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A. Il diritto privato
1. Introduzione
L’ordinamento giuridico e la norma giuridica
Le fonti della norma giuridica
Efficacia temporale delle leggi
L’applicazione e l’interpretazione delle leggi
L'analogia
Conflitti di leggi nello spazio
Lo straniero
B. I diritti soggettivi ed il negozio giuridico
1. I diritti soggettivi e le loro vicende
Il rapporto giuridico
Il diritto soggettivo e le altre posizioni giuridiche attive e passive
I soggetti del rapporto giuridico
la persona fisica
la persona giuridica
Oggetto del rapporto giuridico
Effetti del tempo sul rapporto giuridico
2. Il negozio giuridico
Prefazione
Manifestazione o dichiarazione di volontà
Contrasto tra dichiarazione e volontà
I vizi della volontà
La causa del negozio giuridico
La rappresentanza
Elementi accidentali del negozio giuridico
Effetti del negozio giuridico
Invalidità ed inefficacia del negozio giuridico
C. I diritti assoluti
1. I diritti della personalità
2. I diritti reali
3. La proprietà
Modi d’acquisto della proprietà
Azioni a difesa della proprietà
4. I diritti reali di godimento
La superficie
L’enfiteusi
L’usufrutto
Le servitù prediali
5. La comunione
I condomini negli edifici e le multiproprietà
6. Il possesso
Situazioni possessorie
Acquisto e perdita del possesso
L'usucapione
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7. I diritti reali di garanzia
Pegno
Ipoteca
Conservazione della garanzia patrimoniale
D. I diritti relativi
1. L'obbligazione
Modificazione del lato attivo del rapporto obbligatorio
Modificazione del lato passivo del rapporto obbligatorio
Estinzione dell’obbligazione
L’inadempimento
2. I contratti
Classificazione dei contratti
Il contratto preliminare
Cessione del contratto
Conclusione del contratto
Effetti del contratto
La rescissione e la risoluzione del contratto
3. I singoli contratti
La compravendita
Contratti che realizzano un do ut des
Contratti che realizzano un do ut facias
Contratti di cooperazione nell’altrui attività giuridica
I principali contratti reali
I contratti bancari
I contratti aleatori
Contratti diretti a costituire una garanzia
Contratti diretti a derimere una controversia
4. Gli atti unilaterali
Le obbligazioni nascenti da atti unilaterali
I titoli di credito
La cambiale
L’assegno
5. Le obbligazioni nascenti dalla legge
E. Il diritto di famiglia e delle successioni
1. I rapporti di famiglia
Il matrimonio
La comunione e separazione dei beni
L'obbligo degli alimenti
La filiazione
2. La successione
La successione per causa di morte
Il testamento
3. La donazione
F. La tutela dei diritti
1. La prova dei fatti giuridici
2. La trascrizione
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INTRODUZIONE ALL'ORDINAMENTO GIURIDICO
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La legge è un documento normativo (contenente norme giuridiche). In caso di
inosservaza si ricorre alla sanzione; quando una norma è suscettibile di attuazione
forzata la sua inosservanza produce in capo al trasgressore un danno che viene detto
sanzione. La sanzione può operare in modo:
diretto: in tale caso la sanzione stessa realizza il risultato previsto dalla legge;
indiretto: quando si serve di mezzi diversi per reagire alla violazione della
norma.
generalità: ovvero la norma non deve essere dettata per singoli consociati ma
per categorie generali di individui;
astrattezza: la norma deve rifarsi a situazioni ipotetiche (fattispecie).
“tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali” (profilo formale); a parità di condizioni deve
corrispondere un trattamento uguale.
La repubblica dovrà “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del paese” (profilo
sostanziale).
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Le fonti della norma giuridica
Per fonti delle norme giuridiche si intende qualsiasi atto o fatto idoneo a produrre
diritto, come indicato nell’articolo 1 delle preleggi; tale articolo ordina
gerarchicamente le fonti del diritto secondo la successione:
1. le leggi;
2. i regolamenti;
3. le norme corporative;
4. gli usi.
L’articolo risale al 1942 e non tiene quindi conto della Costituzione, entrata in vigore
nel 1948. All’epoca della promanazione delle preleggi vigeva lo statuto albertino che, a
differenza della Costituzione del ’48 era caratterizzato da flessibilità (poteva essere
modificato tramite legge ordinaria) e quindi veniva gerarchicamente equiparato alle
leggi ordinarie. La Costituzione del 1948 assume una posizione di vertice nella
gerarchia delle fonti del diritto, ed è caratterizzata da rigidità, ovvero può essere
modificata solo da leggi aventi anch’esse rango costituzionale. Altra innovazione
importante della Costituzione del ’48 consiste nel riconoscimento da parte
dell’ordinamento giuridico italiano delle norme del diritto internazionale generalmente
riconosciute [art. 10 Costituzione]. La gerarchia delle fonti del diritto può essere oggi
così espressa:
fonti di creazione o produzione - che sono propriamente gli atti ed i fatti idonei
a produrre ordinamento; e si dividono a loro volta in:
o fonti formali: leggi, regolamenti, norme corporative ed usi (come
regolato nella Costituzione);
o fonti materiali o normative: intervengono nel caso in cui non vi sia una
legge che disciplini la materia;
fonti di conoscenza - che sono i testi che contengono e divulgano norme
giuridiche.
Per quel che riguarda le disposizioni comunitarie queste vengono rivolte agli stati
membri in due modi:
Le leggi vengono raccolte nei Codici che a loro volta sono delle leggi che disciplinano
interi settore: civile, penale, della navigazione… Una legge del codice può essere
sostituita o abrogata da una legge semplice (di stesso rango). In genere per il codice
si usa il metodo della novella: vendono emanate nuove leggi che vanno a sostituire i
vecchi articoli con nuovi.
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Gli usi: viene detto uso o consuetudine (normativo) un comportamento a cui una
generalità di consociati si attiene in modo costante ed uniforme per un certo periodo
di tempo considerandolo giuridicamente doveroso (anche se non nasce da una norma
vincolante, ma ha effetto vincolante a livello interiore); Gli usi possono produrre effetti
giuridici solo se espressamente richiamati da qualche norma. gli usi normativi sono
sempre derogabili se non stabilito diversamente dalla legge [art. 8 preleggi].
Per l'entrata in vigore di una legge, dopo l’approvazione da parte delle due camere, si
dovrà avere:
La deroga: si verifica quando la nuova norma si sostituisce alla precedente solo per
taluni specifici casi; la norma posteriore continua a valere per tutte le altre fattispecie.
Le leggi non possono avere effetto retroattivo, cioè non possono disciplinare
fattispecie già accadute. L’unica deroga è per ciò che riguarda le leggi interpretative:
infatti queste, siccome vanno a spiegare l’intenzione di una legge già esistente, hanno
effetto dall’emanazione di quest’ultima.
Antinomia tra norme: si verifica qualora nell’ordinamento esistano due norme che
collegano effetti diversi alla medesima fattispecie. Invece la lacuna si verifica se la
fattispecie considerata non è prevista dall’ordinamento; ancora l’eccedenza si verifica
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quando esistono norme antinomiche che descrivono la fattispecie considerata; in tale
caso l’antinomia si risolverà:
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legislatore. Si hanno quindi una serie di criteri interpretativi [art. 12 preleggi -
primo comma]:
L'analogia
Ogni paese ha in genere delle norme di diritto privato internazionale che rispettano
convenzioni o accordi internazionali e si ha in genere che:
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pur essendo di diritto internazionale, le norme sono sempre di diritto privato
il diritto internazionale privato comprende altri rapporti tra cui quello
processuale
le norme sono strumentali ovvero si limitano a dire come debba essere
disciplinato il rapporto e non la singola fattispecie
Se una persona ha più cittadinanze tra cui quella Italiana, questa predomina le altre.
Nel relativo capitolo sono riportate tutte le norme per rapporti familiari di successione
e altri a livello internazionale.
Lo straniero
Il cittadino comunitario gode degli stessi diritti civili di quello nazionale ed inoltre di
alcuni diritti politici tra cui il diritto di voto nelle elezioni comunali.
Per l’extracomunitario: innanzi tutto si garantisce il diritto di asilo a colui che vede
negate le libertà democratiche contenute nella costituzione italiana nel suo paese e si
garantiscono i diritti fondamentali della persona umana. Non si ammette l’estradizione
per reati politici. Ai lavoratori si applicano le norme di diritto del lavoro italiano.
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IL RAPPORTO GIURIDICO
Il rapporto giuridico è la relazione tra due soggetti regolata dal diritto oggettivo. Si
ha rapporto giuridico nel momento in cui nasce un diritto; il diritto nasce a titolo
originario quando sorge a favore di una persona senza che venga trasmesso da altri, a
titolo derivativo quando passa da una persona ad un’altra (sono di questo genere la
compravendita ma anche la successione o la donazione)
Soggetto attivo è colui che esercita un diritto, passivo colui su cui ricade il
corrispettivo dovere; nel contratto i soggetti si chiamano parti.
Nella successione, il diritto può essere sia nel lato attivo che passivo come nel caso in
cui il successore , l’erede, succede nell’obbligo di pagare i debiti del defunto. Nel
diritto italiano si ha successione a titolo universale quando il successore si pone come
nuovo soggetto che subentra in tutti i diritti attivi e passivi del suo dante causa, e ciò
avviene nella fusione societaria o nella costituzione di erede. Si ha invece successione
a carattere particolare nella figura del legato.
Terzo è colui che in genere è estraneo al rapporto ovvero per il quale il rapporto non
produce effetti.
Favorevoli, ovvero dal lato del Sfavorevoli, ovvero dal lato del
soggetto attivo soggetto passivo
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diritto reale di proprietà.
Lo Status è una qualità giuridica che si ricollega ad una posizione dell’individuo nella
società, e può essere di diritto pubblico(cittadino) o privato(figlio, coniuge)
In generale non si può alienare (alienum facere = fare di un altro) un diritto maggiore
di quello di cui si dispone.
La persona fisica
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obblighi derivanti dalla capacità giuridica si acquista con la maggiore età: 18 anni; gli
atti posti in essere da un minore sono annullabili per incapacità legale di una delle
parti. Ci sono eccezioni per il matrimonio e per i contratti di lavoro che possono essere
stipulati a 15 anni.
Minore emancipato è il minore di almeno sedici anni di età che abbia ottenuto dal
giudice l'autorizzazione a sposarsi; questo può effettuare atti che non pregiudichino il
suo patrimonio (atti di ordinaria amministrazione) ed inoltre può effettuare atti di
straordinaria amministrazione attraverso un curatore. Il curatore deve fare una
dichiarazione di volontà che accompagni quella del minore.
Incapacità di agire
Gli atti posti in essere da persone interdette sono annullabili, anche se al momento
dell’atto avevano piena capacità di intendere e di volere.
Può capitare che una persona non sia interdetta ma non abbia capacità di
intendere e di volere ovvero affetto da incapacità naturale; non importa se lo
stato sia transitorio o permanete, quello che conta è la condizione nel momento
dell’atto: ebbene gli atti di testamento, donazione e matrimonio sono direttamente
impugnabili e quindi resi invalidi. Per gli atti unilaterali (accettazione di un eredità o
rinuncia di credito ) occorre che ci sia anche un grave pregiudizio a carico
dell’incapace. Per i contratti serve invece la mala fede da parte dell’altro contraente.
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Il legittimato è colui che ha il potere di disposizione rispetto ad un particolare diritto.
Domicilio: luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei suoi
interessi e affari.
Residenza: luogo in cui la persona attualmente si trova e può essere provata
con qualsiasi mezzo.
Cittadinanza: è la situazione di appartenenza di un individuo ad un determinato
Stato; nessuno può esserne privato. La cittadinanza si acquista per:
o nascita, se uno dei genitori è cittadino, a prescindere dal luogo
o adozione
o nascita nel Territorio, per genitori apolidi o per rinuncia alla cittadinanza
dei genitori
o il coniuge, dopo almeno sei mesi di permanenza nel territorio
o al cittadino CEE dopo 4 anni a qualsiasi straniero che risieda almeno 10
anni
La parentela si misura in linnee e gradi. Linee rette per discendenti, collaterali per
stipite comune ma non discendenti. Sono affini i parenti di uguale grado del coniuge. I
coniugi non sono parenti ne affini ma la relazione tra loro si chiama coniugio.
I registri in cui vengono annotate le vicende delle persone giuridiche sono quattro:
nascita, cittadinanza, matrimonio e morte; sono pubblici e svolgono proprio una
funzione pubblicitaria.
