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Num Domande Definizione Esempi/Formule

BEP = CF / (PV – CVU)


Dove:
• BEP è il Break Even
Point, ovvero la quantità
di unità da produrre per
Il Break Even Point (BEP) è un importante strumento di previsione e di pareggiare i costi;
controllo della gestione aziendale. • CF sono i costi fissi;
1. Break event Point
Previsione perché con esso determiniamo le vendite che serviranno a • PV è il prezzo di vendita
raggiungere una situazione di pareggio fra i costi ed i ricavi. di una sola unità del
prodotto;
• CVU è il costo variabile
unitario, ovvero il costo
variabile applicato a quella
singola unità di prodotto.
Il factoring è una forma di finanziamento particolare; consiste nel cedere
i propri crediti ad intermediari specializzati (i "factor") per ottenere un
immediato flusso di cassa in entrata. E' possibile a due condizione: a) il
cedente deve essere un imorenditore; b) si tratta di crediti contratti
nell'ambito dell'attività d'impresa.Si distinguono due modalità di
factoring: a) pro soluto, in cui il factor si accolla il rischio di un mancato
incasso del credito, b) prosolvendo, in cui il trasferimento di crediti
avviene salvo buon fine,ovvero in caso di insoluto ne risponde il cedente.
2. Factoring
Il factoring offre notevole vantaggi per l'impresa: - reperibilità immediata
di fondi, - assicurazione dal rischio in caso di pro soluto, - gestione
incassi semplificata, anche a livello commerciale. Gli svantaggi
consistono essenzialmente nell'onerosità dell'operazione: si applicano dei
costi di factoring su ogni operazione, in percentuale sul totale del credito
smobilizzato.Inoltre vi sono gli interessi che maturano dalla data di
incasso a quella di scadenza originaria,oltre a costi amministrativi vari.

Le perdite su crediti rappresentano quella parte di crediti che la società


non riesce ad incassare, il presupposto è che il credito sia stato
contabilizzato, se la perdita è certa la perdita va ascritta direttamente a
conto economico riducendo il credito a bilancio, se la perdita è probabile
ma non certa va accantonato un fondo svalutazione crediti, in questi casi
quindi la contropartita dell'accantonamento sarà il FSC, il fondo viene Perdita a CE
classificato in bilancio in riduzioe della voce crediti. Perdite su crediti @ Crediti
dal punto di vista fiscale l'accantoamento è fiscalmente deducibile nei v/Clienti
3. Perdite su crediti
limiti dello 0,5% del valore nominale dei crediti, fino ad un massimo del Accantonamento
5% del valore dei crediti. Le perdite invece sono deducibili se ne è Accantonamendo @
dimostrata che la perdita è certa è definitiva. l'onere della prova è a Fondo svalutazione crediti
carico della società salvo i casi in cui si tratta di crediti di modesta entità'
2.500 euro per le piccole imprese e 5.000 euro per le imprese di più
grandi dimensioni, in questi casi l'entità del credito dimostra di per se
l'antieconomicità del recupero ed è considerato sempre deducibile

Le imposte differite rappresentano un disallineamento temporaneo tra Plusvalenza su beni


risultato civilistico e reddito imponibile da assoggetare a tassazione. Si strumentali, tassabile per
4. Imposte differite
hanno imposte differite ogni qualvolta la normativa fiscale considera opzione in 5 anni max.
deducibili dei costi di competenza futura (caso raro) o considera non Scrittura anno x: imposte
tassabili dei ricavi di competenza nell'esercizio in corso. differite a fondo imposte
differite. anno x+1 :
stornare il fondo,
imputando l'imposta
differita

La riduzione del capitale può avvenire in modo volontario, tramite


approvazione dell'assamblea straordinaria. Può essere attuata in due
modi, ovvero tramte liberazione degli azionisti dell'obbligo di
versamento dei decimi residui o tramite restituzione dei versamenti
precedentemente effettuati agli azionisti. Situazione diversa il caso in cui
la società dichiari perdite gestionali per più di 1/3 del capitale sociale. In
tal caso gli amministratori (o il Collegio sindacale) devono convocare
Riduzione del l'assemblea immediatamente, comunicando la sitazione patrimoniale agli
5.
capitale azionisti. L'assemblea è libera di scegliere di riportare a nuovo la perdita,
ma se entro l'anno successivo questa non si è ridotta di 1/3 del capitale
sociale, l'assemblea deve deliberare una corrispondente riduzione del
bilancio, con verbale redatto da notaio. Ultimo caso è che la perdita
scenda sotto il limite del minimo legale: vi è l'obbligo di abbattere il
capitale e ricostituirlo nei limiti del minimo legale, salvo si opti per
trasformare in srl (in caso di spa) o di sciogliere la società.

Si tratta in genere di elargizioni in denaro a fondo perduto erogate da Le scritture contabili


enti pubblici o privati allo scopo di sostenere l’economia con particolare saranno le seguenti.
riguardo ad alcuni settori economici e alle aree svantaggiate del nostro
paese. All’atto della liquidazione
I contributi ottenuti possono essere connessi ad oneri specificamente del contributo si rileverà
individuati o possono anche essere erogati al solo scopo di aumentare le l’esistenza del credito
risorse dell’impresa, potremo quindi distinguere: verso l’ente erogatore:
contributi in conto esercizio se i conferimenti in denaro vengono
destinati al finanziamento di esigenze di gestione, Credito vs ente XY (Sp)
contributi in conto capitale se i conferimenti destinati sono destinati al a
potenziamento o ristrutturazione del patrimonio aziendale, Contributi conto esercizio
contributi in conto impianti se gli stessi sono erogati specificamente per (Ce)
Contributi in consentire l’acquisizione di beni strumentali ammortizzabili.
conto esercizio, I contributi in conto esercizio andranno imputati contabilmente per All’atto dell’accredito
6.
conto capitale e competenza nel momento in cui l’impresa acquisisce il diritto dello stesso verrà rilevato
conto impianto all’erogazione del contributo secondo ragionevole certezza; il diritto l’incasso al netto della
sorge in base a contratto ovvero a seguito di delibera o decreto di ritenuta del 4%:
liquidazione.
La corretta classificazione nelle voci del conto economico dipende dalla Diversi
natura del contributo: a Credito
A5): se il contributo integra ricavi della gestione caratteristica o delle vs ente XY (Sp)
gestioni accessorie, ovvero se riduce i relativi costi;
C16): se il contributo riduce costi di natura finanziaria di competenza di Banca c/c
esercizi precedenti;
C17): se il contributo riduce costi di natura finanziaria di competenza Erario c/ritenute
dell’esercizio.
Se la certezza di erogazione avviene in un esercizio successivo a quello in
cui si sono verificati i fatti gestionali cui il contributo si riferisce, il ricavo Vanno Collocati in A5), o in
non rispetterà il principio di correlazione con il costo a cui è riferito ma differenti voci se volti a
andrà iscritta una sopravvenienza attiva ordinaria, da imputare alla voce ridurre una spesa specifica
A5) del conto economico. (ad esempio interessi)
I contributi in conto capitale sono quelli erogati per un generico
potenziamento della struttura patrimoniale dell’impresa o per la
copertura di perdite, senza che la loro concessione sia subordinata alla
realizzazione di uno specifico investimento.
In questo caso l’iscrizione in bilancio deve avvenire in base al criterio di
competenza; fino al 2015 lo stesso andava iscritto in bilancio quale
provento straordinario, sopravvenienza attiva, nella voce E20) di conto
economico, mentre dal 2016 la posta andrà iscritta nelle altre sezioni del
conto economico in base alla natura.
Contabilmente, all’atto dell’ottenimento del contributo e al pagamento
dello stesso, le scritture da rilevare sono le medesime già esaminate per i
contributi in conto esercizio, diversamente dal primo caso però il
contributo in conto capitale deve essere tassato per cassa. L’azienda
può scegliere la rateazione della tassazione in cinque periodi di imposta,
calcolando le imposte differite Ires relative ai 4/5 del contributo.
Da ultimo, possono essere erogati alle imprese anche contributi in conto
impianti, sono tali le somme ottenute per l’acquisto o la costruzione di
immobilizzazioni materiali o immateriali ammortizzabili.
In merito alla imputazione di tali contributi ci sono due metodi
alternativi:
metodo indiretto, il ricavo viene iscritto alla voce A5) e rinviato per
competenza agli esercizi successivi mediante l’iscrizione di risconti
passivi;
metodo diretto, il contributo viene portato a diretta riduzione del costo
delle immobilizzazioni cui si riferisce. In tal modo il contributo non viene
iscritto a conto economico, ma il risultato d’esercizio è correttamente
influenzato poiché l’ammortamento del bene strumentale viene calcolato
sul valore del bene al netto dell’importo del contributo.
I principi contabili non danno preferenza ad alcuna delle due modalità di
contabilizzazione, ma prevedono l’obbligo di indicazione in nota
integrativa del metodo prescelto.

I beni immateriali sono iscritti al costo di acquisto o al costo di


produzione se prodotti internamente. Il dlg. 139/2015 ha introdotto
alcune novità relative alla capitalizzazione dei costi: i costi di pubblicità e
Beni immateriali, di ricerca non potranno più essere inseriti in stato patrimoniale come
costi di ricerca e attività immateriali, ma dovranno essere iscritte a costo (B/7) in conto
7.
sviluppo e costi economico. Resta valida la possibilità di capitalizzare le spese di
capitalizzati impianto, ampliamento e sviiluppo, a patto che: - siano in grado di
produrre benefici futuri - il collegio sindacale, valutata l'operazione, dia
il consenso.
Il leasing finanziario è un contratto tipico ed è un contratto di locazione
finanziaria con cui una banca o un intermediario finanziario si obbligaro
ad acqusitare o a far costruire un bene su scelta e secondo le indicazioni
dell'utilizzatore, che ne assume tutti i rischi, anche di perimento, e lo
fanno mettere a disposizionem per un dato tempo, verso un corrispettivo
che tiene conto del prezzo di acquisto o di costruzione e della durata del
8. Leasing contratto. In favore dell'utilizzatore è prevista un'opzione finale di
acquisto (opzione di riscatto)
Il leasing operativo invece è equiparato ad un contratto di locazione,
generalmente l'opzione di riscatto non viene esercitata, il fine non è
l'aquisizione del bene ma piuttosto il suo utilizzo per il tempo del
contratto

Il bilancio sociale viene redatto allo scopo di fornire dati utili non solo
agli azionisti, ma a tutti gli stajeholder che gravitano intorno all'impresa.
Non vi è un modello unico o particolari disposizioni come per il bilancio
civilistico, è a discrezione dei redattori impostarlo con le informazioni
Bilancio sociale
ritenute più utili (ad oggi, vari organi propongono alcune linee guida).
(quali sono i dati
9. Essendo rivolto ad una platea "generica", contiene un insieme di dati
utili per gli
finanziariri, raccolti in varie aree. Tali dati riguardano l'ambiente, la
stakeholders?)
comunità, i propri diendenti e qualsiasivoglia altro elemento utile a
inquadrare la mission dell'impresa, il valore aggiunto da essa creato a
favore della colllettività, i principi etici su cui basa la propria attività.

Le operazioni di rettifica sono operazioni di assestamento da effettuare in


fase di chiusura di bilancio. Hanno lo scopo di indivuduare la quota di
Operazioni di costi/ricavi di competenza futura, la cui manifestazione finanziaria è
10.
rettifica avvenuta nell'esercizio in corso. Si dividono in risconti attivi e
passivi,rilevazione delle rimanenze e incrementi per lavori interi.

E' la capacità dell'impresa di soddisfare il fabbisogno finanziario


generato dalle esigenze della gestione, in particolar modo, dalla necessità
di effettuare investimenti a sostegno della crescita aziendale, grazie alle
risorse liberate dalla gestione stessa senza ricorrere o ricorrendo solo in
parte, a finanziatori esterni sotto forma sia di crediti che di capitale di
Autofinanziamen rischio.
11.
to Si distingue l'autofinanziamento in senso stretto che è dato dalla quota di
utili non distribuita e l'autofinanziamento in senso lato che è dato dalla
capacità dell'azienda di trattenere i cash flow all'interno della stessa, in
questo caso sarà dato dal flussi di cassa attivi meno i flussi di cassa
negativi, sostanizialmente è il cash flow della gestione caratteristica

Un primo distinguo è quello della durata della partecipazione, durevole


(immobilizzazione) o non durevole (iscritta in attivo circolante) se
Criteri di destinate ad essere vendute a breve. In questo secondo caso, si valutano
valutazione in al minore tra costo di acquisto e valore desumibile dal mercato. Nel caso
12. bilancio delle di parteciapzioni immobilizzate, nella rilevazione iniziale, si valutano a
partecipazioni costo di acquisto, comprensivo di oneri accessori. Nelle rilevazioni
(OIC 21) successive, se alla data di chiusura d'esercizio risultano durevolmente
inferiori al costo di acquisto, occorre svalutare tale partecipazione.
Tuttavia è possibile non procedere a svalutazione nel caso vi sia la
certezza che tale perdita di valore sia solo temporanea; in tal caso,
occorrerà spiegarne i motivi in Nota integrativa. Infine è da ricordare che
per le partecipazioni controllate e collegate, in deroga al criterio del
costo, vi è la possibilità di valutare tali partecipazioni con il metodo del
patrimonio netto.

Le immobilizzazioni si distinguono in materiali, immateriali e


finanziarie. Il criterio generale di valutazione è il costo, che però dovrà
essere svalutato in caso di perdita durevole di valore. Nel caso di costo di
acquisto si computano anche gli oneri accessori. Nel caso di costo di
produzione, si valutano la somma di costi diretti e indiretti imputabili al
Valutazioni delle
13. prodotto. Per ogni tipo di immobilizzazione, vi sono alcune nozioni da
immobilizzazioni
indicare, quali gli ammortamenti (per immateriali e materiali), il costo
ammortizzato (principalmente finanziarie), le deroghe al costo previste
per rimanenze e lavori in corso di ordinazione, oltre alle partecipazioni in
imprese controllate/collegate.

Il cut off è una test che si esegue in fase di revisione legale: è utilizzato
per verificare la corretta applicazione del principio di competenza nella
contabilizzazione delle fatture di acquisto e di vendita a cavallo
dell'anno. Per ottenere ciò, il revisore deve munirsi di registri Iva, fatture
Cosa si intende
14. e ddt. Dopodichè, egli deve scegliere un campione significativo su cui
per cut off?
verificare ed accertare che costi (e ricavi) siano stati puntualmente iscritti
in bilancio secondo la competenza temporale desumibile dalla
fattura/ddt.

è un indice di indebitamento dato dal rapporto tra Capitale Investito e


Capitale Proprio. Il leverage dimostra in che modo l'azienda riesce a
finanziare i propri investimenti, se con prevalenza di capitale proprio o
di terzi. LEVERAGE=1 tutti gli investimenti sono finanziati con capitale
proprio. LEVERAGE TRA 1 E 2: situazione positiva, buon equilibrio tra ROE=ROI+(ROI>ROD)*Ti/
15. Leva finanziaria
cap proprio e cap di terzi. LEVERAGE > 2: situazione di indebitamento E
aziendale che diventa più onerosa per l'azienda al crescere di tale indice.
EFFETTO LEVA: misura la convenienza dell'azienda ad indebitarsi: il
ROE dipende anche dal ROI, dal ROD e dall'effetto leva infatti
Uno degli strumenti di misurazione della performance è il balanced
scorecard, in grado di misurare in modo sistematico la capacità che ha
ogni funzione di creare valore per i clienti.
La BSC, è uno strumento che misura la performance aziendale non solo
dal punto di vista strettamente economico, finanziario e patrimoniale. La
balanced scorecard analizza l’azienda nella sua totalità prendendo in
considerazione aspetti che spesso e volentieri vengono tralasciati quando
si effettuano determinate analisi.
In particolare si tratta di un sistema che analizza l’azienda dal punto di
vista delle ‚prospettive di miglioramento‛. In pratica, prende in
considerazione alcune ‚prospettive‛ dalle quali è possibile apportare dei
miglioramenti alla performance complessiva dell’azienda. Le prospettive
sono quelle che analizzano:
• l’aspetto economico-finanziario: in tal senso, ci si riferisce agli
indicatori di carattere finanziario che forniscono indicazioni sulla ‚salute
finanziaria‛ dell’impresa;
• l’aspetto del cliente: serve al management per identificare alcuni
Multidimensiona
aspetti rilevanti del rapporto con il cliente. Si analizzano gli aspetti
lità della
16. relativi all’acquisizione del cliente, alla sua fedeltà e al suo livello di
performance
soddisfazione nei confronti dell’azienda. Inoltre, vengono studiati i
aziendale
prodotti dell’azienda ed il loro livello di profittabilità;
• l’aspetto interno: questa prospettiva di analisi serve al management per
identificare i processi interni che possono rappresentare delle criticità. Se
ne esistono, questi aspetti critici devono essere risolti poiché l’obiettivo è
permettere all’azienda di eccellere;
• l’aspetto relativo all’innovazione e all’apprendimento: Questa
prospettiva serve per identificare la struttura che l’impresa deve
costruire per per realizzare lo sviluppo dell’organizzazione nel lungo
periodo. Riguarda, quindi, tutti i processi relativi alle persone, ai sistemi
e alle procedure organizzative. Questi processi richiedono all’impresa di
effettuare investimenti nella qualificazione e riqualificazione del
personale in essa operante.
In base al BSC il miglioramento di un’area si riflette inevitabilmente sulle
altre, soprattutto in considerazione del fatto che l’impresa è considerato
un insieme ‚sistemico‛. ‚Sistemico‛ significa che è un sistema di
relazioni ed interrelazioni tra loro interconnesse

l collegio sindacale, in Italia, è un organo di vigilanza presente nelle


società di capitali e cooperative.
Previsto dal codice civile italiano, è sempre obbligatorio nella società per
azioni e nelle società in accomandita per azioni. Negli altri casi, per le
società a responsabilità limitata, il collegio sindacale è facoltativo e può
essere previsto nell'atto costitutivo.
Collegio Nelle società a responsabilità limitata, invece, ai sensi dell'art 2477
17.
sindacale comma 3 c.c., è obbligatorio solo se:
la società non può redigere il bilancio in forma abbreviata perché supera i
limiti previsti dall'art. 2435 bis del codice civile;
la società è obbligata a redigere il bilancio consolidato (cfr. d.lgs.
27.1.2010 attuativo della direttiva 2006/43/CE);
la società controlla società obbligate alla revisione legale (cfr. d.lgs.
27.1.2010 attuativo della direttiva 2006/43/CE).
Secondo l'art 2397 c.c, il collegio sindacale si compone di 3 o 5 membri, i
primi eletti dall'atto costituivo. È possibile che lo stato o gli enti pubblici
possano provvedere alla nomina dei sindaci. In caso di revoca o di
dimissioni di un membro effettivo subentra in ordine di anzianità un
supplente, mentre l'assemblea provvede alla nomina dei nuovi sindaci
fino al ripristino del numero stabilito. I nuovi sindaci comunque durano
in carica solo fino all'esaurimento del mandato dei sindaci che sono
chiamati a sostituire. La durata in carica dei sindaci è inderogabilmente
stabilita per tre esercizi.
Poteri
Riuniorsi ognni novanta giorni;
Presenziare alle riunioni del CDA;
Effettuare ispezioni e controlli;
Verificare il rispetto della legge e dello statuto;
Gli può essere affidato il controllo contabile (solo se non la soc non fa
consolidato, e non fa ricorso al mercato dei capitali di rischio)

Il rapporto di cambio è il conteggio che occorre porre in essere nella


operazione di fusione propriamente detta: serve a determinare il valore
attribuito alla partecipazione nella società risultante dalla fusione rispetto
al valore che la partecipazione aveva nella o nelle società partecipanti alla
Rapporto di fusione. In pratica il concambio indica il numero delle nuove azioni o
18.
cambio quote della società risultante dalla fusione che riceveranno i soci della o
delle società partecipanti alla fusione a fronte del numero delle vecchie
azioni o quote delle società e che saranno annullate per effetto della
fusione stessa.

L'accantonamento al fondo TFR è obbligatorio in quanto nasce per


garantire una remunerazione aggiuntiva ai dipendenti, in sede di
cessazione del rapporto di lavoro con gli stessi.
In virtù della sua importanza è iscritto in una sezione apposita del
TFR (se non
passivo dello stato patrimoniale (C) Trattamento di fine rapporto di
viene
lavoro subordinato). Il suo mancato accantonamento in bilancio
19. accantonato ci
comporta un errore che dovrà essere valutato da eventuali organi di
sono sanzioni
controllo. Se, all'atto della cessazione del rapporto di lavoro, il datore non
gravi?)
versa il TFR dovuto al lavoratore, quest'ultimo può far valere le sue
ragioni in giudizio (Giudice Civile) visto che il datore ha manifestato un
inadempimento contrattuale.

I costi sostenuti dall’impresa si possono concettualmente suddividere in:


• Costi diretti: sono quelli riferibili a un dato oggetto in modo
immediato, in funzione dei consumi sostenuti in termini di materie
prime, energia, ecc. L’imputazione di tali costi è quindi oggettiva.
20. Tipologie di costo • Costi indiretti: sono quelli che possono essere riferiti a un determinato
oggetto solo sulla base di opportuni parametri di riparto. L’imputazione
di tali costi all’oggetto è quindi soggettiva, in quanto varia in funzione di
quelli che sono i parametri di riparto prescelti.
Modalità di calcolo dei costi:
• Direct costing: Costo del prodotto = costi variabili + costi fissi,
direttamente imputabili a quel dato oggetto. I costi di struttura sono
considerati costi di periodo e sono esclusi dal calcolo.
o Pregio: semplicità di calcolo
o Difetto: i costi indiretti hanno fortissima incidenza sul totale, cosicchè
escludendoli dal calcolo si ottiene un valore distante da quello reale.
La sempre maggiore incidenza dei costi indiretti ha quindi portato al
graduale abbandono della procedura.
• Full costing: costo del prodotto = costi variabili + costi fissi, sia diretti
che non specificamente imputabili all’oggetto. I costi comuni e generali
sono ripartiti in funzione di criteri soggettivi, mentre i costi diretti
mantengono la loro imputazione oggettiva. I criteri di riparto (soggettivi)
possono essere: gli stessi per ogni costo generale; differenziati in
funzione della tipologia di costo da ripartire.
• Activity based costing (ABC): Costo del prodotto = tutti i costi, diretti e
indiretti, riferibili al prodotto. L’ABC rappresenta un’evoluzione del full
Criteri di costing e si basa sul’assunto che i costi siano generati dalle attività
21. ripartizione del produttive piuttosto che dai prodotti stessi. Si individuano pertanto dei
costo indiretto costi drivers, ossia delle attività, nell’impresa, il cui svolgimento
comporta il sostenimento di costi: si tratta delle cosiddette funzioni
aziendali. Si individuano quindi i costi relativi all’attività di magazzino,
piuttosto che a quella di amministrazione del personale, ecc. Per ciascun
cost driver si individua il costo unitario dato da: costo totale della
funzione/quantità complessiva dell’indicatore preso come riferimento
(es. costo dell’attività di amministrazione commerciale/numero fatture
emesse).
Il costo del prodotto deriverà quindi da:
o + costi diretti del prodotto
o + costi unitari cost driver1 X quantità di indicatore 1 consumata dal
prodotto
o + costi unitari cost driver2 X quantità di indicatore 2 consumata dal
prodotto
La metodologia ABC coincide con il full costing solo qualora essa adotti
un unico criterio di riparto dei costi indiretti (ovvero qualora si individui
un unico cost driver).

La dottrina propone diversi metodi di valutazione del capitale


economico. Di solito, i periti utilizzano più metodologie
contemporaneamente nel valutare la medesima azienda. Pur rimanendo
nel campo dell’incertezza propria delle stime, infatti, l’adozione di più
metodi può fornire dati meno discrezionali e può permettere
Metodi di l’individuazione di un intervallo di valori anziché di un valore puntuale.
valutazione del Le metodologie possono essere così classificate: metodi patrimoniali;
22.
capitale metodi reddituali; metodi finanziari e metodi misti.
economico Metodi patrimoniali: viene data importanza al valore dei sinoli assets che
compongono il patrimonio aziendale, puntano a quantificare
l’ammontare di capitale che un investitore dovrebbe impiegare per
costituire un’impresa con la stessa composizione patrimoniale, non si
vede la redditività prospettica. In sostanza si vedono i valori correnti di
sostituzione. Metodo patrimoniale semplice: si parte dal Capitale Netto
Contabile di una situazione infra-annuale e si revisionano i valori
patrimoniali per esprimerli ai valori correnti o di sostituzione, si devono
considerare anche gli effetti fiscali. Metodo patrimoniale complesso:
come quello semplice ma cerca di fornire un valore anche ai beni
immateriali suscettibili di trasferimento solo unitamente al complesso
aziendale (assets non autonomi privi di valore di mercato).
Metodi reddituali: L’idea generale ispiratrice di tutti i metodi reddituali è
che il valore dell’azienda dipenda unicamente dai redditi che, in base alle
attese, essa sarà in grado di produrre. Non prende in considerazione i
componenti estranei alla produzione caratteristica per cui tali valori
saranno valutati col metodo patrimoniale. I redditi futuri attesi sono
contrapposti alla remunerazione ottenibile sul mercato da un soggetto
che investa pari ammontare di capitale. Metodo reddituale semplice: V=
Ri+GCA ovvero il reddito annuo costante che l’azienda è in grado di
produrre attualizzato per un periodo illimitato (rendita perpetua) +
valore degli investimenti accessori valutati col metodo patrimoniale.
Problema operativo: trovare un reddito medio da normalizzare (si
analizza la gestione passata e i business plan) e un tasso di interesse
adeguato (si vedono i tassi di mercato e si tiene conto del rischio di
impresa). Metodo reddituale complesso: raffina il metodo semplice
cercando di attualizzare non un reddito normalizzato atteso bensì un
reddito atteso anno per anno.
Metodi finanziari: il valore dell’azienda è considerato pari alla somma di
tutti i dividendi che l’investitore potrà incassare in futuro sommati al
prezzo a cui l’investitore stesso potrà cedere l’azienda (reddito preferito
in caso di cessione d’azienda mentre nel caso di trasformazione si
preferiscono i redditi patrimoniali). Pertanto si attualizzano i flussi di
cassa futuri. La prassi valutativa, in caso di impiego dei metodi
finanziari, adotta prevalentemente il metodo analitico unlevered basato
sul processo di attualizzazione, altrimenti detto unlevered discounted
cash flow. L’approccio levered si applica principalmente nei casi in cui
appaia particolarmente complessa la stima della posizione finanziaria
netta, come accade, per esempio, per le imprese bancarie.
Metodi misti: abbinano i criteri dei metodi patrimoniali e di quelli
reddituali. Esempio metodo della stima autonoma dell’avviamento:
V=K+A+GCA (K valore dell’azienda con metodo patrimoniale semplice
A avviamento GCA reddito della gestione accessoria).

L’ OIC 18, par. 15, chiarisce che «I ratei e i risconti si riferiscono a ricavi e Ratei attivi: DARE
costi la cui competenza è anticipata o posticipata rispetto alla Ratei Passivi: AVERE
manifestazione finanziaria. L’importo dei ratei e dei risconti è Risconti attivi: DARE
determinato mediante la ripartizione del ricavo o del costo, al fine di Risconti Passivi: AVERE
attribuire all’esercizio in corso solo la quota parte di competenza. I Ratei sono scritture di
Ratei e risconti Ratei: manifestazione finanziaria successiva a quella economica. integrazione e sono valori
23. (sono integrativi Risconti: manifestazione finanziaria anteriore a quella economica. finanziari
o rettificativi?) Le scritture di integrazione hanno lo scopo di aggiungere nel corso della I Risconti sono scritture di
determinazione del reddito quei costi e quei ricavi che sono già maturati rettifica a sono valori
ma che non hanno ancora avuto manifestazione finanziaria. In questo economici che vengono
caso la manifestazione economica precede quella finanziaria. riportati nello stato
Le scritture di rettifica sono finalizzate a stornare e detrarre dal risultato patrimoniale, (come le
economico di esercizio quei componenti positivi e negativi di reddito che immobilizzazioni)
hanno avuto manifestazione finanziaria nel corso dell’esercizio o in
esercizi precedenti, ma che danno utilità e sono di competenza dei
successivi esercizi. in questo caso la manifestazione finanziaria precede
quella economica.

Rappresenta uno dei docuementi obbligatori di bilancio (non per


abbreviati e micro) ed è redatta dagli amministratori, ripercorre
l’andamento dell’esercizio della società. Nel caso in cui la società sia
quotata, è inoltre prevista una relazione semestrale, conformemente ai
criteri dettati dalla Consob, da presentare al Collegio Sindacale entro 3
mesi dalla fine del primo semestre e soggetta a pubblicazione.
La relazione sulla gestione deve riportare un’analisi fedele equilibrata ed
esauriente della situazione della società, dell’andamento e del risultato
della gestione, nel suo complesso e nei vari settori di operatività, anche
attraverso imprese controllate: tale quadro deve prestare un’attenzione
particolare a costi, ricavi e investimenti, nonché contenere una
descrizione dei principali rischi e incertezze cui la società risulta esposta.
L’analisi deve essere tanto più dettagliata quanto maggiori sono l’entità e
la complessità degli affari della società e contenere riferimenti agli
importi riportati nel bilancio e chiarimenti aggiuntivi su di essi.
Nella relazione devono risultare:
Relazioni sulla • le attività di ricerca e sviluppo
24.
gestione • i rapporti con le imprese appartenenti al medesimo Gruppo
• il numero e il valore nominale sia delle azioni/quote proprie, sia di
quelle della società controllante possedute dalla società
• il numero e il valore nominale sia delle azioni/quote proprie, sia di
quelle della società controllante acquistate/vendute nell’esercizio
• i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio
• l’evoluzione prevedibile della gestione
• l’elenco delle sedi secondarie della società
Se la società ricorre a strumenti finanziari e l’informazione è reputata
rilevante per la valutazione della situazione sociale, devono essere altresì
indicati:
• gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio
finanziario, compresa la politica di copertura per ciascuna principale
categoria di operazioni previste
• l’esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di credito, al
rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari.
L’organo amministrativo della società deve redigere il progetto di
bilancio, secondo gli schemi obbligatori previsti dal Libro V del Codice
civile, per portarlo all’approvazione dell’assemblea che deve essere
convocata, per tale motivo, almeno una volta l’anno, entro il termine
stabilito dallo statuto e comunque non oltre il termine di 120 giorni dalla
chiusura dell’esercizio.
Il Codice Civile consente che tale termine possa essere prorogato a 180
giorni per ‚speciali ragioni‛, in particolare quando:
- si tratta di società tenute alla redazione del bilancio consolidato;
- lo richiedano particolari esigenze .
Il progetto di bilancio, deve essere consegnato al Collegio sindacale
almeno 30 giorni prima di quello fissato per l’assemblea che deve
Termini di discuterlo, e se esistente, al soggetto cui compete la revisione legale dei
25. deposito in conti e deve essere messo a disposizione dei soci almeno 15 giorni prima
bilancio della convocazione dell’assemblea.
Quindi al minimo: se cda 31/03 relazione revisori entro il 15/04 e
all'assemblea entro il 30/04. Il bilancio va poi depositato entro 30 giorni
dall’approvazione con i relativi allegati (xbrl, RSG, relazione dei
Sindaci/revisori, verbale di approvazione e elenco soci). Quest’anno,
causa covid, è stato emanato il D.L. 18/2020 che, al fine di agevolare le
imprese, ha dettato specifiche disposizioni relative alle assemblee e alle
decisioni dei soci per le società obbligate ad approvare il bilancio di
esercizio dell’anno 2019.
In particolare è stata attribuita alle società la facoltà di convocare
l’assemblea ordinaria entro il termine di 180 giorni (invece di 120 giorni)
dalla chiusura dell’esercizio sociale senza alcun bisogno di motivazione.

