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DIRITTO ECCLESIASTICO: settore nel nostro ord giurid che riguarda il fenomeno religioso a livello

individuale, collettivo, istituzionale costituito dall’insieme delle norme positive.

Differenza DIRITTO CANONICO: il dir can riguarda l’ord giurid della chiesa cattolica mentre il dir eccl assume
rilievo solo se espressamente richiamato dal nostro ord.

PRINCIPI ISPIRATORI:
- PRINC. DI UNIONE:
1 teocrazia: subordinazione dello stato alla chiesa
2 cesaropatismo: relazione improntata all’unione in capo alla massima autorità temporale del
potere politico e quello spirituale
3 giurisdizionalismo: subordinazione della chiesa al potere civile
- PRINC. DI SEPARAZIONE: sistema di rapporti tra stato e chiesa fondato sulla separazione più o
meno rigida
- PRINC. DI COORDINAZIONE: secondo la quale i rapporti tra stato e conf religiose vadano risolti sulla
base di accordi destinati a disciplinare le materie di comune interesse

I TRE PERIODI ITALIANI:


1 ) PERIODO LIBERALE: con l’unità d’italia la legislazione sarda fu estesa a tutto il regno con diverse
conseguenze negative tra le quali l’abrogazione delle legislazioni degli ex stati che in alcuni casi erano più
avanzate anche nel settore della legislazione ecclesiastica e proprio per questo lo statuto albertino andrà a
riprendere alcune disposizioni già contenute nel codice sardo. È caratterizzato da leggi eversive che
determinano la fine del confessionismo che inizia già con la legge del 1848 n 735 nella quale si sanciva il
principio per cui la differenza di culto non forma eccezione al godimento dei diritti civili e politici e afferma
la piena libertà e uguaglianza dei cittadini senza distinzione di religione.

Nel 1848 n 777 legge anticlericale escludeva dagli stati sardi la compagnia dei gesuiti, scioglieva e vietava le
case della corporazione delle dame del sacro cuore segnando l’inizio della legislazione eversiva dell’asse
eccl. Si pose al centro la cosiddetta “questione romana” che comporta la soppressione del potere
temporale della chiesa determinando un forte contrasto con il regno d’italia.

Furono quindi promulgata diverse leggi eversive fino alla legge delle guarantigie del 1871: PREROGATIVE
DEL SOMMO PONTEFICE e della SANTA SEDE e sulle relazioni della chiesa con lo stato. Era composta da:

- Prerogative del sommo pont. E della s.s. : il sommo pont. Era sacro ed inviolabile, si punisce
l’attentato contro la sua persona e la provocazione a commetterlo, il governo it. Rendeva il pont. Gli
onori sovrani e attribuiva una rendita annua
- Relazioni della chiesa con lo stato: aboliva ogni restrizione del dir di riunione del clero.

2 ) PERIODO DEI PATTI LATERANENSI: tra il 1923 al 1929 viene abbandonato l’atteggiamento separatista e
11/02/1929 ci fu la stipulazione dei PAT. LAT. Con cui avvenne la conciliazione tra stato e chiesa costituita
da:

- Trattato tra s.s. e l’italia


- Convenzione finanziaria
- Concordato

Tutti resi esecutivi con la legge 27/05/1929 numero 810


3) PERIODO COSTITUZIONALE: con l’entrata in vigore della costituzione

- si confermano i pat. Lat.

- il diritto eccl. Sarà incentrato su uguaglianza e libertà

- si legittima la contrattazione bilaterale con le confessioni acattoliche

Non sarà presente nella cost. nessuna norma che specifica la qualifica dello stato in materia si intuisce
per cui il PRINCIPIO DI LAICITA’ .

PATTI LATERANENSI sono ancora in vigore il trattato e i relativi allegati, mentre il concordato è
stato modificato nel 1984 e rappresenta il passaggio dalla legislazione unilaterale alla contrattazione
bilaterale

1 il trattato: volto a risolvere la “questione romana” attraverso la creazione dello stato della città del
vaticano e il riconoscimento alla s.s. della sovranità e della giurisdizione esclusiva su di essa. Vengono
assicurate garanzie di natura reale (piena proprietà degli immobili indicati nel trattato, immunità della
giurisdizione dello stato ita. – extraterritorialità-, la non assoggettabilità all’espropriazione per motivi di
interesse pubblico, l’esenzione dei tributi su alcuni beni) e garanzie di natura personale (sacralità e
inviolabilità del pontefice e trattamento fiscale favorevole anche per i dipendenti della s.s.)

2 il concordato: regola le condizioni dei rapporti tra la chiesa e lo stato in italia

3 la convenzione finanziaria: regola i rapporti finanziari tra il regno e la s.s. con il riconoscimento alla s.s. di
una somma a titolo di indennizzo per la perdita del dominio temporale

Il Trattato e il Concordato sono 2 parti di un unico atto internazionale, differenze:

- Scopi: TRAT. Assicurare libertà e indipendenza del papa nel mondo CONC. Regolare le condizioni
della relig. Catt. In Italia
- Contenuti: TRAT. Questione romana e nascita dello stato città del vat. CONC. Organizzazione e
attività della chiesa in italia e le obbligazioni fra le parti
- Sfere giuridiche: TRAT. Guarda la dimensione internazionale CONC. Guarda la dimensione del diritto
interno.

Sono uno il completamento dell’altro e per questo INSEPARABILI

Lo stato riconosce la sovranità della s.s. nel campo internazionale, la piena proprietà ed esclusiva e assoluta
potestà della giurisdizione sovrana sul vaticano (ART.3 TRATTATO)

ART. 1 TRATTATO: la religione cattolica apostolica e romana è la sola religione nello stato.

ACCORDO DEL 18/02/1984 sostituisce il concordato e rivisita la disciplina dei rapporti tra la chiesa e lo
stato e ha valore di trattato internazionale. Consacra i seguenti principi: riaffermazione della propria
indipendenza e sovranità dello stato e della chiesa ciascuno nel proprio ordine con la reciproca
collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del paese; libertà della chiesa dello svolgimento della
propria missione e conferma il c.d. matrimonio concordatario.

LE FONTI: possono essere riguardate sotto il profilo temporale ossia provvedimenti di diversa epoca, e
sotto il profilo gerarchico quindi della loro efficacia.

Iniziamo dalle fonti unilaterali in cui vanno annoverate quelle fonti di diverso livello gerarchico riconducibili
alla diretta e autonoma produzione normativa del legislatore nazionale, statale o regionale.
Al vertice si pongono le NORME COSTITUZIONALI che espressamente disciplinano il fenomeno religioso (art.
2-3-7-8-19-20) e art che fanno indirettamente riferimento al fenomeno religioso (17-18-21-33).

Al vetrice della gerarchia delle fonti vanno posti i PRINCIPI SUPREMI DELL’ORD COSTITUZIONALE DELLO
STATO che non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neanche da leggi di
revisione costituzionale e si pongono ad un livello gerarchicamente superiore a quello della stessa
costituzione formale e delle altre leggi costituzionali. 3 principi supremi: tutela dell’ord pubblico, tutela
giurisdizionale e laicità dello stato.

Le FONTI REGIONALI non hanno competenza diretta in tema di rapporti con le confessioni religiose, ma
alcune delle materie di competenza reg e/o di competenza concorrente tra stato e reg possono toccare gli
interessi religiosi

Art. 117 cost prevede la competenza esclusiva dello stato in tema di rapporto tra la repubblica e le
confessioni religiose ma è stato ampliato il novero delle materie di competenza concorrente o esclusiva
delle regioni molte delle quali hanno rilevanza ecclesiastica.

LE FONTI SECONDARIE sono i regolamenti, che disciplinano le modalità applicative delle norme di legge, e
le circolari che sono interne alla P.A. emanate per provvedere ad esigenze organizzative.

LE FONTI BILATERALI hanno dato esecuzione agli accordi stipulati con la chiesa cattolica come i pat. Lat.
Che hanno approvato le diverse intese stipulate con le confessioni diverse dalla cattolica a partire dal 1984.
Per queste leggi è previso un PROCEDIMENTO AGGRAVATO nel senso che la legge presuppone un accordo
tra stato e chiesa o tra stato e confessione.

NORME DI DERIVAZIONE CONCORDATARIA sono fonti atipiche o rinforzate in quanto per modificarle
necessitano la previa modifica dell’accordo o che lo stato proceda unilateralmente seguendo il
procedimento di revisione costituzionale e possono essere derogate soltanto nel rispetto dei principi
supremi dell’ord. Cost.

NORME DI DERIVAZIONE PATTIZIA sono le leggi di esecuzione per quelle con la s.s. e le leggi di
approvazione per quello che recepiscono il contenuto delle intese con le altre confessioni religiose.

INTESE DI 2 LIVELLO: prevalentemente tra ministri e conferenza episcopale italiana.

PROTOCOLLI AD ESECUZIONE INDIRETTA: gli scambi di note diplomatiche, le intese tecniche ed


interpretative.

FONTI UNILATERALI CONFESSIONALI: l’ord dello stato riconosce rilievo giuridico al proprio interno alle
norme prodotte dalle confessioni religiose attraverso il rinvio formale oppure del presupposto in senso
tecnico o quando il verificarsi di determinati fatti d’ordine religioso o spirituale viene considerato come
condizione per l’efficacia o la risoluzione di un negozio giuridico.

FONTI DI MATRICE GIURISPRUDENZIALE la giuris ha colmato anche i vuoti del legislatore e si divide in 3
grandi periodi: fino alle sentenze dei primi anni ’70, fino alla vigilia della grande riforma del diritto ecc
dell’84 e dall’84 ad oggi. Giungendo ad un approdo significativo con la individuazione del principio supremo
di laicità dello stato in quanto implica un regime di pluralismo confessionale e culturale e che esso
rappresenta una garanzia per la salvaguardia della libertà religiosa.

--- FINE FONTI.

PRINCIPIO DI LAICITA’: l’italia è uno stato laico in quanto non assume alcuna religione come ufficiale anzi
proclama la propria incompetenza in materia religiosa. “laicità che non implica non indifferenza dello stato
dinanzi alle rel ma garanzia dello stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo
confessionale e culturale”
PRINCIPIO PERSONALISTA: art 2 cost il legislatore afferma la precedenza sostanziale della persona umana
rispetto allo stato e la destinazione di questo al servizio di quella. Tutela la persona nella forma individuale
e relazionale e conferisce rilevanza giuridica ad ogni formazione sociale alla quale vengano garantiti stessi
diritti e stesse garanzie del soggetto individuale.

PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA (comma 1 art 3) garantisce a tutti pari opportunità nell’esprimere le proprie
capacità e (comma 2 art 3) che è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno
sviluppo della persona umana imponendo anche il divieto di discriminazioni irrazionali ossia la
determinazione di irragionevoli preferenze e distinzioni sulla base della religione.

ART 7: lo stato e la chiesa catt sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti
sono regolati dai patti lateranensi. Principi :

- societas perfecta: ORIGINARIA cioè non legittimata da altre organizzazioni, fini autonomi, con i
mezzi necessari e giurisdizione autonoma, autonomia nel proprio campo, rispettivamente integra.
- Libertas ecclesiae: la sovranità della chiesa comporta una vera e propria incompetenza dello stato
in ambito religioso e spirituale.
- Bilateralità: Dossetti affermò che se il contratto tra i due ord è inevitabile, esso non può altro che
avvenire attraverso un negozio bilaterale di diritto esterno tra ordinamenti originari, cioè attraverso
il concordato. Dove invece avvenga per atto unilaterale di diritto interno di uno dei due, allora si ha
sempre disconoscimento.

Conseguenze dell’art.

a) L’esclusione della possibile introduzione di un sistema di rapporti fra le due entità che preveda la
subordinazione della chiesa allo stato o la subordinazione dello stato alla chiesa.
b) Il riconoscimento della libertà per la chiesa di svolgimento della propria missione
c) Riconoscimento di un’area di competenza esclusiva della chiesa
d) La possibilità per lo stato di instaurare con essa rapporti di diritto internazionale

PRINCIPIO PATTIZIO secondo cui le relazioni tra lo stato e la chiesa devono essere definite attraverso il
previo accordo con le confessioni religiose interessate. Per quanto riguarda la chiesa catt il principio trova
attuazione dei patti lateranensi.