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La persona giuridica
L’estinzione della persona giuridica si ha per motivi previsti nello statuto (obiettivo
raggiunto, scadenza del termine ….) oppure per insufficienza del patrimonio o scopo
esaurito (in questi casi lo stato può disporre la fusione di più fondazioni). L’estinzione
si ha per atto pubblico nel quale viene nominato un liquidatore che definisce i rapporti
giuridici pendenti; nel periodo di liquidazione possono essere posti in essere solo atti
che sono mirati alla stessa. Il patrimonio residuo viene disposto come per statuto.
La registrazione delle imprese riconosciute è promossa anche attraverso sanzioni
penali e gli amministratori che la omettono rispondono in solido con l’impresa; lo
scopo è quello di rendere pubbliche tutte le notizie della persona giuridica.
Per le associazioni non riconosciute cioè gli enti che non abbiano chiesto il
riconoscimento o a cui tale riconoscimento sia stato negato si ha che: viene
riconosciuta efficacia per quel che riguarda i rapporti interni.; i soci sono
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comproprietari di un fondo comune senza la possibilità di riscatto della propria quota;
tali associazioni godono di un’autonomia patrimoniale imperfetta, ovvero i creditori
possono fare valere i propri diritti sul fondo comune, e, qualora questo non fosse
sufficiente, risponderanno personalmente ed in solido coloro i quali hanno agito in
nome e per conto della società. Il presidente o il direttore sono rappresentanti nel
diritto processuale; Le associazioni non riconosciute non possono beneficiare di
donazioni o lasciti: per poterne godere devono richiedere il riconoscimento.
Il comitato è una figura particolare di persona giuridica; il suo scopo è quello di
raccogliere fondi per un determinato scopo. I costituenti sono responsabili
personalmente della custodia e verso i destinatari dei fondi
Secondo l’articolo 39 della Costituzione i sindacati rientrerebbero nella categoria delle
associazioni riconosciute, ma essendo il loro riconoscimento subordinato alla verifica
del loro ordinamento interno, e mancando un organo statale preposto alla verifica di
tale ordinamento, i sindacati restano associazioni non riconosciute.
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Oggetto del rapporto giuridico
Il bene viene definito come qualsiasi cosa che possa formare oggetto di diritti [art.
810 codice civile]. In senso giuridico il bene è il diritto stesso suscettibile di
negoziazione. Classificazione dei beni:
Beni immobili - il suolo e tutto Beni mobili - categoria che comprende tutti i
quello che è naturalmente o beni non immobili e le energie naturali [art. 812
artificialmente incorporato al codice civile].
suolo [art. 812 codice civile]. Gli atti relativi alla circolazione dei beni mobili
Ne fanno parte moli, bagni ed non sono di norma soggetti a forma vincolata.
edifici galleggianti. Solo determinati beni mobili (mobili registrati)
E’ richiesto l’atto scritto per la sono soggetti ad un regime di pubblicità; gli atti
cessione o la Costituzione di riguardanti beni mobili registrati necessitano
qualsiasi diritto reale su un bene degli stessi requisiti di quelli riguardanti beni
immobile [art. 1350 codice immobili. Sono considerati beni immateriali
civile]. poesie, romanzi, films e i beni che diventano
oggetto d’interesse.
Beni fungibili - beni che Beni infungibili - beni che non possono essere
possono essere sostituiti con altri dello stesso genere - interessa
indifferentemente sostituiti con il preciso bene fisicamente individuato.
altri dello stesso genere -
interessa la quantità di beni di
tale genere.
La fungibilità di un bene dipende
dalla sua natura o dalla volontà
delle parti.
La separazione o specificazione
consiste nella pesatura,
numerazione o misura del bene.
Beni divisibili - suscettibili ad Beni indivisibili - tutti i beni che non sono
essere ridotti in parti omogenee divisibili.
senza che se ne alteri la Per sciogliere la comunione su questi beni
destinazione economica. bisogna per forza ricorrere alla vendita.
La divisibilità di un bene può
dipendere anche dalla volontà
delle parti.
Beni presenti - beni già Beni futuri - beni tuttora non esistenti in
esistenti in natura; sono i soli a natura; possono formare oggetto dei soli rapporti
poter formare oggetto di obbligatori quando non sia diversamente disposto
proprietà o di diritti reali. dalla legge.
Possono far parte di contratti reali ma nulla è
dovuto se non vengono ad essere; possono
essere oggetto di contratti aleatori.
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I frutti naturali beni provenienti in maniera diretta da latro bene, con o senza la
concorrenza dell’opera dell’uomo [art. 820 codice civile]; affinché un bene possa
essere classificato come frutto naturale la sua produzione deve avere carattere di
periodicità e non deve incidere sulla destinazione economica della cosa madre. Fin
quando non avviene la separazione dalla cosa madre i frutti si dicono pendenti, e sono
parte integrante della cosa madre.
I frutti civili sono redditi che conseguono da un bene come corrispettivo del suo
godimento concesso ad altri. I frutti civile debbono presentare il requisito della
periodicità.
Cosa semplice è quella i cui elementi non possono essere divisi senza alterare o
distruggere la fisionomia della cosa. Cosa composta è invece la risultante dalla
connessione materiale e fisica di più cose, che anche singolarmente avrebbero propria
rilevanza giuridica ed economica.
Universalità di mobili sono una pluralità di cose appartenenti alla stessa persona,
aventi destinazione unitaria e distinguono dalla cosa composta in quanto non vi è
rapporto di subordinazione tra le parti; a volte i beni possono essere considerati
separatamente. La regola del possesso vale titolo non si applica alle universalità di
mobili.
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Beni pubblici si dividono in due categorie:
Nel computo del tempo non si calcola il giorno iniziale ma quello finale art 2963.
Il decorso di un determinato periodo di tempo può produrre effetti giuridici, in
particolare: la situazione di diritto viene equiparata a quella di fatto. Ne sono esempi
l’usucapione e la prescrizione.
Decadenza - produce l’estinzione del diritto conseguente al non utilizzo del diritto da
parte del titolare nel limite di tempo imposto dall’ordinamento. La decadenza può
essere impedita solo mediante l’esercizio del diritto nel tempo previsto. La decadenza
non è soggetta ad interruzione e sospensione. La decadenza può essere stabilita
anche dalle parti ma solo nel caso si tratti di diritti disponibili.
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IL NEGOZIO GIURIDICO
Prefazione
Altre classificazioni possono essere fatte in base alla causa o motivo del negozio:
elementi essenziali: elementi senza i quali il negozio è nullo e sono [art. 1325
codice civile] :
o accordo tra le parti;
o la causa;
o l’oggetto;
o la forma;
elementi accidentali: elementi che le parti possono decidere se apporre o meno.
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Il silenzio è considerato assenso solo dove una precisa norma affida alla parte l’onere
di dichiarare la propria volontà; se questi tace allora accoglie gli effetti.
La forma del negozio è il linea di massima libera ma per alcuni negozi solenni
(matrimonio, testamento , donazione) il legislatore prevede la forma scritta o
addirittura l’atto pubblico; in questi casi si parla di forma vincolata. Talvolta si richiede
un bollo per motivi fiscali oppure la trascrizione che ha carattere pubblicitario;
mancando questi requisiti il negozio può essere annullabile o nei casi meno gravi c’è
una sanzione pecuniaria per le parti.
La volontà si forma:
Può capitare che in un negozio la dichiarazione, quello che è stato scritto, diverga
dall’intento delle parti. Il legislatore risolve le controversie con la teoria
dell’affidamento; secondo questa teoria, se la dichiarazione diverge dall’animus, ma
colui cui essa è destinata era incapace di conoscere tale divergenza, il negozio è
valido; è invalido se il destinatario conosceva tale divergenza.
Nel caso di negozio concluso attraverso violenza psichica, la volontà manca e l’atto è
viziato.
Si parla di errore ostativo quando si intendeva dire una cosa e invece se ne è detta
un’altra.
Il negozio simulato è il negozio che le parti stipulano solo per poterlo invocare di
fronte ai terzi; le parti sono comunque d’accordo che gli effetti del negozio non si
dovranno verificare. Il negozio è quindi fittizio e inidoneo a produrre gli effetti a cui
appare preordinato; Il negozio simulato è una figura in cui la volontà delle parti
diverge da quella espressamente dichiarata. La simulazione può essere assoluta
quando le parti escludono ogni rilevanza dell’atto tra i rapporti interni; si ha invece
simulazione relativa quando con un negozio se ne intende effettuare un altro
(vendita al posto di una donazione), e in tal caso si parla di negozio dissimulato. Nel
negozio dissimulato troviamo la figura del prestanome ovvero della interposizione di
persona fittizia, una persona alla quale vengono attribuiti diritti solo per motivi fittizi,
da non confondere con l’intestazione di un bene in nome di altri che è un negozio
regolare.
Il negozio assolutamente simulato non produce effetti in quanto le parti non volevano
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porlo in essere. Il negozio dissimulato non ha effetto anch’esso ma si considera valido
il negozio che è stato celato sotto al simulato se e solo se sussistono i requisiti di
forma.
Nei vizi di volontà non c’è divergenza tra volere e dichiarazione, tuttavia la volontà si
è formata in maniera anomala ovvero per dolo, violenza, errore.
L’errore consiste nella falsa conoscenza della realtà; affinché l’errore sia rilevante,
ovvero produca l’annullabilità del negozio, occorre:
che l’errore sia essenziale, ovvero che sia stato tale da aver indotto la parte a
concludere il negozio (errore determinante), inoltre l’errore per essere
essenziale [art. 1429 codice civile] deve cadere su:
o sulla natura del negozio(locazione al posto della vendita);
o sull’oggetto del negozio;
o sulla quantità della cosa oggetto del negozio;
o sull’identità e sulle qualità dell’altro contraente;
Se l’errore è di diritto questo deve essere stato la ragione unica o principale del
contratto per essere essenziale.
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Se l’errore è comune alle parti il negozio è annullato a prescindere dalla buona fede di
entrambe.
L’errore ostativo cade sulla dichiarazione, anche se indipendente dalla volontà delle
parti come nel caso di errore di trasferimento dati; è equiparato all’errore vizio.
La figura del dolo incidente si ha allorquando il dolo non è fatto determinante per
la stipula del contratto ma si limita ad incidere sulle condizioni dello
stesso(comportamento fraudolento); il contratto non è annullabile ma il raggirato ha
diritto all’indennizzo dei danni subito o ad un minor onere rispetto a quello
contrattuale [art. 1440 codice civile].
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Se per effetto dello stato di pericolo una persona ha assunto obbligazioni a condizioni
inique, il negozio non è annullabile, ma rescindibile.
I negozi astratti producono i propri effetti astraendosi dalla causa; se la causa non
esisteva o era illecita si può agire per la restituzione a prestazione avvenuta. I negozi
astratti richiedono sempre una forma solenne. L’esempio classico è la cambiale, infatti
non posso oppormi al terzo giratario eccependo l’insussistenza del primo rapporto. Un
negozio che non sia astratto si dice negozio causale.
Il negozio in frode alla legge è quello che pur rispettando la legge alla lettera
costituisce il mezzo per eludere un’altra norma.
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La rappresentanza
diretta in cui il rappresentante agisce in nome e per conto del rappresentato; gli
effetti giuridici ricadono direttamente nella sfera di quest’ultimo.
indiretta, detta anche interposizione reale, in cui il rappresentante agisce in
nome proprio ma per conto terzi, ed acquista in prima persona i diritti che poi,
in virtù della rappresentanza a lui conferita, andrà a trasmettere nella sfera
giuridica del rappresentato attraverso un secondo negozio.
Mandato è il contratto con cui una parte si assuma l’obbligo di compiere uno o più
atti giuridici per conto dell’altra parte [art. 1703 codice civile]; il mandato riguarda i
rapporti interni tra rappresentante e rappresentato. Il mandato può essere con o
senza rappresentanza; se il mandato è concesso con rappresentanza (ovvero al
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mandatario è concessa una procura) allora gli atti compiuti dal mandatario andranno
ad incidere direttamente nella sfera giuridica del rappresentato (rappresentanza
diretta).
In un negozio concluso con un rappresentante si tiene conto degli eventuali vizi della
volontà del rappresentante e non del rappresentato. I vizi della volontà del
rappresentante divengono rilevanti allorquando vanno ad incidere sulle istruzioni da
lui date al rappresentante.
Nel caso taluno senza esservi obbligato e quindi spontaneamente assume la gestione
di affari altrui , e che la gestione sia stata utilmente iniziata, l’interessato deve
adempiere le obbligazioni che il gestore ha preso in nome di lui.