Nel caso di fusione è possibile che si presentino delle differenze da


fusione.
In particolare, emergeranno delle differenze da annullamento quando le
società coinvolte sono legate da un vincolo di partecipazione (non
totalitaria), mentre sorgeranno delle differenze da concambio quando
l’aumento di capitale sociale della società incorporante/risultante dalla
fusione differisce dal valore contabile delle azioni annullate nella/e
società incorporata/e o fuse. Nel caso in esame siamo in presenza di una
società incorporante, ALFA, che detiene una partecipazione non
totalitaria nella società BETA e che, a seguito della fusione, aumenterà il
proprio capitale sociale in misura differente rispetto a quanto iscritto
Avanzo e
nella società BETA. Dunque, la fusione potrà presentare sia differenze da
26. disavanzo da
concambio che differenze da annullamento. Le differenze da
annullamento
annullamento sono calcolate dalla differenza tra il valore della
partecipazione nella società incorporata ed il valore contabile della
corrispondente frazione (in questo caso 70%) del patrimonio netto
dell’incorporata. La differenza positiva è definita disavanzo da
annullamento, mentre quella negativa avanzo da annullamento. Il
disavanzo da annullamento va imputato, ove possibile, alle attività della
società incorporata/fusa e ad avviamento, se giustificabile, per il residuo
importo. Occorre rilevare una perdita a conto economico solo se il
disavanzo trae origine da un ‚cattivo affare‛ fatto in sede di acquisto
della partecipazione.
I prestiti dei soci si presumono come fruttiferi di interesse (almeno pari al
tasso legale) e comportano una restituzione del denaro salvo che non sia
formalmente ed espressamente deliberato che gli stessi hanno natura di
finanziamenti infruttiferi.
Il ricorso al prestito soci è soggetto alle limitazioni previste dal C.I.C.R.
nella deliberazione 19 luglio 2005, n. 1058.
In particolare, viene precisato che le società possono raccogliere
risparmio presso soci, con modalità diverse dall’emissione di strumenti
finanziari, purché:
• tale facoltà sia prevista nello statuto;
• i soci finanziatori detengano almeno il 2 per cento del capitale sociale
risultante dall’ultimo bilancio approvato;
• i soci finanziatori siano iscritti nel libro soci da almeno tre mesi.
Debiti verso soci
27. Tali finanziamenti rappresentano un vero e proprio credito del socio
per finanziamenti
verso la società, che dovrà essere restituito ad una data di scadenza
precedentemente concordata, e che può essere produttivo di interessi. I
finanziamenti dei soci rappresentano ‚in sostanza‛ un debito della
società verso il socio stesso e vanno pertanto iscritti nel passivo dello
stato patrimoniale di bilancio (voce D3, debiti verso soci per
finanziamenti, con separata indicazione per ciascuna voce degli importi
esigibili oltre l’esercizio successivo).
NB i crediti dei soci per finanziamenti potrebbero essere dichiarati
postergati se, nella particolare situazione (eccessiva sproporzione tra
debiti e PN) dell’impresa avrebbe avuto più senso l’apporto di capitale
piuttosto che di un mero finanziamento: Il finanziamento soci postergato
non può mai essere rimborsato prima dei debiti nei confronti dei terzi.

Il bilancio è composto dallo SP, CE. NI, RF, RSG. Chi redige il bilancio
abbreviato è esonerato dalla compilazione del RF e, se dà adeguata
informativa (sul numero e valore nominale sia delle azioni proprie sia
delle azioni o quote di società controllanti) è esonerato anche dalla RSG.
Le microimprese sono esonerate anche dalla redazione della NI. gli
schemi di bilancio sono dettati dal codice civile (art. 2424 e ss) e dall'oic
12.
POSTULATI DEL BILANCIO (principi di redazione) art 2423-bis e OIC
11:
a) Prudenza: ragionevole cautela nelle stime in condizioni di incertezza.
- art. 2423-bis comma 1, n. 2, gli utili non realizzati non devono essere
contabilizzati, mentre tutte le perdite, anche se non definitivamente
28. Bilancio
realizzate, devono essere riflesse in bilancio (eccezione fair value
derivati).
- comma 1, n. 4, si deve tener conto dei rischi e delle perdite di
competenza dell'esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di
questo.

b) Prospettiva della continuità aziendale (going concern): valutazione


delle voci di bilancio nella prospettiva della continuazione dell’attività e
quindi tenendo conto del fatto che l’azienda costituisce un complesso
economico funzionante destinato alla produzione di reddito.
- Valutazione prospettica della capacità dell’azienda di continuare a
costituire un complesso economico funzionante destinato alla
produzione di reddito per un prevedibile arco temporale futuro, relativo
a un periodo di almeno dodici mesi dalla data di riferimento del bilancio.
Nei casi in cui, a seguito di tale valutazione prospettica, siano identificate
significative incertezze in merito a tale capacità, nella nota integrativa
informazioni sui fattori di rischio, assunzioni e incertezze identificate,
piani aziendali futuri.
c) Rappresentazione sostanziale: (sostanza dell’operazione o del
contratto)
‚PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA‛ è principio: è
volta all’obiettivo di rendere il bilancio realmente utile per i suoi
utilizzatori fornendo la rappresentazione sostanziale dei fatti aziendali,
piuttosto che quella formale.
-rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della
sostanza dell’operazione o del contratto (2423-bis n. 1-bis).
Individuazione dei diritti, degli obblighi e delle condizioni ricavabili dai
termini contrattuali delle transazioni. Esempi:
1. rilevazione iniziale crediti e debiti per compravendita di beni –
passaggio sostanziale e non formale del titolo di proprietà (trasferimento
dei rischi e benefici);

d) Competenza:
2423-bis, comma 1, n. 3, tener conto dei proventi e degli oneri di
competenza dell’esercizio indipendentemente dalla data dell’incasso o
del pagamento.
- Il postulato della competenza richiede che i costi devono essere correlati
ai ricavi dell'esercizio: esempio Ratei e risconti, l’iscrizione di risconti
attivi comporta la rettifica di costi iscritti al conto economico, al fine di
correlarli a ricavi di competenza di esercizi futuri.
e) Costanza nei criteri di valutazione;
2423-bis, comma 1, n. 6, del codice civile prevede che i criteri di
valutazione non possano essere modificati da un esercizio all’altro. Il
comma 2, stabilisce che deroghe a tale principio sono consentite in casi
eccezionali e la nota integrativa deve motivare.
-Rende più agevole l’analisi dell’evoluzione economica, finanziaria e
patrimoniale (comparabilità).
f) Rilevanza;
Un’informazione è considerata rilevante quando la sua omissione o
errata indicazione potrebbe ragionevolmente influenzare le decisioni
prese dai destinatari primari dell’informazione di bilancio. si tiene conto
sia di elementi qualitativi (multa per violazioni ambientali o condanna
amministratore) che quantitativi.
g) Comparabilità:
2423-ter, comma 5, per ogni voce dello stato patrimoniale e del conto
economico deve essere indicato
l'importo della voce corrispondente dell'esercizio precedente. Se le voci
non sono comparabili, quelle relative all'esercizio precedente devono
essere adattate;
Dal 15/06/2020 è possibile presentare l’istanza telematica per il
contributo, il bonifico sarà fatto direttamente sul c/c del beneficiario.
Possono presentare domanda gli imprenditori, commercianti, artigiani e
agricoltori che abbiano avuto nel 2019 un fatturato < 5 milioni e che
abbiano avuto un calo di fatturato del mese di aprile 2020 di almeno il
Credito di
33.33% rispetto ad aprile 2019 (riduzione di almeno i 2/3). Il contributo è
imposta per
del 20% del calo se il fatturato 2019 < 400k, 15% se è >400k ma < 1
29. fondo perduto,
milione, 10% tra 1 e 5 milioni (contributo minimo 2.000€) questo
dove va in
contributo non dà credito di imposta ma viene erogato (banca @ a5 CE).
bilancio?
Crediti di imposta possono esserci anche per affitti o per spese di
sanificazione a acquisto dpi per dipendenti:
crediti tributari @ a5 o a rettifica dei costi (affitti, oneri diversi di
gestione)

Efficienza
L’azienda è efficiente quando utilizza in maniera economica le risorse a
propria disposizione (minor spreco di risorse). I giudizi di efficienza
riguardano tutte le fasi del processo produttivo: acquisto, produzione e
vendita si pongono come obiettivo l’analisi delle alternative che
producono il massimo rapporto tra risultati ottenuti e mezzi impiegati. E’
il risultato finale di molteplici componenti, che, fra l’altro, comprendono
l’ottimizzazione del tempo, l’organizzazione della struttura, la
programmazione delle attività, la qualificazione del lavoro.
Efficienza tecnica o produttiva: Misura il modo in cui i fattori sono
utilizzati nel processo produttivo; Indica la capacità dell’azienda
(efficienza interna) di produrre più unità fisiche di output dato un certo
ammontare di input ed una certa tecnologia, l’indicatore è il rapporto tra
prodotti o servizi erogati / n fattori produttivi impiegati. In sostanza si
confronta l’output prodotto dall’azienda con quello standard ovvero
quello che si sarebbe potuto ottenere impiegando la stessa quantità di
fattori produttivi (input) in modo efficiente.
Efficienza ed
Efficienza economica: Rapporto tra benefici e costi o più in generale tra il
efficacia, efficacia
30. grado nel quale vengono raggiunti gli obiettivi ed i mezzi utilizzati. E’
tecnica ed
realizzata quando, con gli strumenti a disposizione, non si può
economica
migliorare il livello di conseguimento degli scopi desiderati. Qui si
massimizza il benessere sociale.
Efficienza allocativa o gestionale: Tale efficienza misura la capacità di
combinare input ed output al minimo costo, dati i prezzi di mercato;
indica la capacità dell’azienda (efficienza esterna) di ottenere più unità di
output. I risparmi ottenuti sul mercato (sia nei processi di acquisto di
input che di vendita di output) hanno permesso di ottenere, a parità di
mezzi monetari, più risorse, l’indicatore è dato dal rapporto prezzo
pagato per il bene / ore di lavoro. Tale efficienza porta all’ottimo
paretiano. Qui si massimizza l’allocazione delle risorse.
Efficacia
L’azienda è efficace quando ha raggiunto con successo gli obiettivi
prefissati. I giudizi di efficacia implicano una valutazione qualitativa ex-
post del grado di raggiungimento degli obiettivi desiderati (il grado di
soddisfazione della clientela, i guadagni conseguiti dall’azienda, ecc.).
Misura dell’efficacia interna: risultati conseguiti / obiettivi programmati,
misura ed indica la capacità di raggiungere determinati obiettivi
prefissati; efficacia esterna o sociale; output realizzato / domanda
prodotto realizzato, misura ed indica la capacità dell’azienda di
soddisfare i propri bisogni. Nota: un’azienda può essere efficiente, ma
non efficace, o efficace e non efficiente.
Economicità
L’attività aziendale deve essere rivolta alla ricerca del raggiungimento
degli obiettivi prefissati con l’utilizzo razionale delle risorse via via
disponibili. Il concetto di economicità sintetizza la capacità dell’azienda -
nel lungo periodo - di utilizzare in modo efficiente le proprie risorse
raggiungendo in modo efficace i propri obiettivi. L’economicità è legata
all’efficace ed all’efficiente gestione delle risorse disponibili; quindi
l’economicità è la Capacità dell’azienda di vivere in condizioni di
equilibrio economico. L’impresa si trova in una situazione di
EQUILIBRIO ECONOMICO identificabile in un flusso atteso di profitto
quando: Il flusso dei ricavi derivante dalla vendita dei prodotti e dei
servizi ottenuti è DUREVOLMENTE in grado di fronteggiare Il flusso dei
costi originato dall’acquisizione dei fattori di produzione; sommatoria f *
p + alfa = Q * P; dove f è la quantità dei prodotti impiegati; p il prezzo di
acquisto dei fattori; alfa il profitto, Q le quantità dei fattori P il prezzo di
vendita. Gli indicatori di economicità: Economicità del fattore = costo del
fattore/ore macchina Costi unitari = costo del fattore/quantità prodotta
Rendimento del fattore produttivo = ricavi-costi del fattore/costi del
fattore.

La fusione è disciplinata dall'art 2501, le sue caratteristische principali


sono:
MODIFICA L’ATTO COSTITUTIVO
ASSUME SENZA INTERRUZIONI OBBLIGHI E DIRITTI DELLE
SOCIETA’ FUSE
NON E’ POSSIBILE FARE FUSIONI CON SOCIETA’ IN
LIQUIDAZIONE CHE ABBIANO INIZIATO LA LIQUIDAZIONE
DELL’ATTIVO
I CREDITORI POSSONO FARE OPPOSIZIONE ENTRO SESSANTA
Progetto di
GIORNI DALL’ISCRIZIONE DELLA DELIBERAZIONE DI FUSIONE
31. fusione ed effetto
NEL REGISTRO DELLE IMPRESE
delle perdite
FASI
PROGETTO DI FUSIONE (progetto redatto dagli amministratori in cui
sono indicate le modalità)
DELIBERA DI FUSIONE (da adottare con le maggioranze previste per la
straordinaria)
ATTO DI FUSIONE (da che da vita alla nuov società)
Domanda trabocchetto: le perdite vengono riportate in capo
all'incorporante, si applica la normativa antielusione delle bare fiscali
La riserva da sovrapprezzo azioni o quote rappresenta l’ammontare dei
conferimenti che i soci si sono obbligati ad effettuare nei confronti della
società in sede di aumento del capitale sociale a pagamento, che eccede il
valore nominale delle azioni o quote sottoscritte.
Spesso le azioni sono emesse ad un prezzo superiore al valore nominale
della corrispondente frazione del capitale sociale per tener conto delle
riserve accumulate negli anni precedenti. In questo caso l’emissione si
dice ‚sopra la pari‛. La differenza tra il valore dei conferimenti e
l’aumento nominale del capitale sociale prende il nome di ‚sovrapprezzo
azioni‛, che confluisce nel patrimonio netto nella voce ‚riserva
sovrapprezzo azioni‛. Il sovrapprezzo azioni deve essere versato
interamente prima dell’atto di modifica del capitale sociale (art. 2439 c.c.).
Riserva
Non è ammessa l’emissione di azioni con un valore nominale superiore
32. sovraprezzo
al prezzo di emissione (art. 2346, comma 5, c.c.). La ragione è che una
azioni
siffatta operazione determinerebbe un aumento solo nominale del
capitale sociale senza un’effettiva equivalente entrata di risorse, in danno
ai creditori sociali, i quali, come noto, hanno nella reale consistenza del
capitale sociale della società debitrice la garanzia della soddisfazione
delle loro posizioni. La previsione di una riserva sovrapprezzo azioni (o
quote) è ancora utile per permettere una maggiore protezione del residuo
capitale sociale in caso di perdite in relazione agli obblighi previsti
dall’art. 2446 c.c. (quando il capitale sociale è diminuito di oltre un terzo
in conseguenza di perdite di esercizio.
Non può essere distribuita ai soci fino a che la riserva legale non abbia
raggiunto il quinto del capitale sociale.

La strategia d'impresa (o strategia aziendale) si riferisce al processo


attraverso il quale la gestione aziendale pianifica scelte di tipo
commerciale, operativo o finanziario.
Processo strategico di scelta per raggiungere un vantaggio competitivo,
in diverse aree della gestione aziendale (per esempio: strategia
commerciale, strategia digitale, strategia operativa).
Tradizionalmente tre fasi principali:
- Analisi strategica: analisi punti di forza e debolezza azienda. Tipici
Concetto di
strumenti sono analisi SWOT e del Modello delle Cinque Forze
33. strategia
competitive di Porter.
aziendale
- formulazione strategica: obiettivo creazione del vantaggio competitivo,
scegliendo politiche volte alla supremazia nei costi, alla diversificazione,
o al focus "di nicchia". Considerazioni riguardo alla diversificazione della
gestione del portafoglio e azioni di espansione o riduzione (fusioni e
acquisizioni, joint venture, alleanze strategiche o sviluppo interno).
- effettiva attuazione della strategia: impostazione di una direzione
stabilita, strutturazione dell'azienda e diffusione della cultura d'azienda.

Strategie di
34. fronteggiamento
della crisi
Per valutare lo stato di salute economico-finanziario e la bontà della
gestione di impresa ci sono 3 dimensioni fondamentali: 1) la redditività ;
2) la liquidità ; 3) la solidità patrimoniale.
La liquidità (anche detta solvibilità) esprime l’attitudine dell’impresa ad
onorare con tempestività, puntualità e convenienza nel breve termine gli
impegni di pagamento assunti, ricorrendo eventualmente in modo
fisiologico alla gestione finanziaria per fronteggiare gli eventuali
sfasamenti che si presentino tra entrate e uscite monetarie.
Si tratta quindi di valutare la relazione che intercorre tra le disponibilità
monetarie e finanziarie su cui l’impresa può fare affidamento e quelle
richieste dallo svolgimento della gestione. Per analizzare tali fattispecie
possiamo utilizzare i seguenti indici:
Indice di liquidità primaria= Liquidità immediata+liq.differita/Passività
correnti
Indice di liquidità
Le liquidità immediate sono già rappresentate da liquidità, mentre quelle
primaria= Liquidità
differite (sostanzialmente i crediti commerciali) giungeranno a scadenza
immediata+liq.differita/Pa
e comporteranno degli incassi con conseguente afflusso di liquidità. Le
ssività correnti
passività correnti esprimono per contro l’ammontare di esborsi che
Indice di Liquidità
l’impresa dovrà sopportare entro i successivi 12 mesi (si spera che la
Secondaria= Attività
liquidità disponibile entro i 12 mesi sia superiore agli esborsi). L’indice di
Indici di struttura correnti/Passività correnti
35. liquidità primaria, se positivo, indica che la società è in grado di far
finanziaria Margine di tesoreria =
fronte alle obbligazioni del prossimo esercizio interamente, con le
liquidità immediata+liq.
disponibilità più liquide.
Differita – Passività
Indice di Liquidità Secondaria= Attività correnti/Passività correnti: simile
correnti
al primo indice solo che in questo si aggiungono anche le rimanenze in
Capitale circolante netto =
quanto queste ultime dovrebbero entrare nel ciclo produttivo ed essere
attività correnti-passività
vedute entro 12 mesi. L’ottima situazione in termini di liquidità è ancor
correnti
più evidente dall’analisi dell’indice di liquidità secondaria. Nell’attivo a
breve rientrano le liquidità immediate, quelle differite e quelle assimilate.
Queste ultime sono state calcolate sommando le rimanenze e i risconti
attivi.
Margine di tesoreria = liquidità immediata+liq. Differita – Passività
correnti
Capitale circolante netto = attività correnti-passività correnti. L’analisi del
capitale circolante netto consente di valutare la liquidità in termini
assoluti, e non in termini di rapporti come nei precedenti indici. Se > 0 le
passività a breve trovano adeguata copertura monetaria grazie alle poste
dell’Attivo Circolante. Attenzione però alla scarsa rotazione del
magazzino; alla lentezza o difficoltà di incasso dei clienti; all’eccesso di
liquidità; e all’eccessiva velocità nei pagamenti verso i fornitori.

Il fair value, rispetto al costo storico, esprime il valore corrente delle


attività e passività dell'impresa.
Perché La valutazione al FV esprime i valori dell'azienda ad un valore più
l’imprenditore prossimo a quello di realizzo pertanto, un imprenditore dovrebbe
36. dovrebbe preferire il fair value nel caso in cui abbia degli assets con elevato valore
preferire il fair corrente o di mercato ma quasi completamente ammortizzati in modo da
value? avere un totale attivo più alto rispetto al valore degli stessi assets
valorizzati al costo storico.
L’impairment test verifica che le attività in bilancio siano iscritte ad un
valore non superiore a quello effettivamente recuperabile.
La stima del valore recuperabile della attività iscritte in bilancio è definita
sul maggiore tra il valore d’uso (value in use) e il fair value meno i costi
di vendita, come previsto dal principio contabile internazionale IAS 36.
Le attività principali iscritte in bilancio oggetto di impairment test sono:le
attività immateriali con una vita utile indefinita; le attività immateriali
che non sono ancora disponibili all'uso, confrontando il loro valore
contabile con il loro valore recuperabile; l'avviamento acquisito in
un'aggregazione aziendale. Quando il valore recuperabile di un'attività è
inferiore al suo valore contabile, quest'ultimo deve essere ridotto al
valore recuperabile. Tale riduzione costituisce la perdita di valore. Da un
punto di vista contabile, la perdita di valore deve essere rilevata
immediatamente a conto economico come costo, a meno che l'attività non
sia iscritta ad un valore rivalutato (ad esempio, alle attività materiali
iscritte ad un valore rivalutato in base al modello della rideterminazione
previsto dallo IAS 16).
E' una metodologia che ha lo scopo di verificare che le attività di bialncio
37. Impairment test siano iscritte ad un valore non superiore a quello effettivamente
recuperabile.
La stima del valore recuperabile delle attività iscritte in bialncio è definita
sul maggiore tra il valore d'uso e il fair value.
Il valore d'uso è calcolato con il metodo del DCF ossia
dell'attualizzazione dei flussi di cassa operativi generati.
Le attività principali iscritte in bilancio ed oggetto dell'impairment test
sono:
1) attività immateriali con vita utile indefinita o non ancora disponibili
all'uso;
2) l'avviamento
Se il valore recuperabile < valore contabile --> perdita di valore --> CE (a
meno che non sia successiva ad una valutazione)
Sono escluse invece, dall'impairment test: rimanenze, commesse a lungo
termine, attività finanziarie, investimenti immobiliari, attività destinate
alla vendita.
La valutazione può avvenire per singola attività, per CGU (Cash
generating unit) oppure per corporate asset.

Il reddito civilistico discende dal bilancio di esercizio il quale sulla base


dei dati delle scritture contabili viene redatto in conformità agli art.2423
cc e ss, OIC e IAS.La relazione tra reddito civilistico e reddito fiscale
nasce dalle funaizoni del reddito civilistico:
1) Informare i terzi csulla situazione economica, patrimoniale e
finanziaria della società;
Reddito 2) rilevare l'utile distribuibile ai soci;
38.
civilistico/fiscale 3) In forza della sua completezza costituire il punto di partenza per la
determinazione del reddito tassabile.
Il sistema tributario ha quindi sancito il principio di derivazione (art.83
TUIR) in base al quale il reddito d'impresa si determina apportando
modifiche (variazioni in aumento e in diminuzione) al risultato del conto
economico di bilancio.
Il principio di derivazione non determina la formazione di un bilancio
fiscale in quanto non è previsto l'obbligo di redigere un documento
contabile autonomo. Le variazioni in aumento e in diminuzione incidono
soltanto sulla dichiaraizone dei redditi. La determinazione quindi del
reddito fiscale consta di 3 fasi:
1) si recepiscono tutti i fatti di gestione nella dimensione che ha
determinato l'utile e la perdita civilistica;
2) ciascuna valutazione è sottoposta a revisione in linea con la normativa
fiscale per verificare se applicare variazioni;
3) Si determinano gli effetti del complesso delle variazioni.
La formazione del reddito fiscale è influenzata dall'applicaizone di una
serie di principi: competenza, previa imputazione a CE, inerenza e
correlazione tra costi deducibili e ricavi tassabili.
La determinazione dell’imposta lorda ai fini IRES si effettua partendo dal
risultato civilistico ante imposte rettificato mediante variazioni
extracontabili in aumento e/o in diminuzione previste dalla normativa
fiscale in tema di reddito d’impresa. Alla base imponibile si applica il
24%. L’imposta di competenza generalmente non coincide con l’imposta
da versare, dal momento che può comprendere una parte corrente, da
versare entro le scadenze ordinarie stabilite dal legislatore e una parte
anticipata o differita. Variazioni fiscali:
• Variazione in aumento: incrementano il valore di un componente
positivo di reddito iscritto nel conto economico -> recupero di
componenti positivi non tassati in esercizi precedenti;
• Variazione in aumento: eliminano o riducono un componente negativo
di reddito iscritto nel conto economico -> indeducibilità parziale o totale
di alcuni componenti negativi;
• Variazione in diminuzione: eliminano o riducono un componente
positivo di reddito iscritto nel conto economico -> non imponibilità totale
o parziale di alcuni componenti positivi;
• Variazione in diminuzione: deduzione di costi non iscritti o iscritti in
modo inferiore a quella ammessa fiscalmente -> recupero di componenti
positivi non tassati in esercizi precedenti; Tali aggiustamenti comportano
delle differenze tra reddito civilistico e reddito fiscale. Reddito civilistico
-> deve comunicare a tutti coloro che ne sono interessati il risultato della
gestione dell’impresa e deve essere quantificato in modo corretto e il più
possibile aderente al vero Reddito fiscale -> è la base del prelievo
tributario e deve essere quantificato con parametri rigidi al fine di
impedirne la sottovalutazione, il contenzioso e di semplificarne il
processo di accertamento. Le variazioni da apportare al reddito civilistico
per arrivare al reddito fiscale (base imponibile) sono di due tipi:
temporanee o permanenti. Le differenze temporanee aggiungono o
sottraggono componenti di reddito al risultato componenti di reddito al
risultato civilistico di un esercizio per poi sottrarre o aggiungere i
medesimi componenti al risultato civilistico di uno o più esercizi. Gli
effetti generano la fiscalità differita. Le differenze permanenti
aggiungono o sottraggono al risultato civilistico componenti di reddito
che non verranno più recuperati. Per tale ragione non danno origine a
fiscalità differita.
Si parte dall’utile lordo + variazioni fiscali in aumento – variazioni fiscali
in diminuzione – perdite fiscali esercizio precedente = utile netto ai fini
Società di capitali
IRES. Sull’utile netto si applicherà l’aliquota del 24% per quanto riguarda
con due soci e
IRES. Mentre per quanto riguarda l’IRAP la base imponibile su cui
utile di 30mila
applicare le aliquote IRAP (3,5%) è determinata dalla differenza tra il
39. euro, non si
valore della produzione rilevabile in conto economico (principalmente, i
decide di
ricavi) e i costi della produzione (tranne il costo del personale, le
reinvestire,
svalutazioni e gli accantonamenti). L’IRPEF viene applicata invece sui
calcola imposte
dividendi dei soci delle Srl ordinarie e semplificate nel caso in cui l’utile
sia effettivamente distribuito a questi ultimi.
La solvibilità influenza la capacità di ottenere dai creditori il rinnovo dei
finanziamenti in scadenza e la concessione di nuovi prestiti. Solvibilità
nel breve termine: INDICI DI LIQUIDITA’. Liquidità è la capacità
dell’impresa di onorare le obbligazioni che scadono nel breve termine
attraverso le risorse finanziarie che si rendono disponibili nello stesso
arco temporale; se c’è equilibrio non è necessario per far fronte alle
obbligazioni di prossima scadenza, ricorrere allo smobilizzo di attività
Analisi di
permanentemente vincolata all’azienda. Indica se l’ammontare delle
40. solvibilità
attività che ritorneranno in forma liquida entro un anno è superiore ai
dell’azienda
debiti che entro l’anno diventeranno esigibili. Non separa la gestione
caratteristica dalla gestione finanziaria. Solvibilità nel medio lungo
termine: INDICI DI SOLIDITà PATRIMONIALE. La solidità
patrimoniale dipende da coerenza tra fonti di finanziamento stabili ed
impieghi durevoli e grado di indebitamento, cioè dipendenza da terzi
finanziatori.