C.D. COMPETENZA DELLE COMPETENZE quando in assenza di un’intesa tra le parti, è da ritenere che spetti
allo stato decidere unilateralmente se la materia rientri o meno nella propria competenza e lo stato
valuterà anche se c’è l’esigenza di collaborazione con la chiesa.

ART 8: tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Quelle diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ord giuridico italiano. I
loro rapporti con lo stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Principi: - pluralismo confessionale e uguale libertà (comma 1) non implica per forza una uguaglianza di
trattamento ma una uniformità di trattamento – autonomia statutaria (comma 2) le confessioni possono
autogovernarsi e il controllo viene operato dal consiglio di stato a cui lo statuto deve essere presentato per
il riconoscimento della personalità giuridica – necessaria regolazione bilaterale (comma 3) prevede che i
rapporti tra lo stato e le conf rel diverse dalla cattolica ma dotate di organizzazione sulla base di statuti non
contrastanti con l’ord giur italiano sono regolati sulla base di intese secondo il principio pattizio.

La decisione del governo di aprire o meno le trattative, non avrebbe natura di mero atto politico, ma
sarebbe piuttosto, espressione di discrezionalità tecnica e come tale sindacabile dal giudice amministrativo.

Spetta al consiglio dei ministri valutare l’opportunità di avviare o meno le trattative con un determinato
interlocutore al fine di stipulare un’intesa bilaterale.

COSA ASSICURANO LE INTESE: - INDIPENDENZA delle confessioni nel loro ambito – diritto di essere
egualmente libere davanti alla legge – la specifica IDENTITA’ di ciascuna confessione quindi il diversificarsi
l’una dall’altra – la garanzia per lo stato che l’esercizio della libertà non entri in collisione con le sfere in cui
si manifesta l’esercizio dei diritti civili e del principio solidaristico su cui ogni cittadino è tenuto.

ITER per la confessione religiosa:

- si avvia il procedimento per la stipula previo RICONOSCIMENTO DELLA PERSONALITA’ GIURIDICA da


parte del min dell interno.
- La richiesta va rivolta al pres del cons dei min che affida l’incarico di condurre le trattative al
sottosegretario alla presidenza del consiglio
- La bozza di intesa viene siglata dal sottosegretario e dal rappresentante della confessione relig e
sottoposta all esame del consiglio dei ministri, al fine dell’autorizzazione alla firma da parte del
presidente del consiglio
- Una volta firmata dal pres del cons e dal rappresentante della conf rel l’intesa viene trasmessa al
parlamento per l’emanazione della legge di approvazione

Le leggi di approvazione delle intese rientrano nelle FONTI ATIPICHE e possono essere sospese, revocate,
modificate, derogate, abrogate solo per effetto di una successiva legge esecutiva di una nuova intesa tra lo
stato e la conf relig interessata o attraverso il ricorso al procedimento di revisione costituzionale ex art 138.

ART 19: tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale
o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purchè non si tratti di riti
contrari al buon costume.

Il diritto di libertà religiosa spetta ai cittadini e a tutti gli essere umani presenti sul territorio (es. migranti)

Nel FORO INTERNO (l’ambito del privato) la libertà religiosa è assoluta

Nel FORO ESTERNO (l’ambito della sfera pubblica) la libertà religiosa non è assoluta e le sue manifestazioni
possono essere legittimamente circoscritte quando entrano in contrasto con altri diritti fondamentali.

L’unico limite esplicito è la non contrarietà dei riti al buon costume --- per riti si intende l’insieme dei
comportamenti e degli adempimenti organizzati in complessi cerimoniali.

Esistono altri limiti impliciti derivanti dalla necessità di tutelare altri diritti, interessi o valori aventi forza
costituzionale (es diritto alla vita, doveri che nascono dal matrimonio).

La tutela di cui all’art 19 cost si estende la libertà di religione

a) Nella sua dimensione positiva: il diritto di adottare un credo di propria scelta, cambiarlo,
abbandonarlo o tornare a farlo proprio
b) Nella sua dimensione negativa: libertà di non credere
ART 20: si pone come norma di chiusura del sistema costituzionale delle garanzie per gli interessi religiosi
garantendo la facoltà di dare vita ad enti esponenziali, precludere ogni possibile limitazione della capacità
giuridica e di agire degli enti in questione, e vietare ogni possibile discriminazione in pejus.

L’ambito di applicazione oggettivo riguarda le speciali limitazioni legislative e i gravami fiscali in ordine alla
costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività; mentre l’ambito di applicazione soggettivo è riferito
alle associazioni od istituzioni aventi carattere ecclesiastico e fine di religione o culto.

GLI ENTI CONFESSIONALI


Si indicano gli organi, o unità funzionali, di una confessione religiosa o comunque con essa collegati:

- Organi-istituzioni in cui le confessioni sono articolate (parrocchie, diocesi, ecc)


- Enti a base associativa in cui prevale l’elemento personale (istituti religiosi)
- Enti a destinazione fondatizia caratterizzati dalla presenza di un patrimonio destinato a uno scopo
(chiese aperte al pubblico)

Poi abbiamo gli enti ecclesiastici cioè gli enti collegati con una ecclesia e gli enti religiosi che ricomprendono
tutte le realtà organizzative di matrice e/o ispirazione religiosa, che abbiano o meno un legame con una
confessione religiosa.

Tali enti possono chiedere il riconoscimento della personalità giuridica nell’ordinamento dello stato in base
alle norme del diritto comune e la personalità riconosciuta si va ad aggiungere a quella che gli enti
posseggono già nell’ordinamento confessionale di appartenenza.

a) Enti riconosciuti in persona giuridica sulla base di normative concordate tra lo stato e le conf rel
b) Enti riconosciuti secondo il diritto comune
c) Enti non personificati cioè soggetti che esistono come meri enti di fatto ma privi della personalità
giuridica sulla base delle norme di diritto comune

IL RICONOSCIMENTO :
deriva sempre da un atto, di tipo qualificatorio, del potere statuale previa valutazione dei requisiti
dall’entità stessa e acquistano la qualifica di “enti ecclesiastici civilmente riconosciuti”

MODI DI ACQUISTO DELLA PERSONALITA’ GIURIDICA:

a) Per antico possesso di stato


b) Per legge
c) Con procedimento abbreviato
d) Per decreto ministeriale

Gli enti ecclesiastici sono riconosciuti come persone giuridiche ad effetti civili e risultano regolati da una
disciplina, elaborata in sede pattizia, che presenta caratteri di specialità.

Per gli enti cattolici i requisiti per il riconoscimento sono:

1 la costituzione o approvazione dell’ente da parte della competente autorità ecclesiastica

2 l’assenso da parte dell’autorità ecclesiastica alla richiesta di riconoscimento civile

3 la sede in italia

4 la presenza di un fine religioso o di culto (anche se ci sono altri fini, questo deve essere prevalente e
caratterizzante)
Gli enti riconosciuti hanno l’onere di iscriversi nel registro delle persone giuridiche --- l’iscrizione ha natura
dichiarativa.

Attività di religione o di culto: esercizio del culto, formazione del clero e dei religiosi, educazione cristiana.

Attività diverse: assistenza e beneficienza, istruzione, educazione e cultura.

Le attività diverse devono mantenere un ruolo marginale affiancandosi a quelle primarie.

CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA: impone l’applicazione della legge dello stato sia fatta nel rispetto della
struttura e della finalità di tali enti.

Tali attività si pongono in rapporto di strumentalità con gli scopi istituzionali e per loro tramite gli enti eccl
possono reperire le risorse economiche necessarie per adempiere la propria missione tanto che l’ente eccl
può assumere la qualifica di imprenditore commerciale.

Per quanto riguarda l’applicabilità dello statuto dell’imprenditore e delle procedure concorsuali previste in
caso di incapacità e/o impossibilità degli stessi nel far fronte alle obbligazioni a contenuto pecuniario
derivanti dai rapporti con terzi, una parte della dottrina è favorevole, altri invece ritengono che la clausola
di salvaguardia valga ad escludere l’assoggettabilità degli enti eccl alla disciplina propria delle procedure
concorsuali. La giurisprudenza invece ha intrapreso la via dell’assoggettabilità dell’ente eccl alle norme sulle
procedure concorsuali.

La gestione ordinaria e gli atti di amministrazione straordinaria si svolgono sotto il controllo delle rispettive
autorità confessionali, che è circoscritto allo svolgimento delle attività istituzionali di religione o di culto e
esteso anche allo svolgimento delle attività diverse da quelle di religione o di culto.

La omissione dei controlli comporta l’annullabilità del negozio giuridico.

Per quanto riguarda il regime fiscale viene sancito l’assoggettamento al pagamento delle imposte e dei
tributi, viene esclusa la possibile applicazione agli enti della chiesa di un regime fiscale più gravoso di quello
previsto per gli enti di diritto comune e non viene preclusa la possibilità di un trattamento fiscale più
favorevole. (in melius). Appartengono alla categoria degli enti non commerciali.

Gli enti eccl civilmente riconosciuti rientrano nel novero degli organismi non profit hanno quindi a
disposizione modalità di reperimento delle risorse economico-finanziarie valide per gli enti non profit e
l’inclusione degli stessi fra i soggetti operanti nel terzo settore.

CHIESA UNIVERSALE: la società dei battezzati che professano la stessa fede, partecipano agli stessi
sacramenti e tendono alla realizzazione degli stessi fini spirituali sotto la potestà del romano pontefice e dei
vescovi con lui collegati. Ha personalità nel DIRITTO PUBBLICO italiano.

SANTA SEDE: supremo organo di governo della chiesa universale. In senso stretto indica l’ufficio proprio del
sommo pontefice mentre in senso lato comprende anche gli uffici che si occupano degli affari della chiesa
universale.

STATO CITTA’ DEL VATICANO: è il territorio specifico sul quale è riconosciuta alla SS la piena proprietà e
l’esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana al fine di garantire l’assoluta indipendenza nello
svolgimento delle sue funzioni di governo.

LA SS Personalità giuridica originaria e non derivata da atto di autorità umana, di carattere pubblico, di
natura istituzionale e non collegiale. Opera come persona giuridica iure privatorum e come ente eccl dotato
di personalità giuridica per antico possesso di stato. Riconosciuta la titolarità della soggettività giuridica in
campo internazionale e per questo spettano alcuni diritti:
- Diritto di legazione attiva e passiva intrattenendo rapporti diplomatici con organizzazioni
internazionali e con quasi tutti gli stati
- Diritto di stipula di trattati e accordi ad essi equiparati quindi adesione ad organizzazioni
internazionali (ONU, FAO, UNESCO).

Il trattato lateranense del 1929 riconosce alla SS talune speciali garanzie

a) Le garanzie di carattere reale: il tratt riconosce a immobili presenti sul suolo italiano, in cui
risultano allocati organismi della curia romana, una condizione peculiare e specifiche immunità. La
extraterritorialità garantita agli edifici è intesa unicamente nei limiti delle garanzie spettanti alle
sedi diplomatiche, perciò i fatti giuridicamente rilevanti, leciti o illeciti, che avvengono all’interno
degli edifici extraterritoriali sono disciplinati da leggi italiane.
b) Le garanzie di carattere personale: riguardano il sommo pontefice, definito dall’art 8 del trattato
sacro ed inviolabile, porta alla parificazione della sua figura a quella del capo di stato italiano in
materia di tutela da attentati contro la sua persona.

