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SOCIOLOGIA DELLA FAMIGLIA.

Chiara Saraceno e Manuela Naldini

INTRODUZIONE: DISCORSI DI FAMIGLIA

Famiglia come costruzione sociale:


La famiglia è uno dei luoghi privilegiati di costruzione della realtà: entro i rapporti sociali gli eventi della vita
individuale ricevono il loro significato, e così vengono consegnati all’esperienza individuale.
Il linguaggio con cui si nominano le trasformazioni dei modi di fare famiglia, conferma la forza normativa della
codificazione familiare.

Immagini contraddittorie:
La famiglia costituisce il materiale privilegiato di cui sono costruiti di miti, non sempre positivi:
a. “Sacra famiglia” di tradizione cristiana vs “futuro felice senza famiglia” Platone, Fourier
b. Famiglia - rifugio vs famiglia che uccide, opprime, luogo di inautenticità

Spazio e differenze:
La varietà di esperienze familiari del passato, indica l’impossibilità di costruire una vicenda unitaria delle
trasformazioni della famiglia. La storia umana presenta un esauribile repertorio di modi di costruire la famiglia.
Studi comparativi di GOODE e THERBORN: dimostrano come culture e modelli organizzativi familiari in partenza
diversi, elaborino il cambiamento in modo specifico. Sostengono che la famiglia sia uno degli attori sociali che
contribuiscono a definire modi e tempi del mutamento sociale.

La famiglia differenzia anche l’esperienza di coloro da cui è costituita:


SESSO: riconoscere che l’umanità ha due sessi diviene principio organizzativo che ordina i rapporti sociali e i destini
individuali. A livello familiare l’appartenenza sessuale diventa un destino sociale, collocato dentro una gerarchia di
valori, potere, responsabilità.
GENERAZIONI: i rapporti e il succedersi delle generazioni sono strumento di continuità, ma anche di differenziazione
delle esperienze, interessi, definizione dei confini.
Quindi nessun discorso sulla famiglia può essere esaustivo.

Nel libro è adottata una prospettiva storica e comparativa, che aiuta a collocare la vicenda familiare nel tempo e ad
individuarne i nessi, ricorrendo a interpretazione e confronti antropologici ed etnologici.
Lo spazio geografico è limitato all’Occidente europeo e nordamericano con particolare attenzione all’UE. La famiglia è
considerata come un attore sociale complesso, non un sistema chiuso in se stesso, in interazione con la società.
CAP. 1 - CHI VIVE CON CHI: FAMIGLIA COME UNITA’ DI CONVIVENZA.

Problemi concettuali di metodo


Vivere sotto lo stesso tetto indicatore più semplice dell’esistenza di famiglia, ma insufficiente.
Il confine dell’abitazione non sempre coincide con quello della divisione del lavoro, dell'accesso al cibo, dei rapporti
sessuali. Famiglie tacite in Francia: vivevano sotto tetti diversi e si scambiavano lavoro e risorse quotidianamente.
L’individuazione della convivenza familiare richiede che siano chiarite delle regole che delimitano lo spazio fisico della
convivenza e definiscono come rapporti familiari, le relazioni tra le diverse persone.
Queste regole consentono di individuare vari tipi di famiglia.
Gli antropologi sono andati alla ricerca di funzioni e caratteristiche familiari universali (partendo da Malinowski nel
’13 con l’universalità del bisogno della cura dei piccoli, la famiglia è stata vista come istituzione universale per la cura e
l’allevamento).
Sulla stessa scia molti sociologi parlano di funzioni della famiglia (riproduzione, cura, educazione…), ma questa
concettualizzazione è criticata perché condivide il limite di tutte le argomentazioni funzionaliste, infatti, culture
diverse, organizzano le funzioni in modi diversi.
Altra linea di ricerca mira a individuale le strutture della famiglia, riferendosi al tipo di vincolo che lega i membri di
una convivenza (consanguineità, affinità, matrimonio, discendenza…)
La struttura della famiglia è definita dal modo in cui le persone si collocano lungo l'asse dei rapporti di sesso (x) e dei
rapporti di genere (y).
Tipologia di Laslett (gruppo di Cambridge, ’72)
a) Solitari (nel libro li mette in b)
b) Aggregato senza struttura familiare: senza coppia coniugale né coppia generazionale.
c) Aggregato domestico semplice: coppia senza figli, o coppia con figli, o un genitore con figli (nucleo familiare)
d) Aggregato domestico esteso: aggregato semplice più uno o più parenti (che non formano tra loro un nucleo.)
e) Aggregato domestico multiplo: due o più aggregati semplici con o senza parenti (più nuclei).
es. Frereches: dove tutti i fratelli sposati vivono insieme con le proprie famiglie.
Famiglia-ceppo: dove la coppia anziana vive con quella dell’erede.
Famiglie congiunte: dove tutti i figli maschi sposati portano le loro mogli e figli a vivere nella casa dei genitori.

BARBAGLI propone di distinguere tra struttura e relazioni familiari.


Struttura: regole con cui una convivenza si forma e trasforma (quindi: nucleare, multipla…)
Relazioni: rapporti di autorità e affetto tra persone conviventi (quindi: patriarcali, autoritarie…)
Tale distinzione segnala l’esistenza di dimensioni diverse entro l’esperienza familiare, ma è una semplificazione che
rischia di nascondere i rapporti di potere, che sono invece alla base della definizione di una struttura familiare.
Tra i sessi:
Le famiglie a ceppo ad es. riguardano sempre un vincolo non solo di coabitazione, ma anche dia autorità.
Le famiglie multiple, o le frereches, riguardano sempre una discendenza e un legame per via maschile in cui le donne
sono presenti come nuore mogli cognate. Gli uomini sono sempre tra loro consanguinei, mentre le donne lo sono sole
se figlie e sorelle non sposate. Se sposate, sono presenti solo come affini, quindi estranee: come mogli e nuore.
Tra le generazioni:
Le famiglie multiple si differenziano secondo l’autorità lungo l’asse generazionale in:
Famiglie multiple discendenti: il figlio che erediterà abita con la propria moglie e figli con i genitori che continuano a
detenere l’autorità,
Famiglie multiple ascendenti: c’è un passaggio ereditario quando la generazione anziana è ancora vivente, quindi un
trasferimento di autorità.

I componenti e i rapporti di una famiglia mutano con l’andar del tempo, quindi si può parlare di struttura della famiglia
solo nel senso di regole lungo tutto il ciclo di vita, non solo in un particolare momento.

Strutture familiari nel passato europeo


 Economia familiare e struttura della famiglia in varie regioni europee
Per molti secoli la famiglia ha costituito una vera e propria impresa: produttiva, finanziaria, politica..
Critiche all’opinioni che nel passato le famiglie europee fossero per lo più a struttura multipla e che avessero
attraversato nel tempo un processo di progressiva contrazione (Durkheim): dalla famiglia multipla alla famiglia
coniugale - nucleare moderna (marito, moglie e eventuali figli per proprio conto), dove l’industrializzazione avrebbe
avuto un ruolo essenziale.
Ricerche del Gruppo di Cambridge: diversi secoli prima dell’industrializzazione il modello di struttura familiare
prevalente in EU era proprio quello coniugale nucleare.
Caratteristiche delle famiglie occidentali:
- Età al matrimonio relativamente alta
- Differenza d’età tra i coniugi relativamente bassa
- Matrimonio tra coetanei in grado di stabilire la propria residenza separatamente dai genitori
- Fecondità ridotta (la donna è vecchia)
Da questo si distinguevano:
il modello di famiglia orientale a struttura multipla discendente, con età al matrimonio bassa, alta fecondità
il modello di famiglia meridionale con famiglie multiple discendenti, o le frereches o le famiglie a ceppo.

CASO ITALIANO: forti diversificazioni tra regioni, città, campagna, ceti.


Nel meridione: strutture familiari di tipo nucleare dovute al modello produttivo a coltura estensiva.
Nelle città del centro nord regola di residenza neolocale dopo le nozze, quindi famiglie nucleari
Nelle campagna del centro nord strutture di tipo multiplo.

Quattro grandi mutamenti delle famiglie italiane secondo BARBAGLI:


a) Stabilizzazione  calo della mortalità dovuta a carestie e epidemie
b) Riduzione del peso delle famiglie incomplete (senza un genitore) per il calo della mortalità
c) Mutamenti nelle regole di trasmissione patrilineare (1. modello delle famiglie multiple verticali-orizzontali, 2.
modello patrilineare indivisibile del primocomesso e primogenitura, 3. modello della divisibilità)  Riduzione
delle differenze nel grado di complessità delle famiglie dei diversi ceti urbani e progressiva nuclearizzazione
delle famiglie dei ceti nobiliari.
d) Riduzione della presenza del personale domestico nelle strutture delle famiglie urbane  maggior presenza
dei figli in famiglia
Tra XV e XVI frattura tra città e campagna:
Si estende l’organizzazione produttiva poderale – familiare. Le terre vengono riunite a costituire un podere di
dimensioni tali da potere esser lavorato da tutti i componenti della famiglia. Mentre in città si afferma la famiglia
nucleare, nella campagna si afferma la famiglia multipla.
La struttura della famiglia contadina corrisponde alle esigenze della produzione agricola ed è proprio con la modifica
dei contratti agrari nel 1870 che inizia una prima modernizzazione della famiglia.
Dopo la IGM invece con il processo di redistribuzione della proprietà terriera, il n° delle famiglie a struttura multipla
crebbe di nuovo.
Non sempre la proletarizzazione in agricoltura porta alla nuclearizzazione della famiglia, ma solo quando il rapporto di
lavoro agricolo è di tipo individuale. Es: BOARI che si impegnavano per sé e per la propria famiglia e il padrone si
interessava strettamente della composizione dell’aggregato domestico del suo boaro.
Il caso italiano mostra varietà di strutture e processi non lineari di trasformazione.
Ha finito per prevalere la struttura di tipo nucleare anche nelle campagne.

CASO FRANCESE nelle regioni centrali e meridionali dell’Ancien regime era molto diffusa la famiglia a ceppo.
Corrisponde a una particolare forma di accesso alla proprietà agricola.
Gli interessi di coloro che erano fuori dall’asse ereditario erano tendenzialmente divergenti.
Man mano che le famiglie dei fratelli conviventi si fanno più n° e i figli crescono è facile che qualcuno si stacchi per
dare inizio a un nuovo gruppo familiare e a un nuovo ciclo generazionale.