Ad esempio conferisco un
In caso di conferimento di azienda, una volta che è stata determinata azieanda che vale 120 ma
l’esatta consistenza del complesso aziendale da trasferire alla mi viene assegnata una
conferitaria, la società conferente determina l’eventuale scostamento partecipazione di 100, in
positivo tra il valore corrente del patrimonio trasferito (corrispondente questo caso i 20 di
all’ammontare della partecipazione assegnata) e quello della differenza costituiranno
Riserve da
41. partecipazione ricevuta. una riserva di
conferimento
conferimento, se il
Tale differenza può essere contabilizzata tra i conti del patrimonio netto conferimeto è volto a
come riserva da conferimento o in un conto detto ‚plusvalenza da realizzare il valore
conferimento‛ imputabile a Conto economico tra i proventi. dell'azienda allora andrà
direttamente a conto
economico
No potrebbe non essere un impatto positivo, in quanto è necessario
osservare anche il margine operativo lordo che permette di valutare
chiaramente se l’azienda è in grado di generare ricchezza tramite la
Un conto gestione operativa, escludendo le manovre operate dagli amministratori
economico che si dell’azienda (ammortamenti, accantonamenti e gestione finanziaria) che
42. chiude con un non sempre danno una visione corretta dell’andamento aziendale. Il
utile è sempre un MOL è un indicatore di redditività che evidenzia il reddito di un’azienda
impatto positivo? basato solo sulla sua gestione operativa, senza considerare interessi (gest
fin), imposte (gest fiscale), svalutazioni, ammortamenti e
accantonamenti. Esso fornisce una buona approssimazione del valore del
flusso di cassa operativo prodotto da un’azienda.
Con l’espressione avviamento si indica l’attitudine del complesso
aziendale di un’impresa a conseguire profitto, in virtù di fattori oggettivi
e/o soggettivi che lo caratterizzano. Si suole, perciò, distinguere
l’avviamento in oggettivo o soggettivo: il primo è riconducibile a fattori
intrinseci dell’azienda, non suscettibili di modifica a seguito di
variazione del titolare dell’azienda (per es. la disponibilità di un brevetto
o la posizione dei locali); il secondo è dovuto alle abilità manageriali
dell’imprenditore ad accrescere e mantenere la clientela. L’avviamento è
spesso destinato a rimanere inespresso, fintantoché non si abbia un
trasferimento del complesso aziendale. In tale occasione, il maggior
valore del complesso aziendale trasferito rispetto alla sommatoria dei
valori dei singoli cespiti ceduti trova evidenza nel corrispettivo versato
dall’acquirente a titolo di avviamento. In questo senso, l’avviamento può
essere iscritto tra i beni immateriali dell’impresa La somma così pagata
può essere inserita nell’attivo dello stato patrimoniale del bilancio
d’impresa (art. 2424 c.c.), previo consenso, ove esistente, del collegio
sindacale, e deve essere ammortizzata entro un periodo di 5 anni o più,
purché non oltre la durata di utilizzazione dell’avviamento e con
adeguata motivazione nella nota integrativa del bilancio (art. 2426 c.c.).
Principi contabili: OIC 24 – Immobilizzazioni immateriali, OIC 9 –
Svalutazioni per perdite durevoli di valore, IAS 36 – Immobilizzazioni
immateriali L'avviamento può essere generato internamente, ovvero può
essere acquisito a titolo oneroso (in seguito all’acquisto di un’azienda o
ramo d’azienda). Ai fini della sua iscrizione e del suo trattamento
contabile, l’avviamento rappresenta solo la parte di corrispettivo
43. Avviamento riconosciuta a titolo oneroso, non attribuibile ai singoli elementi
patrimoniali acquisiti di un’azienda ma piuttosto riconducibile al suo
valore intrinseco, che in generale può essere posto in relazione a
motivazioni, quali: il miglioramento del posizionamento dell’impresa sul
mercato, l’extra reddito generato da prodotti innovativi o di ampia
richiesta, la creazione di valore attraverso sinergie produttive o
commerciali, ecc.
L’avviamento è iscritto tra le immobilizzazioni immateriali se sono
soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
• è acquisito a titolo oneroso (cioè deriva dall’acquisizione di un’azienda
o ramo d’azienda oppure da un’operazione di conferimento, di fusione o
di scissione);
• ha un valore quantificabile in quanto incluso nel corrispettivo pagato;
• è costituito all’origine da oneri e costi ad utilità differita nel tempo, che
garantiscono quindi benefici economici futuri (ad esempio,
conseguimento di utili futuri);
• è soddisfatto il principio della recuperabilità del relativo costo (e
quindi non si è in presenza di un cattivo affare).
L’avviamento generato internamente non può pertanto essere
capitalizzato tra le immobilizzazioni immateriali. L'avviamento non è
suscettibile di vita propria indipendente e separata dal complesso
aziendale e non può essere considerato come un bene immateriale a sé
stante, oggetto di diritti e rapporti autonomi: esso rappresenta una
qualità dell’azienda. Il valore dell'avviamento si determina per differenza
fra il prezzo complessivo sostenuto per l'acquisizione dell'azienda o
ramo d’azienda (o il valore di conferimento della medesima o il costo di
acquisizione della società incorporata o fusa, o del patrimonio trasferito
dalla società scissa alla società beneficiaria) ed il valore corrente
attribuito agli altri elementi patrimoniali attivi e passivi che vengono
trasferiti.
L'avviamento secondo la dottrina è la differenza positiva tra il valore del
capitale economico di un'impresa e il valore del suo capitale netto di
funzionamento.
Secondo l'OIC 24 l'avviamento può essere iscritto in bilancio soltanto se è
acquisito a titolo oneroso e di conseguenza ha un valore quantificabile
(come differenza tra il prezzo complessivo sostenuto per l'acquisizione
dell'azienda/ramo d'azienda e il valore corrente attribuito agli altri
elementi patrimoniali attivi e passivi trasferiti) e se è in grado di generare
benefici economici futuri. L'avviamento generato internamente non puà
mai essere capitalizzato tra le immobilizzazioni immateriali.
Inoltre, l'avviamento non è suscettibile di vita propria indipendente e
separata dal complesso aziendale e non può essere considerato come un
bene immateriale a se stante, oggetto di diritti e rapporti autonomi,
poichè rappresenta una qualità dell'azienda. Può essere ammortizzato al
massimo in 10 anni e solo qualora ricorrano particolari condizioni, in 20
anni.

L’art. 2426 n. 11 cc dispone che ‚I lavori in corso di ordinazione possono


essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con
ragionevole certezza‛. Il requisito della ragionevole certezza impone di
tenere conto degli eventuali dubbi sulla percentuale di maturazione del
corrispettivo e delle prevedibili contestazioni del committente, al fine di
rispettare il principio della prudenza. La valutazione dei lavori in corso
su ordinazione può avvenire in base a : costi sostenuti (METODO
DELLA COMMESSA COMPLETATA); corrispettivi pattuiti (METODO
DELLO STATO AVANZAMENTO LAVORI). Il principio OIC 23 precisa
che la contabilizzazione secondo il criterio della percentuale di
completamento (stato avanzamento lavori) può avvenire solo quando: -
Lavori in corso su
esiste un contratto vincolante per le parti; - il diritto al corrispettivo per la
ordinazione e
società che effettua i lavori matura via via che i lavori sono eseguiti; - non
44. valutazione dei
sono presenti situazioni di incertezza relative a condizioni contrattuali o
lavori in corso su
fattori esterni di tale entità da rendere dubbia la capacità dei contraenti a
ordinazione
far fronte alle proprie obbligazioni; - il risultato della commessa può
essere attendibilmente stimato, quindi possiamo determinare con
attendibilità e chiarezza sia i ricavi che i costi di commessa. I lavori in
corso su ordinazione sono una voce che compone le rimanenze finali;
sono collocate nell’attivo circolante (CI3) e sono esclusivamente
rappresentate da opere, forniture e servizi derivanti da contratti posti in
essere dall’impresa con terze economie committenti. La contropartita si
trova in CE (A3) ‚variazione dei lavori in corso su ordinazione‛. Questa
voce scaturisce dalla differenza tra le rimanenze finali dei lavori in corso
su ordinazione e le esistenze iniziali.

Ai sensi dell’art. 2426 n. 8 cc ‚ i crediti sono rilevati in bilancio secondo il


Valutazione dei criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale e del
45.
crediti valore presumibile di realizzo‛. Il criterio del costo ammortizzato può
non essere applicato ai crediti se gli effetti dell’applicazione di tale
metodo sono irrilevanti rispetto al valore determinato sulla base della
valutazione al valore presumibile di realizzo; generalmente gli effetti
sono irrilevanti se i crediti sono a breve termine. Il principio contabile
OIC 15 stabilisce che i crediti, per essere ricondotti al valore presumibile
di realizzo devono essere esposti al netto di: perdite per inesigibilità, resi
e rettifiche di fatturazione, sconti e abbuoni, interessi non maturati, altre
cause di minor realizzo. Prima del calcolo del costo ammortizzato
stabilire la somma presumibile che si incasserà a scadenza e per tale
valore calcolare il tasso di interesse effettivo. Il principio contabile OIC 15
indica che per la definizione di ‚costo ammortizzato‛, occorre fare
riferimento ai principi contabili internazionali, nello specifico allo IAS 39:
il costo ammortizzato di un’attività è il valore a cui l’attività è stata
valutata al momento della rilevazione iniziale, al netto dei rimborsi di
capitale, aumentato o diminuito dall’ammortamento cumulato
utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il
valore iniziale e quello a scadenza, e dedotta qualsiasi riduzione a
seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità. Quando un
credito è rilevato per la prima volta, il valore di iscrizione iniziale è
rappresentato dal valore nominale del credito, al netto di tutti i premi, gli
sconti, gli abbuoni. Nel bilancio in forma abbreviata redatto ai sensi
dell’art. 2435 bis cc e nel bilancio delle micro – imprese redatto ai sensi
dell’art. 2435 ter cc, i crediti possono essere valutati al valore presumibile
realizzo senza applicare il criterio di valutazione del costo ammortizzato
e l’attualizzazione. In tal caso la rilevazione iniziale del credito è
effettuata al valore nominale al netto dei premi, degli sconti, degli
abbuoni previsti contrattualmente o concessi. In ogni caso il criterio del
costo ammortizzato può non essere applicato ai crediti se gli effetti sono
irrilevanti ai fini della rappresentazione veritiera e corretta, rispetto alla
rilevazione degli stessi al valore nominale. Il Dlgs 139/2015 ha modificato
l’art. 2426 comma 1 n. 8 cc stabilendo, a decorrere dal 2016, l’utilizzo del
criterio del costo ammortizzato, rispetto a quello del valore nominale.

Il principio contabile IFRS 13- Fair Value definisce il fair value come: il
prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività o che si
pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare
operazione di operatori di mercato alla data di valutazione. Nei casi in
cui occorre valutare il valore del fair value si utilizza alternativamente
46. Fair value uno di questi due metodi:- income approach consistente
nell’attualizzazione dei flussi di cassa futuri; - cost approach, richiede che
la società determini un valore in grado di riflettere l’importo che
attualmente verrebbe richiesto per sostituire la capacità di servizio di
un’attività con una di pari valore.

il conto economico a margine di contribuzione, che si basa sulla


suddivisione dei costi operativi tra costi fissi e costi variabili;
Riclassificazione
il conto economico a costo del venduto, che si basa sulla suddivisione dei
del conto
costi operativi tra costi diretti e costi indiretti;
47. economico al
il conto economico a valore aggiunto, che si basa sulla suddivisione dei
costo del venduto
costi operativi tra costi relativi alle risorse esterne e costi relativi alle
a valore aggiunto
risorse interne.
I principali modelli organizzativi aziendali sono: MODELLO
GERARCHICO si basa sulla separazione netta tra il nucleo operativo,
posto alla base dell’azienda, e la direzione. È il modello più semplice e
per questo viene applicato alle piccole imprese caratterizzate da un flusso
di lavoro semplice e dove le decisioni vengono prese da poche persone.
MODELLO FUNZIONALE che raggruppa le attività e le competenze in
base alle funzioni gestionali, quindi produzione, vendita etc.in questo
caso, tra il vertice e il reparto operativo, esiste un livello intermedio che si
occupa delle funzioni di coordinamento, ma privo di reale potere
decisionale. Adatta ad imprese di piccole medie dimensioni. MODELLO
Modelli DIVISIONALE che raggruppa le attività gestionali in base alle divisioni,
48. organizzativi ovvero in base alle linee di prodotti o in base alla suddivisione geografica
aziendali O in base alla tipologia di clientela. È di tipo decentrato perché il potere è
suddiviso tra le varie attività gestionali, adatta a imprese di grandi
dimensioni. Ogni segmento viene poi organizzato al suo interno
seguendo il modello funzionale, semplificando i processi di
comunicazione tra le funzioni della stessa divisione. MODELLO A
MATRICE è la formula più evoluta che in genere viene applicata alle
aziende di grandi dimensioni, caratterizzate da un’elevata complessità. Il
modello vede l’unione della struttura funzionale e di quella divisionale,
presentando due diversi livelli di direzione. Uno è dedicato alle singole
funzioni, mentre l’altro di occupa delle divisioni. Ogni risorsa sarà
regolata da due direzioni a seconda dell’attività che deve svolgere.
La valutazione d’azienda rappresenta un processo che si pone come
finalità la stima del valore di un’azienda, di un ramo ad essa relativo o di
un gruppo di imprese, mediante metodologie specifiche correlate al tipo
di realtà e di settore in cui l’organizzazione opera. La valutazione
d’azienda può servire per esigenze di carattere gestionale ( è
fondamentale effettuare un’attività continua di Benchmarking della
struttura aziendale dovuta alla necessità di riorganizzazione e
ristrutturazione); per esigenze dettate da operazioni straordinarie ( è
indispensabile per effettuare la corretta stima del valore economico). La
valutazione deve essere ispirata a un principio generale di prudenza.
Esistono due approcci diversi alla stima del valore economico del
capitale: metodi diretti che stimano il valore dell’azienda partendo dai
prezzi di mercato e i metodi indiretti che effettuano una valutazione
Valutazione di delle condizioni di produzione presenti in azienda in un determinato
49.
azienda e metodi momento sulla base di un modello razionale. I metodi di valutazione
diretti sono: METODO BASATO SUI PREZZI DI BORSA, METODO DEI
MULTIPLI, METODO DELLE OPERAZIONI COMPARABILI. I metodi
di valutazione indiretti sono: METODO REDDITUALE, METODO
PATRIMONIALE (semplice e complesso), METODO MISTO
(patrimoniale – reddituale). La scelta del metodo è lasciata al libero
arbitrio del professionista preposto alla valutazione d’azienda. Il metodo
patrimoniale semplice determina il patrimonio netto rettificato che si
ottiene riesprimendo le poste contabili che compongono il patrimonio
netto d’azienda ai valori di mercato, in modo da evidenziare eventuali
valori latenti o inespressi. Il metodo patrimoniale complesso rielabora le
poste contabili a valori correnti aggiungendo la determinazione dei
valori immateriali non scritti, ma immanenti nell’azienda oggetto di
valutazione. Gli intangible assets però devono essere misurabili e devono
avere utilità pluriennale. Con il metodo reddituale il valore della società
viene determinato attualizzando i redditi annuali previsti in un arco di
tempo di proiezione ed un valore al termine del periodo, indicativo dei
redditi che l’azienda produrrà oltre l’orizzonte temporale. I fattori
principali sono l’orizzonte temporale di riferimento, il flusso reddituale
atteso e il tasso di attualizzazione. Con il metodo misto il valore della
società viene determinato rettificando il patrimonio netto e sommando
l’avviamento, definito come surplus di reddito che il capitale investito
nell’azienda può generare rispetto al reddito normale atteso per il settore
e per il tipo di azienda considerata.

L’articolo 2424 del codice civile prevede che le voci del patrimonio netto
siano iscritte nel passivo dello stato patrimoniale alla voce A ‚Patrimonio
netto‛ con la seguente classificazione: I — Capitale: Nella voce AI
‚Capitale‛ si iscrive l’importo nominale del capitale sociale di
costituzione e delle successive sottoscrizioni degli aumenti di capitale da
parte dei soci anche se non ancora interamente versati, aggiornato per le
modifiche dovute ad altre operazioni sul capitale (ad esempio, aumenti
ai sensi degli articoli 2442 e 2481-ter del codice civile e riduzioni del
capitale sociale). Il credito verso soci per versamenti ancora dovuti (con
separata indicazione della parte già richiamata) è iscritto nella voce A
‚Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti‛ dell’attivo dello stato
patrimoniale. II — Riserva da soprapprezzo delle azioni: si iscrivono: •
L’eccedenza del prezzo di emissione delle azioni o delle quote rispetto al
loro valore nominale; • Le differenze che emergono a seguito della
conversione delle obbligazioni in azioni. III — Riserve di rivalutazione: si
iscrivono le rivalutazioni di attività previste dalle leggi speciali in
materia, alcune delle quali possono prevedere una specifica evidenza in
bilancio. IV — Riserva legale: si iscrive la quota dell’utile dell’esercizio
che l’assemblea ha destinato a tale riserva. L’articolo 2430 del codice
50. Patrimonio netto civile obbliga ad accantonare in tale riserva almeno il 5% dell’utile
dell’esercizio fino a quando l’importo della riserva non abbia raggiunto il
quinto del capitale sociale. Nel caso in cui, per qualsiasi ragione,
l’importo della riserva legale scenda al di sotto del limite del quinto del
capitale sociale occorre provvedere al suo reintegro con il progressivo
accantonamento di almeno un ventesimo degli utili netti. V — Riserve
statutarie. VI — Altre riserve, distintamente indicate. Alcuni esempi
possono essere: (i) Riserva da deroghe ex articolo 2423 codice civile‛ (ii)
‚Riserva azioni (quote) della società controllante‛ (iii) Riserva da
rivalutazione delle partecipazioni (iv) Riserva per utili su cambi non
realizzati VII – Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari
attesi: accoglie le variazioni di fair value degli strumenti finanziari
derivati generatesi nell’ambito di coperture di flussi finanziari attesi, al
netto degli eventuali effetti fiscali differiti. VIII — Utili (perdite) portati a
nuovo. si iscrivono i risultati netti di esercizi precedenti che non siano
stati distribuiti o accantonati ad altre riserve e le perdite non ripianate. IX
— Utile (perdita) dell’esercizio. X – Riserva negativa per azioni proprie
in portafoglio‛: accoglie, in detrazione del patrimonio netto, il costo di
acquisto delle azioni proprie secondo quanto disciplinato dall’articolo
2357-ter del codice civile.
Esistono due diverse modalità di rappresentazione contabile del
contratto di Leasing: - quella vigente nel nostro ordinamento, detta
PATRIMONIALE, basata sulla prevalenza degli aspetti formali del
contratto; - quella raccomandata dai principi contabili internazionali,
detta FINANZIARIA, basata sulla prevalenza degli aspetti sostanziali del
contratto. METODO PATRIMONIALE: i canoni di leasing corrisposti
vengono imputati per competenza in CE (B8 ‚costi di godimento per
beni di terzi‛) e in base all’art. 2427 n22 cc e al principio contabile OIC 12,
per ogni contratto di leasing, bisogna riportare in nota integrativa un
apposito prospetto dal quale devono emergere il valore attuale rate
leasing non scadute, int passivi di competenza, valore lordo del bene,
fondo amm pregresso, fondo amm dell’anno e valore netto contabile.
METODO FINANZIARIO: prevede la rappresentazione dell’operazione
secondo la reale sostanza che sta alla base del contratto, ed è disciplinata
dall’IFRS 16. il principio IFRS 16 si applica a partire dai bilanci degli
esercizi che hanno inizio dall’ 1.1.2019 ed ha sostituito il principio
internazionale IAS 17, che viene applicato fino ai bilanci relativi
Contabilizzazion
51. all’esercizio 2018. Il principio IAS 17 è schematizzabile nei seguenti
e leasing
punti: iscrizione del bene nell’attivo immobilizzato dell’utilizzatore al
momento della stipula del contratto e conseguente accensione del debito
verso il concedente; imputazione a CE dell’ammortamento del bene
strumentale; rilevazione in SP del debito verso il concedente da ridurre
progressivamente in base al piano di rimborso; iscrizione a CE degli
oneri finanziari rilevati per competenza. Il nuovo standard IFRS 16
sostituisce lo IAS 17 con l’obiettivo di introdurre un modello di
contabilizzazione unico per tutte le tipologie di leasing, superando la
distinzione tra leasing finanziario e operativo. Le modifiche impattano
sulle operazioni contabili effettuate dai locatari (utilizzatori),
prevedendo: - l’iscrizione nell’attivo patrimoniale del diritto di utilizzo
(‚right o use‛ – ROU); la rilevazione nel passivo di SP del valore attuale
dei pagamenti dovuti per il leasing, questa passività verrà ridotta
progressivamente al pagamento dei canoni; la rilevazione in CE
dell’ammortamento del ROU e degli interessi passivi di leasing,
corrispondenti al debito iscritto nel passivo.
Ai sensi dell’art. 2424 bis comma 3 cc ‚ gli accantonamenti per rischi ed
oneri sono destinati soltanto a coprire perdite o debiti di natura
determinata, di esistenza certa o probabile, dei quali, tuttavia, alla
chiusura dell’esercizio sono indeterminati o l’ammontare o la data di
sopravvenienza. L’art. 2423 bis comma 1 num 3 cc richiede inoltre che ‚
si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio,
anche se conosciuti dopo la chiusura di questo‛. Il principio contabile
OIC 31 prescrive gli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri debbano
essere iscritti nel CE seguendo il criterio di classificazione per natura dei
costi. Quindi accantonamenti relativi all’attività caratteristica e accessoria
vanno iscritti nelle voci della classe B di CE, diverse da B12 e B13 perché
vanno classificate in base alla natura dei costi. Quando viene a mancare
la correlazione tra la natura dell’accantonamento e una delle voci di
costo, gli accantonamenti per rischi e oneri sono iscritti nelle voci B12
(‚accantonamenti per rischi‛ sono accantonamenti per passività la cui
esistenza è solamente probabile, sono passività potenziali o fondi richi) e
B13 (‚altri accantonamenti‛ sono accantonamenti per passività certe il cui
ammontare e la cui data di sopravvenienza sono indeterminati, si tratta
di fondi spese). Gli accantonamenti relativi all’attività finanziaria sono
Fondi per rischi e
52. iscritti nelle voci della classe C di CE, ad esempio accantonamento per
oneri
perdite stimate su strumenti finanziari = C17 oneri finanziari. Gli
accantonamenti ai fondi rischi e oneri sono iscritti nel rispetto del
principio di competenza a fronte di somme che si prevede verranno
pagate ovvero di beni e servizi che dovranno essere forniti al tempo in
cui l’obbligazione dovrà essere soddisfatta. Quando il fondo accantonato
viene utilizzato, se FONDO < ONERE SOSTENUTO: le spese non coperte
dal fondo stanziato sono iscritte a CE per natura, coerentemente con
l’accantonamento originario; se FONDO > ONERE SOSTENUTO (fondo
eccedente) : il fondo parzialmente o totalmente eccedente si riduce o si
rilascia e in contropartita si rileva un componente positivo di reddito
nella stessa area in cui era stato rilevato l’accantonamento originario. Gli
accantonamenti ai fondi rischi e oneri sono indeducibili IRAP. Resta
fermo all’atto dell’effettivo sostenimento la deducibilità anche IRAP delle
spese che gli accantonamenti sono chiamati a fronteggiare, a condizione
che si tratti di spese potenzialmente rilevanti ai fini IRAP. Al momento
dello stanziamento del fondo occorre valutare se sussistono le condizioni
per la rilevazione delle imposte anticipate ai fini IRAP oltre che ai fini
IRES.

è un sistema di misurazione e valutazione delle performance del


management aziendale che utilizza in modo integrato informazioni
relative a 4 prospettive di analisi: 1) ECONOMICO-FINANZIARIA:
rende esplicito l’impatto delle strategie sulla creazione di valore per gli
azionisti, attraverso l’esame dei risultati economico- finanziari.
Balance score 2)CLIENTELA: consente ai manager di articolare una strategia orientata
53.
card al mercato e al cliente in grado di assicurare la sua soddisfazione e
fidelizzazione. Individua i segmenti di clientela e del mercato in cui
l’unità di business intende diventare competitiva. 3) PROCESSI
AZIENDALI INTERNI: identifica i processi nei quali l’azienda deve
eccellere per soddisfare le aspettative della clientela e conseguire gli
obiettivi economico – finanziari. 4) APPRENDIMENTO E CRESCITA:
individua l’infrastruttura che l’organizzazione deve costruire per creare
crescita e miglioramento a lungo termine (personale e sistemi di
tecnologie dell’informazione). Misura l’abilità del personale, dei sistemi e
dell’organizzazione a gestire la complessità ed adattarsi al cambiamento.
OBIETTIVI DI BSC: evitare comportamenti guidati da ‚miopia‛
manageriale, rendersi disponibili al cambiamento, determinare un
costante orientamento al futuro, stimolare un orientamento al cliente,
aiutare a creare, mantenere e sviluppare vantaggio competitivo.
La competitività economica è la capacità di un'azienda di fornire beni o
servizi concorrenziali. Il soggetto competitivo è dunque quello in grado
di rimanere sul mercato reggendo la concorrenza. La competitività è
Come si misura
essere in grado di competere, di affrontare la concorrenza. Il termine
54. la competitività
competitività è assimilabile all’obiettivo delle aziende di raggiungere un
aziendale
vantaggio competitivo. Esso è raggiungibile attraverso due tipologie di
strategie: quella di leadership di costo, quella di differenziazione.

La quota di mercato è la percentuale di vendite di un’azienda (fatturato)


rispetto al totale del settore.
La quota di mercato si calcola dividendo le vendite di un prodotto di
un’azienda per le vendite totali del settore in uno specifico periodo di
tempo sullo stesso prodotto. Per esempio, se i consumatori spendono in
totale €100 mila all’anno in spesa alimentare e le vendite della Esselunga
ammontano a €4,5 mila nello stesso periodo, l'azienda detiene il 4,5% del
mercato alimentare.
La quota di mercato permette di determinare le dimensioni di un’azienda
in relazione al resto del mercato e alla concorrenza. Inoltre, fornisce
informazioni sul leader di mercato e, in base all’analisi temporale, aiuta a
capire quali aziende stanno guadagnando quote di mercato e quelle che
la stanno perdendo. Per calcolare le quote di mercato è importante
prendere in considerazione 3 fattori: l’arco temporale adeguato, se la
quota viene misurata in base a un singolo prodotto o una categoria più
ampia, o se tiene conto solo del mercato nazionale, regionale o mondiale.
Comprendere com’è ripartito il mercato tra le varie aziende fornisce
55. Quota di mercato un’immagine più chiara del settore industriale: infatti da essa si evince
quanto sia forte la concorrenza tra le aziende, la frammentazione del
mercato, se questo è dominato da poche o molte aziende, rivelando le
preferenze dei consumatori e se questi si stanno spostano da un prodotto
all’altro.
La quota di mercato può essere assoluta, se intesa quale ammontare delle
vendite del prodotto in rapporto alle vendite complessive del mercato,
oppure relativa, se calcolata comparando la quota di mercato assoluta del
prodotto a quella detenuta dal principale competitor, oppure a quella
risultante come somma delle quote di mercato dei principali competitor.
La quota di mercato si calcola dividendo le vendite di un prodotto di
un’azienda per le vendite totali del settore in uno specifico periodo di
tempo sullo stesso prodotto. Per esempio, se i consumatori spendono in
totale €100 mila all’anno in spesa alimentare e le vendite della Esselunga
ammontano a €4,5 mila nello stesso periodo, l'azienda detiene il 4,5% del
mercato alimentare.
La quota di mercato permette di determinare le dimensioni di un’azienda
in relazione al resto del mercato e alla concorrenza. Inoltre, fornisce
informazioni sul leader di mercato e, in base all’analisi temporale, aiuta a
capire quali aziende stanno guadagnando quote di mercato e quelle che
la stanno perdendo. Per calcolare le quote di mercato è importante
prendere in considerazione 3 fattori: l’arco temporale adeguato, se la
quota viene misurata in base a un singolo prodotto o una categoria più
ampia, o se tiene conto solo del mercato nazionale, regionale o mondiale.
Comprendere com’è ripartito il mercato tra le varie aziende fornisce
un’immagine più chiara del settore industriale: infatti da essa si evince
quanto sia forte la concorrenza tra le aziende, la frammentazione del
mercato, se questo è dominato da poche o molte aziende, rivelando le
preferenze dei consumatori e se questi si stanno spostano da un prodotto
all’altro.

l Rendiconto Finanziario è un documento quantitativo contabile che


compone il bilancio, ne sono esonerate le imprese che redigono il bilancio
abbreviato e le cd microimprese.
Si riferisce all'esercizio oggetto di bilancio e all'esercizio precedente e
contiene l'ammontare e la composizione delle disponibilità liquide e i
flussi finanziari dell'esercizio (generati da attività reddituale/operativa,
di investimento, di finanziamento e operazioni coi soci).
FLUSSI DA ATTIVITÀ OPERATIVA: riguarda le attività ordinarie Il rendiconto finanziario
dell'impresa come acquisiz/distribuz di beni, fornitura di servizi e può può essere redatto con
essere calcolato in due modi: due metodi:
Metodo Diretto: dato dalla differenza tra Ricavi monetizzati e costi 1) Metodo Diretto:
monetizzati, cioè si depurano i costi e i ricavi da debiti/crediti, da evidenziando i flussi
Rendiconto
56. ratei/risconti. finanziari
finanziario
Metodo Indiretto: si parte da utile/perdita e lo si rettifica aggiungendo 2) Metodo Indiretto:
tutti i costi senza esborso monetario (ammortam, svalutaz, accantonam rettificando l’utile o la
fondo rischi futuri, minusvalenze, variazione debiti) e si sottraggono tutti perdita d’esercizio
i ricavi senza entrate monetarie (uso fondo rischi, plusvalenze, variaz. riportato nel conto
rimanenze, variaz. crediti). economico
ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO: i flussi sono generati dalla differenza tra
la vendita e l'acquisto di immobilizzazioni.
ATTIVITÀ DI FINANZIAMENTO: flussi dovuti ad
ottenimento/restituzione di disponibilità liquide sia come cap. di rischio
sia come cap. di terzi. Si parte dal CN si aggiungono le entrate (debiti di
finanziamento) e si sottraggono le uscite (dividendi, rimborso CN,
rimborso finanziam.)
L'ammortamento è un procedimento amministrativo-contabile con cui il
costo di un bene viene ripartito nel corso di più esercizi.
Il procedimento consiste nella ripartizione del costo di
un’immobilizzazione nel periodo della sua stimata vita utile con un
metodo sistematico e razionale indipendentemente dai risultati
conseguiti nell’esercizio, ed è disciplinato:
• dal punto di vista civilistico, dall’articolo 2426, comma 1, punto n. 2),
cod. civ.;
• sul piano fiscale, dall’articolo 102, commi 1, 2, 4 e 5 Tuir.