L’art 21 del trattato estende questa garanzia anche ai cardinali, conclavi, concili. I cardinali sono parificati ai
principi di sangue e sono considerati cittadini vaticani sempre; quanto ai conclavi dispone che l’italia si
adoperi affinchè nel territorio intorno alla città del vaticano non vengano commessi atti che possano
turbare le adunanze del conclave; l’art 10 prevede garanzie personali per i dignitari della chiesa, per i
membri della corte pontificia e per tutti i funzionari di ruoto addetti in modo stabile alla SS. (indicati in
appositi elenchi).

c) Le garanzie inerenti allo svolgimento della funzione magisteriale: riconosce alla chiesa la piena
libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di
santificazione e la libertà di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della
giurisdizione in materia ecclesiastica.
d) Le garanzie relative ai rapporti diplomatici: art 12 del tratt l’italia ha riconosciuto alla SS il diritto di
legazione attiva e passiva secondo le regole di diritto intern garantendo una serie di immunità nei
rapporti diplomatici. Il comma 2 dispone che il corpo diplomatico di stati stranieri presso la SS gode
delle medesime prerogative e immunità attribuite dal diritto internazionale agli agenti diplomatici

ENTI CENTRALI: Sono quegli enti dotati di personalità giuridica che costituiscono la SS in senso lato, e
dunque le congregazioni, i tribunali e gli uffici della SS, ossia gli organismi costituenti la curia romana. esenti
da ogni ingerenza da parte dello stato italiano (art 11 tratt)

IOR: istituto per le opere di religione. E’ un ente finanziario dotato di personalità giuridica, autonomo
rispetto alla curia romana con lo scopo di provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili ed
immobili trasferiti o affidati all’istituto medesimo da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di
religione o carità.

Art 11 trattato (c.d. immunità):

1 la norma riconosce la garanzia della non ingerenza dello stato italiano alle attività svolte dagli enti centrali
nel territorio italiano

2 per gli atti compiuti nel territorio dello stato della città del vaticano detti enti sono già sottratti ad ogni
ingerenza dell’ordinamento italiano

Si parla di IMMUNITA’ RELATIVA.


IL PONTEFICE
Il can. 331 stabilisce le qualifiche del romano pontefice:

- Vescovo della chiesa di roma


- Successore di pietro
- Capo del collegio dei vescovi
- Vicario di cristo
- Pastore della chiesa universale

La potestà:

- Ordinaria perché connessa per diritto divino all’ufficio pontificio


- Suprema in quanto non esiste istanza superiore
- Piena comprendente tutti i poteri di foro esterno ed interno e tutte le materie proprie della potestà
ecclesiastica
- Immediata non deve essere confermata o condizionata ed investe ciascuna chiesa
- Universale non ha confini di territorio, di rito e di soggetti
- Libera non è necessario il consenso di alcun organo

L’ELEZIONE:

- Legittima elezione da parte del conclave. Viene eletto per scrutinio segreto e sono richiesti sempre i
due terzi dei suffragi
- Accettazione il Cardinale decano a nome di tutto il collegio degli elettori chiede il consenso
all’eletto con le seguenti parole: accetti la tua elezione canonica a sommo pontefice? Con la relativa
risposta si ritiene chiuso il verbale dell’elezione e finito il conclave
- Ordinazione episcopale è una fase eventuale in quanto avviene se l’eletto è privo del carattere
episcopale (sacerdote, diacono, laico) egli viene subito ordinato dal Decano del Collegio dei
Cardinali.

CONCLAVE: è il collegio che elegge il Romano Pontefice. Gli elettori sono solo cardinali che non devono aver
compiuto 80 anni di età. Il numero massimo è di 120.

Può essere eletto papa qualsiasi fedele cattolico maggiorenne, di sesso maschile, che non rifiuti o metta in
dubbio le verità di fede (eretico) e non sia separato dalla chiesa cattolica (scismatico)

Il romano pontefice ha potestà sulla chiesa universale e sulle chiese particolari ed i loro raggruppamenti
non sostituendosi comunque alla figura dei singoli vescovi essendo sempre congiunto nella comunione con
loro e con tutta la chiesa.

Triplice potestà di santificare, insegnare e governare. in ambito giudiziario può invocare a se qualsiasi causa
e contro la sua sentenza non è dato appello o ricorso.

Può rinunziare al suo ufficio liberamente senza dover avere accettazione alcuna.

IL COLLEGIO DEI VESCOVI: è il secondo soggetto della suprema e piena potestà sulla chiesa universale. È
composto da tutti i vescovi. Esercita la sua potestà:

- In modo solenne nel concilio ecumenico che riunisce tutti i vescovi membri del collegio ed è
convocato dal romano pontefice
- Mediante l’azione congiunta dei vescovi sparsi nel mondo a condizione che sia stata indetta o
recepita dal sommo pontefice
IL SINODO: è un’assemblea di vescovi, i quali scelti dalle diverse parti del mondo si riuniscono in tempi
determinati al fine di favorire l’unione tra romano pont e vescovi e dare consiglio al romano pont per la
salvaguardia e l’incremento della fede e dei costumi, il consolidamento della disciplina ecclesiastica e lo
studio dei problemi della chiesa nel mondo. È di istituzione ecclesiastica e non divina in quanto non ne
prendono parte tutti i vescovi ma solo alcuni di essi e non ha potere legislativo. (organo consultivo
primaziale)

IL CARDINALATO: è un’istituzione umana di dir eccl che prende origine da quel gruppo di chierici che
anticamente per primi collaboravano con il vescovo di roma e che rappresentano storicamente il clero della
diocesi romana. Formano un organo collegiale detto collegio cardinalizio per trattare questioni di interesse
generale e collaborare con il romano pontefice.

LA CREAZIONE DI CARDINALI: spetta solo al romano pont. Devono essere uomini che siano almeno già
sacerdoti. Può avvenire anche che il romano pont annunzi di avere creato un cardinale ma si riservi di farne
conoscere il nome (cardinale in pectore), in genere si tratta di persona che vivono in luoghi in cui la chiesa è
perseguitata ed in tal caso il designato non sarà tenuto ad osservare i doveri propri della condizione ne ad
esercitare i diritti dei cardinali se non dal momento della successiva pubblicazione del suo nome.

IL CONCISTORO: è la riunione del collegio cardinalizio, l’assemblea nella quale i cardinali si riuniscono per
ordine del romano pont e sotto la sua presidenza.

- Ordinario: nel quale vengono convocati almeno i cardinali che si trovino a roma
- Straordinario: nel quale vengono convocati tutti i cardinali per questioni molto gravi
- Ordinario pubblico: al quale sono ammessi i prelati, i legati delle società civili

Al compimento del 75 anno di età va presentata rinuncia al romano pont che la accetterà o meno valutando
le circostanze concrete.

LA CURIA ROMANA: raccoglie tutti i dicasteri e gli organismi che coadiuvano il romano pont nell’esercizio
del supremo ufficio pastorale per il bene e il servizio della chiesa. È uno strumento fondamentale per il
romano pont per esplicare la sua universale missione. La sua disciplina è contenuta nella costituzione
apostolica pastor bonus.

Esercita potestà esecutiva (e giudiziaria con i tribunali) di tipo vicario ed è attualmente formata da:

- La segreteria di stato
- I dicasteri 16
- I tribunali 3
- Gli uffici 3
- Altri organismi, pontificie commissioni ed istituzioni collegate
- Organismi economici 6

LA SEGRETERIA DI STATO: è organo propulsore e programmatore della curia e crea raccordo tra il pontefice
e gli altri dicasteri. Si divide in affari generali, rapporti con gli stati e la terza sezione istituita nel 2017 con la
denominazione di sezione per il personale di ruolo diplomatico della santa sede. Cura la pubblicazione dei
documenti della SS ed è presieduta dal segretario di stato, nominato dal Papa.

I TRIBUNALI: Quanto ai tre tribunali le loro competenze specifiche sono

- Penitenzieria apostolica, tribunale di foro interno, ovvero della coscienza


- Supremo tribunale della segnatura apostolica che è organo supremo della giustizia ordinaria e
organo di amministrazione della giustizia
- Tribunale della sacra rota romana costituito per ricevere gli appelli (2 e 3 grado) soprattutto delle
cause di nullità matrimoniali, ma che può essere in determinati casi anche tribunale di prima
istanza

LO STATO CITTA’ DEL VATICANO: è stato costituito con il trattato lateranense del 1929 con il quale
l’italia ha riconosciuto alla SS la piena proprietà e la esclusiva ed assoluta potestà e sovranità sul vaticano
con lo scopo di assicurare alla SS l’assoluta e visibile indipendenza e garantire alla stessa una sovranità
indiscutibile pure nel campo internazionale.

ELEMENTI COSTITUTIVI:

- TERRITORIO: area territoriale di piazza san pietro e palazzi limitrofi individuata nella pianta di cui
all’allegato I del trattato lateranense, piena proprietà e esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione
sovrana della SS, territorio neutrale ed inviolabile
- POPOLO: coloro che hanno la cittadinanza vaticana. Sono cittadini vaticani i cardinali residenti in
vaticano e in roma, i diplomatici, coloro che risiedono nella città del vaticano in quanto vi sono
tenuti in ragione della carica o del servizio. Può essere attribuita dal sommo pont su richiesta degli
interessati a coloro che risiedono nella CDV in quanto vi sono autorizzati in ragione della loro carica
o perché autorizzati dal sommo pont, al coniuge e ai figli di un cittadino che risiedono con lui nella
CDV. Si perde con la perdita della carica o dal servizio, con l’abbandono della residenza, con la
cessazione dell’autorizzazione.
- SOVRANITA’: riconosciuta in capo al sommo pont.

CARATTERI FONDAMENTALI: lo stato CDV è uno stato patrimoniale, avente funzione strumentale, enclave.

ORDINAMENTO GIURIDICO (LEGGI EMANATE IL 07/06/1929):

- La legge I disciplina l’organizzazione interna dello stato, quindi gli organi costituzionali, le sfere di
competenza e i simboli (bandiera, stemma, sigillo ufficiale)
- La legge II disciplina le fonti del diritto
- La legge III contiene la regolamentazione relativa alla cittadinanza
- La legge IV disciplina l’ordinamento amministrativo
- La legge V disciplina l’ordinamento economico, commerciale e professionale
- La legge VI contiene la disciplina dell’ordine pubblico

LE FONTI DEL DIRITTO VATICANO: il diritto canonico è la prima fonte normativa; fonti principali del diritto
sono la legge fondamentale dello stato CDV del 2000, le leggi, i decreti, i regolamenti e ogni altra fonte
normativa. Si conferma alle norme di diritto internazionale generale. Le fonti suppletive, sono le leggi e gli
altri atti normativi emanati nello stato italiano.

Nel rispetto dei limiti previsti in materia penale si applicano il codice penale italiano del 1889 e il codice di
procedura penale del 1913. In materia civile si applica il codice civile italiano del 1942 ad eccezione di
alcune materie. Lo stato CDV è dotato di un proprio codice di procedura civile. In ambito finanziario e
monetario lo stato CDV si è uniformato agli standard europei.

Piazza san pietro è aperta al pubblico e soggetta ai poteri di polizia delle autorità italiane, i quali sono
esercitabili fino ai piedi della scalinata della basilica, dove gli agenti devono arrestarsi se non richiesto un
loro intervento. L’art 3 comma 3 prevede poi l’obbligo per le autorità italiane di ritirarsi al di là delle linee
esterne per il caso in cui la SS ritenga opportuno sottrarre temporaneamente la piazza al libero transito del
pubblico.
CAMPO GIUDIZIARIO: Art 22 del trattato prevede che la SS possa delegare alle autorità giudiziarie italiane il
perseguimento dei delitti commessi in territorio vaticano con richiesta specifica per il singolo caso oppure
con delega permanente.

CAMPO FISCALE: con la convenzione tra la SS e il governo della repubblica italiana in materia fiscale
sottoscritta in vaticano il primo aprile 2015 si accorda la disciplina di scambio di informazioni tra l’italia e la
SS per i periodi d’imposta successivi al 01 gennaio 2009 che renderà possibile l’adempimento degli obblighi
fiscali relativi alle attività finanziarie detenute presso enti che svolgono professionalmente una attività
finanziaria nella SS da alcuni soggetti fisicamente residenti in italia.

IL MATRIMONIO
L’istituto del matrimonio civile fu introdotto con il codice civile del 1865 per cui lo stato riconobbe come
unico matrimonio valido ed efficace quello celebrato dinanzi all’ufficiale dello stato civile e il matrimonio
canonico rimase per l’ordinamento italiano un atto lecito ma giuridicamente irrilevante. Per cui tra il 1866 e
il 1929 si doveva effettuare una doppia celebrazione: cd. Sistema binario.