Nel contratto per persona da nominate colui che conclude il contratto può
riservarsi la facoltà di nominare la persona nella cui sfera giuridica il negozio deve
produrre effetti. Il contraente se non trova la persona disposta entro tre giorni
risponde in proprio per le obbligazioni assunte. Il termine può essere stabilito dalle
parti ma per intervalli superiori a tre giorni non si ha più il contratto suindicato bensì
la figura di un doppio contratto con i relativi doppi passaggi di proprietà.
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Elementi accidentali del negozio giuridico
Sono gli elementi non necessari, e quindi accessori; abbiamo la condizione, il termine
ed il modo.
Gli atti legittimi sono i negozi giuridici che non tollerano l’apposizione di una
condizione; questi sono i negozi di diritto familiare, l’accettazione dell’eredità, la
cambiale, l’accettazione della girata della cambiale.
La condizione di fatto dipende dalla volontà delle parti secondo una valutazione
propria degli interessi; La condizione di diritto è l’elemento previsto e stabilito dalla
legge; è inderogabile.
La condizione illecita contraria alle norme imperative, all’ordine pubblico o al buon
costume; la condizione illecita si ha per non apposta nei negozi mortis causa e rende
nulli i negozi inter vivos. Stesso iter per la condizione impossibile.
La presupposizione è una condizione implicita cioè non dichiarata; sebbene la legge
non prevede la tutela di una cosa non scritta, se la controparte del contratto
conosceva la presupposizione è data la possibilità di risoluzione del contratto.
Il termine è l’avvenimento futuro e certo dal quale o fino al quale debbono prodursi
gli effetti del negozio. Il termine è certo per il suo verificarsi, può essere però incerta
la data in cui questo si verificherà. Alla scadenza del termine si verificano gli effetti del
negozio, ma questi non retroagiscono al momento della conclusione del negozio
stesso.
Il modo è la clausola accessoria che si appone ad una liberalità allo scopo di limitarla;
può consistere in un obbligo di dare, di fare o di non fare. Il modo non sospende
l’efficacia del negozio. Il modo può essere apposto solo nei negozi a titolo gratuito.
Non deve considerarsi modo la semplice raccomandazione, il desiderio o la preghiera.
Il modo impossibile o illecito si ha per non apposto a meno che non risulti l’unico
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motivo determinante del negozio. L’adempimento dell’obbligo giuridico nascente dal
modo può essere chiesto da ogni interessato, e in caso di inadempimento dell’obbligo
può essere pronunciata dal giudice la risoluzione del contratto. [art. 648 codice civile].
gli usi interpretativi, tipici del luogo dove è stato stipulato il contratto;
le espressioni dubbie devono essere intese nel modo più conveniente alla
natura del contratto;
le clausole dubbie si interpretano contro chi ha disposto il contratto;
infine quando tutti i metodi si siano dimostrati inefficienti, il contratto deve
essere interpretato nel modo meno gravoso per l’obbligato.
Rispetto alle parti il negozio giuridico ha forza di legge [art. 1372 codice civile], cioè
gli effetti sono vincolanti.
La nullità: un atto si dice nullo quando è invalido e non è idoneo a realizzare i suoi
effetti tipici. In ogni caso la nullità deve essere fatta valere dalle parti interessate
altrimenti il negozio seppur nullo rimane efficace. Cause di nullità sono:
specifico richiamo contenuto in una norma di legge [art. 1418 codice civile];
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mancanza di uno dei requisiti essenziali del negozio [art. 1350 codice civile]
come ad esempio la forma, l’oggetto o il contenuto;
l’essere contrario a norme imperative [art. 1418 codice civile].
L’azione di nullità è azione giudiziale che mira al riconoscimento della nullità del
negozio; le caratteristiche sono:
imprescrittibilità;
il negozio nullo è insanabile e non può essere convalidato;
impossibilità di un accordo tra le parti che deroghi al principio di
imprescrittibilità;
l’azione di annullamento è di mero accertamento; il negozio era nullo anche
prima della dichiarazione di nullità quindi la situazione giuridica non viene
modificata perché inesistente già prima dell’accertamento;
è legittimato attivamente al riconoscimento della nullità chiunque ne abbia
interesse( nell’annullabilità invece solo una parte);
la nullità di un atto può essere rilevata di ufficio cioè se il negozio viene
invocato da una parte in un giudizio se ne può dichiarare la nullità anche in
assenza di domanda.
Si ha conversione del negozio nullo quando un contratto può produrre gli effetti di
un contratto diverso purché contenga tutti i requisiti di sostanza e di forma richiesti
per quest’ultimo (requisito oggettivo) ed a condizione che possa ritenersi che le parti
avrebbero accattato di stipulare quest’accordo in luogo dell’altro (requisito soggettivo)
[art. 1424 codice civile]. La conversione non esige una nuova manifestazione di
volontà delle parti, è l’ordinamento stesso che la pone in essere.
Per ottenere lo scopo del primo negozio interviene la rinnovazione del negozio
nullo che si verifica quando le parti si accordano per stipulare un nuovo negozio che
rimedi al vizio del negozio nullo.
IL riconoscimento di nullità per i contratti di lavoro subordinato non produce effetto.
Le società registrate per cui si ha nullità dell’atto costitutivi si considerano sciolte solo
dal momento del riconoscimento.
La nullità dell’atto non è opponibile ai terzi in buona fede.
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l’azione di annullamento è soggetta a prescrizione (di regola cinque anni) [art
1442 codice civile]; la prescrizione comincia a decorrere da quando è cessata la
violenza o la causa che ha dato luogo al vizio, dal giorno del compimento della
maggiore età;
l’annullabilità è sempre sanabile o attraverso la prescrizione dell’azione di
annullamento o con la convalida;
se l’azione di annullamento viene accolta dal giudice l’annullamento ha effetto
retroattivo cioè si verifica la stessa situazione che avrebbe luogo se l’atto non si
fosse mai verificato; le prestazioni effettuate devono essere restituite (per
l’incapace solo nei limiti in cui essa è rivolta a suo vantaggio); l’annullamento
del primo negozio, ricade sul secondo negozio se si tratta di vendita da parte di
minore, alienazione in cui l’acquirente non è in buona fede.
Inefficacia è l’inettitudine del negozio (valido) a produrre i suoi effetti per un fatto
estraneo al negozio stesso, perché ad esempio non si è verificata una condizione. Può
essere originaria , e in tal caso è sempre transitoria, oppure successiva se dipende
dall’impugnativa di una delle parti o terzi.
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I DIRITTI ASSOLUTI
individualità o identità della persona: la tutela del diritto al nome [Art. 7 codice
civile] e del diritto allo pseudonimo [Art. 9 codice civile]; ogni persona ha diritto
a non vedersi disconosciuta la paternità delle proprie azioni e a non vedersi
riconosciuta quella delle azioni di altri; possiamo considerare tra questi anche il
diritto al trattamento dei dati personali;
inviolabilità fisica della persona: sono vietati gli atti di disposizione del proprio
corpo che causino una permanente diminuzione dell'integrità fisica [Art. 5
codice civile]; la stessa costituzione Italiana tutela la salute come fondamentale
diritto dell’individuo e garantisce cure gratuite agli indigenti; nessuno può
essere obbligato ad una cura se non per disposizione di legge; come
conseguenza esiste il diritto di esercitare ogni legittima difesa contro ogni
aggressione e il diritto di pretendere un risarcimento danni alla persona.
integrità morale: diritto all'onore ed alla propria immagine [Art. 10 codice civile]
protetti con sanzione per reati di ingiuria e diffamazione; diritto alla propria
immagine che non può essere utilizzata se non con autorizzazione: sono escluse
le persone note in cerimonie pubbliche.
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I diritti reali
I diritti reali sono imponibili verso qualsiasi terzo; di norma attribuiscono al titolare un
potere di utilizzo sulla cosa salvo le eccezioni dei diritti reali di garanzia (pegno ed
ipoteca) e delle servitù negative.
I diritti reali cono caratterizzati dalla loro tipicità, ovvero costituiscono un numero
chiuso, non ve ne sono altri rispetto a quelli elencati dal legislatore. I diritti reali si
classificano in:
La proprietà
Sono vietati gli atti di emulazione, atti che hanno l'esclusiva finalità di nuocere o
arrecare molestia ad altri nel godimento della proprietà [Art. 833 codice civile];
affinché l'atto sia vietato occorrono due elementi:
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elemento oggettivo: assenza di utilità per il proprietario.
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o immobile ad immobile: è il caso che si verifica nelle alluvioni (unione di
detriti ad un fondo in maniera poco percettibile) o nelle avulsioni
(distacco di una parte di terreno per torrente: l’altro proprietario
avvantaggiato deve pagare) o isola formata nel fiume (che diventa
demaniale)
o mobile a mobile: mescolanza che determina comunione; specificazione
(dell’inventore con l’obbligo di pagare le materie prime o dei proprietari
con l’obbligo di pagare il lavoro dello specificante); usucapione
altri modi determinati caso per caso dalla legge
La superficie
L'enfiteusi
L'usufrutto
Diritti dell'usufruttuario:
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Obblighi dell'usufruttuario:
restituzione della cosa al termine del diritto che va tenuta con la diligenza del
buon padre di famiglia. (fare l'inventario e prestare garanzia);
onere delle spese di manutenzione ordinaria e di custodia e ogni altra forma di
spesa ordinaria gravante sull’immobile.
Estinzione dell'usufrutto:
L'abitazione: diritto di abitare una casa limitato ai propri bisogni [art. 1022 codice
civile].
Sia l’uso che l’abitazione sono diritti indisponibili [art. 1024 codice civile].
Le servitù prediali
La servitù prediale consiste nel peso imposto sopra un fondo (fondo servente) per
l'utilità di un altro fondo (fondo dominante), appartenente ad un diverso proprietario
[Art. 1027 codice civile].
Le servitù prediali, appartenendo alla categoria dei diritti reali, costituiscono un
numero chiuso; non sono quindi ammesse servitù irregolari.
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Nascita della servitù:
Azione confessoria: azione concessa al titolare della servitù nei confronti di chi la
ostacola o la contesta. L'azione è di accertamento.
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La comunione
Regime giuridico che si realizza quando più persone (comunisti) sono contitolari del
medesimo diritto reale. Se il diritto reale è di proprietà i partecipanti si dicono
condomini. La comunione può essere:
pro diviso, quando ad ognuno è assegnata una parte fisica della cosa;
pro indiviso, quando il diritto di tutti i contitolari investe l'intera cosa ed in tal
caso si parla di quote
volontaria, se scaturisce dall'accordo delle parti;
involontaria, se si realizza per legge (comunione forzosa del muro).
La comunione è regolata dal titolo, art 1100, in sua mancanza si applicano i seguenti
principi generali:
ogni contitolare può servirsi della cosa senza alterarne la destinazione e senza
impedire agli altri di servirsene;
ogni contitolare può disporre della sua quota;
ogni contitolare deve contribuire alle spese necessarie in proporzione alla sua
quota; le scelte sull’amministrazione sono prese a maggioranza
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Il possesso
Situazioni possessorie:
Il proprio diritto di proprietà non può essere fatto valere da soli nei confronti del
possidente. Nello ius possesionis riconosciamo l'insieme dei vantaggi spettanti al
possessore tra cui il diritto alla tutela possessoria, cioè nessuno può togliere lui il bene
se non vantando il proprio diritto in giudizio; abbiamo poi il diritto di usucapione e il
diritto di revindicazione se l’atra parte non riesce a fornire una prova di proprietà. Lo
ius possidendi è il diritto di chi ha un titolo di proprietà accompagnato al possesso
della cosa.
Perdita del possesso: consegue al venir meno del corpus (disponibilità della cosa) o
dell'animus (volontà di detenere la cosa). Per le cose mobili questa si ha quando le
cose sono uscite dalla custodia del possessore
L’art1141 afferma che spetta a chi nega il possesso di dimostrare che chi detiene la
cosa l’ha ricevuta per un titolo che non permette di disporne. La presunzione di
possesso intermedio: per il possessore è sufficiente dimostrare di aver posseduto la
cosa in un tempo remoto e di possederla attualmente per far presumere che il
possesso sia stato continuato.