Attraverso la procedura di ammortamento il costo di tali beni viene


spalmato su più anni in ragione della loro durata economica.
Ad imporre l’ammortamento è anche il principio della competenza
economica delle componenti reddituali, secondo cui non è possibile
imputare un bene che viene utilizzato in più esercizi interamente
all'esercizio in cui è stato acquistato.
Oggetto dell'ammortamento possono essere:
• Le immobilizzazioni materiali ovvero l’insieme di tutti i fattori
produttivi ad utilità pluriennale fisicamente tangibili (ad esempio,
fabbricati, macchinari, impianti, automezzi, attrezzature industriali e
57. Ammortamento
commerciali, computer, mobili d'ufficio ecc.).
• Le immobilizzazioni immateriali come l’insieme di tutti i fattori
produttivi ad utilità pluriennale non fisicamente tangibili (ad esempio,
brevetti e marchi, diritti di utilizzo di opere dell'ingegno, concessioni
governative, costi di ricerca & sviluppo, costi di pubblicità ecc.).
Tra i vari criteri esistenti per il calcolo dell’ammortamento si deve dare la
preferenza al calcolo di quote di ammortamento costanti. Tuttavia i
criteri di ammortamento devono assicurare una razionale e sistematica
imputazione del valore dell’immobilizzazione durante la vita utile della
stessa.
Secondo l’Oic16 è ammissibile anche il calcolo di quote di
ammortamento decrescenti. Questo metodo presuppone che le
immobilizzazioni cedano all’impresa una maggiore utilità nei primi
esercizi di vita rispetto ai successivi. Ciò è dovuto al fatto che l’efficienza
tecnica delle immobilizzazioni tende a diminuire col passare del tempo.
L’OIC 16 esclude la possibilità di applicare quote di ammortamento
crescenti.
Per eseguire l'ammortamento fiscale si fa riferimento ai coefficienti di
ammortamento applicabili secondo la disciplina fiscale contenuti in
un’apposita tabella ministeriale (D.M. 31/12/1988).
L’ambiente esterno è composto da quei fattori che si verificano all’esterno
dell’azienda ma che causano cambiamenti interni alla stessa e sono, per
la maggior parte, al di fuori del controllo aziendale.
I clienti, la concorrenza, l’economia, la tecnologia, le condizioni politiche
e sociali e le risorse sono fattori esterni comuni che influenzano
l’organizzazione.
Anche se l’ambiente esterno si verifica al di fuori di un’organizzazione,
può avere un’influenza significativa sulle sue operazioni correnti, sulla
crescita e sulla sostenibilità a lungo termine.
Ignorare le forze esterne può essere un errore dannoso per i manager. In
quanto tale, è imperativo che i manager continuino a monitorare e ad
adattarsi all’ambiente esterno.
La chiave è lavorare per apportare modifiche proattive piuttosto che
dover adottare un approccio reattivo e risolvere problemi piuttosto che
prevenirli.
I fattori ambientali aziendali esterni: L’economia
In una cattiva economia, anche un’azienda ben gestita potrebbe non
essere in grado di sopravvivere.
Se i clienti perdono il lavoro o accettano posti di lavoro che riescono a
malapena a sostenerli, spenderanno meno in attività sportive, ricreative,
regali, beni di lusso e auto nuove.
Non è possibile controllare l’economia, ma comprenderla può aiutare ad
individuare minacce ed opportunità.
I fattori ambientali aziendali esterni: La concorrenza
A meno che l’azienda non sia un monopolio, si avrà sempre a che fare
58. Ambiente esterno
con la concorrenza.
Quando si apre un’azienda, normalmente ci si trova a lottare contro
imprese affermate e più esperte nello stesso settore.
Quando un’azienda si è stabilita invece, ci si troverà a lottare contro
nuove organizzazioni che cercano di rubare una fetta del mercato.
I fattori ambientali aziendali esterni: La politica
I cambiamenti nella politica governativa possono avere un enorme
impatto su un’attività.
L’industria del tabacco è un classico esempio.
Dagli anni ’50, alle aziende produttrici di sigarette è stato chiesto di
apporre etichette di avvertimento sui loro prodotti e hanno perso il
diritto di fare pubblicità in televisione. I fumatori hanno sempre meno
luoghi in cui possono fumare legalmente. La percentuale di persone che
fumano è quindi diminuita, con un effetto corrispondente sui ricavi del
settore.
I fattori ambientali aziendali esterni: Clienti e fornitori
Accanto ai dipendenti, i clienti e fornitori sono, nella maggior parte dei
casi, le persone più importanti con cui un’organizzazione ha a che fare.
I fornitori hanno un enorme impatto sui costi. Il peso di un dato fornitore
dipende dalla scarsità del suo servizio o prodotto e, di conseguenza,
dalla possibilità di trattativa con lui.
La potenza dei clienti dipende invece dal fatto che questi sono liberi di
scegliere fra un’organizzazione specifica e la sua concorrenza.
Come noto, con il D.Lgs. n. 139/2015 è stato recepito il contenuto della
Direttiva n. 2013/34/UE che ha aggiornato la disciplina prevista dal
Codice civile in materia di bilancio d’esercizio.
Tra le novità di maggior interesse è stata l’eliminazione dell’area
straordinaria del Conto economico, ossia la macroclasse E, composta
dalle voci E.20 e E.21.
L’OIC 12, ha evidenziato che gli oneri ed i proventi:
− per cui è possibile identificare in maniera univoca una voce di
destinazione in base alla tipologia dell’operazione, debbono essere
Nel bilancio dove allocati nelle voci di Conto economico ritenute appropriate;
sono le − per cui non è possibile identificare una precisa collocazione, vanno
59. informazioni di allocati in base alla tipologia di evento che ha generato il costo o il ricavo.
gestione Va ricordato che l’OIC 12, ai fini di quanti precede, dispone che
straordinaria? • i ricavi rimangono distinti tra gestione caratteristica (da rilevare,
qualora non aventi natura finanziaria, nelle voci da A.1 a A.4) e gestione
accessoria (da rilevare nella voce A.5), con la conseguenza che le
componenti positive dell’ex area straordinaria confluiscono
generalmente nella voce A.5;
• i costi vengono classificati in base alla relativa natura;
• le imposte degli esercizi precedenti trovano ora una diversa
collocazione a seconda della relativa natura, ossia a seconda che trattasi
di imposte dirette o indirette.

I principali metodi di valutazione degli investimenti sono:


1) Metodo della redditività dell'investimento (Return on investmenti)
Considera soltanto il rendimento dell'attività e quindi preferisce
l'investimento che il tasso di rendimento più alto, ignorando il fattore
tempo.
2) Metodo del periodo di recupero (Payback Period)
Considera il fattore tempo, non considerà però nè la redditività nè la
componente rischio insita nel tempo di rientro.
3) Metodo del redditività attualizzata (DCF)/Metodo del Valore attuale
Valutazione degli
60. Netto (VAN) Vedi Risposta 114
investimenti
Attualizza i redditi futuri derivanti dall'investimento al fine di
comparare progetti alternativi. I metodi operativi sono due: il TIR (VD
domanda TIR) quindi calcolando il TIR come il tasso che eguaglia i flussi
futuri agli esborsi, si considera se è conveniente rispetto al tasso che
l'impresa deve sostenere per il costo dell'investimento; il VAN (VD
domanda VAN) più è alto più sarà conveniente l'investimento.
4) Metodo del valore finale
Aggiunge al metodo di cui sopra, l'opportunità di reinvestimento degli
inflows man mano che si ricevono nel tempo.
Attualmente il regime contabile adottabile da imprese e professionisti
può assumere tre forme:
1. Regime ordinario;
2. regime semplificato per cassa (o più correttamente delle ‚imprese
61. Regimi contabili minori‛);
3. regime forfettario.
REGIME ORDINARIO
Il regime ordinario è obbligatorio per le imprese che nell’anno
precedente hanno realizzato ricavi superiori a:
§ 400.000 euro, se si tratta di attività di servizi
§ 700.000 euro, se si tratta di altro tipo di attività.
Questo regime è in ogni caso obbligatorio per le società di capitali, enti
pubblici o privati e trust che esercitano esclusivamente o principalmente
attività commerciale, indipendentemente dal volume d’affari realizzato.
Regime contabile ordinario: libri obbligatori e bilancio
I contribuenti che operano nel regime contabile ordinario sono obbligati
alla tenuta dei seguenti libri obbligatori:
- registro cespiti ammortizzabili;
- libro giornale.
La tenuta e la stampa dei registri IVA non è più obbligatoria dal 2019 per
effetto dell’entrata in vigore della fattura elettronica B2B. In caso di
imprese in forma societaria di capitali è obbligatoria anche la tenuta dei
seguenti libri sociali:
§ i libri sociali e contabili che consentono una rappresentazione
finanziaria della struttura della società ovvero
1. il libro soci;
2. il libro delle obbligazioni;
3. il libro degli strumenti finanziari.
§ i libri sociali e contabili che consentono la verifica del funzionamento
degli organi societari ovvero
1. il libro delle adunanze e delle deliberazioni assembleari;
2. il libro delle adunanze e delle deliberazioni dell’organo
amministrativo;
3. il libro delle adunanze e delle deliberazioni dell’organo di controllo;
4. il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee degli
obbligazionisti (ovviamente solo nel caso in cui l’impresa considerata
abbia emesso un prestito obbligazionario).
L’art. 2215-bis cc contempla la possibilità di formare e tenere libri,
repertori e scritture, previsti obbligatoriamente dalla legge, con modalità
informatiche.
Il reddito, per coloro che appartengono al regime ordinario, si determina
apportando al risultato del Conto economico le variazioni in aumento o
in diminuzione previste dalla disciplina fiscale.

REGIME SEMPLIFICATO
I contribuenti che adottano il regime contabile semplificato possono
esercitare l’opzione per l’applicazione della contabilità ordinaria:
§ compilando l’apposita casella del quadro VO della dichiarazione IVA;
§ applicando naturalmente tale regime contabile, vale il cosiddetto
comportamento concludente.
La durata dell’opzione vale 1 anno.
Libri obbligatori ed esonero dal libro giornale
I contribuenti che operano nel regime contabile semplificato sono
obbligati alla tenuta dei seguenti libri obbligatori:
§ registri IVA dove annotare tutti i documenti rilevanti ai fini Iva (fatture
di acquisto e di vendita, registro dei corrispettivi) nonché tutti gli oneri
deducibili ai fini delle imposte sui redditi (anche se fuori campo Iva);
§ registro cespiti ammortizzabili.
I contribuenti che operano nel regime contabile semplificato sono
esonerati dalla tenuta del libro giornale e dalla predisposizione del
bilancio di esercizio.
Il reddito si determina in base al principio di cassa e non in base al
principio di competenza (art 66 TUIR): il regime per cassa non è
opzionale, ma rappresenta la regola.

REGIME FORFETTARIO
È un regime fiscale agevolato, destinato alle persone fisiche esercenti
attività d’impresa, arti o professioni.
Requisiti di accesso
Accedono al regime forfetario i contribuenti che nell’anno precedente
hanno, contemporaneamente:
§ conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non
superiori a 65.000 euro (se si esercitano più attività, contraddistinte da
codici Ateco differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei
compensi relativi alle diverse attività esercitate)
§ sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000
euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a
collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma
di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo
lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese
dall’imprenditore o dai suoi familiari.
Anche chi inizia un’attività può accedere al regime forfetario,
comunicando nella relativa dichiarazione ai fini Iva di presumere la
sussistenza dei requisiti.
Cause di esclusione
Non possono accedere al regime forfetario:
• le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di
regimi forfetari di determinazione del reddito;
• i non residenti, ad eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati
membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo
Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di
informazioni e che producono in Italia almeno il 75% del reddito
complessivamente realizzato;
• i soggetti che effettuano, in via esclusiva o prevalente, operazioni di
cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di
mezzi di trasporto nuovi;
• gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano
contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o
imprese familiari ovvero che controllano direttamente o indirettamente
società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali
esercitano attività economiche direttamente o indirettamente
riconducibili a quelle svolte individualmente;
• le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei
confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o
erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta
ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente
riconducibili a tali datori di lavoro, fatta eccezione per chi inizia una
nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini
dell’esercizio di arti o professioni (avvocati e commercialisti);
• coloro che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro
dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 euro, tranne nel
caso in cui il rapporto di lavoro dipendente nell’anno precedente sia
cessato (sempre che in quello stesso anno non sia stato percepito un
reddito di pensione o un reddito di lavoro dipendente derivante da un
altro rapporto di lavoro).
Attenzione: il regime forfetario cessa di avere efficacia a partire dall’anno
successivo a quello in cui viene meno anche uno solo dei requisiti di
accesso ovvero si verifica una delle cause di esclusione.

l capitale sociale può essere aumentato o diminuito attraverso


modificazioni dell’atto costitutivo, deliberate dall’assemblea
straordinaria e iscritte nel registro delle imprese.
Sia l’aumento sia la riduzione del capitale sociale possono assumere
carattere reale o nominale.
L’aumento di capitale reale (o a pagamento) ha come conseguenza un
aumento del patrimonio della società, mentre l’aumento di capitale
nominale (o gratuito) non modifica il patrimonio sociale.
L’aumento del capitale sociale
L’aumento di capitale può essere deliberato se le azioni in precedenza
sottoscritte siano state interamente liberate, con integrale versamento dei
relativi conferimenti.
Il capitale sociale si può aumentare attraverso il conferimento di altre
Operazione di attività da parte di soci o terzi (cd. aumento reale o a pagamento).
62. aumento di In all’aumento, l’azienda dovrà procedere all’emissione di altre azioni.
capitale sociale In questi casi si applicano gli articoli 2439, comma 1 e 2440 del codice
civile.
I soci hanno diritto di opzione sulle azioni emesse, che consiste nella
facoltà, riconosciuta a ogni socio, di essere preferito, rispetto a terzi
estranei, nella sottoscrizione di altre azioni.
L’offerta in opzione ai soci deve essere fatta in proporzione al numero di
azioni possedute.
Si può attuare anche attraverso il trasferimento in conto capitale di
riserve o fondi disponibili (cd. aumento nominale o gratuito), e si può
attuare attraverso aumento del valore nominale delle azioni in
circolazione, attraverso proporzionale assegnazione gratuita ai soci di
altre azioni (i possessori di azioni di risparmio hanno, comunque, diritto
di ricevere in opzione azioni di risparmio di nuova emissione), attraverso
assegnazione gratuita di azioni ai dipendenti della società.
Vedi p35 per indici patrimoniali p154 per reddituali
63. Indici di bilancio
Al fine di misurare il costo atteso del nuovo capitale, si dovrebbe
utilizzare il valore di mercato delle sue componenti, piuttosto che il
valore di libro (che può essere significativamente differente). In aggiunta,
altre fonti di finanziamento più "esotiche", come le obbligazioni
convertibili, quelle callable, le azioni privilegiate convertibili, ecc.,
devono essere incluse nella formula se di ammontare significativo -
poiché il costo di questi strumenti di finanziamento è solitamente diverso
da quello delle loro versioni plain vanilla, a causa delle loro
caratteristiche supplementari.

Tale metodo è costituito da un calcolo del costo del capitale di un'azienda


in cui ogni categoria di capitale viene pesata proporzionalmente. Tutte le
fonti di capitale - azioni ordinarie, azioni privilegiate, obbligazioni e ogni
altro debito a lungo termine - sono incluse nella determinazione del
WACC.
Costo medio e Vedi fogli formule
64.
capitale proprio Il costo medio ponderato del capitale è calcolato moltiplicando il costo di matematica finanziaria
ogni componente del capitale per il proprio peso proporzionale e quindi
sommando. In linea di principio, gli investimenti di un'azienda sono
finanziati sia da debito, sia da capitale di rischio. Il WACC è la media del
costo di queste fonti di finanziamento, ciascuna delle quali viene
ponderata in base al rispettivo utilizzo nella situazione data. Essendo una
media ponderata, sintetizza l'ammontare dei rendimenti (dividendi e
interessi) che l'azienda deve pagare per ogni dollaro con cui si finanzia.

Il WACC di un'azienda ne rappresenta il ritorno complessivo atteso e, in


quanto tale, viene spesso utilizzato internamente dai dirigenti della
stessa per determinare la fattibilità economica in relazione a opportunità
di espansione e di fusione. È il tasso di attualizzazione da utilizzare
opportunamente per i flussi di cassa che hanno un rischio simile a quello
dell'impresa nel suo complesso.

Il controllo di gestione è l'attività di governo e di guida per conseguire


obiettivi economici prestabiliti con la pianificazione e la
Controllo di
65. programmazione. Il CDG ha quindi lo scopo di ottimizzare l'uso delle
gestione
risorse e a raggiugere gli obiettivi di massima convenienza

Nelle Spa, i conferimenti diversi dal denaro (in natura e di crediti)


seguono un preciso procedimento di valutazione per assicurare una
valutazione oggettiva e veritiera di tali conferimenti e per evitare una
sopravvalutazione degli stessi.
Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare una relazione
giurata di stima che deve attestare che il loro valore è almeno pari a
Relazione di quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e
66.
stima dell’eventuale sopraprezzo. Entro 180 giorni dalla costituzione della
società, gli amministratori, se sussistono fondati motivi, devono
procedere alla revisione della stima – nel frattempo, le azioni
corrispondenti sono inalienabili.
Se da tale revisione risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti è
inferiore di oltre 1/5 rispetto a quello per cui avvenne il conferimento, la
società deve ridurre proporzionalmente il capitale sociale e annullare le
azioni che risultano scoperte. Per non vedersi la partecipazione ridotto, il
socio può versare la differenza in denaro, oppure può recedere dalla
società con conseguente diritto alla liquidazione del valore attuale delle
azioni sottoscritte.
Non si richiede la stima del perito nominato dal tribunale quando il
valore attribuito al conferimento in natura è pari o inferiore:
1) Per i titoli quotati nel mercato dei capitali e per gli strumenti quotati
nel mercato monetario, al prezzo medio ponderato al quale tali strumenti
finanziari sono stati negoziati nei 6 mesi precedenti il conferimento;
2) Al fair value iscritto nel bilancio dell’esercizio precedente quello nel
quale è effettuato il conferimento (caso in cui il conferente è una società
che redige il proprio bilancio secondo gli IAS che adottano questo criterio
di valutazione);
3) Al valore risultante da una valutazione riferita ad una data precedente
di non oltre 6 mesi il conferimento (deve però trattarsi di un esperto
indipendente sia dalla società sia dal conferente).
In ogni caso gli amministratori possono però richiedere una nuova
valutazione.
Se non intendono contestare il valore del conferimento, gli
amministratori nel termine di 30 giorni iscrivono nel registro delle
imprese una dichiarazione nella quale indicano il metodo di valutazione
e attestano che il valore coì determinato è almeno pari a quello loro
attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e dell’eventuale
sovrapprezzo. Fino all’iscrizione di tale dichiarazione le azioni
corrispondenti sono inalienabili e devono restare depositate presso la
sede della società.
Nelle SRL, la disciplina dei conferimenti in natura è semplificata. Non è
necessario infatti, che l’esperto chiamato ad effettuare la valutazione sia
designato dal tribunale, ma è sufficiente che si tratti di un revisore o di
una società di revisione iscritti nell’apposito registro. Non è inoltre
prevista alcuna revisione di stima.

Le perdite fiscali, possono essere riportate in avanti senza limiti


temporali ed essere utilizzate ordinariamente, nei limiti dell’80%, per
abbattere i redditi d’impresa di periodo.
In relazione alle eccedenze di perdite d’impresa prodotte nel 2017, 2018 e
2019, la norma transitoria consente un recupero di tali eccedenze, che
altrimenti sarebbero andate perse, finalizzato a disciplinarne un utilizzo
postumo. Le nuove disposizioni si applicano a partire dal 2018.
67. Riporto perdite
In passato c'era una differenziazione tra soc ordinarie e soc semplificate
con la riforma tale differenza è scomparsa
Il limite dell’80% non trova applicazione per le perdite prodotte nei
primi tre periodi di attività e in quelle situazioni in cui il soggetto cessa
di operare in regime d’impresa, nei primi 3 anni le perdite possono
essere utilizzate al 100%

La Direttiva 2013/34/CE modifica le norme sui bilanci di esercizio e


consolidati, abrogando la 78/660/CEE e la 83/349/CEE. Viene introdotta la
Riserva di
68. valutazione delle immobilizzazioni con riserva di rivalutazione (non
rivalutazione
distribuibile) per ricalcolo ai valori correnti di mercato, alternativa al
metodo "tradizionale" di valutazione al costo storico di acquisto con
ammortamento;

69. Budget
In Italia, il contenuto informativo minimo della nota integrativa è
prescritto dall'Art. 2427 del Codice Civile, nonché - in via indiretta - da
una serie di altre disposizioni "sparse" (si vedano, ad esempio, il 3º e il 4º
comma dell'art.2423, l'art. 2423-bis e l'art. 2423-ter).

Le disposizioni contenute nell'art.2427 richiedono una serie di


indicazioni che si possono così raggruppare:

indicazioni riguardanti i Criteri di valutazione. Le informazioni


richieste consistono in una sintetica ma chiara e non equivoca
illustrazione dei criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio,
nelle rettifiche di valore (ammortamenti e svalutazioni) e nella
conversione dei valori sorti in moneta estera.
indicazione dei movimenti nelle voci del patrimonio. Devono essere
esposti i movimenti intervenuti nelle immobilizzazioni (materiali,
immateriali e finanziarie) partendo dalla consistenza iniziale per
giungere alla consistenza di fine esercizio. È fatto obbligo, altresì, di
evidenziare le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci
dell'attivo e del passivo, esplicitando in particolare la formazione e gli
utilizzi che riguardano il Patrimonio netto, i Fondi per rischi e oneri e il
TFR di lavoro subordinato. Devono altresì essere indicate la misura e le
ragioni delle riduzioni di valore che sono state applicate alle Negli ias la nota
immobilizzazioni immateriali di durata indeterminata, facendo integrativa non esiste, si
riferimento alla loro futura utilità e, se determinabile, al loro valore di parla di note al bilancio
70. Nota integrativa
mercato. (nella sostenza è uguale)
composizione e dettaglio di talune voci del bilancio. Va indicata la Anche la nota integrativa
composizione di alcune voci dell'attivo e del passivo patrimoniale, quali: va redatta in formato XBRL
i "costi di impianto e di ampliamento" e i "costi di ricerca, sviluppo e di
pubblicità"; le partecipazioni in imprese collegate e controllate; i crediti e
i debiti di durata superiore a 5 anni e i debiti assistiti da garanzie reali sui
beni sociali; i ratei e i risconti (attivi e passivi); gli altri fondi e le altre
riserve. Relativamente alle voci del Conto economico, devono essere
esposti: se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite per
categorie di attività e per aree geografiche; la suddivisione degli interessi
e altri oneri finanziari, indicati alla voce C17, relativi ai prestiti
obbligazionari, verso le banche e altri; la composizione della voce
proventi e oneri straordinari, quando il loro ammontare sia apprezzabile;
l'ammontare degli oneri finanziari patrimonializzati; l'ammontare dei
proventi da partecipazioni diversi dai dividendi; gli eventuali effetti
significativi delle variazioni nei cambi delle valute estere verificatesi
dopo la chiusura dell'esercizio. La Nota integrativa deve anche includere:
l'indicazione analitica delle voci di patrimonio netto, specificandone in
appositi prospetti l'origine, le possibilità di utilizzazione o di
distribuzione, nonché le utilizzazioni avvenute nei precedenti esercizi;
un prospetto delle differenze fiscali che determinano la rilevazione di
imposte differite e anticipate, il quale fornisca una serie di informazioni
su questo particolare aspetto.
informazioni diverse. Riguardano gli impegni assunti non evidenziati nei
conti d'ordine dello Stato patrimoniale, il numero medio dei dipendenti, i
compensi agli amministratori e ai sindaci, le varie categorie di azioni, di
obbligazioni e di altri titoli emessi dalla società.

L’obiettivo dell’analisi della liquidità è quello di evidenziare la capacità


dell’azienda di far fronte ai propri impegni di breve periodo in modo
tempestivo ed economico e quindi con attività che presentano la
medesima durata.
Al fine di esaminare la liquidità da un punto di vista statico, i più
importanti margini costruibili, con i correlati indicatori, sono:
• il margine di tesoreria e il correlato indice di liquidità;
• il capitale circolante netto e il correlato indice di disponibilità.

Il margine di tesoreria è rappresentato dalla seguente formula:


MT= (Liquidità immediate + Liquidità differite) – Passività correnti
Il margine in questione esprime la capacità dell’azienda di far fronte alle
passività correnti a breve termine attraverso l’utilizzo delle disponibilità
liquide e dei crediti a breve termine. Restano pertanto escluse le
rimanenze, che pur sempre rappresentano un’attività di breve periodo
(tranne quelle che presentano un tasso di rotazione superiore a 365
giorni).
MT>0 esprime un equilibrio finanziario di breve periodo
Indice di liquidità = (Liquidità immediate + Liquidità differite) /Passività
correnti
L’indice in questione dovrebbe essere almeno pari a 1 (anche se valori
prossimo all’unità sono ritenuti comunque soddisfacenti): la parte del
circolante a più elevata mobilità (liquidità immediata e differita)
Margine di
71. dovrebbe essere almeno uguale alle passività correnti.
tesoreria
Se il margine è positivo, l’indice è maggiore di 1; se il margine è negativo,
l’indice è inferiore a 1.

Il Capitale circolante netto è anch’esso finalizzato ad accertare la capacità


dell’azienda di far fronte agli impegni di breve periodo con le attività
correnti. La formula che lo rappresenta è la seguente:
CCN = Attività correnti – Passività correnti
Il margine in questione si differenzia dal precedente per la presenza delle
scorte di magazzino che, rispetto alle altre attività a breve, presentano
delle caratteristiche del tutto peculiari in termini di liquidità: possono
non essere facilmente cedibili (possono essere in parte obsolete) e/o
possono non sussistere le condizione per la loro vendita; anche se
liquidabili, la cessione integrale delle stesse è assolutamente rischiosa: un
livello fisiologico di scorte è condizione essenziale per l’operatività
aziendale. Rappresentano in ogni caso delle poste a breve in quanto il
loro tasso di rotazione è in genere inferiore a 365 giorni, ma una parte di
esse deve far parte del capitale permanente.
La valenza di questo indicatore è pertanto leggermente differente: con
esso si vuole indagare non tanto sulla possibilità di fare immediatamente
fronte agli impegni assunti, quanto piuttosto la correlazione esistente fra
impieghi di breve periodo e passività di breve periodo.
È chiaro che un capitale circolante netto negativo assume un significato
peggiore rispetto ad un margine di tesoreria negativo: nemmeno con la
cessione delle rimanenze i creditori sociali di breve periodo potrebbero
venir soddisfatti.

Anche un eccessivo capitale circolante netto non va però visto di buon


occhio: potrebbe infatti celare un disequilibrio dovuto ad una scarsa
rotazione del magazzino, o segnalare una difficoltà o eccessiva lentezza
nell’incasso dei crediti, o un eccesso di liquidità, o un’eccessiva velocità
di pagamento dei debitori sociali

Il Margine di Struttura è un indicatore della solidità patrimoniale


dell'impresa, cioè della sua capacità di finanziarsi con il Patrimonio
Netto, non soggetto quindi a rimborso.
Si ottiene sottraendo al Patrimonio Netto (i mezzi finanziari apportati dai
soci come il capitale sociale, le riserve, gli utili non distribuiti, ecc.) le
Immobilizzazioni (il valore degli investimenti in beni materiali,
Margine di immateriali e finanziari di lunga durata al netto degli ammortamenti).
72. Se il valore dell'indice è positivo o tendente a zero, l'azienda è solida dal
struttura
punto di vista patrimoniale, in quanto i mezzi propri sono sufficienti allo
svolgimento dell'attività.
Indice di struttura primario = 𝑃𝐴𝑇𝑅𝐼𝑀𝑂𝑁𝐼𝑂 𝑁𝐸𝑇𝑇𝑂 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸 -
𝐼𝑀𝑀𝑂𝐵𝐼𝐿𝐼𝑍𝑍𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐼
Indice di struttura secondario = 𝑃. 𝑁𝐸𝑇𝑇𝑂 + 𝐷𝐸𝐵𝐼𝑇𝐼 𝑀𝐿 / 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸
𝐼𝑀𝑀𝑂𝐵𝐼𝐿𝐼𝑍𝑍𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐼

E’ il punto in cui il costo medio è minimo ed incontra il costo marginale.


Il punto di fuga indica la condizione minima essenziale di permanenza di
73. Punto di fuga
un’impresa in un settore in cui già opera.

La relazione 33 quarto comma viene redatta dal curatore non appena è in


possesso dei dati rilevanti relativi alla procedura da comunicare al
giudice delegato e al pubblico ministero a cui è indirizzata. La relazione
33 viene successivamente integrata da relazioni periodiche, generalmente
mensili, in cui si aggiorna lo stato della procedura, queste ultime
vengono indirizzate solamente al giudice delagato. Nella relazione il
curatore indica tutti i dati relativi al soggetto fallito, allega il verbale di
convocazione del legale rappresentate e illustra le motivazioni che hanno
Art 33 LF portato al fallimento; sono indicati inoltre i libri contabili obbligatori
74.
(relazione) rinvenuti e le dichiarazioni fiscali indicandone se è stata curata la corretta
tenuta, viene inoltre ripostato l’elenco dei creditori ammessi e la loro
entità. Il curatore deve indicare i beni che sono stati inventariati, gli
eventuali crediti, la loro possibilità di realizzo, le eventuali azioni
revocatorie esperibili e i procedimenti in corso. Inoltre indica l’esistenza
di contratti cui la procedura intende subentrare. Relativamente alla
condotta del soggetto fallito occorre indicare eventuali distrazioni di beni
o denari, pagamenti preferenziali, sottrazione o occultamento di beni.
Alla data di chiusura dell’esercizio (che generalmente è il 31/12) bisogna
effettuare le scritture di assestamento. Le scritture di assestamento hanno
lo scopo di integrare e rettificare i valori contabili desunti dalla
contabilità generale ai fini di determinare il reddito di competenza. Si
distinguono in: -scritture di completamento: servono a rilevare
operazioni che non sono state ancora registrate nel corso dell’esercizio
(TFR maturato, fatture da emettere); - -scritture di integrazione:
Scritture di componenti di reddito che si tradurranno in una manifestazione
75.
assestamento finanziaria in un esercizio futuro, ma che sono di competenza
dell’esercizio in esame. (es. ratei attivi/passivi, fondi rischi), -scritture di
rettifica: rinviano al futuro costi e ricavi, pur essendosi già manifestati
finanziariamente. (es. rimanenze magazzino, risconti passivi/attivi), -
scritture di ammortamento: procedimento contabile, con cui il costo per
l’acquisto di un bene o un servizio viene ripartito tra più esercizi sulla
base del suo concorso alla produzione di ciascun anno

Le deduzioni vanno ad
influire sul reddito
imponibile su cui poi
viene applicata
l’aliquota. Es. Contributi
previdenziali, contributi
versati per la previdenza
Le deduzioni fiscali sono delle agevolazioni che concorrono direttamente
complementare, assegni
a determinare il reddito imponibile ovvero quello che verrà utilizzato nel
di mantenimento al
calcolo dei tributi. La somma derivante da vari oneri deducibili deve
essere sottrarra direttamente al reddito complessivo: ciò che ne deriverà
coniuge in caso di
sarà una certa somma da usare come base per il calcolo delle somme da separazione. Le
versare. detrazioni invece
In questo senso: agiscono sull’imposta
1. Viene applicata sul reddito; lorda. Alcune detrazioni
Deduzioni e
76. 2. Viene applicata prima che intervenga il calcolo effettivo della sono soggette ad una
detrazioni
tassazione e quindi prima di dover applicare le detrazioni. franchigia (es. spese
Il reddito imponibile, infatti, è la differenza tra il reddito effettivo e le mediche 129€) e altre
deduzioni. sono al un importo
Le detrazioni fiscali intervengono in una fase successiva: quella del massimo (es.
calcolo effettivo dell'importo del tributo. Le detrazioni non incidono sulla
assicurazioni
quantificazione del reddito ma esclusivamente sull'esborso. L'importo
vita/infortuni 530€). A
complessivo delle detrazioni fiscali può essere determinato in relazione a
percentuali prestabilite o sulla base di date cifre.
seconda della tipologia
della detrazione è anche
prevista la percentuale
che verrà portata in
detrazione (es. 19%
spese mediche)
Le politiche di marketing, nel loro insieme, compongono il mix degli
strumenti rivolti all’ottenimento degli obiettivi di mercato fissati di
periodo in periodo.
Le leve che il reparto marketing può azionare per raggiungere i propri
obiettivi di business sono essenzialmente 4, le 4p del marketing:
-Product: insieme delle scelte aziendali che riguardano i prodotti da
offrire sul mercato, considerati sia singolarmente che ne loro insieme.
Bisogna valutare la gamma di prodotti da offrire sul mercato, l’ampiezza
(il numero di linee di prodotto) e la profondità (Il numero di prodotti di
ogni linea)
-Price: le decisioni riguardanti i prezzi sono sempre complesse e
importanti nelle strategie di marketing di un’impresa. Il prezzo ha due
caratteristiche: è una variabile che può essere controllata dall’impresa e
che può essere facilemnte cambiata, il compratore è sensibile al prezzo.
Politiche di
77. Nella scelta dei prezzi possono essere seguite varie tecniche, tuttavia
marketing
esistono tre punti di riferimento che le imprese prendono in esame: il
costo del prodotto, la domanda, la concorrenza. A questi tre punti si
aggiungono le considerazioni che riguardano gli obiettivi dell’impresa, le
caratteristiche del compratore, la situazione e le prospettive
dell’economia.
-Place: è lo strumento che stabilisce come il prodotto arriva ai clienti.
Comprende tutte le attività che ruotano intorno ai canali di distribuzione
del prodotto
-Promotion: strumenti per far in modo che il prodotto venga conosciuto
dalla clientela. Sono comprese tutte le misure atte ad incentivare la
vendita di un prodotto e a creare un’immagine positiva
dell’azienda/marchio.

