese, senz’armi e in modo pacifico)
riunione: radunarsi in un luogo e tempo premeditati di una pluralità di persone con uno scopo comune. No
assembramenti (non c’è lo scopo comune), si corte e processioni (riunioni in movimento) sottoposte a
prescrizioni sul percorso per non intralciare altri interessi (mobilità urbana). Si svolge in modo pacifico e non
possono parteciparvi persone armate (non armi proprie e improprie, no caschi che evitino il riconoscimento,
se ci sono tali persone vengono allontanate)
tipologie di riunione: in luogo privato (riunioni private), in luogo aperto al pubblico (separato dall’esterno,
stadio, cinema, teatro), non è richiesto preavviso all’autorità. Per le riunioni in luogo pubblico (strade, piazze,
potenzialmente più pericolose) si dà preavviso 3 giorni prima e possono essere vietate solo per comprovati
motivi di sicurezza e incolumità pubblica (motivazione specifica, divieto vale per singole riunioni, con concrete
possibilità di turbamento pubblico). Preavviso non è richiesta di autorizzazione e non è condizione di
legittimità, l’omissione non giustifica lo scioglimento della riunione ma è fonte di responsabilità
riunioni elettorali: non vi è obbligo di preavviso, lo svolgimento è garantito dalla norma penale che punisce
l’impedimento della propaganda elettorale. Non possono avere luogo il giorno prima e dopo le elezioni
(silenzio elettorale)
10. libertà di associazione
art. 18 associazione: organizzazione di individui legati dal perseguimento di un fine comune e da un vincolo di
natura giuridica. L’esistenza di un vincolo giuridicamente rilevante è l’elemento più caratteristico e la distingue
dalla riunione insieme alla caratteristica della stabilità (riunione è temporanea)
-libertà di associazione= costituire associazioni
-libertà delle associazioni= formare un numero infinito di associazioni
-libertà negativa di associazione= nessuno può essere costretto a aderire ad un’associazione (deriva
dall’esperienza fascista), ci sono però associazioni obbligatorie (federazioni sportive): non violano tale libertà
se necessari a perseguire fini pubblici connessi ad altri interessi costituzionalmente garantiti
limiti: perseguimento di fini vietati dalla legge, le associazioni non devono avere come fine la commissione di
reati, sono legittime le associazioni in contrasto con i valori costituzionali (art. 21 libertà di pensiero) ma sono
vietate quelle che mirano a sopprimere violentemente l’ordinamento dello stato e finalizzate al terrorismo e
all’eversione dell’ordine democratico
associazioni segrete: loggia massonica P2 (l 17/1982), a essere vietata non è la segretezza ma la segretezza
unita al fine di condizionare i poteri pubblici interferendo con gli organi costituzionali (ciò per evitare che si
creino poteri occulti alternativi alle istituzioni democratiche)
associazioni paramilitari: vietate associazioni che perseguono scopi politici mediante organizzazioni di
carattere militare (struttura gerarchica di tipo militare con corpi, reparti e nuclei), per salvaguardare da
organizzazioni potenzialmente violente. Il divieto non si applica agli SCHUTZEN i tiratori tirolesi perché non
perseguono uno scopo politico
11. famiglia: società naturale fondata sul matrimonio (dottrina cattolica integralista)
famiglia legittima: fondata sul matrimonio, distinta da quella fondata sulla convivenza (more uxorio); per
matrimonio si intende sia civile che concordatario (diritto canonico) che ha effetti civili una volta trascritto nei
registri di stato civile
convivenze: famiglie di fatto con gli stessi diritti e doveri verso i figli (eliminata la distinzione tra legittimi e
naturali= stato unico della filiazione). Tra le formazioni sociali rientrano le convivenze omosessuali
Cdfue art.9: diritto di sposarsi e fare una famiglia, negli ordinamenti nazionali si traduce in forme di unione
anche diverse dal matrimonio (es. unioni civili)
eguaglianza dei coniugi: superata la concezione patriarcale, soppressa la potestà maritale, introdotta la
comunione dei beni e la patria potestà sui figli di entrambi i genitori
cognome: condanna da parte della corte europea dei diritti dell’uomo, illegittimità della norma che non
consente ai genitori di attribuire al figlio il cognome della madre
12. minoranze linguistiche
art. 6: varie tutele come lingua di minoranza nelle scuole (apprendimento, insegnamento), uso negli organi
comunali/pubbliche amministrazioni/giudice di pace, toponomastica, nome e cognome in lingua originaria.
L’obiettivo è valorizzare lingue e culture minoritarie e preservare il patrimonio linguistico e culturale della
lingua italiana. La tutela spetta allo stato (incostituzionale la legge della regione veneto che qualifica la
popolazione veneta come minoranza nazionale)
13. comunità religiose
stato e chiesa cattolica: la chiesa cattolica è ordinamento giuridico originario nato per forza propria, trae da sé
la propria validità, stato e chiesa sono sullo stesso piano, indipendenti e sovrani. I rapporti sono disciplinari dai
patti lateranensi con legge rinforzata per modificarli.
Patti lateranensi: trattato Stato e Santa Sede (nascita della città del Vaticano), convenzione finanziaria
(risarcimenti), Concordato (rapporti civili e religiosi, modificato con l’accordo del 18 febbraio 1984)
8 per mille: quota dell’imposta sul reddito delle persone destinata a scopi di interesse sociale e di carattere
umanitario o religioso
Art. 8 altre confessioni: autonomia organizzativa, i rapporti sono tramite intese e sono egualmente libere
davanti alla legge, eguaglianza nella libertà, hanno la possibilità di esercitare, senza limitazioni. Se non ci sono
intese a regolare i rapporti non vengono discriminate ma solo quelle regolate da intese possono partecipare
all’8xmille
Principio di eguale libertà: anni ’80 limitazioni per le altre confessioni, applicazione del criterio quantitativo
perché la religione cattolica è quella professata dalla maggior parte degli italiani; poi prevale il principio della
laicità, principio supremo che implica l’equidistanza verso ogni confessione religiosa
questione del crocifisso: caso Lautsi c. Italia, due conclusioni: 3/11/2009 l’esposizione è contraria alla cedu per
contrasto all’art. 9 (libertà di religione); 18/3/2011 ricorso del governo, non c’è una nozione comune di laicità,
viene mantenuta la tradizione che non è indottrinamento.
14. proprietà privata e iniziativa economica privata
diritto di proprietà
garanzie: la proprietà è pubblica o privata, la proprietà provata è riconosciuta e garantita dalla legge. Il
legislatore ordinario si occupa dell’intera disciplina riguardante la proprietà ma questa interpretazione non
tiene conto del testo costituzionale perché la Costituzione riconosce e disciplina diverse forme di proprietà
privata.
Art. 832 c.c: il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo; non ha un
significato univoco
Funzione sociale: canone interpretativo, clausola della doppia natura limitativa: serve a legittimare le
limitazioni ove sia necessario garantire altri diritti o interessi costituzionali; vincola il legislatore che può
imporre limitazioni solo per assicurarne la funzione sociale. La ragionevolezza delle scelte è sottoposta al vaglio
della Corte costituzionale
Espropriazione: può essere espropriata per motivi di interesse generale; è un provvedimento amministrativo
con cui il titolare di un diritto di proprietà su un bene viene espropriato delle facoltà che gli competono a favore
di un diverso soggetto (pubblico). Questione controversa, viene dato un indennizzo che non deve
corrispondere all’integrale risarcimento del danno ma va quantificato in misura adeguata (equa indennità),
illegittimi i criteri di calcolo fissi
libertà di iniziativa economica (libertà di impresa): la legge può indirizzare e coordinare a fini sociali l’attività
economica pubblica e privata, poste in posizione di pari subordinazione all’attività regolativa pubblica. La legge
non può obbligare il privato a intraprendere attività di natura economica
iniziativa privata e utilità sociale: l’iniziativa privata non può porsi in contrasto con l’utilità sociale, non deve
recare danno a sicurezza, libertà e dignità umana. Ci sono limiti positivi (eventuali, strumenti di indirizzo) e
negativi (necessari, dignità umana). L’attività economica privata non è complessivamente funzionalizzata dalla
Costituzione, il legislatore può ricercare caso per caso il giusto equilibrio tra questo diritto e interessi
costituzionalmente rilevanti
le imprese collettivizzate: la legge può riservare o trasferire (espropriazione) a stato/enti pubblici… imprese o
categorie di imprese riferite a servizi pubblici essenziali, fonti di energia, situazioni di monopolio con carattere
generale (non vuol dire affidare allo stato interi settori dell’economia nazionale).
Riserva di legge rinforzata: solo per soddisfare fini di utilità generale, va indennizzata e concerne specifiche
attività. Il principio di concorrenza e libero mercato non è valorizzato, si potrebbe sostituire un monopolio
privato con uno pubblico. Si sono avuti solo 2 casi con ricorso all’art.43 (Eni, ente nazionale idrocarburi, e
nazionalizzazione di tutte le imprese produttrici di energia elettrica, Enel ente nazionale per l’energia elettrica)
Europa ed economia di mercato: principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza (libera
circolazione delle merci= no dazi doganali; dei lavoratori, servizi, capitali e concorrenza fra imprese).
autorità antitrust: autorità garante della concorrenza e del mercato in cooperazione con la commissione
europea
15. libertà sindacale e diritto allo sciopero
associazioni sindacali: tutelano gli interessi di categoria degli associati. Art.39: l’organizzazione sindacale è
libera, garantisce il pluralismo contro ogni forma di sindacato unico (fascismo, organizzazione corporativa);
l’unico obbligo è la registrazione presso uffici/enti locali e abbiano ordinamento a base democratica; possono
stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie a cui si
riferisce (previsione mai attuata)
art. 40 sciopero come diritto: per i lavoratori subordinati (no imprenditori), dibattito sui lavoratori autonomi;
il lavoratore perde il diritto alla retribuzione per il tempo non lavorato
serrata: chiusura totale o parziale dell’impresa da parte del datore di lavoro, è manifestazione lecita ma non
un diritto, ha l’obbligo di risarcire i lavoratori
finalità del diritto di sciopero: tutela dello sciopero economico (a fini contrattuali) per rivendicazioni salariali;
sciopero per finalità politiche (se non volto a sovvertire l’ordine costituzionale). È un diritto soggettivo dei
lavoratori, sciopero di solidarietà (sostenere le rivendicazioni di altri lavoratori)
servizi pubblici essenziali: vengono posti dei limiti perché influisce sul godimento di diritti costituzionalmente
tutelati, devono essere erogate le prestazioni indispensabili; la mancata erogazione è causa di sanzioni
disciplinari per lavoratori e sindacati. Sono tutelati gli scioperi di categoria (avvocati, considerata
manifestazione associativa)
16. diritto al lavoro: repubblica fondata sul lavoro (diritto sociale)
norma precettiva e promozionale: riconosciuto nei diritti fondamentali; ha una natura precettiva (intervento
dei pubblici poteri), e promozionale (vincola ad una politica di piena occupazione). Non c’è un diritto al posto
di lavoro
libertà di scelta: garanzia del lavoro autonomo e subordinato, esclusione delle attività imprenditoriali; non
restrizioni irragionevoli all’accesso al lavoro, ammissibili limiti per verificare l’idoneità; libertà di esercitare un
lavoro adeguato alle proprie capacità e abilità
disciplina dei licenziamenti: diritto del lavoratore a non essere licenziato in modo arbitrario, deve esserci una
giusta causa (reintegrazione nel posto di lavoro: lo decide il giudice per un lavoratore illegittimamente
licenziato nelle aziende con più di 15 dipendenti).
Jobs act: introduce contratto a tutele crescenti escludendo la reintegrazione tranne per licenziamenti
discriminatori e disciplinare, per quelli economici è previsto un indennizzo monetario
Art. 36 equa redistribuzione: diritto, proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, sufficiente ad assicurare
una vita dignitosa
diritto al riposo e alle ferie: non rinunciabili. L’art. 37 tutela donne e minori a parità di retribuzione e lavoro.
Art. 46: diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, non ha avuto seguito
Art. 35.1 lavoro flessibile: la repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni; si presta anche a
contratti a termine, part-time, apprendistato disciplinati da varie leggi (legge Biagi)
tutela contro la disoccupazione: tema degli ammortizzatori sociali, prestazioni a sostegno del reddito dei
lavoratori disoccupati/sospesi. C’è la cassa integrazione guadagni ordinaria erogata dall’Inps, straordinaria
(crisi aziendali di lunga durata/ristrutturazione aziendale), in deroga (requisiti diversi).
17. diritto all’assistenza e previdenza
previdenza sociale: ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al
mantenimento e all’assistenza sociale; ai lavoratori sono garantiti i mezzi adeguati alle loro esigenze in caso di
infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia e disoccupazione involontaria attraverso l’erogazione di pensioni,
assegni e assicurazioni
assistenza: erogata in base alle esigenze personali e spetta alla pubblica amministrazione valutare i casi
previdenza: erogata da organi e istituti predisposti/integrati dallo stato (età anagrafica, contributi; es. INPS);
erogano prestazioni di natura assistenziale a favore di soggetti bisognosi (es. reddito di cittadinanza, 2019)
art. 38 diritti soggettivi azionabili: diritto all’assistenza al cittadino inabile, diritto alla previdenza al lavoratore
in quanto tale, diritti da garantire in modo uniforme e senza discriminazioni
prestazioni di sicurezza sociale: livello minimo garantito dai pubblici poteri, integrato attraverso il ricorso a
privati (peso maggiore: casse pubbliche, in base alle disponibilità finanziarie)
sistema pensionistico: dagli anni ’90 è stato riformato più volte (riforma Fornero) alzando l’età pensionabile,
modificando il sistema retributivo e contributivo (eliminate le distorsioni tra diverse generazioni)
18. diritto alla salute
salute come diritto individuale e collettivo: diritto dell’individuo e interesse della collettività, è un diritto sociale
ma è assimilabile ai diritti di libertà perché presuppone la titolarità di uno status personale e naturale (salute)
che non può essere messo a repentaglio. È un diritto soggettivo direttamente azionabile davanti al giudice
(pretesa alle cure e a condizioni di vita e lavoro che non mettano a repentaglio la salute= diritto ad un ambiente
salubre)
anni ’70: tutela della salute diritto primario e assoluto, in caso di lesione risarcimento dei danni (danno
biologico, lesione integrità psico-fisica). La tutela può avvenire anche in via preventiva (Norma nello statuto
dei lavoratori)
servizio sanitario nazionale ssn: garantisce il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica di tutta
la popolazione, è un servizio universale finanziato dalla fiscalità generale; è sottoposto al bilanciamento
rispetto alle esigenze della finanza pubblica senza comprimere il nucleo irriducibile del diritto alla salute (ticket:
in base al reddito per visite specialistiche)
libertà di cura e trattamenti obbligatori: comma 2, nessuno può essere sottoposto a trattamenti sanitari
obbligatori, ciascuno può scegliere e il medico è obbligato ad acquisire il consenso informato. L’obbligo è solo
in casi eccezionali per tutelare la salute a livello di interesse della collettività (quarantene, vaccinazioni per cui
valgono obblighi e raccomandazioni: per la CC non è incostituzionale visto il calo delle coperture vaccinali sotto
la soglia dell’immunità di gregge; alla collettività è imposto un dovere di solidarietà verso i soggetti
immunodepressi)
servizi psichiatrici: legge Basaglia, chiusi i manicomi, assistenza dei servizi psichiatrici territoriali in base al
principio della volontà dei trattamenti (ricovero coatto: infermo rifiuta gli interventi terapeutici, necessario il
trattamento in struttura ospedaliera)
tossicodipendenze: i programmi terapeutici e riabilitativi non sono trattamenti sanitari obbligatori,
imposizione solo per alterazione psichica, sanzioni amministrative per uso di sostanze stupefacenti
caso testimoni di Geova: il medico può ricorrere al giudice tutelare che decide se autorizzare o no il
trattamento (trasfusione di sangue); viene valorizzato il diritto del minore di essere informato ed avere voce
in capitolo
caso Englaro: il paziente non è in grado di esprimere il suo consenso alle cure e non ha manifestato alcuna
volontà documentata; in stato vegetativo per 17 anni, il giudice autorizza l’interruzione del trattamento
sanitario per 2 circostanze (stato vegetativo irreversibile secondo standard internazionalmente riconosciuti;
univocamente accertato dal vissuto/personalità/convincimenti del paziente che se cosciente non avrebbe
acconsentito al trattamento)
testamento biologico: dal caso Englaro deriva il diritto all’autodeterminazione terapeutica del paziente del
paziente non incontra un limite allorché da esso consegua il sacrificio del bene della vita; introduzione del
testamento biologico, la possibilità di sottoscrivere disposizioni anticipate di trattamento (DAT) con le quali la
persona maggiorenne capace di intendere e di volere esprime le proprie volontà rispetto ai trattamenti sanitari
indicando una persona di fiducia che faccia le sue veci; il medico può disattenderle se le condizioni sono mutate
o sono disponibili nuove terapie
19. diritto all’abitazione
diritto all’alloggio: non è un diritto, la casa è un interesse preminente di rilevanza costituzionale per soddisfare
un’esigenza primaria che impegni ad un’adeguata politica economica e finanziaria. La CC lo ha qualificato come
un diritto la pretesa all’abitazione, situazione giuridica strumentale
20. i diritti contro i diritti
conflitti: tra diritti fondamentali (di cronaca e di riservatezza) e fra diritti e beni collettivi (iniziativa economica
e tutela dell’ambiente; riunione e incolumità pubblica)
limiti alle libertà: espressi se previsti da singole disposizioni costituzionali e impliciti (diritto di uno trova il
proprio limite nel diritto dell’altro). La prima sentenza della CC: il concetto di limite è insito nel concetto di
diritto, le varie sfere giuridiche devono limitarsi reciprocamente perché possano coesistere in modo civile. I
conflitti devono essere bilanciati dal legislatore e dal giudice delle leggi che esercita il controllo di
costituzionalità
bilanciamento dei diritti in conflitto: determinate regole:
-conflitti tra diritti e beni aventi il medesimo rango costituzionale (beni tutelati con rilevanza costituzionale;
interesse alla riscossione dei tributi e libertà di domicilio)
-il sacrificio subito da un diritto deve essere ragionevole e proporzionato
-preservare il contenuto essenziale del diritto sacrificato come misura minima al di sotto della quale il diritto
stesso risulterebbe violato
Gerarchia dei diritti: non esiste; caso Ilva di Taranto in gioco libertà d’impresa, diritto al lavoro e alla salute;
tutti i diritti fondamentali della C si trovano in rapporto di integrazione reciproca e non è possibile individuarne
uno che abbia prevalenza sugli altri.
21. i doveri costituzionali
doveri: non c’è primazia dei diritti sui doveri e viceversa. La parte I si intitola diritti e doveri dei cittadini e ci
sono numerosi richiami ai doveri costituzionali che sono principi generali di ordine morale, doveri giuridici,
obblighi di prestazione, doveri non traducibili in precise norme di comportamento e in sanzioni
doveri inderogabili art.2: la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e richiede
l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. La legge individua le forme
attraverso le quali ognuno è chiamato ad adempiere a quei doveri. Ci si chiede se l’art. 2 sia da considerarsi la
clausola riassuntiva dei doveri menzionati in Costituzione o aperta all’individuazione di nuovi doveri
inderogabili; conclusione: all’ampliarsi dei diritti di libertà corrisponde un ampliarsi dei doveri
lavoro: dovere di ciascun cittadino di svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o
spirituale della società; la disposizione potrebbe rendere costituzionalmente legittima una norma di legge che
subordinasse la corresponsione di un assegno di inserimento nel mondo del lavoro/disoccupazione allo
svolgimento di compiti che il legislatore ritiene utili (non rifiuto di un lavoro concretamente offerto)
doveri dei genitori: mantenere, istruire, educare i propri figli, il costituente premette il dovere al diritto e la
disposizione si traduce in un obbligo preciso
difesa della patria: tra i doveri del titolo IV sui rapporti politici che impegnano cittadino e comunità politica. È
un dovere sacro (corollario: dovere di prestare servizio militare e fedeltà alla Repubblica). Diritto all’obiezione
di coscienza oggi superato dall’abolizione del servizio militare obbligatorio di leva (1° gennaio 2005) che
diventa volontario. La difesa della patria per la CC è un dovere collocato al di sopra di tutti gli altri e supera il
servizio militare; su questo presupposto ha distinto due doveri con relative sfere di applicazione
-dovere di difesa inderogabile, nessuna legge può farlo venire meno, è condizione prima della conservazione
della comunità nazionale
-servizio militare obbligo nella misura in cui così preveda la legge, in base alla volontà del parlamento (potrebbe
essere reintrodotto, come in USA)
Il servizio civile universale è strumento di difesa non armata e non violenta della patria, educazione di pace tra
popoli e sono ammessi sia cittadini che stranieri
dovere tributario: incombe su tutti nella misura della capacità contributiva di ciascun soggetto, una capacità
economica adeguata all’obbligazione tributaria. Il sistema tributario è il meccanismo attraverso il quale i
soggetti contribuenti devolvono parte della propria ricchezza a sostegno delle spese pubbliche ed è
caratterizzato da progressività (non proporzionale ma crescente al crescere della ricchezza colpita dal tributo)
che va garantita complessivamente e non per ogni singola imposta (sarebbe illegittima l’IVA)
fedeltà alla repubblica: dovere di essere fedeli alla repubblica e di osservare la costituzione e le leggi, è obbligo
primario per tutti i cittadini. In Germania i partiti portatori di ideologie contrarie ai principi costituzionali sono
esclusi. È un dovere politico e non può essere invocato per limitare libertà costituzionalmente garantite; per
chi esercita funzioni pubbliche è un dovere adempierle con disciplina e onore e può essere previsto il
giuramento (PR, governo, consiglieri di regioni a statuto speciale, magistrati, giudici costituzionali; i professori
universitari non giurano=fascismo)
22. il principio di eguaglianza
eguaglianza e libertà art. 3
formale: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge. Propria della cultura liberale
che riconosce la condizione di uguaglianza nei punti di partenza (pari opportunità)
sostanziale: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando la
libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo. Concezione socialista dell’uguaglianza nei
risultati e impone allo stato di intervenire nella struttura economica della società per rimuovere le
disuguaglianze e promuovere l’uguaglianza
rapporto eguaglianza e libertà: in astratto sono valori antitetici in quanto il massimo della libertà comporta il
massimo di diversità e la ricerca dell’uguaglianza a tutti i costi alla limitazione delle libertà; libertà è relativa a
un soggetto, eguaglianza a più soggetti; liberi nel senso di poter compiere azioni, eguali nel rispetto degli altri.
Entrambi sono indispensabili per il pieno sviluppo della persona umana. La tensione si risolve negli articoli 2 e
3 (libertà riconosciute a tutti e disciplinate in nome dell’eguaglianza per realizzare situazioni di eguale
godimento dei diritti)
significati di eguaglianza (art. 3.1):
eguaglianza davanti alla legge= efficacia della legge: la legge si applica a tutti (preambolo costituzione francese
del 1791), i soggetti della comunità politica non possono essere distinti e trattati diversamente. La legge è la
stessa per tutti, sono vietate leggi ad personam e speciali riferite a determinati soggetti e situazioni. Corollari:
principio di imparzialità della pubblica amministrazione e terzietà del giudice
eguaglianza e cittadinanza: riguarda sia cittadini che stranieri ma non si esclude che quest’ultima condizione
possa avere un diverso trattamento; il principio vale per persone fisiche e giuridiche
eguaglianza come divieto di discriminazioni=contenuto della legge: fattispecie che non possono costituire
motivo di discriminazione e vale per giudici, pubbliche amministrazioni e legislatore. Concerne:
-sesso: sent. 173/1983 illegittimo il divieto per gli uomini di insegnare alla materna; sent. 126/1986 illegittimo
il reato di adulterio per la moglie; vietate discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere
-razza: parola maledetta per affermare il rifiuto del razzismo fascista; puniti i discorsi sulla superiorità e odio
raziale
-lingua: no distinzioni, salvo norme che tutelano le minoranze linguistiche
-religione e opinioni politiche, condizioni personali e sociali: personali= divieto di leggi ad personam, discipline
discriminatorie
deroghe al divieto di discriminazione: presunzione di illegittimità costituzionale, non è assoluta perché ci sono
deroghe della costituzione (art. 6, 7, 8= rapporti stato e confessioni religiose; tutele verso la madre lavoratrice,
deroghe derivanti dall’applicazione del principio di ragionevolezza della legge)
eguaglianza come divieto di distinzioni o parificazioni irragionevoli=ragionevolezza della legge: il giudizio di
costituzionalità per accertare la violazione del principio di eguaglianza ha carattere triangolare/trilaterale,
poggia su 3 elementi necessari:
-norma impugnata per violazione del principio di eguaglianza (norma oggetto)
-norma parametro (art. 3)
-norma da termine di paragone (tertium comparationis)
Esito: raffrontando la norma oggetto di impugnazione e la norma assunta come tertium può essere individuata
una ragione che giustifica il diverso o eguale trattamento? Il principio di eguaglianza non significa che tutti
devono essere trattati allo stesso modo dalla legge ma che la legge deve trattare in modo eguale situazioni
ragionevolmente eguali e in modo diverso situazioni ragionevolmente diverse
eguaglianza e ragionevolezza: ogni parificazione o distinzione di trattamento deve essere razionalmente
giustificata; una carenza di causa o ragione comporta un vizio di legittimità perché fondato sull’irragionevole
scelta di introdurre un regime che finisce per omologare fra loro situazioni diverse o per differenziare il
trattamento di situazioni analoghe. VIETA LE LEGGI INGIUSTIFICATAMENTE DISCRIMINATORIE (la CC sanziona
il diseguale trattamento di soggetti che avrebbero dovuto essere equiparati: eliminazione delle disparità
uomo-donna negli infortuni sul lavoro) E LE LEGGI INGIUSTIFICATAMENTE PARIFICATORIE (es. parificazione
indennità di fine rapporto insegnanti supplenti e altri dipendenti statali non di ruolo; pronuncia del solve et
repete: chi vuole contestare la correttezza di un accertamento fiscale deve pagare il tributo, solvere, e poi fare
ricorso, repetere, ciò discrimina chi non ha i mezzi per pagare)
promozione dell’uguaglianza (art 3.2):
comma 2: promuovere l’eguaglianza è un compito della repubblica (rimozione ostacoli da parte di tutti i
soggetti della comunità statale) e un fine (pieno sviluppo)
correggere le disuguaglianze: redistribuzione delle risorse tramite singole azioni correttive di disuguaglianze
di fatto (soggetti meno protetti); il compito sta tra egualitarismo e eguaglianza delle opportunità
azioni positive: come le pari opportunità tra sessi, quote rosa
quote elettorali: in favore delle donne; illegittime le disposizioni della legge elettorale comunale-regionale-
camera perché l’obiettivo non era il risultato ma la predisposizione di mezzi per raggiungerlo
pari opportunità: compito delle regioni che devono promuovere parità di accesso fra donne, uomini alle
cariche elettive. CC: riequilibrio della rappresentanza di genere è un obbligo, la legislazione elettorale deve
perseguire quel fine, le norme devono incidere sul riequilibrio; legittimazione delle quote e dal 2010 la doppia
preferenza di genere (prima dalla regione Campania, dal 2012 per le elezioni comunali, dal 2014 per le europee
e dal 2016 per le regionali). Camera e Senato impongono limiti alla percentuale di candidati dello stesso sesso.
forme di governo
1. indirizzo politico, soggetti delle decisioni politiche
Separazione dei poteri nello stato moderno: netta distinzione possibile solo nella funzione giurisdizionale la
cui caratteristica è la terzietà dei soggetti senza la quale non ci sarebbe indipendenza e imparzialità. La
funzione legislativa ed esecutiva non ha esempi di separazione integrale fra gli organi che di esse sono titolari
Indirizzo politico: influisce su entrambe le funzioni, incide sulla produzione di norme e sulla loro attuazione; le
politiche pubbliche prevedono l’esercizio coordinato di attività legislative ed esecutive-amministrative
Forma di governo: il modo in cui viene organizzato ed esercitato il potere politico, il modo in cui vengono
individuati i soggetti ai quali è riconosciuta la capacità di esercitare la funzione di indirizzo politico. Va studiata
in merito ad aspetti funzionali/contesto/sistema politico e ciò che lo influenza. Negli ordinamenti democratici
il potere a ciascun livello di governo si presenta unificato intorno all’indirizzo politico legittimato dal voto dei
cittadini
Definizione: attiene a come all’interno di una comunità politica si distribuisce il potere di indirizzarla verso
determinati fini generali.
2. forme di governo: storia ed evoluzione
Studio diacronico: nell’evoluzione storica Studio sincronico: riferito ad un momento dato
Moderna classificazione: si sviluppa dallo stato 800esco nazionale e liberale; l’elemento a cui è stata data
maggior importanza è il regime giuridico dei rapporti prima fra capo dello stato e parlamento, poi tra capo
dello stato, parlamento e governo
Monarchia costituzionale: figlia della Glorious revolution vede il progressivo affermarsi del parlamento come
limite al potere regio e fonte di legittimazione della corona. I poteri dello stato sono separati
-camera dei comuni: rappresentanza elettiva (interessi diversi dalla corona)
-camera dei lord: camera alta, ereditaria
-governo: re, agisce con i consiglieri (ministri)
Governo presidenziale: negli USA, nel 1787 con la Costituzione di Filadelfia (la più antica scritta in vigore) si
decide di eleggere un presidente e non un re; in questo si identifica l’esecutivo ed è separato dal congresso
(parlamento bicamerale): in nessun caso il presidente può mandare a casa il congresso e così quest’ultimo,
salvo l’ipotesi di impeachment (messa in stato d’accusa)
Governo parlamentare: Uk con la riforma costituzionale del 1832, si evolve nella forma del governo
parlamentare monista: l’indirizzo politico dipende dal rapporto fra governo e parlamento (dualista: indirizzo
politico dato da governo e capo dello stato). Elementi che permettono l’evoluzione:
-primo ministro: nasce come interlocutore privilegiato del re con Giorgio I (1714) che affida le sue funzioni ai
ministri. Sul finire del suo regno si afferma Robert Walpole
-impeachment: la camera dei comuni pone le basi del rapporto fiduciario per cui il governo non può continuare
se viene meno la fiducia; il re deve scegliere ministri graditi ai comuni
-fazioni della camera dei comuni: contrapposte, si dividono in fautori e avversari del governo di sua maestà
Evoluzione in UK: prevale il primo ministro che può sciogliere la camera dei comuni e indire nuove elezioni, è
il vero detentore del potere politico (non la regina)
Europa continentale: Uk come riferimento, si guarda alla versione monarchico-costituzionale. La borghesia usa
la camera elettiva per influenzare il governo che deve rispondere a essa.
Monarchia orleanista: 1830, Francia, marcato dualismo: il governo deve rispondere a parlamento e re; vi è la
convinzione che il vero parlamentarismo sia fondato sul pilastro della rappresentanza e sulla corona
Razionalizzazione del parlamentarismo: tentativo di disciplinare i rapporti fra organi costituzionali
Weimar 1919: rilancia il dualismo; governo semipresidenziale ante litteram con rapporto fiduciario governo-
parlamento ed elezione diretta del capo dello stato
Governo semipresidenziale: con la quinta repubblica, ripartizione d’influenza tra il presidente della repubblica
(forte ruolo, dal 1962 eletto a suffragio universale) e il primo ministro.
3. Forme di governo: tipologia
Forma di governo: modo in cui si distribuisce il potere di esercizio politico, dal punto di vista giuridico dipende
dalle attribuzioni degli organi costituzionali e dai rapporti fra essi (disciplinati da costituzione e leggi)
Dinamica: l’effettivo modo di operare è condizionato dal sistema partitico e dalla cultura politica, nella
concreta realtà ordinamenti della stessa tipologia hanno caratteristiche diverse (Italia: coalizioni inedite che
dipendono da elezioni non decisive, sono oggetto di negoziati, in Germania e altrove vi sono patti di coalizione
puntualissimi). Al di là del dato giuridico-formale bisogna tenere conto delle prassi.
Presidenziale (USA, dal 1787): forma di governo a direzione monocratica (governa un organo costituito da una
sola persona, il presidente titolare del potere esecutivo).
-elezioni presidenziali: avvengono tramite i grandi elettori (eletti in ogni stato), il presidente è scelto dal corpo
elettorale con il vicepresidente.
-Congresso: eletto dal corpo elettorale, formato da camera dei rappresentanti+senato; fa le leggi
-logica: pesi e contrappesi, il congresso non può sfiduciare il presidente (se non con l’impeachment, tutti
assolti) e il presidente non può scogliere le assemblee; il pr ha potere di veto (rimanda la legge al congresso
che la deve approvare con i 2/3) e di nomina ma deve avere il parere favorevole del Senato necessario ai fini
della ratifica dei trattati
-governo diviso: quando il presidente appartiene ad un partito mentre l’altro partito ha la maggioranza nelle
camere (o in una); il pr. Deve cercare la maggioranza congressuale (compromessi legislativa: è la norma anche
quando sono dello stesso partito perché il governo presidenziale non prevede il governo di partito, i singoli
parlamentari godono di notevole autonomia)
Parlamentare: ESECUTIVO ESPRESSIONE DEL PARLAMENTO, forma più diffusa e con molte varianti perché
fortemente condizionata dalla prassi.
-esecutivo: nominato da un organo terzo, capo dello stato; può prescindere dall’investitura parlamentare (UK),
precederla (Italia), seguirla (Germania); il voto parlamentare può riguardare il primo ministro o tutto il
governo; dipende dalla volontà del parlamento di mantenerlo in vita che può farlo dimettere con la sfiducia
-governo e parlamento: non può rimanere senza il suo sostegno, il parlamento può essere sciolto prima del
tempo previsto per evitare la paralisi del sistema nel caso in cui non si riesca a formare un nuovo governo
(modello Westminster/di gabinetto)
-capo dello stato: funzioni cerimoniali, simboliche, limitate ma c’è varietà (UK: regina non ha peso politico;
altrove: nomina il capo del governo, scioglie il parlamento)
Uk legge 2011: lo scioglimento non è prerogativa regia (1 ministro), può essere deciso dai 2/3 della camera dei
comuni e se non si riesce a formare un governo entro 2 settimane dalla sfiducia
-primo ministro: cancelliere (Germania), presidente del governo (Spagna)= governo a direzione monocratica/
direzione collegiale se il presidente del consiglio è un primus inter pares
Influenza del sistema dei partiti: il governo è sensibile al formato e alla meccanica del sistema partitico, a
seconda del numero dei partiti e della dinamica competitiva le elezioni possono avere carattere decisivo, con
possibilità di creare un governo di partito (continuità partito-maggioranza-esecutivo), o no con creazione del
governo a seguito delle trattative post-elettorali
Semi-presidenziale (Francia V Repubblica, dal 1958): combinazione governo presidenziale e parlamentare
-capo dello stato/presidente: convive con il primo ministro e un governo legato al parlamento, ha attribuzioni
di natura politica (poteri del capo dello stato dei regimi parlamentari+ potere in politica estera e presidenza
del Consiglio dei ministri; per i poteri più importanti non è prevista controfirma del primo ministro). Presidente
e parlamento sono eletti dal corpo elettorale separatamente, il presidente può sciogliere il parlamento e
quest’ultimo può sfiduciare il presidente
-governo: guidato dal primo ministro, a nomina presidenziale, responsabile davanti al parlamento. ESECUTIVO
A DIREZIONE DUALE
-coincidenza o no delle maggioranze per presidente e parlamento: casi di uniformità (prevalenza del
presidente, attenuazione del dualismo) e difformità (coabitazione presidente e primo ministro di partiti diversi
come nel governo diviso americano, si deve trovare un modus vivendi; per ridurre ciò riforma del 2000
uniformando la durata della carica presidenziale e dell’assemblea nazionale che viene eletta subito dopo il
presidente)
-differenze con il governo presidenziale: esecutivo a due teste (presidente-primo ministro), il presidente può
indire elezioni anticipate
Direttoriale (Svizzera, confederazione elvetica): il nome deriva dall’organo collegiale titolare del potere
esecutivo nella Francia tra 1795-99.
-direttorio: vertice dello stato e del governo (come nella forma presidenziale), eletto dal parlamento ma non
instaura un rapporto di fiducia e l’esecutivo non può sciogliere il parlamento
-Svizzera, consiglio federale: eletto nelle due camere riunite nell’assemblea federale, ha 7 componenti e la
carica di presidente è di rappresentanza, dura un anno ed è a rotazione. Deve rappresentare le diverse regioni
e componenti linguistiche
-dinamica della democrazia consensuale: forze politiche apparentemente inconciliabili ma coinvolte nella co-
gestione del governo (4 partiti), non facilmente riproducibile
Altre tipologie: premierato (possibili forme di sostituzione parlamentare del primo ministro, come avviene in
UK in casi eccezionali) e forma di governo a premier direttamente elettivo (elezione popolare diretta, la
sfiducia del primo ministro comporta lo scioglimento del parlamento). La figura del premier è forte.
4. Forma di governo in Italia: profili storici
1848, regno di Sardegna: monarchia costituzionale ma si avvia verso il governo parlamentare. Il presidente del
consiglio è di nomina regia, nelle situazioni di crisi la corona interviene (scegliendo i fedelissimi come
presidenti, Pelloux, Badoglio, ultima parola su ministri importanti), fa scelte di politica estera; governo
parlamentare dualista
Assemblea costituente 1946-47: forze politiche maggioritarie per una forma di governo in senso monista
(partiti fattore trainante), forze minoritarie volevano fare del presidente della repubblica la figura di
riferimento (sopperire alle carenze del sistema partitico) e ottengono importanti poteri per il presidente.
Ambiguità: poteri veramente o solo formalmente presidenziali? (es. controfirma ministeriale per tutti gli atti
presidenziali). Ha poteri non trascurabili e nelle situazioni di crisi il suo ruolo si allarga svelando le potenzialità
dualiste insite nel sistema
5. Costituzione e la prassi
5 settembre 1946, ordine del giorno Perassi disatteso: disposizioni per evitare le degenerazioni del
parlamentarismo, la Costituzione in merito a ciò è lacunosa, dice lo stretto essenziale
Governo parlamentare a direzione monocratica: tipologia non riconducibile alla forma di governo italiana,
eccezione De Gasperi, presidente del consiglio e leader del partito di maggioranza
Governi a direzione plurima dissociata: ogni ministro risponde prima al partito, che al presidente del consiglio,
non garantita l’unità di indirizzo (governi instabili)
6. Trasformazioni
Crisi del funzionamento: nella seconda metà degli anni Settanta, tentativi di invertire una tendenza
degenerativa attraverso riforme istituzionali negli anni Ottanta, inefficaci.
Governabilità e stabilità: condizioni indispensabili di sviluppo. Si avvia un tentativo di riforma fondato sugli
strumenti giuridici rinvenibili in Costituzione, usati ai limiti delle loro potenzialità, lo strumento del referendum
abrogativo per costringere il parlamento dei partiti a cambiare partendo dal sistema elettorale.
Dal sistema proporzionale al maggioritario: obiettivi: competizione politica bipolare, ricambio della classe
politica, limitare il correntismo, semplificare il sistema dei partiti rendendolo meno frammentario
Rafforzamento del presidente del consiglio: confronto con i premier degli altri paesi, per dare all’azione di
governo continuità e stabilità, legislazione sulla presidenza del consiglio, ruolo dei capi di governo in sede
europea, personalizzazione delle campagne elettorali (inserimento dei nomi dei candidati nei simboli delle
coalizioni), maggioranze guidate da un leader riconosciuto (Berlusconi)
governi di legislatura a direzione monocratica: fondati su coalizioni formate prima delle elezioni e legittimate
direttamente dal voto.
Ritorno della logica proporzionale: elezioni 2018 assetto tripolare, presidente del consiglio con ruolo di
permanente mediatore
Sovranità popolare
1. La sovranità appartiene al popolo (art.1)
Sovranità popolare: appartiene=il popolo è titolare in senso giuridico della sovranità, ne mantiene
continuamente il possesso, non può rinunciarvi o trasferirla ma può delegarne l’esercizio. Il popolo è la fonte
di legittimazione di ogni potere costituito. Nelle altre costituzioni si usano termini come spetta, è, risiede,
emana