Possessore di buona fede è chi ritiene di possedere la cosa in base da un titolo che
gli spetta [Art. 1147 cod. civ]; il possessore è in buona fede se ignora il vizio del suo
titolo purché la sua ignoranza non dipenda da colpa grave ovvero è in buona fede
quando nelle stesse condizioni ance il buon padre di famiglia si comporterebbe allo
stesso modo. La buona fede si presume e non occorre per tutta la durata del possesso
ma basta che ci sia all’inizio. Il possesso continua nella successione a titolo universale
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con gli stessi caratteri originari: buona o mala fede… . Se la successione avviene a
titolo particolare si parla di accessione del possesso nel quale il periodo di
godimento del donante si somma a quello di colui che prende il possesso ai fini
dell’usucapione è che determina anche un nuovo titolo di possesso in buona fede
indipendentemente dal titolo originario.
se il possessore era in buona fede allora i frutti percepiti non sono da restituire
se non quelli dal momento della domanda giudiziale integrati eventualmente
con quelli che potevano essere percepiti;
se il possessore era in malafede deve restituire tutti i frutti tranne quelli caduti
in prescrizione; le spese di restituzione sono a suo carico;
le spese eccedenti la conservazione e i miglioramenti sono rimborsabili per i
possessori in buona e mala fede;
il possessore in buona fede ha diritto alla ritenzione del bene fino a rimborso
ultimato o nella sua misura.
Per le universalità di mobili e i mobili registrati non basta la buona fede ma occorre
che la titolarità sia certificata. Se taluno con successivi contratti aliena a più persone
lo stesso bene mobile, quella che ne ha acquistato il titolo in buona fede è preferita
alle altre.
L’azione possessoria può essere fatta valere da chiunque abbia subito una
spogliazione del possesso con violenza, anche da parte del proprietario; le azioni
petitorie possono invece essere fatte valere solo da chi vanti un titolo regolare.
Azione di reintegrazione o di spoglio: azione del possessore che abbia subito uno
spoglio violento o clandestino anche se non possa vantare un titolo di possesso[Art.
1168 codice civile]. L'azione di reintegrazione è soggetta al termine di decadenza di
un anno dallo spoglio nel caso sia stato violento o dalla sua scoperta se clandestino.
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Denunzia di danno temuto: spetta al proprietario, al titolare di un diritto reale di
godimento o al possessore nel caso in cui vi sia pericolo di danno grave ed imminente
derivante da cosa preesistente.
L'usucapione
L'usucapione è definita come l'acquisto della proprietà a titolo originario e dei diritti
reali di godimento in virtù del possesso protratto per un certo periodo di tempo e di
altri requisiti [Art. 1158 codice civile]. Può essere vista come l’opposto della
prescrizione perché fa nascere un diritto in base al tempo.
Requisiti dell'usucapione:
Durata dell'usucapione:
la buona fede;
un titolo di trasferimento a non domino;
la trascrizione del titolo che determina l’inizio del tempo per l’usucapione.
Se il debitore non adempie la prestazione, il creditore dopo aver fatto accertare dal
giudice l’inadempimento, promuove il processo esecutivo sui beni del debitore,
facendoli espropriare secondo le norme del codice civile. Art2910
Se vi sono più creditori, tutti hanno lo stesso diritto di soddisfarsi con il ricavato della
vendita dei beni del creditore (par condicio creditorum), tuttavia la legge preferisce
quelli che godono di una causa legittima di prelazione che sono i privilegi, il
pegno e l’ipoteca. Se le cose soggette a prelazione periscono e sono assicurate, si ha
surrogazione attiva, cioè l’assicurazione paga i creditori al posto del debitore.
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La categoria dei diritti reali di garanzia comprende i due istituti di pegno ed
ipoteca; entrambi limitano il potere di disposizione del proprietario, hanno carattere
reale, ovvero esiste un bene a garanzia del credito, e sono opponibili a tutti. I due
istituti attribuiscono al titolare il diritto di sequela, ovvero il potere di soddisfare il
proprio credito facendo espropriare il bene e facendolo vendere all’incanto.
E’ comunque vietato il patto commissorio, ovvero la facoltà di accordarsi affinché in
mancanza di pagamento il creditore entri nella proprietà della cosa; con la vendita agli
incanti il debitore potrà vedere vendute le sue cose ad un prezzo migliore.
Il pegno
È il diritto reale su cosa mobile di proprietà del debitore o di un terzo che il creditore
può acquistare come garanzia del suo credito [Art. 2784 codice civile]. Sono oggetto
del pegno i beni mobili, universalità di mobili ed altri diritti aventi per oggetto cose
mobili, sono vietati u subpegni; La costituzione del pegno avviene mediante atto
scritto in data certa e contenente una specificazione del pegno al quale sequela
consegna della cosa al creditore o ad un terzo designato dalle parti che ne assume la
custodia; è quindi necessario che il debitore sia in possesso del bene [Art. 2786 codice
civile]; se il debito eccede le lire cinquemila è richiesta la forma scritta [Art. 2787
codice civile]
Nel pegno irregolare i beni fungibili che vengono dati in pegno passano direttamente
nelle mani del creditore che ne dispone e in caso di insolvenza non restituisce.
L’ipoteca
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L’ipoteca può essere:
L’ipoteca volontaria può essere iscritta sia in base ad un contratto o anche in base a
dichiarazione unilaterale del concedente con esclusione del testamento; è richiesta la
forma ad substantiam; l’atto deve contenere tutte le indicazioni idonee ad individuare
l’immobile su cui si concede l’ipoteca [art. 2826 codice civile]; deve essere registrata
dal proprietario; nel caso di ipoteca su bene altrui chi l’ha concessa è tenuto a
procurarne al debitore la proprietà, tuttavia il primo deve contenere il bene nel suo
patrimonio.
Il grado dell’ipoteca è stabilito dalla data di iscrizione e non dalla data dell’atto
sottostante e determina l’ordine di preferenza tra le varie ipoteche. E’ consentito lo
scambio del grado tra i creditori ipotecari nel caso in cui questi abbiano gradi
successivi. Se il negozio costitutivo dell’ipoteca è nullo è nulla anche l’iscrizione.
La pubblicità si attua mediante iscrizione, annotazione, rinnovazione e cancellazione:
per l’iscrizione si ha bisogno della scrittura privata autenticata o accertata
giudizialmente; l’annotazione serve a rendere pubblico il trasferimento dell’ipoteca a
favore di un’altra persona; ha efficacia costitutiva. La rinnovazione serve ad evitare
l’estinzione dell’iscrizione, deve eseguirsi prima del decorso dei venti anni dalla data
dell’iscrizione. Trascorsi i venti anni senza che avvenga la rinnovazione si perde il
grado dell’ipoteca, non il diritto a questa. La cancellazione estingue l’ipoteca [art.
2882 codice civile ] quando il credito è estinto o il creditore vi rinunzia; se il credito
cade in prescrizione si può richiedere la cancellazione.
L’ipoteca data la natura di diritto reale ha efficacia anche nei confronti di chi acquista
l’immobile dopo l’iscrizione.
Il terso datore di ipoteca non gode nemmeno del beneficio excussionis, cioè non può
chiedere che prima siano espropriati i beni del debitore (l’unica cosa che può fare è
chiedere a questo i danni).
Azione surrogatoria è l’azione che può compiere il creditore qualora il suo debitore
trascuri di compiere gli atti volti a tutelare il suo patrimonio ( diritti di usucapione,
riscossione crediti….) [art. 2900 codice civile]. Affinché si possa ricorrere ad un’azione
surrogatoria è necessario:
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che vi sia l’inerzia del debitore;
che l’inerzia provochi una situazione di incapienza del debitore;
che il diritto sia patrimoniale.
Azione revocatoria è l’azione spettante al creditore nel caso in cui il suo debitore
compia degli atti che rendono il suo patrimonio insufficiente a prestare garanzia del
debito [art. 2901 codice civile]. Presupposti per esperire un’azione revocatoria sono:
Non è necessario che l’atto compiuto dal debitore diminuisca il suo patrimonio, è
sufficiente che diminuisca le garanzie che questo può portare (vendita di un
immobile).
L’azione revocatoria non rende nullo l’atto, ma consente al creditore di esperire contro
i terzi acquirenti le stesse azioni esecutive e conservative che avrebbe potuto
compiere nei confronti del suo debitore. Se il terzo acquirente è in buona fede la legge
lo tutela, mentre se è i mala fede o a titolo gratuito il bene rientra in possesso del
debitore principale. L’azione revocatorio può essere fatta solo per gli atti di alienazione
compiuti dopo la nascita del debito con lo scopo di frodare i debitori; nel negozio
simulato non occorre dimostrare il pregiudizio presente ma basta anche uno ipotetico
ed eventuale.
L’azione revocatoria si prescrive in dieci anni.
Sequestro conservativo è una misura che può essere chiesta al giudice dal creditore
che ha fondato timore di perdere le garanzie del proprio credito [art. 2905 codice
civile]. In questo modo il bene diventa indisponibile per il debitore.
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I DIRITTI RELATIVI
relatività: il diritto può essere fatto valere solo nei confronti di una persona, del
debitore;
mediatezza: il soddisfacimento del diritto necessita della cooperazione.
I diritti relativi si identificano con il diritto di credito nel rapporto obbligatorio in cui
l’obbligato risponde con la totalità dei suoi beni presenti e futuri.
L'obbligazione
Un'obbligazione consiste nel rapporto tra due parti in cui una di esse si obbliga
(assume il dovere giuridico) di eseguire una determinata prestazione a favore
dell'altra. Fonti dell'obbligazione possono essere il contratto, l'atto illecito e qualsiasi
altro atto idoneo a produrla secondo l'ordinamento [Art. 1173 codice civile].
Nel caso in cui vi siano più soggetti passivi l'obbligazione può essere:
fungibile: se per il creditore è irrilevante chi gli procura il risultato del diritto;
infungibile: se sono rilevanti le qualità personali dell'obbligato.
La prestazione dovuta deve avere carattere patrimoniale, deve cioè essere suscettibile
di valutazione economica [Art 1174 codice civile].
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Affinché un'obbligazione sia validamente assunta occorre che la prestazione sia:
possibile;
lecita;
determinata o determinabile.
Per le obbligazioni che devono essere liquidate si considera il valore reale della
moneta.
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nell'obbligazione; con la cessione si cedono anche tutte le garanzie accessorie.
Non è necessario il consenso del debitore al quale peraltro la cessione dovrà essere
notificata; in mancanza della notifica la cessione non ha effetto nei confronti del
debitore [Art 1264 codice civile].
Il creditore può opporre al cessionario le stesse eccezione che avrebbe potuto opporre
al cedente ed è questo il carattere fondamentale che distingue la cessione dalla girata
della cambiale.
Qualora il credito sia stato oggetto di più cessioni a diverse persone prevale quella per
prima notificata al debitore [Art. 1265 cod. civ].
cessione pro solvendo: quando il cedente si libera solo dopo l'adempimento del
debitore nei confronti del cessionario. Qualora il debitore non adempia il
cedente dovrà restituire al cessionario quanto ricevuto come corrispettivo della
cessione, oltre agli interessi, alle spese della cessione ed alle spese sostenute
dal cessionario per sollecitare il debitore [Art. 1267 codice civile]. Nella cessione
pro solvendo i principi dell’art. 1266 vengono derogati dalle parti.
cessione pro soluto: quando il cessionario si fa carico del rischio di
inadempienza del debitore; il cedente è immediatamente liberato.
In ogni caso il cedente è obbligato a consegnare i documenti probatori del credito che
si trovano in suo possesso.
La sostituzione del debitore non è possibile senza l’espressa volontà del creditore.
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nell'ipotesi in cui il delegato sia debitore verso il delegante questo può sempre
rifiutare l'incarico ma nel caso in cui lo accetti la prestazione eseguita vale
contemporaneamente come effettuata dal delegante verso il delegatario (e
come effettuata dal delegato verso il delegante per i rapporti tra questi)[Art.
1269 codice civile]; questo è lo schema dell’assegno bancario. Nel caso di
indebito, il diritto di pretendere la restituzione spetta sempre al delegante.
delegatio promittendi: il delegante invita il delegato ad assumere l'obbligo di
effettuare un pagamento determinato nei confronti del delegatario; la
delegazione non libera il delegante che resta obbligato insieme al delegato
(delegazione cumulativa) , tuttavia il delegatario deve prima pretendere il
pagamento dal delegato e poi dal delegante[Art. 1268 codice civile]; le garanzie
del delegante vengono annullate salvo diversa specificazione; solo il delegatario
con espressa dichiarazione può liberare il delegante (delegazione liberatoria); il
delegante può revocare la delegazione fin quando il delegato non abbia
adempiuto.
cumulativa quando l'obbligo del terzo non libera il debitore originario, che resta
debitore insieme al terzo stesso;
liberatoria quando a seguito del contratto il debitore originario viene liberato.
Estinzione dell'obbligazione
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codice civile].
Il creditore può rifiutare un pagamento parziale anche se la prestazione è divisibile; si
noti invece che nel rapporto cambiario vale l’opposto.