Con il concordato del 1929 tutto ciò che era matrimonio per la chiesa lo era per lo stato, c.d. matrimonio
concordatario o matrimonio canonico con effetti civili: forma matrimoniale che prevedeva per i cattolici la
possibilità di celebrare un matrimonio canonico rilevante agli effetti civili sulla base della trascrizione. Con la
costituzione viene meno il riconoscimento automatico del matrimonio civile con quello canonico
sostituendo l’art 34 del concordato con l’art 8 dell’accordo: “sono riconosciuti gli effetti civili ai matrimoni
contratti secondo le norme del diritto canonico, a condizione che l’atto relativo sia trascritto nei registri
dello stato civile, previe pubblicazioni nella casa comunale.” Il sistema è fondato sulla volontarietà della
scelta di trascrizione da parte dei nubendi: la produzione degli effetti civili è subordinata alla trascrizione
nei registri dello stato civile, senza la trascrizione, il vincolo rimane un rapporto puramente religioso.

PRINCIPIO VOLONTARISTICO: i nubendi, nel celebrare il matrimonio religioso, manifestano una volontà
negoziale ai fini della produzione di effetti civili del matrimonio canonico, determinante, libera e attuale.

LE PUBBLICAZIONI: è l’atto mediante il quale si rende nota all’esterno la volontà dei nubendi di contrarre
un matrimonio canonico destinato a produrre effetti civili (funzione di pubblicità-notizia). Per la regolarità:

- La richiesta della pubblicazione sia fatta da entrambi gli sposi all’ufficiale dello stato civile del luogo
dove uno degli sposi ha la residenza e che sia fatta nei comuni di residenza degli sposi
- Che le parti presentino una richiesta scritta del parroco all’ufficiale dello stato civile
- Che le parti dichiarino all’ufficiale dello stato civile generalità e insussistenza degli impedimenti

Le amministrazioni pubbliche devono pubblicare sul proprio sito informatico le pubblicazioni di matrimonio
che dovranno comparire esclusivamente nell’albo pretorio online.

L’ufficiale dello stato civile ha obbligo di procedere alla pubblicazione a meno che non consti:

- La sussistenza di un impedimento al matrimonio comune all’ordinamento civile e a quello canonico,


non dispensato dall’autorità ecclesiastica
- L’esistenza di uno degli impedimenti alla trascrivibilità del matrimonio canonico

Rilasciando anche un certificato con i motivi del rifiuto.

OPPOSIZIONE ALLE PUBBLICAZIONI: il matrimonio non può essere celebrato prima del 4 giorno successivo
al compimento della pubblicazione. Se esso non è celebrato entro i 180 giorni successivi, la pubblicazione si
considera come non avvenuta, perde di efficacia, e andrà eventualmente ripetuta.
CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO: è disciplinata dal diritto canonico, il ministro di culto da lettura degli
articoli del codice civile riguardanti i diritti e i doveri dei coniugi, e redige in doppio originale l’atto di
matrimonio nel quale potranno essere inserite le dichiarazioni dei coniugi consentite secondo la legge
civile.

ATTO DI MATRIMONIO: segue la redazione in doppio originale l’atto di matrimonio che è un atto pubblico
in quanto la legge consente di introdurre all’interno di esso le dichiarazioni degli sposi concernenti il regime
patrimoniale e/o il riconoscimento dei figli. Deve essere redatto in lingua italiana e deve contenere i dati
essenziali degli sposi, celebrazione e ufficiale. Deve essere sottoscritto dagli sposi, dal ministro di culto
celebrante e dai testimoni. Nel redigere l’atto di matrimonio in doppio originale e nel trasmetterne una
copia all’ufficiale dello stato civile, egli infatti, esercita una pubblica funzione certificativa.

TRASCRIZIONE TEMPESTIVA: il parroco trasmette uno degli originali dell’atto di matrimonio entro i 5 giorni
dalla celebrazione; l’ufficiale dello stato civile trascrive l’atto di matrimonio entro le 24 ore successive al
ricevimento dello stesso e ne da notizia al parroco. Il parroco provvede ad annotare sul registro dei
matrimoni la comunicazione ricevuta. A seguito della trascrizione, il matrimonio produce effetti civili dal
momento della celebrazione (ex tunc) e non da quello dell’avvenuta trascrizione.

TRASCRIZIONE TARDIVA: ha luogo quando l’atto di matrimonio non sia stato trasmesso dal parroco
all’ufficiale dello stato civile entro i 5 giorni dalla celebrazione, ovvero nell’ipotesi in cui pur essendo la
trasmissione dell’atto avvenuta regolarmente, il pubblico ufficiale non abbia poi provveduto alla
trascrizione. Affinchè si possa avere tale forma di trascrizione occorre che:

- Le parti abbiano conservato ininterrottamente lo stato libero dal momento della celebrazione del
matrimonio a quello della richiesta della trascrizione
- La trascrizione tardiva sia richiesta da entrambe le parti o da una sola di esse, ma con la conoscenza
e senza l’opposizione dell’altra

Non è ammissibile la trascrizione post mortem.

IMPEDIMENTI CIVILI ALLA TRASCRIZIONE: non può aver luogo: quando gli sposi non rispondono ai requisiti
della legge civile circa l’età richiesta per la celebrazione o quando sussiste tra gli sposi un impedimento che
la legge civile considera inderogabile. Il matrimonio dei minori, oltre a poter essere trascritto
tempestivamente quando gli stessi siano autorizzati al matrimonio dal tribunale dello stato, potrà essere
trascritto tardivamente, in mancanza della autorizzazione, una volta che i minori abbiano raggiunto la
maggiore età e sia trascorso un anno da tale momento. Gli impedimenti inderogabili sono: interdizione,
altro matrimonio valido, impedimenti derivanti da delitto, impedimenti derivanti da adozione del minore e
affinità in linea retta.

FORME SPECIALI DI MATR CANONICO: non trascrivibili quindi non producono effetti civili

- Matr segreto o di coscienza: celebrato dinanzi al parroco e a due testimoni (tutti tenuti a
mantenere il segreto) in presenza di gravi ed urgenti ragioni che sconsigliano alle parti di rendere
nota la celebrazione. Non può essere mai trascritto.
- Matr in periculo mortis: di una delle parti. Ove la celebrazione del matrimonio sia stata
accompagnata dall’espletamento degli adempimenti civili di competenza del ministro di culto, il
matrimonio potrebbe essere trascritto tardivamente a richiesta delle parti.
- Matr coram solis testibus: celebrato in assenza del ministro di culto.
- Matr canonico celebrato all’estero: non è trascrivibile in quanto l’art 8.1 dell’accordo si applica
soltanto ai matrimoni celebrati in territorio italiano.
- Matr canonico celebrato per procura: può essere trascritto nei registri dello stato civile purchè
ricorrano le condizioni previste dall’art 111 cod civ (militari, forze armate ecc)
RISERVA DI GIURISDIZIONE DEI TRIBUNALI ECCL: l’art 34 comma 4 del concordato del 1929 aveva
introdotto una riserva di giurisdizione in favore dell’autorità eccl assegnando alla competenza dei tribunali
e dei dicasteri eccl le cause concernenti la nullità del matrimonio e la dispensa dal matrimonio rato e non
consumato con riserva di carattere assoluto.

Quanto alle sentenze eccl di nullità matrimoniale pronunciate dal trib eccl esse erano automaticamente
efficaci nell’ordinamento italiano attraverso un procedimento speciale di competenza della corte d’appello.

La situazione è mutata nel 1982 dopo che la corte costituzionale ha introdotto per le sentenze eccl di nullità
matrimoniale la necessità del giudizio di delibazione di competenza della corte d’appello territorialmente
competente

GIUDIZIO DI DELIBAZIONE: il procedimento di delibazione è il procedimento attraverso il quale le sentenze


ecclesiastiche di nullità matrimoniale vengono riconosciute agli effetti civili. Il giudizio si deve svolgere
dinanzi alla corte d’appello competente per territorio e ha impulso su domanda delle parti o di una di esse.
Il presupposto è che tale sentenza eccl di nullità sia esecutiva e che tale esecutività sia confermata da un
decreto emanato dal supremo tribunale della segnatura apostolica.

ACCERTAMENTI DELLA CORTE D’APPELLO:

- Che il giudice eccl fosse competente a conoscere della causa


- Che nel procedimento davanti ai tribunali eccl sia stato assicurato alle parti il diritto di agire e di
resistere in giudizio in modo non difforme dai principi fondamentali dell’ordinamento italiano
- Che il matrimonio dichiarato nullo fosse un matrimonio religioso con effetti civili
- L’esistenza e l’autenticità del provvedimento eccl sulla nullità del matrimonio e del decreto della
segnatura apostolica, attestante l’esecutorietà della sentenza
- Che la sentenza eccl non sia contraria ad altra sentenza pronunciata da un giudice italiano passata
in giudicato che non sia pendente davanti ad un giudice italiano un giudizio per il medesimo
oggetto e tra le stesse parti, che la sentenza eccl non contenga disposizioni contrarie all’ordine
pubblico italiano.

In sede di delibazione di sentenza eccl, alla corte d’appello è fatto divieto di procedere al riesame del
merito, ossia alle risultanze del processo canonico.

INCOMPATIBILITA’:

- Assoluta allorchè i fatti a base della disciplina applicata nella pronuncia non sono in alcun modo
assimilabili a quelli che in astratto potrebbero avere rilievo o effetti analoghi in italia
- Relativa quando le statuizioni della sentenza eccl possano fare individuare una fattispecie almeno
assimilabile a quelle interne con effetti simili.

Solo le incompatibilità assolute impediscono la delibazione.

PROLUNGATA CONVIVENZA: le sezioni unite della cassazione nel 2014 con due sentenze gemelle hanno
introdotto il criterio della convivenza ultratriennale tra i coniugi quale situazione giuridica di ordine
pubblico potenzialmente ostativa alla delibazione della sentenza canonica di nullità matrimoniale.

EFFETTI DELLA DELIBAZIONE: il riconoscimento agli effetti civili della sentenza eccl fa venire meno il
matrimonio con effetto ex nunc. Gli effetti cessano retroattivamente a decorrere dalla data di celebrazione
del matrimonio con conseguente perdita di ogni effetto personale e patrimoniale derivante da tale vincolo.
La perdita della qualità di coniuge, la perdita dei rispettivi diritti alla successione ereditaria e alla pensione
di reversibilità, il venir meno degli obblighi previsti, e fra di essi anche quello del reciproco mantenimento.
In caso di nullità ove i coniugi abbiano contratto lo stesso in buona fede, oppure quando il loro consenso sia
stato estorto con violenza gli effetti del matrimonio valido si producono in favore dei coniugi fino alla
sentenza di nullità quindi non retroagiscono ma restano in vita fino alla pronuncia di nullità ex nunc.
Nell’ipotesi in cui le condizioni del matrimonio putativo si verificano rispetto ad ambedue i coniugi il giudice
può disporre a carico di uno di essi e per un periodo non superiore a 3 anni l’obbligo di corrispondere
somme periodiche di denaro, in proporzione alle sue sostanze, a favore dell’altro, ove questi non abbia
adeguati redditi propri e non sia passato a nuove nozze. Nell’ipotesi in cui la nullità sia imputabile al
coniuge o ad un terzo entrambi sono tenuti a corrispondere al coniuge in un buona fede, qualora il
matrimonio sia annullato, una congrua indennità, anche in mancanza di prova del danno sofferto. Questa
indennità ha funzione sanzionatoria.

