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30.10.

2023 - aggi o disaggi di emissione


CAPITOLO 7, OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO NON CORRENTE - eventuali premi riservati ai possessori di obbligazioni estratte a sorte
DEBITI DI FINANZIAMENTO - ogni altra differenza tra valore iniziale e valore nominale a
Originano da scambi con terze economie che hanno per oggetto credito scadenza.
e/o moneta.
Sono debiti non numerari rappresentativi di risorse finanziarie (capital MUTUI PASSIVI
resources) ottenuti da fonte esterne dell’impresa (capitale di terzi). ACCENSIONE DI MUTUI PASSIVI
Il mutuo (mortgage loan) è un debito di finanziamento (non numerario),
tipicamente di medio - lungo termine.
• È tipicamente concesso a fronte di garanzie reali e personali
I finanziamenti provenienti da capitale di terzi comportano: (ipoteca).
1) l’obbligo del rimborso alla scadenza concordata; • È erogato da un istituto bancario appositamente autorizzato.
2) l’obbligo della remunerazione (sotto forma di interessi passivi) Il rimborso del mutuo avviene solitamente secondo un «piano di
indipendentemente dal risultato economico della gestione. ammortamento» che prevede il pagamento periodico di rate.
Ogni rata è costituita da una quota attribuibile al capitale e da una quota di
IL COSTO AMMORTIZZATO interessi passivi maturati, che rappresenta la remunerazione del capitale
Il Decreto n. 139 dell’agosto 2015, intervenendo sul testo dell’art. 2426, ottenuto a prestito, configurando un componente negativo di reddito.
comma 1, n. 8 del codice civile, ha introdotto (per alcune tipologie di Con riferimento alle operazioni di rilevazione, gli MMC rilevanti sono :
debiti) la logica di rilevazione e valutazione al c.d. costo ammortizzato 1. il momento dell’erogazione da parte della banca
(amortized cost). 2. il momento del rimborso periodico delle rate fino ad estinzione del
Nella sostanza, si tratta di una modalità di contabilizzazione che mutuo.
“spalma” i componenti di reddito connessi a tali finanziamenti in modo
lineare lungo l’intera durata dell’operazione, nel rispetto del principio della
competenza economica.
NB: Il criterio del costo ammortizzato può non essere applicato ai
debiti se gli effetti sono irrilevanti, ai sensi dell’art. 2423, comma 4, del
codice civile. Si presume che gli effetti siano irrilevanti se:
• i debiti sono a breve termine (con scadenza inferiore ai 12 mesi)
• i costi di transazione e ogni altra differenza tra valore iniziale e
valore a scadenza sono di scarso rilievo rispetto al valore nominale.

Il costo ammortizzato va dunque utilizzato in presenza di debiti a medio-


lungo termine caratterizzati da:
- presenza di costi di transazione quali spese di istruttoria, oneri di
perizia del valore dell’immobile e altri costi accessori per l’ottenimento
di finanziamenti e mutui ipotecari /!\ quote di capitale costanti: gli interessi si calcolano sul capitale che non è
- eventuali commissioni attive e passive iniziali ancora stato restituito
- spese (per esempio spese legali e commissioni iniziali) sostenute per
l’emissione dei prestiti obbligazionari

1
Il prestito obbligazionario (P.O.) è una modalità con cui le società per
azioni o in accomandita per azioni (S.p.A. o S.A.p.A) possono ottenere
finanziamenti a medio - lungo termine, tramite un prestito frazionato in titoli
di debito al portatore (obbligazioni o bonds) che possono essere
sottoscritti dai risparmiatori.

I sottoscrittori del prestito obbligazionario hanno diritto:


- al rimborso del capitale prestato all’azienda per un importo pari al
valore nominale del prestito
- alla remunerazione periodica del capitale.
-
Per la rilevazione dei prestiti obbligazionari, i momenti contabili (MMC)
significativi sono i seguenti:
a) sottoscrizione
b) collocamento
c) remunerazione (liquidazione e pagamento interessi)
d) rimborso.

L’emissione consiste nel presentare al mercato il prestito obbligazionario,


e può avvenire:
* alla pari: PREZZO DI EMISSIONE = VALORE NOMINALE (VALORE DI
RIMBORSO) DEL TITOLO
* sotto la pari: PREZZO DI EMISSIONE < VALORE NOMINALE
(VALORE DI RIMBORSO) DEL TITOLO
si incorre nel cosiddetto disaggio di emissione (l’impresa dovrà
remunerare il possessore di obbligazioni di una cifra più alta rispetto a
quella ricevuta)
* sopra la pari: PREZZO DI EMISSIONE > VALORE NOMINALE
(VALORE DI RIMBORSO) DEL TITOLO
si incorre nel cosiddetto aggio di emissione (l’impresa riceve più denaro
di quello che dovrà restituire al possessore di obbligazioni)
RIMBORSO DELLE OBBLIGAZIONI
L’EMISSIONE DI PRESTITI OBBLIGAZIONARI
2
Il rimborso delle obbligazioni avviene secondo un piano di
ammortamento finanziario come per il mutuo (da non confondere con
l’ammortamento economico). Dal 2015 il rimborso delle obbligazioni non
può più essere ammortizzato dividendo il totale per il numero degli anni,
ma si deve rivalutare l’importo con il valore del tasso di interesse implicito
(le obbligazioni si spalmano secondo criterio finanziario)
Il rimborso può prevedere:
- Estinzione a sorte periodica e il rimborso integrale di varie tranches
di obbligazioni estratte
- Rimborso per defalcazione: rimborso graduale del valore nominale di
ciascuna obbligazione
- Rimborso totale a scadenza.

L’EMISSIONE ALLA PARI


Un prestito obbligazionario si definisce alla pari quando il prezzo di
emissione è identico al valore nominale (valore di rimborso) del titolo.
In assenza di differenziali (aggio e disaggio di emissione) e nell’ipotesi che
non esistano altri costi rilevanti impliciti, non si applica il criterio del
costo ammortizzato.

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L’EMISSIONE SOTTO LA PARI
4
Spesso, allo scopo di rendere più conveniente l’investimento del Nel dettaglio, in sede di rilevazione iniziale del prestito obbligazionario, è
risparmiatore, le società emettono le obbligazioni a un prezzo inferiore al necessario confrontare il tasso di interesse effettivo del prestito con il
valore nominale del titolo. In questo caso, l’emissione avviene e tasso di interesse di mercato.
l’obbligazionista ottiene un duplice vantaggio: Tale confronto è necessario quando l’ammontare del finanziamento
1) alla scadenza ottiene un capitale superiore a quello prestato ottenuto è differente dal valore rimborsato alla scadenza (valore nominale
2) il tasso effettivo di rendimento risulta maggiore di quello nominale del debito) in quanto, oltre agli interessi contrattualmente esplicitati, il
(perché rapportato ad un esborso minore). finanziamento comprende anche altri elementi di costo che generano un
La differenza tra valore nominale e l’impegno degli obbligazionisti a cosiddetto interesse “implicito”.
sottoscrivere le obbligazioni si definisce Disaggio su prestiti. In tale caso il finanziamento, oltre agli interessi contrattuali, comprende
il Decreto n. 139 dell’agosto 2015 ha introdotto per il prestito anche altri costi da “spalmare” (ovvero da “ammortizzare”) lungo la durata
obbligazionario emesso sotto la pari (eccetto per le società con bilancio del prestito, che costituiscono una parte di interesse implicito da attribuirsi
abbreviato) l’obbligo di rilevazione secondo la logica del costo per competenza a tutta la durata del prestito (da cui la definizione di “costo
ammortizzato in quanto occorre tenere conto del fatto che, per effetto del ammortizzato”).
disaggio di emissione, il valore iniziale e il valore nominale a scadenza di Il valore di iscrizione iniziale del P.O. emesso sotto la pari (secondo il
tale finanziamento non coincidono. criterio del costo ammortizzato) è rappresentato dal valore effettivamente
ottenuto dalla società nella fase iniziale del finanziamento.
OIC 19 Nella fattispecie, esso sarà dato dal valore nominale del P.O. al netto del
Gli elementi valutativi da considerare ai fini della determinazione del disaggio e di eventuali altri costi.
costo ammortizzato sono i seguenti: Alla chiusura dell’esercizio, il valore dei debiti valutati al costo
• i flussi finanziari futuri utili (in entrata e in uscita) determinati tenendo ammortizzato sarà pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri
conto di tutti i termini contrattuali dell’operazione; scontati al tasso di interesse effettivo (TIR).
• il tasso di interesse effettivo, ovvero il Tasso Interno di Rendimento Il procedimento contabile per determinare, successivamente alla
TIR/IRR (calcolato al momento della rilevazione iniziale del debito ed rilevazione iniziale, il valore dei debiti valutati al costo ammortizzato è il
utilizzato per la sua valutazione successiva). Esso è costante lungo la seguente:
durata del debito, e rende uguale il valore attuale dei flussi finanziari • determinare l’ammontare degli interessi, calcolati con il criterio del TIR,
futuri derivanti dal debito e il suo valore di rilevazione iniziale sul valore contabile del debito all’inizio dell’esercizio, o alla più recente
(finanziamento realmente ottenuto). data di rilevazione iniziale
• il tasso di interesse di mercato, ovvero il tasso che sarebbe stato • aggiungere l’ammontare degli interessi così ottenuto al precedente
applicato se due parti indipendenti avessero negoziato un’operazione valore contabile del debito
similare di finanziamento con termini e altre condizioni comparabili a • sottrarre i pagamenti per interessi nominali e capitale intervenuti nel
quella in esame; periodo.
• l’attualizzazione dei flussi finanziari futuri, che devono essere
attualizzati (scontati) al tasso di interesse effettivo al fine di
determinare il valore iniziale del debito.