Affinché l’adempimento sia regolare si ha bisogno che: colui che riceve la prestazione
sia il destinatario dell’obbligazione o chi indicato dal creditore e che questi sia
legalmente capace; il debitore si libera anche se paga in buona fede chi appariva il
creditore. A meno che diversamente specificato, il luogo dell’adempimento deve
essere: generalmente quello dove è sorta l’obbligazione, della consegna della cosa
deve essere dove si trovava, del pagamento è a casa del creditore o a casa del
debitore. Il tempo o il momento deve essere quello stabilito o se non pattuito si
considera immediatamente esigibile. Il credito si considera scaduto e il creditore può
agire in giudizio se il debitore non paga nel termine convenuto.
Affinché si abbia mora del creditore è necessario che il debitore faccia un offerta
solenne al creditore, cioè presentata da pubblico ufficiale; quando l'offerta non è
solenne non ci sarà mora del creditore ma non si realizzerà neppure la mora del
debitore [Art. 1220 codice civile].
Morte del debitore nel caso in cui la prestazione dovuta sia infungibile.
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legale o giudiziale; la compensazione facoltativa permette la realizzazione con
l’accordo della parte a cui ancora non è scaduto il debito.
soggettiva qualora nel nuovo rapporto venga sostituita la figura del debitore
[Art. 1235 codice civile]; alla novazione soggettiva si applicano le norme
riguardanti la delegazione, l'espromissione e l'accollo;
oggettiva qualora nel nuovo contratto venga modificato l'oggetto [Art. 1230
codice civile]; elementi caratterizzanti la novazione oggettiva sono la
modificazione dell'oggetto (elemento oggettivo) e la volontà di estinguere la
precedente obbligazione (elemento soggettivo).
Remissione: rinunzia del creditore al credito [Art. 1236 codice civile]; la remissione è
un negozio unilaterale recettizio; il debitore può dichiarare di non voler approfittare
della remissione; la remissione può essere espressa o tacita (per consegna del titolo
all'obbligato); il pactum de non petendo è un atto in cui il creditore si impegna a non
chiedere il pagamento fino ad un certo periodo.
L'inadempimento
La mora del debitore consiste nel ritardo (inadempimento relativo) del debitore
nell'eseguire la prestazione dovuta , ma può essere evitata se questi riesce a provare
che la colpa non è sua.. La mora del debitore può essere:
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ex re ovvero automatica quando non è necessario un atto di Costituzione in
mora del debitore, la mora scatta automaticamente per il solo fatto del ritardo
[Art. 1219 codice civile]; la mora ex re si verifica quando:
o l'obbligazione deriva da fatto illecito perché la lesione del diritto altrui
esige una pronta riparazione;
o il debitore dichiara per iscritto di non voler adempiere;
o quando è scaduto il termine se la prestazione doveva avvenire al
domicilio del creditore.
ex persona quando il creditore richiede per iscritto l'adempimento mediante
atto di Costituzione in mora.
In ogni caso il risarcimento dei danni subiti deve essere pari almeno al mancato
guadagno, mentre l’onere di provare i singoli fatti lesivi spetta al creditore; la
liquidazione può essere affidata al giudice. Per le obbligazioni pecuniarie la colpa del
ritardo è sempre del debitore che deve versare oltre al debito anche gli interessi pari
alla misura stabilita o al tasso legale se nulla è disposto, e tutto indipendentemente
dal fatto che il creditore abbia sofferto un danno; se comunque il danno è stato in
misura superiore agli interessi e se ne riesce a dar prova si ha diritto ad averli. Il
risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare se
avesse utilizzato la normale diligenza (come nel caso dell’approvvigionamento delle
scorte). Per salvaguardare i propri interessi, spesso il debitore introduce una clausola
penale in cui fissa in anticipo la misura del risarcimento per inadempimento.
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IL CONTRATTO
Il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro
un rapporto giuridico patrimoniale [art. 1321 codice civile]. Il contratto quindi si
distingue dagli altri negozi giuridici perché in primo luogo non può mai essere
unilaterale, e poi deve avere contenuto patrimoniale.
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comune.
Il contratto preliminare
deve avere gli stessi requisiti di forma richiesti per il contratto definitivo [art. 1351
codice civile].
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Cessione del contratto
È una figura che si realizza nei contratti a prestazioni corrispettive purché queste non
siano state ancora eseguite, e consiste in un contratto (di cessione) stipulato da una
parte (cedente) con un terzo estraneo al contratto originario (cessionario) per
trasferire in capo a quest’ultimo tutti i rapporti attivi e passivi derivanti dal contratto
originario [art. 1406 codice civile]. Ai fini della cessione de contratto è indispensabile il
consenso dell’altro contraente originario (ceduto).
Il cedente è tenuto a garantire la validità del contratto, il nomen verum, e non il suo
adempimento.
Il cedente viene di norma liberato dalle sue obbligazioni verso il ceduto; ma il ceduto
si può cautelare dichiarando espressamente che con la cessione non intende liberare il
cedente, in questo caso il cedente risponderà in caso di inadempimento del
cessionario.
Il cedente può anche garantire al cessionario l’adempimento del ceduto, rispondendo
in solido con quest’ultimo (come fideiussore) in caso di inadempimento.
La differenza con il subcontratto è che i rapporti contrattuali tra le due parti originarie
rimangono gli stessi; nasce completamente un nuovo rapporto tra una parte e il terzo
e questo rapporto è completamente separato dal primo.
qualora le trattative siano giunte a buon punto una delle parti non le può
interrompere senza un giustificato motivo.
ciascuna delle parti ha il dovere di informare l’altra di eventuali cause in
invalidità del contratto, qualora queste siano conosciute o avrebbero potuto
esserlo con la normale diligenza.
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Se si tratta di un contratto con obbligazioni a carico del proponente (fideiussione)per
la perfezione del contratto basta anche un comportamento omissivo del destinatario
che quindi non rifiuta la proposta. Una deroga al principio generale è stabilita per la
donazione, che si perfeziona solo in seguito a notifica al donante.
La revoca è l’atto unilaterale con cui si intende far perdere la validità della propria
proposta o della propria accettazione [art. 1328 codice civile].
La proposta può essere revocata prima della conclusione del contratto; tuttavia nel
caso in cui accettante, in buona fede, avesse data esecuzione alla sua prestazione,
questo ha diritto ad essere indennizzato di spese e perdite dal proponente.
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Un contratto ha forza di legge tra le parti [art. 1372 codice civile] e può essere sciolto
solo da uno specifico accordo delle parti o per cause ammesse dalla legge. Può altresì
essere concordato uno specifico diritto di recesso, in favore di una o di entrambe le
parti, ma in tale caso il diritto dovrà essere fatto valere prima che l’altra parte abbia
dato inizio all’esecuzione del contratto [art. 1373 codice civile]. Nei contratti di durata
indeterminata è dato diritto di recesso in ogni momento salvo l’obbligo di dare un
congruo preavviso.
se si tratta di beni mobili non registrati vale la regola del possesso vale titolo, e
quindi prevale colui che per primo ha acquistato il possesso o il godimento in
buona fede;
se il conflitto riguarda diritti reali ed alcuni diritti personali su beni immobili o
mobili registrati vengono applicate le regole della trascrizione;
per i diritti personali di godimento (locazione) viene preferito chi per primo ha
conseguito il godimento della cosa [art. 1380 codice civile]. Se nessuno ha
conseguito il godimento della cosa vale la data del titolo.
La clausola penale è la clausola inserita dalle parti nel contratto che individua
quanto dovrà essere pagato da una parte a titolo di penale, in seguito ad eventuale
inadempimento. Tramite la clausola penale il creditore viene sgravato dell’onere di
provare l’entità del danno subito e sarà pure esonerato dalla stima che viene
determinata dalla liquidazione convenzionale[art. 1382 codice civile]. La clausola
penale può essere prevista sia nel caso di inadempimento assoluto che in caso di
inadempimento relativo.
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rende inadempiente l’altra parte ha la facoltà di recedere dal contratto
trattenendo la caparra a titolo di risarcimento ovvero preferire l’esecuzione del
contratto o la risoluzione e trattenere la caparra come anticipo e garanzia
dell’adempimento. Se si rende inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra
l’altra parte ha la facoltà di recedere dal contratto pretendendo il doppio della
caparra.
penitenziale costituisce il corrispettivo del diritto di recesso [art.1386 codice
civile]; la parte che ha dato la caparra può recedere perdendola e la parte che
l’ha ricevuta può recedere pagando il doppio della caparra; la caparra è tutto
quello che può essere preteso.. Il contratto viene sciolto da una dichiarazione
unilaterale recettizia e non è configurabile un’ipotesi di inadempimento.
Gli effetti del contratto di fronte ai terzi sono limitati alle parti; se io prendo impegni
per un terzo, questi è libero di adempiere o meno; nei confronti del contraente sono
però vincolato io e dovrò risarcire per danni il primo se non riesco a convincere il
terzo.
il terzo acquista il diritto verso chi ha fatto la promessa fin dal momento della
stipula del contratto a suo favore;
il terzo ha facoltà di rinunzia al diritto attribuitogli;
lo stipulante può revocare o modificare la stipulazione fino al momento in cui il
terzo dichiari espressamente di volere utilizzare il diritto;
la causa dell’acquisto del diritto è il contratto a favore del terzo; perciò il
promittente può opporre al terzo tutte le eccezioni fondate sul contratto ma non
quelle fondate sui rapporti tra promittente e stipulante.
L’azione di rescissione
La rescissione del contratto è l’azione che rende inefficace il contratto; può essere
chiesta nel caso in cui il contratto presenti anomalie genetiche, ovvero risalenti al
momento della sua stipula. Si può chiedere la rescissione del contratto se concluso in
stato di pericolo e per lesione.
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lo stato di pericolo in cui si trovava uno dei due contraenti o un’altra persona
che ha spinto il contraente alla stipula;
l’iniquità delle condizioni.
una lesione ovvero una sproporzione tra le due prestazioni (la prestazione
dovuta deve avere un valore più che doppio rispetto alla controprestazione) che
deve valere fino al momento in cui la domanda è proposta;
lo stato di bisogno della parte danneggiata, ovvero uno stato di disagio
economico tale da incidere sulla corretta valutazione del contratto;
che l’altra parte abbia approfittato dello stato di bisogno.
L’azione di risoluzione
La risoluzione di diritto è la risoluzione di un contratto che può avvenire solo nei tre
casi espressamente previsti dall’ordinamento:
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[art. 1456 codice civile]. In seguito all’inadempimento della specifica
obbligazione il contratto non viene considerato automaticamente risolto, viene
attribuito alla parte non inadempiente il diritto potestativo di chiedere la
risoluzione semplicemente comunicandolo all’altra parte. Dalla ricezione della
comunicazione il contratto si intende sciolto. Tale clausola stimola le parti a non
ritardare.
Diffida ad adempiere, qualora nel contratto manchi una clausola risolutiva
espressa, in caso di inadempimento, la parte non inadempiente può intimare
l’altro contraente ad adempiere entro un termine congruo, dichiarando che,
qualora non si verifichi l’adempimento entro detto termine, il contratto sarà da
considerare risolto [art. 1454 codice civile]. La risoluzione del contratto opera di
diritto e non vi sarà necessità di alcuna iniziativa giudiziale.
Termine essenziale, termine oltre il quale la prestazione diviene inutile [art.
1457 codice civile]. L’essenzialità del termine può essere oggettiva, qualora
derivi dalla natura stessa della prestazione, oppure può essere soggettiva,
quando deriva da accordi contrattuali. Il contratto si considera risolto allo
scadere del termine, a meno che la parte interessata non comunichi che ha
interesse ad accettare un adempimento tardivo con una raccomandata entro tre
giorni dalla data fissata.
Eccezione di inadempimento: eccezione che una parte può opporre all’altra per
adempiere al proprio obbligo successivo all’adempimento dell’altra qualora l’altra parte
risulti inadempiente. L’inadempimento a cui si fa ricorso deve essere di importanza
sufficiente da giustificare l’eccezione a cui si fa ricorso.
La clausola solve et repete è la clausola con cui si dispone che una parte, prima di
opporre le proprie eccezioni, è tenuta all’adempimento [art. 1462 codice civile]. Tale
clausola non ha effetto per le eccezioni di nullità, di annullabilità e di rescissione del
contratto e può essere derogata dal giudice qualora ricorrano gravi motivi.
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l’eccessiva onerosità dovrà essere dipesa da eventi straordinari ed
imprevedibili.