Interdipendenza tra ciclo di vita, risorse e struttura nella famiglia contadina.

 L’instabilità delle strutture familiari nel passato


La famiglia del passato appare molto più instabile di quella contemporanea, cause:
- Elevata mortalità
Le donne morivano prima e c’erano molti orfani e famiglie spezzate. Circa la possibilità di formare famiglie
ricostituite va detto che essere vedova era un ostacolo: Una donna non pià giovane poteva sposarsi solo se la
terra che le aveva lasciato il marito costituiva una risorsa abbastanza appetibile e la presenza dei figli poteva
essere un ostacolo anche se la vedova era giovane.
Essere vedovo trovava moglie più facilmente avendo un più rapido accesso diretto alla proprietà.

- Fenomeni migratori
Coinvolgevano soprattutto le famiglie contadine che mantenevano in equilibrio risorse e bisogni facendo emigrare
alcuni dei propri membri. Coinvolgevano i figli eccedenti, non destinati ad ereditare.
La diminuzione della mortalità, aumento e diversificazione delle risorse disponibili nel XX sec, favorirono una maggiore
stabilità della famiglia nel ciclo di vita, un omogeneizzazione delle strutture familiare, cui segue una nuova instabilità
moderna.

Industrializzazione e trasformazioni della famiglia


Con l’industrializzazione cambia la composizione sociale della popolazione e la sua distribuzione etra città e campagna:
gli strati rurali si inurbano e divengono proletari urbani. Cambiano i rapporti familiari tra le generazioni, mutano le
possibilità di controllo familiare sulla forza lavoro, ma soprattutto muta la posizione di classe di interi gruppi sociali:
muta il sistema di stratificazione sociale.
Artigiani e lavoratori già urbani vedono trasformare il proprio lavoro e il proprio modo di produzione familiare.

La creazione di un nuovo mercato del lavoro favorisce la stabilizzazione e l’allargamento della famiglia, consentendo
ai figli di rimanere più a lungo in famiglia senza emigrare e un uso strategico della parentela.

Fenomeni che accompagnarono l’industrializzazione in Eu e che segnano l’organizzazione familiare:


a) Diffusione dell’economia familiare salariata: tutti sono chiamati a contribuire alla borsa comune
Il sistema di fabbrica modifica la divisione del lavoro familiare: emerge la necessità di uno spazio domestico non
mescolato allo spazio del lavoro.
Quindi una distinzione tra produzione e riproduzione
Emergono necessità di cura per i bambini, che non possono essere accuditi sul luogo di lavoro
Si delinea una divisione dei compiti e degli spazi per uomini e donne: i primi fuori dalla famiglia, le seconde
dentro, nascoste.
L’industrializzazione crea l’operaio e la casalinga.
b) Cambiano i rapporti tra le generazioni nella famiglia.
L’accesso a un salario individuale favorisce fenomeni di individuazione e separazione, ma la solidarietà economica
familiare rimane forte.
La riduzione del controllo delle famiglie e della comunità sui giovani favorì anche le unioni libere e le nascite di figli
illegittimi.
c) La prima transizione demografica che porta il passaggio da un alto tasso di mortalità e fecondità tipico delle
società preindustriali alla situazione attuale.

Strutture familiare nelle società contemporanee

 Problemi di definizione e rilevazione


Coresidenzialità e bilancio comune tendono oggi a coincidere, così che i confini della famiglia sembrano più chiari nella
società contemporanea che nel passato.
Le cose non sono così semplici e i dati di tipo macro dei censimenti delle grandi indagini nazionali rischiano di far
perdere la concretezza e specificità delle singole famiglie e selle diverse realtà locali.

La tipologia delle famiglie usata dall’ISTAT:


c. Uni personali
d. Coppie senza figli
e. Coppie o singoli on figli
f. Estese (includono le estese e le multiple di Laslett)

Definizione anagrafica ampia e flessibile, secondo cui i caratteri della famiglia sono:
a) La relazione di parentela o affinità o affettività tra più persone
b) La coabitazione
c) L’unicità del bilancio (scomparso dagli anni 80).

Le Definizione di famiglia usate dagli organi di rilevazione sono variate nel tempo. Queste disomogeneità segnalano
una difficoltà a tracciare in modo netto i confini della famiglia e la definizione dei criteri.

1987 l’ONU ha proposto una definizione a fini statistici, adottata dall’EUROSTAT ma non da tutti i paesi:
Le persone entro un aggregato domestico che sono tra loro legate come moglie e marito, o genitore e figlio/i (di
sangue o adozione ma non in affidamento) celibe o nubile)

Le definizioni possono essere solo di tipo operativo, legate ai problemi di indagine, politica sociale, che ci si pone di
vota in volta.

 La varietà delle strutture familiari contemporanee


Dal secondo dopoguerra a oggi vi è stato un accumulo e un intreccio di fenomeni e tendenze diversi. Si è assistito a un
aumento del n° delle famiglie superiore all’aumento della popolazione, a una riduzione dell’ampiezza delle famiglie e a
una diversa distribuzione percentuale dei vari tipi di struttura familiare, a favore di quella coniugale - nucleare, uni
personale, monogenitore e a sfavore di quella estesa e multipla.

I fattori della diversificazione e del dinamismo delle strutture familiari


L’aumento del numero delle famiglie è stato maggiore dell’incremento della popolazione. Conferma la tendenza
verso la nuclearizzazione della famiglia.
La riduzione delle nascite rende lo squilibrio tra incremento della popolazione e incremento delle famiglie più
evidente.
L’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’instabilità coniugale producono in alcuni casi una ripresa
delle famiglie estese (coppia con figli che accogli un genitore vedovo o vedovo che accoglie in casa il figlio
separato)  segnala una trasformazione del ciclo di vita individuale e familiare.

La famiglia nucleare coniugale: una fase della vita familiare sempre più ridotta
In tutti i paesi sviluppati le indagini statistiche segnalano una costante diminuzione della quota delle famiglie
coniugali nucleari, specie di quelle con figli. La coppia coniugata rappresenta una fase della vicenda familiare, ma
nell’Europa a 25, meno del 50% delle famiglie in un dato momento contiene figli.
Emerge la diminuzione delle famiglie estese e multiple e l’aumento dei solitari.
Strutture familiari e corsi di vita individuali
Al variare dei modi di formazione della famiglia corrisponde una modificazione del tipo di famiglia in cui ci si
trova a seconda dell’età e fase della vita.
In Italia ad es negli ultimi 20 anni è aumentata la quota di figli 25-34 che vivono ancora coi genitori.
Tendenza che si è verificata in tutti i paesi europei, in connessione con l’aumento della scolarità che con le
difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro, l’aumento dell’età al matrimonio.
I paesi mediterranei hanno tassi di permanenza più elevati e lunghi, e motivazioni diverse per uscire: qui coincide
con il matrimonio, negli latri è per vivere soli o in coppia.
Queste lunghe convivenze nascondono però spesso fenomeni di pendolarismo familiare: i figli hanno la
residenza dai genitori, ma vivono stabilmente altrove.
Uomini e donne vivono da soli in età diverse: le donne nell’età anziana (longevità), gli uomini nelle età centrali e
giovanili (modelli culturali che sostengono l’uscita di casa e separazione).

Le nuove famiglie
Nuovi modi di fare famiglia dal punto di vista delle regole e dei valori (convivenze, convivenze omosessuali,
risposarsi…).
Aumento delle famiglie uni personali, coppie non coniugate, famiglie monogenitoriali.

Le famiglie con un solo genitore sono in crescita in tutti i paesi sviluppati, cause diverse: vedovanza (più nel
passato), procreazione al di fuori del matrimonio, instabilità coniugale (più oggi).
In relazione all’instabilità coniugale e al mutamento nei criteri di affidamento (miglior interesse del figlio) vi è una
prevalenza di madri sole.

Le famiglie ricostituite o ricomposte quando almeno uno dei due coniugi proviene da un matrimonio
precedente.
Se ci sono figli dal rapporto precedente coppia genitoriale e coppia parentale non coincidono e anzi
costituiscono due diversi nuclei.
Se l’altro genitore è ancora in vita e mantiene rapporti col figlio, i due nuclei transitano tra le due famiglie.
Se entrambi i coniugi hanno figli da un rapporto precedente complicazioni ulteriori.
In tutti i casi problema di confini; sono permeabili e complessi.

Le Convivenze more uxorio dove la coppia non è legittimata dal matrimonio.


Il suo statuto di famiglia dal punto di vista legale e culturale è controverso, specie se non ci sono figli.
Si distinguono:
Convivenze eterosessuali e omosessuali :nelle prime è l’assenza di matrimonio a motivare scarsa legittimità e
sono state le prime ad essere riconosciute dalle unioni civili.
Le seconde è il tipo di sessualità che contrasta con ogni idea di famiglia in quanto non potenzialmente
generativa.
Ci sono difformità normative: in Italia una convivenza etero/omosessuale è una famiglia dal punto di vista
anagrafico, ma non lo è per il codice civile, per il diritto ereditario o sistema pensionistico.

Convivenze giovanili e convivenze tra adulti, entrambe in aumento. Costituiscono il primo modo in cui una
coppia va a vivere insieme. Solo nei paesi scandinavi sono consistenti, configurando un vero e proprio modello di
famiglia alternativa.
In Italia sono esigue ma in aumento. Si tratta spesso di convivenze di necessità in cui uno o entrambi i partner
sono in attesa di divorzio per potersi risposare o non intendono risposarsi perché vedovi o separati con figli.

Le famiglie di migranti o famiglie miste, in cui uno dei coniugi è straniero, rendono visibili modi diversi di
intendere la famiglia e i rapporti inerenti.
In Italia sono più diffuse nelle regioni settentrionali.
Nelle miste il coniuge straniero è più spesso la moglie (77% del tot matrimoni stranieri).

La Comune che negli anni ’70 sembrava dovesse prefigurare il nuovo modello del futuro, rapporto dove non ci
sono rapporti di sesso né di generazione e si distingue dalla semplice condivisione di uno spazio abitativo e di un
progetto di vita comune.
Ce ne sono stati tanti tipi.
Continua ad essere un fenomeno diffuso, anche se minoritario in Danimarca e Olanda specie in alcune fasi del
ciclo di vita.
I PACS, forme familiari basate sul mutuo aiuto, originariamente pensate per riconoscere le coppie omosessuali è
stato poi allargato a tutti i rapporti.