Art. 2426, c. 1, 8I crediti e i debiti sono rilevati in bilancio secondo il ESEMPIO EMISSIONE SOTTO LA PARI:
criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale e, per La società Zeta S.p.A. in data 1/1/X1 ha emesso un prestito
quanto riguarda i crediti, del valore di presumibile realizzo; obbligazionario sotto la pari del valore nominale complessivo di € 2.000.
Il prezzo di emissione è di € 1.940 (con un disaggio pari a € 60).

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Il tasso nominale a cui è emesso il prestito è il 5% annuo e le cedole
annuali maturano in via posticipata al 31/12 di ogni esercizio.
La durata del prestito è di 4 anni ed è previsto il rimborso in un’unica
scadenza al 31/12/X4.

Le fasi rilevanti ai fini delle rilevazioni sono le seguenti:


1. individuazione dei flussi finanziari utili futuri;
2. al termine di ciascun esercizio, calcolo del valore del prestito
obbligazionario (P.O.) utilizzando il metodo del tasso di interesse
effettivo.

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SCRITTURE CONTABILI:

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È la modalità più ricorrente con cui si effettuano tali investimenti. La
31.10.2023 rilevazione dell’acquisto si effettua al ricevimento della fattura del
CAP 8- OPERAZIONI RELATIVE A IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E fornitore.
IMMATERIALI ESEMPIO: La società Alfa S.p.A. acquista in data 3/6/X un impianto per €
INVESTIMENTI PLURIENNALI 2.000 + IVA 20%.
Si identificano nell’acquisizione di fattori produttivi ad utilizzazione
pluriennale che sono impiegati come “strumenti” del processo
produttivo e che non sono destinati né alla vendita né alla trasformazione.
Sono dotate di una utilità economica che si estende oltre il singolo
processo produttivo. Pertanto, esprimono un potenziale di utilizzo che
alimenta più processi produttivi nell’arco della loro vita utile.
Fanno sorgere attività di Stato Patrimoniale, definite immobilizzazioni.

1. Apporto da parte dei soci (cfr Costituzione d’azienda)


2. Acquisto da terzi a titolo di proprietà
3. costruzione diretta da parte dell’azienda stessa (costruzione in
economia)
4. La dismissione
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI:
1) BENI IMMATERIALI IN SENSO STRETTO diritti
giuridicamente tutelati come brevetti, concessioni, licenze,
marchi, software
2) ONERI PLURIENNALI costi capitalizzati, ovvero trasferiti da
conto economico all’attivo dello stato patrimoniale, data la loro
natura pluriennale. Esempi: costi di impianto e ampliamento, costi
di sviluppo (aventi utilità pluriennale)
3) AVVIAMENTO (GOODWILL/BADWILL) insieme di risorse
immateriali non controllabili giuridicamente, non identificabili
singolarmente, non misurabili autonomamente, che nel loro insieme
danno vantaggi competitivi. L’avviamento costituisce un’attività solo
se è stato acquisito a titolo oneroso.

BREVETTI E MARCHI
Brevetto: tutela giuridica sulle “invenzioni” relative a prodotti, strumenti,
metodi di lavorazione industriale, applicazione tecnica, etc.
Marchio: emblema o denominazione con cui l’impresa intende distinguere i
propri prodotti, pertanto il diritto sul marchio è considerato un diritto di
proprietà
ACQUISTO A TITOLO ONEROSO BENI IMMATERIALI
ACQUISTO A TITOLO ONEROSO IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

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ESEMPIO: La società Alfa S.p.A. acquista un diritto di brevetto per la ESEMPIO: L’azienda A acquista l’azienda B al prezzo di € 38.000
produzione di una materia plastica al prezzo di 20.000+IVA 20% un’azienda con un capitale di: mobili e arredi 23.000, macchinari 8.000,
crediti diversi 12.000, debiti diversi 9.000

L’AVVIAMENTO (O GOODWILL)
L’avviamento si determina come valore contabile quando un’intera azienda
funzionante viene acquistata con l’obiettivo di continuarne l’esercizio. In
questo caso il valore dell’apporto non è determinabile come semplice
somma algebrica delle attività e delle passività dell’azienda conferita ma
come valore unitario di capitale economico, ovvero di valore monetario
espressione della capacità di generare redditi futuri. Dal confronto tra il
valore del capitale economico e il valore del capitale contabile di bilancio
dell’azienda conferita si ottiene una differenza, positiva o negativa:
1. Se > 0 la differenza è rappresentata dall’avviamento e viene iscritta in
un conto specifico. Significa che il complesso aziendale ha un maggior
valore della somma delle singole parti.
2. Se < 0 la differenza è un “avviamento negativo” (badwill) il trattamento
contabile dipende dalla natura economica del badwill.
- Se il badwill è riconducibile al “buon affare” esso va imputato a conto
economico come ricavo dell’esercizio in cui avviene l’acquisto
dell’azienda (o del ramo d’azienda).
- Se invece il badwill deriva dall’attualizzazione di perdite future
dell’azienda acquistata, esso dovrà essere accantonato in un fondo per
rischi e oneri e progressivamente utilizzato negli esercizi successivi via
via che tali perdite si realizzano.
Avviamento= valore d’acquisto- patrimonio netto contabile ONERI ACCESSORI: SPESE NOTARILI E IMPOSTE DI REGISTRO
/!\Se si acquista solo una quota, si sottrae solo la percentuale
corrispondente di patrimonio netto

ACQUISTO DI AZIENDA
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La normativa IVA prevede regole di detraibilità parziale per l’IVA sugli
acquisti di certi beni strumentali a c.d. uso promiscuo (es. automezzi).
La quota di IVA indetraibile si rileva come un onere accessorio e si porta
ad incremento del valore del bene.

ESEMPIO: Si acquistano automezzi per € 10.000 + IVA 20%. L’IVA su tale


acquisto è per il 60% indetraibile

Successivamente, il conto IVA indetraibile si chiude e si gira sul valore


ONERI ACCESSORI degli automezzi («capitalizzazione»)
ESEMPIO: La società Alfa S.p.A. riceve il 10/6/X fattura per spese di
collaudo per € 100 + IVA 20%.

IVA INDETRAIBILE
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Il “nuovo” articolo 2426, comma 1, n. 5, del codice civile, stabilisce che:
• i costi iscrivibili nell’attivo dello stato patrimoniale, previo consenso del
collegio sindacale ove esistente, sono solo quelli di impianto,
ampliamento e sviluppo
• i costi di impianto ed ampliamento devono essere ammortizzati entro
un periodo non superiore a 5 anni
• i costi di sviluppo sono ammortizzati secondo la loro vita utile (se non
stimabile l’ammortamento non può eccedere il periodo di 5 anni)
• Fino a che l’ammortamento dei predetti costi non è completato non
possono essere distribuiti dividendi a meno che non residuino riserve
disponibili sufficienti a coprire l’ammontare dei costi non ammortizzati.
(Vincolo teso a garantire la solidità del capitale)

CAPITALIZZAZIONE DEI COSTI DI SVILUPPO


La capitalizzazione dei costi (cioè il loro trasferimento dai costi di esercizio
all’attivo patrimoniale) può essere applicata anche alle immobilizzazioni
immateriali, per esempio ai costi di sviluppo ad utilità pluriennale. I COSTI DI PUBBLICITA’
costi di sviluppo possono essere capitalizzati se si riferiscono a: Le spese di pubblicità sono capitalizzabili, secondo la legislazione
• Costi per progettazione, costruzione e verifica di prototipi o modelli che nazionale, solamente se presentano una utilità pluriennale e se vi è il
precedono la produzione o l’utilizzo degli stessi consenso del collegio sindacale (nei casi in cui tale organo esiste). OIC24
• Costi per la progettazione di prove, mezzi, stampi e matrici riguardanti stabilisce che:
una nuova tecnologia • non possono essere capitalizzati quei costi di pubblicità ricorrenti: essi,
• Costi per la progettazione, costruzione e attivazione di impianto pilota infatti, devono essere portati a conto economico come costi di esercizio.
• Costi per la progettazione, costruzione e prova di materiali, progetti, • possono essere capitalizzati quegli oneri che, pur avendo un carattere
prodotti, processi, sistemi o servizi nuovi/migliorati. pubblicitario, sono assimilabili ai costi di impianto ed ampliamento in
NB. Con le novità introdotte dal D.Lgs 139/2015 i costi di pubblicità e quanto hanno lo scopo di favorire il buon esito di un progetto per il
ricerca non si possono più capitalizzare. quale sono stati sostenuti dei costi di impianto e di ampliamento. Tra i
costi di pubblicità capitalizzabili si possono far rientrare quelli sostenuti in
fase di avvio di una nuova attività produttiva o per il lancio di un prodotto
innovativo.