DELIBAZIONE E QUESTIONI ECONOMICHE: diverse ipotesi

- La delibazione interviene nel momento in cui le parti sono civilmente separate per cui c’è ancora il
vincolo coniugale la delibazione travolge le statuizioni economiche della separazione
- La delibazione interviene dopo la pronuncia di divorzio non vengono travolte le statuizioni
economiche previste

TRASCRIZIONE DEI MATRIMONI ACATTOLICI: occorre distinguere tra

- Soggetti appartenenti a confessioni che non abbiano stipulato intese con lo stato
- Soggetti appartenenti a confessioni stipulatarie di intese con lo stato i quali trovano nelle leggi di
esecuzione delle rispettive intese norme specifiche atte a regolare l’istituto matrimoniale

Il matrimonio celebrato in italia davanti a un ministro di un culto con il quale l’italia non ha stipulato intese
prevede che la nomina del ministro del culto sia stata approvata con decreto del ministro dell’interno e che
l’ufficiale dello stato civile abbia rilasciato l’autorizzazione scritta alla celebrazione del matrimonio. Per cui
la possibilità di produzione di effetti civili è subordinata alla circostanza che esso sia celebrato dinanzi ad un
ministro di culto individuato ai sensi dell art 3 la cui nomina dunque abbia ottenuto la prescritta
autorizzazione governativa. Il ministro di culto deve essere cittadino italiano e parlare la lingua italiana.

PROCEDURA:

- Dichiarare l’intenzione all’ufficiale di stato civile


- Rilascio da parte di esso di una autorizzazione scritta con indicazione del ministro
- Lettura degli articoli da parte del ministro davanti al quale avviene la celebrazione e ricezione da
parte dello stesso alla presenza di due testimoni idonei del consenso
- La redazione dell’atto di matrimonio in lingua italiana e con le indicazioni richieste dalla legge
- La trasmissione dell’atto in originale all’ufficiale dello stato civile non oltre 5 giorni dalla
celebrazione e la successiva trascrizione dell’atto nei registri dello stato civile, ad opera dell’ufficiale
di stato civile, entro le 24 ore dal ricevimento.

MATRIMONIO ISLAMICO: è un contratto civile per la quale non è prevista la presenza del ministro di culto.

DISCIPLINA PER CULTI CON LE INTESE: le intese contengono apposite disposizioni per la disciplina della
materia matrimoniale in via generale l’ufficiale dello stato civile deve accertare che nulla si oppone alla
celebrazione del matrimonio e da lettura degli art del cc che disciplinano diritti e doveri dei coniugi, il
ministro di culto trasmette l’originale dell’atto non oltre i 5 giorni dalla celebrazione e l’ufficiale dello stato
civile è tenuto a trascriverlo entro le 24 ore dal ricevimento e darne notizia al ministro di culto.

PROCESSO DI NULLITA’: il processo è un insieme di strumenti tecnici e formali di cui gode un ordinamento
per garantire la sua applicazione ai casi concreti risolvendo le eventuali controversie giuridiche.

RIFORMA DEL PROCESSO DI NULLITA’ DEL 2015: il testo della riforma enunclea due significative
motivazioni che hanno reso necessaria la riforma cioè la lontananza fisica e morale dai tribunali da parte di
un consistente numero di fedeli e la lentezza del processo. Obiettivo di rendere più accessibile e agile e
possibilmente gratuite le procedure.

Principi della riforma:

- Indissolubilità del vincolo matrimoniale


- Pastoralità del diritto
- Centralità del vescovo nel servizio della giustizia
- Sinodalità nel servizio pastorale della giustizia
- Prossimità del giudice
- Giusta semplicità e celerità del processo

STRUTTURE GIUDIZIARIE: troviamo la presenza di uffici e strutture vicarie con funzionamento separato per
meglio garantire la giustizia. In ambito giudiziale si prevedono come mezzi comuni i tribunali diocesani.
Nelle cause di nullità si aggiunge il principio di collegialità nell’esercizio della potestà giudiziale ciò significa
poter contare su risorse di personale tecnicamente preparato tanto che per trattare queste cause si
richiedono almeno 3 giudici, un difensore del vincolo e un notaio e assistenza tecnica di avvocati.

Due tipi di strutture giudiziali territoriali per trattare le cause nel primo grado di giudizio:

i tribunali diocesani, corrispondenti al modello abituale di circoscrizione territoriale della chiesa particolare
e i tribunali interdiocesani che obbediscono alla possibilità di utilizzare mezzi comuni, anche nell’ambito
giudiziale, tra chiese particolari territorialmente vicine e possono avere competenza generale o speciale
ossia circoscritta a un solo tipo di cause.

TRIBUNALE METROPOLITANO: è un tribunale di prima istanza della diocesi dell’arcivescovo metropolita e si


applicano le stesse regole dei tribunali diocesani. Ha condizione di tribunale locale di appello con
competenza per trattare in seconda istanza le cause decise dai tribunali diocesani o interdiocesani delle
diocesi suffraganee.

TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA: è un dicastero della curia romana ed è il tribunale ordinario della SS. La
rota è un tribunale di appello ed è competente:

- In primo grado in ogni causa che il pontefice abbia invocato a se


- In secondo grado nelle cause già decise da tribunali diocesani, saltando i tribunali metropolitani
- In terzo grado nelle cause già decise in secondo grado dai tribunali metropolitani e diocesani, e non
ancora passate in giudicato.

LE PERSONE CHE INTERVENGONO NEL PROCESSO: il giudice e le parti. Il giudice è colui che cerca la
composizione del conflitto di interessi tramite un’attività decisoria e le parti sono coloro che tentano di
ottenere il beneficio della sentenza, tramite l’attività probatoria e la discussione.

GIUDICE: Dottore o licenziato in diritto canonico. Il c 1421 1 stabilisce l’obbligo di costituire giudici diocesani
che siano chierici. Anche i laici, uomini e donne. Fino a due giudici laici possono entrare a formare un
collegio giudicante.

DIFENSORE DEL VINCOLO: è persona pubblica costituita per la tutela del matrimonio. È suo ufficio attuare
la difesa processuale dei vincoli, quando si discute circa la loro validità. Il suo ufficio consiste nel cercare,
proporre e presentare al giudice tutti gli argomenti, diretti o indiretti, che ragionevolmente possano servire
per dimostrare che il matrimonio è valido.

AVVOCATO/PATRONO: patrono stabile, patrono di parte, patrono di ufficio. L’avvocato è la persona che
interviene nel processo in aiuto della parte, prestando ad essa l’assistenza tecnica, al fine di esercitare una
difesa adeguata. Non è obbligatoria la presenza di un avvocato ma si consiglia.
INTRODUZIONE DELLA CAUSA
LIBELLO: è l’atto introduttivo del processo posto in essere su iniziativa della parte attrice e può essere anche
congiunto. Consiste in una petizione rivolta al giudice competente in cui si propone l’oggetto della
controversia e si richiede l’intervento del ministero del giudice. L’atto di citazione è contestuale
all’ammissione del libello nel senso che si tratta di un identico decreto nel quale segue la citazione alla
parte convenuta e al difensore del vincolo, la cui partecipazione è sempre obbligatoria.

FORMULA DEL DUBBIO: l’ultimo atto della fase introduttiva è il decreto con il quale il vicario giudiziale
determina la formula del dubbio fissando i termini della controversia desunti dalle dichiarazioni e dalle
risposte delle parti; il che significa che l’atto in questione deve scaturire dal contraddittorio almeno formale
tra le parti.

La sola condizione di coniuge è sufficiente per accusa la nullità e non si può richiedere se uno dei due
coniugi è morto.

CONTENUTO DEL LIBELLO: quattro elementi costitutivi

- L’elemento soggettivo concerne i soggetti che devono figurare


- L’elemento oggettivo è la petizione concreta
- L’elemento giuridico esprime il fondamento della richiesta del libello, la causa petendi
- L’elemento postulatorio cioè la richiesta di intervento del giudice

ESAME DEL LIBELLO: il vicario giudiziale deve respingere il libello nel caso in cui constati la propria
incompetenza o se l’attore sia privo della capacità di stare in giudizio o se il libello difetti degli elementi
costitutivi.

Il vicario può richiedere una risposta scritta entro 15 giorni o ordinare al convenuto di comparire in
tribunale. Dopo aver interpretato correttamente la risposta, o il silenzio, del convenuto e le eventuali
osservazioni del difensore del vincolo, il vicario giudiziale emette un decreto al fine di: formulare il dubbio,
stabilire la procedura da seguire e assegnare la causa al collegio.

FASE ISTRUTTORIA: costituisce un’attività vincolante per il giudice che deve attingere, la certezza morale
previa all’emanazione della sentenza. La prova è l’esercizio del diritto di audizione che costituisce il
contenuto del diritto di difesa nella ricostruzione dei fatti di causa.

Per PROVA, in senso canonico, si intende l’accertamento razionale dei fatti; convincere il giudice è solo
l’obiettivo ultimo, in quanto deve essere preceduto da un accertamento legittimo che la legge predispone
in chiave di cooperazione rispetto alla proposizione, acquisizione e produzione dei mezzi di prova. Al primo
posto tra i mezzi di prova la dichiarazione delle parti, l’onere di provare incombe su colui che li afferma,
proponendo mezzi di prova legittimi e individuando gli argomenti circoscritti sui quali indagare.

PUBBLICAZIONE DEGLI ATTI: acquisite le prove, il giudice deve permettere alle parti e ai loro avvocati di
esaminare gli atti, sotto pena di nullità.

TIPOLOGIE DI PROVE: possono essere proposte prove di qualunque genere, il proponente deve tenere
conto che saranno ammesse solo le prove lecite e utili per definire la causa. Alle dichiarazioni e confessioni
giudiziali dei coniugi il giudice può conferire valore di prova piena purchè non sussistano altri elementi
idonei a confutarle. Mentre la prova testimoniale è sottoposta alla moderazione del giudice cui spetta
evitare un numero eccessivo e verificare l’utilità di convocare i testi proposti dalle parti. Poi abbiamo la
prova scientifica acquisita con perizia giudiziale quando il motivo della nullità è l’impotenza copulativa o
l’incapacità psichica.
Dopo la pubblicazione degli atti e prima che sia decretata la conclusione della causa, le parti per completare
le prove possono presentare altre richieste istruttorie al giudice, cui spetta valutarne l’ammissibilità. La
conclusione in causa è l’atto processuale che chiude la fase istruttoria e apre il dibattimento. Si addiviene
alla conclusio in causa in tre situazioni: quando le parti dichiarano di non avere nessun’altra richiesta di
prova da presentare, quando è scaduto il termine stabilito dal giudice per produrre le prove o quando il
giudice dichiara di ritenere sufficientemente istruita la causa.

DIBATTIMENTO: gli atti devono essere redatti nella forma scritta, gli scritti propri di questa fase sono le
difese e le osservazioni cui può seguire lo scambio di repliche tra le parti.

SENTENZA: il primo elemento costitutivo è definire la controversia in relazione al libello, rispondendo ai


singoli dubbi fissati nella litiscontestatio e solo ad essi. Il secondo elemento è determinare gli obblighi delle
parti sorti dal processo e il modo in cui si devono adempiere gli obblighi naturali verso l’altra parte e verso
la prove, nonché eventuali adempimenti prima di passare a nuove nozze. Il terzo elemento sono le
motivazioni della decisione. Infine la sentenza deve stabilire le spese processuali.

La decisione affermativa emessa per la prima volta, se non appellata entro i termini legali, diventa
esecutiva. (15 giorni)

APPELLO: ha per oggetto la richiesta di riforma della sentenza che spetta alla parte attrice contro la
sentenza negativa, spetta al coniuge convenuto che si senta pregiudicato dalla decisione, sia essa
affermativa o negativa, spetta anche al promotore di giustizia e al difensore del vincolo. Ha effetto
devolutivo e sospensivo. Dopo che il tribunale appellato ha ricevuto gli atti giudiziari dal tribunale a quo, si
riunisce in camera di consiglio e decide se l’appello risulta con evidenza meramente dilatorio. In questo
caso il collegio emette un decreto confirmatorio della sentenza di prima istanza che diventa pertanto
esecutiva, altrimenti emette un decreto di ammissione alla trattazione dell’appello in via ordinaria. Nella
seconda fase (eventuale) che si apre con l’ammissione dell’appello, si procede come in prima istanza. Sono
ammissibili nuove prove entro i limiti stabiliti.