Quindi un’eterogeneità dei modi di fare famiglia che caratterizza il panorama mondiale
CAPITOLO 3 – IL MATRIMONIO E LA COPPIA

ELEMENTI DI UNA ANTROPOLOGIA DEL MATRIMONIO: UN'ALLEANZA FONDATA SU STRUTTURE DI GENERE

MATRIMONIO: unione fra uomo e donna realizzata in modo tale che i figli partoriti dalla donna siano riconosciuti
come figli legittimi dei coniugi (1955).

Definizione che ricalca il senso comune delle culture occidentali. Altri esempi:

POLIANDRIA ADELFICA: donna sposa gruppo di fratelli, paternità individuale incerta

MAYAR: donna si sposa,può avere amanti e fornisce figli al lignaggio del marito

NUER: donna sterile abbiente può sposare come marito una donna per eredi

Esiste comunque in tutti i rapporti matrimoniali la dualità uomo-donna.

MATRIMONIO: principale istituto per l'attribuzione della posizione entro una struttura sociale di genere, inoltre
essendo la paternità incerta il matrimonio ha anche la funzione di controllo sociale e legale della fecondità della
donna.

Il matrimonio a livello semantico vede la donna come passiva (matrimonium come assunzione dello status di mater)
mentre l'uomo come attivo (colui che si sposa e conduce la donna al matrimonium).

ISTITUISCE UN RAPPORTO DI FILIAZIONE LEGITTIMA NELLA PATERNITA'.

Goode: nella cultura giapponese come nelle tribù africane, il matrimonio è compiuto quando la donna diventa madre,
la donna se sterile può essere ripudiata o come nelle tribù africane in cui vengono comprate, il pagamento avviene
dopo la nascita dei figli.

Lévi-Strauss: accanto alla produzione di una filiazione legittima vede il matrimonio come istituzione sociale che
mantiene l'asimmetria di genere e crea alleanze tra gruppi attraverso il tabù dell'incesto, egli vede il matrimonio come
scambio delle donne che crea legami di interdipendenza tra gruppi.

Gli uomini scambiavano e le donne circolavano: strategie matrimoniali; la coppia ha rilevanza strumentale a livello di
alleanze.

Per le famiglie di artigiani e contadini che non avevano bisogno di alleanze esso rispondeva a necessità di ricambio di
forza lavoro.

Tesi di Héritier: il matrimonio crea sistemi di interdipendenza tra i due sessi, non solo a livello riproduttivo, ma
soprattutto di sostegno reciproco dovuto a ruoli e identità di genere create artificialmente.

Tesi di Simmel: in questo modo il matrimonio si sviluppa e già nel XIX-XX sec i matrimoni si creano da soli, per scelte
individuali di attrazione esterna alla sopravvivenza del gruppo sociale, inoltre la divisione del lavoro ha forzato
ulteriormente le specializzazioni di genere, che portavano a cercare compensazioni nel matrimonio, mantenendo la
subalternità tra uomo e donna.

ALLE ORIGINI DELLA REGOLAMENTAZIONE MATRIMONIALE IN OCCIDENTE

Il matrimonio può far accrescere o decadere le persone, per questo è soggetto a intensa regolamentazione.

Dal XIIsec il controllo normativo extrafamiliare passa dall'impero alla chiesa, da qui si inizia a dibattere sulla
sacramentalità del matrimonio.
La chiesa riprende i principi del diritto romano affermando la sufficienza del consenso degli sposi perché il matrimonio
possa avvenire, valorizzando il consenso dei singoli, da qui si deve stabilire a che età un individuo possa disporre
liberamente di sé(concilio di Trento: donne 25; maschi 30), i matrimoni mediamente avvenivano molto prima, in
questo modo si lasciò spazio alle famiglie di combinare i matrimoni prima.

Segalen: il concilio di Trento segna uno spartiacque poiché dà importanza al sacerdote nell'effettuare il matrimonio,
prima ne esistevano anche fuori dalla chiesa, così il matrimonio diventa indissolubile, il rito assume rilevanza
diventando un atto pubblico in questo modo anche i ceti subalterni entrano i un quadro istituzionale.

La chiesa comunque precede di molto lo stato nell'intervento nella vita privata.

Gli stati nazionali in seguito cercano di sostituirsi alla chiesa, facendo prevalere la contrattualità e la rilevanza civile del
matrimonio.

CODICE CIVILE NAPOLEONICO: l'istituto fondamentale dello stato e della società borghese, il matrimonio diventa un
contratto patrimoniale, che fonda una gerarchia di sessi imponendo con la nuova famiglia un nuovo maschio
possidente, la società borghese diventa una società di capifamiglia.

I riti statali ed ecclesiastici vengono affiancati e poi incorporati.

NUZIALITA' ED ETA' DEL MATRIMONIO NEL PASSATO

Dove prevale la necessità di stabilire alleanze e di garantire una discendenza il matrimonio avviene in età giovane,
soprattutto nelle grandi famiglie allargate (soprattutto orientali) in cui le spose venivano socializzate nella famiglia del
marito molto giovani in modo dal farle sottomettere all'autorità di famiglia.

L'eredità incideva sulla capacità di sposarsi maschile, mentre la dote per quella femminile, avere figli cadetti o ragazze
senza dote era un rischio di impoverimento per la famiglia, in questi casi la chiesa apriva canili extra coniugali
(es:monaca di Monza collocata in monastero per risparmiare la dote).

MODELLO MATRIMONIALE EUROPEO: caratterizzato fino a XIXsec da matrimonio in età elevate e alto tasso di non
sposati, poiché era richiesta, trattandosi soprattutto di ceti rurali, l'autosufficienza economica, succedeva meno in
Europa meridionale per la presenza di famiglie multiple.

Laslett: le età elevate degli sposi e la ridotta differenza d'età facilitavano rapporti più paritari.

Problema per l'elevata età di matrimonio: molti giovani dovevano aspettare per entrare nello status di adulto e per
esprimere la loro sessualità, vi era uno scarto di 10 anni tra pubertà e età adulta, il tasso di nascite illegittime è
indicatore di disobbedienza giovanile, ad esempio dal XVII al XVIII calano tantissimo in Francia per l'opera di
moralizzazione della Chiesa.

CHI SPOSA CHI: MERCATI MATRIMONIALI STRETTI E LARGHI

ENDOGAMIA: scelta di uno simile socialmente come coniuge, usata ieri e oggi, nei ceti rurali per la poca
comunicazione portava a incesti.

ESOGAMIA: impone di uscire dal gruppo sociale per allearsi con altri.

Il matrimonio era una strategia di alleanze familiari, ma con i mutamenti le strategie familiari si aprono a agli altri ceti.

L'endogamia comunque è anche una scelta di stabilità.

La mobilità da metà '800 modificherà i modi di endogamia matrimoniale: aprirà i mercati matrimoniali con mobilità
geografica e sociale, non si parla più di ceti ascritti ma acquisiti.
IL MATRIMONIO OGGI

il complesso dell'amore romantico

Oggi ci si incontra per caso, ci si sposa per amore, per amore si rimane sposati.

Goode: evidenzia l'importanza nell'epoca contemporanea dell'ideologia dell'amore, la dimensione sentimentale è


presente.

Nelle società tradizionali l'amore era percepito come pericoloso anche per il matrimonio stesso, nelle società
contemporanee occidentali invece è la mancanza di amore che è aberrante.

Gli individui vengono socializzati ad innamorarsi, Goode fa l'esempio del sistema DATING: il formarsi di coppie in età
adolescenziale attraverso una vera e propria forma di socializzazione ai ruoli sessuali e di coppia.

Francia e USA dimostrano la presenza di endogamia sociali e esogamia geografica, comunque l'amore romantico
eliminerebbe la razionalità costi benefici.

Goode, l'amore romantico porta a:

g. autonomia sociale economica e spaziale della coppia dalla famiglia;


la coppia può concentrarsi sul proprio rapporto, vi è parità a livello affettivo MA anche a una subalternità di
interessi, mettendo l'uomo come essere nel mondo sociale e la donna come moglie

h. l'amore diventa il codice che permette la separazione dai propri genitori

i. attraverso la sua eroticità rafforza le libertà giovanili, porta e eversione e innovazione

In occidente l'amore ha avuto diverse forme a partire dalle classi sociali, la creazione della coppia ha portato alla
creazione del “posto della donna”.

FASI

 MODELLO FAMIGLIA VITTORIANA: sposa come madre con restrizioni sessuali dovute a questo ruolo

 AMORE FUSIONALE: permangono la separazione della sfera sociale e domestica, ma la donna entra
nell'ambito affettivo, essa diviene il sostegno, la molla dell'uomo (precursori ceti medi)

 AMORE NEGOZIALE: la coppia ora è legata al perdurare dell'amore, la fusionalità è la base dell'intimità ma
prevede anche l'autonomia

nuzialità e modelli di matrimonio

Industrializzazione ha aumentato il numero di matrimoni e abbassato l'età di matrimonio, primi del '900 età d'oro
della nuzialità, solo 5% donne nubili, e le sposate tra i 22 e 24 anni, in Italia minore intensità dovuto alla più lenta
industrializzazione.

Dagli anni '70 ovunque si rallenta la propensione al matrimonio e si alza l'età del primo matrimonio, inversione di
tendenza.

Oggi diventa sempre più comune sposarsi attorno ai 30 donne e 35 uomini.

L'innalzamento dell'età è dovuto alla separazione tra sessualità e procreazione.

Non è più il matrimonio ad autorizzare la sessualità nella coppia, come non basta la procreazione per generare il
matrimonio.
Il matrimonio ha perso il suo ruolo di passaggio obbligato per l'esercizio della sessualità, novità:

d) esiste ora il solo matrimonio d'amore

e) amore e sesso sono la base della coppia prima del matrimonio

f) convivenza

g) obiettivo del matrimonio mantenere la dualità con l'indipendenza e l'uguaglianza

h) matrimonio di conversazione (Thery), come continuamente costruito e riscritto

i) viene meno la dimensione metafamiliare

j) il matrimonio è diventato reversibile dal '75 in Italia

k) aumento matrimoni con solo rito civile, superamento nel centro-Nord

l) aumento convivenze more-uxorio

Si hanno motivazioni differenti per sposarsi: Italia uscita da casa dei genitori; sud-europa autonomia abitativa; nord-
europa rapporto serio.