COSTI DI IMPIANTO

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Le spese di impianto o di costituzione rappresentano un investimento a In alternativa, le spese di impianto possono essere rilevate direttamente
lungo ciclo di utilizzo e rivestono carattere di immaterialità. Esempi: nello SP
costi fiscali, imposte di registro, consulenze, analisi di mercato.
Similmente, le spese di ampliamento possono essere sostenute
dall’azienda in fase di ristrutturazione organizzativa.

ESEMPIO: La società Alfa S.p.A. riceve dal notaio la parcella per la


costituzione della società comprensiva di: imposte di registro € 5.000,
tasse diverse € 1.750 e compensi € 1.620+IVA 20%

Storno dei costi di impianto e capitalizzazione

LE COSTRUZIONI IN ECONOMIA
SPESE IMPIANTO (RILEVAZIONE ALTERNATIVA)

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Una costruzione in economia, o costruzione interna, rappresenta una
modalità di approvvigionamento di beni materiali o immateriali destinati ad
essere impiegati in modo strumentale nel processo produttivo dell’impresa.
Essi sono quindi da iscrivere nello SP e sono quindi “capitalizzati”. Si
realizza quando l’impresa necessita di attrezzature particolari, non
facilmente reperibili sul mercato.
Nella costruzione in economia l’azienda utilizza le proprie attrezzature e il
proprio personale e utilizza fattori produttivi che possono essere acquistati:
a) Ad hoc per le sole costruzioni in economia (es. materie prime particolari,
materiali, servizi, etc.)
b) Per la produzione ordinaria dell’impresa (problema di determinazione del
costo).

In entrambi i casi la contabilità generale rileva i costi in conto economico


Il bene costruito in economia del valore di 1.000 parteciperà alla
secondo la loro natura, indipendentemente dalla loro destinazione. determinazione dei redditi degli esercizi in cui sarà impiegato attraverso
Al 31.12 occorre individuare quali costi sostenuti per l’acquisto dei fattori
quote di ammortamento. L’ammortamento si attua dal momento in cui il
produttivi sono da attribuire alle costruzioni in economia (costi da
bene è diventato disponibile.
sospendere dall’esercizio e capitalizzare) e quali sono riferibili alla
produzione ordinaria (costi di esercizio).

Se la costruzione del bene (es. macchinario) inizia e termina nell’esercizio


in cui il bene entra in funzione, si rileva:

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Se al termine dell’esercizio i beni strumentali sono ancora in corso di IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI IN CORSO
costruzione, occorrerà patrimonializzare solo i costi sostenuti sino a quel
momento:

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI IN CORSO

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ESEMPIO IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI IN CORSO: Al termine L’ammortamento è il procedimento tecnico-contabile mediante il quale il
dell’esercizio X-1 si erano sostenuti e capitalizzati costi per macchinari costo d’acquisto di un’immobilizzazione viene ripartito tra gli esercizi della
ancora in corso di costruzione per 900. Nell’esercizio X: sua vita utile. Il processo di ammortamento termina quando il fondo
• Si sono sostenuti ulteriori costi per il completamento del macchinario per ammortamento copre il valore di iscrizione (costo) del bene. Ai nostri fini
100, di cui 60 per materie prime, 30 per manodopera e 10 per energia assume qui rilevanza il concetto di Valore Netto Contabile (VNC), ovvero:
• Il macchinario viene completato e capitalizzato in data 31/12/X VNC = Costo storico - Fondo ammortamento
ESEMPIO: Un cespite acquistato per € 10.000 ed ammortizzato per €
8.000 ha un VNC pari a € 2.000.

ESEMPIO: La società Kappa S.p.A al 31/12/X calcola la quota


ammortamento (per ipotesi pari a € 8.000) di un automezzo acquistato ed
entrato in funzione nel corso dell’esercizio precedente

LA DISMISSIONE PER CESSIONE (A TITOLO ONEROSO)


PROCESSO DI AMMORTAMENTO (RINVIO A SCRITTURE DI
ASSESTAMENTO)
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In caso di vendita di un’immobilizzazione, occorre confrontare il prezzo di
dismissione (cessione) con il valore netto contabile (VNC = costo
storico – f.do amm.to) del bene alla data di cessione. Se :
- prezzo dismissione > VNC= plusvalenza (comp. positivo reddito)
- prezzo dismissione < VNC= minusvalenza (comp. negativo reddito).
Plusvalenze e minusvalenze sono da considerarsi:
 ordinarie, se conseguono dalla cessione di beni strumentali
impiegati nella normale attività e che vengono alienati per effetto
del loro deperimento economico-tecnico
 straordinarie se scaturiscono da operazioni eccezionali quali, ad
esempio, cessioni di rami aziendali o alienazione di immobili civili.
ESEMPIO: La società Alfa S.p.A. in data 10/9/X vende, al prezzo di €
12.000 + IVA 20%, un automezzo del costo storico di acquisto di € 30.000,
precedentemente ammortizzato per € 20.000 (€ 10.000 ammortamento
anno X2 e € 10.000 ammortamento anno X-1).

Poiché la vendita avviene nel corso dell’esercizio, nel rispetto del principio
di competenza economica, è opportuno calcolare la quota di
ammortamento maturata in proporzione al periodo di effettivo utilizzo del
bene. Nel nostro caso: dall’1/1 al 10/9 escluso, 252 giorni
Calcolo della quota di ammortamento: 10.000* 252/365 = 6904,11
Storno del fondo ammortamento del bene ceduto:

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IPOTESI MINUSVALENZE L’eliminazione di un bene strumentale può anche avvenire per eliminazione
volontaria o involontaria (distruzione, sottrazione o radiazione).
Contabilmente:
1. calcolo la quota di ammortamento della parte di esercizio nel quale
è avvenuto l’evento generativo della dismissione
2. chiusura del fondo ammortamento e del costo storico del bene
distrutto/sottratto
3. confrontare (per differenza) il costo storico con il VNC e rilevare una
sopravvenienza passiva (componente negativo di reddito).

ESEMPIO: In data 30/06/X, un’attrezzatura industriale del costo storico di €


15.000 (ammortizzata al 31/12/X-1 per € 4.500 con coefficiente annuo del
20%) viene totalmente distrutta da un incendio. L’azienda non ha in essere
polizze assicurative a copertura di tale danno.

DISMISSIONE INVOLONTARIA
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Qualora l’azienda fosse assicurata presso una compagnia di assicurazione
e riceva un rimborso commisurato al valore assicurato e al valore corrente
dell’automezzo (hp: € 7.000):

27/11/2023
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CAPITOLO 9-SCRITTURE DI ASSESTAMENTO
INTRODUZIONE
PRINCIPIO DELLA COMPETENZA ECONOMICA
Uno dei principi cardine che guidano la redazione del bilancio di esercizio è
quello della competenza economica.
In virtù di tale principio, gli effetti economici delle operazioni compiute
durante la gestione aziendale devono essere attribuiti al periodo al quale si
riferiscono, e non a quello in cui avvengono le manifestazioni numerarie
corrispondenti.
Alle rilevazioni generate dallo scambio monetario (rilevazioni di
esercizio), devono affiancarsi, a fine esercizio, le rilevazioni di
«assestamento» del sistema dei valori. In particolare nell’ambito di tali
rilevazioni si distinguono le scritture di:
a) integrazione consistono nell’inserimento di nuovi valori
nell’esercizio
b) storno determinano una variazione del valore di componenti
reddituali già rilevati in corso di esercizio a cui si accompagna la correlata
variazione dei valori patrimoniali.
In precedenza si è già avuto modo di analizzare alcune delle più comuni
rilevazioni di «assestamento» (es. ammortamento delle immobilizzazioni
materiali e immateriali) ora ne affrontiamo altre.
PRINCIPIO DI PRUDENZA
Il principio di prudenza economica impone di essere prudenti, e rilevare
dunque i costi probabili, ma che non si sono ancora manifestati, e a non
rilevare i ricavi attesi, ma che non si sono ancora avuti.
Il principio di competenza è spesso in conflitto con quello di prudenza:
l’utile o la perdita in corso di formazione al termine dell’esercizio
dovrebbero, secondo competenza, essere opportunamente ripartiti tra gli
1) I ricavi sono di competenza dell'esercizio in cui è avvenuto lo scambio o è esercizi ai quali sono comuni, utilizzando appropriati criteri di riparto
stato prestato il servizio In passato la normativa era più rigida, oggi sotto la spinta dei principi
2) Ai ricavi di competenza di un esercizio devono essere contrapposti i contabili internazionali, si assiste ad un ridimensionamento del principio
costi necessari per il conseguimento dei ricavi medesimi di prudenza a vantaggio di quello di competenza ritenuto più idoneo a
3) Se i costi non sono correlabili a ricavi, essi sono di competenza fornire una rappresentazione veritiera e corretta. Nel ns. ordinamento il
dell'esercizio in cui si manifestano. principio di prudenza è ancora sovraordinato a quello di competenza
Un ricavo è realizzato e, pertanto, di competenza di un determinato esercizio Come vedremo in seguito, nel nostro ordinamento gli utili di competenza
quando il processo produttivo dei beni o dei servizi è completato e lo scambio non ancora realizzati ma rilevati in bilancio devono essere vincolati in
è già avvenuto. Si sono cioè trasferiti dal venditore al compratore rischi e un’apposita riserva non distribuibile fino al momento della loro
benefici e si è perso altresì il controllo delle produzioni cedute. realizzazione
RIMANENZE DI MAGAZZINO
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Valori economici comuni a due o più esercizi, in quanto si riferiscono a P
processi produttivi iniziati e non conclusi alla fine di un esercizio che
troveranno compimento in quello successivo (vendita o ulteriore
trasformazione). Esempi: merci, materie prime, sussidiarie e di consumo,
semilavorati, prodotti finiti.
Poiché il ciclo reddituale relativo ai beni in rimanenza (che inizia con il
sostenimento del costo di acquisto e termina con il conseguimento del
correlato ricavo di vendita) si svolge a cavallo di due esercizi, a fine anno
è necessario effettuare le scritture di assestamento. Pertanto:
• il CE è movimentato in AVERE (-), trattandosi di una rettifica dei costi
sostenuti nel periodo;
• lo SP è movimentato in DARE (+) poiché il costo stornato si qualifica
come risorsa produttiva a disposizione dell’azienda nel futuro
esercizio.