Le modifiche agli OIC introdotte nel nostro ordinamento gli scorsi anni
hanno eliminato molte delle differenze esistenti rispetto agli IAS/IFRS
per esempio è stato introdotto il fair value come criterio per la
misurazione e rappresentazione degli strumenti derivati; è stato adottato
il criterio del costo ammortizzato per la valutazione dei crediti, dei debiti
e dei titoli immobilizzati; il rendiconto finanziario è diventato un
prospetto di bilancio obbligatorio. Nonostante questo rimangono
importanti differenze tra cui la differente natura dei principi: i principi
contabili nazionali hanno lo scopo di tutelare e misurare il patrimonio
aziendale, servendosi così del bilancio d’esercizio come strumento di
Differenze OIC
78. analisi, i principi contabili internazionali mirano principalmente a fornire
IAS
un’informativa agli investitori nei mercati finanziari e a tutti gli
stakeholders in generale per consentire loro di prendere decisioni
economiche consapevoli. Dal punto di vista contabile ci sono differenze
tra i criteri di misurazione, rientrano in questa casistica per esempio le
rimanenze di magazzino, il leasing. Altre operazioni invece sono vietate
dagli OIC ma consentite nei principi contabili internazionali o viceversa
per esempio l’ammortamento dell’avviamento (Sì OIC no IFRS) o la
rivalutazione delle immobilizzazioni (Sì IAS, non previsto dagli OIC se
non con leggi speciali).
Nelle società di capitali, i conferimenti diversi dal denaro (in natura e di
crediti) seguono un preciso procedimento di valutazione per assicurare
una valutazione oggettiva e veritiera di tali conferimenti e per evitare
una sopravvalutazione degli stessi. Chi conferisce beni in natura o crediti
deve presentare una relazione giurata di stima che deve attestare che il
loro valore è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della
determinazione del capitale sociale e dell’eventuale sopraprezzo. Entro
180 giorni dalla costituzione della società, gli amministratori, se
sussistono fondati motivi, devono procedere alla revisione della stima –
nel frattempo, le azioni corrispondenti sono inalienabili. Se da tale
revisione risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti è inferiore di
oltre 1/5 rispetto a quello per cui avvenne il conferimento, la società deve
ridurre proporzionalmente il capitale sociale e annullare le azioni che
risultano scoperte. Per non vedersi la partecipazione ridotto, il socio può
versare la differenza in denaro, oppure può recedere dalla società con
conseguente diritto alla liquidazione del valore attuale delle azioni
sottoscritte. Non si richiede la stima quando il valore attribuito al
conferimento in natura è pari o inferiore:
1) Per i titoli quotati nel mercato dei capitali e per gli strumenti quotati
nel mercato monetario, al prezzo medio ponderato al quale tali strumenti
finanziari sono stati negoziati nei 6 mesi precedenti il conferimento;
Conferimento in
2) Al fair value iscritto nel bilancio dell’esercizio precedente quello nel
79. natura (valore
quale è effettuato il conferimento (caso in cui il conferente è una società
inferiore a 1/5)
che redige il proprio bilancio secondo gli IAS che adottano questo criterio
di valutazione);
3) Al valore risultante da una valutazione riferita ad una data precedente
di non oltre 6 mesi il conferimento (deve però trattarsi di un esperto
indipendente sia dalla società sia dal conferente).
In ogni caso gli amministratori possono però richiedere una nuova
valutazione.
Se non intendono contestare il valore del conferimento, gli
amministratori nel termine di 30 giorni iscrivono nel registro delle
imprese una dichiarazione nella quale indicano il metodo di valutazione
e attestano che il valore coì determinato è almeno pari a quello loro
attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e dell’eventuale
sovrapprezzo. Fino all’iscrizione di tale dichiarazione le azioni
corrispondenti sono inalienabili e devono restare depositate presso la
sede della società. Nelle S.p.a la relazione di stima deve essere fatta da un
esperto nominato dal tribunale. Nelle srl, la disciplina dei conferimenti di
natura è semplificata. Non è necessario infatti, che l’esperto chiamato ad
effettuare la valutazione sia designato dal tribunale, ma è sufficiente che
si tratti di un revisore o di una società di revisione iscritti nell’apposito
registro. Non è inoltre prevista alcuna revisione di stima.

L’azienda è il complesso organizzato di beni dall’imprenditore per


l’esercizio di impresa. E’ un sistema di elementi interconnessi tra loro per
il raggiungimento di un fine comune, modificando un elemento viene
Azienda come
80. modificata l’intera azienda. L’azienda è un sistema aperto in quanto
sistema
assorbe dall’ambiente esterno che la circonda risorse e informazioni che
trasforma in prodotti ed entra in contatto con il mercato. E’ un sistema
dinamico perché cambia nel tempo, muta al mutare dell’ambiente
esterno, del mercato e alle esigenze dell’ambiente interno. E’ un sistema
sociale in quanto vi agiscono persone che possono conseguire gli obiettivi
che non sono conseguibili individualmente.

Il bilancio consolidato è il bilancio che espone la situazione economia,


patrimoniale e finanziaria di un gruppo di imprese, considerate come
un’unica impresa.
Un gruppo ha obbligo di redazione del bilancio consolidato IAS/IFRS se
per due esercizi consecutivi supera 2 dei 3 limiti:
-20 milioni del totale attivo dello SP
-40 milioni di totale ricavi
-250 dipendenti occupati in media nell’esercizio
Se una società è quotata anche se non supera questi limiti deve redigere il
bilancio consolidato; se una società è una subholding è esonerata dalla
redazione del bilancio consolidato questo viene accordato alle seguenti
condizioni: la controllante sia titolare di almeno il 95% delle azioni della
Bilancio
81. Sub-Holding controllata; la controllante rediga e sottoponga a controllo
consolidato
il Bilancio Consolidato; la Sub-Holding non deve aver emesso titoli
quotati su mercati regolamentati; la Sub-Holding indichi nella propria
Nota Integrativa i motivi dell’esonero.
Per poter redigere il bilancio consolidato bisogna individuare l’area di
consolidamento, individuata quest’ultima gli amministratori della società
controllante redigono il bilancio che si articola nelle seguenti fasi:
-omogeneizzazione delle poste e dei criteri di valutazione
-aggregazione delle voci di SP e CE
-eliminazione delle poste infragruppo
-eliminazione della partecipazione: questa fare può essere effettuata in
modo integrale o proporzionale

Le economie di scala indicano la relazione esistente tra aumento della


quantità di produzione e la diminuzione del costo unitario del prodotto.
Il costo unitario è dato dal costo totale diviso per la quantità prodotta e
Economie di corrisponde al costo medio. Alla base di economie di scala vi possono
82.
scala essere fattori tecnici, statistici, organizzativi o connessi al grado di
controllo del mercato. La produzione su scala consente di utilizzare a
pieno regime i macchinari, riducendo le inefficienze

L’articolo 2423 cc. prevede che il bilancio sia redatto secondo prudenza.
La valutazione secondo prudenza comporta cautela nelle sime in
situazioni di incertezza. I profitti non realizzati non devono essere
contabilizzati, mentre tutte le perdite, anche se non definitivamente
realizzate, devono essere riflesse in bilancio: l’art. 2423-bis cc., stabilisce
Principio di
83. che si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di
prudenza
chiusura dell’esercizio, prevede che si deve tener conto dei rischi e delle
perdite di competenza dell'esercizio, anche se conosciuti dopo la
chiusura di questo. Il principio di prudenza supera il principio di
competenza
Analisi della redditività L'analisi della redditività ha l'obiettivo di
misurare la capacità di produrre reddito dall'impiego delle risorse
investite. A questo scopo vengono analizzati i rapporti che legano alcuni
risultati economici con le correlate voci dello stato patrimoniale. Gli
indici più comuni sono:
Analisi di
84.
redditività

Differenza tra Il Roa è una variante del ROI che tiene in considerazione anche della ROA= EBIT/CAPITALE
85.
ROA e ROI differenza tra gestione caratteristica INVESTITO
Per attività che non costituiscono immobilizzazioni si intendono titoli,
Attività che non
partecipazioni societarie, etc., che rappresentano per la società degli
costituiscono
investimenti a breve termine. L’art.2424 del Codice civile prevede che
86. immobilizzazioni
le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni siano
, dove si scrivono
indicate nella macro categoria C dell’attivo dello Stato patrimoniale
i proventi?

Tra i differenti metodi di valutazione del capitale economico d'impresa


possiamo distinguere, anzitutto, tra metodi diretti ed indiretti:

vengono definiti diretti quei metodi che fanno riferimento per


l'individuazione del valore dell'azienda agli effettivi prezzi espressi dal
mercato per quote di capitale dell'impresa medesima o di aziende
similari (ad esempio azioni negoziate sul mercato della Borsa o su altri
mercati)
sono indiretti quei metodi che, per assenza o insufficienza dei dati di
mercato impostano su basi diverse (reddito, flussi finanziari, patrimonio)
il processo di stima del capitale economico.
Il metodo di valutazione patrimoniale esprime il valore di un’azienda in
funzione del suo patrimonio, ossia analizza i valori dei singoli elementi
dell’attivo e del passivo dalla cui contrapposizione emerge l’entità del
Valutazione del patrimonio netto.
87. capitale Tale impostazione offre, proprio per sua natura, una visione dell’azienda
economico fondata su una rappresentazione delle sue componenti patrimoniali, la
cui preventiva valorizzazione avviene con appropriate metodologie in
funzione della natura e delle caratteristiche delle stesse.
FORMULA W: CAPITALE
SOCIALE+PLUSVALENZE+MINUSVALENZE+ONERI FISCALI
Metodologie reddituali
I metodi reddituali valutano l’azienda in virtù della capacità della stessa
di generare reddito negli anni futuri. Tali criteri presentano
fondamentalmente due pregi: l’universalità e la razionalità. Universalità
nel senso che essi, assieme alle metodologie finanziarie, sono i criteri
maggiormente utilizzati dagli operatori del settore, razionalità nel senso
che tali metodi sono fortemente riconducibili a formulazioni teoriche
valide e indiscutibili, e proprio per questo quindi difficilmente criticabili.
Nonostante questo, essi presentano alcuni limiti che annullano o
quantomeno mettono in secondo piano gli aspetti positivi finora elencati.
Il problema di base che in tal senso si pone è se fondamentalmente sia
corretto, per valutare il valore di una società, fare riferimento ai flussi di
reddito anziché ai flussi di cassa.
In realtà, sappiamo benissimo che il reddito d’esercizio rappresenta una
posta puramente contabile che non può considerarsi espressiva della
ricchezza che l’azienda produce.
Nel nostro Paese il risultato d’esercizio non è considerato un indicatore
di estrema importanza e significatività, dal momento che spesso la sua
formazione è condizionata da elementi esterni alla gestione tipica
aziendale e nella maggior parte dei casi da manovre mirate
all’abbattimento del carico fiscale. Nonostante si proceda alla
normalizzazione di tali flussi, resta sempre un indicatore di estrema
vulnerabilità.

Metodologie finanziarie
Le metodologie finanziarie concentrano la propria attenzione sulla
capacità dell’azienda di generare flussi di cassa prospettici.
Senza dubbio, uno dei principali vantaggi insiti nel metodo finanziario è
quello di mettere in luce il valore dell’attività operativa dell’impresa. Tali
metodologie quindi tendono a non influenzare il valore di tale attività,
inteso come capacità dell’azienda di generare flussi di cassa operativi
sulla base di un costo del capitale di mercato, ed a considerare
separatamente il valore di eventuali attività accessorie non operative.
Una prima critica sollevata nei confronti di tale metodologia di
valutazione si chiede perchè sia necessario attualizzare i flussi di cassa e
non, ad esempio, i flussi di reddito d’esercizio. Infatti, il metodo di
valutazione reddituale si basa sul concetto che il valore del capitale
economico dell’impresa derivi dai redditi d’esercizio futuri, in quanto
tali redditi sono destinati a generare utilità per l’azionista. Il metodo
finanziario appena descritto si fonda, invece, come evidenziato
inizialmente, sull’assunzione che il reddito d’esercizio, determinato in
base al principio di competenza, non determina utilità per l’azionista fino
a quando non si traduce in cassa.
Come precedentemente detto in sede di analisi di pregi e difetti del
metodo reddituale, riteniamo che, proprio in virtù delle considerazioni
fatte, sia più corretto avere come riferimento i flussi di cassa che quelli di
reddito.
Un ulteriore fattore suscettibile di critiche riguarda la difficoltà di
effettuare previsioni per lunghi periodi, in virtù della forte influenza
esercitata da componenti soggettive ed arbitrarie, soprattutto
nell’imputazione delle proiezioni e nella quantificazione del tasso di
sconto e dei parametri valutativi. E’ pur vero, infatti, che la
determinazione del tasso di attualizzazione è un’operazione abbastanza
complessa, che incorpora parametri per i quali le informazioni sono
molto spesso insufficienti (si pensi al beta di settore, al premio al rischio,
alla definizione della struttura finanziaria ideale).
In ultima analisi, la critica di base che viene fatta risiede nel fatto che tale
metodologia attribuisce troppa importanza a previsioni future circa i
flussi di cassa che sono difficilmente stimabili in modo corretto e che
spesso possono essere condizionate da elementi sconosciuti o non
prevedibili allo stato attuale.
In realtà tale critica, seppur fondata su considerazioni corrette, ci pare un
po’ inappropriata, in quanto il concetto di base a cui si deve ispirare il
processo di valutazione è quello di esprimere il valore in termini di
scenari e intervalli di valori e non in termini di stime puntuali e precise.
Pur rispettando, quindi, tali critiche, riteniamo che la metodologia
finanziaria sia nella maggior parte delle circostanze la più idonea per
l’attribuzione di un giusto valore al capitale economico aziendale, in
quanto permette meglio di ogni altra di poter analizzare differenti
scenari e di valutare l’impatto di variazioni di scenario sul valore della
società.

I soggetti passivi Iva devono presentare il modello ‚Comunicazione delle


liquidazioni periodiche IVA‛ per comunicare i dati contabili riepilogativi
delle liquidazioni periodiche dell’imposta. E’ un adempimento previsto
per i contribuenti che liquidano l’iva mensilmente o trimestralmente ( a
seconda della periodicità del volume d’affari). Sono esonerati
dall'adempimento i soggetti passivi non obbligati alla presentazione
della dichiarazione annuale Iva (ad esempio i contribuenti che hanno
registrato solo operazioni esenti) o non obbligati all’effettuazione delle
liquidazioni periodiche (minimi e forfettari), sempre che, nel corso
dell’anno, non vengano meno le condizioni di esonero. L’obbligo di invio
della Comunicazione non ricorre in assenza di dati da indicare mentre
sussiste nell'ipotesi in cui occorra evidenziare il riporto di un credito
proveniente dal trimestre precedente. Il modello deve essere presentato
esclusivamente per via telematica, direttamente dal contribuente o
tramite intermediari abilitati, entro l’ultimo giorno del secondo mese
88. LIPE successivo a ogni trimestre. Le scadenze dell’invio della LIPE sono: ·
31 maggio 2020 per il I trimestre 2020; (proroga 30 giugno decreto Cura
Italia) ·
16 settembre 2020 per il II trimestre 2020; ·
30 novembre 2020 per il III trimestre 2020; ·
28 febbraio 2021 per il IV trimestre 2020.
La liquidazione del IV è possibile non inviarla se si invia contestualmente
alla Dichiarazione annuale IVA, compilando l’apposito quadro VP. In
caso di mancato invio o errato invio, in sede di Dichiarazione IVA
annuale è possibile compilare il quadro VH. Le sanzioni per omessa,
incompleta o infedele comunicazione delle liquidazioni periodiche vanno
da un minimo di Euro 500 ad un massimo di Euro 2.000. La sanzione è
ridotta della metà se la trasmissione è effettuata entro i 15 giorni
successivi alla scadenza prevista o se, nel medesimo termine, è effettuata
la trasmissione correttiva dei dati.
L’articolo 36 del DPR 633/72 sancisce le norme di trattamento in caso di
esercizio di più attività.Il 1° comma del suddetto articolo stabilisce in
linea generale che i soggetti passivi IVA, che esercitano
contemporaneamente più attività nell’ambito della stessa impresa,
devono applicare l’imposta unitariamente e cumulativamente per tutte le
attività con riferimento al volume d’affari complessivo. In base a quanto
disposto dal suddetto art.36 c.1, la società potrà tenere una numerazione
unica delle fatture emesse per entrambe le attività; facoltativamente, per
questioni organizzative, potrà anche scegliere di numerare
separatamente le fatture delle singole attività annotandole in due diversi
sezionali del registro vendite. Analogo comportamento dovrà essere
adottato per la registrazione degli acquisti. I commi 2 e 4 dell’art. 36
prevedono, invece, i casi di separazione obbligatoria delle attività:
l’esercizio contemporaneo di attività di impresa e lavoro autonomo, il
Commercio al minuto con il metodo della ventilazione, le attività agricole
Regime (art.34 e 34bis del DPR 633/72), qualora non abbiano optato per
89. contabilità l’applicazione dell’IVA ordinaria, le attività spettacolistiche con
separata detrazione dell’IVA forfetaria (art. 74 c. 6 e art. 74 quater c. 5 DPR 633/72.
In caso di contabilità separata, l’impresa dovrà procedere alla
numerazione distinta delle fatture emesse, annotandole in separati
registri vendite; analogo comportamento dovrà essere tenuto per la
protocollazione e annotazione delle fatture d’acquisto. Per gli acquisti di
beni e servizi utilizzati promiscuamente, l’IVA sarà detraibile in base alla
quota imputabile a ciascuna attività (salvo limiti al diritto della
detrazione), in questo caso il criterio di imputazione dovrà essere
oggettivo e dimostrabile (o in via residuale determinato in base al
volume d’affari). La periodicità di liquidazione dell’IVA dovrà essere
determinata tenendo conto dei volumi d’affari delle singole attività,
l’IVA a debito dovrà essere versata sommando le risultanze delle singole
posizioni (compensando quindi le situazioni debitorie e creditorie).
La dichiarazione IVA sarà costituita da un modello base e tanti moduli
quante sono le attività gestite.

Scegliere una struttura organizzativa significa stabilire come dividere e


come coordinare il lavoro, essa può essere osservata a vari livelli
tipicamente come macrostruttura (è l'organizzazione dell'azienda nel suo
insieme e in particolare ai livelli alti cioè di alta direzione), meso-
struttura (riguarda i livelli intermedi della struttura organizzativa
tipicamente delle aree funzionali oppure le divisioni di business),
microstruttura (è la struttura di specifiche unità organizzative in
Organizzazione
particolare essa riguarda le modalità di svolgimento dei compiti delle
aziendale,
unità organizzative elementari). La struttura organizzativa deve essere
90. struttura
coerente con il tipo di risultato che si vuole raggiungere. Il successo
divisionale e
aziendale è legato al risultato economico. Struttura organizzativa: è
funzionale
prima di tutto un modo per assegnare le attività di gestione alle singole
posizioni di lavoro e per raggrupparle al fine di creare le varie unità
organizzative; ogni unità organizzativa è espressione di un’attività di
gestione. Le principali configurazioni di struttura organizzativa sono
tre: struttura funzionale, struttura divisionale e struttura a matrice.
Nella struttura funzionale, quella più comunemente applicata, l’azienda
è suddivisa in aree omogenee per ambito di attività: l’amministrazione,
gli acquisti, le vendite, l’ufficio tecnico, la produzione etc. Il principale
vantaggio di queste strutture è la possibilità di raggiungere elevati fattori
di efficienza locale, ovvero ottenere una elevata specializzazione nei ruoli
e pertanto una maggiore efficienza operativa in ciascuna funzione. Per
contro, il principale svantaggio è il rischio ‚compartimenti stagni‛: ogni
funzione opera quasi come se fosse un’azienda a se stante, spesso con il
rischio di scarso coordinamento rispetto alle altre e con difficoltà nel
perseguire obiettivi comuni. Questo tipo di struttura è frequente nelle
aziende che realizzano prodotti o servizi sostanzialmente omogenei
servendo mercati con caratteristiche simili, e dove l’efficienza è un fattore
competitivo importante. Nella struttura divisionale, invece, l’azienda
viene ‚segmentata‛ internamente in base ad una dimensione del
business, ad esempio per linea di prodotto/servizio o per mercato.
Ciascuna divisione, tipicamente, presenta al suo interno una struttura
funzionale, pertanto alcune funzioni possono essere duplicate tra una
divisione e l’altra, mentre centralmente possono essere mantenute alcune
funzioni ‚non specifiche‛ quali l’amministrazione ed i sistemi
informativi. Il principale vantaggio di queste strutture è la possibilità di
generare una forma di competizione interna tra unità equiparabili, il che
favorisce le performance soprattutto in contesti dove il business presenta
forti elementi di diversificazione. In tale caso, inoltre, l’efficienza di una
struttura funzionale verrebbe messa a rischio da una complessità troppo
elevata. Per contro, il principale svantaggio di queste strutture è la
difficoltà nello sfruttamento di economie di scala e di sinergie anche
occasionali. Il rischio è simile a quello delle strutture funzionali, ossia la
creazione di aziende distinte all’interno della stessa azienda. La struttura
a matrice è un mix delle precedenti e cerca di superarne gli svantaggi. In
pratica, la struttura a matrice si sviluppa su entrambe le dimensioni: una
tipicamente funzionale ed un’altra specifica del business, ad esempio per
linea di prodotto/servizio o per mercato. Un esempio tipico di
organizzazione a matrice è quella che prevedere più ‚project manager‛
(o ‚product manager‛, o ‚market manager‛ etc.) che sono responsabili di
una specifica porzione di business in senso orizzontale, e che attingono
tempo e risorse dalle varie funzioni.

Metodo patrimoniale:
l’obiettivo è quello di quantificare l’ammontare del capitale che un
investitore dovrebbe impiegare per costituire un’impresa con la stessa
composizione patrimoniale di quella trasferita. Si valutano
analiticamente a valori correnti di sostituzione le singole poste dell’attivo
e del passivo che compongono il patrimonio aziendale. Si redige quindi,
una situazione patrimoniale infra annuale e partendo dai valori contabili
Metodi di
degli asset si fanno le rettifiche fino ad ottenere il valore corrente( usato
91. valutazione di
per aziende con componente patrimoniale consistente).
azienda
Metodo reddituale:
il valore dell’azienda dato dalla sua capacità di produrre redditi in
futuro. La valutazione è sintetica e unitaria, non considera la gestione
extra caratteristica. Con tale metodo si determina il reddito , che deve
essere prospettico( in cui si riflettono le redditività attese), medio e
normalizzato (depurato dalle componenti straordinario).
RENDITA PERPETUA=V=R/i R=Reddito medio annuo costante
normalizzato; i =tasso di capitalizzazione
Metodo finanziario:
Si considera l’azienda come un qualunque investimento il cui valore è
pari alla somma di tutti i dividendi che l’investitore potrà incassare e il
prezzo a cui potrà cedere l’azienda ( i flussi finanziari vengono
attualizzati). Il valore aziendale in sostanza è dato dal valore dei flussi
finanziari che genera. 2 tipi:
-sintetico: si basa sull’attualizzazione dei flussi futuri.
-analitico: si basa sulla capitalizzazione dei flussi correnti. Questo metodo
analitico a sua volta può essere ‚ ad uno stadio‛, che ipotizza che la vita
dell’azienda sia a tempo determinato , allo scader del quale la stessa
cessa la sua attività, senza alcun valore residuo( si utilizza in caso di
aziende dedicate ad uno specifico affare). L’altro tipo è ‚ a due stati‛ o
DISCOUNTED CASH FLOW, ovvero il valore dell’azienda è dato dalla
somma di due componenti: il primo è il valore dei flussi di cassa del
periodo di previsione analitica ( 5 anni), il secondo è il valore attuale del
prezzo di realizzo dell’azienda:
V= sommatoria di t che va da 1 a n FCt/(1+i)t +Vr/(1+i)n
FCt=flusso di cassa disponibile al tempo t i= tasso di attualizzazione
VR=valore residuo azienda.
METODO MISTO :PATRIMONIALE- REDDITUALE
Si fonda sulla stima del valore economico d’azienda sia della dinamica
reddituale che su grandezze patrimoniali espresse a valori correnti.
METODO EVA
Il valore economico dell’azienda è dato dalla differenza tra risultati
aziendali operativi, al netto delle imposte, e costo complessivo al netto
dell’indebitamento.

In sede di conversione in legge del decreto fiscale 148/2017, collegato alla


Legge di Stabilità 2018, è stato inserito l’articolo 11-bis inerente la firma
digitale. In particolare, in merito alla sottoscrizione dei documenti
informatici viene previsto che: "tutti gli atti di natura fiscale di cui agli
articoli 230-bis, da 2498 a 2506 e 2556 del codice civile, possano essere
sottoscritti con firma digitale, nel rispetto della normativa anche
regolamentare concernente la sottoscrizione dei documenti informatici."
Pertanto dal 6 dicembre 2017, data di entrata in vigore del decreto,
convertito con modificazioni dalla L. 4 dicembre 2017, n. 172, per la
sottoscrizione degli atti fiscali inerenti le operazoni straordinarie e gli atti
Operazioni che si societari, è sufficiente la firma digitale e l'intervento di un commercialista
92. possono fare o altri professionisti iscritti all'albo dei Dottori Commercialisti. In
senza il notaio particolare, in base ai rimandi al codice civile, le operazioni coinvolte da
questa semplificazione sono:
art 230-bis: impresa familiare
art. 2498: trasformazione in societa' aventi personalita' giuridica
art. 2499: responsabilita' dei soci
art. 2500: assegnazione di azioni e quote
art. 2500-bis: invalidita' della trasformazione
art. 2500-ter: trasformazione di societa' di persone
art. 2500-quater: assegnazione di azioni o quote
art. 2500-quinquies: responsabilita' dei soci
art. 2500-sexies: trasformazione di societa' di capitali
art. 2500-septies: trasformazione eterogenea da societa' di capitali
art. 2500-octies.: trasformazione eterogenea in societa' di capitali
art 2500-novies: opposizione dei creditori
art. 2501: forme di fusione
art. 2501-bis: progetto di fusione
art. 2501-ter: situazione patrimoniale
art. 2501-quater: relazione degli amministratori
art. 2501-quinquies: relazione degli esperti
art. 2501-sexies: deposito di atti
art. 2501-septies: deposito di atti
art. 2502: deliberazione di fusione
art. 2502-bis: deposito e iscrizione della deliberazione di fusione
art. 2503: opposizione dei creditori
art. 2503-bis: obbligazioni
art. 2504: atto di fusione
art. 2504-bis: effetti della fusione
art. 2504-ter: divieto di assegnazione di azioni o quote
art. 2504-quater: invalidita' della fusione
art. 2504-quinquies: incorporazione di societa' interamente possedute
art. 2504-sexies: effetti della pubblicazione degli atti del procedimento di
fusione nella Gazzetta Ufficiale
art. 2504-septies: forme di scissione
art. 2504-octies: progetto di scissione
art. 2504-novies: norme applicabili
art. 2504-decies: effetti della scissione
art. 2505: societa' costituite all'estero con sede nel territorio dello Stato
art. 2505-bis: incorporazione di societa' possedute al novanta per cento
art. 2505-ter: effetti della pubblicazione degli atti del procedimento di
fusione nel registro delle imprese
art. 2505-quater: fusioni cui non partecipano societa' con capitale
rappresentato da azioni
art. 2506: societa' estere con sede secondaria nel territorio dello Stato
art. 2556: imprese soggette a registrazione

CIVIS è una piattaforma online sviluppata per fornire via web risposte
rapide in materia fiscale. CIVIS consente, in particolare, di richiedere
assistenza sugli avvisi telematici e sulle comunicazioni di irregolarità e
93. CIVIS permette di effettuare le stesse operazioni che l’intermediario
svolgerebbe presso uno sportello fisico dell’Agenzia delle Entrate o al
telefono, riducendo però i tempi di erogazione dei servizi.

Gli interessi passivi e gli oneri assimilati, diversi da quelli compresi nel
costo dei beni ai sensi del comma 1, lettera b), dell’ articolo 110, sono
deducibili in ciascun periodo d’imposta fino a concorrenza degli interessi
attivi e proventi assimilati. L’eccedenza è deducibile nel limite del 30 per
cento del risultato operativo lordo della gestione caratteristica. La quota
94. Art 96 TUIR
del risultato operativo lordo prodotto a partire dal terzo periodo
d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, non utilizzata
per la deduzione degli interessi passivi e degli oneri finanziari di
competenza, può essere portata ad incremento del risultato operativo
lordo dei successivi periodi d’imposta. 2. Per risultato operativo lordo si
intende la differenza tra il valore e i costi della produzione di cui alle
lettere A) e B) dell’articolo 2425 del codice civile, con esclusione delle
voci di cui al numero 10, lettere a) e b), e dei canoni di locazione
finanziaria di beni strumentali, così come risultanti dal conto economico
dell’esercizio; per i soggetti che redigono il bilancio in base ai princìpi
contabili internazionali si assumono le voci di conto economico
corrispondenti. Ai fini del calcolo del risultato operativo lordo si tiene
altresì conto, in ogni caso, dei dividendi incassati relativi a partecipazioni
detenute in società non residenti che risultino controllate ai sensi
dell’articolo 2359, comma 1, n. 1), del codice civile.