LE COPPIE DI FATTO

Diminuzione matrimoni, aumento convivenze more-uxorio, che non è più vista come una devianza sociale ma come
una cosa socialmente normale, il matrimonio da rito di passaggio è divenuto rito di conferma (Trost).

Nella maggior parte dei casi sono convivenze pre-matrimoniali, la convivenza è una nuova fase dell'età giovanile, non
una fase dell'età adulta, una voglia di non impegnarsi a lungo temine, dovuta all'incertezza lavorativa.

E' una tendenza partita dal nord-europa, in Italia siamo una fase di mutamento con un netto aumento delle
convivenze pre-matrimoniali.

Barbagli: scelta della convivenza per la sua negoziabilità, soprattutto da donne con alta istruzione e occupazione
professionale, inoltre i matrimoni con convivenza precedente durano di più.

Comunque le convivenze hanno minore stabilità.

L'ALTRA FACCIA DEL MATRIMONIO: SEPARAZIONE E DIVORZIO

Goode: è una soluzione di sfogo importante in occidente.

Ragioni di ammissibilità del divorzio in passato: sterilità, infedeltà della donna.

In società con alta mortalità in tutte le età la dissoluzione è lasciata alla morte.

Il lutto aveva comunque importanza sociale poiché faceva rimanere il morto nella realtà anche dopo.

Possibilità di divorziare: Francia con il code civil nel 1792, italia nel '70.

In parecchi paesi era impossibile la reversibilità dello stato coniugale ma era possibile separarsi.

E' con gli anni '70 che i matrimoni iniziano a finire per rottura e non per vedovanza, ad esempio negli USA si passa dal
9 per mille del 1960 al 46% del 1997, e in Svezia ad esempio si è passati da un tasso di divorzialità di 4-5 anni a 2-3, e
questo accade a prescindere dalla coorte matrimoniale.
Naturalmente c'è un nesso tra aumento della divorzialità e legislazioni più permissive in materia di divorzio, anche se
quest'ultima può essere un effetto.

Il divorzio è ora inscritto nella nuova logica del matrimonio.

L'Italia è un paese a parte, instabilità coniugale contenuta ma in aumento, comunque in Italia si separano i ceti più
istruiti e al centro-nord (Barbagli).

Il divorzio ora è consensuale e non per colpa, con una visione egualitaria, anche se molte donne continuano ad avere
una situazione di debolezza.

Comunque dove la donna è autonoma è più facile che si cerchi un rapporto negoziale, per questo sono le donne a
chiedere il divorzio in maggioranza (Barbagli), perché mettono in discussione modelli di genere e norme.

I coniugi comunque ora sono eguali per la divisione patrimoniale e il mantenimento dei figli, il divorzio però è
diventato una delle cause di povertà per donne e bambini di ceto medio nei paesi in cui le donne non sono occupate

LE SECONDE NOZZE

Spesso il divorzio è il passaggio a un nuovo matrimonio, il divorzio reimmette sul mercato matrimoniale una
popolazione doppia, già negli anni '80 in USA il 40% dei matrimoni proveniva da un divorzio.

I nuovi matrimoni tendono ad avvenire tra i 3 e i 4 anni dopo il divorzio.

In Italia si tende a privilegiare la madre nell'affidamento dei figli.


CAP. 4 - FIGLI, FRATELLI, GENITORI, NONNI: RAPPORTI E POSIZIONI GENERAZIONALI
I figli fanno la famiglia
A livello di senso comune sembra che si parli veramente di famiglia solo quando ci sono figli. Molti dichiarano che
scopo del matrimonio è la procreazione, e avere un figlio è ritenuto un’esperienza molto importante cui solo una
minoranza è disposta a rinunciare. Il numero medio di figli che si pensa di avere è ari a due, in contrasto però con la
realtà, laddove il tasso di fecondità è ampiamente al di sotto. Però segnala la persistenza dell’ideale della famiglia con
figli.
In alcune culture non avere figli è causa sufficiente per lo scioglimento del matrimonio. Anche per la dottrina cattolica
il matrimonio è strumentale alla procreazione. Solo con il concilio vaticano II (70) al fine procreativo si è affiancato il
benessere e le relazioni di reciprocità nella coppia, ma il fine della sessualità coniugale rimane la procreazione.
La posizione dei figli e dei modelli di organizzazione della famiglia è un potente indicatore di cosa sia una famiglia in
una determinata epoca e società.
Gli studio di ARIES (68) sul posto dell’infanzia nelle famiglia dell’Occidente Europeo indicano come l’immagine della
famiglia moderna (relazione di affetti costituenti una sfera privata) sia nata dapprima come famiglia genitoriale
educante, poi come coppia coniugale amorosa.
La famiglia affettiva nasce quindi da una ridefinizione del posto dei figli, prima che delle relazioni di coppia.
Questo processo è accompagnato da una trasformazione quantitativa che vede diminuire il numero di figli per famiglia
man mano che la loro importanza affettiva aumenta,
Anche questo fenomeno ha avuto tempi diversi e ha attraversato varie fasi modificando l’esperienza di essere figli, e
quella di essere genitori.

I figli nella famiglia nelle società tradizionali


m) Fecondità e figli nelle strategie familiari
Non si può dire che nel passato la fecondità posse del tutto incontrollata.
I regolatori principali:
- Regolatore naturale della mortalità (alta mortalità femminile per parto fino all’800 e elevata mortalità
infantile)
Qualche studioso ha pensato che i genitori non investissero affettivamente molto nei bambini piccoli proprio a
casusa dell’elevata mortalità infantile, a forma di autodifesa. Critiche metodologiche e di merito: le pratiche di
cura seppur barbare dimostravano la forte preoccupazione di protezione.
- Regolazione sociale del matrimonio (l’intervallo tra l’inizio della fecontià fisiologia e il matrimonio era
abbastanza elevato)
- Allattamenti prolungati che provocavano una condizione di sterilità per la donna
- Usanza di non avere rapporti sessuali durante l’allattamento
- Aborto
Il fatto che ci fosse una fecondità più elevata di ora dipendeva solo dalla mancanza di strumenti efficaci per ridurre in
numero dei nati e da un modello culturale e familiare in cui i c’era una visione del figlio come risorsa.
Il lavoro minorile è stato a lungo una risorsa familiare importante e legittima, e se oggi provoca disagio e scandalo è
perché è appunto mutato il posto del bambino nell’ordine simbolico familiare e nell’economia domestica.
I figli nell’economia familiare si trovavano in una posizione paradossale: rischio (costi alimentari, morte della madre…)
e garanzia (ammortizzatore dei rischi economici, forza lavoro…) (uguale la posizione dei servi).
Nelle famiglie aristocratiche e possidenti i figli potevano rappresentare più visibilmente un costo, poiché solo la dote e
l’eredità potevano garantir loro un futuro adeguato. Le pratiche di controllo effettuate per ridurre il numero dei figli
amessi all’eredità e dote suggerisce come fosse sconosciuta l’idea dell’uguaglianza, contrapposta alle salde gerarchie
di potere e precedenze.
n) Figli e figlie
Figli e figlie erano precocemente inseriti in modi differenziati tramite la divisione del lavoro, dei comportamenti
legittimi, dei saperi.
Le società industriali, apparentemente indifferenziate, avevano una forte distinzione materiale e simbolica dei sessi e
vivere gli uni in costante presenza degli altri, senza spazio per l’intimità, non impediva che tali distinzioni di sesso,
ceto, poteri, fossero marcate.
Anche il comportamento esteriore doveva segnalare differenze di status e genere: dopo il periodo indifferenziato
dell’infanzia, l’abito diveniva il primo segnale di appartenenza.
Usciti dall’infanzia vi era un precoce inserimento nella vita adulta e alla socialità, secondo sesso e ceto, e
precocemente erano considerati responsabili dei propri atti (bambini in prigione, ai lavori forzati..)
Figli e figlie venivano anche “spesi” in modo diverso:
le figli più spendibile sul mercato del servizio domestico urbano, i figli su quello dell’emigrazione stagionale.
o) Figli come servitori e figli allevati da servitori
Per molti anni divenire servitore è stato una specifica fase del ciclo di vita di contadini, artigiani…, allo stesso modo
avere persone a servizio ha fatto parte delle strategie familiari di tutti i ceti (esclusi i più poveri).
I figli conoscevano sin da subito la presenza di servi nella propria famiglia (balia per allattare).
I servitori erano importanti per l’organizzazione domestica e per l’esperienza di crescita dei figli, i quali avevano
rapporti più diretti con loro che con i genitori stessi.
Le figure di autorità non erano quindi solo i genitori, ma anche i giovani adulti-intermedi (fratelli più grandi, servitori),
che a loro volta cominciavano ad esercitare la propria autorità.
 È una delle caratteristiche che LASLETT individua come tipica della famiglia occidentale del passato, rispetto a quella
contemporanea.

Questa importanza della presenza dei servi è rimasta dentro la famiglia borghese per molto tempo , poi col mutare
della cultura familiare e delle immagini di famiglia, la delega alla servitù si iscrive sempre più entro un programma
educativo, con una redistribuzione delle aree di competenza tra genitori e servitori.
All’interno dei servitori vengono quindi progressivamente segnate precise gerarchie relative ai compiti, sfere di
influenza, e prese di distanza.

p) Lo statuto di giovane nelle società tradizionali


Nelle società tradizionali l’entrata nello status adulto non dipendeva tanto dallo sviluppo, capacità individuali o
decisioni legislative, quando dalle strategie familiari complessive.
Una donna diveniva adulta quando sposata diveniva moglie del capofamiglia.
Un uomo solo quando diventava capo di casa.
Qualcuno poteva non divenire mai totalmente adulto, perché mai totalmente in controllo di risorse familiari  fonte di
conflitti nella famiglia.
Diversi studiosi dimostrano che la graduazione per età intesa come graduazione dello sviluppo individuale, è un
fenomeno relativamente recente e sviluppatosi poco a poco: dapprima è emersa l’infanzia e la fanciullezza, poi la
giovinezza, poi l’adolescenza, poi la vecchiaia…. L’invenzione della giovinezza e dell’adolesenza come fasi dello
sviluppo individuale avviene solo verso la fine dell’800, quando il prolungamente e l’istituzionalizzazione dei processi
formativi nei ceti borghesi resero visibile qusta fascia di età Di conseguenza venne riconosciuta come fasi distinta della
vita individuale.
La scuola diviene lo strumetno principe di identificazione e graduazione dei non adulti secondo la loro età.
Nuovo assetto familiare e nuovo assetto delle istituzioni eduvative presiede allo sviluppo di una consapevolezza
sociale della distinzione delle età e alla costruzione di un modello di sviluppo psicologico che segnerà profondamente
le relazione generazionali interfamiliari