Esempio 1,
Nel suo primo anno di attività l’azienda BETA ha acquistato 250 beni a 1
euro e ne ha venduti 150 al prezzo di 1,5 euro cad; a fine periodo
residuano a magazzino rimanenze pari a 100 unità. Nel rispetto del
principio della correlazione tra costi e ricavi, il costo relativo ai beni
ESEMPIO 2:
invenduti non rappresenta un onere dell’esercizio e va rinviato all’esercizio
Nell’esercizio X l’azienda commerciale Prima S.r.l. ha acquistato 300 unità
successivo.
di merci al costo unitario di € 1 e ne ha rivendute 200 al prezzo di unitario
Per questa ragione nel conto economico le rimanenze sono portate a
di € 1,5. In data 31.12.X le rimanenze finali di merci sono pari a 100 unità
rettifica dei costi sostenuti, generando una variazione positiva di reddito.
(per semplicità si prescinda dall’IVA).
Le rimanenze vengono segnate nel conto economico al prezzo di costo.

Da un punto di vista patrimoniale le rimanenze finali rappresentano fattori


produttivi disponibili; esse sono quindi contabilizzate tra le attività.
All’inizio dell’esercizio successivo le rimanenze di magazzino vengono
stornate dallo stato patrimoniale e imputate tra i costi di conto economico
(rimanenze iniziali) in quanto correlate a ricavi che, nel corso dell’anno, si
andranno a realizzare.

TIPOLOGIE DI RIMANENZE:

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3 POSSIBILI CRITERI DI VALUTAZIONE:
Le alternative in merito alla richiesta correlazione costi-ricavi sono le
seguenti:
a) Valutazione al costo rinviare ai futuri esercizi i costi sostenuti; in tal
caso la correlazione costi-ricavi è ottenuta nell’esercizio in cui sono
conseguiti i ricavi.
b) Valutazione al provento netto atteso anticipare all’esercizio in
chiusura i ricavi presunti di vendita (al netto dei costi che verranno
sostenuti in futuro); in tale ipotesi la correlazione costi-ricavi avviene
nell’esercizio in cui si sono sostenti i costi di acquisto e/o di lavorazione dei
fattori produttivi;
c) Valutazione del margine (utile) in corso di formazione aggiungere
ai costi sostenuti una quota «ragionevole» del margine in corso di
formazione; in questa eventualità la correlazione costi-ricavi avviene in
ciascun esercizio compreso fra l’acquisto dei fattori produttivi e la vendita
dei prodotti finiti.

21
GLI ELEMENTI DA CONOSCERE AI FINI DELLA VALUTAZIONE

22
Codice Civile – art. 2426 c. 9 (e OIC 13)
9) le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, ovvero al
valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato, se minore;
tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne
sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere
computati nel costo di produzione;

23
24
esempio:

25
esempio:

26
RISCONTI ATTIVI
I risconti attivi sono valori comuni a due o più esercizi che si riferiscono a
quote di costi rilevati integralmente nell’esercizio in corso o in precedenti
27
esercizi, ma che devono essere rinviati al nuovo esercizio perché di
competenza di quest’ultimo. Perché si possa parlare di risconti è
necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano
determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica di fattori
produttivi.

Il costo sostenuto si riferisce a un arco temporale di 12 mesi a cavallo della


chiusura dell’esercizio (nello specifico: 3 mesi riferibili all'esercizio X e 9
mesi riferibili all’esercizio X+1). In applicazione del principio di competenza,
occorre stornare parte del costo già rilevato (per la quota corrispondente a
9 mesi) e rinviarlo all'esercizio successivo:
Risconto attivo = 12.000 * 9/12 = 9.000
Di conseguenza, il 31/12/X si rileva:
• S.P. un valore non numerario comune a due esercizi -> Risconto attivo
RISCONTI ATTIVI E PASSIVI = • C.E. lo storno del costo per la polizza assicurativa non di competenza.
QUOTE DI COSTI/RICAVI CON MANIFESTAZIONE NUMERARIA
NELL’ESERCIZIO MA DI COMPETENZA ECONOMICA
DELL’ESERCIZIO SUCCESSIVO
/!\ I RISCONTI DIMINUISCONO I COSTI E I RICAVI DELL’ESERCIZIO IN
CUI SONO RILEVATI E AUMENTANO I COSTI E RICAVI
DELL’ESERCIZIO SUCCESSIVO!

CARATTERISTICHE
• I risconti evocano una rilevazione anticipata rispetto alla competenza
economica.
• I risconti attivi sono relativi a costi rinviati al futuro.
• Il valore del risconto è determinato con riferimento al periodo di tempo Dopo tale rilevazione, le tavole di sintesi si presentano in questo modo:
“economico” che deve ancora decorrere alla chiusura dell’esercizio.

• Alcune classi di valori, accogliendo costi sostenuti anticipatamente


rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi, sono
frequentemente oggetto di rettifiche (scritture di storno) mediante la
rilevazione di risconti attivi; si tratta, ad esempio, degli affitti passivi e
dei premi assicurativi.
ESEMPIO PREMI ASSICURATIVI: In data 1/1/X+1, successivamente alla chiusura ed alla riapertura dei conti:
In data 1/10/X Gamma S.p.A. paga premi assicurativi per € 12.000,
coprendosi per il periodo 1/10/X - 30/9/X+1.

28
In data 1/12/X è stato stipulato un contratto per la locazione a terzi di un
capannone di proprietà di Mare S.r.l. Il contratto prevede il pagamento di
canoni trimestrali pari a € 3.000 da corrispondersi a Mare all’inizio di ogni
trimestre a partire dal 1/12/X.

RISCONTI PASSIVI
I risconti passivi sono valori comuni a due o più esercizi che si riferiscono a
quote di ricavi rilevati integralmente nell’esercizio in corso o in
precedenti esercizi ma che devono essere rinviati al nuovo esercizio Il ricavo rilevato da Mare S.r.l. in data 1/12/X si riferisce ad un periodo di 3
perché di competenza di quest’ultimo. mesi a cavallo della chiusura dell'esercizio, precisamente 1 mese di
È necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano pertinenza all’esercizio X e 2 mesi all’esercizio X+1. In applicazione del
determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica dei fattori principio di competenza occorre stornare parte del ricavo conseguito (2
produttivi. mesi) e rinviarlo all’esercizio successivo.
Risconto passivo = 3.000 * 2/3 = 2.000
Di conseguenza, il 31/12/X si rileva:
• S.P. un valore non numerario comune a due esercizi -> “Risconto passivo”;
• C.E. lo storno del ricavo relativo agli affitti attivi non di competenza.

I RISCONTI PASSIVI: CARATTERISTICHE


• I risconti evocano una rilevazione anticipata rispetto alla competenza
economica. In data 1/1/X+1, successivamente alla chiusura ed alla riapertura dei conti:
• I risconti passivi sono relativi a ricavi rinviati al futuro.
• Il valore del risconto è determinato con riferimento al periodo di tempo

“economico” che deve ancora decorrere alla chiusura dell’esercizio.