Corpo elettorale: parte di popolo a cui l’ordinamento riconosce diritto di voto, a cui è riservata la capacità di
decidere in prima persona/ tramite rappresentanti eletti, teoria della democrazia governante

Sovranità nazionale: teoria liberale ottocentesca, idea che i membri della camera elettiva scelti a suffragio
ristretto dalla borghesia rappresentino legittimamente la volontà nazionale

Strumenti della volontà popolare: Stato, regioni e enti locali (autonomia riconosciuta dalla Costituzione), EU
(soggetti sovranazionali), partiti politici e organizzazioni, istituti di partecipazione popolare (democrazia diretta
e partecipativa)

Popolo in senso giuridico: insieme di tutti coloro che sono legati all’ordinamento giuridico da un vincolo, la
cittadinanza. L’insieme dei cittadini costituisce il popolo
Popolazione: insieme di tutti coloro che si trovano entro i confini di un ente territoriale (anche stranieri e
apolidi). Il popolo è parte della popolazione
Nazione: vincolo sociale e politico, unifica un insieme di individui. Confini statali e nazionali non coincidono
(nazionalità divise su più territori. Italiani non appartenenti alla Repubblica)
Cittadinanza: determina uno status giuridico un insieme di diritti e doveri (politici= titolo IV parte I; a tutti=titoli
I, II, III)

2. Popolo che vota


Diritto di voto (art. 48): elettori i cittadini che hanno la maggiore età, limitazioni per indegnità
morale/incapacità civile/pena in caso di sentenza penale definitiva, è un dovere civico, è un diritto anche dei
cittadini italiani residenti all’estero

48.1: identificazione tra cittadinanza ed elettorato, in discussione per le persone che non hanno la cittadinanza
ma risiedono nel territorio dello Stato che potrebbero essere considerate membri della comunità politica→
tesi minoritaria: con norma costituzionale si estende il diritto anche ai non cittadini (ciò vale già per le elezioni
comunali e per il parlamento europeo, con attuazione del diritto dell’UE)

48.4 chi non gode dell’elettorato attivo: chi è sottoposto a misure di prevenzione personale, a misure
detentive/libertà vigilata/divieto di soggiorno, chi è stato condannato da pubblici uffici.
Ufficio: effettua l’iscrizione nelle liste elettorali, l’anagrafe elettorale è tenuta dai comuni ma è di funzione
statale

48.2 garanzie: il voto è personale (il voto per delega non è legittimo), eguale (non è legittimo il voto
plurimo/multiplo sia in entrata che in uscita), libero, segreto
48.2 voto come dovere civico: frutto di compromesso tra chi considerava il voto come un diritto individuale e
chi come una funzione, un potere che si deve esercitare in quanto membri della collettività (mancato
adempimento= sanzioni). La formula viene introdotta senza che costituisca un vincolo giuridico, sanzioni
blande (pubblicazioni di chi non vota); nel 1993 l’obbligo viene soppresso
48.3 voto degli italiani all’estero: la legislazione per le elezioni europee prevede sezioni elettorali nei paesi UE
dove i cittadini risiedono; per gli altri stati non UE la soluzione è il voto per corrispondenza. Per chi si trova
temporaneamente all’estero (minimo 3 mesi) viene estesa questa possibilità

3. Popolo che elegge


Democrazia rappresentativa: con forme di democrazia diretta (referendum); funziona attraverso l’elezione dei
rappresentanti, legittimati dall’investitura popolare con determinate funzioni in base all’organo.

Firenze 1300/400: squittinio (scrutinio, selezione dei nomi da imborsare) -imborsare (mettere nella borsa) -
tratta (estrazione dalla borsa). Selezione affidata al caso, oggi si preferisce scegliere per diversa connotazione
politica

il corpo elettorale elegge: membri del parlamento europeo, deputati e senatori, presidenti delle regioni e
consiglieri, sindaco e consiglieri, consiglieri circoscrizionali e municipali (nelle circoscrizioni e fusione di più
comuni). Per i presidenti e consiglieri provinciali e per i sindaci delle città metropolitane vale l’elezione
indiretta. Totale= 100k cariche elettive per 5 livelli di governo

legislazione elettorale: modalità di indizione delle elezioni, elettorato attivo e passivo, modalità di esercizio del
voto, candidature, campagne elettorali, finanziamenti, allestimento di sezioni elettorali, procedimento
elettorale con scrutinio e conteggio dei voti, formula elettorale, contestazioni, surroghe e supplenze

4. Sistemi elettorali
Sistema elettorale/formula elettorale: meccanismo per trasformare in seggi i voti che il corpo elettorale
esprime

Elezione organi monocratici=eleggere una sola persona:


-maggioranza relativa/plurality/first past the post: chi vince ottiene più voti (nei comuni fino a 15k abitanti)
-maggioranza assoluta/majority: vinche chi prende più voti con una quota minima di voti complessivi, fissata
nella metà più uno (o anche al 45%...)
-se nessun candidato raggiunge la maggioranza si va al secondo turno: se partecipano i primi due si parla di
ballottaggio (comuni oltre 15k abitanti), altri criteri sono la percentuale minima di voti. L’esito è maggioritario:
vince una parte sola, quella che alla fine risulta l’unica eletta

Elezione organi collegiali= pluralità di persone


-far vincere una parte sola: si fanno votare liste di candidati, quella con più voti elegge l’intero organo, va
contro il principio del pluralismo mentre l’organo collegiale è rappresentativo
-obiettivo: tutti gli eletti non siano espressione dello stesso territorio/ partito

Formule maggioritarie: chi prende più voti conquista l’intera posta in palio; in genere si può garantire il
pluralismo politico e la rappresentanza del territorio di ogni collegio. Due varianti: plurality (turno unico: vince
il seggio chi ottiene più voti in ciascun collegio uninominale. UK) e majority (doppio turno: vince il seggio chi
prende la metà più uno dei voti, seconda votazione se non c’è il risultato). Risultato quasi proporzionale se i
partiti/coalizioni sono due presenti in ogni collegio uninominale
-fautori: garantisce la governabilità
-critici: la governabilità se c’è avviene a spese della rappresentanza

formule proporzionali: ripartiscono i seggi da assegnare in proporzione ai voti ottenuti da ciascun partito (100
seggi, 10 milioni di voti, il partito con 2 milioni di voti ha 20 seggi), la formula matematica (ce ne sono varie
con esiti diversi) garantisce il risultato proporzionale ma non garantisce la rappresentanza territoriale che può
essere assegnata con altre tecniche (collegi plurinominali). Può produrre se applicata in circoscrizioni piccole
un vantaggio per i partiti maggiori
-soglia di sbarramento: il partito che non prende almeno una certa percentuale non partecipa (5% in
Germania)
-non produce resti: in Spagna, non ci sono voti non usati nelle singole circoscrizioni da recuperare sul piano
nazionale
-fautori: assemblee fedelmente rappresentative
-critici: assemblee frammentate

NB: il tutto dipende dal sistema partitico, in UK la plurality ha prodotto governi monopartitici fino al 2010
(governo di coalizione); dal 2015 si è ritornati ai governi monopartitici

5. Elezioni parlamentari
Evoluzione delle formule elettorali: la costituzione non prevede la formula elettorale da usare per non
cristallizzare un sistema specifico. Le leggi elettorali sono andate mutando nel tempo
1948: due formule proporzionali (Camera: scrutinio di lista; Senato: collegi uninominali)
1953: Camera= premio di maggioranza per la coalizione con la metà+1 dei voti (mancato raggiungimento del
quorum)
1993: due nuove leggi elettorali per Camera e Senato, ¾ dei seggi in collegi uninominali con formula
maggioritaria (plurality); ¼ assegnato con formula proporzionale per avvantaggiare i partiti con meno seggi
maggioritari; sbarramento del 4% per l’assegnazione dei seggi alla camera
2005: legge di tipo proporzionale con premio, illegittima. Sistema su base interamente proporzionale corretto
da un premio di maggioranza; alla camera chi ottiene più voti ha 340 seggi su 630 (proporzione alterata), per
il senato è prevista una pluralità di premi regionali.
Problema: alla camera la coalizione vincitrice aveva una maggioranza certa, al senato invece l’esito era casuale,
frutto della somma dei beni distribuiti. Problemi per la governabilità
Sentenza 1/2014: non esiste un modello elettorale imposto dalla costituzione, il parlamento può scegliere il
sistema più idoneo ma bisogna valutare la ragionevolezza e la proporzionalità delle scelte compite (legge 2005:
irragionevole e sproporzionata). Il meccanismo produce un’alterazione della rappresentanza democratica
Premio di maggioranza= incostituzionale, assenza di una soglia minima di voti per assegnarlo
Usata per 3 elezioni: 2006-2008-2013 (contesto tripolare)