Nascita della famiglia moderna: figli, madri, padri


q) La famiglia educante e affettiva dei ceti aristocratici e borghesi
All’origine della famiglia moderna come ambito privilegiato dell’affettività sta il processo di privatizzazione della
famiglia stessa, conseguente all’affermazione dello stato moderno.
Dalla seconda metà dei Seicento i figli divengono sempre più oggetto di attenzioni e strategie educative. L’infanzia si
prolunga ed emerge una lunga età dello sviluppo che va normata, protetta, controllata  produce una serie di figure e
spazi ad hoc..
L’emergere dell’infanzia come età specifica è un lento processo, che si realizza solo nei ceti borghesi e aristocratici
dell’Ottocento, per poi diffondersi in modi differenti.
Ha conseguenze diverse per ragazzi e ragazze, poiché l’istruzione formale differenzia i percorsi maschili e femminili,
separando anche gli spazi.
Prodotti di questo nuovo modello di famiglia dei sentimenti e dell’educazione è anche la maternità.
Il programma educativo e morale riguarda anche la madre: come educatrice, ma anche come soggetto da educare alla
propria “naturale” vocazione (l’allattamento al seno diventa responsabilità materna, con implicazioni morali).
Il padre sembra mantenere caratteristiche di potere e autorità sociale della forma familiare precedente, ma da un
altro punto di vista sono loro a farsi promotori entro la propria famiglia dei nuovi modelli pedagogici e igienico-sanitari
nei confronti dei figli e delle mogli.
Tutto questo si accompagna alla prima rivoluzione contraccettiva: le forma di contraccezione “naturali” modificano
profondamente la visione della sessualità, dei rapporti tra i coniugi e l’atteggiamento verso la procreazione.
Dalla fine del XVIII secolo la fecondità coniugale inizia a ridursi, dapprima nei ceti benestanti, per poi diffondersi nelle
classi urbane.
ARIES sostiene che si tratta di una contraccezione eminentemente maschile: l’uomo controlla la sua pulsione sessuale
(coito interrotto).
Avviene una ridefinizione dei rapporti uomo-donna:
Al coito interrotto fa da pendente la frigidità, la mancanza di desiderio della “donna per bene”. Il rapporto tra i coniugi
è sempre più improntato all’etica del rispetto. La repressione sessuale può essere letta come una strategia di coppia.

r) Rapporti generazionali nelle classi lavoratrici


Nei ceti e nelle classi meno abbienti le cose hanno tempi e modi diversi.
Ad esempio nel nascente proletariato urbano le donne davano a balia i figli, perché l’allevamento con un neonato non
era compatibile con le richieste del nuovo sistema di fabbrica.
Il lavoro dei bambini rimane in queste classi un modello a lungo condiviso, al punto da portare forti conflitti di classe
circa la regolamentazione del lavoro minorile.
L’educazione della madre di classe operaia esprime un progetto di disciplinamento morale: con norme di igiene e
alimentazione, norme di rispettabilità, educazione a massaia.

Questo progetto educativo su madri e figli delle classi lavoratrici diverrò interiorizzato dalle classi stesse sono quando
ci saranno risorse per una vita domestica vera e propria (sviluppo dell’edilizia, delle infrastrutture igienco-urbane ) e
quando ci sarà la possibilità di garantire ai figli una vita migliore (una formazione più lunga per un lavoro meglio
remunerato).
Ciò si traduce innanzitutto come un costo per le famiglie di classe lavoratrice. Si diffonde quindi il calcolo dei
costi/benefici e insieme il controllo della fecondità.
Questo mutamento, chiamato dai demografi prima transizione demografica, modifica l’ampiezza della famiglia e la
composizione per età della popolazione.
Per molti governi (es. fascisti) ciò appare problematico e dà luogo a politiche repressive e alle prime politiche familiari.

s) L’emergere della famiglia moderna in Italia


In Italia la diffusione di questi fenomeni è tardiva: la popolazione rurale predomina e mantiene il modello di famiglia
produttiva e feconda, dove i figli sono una risorsa famigliare. C’è tuttavia una forte differenziazione territoriale.
LIVI BACCI osserva che il declino della fecondità inizio nel complesso alla fine del XIX secolo (in altre prima e dopo) con
in testa le città e il Nord. Inoltre osserva che in alcuni ceti (aristocrazia, minoranze religiose) è probabile che sia iniziato
prima che in altri, vista la diffusione della nuova cultura della domesticità e dell’infanzia.
I comportamenti riproduttivi divengono quindi sempre più oggetto di strategie esplicite.
Anche gli usi linguistici a cavallo del XX secolo riflettono un mutamento nei rapporti tra i coniugi e le generazioni, in
direzione di una maggior espressione dell’affettività e della parità. (voi  tu)
Nella seconda metà dell’800 il bambino è collocato già dalla prima infanzia in un percorso di apprendimento e
sviluppo controllati, che istituisce spazi educativi ad hoc e valorizzano la funzione educativa della famiglia.
Emerge l’immagine della donna-madre come soggetto da educate e come soggetto educante.
Le iniziative per la custodia e istruzione dei figli di classe operaia fa maturare bisogni di formazione, con una
regolamentazione del lavoro minorile e la frequenza scolastica obbligatoria.
LIVI BACCI:a cavallo del XX secolo comincia ad instaurarsi un rapporto inverso tra ricchezza della famiglia e fecondità:
nel passato erano i più ricchi a fare più figli (maggior sopravvivenza), ora i poveri fanno più figli.
Un numero sempre più ridotto di figli
t) Dalla procreazione controllata alla procreazione intenzionalmente decisa
Dal 1950 il fenomeno della riduzione della fecondità è andato progressivamente omegeneizzandosi.
Nella maggior parte dei paesi europei occidentali il tasso scende sotto il livello di sostituzione.
In Italia dopo il 1965 la caduta delle fecondità sembra operare in due tempi: una prima fase di declino relativamente
lenta fino al ’74 (da 2,5 a 2,3 figli/donna) e una seconda caduta che non si interrompe, al contrario degli altri paesi
dove si registra una stasi.
Fino agli anni ’70 sembrava ci fosse un rapporto diretto tra bassa occupazione femminile e alta fecondità, invece dai
’90 tale rapporto si è invertito: i paesi a più alta occupazione femminile hanno tassi di fecondità più alti.
Le spiegazione ruotano attorno al modo in cui le diverse società reagiscono all’aumento della scolarità e
dell’occupazione femminile, e al modo in cui sostengono il costo dei figli o ne promuovono l’autonomia economica.
I paesi mediterranei sostengono poco l’occupazione delle donne con figli e loro costo. Perciò le donne che desiderano
mantenere una buona occupazione riducono in lumeo dei figli.
I paesi scandinavi viceversa sostengono molto l’occupazione femminile e una precoce autonomia economica dei figli.
I paesi dell’Est europeo rappresentano un caso a sé, dove la situazione di incertezza fa si che le giovani coppia
rimandino la decisione di avere figli, o vi rinuncino.
In Italia non si può parlare di un unico andamento della fecondità coniugale:
j. Regioni del nord con un numero contenuto di figli
k. Regioni meridionali e insulari con un numero elevato di figli  in declino, ora più basso che nel Nord e Centro.
l. Regioni del centro in posizione intermedia
In Italia anche la fecondità naturale (fuori dal matrimonio) è tra le più basse, sebbene nei paesi sviluppati sia in forte
aumento: 14%, Svezia 56% a segnale che la riduzione della fecondità in Italia ha cambiato la numerosità dei figli
percepiti come “necessari”, non il fatto che debbano nascere entro una famiglia legittima.

La diminuzione della fecondità in tutti i paesi non segnala solo una difficoltà economica e organizzativa alla presenza
dei figli, ma in primo luogo un mutato posto della filiazione nel ciclo di vita.

Il ridimensionamento del modello ideale di famiglia (dai 4 figli ai 2 figli) porta gli studiosi a parlare di una seconda
rivoluzione contraccettiva e di una seconda transazione demografica: una situazione in cui lo stato normale della
coppia è quello della non procreazione.
All’origine di questa svolta ci sarebbe lo sviluppo delle tecnologie contraccettive chimiche e meccaniche, tipicamente
femminile  sessualità e procreazione si scindono completamente (VEDI LEZIONE 8 APRILE)
Ma i motivi per cui i vari gruppi sociali intervengano sulla fecondità sono molto complessi: scelte, motivazioni, vincoli
individuali si combinano con strategie procreative di coppia, a loro volta influenzate da situazione esterne e cultura.
In Italia il calo della fecondità è avvenuto nonostante l’assenza di conoscenza e uso di strumenti contraccettivi e la
presenza di una cultura a lungo pronatalista.
I metodi contraccettivi si sono spostati da strumenti di contenimento a strumenti di non procreazione contrattati
diversamente all’interno della coppia.

u) Equilibri in bilico
Dal contenimento all’intenzionalità della procreazione
Dal controllo della sessualità alla sua liberazione dai rischi di conseguenze
Dalla contraccezione maschile a quella femminile
 Si tratta di spostamenti che disegnano nuovi modelli sia di generazione che di coppia.
Conseguenze:
- Alla procreazione responsabile si affianca la cultura della scelta: un figlio deve essere procreato solo se voluto. Il
figlio è percepito come un bene in sé, deve dare piacere e corrispondere al desiderio dei genitori.
- La morte di un bambino o di un giovane appare oggi ingiusta e insostenibile, non perché siamo pià sensibili, ma
perché siamo meno preparati alla morte fuori dall’età anziana e consideriamo il figlio come un progetto di vita per sé e
per i genitori.
- La sterilità non appare più accettabile, non solo perché non consente la piena realizzazione dell’identità sociale
adulta o la continuità familiare, ma perché non consente di dar corso a un desiderio.
STERILI PER SCELTA e GENITORI AD OGNI COSTO sono le due nuove figure sociali estreme di questo processo di
ridefinizione.

v) Essere figli, essere genitori: nuove esperienze, nuovi cicli di vita


Oggi l’articolazione delle età e delle fasi della vita entro la famiglia è minore di quella che si trovava nella famiglia
numerosa ed è sempre più difficile quindi per un bambino e adolescente imparare dai fratelli/sorelle e affrontare le
tappe della propria crescita.
Ciò è invece possibile entro la parentela, dove si può sperimentare ed entrare in rapporto con un raggio di età molto
più ampio e con posizioni generazionali diversificate (nonni e bisnonni non sono più una rarità).
Le figure genitoriali maschili e femminili vengono ridefinite.
La maternità è più visibilmente coinvolta nella trasformazione.
Fecondità e lavoro della donna: il nesso non è causale. Nelle società tradizionali le donne adulte con carichi familiari
lavoravano forse più di oggi ed avevano una fecondità elevata.
Oggi può essere che le donne che intendono investire nel lavoro sono meno motivate di coloro che hanno un
maggiore orientamento alla famiglia.
Il rapporto causa-effetto può essere espresso anche in termini di coorte: in Italia la figura della madre a tempo pieno è
divenuta esperienza di massa solo alla fine dei ’50, quando le madri vivevano già in famiglie più piccole dove i genitori
erano ancora abbastanza giovani.
I ’60 sono inoltre gli anni della crescita dell’a domanda e dell’offerta di lavoro femminile.
Perciò la riduzione della fecondità in quegli anni può essere entrata a far parte di strategie consapevoli.
Circa la paternità i dati dimostrano che, anche se c’è un forte squilibrio di divisione del lavoro familiare, le attività di
cura e di rapporto con i figli sono rivendicate come proprie dai patri più giovani, a maggior ragione se residenti in città
e aventi buona istruzione.