Per quanto riguarda il processo più breve davanti al vescovo occorre il consenso esplicito di entrambi i
coniugi, devono sussistere circostanze di fatti e di persone di rilevanza tale da rendere evidente l’invalidità
del matrimonio, si richiede inoltre che la domanda risulti sostenuta da prove convergenti, concludenti e di
immediata acquisizione. La prova nel processo breve ha per oggetto di stabilire la connessione tra le
circostanze già certe e l’esistenza reale della nullità inizialmente manifesta.

PROCEDURA: il libello deve esporre brevemente, integralmente e chiaramente i fatti su cui si fonda la
domanda, indicare le prove, che possano essere immediatamente raccolte dal giudice, esibire in allegato i
documenti su cui si fonda la domanda. Il vicario giudiziale, nomina l’istruttore e l’assessore e cita per la
sessione, da celebrarsi non oltre 30 giorni, tutti coloro che devono parteciparvi. L’istruttore raccoglie le
prove in una sola sessione e fissa il termine di 15 giorni per la presentazione delle osservazioni in favore del
vincolo e delle difese di parte, se ve ne siano. Ricevuti gli atti, il vescovo diocesano, consultatosi con
l’istruttore e l’assessore, vagliate le osservazioni del difensore del vincolo e, se vi siano, le difese delle parti,
se raggiunge la certezza morale sulla nullità del matrimonio, emana la sentenza. Altrimenti rimetta la causa
al processo ordinario. Il testo integrale della sentenza, con la motivazione, va notificato al più presto alle
parti. Contro la sentenza del vescovo si da appello al metropolita o alla rota romana.

ORGANI STATALI CON COMPETENZA ECCLESIASTICA:


- Presidente della repubblica: spetta il potere di ratificare i concordati conclusi con la SS, previa
autorizzazione del parlamento; promulgare le leggi basate sulle intese con le rappresentanze delle
confessioni religiose diverse dalla cattolica
- Presidente del consiglio dei ministri: la rappresentanza dello stato con le confessioni religiose
- Consiglio dei ministri
- Ministri
- Ministero dell’interno: le funzioni sono esercitate attraverso il dipartimento per le libertà civili e
l’immigrazione, che si articola in diverse direzioni, fra le quali la direzione centrale degli affari dei
culti che vigila sulla concreta osservanza dei principi costituzionali e delle normative vigenti,
ordinarie e speciali, in materia di libertà religiosa e di regolamentazione dei rapporti fra stato e
confessioni religiose, al fine di rendere effettivo il diritto alla libertà religiosa. Presso il ministero
opera anche la direzione centrale per l’amministrazione del fondo edifici di culto per assicurare la
tutela, la valorizzazione, la conservazione ed il restauro dei beni di proprietà del fondo
- Prefetture: a livello periferico

Sono previsti taluni specifici uffici a carattere ecclesiastico organizzati dallo stato o da altri enti pubblici per
garantire l’assistenza spirituale a tutti coloro che si trovino, in via temporanea o stabile, nelle c.d. comunità
separate quali le forze armate e i servizi assimilati, gli istituti penitenziari e i luoghi di reclusione in genere,
gli ospedali e gli altri luoghi di cura, i centri di accoglienza per immigrati. La finalità è garantire il concreto
esercizio del diritto di libertà religiosa.

- Per la chiesa cattolica è previsto un sistema stabile di assistenza, i cui oneri gravano interamente
sullo stato
- Per le confessioni diverse dalla cattolica che abbiano stipulato intese con lo stato sono queste
ultime a disciplinare il servizio di assistenza spirituale nelle comunità separate
- Per i culti diversi dal cattolico privi di intesa con lo stato, i quali prevedono la facoltà dei ministri dei
culti ammessi di prestare l’assistenza spirituale nelle comunità separate, su richiesta dei singoli e
previa autorizzazione delle autorità amministrative preposte.

L’assistenza spirituale a coloro che appartengono alle forze armate, l’intesa è stata siglata con uno scambio
di lettere tra la repubblica italiana e la SS, fatto a roma e nella città del vaticano in data 13/02/2018,
ratificata in data 28/04/2021. La direzione del servizio è attribuita all’ordinario militare per l’italia e il
servizio è svolto dai c.d. cappellani militari. L’assistenza spirituale dei militari non cattolici, per gli
appartenenti a confessioni dotate di intesa con lo stato, quanto stabilito nelle rispettive; per i militari
appartenenti a confessioni prive di intese, è necessaria l’autorizzazione dell’autorità militare, e deve
trattarsi di un ministro di culto ammesso nello stato.

L’assistenza religiosa in favore del personale della polizia di stato residente presso alloggi collettivi di
servizio o scuole è garantita e svolta da cappellani incaricati con decreto del ministro dell’interno con
incarico annuale, e si intende tacitamente rinnovato, salvo cause di estinzione del rapporto.

La l n 354 del 1975 ricomprende la religione tra gli elementi del trattamento rieducativo del condannato e
attribuisce a tutti i detenuti la libertà di professare la propria fede religiosa, di istruirsi in essa e praticarne il
culto. L’amministrazione penitenziaria è obbligata a mettere a disposizione i locali necessari alle pratiche
del culto anche in assenza di ministri di culto. L’assistenza è affidata a uno o più cappellani, l’incarico viene
conferito con decreto del ministro della giustizia e previo nulla osta dell’ordinario diocesano. Il loro
trattamento economico è posto a carico dell’amministrazione penitenziaria. Per i detenuti appartenenti a
confessioni diverse dalla cattolica l’assistenza spirituale è riconosciuta e prevede il diritto degli stessi di
ricevere, su loro richiesta, l’assistenza dei ministri del proprio culto e di celebrarne i riti. Tale diritto è esteso
anche ai detenuti del 41 bis.

Le strutture di ricovero del servizio sanitario nazionale viene assicurata l’assistenza religiosa nel rispetto
della volontà e della libertà di coscienza del cittadino:
- Per i ricoverati di religione cattolica l’attivazione del servizio è obbligatoria e la concreta
organizzazione è oggetto di intesa fra la asl e l’ordinario diocesano cattolico competente per
territorio
- Per le confessioni religiose munite di intesa norme specifiche sono di solito contenute all’interno
delle intese
- Per le confessioni prive di intesa, i ministri di culto ammessi, ove richiesti, possono essere
autorizzati a frequentare i luoghi di cura e di ritiro per prestare l’assistenza religiosa ai ricoverati
che la domandino.

MINISTRI DI CULTO: tutti i soggetti che ricoprono un ruolo specifico sotto il profilo organizzativo e
funzionale all’interno della comunità religiosa. Sono i gruppi religiosi ad individuare e nominare i soggetti
cui affidare compiti specifici al proprio interno. Lo stato è chiamato a verificare che il soggetto designato
dalla confessione religiosa eserciti effettivamente attività di natura “magisteriale” e che tali attività rientrino
tra quelle identificabili come “religiose”.

NOMINA: è effettuata liberamente dall’autorità ecclesiastica per la chiesa cattolica. L’unico onere previsto
in capo all’autorità ecclesiastica è l’obbligo di comunicazione alle competenti autorità civili della nomina dei
arcivescovi e vescovi diocesani, dei coadiutori, degli abati e prelati con giurisdizione territoriale, così come
dei parroci e dei titolari di altri uffici ecclesiastici rilevanti per l’ordinamento dello stato. Per le confessioni
non cattoliche con intesa è disciplinato nell’intesa, per quelle prive di intesa l’approvazione dei ministri di
culto avviene da parte del governo, nella persona del ministro dell’interno, secondo un particolare
procedimento amministrativo. L’approvazione governativa è condizione necessaria per il riconoscimento
degli effetti civili agli atti compiuti dai ministri di culto. Ed è diretta alla verifica della personalità morale
della persona che riveste la carica pastorale e ha un criterio per la concessione di una consistenza minima
della comunità interessata pari ad almeno 500 fedeli in ambito locale o 5000 a livello nazionale.

PERMESSO DI SOGGIORNO: prevede la possibilità di speciali modalità di rilascio per soggiorni brevi relativi
anche all’esercizio delle funzioni di culto. Per i visti d’ingresso, prevede una particolare disciplina in
relazione al “visto per motivi religiosi”. Presupposti per l’ottenimento:

- Effettiva condizione di religioso


- La documentata esigenza circa il carattere religioso della manifestazione delle attività addotte a
motivo del soggiorno in italia
- La disponibilità di mezzi di sussistenza non inferiori all’importo stabilito dal ministro dell’interno
ove le spese di soggiorno non siano a carico degli enti religiosi.

TRATTAMENTO STIPENDIALE: gli ecclesiastici e i ministri di culto ricevono dalle confessioni religiose di
appartenenza una remunerazione per l’attività svolta in loro favore. Tali somme corrisposte sono
equiparate al reddito da lavoro dipendente e, come tali, sono soggette al pagamento dell’IRPEF.

TUTELA DEI MINORI: gli illeciti contro i minori possono dare luogo ad un duplice procedimento nei
confronti dell’autore del fatto con un procedimento secondo il diritto dello stato, con un procedimento
canonico, del tutto autonomo da quello civile che si svolga per medesimi illeciti.

SEGRETO MINISTERIALE: l’art 4.4 dell’accordo prevede che gli ecclesiastici non siano tenuti a dare ai
magistrati o ad altra autorità civile “informazioni su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per
ragione del loro ministero”. L’art 200 comma 1 recita “salvi i casi in cui hanno l’obbligo di riferirne
all’autorità giudiziaria. Il can 983, 1 c.j.c. stabilisce che “il sigillo sacramentale è inviolabile; pertanto non è
assolutamente lecito al confessore tradire anche solo in parte il penitente con parole o in qualunque altro
modo e per qualsiasi causa. La violazione del sigillo sacramentale comporta la scomunica latae sententiae
riservata alla SS.
REMUNERAZIONE DEL CLERO: il sostentamento del clero è stato per secoli basato sul c.d. sistema
beneficiale ossia sull’esistenza di appositi enti di natura fondazionale. In epoca post-unitaria, lo stato
italiano interviene attraverso i c.d. supplementi di congrua, ossia delle integrazioni a carico del bilancio
statale per quegli ufficiali ecclesiastici il cui beneficio non producesse redditi superiori ad un minimo
stabilito, inizialmente introdotto per i soli parroci, per effetto di successivi interventi normativi, anche ad
altre categorie ecclesiastiche. Il sistema degli assegni di congrua fu confermato con l’art 30 del concordato
del 1929. Con la riforma codiciale del 1983 il can 1274 del nuovo codex iuris canonici, ha previsto
l’istituzione, in sede diocesana o interdiocesana, di appositi istituti destinati a raccogliere i beni o le offerte,
al preciso scopo che si provveda al sostentamento dei chierici che prestano servizio a favore della diocesi.
Con il passaggio al nuovo sistema di relazioni patrimoniali con la chiesa cattolica, lo stato italiano ha
rinunciato all’intervento diretto di finanziamento per la remunerazione degli ufficiali ecclesiastici, passando
ad un sistema di finanziamento indiretto attraverso il meccanismo c.d. dell’otto per mille. L’art 21 della l. n.
222 del 1985 ha disposto l’erezione in ogni diocesi (o in sede interdiocesana), con decreto del vescovo
interessato, degli istituti per il sostentamento del clero. Quanto al fondo patrimoniale, quello degli istituti
diocesani è costituito dai beni che facevano parte del patrimonio dei benefici esistenti nella diocesi mentre
quello dell’istituto centrale è invece composto: dalla dotazione iniziale conferita dalla CEI e dalle entrate
dell’istituto.

DIRITTO ALLA REMUNERAZIONE: sorge in presenza di due condizioni:

- Lo svolgimento del servizio in favore della diocesi


- L’adempimento di tale servizio sia a tempo pieno

Per quanto riguarda l’ammontare, la CEI ha fissato, con proprie delibere, dei criteri specifici stabilendo che
circa i due terzi della remunerazione debbano essere uguali per tutti, il terzo restante debba essere
determinato tenendo conto di una serie di fattori e circostanze, attributivi di uno specifico punteggio, tra i
quali: l’ufficio ricoperto, l’anzianità nell’esercizio del ministero pastorale, il luogo di residenza del sacerdote
e la disponibilità o meno di un alloggio ecclesiastico.