• Alcune classi di valori, accogliendo ricavi conseguiti anticipatamente
rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi sottostanti, sono
frequentemente oggetto di rettifiche mediante la rilevazione di risconti
passivi; si tratta, ad esempio degli affitti attivi.
RATEI ATTIVI
ESEMPIO AFFITTI ATTIVI:
29
I ratei attivi sono valori comuni a due o più esercizi che esprimono In data 1/9/X la Beta S.r.l. concede un credito di € 3.000 a un proprio
quote di ricavi, da rilevare integralmente in successivi esercizi, che per cliente con scadenza 1/5/X+1. Su tale credito maturano interessi attivi per
competenza devono essere attribuiti all’esercizio in chiusura. È € 80 da incassare in via posticipata alla scadenza del credito.
necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano
determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica di fattori Il provento (interesse attivo) che sarà conseguito nell’anno X+1 si riferisce
produttivi. ad un periodo complessivo di 8 mesi a cavallo della chiusura dell'esercizio
(precisamente 4 mesi di pertinenza dell’esercizio in chiusura e 4 mesi
dell’esercizio successivo). In applicazione del principio di competenza,
occorre integrare gli interessi di competenza del periodo in chiusura.
Rateo attivo= 80* 4/8= 40
In data 31/12/X si rileva:

RATEI ATTIVI E PASSIVI = QUOTE DI COSTI/RICAVI DI


COMPETENZA ECONOMICA DELL’ESERCIZIO MA CON
MANIFESTAZIONE NUMERARIA NELL’ESERCIZIO SUCCESSIVO

/!\ I RATEI AUMENTANO I COSTI E I RICAVI DELL’ESERCIZIO IN CUI


SONO RILEVATI E DIMINUISCONO I COSTI E I RICAVI In data 1/1/X+1, successivamente alla chiusura ed alla riapertura dei conti,
DELL’ESERCIZIO SUCCESSIVO si rileva:

CARATTERISTICHE
• I ratei attivi evocano una manifestazione numeraria posticipata rispetto
alla competenza economica.
• Sono relativi a ricavi (componenti positivi di reddito).
• Il valore del rateo è determinato con riferimento al periodo di tempo
“economico” che è già decorso alla data del bilancio.
• Alcune classi di valori, accogliendo ricavi conseguiti posticipatamente
rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi, sono
frequentemente oggetto di scritture di integrazione, mediante la
rilevazione di ratei attivi; si tratta, ad esempio degli interessi attivi.

ESEMPIO INTERESSI ATTIVI: RATEI PASSIVI

30
I ratei passivi sono valori comuni a due o più esercizi che esprimono quote In data 1/6/X+1 saranno pagati in via posticipata interessi passivi annuali
di costi, da rilevare integralmente in successivi esercizi, che per pari a € 1.200 relativi ad un contratto di finanziamento sottoscritto il 1/6/X.
competenza devono essere attribuiti all’esercizio in chiusura. E’
necessario che le quote di competenza dei singoli esercizi siano Il costo per interessi passivi che sarà sostenuto nell’anno X+1 si riferisce
determinabili in ragione del tempo di utilizzazione economica di fattori ad un periodo di 12 mesi a cavallo della chiusura dell'esercizio
produttivi. (precisamente 7 mesi di pertinenza dell’esercizio in chiusura e 5 mesi
dell’esercizio successivo). In applicazione del principio di competenza,
occorre integrare gli interessi passivi di competenza dell’esercizio in
chiusura.
Rateo passivo = 1.200 * 7/12 = 700
In data 31/12/X si rileva:

I RATEI PASSIVI: CARATTERISTICHE


• Evocano una manifestazione numeraria posticipata rispetto alla
competenza economica.
• Sono relativi a costi.
• Il valore del rateo è determinato con riferimento al periodo di tempo In data 01/01/X+1, successivamente alla chiusura ed alla riapertura dei
“economico” che è già decorso alla data del bilancio. conti, si rileva:
• Alcune classi di valori, accogliendo costi sostenuti posticipatamente
rispetto alla utilizzazione economica dei fattori produttivi, sono
frequentemente oggetto di scritture di integrazione mediante la
rilevazione di ratei passivi; si tratta, ad esempio degli interessi passivi.

ESEMPIO INTERESSI PASSIVI: FATTURE DA EMETTERE E DA RICEVERE

31
In data 2/1/X+1 si rileva:
FATTURE DA EMETTERE
ESEMPIO: prima del 31/12/X, la Società ha emesso documenti di
trasporto, a seguito dell’invio a suoi clienti di merci per € 5.000, senza però
avere ancora predisposto le relative fatture. L’ emissione delle relative
fatture (con IVA 20%) avviene in data 2/1/X+1.

I ricavi generati da tali operazioni di vendita, pur essendo di competenza


dell’esercizio X, non sono ancora stati rilevati. Occorre, dunque,
aggiungere al C.E. dell’esercizio X ricavi da vendita pari € 5.000, affinché il
risultato d’esercizio sia comprensivo di tutti i ricavi di competenza
dell’anno. Inoltre, poiché la rilevazione dei crediti verso i clienti avverrà
all’emissione delle fatture nel corso del prossimo esercizio, a fine anno si
utilizzerà un conto assimilabile ai Crediti v/clienti denominato Fatture da
emettere (SP).
Nell’importo delle fatture da emettere è compresa l’IVA a debito in
quanto, indipendentemente dalla data di emissione della fattura, l’IVA deve
entrare nella liquidazione del mese di consegna delle merci (si vedrà che
tale regola non vale per le fatture da ricevere).

In data 31/12/X si rileva: FATTURE DA RICEVERE

32
ESEMPIO: al 31/12/X sulla base dei documenti di trasporto ricevuti dai In generale, i Fondi sono poste del passivo legate ad accadimenti
fornitori, nel magazzino della Rizzi S.p.A risultano essere state prese in caratterizzati da:
carico merci per € 5.000, per le quali le fatture non sono ancora pervenute. - incertezza nell’importo
Le relative fatture (con IVA 20%) pervengono alla società in data 15/1/X+1. - incertezza nell’effettiva possibilità di manifestazione.
La rilevazione delle fatture da ricevere avviene senza considerare l’IVA, Si tratta, nello specifico, di eventi che determinano l’insorgenza di
che viene rilevata soltanto alla ricezione della fattura. componenti negativi di reddito di competenza dell’esercizio in chiusura
In data 31/12/X si rileva: ma aventi possibile manifestazione finanziaria in futuri esercizi.
In particolare i Fondi rischi, attraverso la tecnica del c.d.
“accantonamento”, consentono di rilevare «accadimenti negativi» relativi
a situazioni esistenti alla data di chiusura del bilancio, il cui esito è
«incerto» in quanto legato al verificarsi o meno di uno o più eventi futuri.
I Fondi rischi possono pertanto essere definiti come passività potenziali,
incerte non solo nell’ammontare (quantum), ma pure nella stessa
esistenza (an), che vengono rilevati ogniqualvolta si manifesta un’ipotesi
di rischio che, verosimilmente e prudentemente, si paventa possa
concretarsi in una variazione decrementativa del valore degli impieghi del
capitale di funzionamento, ovvero in una variazione incrementativa del
valore delle fonti del capitale di finanziamento.
I FONDI RISCHI: ACCANTONAMENTO E UTILIZZO
In data 15/1/X+1 si rileva: Sotto il profilo contabile, la rilevazione dell’accantonamento al Fondo rischi
comporta:
1) la rilevazione a C.E. (Dare +) di un valore (non numerario) reddituale
denominato ACCANTONAMENTO AL FONDO RISCHI (causa
economica dell’accantonamento) che esprime la perdita
prudentemente riconosciuta di competenza del periodo.
2) la rilevazione in S.P. (Avere -) di un valore (non numerario) presunto
denominato FONDO RISCHI (causa economica dell’accantonamento),
esprimente l’ammontare accantonato.
Nel momento in cui l’evento si manifesta, si rileva il componente negativo
di reddito e la correlata variazione numeraria certa o assimilata. Tale
componente negativo viene quindi «rettificato indirettamente» attraverso
l’utilizzo del Fondo rischi a suo tempo accantonato.
Un esempio di Fondo rischi è rappresentato dal c.d. Fondo controversie
legali, che si costituisce qualora l’azienda sia soggetta al rischio di
risarcimento danni per responsabilità di natura contrattuale o di alto tipo.
La costituzione di tale fondo si rende necessaria quando è probabile (e non
solo possibile) che l’impresa si trovi a sostenere in futuro esborsi monetari
derivanti da vertenze con clienti, lavoratori o altre controparti.
FONDI RISCHI FONDO CONTROVERSIE LEGALI

33
ESEMPIO: Nel corso dell’esercizio X, la società Gamma S.p.A. è citata per
danni da un cliente, che richiede un risarcimento per € 6.000 per
inadempienze contrattuali. La Gamma si rivolge al proprio avvocato, che
ritiene probabile una sentenza sfavorevole per la società, stimando che il
risarcimento ammonterà a € 3.000. In aggiunta, si prevede che la società
dovrà pagare spese processuali per € 100.
In data 31/12/X si rileva:

In data 7/9/X+1 il giudice definisce un risarcimento complessivo pari a €


3.000. Le spese processuali ammontano, come previsto, a € 100.
In data 7/9/X+1 si rileva:

Alla stessa data, viene rilevato lo storno del fondo per contenzioso civile
per l’importo accantonato nell’esercizio X e, per il corrispondente importo,
si registra la rettifica del costo da sostenere:

34
4.12.2023
SVALUTAZIONE E RIPRISTINO DI VALORE DELLE
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI

PROCESSO DI AMMORTAMENTO
L’ammortamento è il procedimento tecnico-contabile mediante il quale il
costo d’acquisto di un’immobilizzazione viene ripartito tra gli esercizi della
sua vita utile. Il processo di ammortamento termina quando il fondo
ammortamento copre il valore di iscrizione (costo) del bene.
Ai nostri fini assume qui rilevanza il concetto di ovvero:
VNC = Costo storico - Fondo ammortamento
ESEMPIO: Un cespite acquistato per € 10.000 ed ammortizzato per €
8.000 ha un VNC pari a € 2.000.