Il contesto sociale dei rapporti generazionali: genitori e figli oggi


La riduzione della fecondità avviene e interagisce con una serie di eventi e trasformazioni sociali che definiscono lo
statuto reciproco di genitori e figli.

w) Un’alleata e una concorrente: la scuola


Gioca un ruolo importante nel definire lo statuto di figlio e il curriculum di genitore: definisce il tempo della
dipendenza dei figli e degli obblighi dei genitori.
Definisce le tappe evolutive: l’età adulta coincide con la fine della scuola e l’ingresso nel mondo del lavoro.
Agisce anche come strumento di modificazione e rafforzamento della stratificazione sociale, differenziando le
generazioni che i vari ceti e classi.
Essendo inoltre cruciale nella definizione del destino dei figli, la scuola si configura come banco di prova dell’efficacia
sociale ed educativa dei genitori, quindi base di giudizio sui genitori stessi: sulle loro risorse economiche, culturali,
modelli educativi…
Ricerche recenti segnalano che il capitale culturale dei genitori ha un effetto pervasivo sullo sviluppo delle
competenze cognitive dei figli.
Analogo discorso per le differenze tra i sessi: la scuola costituisce un potente elemento di differenziazione sociale tra i
sessi e insieme una modalità di comunicazione di aspettative differenti nei confronti di figli e figlie da parte dei
genitori.

x) Crescere tra coetanei


La permanenza scolastica ha favorito anche l’emergere di contesti di esperienza orizzontali: è divenuto normale vivere
quotidianamente tra coetanei e in spazi extrafamiliari.
I gruppi dei pari in età adolescenziale e giovanile sono molto omogenei al proprio interno, e differenziati gli uni dagli
altri, per condizione sociale di provenienza e condizione individuale dei partecipanti.
Un’ulteriore conferma del ruolo di rafforzamento delle stratificazioni sociali da parte della scuola.
La distinzione degli spazi per età favorisce un processo di individuazione dei figli rispetto alla famiglia.
L’esperienza della crescita si gioca in un equilibrio tra appartenenza e individuazione. Con l’età contemporanea sono
venuti a formarsi spazi ad hoc per i giovani, alcuni istituzionali e altri meno (non luoghi).
Questa esistenza di un altrove più o meno legittimato, costituisce un terreno nuovo per le relazioni e i conflitti tra
genitori e figli.

y) La cultura degli esperti e la cultura di massa


Col primo emergere della famiglia moderna, accanto alla scuola, si sono diffusi massicciamente gli esperti e la cultura
degli esperti, la cui influenza è avvenuta per canali diversi:
m. Scuola: ambito di produzione di particolari figure di esperti e di modelli educativi
n. Istituzione medica: interlocutore obbligato delle famiglie, specie nell’infanzia e pre-adolescenza. In
particolare la figura del pediatra che tende ad assorbire anche tratti dello psicologo e del pedagogista.
o. Figure di esperti della formazione: psicologi, assistenti sociali, animatori… che segnalano una pluralità dei
modelli educativi .
La diffusione della cultura degli esperti è stata interpretata da taluni in chiave di deresponsabilizzazione da parte
dello stato e delle istituzioni nei confronti della famiglia. È riduttiva:
1) Un tempo non erano solo le famiglie a educare i propri figli, e famiglie collocate diversamente nella stratificazione
sociale avevano un controllo diverso sui rapporti generazionali e sulle interferenze da parte di soggetti di altre agenzie
(Chiesa in primis). 2)Non tiene conto della disponibilità delle famiglie a lasciarsi influenzare.

Da altri come reazione all’aumento di complessità e incertezza dei rapporti familiari: è sempre più difficile che un
genitore possa trasmettere direttamente il proprio mestiere o posizione sociale al figlio, senza la mediazione di altre
agenzie (Chiesa in primis). La trasmissione della cultura non avviene in modo lineare, ma richiede una rielaborazione e
selezione col passaggio delle generazioni.
La diffusione capillare dei modelli pedagogici nell’ultimo dopoguerra (diffusione delle comunicazioni di massa) è un
indicatore di quest’affannosa ricerca di strumenti per affrontare una situazione che si percepisce come priva di
tradizioni.

Le interpretazioni sono forzate: sembrano avere come referente una famiglia ideale con autorità paterna ben definita
e figura materna sulla stessa direzione. Sembrano ispirate a una visione lineare della storia, dove la famiglia è
coinvolta in una progressiva deprivazione di senso e valore, non colgono elementi di continuità, né di innovazione.
In realtà le culture familiari e di ceto tendono a riprodursi, seppur con variazione imposte dalle modifiche del
contesto (ogni famiglia che nasce è il frutto di almeno due tradizioni familiari).
z) Calendari di crescita non lineari
Le diverse forme di ridefinizione e riconoscimento degli statuti di età e delle classi di età intervenuti in particolare dal
dopoguerra ad oggi, hanno ridefinito i rapporti tra le diverse generazioni entro la famiglia.

aa) Crescere con un solo genitore, o con tre o quattro


Se una volta crescere con un solo genitore era un’esperienza comune, dovuta alla forte presenza di vedove e orfani,
oggi ciò a dovuto alla forte instabilità coniugale, dove anzi l’assenza di un genitore vivo pesa di più.
Fino a qualche secolo fa le ricerche davano un immagine negativa dell’esperienza dei figli coinvolti nella separazione
dei genitori, oggi sono più caute. Emergono due fenomeni:
 Esiste una quota consistente di padri che a pochi anni dalla separazione ha interrotto i rapporti coi figli, quota
più alta nei ceti privilegiati, man mano che passa il tempo, di più se il padre inizia un nuovo rapporto di coppia
(qualche studioso ha teorizzato che l’unico rapporto che rimane stabile è quello madre-figli, ma altre ricerche
mostrano che laddove il padre era molto coinvolte nella cura durante il matrimonio è più attivamente
presente anche in caso di separazione).
 Le famiglie con monogenitore sono esposte al vecchio-nuovo problema della vulnerabilità alla povertà.
L’impoverimento assoluto o relativo provoca squilibri nella vita dei figli che si aggiungono a quelli provocati
dalla separazione.
Bisogna distinguere però tra famiglie monogenitore provenienti dalla:
1. Assenza di un rapporto: prive di un sostegno relazionale ed economico da parte del genitore assente e
vedono spesso una madre molto giovane con scarse qualificazioni professionali.
2. Fine di un rapporto: l’impoverimento deriva dal venir meno del bilancio comune e il rischio di
impoverimento riguarda soprattutto famiglie con la sola madre, in conflitto tra la responsabilità di cura e
di produzione di reddito.
Parte dell’impoverimento è inoltre dovuto agli inadeguati assegni di mantenimento per i figli pagati dai padri
separati.
Il formarsi di una famiglia ricostituita ha effetti meno lineari:
da un lato rischia di ridurre ulteriormente i rapporti tra padre non convivente e i propri figli, dall’altra moltiplica le
figure genitoriali, la fratria e la parentela. Ne nascono reti parentali complesse che non hanno ancora riconoscimento
sociale.

Figli adulti, adulti come figli, genitori come anziani


Il prolungamento della durata della vita ha aperto una nuova fase sia nella vita dei genitori che nella vita dei figli,
laddove essere genitori o figli è una condizione che tende a durare per un arco di vita molto lungo e diversificato,
senza quella alternanza tra i due ruoli di altre epoche (il 45% degli ultraottantenni fa parte di una rete familiare a
quattro generazioni, in Italia solo il 20%).
Età al pensionamento definisce gli individui come anziani.

Non è la stessa cosa essere figli da adolescenti, giovani adulti o da persone di mezza età.
La situazione è nuova e mancano studi per esprimerla.

Sono stati effettuati studi circa il ruolo dei nonni nella rete parentale e nell’esperienza dei nipoti.
Si è visto come sono una risorsa di cura non indifferente e che rapporti di affetto e confidenza maturano man mano
che il nipote cresce il nonno invecchia.
La separazione coniugare può rappresentare una discontinuità nella genealogia affettiva: i legami tra padre e figlio si
allentano, la madre non si preoccupa di mantenerli e si rompe anche il legame con i nonni  i minori rischiano di
perdere il senso della propria appartenenza multipla.

La lunga durata della vita fa si che l’attesa della malattia e della morte si concentrino sulle generazioni anziane,
associandole con idee di illegittimità qualora colpiscano un membro più giovane.

Anche le coorti nelle età centrali sono le prime a sperimentare l’essere figli adulti ed essere genitori di figli adulti: sono
al centro del flusso di comunicazione e scambio tra le diverse generazioni  aiutano i più giovani e i più vecchi.
Alcuni parlano in fatti della generazione di mezzo come fase di compressione tra i bisogni della generazione più
giovani e di quella più vecchia, soprattutto per le donne.
CAPITOLO 6 FAMIGLIA E LAVORO

IL COMPLESSO FAMIGLIA LAVORO NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA

WORK FAMILY SYSTEM: intreccio tra dimensioni lavorative e organizzative della vita familiare.