Liste bloccate: l’elettore doveva essere nella condizione di conoscere e valutare i candidati individualmente,
non tutti in blocco. La corte introduce il voto di preferenza. Il problema principale era quello delle candidature
multiple (candidati anche in tutte le circoscrizioni) con cui i vertici di partito potevano determinare a posteriore
l’elezione di molti candidati preferendoli ad altri

2015: diversa legge proporzionale (majority-assuring) con premio, mai applicata, incostituzionale. Riguarda
solo la camera e non sono ammesse coalizioni di liste (premio alla singola lista con quorum del 40%). Se non
si raggiunge il quorum si va al ballottaggio. Le liste sono presentate nei collegi plurinominali di piccole
dimensioni (numero limitato di candidati) per garantire la conoscibilità. Il capolista era eletto
automaticamente e può essere candidato in più collegi, gli ulteriori eletti non sono bloccati

Sentenza 35/2017: incostituzionale l’attribuzione del premio con il ballottaggio, prosecuzione della votazione
del primo turno. Non legittima l’elezione in più collegi del capolista (candidato bloccato)

l. 165/2017: sesta per la camera, quarta per il senato

Camera dei deputati e senato della repubblica

Legge elettorale 2017: modifiche al testo unico per l’elezione della camera e del senato con sistema nuovo ed
omogeneo con l’unica differenza che l’elezione del senato rimane su base regionale

sistema a prevalenza proporzionale: ha carattere misto, una quota più ampia dei seggi è attribuita con sistema
proporzionale, una più ridotta con sistema maggioritario a cui vanno aggiunti quella della circoscrizione estero.
-seggi suddivisi su base territoriale: Camera (618/392) ripartiti fra 28 circoscrizioni regionali/sub-regionali;
Senato (309/196) ripartiti fra le regioni; la ripartizione avviene in base al numero degli abitanti mentre al
senato vengono assegnati 7/3 senatori a ogni regione (Molise=2, Val d’Aosta=1). Circoscrizioni e regioni sono
suddivise in collegi nominali (232/147 per Camera, 116/74 al senato) e plurinominali (aggregazione di collegi
uninominali contigui a cui sono attribuiti dai 2 agli 8 seggi)

-liste singole e coalizioni: ogni forza politica può andare alle elezioni presentando i candidati nei collegi
uninominali e le liste nei collegi plurinominali o può formare una coalizione (apparentamenti) formata dalle
liste presentate da ciascuna di esse (stesso candidato nei collegi uninominali, no obbligo di presentare lo stesso
programma e indicare il capo della coalizione=candidato al PdelC)
-liste nei collegi plurinominali: minimo due e max. 4 candidati (liste corte), è possibile candidarsi con la stessa
lista a più collegi, massimo 5 ma non in più di un collegio uninominale
-riequilibrio della rappresentanza di genere: candidati presentati in ordine alternato per sesso, un sesso non
può essere rappresentato più del 60%, stessa cosa vale per la posizione di capolista
-scheda elettorale: nomi dei candidati nel collegio uninominale con sotto il simbolo delle liste ad esso collegate,
con l’elenco dei candidati di ogni lista nel collegio plurinominale

-come si vota: il voto è valido se: segno sul simbolo/sul nome del candidato (valido anche per la lista, ripartito
pro-quota in proporzione ai voti ottenuti nel collegio se collegato a più liste) /sul candidato e sulla lista. Non è
ammesso il voto disgiunto

-seggi maggioritari: eletti i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti in ciascun collegio
uninominale (maggioritaria plurality)
-a livello nazionale: determinare la cifra elettorale delle liste e delle coalizioni, la somma complessiva dei voti
ottenuti (non si computano le liste con meno dell’1%). Si tiene conto delle soglie di sbarramento
(10%=coalizioni, 3%=liste, 20% nel caso di regioni a statuto speciale)

-seggi proporzionali: quanti seggi spettano a ciascuna coalizione e alle liste sulla base delle cifre elettorali
nazionali (Camera) e regionali (Senato, con riparto formulato regione per regione con formula proporzionale).
Per il riparto viene usato il metodo del quoziente naturale e dei più alti resti (dividere il totale dei voti per il
totale dei seggi assegnando a ogni coalizione e lista tanti seggi quante volte il quoziente è contenuto nella
rispettiva cifra elettorale)
-camera: i seggi vengono restituiti alle singole circoscrizioni e poi ai singoli collegi plurinominali per far sì che
abbiano il numero di seggi prefissato. Senato: i seggi assegnati in ogni regione sono distribuiti nei singoli collegi
plurinominali
-proclamazione degli eletti: seguendo l’ordine in cui i nomi dei candidati nella lista appaiono sulla scheda (lista
bloccata). Candidato eletto nel collegio uninominale e plurinominale= eletto in quello uninominale; candidato
eletto in più collegi plurinominali= eletto nel collegio dove la sua lista ha preso meno % di voti
-seggi vacanti: primo non eletto in lista (plurinominali); suppletive (uninominali).
-NB: con questa legge è assai difficile che una coalizione/lista possa prendere la maggioranza assoluta dei seggi
(40% dei voti prevalendo in 70% dei collegi uninominali)

circoscrizione estero: 12 deputati/6 senatori (ora 8 e 4) con formula proporzionale, voto di preferenza senza
distinzione di genere. 4 ripartizioni continentali, avvantaggia le liste maggiori.

6. Elezioni regionali

Art. 122.1 (1999): la competenza in materia di sistema elettorale delle regioni a statuto ordinario spetta alla
legge regionale nei limiti stabiliti dalla legge di Stato. Le regioni individuano il sistema elettorale, promuovendo
parità di genere e potendo contestare l’elezione del presidente e giunta.

Preesistente disciplina statale: elezione diretta del presidente e della giunta in un solo turno, con elezione del
consiglio su base proporzionale con premio alla maggioranza per garantire la governabilità e il pluralismo
(sbarramento al 3%, deroghe per coalizioni)
Leggi elettorali regionali: varie varianti (Toscana: ballottaggio se non si supera il 40%), non c’è soglia minima
per il premio (eccetto nelle Marche), sono majority-assuring (eccetto Lazio e Marche)

7. Elezioni comunali

Competenza esclusiva dello stato: testo unico sull’ordinamento degli enti locali, distinzioni tra comuni con più
o meno di 15k abitanti

Comuni maggiori: scheda unica per sindaco e consiglio con nome dei candidati a sindaco e liste a cui ogni
candidato si collega (voto per 1 solo sindaco, per sindaco e lista, per lista con voto esteso al sindaco, voto
disgiunto, voto di lista per due candidati di genere diverso). Serve la maggioranza assoluta, sennò si va al
ballottaggio. Al candidato vincente è garantito un 60% dei seggi, il resto alle minoranze in base ai voti,
sbarramento al 3%

comuni minori: candidati con una sola lista ed un solo turno, il candidato vincente ha i 2/3 dei seggi, gli altri
sono ripartiti in modo proporzionale (doppia preferenza solo per i comuni sopra i 5k)

elezioni circoscrizionali: statuto del comune e regolamento comunale

8. Elezioni europee: vicino alla legge proporzionale pura ma dal 2009 non è più così (soglia di
sbarramento)

Formula: 76 seggi in 5 grandi circoscrizioni pluriregionali, possibile candidarsi nella stessa lista in ogni
circoscrizione; i primi due candidati in lista uomo e donna, soglia di sbarramento al 4%, 3 preferenze esprimibili
(per sessi diversi)

9. Legislazione elettorale di contorno= ciò che non attiene alla legge elettorale in senso stretto (pag. 258)

10. Popolo che delibera: referendum

Referendum: forma limitata ma suscettibile a più ampio utilizzo, è una votazione sulla basa di un quesito
sottoposto alla valutazione del corpo elettorale. Può avere carattere consultivo (parere da non disattendere)
o deliberativo (incide sull’ordinamento). È un gioco a somma zero, la volontà di chi prevale è volontà del popolo
senza mediazioni, non ci sono compromessi. È uno strumento di compensazione ed equilibrio; sono
referendum dal basso (dall’alto in Francia)

Referendum costituzionale (art. 138) = approvativo/confermativo

Quando: entro 3 mesi dalla pubblicazione di una legge costituzionale

Titolari del potere di richiedere il referendum: 1/5 dei componenti della Camera o del Senato; 500.000 elettori;
5 consigli regionali.
Ufficio centrale per il referendum (Corte di cassazione): decide sulla legittimità, entro 60gg il PR (deliberazione
del Consiglio dei ministri) indice il referendum tra il 50-70 giorno successivo
Quorum strutturale: non previsto perché non incide su una norma vigente
Referendum costituzionali svolti: 7/10/2001; 25/06/2006; 4/12/2016 per il superamento del bicameralismo
paritario; 20/09/2020 per ridurre il numero dei parlamentari
Referendum abrogativo (art. 75) = legislativo, per evitare che il parlamento fosse l’unico organo sovrano

Definizione: chiedere al corpo elettorale se vuole che sia abrogata una legge per intero/parti di essa
esprimendosi con un sì o no
Titolari: 500k elettori; 5 consiglieri regionali. No la frazione di parlamentari perché riguarda atti legislativi di
rango ordinario che esprimono un indirizzo politico di maggioranza, non è pensabile che una minoranza possa
chiedere un referendum per ogni legge approvata dal parlamento.

Limiti: oggetti che non possono essere sottoposti a referendum; la Corte costituzionale controlla
l’ammissibilità delle richieste (inammissibili: leggi tributarie, di bilancio, amnistia e indulto, ratifica). Vi sono
anche limiti ulteriori impliciti (interpretazione del testo) e logici (interpretazione dello spirito)
-costituzione e leggi formalmente costituzionali: art.138
-leggi a contenuto costituzionalmente vincolato: quelle per cui la Costituzione detta l’unica disciplina
-leggi a contenuto comunitariamente vincolato: diritto dell’UE
-atti legislativi ordinari con forza passiva peculiare: fonti specializzate (Patti Lateranensi)
-leggi collegate a quelle escluse dall’art. 75.2: leggi di autorizzazione alla ratifica, di esecuzione
-leggi obbligatorie/necessarie: previste dalla Costituzione (legge sulla modalità di attuazione del referendum)

Referendum su leggi elettorali: leggi necessarie al funzionamento degli organi costituzionali ma a contenuto
libero. Sono inammissibili le richieste di abrogazione totale (in contrasto con il principio di continuità degli
organi costituzionali), ma va bene l’abrogazione parziale (es. 1993 legge elettorale del senato da proporzionale
a maggioritaria)

il quesito: chiaro, univoco, omogeneo, scelta tra l’alternativa secca. Inammissibile la pluralità di domande
eterogenee che impediscono una risposta univoca. Se c’è una pluralità di disposizioni diverse è ammissibile se
è omogeneo, riconducibile ad un comune principio abrogativo che le tiene insieme (capire qual è l’oggetto
dell’abrogazione, conseguenze e fine)

indizione del referendum: deliberazione del Consiglio dei ministri, il PR indice il referendum tra 15 aprile-15
giugno, non nell’anno delle elezioni politiche

esito: bisogna aver raggiunto il quorum strutturale (la metà+1 degli aventi diritto); l’ufficio centrale per il
referendum comunica il risultato e il decreto ha effetto dal giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta (ritardo
di 60 gg: per non creare un vuoto legislativo). Se prevalgono i no, non si può proporre un referendum sulle
stesse disposizioni, devono essere passati 5 anni.

Procedimento interrotto: se viene approvata la legge che abroga le norme oggetto della richiesta; no in caso
di disciplina che non modifichi principi ispiratori/contenuti essenziali (trasferimento del quesito sulla nuova
disciplina per tutelare i promotori). Es. 2011 referendum in materia di energia nucleare

Modificazioni territoriali: 1. Legge costituzionale: nuova regione (fusione o no); 2. Legge ordinaria:
provincia/comune si staccano da una regione

Regionali e locali: leggi e provvedimenti amministrativi della regione/materie di competenza locale. Vengono
sentite le popolazioni interessate (nuovi comuni e denominazioni)

Altri: di indirizzo, sulla costituzione europea con legge costituzionale introduttiva per consultazione una
tantum

11. Referendum abrogativo nella prassi

maggio 1974: primo referendum abrogativo, introduce il divorzio. Da allora i referendum sono numerosi,
facendo della democrazia italiana quella che in Europa ha fatto più di frequente ricorso a tale strumento, ad
eccezione della Svizzera. Il fenomeno referendario segna la storia costituzionale e politica italiana per tre
decenni, inizia a manifestare segni di logoramento dopo i referendum del 1995, falliti per mancanza del
quorum.
12. Popolo che partecipa: i partiti
Art. 49: ai cittadini è riconosciuto il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo
democratico alla politica nazionale

Innovazione: ruolo che i partiti hanno, attribuendogli una funzione istituzionale, paura di interferenze dello
stato nella vita dei partiti.

Dibattito sul metodo democratico: viene riferito al rapporto tra partiti, alla competizione politica e non
all’organizzazione interna. I partiti non venivano sottoposti a controlli dei loro statuti e attività (negli altri
ordinamenti: democrazie protette)

XII disposizione transitoria: vieta la riorganizzazione del partito fascista sotto qualsiasi forma (scioglimento
ordine nuovo e avanguardia nazionale)

Controlli di natura finanziaria: forme di finanziamento pubblico dei partiti, reato di finanziamento illecito. Con
il referendum 1993 la volontà popolare era contro il finanziamento pubblico ma varie leggi lo hanno
reintegrato con rimborsi elettorali (non commisurati alle spese, corrisposti anno per anno), utilizzo
fraudolento; sono stati ridotti e aboliti nel 2017

Finanziamento dei partiti: erogazioni liberali di privati (detrazioni fiscali, pubblici quelli sopra i 500 euro); 2 per
mille (contribuzioni indirette)

Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici:
organismo con sede presso la Camera dei deputati. Gli statuti vengono pubblicati nella Gazzetta

Partitocrazia: eccessivo potere dei partiti, tendenza a impadronirsi delle istituzioni rappresentative

13. Altri istituti di partecipazione politica

petizione art 50 cost.: rivolta a chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità. I regolamenti
delle due Camere dispongono che siano esaminate in commissione; difficile che le petizioni abbiano seguito.
Limite: l’esclusione di azioni a sostegno di interessi puramente personali, il fine è chiedere provvedimenti
legislativi o esporre comuni necessità.
iniziativa legislativa popolare ex art.71.2 Cost.: 50mila elettori possano presentare un progetto di legge a una
delle due Camere. La camera poi prevede al controllo delle firme e alla regolarità dell’iniziativa; i progetti di
legge di iniziativa popolare non decadono a fine legislatura, non devono essere ripresentati (influenza: limitata)
il parlamento
1. Origine dei parlamenti
Monarchia: il re convocava a parlamento baroni e nobili; la trasformazione avviene in UK con la conquista di
guarentigie per i membri dell’assemblea, potere di eliminare i funzionari colpevoli, autoconvocarsi, decidere
che materie trattare.
1701, act of settlement: il parlamento stabilisce l’ordine di successione al trono= NASCITA DEL PARLAMENTO
MODERNO sovrano e bicamerale, influisce su re e scelta dei ministri, condizionando l’esecutivo; afferma il
suo ruolo in conflitto constante con il re, concependo la divisione dei poteri in modo rigido
(legislativo/esecutivo)
Evoluzione delle assemblee: luogo dello scontro politico, fra chi governa e chi si oppone, funzione di
controllo sull’amministrazione

2. Parlamento in Italia

1948: erede del parlamento monarchico, erede del parlamento dello Statuto albertino (1848);
parlamento statutario: bicameralismo differenziato (i due rami hanno funzioni diverse e sono formati in
modo diverso), non paritario e disuguale. Prevale il principio rappresentativo a cui i governi si rivolgevano
per ottenere sostegno politico e i governi suggeriscono al re le personalità da nominare senatori (immissione
di uomini di stretta fiducia governativa per garantire l’esecutivo)

parlamento fascista: camera dei fasci e delle corporazioni, rifiuto del pluralismo, dogma dell’unità dello stato,
tutte le categorie concorrono alla funzione legislativa

Assemblea costituente: dibattito


-una camera sede delle autonomie territoriali:
-bicameralismo: processo legislativo ponderato e moderato (DC)
-monocameralismo: il popolo sovrano è uno, non si può dividere in più organi che lo rappresentino
(comunisti e socialisti)

Compromesso: due camere espressione della sovranità popolare, Senato rappresentanza su base regionale;
è paritario e indifferenziato, perfetto (due camere sullo stesso piano). L’unica differenza era la durata (6
senato e 5 camera) che non ha trovato applicazione (scioglimenti tecnici, poi modificato l’art. 60); la
rappresentatività e la legittimazione del senato prima erano minori (25 anni elettorato attivo), ora no con la
modifica dell’elettorato attivo, sceso a 18 anni.

3. Composizione

Organo: Camera dei deputati e senato della repubblica con 630 deputati e 315 senatori (dalla prossima
legislatura: 400 e 200), più i senatori a vita (ex presidenti della repubblica e 5 di nomina presidenziale, art.
59), elette a suffragio universale e diretto

Elettorato passivo: 25 anni per la camera, 40 per il senato, art. 65.1 prevede casi di incompatibilità e
ineleggibilità

-incompatibilità: stabilite dalla Costituzione (per membri dell’altra camera, del consiglio superiore della
magistratura, giunte regionali, giudici costituzionali) / per legge (parlamento europeo, sindaco +15k), bisogna
optare per una delle cariche

-ineleggibilità: presidenti di provincia, sindaci +20k, capo/vice della Polizia di stato, prefetti/vice, funzionari di
polizia, proprietari di società che operano per lo Stato, magistrati (eleggibili se in aspettativa) = eleggibili se
ha cessato l’attività 6 mesi prima della legislatura/7 giorni dallo scioglimento anticipato

-incandidabilità: introdotta per regionali e amministrative, poi estesa, preclude la possibilità di esercitare il
diritto di elettorato passivo (condanna definitiva, abuso di poteri, violazione di doveri); si viene cancellati
dalla lista ma se avviene nel corso della legislatura è la camera di appartenenza che decide (caso Berlusconi)

Circoscrizioni estero: rottura rispetto alla continuità rappresentanza-popolo-territorio

4. Durata della carica

Una legislatura= 5 anni, prorogabile solo se c’è lo stato di guerra. I poteri sono prorogabili fino a cui non si
riuniscono le nuove camere per garantire la continuità
Prorogatio: copre il vuoto che si verrebbe a creare, diversa dalla proroga che è lo spostamento in avanti di un
termine disposto per legge
Art. 88: scioglimento anticipato

5. Parlamento in seduta comune

Art. 55.2: nell’aula dei deputati per funzioni elettive (collegio elettorale); presieduto dal presidente della
camera, con ufficio di presidenza e regolamento della camera. Si vota a maggioranza qualificata
-elezione PR (indetta dal pr della camera), giuramento e stato d’accusa
-1/3 componenti consiglio superiore della magistratura; 1/3 componenti Corte costituzionale e 45 cittadini
come giudici aggregati ai fini dello stato d’accusa

6. Organizzazione e funzionamento

Diritto parlamentare: fonti costituzionali, autonomia parlamentare (regolamenti), consuetudini e prassi

Regolamenti parlamentari: approvati a maggioranza assoluta dei componenti, oggetto di riserva di


regolamento parlamentare, materia non disciplinabile da altra fonte di rango sub-costituzionale. I
regolamenti sono vigenti dal 1971 ma sono stati oggetto di modifiche (2017, Senato)

Sedute: pubbliche ma può essere deliberata la seduta segreta (rara). Vengono redatti sommari e stenografici
(verbali), tutto disponibile sul web. I componenti del governo hanno diritto di assistere, obbligati se richiesti

Quorum: funzionale (maggioranza semplice, alcuni casi qualificata) voto favorevole della maggioranza dei
presenti, ma deve esserci anche quello strutturale/numero legale (formato anche dagli astenuti) la
maggioranza dei componenti (senatori in missione non calcolati, deputati in missione considerati presenti);
se non valide o si sospende per un’ora o si toglie la seduta.

7. Status giuridico dei parlamentari

Verifica dei poteri: le camere giudicano i titoli dei candidati

-Divieto di vincolo di mandato: ogni parlamentare risponde alla sua coscienza e rappresenta l’intera nazione
(caso 5stelle: penale per parlamentare che abbandona il gruppo/viene espulso)
-Indennità: entro un tetto (stipendio dei magistrati con f. di presidente di sezione della corte di cassazione),
calcolato il 70%+ spese di soggiorno, rimborsi vari, trasporti gratuiti, assegno di fine mandato, assistenza
sanitaria integrativa, pensione su base contributiva (prima vitalizio) ma devono comunicare beni, reddito…
-immunità: per garantire il libero esercizio delle funzioni ed evitare prevaricazioni. Si distinguono in:
-insindacabilità: per come votano e cosa dicono
-inviolabilità: nessuna limitazione nella libertà personale a meno che la camera non l’autorizzi. Se il
parlamentare è colto in flagrante nel compiere un delitto, l’arresto è obbligatorio e anche in caso di
condanna detentiva passata (revisione 1993). Problema sul come si deve interpretare nell’esercizio delle
funzioni, per esempio, se accusato di diffamazione: guardare se c’è il nesso funzionale fra dichiarazioni fatte
fuori dalla camera e attività parlamentari (dichiarazioni= riproduzione di atti parlamentari; caso Sgarbi)

8. Organi delle camere

Presidenti delle camere: eletto nella prima seduta a maggioranza qualificata con compito di rappresentare
all’esterno la camera e assicurare il corretto e ordinato svolgimento e il buon andamento, fa osservare il
regolamento e dirige le sedute. Viene interpretata come magistratura imparziale (Crispi, 1876) che assicura il
corretto funzionamento; ha poteri di nomina di alcune autorità indipendenti. Erano eletti tra le personalità
del partito d’opposizione (1976-1994) ma dati i rilevanti poteri è eletto tra i partiti della coalizione
maggioritaria; XVIII legislatura: maggior partito e maggior coalizione (Fico e Casellati); non c’è un rapporto
fiduciario
Vicepresidenti: coadiuvano i presidenti
Questori: funzioni amministrative
Segretari: processo verbale

Ufficio di presidenza/consiglio di presidenza: rappresenta tutti i gruppi parlamentari e ha compiti


amministrativi (bilancio interno), sulla disciplina dei comportamenti in aula (sanzioni) e di natura politico-
organizzativa (gruppi e commissioni). Ha potere normativo su amministrazione, contabilità e personale
(regolamenti minori)
Conferenza dei presidenti dei gruppi/capigruppo: assiste il presidente nei lavori dell’assemblea ed è
composta dai presidenti dei gruppi p. e il governo può inviare un rappresentante; delibera a unanimità del
senato e maggioranza qualificata dei ¾ della Camera e se non si decide provvede il presidente

agenda parlamentare: programma dei lavori e il calendario (su cui si basa l’ordine del giorno); ha valore
politico (in base al tempo a disposizione la maggioranza può approvare proposte del programma di governo
e l’opposizione può sollevare argomenti per mettere in imbarazzo il governo)

giunte: organi collegiali con funzioni tecnico-giuridiche presieduti per prassi da un parlamentare
dell’opposizione
g. per il regolamento: pareri al presidente nell’interpretazione del regolamento; g. delle elezioni: verifica
delle operazioni elettorali; g. delle elezioni e delle immunità: al senato, una sola
comitato per la legislazione (Camera): maggioranza e opposizione, presieduto a turno, esprime pareri su
qualità, omogeneità, semplicità e chiarezza delle proposte in esame

commissioni permanenti: 14 suddivise per competenza svolgono funzioni essenziali e costituzionalmente


necessarie (solo fase istruttoria= relazioni, testo base della proposta di legge/ intero procedimento:
approvazione di progetti di legge); svolgono funzioni consultive (pareri su atti normativi del governo).
Componenti: designati dai singoli gruppi parlamentari, composizione che rispecchia la loro proporzione (ogni
gruppo ha in commissione un numero di rappresentanti commisurato alla % di parlamentari che aderiscono;
quelli in maggioranza in assemblea lo sono anche in commissione e se non si divide può eleggere i presidenti
in tutte le commissioni permanenti).
Presidenza della commissione: il presidente la rappresenta, convoca, riferisce in assemblea (delega un
relatore)
Commissioni speciali: ad hoc per progetti complessi, rare, si formano dopo il voto di fiducia (es. c.
straordinaria per i diritti umani, c d’inchiesta)
Commissioni bicamerali: numero uguale di deputati e senatori per funzioni di entrambi i rami (es. questioni
regionali, procedimenti d’accusa)
Copasir: 5 deputati e 5 senatori, controllo sui servizi segreti e sull’uso del segreto di stato