I singoli contratti
Sono contenuti nel titolo terzo del libro quarto un elenco di contratti regolati dal
legislatore:
A. la compravendita
B. contratti di scambio che realizzano un do ut des (permuta, contratti di borsa,
riporto, contratto estimatorio, somministrazione)
C. contratti di scambio che realizzano un do ut facies (locazione, leasing,
appalto, trasporto)
D. contratti di cooperazione nell’altrui attività giuridica (mandato, commissione,
spedizione, agenzia, mediazione)
E. contratti reali (deposito, comodato, mutuo)
F. contratti bancari (deposito, apertura di credito, sconto, cassette di
sicurezza)
G. contratti aleatori (rendita, assicurazioni, gioco e scommessa)
H. contratti diretti a costituire una garanzia (fideiussione, anticresi)
I. contratti diretti a derimere una controversia (transazione, cessione dei beni
ai creditori)
Nella vendita porta a porta il contraente debole viene tutelato con un diritto di recesso
esercitabile fino a dieci giorni dopo la stipula del contratto e che non comporta
nessuna spesa per questi; la clausola è irrinunciabile, le cose devono essere restituite
e il giudice competente è quello del distretto del consumatore.
A) La compravendita
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la vendita alternativa, perfezionata con la scelta di una tra più cose
la vendita di cosa futura, perfezionata con l’esistenza o creazione della cosa
la vendita di cose generiche perfezionata con la specificazione
la vendita di cosa altrui
Per quanto riguarda la vendita di beni immobili e di mobili registrati, questa deve
essere fatta per iscritto ed è soggetta a trascrizione.
Il compratore può essere disturbato nel godimento del bene per effetto di pretese che
terzi facciano valere nei sui confronti; in questo caso si parla di evizione; tre sono i
momenti dell’evizione :
1. pericolo di evizione
2. pendenza del giudizio
3. compimento del giudizio
Secondo l’art.1490 del codice civile al compratore spetta ex lege una speciale tutela
denominata garanzia per i vizi. In base a tale articolo il venditore è tenuto alla
garanzia quando i vizi siano tali a rendere il bene inidoneo all’uso o da diminuirne in
modo apprezzabile il valore; il difetto deve essere denunciato entro otto giorni se
apparente, entro otto giorni dalla scoperta se occulto. La garanzia non è dovuta nel
caso in cui il compratore conosceva i vizi. Il compratore può inoltre ricorrere alla
risoluzione del contratto (actio redhibitoria) restituendo il bene e facendosi restituire il
prezzo pagato, oppure la riduzione del prezzo (actio aestimatoria), salvo l’azione di
risarcimento danni a meno che il compratore non dimostri di aver ignorato i vizi della
cosa; analoga garanzia vale se la cosa venduta non abbia le qualità promesse o sia
inidonea all’uso. L’azione del compratore è soggetta ad un termine di prescrizione di
un anno.
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venduta mediante restituzione del prezzo e i rimborsi stabiliti dalla legge [art.1500
codice civile] e senza un nuovo contratto.
Diverso dal patto di riscatto è il patto di retrovendita che ha effetti obbligatori, cioè
obbliga il compratore ad un nuovo contratto di vendita.
La vendita in diem addictio riserva al venditore il diritto di non far valere la vendita se
entro un certo tempo questi riesce a trovare un acquirente che offra migliori
condizioni.
Nella vendita a rate il prezzo è pagato frazionatamente entro un certo tempo. L’effetto
reale della vendita è sottoposto alla condizione sospensiva del pagamento integrale. I
rischi di perimento nascono però col possesso; i beni in corso di pagamento non sono
pignorabili; il bene ritorna nelle mani del venditore ne caso di mancato pagamento di
una rata per un importo maggiore di un ottavo, e questi ha diritto al risarcimento per
l’uso e danni
Il credito al consumo è una forma di credito concesso sotto forma di finanziamento o
di dilazione di pagamento a favore di un consumatore che agisce per scopi estranei
alla sua attività svolta.
I contratti di borsa sono vendite di cose generiche; possono essere per contanti, a
premio a termine . La materia di borsa è regolata dalla Legge 20 marzo 1913 n°272 e
dal regolamento approvato con R.D. 4 agosto 1913 n°1068 .
Tali contratti sono di compravendita di valori o di merci che vengono generalmente
conclusi per mezzo di speciali mediatori (agenti di cambio) i quali nelle contrattazioni
non spendono il nome dell’effettivo contraente.
La qualificazione dipende dalla peculiarità delle contrattazioni, dal loro oggetto, dal
fine perseguito, dalla natura degli operatori. Si distinguono per contratti:
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a pronti, per l’acquisto immediato
a termine quando l’esecuzione del rapporto è differita
nelle operazioni a termine il termine è essenziale.
La locazione è il contratto con il quale una parte si obbliga a far utilizzare ad un altro
soggetto una cosa per un dato periodo di tempo, in cambio di un determinato
corrispettivo [art. 1571 codice civile]. Si possono avere diverse tipi di locazioni:
Può essere a tempo determinato o indeterminato; in tal caso si può recedere dando
un preavviso
È un contratto consensuale, sinallagmatico, non c’è locazione se non vi è un prezzo
detto fitto, inoltre è previsto un limite max e un limite minimo.
L’alienazione del bene non ne determina lo scioglimento del contratto, inoltre il
locatore ha l’obbligo di consegnare e mantenere la cosa in stato da servire all’uso
convenuto; il conduttore ha l’obbligo di servirsi della cosa secondo l’uso pattuito e con
la diligenza del buon padre di famigli e salvo patto contrario è ammessa la
sublocazione ma non la cessione del contratto senza autorizzazione del locatore
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del rapporto per colpa non del conduttore questi ha diritto ad un indennizzo per
l’avviamento.
Il leasing è una locazione con facoltà di compra; il bene affittato viene acquistato da
una società di leasing su richiesta del conduttore e rimane nella proprietà del locatore
fino al riscatto. Tipo particolare di leasing è il leaseback in cui un proprietario aliena un
suo bene ad una società di leasing e lo riaffitta.
Il contratto di trasporto è un contratto con cui una parte si assume l’obbligo verso
corrispettivo a trasferire persone o cose da un luogo ad un altro.
Il trasporto pubblico viene gestito tramite concessione governativa e devono essere
rispettati due obblighi:
Nel trasporto di cose queste vengono affidate al vettore, nel trasporto di persone
manca invece questo affidamento. Nel trasporto di persone il vettore garantisce
dell’incolumità dei viaggiatori, e in caso di sinistro la colpa del vettore è presunta e in
più egli ha l’onere di provare che erano state poste in essere tutte le misure idonee a
garantire l’incolumità. Il viaggiatore ha l’onere di provare l’esistenza del contratto di
viaggio e che il danno si è avuto nel corso della prestazione; sono nulle le clausole che
limitano la responsabilità del vettore. Nel trasporto amichevole l’unica responsabilità e
quella aquilana di non provocare danni a terzi.
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compenso e risarcirgli i danni procuratisi nell’ambito del mandato; il mandatario deve
agire con la diligenza del buon padre di famiglia. Il mandatario non può farsi sostituire
da altri, se ciò non è necessario o il mandante non vi acconsente; inoltre il mandato
può essere sempre revocato dal mandante e si estingue per la morte, oltre che del
mandante, del mandatario, per il suo fallimento. [art. 1703 codice civile] o per
dichiarazione unilaterale di uno dei due.
La mediazione è l’intervento di una persona estranea alle parti che pur non essendo
legato a nessuna di esse da rapporti di collaborazione o di dipendenza, le mette in
relazione tra loro per provocare o agevolare la conclusione del contratto. I mediatori
sono iscritti in apposito ruolo; hanno diritto ad una provvigione da entrambe le parti
anche se ha agito per una di esse ma basta che l’affare si è concluso per il suo
intervento. È tenuto a comportarsi con buona fede con entrambe le parti. Ha diritto ad
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un rimborso anche se l’affare non è stato concluso solo quando abbia agito per ordine
di una parte e nei confronti di questa.
Il deposito regolare è il contratto col quale una parte riceve dall’altra una cosa
mobile con l’obbligo di custodirla e di restituirla in natura [art. 1766 codice civile]. E’
un contratto unilaterale che si presume gratuito e la causa sottostante è la custodia
del bene. Il depositario non ha ne proprietà ne possesso della cosa e la deve restituire
al depositante su sua richiesta. Non importa quale sia il titolo del depositante sulla
cosa, e quindi il depositario non può pretendere che il depositante dimostri la
proprietà
Il deposito può essere regolare o irregolare a seconda che si lasci in deposito cose
infungibili o fungibili. Nel deposito irregolare (denaro) il depositario può servirsene ed
acquista quindi la proprietà della cosa con l’obbligo di restituirne altrettante dello
stesso genere.
Il deposito nei magazzini generali sono contratti a titolo oneroso; ai depositanti
vengono rilasciati titoli (fedi di deposito) equivalenti alle merci depositate. La merce
può essere venduta con il trasferimento delle fedi di deposito. I depositi possono
essere alla rinfusa e in tal caso ognuno riceverà una quantità di bene fungibile, ma la
differenza col deposito irregolare è che il bene non passa nella disposizione di
nessuno.
Il mutuo è il contratto con cui una parte consegna all’altra una quantità di denaro o
una quantità di cose fungibili e l’altra si impegna a restituirle; mutuo perché da mio
diventa tuo. Il mutuo è del tutto simile al quasi usufrutto, solo che mentre
quest’ultimo si perfeziona col consenso, il mutuo si perfeziona con la consegna. Il
mutuo si presume oneroso e dove non siano stabiliti interessi si presuppongono quelli
legali.
F) I contratti bancari
Il codice regola a parte i principali contratti bancari [art.1834 e seguenti codice civile],
tutto il diritto bancario è tipicamente un diritto speciale.
L’impresa bancaria è essenzialmente commerciale [art.2195 codice civile] e può
essere esercitata soltanto da determinate persone giuridiche sottoposte al continuo
controllo dello Stato.
L’attività bancaria è sottoposta al controllo degli organi di vigilanza delle Banca d’Italia
e l’intera materia è regolata da leggi speciali sull’esercizio del credito e la difesa del
risparmio e specialmente dalla Legge 7 marzo 1938 n°141.
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Le operazioni si distinguono in passive, per mezzo delle quali la banca raccoglie
capitali, e in attive, per mezzo delle quali la banca li impiega.
Custodia sia ha quando il cliente deposita in banca cose di pregio, la proprietà degli
oggetti depositati resta al depositante, il quale rifondere alla banca le spese e pagare
un compenso per il servizio [art.1767 codice civile] .
In qualunque evenienza il depositante ha il diritto di riavere per intero i valori
depositati.
- E’ chiuso quando si consegue un involto che deve essere restituito nella sua
integrità.
- E’ aperto quando si consegnano cose o titoli individuali da restituire nella loro
identità.
Con il servizio cassette di sicurezza la banca mette a disposizione del cliente una
cassetta dove egli può deporre tutto ciò che intende preservare . Questa non può
essere aperta senza il consenso di due persone e precisamente di chi rappresenta la
banca e del cliente. La banca si libera della sua responsabilità per l’integrità della
cassetta quando riesca a dimostrare l’esistenza di un caso fortuito [art.1839 codice
civile].
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c.a. di esercizio ha lo scopo di fornire all’agricoltura i capitali necessari per la
normale gestione dell’az.
c.a. di miglioramento ha lo scopo di finanziare l’imprenditore agricolo che voglia
attuare perfezionamenti colturali .
Tali operazioni si attuano mediante concessione di prestiti con speciali tassi di favore.
I prestiti e l’anticipazione del credito agrario d’esercizio sono fatti in natura e in
denaro.
La cambiale agraria è un titolo equiparato in tutto il resto alla cambiale ordinaria,
contiene in più l’indicazione del rapporto di valuta, il fondo per cui il prestito è
concesso e la garanzia da cui è assistito.
Crediti e debiti che non siano suscettibili di compensazione sono esclusi dal rapporto
[art.1824 codice civile].
Le somme riscosse o pagate dalla banca in esecuzione degli incarichi vengono
accreditate o addebitate al cliente riconosciute mediante scambio di corrispondenza.
G) I contratti aleatori
Assicurazione vuol dire ripartizione dei rischi, oppure assunzione di rischi da parte di
un terzo, che spesso è un impresa con lo scopo di lucro; con ciò si intende che il
rischio viene trasferito dall’assicurato all’assicuratore. Con essa si da valore alla
soddisfazione del danneggiato rispetto alla ricerca di una responsabilità dell’autore del
danno.
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Il contratto di assicurazione è consensuale, aleatorio, a prestazioni corrispettive, il che
significa che la mancanza della casualità conosciuta da una delle parti rende nullo
l’atto o i può chiedere la risoluzione o la rettifica.
L’impresa di assicurazione non può essere esercitata da una persona singola o da
un’impresa personale ma solo da un istituto di diritto pubblico da una società per
azioni e da una mutua assicuratrice (art.1883).