IL BILANCIO INIZIALE DI LIQUIDAZIONE


Andiamo ad analizzare la costituzione del bilancio iniziale di
liquidazione, proprio per la sua importanza.
Il bilancio iniziale di liquidazione è costituito da una situazione
patrimoniale priva della presenza del conto economico, tra l’altro la
composizione dello stato patrimoniale può avere una forma tabellare,
riportando le attività e le passività aziendali.
La funzione del bilancio iniziale di liquidazione è:
Accertare la situazione delle attività e delle passività aziendali;
Accertare in chiave prospettiva il valore di presumibile realizzo della
fase liquidatoria;
Nel bilancio iniziale di liquidazione dovranno essere rilevate, soltanto le
attività suscettibili di realizzazione monetaria nonché le passività che
saranno oggetto di estinzione,
Per fornire alcuni elementi, se consideriamo ad esempio i costi di
impianto e di ampliamento, tali costi presuppongono l’ordinario
Bilancio di
funzionamento della società, peraltro, in ottica di liquidazione, non
liquidazione
avrebbe senso continuare a portare avanti nel tempo tali costi, bensì
iniziale e finale e
converrebbe optare per una loro eliminazione.
voci
BILANCIO FINALE DI LIQUIDAZIONE
95. caratteristiche.
La procedura di liquidazione, volta a realizzare le risorse aziendali e ad
Conto rettifiche
estinguere le posizioni debitorie della società, si conclude, dal punto di
di liquidazione,
vista dell’informativa contabile, con la redazione obbligatoria del c.d.
fondo oneri di
bilancio finale di liquidazione, che ha il compito di rendicontare
liquidazione
sinteticamente sui risultati economici, finanziari e patrimoniali raggiunti
dall’attività svolta dai liquidatori e di indicare le quote di riparto finale
spettanti a ciascun socio.
L’articolo 2492 cod. civ. stabilisce infatti che ‚Compiuta la liquidazione, i
liquidatori devono redigere il bilancio finale, indicando la parte spettante
a ciascun socio o azione nella divisione dell'attivo. Il bilancio, sottoscritto
dai liquidatori e accompagnato dalla relazione dei sindaci e del soggetto
incaricato di effettuare la revisione legale dei conti, è depositato presso
l'ufficio del registro delle imprese‛.
Il bilancio finale di liquidazione si compone pertanto di due parti:
il bilancio finale in senso stretto il piano di riparto.
Per quanto riguarda il contenuto del bilancio finale in senso stretto, il
principio contabile Oic 5 dedicato ai ‚Bilanci di liquidazione‛ ritiene
essenziale innanzitutto la presenza dello stato patrimoniale e del conto
economico relativo al periodo che intercorre fra la data di inizio
dell’esercizio e quella di chiusura della liquidazione.
Raccomanda inoltre, per la sua utilità (che può dipendere dalla durata
della fase liquidatoria, dalla numerosità e complessità delle operazioni
svolte, dalla significatività dei valori interessati dalla liquidazione, etc.) la
redazione di un conto economico generale riassuntivo, riferito cioè
all’intera procedura di liquidazione, che si apre contabilmente con il
bilancio iniziale di liquidazione. In tal modo, il conto economico rifletterà
direttamente il risultato economico totale della liquidazione, articolato
nei relativi componenti positivi e negativi.
Per tali documenti non è previsto uno schema rigido, ma è consigliabile
l’utilizzo degli schemi di cui agli articoli 2424 e 2425 cod. civ., seppure
con i necessari adattamenti e semplificazioni, al fine di dare coerenza con
il dettato normativo previsto per i bilanci intermedi e relativa uniformità
formale.
Il principio contabile evidenzia inoltre come sia ampiamente diffusa (per
quanto non unanime) la tesi in base alla quale le specifiche esigenze
informative ed il particolare meccanismo di
approvazione di tale bilancio rendono fondamentale la presenza anche
della nota integrativa e soprattutto della relazione sulla gestione
(liquidatoria) in cui dovrebbero confluire le informazioni esplicative
sull’andamento della gestione (passata) dei liquidatori.
La nota integrativa dovrebbe, tra le altre cose, dedicare un
approfondimento nel caso di sussistenza, nello stato patrimoniale finale,
di elementi attivi/passivi non ancora realizzati/estinti, per l’eventuale
presenza di assegnazione di beni in natura ai soci o per esposizioni
debitorie non ancora estinte.
Per quanto riguarda il piano (o prospetto) di riparto, che è opportuno sia
contenuto all’interno della nota integrativa del bilancio finale di
liquidazione o come suo allegato, esso deve indicare ciò che può essere
ripartito ai soci (ed agli altri soggetti che eventualmente abbiano diritto
ad una quota finale in sede di liquidazione, come i titolari di strumenti
finanziari partecipativi ai sensi dell’articolo 2346, comma 6, cod. civ.,
diversi sia dalle azioni che dalle obbligazioni), ovvero l’attivo netto
residuo (al netto degli eventuali acconti sulle quote di riparto già
corrisposti), che può essere costituito non solo da disponibilità liquide,
ma anche da beni in natura non venduti o crediti da assegnare ai soci.
Predisposto il bilancio finale di liquidazione, i liquidatori devono
adempiere al regime di pubblicità legale, depositandolo presso il
Registro delle Imprese competente, in modo da permettere ai soci di
proporre reclamo.
Il piano di riparto può quindi o essere approvato espressamente dai soci
(prima del decorso di novanta giorni) o solo tacitamente (articolo 2493,
comma 1, cod. civ.), decorsi novanta giorni dalla sua iscrizione presso il
Registro delle Imprese senza che via siano stati reclami da parte dei soci
stessi.
Il riparto, secondo la dottrina prevalente, non può avvenire se non dopo
l’approvazione da parte di tutti i soci, espressa o tacita, del bilancio finale
di liquidazione
Costituiscono acquisti intracomunitari, le acquisizioni, derivanti da atti a
titolo oneroso della proprietà di beni, spediti o trasportati nel territorio
dello Stato da altro Stato membro UE.
Per ‚operazioni intracomunitarie‛ si intendono, innanzitutto, gli acquisti
e le cessioni di beni, che intercorrono tra soggetti passivi Iva appartenenti
a diversi Stati membri dell’Unione europea.
Si tratta di operazioni di vendita che risultano territorialmente ‚non
imponibili‛ nel Paese del cedente, per essere invece assoggettate ad Iva
da parte del cessionario, nel Paese di destinazione dei beni. La normativa
di riferimento è il D.L. n. 331/93 che recepisce numerosi articoli sparsi
nella Dir. 2006/112/CE, artt. 2, 3, 4, 9, 17, 20 e s., 33, 34, 40, 67 e s., 138 e s.,
154 e s., 162 e s., 172 e s., 199 e s., ecc.
Il momento di effettuazione dell’acquisto intracomunitario coincide con
l’inizio del trasporto o della spedizione all’acquirente o a terzi per suo
conto dal territorio dello Stato membro di provenienza. Inoltre, gli
acquisti intracomunitari effettuati in modo continuativo nell’arco di un
periodo superiore ad un mese solare, si considerano effettuati al termine
di ciascun mese.
Tuttavia, se gli effetti traslativi o costitutivi si producono posteriormente
(ai suddetti momenti), gli acquisti si considerano effettuati nel momento
in cui si producono tali effetti. Comunque dopo un anno dalla consegna
o dall’inizio del trasporto o della spedizione, a condizione che il
Acquisti intra movimento dei beni a titolo non traslativo sia annotato in un apposito
96.
CEE registro.
Ciò si verifica, ad esempio, nelle operazioni di consignment stock per le
quali l’acquisto si realizza solo all’atto del prelievo dei beni da parte
dell’acquirente, purché i beni stessi, di proprietà del cedente, siano nella
piena disponibilità dell’acquirente, nonostante siano custoditi per conto
di quest’ultimo presso un deposito (non fiscale) di un terzo soggetto
Le aliquote Iva applicabili negli acquisti intracomunitari di beni sono
quelle previste per le cessioni dei medesimi beni effettuate all’interno
dello Stato. Alle operazioni accessorie deve essere applicata la stessa
aliquota stabilita per l’operazione principale.
Gli acquisti intracomunitari sono soggetti allo stesso regime impositivo
previsto per analoghe cessioni effettuate all’interno dello Stato. Pertanto,
gli acquisti intracomunitari di beni, le cui cessioni all’interno dello Stato
sono considerate non imponibili, esenti, non soggette o fuori campo Iva,
seguono il medesimo regime di inapplicabilità dell’imposta.
L’esenzione dall’Iva si applica agli acquisti intracomunitari, qualora lo
preveda lo Stato di destinazione, prescindendo da quanto stabilito della
normativa dello Stato di partenza (C.Giust. UE C-144/13).
Negli acquisti intracomunitari di beni la modalità di assolvimento
dell’Iva avviene attraverso il meccanismo del reverse charge. Questa
modalità di integrazione dell’Iva avviene attraverso l’integrazione della
fattura.
Le scritture di rettifica o di storno di fine esercizio hanno lo scopo di
individuare, nell’ambito dei costi e dei ricavi che hanno avuto
manifestazione finanziaria nel periodo contabile in chiusura o in periodi
precedenti, le quote da rinviare, in modo distinto o indistinto, al futuro e
quindi, in via residuale, quelle di competenza del periodo contabile di
riferimento.
Queste scritture rettificano in diminuzione costi e ricavi già presenti in
contabilità per rinviare al futuro le quote non di competenza ciò che
viene sospeso dalla formazione del reddito di un dato esercizio influisce
con segno opposto sul reddito dell’esercizio successivo.
Si rendono necessarie per effetto dei seguenti fenomeni:
Rilevazione delle rimanenze di magazzino di fine esercizio
Le rimanenze di fine esercizio sono costituite da beni destinati alla
vendita oppure da beni in attesa di trasformazione che saranno destinati
alla vendita dopo essere stati trasformati in prodotti finiti (materie prime,
materie di consumo,..).
Rappresentano quindi costi di beni acquistati e/o prodotti che si rinviano
all’esercizio successivo, in quanto si ritiene si possano recuperare tramite
ricavi di futuri periodi.
La loro contabilizzazione comporta esclusivamente una corretta
determinazione del reddito in base al principio della competenza
economica dei costi e dei ricavi in ragione di esercizio.
Risconti attivi e passivi:
i risconti sono la quota non ancora maturata nell’esercizio di costi o ricavi
relativi a servizi
Scrittura di
97. La cui manifestazione finanziaria si è già verificata
rettifica
Di competenza di due o più esercizi
La cui entità è legata al decorrere del tempo
Risconti attivi quote di costi di servizi da trasferire a carico economico
dell’esercizio o di esercizi successivi; sono quindi costi sospesi.
Risconti passivi quote di ricavi relativi a servizi da trasferire a beneficio
dell’esercizio o di esercizi successivi; sono quindi ricavi sospesi.
Stanziamento di costi e ricavi anticipati
Appartengono alla categoria dei componenti di reddito sospesi. Per la
ripartizione del componente di reddito tra gli esercizi interessati si deve
ricorrere a stime e congetture che prescindono da calcoli di
proporzionalità rispetto al tempo.
Costi anticipati quote congetturate di costi che hanno trovato solo in
parte i correlativi ricavi e si presume troveranno la restante parte di
ricavi nell’esercizio o in esercizi successivi. Sono valori da trasferire a
carico economico della gestione futura
Ricavi anticipati quote congetturate di ricavi che hanno trovato solo in
parte i correlativi costi e si presume troveranno la restante parte di costi
nell’esercizio o in esercizi successivi. Sono valori da trasferire a beneficio
economico della gestione futura
La rilevazione degli incrementi di valori di immobilizzazioni per lavori interni
L’autoproduzione o l’esecuzione di lavori interni o c.d. ‚in economia‛
rappresenta una delle modalità attraverso cui un’impresa può acquisire
fattori produttivi a fecondità ripetuta di tipo materiale (es: fabbricati,
macchinari) o di tipo immateriale (es: brevetti, marchi) o migliorarne altri
già posseduti.
Il problema è quello di sospendere dalla formazione del reddito i costi di
quei fattori produttivi che troveranno solo in futuro correlazione nei
ricavi di vendita ottenuti tramite l’utilizzazione dei cespiti alla cui
costruzione o al cui miglioramento hanno concorso problema noto come
‚capitalizzazione dei costi di esercizio‛

Gli oneri pluriennali sono costi che non esauriscono la loro utilità
nell'esercizio in cui sono sostenuti e sono diversi dai beni immateriali e
dall’avviamento. Gli oneri pluriennali generalmente hanno
caratteristiche più difficilmente determinabili, con riferimento alla loro
utilità pluriennale, rispetto ai beni immateriali veri e propri. Essi
comprendono i costi di impianto e di ampliamento, i costi di sviluppo e
altri costi simili che soddisfano la definizione generale di onere
pluriennale.
Gli oneri pluriennali possono essere iscritti nell’attivo dello stato
patrimoniale solo se:
98. Oneri pluriennali − è dimostrata la loro utilità futura;
− esiste una correlazione oggettiva con i relativi benefici futuri di cui
godrà la società;
− è stimabile con ragionevole certezza la loro recuperabilità. Essendo la
recuperabilità caratterizzata da alta aleatorietà, essa va stimata dando
prevalenza al principio della prudenza.
Costi di impianto e di ampliamento
I costi di start-up
I costi di addestramento e di qualificazione del personale
Costi di sviluppo

RILEVAZIONE INIZIALE

Le immobilizzazioni materiali comprese nelle sottovoci da BII1 a BII4


sono rilevate inizialmente alla data in cui avviene il trasferimento dei
rischi e dei benefici connessi al bene acquisito. Il trasferimento dei rischi e
dei benefici avviene di solito quando viene trasferito il titolo di proprietà.

Le immobilizzazioni materiali sono iscritte al costo d’acquisto o di


produzione. In generale, sono capitalizzabili solo i costi sostenuti per
l’acquisto. I costi sono capitalizzabili nel limite del valore recuperabile
Valutazioni del bene.
99.
immobilizzazioni
Costo d’acquisto
Il valore originario delle immobilizzazioni materiali è pari al costo
effettivamente sostenuto per l’acquisizione del bene. Il costo
effettivamente sostenuto include l’onere per l’imposta sul valore
aggiunto sostenuto se la società opera in regime di IVA indetraibile. Gli
sconti incondizionati in fattura sono portati a riduzione del costo.

Costi accessori d’acquisto Il costo d’acquisto comprende anche i costi


accessori. Alcuni costi accessori d’acquisto che concorrono a formare il
costo iniziale delle immobilizzazioni sono, a puro titolo esemplificativo: i
costi notarili per la redazione dell’atto di acquisto; le tasse per la
registrazione dell’atto di acquisto; i costi riferibili alla stipula
dell’eventuale preliminare di acquisto...

Costo di produzione
Il costo di produzione comprende i costi diretti (materiale e mano
d’opera diretta, costi di progettazione, forniture esterne, ecc.) e i costi
generali di produzione, per la quota ragionevolmente imputabile al
cespite per il periodo della sua fabbricazione fino al momento in cui il
cespite è pronto per l’uso; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli
oneri relativi al finanziamento della loro fabbricazione

Oneri finanziari
Poiché le immobilizzazioni materiali costituiscono parte
dell’organizzazione permanente della società e producono redditi solo
quando sono in funzione, gli oneri finanziari sostenuti per la loro
fabbricazione interna o presso terzi possono essere capitalizzabili come
costi delle immobilizzazioni materiali nei termini indicati nel paragrafo
successivo. La capitalizzazione degli oneri finanziari può essere
effettuata quando ricorrono tutte le seguenti condizioni, nei limiti
applicabili alla specifica fattispecie:
a) la capitalizzazione degli oneri finanziari è ammessa con riguardo ad
oneri effettivamente sostenuti, oggettivamente determinabili, entro il
limite del valore recuperabile del bene.
b) sono capitalizzabili solo gli interessi maturati su beni che richiedono
un periodo di costruzione significativo.
Manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria

I costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a conto economico


nell’esercizio in cui sono sostenuti. I costi di manutenzione straordinaria
rientrano tra i costi capitalizzabili nei limiti del valore recuperabile del
bene. Dopo la capitalizzazione dei costi, l’ammortamento si applica in
modo unitario avendo riguardo al nuovo valore contabile del cespite
tenuto conto della sua residua vita utile.
Le manutenzioni ordinarie possono essere oggetto di pianificazione in
funzione dei programmi di utilizzazione delle immobilizzazioni. Le
riparazioni non possono essere pianificate, ma entro certi limiti possono
essere ragionevolmente previste. Manutenzioni e riparazioni
costituiscono un’unica classe di costi inerenti le immobilizzazioni
materiali, identificata con il termine manutenzioni, che, unitamente alle
quote di ammortamento, concorrono a esprimere il contributo che le
immobilizzazioni producono sui risultati economici. I materiali per
manutenzione, esclusi i pezzi di ricambio, includono spesso elementi di
basso costo unitario e di uso ricorrente che sono rilevati come costi al
momento del loro acquisto, in quanto hanno un carico a conto economico
similare nel tempo ed il costo della loro gestione amministrativa sarebbe
antieconomico rispetto al valore del materiale stesso. I materiali di
consumo di maggior costo sono generalmente inclusi tra le rimanenze di
magazzino, a cui si applica il relativo principio (cfr. OIC 13
‚Rimanenze‛).

Ricambi e imballaggi da riutilizzarsi


Il criterio di rilevazione dei pezzi di ricambio dipende dalla rilevanza
degli ammontari, dalle quantità giacenti, dalla loro velocità di rotazione,
dai programmi di approvvigionamento, dagli utilizzi per i vari cespiti,
ecc. I pezzi di ricambio sono trattati diversamente a seconda delle
caratteristiche che li contraddistinguono. I pezzi di ricambio possono
distinguersi tra:

− pezzi di basso costo unitario, basso valore totale e di uso ricorrente:


sono pezzi che assumono le caratteristiche di veri e propri beni di
consumo e in quanto tali sono solitamente rilevati come costi al momento
dell’acquisto. Sono infatti elementi che generano un carico pressoché
costante al conto economico, il cui valore non è significativo e per i quali
il costo del controllo amministrativo analitico sarebbe antieconomico
rispetto al valore complessivo del materiale stesso;
− pezzi di rilevante costo unitario e uso non ricorrente: sono pezzi che
costituiscono dotazione necessaria dell’impianto. Sono elementi
solitamente non usati per lungo tempo, e talvolta mai usati, ma che
occorrono a garantire la continuità di funzionamento del cespite. Tali
materiali sono classificati tra le immobilizzazioni materiali e
ammortizzati lungo il periodo che appare più breve dal confronto tra la
vita utile residua del bene a cui si riferiscono e la loro vita utile calcolata
mediante una stima dei tempi di utilizzo;
− pezzi di rilevante costo unitario e di uso molto ricorrente: sono pezzi
che sono utilizzati in breve tempo e hanno normalmente un valore
globale significativo alla chiusura dell’esercizio. Sono perciò iscritti
all’attivo. In particolari, tali pezzi sono inclusi tra le rimanenze di
magazzino e scaricati in base al consumo. Ad essi si applica la disciplina
delle rimanenze di magazzino (cfr. OIC 13).

VALUTAZIONI SUCCESSIVE

Ammortamento

Il costo delle immobilizzazioni materiali, la cui utilizzazione è limitata


nel tempo, deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio
in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. La quota di
ammortamento imputata a ciascun esercizio si riferisce alla ripartizione
del costo sostenuto sull’intera durata di utilizzazione. L’ammortamento è
calcolato anche sui cespiti temporaneamente non utilizzati. Tutti i cespiti
sono ammortizzati tranne i cespiti la cui utilità non si esaurisce, come i
terreni e le opere d’arte.
Le immobilizzazioni materiali sono ammortizzate sistematicamente. La
sistematicità dell’ammortamento è definita nel piano di ammortamento,
che deve essere funzionale alla residua possibilità di utilizzazione
dell’immobilizzazione. La determinazione del piano di ammortamento
presuppone la conoscenza dei seguenti elementi:

(a) valore da ammortizzare,


(b) residua possibilità di utilizzazione,
(c) metodi di ammortamento.

La strategia competitiva rappresenta la modalità con cui si compete e che


consente di conseguire e conferire ai prodotti e ai servizi un vantaggio
competitivo efficace, difendibile e duraturo. Per vantaggio competitivo si
intende quel vantaggio che un’impresa ottiene nei confronti delle
imprese concorrenti attraverso il perseguimento di una determinata
strategia.
Leadership di costo
Attraverso una Leadership di Costo, il manager si pone l’obiettivo di
realizzare ed offrire beni e servizi al costo più basso.
La differenziazione
L'impresa persegue una strategia di differenziazione, offrendo ai propri
Strategie
clienti un prodotto con una o più caratteristiche di esclusività che
100. aziendali quali
soddisfano un determinato bisogno. Tali attributi fanno in modo che il
sono?
consumatore accetti di pagare un prezzo più elevato, cioè un premium
price, pur di acquisire il prodotto. L’obiettivo è quello di riuscire a far
percepire
l’offerta come unica.
Le formulazioni ibride
Nel caso l’impresa sviluppi competenze distintive coerenti sia con
strategie di leadership di costo che di differenziazione del prodotto, si
possono formulare delle strategie ibride. L’impresa deve scegliere una
strategia coerente con un solo obiettivo, altrimenti le imprese sono
destinate a collocarsi in una posizione debole, non riuscendo a
conseguire un vantaggio competitivo.

L’Irap è l’imposta regionale sulle attività produttive ed è disciplinata dal


Decreto Legislativo n.446 del 15/12/1997.
E’ dovuta per periodi di imposta, in relazione ai quali corrisponde
un’obbligazione tributaria autonoma;
E’ un’imposta locale: si applica alle attività produttive esercitate nel
territorio di ciascuna regione;
E’ un’imposta reale: colpisce il valore aggiunto derivante dall’esercizio
dell’attività produttiva;
E’ parzialmente indeducibile dalle imposte sui redditi (salvo per quanto
riguarda il 10% del relativo ammontare)
E’ in parte regolata con leggi regionali: le regioni possono modificare
101. IRAP
l’aliquota, le detrazioni e le deduzioni nonché introdurre speciali
agevolazioni.
Sono colpiti tutti coloro che producono reddito d’impresa commerciale:
imprenditori individuali, società di persone o di capitali, enti
commerciali, enti non commerciali. Sono inoltre tassati colo che
esercitano un’arte o una professione, vale a dire un’attività
professionalmente organizzata.
SOGGETTI PASSIVI IRAP:
Imprese residenti;
Lavoratori autonomi la cui attività è da considerarsi ‚organizzata‛;
gli studi professionali, gli agenti e in generale gli imprenditori anche
individuali;
enti commerciali;
enti non commerciali per l’attività commerciale svolta
stabili organizzazioni in Italia di soggetti esteri;
amministrazioni pubbliche.
Le imprese in liquidazione sono soggetti passivi dell’imposta; quelle in
fallimento o liquidazione coatta amministrativa solo nel caso in cui si sia
avuto l’esercizio provvisorio.

Le operazioni sociale sulle proprie azioni possono mettere a repentaglio


la stessa integrità del capitale sociale e potrebbe celarsi un’elusione
dell’obbligo del conferimento o del divieto di restituzione anticipata
dello stesso, con il pregiudizio all’effettività del capitale sociale e alle
aspettative dei creditori sociali. La sottoscrizione delle azioni proprie è
vietata per impedire che si realizzi un incremento del capitale nominale
della società senza che allo stesso corrisponda un incremento del capitale
reale della società. Essa infatti diventerebbe debitrice e creditrice di se
stessa per i conferimenti dovuti e non entrerebbe nessuna risorsa
finanziaria nel patrimonio. Se la sottoscrizione delle azioni venga
effettuata da un terzo in nome proprio ma per conto della società il terzo
è considerato sottoscrittore per conto proprio. L’acquisto di azioni
proprie deve avvenire nel rispetto di determinate condizioni ed entro i
Acquisti azioni in limiti stabiliti dalla legge. L’art 2357 prevede che la società emittente può
proprio (cosa acquistare azioni proprie se: 1) le somme usate per l’acquisto sono
102. sono, dove vanno contenute nel limite delle riserve disponibili e degli utili distribuibili. 2)
riportate e l’operazione ha per oggetto solo azioni interamente liberate 3) l’acquisto
quando?) sia autorizzato dall’assemblea che ne fissa le modalità, il numero da
acquistare, la durata, il corrispettivo minimo e massimo. 4) per le società
quotate l’ammontare delle azioni acquistate non superi la quinta parte
del capitale sociale. Le limitazioni per l’acquisto di azioni proprie non si
applicano quando avviene: - In esecuzione di una delibera di assemblea
di riduzione del cs - A titolo gratuito - Dopo una fusione o scissione -
Dopo esecuzione forzata per soddisfacimento di un credito della società
Sotto il profilo fiscale art 91 del tuir: sono proventi e oneri non
computabile nella determinazione del reddito e non concorrono alla sua
formazione in caso di riduzione del capitale sociale con annullamento di
azioni proprie acquistate in attuazione della relativa deliberazione la
differenza positiva o negativa tra il costo delle azioni annullate e la quota
del PN. Eventuale conguaglio in denaro concorre a formare il reddito del
percipiente: - Esenzione del 95% art 87 - E quella del 49,72%.
PRESUPPOSTI
1.Presupposto soggettivo = la qualità di imprenditore commerciale del
debitore. L’art. 1 della legge fallimentare prevede che sono soggetti al
fallimento solo gli imprenditori commerciali di natura privata e quindi
non pubblica. Non sono soggetti al fallimento ed al concordato
preventivo, gli imprenditori commerciali che dimostrino il possesso
congiunto dei seguenti requisiti di non fallibilità :
1.Aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza
di fallimento (o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore), un attivo
patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a 300.000
euro.
2.Aver realizzato nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della
istanza di fallimento(o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore),
ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore a
200.000 euro
3.Avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore a
500.000 euro.
1.Un importante novità introdotta nel 2007 dal decreto correttivo è che
‚spetta al debitore l’onere di fornire la prova dell’esistenza dei requisiti
di non fallibilità‛.
2.Presupposto oggettivo = lo stato di insolvenza del debitore.
Presupposto oggettivo per la dichiarazione di fallimento è lo ‚stato di
insolvenza‛ e la legge fallimentare stabilisce che si trova in stato di
Presupposti ed
insolvenza ‚chi non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie
103. organi del
obbligazioni‛. E’ insolvente l’imprenditore che non può pagare i sui
fallimento
debiti o può pagare solo parzialmente i sui debiti ed anche
l’imprenditore che può adempiere a tutti i suoi debiti ma solo in un
momento successivo alla scadenza degli stessi. Lo ‚stato di insolvenza‛
va tenuto distinto ‚dall’inadempimento‛.
1.Lo stato di insolvenza: ‚è una situazione del patrimonio del debitore‛.
2.L’inadempimento: ‚è una manifestazione dello stato di insolvenza e si
riferisce ad una singola obbligazione.
Un imprenditore può adempiere a tutti i suoi debiti ma essere pur
sempre comunque insolvente, pensiamo ad esempio al ricorso a prestiti
usurai per mascherare l’insolvenza. Viceversa l’imprenditore può essere
inadempiente senza essere insolvente, pensiamo ad esempio
all’imprenditore che non paga perché ritiene di non dover pagare o
trascura per negligenza di pagare un debito. Fermo restando la
differenza fra insolvenza ed inadempimento, in base all’attuale disciplina
per aprire il fallimento devono verificarsi entrambe le circostanze. Il
decreto correttivo del 2007 ha previsto che il fallimento non si può
dichiarare se l’ammontare dei debiti, scaduti e non pagati, è inferiore a
30.000 euro.
GLI ORGANI DEL FALLIMENTO
1.Il Tribunale fallimentare.
2.Il Giudice delegato.
3.Il Curatore
4.Il Comitato dei creditori.
l concordato preventivo fa parte delle procedure concorsuali, ma è un
rimedio proponibile dal soggetto insolvente per non dichiarare
fallimento ed evitare la paralisi del patrimonio del debitore. Quindi è un
accordo tra debitore e creditori che riguarda le modalità con le quali
dovranno essere estinte tutte le obbligazioni. Si cerca così di soddisfare
gli interessi: del debitore di continuare l’attività; dei creditori di veder
soddisfatti i propri clienti; della pubblica amministrazione di alleggerire
le lunghe procedure fallimentari al tribunale. È disciplinato dalla l.f. n.
267 del 1942 dagli art 160 a 181. Il presupposto soggettivo si identifica nel
fatto che possono proporre il cp solo il debitore imprenditore che sia
ammesso al fallimento (art 1-5) e che sia in stato di crisi o di insolvenza.
Le fasi del cp sono quattro. La prima, disciplinata dall’art 161, è la
proposta della domanda di ammissione con ricorso dal debitore al
tribunale competente con tutti i documenti obbligatori. Poi segue la fase
Concordato
104. dell’ammissione alla procedura dell’art 163. Il tribunale deve verificare
preventivo
che la domanda sia conforme ai presupposti e dichiarare fallimento
oppure dichiara aperta la procedura di cp nominando il gd, il
commissario giudiziale (cg) e convocando i creditori. La terza fase (art
174) è l’adunanza dei creditori da parte del cg, dove essi possono
esprimere un parere o dubbi. Se i creditori non sono suddivisi in classi, il
piano è approvato se vi è la maggioranza favorevole degli ammessi al
voto. Se ci sono le classi la maggioranza si deve verificare anche nel
maggior numero di classi. La 4 fase si apre con il giudizio di
omologazione (art 180) entro 9 mesi dal ricorso. Qui il tribunale fissa
un’udienza in camera di consiglio dove verifica le opposizioni se ci sono
e le regolarità della procedura e così omologa con decreto motivato il cp
e con questo esso si chiude. Gli organi della procedura sono 4: tribunale
fallimentare, gd, cg e assemblea dei creditori.

L’azienda utilizza vari strumenti finanziari a sua disposizione nello


svolgimento della propria attività e nel perseguimento della mission. In
ogni caso è importante che i flussi delle entrate e delle uscite siano
sempre coordinati per scadenza. L’azienda, infatti, presenta equilibrio
finanziario quando è in grado di far fronte con le proprie entrate agli
obblighi di pagamento assunti in precedenza e agli investimenti che si
Equilibrio
rendono necessari.
105. finanziario ed
Si parla, invece, di equilibrio economico quando i ricavi coprono i costi
economico
in modo da consentire una sufficiente remunerazione all’imprenditore.
La differenza tra ricavi e costi genera un utile. L'equilibrio economico in
senso stretto è dato dall'attitudine ad operare in condizioni che
consentono almeno di ripristinare la ricchezza consuata nello
svolgimento della gestione.
Adeguato assetto organizzativo, amm.vo e contabile
Il nuovo codice crisi impresa con art 2086 c2 cc, ha introdotto l’obbligo
per tutti gli imprenditori che operano in società di istituire un assetto
organizzativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni
dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi
impresa e della perdita della continuità aziendale, e di attivarsi senza
indugio per adozione e attuazione di uno degli strumenti previsti per il
superamento della crisi di impresa e il recupero della continuità
aziendale. L’organo amm.vo della società dovrà adeguare in breve tempo
l’assetto organizzativo, amm.vo e contabile. In caso di incapacità del
sistema organizzativo, amm.vo e contabile nell’individuare i segnali di
crisi, la situazione di dissesto della società può comportare per gli amm.ri
una causa di responsabilità verso la società per i danni derivanti
dall’inosservanza dell’obbligo dell’art 2086 c2. L’adeguatezza della
struttura organizzativa amm.va e contabile è legata soprattutto alle
dimensioni aziendali, in quanto la crescita comporta una maggiore
articolazione della struttura organizzativa. Un assetto organizzativo è
adeguato quando ha: - È basato sulla separazione e contrapposizione di
responsabilità nei compiti e nelle funzioni - Chiara definizione delle
deleghe e dei poteri di ogni funzione - Capacità di garantire lo
svolgimento delle funzioni aziendali. L’organigramma ha il compito di
inquadrare la struttura aziendale.
Individuazione segnali crisi impresa
Il codice della crisi impresa ha elaborato gli indici che fanno
106. Crisi d’impresa ragionevolmente presumere la sussistenza di uno stato di crisi impresa. Il
primo degli indici di settore è quello della sostenibilità degli oneri
finanziari che viene definito come rapporto fra: interessi e oneri
finanziari C17 del ce/ricavi netti A1 del ce è un indicatore di performance
economica dell’impresa perché misura l’assorbimento del costo del
capitale di debito nel volume delle vendite. Se vi è un peso specifico degli
interessi finanziari sui ricavi alto, è sintomo di una difficoltà dell’impresa
a disporre delle risorse per remunerare gli altri fattori della sua
produzione, a pagare le imposte ecc. Il secondo indice è l’adeguatezza
patrimoniale: PN - crediti verso soci per versamenti ancora dovuti –
dividendi deliberati ma non pagati/totale debiti D dello SP + ratei e
risconti passivi È un indicatore di performance patrimoniale che vuole
misurare il grado di indipendenza patrimoniale della società. Il terzo
indice è il ritorno liquido dell’attivo che viene definito come rapporto fra:
cash flow/ totale attivo dello SP cash flow= somma del risultato esercizio,
costi e ricavi non monetari. Misura il rendimento delle attività
dell’impresa e la loro capacità di ritornare flussi di cassa. Il quarto indice
è quello di liquidità: AC/PC Misura l’equilibrio finanziario dell’impresa
nel breve periodo e il grado di copertura delle passività a breve con le
attività a breve. Deve essere maggiore di 0. Poi è importante anche il
margine di tesoreria: AC – rimanenze/PC Il quinto indice è quello di
indebitamento previdenziale e tributario: debiti tributari + deb
v/inps/totale attivo SP per attivare le procedure di crisi impresa questi 5
indici devono essere superati tutti.
Le rimanenze di magazzino rapprsentano beni destinati alla vendita o
che concorrono alla loro produzione della normale attività della società.
Sono iscitte nella voce CI dello stato patrimoniale.
Sono rilevati inizialmente alla data in cui avviene il trasferimento dei
Valutazione delle
rischi e benefici conessi al bene acquistio.
rimanenze,
107. Le rimanenze sono valutate al minore tra il costo di acquisto o
variazione in
produzione e il valore di realizzazione desumibile dal mercato.
bilancio
Per i beni fungibili, in alternativa al costo specifico, è possibile utilizzare
il LIFO, il FIFO o il metodo del costo medio ponderato. OIC 12 E IAS 2
(PER GLI IAS E' VIETATO L'USO DEL LIFO)

In primis gli interessi


passivi indeducibili
derivanti dal superamento
limite 30% del Reddito
Operativo Lordo. Poi
IMPOSTE ANTICIPATE: imposte pagate nell'esercizio generate da
abbiamo i compensi
Imposta differenze temporanee che anticipano la tassazione. Sotto il profilo
108. amministratori, le quote di
anticipata civilistico sono imposte di competenza di esercizi futuri. Derivano da
rappresentazione solo
costi civilmente ammessi, ma fiscalmente deducibili in esercizi futuri.
parzialmente deducibili ed
infine le opere, forniture,
rimanenze, partecipazioni
e titoli.