Si parla di interdipendenza tra lavoro e matrimonio, è dagli anni '90 che emergono i problemi di conciliazione tra
famiglia e lavoro, le donne sono nel mercato del lavoro e c'è la necessità di comprendere le nuove problematiche.

Dagli anni '70 la condizione femminile è diventata oggetto di ricerca specifica su 2 fronti: partecipazione al lavoro
retribuito e al lavoro domestico.

LA FAMIGLIA COME AMBITO DI DEFINIZIONE DELL'OFFERTA DI LAVORO

Ricerca di May 1973: uomini nel fiore degli anni sono nel mercato del lavoro; le donne nel fiore degli anni sono
impiegate nella famiglia.

Ricerca di Del Boca e Turvani: la pienezza dell'uomo nel mercato del lavoro richiedeva la pienezza della donna nel
lavoro familiare, e l'assenza di servizi non aiutava.

Negli stessi anni in USA questo assumeva una forma diversa: il Part Time durante le fasi più intense della vita familiare
e poi il ritorno al lavoro Full Time, è da questo che dagli anni '50 si inizia a parlare di donne con due ruoli.

Ricerca di Paci anni '70: emerge la duttilità della forza lavoro familiare attraverso 3 tipi di lavoro: lavoro
domestico(donne adulte); lavoro per autoconsumo (anziani:orto,allevamento); lavoro nero(giovani, donne, secondo
lavoro maschile).

Ricerca Gallino anni '80: doppi lavori in nero in nord Italia; mentre si tende ad avere tanti lavori non stabili nel
mezzogiorno.

Le diverse condizioni socio-economiche disegnano diverse strategie familiari, sia di genere che di lavoro.

LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE

Negli ultimi decenni l’occupazione femminile è aumentata in tutti i paesi industrializzati. Con gli anni ’70 diventa un
vero e proprio fenomeno di massa,Italia cresce solo alla fine dei ’70.

Fattori di variazione:

p. caratteristiche della domanda di lavoro

(la crescita terziario, la diffusione di lavori “atipici”)

q. caratteristiche dell’offerta di lavoro

(capitale umano, competenze, abilità)

r. contesto socio istituzionale

Il tipo di welfare riveste un ruolo cruciale in relazione al modo in cui promuove un particolare modello di ddl
tra genere

Negli ultimi quarant’anni un aumento ovunque, ma con gradi di integrazione differenziati: Tassi in Italia sono più bassi
che negli altri paesi ma in aumento.

Nella maggior parte dei paesi permangono forti differenze di genere (gap chiuso solo nei paesi scandinavi). differenze
fra donne in rel al tipo di occupazione, di contratto.
L’occupazione femminile è condizionata da: famiglia, cultura di genere, figli

Con il progressivo aumento della scolarità, e perdita di sicurezza del lavoro, il gruppo di donne che ha aumentato i
proprio tassi di partecipazione è proprio quello delle madri di figli piccoli. Importante analizzare interdipendenza tra
organizz famiglia e organizz lavoro, ma anche i modelli di partecipazione nel mercato nelle varie fasi del corso di vita.

Ricerca Bernard '70:modi di combinare lavoro remunerato e lavoro familiare tra donne usa:

lavorare prima di avere figli; posporre l’entrata dopo fasi più esigenti, entrate e uscite in connessione alle fasi del ciclo
familiare;compresenza delle due sfere con diverse combinazioni.

Coorti più giovani: continuità; donne adulte: interferenza tra lavoro e famiglia.

Balbo nel 1978: doppia presenza,duplice ruolo: pubblico/privato, riproduttivo/produttivo.

Rilevanza del titolo di studio per la continuità all’occupazione delle donne con famiglia.

Istruzione medio-alta  maggiore continuità

Istruzione bassa  meno qualificate/remunerate = discontinuità/insoddisfazione

L’Italia si differenzia dagli altri paesi EU:

elevato gap di genere, ma anche tra donne con alto/ basso titolo di studio(polarizzazione), donne nel mercato del
lavoro essenziali per la lotta alla povertà.

PART-TIME:Le differenze: tra occupate e non, ma anche tra occupate full time o part time.

33,3% delle donne occupate lavora part time, uomini 6,2%,modalità di lavoro prettamente femminile (in Italia:
17%part time)

PART TIME: modalità di lavoro che dovrebbe consentire di conciliare attività professionale e responsabilità familiare

L'utilizzo di lavori femminili gratuiti influenza l'occupazione: i tassi di disoccupazione più alti si trovano nei paesi a più
basso tasso di attività e occupazione femminile.

ANZIANI: pensionamento ha effetti diversi sulla capacità di uomini e donne di organizzare la propria vita quotidiana.

MODELLI DI COPPIA, TEMPI DI VITA E TEMPI DI LAVORO: VERSO LA FAMIGLIA A DUE LAVORATORI?

Sistema male bread-winner: vede il lavoro diviso tra uomo(retribuito) e donna(familiare), veniva visto da Parsons e dai
funzionalisti come un modo di evitare conflitti di status.

A questa rigida divisione ne fanno le spese le donne che non possono entrare a pieno titolo nel mercato del lavoro
come gli uomini nella scena familiare.

PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL LAVORO: crollo del male bread-winner, sempre meno donne escono dal mercato del
lavoro con il matrimonio, anni '90 va per la maggiore il modello DUAL EARNER inteso nella maggior parte dei casi
come 1 e ½.

ITALIA: diffuso nei giovani il modello dual-earner soprattutto a nord-est ma nella veste di doppio full time per la bassa
diffusione del part-time.

RISCHI: sovraccarico di ruoli e conflitti sui tempi, e sono più facilmente le donne a rivedere le proprie priorità mentre i
mariti antepongono il lavoro.
Il tempo di lavoro remunerato è un interferenza per il lavoro familiare degli uomini e il tempo di lavoro familiare è un
interferenza per il lavoro remunerato delle donne(Balbo).

Effetti del lavoro delle madri sui figli: positivi, madri soddisfatte, figli stimolati

Gestione tempo lavoro/famiglia dei padri, 2 modelli: separazione costosa dalla famiglia per la carriera; sistema dei
turni per poter conciliare i tempi lavorativi e familiari.

Ecco lo schema di Crompton sui tipi di coppia in base ai rapporti di genere:

TRADIZIONALE → → MENO TRADIZIONALE

Uomo procacciatore di Uomo procacciatore; donna 2 lavoratori che 2 lavoratori dediti entrambi
reddito; donna dedita alla lavoratrice part time e usufruiscono di servizi di alla cura
cura dedita alla cura cura pubblici

2 lavoratori che
usufruiscono di servizi di
cura di mercato

IL LAVORO DOMESTICO FAMILIARE: UNA NETTA DIVISIONE DI GENERE

Il lavoro domestico familiare è perlopiù effettuato da donne, lo sviluppo della tecnologia domestica ha alleggerito
fatica e tempi, cambiando anche gli standard (es: si lava di più, Balbo: sembra che l'obiettivo di una donna debba
essere potersi specchiare nelle piastrelle).

Secondo dopoguerra: miglioramento condizioni delle famiglie; Anni '70: impiego femminile maggiore: casalinga che
integra col suo lavoro non retribuito quello del marito.

Non si usa più lavoro domestico, ma LAVORO FAMILIARE(Balbo) che comprende: cura, lavoro domestico, consumo,
rapporto e negoziazione;che nonostante i cambiamenti è svolto da donne

I figli hanno effetti opposti: donne tolgono tempo al lavoro retribuito, uomini lo aumentano, segnale di permanenza di
certe strutture di genere.

L'aumento della partecipazione femminile al lavoro non ha avuto come contropartita la partecipazione maschile al
lavoro familiare, le donne lavorano più degli uomini.

Ricerca Sabbatini: il contributo maschile è ancora molto limitato e selettivo, infatti alle cure fisiche prediligono
attività ludiche o di socializzazione con i figli. Nel 78,3% dei casi il lavoro è svolto dalla donna, pur avendo
anch'essa un lavoro retribuito.
CAPITOLO 7 – LA FAMIGLIA E IL DIRITTO

INTRODUZIONE

Il rapporto famiglia-stato nasce nel momento in cui lo stato afferma il suo ruolo e potere come monopolio legittimo
della forza ed elaboratore di norme, si è andato così sviluppando il diritto di famiglia.

Riguarda la regolazione giuridica di 3 tipi di relazioni familiari:

s. coppia

t. genitori-figli

u. rete parentale

Nel XIX fino a metà XX sec lo status di figli era dipendente da un legame giuridico da i genitori, il matrimonio più che
istituire il rapporto coniugale produceva la filiazione legittima, il code Napoleon del 1792 ha guidato i sistemi di civil
law.

Idee del codice napoleonico: comando su potestà paterna su figli e maritale sulla moglie, filiazione legittima,
introduzione del divorzio fondato sulla colpa.

Invece il diritto anglosassone di common law intendeva la cura della famiglia come compito morale, ma dalle sue
norme traspariva la gerarchia di genere.

Il primo diritto di famiglia si occupava delle classi medie, è con l'industrializzazione che si occupa anche dei ceti
popolari, ma la vera svolta di welfare si dagli anni '50 ai '70 del '900.

LE TRAFORMAZIONI DEL DIRITTO DI FAMIGLIA IN ITALIA

Nell'Italia preunitaria vigevano diverse forme di diritto ma il comune denominatore era il privilegio per il primogenito
maschio.

La prima codificazione postunitaria è il “codice pisanelli” 1865: di stampo napoleonico, limitava la patria potestas sulla
prole adulta; riconosce uguali diritti a figli e figlie nella successione; no necessità del rito civile; no divorzio, solo la
separazione in caso di adulterio; potere illimitato del padre su moglie e figli.

Con il codice penale del 1930 e il codice civile fascista 1942 la famiglia diviene “un istituto sociale e politico”, durante il
ventennio ci si occupò della famiglia: incoraggiamento alla fecondità; divieto di aborto; scoraggiamento lavoro
extradomestico delle donne sposate; politiche familiari a sostegno del modello patriarcale; divisione di genere; uomo
come male bread-winner; donna come madre e moglie.

IL POSTO DELLA FAMIGLIA NELLA COSTITUZIONE

Famiglia come “istituzione sociale fondamentale”, maggior parte delle costituzione però tendono a proteggere
l'istituzione matrimoniale, non la fam.