ESEMPIO: La società Kappa S.p.A al 31/12/X calcola la quota


ammortamento (per ipotesi pari a € 8.000) di un automezzo acquistato ed
entrato in funzione nel corso dell’esercizio precedente.

35
36
ESEMPIO SVALUTAZIONE:
Si considerino i seguenti accadimenti:
• nell’anno 1 si acquista un impianto del valore di 1.200 la cui vita utile è
di 8 anni (ammortamento annuo pari a 150)
• alla fine dell’anno 3 il valore d’uso del bene è pari a 450
• alla fine dell’anno 6 il valore d’uso è pari a 360 ed è superiore al VNC

Poiché il valore d’uso è pari a 450 e mancano 5 anni alla dismissione, le


quote di ammortamento degli anni 4,5,6,7,8 ammontano a 90 (450 /5).

37
38
esempio:

39
40
5.12.2023
CAPITOLO 10- CALCOLO DELLE IMPOSTE, CHIUSURA DEI CONTI E
LA DETERMINAZIONE DEL RISULTATO DI ESERCZIO

LA GESTIONE TRIBUTARIA
La gestione tributaria è costituita dall’insieme dei processi amministrativi
che riguardano la fiscalità aziendale, ovvero il complesso dei rapporti
legali ed economico-finanziari che intercorrono tra l’impresa e la pubblica
amministrazione.
I tributi costituiscono l’oggetto dell’imposizione fiscale e possono essere
classificati come segue:
1)Imposte tributi a cui non è correlata una specifica controprestazione
2)Tasse tributi corrisposti a fronte di una prestazione da parte dello
Stato ad esclusivo favore di un soggetto
3) Contributitributi corrisposti a fronte di una prestazione da parte
dello Stato anche ma non esclusivamente a favore di uno specifico
soggetto.

IMPOSTE
Le imposte si dividono in:
 direttecolpiscono direttamente una determinata ricchezza
es. imposte sul reddito come IRES, IRAP, IRPEF
imposte sul patrimonio - quale IMU
 indirette: colpiscono una manifestazione indiretta di ricchezza
es. IVA, imposta di bollo, imposta di registro

IMPOSTE DIRETTE SUL REDDITO


Le imposte dirette sul reddito a cui sono soggette le società di capitali
sono:
- l’IRES l’Imposta sul Reddito delle Società - proporzionale pari ad una
% del reddito imponibile
- l’IRAPl’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (% sul valore della
produzione netta (lettera A del CE – lettera B del CE civilistico).

TRIBUTI DAL PUNTO DI VISTA CONTABILE


41
Da un punto di vista contabile, i tributi costituiscono dei componenti Per anticipare il versamento delle imposte, è previsto il pagamento di due
negativi di reddito (costi dell’esercizio) iscritti tra gli oneri di natura rate di acconto, da quantificare in via presuntiva sulla scorta della
amministrativa della gestione caratteristica, ad eccezione delle imposte dichiarazione dei redditi dell’esercizio precedente:
dirette sui redditi che, invece, costituiscono la c.d. gestione tributaria o 1) il 1° acconto versato all’Erario entro il 16 del 6°mese successivo
fiscale. alla chiusura dell’esercizio (se l’esercizio inizia l’1/1/X, l’acconto deve
Nel C.E. civilistico: essere versato entro il 16/6/X).
- i tributi (tasse varie) sono rilevati tra i costi dell’attività operativa Secondo la normativa vigente, esso è attualmente pari al 40%
- le imposte dirette sui redditi sono voci riconducibili alla gestione dell’imposta liquidata per l’anno precedente;
tributaria e si rilevano alla chiusura dell’esercizio, dopo aver 2) il 2° acconto essere versato entro l’11°mese dell’esercizio (se
determinato il risultato ante imposte ai fini civilistici e da questo l’esercizio inizia l’1/1/X, entro il 30/11/X).
aver dedotto, in via extracontabile, il reddito imponibile a fini fiscali. Il Secondo la normativa vigente, esso è attualmente pari al 60%
reddito imponibile ai fini fiscali viene infatti calcolato apportando dell’imposta liquidata per l’anno precedente.
all’utile o alla perdita risultante dal Conto Economico le variazioni in
aumento o in diminuzione previste dall’applicazione dei criteri fiscali. ESEMPIO ACCONTI DI IMPOSTA: La società Alfa S.p.A. il 16/6/X versa la
1°rata dell’acconto IRES, pari a € 400.

Contabilmente, al 31/12 di ciascun esercizio si rileva il costo per le imposte


di competenza e il correlato debito per imposte, determinato al netto:
- degli acconti già versati (che originano crediti tributari)
- di eventuali crediti d’imposta e delle ritenute d’acconto subite.

ACCONTI DI IMPOSTA IMPOSTE CORRENTI

42
A fine anno (31/12/X) si determinano le imposte di competenza Al termine del periodo amministrativo cui è riferito l’esercizio, si procede
dell’esercizio (in ipotesi coincidenti con le imposte dovute in base alla all’effettuazione delle operazioni di chiusura funzionali alla formazione
dichiarazione dei redditi, c.d. imposte correnti). del bilancio d’esercizio, che evidenzia - nelle due sintesi di valori
Dalla differenza fra le imposte così calcolate e gli acconti già versati (oltre d’esercizio - la genesi del reddito d'esercizio (Conto Economico) e la
alle eventuali ritenute d’acconto subite) si determina il saldo che deve composizione qualitativa-quantitativa del capitale di funzionamento (Stato
essere versato entro il giorno 16 del 6°mese successivo alla chiusura Patrimoniale).
dell’esercizio (ovvero contemporaneamente al versamento del 1°acconto Il risultato di esercizio è l’elemento comune ai sottosistemi del reddito e
sulle imposte dell’esercizio X+1). del capitale di funzionamento, potendo essere osservato sia in quanto
valore differenziale tra i componenti positivi e negativi di reddito generati
ESEMPIO IMPOSTE CORRENTI: La società Alfa S.p.A. il 31/12/X rileva
per effetto della gestione, sia in quanto variazione incrementativa o
imposte correnti per IRES per € 1.150. Nel corso dell’esercizio X la società
decrementativa del capitale di funzionamento determinatasi per effetto
ha versato acconti per complessivi € 1.000.
della gestione stessa.
All'inizio del periodo amministrativo cui è riferito il nuovo esercizio, si
procederà alla riapertura dei valori riflessi nel sottosistema del capitale di
funzionamento, che costituiscono la “dotazione” di inizio esercizio
(condizioni produttive e vincoli) per lo svolgimento della gestione.

PROCEDIMENTO DELLE OPERAZIONI DI CHIUSURA DEI CONTI


Dopo aver rilevato gli accadimenti dell’esercizio, operate le opportune
scritture di assestamento nel rispetto del principio di competenza e
determinato il carico fiscale, occorre effettuare le seguenti operazioni:
1) predisposizione del bilancio di verifica;
2) chiusura nel Conto Economico dei conti aperti alle variazioni di
esercizio, compresi i valori stimati e/o congetturati derivanti dalle rettifiche
di fine esercizio (scritture di epilogo)
3) determinazione del risultato d’esercizio;
SALDO 4) chiusura nello Stato Patrimoniale dei residui conti accesi alle attività,
Il giorno 16 del 6°mese successivo alla chiusura dell’esercizio, (16/06/X+1)
passività e patrimonio netto (scritture di chiusura).
viene versato il saldo:
Imposte da versare: (€ 1.150 - 1.000) = € 150
N.B.: “chiudere i conti” significa passare dai singoli mastrini che
rappresentano tutti i conti movimentati, nell’esercizio e a fine esercizio, alle
tavole di sintesi che compongono la parte “quantitativa “ del Bilancio, quindi
S.P. e C.E. In particolare:
- nella Tavola del reddito (C.E.) confluiscono i conti che esprimono fattori
produttivi consumati o ceduti nell’esercizio
- nello Stato Patrimoniale (S.P.) le attività/passività a
disposizione/impegnate ai fini della continuazione dell’attivit
BILANCIO DI VERIFICA
OPERAZIONI DI CHIUSURA DEI CONTI
Il bilancio di verifica è un prospetto di sintesi che rileva i saldi di tutti i
conti di mastro. Mostra i valori di bilancio così come scaturiscono dal piano
43
dei conti dopo aver operato, in sede di chiusura, le opportune scritture di In particolare:
rettifica. Il bilancio di verifica costituisce dunque la fonte di informazione  tutti i conti reddituali con eccedenza in + (dare), vale a dire
primaria per la costruzione del bilancio d’esercizio. COMPONENTI NEGATIVI DI REDDITO si saldano nella sezione
NB: i sistemi informativi automatizzati consentono la predisposizione di una opposta, quindi in – (AVERE)
pluralità di bilanci di verifica durante il periodo amministrativo.  tutti i conti reddituali con eccedenza in – (avere) vale a dire
COMPONENTI POSITIVI DI REDDITO, si saldano nella sezione
opposta in + (DARE)

CHIUSURA DEI “CONTI DI REDDITO” (CE) DETERMINAZIONE DEL RISULTATO DI ESERCIZIO


I componenti positivi e negativi di reddito di competenza economica
dell’esercizio vengono riepilogati nel Conto (di sintesi) Economico (CE).
I CONTI REDDITUALI SONO I PRIMI AD ESSERE CHIUSI.