A seguito delle modifiche apportate dal D.Lgs.139/2015, il principio


contabile OIC 12 è stato revisionato procurando la cancellazione della
sezione straordinaria del CE.
L’Organismo Italiano di Contabilità ha provveduto ad attribuire alle
voci, che precedentemente si collocavano all’interno della sezione
straordinaria, una nuova sistemazione. Ciò, tuttavia, non è stato possibile
in toto, poiché la risistemazione citata è dipesa dall’identificazione ex
ante della voce di destinazione mediante l’analisi della transazione
effettuata a monte. Al di fuori delle fattispecie elencate, in relazione
quindi ai proventi e agli oneri non ricollocati, è necessario, in sede di
redazione del bilancio d’esercizio, provvedere ad imputare tali elementi
seguendo una logica che si configura nella verifica dell’evento da cui
Costi e ricavi di deriva l’operazione in questione.
109. natura Quindi, all’interno della voce A5 del conto economico, denominata ‚Altri
straordinaria ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto
esercizio‛ sono stati inseriti:
• i rimborsi assicurativi;
• le liberalità in danaro o in natura che non si configurano in contributi
in conto esercizio.
Inoltre, nella voce A5 del CE vanno inserite le plusvalenze generate a
seguito:
• le plusvalenze derivanti da operazioni straordinarie;
• le plusvalenze derivanti da ristrutturazione o ridimensionamento
produttivo;
• le plusvalenze derivanti da alienazione di immobili;
Tra i principali costi da classificare nella voce B14 ‚oneri diversi di
gestione‛ troviamo:
• le minusvalenze da operazioni straordinarie;
• le minusvalenze conseguenti da ristrutturazione o ridimensionamento
produttivo;
• le minusvalenze generate dall’alienazione di immobili;
• gli oneri sostenuti per multe e ammende;
Le voci che non sono state identificate ex ante, il soggetto che redige il
bilancio d’esercizio dovrà provvedere alla loro collocazione in base alla
tipologia di riferimento. Tra le medesime si annoverano:
• i furti e gli ammanchi;
• gli oneri di ristrutturazione aziendale;
• gli oneri sostenuti per cause e controversie;
• le indennità varie per rotture di contratti.

Strategia di
110. fronteggiamento Vedi risp 34
della crisi
Riciclaggio
Riciclare denaro, beni ed altre utilità vuol dire investire capitali
illecitamente ottenuti in attività lecite: in tal modo i beni che sono frutto
di reato (sequestri, traffico di stupefacenti, rapine, evasione fiscale e
qualsiasi altro reato non colposo) sono ‚ripuliti‛ e reimmessi nei circuiti
economici e finanziari legali. Nell’ordinamento italiano il riciclaggio è un
reato previsto dall’articolo 648 bis del Codice Penale.

Antiriciclaggio
Con antiriciclaggio si intende l’azione di prevenzione e contrasto del
riciclaggio di denaro, beni o altre utilità.
I destinatari della normativa antiriciclaggio sono persone fisiche e
giuridiche che operano in campo finanziario o che hanno disponibilità di
denaro, tenuti a determinati obblighi informativi nei confronti dell’unità
di informazione finanziaria (UIF) che, a sua volta, effettua l’analisi delle
operazioni sospette e smista i dati agli altri soggetti, deputati al controllo
111. Antiriciclaggio
dei flussi finanziari per finalità di terrorismo.
La normativa sull'antiriciclaggio introduce particolari obblighi non solo a
carico "soggetti obbligati" (decreto n. 90/2017) ossia gli istituti di credito,
avvocati, commercialisti, notai e professionisti; ma anche a carico di
quanti, con tali soggetti, intrattengano rapporti professionali. Per
entrambe le categorie di soggetti, si sono previsto obblighi, tra cui:
• l'obbligo di identificazione del cliente e/o titolare effettivo;
• l'obbligo di adeguata verifica del cliente;
• l'obbligo di adeguata verifica realizzata servendosi di soggetti terzi;
• l'obbligo e le modalità di conservazione della documentazione inerente
al rapporto professionale con il cliente o alla prestazione professionale
richiesta;
• l'obbligo di segnalare le operazioni sospette;
• l'obbligo di astenersi dall'instaurare o proseguire un rapporto (o
prestazione) professionale sospetto.
Collegio sindacale-Sistema tradizionale
La funzione di controllo nella spa del sistema tradizionale è affidata al
collegio sindacale: organo necessariamente collegiale, composto da tre o
cinque membri effettivi e due supplenti, nominati tra i soci o tra persone
estranee. Almeno un membro effettivo e un supplente devono essere
scelti tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro. I componenti del
collegio devono avere i requisiti di:
• idoneità – non deve essere interdetto, inabilitato o fallito o chi e è stato
condannato ad una pena che importa l’interdizione anche temporanea di
pubblici uffici
• indipendenza – non possono essere eletti alla carica di sindaco il
coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori
della società, coloro che sono legati alla società da un rapporto di
lavoro/continuativo di consulenza retribuita, oppure quando per la
cancellano o la sospensione dal registro dei revisori.
Le componenti del collegio restano in carica un triennio e possono essere
revocati solo per giusta causa. I sindaci prima di accettare l’incarico
devono informare l’assemblea di eventuali incarichi di amministrazione
e di controllo ricoperti in altre società.
In tutte le SPA c’è l’obbligo del collegio sindacale pluripersonale, a
prescindere da qualsiasi soglia dimensionale. Il collegio sindacale può
essere chiamato anche a svolgere la funzione di revisione legale. Ciò può
avvenire nelle società che non sono tenute alla redazione del bilancio
consolidato.
Il collegio sindacale ha funzioni di controllo, in particolare:
Revisore vs
112. - Vigila sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei
collegio sindacale
principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto
organizzativo, amministrativo e contabile della società;
- Controlla l’attività dell’assemblea, assistendo alle adunanze ed avendo
la facoltà di impugnare le deliberazioni prese in difformità della legge o
dell’atto costitutivo.
I sindaci hanno anche funzione di amministrazione attiva con carattere
suppletivo, dovendo:
- Convocare l’assemblea, se tale convocazione è obbligatoria, quando non
vi abbiano provveduto gli amministratori;
- Richiedere la riduzione del capitale sociale per perdite, qualora non vi
abbia provveduto l’assemblea;
- Compiere gli atti di ordinaria amministrazione, in caso di cessazione
dalla carica tutti gli amministratori e fino alla nomina dei nuovi.
I sindaci devono adempiere i loro doveri con la professionalità e
diligenza richieste dalla natura dell’incarico.
Sono responsabili della verità delle loro attestazioni e devono conservare
il segreto sui fatti sui documenti di cui hanno conoscenza per ragioni del
loro ufficio.
Sono personalmente responsabili nei confronti della società per:
- Negligenza nell’adempimento dei loro doveri;
- Falsità delle attestazioni;
- Violazione del segreto di ufficio.
I sindaci, inoltre, sono solidalmente responsabili con gli amministratori
per i fatti ed omissioni da questi ultimi compiuti, qualora il danno
avrebbe potuto evitarsi con la loro vigilanza.
Nei casi in cui risulti menomata all’integrità del patrimonio sociale, la
responsabilità sussiste anche nei confronti dei creditori sociali.

La revisione legale dei conti-Sistema Tradizionale


L’attività di revisione legale dei conti concerne essenzialmente la verifica,
nel corso dell’esercizio, della regolare tenuta della contabilità sociale e
della corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili,
attività che si traduce in una relazione con la quale viene espresso un
giudizio sul bilancio e sulla idoneità a rappresentare in modo veritiero e
corretto la situazione patrimoniale e il risultato economico dell’esercizio.
Nella SPA e SAPA la revisione legale è affidata ad un soggetto esterno
(persona fisica o società) purché iscritto all’apposito registro.
L’unica eccezione alla regola generale è costituita dall’ipotesi di società
chiusa, con sistema di amministrazione e controllo tradizionale, che non
sia tenuta alla redazione del bilancio consolidato. In tal caso, è consentito,
per previsione statutaria, affidare la revisione legale dei conti al collegio
sindacale, in questo caso interamente composto da revisori legali.
Nel momento del conferimento dell’incarico di revisione legale dei conti:
l’assemblea, su proposta motivata dell’organo di controllo, conferisce
l’incarico di revisione legale dei conti e determina il corrispettivo
spettante al revisore legale per l’intera durata dell’incarico.
L’incarico ha la durata di tre esercizi, con scadenza alla data
dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo
esercizio dell’incarico. L’assemblea può revocare l’incarico, sentito
l’organo di controllo, quando ricorra una giusta causa.
Il revisore legale deve essere indipendente dalla società sottoposta a
revisione e non può essere coinvolto nel processo decisionale. È precisato
che il requisito dell’indipendenza deve sussistere durante il periodo cui
si riferisce il bilancio.
I revisori sono tenuti a rispettare i principi di indipendenza e obiettività
elaborati da associazioni e ordini professionali e MEF. I revisori legali e le
società di revisione sono responsabili in solido tra loro e con gli
amministratori nei confronti della società che è conferito l’incarico di
revisione legale, dei suoi soci e dei terzi per i danni derivanti
dall’inadempimento ai loro doveri. La responsabilità viene limitata al
proprio contributo effettivo al danno cagionato.
Investimento da valutare
• Disponibilità liquida da
investire: € 200.000
• Investimento proposto:
palazzina in corso di
ristrutturazione
• Ricavo dalla vendita a un
anno: € 250.000
Come decidere se
investire o meno?
Il valore attuale netto è il valore di una somma di flussi di cassa
E’ necessario capire il
attualizzati al tempo zero a un tasso pari al WACC (Weighted Average
valore dei 250.000 euro
Cost of Capital) ovverosia una media ponderata del costo del capitale
tra un anno in termini
proprio e del costo del capitale di debito (netto dell’effetto fiscale).
odierni.
Calcolato il VAN si può valutare l’investimento in questo modo:
Si assume come
• Accettare se VAN>0 perché indica che il rendimento futuro è superiore
113. VAN WACC investimento alternativo
al costo opportunità del capitale investito
l’acquisto di un
• Rifiutare se VAN<0 perché il rendimento futuro è inferiore al costo
ammontare pari di titoli di
opportunità del capitale investito.
Stato con scadenza un
In caso di scelta tra due investimenti entrambi con VAN positivo si
anno (BOT) con un
sceglie il progetto con VAN maggiore.
rendimento del 5%. Il
valore attuale netto
dell’investimento è:
250.000 / (1 + 0,05) -
200.000 = 38.095
In questo esempio il VAN è
> di 0 quindi si può
ACCETTARE
l’investimento.

Il Tasso Interno di Rendimento (TIR) è il tasso di sconto che rende nullo


il valore attuale netto dei flussi di cassa generati da un progetto
d’investimento. Esso esprime il rendimento di un progetto
d’investimento.
L’equazione è uguale a quella del VAN, ma muta l’incognita. Nella
formula del VAN si risolve la sommatoria attualizzata avendo noto il
tasso, nella formula del TIR invece l’incognita è il tasso stesso.
Quando il TIR è superiore al WACC allora il rendimento del progetto
considerato eccede il relativo costo dei finanziamenti e si genera
114. TIR
ricchezza incrementale.
Quando il TIR risulta inferiore al WACC allora la realizzazione del
progetto imporrebbe il sostenimento di costi di finanziamento che non
potrebbero essere compensati dai flussi successivamente generati. Perciò
in quest’ultimo caso l’investimento non si dovrebbe fare.
Il trattamento di fine rapporto è una porzione di retribuzione al
lavoratore subordinato differita alla cessazione del rapporto di lavoro,
effettuata da parte del datore di lavoro.
Il meccanismo, enunciato dall'art. 2120 c.c., prevede che il TFR venga
calcolato sommando per ciascun anno di lavoro una quota equivalente e
non superiore all'importo della retribuzione annua (comprensiva di tutte
le somme corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non
occasionale ed esclusi i rimborsi spese) divisa per 13,5.
Inoltre, ogni anno il TFR accantonato è rivalutato ad un tasso composto,
115. TFR
costituito dall'1.5% in misura fissa e dal 75%, dell'aumento dell'indice dei
prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, come accertato
dall'ISTAT rispetto al dicembre dell'anno precedente.
È una posta contabile che è registrata in passivo di stato patrimoniale alla
voce fondo accantonamenti TFR e, in contropartita, alla voce TFR in dare
di conto economico (dunque, come costo).
Il TFR è una posta contabile che impatta sia Conto Economico che Stato
Patrimoniale, e dunque varia l'utile.

Il documento che permette a un’idea imprenditoriale di prendere vita è il


business plan, una guida che contiene i riferimenti utili per la
pianificazione e la gestione aziendale e che presenta l’azienda a
potenziali finanziatori e investitori.
In esso è possibile identificare:
- una parte descrittiva (qualitativa) che contiene un’approfondita
descrizione del progetto imprenditoriale con l’analisi di caratteristiche e
116. Business Plan prodotti, del mercato all’interno del quale si andrebbe a sviluppare e
delle risorse necessarie per la sua realizzazione. In questa parte, inoltre, si
effettua uno studio della fattibilità dell’idea imprenditoriale in relazione
all’ambiente esterno e a quello interno;
- una parte numerica (quantitativa) a carattere previsionale e con al suo
interno proiezioni economiche e finanziarie relative alla business idea. In
questa parte si espone l’idea in numeri e si tiene conto del piano degli
affari, degli investimenti, di quello economico, dei flussi finanziari, dei
finanziamenti e della situazione patrimoniale.
Fra i documenti presenti che compongono un modello di business plan si
possono individuare:
- la descrizione del progetto imprenditoriale;
- la descrizione del prodotto/servizio;
- la storia dell’azienda e della sua struttura organizzativa;
- il prospetto degli aspetti amministrativi;
- il piano di vendite e la struttura finanziaria;
- il piano degli investimenti;
- l’analisi del know how e prospetto delle risorse umane necessarie;
- l’analisi del ciclo produttivo;
- le previsioni patrimoniali, economiche e finanziarie.

I diritti d’autore comprendono opere dell’ingegno di carattere creativo. I


diritti d’autore sono iscrivibili nello SP (B.I.3-attivo SP) quando sono
soddisfatti le seguenti condizioni:
1. Titolarità di un diritto esclusivo di edizione, rappresentazione ed
esecuzione derivante da un diritto d’autore
2. Possibilità di determinazione attendibile del costo di acquisizione dei
diritti
3. Recuperabilità negli esercizi successivi dei costi iscritti come benefici
economici che si origineranno dallo sfruttamento dei diritti stessi.
Se vengono acquistati dall’esterno (da terzi a titolo oneroso) abbiamo
la seguente scrittura:

Diversi a D7 Debiti vs
Diritto di autore
117. fornitori 183.000
nel bilancio
SP BI3 diritti di utilizzazione opere ingegno 150.000
CII5-BIS Iva a credito 33.000
L’Ammortamento dei diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno
viene effettuato sulla base della residua possibilità di utilizzazione. La
legge non impone un limite temporale per effettuare il processo di
ammortamento.
Scrittura di ammortamento:
Metodo in conto
Ammortamento Diritti di utilizzazione opere ingegno a Diritti di
utilizzazione opere ingegno xxxx
Metodo fuori conto:
Ammortamento Diritti utilizz. opere ingegno a Fondo
Ammortamento Diritti utilizz. opere ingegno xxxx
Il piano attestato di risanamento è uno strumento stragiudiziale, il quale
permette all’imprenditore in stato di crisi o di insolvenza di proporre un
progetto, rivolto ai creditori, idoneo a consentire il risanamento
dell’esposizione debitoria dell’impresa.
Il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, introdotto con il
D.lgs. n. 14/2019, ha modificato la disciplina prevista per l’applicazione
del piano attestato di risanamento disciplinando compitamente ed
espressamente i presupposti e modalità (l’art. 67 co. 3 lett. d) del R.D. n.
267 del 1942, prevedeva solo l’esclusione dell’azione revocatoria
fallimentare, degli atti, dei pagamenti e delle garanzie concesse sui beni
del debitore, al verificarsi di determinate condizioni)
L’imprenditore, in stato di crisi o di insolvenza, può predisporre un
piano, rivolto ai creditori, che appaia idoneo a consentire il risanamento
dell’esposizione debitoria dell’impresa e ad assicurare il riequilibrio della
situazione finanziaria.
118. Piano attestato I presupposti fondamentali per un ‘imprenditore, assoggettabile a
liquidazione giudiziale, che decide di risanale la propria attività
aziendale mediante un piano attestato, sono:
- l’impresa deve trovarsi in una situazione di difficoltà non irreversibile;
- il deve avere come scopo il risanamento dell’impresa, quindi il recupero
di una normale situazione economico/finanziaria.
Il piano deve essere in forma scritta e deve indicare:
- la situazione economico-patrimoniale e finanziaria dell'impresa;
- le principali cause della crisi;
- le strategie d'intervento e dei tempi necessari per assicurare il
riequilibrio della situazione finanziaria;
- i creditori e l'ammontare dei crediti dei quali si propone la
rinegoziazione e lo stato delle eventuali trattative;
- gli apporti di finanza nuova;
- i tempi delle azioni da compiersi, che consentono di verificarne la
realizzazione, nonché gli strumenti da adottare nel caso di scostamento
tra gli obiettivi e situazione in atto.

Nello svolgimento dell’attività può accadere che la società subisca delle


perdite. Qualora la misura delle perdite sia tale che il valore del
patrimonio netto sia inferiore a quello del capitale sociale, il capitale
sociale deve essere ridotto. Si tratta di una riduzione nominale del
capitale sociale perché consiste nell’adeguare il capitale sociale nominale
all’attuale minor valore del capitale reale, quindi non comporta alcuna
riduzione del patrimonio sociale che si è già verificata per effetto delle
Riduzione del
perdite subite dalla società.
119. capitale per
La riduzione del capitale è facoltativa qualora si verifichino perdite che
perdite
sono inferiori ad 1/3 del capitale sociale.
Il limite fissato dal legislatore per la riduzione obbligatoria è di 1/3, per
cui se le perdite non superano questo limite, le società non sono tenute a
ridurre il capitale.
• Se si verificano perdite che sono superiori ad 1/3 del capitale, gli
amministratori o il consiglio di gestione, devono convocare l’assemblea
per gli opportuni provvedimenti e sottoporre al suo esame una relazione
sulla situazione patrimoniale della società. In questa fase, la riduzione
del capitale non è ancora obbligatoria, per cui l’assemblea può deliberare
di attendere il risultato dell’esercizio successivo. Se però, entro l’esercizio
successivo, la perdita non risulta diminuita a meno di 1/3, l’assemblea
che approva il bilancio di questo esercizio deve ridurre il capitale in
proporzione alle perdite accertate.
• Può accadere che le perdite siano, non solo di importo superiore ad
1/3 del capitale sociale, ma anche tali da portare il valore del capitale al
di sotto del minimo legale. In questo caso, la società non può attendere
risultato dell’esercizio successivo ma deve provvedere subito
deliberando: la riduzione del capitale e il contemporaneo aumento ad
una cifra non inferiore al minimo, o la trasformazione della società. In
mancanza, la società si scioglie ed entra in stato di liquidazione.

La riforma contabile introduce il modello del costo ammortizzato, da


utilizzare per la valutazione dei crediti, dei debiti e delle
immobilizzazioni rappresentate da titoli. L’art. 2426, comma 2, C.C. per
la definizione di costo ammortizzato fa riferimento ai principi contabili Esempio: finanziamento a
internazionali adottati dall’Unione europea (IAS 39, par. 9) per i quali i tasso fisso
debiti e i crediti sono ricompresi tra le passività e le attività finanziarie. Al 30/06/17 la società
Il costo ammortizzato è definito come il valore a cui l’attività o la accede a un
passività finanziaria è stata valutata al momento della rilevazione iniziale Finanziamento a tasso
al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito fisso:
dall’ammortamento cumulato utilizzando il criterio dell’interesse importo € 1.000
effettivo sulla differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, dedotta durata 5 anni
qualsiasi riduzione di valore. Costi di transazione € 15
Il criterio dell’interesse effettivo è il metodo di calcolo del costo rate semestrali con
ammortizzato e di ripartizione degli interessi attivi e passivi lungo la ammortamento alla
durata dell’attività e o della passività finanziaria. francese (rata costante)
Il tasso di interesse effettivo è il tasso che attualizza esattamente i Tasso nominale 1% pari al
pagamenti o gli incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento tasso di mercato
finanziario o, ove opportuno, un periodo più breve al valore contabile 1.- calcolo del valore
Costo
120. netto dell’attività o passività finanziaria. I flussi finanziari futuri utili al attuale dei flussi finanziari;
ammortizzato
calcolo del tasso di interesse effettivo sono determinati tenendo in 2.- aggiungere gli eventuali
considerazione tutti i termini contrattuali della transazione che hanno costi di transazione
originato il credito/debito, incluse le scadenze previste di incasso e 3.- calcolare il TIR
pagamento, la natura dei flussi finanziari (capitale o interessi), e la Dati riepilogativi costo
probabilità che l’incasso o il pagamento anticipato si verifichi, nonché i ammortizzato
costi di transazione. È calcolato al momento della rilevazione iniziale del
credito/debito ed è poi utilizzato per la sua valutazione successiva. È il
tasso interno di rendimento (TIR), costante lungo la durata dello
strumento finanziario, che rende uguale il valore attuale dei flussi
finanziari futuri derivanti del credito/debito e il suo valore di rilevazioni
iniziale.
Debiti valutati al Costo Ammortizzato (OIC 19)
Quando un debito è rilevato per la prima volta, il valore di iscrizione
iniziale è rappresentato dal valore nominale del debito al netto dei costi
di transazione e di tutti i premi, sconti, abbuoni derivanti dalla
transazione che ha generato il debito. I costi di transazione sono
compresi nel calcolo del costo ammortizzato utilizzando il criterio del
tasso di interesse effettivo e sono ammortizzati lungo la durata attesa del
debito. Il loro ammortamento integra o rettifica gli interessi passivi
calcolati al tasso nominale dell’obbligazione e la loro iscrizione a conto
economico segue la medesima classificazione degli interessi passivi. Il
tasso di interesse effettivo è calcolato al momento della rilevazione
iniziale del debito, è utilizzato per la sua valutazione successiva ed è
costante lungo la durata del debito.

Per comprendere al meglio il fenomeno del Transfer Pricing è necessario


partire dalla circostanza che ciascuna impresa di un gruppo
multinazionale è sottoposta alle aliquote di imposta della propria
giurisdizione fiscale di residenza.
In ragione di ciò appare da subito evidente che realizzare reddito in un
Paese piuttosto che in un altro può avere una forte incidenza sul carico
fiscale e quindi sulla produttività di un gruppo.
Le imprese multinazionali che possono produrre reddito in più Paesi
sono pertanto portate a scegliere quelli che prevedono sistemi fiscali
meno gravosi.
Le imprese, nell’ottica di sfruttare i sistemi fiscali dei vari Paesi per
ottenere il maggior risparmio di imposta possibile, utilizzano pratiche di
Transfer Price.
Si tratta di pratiche, che possono essere più o meno lecite, che hanno lo
scopo di trasferire reddito tra due Paesi. Questo sistema avviene
attraverso operazioni infra-gruppo che presentano corrispettivi più o
meno elevati rispetto a quelli che sarebbero fissati da imprese
indipendenti.
Il Trasfer pricing è un fenomeno che coinvolge operazioni internazionali
poste in essere tra due o più imprese:
- facenti capo allo stesso soggetto economico,
121. Transfer pricing - domiciliate fiscalmente in Paesi diversi,
aventi il fine di minimizzare il prelievo fiscale a livello di gruppo.
L’obiettivo si raggiunge attraverso l’alterazione strumentale dei prezzi di
scambio.
La disciplina italiana del Transfer Pricing è contenuta nell’articolo 110,
comma 7, del DPR n 917/86 che prevede quanto segue:
‚I componenti del reddito derivanti da operazioni con società non
residenti nel territorio dello Stato, che direttamente o indirettamente
controllano l’impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa
società che controlla l’impresa, sono valutati in base al valore normale
dei beni ceduti, dei servizi prestati e dei beni e servizi ricevuti,
determinato a norma del comma 2, se ne deriva un aumento del reddito;
la stessa disposizione si applica anche se ne deriva una diminuzione del
reddito, ma soltanto in esecuzione degli accordi conclusi con le autorità
competenti degli Stati esteri a seguito delle speciali ‚procedure
amichevoli‛ previste dalle convenzioni internazionali contro le doppie
imposizioni sui redditi. ‚
Ai sensi di questa disposizione le operazioni tra imprese associate, si
considerano sempre effettuate al valore normale e non al prezzo
concordato tra le parti.
L’obiettivo è quello di riportare sempre al valore normale i prezzi delle
operazioni infra-gruppo. Questo è l’elemento principale della norma sul
Transfer Price.
L’articolo 9 comma 3 DPR n 917/86, prevede che per valore normale si
debba intendere:
‚il prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della
stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo
stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o
servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza, nel tempo e nel
luogo più prossimi. ‚

Dal 1° gennaio 2019, a seguito dell’obbligo di fattura in formato


elettronico, è venuto meno l’obbligo di presentazione del c.d.
spesometro; tale adempimento è stato sostituito dall’Esterometro che
riguarda le operazioni transfrontaliere non tracciate mediante fattura
elettronica.
Operazioni da comunicare
Vanno comunicati tramite Esterometro i dati delle fatture emesse dal 1°
gennaio 2019 in merito alle operazioni (sia beni che servizi):
- effettuate nei confronti di soggetti passivi non stabiliti ai fini IVA in
Italia;
- ricevute da parte di soggetti non stabiliti ai fini IVA in Italia.
Rimangono escluse dall’obbligo di comunicazione le operazioni per le
quali è stata, comunque, emessa fattura elettronica ovvero è stata emessa
122. Esterometro
una bolletta doganale.
Dati da comunicare
Nella compilazione dell’Esterometro vanno comunicati i seguenti dati:
- dati identificativi del cedente/prestatore;
- dati identificativi del cessionario/committente;
- data del documento comprovante l’operazione;
- data di registrazione (per i soli documenti ricevuti e le relative note di
variazione);
- numero del documento;
- base imponibile;
- aliquota IVA applicata e l’imposta ovvero, ove l’operazione non
comporti l’annotazione dell’imposta nel documento, la tipologia
dell’operazione (codice natura).
Sanzioni
È cambiata la periodicità di trasmissione dell’esterometro: da mensile è
diventata trimestrale.
Quindi, la comunicazione deve essere trasmessa entro la fine del mese
successivo al trimestre di riferimento.
L’omissione o l’errata trasmissione delle operazioni transfrontaliere è
sanzionata con un importo di 2 euro a fattura con un massimo di 1.000
euro per trimestre ridotto alla metà (entro il limite massimo di 500 euro)
se la trasmissione avviene entro i 15 giorni successivi alla scadenza
stabilita ovvero se, nel medesimo termine, è effettuata la trasmissione
corretta dei dati. Risulta possibile avvalersi, sempre che non vi sia stata la
notifica di atti di accertamento, dell’istituto del ravvedimento operoso.

L’istituto dell’accertamento con adesione è l’istituto deflattivo del


contenzioso tributario che permette al contribuente ed all’Ufficio
dell’Agenzia delle Entrate di giungere ad un accordo per la definizione
delle pretese tributarie, istituto che presuppone il contradditorio tra le
parti nel quale il primo ha la facoltà di fornire documenti, informazioni e
chiarimenti ed il secondo ha la facoltà di rideterminare le proprie pretese
tributarie.
L’istituto in esame può essere utilizzato da tutti i contribuenti ed è
applicabile alle imposte sui redditi, all’imposta sul valore aggiunto,
Accertamento
123. all’imposta di registro, all’imposta ipotecaria, all’imposta catastale, alle
con adesione
ritenute alla fonte operate dal sostituto di imposta ed ai contributi
assistenziali e previdenziali.
L’adesione a tale procedura comporta la riduzione ad un terzo del
minimo previsto dalla legge delle sanzioni previste per le violazioni
riguardati i predetti tributi.
Essa si perfeziona con il versamento delle somme risultanti dall’accordo
raggiunto che deve avvenire entro il termine di 20 giorni dalla data di
redazione dell’atto di adesione.