Abbiamo due tipi di assicurazione:
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esecuzione del debitore principale. Il fideiussore che ha pagato il debito al creditore è
surrogato nei diritti di quest’ultimo nei confronti del debitore.
Al fideiussore è inoltre consentita un’azione specifica (di regresso) attraverso cui farsi
rimborsare tutto ciò che ha pagato al debitore principale [art. 1950 codice civile].
Transazione è il contratto con il quale le parti pongono fine a una lite già cominciata
o prevengono una lite che sta per sorgere tra loro, facendosi reciproche concessioni .
Essenziale è un incertezza subiettiva che è data dal solo fatto dell’esistenza di un
conflitto attuale o potenziale tra le parti.
Può avere oggetto diritti patrimoniali di qualsiasi natura, che devono essere disponibili
.
La legge dichiara invalide le rinunce e le transazioni che hanno per oggetto diritti del
prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge o dai contratti e
accordi collettivi .
L’impugnativa dev’essere proposta a pena di decadenza entro sei mesi dalla data di
cessazione del rapporto e richiede la prova scritta mentre la forma scritta ab
substantiam è richiesta nel caso di controversie su diritti immobiliari; può essere
impugnata se è stata concessa per motivi che si sono rilevati non veri.
La cessione di beni ai creditori viene fatta per evitare la procedura esecutiva che è
laboriosa e dispendiosa. Richiede la forma scritta e si intende fatta pro solvendo.
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GLI ATTI UNILATERALI
Perché una promessa sia vincolante deve essere inserita in un contratto avente giusta
causa oppure diretto a realizzare una liberalità, ma in tal caso deve avere la forma
solenne della donazione. Le promesse unilaterali sono quindi tipiche; un credito può
essere fatto valere in giudizio solo se si riesce a dimostrarne la causa.
I titoli di credito
titoli al portatore: per essere legittimato alla prestazione basta esibire il titolo
titoli all’ordine che si trasferiscono mediante consegna e girata; è legittimato
alla prestazione colui che ha il possesso del titolo e che può indicare a suo
favore una serie continua di girate. (sono girate piene quelle che contengono
tutti i dati del giratario, e girate in bianco quelle che contengono solo la firma)
titolo nominativi in cui il titolo è intestato ad una persona determinata , e
questa intestazione è tenuta anche in un registro presso l’emittente. Per il
trasferimento occorre l’annotazione nel registro dell’emittente e il rilascio di un
nuovo titolo (transfert). Il trasferimento può avvenire anche per girata piena
autenticata da un notaio o da un agente di cambio ma ha efficacia solo inter
partes e deve essere fatta sempre l’annotazione presso l’emittente.
I titoli di credito possono essere pecuniari quando sono cambiali, assegni, titoli di
stato e obbligazioni; possono contenere altri diritti quando sono titoli rappresentativi
di merci come fede di deposito, nota di pegno lettera di vettura ecc..; possono anche
essere rappresentativi di partecipazioni come nelle azioni.
la letteralità, infatti il titolare può pretendere solo ciò che è scritto; ha forma
cartolare
l’autonomia che serve a tutelare il terzo a cui il titolo viene trasferito, come
abbiamo visto
l’astrattezza non comune a tutti i titoli: l’astrattezza si riferisce ad una
mancanza di causa; sicuramente non sono astratti l’azione e la nota di pegno.
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Le eccezioni opponibili dal debitore sono di due tipi:
reali o assolute che possono essere fatte valere contro tutti; abbiamo quelle di
forma , di falsità della firma o di incapacità di rappresentanza del sottoscrittore
e quelle di mancanza delle condizioni necessarie per l’esercizio dell’azione come
nel caso che sia intervenuta prescrizione o che il titolo non sia stato esibito
personali o extracartolari come il caso di compensazione di credito o emissione
con vizio di volontà nei confronti del terzo in mala fede
La cambiale
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Può essere emessa dal procuratore e dal mandatario senza rappresentanza che è
obbligato di persona.
La girata permette di trasferire la cambiale, ma al tempo stesso funziona come
promessa cambiaria verso il giratario e i successivi prenditori; il girante risponde
dell’accettazione della cambiale. Non si ammette nessuna condizione nella girata; Il
traente può anche emettere una cambiale ‘’non all’ordine’’ vietandone quindi la girata
(rimane permessa la circolazione per cessione); in questo modo egli può opporre al
terzo prenditore le eccezioni che avrebbe potuto opporre al primo prenditore. Il
cessionario acquista lo stesso diritto del cedente, i giratario acquista un diritto
autonomo. La girata in bianco in cui appare solo la firma del girante circola come un
titolo al portatore.
Sono obbligati di regresso tutti i giratari nel vaglia cambiario e i giratari con il traente
nella tratta; solo il pagamento dell’obbligato principale estingue la cambiale in quanto
se paga uno degli obbligati di regresso questi vengono surrogati nei diritti del
portatore e possono agire contro l’obbligato principale. Tutti i giratari sono obbligati in
solido e il portatore non può rifiutare un pagamento parziale perché questo libera
seppur parzialmente gli obbligati di regresso.
La cambiale vale come titolo esecutivo e può essere utilizzata per ottenere un decreto
ingiuntivo. L’azione deve essere promossa prima contro gli obbligati principali (entro
tre anni) e poi contro quelli di regresso (con prescrizione più breve); per avvalersi
contro gli obbligati di regresso bisogna prima far accertare il protesto cambiario dal
notaio o attraverso un atto pubblico con il quale si accerta il rifiuto a pagare. L’azione
causale è quella che può essere esperta contro chi ha pagato un debito con una
cambiale datagli in pagamento; tale azione non può essere iniziata se non è stato
accertato il protesto. Il portatore ha l’obbligo di avvisare il suo girante che deve
avvertire quello prima, e così via; Le eccezioni cambiarie richiedono indagini
appropriate e per questo il giudice può condannare al pagamento ma con riserva di
esame delle eccezioni.
L'assegno
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Le obbligazioni nascenti dalla legge
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IL DIRITTO DI FAMIGLIA
I rapporti di famiglia
Il matrimonio
civile;
canonico;
ed ha valore di:
Il matrimonio si perfeziona col consenso dei due nubendi davanti ad un ufficiale dello
stato civile.
L’invalidità può essere richiesta dalle parti o da terzi estranei; sono motivi di
invalidità:
libertà di stato [art. 86 codice civile], non si può essere già sposati;
età minima (maggiore età o qualifica di minore emancipato, 16 anni e maturità
psicofisica);
capacità di intendere e di volere;, quindi è negata la possibilità all’interdetto
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altri impedimenti sono:
Preliminari pubblicazione, che si fa’ con richiesta all’ufficiale di Stato Civile del
Comune di uno dei due sposi (in cui verrà celebrato il matrimonio).
Consenso: [art.108 codice civile] il Matrimonio è un atto puro, non ci possono essere
limitazioni, la volontà è formale e non contenutistica.
Si ha simulazione [art .123 codice civile] quando gli sposi abbiano convenuto di non
adempiere gli obblighi e i diritti.
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o simulazione
Matrimonio Putativo [art.128 codice civile] si ha quando da almeno uno dei coniugi
sia stato contratto in buona fede (senza conoscere i vizi dell’altro) oppure gli sia stato
estorto il consenso con violenza.
Con lo scioglimento rimangono in vita tutti gli effetti del matrimonio fino alla
cessazione del rapporto, il quale cessa per la morte di uno dei due coniugi.
[legge 1 Dicembre 1970 n° 898] i casi di divorzio sono contenuti nell’art. n° 3 della
suddetta Legge. Esso scioglie il vincolo e si può condurre nuovo matrimonio, ma non
cancella la sua incidenza sulla vita. Gli obblighi verso la prole durano anche dopo il
divorzio [art.6-11]; il divorzio non può essere consensuale ma è ammesso solo come
sanzione per la colpa di un coniuge ed è ammissibile solo quando la comunione
materiale e spirituale dei coniugi non può essere ricostituita; affinché sia concesso il
divorzio deve esserci stata separazione personale per almeno tre anni oppure una
condanna penale grave una condanna per reati contro il coniuge o il figlio, la mancata
consumazione.
La comunione può essere sciolta oltre che per richiesta delle parti anche per fallimento
di una, decesso.
Nel regime di separazione dei beni vi è la scelta di separazione dei patrimoni; ciò
può essere dichiarato anche al momento della celebrazione del Matrimonio [art.215
codice civile]. In tale regime è permessa la costituzione di un fondo patrimoniale
comune.
La filiazione
Per la prova dei primi due punti non ci sono problemi; per l’art.231 la paternità è
presunta (padre è il marito della moglie) ma è ammessa una prova contraria limitata
all’art.235 (punto n. 3); per la prova del concepimento, questo si presume se
(art.232) dopo i 180 gg. dalla celebrazione o entro i 300 gg. dallo scioglimento. È
considerato legittimo anche il figlio concepito prima dei 180 gg. (punto n. 4).
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Lo status di figlio [art.236 codice civile] si prova con l’atto di nascita (titolo dello
Stato) che deve essere redatto entro dieci giorni dalla nascita. Titolo è l’elemento
necessario per l’accertamento ufficiale di qualifica di figlio legittimo. Il reclamo della
Legittimità è imprescrittibile si deve dimostrare l’esistenza dei primi due presupposti
mentre le altre vengono integrate.
La contestazione della legittimità presume l’esistenza del titolo.
di fatto nei confronti del figlio nato prima dei 180 gg.
per impugnativa di paternità [art.235 codice civile - prova contraria]
o i coniugi non coabitavano
o temporanea impotenza del marito
o adulterio della moglie
Deve essere esercitata entro un anno dalla nascita o dal giorno di avvenuta
conoscenza e può essere esercitata dal padre, dalla madre e dal figlio al
raggiungimento della maggiore età.
La filiazione naturale
per i figli incestuosi a meno che non ricorra la buona fede dei genitori
per i figli che sono già figli naturali di qualcun’altro
L’articolo.30 della Costituzione stabilisce che la condizione dei figlio naturale viene ed
è parificata a quella di figlio legittimo. Il rapporto della filiazione naturale può risultare
da :
Non è sempre un atto unilaterale, nel caso di figlio maggiore di 16 anni ci deve essere
l’assenso dell’interessato. Il riconoscimento può essere fatto da uno solo o da
entrambi i genitori.
È un atto puro.
È requisito di forma l’atto pubblico notarile (atto di nascita) oppure fatto prima della
nascita o per testamento; l’atto può essere impugnato da chiunque ne abbia
interesse.
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Lo status di figlio riconosciuto è uguale a quello di figlio legittimo nei confronti di ogni
genitore che l’abbia riconosciuto. Può essere inserito nella casa di chi lo riconosce se
c’è il consenso dell’altro coniuge.
La richiesta di riconoscimento è prima valutata dal giudice; la ricerca della maternità è
più facile [art.269 codice civile], più difficile è la ricerca di paternità non bastano né le
dichiarazioni della madre né la presenza di rapporti tra marito e moglie, la prova può
darsi con ogni mezzo, oggi anche con il gruppo sanguigno.
La paternità o maternità naturale avviene solo nei casi in cui si sarebbe ammesso il
riconoscimento.
Figli irriconoscibili [art.251 codice civile]: non possono essere riconosciuti i figli nati
tra persone tra le quali esiste un rapporto naturale di parentela in linea retta
all’infinito ed collaterale di secondo grado, salvo che i genitori al momento del
concepimento non conoscessero tali legami. Nel caso che solo uno abbia agito in
buona fede solo a questi spetta il diritto di riconoscimento (deve essere sempre
autorizzato dal tribunale dei minori).
Legittimazione dei figli nati fuori dal matrimonio: i figli naturali possono
acquistare lo stato di figli legittimi tramite la legittimazione a carattere ex-nunc, vi
sono due forme:
per susseguente Matrimonio gli effetti si producono dal giorno in cui interverrà
anche il secondo dei due atti.
per provvedimento del giudice
di tipo familiare
a un istituto di assistenza
L’adozione ha lo scopo di fornire una famiglia ai minori che ne siano privi o che non
godano di una adeguata situazione familiare e che siano dichiarati in stato di
abbandono; gli adottandi non scelgono né designano il minore, devono essere sposati
da almeno tre anni; l’adozione può essere:
L’adozione vera e propria spetta ai coniugi sposati da almeno tre anni non separati
neppure di fatto, con una differenza di 18 anni di età con l’adottato; tutti i minori
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possono essere adottati senza limite di età; il maggiore di 12 anni deve essere sentito,
il maggiore di 14 anni deve dare il consenso.
Il procedimento di adozione si svolge in tre fasi:
Adozione in casi particolari per minori in stato di abbandono, offre il grande vantaggio
per gli adottandi di conoscere il minore da assumere. Non ha efficacia legittima.