Gruppi parlamentari: nati nel 1920, sono strumento di organizzazione dei partiti politici e hanno duplice
natura, associazioni di parlamentari e soggetti necessari al funzionamento dell’assemblea; ognuno ha statuto
e regolamento. I parlamentari entro un paio di giorni dalle elezioni devono dichiarare a quale gruppo
appartengono (senno sono nel gruppo misto) e il numero minimo è di 10 senatori e 20 deputati (deroghe per
partiti organizzati sul territorio autorizzati dall’ufficio di presidenza). Al senato= partito/movimento con
candidati con lo stesso contrassegno alle elezioni (eccezioni; alla camera il requisito numerico è inderogabile
tranne per il gruppo delle minoranze linguistiche)
Gruppi di partiti diversi: nella stessa coalizione ma poi moltiplicazione dei gruppi dovuta scissioni
Ruolo dei gruppi: designano i componenti di altri organi (commissioni), sono riconosciute risorse e il tempo
d’aula (facoltà di intervenire; parte limitata per interventi a titolo personale)

9. Funzioni delle camere

In senso tecnico giuridico: poteri che un organo ha il dovere di esercitare in vista del soddisfacimento degli
interessi di terzi e della collettività; è l’esercizio della funzione legislativa (13 articoli)
In senso istituzionale: ruolo nell’ordinamento, derivante dal complesso di poteri attribuiti (rapp. Fiduciario, f.
di indirizzo, controllo e d’informazione)

10. Procedimento legislativo

Iniziativa:
titolari: governo (principale, proposte di natura politica), membri del parlamento (nella camera di
appartenenza), popolo con i 500k elettori, consiglio regionale e nazionale dell’economia e del lavoro
istruttoria (art. 72.1): progetto redatto in articoli assegnato al presidente di una commissione permanente
(per competenza) e le altre possono essere chiamate a esprimere un parere (per alcune richiesto quasi
sempre, commissioni filtro)

deliberativa: 3 procedimenti e possono intersecarsi tra loro (passando da un procedimento all’altro)

normale/in sede referente: la commissione ha un compito istruttorio (informazioni: obiettivi, congruità dei
mezzi, chiarezza, oneri e coperture) e il presidente/relatore riferisce sul progetto; la commissione discute il
progetto in via generale, lo esamina, invia il testo con i pareri all’assemblea e il relatore riferisce (forma
orale/scritta, relazione di maggioranza e minoranza)

deliberante/in sede legislativa: quando vi è un largo consenso (se non si oppongono governo, 1/10 dei
componenti della camera, 1/5 della commissione), fenomeno limitato, procedimento escluso per alcune
materie dall’art. 72.4 e dai regolamenti delle camere

misto/in sede redigente: la commissione formula un testo semi-definitivo, l’aula lo vota senza proporre o
votare modifiche

discussione in aula: procedimento normale


-discussione generale, deputati e senatori dibattono sulle linee generali
-esame e votazione articolo per articolo, discussione e votazione di ogni articolo e sugli emendamenti
(proposte di modifica, votando quelli soppressivi, modificativi, aggiuntivi e l’articolo come eventualmente
emendato)
-dichiarazioni di voto finale, i rappresentanti di gruppo rendono noto come si esprimeranno sul testo e la
votazione finale

Messaggio all’altra camera: approvato previo coordinamento formale, trasmesso con messaggio al
presidente dell’altra camera. Ogni modificazione implica il ritorno all’altra camera (navette: su e giù)

Procedimenti abbreviati in seconda lettura: la camera a cui è stato rinviato il progetto riesamina solo ciò che
è cambiato (ne bis in idem, non si mette in discussione ciò su cui è già pronunciato). Una volta approvato lo
stesso testo da entrambe le camere il messaggio con l’approvazione conforme viene mandato al PR per la
promulgazione e al ministro della giustizia per la pubblicazione

procedimenti legislativi speciali: diversi da quelli ordinari


-esame dei ddl di conversione di decreti-legge (termini stringenti, limiti a emendamenti)
-esame dei progetti di legge costituzionale (non emendabili in seconda lettura)
-esame del ddl di bilancio (sessione dedicata)
-esame del ddl di delegazione europea e di legge europea (alla commissione politiche dell’UE,
scadenze prestabilite)

Leggi costituzionali art. 138: letture alternate Camera-Senato, la seconda lettura ha per oggetto il progetto
già approvato in prima lettura nel suo complesso, non si votano i singoli articoli, non si pongono
emendamenti, subito alle dichiarazioni e voto finale

11. Ciclo annuale di bilancio

Bilancio di previsione: da votare, documento presentato dal governo con l’elenco delle spese previste per
l’anno successivo e delle entrate per finanziarle

Art. 81: riformato nel 2012, detta le disposizioni in materia di bilancio: annualità della legge e del rendiconto
consultivo, principio dell’equilibrio delle entrate e delle spesse in funzione delle fasi del ciclo economico, limita
il ricorso all’indebitamento consentito solo per ciclo negativo/eventi eccezionali (autorizzazione delle camere
a maggioranza assoluta); se comporta oneri aggiuntivi bisogna specificare i mezzi per farvi fronte (copertura
finanziaria: nuove entrate/taglio delle spese). Il contenuto della legge è riservato ad una fonte specializzata
con le norme del caso

31 dicembre: approvazione del bilancio, può essere concesso dal parlamento l’esercizio provvisorio (max. 4
mesi): il governo spende le risorse mese per mese in misura non superiore a 1/12 di quelle previste dal bilancio
dell’anno precedente

Disciplina del ciclo di bilancio: l. 31 dicembre 2009, strumenti e tempi della programmazione economica e
finanziaria adeguate alle regole ue (regolamento n 1175/2011= semestre europeo per il coordinamento delle
politiche economiche; n. 473/2013=calendario di bilancio comune)

Ciclo di bilancio coordinato Ue-Italia: inizia in Italia con le linee guida formulate tra gennaio e marzo a livello
europeo (priorità strategiche ue, orientamenti verso i singoli stati)

10 aprile: il governo sottopone alle camere il DEF (documento di economia e di finanza) che contiene il
programma di stabilità (obiettivi per i prossimi 3 anni) e il programma nazionale di riforma (riforme strutturali,
occupazione e competitività), le camere deliberano

Fine aprile: il DEF inviato a Bruxelles

Fine giugno: il governo predispone il rendiconto generale dello stato con riferimento all’anno precedente e
presenta il disegno di legge di assestamento per riportare i conti in linea di bilancio

Giugno/luglio: il consiglio dell’unione si pronuncia sul programma di stabilità e nazionale di riforma con
raccomandazioni e suggerimenti

27 settembre: il governo presenta la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (nadef,
nuovi obiettivi programmatici)

20 ottobre: il governo presenta il disegno di legge di bilancio con la manovra di finanza pubblica (unico testo
con legge di stabilità e bilancio di previsione) illustrata nel documento programmatico di bilancio (parere della
commissione eu entro novembre)

Fine ottobre-fine dicembre: sessione di bilancio per la discussione e la votazione della legge di bilancio, è
disciplinata dai regolamenti parlamentari con termini e limiti rigorosi

Legge di bilancio: divisa in due sezioni:


-prima sezione: contenuti della legge di stabilità con livello massimo del ricorso al mercato finanziario e del
saldo netto da finanziare (differenza entrate e spese), modifica norme di spesa e entrata e ne introduce di
nuove, fissa i fondi speciali per la copertura finanziaria e i fondi per il rinnovo dei contratti pubblici. Non può
contenere norme di delega e interventi di natura localistica o microsettoriale. Le riforme di tipo strutturale
sono oggetto di disegni di legge collegati alla manovra finanziaria
-seconda sezione: contenuti del bilancio di previsione. Fotografia delle entrate e delle spese, autorizza
l’amministrazione dello stato a riscuotere le entrate e disporre le spese

Ufficio parlamentare di bilancio (upb): organismo indipendente di controllo, analisi e verifiche sulle previsioni
macroeconomiche, andamenti di finanza pubblica e regole di bilancio nazionali ed europee

12. Legge di delegazione europea e legge europea

Legge la pergola 86/1989: istituzione della legge comunitaria, periodico adeguamento dell’ordinamento
interno agli obblighi ue
Adempimento annuale: ispirato al modello della legge di bilancio; la legge comunitaria attuava in piccola parte
gli obblighi, lasciando il compito al governo che lo eseguiva con decreti legislativi e regolamenti. Non è mai
stata prevista una sessione; lo scopo di una legge ad hoc è evitare che lo stato incorra in procedure di infrazione
per mancato adempimento degli obblighi ue

l. 24 dicembre 2012 n. 234: riforma delle norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e
all’attuazione della normativa e delle politiche ue; istituisce la legge di delegazione europea e la legge europea
ed il governo presenta alle camere i due disegni di legge entro febbraio (luglio, altro disegno per il secondo
semestre)
legge di delegazione europea: disposizioni che conferiscono al governo deleghe legislative per l’attuazione
delle direttive ue; autorizzazione al governo per recepire le direttive nelle materie non coperte da riserva
assoluta di legge; principi fondamentali nel rispetto dei quali le regioni esercitano la loro competenza
normativa per recepire gli atti ue
legge europea: modifica/abrogazione di norme statali in contrasto
effetti: positivi per alcuni anni, dal 2018 le difficoltà del sistema hanno provocato l’abbandono del ritmo e
nuovi ritardi

13. Procedure di indirizzo

Funzione di indirizzo politico: indicare al governo cosa si deve fare e a quale fine nel rispetto di principi e
interessi. Ci sono indirizzi espressi in forma di legge, ma l’indirizzo è determinato anche con strumenti
diversi, i principali riguardano il rapporto fiduciario (mozione di fiducia-questioni di fiducia e mozioni di
sfiducia), gli altri sono usati per integrare l’indirizzo politico generale:

mozioni: per provocare una deliberazione su un qualsiasi argomento (muoversi in una direzione) e vengono
esaminate e votate (discussione, esame emendamenti, votazione). Se vengono approvate due mozioni
uguali, queste hanno forza politica forte. L’inosservanza da parte del governo viene sfruttata. Richiedono un
numero minimo di proponenti

risoluzione: stessa finalità della mozione ma cambiano le circostanze; presentata a fine dibattito originato da
comunicazioni del governo (informative: no risoluzioni) o come atto di indirizzo presentato e votato in
commissione (opera in sede politica)

ordini del giorno di istruzione al governo: nel corso dell’esame di un progetto di legge o mozione e sono
l’atto più blando, traduce, con l’assenso del governo, emendamenti non accettati in promessa a futura
memoria

margini: circoscritti dai termini del rapporto governo e maggioranza (questione irrilevante: maggioranza
lasciata libera, unendo i voti all’opposizione). Quando la maggioranza presenta un atto concordato con il
governo questo si adopera per ricondurlo al proprio indirizzo prima della votazione (apprezzamento). Su ogni
deliberazione il governo può porre la questione della fiducia
opposizione: ha l’obiettivo di conquistare spazio parlamentare, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica
su proposte e danni ad opera della maggioranza. Può presentare progetti di legge facendoli conoscere agli
elettori come alternativa a quelli del governo

14. Procedure di controllo e informazione: strumenti del singolo parlamentare, delle commissioni e
dell’assemblea

Interrogazioni e interpellanze: rivolte al governo


Interrogazioni: domanda per iscritto al ministro competente per chiedere informazioni/conferma e il
governo risponde in forma orale/scritta; l’interrogatore si limita a dire se è soddisfatto o no della risposta e
perché, non c’è dibattito. Question time: interrogazioni a risposta immediata una volta settimana in diretta
televisiva
Interpellanze: domande per sapere dal governo perché si è comportato così, preludono ad un giudizio
politico, l’interpellante può illustrarle, parlare a lungo e presentare una mozione che inneschi un dibattito al
termine del quale la camera detta i suoi indirizzi
Audizioni e indagini conoscitive: anche in sede congiunta
Audizioni: svolte dalle commissioni che chiedono ai ministri di riferire su questioni politiche e amministrative
o a dirigenti di intervenire.
Indagini conoscitive: serie coordinate di audizioni, stenografate, si concludono con un documento sui risultati

Commissioni d’inchiesta art.82: materie di pubblico interesse, composte in modo da rispecchiare la


proporzione dei gruppi, stessi poteri e limitazioni dell’autorità giudiziaria. Sono lo strumento di controllo più
incisivo, le persone da ascoltare vengono convocate. Verte su questioni scottanti e viene imposta
dall’opposizione e dall’opinione pubblica. Possono essere istituite da ciascuna camera con delibera o per
legge (composizione bicamerale, con poteri oltre quelli dell’autorità giudiziaria: materia di segreto),
conclusione: relazione di maggioranza e di minoranza

15. Altre funzioni

Funzioni giurisdizionali: contestazioni relative al procedimento elettorale, nelle elezioni politiche (tutela
dell’indipendenza del parlamento); autodichia: giurisdizione domestica sui ricorsi contro provvedimenti in
materia personale adottati dagli uffici di presidenza; i ricorsi sono decisi da organi interni, è riflesso
dell’autonomia parlamentare
Funzioni amministrative: autonomia di bilancio e contabile con commissioni parlamentari bicamerali
(gestione diretta: tribune elettorali)

16. Programmazione dei lavori e sistemi di votazione

Metodo della programmazione: lavori cadenzati secondo criteri concordati dalla conferenza dei capigruppo

Contingentamento dei tempi: i procedimenti devono concludersi entro una certa data prefissata, il tempo
disponibile è ripartito in quote fra governo, relatori, rappresentanti dei gruppi, parlamentari che intervengono
a titolo personale. Ci sono casi di deroga e sforamento dei tempi. Non si applica alla Camera per i disegni di
legge di conversione di decreti-legge

Ghigliottina: votazione finale indipendentemente dalla conclusione delle precedenti fasi d’esame per rimanere
nei tempi previsti

Calendari: traduzione dell’agenda di tre settimane della programmazione generale dei lavori stabilita per 2/3
mesi

Modalità di votazione: riforma dei regolamenti del 1988 che ridimensiona l’ambito d’applicazione del voto
segreto (stragrande maggioranza a scrutinio palese registrando o no come si è votato). Impossibili le imboscate
al governo da parte di parlamentari della maggioranza (franchi tiratori); effetto stabilizzante e rafforzamento
del governo
Ostruzionismo: opposizione che utilizza in modo esasperato le facoltà previste dal regolamento per ritardare
e impedire che l’assemblea deliberi. Lo si fa nella convinzione che il compito dell’opposizione sia quello di
ostacolare il governo nel perseguimento del programma (si presentano migliaia di emendamenti, nel 2016
80m/ continue verifiche del numero legale= 500 in 3 giorni). La maggioranza è obbligata a presiedere l’aula
per assicurare la maggioranza e il quorum strutturale.

17. Governo in parlamento

Parlamentarismo: presuppone la collaborazione fra governo e parlamento


Prerogative del governo: la costituzione gliene attribuisce poche riguardo all’andamento dei lavori
parlamentari (diritto di partecipare, parlare, far sì che sia eseguito il procedimento normale, decretazione
d’urgenza, incidere sull’ordine del girono). Il governo ha l’obbligo di dimettersi se viene battuto su una
proposta sulla quale non ha posto la fiducia
Questione di fiducia: i regolamenti parlamentari disciplinano il rapporto fiduciario. La questione di fiducia
consiste nell’annuncio formale fatto dal governo, nell'imminenza di una qualsiasi votazione parlamentare, che
esso la considera tanto rilevante ai fini del proprio indirizzo che si dimetterà nel caso in cui l'assemblea si
pronunci negativamente. Consuetudine costituzionale, dal 1848

Rinnovamento del governo parlamentare: determina l’agenda parlamentare, verificare la compattezza della
maggioranza…

Prassi: ricorso alla fiducia frequente, strumento per far approvare le iniziative legislative del governo
Fiducia sui maxiemendamenti: è un emendamento sostitutivo di molti articoli, attribuisce al governo un voto
bloccato. La votazione sulla questione di fiducia ha la precedenza su tutti gli altri emendamenti e se approvata,
questi decadono. Viene utilizzata per obbligare la maggioranza a votare come il governo chiede e per
combattere l’ostruzionismo. È criticata alla luce dell’art. 72,1 (approvazione articolo per articolo)

18. Parlamento e altri soggetti

PR: lo elegge e ascolta il giuramento, riceve messaggi, trasmette leggi, ne riceve il rinvio, i presidenti dei gruppi
possono essere ascoltati dal PR in vista della formazione del governo; i p. delle camere sono ascoltati per la
formazione del governo, scioglimento delle camere, può metterlo in stato d’accusa
CC: elegge 1/3 dei giudici, le sue leggi sono sottoposte al controllo di costituzionalità, sostiene l’accusa al PR
davanti alla corte a composizione integrata
Magistratura: elegge 1/3 dei componenti, funzioni di indirizzo e controllo sul modo come il ministero della
giustizia provvede a organizzazione e funzionamento
Regioni: commissione parlamentare per le questioni regionali, sentita in caso di scioglimento di un consiglio
regionale/rimozione p. regione
Ue: commissione permanente politiche dell’UE (esame in sede referente della legge di delegazione europea e
della legge europea, esame in sede consultiva di schemi di atti del governo attuativi delle direttive ue, esame
in sede politica di atti e progetti ue), partecipa alla fase ascendente e discendente

Presidente della repubblica

1. Origini

Capo dello stato: posizione più alta, può essere un organo collegiale (Svizzera) o monocratico (PR/monarca di
estrazione ereditaria= 6 monarchie in Eu)
Ruolo: titolare del potere esecutivo, anche solo in relazione ad alcune materie nelle repubbliche presidenziali
o semi. Ha caratteristiche di rappresentanza nelle repubbliche parlamentari, diventando arbitro/garante delle
istituzioni, compito datogli dalla costituzione o dalla prassi

2. Elezione e durata

Art. 83 Elezione: dal parlamento in seduta comune integrato da 58 delegati regionali (3 per ogni regione, 1 per
la Val d’Aosta, allarga la legittimazione del presidente che rappresenta l’unità nazionale) con maggioranza
qualificata (2/3 del collegio nelle prime tre votazioni, poi maggioranza assoluta dei componenti; coì è garantito
un alto consenso)
Requisiti: cittadino, minimo 50 anni, diritti civili e politici, la carica non è compatibile con altre e non c’è limite
al numero di mandati; gode di assegno personale e dotazione finanziaria
Carica: dura 7 anni, durata lunga che svincola da legami politici immediati con l’organo che lo elegge; cessata
la carica diventa senatore di diritto a vita (rinuncia: per candidarsi a cariche elettive)
Apparato amministrativo: segretariato generale della presidenza della repubblica; segretario generale a capo
di una struttura organizzata in uffici con i consiglieri e servizi, con 745 dipendenti e 700 addetti alla sicurezza
per un bilancio annuo di 224 milioni di euro
Supplenza: quando il PR non può adempiere alle funzioni temporaneamente e passano al presidente del
senato della Repubblica; interpretazione misurata del ruolo e rispetto del buon funzionamento delle
istituzioni; si deve attenere agli atti di ordinaria amministrazione astenendosi da iniziative non concordate con
il PR; il pieno esercizio della supplenza lo si ha nel caso di una grave malattia che faccia sperare in una ripresa
Impedimento permanente: decreto con cui si assegnano le funzioni al presidente del senato. (caso PR Segni:
l’impedimento viene constatato d’intesa tra i presidenti delle camere e avviata la supplenza, si stava per
adottare l’impedimento permanente ma arrivò una lettera di dimissioni)
Dimissioni: Segni, Leone (campagna politico-giornalistica), Cossiga (critiche), Napolitano; alcuni si sono dimessi
con lieve anticipo per accelerare la successione (Pertini, Scalfaro, Ciampi, Napolitano)

3. Attribuzioni

Funzione di garanzia: figura che non ha funzioni di indirizzo politico ma di garanzia; la figura va ricostruita
attraverso le attribuzioni giuridiche e la prassi affermatasi dal 1948; il testo costituzionale ha delle
inadeguatezze perché gli assegna poteri rilevantissimi (p. esecutivo e legislativo e giurisdizionale) ma i suoi atti
sono riconosciuti validi solo se controfirmati da un componente del governo (controfirma ministeriale: nel
regime monarchico indicava l’inviolabilità del sovrano, i ministri assumevano ogni responsabilità giuridica)
ministri proponenti che ne assumono la responsabilità (come se non fossero atti del PR): in realtà c’era scritto
competenti, può assumere dunque significato di proposta o di assunzione di corresponsabilità e controllo

atti presidenziali: sono a lui formalmente intestati ma in realtà sono deliberati dal Consiglio dei ministri (atti
governativi?). LA CONTROFIRMA ASSUME VALORE DIVERSO A SECONDA DEGLI ATTI DI CUI RAPPRESENTA IL
COMPLETAMENTO (s. 200/2006)

poteri presidenziali: alcuni figli di prerogative regie (potere di grazia, potere di rinvio= partecipazione attiva
del re alla funzione legislativa)
-rappresentanza esterna: accredita e riceve rappresentanti, ratifica i trattati, dichiara lo stato di guerra visite
ufficiali
-funzioni parlamentari: nomina 5 senatori a vita, convoca le camere in via straordinaria e gli invia messaggi,
indice le elezioni e fissa la prima riunione delle nuove camere, le scioglie (nei 6 mesi prima della fine del
mandato se coincidono con gli ultimi 6 mesi della legislatura)
-funzione legislativa: promulga leggi, atto di rinvio, autorizza la presentazione dei ddl del governo, emana atti
del governo
-funzione esecutiva e di governo: nomina il PdC e i ministri, consultazioni, giuramento del governo, autorizza
presentazione di ddl, emana ddl e dl, onorificenze, comando delle forze armate, presiede consiglio supremo
della difesa, scioglie consigli e rimuove presidenti (regione, comini, province)
-esercizio della sovranità popolare: indice elezioni nuove camere, referendum, dichiara l’abrogazione che può
procrastinare fino a 60gg
-esercizio della giurisdizione costituzionale, ordinaria, amministrativa: nomina 1/3 dei giudici della CC, presiede
il Csm, concede grazia, commuta pene

Atti senza necessità di controfirma: dichiarazioni informali, manifestazione delle sue opinioni (esternazioni),
presidenza del Csm e del Csd, incarico di formare il governo. Alcune funzioni sono obbligatorie, in altre gli è
riservato uno spazio di valutazione discrezionale (rinvio alle camere e messaggi), altre hanno altissima valenza
e influenzano l’indirizzo politico

Potere di grazia (ambiguità costituzionale): iniziativa riservata anche al ministro della giustizia; la necessità
della controfirma ha permesso al ministro di bloccare un provvedimento nel caso in cui non lo condividesse
(strumento di politica carceraria e giudiziaria). Ciampi solleva il conflitto di attribuzione e la CC ha decretato
(2005) che è potestà decisionale del capo dello stato quale organo super partes ed è strumento di natura
umanitaria (atto formalmente e sostanzialmente presidenziale)
Presidenza Csd: con PdC, 5 ministri e capo di stato maggiore della difesa per discutere linee generali
strategiche, da organo di consultazione è diventato protagonista della politica di sicurezza internazionale

4. Responsabilità

Art. 90 reati presidenziali: forma di irresponsabilità per gli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, eccetto
due reati (c. cecoslovacca 1920), valutati dal parlamento in seduta comune e dalla CC:
-alto tradimento: collusione con potenze straniere
-attentato alla Costituzione: violazioni tali da mettere a repentaglio caratteri essenziali dell’ordinamento
procedimento d’accusa: due fasi:

-messa in stato d’accusa: dal Parlamento in seduta comune con voto a maggioranza assoluta, procedimento
in due fasi:
1- istruttoria: condotta dal comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa (bicamerale), indagini in
relazione a denunce trasmesse dal p. della camera (interrogatori, prove) e si conclude con provvedimento di
archiviazione per manifesta infondatezza o con una relazione da presentare al p. in seduta comune con le
conclusioni favorevoli/contrarie all’accusa;
2- decisione: se l’atto è approvato il PR è sospeso dalla carica in via cautelare (sottoponibile a intercettazioni
telefoniche)