BENI CULTURALI DI INTERESSE RELIGIOSO: tutte quelle cose, mobili e immobili, che presentano una duplice
caratteristica. La disciplina della materia dei beni culturali di interesse religioso fa capo ad una molteplicità
di fonti. Art 117 riserva la potestà legislativa esclusiva dello stato la tutela del patrimonio storico e artistico
della nazione; attribuendo alla potestà legislativa concorrente delle regioni la valorizzazione dello stesso.

PRINCIPIO DI COLLABORAZIONE: l’accordo tra stato e chiesa cattolica del 18/02/1984 all’ art 12 prevede:

- L’impegno della SS e della repubblica italiana a collaborare, nel rispettivo ordine, per la tutela del
patrimonio storico e artistico
- Quello dei soggetti stessi a favorire e agevolare, con apposite intese, la conservazione e la
consultazione degli archivi d’interesse storico e delle biblioteche

PATRIMONIO ECCLESIASTICO: è l’insieme dei beni, mobili e immobili, di cui la chiesa cattolica si avvale per
il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. Si distinguono:

- Beni sacri: mobili e/o immobili, direttamente destinati al culto, che divengono sacri attraverso il rito
della consacrazione
- Beni temporali: utilizzati per la soddisfazione delle necessità materiali della chisa

Il patrimonio viene costituito e incrementato attraverso molteplici fonti: a) di provenienza intra-


confessionale b) di provenienza extra-confessionale.

ENTRATE: di diritto pubblico quelle entrate che gli enti eccl sono in grado di incamerare o in quanto
ammessi ad esercitare un potere tributario previsto in sede confessionale e riconosciuto dallo stato sui
propri appartenenti o sugli enti ad essa subordinati o in quanto ricevono finanziamenti o erogazioni di vario
genere dallo stato o da altro ente pubblico; di diritto privato quelle che gli enti eccl percepiscono a norma
del diritto comune (es 5x1000)

TRIBUTI: le forme del sistema tributario sono a) i tributi, imposti dall’autorità eccl alle persone giuridiche
sulle quali ha giurisdizione per le esigenze e le spese di utilità generale b) le tasse, richieste dalla stessa
autorità come rimborso per le spese di ufficio in occasione di una concessione o di un servizio richiesto dai
singoli (volontariamente)

ENTRATE DI DIRITTO PUBBLICO:

- Forme di finanziamento diretto: quando lo stato eroga una certa somma di denaro direttamente a
favore della chiesa cattolica per finalità di carattere generale o specifico
- Forme di finanziamento indiretto: quando lo stato rinuncia a percepire una frazione del gettito
fiscale, di solito attraverso agevolazioni o esenzioni fiscali a favore dei singoli appartenenti alla
chiesa o ad enti ad essa riconducibili

8 PER MILLE: art 47 comma 2 della l n 222 del 1985 prevede la destinazione di una quota pari all’otto per
mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali
a scopi di interesse sociale o umanitario e in parte a scopi di carattere religioso a diretta gestione della
chiesa cattolica. Ove i contribuenti non facciano scelta della destinazione, questa si andrà a stabilire in
proporzione alle scelte espresse. Dopo aver ottenuto l’erogazione, la CEI (conferenza episcopale italiana)
delibera di decidere la destinazione concreta delle somme ricevute ed è tenuta a fornire annualmente un
rendiconto sulla effettiva utilizzazione delle somme percepite al ministero dell’interno.

EROGAZIONI LIBERALI: per i singoli contribuenti c’è la possibilità di dedurre dal proprio reddito
complessivo le erogazioni liberali in denaro fino all’importo 1032,91

5 PER MILLE: il contribuente può decidere di destinare una quota pari al 5x1000 della propria imposta sui
redditi per il perseguimento di finalità socialmente rilevanti individuate dalla legge. Tra i possibili beneficiari
ci sono gli enti eccl civilmente riconosciuti (non le confessioni religiose) e nuovi enti del terzo settore (ets).

ENTRATE DI DIRITTO PRIVATO:

- Oblazioni dei fedeli: donazioni manuali che non prevedono controprestazione.


- Disposizioni a favore dell’anima: disposizioni testamentarie con le quali si va a destinare una parte
dei propri beni ad un ente eccl per il compimento di attività liturgiche o rituali destinate a
suffragare l’anima dello stesso testatore o di un terzo (celebrazione di messe in suffragio,
accensione di lampade votive ecc)
- Pie fondazioni: masse patrimoniali composte da denaro, edifici, terreni, titoli obbligazionari e
azionari, destinate da una pia volontà al perseguimento di un fine eccl
- Entrate di diritto comune: come per esempio le entrate derivanti dallo sfruttamento turistico dei
beni culturali di proprietà di enti confessionali

FINANZIAMENTO CONFESSIONI NON CATTOLICHE: hanno accesso al meccanismo dell’8x1000 e alla


possibilità di beneficiare delle erogazioni liberali deducibili.

LUOGHI DI CULTO: Sono cose destinate all’esercizio del culto tutti quei beni patrimoniali che servono in
maniera diretta o indiretta a soddisfare i bisogni del culto e quelli che si trovano nella proprietà o nella
disponibilità materiale di un ente confessionale, il quale per il tramite di essi esercita la propria attività.
EDIFICI DI CULTO: tutti gli edifici destinati stabilmente all’esercizio del culto, in forma collettiva o
individuale, da parte degli aderenti ad una determinata confessione religiosa, e che, secondo le varie entità
confessionali, assumono differenti denominazioni (chiese, santuari, moschee, ecc.)

CHIESA: con questo termine si intende un edificio sacro destinato al culto divino, ove i fedeli abbiano il
diritto di entrare per esercitare soprattutto pubblicamente tale culto. Nell’ordinamento canonico ciascuna
chiesa ha una specifica qualifica giuridica o liturgica.

Gli edifici di culto possono essere di proprietà:

- Di una persona giuridica ecclesiastica


- Dello stato o di altri enti pubblici
- Di privati (persone fisiche e/o giuridiche)

Nel caso di questi ultimi, il regime speciale cui gli stessi sono sottoposti determina delle limitazioni a carico
del diritto di proprietà dell’edificio, venendosi a stabilire una comunione nella facoltà di godimento
dell’edificio stesso tra il titolare del bene e l’autorità ecclesiastica. Infatti è necessaria una convenzione per
la concessione in uso dell’edificio di culto, la facoltà di godimento del proprietario risulta compressa dalle
disposizioni dell’autorità ecclesiastica relative all’esercizio del culto.

Gli enti istituzionalmente competenti per la progettazione urbanistica del territorio devono: prevedere nei
piani regolatori aree destinate alla costruzione di edifici di culto, tenendo conto delle esigenze religiose
della popolazione, e devono agevolare i finanziamenti per la costruzione degli stessi. La materia dell’edilizia
di culto è- di competenza ripartita tra lo stato e le regioni.

CIMITERI: possono essere di proprietà dei comuni, nel qual caso costituiscono beni di natura demaniale e si
applicano loro le norme previste per tale categoria di beni oppure di proprietà di persone giuridiche
ecclesiastiche come confraternite o associazioni.

CANCELLAZIONE DAI REGISTRI PARROCCHIALI DI BATTESIMO: quello a non essere più considerati come
appartenenti alla chiesa cattolica è un diritto dei soggetti richiedenti. Il battesimo, essendo un evento
storico effettivamente accaduto, non può essere cancellato ma possono essere cancellate le conseguenze
giuridiche di tale atto, ovvero l’appartenenza alla chiesa cattolica con specifica annotazione sul registro dei
battezzanti.

DIRITTO PENALE: l’ordinamento italiano prevede specifiche norme penali poste a tutela del sentimento
religioso, principalmente i c.d. delitti contro le confessioni religiose. Nella nuova formulazione gli art 403-
405 cod. pen. Puniscono le offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone.

BLASFEMIA: in italia la fattispecie di bestemmia di cui all’art 724 cod pen conserva uno specifico rilievo
nell’ambito della protezione del sentimento religioso individuale e collettivo. Prevede una sanzione
amministrativa ma va valutata anche la situazione x esempio se avviene in un reality è punibile al 100% in
quanto seguito anche da un pubblico di minorenni.

Odio religioso art 604-bis cod. pen.-Terrorismo religioso art 270-sexies cod. pen.-Mutilazioni genitali
femminili art 583-bis cod. pen.

SCUOLE: Con l’accordo del 1984 la repubblica italiana continua ad assicurare l’insegnamento della religione
cattolica nelle scuole pubbliche e ognuno è libero di scegliere se avvalersi o meno di detto insegnamento,
nella scuola secondaria superiore direttamente gli studenti mentre nella scuola materna i genitori. La scelta
deve essere fatta all’atto di iscrizione. L’insegnamento deve essere impartito in conformità alla dottrina
della chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni da insegnanti che siano riconosciuti idonei
dall’autorità ecclesiastica, nominati, d’intesa con essa, dall’autorità scolastica. Inoltre deve essere
determinato con una intesa tra le competenti autorità e la conferenza episcopale italiana i programmi
dell’insegnamento, le modalità di organizzazione di tale insegnamento, i criteri per la scelta dei libri di testo
e il profilo della qualificazione professionale degli insegnanti.

Per quanto riguarda gli insegnanti, devono essere in possesso dell’idoneità che ha effetto permanente salvo
revoca da parte dell’ordinario diocesano; fanno parte della componente docente negli organi scolastici con
gli stessi diritti e doveri degli altri insegnanti. L’accesso al ruolo è subordinato al superamento di un
concorso per titoli ed esami.

INSEGNAMENTO E CONFESSIONI CON INTESA: impegno dello stato nel ribadire la natura facoltativa, per gli
alunni, della fruizione dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, riconoscimento
agli alunni appartenenti alle confessioni interessate del diritto di non avvalersi delle pratiche e
dell’insegnamento religioso, diritto attribuito alle singole confessioni interessate di rispondere alle
eventuali richieste secondo indicazioni intese.

INSEGNAMENTO E CONFESSIONI SENZA INTESA: quando il numero degli scolari lo giustifichi e quando per
fondati motivi non possa esservi adibito il tempio, i padri di famiglia professanti un culto diverso dalla
religione cattolica, possono ottenere che sia messo a loro disposizione qualche locale scolastico per
l’insegnamento religioso dei figli; la domanda è diretta al provveditore agli studi il quale, udito il consiglio
scolastico, può provvedere direttamente in senso favorevole. In caso diverso e sempre quando creda, ne
riferisce al ministero dell’istruzione, che decide di concerto con quello della giustizia e dell’interno. Nel
provvedimento di concessione dei locali si devono determinare i giorni e le ore nei quali l’insegnamento
deve essere impartito e le opportune cautele.

La suprema corte ha stabilito la soggezione delle scuole paritarie cattoliche al pagamento dell’ICI,
reputando l’attività svolta dall’ente religioso proprietario dell’immobile potenzialmente commerciale a
prescindere dal fatto che i bilanci siano in utile o in perdita.

LIBERTA’ DI COSCIENZA: comprende il diritto di prendere posizione di fronte al problema del divino in
senso positivo o negativo e l’esigenza che l’ordinamento si astenga da qualsiasi pressione al riguardo.

L’art 19 cost tutela la libertà religiosa cd positiva e quella negativa ossia la libertà di non professare alcuna
fede

OBIEZIONE DI COSCIENZA: un soggetto si trova nella necessità di dover scegliere tra due obbedienze, quella
alla norma civile e quella imposta da un dettame di carattere etico o religioso. (contra legem o secundum
legem) es servizio militare e interruzione volontaria di gravidanza.

PMA (procreazione medicalmente assistita): l.n. 40 del 2004- la norma dispone che il personale sanitario ed
esercente le attività sanitarie ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure per l’applicazione
delle tecniche di procreazione medicalmente assistita ove sollevi l’obiezione di coscienza con preventiva
dichiarazione. (OB. RICONOSCIUTA)

La libertà di coscienza non è immediatamente configurabile quale situazione giuridica soggettiva in


mancanza di uno specifico intervento del legislatore: es. possibile obiezione di coscienza da parte di medici
e farmacisti, rispettivamente alla prescrizione e alla vendita della c.d. pillola del giorno dopo, l’agenzia
italiana del farmaco ha chiarito che la pillola non ha effetti abortivi ma contraccettivi.