44
ESEMPIO PERDITA: Determinazione di un risultato economico negativo
(es: perdita per € 1.700).

ESEMPIO UTILE: Determinazione di un risultato economico positivo (es:


utile per € 100).

LA CHIUSURA DEI “CONTI DI PATRIMONIO” (SP)


45
I conti accesi alle attività, passività e patrimonio netto, compreso il risultato CAP 11- RIAPERTURA DEI CONTI E DESTINAZIONE DEL RISULTATO
di esercizio, si chiudono nello Stato Patrimoniale finale. In particolare: DI ESERCIZIO
a) tutti i conti patrimoniali con eccedenza in + (dare) vale a dire la
sezione ATTIVITA’ e l’eventuale PERDITA DI ESERCIZIO, si
chiudono nella sezione opposta in – AVERE
b) tutti i conti patrimoniali con eccedenza in – (avere) vale a dire le
PASSIVITA’ e l’eventuale UTILE DI ESERCIZIO, si chiudono nella
sezione opposta in + DARE
A libro giornale, perciò, le scritture dei conti a fine esercizio saranno:

CHIUSURA DEI CONTI ACCESI ALLE ATTIVITA’ (+ eventuale perdita):

CHIUSURA DEI CONTI ACCESI ALLE PASSIVITA’ E AL PATRIMONIO


NETTO (+ eventuale utile d’esercizio) LE OPERAZIONI DI RIAPERTURA DEI CONTI
All'inizio del nuovo esercizio occorre procedere alla riapertura dei conti
presenti nello Stato Patrimoniale finale dell'esercizio precedente.
La rilevazione del sistema iniziale dei valori comporta:
a) la riapertura nel conto «Bilancio di apertura» di tutti i conti che alla fine
dell'esercizio precedente sono stati chiusi nello Stato Patrimoniale finale
b) la ripresa dei valori comuni a due o più esercizi nel Conto Economico
del nuovo esercizio.
La riapertura può essere effettuata simultaneamente per tutti i conti, con
un articolo in P.D. complesso (diversi a diversi) oppure con due articoli
composti (metodo qui utilizzato), uno per la riapertura delle attività e l’altro
per la riapertura delle passività e del capitale netto.

11.12.2023 ESEMPIO:

46
Si ipotizzi che al 31/12/X-1, in sede di chiusura dei conti, siano state Al 01/01/X si effettuano le scritture di riapertura mediante il conto «Bilancio
rilevate le seguenti scritture: di apertura».

RIPRESA DEI VALORI COMUNI A DUE O PIU’ ESERCIZI

47
Poiché vi sono valori, come le rimanenze e i risconti, che rappresentano I ratei iniziali misurano costi o ricavi di competenza dell’esercizio
costi e ricavi sospesi dal reddito dell’esercizio precedente, occorre far sì precedente che non devono più incidere sul risultato economico del nuovo
che essi partecipino al reddito del nuovo esercizio. esercizio. I ratei iniziali possono essere stornati (spenti) secondo 2
ESEMPIO RIMANENZE: diverse procedure:
1) al momento della manifestazione finanziaria (storno posticipato o
differito)
2) subito dopo la riapertura dei conti (storno immediato).

ESEMPIO:
Interessi passivi su mutui, pagabili in via posticipata in data 1/8 e 1/2 per €
4.800 a semestre. Alla fine dell’esercizio precedente era stato registrato un
rateo passivo di € 4.000.

ESEMPIO RISCONTI ATTIVI:

ESEMPIO RISCONTI PASSIVI:

STORNO DEI VALORI COMUNI A DUE O PIU’ ESERCIZI STORNO DELLE FATTURE DA EMETTERE E DA RICEVERE
48
a) fatture da emettere
b) fatture da ricevere

RISERVE DI PATRIMONIO NETTO


Le riserve del patrimonio netto (rispetto alla loro origine) si distinguono
in:
• riserve di utili: alimentate da utili non distribuiti, per legge o per
volontà dei soci (riserva legale, statutaria, straordinaria, utili a nuovo);
• riserve di capitale: alimentate da sottoscrizioni che non confluiscono
nel capitale sociale (riserva sovrapprezzo azioni, versamenti in conto
capitale o a copertura perdite).

In aggiunta, le riserve sono ulteriormente distinguibili in:


• riserve distribuibili: possono essere assegnate ai soci come dividendo
in ogni momento
• riserve non distribuibili (o vincolate): la loro assegnazione è vincolata
al rispetto di disposizioni del codice civile o delle leggi che le hanno
generate. Lo scopo è quello di rispettare il principio di prudenza per
evitare di distribuire utili non ancora realizzati. Il vincolo può essere
derogato secondo le stesse norme ai fini della copertura delle perdite se
non sono sufficienti le riserve libere

DESTINAZIONE DEL RISULTATO DI ESERCIZIO


CODICE CIVILE E OIC 28
49
Il risultato dell'esercizio precedente, rilevato in sede di chiusura e di
formazione del bilancio, è soggetto alla destinazione, deliberata durante il
successivo esercizio, dall'assemblea dei soci.
L’utile può essere:
- distribuito ai soci (in tutto o in parte)
- destinato ad incremento delle riserve
- destinato a copertura di perdite pregresse.
Diversamente, la perdita può essere coperta mediante:
- utilizzazione delle riserve
- riduzione del capitale sociale.

ESEMPIO: In data 20/04/X+1 la società Alfa S.p.A. ha approvato il bilancio


d'esercizio relativo all’anno X e contestualmente ha deliberato la
destinazione dell’utile (pari a € 200.000).
i consideri che:
- il 5% dell’utile viene accantonato a riserva legale;
- lo statuto prevede l’accantonamento annuale a una riserva statutaria
dell’8% dell’utile residuo dopo l’accantonamento a riserva legale;
- il capitale sociale è costituito da 1.000 azioni e ad ognuna spetta un
dividendo di € 171 (i dividendi vengono pagati, a mezzo c/c bancario, in
data 2/5/X+1).

COPERTURA DELLA PERDITA DI ESERCIZIO


In data successiva (2/5/X+1) si procede a pagare il dividendo agli azionisti:

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In presenza di risultati economici negativi (perdita d’esercizio), In data 20/04/X+1 la società Alfa S.r.l. ha approvato il bilancio d'esercizio
l’Assemblea dei soci è chiamata a decidere la modalità più idonea di relativo all’anno X e contestualmente ha deliberato la copertura della
copertura della perdita. Essa può consistere: perdita di esercizio (pari a € 200.000) come segue:
a) nel rinvio della perdita ai futuri esercizi (importi non rilevanti o • €24.000 mediante utilizzo degli utili portati a nuovo di esercizi precedenti;
considerati temporanei e non prolungati nel tempo (Cfr. Art. 2446 CC: • € 15.000 mediante utilizzo della riserva straordinaria;
non deve decurtare di oltre 1/3 il cap. sociale); • € 148.000 mediante utilizzo della riserva statutaria;
b) nell’utilizzo di riserve di utili preesistenti (in caso di importi • €13.000 mediante utilizzo della riserva legale.
rilevanti).
/!\ Altre possibili modalità di copertura delle perdite (qui non trattate)
consistono nella riduzione del capitale sociale o nel versamento di denaro
da parte degli azionisti.

ESEMPIO RINVIO PERDITA AL FUTURO ESERCIZIO:


In data 20/04/X+1 la società Alfa S.r.l. ha approvato il bilancio d'esercizio
relativo all’anno X e, poiché la perdita (pari a € 200) rilevata non ha ridotto
di oltre 1/3 il capitale sociale, ha contestualmente deliberato il riporto a
nuovo.