-giudizio della CC: in composizione integrata, 3 fasi:


-istruttoria: presidente della corte/delegati acquisiscono le prove
-dibattimento: le parti discutono le risultanze dell’istruttoria e fanno le richieste
-decisione: in camera di consiglio, assoluzione/condanna (pene fino alla misura massima, sanzioni civili,
amministrative, costituzionale=destituzione). Sentenza irrevocabile, ammessa l’ipotesi di revisione (se
emergono elementi nuovi non conosciuti che possono provare la non colpevolezza)

Precedenti: limitati, Cossiga (1991) con la presa di posizione sulla riforma della Costituzione, archiviato; viene
tirata in ballo con scelte presidenziali sgradite (es. Mattarella quando si rifiuta di firmare il decreto di nomina
di un ministro)

irresponsabilità politica del presidente: non ci sono limiti alla rielezione ma risponde come ogni altro cittadino
per gli atti extrafunzionali che non hanno a che vedere con l’incarico costituzionale. (caso Scalfaro, reato di
peculato: esclude le dimissioni, interruzione delle indagini, archiviazione a fine mandato)

5. Prassi

Figura ambigua: rappresenta l’unità nazionale ma alcuni poteri lo rendono protagonista co possibilità di
attuare meccanismi informali di pressione e influenza (atti governativi accolti dalla presidenza con invito a
ripensarci, rifiuto di firmare il decreto-legge del governo che impediva l’interruzione del trattamento artificiale
che teneva in vita Eluana Englaro)
Presidente come contropotere: è un contropotere d’influenza, potere politico tra i poteri politici, soggetto
autonomo

Einaudi: fase con maggioranza centrista guidata da De Gasperi. Nel 1953 nomina il primo governo
amministrativo con a capo Pella, personalità da lui individuata, per un governo chiamato solo per approvare il
bilancio
Gronchi: dottrina costituzionalistica, interventi pesanti in politica estera e interna; con il governo Tambroni
cerca un governo che risponda più al presidente che ai partiti che non esprimevano una maggioranza coesa
Segni e Saragat: ridimensionamento delle velleità presidenzialiste; Saragat dà indicazioni su quale maggioranza
rivolgersi, vincolo stringente
Leone: crisi, si dimette per scandali finanziari (accuse senza fondamento)
Pertini: rapporto diretto con l’opinione pubblica, era mediatica e scelte politiche innovative. Nomina PdC
Spadolini alla guida di un partito al 3% (DC 38%); pose veti e selezionò qualche ministro
Cossiga: situazione tranquilla con il pentapartito alla guida; crisi fine anni ’80 tenta il cambiamento istituzionale
ma non c’è consenso sulle riforme
Scalfaro: estensione delle potenzialità del PR, nomina PdC Ciampi, il primo non parlamentare; con la caduta
del governo Berlusconi (missiva con linee di politica interna ed estera da cui non si doveva allontanare) dopo
7 messi non asseconda la richiesta di scioglimento delle camere e forma il governo Dini (non parlamentari);
poi con l’ampia maggioranza di centro-sinistra limita l’iniziativa presidenziale
Ciampi: usa il potere di rinvio su temi delicati (sistema radiotelevisivo, ordinamento giudiziario)
Napolitano: primo presidente ad essere rieletto ma contrario alla rielezione (come Ciampi, ma accetta data la
situazione di stallo, impegnandosi a concludere le riforme istituzionali); la sua caratteristica fu la trasparenza;
i governi Monti e Letta devono a lui indicazioni di programma e dei ministri. Si dimette nel 2015 quando l’iter
della riforma costituzionale di Renzi era avviato (bocciata dal corpo elettorale)
Mattarella: rinviato 1 legge per illegittimità costituzionale, crisi della XVIII legislatura (2018) con 3 mesi di
tentativi per formare il governo; rifiuta di nominare ministro dell’economia un accademico favorevole all’uscita
dall’euro svolgendo il suo ruolo di garante

6. Scioglimento delle camere: consulta i presidenti delle camere ma il parere non è vincolante, non
esercitabile nel semestre bianco (ultimi 6 mesi)

Scioglimenti anticipati (prassi): è un potere usato per stabilizzare il governo parlamentare, la minaccia serve
più dell’uso perché i parlamentari temono il rischio legato a nuove elezioni; è uno strumento politico. Prima è
stato usato per ricondurre la durata del senato a quella della camera, dagli anni ’90 è diventato un potere
sostanzialmente presidenziale
Scioglimento come potere governativo: presuppone un funzionamento del governo in senso monista con
maggioranze salde ed omogenee
Scioglimento come potere presidenziale: rivendicato dal presidente, sostenuta da chi interpreta la forma di
governo in senso dualista; riconoscere i poteri come sostanzialmente presidenziali rende difficile che il capo
dello stato sia concepito come rappresentante dell’unità nazionale

Il governo della repubblica

1. Origini

Governo: è il potere esecutivo; questa funzione consiste nel porre in essere attività concrete ed effettive in
attuazione di scelte più generali e di indirizzo; eseguire la legge vuol dire ubbidire alla sua volontà;
amministrazione: tradurre continuativamente in decisioni puntuali aventi individuati i destinatari delle scelte
(generali e astratte) del legislatore
governo delle politiche pubbliche: programmi di azione, attività riconducibili alle scelte politiche di fondo
espresse in forma legislativa e no

rafforzamento dell’esecutivo: con il XX secolo e il suffragio universale con cui si fa sentire la voce di tutti gli
strati; in Italia viene presa la scorciatoia dell’autoritarismo con il fascismo che risponde alla domanda di un
governo forte
esecutivo debole italiano: si confida nel sistema partitico, il parlamento diventa prima di tutto sede di
rappresentanza dei partiti politici ed il rapporto governo-partiti rappresenta il tallone d’Achille del sistema

governo e funzione legislativa: posizione privilegiata, è titolare dell’iniziativa e gran parte delle leggi
approvate sono quelle che presenta e asseconda in parlamento. Il rapporto fiduciario con le camere va
inteso come assenso all’indirizzo di governo
governo e potere normativo: vertice dell’apparato amministrativo statale
2. Organizzazione

Organo complesso: costituito da altri organi (art. 92.1), un organo collegiale (Consiglio dei ministri) e una
pluralità di organi individuali (ministri e PdelC). Massimo 65 componenti

Costituzione: gli dedica 5 articoli, non stabilisce una nitida gerarchia, manca di chiarezza, non gli riconosce i
poteri di cui avrebbe bisogno per assolvere alle funzioni. Il comma 3 dell’art. 95 rinvia alla legislazione di
governo

Presidente del consiglio: ruolo di direzione e porta personale responsabilità politica; compiti:
- Mantiene l’unità dell’indirizzo politico e amministrativo
- Promuove e coordina l’attività di governo (anche nell’UE) e dei ministri, sospendendo l’adozione di
atti ministeriali e concordando dichiarazioni pubbliche
- Potere giuridico di proporre i ministri al PR
- Esclusiva iniziativa si porre la questione della fiducia
- Controfirma gli atti del consiglio e presenta i ddl
- Direzione e responsabilità della politica dell’informazione e per la sicurezza, può porre il segreto di
stato, nomina i direttori dei servizi d’intelligence e ha poteri in cybersecurity
Presidenza del consiglio: in Palazzo Chigi (dal 29/03/2961) con dipartimenti e uffici, autonomia contabile e di
bilancio

Consiglio dei ministri: determina la politica generale del governo, assume deliberazioni relative all’indirizzo
politico, dirime conflitti di competenza. Decide:
- Questione di fiducia
- Politica internazionale ed europea
- Presenta ddl e atti normativi
- Nomina al vertice di enti/istituti/aziende
- Ricorsi alla CC
- Annullamento straordinario di atti amm. Illegittimi
Regolamento: riunioni, modalità d’inserimento dell’ordine del giorno fissato dal PdelC

ministri: vertice delle amministrazioni, rispondono individualmente degli atti dei rispettivi ministeri (14)

ministri senza portafoglio: non sono a capo di alcun ministero ma esercitano funzioni a loro delegate dal
PdelC che ne resta titolare; siedono in consiglio.

Altri organi del governo (l. 400/1988): organi costituzionalmente non necessari che integrano la
composizione
- vicepresidenti con funzione di supplenza (nominati per dare rilievo alle parti della coalizione)
- sottosegretari di stato presso la presidenza e ciascun ministero con funzione di coadiuvare
presidente/ministro con compiti a lui delegati; tra questi uno è nominato segretario del Consiglio dei
ministri ed è responsabile del verbale e partecipa alle sedute del consiglio (l’unico). Non più di 10
assumono il titolo di viceministri con delega su un intero settore di competenza del ministero
assegnato

comitati interministeriali: per determinati settori (economia= CIPE, affari europei= Ciae)
comitati di ministri: rispondono a scelte contingenti e svolgono compiti istruttori
commissari straordinari: per realizzare determinati obiettivi/esigenze di coordinamento fra amministrazioni
statali (es. ricostruzione ponte Morandi); altri sono nominati ai sensi del codice della protezione civile per
calamità naturali/epidemie (Figliuolo: commissario straordinario per l’emergenza covid-19)
conflitto di interessi: in campo economico e patrimoniale con funzione di controllo dell’autorità garante della
concorrenza e del mercato che accerta la situazione di incompatibilità provvedendo a risolvere il rapporto di
lavoro incompatibile con la carica di governo. L’indennità non supera quella dei parlamentari e non si
possono cumulare due entrate
3. Formazione

Nomina del PR: formazione del governo che deve godere della fiducia di entrambe le camere alle quali si
presenta dopo la sua formazione

Consultazioni: il presidente consulta le forze politiche, i presidenti dei gruppi parlamentari e i leader di
partito per trarne degli orientamenti; è una consuetudine costituzionale e il novero dei consultati è andato
nel tempo mutando (espanse ad autorità pubbliche, come se servissero ad individuare uno specifico indirizzo
politico; ora limitate ai presidenti delle due camere e agli ex PR come forma di cortesia e ai gruppi
parlamentari). Quando l’esito è incerto il PR si fa mediatore fra forze non in grado di mettersi d’accordo da
sole (2013 e 1018, recuperata la prassi dei mandati esplorativi affidati ai presidenti delle camere per ulteriori
consultazioni)

Incarico: una volta esperite le consultazioni, affida l’incarico di formazione del governo alla personalità
prescelta che lo accetta con riserva (Berlusconi IV accetta senza riserva per la chiarezza del risultato) per
concludere il patto di maggioranza
Conte I: negoziazione dell’accordo con contratto di governo per poi indicare al PR una persona terza che non
aveva partecipato alle trattative. Ad un primo incarico accettato con riserva, con rinuncia e incarico ad
un’altra personalità ha seguito un incarico accettato senza riserva

Scelta dei ministri: nominati dal PR su proposta del PdelC. Il parlamento è chiamato a giudicare insieme i vari
elementi della compagine governativa; l’influenza dei partiti è rilevante nelle nomine ma anche il PdelC ha un
grande autonomia in ciò.

Decreto presidenziale di nomina: controfirmato dal nuovo PdelC che con proprio decreto distribuisce gli
incarichi ai ministri senza portafoglio; la nomina di sottosegretari e viceministri può avvenire prima o dopo il
voto di fiducia

Giuramento: davanti al PR, i componenti prendono possesso degli uffici, l’attività del governo in attesa di
fiducia è limitata all’ordinaria amministrazione

Presentazione alle camere: entro 10gg dal giuramento, esposizione delle linee programmatiche ma il
discorso non viene fatto in entrambe le camere (in una pronunciato, nell’altra scritto). Il dibattito
parlamentare si conclude con una mozione di fiducia presentata dai capigruppo della maggioranza e di solito
non viene motivata (Conte I: rinvio al contratto di governo). Si deve ottenere la maggioranza semplice
(quorum strutturale metà più 1) ed è a scrutinio palese mediante appello nominale (si/no/mi astengo)

4. Responsabilità

Politica in senso tecnico-giuridico: responsabile politicamente davanti al parlamento che in base all’art. 94v
può sfiduciarlo con una mozione ad hoc/negando la fiducia quando il governo apre la questione (anche 1
solo ministro). È una responsabilità diffusa perché è sottoposto al giudizio dell’opinione pubblica senza
conseguenze giuridiche

Responsabilità civile e amministrativa: come i pubblici uffici

Responsabilità penale: reati commessi dal PdelC e dai ministri:


- nell’esercizio delle loro funzioni: avvalendosi di posizione e poteri della carica. Indagini preliminari
affidate al tribunale dei ministri (3 magistrati estratti a sorte ogni 2 anni), trasmissione ad una camera
per l’autorizzazione a procedere; è deliberata dalla camera di appartenenza (se più persone: Senato)
e viene negata se si reputa che l’inquisito abbia agito per interesse pubblico/dello stato a maggioranza
assoluta dei componenti; se concessa il tribunale competente per territorio è giudice di 1 grado. Se
c’è dissenso tra tribunale e camera si solleva il conflitto di attribuzione fra poteri dello stato (CC)
-al di fuori delle loro funzioni: giudicati come ogni cittadino
Prima del 1989: commissione inquirente (prassi di insabbiamenti, referendum abrogativo); affidato alla
magistratura ordinaria perché processi del genere paralizzano la corte
2003 Lodo Schifani: sospensione dei processi penali in corso, il PdelC non può essere sottoposto a processi
penali di qualsiasi reato
2008 Lodo Alfano: sospensione dei processi
Dichiarate illegittime: non rispettano il principio di eguaglianza, doveva essere disposta da una norma di
rango costituzionale in quanto prerogativa

5. Cessazione delle funzioni

Durata: non prestabilita, fino alle dimissioni (prassi: a ogni rinnovo del parlamento). Cessa delle funzioni nel
momento in cui il nuovo governo giura.

Crisi: deve attenersi all’ordinaria amministrazione, agli affari correnti, attività compiute per evitare un
pregiudizio degli interessi collettivi. Prassi: il PdelC dimissionario manda ai ministri una lettera circolare con
ciò che possono e non possono fare
Crisi di governo: conseguenza delle dimissioni del governo, in particolare del PdelC. Prassi: il PdelC convoca il
consiglio e annuncia l’intendimento, non c’è deliberazione perché è un atto individuale (usato come
minaccia: strumento d’influenza politica)
Rimpasto di governo: sostituzione di uno o più ministri senza crisi; in attesa del nuovo ministro si chiama ad
interim l’incarico di reggere un ministero a titolo provvisorio. In caso di approvazione di una mozione di
sfiducia il governo è obbligato a dimettersi

Questione di sfiducia: il governo la può porre in occasione di qualsiasi deliberazione parlamentare (non
tutte); voto contrario=approvazione di una mozione di sfiducia, dimissioni
Crisi parlamentari: due governi caduti per sfiducia, Prodi I e II per 1 e 5 voti.
Crisi extraparlamentari: prassi (sconfitte parlamentari, ritiro del sostegno, insuccessi di coalizione nelle
elezioni regionali), debolezza (es. governo Letta e Conte I)
Nuova legislatura: correttezza costituzionale se la maggioranza non è mutata, in caso contrario è un dovere
Mozione di sfiducia individuale: contro un singolo ministro, Caso Mancuso (il PdelC non ha potere di revoca,
lo ha solo per i sottosegretari)

6. Rapporti con altri organi e soggetti

Parlamento: rapporto fiduciario, il governo è motore e co-protagonista della produzione legislativa


PR: lo nomina, continue relazioni (viene tenuto informato), le deliberazioni hanno forma di decreto del PR
ma ogni atto presidenziale è controfirmato dal PdelC
CC: conflitti di attribuzione, il governo è rappresentato dall’avvocatura dello stato
Magistratura: il ministro della difesa riguardo a organizzazione e funzionamento
Regioni ed enti locali: conferenza permanente per i rapporti tra lo stato, le regioni e le province autonome, la
conferenza Sato-città ed autonomie locali, conferenza unificata
UE: PdelC al consiglio europeo, ministri al consiglio dell’unione, rafforza l’esecutivo

I governi regionali e locali

1. Origini

Modello napoleonico: accentrato (autorità centrali) e uniforme (identico assetto)


Prefetti: funzionari nominati dal ministero dell’interno, autorità chiave sul territorio

XX secolo: nelle grandi città del nord gli enti locali si fanno carico della distribuzione di servizi (s. pubblici locali),
disciplinati dalla legge del 1903 (socialismo municipale)
1865, prima legislazione comunale e provinciale: poi nel 1934 con il fascismo con cui l’accentramento arriva
al massimo sviluppo con l’abolizione degli organi elettivi (sindaco sostituito dal podestà); non è ammesso
l’indirizzo politico autonomo e vengono definiti enti autarchici (curano gli interessi della comunità
conformandosi alle direttive politiche del governo nazionale)

Costituente: discussione sull’ordinamento regionale, non condivisa la scelta dell’ampio pluralismo


istituzionale, viene esclusa l’impostazione federalista
-sinistre: temono che le riforme vengano ostacolate da enti politici di dimensione regionale
Regioni: non sorgono federalisticamente perché è la legge statale che approva gli statuti regionali e lo stato fa
atto di propria sovranità. Sono enti dotati di autonomia legislativa nati sul modello dello stato regionale (II
repubblica spagnola, 1931), intermedio tra lo stato accentrato e federale
Regioni a statuto speciale: Sicilia (moti separatisti), Trentino-Alto Adige (accordo internazionale con l’Austria,
autonomia per le popolazioni dell’alto Adige/Sudtirol), Sardegna (moti separatisti), Val d’Aosta (francofona in
parte), Friuli-Venezia Giulia (1954, ritorno di Trieste), Trento e Bolzano (pressioni delle popolazioni tedesche)

Repubblica una e indivisibile: art.5 riconosce e promuove le autonomie, decentramento che avvicina i cittadini
al potere decisionale

2. Ordinamento regionale: regioni, province e comuni (titolo V)

Confini: si privilegia il riferimento alle regioni statistiche rispetto alle realtà economico-sociali

Competenza legislativa concorrente: alle regioni ordinarie, disciplinata dall’art. 117, legifera nel quadro
tracciato dalle leggi dello stato che stabiliscono i principi fondamentali della materia (leggi cornice nella prassi
con contenuto più dettagliato); altri limiti: interesse nazionale e di altre regioni (limite territoriale, obblighi
internazionali, limite del diritto privato e della materia penale)

Controllo sulle leggi regionali: visto governativo preventivo su ogni legge regionale con facoltà di rinvio al
consiglio regionale che può riapprovare la legge ma a maggioranza assoluta; il governo può porre la questione
di legittimità davanti alla CC e la questione di merito davanti alle Camere (legge in contrasto con l’interesse
nazionale, strada mai seguita): il limite di merito viene inglobato in quello di legittimità

Indirizzo e coordinamento statale: criterio del parallelismo delle funzioni, si afferma anche un invadente
potere statale di indirizzo e coordinamento per garantire esigenze di carattere unitario
-funzione amministrativa: delegabile a province e comuni
-autonomia finanziaria nelle forme e nei limiti stabiliti da leggi della repubblica
-divieto di ostacolare la libera circolazione di persone e cose
-autonomia statutaria: lo statuto approvato con legge dello stato e il sistema elettorale dei consigli
regionali
-commissario del governo: compiti di coordinamento stato-regioni e trasmissione al governo di leggi
regionali
-controllo di legittimità: sugli atti amministrativi da parte di un organo dello stato
-scioglimento dei consigli: con decreto del PR, nomina del collegio di 3 cittadini

Comuni e province: leggi generali della repubblica, disciplina uniforme, l’ordinamento è disciplinato dalla legge
statale; le modifiche delle circoscrizioni erano affidate alla legge statale e regionale ma l’ordinamento degli
enti locali viene approvato nel 1990 (nonostante il termine di 3 anni per l’adeguamento)

Ritardata istituzione delle regioni: nel 1970 con uniformità degli statuti regionali e poche differenziazioni;
diventano enti di gestione amministrativa, prassi interrotta e poi invertita negli anni ‘90

3. Sistema delle autonomie

1999 e 2001: riforme, processo di permanente trasformazione; 1990: gli enti locali possono darsi degli statuti,
riforma elettorale comunale e provinciale; 2000: Tuel; politiche di decentramento amministrativo
Leggi Bassanini: trasferimento di funzioni amministrative dallo stato alle regioni e agli enti locali, ridotti i
controlli preventivi (federalismo amministrativo a costituzione invariata)

1999, riforma del titolo V: rafforza l’autonomia statutaria e introduce l’elezione diretta del presidente della
regione, estese alle regioni a s. speciale
2001, seconda riforma del titolo V: prospettiva federalista, aumento delle competenze legislative, basi
dell’autonomia finanziaria; federalismo fiscale.

2008 crisi finanziaria: difficile la concreta attuazione del federalismo fiscale, rigore finanziario e contenimento
della spesa pubblica
2014 leggi Delrio: riordinamento delle province (no elezione diretta), promozione unioni e fusioni di comuni,
soluzione in vista di una nuova riforma del titolo V

4. Premessa

Regioni dopo le riforme del titolo V: ogni regione costituisce un ordinamento a sé, l’assetto delineato non può
dirsi federale perché siamo di fronte a enti derivati, originario è solo l’ordinamento statale; nascono per volere
della costituzione.
art. 114: la repubblica è stato ordinamento/comunità distinto dallo stato persona/apparato che è
l’organizzazione statale; CC: non è un’equiparazione tra gli enti che hanno poteri diversi. Per questo si usa stato
regionale. Bocciata la proposta di cambiare la rubrica del Titolo V con ordinamento federale della repubblica,
si parla di repubblica delle autonomie ma l’autonomia statutaria è disciplinata dalla legge dello stato (enti) e
dalla costituzione (regioni)

5. Regioni a statuto ordinario

Contenuti: lo statuto disciplina la forma di governo e i principi fondamentali e il diritto di iniziativa popolare
(contenuto necessario). Contenuto eventuale: se può disciplinare oggetti diversi da quelli indicati dall’art. 23
(principi, valori e diritti: la CC ha dichiarato che non eccedono dalla competenza se non hanno valore giuridico
ma solo politico-valoriale)

Procedimento: statuto approvato dal consiglio regionale a maggioranza assoluta dei componenti in due
successive deliberazioni (seconda votazione a 2 mesi di distanza); entro 30gg dalla pubblicazione il governo
può impugnarlo davanti alla CC. Entro 3 mesi 1/5 dei componenti del consiglio regionale o 1/50 degli elettori
possono chiedere che sia sottoposto a referendum (approvato dalla maggioranza dei voti validi, no quorum
strutturale)

Vincoli: art. 123 limite dell’armonia alla costituzione (valori costituzionali)

Organizzazione e funzionamento: vincoli costituzionali, la forma di governo deve essere disciplinata entro i
binari tracciati. Gli organi sono: consiglio regionale (p. legislativo), giunta (p. esecutivo), presidente della giunta
(PG, vertice dell’esecutivo, capo della regione), consiglio delle autonomie locali (p. legislativo)

Elezione del PG modello standard: dirige la politica della giunta e ne è responsabile, l’elezione avviene a
suffragio universale diretto con potere di nomina e revoca dei componenti della giunta (organo collegiale con
vertice monocratico). Dimissioni/sfiducia del PG= elezioni PG e giunta (regola: aut simul stabunt aut simul
cadent)
Facoltà di deroga: lo statuto può disciplinare diversamente l’elezione (es. elezione da parte del consiglio
regionale, modello in deroga); la differenza è che se il PG è eletto dal consiglio questo può sostituirlo senza
essere sciolto (nessuna regione, tutte a elezione diretta)

Competenza in materia elettorale: nei limiti dei principi fondamentali stabili dalla legge. 5 anni la durata degli
organi elettivi regionali, norme nei casi di ineleggibilità (non immediata rieleggibilità del PG dopo due mandati
consecutivi) e incompatibilità (carica assessore e consigliere); la legge statale disciplina l’incandidabilità
(sospensione di diritto: per condanna non definitiva, dura 12 mesi dalla sentenza d’appello o un anno e mezzo
e cessa in caso di proscioglimento; condanna passata in giudicato= decadenza di diritto)
Assessori: fino ad 1/5 dei consiglieri

6. Ripartizioni competenze legislative

Competenze legislative nell’art. 117: riforma del 2001

Competenza statale: esclusiva


Competenza regionale: concorrente, spetta alle regioni legiferare ma allo stato resta riservata la
determinazione dei principi fondamentali della materia (vincolanti); residuale individuate per sottrazione a
quelle enumerate, la regione legifera sulle materie non espressamente riservate allo stato