Adozione di persona maggiore di età è pronunciata dal Tribunale Ordinario con decreto
in camera di consiglio, previa l’assunzione di informazioni che consente di giudicare se
l’adozione conviene all’adottato.
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LA SUCCESSIONE
La successione si apre nel momento della morte di una persona, quando il suo
patrimonio rimane privo di titolare; in questo momento un’altra persona subentra al
posto di quella defunta. Il successore può essere designato per testamento o per
legge nel caso in cui non sia disponibile un testamento. L’eredità deve essere
accettata dall’erede, che ha a disposizione un intervallo di tempo; tale periodo viene
definito periodo di giacenza; in tale periodo se l’erede non è già in possesso della
eredità deve essere nominato un curatore che attui le funzioni conservative del
patrimonio.
Possono essere eredi tutte le persone fisiche, le persone giuridiche (ma per accettare
devono essere enti riconosciuti ) e i nascituri concepiti al momento dell’apertura della
successione. Non possono ereditare gli indegni, ovvero coloro che hanno compiuto un
atto contro la persona fisica del testatore o contro la sua figura; l’indegnità non si
trasmette ai figli dell’indegno; l’indegnità può essere dichiarata fino a dieci anni dalla
successione ed ha effetto retroattivo; l’indegno può tuttavia essere riabilitato in un
testamento successivo alla causa di indegnità.
La libertà del testatore di lasciare i beni a chi vuole trova però un limite invalicabile nel
rispetto dei doveri di solidarietà verso i congiunti più stretti, detti legittimari, quali il
coniuge, i figli e gli ascendenti: se tale limite viene superato, entrano in gioco le
norme della successione necessaria.
Per determinare in concreto la misura della legittima, che la legge indica in una quota
astratta, sono prescritte tre operazioni: si stimano i beni ereditari, si deducono i debiti
del defunto, si aggiungono fittiziamente le eventuali donazioni compiute in vita dal
defunto a beneficio di altre persone (questa operazione è necessaria perché altrimenti
il defunto potrebbe facilmente eludere i diritti dei legittimari attraverso donazioni
compiute in vita).
Se i beni lasciati in eredita al legittimario hanno valore inferiore alla legittima, gli
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compete l’azione di riduzione mediante la quale egli può far si che i lasciti
testamentari vengano ridotti proporzionalmente nella misura necessaria per
reintegrare la sua legittima.
L’erede se non vuole accettare il lascito deve dichiarare la rinuncia all’eredità; che
deve farsi nella stessa forma e negli stessi tempi dell’accettazione. Se l’erede non è
unico, la sua rinuncia va ad accrescere l’eredità degli altri o si ha la rappresentazione;
la rinunzia è revocabile entro i tre mesi; i creditori del rinunziante possono impugnare
la rinunzia.
L’azione di petizione consiste nel diritto dell’erede di rientrare in possesso dei beni
ereditati che sono detenuti da altri; chi ha acquistato un bene dall’erede apparente,
cioè da colui che vantava di essere l’erede ma non lo era, è tutelato se era in buona
fede al momento dell’alienazione.
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La divisione dell’eredità: quando all’eredità vengono più persone, tra esse si forma
automaticamente una comunione: i beni ereditari sono comuni.
Onde evitare che nella comunione ereditaria si intromettano estranei, la legge concede
ai coeredi un diritto di prelazione, qualora uno di essi intenda alienare la propria parte
o una parte di essa. Se i coeredi non hanno ricevuto preavviso idoneo a esercitare la
prelazione, possono riscattare la quota dall’estraneo restituendogli il prezzo pagato
(retratto successorio).
Ciascuno dei coeredi può chiedere la divisione, facendo così cessare lo stato di
comunione. La ripartizione dei beni tra gli eredi, in proporzione alla loro quota, può
avvenire mediante un loro accordo. In mancanza di accordo essa è fatta dal giudice.
Nel caso in cui il testatore provvede direttamente a dividere il patrimonio tra gli eredi,
allora non si forma una comunione ereditaria, ma ciascuno di essi succede
immediatamente nel bene a lui assegnatogli.
Per formare la massa da dividere è necessario talvolta procedere alla collazione delle
donazioni. Può darsi che il defunto abbia dato in vita delle donazioni ai discendenti o al
coniuge: la legge presume allora che tali donazioni rappresentino un anticipo sulla
futura successione e di conseguenza dispone che i beni donati siano compresi nella
massa da dividere tra i coeredi.
Verso creditori e legatari i coeredi sono tenuti al pagamento dei debiti ereditari e dei
legati in proporzione alle rispettive quote ereditarie: ne consegue che se un coerede è
insolvente, il creditore non può rivolgersi verso gli altri coeredi per la parte non
pagata. I legatari non sono invece tenuti al pagamento dei debiti ereditari.
Il testamento
Atto con cui una persona dispone delle proprie sostanze per il tempo successivo alla
morte. Nel testamento possono essere contenute anche disposizioni di carattere non
patrimoniale. Per la sua natura di atto di ultima volontà, il testamento presenta
peculiari caratteristiche. Anzitutto la legge vuole che il testatore sia libero fino
all’ultimo momento di modificare le disposizioni date: perciò il testamento è un atto
sempre revocabile.
Qualsiasi clausola o condizione contraria è nulla; sono inoltre nulli sia i patti con cui ci
impegna a istituire erede una data persona, sia il testamento congiuntivo o quello
reciproco. È sancita la nullità anche della condizione di reciprocità, cioè del lascito
fatto a taluno a condizione di essere a sua volta avvantaggiato nel testamento di
costui. Il testamento è inoltre un atto personale: non solo non può essere compiuto
da un rappresentante, ma nemmeno può essere affidata ad altri la scelta dell’erede.
Il testamento è annullabile per i vizi della volontà.
Infine il testamento è un atto formale o solenne, che deve essere redatto con
l’osservanza di determinate forme previste dalla legge.
testamento olografo: deve essere redatto per intero di pugno dal testatore e
recare, sempre a mano, la data precisa e la sottoscrizione autografa alla fine. Il
testatore può essere coadiuvato a livello intellettuale o nella scrittura se
debilitato. La data deve essere certa
testamento pubblico: il testatore, alla presenza di due testimoni, dichiara le sua
volontà a un notaio che le redige per iscritto e traduce in forma giuridica le
espressioni poco chiare; ne dà lettura, dopo di che il documento viene
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sottoscritto da tutti e datato. I testimoni garantiscono anche l’ininfluenza del
notaio
testamento segreto: il documento, con la sottoscrizione autografa del testatore,
viene consegnato sigillato ad un notaio, alla presenza di due testimoni, secondo
determinate formalità. Il momento del perfezionamento è quello in cui il notaio
certifica la ricezione del testamento
Il testamento richiede nel suo autore la capacità di agire: è perciò invalido se redatto
da un minore, da un interdetto o da una persona che, anche per cause transitorie, sia
in quel momento priva della capacità di intendere e di volere.
La revoca può essere espressa o tacita
Alla morte di una persona è fatto dovere a chiunque di consegnare il testamento ad un
notaio per la pubblicazione. Il notaio convoca gli eredi e i legati e ne fa lettura. I beni
vengono affidati all’esecutore.
I debiti ereditari sono sopportati da ciascuno degli eredi in proporzione della propria
quota di eredità.
La donazione
La donazione è un contratto con cui una parte arricchisce un’altra disponendo in suo
favore un suo diritto ovvero assumendo nei suoi confronti un’obbligazione (di dare e
non di fare) [art. 769 codice civile]. Essendo la donazione definita come un contratto
questa richiede l’incontro della volontà di due parti per il suo perfezionamento; ovvero
occorre l’accettazione da parte del donatario (l’unica eccezione si ha nella donazione
obnunziale). Elementi della donazione sono due:
lo spirito di liberalità: che costituisce la causa del contratto; non si deve avere
una azione remuneratoria ma con puro spirito di regalo
l’arricchimento: l’incremento del patrimonio del donatario, a meno che non si
tratti di una obbligazione di fare o non fare.
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Capacità di donare: non hanno la capacità di donare i minorenni, l’interdetto,
l’inabilitato e l’incapace naturale. Le persone giuridiche possono effettuare donazione
se disposto dal loro statuto.
errore sul motivo: qualora il motivo sia il solo che ha spinto il donante a
compiere l’atto. Il motivo deve risultare nell’atto (è l’unico negozio annullabile
per errore sul motivo insieme al testamento).
Illiceità del motivo
La revoca può essere richiesta solo dal donante e mai dai suoi creditori con un’azione
surrogatoria. La revoca non danneggia i terzi acquirenti in buona fede.
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LA TUTELA DEI DIRITTI
La tutela del diritto è affidata al titolare solo in rari casi che vengono denominati
autotutela o legittima difesa; ricordiamo il diritto di ritenzione, la diffida ad adempiere,
la difesa delle cose finché vi è violenza in atto. L’azione può essere promossa
dall’attore nei confronti di un convenuto presso gli organi di giustizia; del pari
costituisce diritto inviolabile la possibilità di difendersi in giudizio. Il processo di
cognizione mira a verificare la sussistenza di un diritto soggettivo, alla modifica di un
rapporto tra convenuto e attore e all’emanazione di un comando di tipo obbligatorio
da parte del giudice; durante questo processo si può richiedere il sequestro
conservativo dei beni del convenuto per tutelare un mio diritto. Il processo esecutivo
ha la finalità di dettare le disposizioni per l’esecuzione di una obbligazione; il caso più
comune è quello in cui si chiede l’espropriazione dei beni di un debitore inadempiente.
I suoi beni vengono venduti all’asta e il ricavato diviso tra i creditori; l’atto con cui si
espropria un bene viene chiamato pignoramento.
Nel processo le prove devono essere fornite dalle parti; il giudice le esamina per
vederne prima di tutto l’ammissibilità e la rilevanza. Il giudice valuta con sentenza la
loro concludenza.
Con l’onere della prova si intende il fatto che grava sempre su una sola delle parti
l’onere di provare la consistenza di un fatto anche se la versione della parte opposta
non risulti convincente art 2697. In genere l’onere spetta a chi vuole fare valere un
proprio diritto, salvo alcuni casi in cui la buona fede è presunta; in tali casi l’onere
grava su chi mette in dubbio la buna fede.
Quando la forma scritta di un atto sia richiesta come prova, si parla di forma a
probationem tantum. La mancanza di tale forma non comporta la nullità dell’atto ma
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l’incompatibilità della prova testimoniale; anche per questo caso sono ammesse le
eccezioni per non colpa della perdita della prova scritta.
In ogni caso la parte che intenda provare il fatto può chiedere l’interrogatorio
giudiziale nella speranza di ottenere una confessione.
In genere nel negozio nullo le parti si scambiano una controdichiarazione in cui
negano il primo negozio, proprio per far valere la nullità di questo. La simulazione può
essere fatta riconoscere:
dalle parti solo con prova scritta nel caso di negozio lecito, e con testimonianza
per i casi dell’art 2724
dalle parti con prova scritta , presunzioni e testimonianze per atto illecito
dai terzi, proprio perché impossibilitati di avere prova scritta, con testimonianza
e presunzioni
La trascrizione
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atto concluso con un incapace legale, dopo il decorso di un quinquennio dalla
trascrizione dell’atto stesso.
Acquisto dall’erede o dal legatario apparente; qualora oggetto dell’acquisto sia
un bene immobile o un mobile registrato l’acquisto è salvo se trascritto in data
antecedente alla data di trascrizione della domanda di petizione ereditaria.
Riduzione delle donazioni e delle disposizioni testamentarie lesive della
legittima; tali disposizioni sono salve trascorso un decennio dalla loro
trascrizione.
Atti soggetti a trascrizione [art. 2643 codice civile]: sono soggetti a trascrizione gli atti
che comportano la modificazione dei diritti su immobili, mobili registrati, diritti su
questi, sentenze.
Nell’acquisto di un diritto che deve essere trascritto non dobbiamo preoccuparci solo d
ricevere la trascrizione a nostro favore, ma dobbiamo controllare la continuità delle
trascrizioni e cioè dobbiamo verificare che il nostro dante causa abbia effettivamente
una trascrizione a suo favore e che quello prima abbia fatto la stessa cosa e così via.
Poiché la trascrizione deve essere sottoscritta dal dante causa e dal beneficiario, per
non verificare vuoti di trascrizione si è stabilito che nelle secessioni mortis causa la
trascrizione è autorizzata dall’atto di accettazione dell’eredità..
I nostri registri immobiliari sono personali e non reali quindi seguono i diritti delle
persone e non le vicende delle cose.
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