ESEMPIO REINTEGRO PERDITE TRAMITE VERSAMENTO IN DENARO


SOCI:

ESEMPIO COPERTURA PERDITA TRAMITE UTILIZZO DI RISERVE


PREESISTENTI: ESEMPIO REINTEGRO PERDITE TRAMITE RIDUZIONE DEL CAPITALE
SOCIALE:
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ESEMPIO AUMENTO DI CAPITALE A PAGAMENTO:
La società Gamma S.r.l. delibera un aumento di capitale sociale di € 1.000,
AUMENTO DI CAPITALE SOCIALE sottoscritto in data 15/09/X, mediante conferimento di denaro per € 500 e
Dopo che un’impresa viene costituita, il patrimonio netto subisce variazioni di impianti per € 500. In pari data il 25% del conferimento in denaro viene
(in aumento o in diminuzione) non solo quale conseguenza dei risultati versato su c/c bancario della società.
ottenuti per effetto della gestione (utile o perdita d’esercizio), ma anche per Sottoscrizione dell’aumento di capitale:
operazioni connesse alla necessità di rafforzare la struttura patrimoniale
dell’impresa o renderla più flessibile.
In particolare l’aumento del capitale sociale può realizzarsi secondo due
modalità:
a) Aumento di capitale gratuito si attua col passaggio di riserve di
patrimonio netto a capitale sociale
b) Aumento di capitale a pagamento si attua mediante il versamento
(in denaro ovvero con versamenti diversi) da parte dei soci.
Si attua con versamenti in denaro o con versamenti misti (denaro e beni
in natura). Alla sottoscrizione gli azionisti devono versare almeno il 25% del Conferimenti in natura e in denaro:
valore nominale dei versamenti in denaro presso la cassa sociale.

ARGOMENTO EXTRA
ESEMPIO AUMENTO DI CAPITALE GRATUITO: COSTRUZIONE BILANCIO E PRINCIPI DI REDAZIONE
In data 12/01/X la società Gamma S.r.l. delibera di aumentare il capitale
sociale a titolo gratuito per € 820, potendo disporre di riserve disponibili per
€ 1000.
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STRUTTURA E CONTENUTO DEL BILANCIO DESTINATO A
PUBBLICAZIONE: DALLA CONTABILITÀ GENERALE AL BILANCIO

CODICE CIVILE E IAS/IFRS: OBBLIGHI E FACOLTA’

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
- Obiettivo: dare un’informazione trasparente (disclosure) per
comprendere le dinamiche gestionali in atto e agevolare analisi
comparative
- La materia contabile è regolata da norme di legge che impongono
regole di contabilizzazione e criteri di valutazione
- Per alcuni settori particolari, tra cui quello finanziario, il legislatore
elabora norme contabili specifiche (Banca d’Italia)
La redazione del bilancio destinato a pubblicazione è regolata da due fonti
normative:
1) Il Codice civile, che ha recepito la IV e la VII direttiva CEE (D.Lgs.
127/91) e i principi contabili OIC (Organismo Italiano di
Contabilità, fondazione di diritto privato riconosciuta dalla legge
11/8/2014 nr. 116) che affiancano e completano il Codice civile
2) I Principi contabili internazionali IAS/IFRS, recepiti con il
Regolamento CE n. 1606/2002 e con il D.Lgs. 38/2005.
In questo corso abbiamo considerato la struttura del bilancio redatto
secondo il Codice Civile.

APPROCCIO DI FONDO AI PRINCIPI CONTABILI

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CRITERIO DI ESIGIBILITA’ NELLE PASSIVITA’: vengono riportate prima
le passibilità meno esigibili (nel lungo periodo) e dopo quelle più facilmente
LA NOTA INTEGRATIVA esigibili (di breve periodo)
• Per interpretare i valori di bilancio occorre una lettura integrata di stato
patrimoniale, conto economico e nota integrativa.
• La nota integrativa è la parte più ricca di informazioni sui fatti di
gestione.
• È un documento di tipo «analitico» (mentre stato patrimoniale e conto
economico sono «sintetici»).
• È un documento sia qualitativo che quantitativo (mentre stato
patrimoniale e conto economico sono solo quantitativi).
/!\ La regolamentazione speciale per le banche prevede in modo puntuale
le informazioni che deve fornire e il modo in cui vanno elaborate. Ad
esempio alcune parti devono essere fatte in forma tabellare.

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POSSIBILITÀ DI DEROGHE AGLI SCHEMI
Art 2423-ter Codice Civile:
1) Possibilità di suddividere in modo più particolareggiato le voci
precedute da numeri arabi, senza però eliminare la voce complessiva e
l’importo corrispondente
2) Possibilità di raggruppare le voci se sono di importo irrilevante o
qualora il loro raggruppamento favorisca la chiarezza o la
rappresentazione veritiera e corretta, purché nella Nota Integrativa le voci
siano indicate distintamente
3) Obbligo di aggiungerne nuove voci qualora il loro contenuto non sia
compreso in alcuna delle voci prevista dagli schemi
4) Obbligo di modificare le voci contenute nello schema qualora ciò si sia
reso necessario dalla natura dell’attività esercitata.

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LA NOTA INTEGRATIVA Tale documento, a cura degli amministratori, “ correda ” il bilancio con
Il Codice civile richiede la presentazione di un terzo documento, che è informazioni aggiuntive concernenti la situazione della società e
parte integrante del bilancio: la nota integrativa. l’andamento della gestione nel suo complesso e nei diversi settori in cui
Le finalità di questo documento sono : l’azienda ha operato.
• esplicative delle decisioni prese in sede di valutazione; Il contenuto della relazione sulla gestione può essere così sintetizzato:
• descrittive delle voci (sintetiche) iscritte nei documenti contabili; • evidenza dei più rilevanti andamenti strategico-gestionali, mediante
• informative/integrative per quei dati che per loro natura (qualitativa o una disamina della situazione della società e dell’andamento e del
extracontabile) non fanno parte dello SP e CE risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui ha
Dal 1/1/2016, in seguito al d.Lgs. 139/2015, i conti d’ordine (che davano operato
informazioni sui principali rischi e impegni “fuori bilancio” della società) non • evidenza dei fenomeni dinamici importanti con riguardo allo sviluppo
figurano più in calce allo SP. Tali informazioni sono ora delegate alla Nota della combinazione produttiva, nello specifico (attività di ricerca e
Integrativa. E’ il caso delle fideiussioni, ipoteche, impegni, etc. sviluppo, fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio,
evoluzione prevedibile della gestione);
IL RENDICONTO FINANZIARIO • rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti;
ll Rendiconto Finanziario è parte integrante del bilancio di esercizio • altre informazioni a tutela dei terzi (indicazioni sugli acquisti e le
(obbligatorio per le imprese che adottano gli IAS, non obbligatorio per le alienazioni di azioni proprie o azioni della società controllante e sulla
imprese con meno di 50 dipendenti e ricavi fino a 8,8 mln) gestione del rischio finanziario).
Dà evidenza di come si siano generati e a quanto ammontino i flussi
finanziari (positivi o negativi) generati dalla gestione.
L’oggetto di analisi prescelto è la liquidità, intesa quale moneta e suoi
sostituti più immediati (assegni ed altri valori di cassa, nonché
depositi a vista ed ogni altra attività immediatamente incassabile senza
essere oggetto di significative perdite di valore nel brevissimo termine
ossia entro tre mesi)
Le logiche di aggregazione dei flussi enfatizzano:
• attività di investimento, cioè impiego di liquidità in immobilizzazioni
materiali immateriali e finanziarie o in finanziamenti a favore di terzi, al
netto dei correlati flussi per disinvestimento o rimborso;
• attività di finanziamento (financing activities), cioè fonti di liquidità
provenienti da capitale di prestito o di rischio, al netto dei correlati rimborsi;
• attività operative (operating activities), ciò che residua da investimenti e
finanziamenti.

LA RELAZIONE SULLA GESTIONE SCHEMI DI BILANCIO PREVISTI DAL CODICE CIVILE

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PRINCIPI GENERALI DI REDAZIONE DEL BILANCIO DI ESERCIZIO
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DESTINATARI DEL BILANCIO E REQUISITO DELLA NEUTRALITA’
Il bilancio è rivolto agli stakeholder, ovvero tutti quei soggetti che sono
portatori di interessi nei confronti dell’impresa e che in vario grado ne
sopportano il rischio (es. soci, finanziatori, fornitori, clienti, Erario,
sindacati, lavoratori, comunità locali...)
Essendo rivolto ad una platea eterogenea di destinatari, il bilancio deve
essere redatto in maniera imparziale, seguendo il principio della
neutralità senza favorire le esigenze informative di una particolare
categoria di stakeholder, ma soddisfacendole tutte.
/!\ Contrastano con la neutralità le politiche di bilancio tese, per esempio, a
conguagliare i redditi nel tempo, a far apparire situazioni patrimoniali
migliori di quelle che sono per favorire l’ottenimento di finanziamenti
bancari, a contenere il reddito per ridurre o posporre la tassazione. Allo
stesso modo, è incompatibilità con la finalità del bilancio di esercizio
l’inclusione di valutazioni prospettiche dell’investitore (capitale economico)

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