Ulteriori forme e condizioni di autonomia art.116: richiesta una legge dello stato approvata a maggioranza
assoluta dei componenti di ogni camera sulla base di un’intesa stato-regione e su iniziativa della regione.
Premesse per il regionalismo differenziato
Limiti generali: rispetto della costituzione, vincoli derivanti dall’ordinamento UE, vincoli derivanti dagli obblighi
internazionali

Potestà legislativa esclusiva dello stato: comma 2 art. 117

Materie: elenco suddiviso in 17 lettere; criterio oggettivo (puntuali ambiti materiali=immigrazione) e


teleologico (ragione delle finalità/funzioni da realizzare=tutela dell’ambiente); in altri il criterio è difficile da
individuare e lascia al legislatore ampi spazi di intervento (livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti
civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale)
Materie trasversali: competenze che investono una pluralità di materie (materie-valori/materie-non-materie;
simili ai poteri impliciti degli ordinamenti federali). La potestà statale può essere esercitata al di là dei confini
della materia occupando ambiti della regione

Potestà legislativa concorrente: comma 3 art. 117

Materie di rilevanza nazionale: rispettare i principi fissati dalle leggi cornice e desunti dalla legislazione vigente.
Principi fondamentali della materia: non ha caratteri di rigidità e universalità e non può essere cristallizzata in
una formula valida in ogni circostanza. Alla CC spetta ogni volta individuare la linea di demarcazione fra legge
statale e regionale, l’ambito effettivo delle rispettive competenze
Materie trasversali: di competenza concorrente, come il coordinamento della finanza pubblica. Spesso si rinvia
a norme tecniche (atti integrativi) per applicare uniformemente le riforme in tutto il territorio

Potestà legislativa residuale: comma 4 art.117

Competenza residuale: appare di tipo generale su materie innominate, non è automatico


Criterio di prevalenza: le materie innominate devono superare una verifica che accerta se possono essere
ricondotte ad una materia espressamente attribuita alla competenza esclusiva dello stato o a quella
concorrente (es. asili nido, ricade nell’istruzione; circolazione stradale…). La disciplina dei lavori pubblici non è
residuale perché è un complesso di attività che si intrecciano con competenze esclusive e concorrenti. Quelle
che non ricadono nelle competenze sono di piena competenza regionale (turismo, organizzazione
amministrativa delle regioni, formazione professionale, trasporto pubblico locale, servizi pubblici, sociali,
cave); lo stato può intervenire soprattutto grazie alle materie trasversali

Competenze legislative nella realtà

Diritto regionale vigente: non sempre coincide con le linee tracciate dalla legislazione del 2001
(decostituzionalizzazione dell’elenco delle materie). La CC ha ricostruito le materie di competenza statale e
regionale
Intreccio di competenze: individuare il titolo di competenza, è difficile ricondurre la legislazione ad un’unica
materia; quando è possibile si usa il criterio di competenza (prevalenza di una materia sulle altre); quando
l’intreccio è inestricabile si parla di concorrenza di competenze e si fa ricorso al principio di leale collaborazione
imponendo alla legge statale di predisporre adeguati strumenti di coinvolgimento delle regioni a salvaguardia
delle loro competenze

Principio di sussidiarietà: modificazione delle funzioni amministrative; lo stato quando deve assicurare
esigenze di carattere unitario può assumere e disciplinare con legge funzioni amministrative ricadenti nella
potestà regionale (chiamata o attrazione in sussidiarietà, temi quali infrastrutture ed energia). L’intervento
deve rispettare i principi di ragionevolezza e proporzionalità (strettamente indispensabile) e di leale
collaborazione (riguarda l’esercizio di funzioni amministrative da parte dello stato, la sua modalità esecutiva;
principio chiamato anche per risolvere i conflitti stato-regioni, si realizza mediante intese tra singole regioni o
nella conferenza stato-regioni con gli enti nella conferenza unificata)

Intese in senso forte: non si può prescindere da un accordo; per evitare situazioni di stallo lo stato può decidere
da sé; se l’intesa non si raggiunge entro 30gg il Consiglio dei ministri provvede con deliberazione motivata

Potestà legislativa e regolamentare

Potestà regolamentare art.117.6: spetta a Stato (materia esclusiva) e regioni (ogni altra materia)
Confini dell’esercizio del potere: problema per le materie a competenza concorrente di rilevanza nazionale
che non si prestano ad una disciplina diversa da regione a regione; prassi di rinviare la disciplina attuativa ad
atti atipici, norme di decreti aventi natura non regolamentare. La natura di questi atti va valutata sul piano
sostanziale a prescindere dalla qualificazione formale, fa leva sulla natura finalistica delle competenze
legislative e sulla chiamata in sussidiarietà

7. Ordinamento enti locali

Aspetti generali e funzioni

Enti locali: Comuni: 7903, di cui il 70% sono piccoli comuni, e Roma Capitale; Città metropolitane: 14; Province:
86
Enti locali nella costituzione: non hanno potestà legislativa, sono autonomi (statuti, poteri, funzioni). La
costituzione gli riconosce potestà statutaria e regolamentare e gli è garantita autonomia finanziaria di entrata
e di spesa, organizzativa e amministrativa (compiti assegnati dalla legge o assunti autonomamente)

2000, Tuel: ordinamento degli enti locali, che si rinviene anche in disposizioni ulteriori (e.l. delle regioni a s.
speciale: ordinamento locale a competenza regionale)

Funzioni: fondamentali (riservata alla legge dello stato), proprie e conferite (da legge statale o regionale)
Comuni: enti a fini generali (si occupano di tutto ciò che nella loro autonomia ritengono utile alla cura degli
interessi e alla promozione dello sviluppo della comunità)
Città metropolitane e province: enti territoriali ad area vasta, funzioni fondamentali e conferite

Organizzazione dei comuni

Sindaco: eletto a suffragio universale diretto insieme al consiglio e dura in carica 5 anni (limite di mandato:
non rieleggibile subito se ha svolto 2 mandati consecutivi, 3 nei comuni fino a 3k). Nomina e revoca gli assessori
che compongono la giunta (assessori possono essere consiglieri ma decadono da c. nei comuni con più di
15k=incompatibilità)
Consiglio: organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo e approva gli atti fondamentali, formula
indirizzi e controlla che sindaco e giunta assolvano alle funzioni esecutive
Giunta comunale: collabora con il sindaco come organo collegiale, ha competenza generale
Funzioni del sindaco: responsabile dell’amministrazione del comune (rappresenta l’ente, convoca e presiede
la giunta, sovrintende all’esercizio delle funzioni, adotta provvedimenti straordinari=ordinanze contingibili
urgenti; coordina e organizza gli orari dei negozi, nomina e revoca i rappresentanti del comune negli altri enti,
nomina i responsabili di uffici e servizi)
Ufficiale del governo: il sindaco, sovrintende a registri dello stato, adempimenti in materia elettorale, funzioni
di pubblica sicurezza

Forma di governo dei comuni: il sindaco cessa la carica in caso di mozione di sfiducia da parte del consiglio,
approvata a maggioranza assoluta per appello nominale (mozione motivata firmata da 2/5 dei consiglieri); il
consiglio è sciolto e si va a nuove elezioni (vale anche per le dimissioni e se si dimettono la metà più uno dei
consiglieri). È una forma di governo di legislatura a vertice monocratico elettivo

Status degli amministratori locali: aspettative, permessi, indennità di funzione, gettoni di presenza (consiglieri),
rimborsi per spese viaggio. Hanno anche dei doveri (agire in modo imparziale, principio della buona
amministrazione, distinzione politica-amministrazione)

Dirigenza comunale: ai dirigenti è attribuita l’adozione di atti e provvedimenti amministrativi che impegnano
l’amministrazione verso l’esterno. (commissioni di gara e di concorso, appalti, contratti, gestione finanziaria,
impegni di spesa, gestione del personale, autorizzazioni e concessioni: prima erano funzioni del sindaco-
giunta-assessori)

Segretario comunale: funzionario, apparteneva all’organo del ministero dell’interno e dipendeva dal sindaco;
oggi la nomina è del sindaco che attinge ad un albo nazionale. Compiti ridimensionati con l’avvento del
direttore generale (comuni sopra i 100k) quale vertice amministrativo dell’ente incaricato di sovrintendere la
gestione e sottoposto alle direttive del sindaco.

Circoscrizioni di decentramento comunale (quartieri): nei comuni con oltre 250k abitanti, lo statuto può
prevedere l’elezione diretta degli organi

Città metropolitane e province

Questione delle province: la riforma del 1990 recide il legame ente provinciale-uffici statali disponendo che
l’istituzione di nuove province non comportava l’istituzione di corrispondenti uffici decentrati dello stato. Con
il Tuel sono rilanciate (enti a fini generali con funzioni diverse). Con la riforma del 2001 vengono considerate
enti costitutivi della repubblica. Con la crisi finanziaria si sente l’esigenza di una semplificazione
dell’organizzazione amministrativa

Enti territoriali di area vasta (vecchie province): città metropolitane (capoluoghi, non tutti), province e province
montane di confine (Verbano-Cusano-Ossola, Sondrio, Belluno)
Enti a elezione indiretta: sistema di secondo grado (eccezione: città metropolitana con territorio del capoluogo
diviso in più comuni e sopra i 3milioni)

Organi metropolitani e provinciali: incarichi esercitati a titolo gratuito (eccetto PP); quelli della città
metropolitana durano 5 anni, il PP 4 e il consiglio 2
-sindaco metropolitano (del comune capoluogo); funzioni di indirizzo e controllo
-presidente della provincia (sindaco di un comune della provincia eletto dai sindaci e consiglieri con
voto ponderato rapportato alla popolazione residente); funzioni di indirizzo e controllo
-consiglio metropolitano e provinciale: eletti dai sindaci e dai consigli con voto ponderato; poteri
propositivi e consultivi
-conferenza metropolitana: sindaco metropolitano e dei comuni della città metropolitana
-assemblea dei sindaci: sindaci dei comuni della provincia
Regioni a statuto speciale: analogo processo di riordino (Sicilia: province=liberi consorzi comunali)

Unioni di comuni e fusioni


Unioni di comuni: ente locale costituito da due o più comuni dotato di potestà statutaria; ha limite demografico
di 10k abitanti (3k comuni montani, almeno 3) ed è finalizzata allo svolgimento in forma associata di funzioni
e servizi; un comune può far parte di una sola unione e gli organi sono presidente, giunta, consiglio
Comunità montane: razionalizzazione della spesa pubblica e semplificazione istituzionale.

Unioni facoltative e obbligatorie: quelle obbligatorie riguardano i comuni di minor dimensione demografica
per lo svolgimento di funzioni fondamentale
Fusione dei comuni: da vita ad un nuovo ente locale ed è disposta con legge regionale con modalità stabilite
dalla regione (referendum obbligatorio). Può disporre di municipi per dare rilevanza amministrativa alle
comunità d’origine.

Convenzioni: accordi o contratti tra due o più comuni che definiscono cosa fare insieme
Accordo di programma: azione integrata enti locali-regioni-amministrazioni dello stato (es. opera pubblica)

8. Funzioni amministrative

Funzioni amministrative: in base al principio di sussidiarietà verticale spettano all’ente più vicino al cittadino,
l’intervento degli enti superiori è solo sussidiario (art. 118 funzioni in via generale attribuite ai comuni, a meno
che la legge non provveda a conferirle alle province o allo stato per assicurarne l’esercizio unitario)

Principi di adeguatezza e differenziazione: adeguatezza= il livello di governo individuato dalla legge deve essere
in grado di gestire quella funzione, sennò la affida ad un livello di governo diverso e più adeguato.
Differenziazione= conferimento delle funzioni amministrative in modo ragionevole, disciplinando in modo
eguale situazioni eguali e in modo differente situazioni differenti. Stato e regioni possono differenziare
l’allocazione delle funzioni: la CC valuta se ci sono le ragioni che giustifichino l’attribuzione ad un livello
superiore di una funzione amministrativa

Principio di sussidiarietà orizzontale: tutti gli enti territoriali sono tenuti a favorire l’autonoma iniziativa dei
cittadini (interpretazioni: non ci può essere intervento pubblico là dove c’è quello privato/i pubblici poteri
devono tenere conto dell’iniziativa privata che spesso si svolge tramite associazionismo no profit= imposte sul
reddito a tali enti, 5xmille)

9. Autonomia finanziaria: art.119

Equilibrio di bilancio: limite che devono rispettare; hanno un patrimonio, possono indebitarsi ricorrendo al
mercato dei capitali ma solo per spese di investimento (costruzione di un ponte) e non per spese correnti
(personale); esclusa la garanzia dello stato per prestiti contratti dagli e.l.

Fonti di finanziamento:
tributi ed entrate propri: fonti di finanziamento autonome (tariffe per i servizi pubblici offerti); in senso
stretto sono quelli istituiti e regolati per legge regionale, quelli derivati sono istituiti e regolati da legge
statale il cui gettito è attribuito a regioni/e.l.
compartecipazione al gettito di tributi erariali: quote di alcune imposte statali
fondo perequativo: istituito con legge statale, redistribuzione delle risorse a ciascun ente
risorse aggiuntive e interventi speciali: per determinati enti regionali o locali e con specifiche finalità
(promuovere lo sviluppo economico, coesione, solidarietà, non finanziano funzioni ordinarie)

art. 119: la CC afferma superato il sistema dei fondi statali trasferiti alle regioni con vincolo di destinazione,
illegittime norme istitutive di nuovi fondi settoriali. La CC ha poi riconosciuto allo sato l’intervento sul piano di
trasferimento dei fondi, legittimo nel caso in cui competenze legislative statali e regionali risultino intrecciate
e nei casi di chiamata in sussidiarietà

limiti all’autonomia finanziaria: in armonia con la costituzione e secondo i principi di coordinamento della
finanza pubblica e del sistema tributario
coordinamento finanziario e tributario: funzione volta a ricondurre a coerenza le autonome politiche di
bilancio degli enti (legislazione concorrente: le regioni devono svolgere tale funzione). È finalizzato ad
adempiere agli obblighi del patto di stabilità e crescita dell’UE (limitazioni all’autonomia di spesa delle regioni,
con il patto di stabilità interno oggi sostituito dall’equilibrio di bilancio)
limite complessivo: lascia libertà di allocare le risorse fra diversi ambiti e obiettivi

federalismo fiscale: legge delega, l’idea è che aboliti i trasferimenti monetari basati sul criterio della spesa
storica, ciascun ente goda delle risorse autonome sufficienti a finanziare l’esercizio delle funzioni, lo stato
garantisce quel che manca (livelli essenziali delle prestazioni sulla base di costi standard calcolati a livello
nazionale). Ciò responsabilizzerebbe gli enti, premiando chi fa un miglior uso delle risorse e punendo chi ne fa
cattivo uso. Delega largamente inattuata, sospeso sine die (contesto mutato)

vincolo dell’equilibrio di bilancio: lo devono assicurare facendosi carico della sostenibilità del debito pubblico
(prevenire disavanzi di bilancio, preservare l’equilibrio economico, garantire l’unità economica)

10. Poteri di controllo dello stato

Riforma 2001: abrogate le disposizioni costituzionali che limitando l’autonomia regionale/locale prevedevano
il controllo dello stato sugli atti amministrativi, il controllo regionale sugli atti di comuni/province e il visto
preventivo del governo; abolito il commissario del governo
Unica forma di controllo preventivo: controllo di legittimità costituzionale degli statuti regionali
Potere sostitutivo: art. 120.2 del governo verso gli organi regionali e degli e.l. in caso di mancato rispetto di
norme/trattati int. e normativa europea; pericolo per la sicurezza pubblica, tutela dell’unità giuridica,
economica (lascia spazio a valutazioni discrezionali). Esercitato nel rispetto del principio di sussidiarietà e leale
collaborazione. È un potere governativo straordinario legato a emergenze istituzionali gravi. Il potere è
riconosciuto anche alle regioni e la CC ne precisa condizioni e limiti (la legge che ne presuppone la disciplina
deve definirne i presupposti sostanziali e procedurali, sostituzione per atti privi di discrezionalità, potere
esercitabile da un organo di governo/commissario ad acta nominato da questo, garanzie procedimentali,
principio di leale collaborazione)

Controllo statale su organi regionali: scioglimento del consiglio e rimozione del presidente come extrema ratio
(atti contrari alla costituzione, violazioni della legge, ragioni di sicurezza nazionale) con decreto del PR

Controllo statale sugli organi locali: scioglimento dei consigli con decreto del PR (atti contrari alla costituzione,
violazione di legge, motivi di ordine pubblico, non approvazione del bilancio nei termini previsti, mancata
adozione provvedimenti per la salvaguardia dell’equilibrio di bilancio, mancata adozione strumenti urbanistici,
infiltrazione e condizionamenti di tipo mafioso)

Controllo di gestione: controllo interno riguardo la quantità, qualità e costo delle prestazioni e servizi. Il
controllo esterno è affidato alla Corte dei conti (sezioni regionali)

11. Regioni a statuto speciale

Specialità: statuti adottati con legge costituzionale


Competenza legislativa esclusiva: in alcune materie con dei limiti; concorrente e attuativa-integrativa di leggi
dello stato
potestà legislativa: numero di materie più ampio, divario ridotto con la riforma del 2001 ma rimane la
competenza in ordine all’ordinamento delle autonomie locali
autonomia finanziaria: ingenti risorse, divieto di indebitamento per spese diverse dall’investimento
forma di governo: disciplina rinviata alla legge statutaria da approvare a maggioranza assoluta e sottoponibile
a referendum (vincoli: scioglimento in caso di mozione di sfiducia); presidente eletto a suffragio universale
(tranne Bolzano e Val d’Aosta)

12. Regioni e altri soggetti


internazionali: accordi internazionali nei casi e forme previste dalla legge; sono materia di legislazione
concorrente e le regioni prevedono l’attuazione degli accordi internazionali conclusi dallo stato (potere estero:
obblighi di comunicazione preventiva al governo per il coordinamento statale)
UE: rappresentate nel comitato delle regioni e hanno a Bruxelles uffici di collegamento (propri o in comune);
nelle materie di competenza regionale partecipano alla formazione (fase ascendente; rappresentanti delle
regioni nelle delegazioni del governo nel consiglio dell’Unione) e attuazione-esecuzione (fase discendente)
degli atti dell’unione.
stato: conferenza permanente per i rapporti tra stato, regioni e province autonome (presiedute su delega dal
ministro per gli affari regionali, ne fanno parte i presidenti di regione e delle province autonome); sessione
europea (politiche dell’unione di interesse generale); conferenza stato-città e autonomie locali e conferenza
unificata (con le regioni). Le tre conferenze sono il nodo del negoziato stato-enti territoriali (inteste)
regioni: intese tra regioni ratificate con legge regionale, organi interregionali comuni
enti locali: legislazione elettorale, competenza limitata in materia di ordinamento. Consiglio delle autonomie
locali (organo di consultazione fra regione ed enti locali, mera funzione consultiva e forme di
compartecipazione al procedimento legislativo; art. 123, non si applica alle regioni a statuto speciale ma
anch’esse lo hanno per legge)

Pubbliche amministrazioni

1. Diritto comune e amministrativo

Attività amministrativa: provvede alla cura di interessi pubblici (legis executio) e i suoi atti si esauriscono nel
momento della sua esecuzione ed interviene in posizione di imparzialità; non è attività normativa (legis latio,
prevede casi a cui applicare norme e si applica in modo ripetitivo). Tra le due può esserci contiguità

Pubbliche amministrazioni: operano come autorità amministrative: il comune espropria un’area edificabile;
posizione di supremazia utilizzando strumenti del diritto amministrativo (regole speciali) /soggetti erogatori di
servizi pubblici: il comune assicura gli asili nido, con strumenti propri del diritto comune ponendosi sullo stesso
piano dei soggetti con cui si rapportano

Contratti pubblici (regola speciale): l’amministrazione appaltante seleziona l’operatore economico con cui
stipulare un contratto per l’acquisizione di servizi/forniture/lavori/opere. Il procedimento amministrativo
garantisce il perseguimento dell’interesse pubblico attraverso una gara pubblica/trattativa privata ed è la legge
a stabilire quale regime seguire, lasciando anche libertà di scelta (agisce secondo le norme di diritto privato
salvo la legge non disponga diversamente)

Definizione attività amministrativa, art. 357.2 cp: è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme
del diritto pubblico e da atti autoritativi caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà
della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi

Attività discrezionale (potere autoritativo): la legge lascia un margine di scelta circa le modalità di esercizio del
potere; c’è una valutazione comparativa (ponderazione) dell’interesse pubblico primario e degli altri interessi.
L’attività può essere sindacata in sede giurisdizionale, ma non può essere sindacato il merito amministrativo
che coincide con l’opportunità del provvedimento

attività vincolata (potere autoritativo): l’amministrazione deve necessariamente adottare un certo


provvedimento

produzione di beni e servizi: amministrazione diretta (scuola statale) / per enti (aziende sanitarie) / per regole
(società telefoniche, soggetti provati che operano sul mercato).

servizi pubblici: in senso soggettivo (prestazioni di servizi per mezzo di enti pubblici, Welfare state) e in senso
oggettivo (produzione di servizi da parte di privati a vantaggio della collettività)
lavoro nelle pubbliche amministrazioni: regime speciale del pubblico impiego, ora regime ordinario dei
lavoratori del settore privato (disciplinato dal Codice civile, leggi di lavoro subordinato nell’impresa)

attività normativa: per regolare l’accesso a beni e servizi, si applicano i principi che regolano le fonti del diritto

2. Ministeri ed enti

Ministeri: rappresentano l’amministrazione centrale dello stato; ministro è un organo individuale, capo di un
dicastero e componente dell’organo collegiale di governo, collega governo e amministrazione; ha compiti di
amministrazione diretta, di indirizzo e vigilanza; attualmente sono 14 (esteri e cooperazione internazionale,
interno, difesa, giustizia, economia e finanze, sviluppo economico, politiche agricole alimentari e forestali,
ambiente, infrastrutture e trasporti, lavoro e politiche sociale, istruzione, università e ricerca, salute, beni). Il
modello proviene dal regno di Sardegna e si basa sul concetto di immedesimazione organica tra soggetto che
agisce e l’amministrazione

Organo dell’amministrazione: persona fisica/centro di competenze; l’ufficio è il suo apparato amministrativo

Riforme e ridimensionamento:
-decentramento regionale e locale: funzioni agli enti regionali e locali
-enti pubblici con autonoma personalità giuridica: eterogenei, si distinguono in economici (lo stato
imprenditore)
-privatizzazioni: enti pubblici economici e aziende autonome si sono trasformati in società per azioni (ENEL,
eni, Leonardo…)
-agenzie: con autonomia funzionale, attività a carattere tecnico-operativo di interesse nazionale sottoposte a
poteri ministeriali di indirizzo e vigilanza.
-autorità amministrative indipendenti: compiti di regolazione e controllo di interi settori (prima ai ministeri)

Organi ausiliari del governo: consiglio di Stato con consulenza giuridico-amministrativa del governo, funzioni
giurisdizionali. Può esprimere pareri facoltativi ed obbligatori (sui regolamenti governativi). Il governo non è
obbligato a uniformarsi
Corte dei conti: controllo preventivo di legittimità sugli atti, controllo sulla gestione del bilancio, finanziaria
riferendo direttamente alle Camere.
Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro: CNEL, titolare dell’iniziativa legislativa

3. Autorità indipendenti

Autorità indipendenti: posizione autonoma, personalità scelte per garantire autonomia e indipendenza per
assicurare a settori delicati imparzialità (interessi coinvolti). Pag. 410 per l’elenco. Sono nominate in modi
diversi e agiscono secondo moduli non omogenei. Pongono problemi riguardo al fatto che sono legittimate a
svolgere funzioni così importanti senza dover rispondere davanti al parlamento (eccezione: relazione annuale);
eccessivo numero di autorità e assenza disciplina uguale per tutte

Attività normativa: messa in discussione, atti rivolti a soggetti esterni per limitare/ condizionare l’azione (sia in
positivo che in negativo); il potere regolamentare è legittimo per realizzare fini posti dalla legge e deve essere
esercitato nei limiti del principio di legalità e preferenza della legge