Durante la costituente 5 furono le questioni oggetto di discussione:

 posto della famiglia nella costituzione;


“famiglia società naturale fondata sul matrimonio”

 parità tra coniugi, e ruolo di donna nella società


“eguaglianza morale e giuridica dei coniugi con limiti della legge a garanzia dell'unità familiare”
 status dei figli nati fuori dal matrimonio
“sono considerati uguali entro i limiti della legge a tutela della famiglia legittima”

 indissolubilità del matrimonio e divorzio


l'indissolibilità non menzionata per un voto

 grado di autonomia della famiglia di fronte al campo socio-assistenziale


tendenza di rispetto per l'autonomia della famiglia

Comunque fino al 1968 l'adulterio veniva punito in modo differente, il marito veniva punito solo quando si trattava di
concubinaggio visibile.

Dal 1975 si arriva a una piena parità in senso democratico.

LE RIFORME DEGLI ANNI '70

Spinta dei movimenti sociali: 1970 divorzio;1975 riforma del diritto di famiglia:

bb) equiparò la famiglia di fatto a quella coniugale;

cc) età minima 18 anni (prima 16 M; 14 F)

dd) parità dei coniugi con medesimi doveri

ee) potestà figli di ambedue i genitori

ff) comunione dei beni

gg) in caso di separazione parere del figlio con 16 anni

1978: possibilità di abortire e informazione sulla contraccezione

1996: conclusione dell'iter sulla violenza sessuale

Rimangono due disparità: il cognome del padre ai figli e alla moglie; la scelta del padre in caso di contrasto tra genitori
in situazioni di pericolo.

LE DIFINIZIONI LEGALI DELLA FAMIGLIA NELLE SOCIETA' OCCIDENTALI CONTEMPORANEE

Le riforme in tutti i paesi occidentali tendono a regolare i conflitti tra coniugi e non i comportamenti da tenere, c'è più
attenzione per quanto riguarda la regolazione dei rapporti genitori-figli.

LA REGOLAZIONE DELLE RELAZIONI DI COPPIA

il matrimonio

MATRIMONIO: unione solenne tre uomo-donna da cui derivano diritti e doveri

In tutti i paesi, tranne l'Italia, l'unica forma legale consentita è quella civile per il concordato del 1929; inoltre in tutti i
paesi è obbligatorio essere maggiorenni tranne che in Francia a 15 anni; con la comunione dei beni del 1975 i beni
acquistati dopo il matrimonio tranne il denaro liquido sono in comune.

La successione: eredità variabile a seconda dei sistemi; e reversibilità.

il divorzio
E' stato introdotto tardivamente: Italia'70; Spagna '75; ma nella maggior parte degli altri stati risale al code napoleon
come: divorzio sanzione, per colpa.

Dagli anni '70 si passa al divorzio rimedio per cui bastavano differenze inconciliabili e non colpe.

Francia: permane l'impostazione sanzione

Italia: servivano le seguenti condizioni: matrimonio non consumato; condanna per detenzione; separazione legale da
almeno 5 anni o di fatto da 7.

Comunque la svolta fondamentale fu che venne introdotta la possibilità di divorziare dal momento in cui saltano i
presupposti della convivenza civile, anche se rimane l'impostazione giudiziaria di colpa in quanto il magistrato può
decidere di addebitare la separazione a uno dei due coniugi.

La separazione rimane la strada da percorrere per il divorzio, dal 1987 è stata ridotta a 3 anni.

LE RELAZIONI GENITORI-FIGLI: I DIRITTI DEI FIGLI E LA RESPONSABILITA' DEI GENITORI

Dopo le trasformazioni degli anni '70 l'oggetto del diritto non è più la famiglia in sé ma la tutela dei singoli componenti,
infatti l'interesse dei figli a differenza di prima è preminente a quello dei genitori.

Anche se il “principio dell'interesse del minore” è tuttora troppo indeterminato, e dipende dai valori e dalla cultura dei
giudici.

La filiazione: i figli nati fuori dal matrimonio e il riconoscimento della paternità

E' proprio in base a il “principio dell'interesse del minore” che i minori nati fuori dal matrimonio sono equiparati,
anche se in Belgio ad esempio la discriminazione legittimi-illegittimi è stata eliminata solo nel 1987.

In Italia dal 1975, c'è eguale trattamento, tra figli “naturali” e “legittimi”, anche se ai figli naturali non è riconosciuta
l'appartenenza a una vera famiglia.

Il riconoscimento legale del rapporto di filiazione è il primo passo per stabilire i diritti dei figli, ma soprattutto le
responsabilità dei genitori.

In scandinavia la madre è obbligata a dichiarare il nome del padre perché è obbligato a provvedere alle spese di
mantenimento.

In Francia, Lussemburgo, Italia, Spagna, la madre può partorire in anonimato, mentre in Inghilterra è vietato per il
diritto di poter conoscere le sue origini.

In Svezia è vietato l'anonimato per i donatori di seme, in Francia e Italia è possibile.

In tutti i paesi una volta stabilito il vincolo di filiazione i genitori sono ibbligati al mantenimento e alle spese di
educazione dei figli fino alla maggiore età, in Europa meridionale può essere esteso anche agli ascendenti e talvolta
(Italia) anche a zii e fratelli e sorelle(per i beni di prima necessità), e dura fin quando il figlio non è economicamente
autonomo.

La responsabilità genitoriale e l'affidamento in caso di separazione e divorzio

Dagli anni '90 tranne in lussemburgo, la patria potestà va esercitata da entrambi i genitori, e si richiede in caso di
divorzio un mantenimento di stabili e continuativi rapporti, questo si è espresso con la possibilità dell'affidamento
congiunto, condivisione di responsabilità anche dopo la separazione.

Legge 54/2006: possibilità del figlio di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori e
affido condiviso, ma non prevedendo lo stato aiuti consultoriali ciò dipende dalle capacità negoziali dei genitori.
L'intervento dello stato nei rapporti di filiazione: l'adozione e l'affidamento familiare in Italia

L'interesse del minore coinciderebbe con quello di vivere in famiglia, l'affidamento familiare(allontanamento
provvisorio) e l'adozione(definitivo) sono pronunciati dall'autorità giudiziaria che interviene in situazioni di disagio
talmente gravi da deciderne l'allontanamento.

Esistono due tipi di affidamento:

- mediato dai servizi sociali

- per ordine del tribunale dei minori

Le famiglie affidatarie ricevono contributi solo nei comuni che prevedono assistenza economica.

In Italia a differenza di altri paesi le coppie di fatto non possono adottare, è necessario che siano sposati da almeno 3
anni, i genitori adottanti hanno l'obbligo di informare il figlio della sua condizione entro i 25 anni, che avrà il diritto di
accedere alle informazioni che riguardano la sua origine e i suoi genitori biologici.

Gli obblighi intergenerazionali e di parentela

I confini della famiglia variano da un paese all'altro, nord e sud europa hanno forme diverse di accudimento, es sud
“parenti tenuti agli alimenti”.

Il codice civile italiano prevede che i parenti siano tenuti agli alimenti in caso di gravi disagi in relazione non al grado di
parentela ma alla disponibilità.

Il principio di sussidiarietà prevede che un anziano potrà avere servizi socio-assistenziali dal momento in cui verrà
accertato che non ha parenti in grado di provvedervi, in questo si è evitato di occuparsi di un reddito minimo garantito
e di risposte pubbliche alla cura degli anziani non autosufficienti.

Nei prossimi 20 anni un figlio si ritroverà a gestire 8 anziani.

LE FAMIGLIE DI FATTO: DALLE CONVIVENZE REGISTRATE AL MATRIMONIO OMOSESSUALE

ITALIA >famiglia di fatto: forma di vita familiare non basata sul matrimonio, ora si sta prendendo atto della convivenza
more uxorio.

Le tendenze odierne del diritto di famiglia vanno incontro alla deistituzionalizzazione del matrimonio o la
degiuridificazione della relazione di coppia, le norme sul matrimonio stanno diventando sempre più flessibili.

Il riconoscimento legale delle coppie di fatto ha soluzioni differenti a seconda del paese, in relazione alle diverse idee
di famiglia e in relazione a come è stata interpretata l'idea di unirsi con persone anche dello stesso sesso come una
scelta privata o una cosa d'interesse pubblico.

Spesso la matrice religiosa ha reso difficile legiferare in questo campo.

I diritti dello coppie di fatto etero sono state riconosciute dagli anni '70 in Svezia e Danimarca, ampliandosi poi con una
serie di diritti tra cui l'adozione, in Svezia coppie sposate e di fatto col tempo hanno conseguito uguali diritti a
prescindere appunto dallo status coniugale.

Il riconoscimento delle coppie omosessuali è avvenuto in seguito a quelle di fatto(tranne che in Inghilterra), le coppie
etero hanno l'opzione matrimonio, quelle gay no, per questo sono più bisognose di essere riconosciute.

NORD EUROPA CONVIVENZA REGISTRATA: la prima forma di riconoscimento specifica dello stesso sesso, per primi:
Danimarca 1989, Norvegia 1993, Svezia 1995 ecc., un quasi matrimonio, poiché riconosce diritti poco differenti a quelli
del matrimonio come: patrimonialità, fisco, successione, diritti sociali.
FRANCIA MODELLO PACS: sono rivolti a tutte le coppie indipendentemente dal sesso, è un patto di mutuo aiuto,
unione assistenziale di solidarietà reciproca, senza caratterizzazione sessuale perché non è alla base del rapporto, no
adozione o diritti sociali come successione.

OLANDA: matrimonio omosessuale 2001, seguito da Spagna e Belgio.

ITALIA RITARDI: le convivenze registrate sono istituti estranei, eccezione occidentale, non riconosciuti dal codice civile,
diritto di successione solo con testamento. C'è stato il progetto DICO accolto con ostilità dai cattolici.

PROBLEMA IMMIGRAZIONE: ci sono immigrati con cultura poligamica che hanno creato problemi con i
ricongiungimenti famgliari rispetto alle norme monogamiche.

CONCLUSIONI

Il diritto di famiglia occidentale è andato verso direzioni comuni:

a) separazione del matrimonio dallo status di figli

b) divorzio

c) flessibilità giuridica del matrimonio

d) riduzione delle diversità tra coppie di fatto e sposate

e) progressivo riconoscimento coppie omosessuali

f) accentuazione diritti dei figli

Si è andati verso una degiuridicazione dei rapporti di coppia, reistituzionalizzazione dei diritti dei figli e
un'espansione di risorse di welfare che hanno assunto le funzioni precedentemente assolte dalla famiglia.

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