UNIONI CIVILI: legge 76/2016 le funzioni di stato civile possano essere svolte da persona a ciò delegata dal
sindaco. (OB. NON RICONOSCIUTA)

TRATTAMENTI SANITARI: si distinguono in trattamenti volontari e trattamenti obbligatori. Quest’ultimi


costituiscono una deroga al principio del diritto alla autodeterminazione terapeutica, nel senso che il
singolo, non potrà esimersi dal praticare tali trattamenti tutte le volte in cui la malattia rischi di
compromettere le condizioni di salute della collettività.
Il dissenso deve essere manifestato dallo stesso paziente o da chi per lui la sua dichiarazione. In caso di
minori, in caso di rifiuto per motivi religiosi dovranno essere attivate le procedure previste dagli art 330 e
333 del c.c. con l’intervento del giudice tutelare. (condotta del genitore pregiudizievole ai figli).

LIBERTA’ RELIGOSA E INIZIO VITA: le religioni hanno sempre cercato di svolgere una funzione di controllo
etico e sociale sul progresso della società medica.

LIBERTA’ RELIGIOSA E FINE VITA: dichiarazione congiunta delle religioni monoteiste abramitiche siglata in
vaticano nel 2019 con la quale queste ultime si oppongono ad ogni forma di eutanasia e suicidio assistito in
quanto in contraddizione con il valore della vita umana.

TESTAMENTO BIOLOGICO: garantisce ai cittadini la possibilità di scegliere se desiderano mantenere o


interrompere i trattamenti sanitari che li mantengono in vita. Ogni persona maggiorenne, capace di
intendere e di volere, deve redarre le DAT per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o per
scrittura privata consegnata personalmente presso l’ufficio dello stato civile del comune di residenza. Il
personale medico è obbligato a sospendere il trattamento.

SIMBOLO RELIGIOSO: qualunque segno esteriore avente un’attinenza al sacro che può essere immediata
(es. crocifisso) o solo indiretta con valore evocativo e significato convenzionale. La tutela della libertà deve
essere bilanciata sia con la necessità di rispettare e garantire la libertà di coloro che possono essere
costretti a tollerare, le scelte e le manifestazioni simboliche e rituali altrui e sia con l’esigenza dei pubblici
poteri di imporre limitazioni a tale libertà per motivi di salvaguardia dell’ordine pubblico o della sicurezza
dei cittadini.

SICUREZZA PUBBLICA: in italia la libertà di abbigliarsi incontra unicamente il limite posto per esigenze di
sicurezza pubblica, dell’obbligo dell’uso di indumenti che permettono l’immediato e sicuro riconoscimento
personale, con il connesso divieto di utilizzo in luogo pubblico aperto al pubblico senza giustificato motivo
di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona.

CROCIFISSO NELLE AULE SCOLASTICHE: sentenza della grande chambre della corte EDU la quale ha
affermato che la presenza di un simbolo religioso, quale il crocifisso, nelle scuole pubbliche non viola il
diritto dei genitori di educare ed istruire i figli secondo le proprie convinzioni religiose o filosofiche.
Sentenza n 24414 del 2021 la corte di cassazione, a sezioni unite: crocifisso negoziato cioè l’aula può
accogliere il crocifisso quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo,
eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe.

KIRPAN: la Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione religiosa non possa risultare idonea ad escludere
la rilevanza penale della fattispecie, giacchè la libertà di fede trova un limite valicabile nella pacifica
convivenza e nel rispetto delle norme a tutela della sicurezza pubblica.

La legge canonica ha istituzionalizzato l’uso della perizia soprattutto nei casi di difetto del consenso per
malattia mentale e/o per la presenza di anomalie di natura psichica attraverso un perito.

PERITO: persona qualificata per la sua professionale conoscenza antropologica chiamato dal giudice a
collaborare attraverso la sua indagine e il suo accertamento scientifico circa la presenza, la natura, il grado
e l’incidenza di una perturbazione psichica o immaturità sul consenso matrimoniale perché il giudice possa
trarne un giudizio complessivo. Regolato dai canoni 1574-1581. Nel procedimento civile viene considerato
un giudice ausiliario mentre nel procedimento canonico è considerato tra i mezzi istruttori. È chiamato a
presentare la sua lettura professionale di una determinata personalità con pronunciamento specifico,
chiaro e moralmente certo. Il giudice, per la sua decisione, dovrà vagliare l’attendibilità della ricostruzione
storica, il metodo di indagine da lui eseguito, le fonti, i principi, le teorie e i fatti da cui ha tratto le sue
conclusioni.

Per quanto riguarda il magistero, queste considerazioni non sono in grado di offrire una visione veramente
integrale della persona, per cui deve rimanere il principio che solo l’incapacità, e non già la difficoltà a
prestare il consenso e a realizzare una vera comunità di amore, rende nullo il matrimonio.

Durante lo svolgimento della causa, il giudice può nominare un perito ex officio ed eventualmente
ammettere la presenza di un perito proposto da una o entrambe le parti (privato/di parte). L’elaborato di
questi tecnici viene definito giudiziale; al contrario, se all’atto di introdurre una causa, si allega un parere
tecnico redatto da uno specialista, questo prende il nome di perizia extra-giudiziale. Il perito non deve solo
descrivere una condizione psico(pato)logica in uno o entrambi i contraenti, ma deve esaminarne i relativi
influssi sull’atto del consenso matrimoniale. La risposta ai quesiti posti dal giudice può comportare sia una
valutazione di tipo diagnostico e/o prognostico sulle parti in relazione all’atto psichico del consenso nuziale,
sia un giudizio tecnico sulla documentazione clinica e/o peritale presente negli atti di causa; sia
un’indicazione sull’eventuale necessità di nominare un curatore della parte durante il processo canonico.

Nel primo caso bisogna valutare, all’epoca delle nozze, l’esistenza, l’origine, la gravità di una condizione
psicopatologica in uno o entrambi i contraenti. Nella seconda questione facciamo riferimento all’idoneità
psichica di una o entrambe le parti ad essere eventualmente ammesse ad accedere a future nozze.

Un ulteriore quesito che può essere rivolto al perito d’ufficio riguarda la valutazione della documentazione
giacente in atti, soprattutto allorquando il perito deve redigere il proprio elaborato peritale sulla base dei
soli atti di causa, nel caso in cui la parte o le parti non si presentino:

a) Materiale di tipo clinico inerente la malattia di cui il soggetto avrebbe sofferto e le cure effettuate
b) Materiale relativo ad altri procedimenti giudiziali
c) Perizie redatte in sede extra-giudiziale e/o precedenti perizie d’ufficio

Il perito deve sempre tenere presente che la mancanza o la scarsità di documentazione sanitaria non
sempre dimostrano l’assenza di patologia mentale o la ridotta gravità della medesima.

il ricorso alla perizia nel processo canonico è facoltativo e solo eccezionalmente obbligatorio.

La designazione del perito è di pertinenza del giudice, sia di propria iniziativa sia su proposta delle parti
stesse. Il giudice può ammettere in giudizio un perito privato, nonché acquisire agli atti una perizia redatta
preventivamente fuori dal processo. Di norma il perito giudiziale è selezionato tra coloro che risultano
inseriti in un apposito albo formale.

METODOLOGIA DELLA PERIZIA: la relazione peritale consta di 5 parti: l’incarico, l’esame della
documentazione prodotta, esame clinico effettuato sul periziando, l’analisi medico-legale, le conclusioni
con la sintetica risposta ai quesiti ricevuti.

La storia clinica si intrinseca sempre con il decorso biografico individuale. La perizia sugli atti è sempre
possibile purchè nel fascicolo processuale esista sufficiente documentazione sanitaria e/o giudiziaria e
purchè venga valutata come metodologia corretta.

Proprio durante e attraverso l’incontro con il periziando, il perito procede alla raccolta amnestica, tanto
personale quanto relativa ai fatti di causa e contestualmente esegue l’esame obiettivo. A partire dal
colloquio e durante il suo svolgimento, è necessario l’utilizzo di approcci non soltanto di tipo descrittivo ma
anche interpretativo e comprensivo creando una dimensione empatico-relazionale.

L’uso dei reattivi mentali devono mantenere un ruolo ausiliario nell’ambito della valutazione forense
canonica, pena una complessiva e scarsa attendibilità dei risultati non soltanto sul piano diagnostico-clinico,
ma soprattutto su quello medico-legale. L’esame psichico dovrebbe essere condotto utilizzando più
metodologie fra loro integrate.

Attraverso la scrupolosa applicazione di una corretta metodologia valutativa, bisogna dimostrare o negare
la presenza di un rapporto giuridicamente valido tra un dato appartenente alla sfera medico-psicologica ed
il dettato di una particolare disposizione legislativa.

La figura del perito dovrebbe possedere in misura sufficiente una serie di qualità e di competenze idonee
alla gestione del colloquio:

- Conoscenza scientifica e giuridica


- Dotazione di empatia e in generale di qualità umane
- Consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie funzioni
- Capacità di responsabilità e rispetto del mandato
- Autonomia di giudizio e di critica
- Pratica del dubbio come mezzo per la valutazione e atteggiamento di sospensione del giudizio
- Rispetto del setting e delle regole deontologiche
- Posizione di neutralità anche nel ruolo del perito di parte

Dalla raccolta amnestica il perito dovrebbe aspettarsi notizie rilevanti al fine di ricostruire il carattere o la
personalità del periziando. Uno dei compiti del perito riguarda la contestualizzazione del giudizio
diagnostico e medico-legale rispetto alle testimonianze e ad eventi ed episodi della vita registrati, il
riscontro in atti procede pertanto parallelamente alla raccolta dal vivo di quei dati amnestici che
consentono di formalizzare tale giudizio.

LINEE GUIDA STESURA ELABORATO:

- Data, luogo di conferimento incarico e da chi, dati del perito, quesiti ricevuti, dati sul
soggetto/oggetto della perizia
- Svolgimento delle operazioni peritali
- Esami degli atti e descrizione del fatto per cui si procede
- Tutte le varie Anamnesi
- Sintesi dei colloqui clinici
- Esame obiettivo
- Eventuali altri esami..
- Esame psichico
- Esami psicodiagnostici
- Considerazioni

Vengono illustrati i fatti, le problematiche e la diagnosi e i giudizi effettuati su ogni quesito

- Conclusioni e risposte ai quesiti.

PERIZIA PSICHIATRICA: richiesta per lo più per il canone 1095. Tutti i tipi di disturbi mentali possono
verosimilmente rilevare su una o più condizioni previste dal can 1095

PERIZIA PSICOLOGICA: in genere verte su una condizione di c.d. immaturità eventualmente rilevante in
sede giuridica

PERIZIA PSICO-SESSUOLOGICA: qualora la valutazione riguardi una condizione di dichiarata impotenza


sessuale

PERIZIA SULLA COPPIA: la coppia coniugale costituisce un “luogo psicologico” in quanto crocevia tra storia
originaria e progettualità futura, tra identità individuale e matrice collettiva.
QUESTIONE DEI FIGLI: il perito, qualora ne riscontri l’esigenza, è bene sottolinei che la piena responsabilità
genitoriale permane sempre, al di là del fallimento di coppia.

PERITO D’UFFICIO: è nominato dal giudice che gli conferisce il mandato e gli sottopone i quesiti. Poi gli
vengono trasmessi gli atti e seguirà lo svolgimento dell’attività peritale. L’atto di nomina contiene i quesiti.

PERITO DI PARTE/PRIVATO: quando l’avvocato di parte ritiene utile e/o necessario nominare un perito,
chiede al giudice di autorizzarne la nomina.

PERITO EXTRA-GIUDIZIALE E SUPER-PERITO: la perizia extra giudiziale è quella redatta al di fuori della
causa ed è finalizzata a motivarne preliminarmente l’introduzione. Nel caso il perito abbia ricevuto la
qualifica canonica di super perito, egli avrà il compito di esaminare le perizie redatte e dovrà illustrare le
ragioni.

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