Banca d’Italia: nell’eurosistema, garanzie d’indipendenza. Il governatore è nominato con decreto del PR ma
proposto dal PdC con parere del consiglio superiore della banca (dura 6 anni). emette banconote su
autorizzazione della BCE, tesoreria di stato, riserve auree e valutarie; ha potere regolamentare;
coordinamento con la commissione nazionale per le società e la borsa (tutela risparmiatori e azionisti)

4. Principi costituzionali
Principio dell’autonomia art.5: amministrazione tra stato ed enti regionali e locali, competenza generale ai
comuni, vicini agli interessi da soddisfare

principio del decentramento art 5: uffici dipendenti dagli apparati centrali ma collocati in sede locale (livello
burocratico) /attraverso enti autonomi (livello istituzionale); mai attuato, si preferisce il principio di autonomia

riserva di legge art. 97: organizzazione; è una riserva relativa, la legge non disegna l’intera organizzazione ma
fissa i principi generali; la presidenza del consiglio determina il numero attribuzione e organizzazione dei
ministeri

principio di legalità: attività delle pubbliche amministrazioni (legge e fonti normative) limitate dai principi
costituzionali e dall’ordinamento giuridico; su materie con riserva di legge è soddisfatto solo su base di una
specifica legge/atto avente forza di legge. Atti amministrativi contrari a norme di legge possono essere
disapplicati dal giudice ordinario e annullati dal giudice amministrativo; è un limite estero e interno perché
trova nella legge gli obiettivi da raggiungere oltre i limiti.
Legalità sostanziale: conforme alla legge
Legalità formale: limiti della legge

principio del buon andamento: efficacia (grado di corrispondenza tra propositi e risultati conseguiti), efficienza
(rapporto risultati e quantità di risorse impiegate) ed economicità (minimo impiego di risorse). Conferenza dei
servizi per rispondere a queste esigenze:
conferenza istruttoria: esame degli interessi pubblici coinvolti in un procedimento
conferenza decisoria: determinazione finale sulla base di decisioni prevalenti
conferenza simultanea: in modalità sincrona, riunioni alla presenza dei rappresentanti delle diverse
amministrazioni/semplificata: in modalità asincrona, scambio telematico di documenti

principio di imparzialità: ponderazione e composizione degli interessi pubblici da soddisfare con gli interessi
privati da sacrificare (partecipazione e contradditorio). Non è indifferente rispetto agli interessi in gioco perché
presuppone il perseguimento di un interesse pubblico. Comporta l’obbligo di astensione per i dipendenti
pubblici in conflitto d’interessi, i doveri sono oggetto di un codice di comportamento

trasparenza amministrativa: sul modello del Freedom information act (diritto di chiunque di accedere ai dati,
forme diffuse di controllo, accesso civico); diritto di accesso ai documenti amministrativi compete solo ai
soggetti titolari di un interesse giuridicamente rilevante

equilibrio di bilancio: e sostenibilità del debito pubblico

distinzione attività di governo e gestione amministrativa: non previsto dalla costituzione ma ora è nel tuel,
collega buon andamento a imparzialità. Le funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo sono
affidate agli organi di governo, la gestione amministrativa è affidata alla dirigenza

dirigenti: responsabili esclusivi della gestione e dei risultati a cui il governo li ha indirizzati. Il ricambio degli
incarichi dirigenziali di vertice avviene con il nuovo governo, 90 gg dopo la fiducia; sistema limitato legittimo
solo per incarichi in continuità con gli organi politici, escluso per i dirigenti delle aziende sanitarie

responsabilità dei funzionari e pubbliche amministrazioni: direttamente responsabili secondo le leggi penali,
civili e amministrative; la responsabilità civile si estende allo stato e agli enti pubblici ma non sono escluse
forme più intense

pubblico concorso: sono possibili deroghe e altre forme se previsto dalla legge

beni pubblici: regime speciale, la proprietà può essere pubblica o privata. Le pubbliche amministrazioni sono
titolari di beni che costituiscono il patrimonio dello stato
demanio pubblico: spiagge, porti, fiumi, inalienabili
patrimonio indisponibile: foreste, miniere, interesse storico e artistico, non sottraibili se non nei modi stabiliti
dalla legge
patrimonio disponibile: tutto ciò che non sta nelle due categorie, sottoposta al diritto comune

5. Procedimento amministrativo

Procedimento amministrativo: atti fra loro connessi di competenza di una o più amministrazioni per
raggiungere un fine perseguito attraverso l’adozione di un provvedimento finale. 4 fasi:
-iniziativa: istanza del soggetto interessato al provvedimento finale/autonoma iniziativa dell’amministrazione
-istruttoria: fase preparatoria, raccolti dati e informazioni anche attraverso pareri di organi consultivi
-costitutiva: deliberativa, adozione del provvedimento finale
-integrativa dell’efficacia: adempimenti per dispiegare gli effetti giuridici del provvedimento finale

Principio del giusto procedimento: modello del due process of law per garantire la corretta formazione della
volontà dell’amministrazione che deve manifestarsi in forme tipiche, osservare determinate procedure,
assicurare pubblicità e trasparenza, consentire la partecipazione dei soggetti coinvolti. Capisaldi:
-obbligo di motivazione degli atti amministrativi indicandone le ragioni giuridiche
-individuazione responsabile del procedimento responsabilità dell’istruttoria e del provvedimento finale
-intervento nel procedimento
-semplificazione dell’azione amministrativa
-conclusione con provvedimento espresso entro il termine che ogni amministrazione stabilisce (90/120 gg, se
non stabilito 30gg); decorso il termine si applica l’istituto del silenzio-assenso

6. Atti amministrativi

Tipici: emanati seguendo determinate procedure amministrative; sono perfetti una volta emanati e diventano
efficaci se non sottoposti a termini e condizioni. Possono essere invalidi, nulli quando mancano elementi
essenziali (atto provo di legittimazione) o annullabili quando sono viziati, difettosi dal punto di vista giuridico
per incompetenza dell’organo che lo ha emanato, violazione di legge (contrasto con norme
primarie/secondarie), eccesso di potere (si svia dalle finalità per cui l’amministrazione ha il potere di emanarlo,
riguarda il cattivo uso del potere discrezionale da parte dell’amministrazione)
Eccesso di potere in via sintomatica: emergono sintomi, illogicità manifesta, contraddittorietà manifesta
Controllo: su legittimità e merita
Atti imperativi: con il principio di autotela; l’imperatività indica la speciale forza dell’atto amministrativo grazie
alla quale la modificazione della sfera giuridica del suo destinatario non richiede la collaborazione di
quest’ultimo.
Autotela: consente all’amministrazione di realizzare anche con la forza le situazioni di vantaggio determinate
da un suo provvedimento senza l’ausilio di un giudice; provvedimenti di secondo grado (potere
dell’amministrazione di disporne a determinate condizioni l’annullamento d’ufficio, revoca, ratifica, convalida)
Sanzioni amministrative: carattere pecuniario, a carico di chi non rispetta l’atto
Atti giustiziabili

ordinanze di necessità: provvedimenti emanati in situazione di emergenza, la legge autorizza l’autorità. Non
sempre vengono precisate le modalità, discrezionalità (es. prefetto: ordine pubblico). Secondo la corte hanno
carattere di atti amministrativi perché limitati nel tempo e nell’ambito territoriale e vincolati all’ordine
giuridico
protezione civile: presidente del consiglio/commissario straordinario, in stato di emergenza nazionale,
interventi nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, acquisendo l’intesa delle regioni, escludendo il
controllo della Corte dei conti; devono contenere le norme a cui si intende derogare e i motivi
sicurezza urbana: sindaco in qualità di ufficiale di governo, per tutelare l’integrità fisica della
popolazione/prevenire e contrastare fenomeni criminosi/illegalità; può emettere altre ordinanze contingibili
e urgenti
7. Tutela giurisdizionale diritti e interessi legittimi, art.113

Sistema dualistico: ripartita fra giudice ordinario e amministrativo a seconda del tipo di situazione giuridica
che viene fatta valere
Lesione del diritto soggettivo: giudice ordinario che non può annullare l’atto ma può disapplicarlo e risarcire
Lesione interesse legittimo: giudice amministrativo, può sospendere e annullare l’atto; gli può essere attribuita
tutela dei diritti soggettivi in materie indicate dalla legge (elenco art. 133 codice processo amministrativo)

Rimedi amministrativi/paragiurisdizionali: ricorsi che il soggetto leso può esprimersi rivolgendosi


all’amministrazione che l’ha emanato (ricorso in opposizione), al superiore gerarchico dell’autorità (ricorso
gerarchico). Il ricorso straordinario al PR, la decisione spetta al consiglio di Stato (parere vincolante) è una via
alternativa (termine per far ricorso doppio, 120 gg, non necessario patrocinio di un avvocato)

Atto politico: atto che esprime una libera scelta connessa all’esercizio della funzione di indirizzo politico o di
governo. La legge esclude il ricorso alla giurisdizione amministrativa se si tratta di atti o provvedimenti emanati
dal governo nell’esercizio del potere politico.

Sistema giudiziario

1. Costituzionalismo liberaldemocratico

Giudici: garantiscono l’osservanza delle regole della convivenza sociale; prima con il re la concentrazione del
potere giurisdizionale era in un unico soggetto che deteneva anche il potere esecutivo; poi si è deciso di
rafforzare l’indipendenza e la terzietà di questo potere attraverso i giudici (limitazione della supremazia
regia, 1701 act of settlement inamovibilità dei giudici che non possono essere rimossi fintantoché si
comportano correttamente)

Funzione giudiziaria: potere separato per evitare che un monarca assoluto potesse compiere dei soprusi,
senza questa divisione non c’è libertà, unito al potere legislativo è un giudice legislatore, unito a quello
esecutivo un giudice oppressore

Giudice professionista (common law): selezione, giudici scelti fra avvocati con esperienza pluriennale
nominati a vita

Giudice funzionario (civil law): funzionari pubblici alle dipendenze del governo, ottica burocratica, giudice
come meccanico applicatore della legge, bocca della legge

Indipendenza della magistratura: esterna, nei confronti degli altri poteri, e interna, di ciascun giudice rispetto
ai superiori, in Italia nel 1907 con l’istituzione del primo consiglio superiore di magistratura. Per risolvere il
problema sono stati istituiti organi di autogoverno rappresentativi dell’ordine giudiziario e a cui sono
assegnati compiti come il reclutamento e la carriera dei magistrati; il governo deve assicurare i mezzi per
l’esercizio dell’attività giudiziaria

2. Funzione giurisdizionale

Profilo soggettivo: rilievo alla natura del soggetto cui spetta la decisione nelle attività attribuite alla
competenza di soggetti appartenenti al corpo giudiziario

Profilo oggettivo: rilievo al carattere oggettivamente giurisdizionale a prescindere dal fatto che chi decide
appartenga o no al corpo giudiziario

Definizione: la funzione diretta all’applicazione della legge, attivata su impulso delle parti (passività del
giudice), per risolvere un conflitto o una controversia, esercitata ad opera di un soggetto terzo (terzietà del
giudice), vincolato solo alla legge, nel rispetto del principio del contradditorio tra le parti, della pubblicità del
procedimento e della motivazione delle decisioni.
Giudice passivo: non spetta a lui promuovere l’azione ma ad un soggetto terzo rispetto alle parti in causa, è
vincolato solo alla legge, non deve ricevere istruzioni e non deve dettare il parametro in base al quale
decidere la controversia.
Contradditorio: garantisce che ogni parte possa farsi sentire in condizioni di parità
Pubblicità: è garanzia della correttezza
Motivazione: consente forme di controllo successivo

Parti nel processo: i nomi variano a seconda del tipo di giurisdizione


-processo civile: attore e convenuto
-processo penale: pubblico ministero e imputato
-processo amministrativo: ricorrente e resistente (pubblica amministrazione), possibile un processo a parti
invertite
f. legislativa: produce norme, la sua espressione è la legge
f. esecutivo-amministrativa: dà esecuzione alle norme di legge ma non in posizione di terzietà, la sua finalità
è il pubblico interesse adottando atti e provvedimenti amministrativi
f. giurisdizionale: sua espressione è la sentenza, l’atto processuale del giudice col quale risolve la questione
sottoposta alla sua attenzione; ordinanza e decreto sono gli atti del giudice che non definiscono il
procedimento ma lo regolano. Vengono così incluse attività di natura giurisdizionale svolte da organi
amministrativi (f. contenziose) o del potere legislativo (verifica dei poteri) escludendo i compiti di natura
amministrativa eseguiti da organi giudiziari (volontaria giurisdizione, procedimento elettorale)

3. Organizzazione

Giudici ordinari: istituiti e regolati dalle norme sull’ordinamento giudiziario, hanno una giurisdizione generale
in materia civile e penale e rappresentano la gran parte dei magistrati. L’organizzazione è orizzontale, diffusa
sul territorio (distretti giudiziari) e verticale, interna a ogni ufficio e fra gli uffici di un distretto (giudici di
primo e secondo grado). Al vertice c’è la corte di cassazione (Roma, sezioni civili e penali). Si articola in
distretti che fanno capo a corti d’appello corrispondenti al territorio di una regione (26+3 sezioni distaccate),
i distretti sono divisi in circondari (136)

Norme: testo vigente= modifiche tra il 2005-2007 (riforma di centro-destra e riforma della riforma di centro-
sinistra)

Cause in materi civile: giudice di pace (cause minori, giudice monocratico perché decide da solo), tribunale
(decide in composizione monocratica o collegiale= 3 giudici), corte d’appello (giudice collegiale di secondo
grado)

Procedimenti in materia penale: giudice di pace (reati minori), tribunale (primo grado), corte d’appello
(secondo grado)

Corte d’appello: primo grado, reati più gravi, decisioni appellate presso la corte d’assise d’appello (2 giudici
di carriera+ 6 giudici popolari)

Distribuzione del lavoro: criterio della competenza

Ricorso in cassazione: contro le sentenze d’appello e si limita alle questioni di legittimità (rispetto della legge
e delle norme di procedura, senza coinvolgere la questione); si guarda all’esatta osservanza e all’uniforme
interpretazione della legge= f. monofilattica (si decide quali casi valutare, può disporre l’annullamento della
sentenza, cassarla, rinviando ad altro giudice per ripetere anche solo parte del processo). Le interpretazioni
sono sintetizzate in massime
Funzioni requirenti: magistrati del pubblico ministero (i p. m.), presso ogni tribunale c’è una procura della
Repubblica, presso ogni corte d’appello una procura generale della Repubblica e la procura generale presso
la Corte di cassazione (direzione nazionale antimafia e antiterrorismo=funzioni specializzate; direzione
distrettuale antimafia= presso la procura del tribunale del capoluogo); i magistrati requirenti non sono
giudici ma appartengono allo stesso corpo dei magistrati giudicanti e non c’è carriera separata
Passaggio da f. requirente a giudicante: solo 4 volte e dopo aver svolto la funzione che si lascia almeno per 5
anni con giudizio positivo di idoneità, il magistrato deve cambiare distretto e regione
Compito dei magistrati requirenti: perseguire l’interesse generale della giustizia, attività di stimolo dei
procedimenti giudiziari (giustizia penale); hanno l’obbligo di esercitare l’azione penale e indagini per mezzo
della polizia giudiziaria e rappresentano la pubblica accusa (parte nel processo)

Giudizi straordinari e speciali: divieto di istituirli, creati dopo l’accadimento dei fatti/con competenze
ritagliate in base agli interessi. Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge
Sezioni specializzate: per determinate materie negli uffici giudiziari ordinari, con esperti esterni

4. Giurisdizioni speciali

Giurisdizione amministrativa: controversie coinvolgendo la pubblica amministrazione, tutela nei confronti


della pubblica amministrazione degli interessi legittimi e in materie indicate dalla legge. La legge definisce le
competenze e dal 2010 è in vigore il codice del processo amministrativo (riordinamento della disciplina); può
stabilire il risarcimento del danno
Giurisdizione esclusiva: tutela degli interessi legittimi e dei diritti soggettivi
Tribunali amministrativi regionali TAR: giudici collegiali di primo grado nel capoluogo di regione, le sentenze
sono appellabili al consiglio di stato (giudice collegiale di secondo grado) e i ricorsi sono decisi dalla sezione
giurisdizionale/adunanza plenaria. È possibile il ricorso in cassazione per motivi inerenti alla giurisdizione

giurisdizione contabile: funzioni di controllo e di responsabilità amministrativa e contabile (pensioni) di


amministratori/dipendenti/tesorieri delle amministrazioni pubbliche; riguarda i danni recati
all’amministrazione e il maneggio di pubblico denaro
Corte dei conti: sezioni giurisdizionali regionali, 1 grado, decisioni impugnabili presso le sezioni giurisdizionali
centrali di appello (Roma); ricorso in cassazione per motivi di giurisdizione; vale il codice di giustizia contabile

giurisdizione militare: con tribunali militari/corte militare d’appello, stabilita dalla legge in tempo di guerra
(competenza più generale), in tempo di pace solo per i reati militari commessi dagli appartenenti alle forze
armate.

Giustizia tributaria: prevista dalla legislazione ordinaria, risoluzione delle controversie tra contribuenti e
soggetti preposti alla riscossione di tributi (commissioni tributarie provinciali=1 grado; regionali= 2 grado). La
corte di cassazione dirime i conflitti di competenza fra giudici ordinari e conflitti di giurisdizione tra giudici
ordinari e speciali

5. Autonomia e indipendenza della magistratura

Magistratura: ordine autonomo e indipendente, i giudici sono soggetti soltanto alla legge, i magistrati si
distinguono per diversità di funzioni. L’atto legislativo è la sola fonte di organizzazione generale e il limite e la
misura dei suoi poteri

Pubblico concorso: per evitare condizionamenti, sono nominati solo dopo il superamento del pubblico
concorso per garantire imparzialità ed elevato grado di selezione tecnica (eccezione: magistrati onorari come
i giudici di pace; nomina per meriti insigni= professori di università/avvocati con 15 anni di servizio)

Giudici popolari: partecipazione diretta del popolo all’amministrazione della giustizia, è prevista nelle Corti
d’assise e d’appello composte da semplici cittadini in veste di giudici popolari (delitti più gravi, riprovazione
sociale)
Inamovibilità: non possono essere dispensati o sospesi o destinati ad altre sedi se non in seguito a decisione
del CoSM (esclusione interferenza del potere esecutivo, ridotti i margini di intervento del ministero della
giustizia che promuove l’azione disciplinare e ha competenza generale in materia di organizzazione e
funzionamento dei servizi relativi alla giustizia)

Indipendenza esterna: per garantire piena autonomia del potere giudiziario da intromissioni da altri poteri

Indipendenza interna: rapporti fra magistrati all’interno dello stesso ordine giudiziario; per garantire ciò i
magistrati raggiungono il massimo del trattamento economico e della qualifica con il criterio dell’anzianità
(tutti terminano la carriera con la qualifica di consigliere di cassazione, a prescindere dalle loro funzioni); ciò
ha allentato l’impostazione gerarchica, favorendo forse una minor qualificazione professionale dei magistrati
con funzioni superiori (valutazione di professionalità ogni 4 anni)

Pubblico ministero: articolazione gerarchica spiegata da specifici compiti delle procure, titolare esclusivo
dell’azione penale è il procuratore della repubblica, funzione che può delegare ai magistrati del suo ufficio
Azione penale obbligatoria: eguale persecuzione di tutti i reati di cui il pubblico ministero è venuto a
conoscenza

Separazione delle carriere: evitare che la carriera unica renda possibile al magistrato pubblico influenzare il
collega appartenente allo stesso corpo ma che svolge funzioni giudicanti

Limitazioni al diritto di iscriversi a partiti politici: estraneità del magistrato alla politica dei partiti è un valore
di rilievo per salvaguardarne l’indipendenza e l’imparziale esercizio. L’iscrizione e la partecipazione è
sanzionata dalle norme sulla responsabilità disciplinare

Garanzie di indipendenza: assicurate agli appartenenti alle giurisdizioni speciali che possono avere contiguità
con il potere esecutivo

6. Consiglio superiore della magistratura CSM: assunzioni, trasferimenti, assegnazioni, promozioni e


provvedimenti disciplinari, organo da cui dipende la carriera del magistrato (art. 105)

Composizione: la legge stabilisce il numero di membri elettivi (24, 16 eletti dai magistrati e 8 dal parlamento,
totale 27); la carica dura 4 anni e non si può subito essere rieletti
-3 componenti di diritto: PR-primo presidente-procuratore generale della corte di cassazione
-componenti elettivi: 2/3 membri togati eletti da tutti i magistrati ordinari
-componenti elettivi: 1/3 membri laici eletti dal parlamento in seduta comune fra professori ordinari e
avvocati con 15 anni di professione a maggioranza qualificata (3/5 assemblea, poi dei votanti)

organizzazione: presidenza del capo dello stato con funzione di garanzia dell’equilibrato e imparziale
svolgimento dei compiti assegnati. Elegge un vicepresidente (tra i membri laici) a cui il PR delega funzioni
(quasi tutte)

commissioni: per il conferimento degli incarichi direttivi e la sezione disciplinare

attribuzioni: non è un piccolo parlamento della magistratura, ha composizione mista ed è l’organo cui la
Costituzione attribuisce la gestione della carriera e dello stato giuridico dei magistrati; le attribuzioni devono
coordinarsi con il ministero della giustizia competente in materia di organizzazione e funzionamento

CSM e ministro: il ministro può formulare richieste ma la competenza di adottare provvedimenti rimane al
CSM; il ministro a potere per gli incarichi direttivi e la guida degli uffici giudiziaria (natura temporanea). Il csm
deve procedere di concerto con il ministro= è un vincolo di metodo che implica una leale collaborazione. Il
csm può andare avanti anche senza deliberazione del ministro
pareri del CSM: al ministro su ddl in materia di giustizia; si esprime di sua libera iniziativa e i suoi pareri
possono essere richiesti dal ministro (seconda tesi: evitare interferenze del csm nell’attività legislativa,
diventando una terza camera in conflitto con il potere politico). Napolitano: a favore della prima tesi

procedimenti disciplinari: decidere l’eventuale irrogazione di sanzioni previste dalla legge; su richiesta del
ministro/procuratore generale presso la Corte di cassazione, è previsto il ricorso in cassazione

consigli delle magistrature speciali: assicurare autonomia e indipendenza delle giurisdizioni speciali

7. Principi costituzionali del processo

Fondamento: disposizioni costituzionali che dettano i principi cui deve conformarsi l’attività giurisdizionale
nel suo concreto svolgersi (processo)

Diritto di azione e difesa (art. 24): tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti fondamentali
della persona; la difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado di procedimento; è un diritto
irrinunciabile e ai non abbienti è garantito il mezzo per difendersi davanti alla giurisdizione (gratuito
patrocinio, assistenza legale a carico dello stato)

Giudice naturale: garantire la tutela giurisdizionale dei diritti del cittadino, diritto ad una previa non dubbia
conoscenza del giudice competente a decidere, il diritto alla certezza che a giudicare non sarà un giudice
creato ad hoc a posteriori

giusto processo (art. 111): regolato dalla legge, si svolge nel contradditorio (confronto incrociato sugli
elementi di prova) tra le parti in condizioni di parità (principio della parità delle armi) davanti ad un giudice
terzo e imparziale
diritti fondamentali dell’accusato: informato dei capi di accusa a suo carico, tempo e condizioni necessari per
preparare la difesa, interrogare i testimoni e acquisire prove, interprete in caso non parli la lingua,
ragionevole durata del processo (troppo lunghi= denegata giustizia)
equa riparazione: caso di mancato rispetto del termine (3 anni primo grado, 2 appello, 1 giudizio di
legittimità)
prescrizione: estinzione del reato passato un determinato lasso di tempo, cade dopo il primo grado

obbligo di motivazione: la motivazione permette di controllare il ragionamento giuridico

doppio grado di giudizio: possibilità di sottoporre ad un giudice diverso (2 grado) la stessa questione

8. Responsabilità dei magistrati

Quis custodiet ipsos custodes? ridotte al minimo le interferenze da parte dello Stato, ma non deve essere un
corpo totalmente irresponsabile e protetto da immunità. Diversi tipi di responsabilità

Responsabilità disciplinare: condotta professionale e doveri del loro ufficio, assicurare il buon andamento e
tutelare l’immagine della pubblica amministrazione; titolare dell’azione sono il ministro della giustizia e il
procuratore generale, giudica la sezione disciplinare del CSM

Problema: poche condanne e troppo blande (ammonizione e censura), disciplina modificata, l’illecito
disciplinare non è un fatto di scarsa rilevanza, suscettibile di interpretazioni

Incompatibilità ambientale: trasferimento d’ufficio per garantire indipendenza e imparzialità

Responsabilità civile: chiunque abbia subito un danno ingiusto posto dal magistrato con dolo
(comportamenti volontari) o colpa grave può agire contro lo stato per ottenere il risarcimento (anche per
ritardi e omissioni= diniego di giustizia).
Traghetti del mediterraneo e commissione c. Italia: incompatibilità della normativa italiana con il diritto UE
per l’esclusione di qualsiasi responsabilità per l’attività di interpretazione di norme di diritto o valutazione del
fatto e delle prove. Con la modificazione del 2015 si ha sempre colpa grave in caso di violazione manifesta
della legge e del diritto UE.
Divieto di azione diretta contro il magistrato: distinte le responsabilità dello stato e del singolo magistrato

Responsabilità politica: l’unica è la responsabilità politica diffusa, il potere di critica riconosciuto all’opinione
pubblica verso chi esercita pubbliche funzioni ma nessuna autorità può rendere nulle le decisioni dei
magistrati, soggetti solo alla legge.

Comando impossibile: quello di perseguire tutti i reati, selezionano le fattispecie di cui occuparsi (tesi: scelte
sottoposte a indirizzi formulati dall’esecutivo/parlamento; tesi2: il potere diffuso della magistratura
garantisce già l’equilibrato svolgimento dell’azione penale)

Giustizia costituzionale

1. Origini e modelli

Revisione costituzionale: garantisce rigidità alla costituzione, procedure aggravate


giustizia costituzionale: garantisce la supremazia della costituzione, assicura il rispetto delle sue norme
attraverso la risoluzione in forma giurisdizionale delle controversie relative alla legittimità costituzionale degli
atti legislativi e alle attribuzioni degli organi e dei soggetti costituzionali

origini: caso Bonham (Coke) quando un atto del parlamento è contrario al diritto o alla legge comune, la
common law lo controllerà e lo giudicherà nullo; dottrina superata dalla sovranità del parlamento. Il principio
di superiorità della costituzione rispetto alle leggi si afferma con la sentenza della corte suprema USA Marbury
vs. Madison
Kelsen e Schmitt: chi è il custode della costituzione?
-Kelsen: la costituzione è norma sulla produzione di diritto, organo giurisdizionale, la Corte costituzionale come
istanza unitaria. MODELLO DI CONTROLLO GIURISDIZIONALE DI COSTITUZIONALITA’ VINCENTE
-Schmitt: la costituzione è la decisione fondamentale, la sua garanzia è un organo che rappresenta già l’unità
politica del popolo, il capo dello stato

Ambiti della giustizia costituzionale:


-controllo di costituzionalità degli atti legislativi sotto il profilo formale (conformità sul processo di formazione)
che sostanziale (conformità alle norme costituzionali)
-sindacato sulle controversie tra organi e soggetti costituzionali
-tutela dei diritti costituzionalmente garantiti

Modelli di controllo: due sistemi


-sistema diffuso: controllo affidato a tutti gli organi giudiziari che disapplicano la legge con efficacia inter-
partes (limitata al caso). È il modello judial review of legislation, l’unità è assicurata da:
1- il vertice è la corte suprema degli Usa a cui spetta l’ultima parola
2- principio dello stare decisis, nessun giudice può discostarsi dalle affermazioni della CS
-sistema accentrato: controllo di un unico giudice costituzionale, una corte costituita ad hoc che decide con
efficacia erga omnes
Modi di applicazione: controllo preventivo (la pronuncia avviene prima dell’entrata in vigore dell’atto) e
successivo (la pronuncia avviene dopo) / controllo in via diretta-d’azione (impugnazione senza filtri) o in via
indiretta-incidentale (impugnata indirettamente).
L’Italia: ha un sistema misto, accentrato (Corte costituzionale) ad accesso diffuso (tutti i giudici possono
attivare il controllo in via incidentale); il controllo è in via diretta per stato e regioni

2. Corte costituzionale
Organizzazione: in parte disciplinata dalla Costituzione, poi leggi costituzionali, disposizioni legislative
ordinarie, fonti regolamentari della CC (regolamento generale, norme integrative)
Composizione: 15 giudici, formazione giuridica di alto livella
-1/3 di nomina presidenziale attraverso un proprio decreto,
-1/3 dal parlamento in seduta comune e servono i 2/3 per le prime 3 votazioni e poi i 3/5 dei componenti
-1/3 dalle supreme magistrature ordinaria e amministrative; 3 dalla corte di cassazione, 1 consiglio di stato, 1
Corte dei conti
Mandato: dura 9 anni, cessa senza prorogatio e non sono rieleggibili, il presidente è eletto dai componenti per
3 anni ed è rieleggibile (prassi: eleggere i giudici prossimi alla scadenza di mandato, presidenze brevi, prima
donna Marta Cartabia)
Status: incompatibile con carica parlamentare, consigliere regionale, professione forense, altra carica/ufficio
indicato dalla legge; insindacabilità per opinioni e voti

Competenze: giudica su
-questioni di legittimità costituzionale (leggi, atti aventi f. di legge, leggi delle regioni)
-conflitti di attribuzione tra poteri dello stato e tra stato-regioni
-accuse contro PR
-ammissibilità richieste referendum abrogativo

Metodo: principio di collegialità, per le decisioni serve la maggioranza assoluta e il quorum strutturale è di 11
giudici che devono essere presenti a tutte le udienze; il collegio non può essere modificato in corso di giudizio
(cause di forza maggiore: rinvio a nuovo ruolo della causa); le adunanze sono in udienza pubblica salvo
eccezionali motivi per cui la riunione si svolge a porte chiuse (camera di consiglio riservata a certe questioni e
alla deliberazione)
Giudice relatore: nominato dal presidente espone la questione oggetto di giudizio e con il suo voto apre la fase
deliberativa, l’ultimo voto è del presidente e prevale in caso di parità
Giudice redattore: per la stesura del testo (prassi: è lo stesso relatore per valorizzare la conoscenza del caso,
possono non coincidere se il relatore è in minoranza; tema dell’opinione dissenziente)

3. Giudizio di legittimità costituzionale

Art. 134, oggetto di controllo di costituzionalità: gli atti normativi primari e le leggi di rango costituzionale
(escluse: fonti fatto, atti normativi secondari giudicati solo a fini diversi e con diversa competenza nei conflitti
di attribuzione), i regolamenti parlamentari non sono sindacabili
Parametro: norme costituzionali, norme diverse da quelle costituzionali

Leggi costituzionali:
-profilo formale: approvate con il procedimento dell’art. 138
-profilo sostanziale: configurabilità dei limiti alla revisione costituzionale aldilà di quelli espressi dalla
Costituzione; verificate con riferimento ai principi supremi dell’ordinamento costituzionale

Leggi ordinarie (stato-regioni-Trento-Bolzano)


-profilo formale: procedimento d’approvazione
-profilo sostanziale: contenuto

Decreti-legge: entro 60 gg del termine di vigenza, stante la novazione della fonte che avviene con la
conversione in legge. Ora si interviene anche in caso di decreti non convertiti e reiterati, sia convertiti in
mancanza di presupposti costituzionali, sia di decreti modificati con emendamenti estranei al testo originario

Decreti legislativi: la legge di delegazione è sindacabile, il decreto è sindacabile anche per violazione dei limiti
posti dalla legge di delegazione (indirettamente viola l’art. 76)
Norme parametro interposte: collocate tra la Costituzione e l’atto oggetto di controllo, ponendosi al di sopra
di quest’ultime (es. legge di delegazione, norme di diritto internazionale generalmente riconosciute, trattati
internazionali, leggi statali); escluse leggi approvate in violazione di norme dei regolamenti parlamentari

Statuti regionali ordinari: art. 123, attuando la natura preventiva del controllo per evitare ordinamenti viziati
a cascata; il limite (parametro) è l’armonia con la Costituzione (conformità e rispetto dello spirito); vale anche
per gli statuti speciali

4. Vizi sindacabili di legittimità costituzionale

Validità: atto conforme alle norme che ne disciplinano il procedimento e il contenuto, l’illegittimità è data:
-vizi formali: atto in quanto tale, non rispettate le disposizioni relative al procedimento di formazione
-vizi sostanziali: contenuto, che lede la disciplina desumibile dalle norme costituzionali (tout court) o non
rispetta l’ambito materiale di competenza (vizio per incompetenza: la legge regionale disciplina una materia
di competenza dello stato)
-vizio di irragionevolezza della legge: conciliare ragionevolmente pluralità e diversità con l’esigenza di coerenza
delle parti nel tutto; si colloca tra legittimità e merito (indirizzo politico); il confine con la politica è labile

5. Accesso al giudizio di legittimità costituzionale

Via d’azione: Stato verso leggi regionali o viceversa


Via incidentale: la questione di legittimità sorge nel corso di un giudizio
Accesso delimitato: per assicurare l’efficienza della CC a cui vengono portate concrete controversie
Caso delle leggi elettorali: apre la strada a ricorsi diretti di cittadini nei casi in cui si discuta di diritti politici
fondamentali; la CC però distingue il caso delle leggi elettorali delle camere da quelle di altri organi che non
ricadono in una zona franca nel sistema di giustizia costituzionale

6. Giudizio in via incidentale

Giudizio principale: a quo, da cui proviene la questione di legittimità, diverso dal giudizio incidentale che si
svolge davanti alla CC; può essere la stessa CC.

Individuazione del giudice a quo: giudici ordinari e amministrativi, speciali e organi dotati di funzioni giudicanti
(sezione disciplinare del Csm, sezioni della Corte dei conti in sede di giudizio sul rendiconto dello stato, delle
regioni, nel controllo degli atti di governo…) richiedendo due requisiti (a volte è soddisfatta anche solo di uno):
-soggettivo: esistenza di un giudice incardinato nell’organizzazione delle magistrature
-oggettivo: giudizio in senso tecnico, attività applicativa della legge qualificabile come giurisdizionale

Chi solleva la questione: precisando termini e motivi individuando le disposizioni della legge viziate di
illegittimità costituzionale (oggetto) e le disposizioni della costituzione violate (parametro)
-su istanza: una delle parti del giudizio (private, PM) al giudice
-d’ufficio: il giudice

Condizioni di ammissibilità: accertate dal giudice a quo


-rilevanza: questioni concrete relative all’applicazione di atti legislativi; è rilevante se ha ad oggetto una
disposizione di legge la cui applicazione è necessaria a definire il giudizio in corso (irrilevante se la risoluzione
non dipende dal processo principale)
-non manifesta infondatezza: deve essere ragionevolmente seria, accertato il dubbio sulla costituzionalità
(prima di sollevare il dubbio il giudice deve svolgere ogni tentativo di verificare se può essere superato per via
interpretativa rendendo la disposizione non in contrasto con la Costituzione: obbligo di operare una
interpretazione conforme a Costituzione, costituzionalmente orientata; se è impossibile darne interpretazioni
costituzionali è illegittima)
Sospensione di giudizio: per rimettere con ordinanza la questione di legittimità alla CC (sennò è respinta con
ordinanza motivata la questione per irrilevanza o manifesta infondatezza e può essere riproposta all’inizio di
ogni fase o grado ulteriore di processo)
Notifica e pubblicazione: dal giudice a quo al presidente del consiglio/della giunta regionale/presidenti delle
Camere/consiglio regionale. L’ordinanza viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e nel bollettino ufficiale della
regione quando occorre (tutti gli operatori del diritto sono messi al corrente).
Costituzione in giudizio delle parti: entro 20 gg davanti alla Corte, la costituzionalità è verificata aldilà degli
interessi delle parti che presentano le loro deduzioni; possono intervenire altri soggetti (titolari di un interesse
qualificato, amici curiae= formazioni sociali senza scopo di lucro e soggetti istituzionali che presentano opinioni
scritte, esperti); si nomina il giudice relatore e se nessuna delle parti si è costituita in giudizio si può convocare
la corte in camera di consiglio (anche se si può decidere in maniera sommaria)

7. Giudizio in via d’azione

Giudizio astratto: le disposizioni impugnate vengono valutate sotto il profilo del contenuto prescrittivo a
prescindere dalla loro concreta applicazione
Ricorso disponibile: è un giudizio di parti, i soggetti possono fare uso del potere di ricorrere direttamente alla
corte per risolvere i contrasti, possono anche rinunciare al ricorso se anche l’altra parte accetta
Prima della riforma del 2001: il ricorso statale aveva carattere preventivo, quello regionale successivo, ora
hanno entrambi carattere successivo e riguardano disposizioni già in vigore e possono essere promossi a 60
gg dalla pubblicazione

Titolarità del ricorso: presidente del consiglio (previa delibera del consiglio) /della giunta (previa delibera della
giunta) indicando oggetto e parametro; può essere deciso anche da consiglio/giunta su proposta della
conferenza stato-città-autonomie locali e del consiglio delle autonomie locali istituito in ogni regione
Istanza di sospensione: se comporta il rischio di un irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico/ordinamento
giuridico della repubblica
Ricorsi asimmetrici: lo stato può impugnare leggi regionali per qualsiasi violazione invocando qualsiasi
parametro, le regioni solo per violazione della sfera di competenza

8. Giudizi sulle leggi: tipologia delle sentenze

Classificazione delle decisioni: forma tipica


-sentenza: via definitiva, hanno una struttura tipica (motivazione in fatto= esposizione dei fatti della causa;
motivazione in diritto= ragioni; dispositivo= parte conclusiva con la decisione)
-ordinanza: altri casi (provvedimenti interlocutori= restituisce gli atti al giudice a quo perché rivaluti la
questione alla luce di nuove norme; manifesta inammissibilità e infondatezza); sono succintamente motivate

Contenuto delle decisioni:


-processuali: impregiudicata la questione di legittimità (pronunce di inammissibilità per
difetto/rilevanza/carenza)
-di merito: la corte entra nel merito della questione e la risolve (pronuncia di non fondatezza o fondatezza); in
base all’esito possono essere di rigetto o accoglimento (classificabili in base alla tecnica di incisione applicata)
ed è raggiunto tramite diversi percorsi interpretativi

Sentenze di rigetto e accoglimento: se escludono o rilevano il vizio di incostituzionalità; il giudizio è


comparativo confrontando disposizioni di legge ritenute viziate e disposizioni costituzionali ritenute violate
Principio della corrispondenza fra chiesto e pronunciato: la decisione deve rimanere nei limiti
dell’impugnazione; eccezione: illegittimità consequenziale= la possibilità di dichiarare incostituzionali altre
disposizioni non indicate nell’ordinanza di rimessione o nel ricorso diretto la cui legittimità deriva come
conseguenza della decisione di accoglimento della questione proposta (es. assenza di prole per entrare nella
guardia di finanza)
Sentenze interpretative: l’infondatezza/fondatezza dipende da quale norma fra le diverse possibili la corte
ricava dalla disposizione sottoposta a suo esame
-di rigetto: non fondata la questione di legittimità in quanto dalla disposizione si desume una norma che
elimina il dubbio di incostituzionalità. La corte salva il testo dando rilievo alla norma compatibile
-di accoglimento: la questione è fondata in quanto fra le norme che la disposizione è suscettibile di esprimere
viene dato rilievo a una di esse che la corte ritiene in contrasto con il parametro costituzionale indicato.
Dichiara l’illegittimità in riferimento alla norma contrastante

Duplice possibilità di decisione: da una stessa decisione si possono ricavare due norme alternative, una
compatibile e una in contrasto

Sentenze di accoglimento manipolative: l’effetto manipolativo si riferisce alla produzione di innovazioni nel
sistema normativo, trasformando, adeguando la disposizione legislativa (il sistema suscita perplessità)
-accoglimento parziale/ablative: illegittima parte della disposizione (testo ridotto limitatamente a determinate
parole/proposizioni di un articolo/comma) /illegittimo uno dei possibili significati ricavabili (eliminata una
norma, testo ridotto nel numero delle sue interpretazioni, la manipolazione opera sulle norme ricavabili da
esso)
-sentenze sostitutive: ipotesi intermedia tra parziali e additive; la corte dichiara l’illegittimità di una norma che
viene eliminata e contemporaneamente la sostituisce con un’altra norma formulata nella sentenza colmando
il vuoto legislativo (frequenza degli alunni disabili alle scuole medie: da facilitata si inserisce assicurata)
-sentenze additive/aggiuntive: illegittima una disposizione perché non prevede una certa norma la cui
esistenza è necessaria per rispettare la Costituzione; la corte la aggiunge al testo (es. nell’interrogatorio non
era previsto il difensore per l’imputato); è un intervento paralegislativo che può invadere lo spazio del
legislatore (in materia penale non possono essere attuate perché produrrebbero effetti in malam partem,
sfavorevoli al reo). Nel caso di norme penali di favore dichiarate incostituzionali non c’è contraddizione perché
l’effetto è la riespansione della disciplina e non l’introduzione di una disciplina creata in via additiva
-sentenze additive di principio: mitigano gli effetti delle additive semplici, individuano il principio generale in
base al quale una certa materia va disciplinata: lasciano al legislatore la possibilità di scegliere come attuare il
principio (es. diritto del figlio a conoscere la madre biologica)

Sentenze monito: la corte dialoga con il legislatore e sono indicazioni, sollecitazioni rivolti al parlamento (es.
linee essenziali della disciplina del settore radiotelevisivo). Non hanno valore vincolante

Caso Cappato: pronuncia senza precedenti, giudizio sospeso e rinviato ad un’altra udienza a distanza di 11
mesi per dare tempo al parlamento di intervenire con una legge che evitasse il vulnus (offesa) costituzionale
(usata di nuovo nel 2020 sulla norma che prevede il carcere per i giornalisti, non in linea con i principi
costituzionali, il parlamento elabora una nuova disciplina della diffamazione a mezzo stampa)

9. Giudizi sulle leggi: effetti della dichiarazione di illegittimità

Efficacia delle sentenze: hanno portata generale che incide sul piano delle fonti del diritto; una volta dichiarata
illegittima la norma cessa di avere efficacia il giorno dopo la pubblicazione della decisione (art. 136.1 efficacia
solo pro-futuro, dunque non si applicano ai fatti sorti prima della sentenza)
Art. 30.3 l. 87/1953: le norme incostituzionali non possono avere applicazione dal giorno successivo la
pubblicazione della decisione; vi sono limitati effetti retroattivi che non valgono nei confronti dei rapporti
esauriti (sentenza passata in giudicato, diritti estinti per prescrizione, decadenza dell’esercizio di un potere
scaduto il termine di legge: tutela della certezza del diritto) ma solo verso quelli PENDENTI
Sentenze penali di condanna: anche se irrevocabili, se la condanna si basa su una legge dichiarata poi illegittima
cessano esecuzione ed effetti; vale il principio superiore del favor libertatis che tutela la persona condannata
Potere di graduare gli effetti nel tempo: per le sentenze che comportano forti oneri per il bilancio dello Stato
(es. illegittimità dell’addizionale imposta sul reddito delle società operanti nel settore degli idrocarburi: esclusa
l’efficacia retroattiva per evitare una grave violazione dell’equilibrio di bilancio); nel caso delle leggi elettorali
delle camere viene ribadita l’efficacia solo pro-futuro (principio fondamentale della continuità dello stato)
Decisione della corte: inoppugnabili, definitive, res iudicata irretrattabile

10. Conflitti di attribuzione: tipologia

Piano soggettivo: due categorie


-poteri dello stato: conflitti interorganici (il soggetto è lo stesso)
-stato-regioni/ fra regioni: conflitti intersoggettivi (diversi soggetti)

Piano oggettivo: delimitazione della sfera di attribuzioni


-vindicatio potestatis: titolarità di una competenza che ciascun soggetto/organo rivendica come propria
(usurpazione di potere)
-cattivo uso di potere: illegittimo esercizio di una competenza da parte di un organo/soggetto cui consegue la
menomazione della sfera di competenza di un altro organo/soggetto

Competenze: violate da un qualsiasi atto/fatto sia commissivo sia omissivo; se un atto è viziato da
incompetenza la corte lo annulla
Lesione in concreto: la parte lesa ha così interesse a ricorrere, a ottenere una pronuncia in merito; la
sussistenza dell’interesse è condizione necessaria e sufficiente a conferire concretezza e attualità al conflitto
(inammissibili conflitti ipotetici o virtuali); dà vita ad un giudizio di parti (iniziativa di parte)

11. Conflitti di attribuzione tra poteri dello stato

Organi fra cui può insorgere il conflitto: competenti a dichiarare la volontà dei poteri cui appartengono
Conflitti fra poteri: riguardano organi costituzionali superiorem non recognoscentes e sono affidati alla CC
come organo di garanzia super partes. Tra poteri dello stato le parti del conflitto non sono predeterminate; in
via preliminare la CC stabilisce se il conflitto è ammissibile

-profilo soggettivo: quali sono i poteri dello stato; non basta il riferimento alla teoria della separazione dei
poteri, sarebbero esclusi gli organi titolari di attribuzioni costituzionali non riconducibili ai 3 poteri (PR) e la
tutela di attribuzioni costituzionalmente rilevanti. Il criterio della legge è: i poteri sono gli organi competenti a
dichiarare in via definitiva la volontà dei poteri a cui appartengono, gli organi abilitati a produrre decisioni
autonome e indipendenti che impegnano tutto il potere a cui appartengono
Potere legislativo: Camera dei deputati, Senato, commissioni in sede legislativa, c. parlamentari d’inchiesta,
per l’indirizzo generale e la vigilanza dei sistemi radiotelevisivi. Potere dello stato=il singolo parlamentare: no
ma ci sono attribuzioni che consentono ai singoli parlamentari di sollevare il conflitto (per ora sempre
inammissibili)
potere esecutivo: governo, PdC, ministro della giustizia (in conflitto con il PR per il potere di grazia), gli altri
ministri non sono legittimati, salvo il caso della responsabilità individuale per i singoli dicasteri (mozione di
sfiducia individuale, caso Mancuso). Segreto di stato: l’autorità giudiziaria può contestare davanti alla Corte
potere giudiziario: potere diffuso, ogni giudice è un organo-potere legittimato al conflitto
comitati promotori di referendum: elettori firmatari di una richiesta di referendum abrogativo, rappresentati
dal comitato promotore

-profilo oggettivo: attribuzioni determinate da norme costituzionali, costituzionalmente rilevanti

Conflitto per atti legislativi: tutte le volte in cui lo strumento del conflitto costituisca un mezzo di tutela più
immediato ed efficace, soprattutto quando sono in gioco i diritti fondamentali. Giudizio di legittimità (valore
generale) e conflitto fra poteri (mezzo residuale) possono essere mezzi concorrenti

Fasi del giudizio davanti alla corte: due


1-giudizio preliminare sull’ammissibilità: ricorso dell’organo interessato, per accertare se sussiste materia di
conflitto; l’ammissibilità non precostituisce il giudizio di merito, la corte può ribaltarla; notifica agli organi
interessati=procedibilità nel merito
2-giudizio nel merito: verifica dei requisiti di ammissibilità, risoluzione con sentenza, se l’atto è viziato per
incompetenza viene annullato

12. Conflitti di attribuzione tra stato e regioni e tra regioni

Giudizio tra parti determinate: per oggetto la definizione delle sfere di attribuzione lese da un atto invasivo,
impugnabile per usurpazione o cattivo uso di potere. Deve esserci il tono costituzionale del conflitto che non
sussiste qualora la lesione derivi da un atto meramente illegittimo il cui annullamento può essere proposto
davanti ad un giudice amministrativo
Al di fuori degli atti legislativi, qualsiasi atto è idoneo a determinare materia di conflitto se comporta
un’alterazione del riparto delle competenze costituzionali

sospensione dell’atto: se ricorrono il fumus boni iuris (verosimiglianza delle buone ragioni del concorrente) e
il periculum in mora con intervento a titolo cautelare

13. Giudizio sulle accuse art.90: dal parlamento in seduta comune contro il PR; la CC è a composizione
integrata e la decisione finale potrebbe essere presa dai 16 membri laici se tutti concordi anche contro il parere
dei 15 giudici costituzionali (prevalenza del giudizio politico)

14. Giudizio di ammissibilità del referendum abrogativo art.75: accertare che la richiesta non cada nei
limiti di ammissibilità stabiliti da Costituzione e giurisprudenza costituzionale; escluso che possano venire in
rilievo profili di incostituzionalità sia della legge oggetto di referendum che della normativa di risulta

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