I fondi per rischi e oneri rappresentano passività di natura determinata,


certe o probabili, con data di sopravvenienza o ammontare
indeterminati.
Si possono presentare tre tipologie di fondi differenti, a seconda della
natura e del grado di probabilità che si realizzi la passività per cui è stato
stanziato:
- I fondi per rischi rappresentano passività di natura determinata ed
esistenza probabile, i cui valori sono stimati. Si tratta, quindi, di passività
Fondi rischi ed potenziali connesse a situazioni già esistenti alla data di bilancio, ma
124.
oneri caratterizzate da uno stato d’incertezza il cui esito dipende dal verificarsi
o meno di uno o più eventi in futuro.
- I fondi per oneri rappresentano passività di natura determinata ed
esistenza certa, stimate nell’importo o nella data di sopravvenienza,
connesse a obbligazioni già assunte alla data di bilancio, ma che avranno
manifestazione finanziaria negli esercizi successivi (esempio
manutenzione ciclica, recupero per danni ambientali, ristrutturazioni
aziendali, garanzia prodotti)
- I fondi per trattamento di quiescenza e obblighi simili rappresentano
accantonamenti per i trattamenti previdenziali integrativi, diversi dal
TFR, nonché per le indennità una tantum spettanti ai lavoratori
dipendenti, autonomi e collaboratori, in forza di legge o di contratto, al
momento di cessazione del relativo rapporto. (fondi per cessazione
rapporti di agenzia, pensioni integrative etc.)

I requisiti per iscrivere in bilancio il fondo:


- natura determinata;
- esistenza certa o probabile;
- ammontare o data di sopravvenienza della passività indeterminati;
- ammontare della passività attendibilmente stimabile.

L’impresa, quindi, deve riconosce correttamente l’onere da inserire nel


fondo nel momento in cui esso sorge, per evitare che esso vada
ingiustamente a determinare il reddito di esercizi successivi, nei quali
avrà manifestazione finanziaria.
L’utilizzo del fondo
Il fondo si utilizza nel momento in cui le spese per cui era stato stanziato
si concretizzano; può accadere che la spesa prevista dall’accantonamento
al fondo non sia sufficiente oppure troppo elevata, rispetto all’uscita
finanziaria che si è verificata.
Al momento del sostenimento dei costi, ove già interamente coperti
dall’apposito fondo, si impiega quindi direttamente il fondo stesso e di
conseguenza, in CE non viene rilevato alcun componente negativo di
reddito (utilizzo diretto del fondo senza transito a CE).
Nel caso in cui, al verificarsi dell’evento il fondo iscritto non sia
sufficiente a coprire l’ammontare degli oneri effettivamente sostenuti (ad
esempio, la stima a suo tempo effettuata è risultata inferiore
all’ammontare effettivo della passività), la differenza negativa è rilevata
nelle voci di CE in coerenza con l’accantonamento originario.
Di contro, la sopravvenuta risoluzione o il positivo evolversi della
situazione che aveva generato rischi ed incertezze, può determinare che
il fondo precedentemente iscritto risulti parzialmente o totalmente
eccedente. In questo caso il relativo fondo si riduce o si rilascia di
conseguenza. Se l’eccedenza si origina a seguito del positivo evolversi di
situazioni che ricorrono nell’attività di una società, l’eliminazione o
riduzione del fondo eccedente è contabilizzata fra i componenti positivi
del reddito della classe avente la stessa natura, in cui era stato rilevato
l’originario accantonamento. Ad esempio, se l’originario accantonamento
era stato rilevato fra i costi della produzione (classe B), l’eccedenza del
fondo è rilevata tra i componenti del valore della produzione (voce A 5
‚Altri ricavi e proventi‛).
Alla base del concetto stesso di strategia aziendale vi deve essere il
principio di dover acquisire un vantaggio competitivo e che per ottenere
questo vantaggio sono necessarie una serie di scelte e decisioni:
innanzitutto quale tipo di vantaggio perseguire e l'ambito nel quale lo si
vuole raggiungere.
Secondo Porter esistono due fonti principali di vantaggio competitivo:
- bassi costi
- differenziazione.
Questi due elementi, combinati con la tipologia di impresa, porta a tre
strategie di base: leadership di costo, differenziazione e segmentazione.
Leadership di costo
La leadership di costo è la più chiara e la più seguita delle tre strategie di
base. La riduzione dei costi può essere perseguita mediante tre
strumenti:
- Un'innovazione del processo produttivo che porti a: minori scarti,
minore utilizzo di materie prime, minore utilizzo di manodopera, meno
scorte, minori lead time e set-up time, ecc;
- Un'accurata eliminazione dei costi inutili, apparenti o nascosti lungo
tutta la catena del valore;
- L'esternalizzazione di attività che sono esterne al core business
Strategia azioni e
dell'impresa.
misure (strategie
Differenziazione
competitive,
Nel caso della differenziazione, un'impresa mira ad essere unica nel
125. differenziazione,
proprio settore industriale in rapporto ad alcune variabili ritenute
vantaggio di
importanti dal cliente. L’impresa sceglie una o più caratteristiche
costo e
percepite importanti da un segmento forte del mercato e si mette nelle
focalizzazione)
condizioni di soddisfarle in modo ineguagliabile.
La differenziazione può essere perseguita mediante quattro strumenti:
- La migliore qualità del prodotto, avvertita tale dal cliente;
- Il prodotto offerto con una forte componente innovativa;
- L'integrazione del prodotto con un servizio;
- Una politica di marketing innovativa che trasferisce nell'immaginario
del cliente l'idea di un nuovo prodotto.
La focalizzazione
Questa strategia è diversa dalle altre due perché si basa sulla scelta di
un'area molto ristretta di competizione (segmento o nicchia di mercato).
Chi si focalizza sceglie un segmento di un settore di attività e tende a
servire quel segmento cercando di escludere possibili concorrenti. La
strategia della focalizzazione presenta due varianti: la focalizzazione sui
costi, con la quale l'impresa persegue un vantaggio di costo nel segmento
prescelto, e la focalizzazione sulla differenziazione, con la quale l'impresa
persegue la differenziazione nel segmento. Focalizzandosi sui costi si
sfruttano le differenze di "comportamento" dei costi per quel settore;
focalizzandosi sulla differenziazione si sfruttano le speciali
esigenze dei clienti di quel segmento.
Per capitale di apporto si intendono i conferimenti effettuati
dall'imprenditore o dai soci, al momento della costituzione dell'impresa o
successivamente. Tali conferimenti possono essere in denaro o in
natura/crediti (impianti, macchinari, crediti, ecc.)
Conferimenti in denaro
Prendiamo il caso della costituzione di una S.p.A. La costituzione viene
effettuata con atto pubblico. Il capitale minimo prescritto dalla legge è di
50.000 euro.
La scrittura con la quale si rileva la sottoscrizione del capitale sociale è la
seguente:
Azionisti c/sottoscrizioni a Capitale
Sociale 50.000

Con questa scrittura viene rilevato il credito vantato dalla società nei
confronti dei soci relativamente alla sottoscrizione del capitale sociale.
Ipotizziamo che tutti i conferimenti vengano effettuati in denaro e che il
versamento effettuato al momento della costituzione ammonti
esattamente al 25% del capitale sociale. (versamento della % obbligatoria)
La scrittura in partita doppia sarà:
Banca C/C a Azionisti c/sottoscrizioni
Apporto di
12.500
126. capitale e
scritture
Se, al momento della costituzione i soci, versano anche il restante 75% dei
conferimenti si rileverà la scrittura:
Banca C/C a Azionisti c/sottoscrizioni
37.500

Conferimenti in natura
Nel caso in cui i conferimenti avvengono in natura abbiamo:
1.Rilevazione del credito vantato dalla società nei confronti dei soci
Azionisti c/sottoscrizioni a Capitale
Sociale 50.000
2. Conferimento in natura con perizia di stima:
Diversi a Azionisti c/sottoscrizioni
50.000
Attrezzature
10.000
Merci
40.000
Il concordato minore è una nuova procedura di composizione della crisi
da sovraindebitamento alla quale possono ricorrere i professionisti, i
piccoli imprenditori ed imprenditori agricoli e le start-up innovative, ad
esclusione del consumatore, che si trovano in una ituazione di
sovraindebitamento, al fine di poter continuare a svolgere la propria
attività imprenditoriale o professionale (artt. 74-83 D.lgs. n. 14/2019). Il
«sovraindebitamento» è definito dall’articolo 2, del Codice della crisi
d’impresa (D. Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14), come: «lo stato di crisi o di
insolvenza del consumatore, del professionista, dell'imprenditore
minore, dell'imprenditore agricolo, delle start-up innovative, e di ogni
altro debitore non assoggettabile alla liquidazione giudiziale ovvero a
liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure liquidatorie
previste dal codice civile o da leggi speciali per il caso di crisi o
insolvenza». La proposta del concordato minore può essere presentata ai
creditori se il piano consentirà al debitore di proseguire l’attività
imprenditoriale o professionale oppure quando vi è l’intervento di
risorse esterne che forniscono la garanzia della continuazione dell’attività
ed il soddisfacimento dei creditori, in misura maggiore rispetto a quanto
questi potrebbero ottenere, mediante la liquidazione.
Il contenuto del concordato è libero, ma devono essere specificati tempi e
modalità per il superamento la crisi da sovraindebitamento; inoltre è
possibile indicare il soddisfacimento parziale dei crediti con qualsiasi
forma, nonché suddividere i creditori in classi. Alla domanda del
concordato minore vanno allegati: i bilanci, le dichiarazioni dei redditi
Concordato
riguardanti i 3 anni precedenti alla richiesta ovvero gli ultimi esercizi
minore e
127. precedenti se l'attività ha avuto una durata inferiore; una relazione
sovraindebitame
aggiornata sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria;
nto
l'elenco dei creditori, con l’indicazione delle rispettive cause di
prelazione e degli importi dovuti; gli atti di amministrazione
straordinaria degli ultimi 5 anni; la documentazione relativa agli
stipendi, pensioni, salari ed altre entrate del debitore e della famiglia, con
l'indicazione di quanto occorra al mantenimento della stessa.
La formulazione e la presentazione della domanda di concordato minore
avviene tramite detto Organismo di Composizione di Crisi, che dovrà
redigere una relazione a corredo della domanda, che dovrà contenere:
l'indicazione delle cause dell'indebitamento e della diligenza del debitore
nell'assumere le obbligazioni; l'esposizione delle ragioni dell'incapacità
del debitore di adempiere le obbligazioni assunte; l'indicazione della
eventuale esistenza di atti del debitore impugnati dai creditori; la
valutazione circa la completezza ed attendibilità della documentazione
depositata insieme alla domanda, nonché la verifica della convenienza
del piano rispetto alla liquidazione; l'indicazione ipotizzabile dei costi
della procedura; la percentuale, le modalità e i tempi di soddisfacimento
dei creditori; i criteri adottati nella formazione delle classi, se indicate
nella proposta. Entro 7 giorni dal conferimento dell'incarico da parte del
debitore, l'OCC, deve darne comunicazione all'agente della riscossione e
agli uffici fiscali, anche degli enti locali, i quali dovranno comunicare il
debito tributario accertato, nonché gli accertamenti eventualmente
pendenti, entro 15 giorni.
Il procedimento si svolgerà dinanzi al tribunale in composizione
monocratica. Il Giudice adìto potrà dichiarare la domanda inammissibile
qualora sia priva dei documenti indicati negli articoli 75 e 76, o se il
debitore presenta requisiti dimensionali che eccedono i limiti di
fallibilità, o se è già stato esdebitato nei 5 anni precedenti la domanda o
ha già beneficiato dell'esdebitazione per 2 volte oppure se sono stati
compiuti dal debitore atti di frode nei confronti dei creditori.
Dopo aver verificato l’ammissibilità della domanda, il giudice, con
decreto dichiarerà aperta la procedura ed ordinerà all'OCC di dare
comunicazione della proposta e del decreto, a tutti i creditori. In
particolare, il giudice con detto decreto, prevede una serie di divieti ed
incombenze, quali: la pubblicazione del decreto su apposito spazio del
sito web del tribunale o del Ministero della giustizia e nel registro delle
imprese se il debitore svolge attività d'impresa; nel caso di cessione o di
affidamento a terzi di beni immobili o beni mobili registrati, ordina la
trascrizione del decreto presso gli uffici competenti; assegna ai creditori
un termine entro il quale devono fare pervenire all'OCC, a mezzo PEC, la
dichiarazione di adesione o di mancata adesione alla proposta di
concordato e le eventuali contestazioni (in mancanza della risposta si
considerano consenzienti); inoltre, su istanza del debitore, dispone che,
sino a quando il provvedimento di omologazione diventa definitivo,
creditori aventi titolo o causa anteriore non potranno iniziare o
continuare azioni esecutive individuali ne' disposti sequestri conservativi
ne' acquistati diritti di prelazione sul patrimonio del debitore.
L'esecuzione del decreto sarà a cura dell’OCC. Inoltre, gli atti che
eccedono l'ordinaria amministrazione compiuti senza l'autorizzazione
del giudice sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al momento in cui
e' stata eseguita la pubblicità del decreto. Il concordato può essere
approvato se è accettato dai creditori che rappresentano la maggioranza
dei crediti ammessi al voto, senza considerare i creditori muniti di
privilegio, pegno o ipoteca, dei quali la proposta prevede l'integrale
pagamento, a meno che non rinuncino in tutto o in parte al loro diritto di
prelazione.
Il tribunale, dopo aver verificato l’ammissibilità e la fattibilità del piano
ed il raggiungimento della maggioranza richiesta, in assenza di
contestazioni, omologa il concordato con sentenza, dichiarando conclusa
la procedura. In caso di contestazioni del piano da parte dei creditori o
da parte di qualunque altro soggetto interessato, l’omologa è possibile
solo laddove il tribunale ritenga che il credito dell'opponente possa
essere soddisfatto dall'esecuzione del piano in misura non inferiore a
quello che otterrebbero in caso di liquidazione dei beni. Se il giudice
rigetta la domanda di omologa, dichiara con decreto motivato
l'inefficacia delle misure protettive accordate e, su apposita istanza del
debitore, dichiara aperta la procedura di liquidazione controllata ai sensi
degli articoli 268 e seguenti.
Il debitore deve dare esecuzione al piano omologato. Conclusa tale fase,
l'OCC, sentito il debitore, presenta al giudice il rendiconto; se questi lo
approva, il debitore ottiene l’esdebitazione, in caso contrario, il giudice
indica gli atti necessari per l'esecuzione del concordato e fissa un termine
per il loro compimento. Se il debitore non adempie alle prescrizioni nel
termine, anche prorogato, il giudice dichiara risolto il concordato minore.
La revoca l'omologazione può avvenire d'ufficio o su istanza di un
creditore, del pubblico ministero o di un altro interessato, quando si
verifica una delle seguenti condizioni: se e' stato dolosamente o con colpa
grave aumentato o diminuito il passivo; se è stata sottratta o dissimulata
una parte rilevante dell'attivo; se sono state dolosamente simulate attività
inesistenti; se risultano commessi altri atti diretti a frodare i creditori. La
domanda di revoca non può essere proposta decorsi sei mesi
dall'approvazione del rendiconto.
In caso di revoca o risoluzione, il debitore può chiedere l’ammissione alla
procedura di liquidazione controllata. In caso di conversione, il giudice
concede al debitore un termine per l'integrazione della documentazione e
provvede ai sensi dell'articolo 270.

Con il termine ‚Economie di Scopo‛ viene indicato il risparmio derivante


dalla produzione congiunta di prodotti diversi o il perseguimento di
obiettivi diversi mediante l'utilizzo degli stessi fattori produttivi (stesse
risorse e competenze, stesse strutture e impianti). Tale termine deriva
dal termine inglese ‚scope economies‛ e viene anche indicato con i nomi
‚economie di diversificazione‛, ‚economia di ampiezza o di raggio
d'azione‛.
Quando l'impresa si diversifica, le economie di scopo sono il risultato di
funzioni di costo subadditive ed incentivano la crescita dell'impresa
tramite la diversificazione. Per rendere chiaro tale concetto, possiamo
fare alcuni esempi:
1) L'ammortamento dei costi di ricerca e sviluppo e l'applicazione del
Know-how.
2) La distribuzione multiprodotto
3) Un esempio ancor più chiaro è quello della produzione diversificata
attuata da un'industria alimentare che produce beni usando il criterio
Economie di della ‚stagionalità‛.
scopo (in Con l'espressione integrazione verticale ci si riferisce all'internazione di
particolare una serie di attività verticalmente correlate. Grazie all'adozione di
128. economie di ‚economie di scopo‛ l'impresa riesce ad ottenere notevoli risparmi di
scopo gestionale) costo che derivano dall'integrazione fisica dei processi. La questione che
(produttive e l'impresa deve porsi è: i costi di transazione sono superiori ai costi
gestionali?) amministrativi? Se la risposta è si allora l'impresa deve attuare il
processo di integrazione. L'esempio tipico è il seguente: la maggior parte
della produzione di lamiere in acciaio viene svolta in stabilimenti
verticalmente integrati che prima producono acciaio e poi producono le
lamiere. Localizzare le due fasi della produzione nello stesso
stabilimento permette all'impresa di ridurre i costi di trasporto, ridurre i
costi legati agli acquisti dai fornitori e gli assicura anche un certo
risparmio energetico.
Le economie di scopo, ed in particolar modo lo sviluppo delle risorse e
delle competenze di cui l'impresa dispone, permettono di creare delle
competenze distintive grazie alla quali l'impresa si differenzia dalle altre
sul mercato e può sviluppare un possibile vantaggio competitivo.
Per misurare l'effetto delle economie di scopo:
1) Nel primo caso (risparmio derivante dalla produzione congiunta di
prodotti diversi) l'impresa deve effettuare una chiara, attenta e veritiera
analisi al fine di individuare scrupolosamente i costi sostenuti per poi
verificare se, effettivamente, attraverso la produzione congiunta di
prodotti diversi sono stati ottenuti dei risparmi di costo.
2) Nel secondo caso (perseguimento di obbiettivi diversi mediante
l'utilizzo di stessi fattori produttivi) l'analisi è ben più semplice. In questo
caso l'impresa deve verificare attentamente se tramite l'utilizzo degli
stessi fattori produttivi (stessi impianti e attrezzature, stesse risorse e
competenze) è riuscita a raggiungere gli obiettivi che si era prefissata, è
riuscita ad ottimizzare la produzione ed è quindi riuscita ad attuare una
gestione efficace ed efficiente dei mezzi a sua disposizione per trarne
vantaggio sul mercato.

Le differenze di fusione sono rappresentate da diferenze da concambio o


differenze da annullamento. Differenze da concambio si originano nella
fusione dei soggetti indipendenti, non legati da rapporti di
partecipazione e sono determinate dalla differenza fra il valore
dell'aumento del CS della società incorporante e la quota del patrimonio
netto della incorporata di competenza dei soci terzi. In particolare può
emergere il disavanzo da concambio nel caso in cui il valore
dell'aumento del CS sia maggiore rispetto alla quota del PN di terzi,
ovvero avanzo da concambio nel caso contrario. Le differenze da
annullamento si originano fra i soggetti legati dai rapporti di
partecipazione e sono originate dalla differenza tra il valore della
partecipazione nella società incorporata iscritto in bilancio della
incorporante e la quota del PN contabile della incorporata di
competenza della incorporante. In particolare se il valore contabile della
Differenze di partecipazione annullata è maggiore alla quota di pertinenza del PN
129.
fusione dell'incorporata, la differenza costituisce il disavanzo da annullamento,
se invece è minore avremo avanzo da annullamento. Se l'incorporante ha
la partecipazione del 100% nella incorporata non si generano nè
differenze da annullamento nè differenze da concambio. Invece se la
partecipazione dell'incorporante è inferiore al 100% avremo: differenza
da annullamento in relazione alla partecipazione dell'incorporante che
viene annullata e la differenza da concambio, per la differenza tra
l'aumento del CS attribuito agli atri soci e la quota del PN della
incorporata di loro pertinenza. Il trattamento contabile delle differenze
di fusione è stabilito dall'art. 2504-bis CC: se dalla fusione emerge un
disavanzo, esso deve essere imputato agli elementi dell'attivo o del
passivo e per differenza ad avviamento; se emerge un avanzo è iscritto in
apposita voce del PN oppure se è dovuto alla previsione delle perdite in
una voce dei fondi per rischi ed oneri.
Azione revocatoria prevede la dichiarazione dell'inefficacia degli atti di
disposizione del patrimonio del debitore pregiudizievoli nei confronti
dei creditori e può essere ordinaria (sancita dall'art. 2901 e seguenti del
CC) e fallimentare (prevista dagli artt. 66-70 della LF). Azione revocatoria
ordinaria può essere proposta entro 5 anni dalla data dell'atto
pregiudizievoli a seguenti condizioni: il debitore il debitore conosceva il
pregiudizio che l'atto arrecava ai creditori oppure se l'atto è stato
dolosamente preodinato prima del sorgere del debito al fine di
pregiudicare il ssuo soddisfacimento; il terzo era consapevole del
pregiudizio oppure partecipe alla dolosa preordinazione dell'atto. Non è
soggetto a revoca l'adempimento del debito scaduto. L'inefficacia
dell'atto non pregiudica i diritti dei terzi acquisiti a titolo oneroso in
buona fede. Il creditore, ottenuta la dichiarazione di inefficacia, può
promuovere nei confronti di terzi acquirenti le azioni esecutive o
conservative sui beni che formano oggetto dell'atto impugnato. Il terzo
acquirente che vanta un credito nei confronti del debitore dipendenti
dall'esercizio dell'azione revocatoria, non può concorrere sul ricavato dai
beni oggetto dell'atto inefficace finchè non è soddisfatto il creditore che
ha promosso l'azione revocatoria. L'azione revocatoria fallimentare può
essere proposta dal curatore dinanzi al tribunale fallimentare. Sono
revocati, salvo che l'altra parte provi che non conosceva lo stato di
insolvenza del debitore: 1) gli atti a titolo oneroso compiuti 1 anno prima
della dichiarazione di fallimento, se le prestazioni eseguite o obbligazioni
assunte dal fallito superano di oltre 1/4 ciò che a lui è stato dato o
130. Revocatoria
promesso; 2) i pegni, le anticresi e le ipoteche volontarie costituiti
nell'anno antecedente la dichiarazione di fallimento per i debiti
preesistenti non scaduti oppure costituiti nei 6 mesi antecedenti per i
debiti scaduti. Sono altresì revocati se il curatore prova che l'altra parte
conosceva lo stato di insolvenza del debitore i pagamenti dei debiti
liquidi ed esigibili, gli atti a titolo onerosoe quelli costitutivi di un diritto
di prelazione per debiti, se compiuti entro 6 mesi anteriori alla
dichiarazione di fallimento. Non possono essere invece revocati: i
pagamenti di beni e servizi effettuati nell'esercizio di attività d'impresa;
le rimesse effettuate sul conto corrente purchè non abbiano ridotto in
manienra consistente e durevole esposizione debitoria nei confronti della
banca del fallito; i pagamenti di debiti eseguiti alla scadenza per ottenere
la prestazione di ervizi strumentali all'accesso alle procedure concorsuali;
i pagamenti degli stipendi ai dipendenti; gli atti, i pagamenti e le
garanzie poste in essere in esecuzione del concordato preventiv,
dell'amministrazione controllata o dell'accordo omologato ex art. 182 o
del piano attestato; le vendite e i preliminari di vendita dell'abitazione
principale del debitore o suoi parenti entro il III grado oppure degli
immobili adibiti a sede principale dell'attività di impresa. LE azioni
revocatorie fallimentari non possono essere promosse decorsi i 3 anni
dalla dichiarazione del fallimento e comunque decorsi 5 anni dalla data
dell'atto. Colui che per effetto dellarevoca ha restituito quanto ha
ricevuto alla procedura è ammesso allo stato passivo del fallimento.
Il D.Lgs. 139/2015, attuativo della Direttiva Comunitaria 2013/34/UE, ha
recepito all’interno del nostro ordinamento importanti previsioni
normative in materia di bilancio d’esercizio, con lo scopo di armonizzare
e rendere comparabili i bilanci comunitari. Tra le modifiche più rilevanti
introdotte vi è l’eliminazione della sezione E del conto economico,
dedicata ad accogliere proventi ed oneri straordinari. In linea con quanto
previsto dai principi contabili internazionali, lo schema di conto
economico non distingue più attività ordinarie da quelle straordinarie,
ma proventi ed oneri straordinari verranno riclassificati, sulla base della
loro natura, all’interno delle classi del conto economico. La cancellazione
della sezione ha visto l’adeguamento del contenuto dell’art. 2425
‚Contenuto del conto economico‛ e dell’art. 2427, comma 1, numero 13
del Codice Civile, il quale prevede l’indicazione in Nota Integrativa
dell'importo e della natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di
entità o incidenza eccezionali. L’eccezionalità di un componente
reddituale dunque è riconducibile all’entità (importo) o alla sua
incidenza rispetto alle altre voci di bilancio e non è più legata, come in
Proventi e oneri
131. precedenza, all’estraneità dell’evento che l’ha generato rispetto
straordinari
all’ordinaria attività aziendale. L’identificazione e la qualificazione degli
elementi ‚eccezionali‛ da fornire in Nota integrativa permetterà di
valutare l’andamento economico futuro dell’azienda, depurando il conto
economico da componenti che, per la loro eccezionalità, non rientrano
nelle normali dinamiche aziendali. l principio contabile OIC 12
‚Composizione e schemi del bilancio d’esercizio‛, aggiornato per
recepire le novità introdotte, alla sezione ‚Motivazioni alla base delle
decisioni assunte‛, presenta, laddove sia ‚possibile identificare ex ante,
in modo univoco, una voce di destinazione in base alla tipologia della
transazione‛, una ricollocazione per gli abrogati componenti
straordinari. In caso contrario, sarà il redattore del bilancio a definirne il
trattamento contabile analizzando l’evento che ha generato il
provento/onere straordinario. La riclassificazione delle voci straordinarie
all’interno delle residue voci di conto economico avrà effetti sul calcolo
dei principali indicatori di redditività (MOL e ROL) con importanti
conseguenze anche ai fini fiscali e del calcolo della base imponibile IRAP.

Il Dlgs 139/2015 ha rivisto molte delle regole di bilancio, tra cui anche
quelle riguardanti le immobilizzazioni immateriali, eliminando i costi di
ricerca e di pubblicità dalla voce BI-2) dello Stato patrimoniale, che è
denominata, a partire dal 2016, semplicemente ‚Spese di sviluppo‛. Il
rinnovato principio contabile Oic 24 chiarisce che i costi di ricerca e di
pubblicità capitalizzati in passato, devono essere spesati per intero
nell’esercizio di sostenimento a partire dal 2016, salvo il caso in cui tali
Capitalizzazione
spese soddisfino i requisiti esposti di seguito. La novità introdotta ha lo
132. di costi ricerca e
scopo di ridurre i margini di discrezionalità ed evitare la facile
sviluppo
capitalizzazione di costi generici e/o ricorrenti la cui recuperabilità viene
sovrastimata.
In ogni caso la nuova formulazione prevede che i costi di pubblicità già
capitalizzati prima del 2016 possano essere riclassificati tra i costi di
impianto ed ampliamento o di sviluppo, purché si tratti di costi legati a
una fase di start-up o di accrescimento della capacità operativa, o una
fase di ampliamento. Sostanzialmente deve trattarsi di costi non
ricorrenti per i quali l’impresa ha ragionevoli aspettative di ritorni
economici futuri. Alle stesse condizioni sono capitalizzabili anche i costi
di pubblicità sostenuti dal 2016.
In caso non vengano soddisfatti i requisiti sopra esposti, se si tratta di
nuovi costi sostenuti a partire dal 2016 questi dovranno essere imputati a
costo, se invece si tratta di costi già capitalizzati questi dovranno essere
eliminati con effetto retroattivo e imputazione a patrimonio netto.
Allo stesso modo, per i costi di ricerca, a partire dal 2016 non è più
consentita la capitalizzazione, né per le spese di ricerca ‚di base‛ già ad
oggi rilevate a costo, né per le spese di ricerca ‚applicata‛. Anche in
questo caso però l’Oic 24 adotta una soluzione ‚flessibile‛ in quanto fa
confluire la ricerca applicata ai costi di sviluppo, sia per quanto riguarda
i costi già capitalizzati, sia per quelli sostenuti a partire dal 2016, purché,
specularmente ai costi di pubblicità, rispettino determinati requisiti. In
particolare, tali costi devono essere correlati con un prodotto o un
processo ben definito, identificabile e misurabile, la realizzabilità del
progetto, tecnicamente fattibile e dotato delle necessarie risorse, e la
recuperabilità delle spese attraverso adeguate prospettive di reddito.
Infine, con riferimento al periodo di ammortamento, i costi di sviluppo
non dovranno più essere ammortizzati entro i cinque anni ma in
funzione della loro vita utile.
La trasformazione eterogenea è disciplinata dall'art. 2500- septies all'art.
2500- novies del Codice civile. Con il termine trasformazione eterogenea
si intendono le operazioni di trasformazione che consentono a s.p.a.,
s.a.p.a. e s.r.l. di dar vita a consorzi, società consortili, società
cooperative, comunioni d'azienda, associazioni non riconosciute e
fondazioni; e, similmente, le operazioni inverse che consentono di
trasformare consorzi, società consortili, società cooperative, comunioni
d'azienda, associazioni non riconosciute e fondazioni in società di
capitali.
La disciplina della trasformazione eterogenea si può suddividere in
norme generali e norme particolari scritte ad hoc per le singole tipologie
di trasformazione eterogenea.
In particolare gli articoli 2500- septies e segg., c.c., affermano la
possibilità di trasformare svariati enti non commerciali: consorzi, società
consortili, comunioni d'azienda, ecc., in società di capitali e viceversa.
Si segnala che la trasformazione da società di capitali in associazioni è
possibile solo in associazioni non riconosciute mentre la trasformazione
in società di capitali è possibile solo per le associazioni riconosciute. In
questo ultimo caso il legislatore voluto evitare che, con la trasformazione,
l’ente acquisisse automaticamente anche la personalità giuridica . Di
conseguenza le associazioni non riconosciute devono prima acquisire
personalità giuridica e, solo in un secondo momento, possono
trasformarsi in società di capitali. Inoltre viene eliminato il divieto,
stabilito dall'art. 14 della L. 127/1971, di trasformarsi società cooperative
in società lucrative.
Trasformazione
133. Si rileva che, secondo il Consiglio notarile di Milano, massima n. 20/2004,
eterogenea
rientra nell’ambito della trasformazione eterogenea la trasformazione di
società consortile in società non consortile e viceversa
In più il Consiglio notarile di Milano, sebbene gli artt. 2500- septies e
octies , c.c. si riferiscono alle società di capitali quali soggetti
trasformandi ovvero risultanti dalla trasformazione, ritiene che sia
possibile applicare la trasformazione eterogenea anche alle società di
persone sempre come entità di "arrivo" o di "partenza" dell’operazione. Si
ritiene che questa presa di posizione vada attentamente vagliata
allorquando si intenda procedere ad implementare un’operazione di
trasformazione eterogenea; sicuramente, atteso il tenore tassativo della
norma di legge, appare preferibile, preliminarmente, effettuare una
trasformazione da società di persone in società di capitali. Come noto
per effettuare una trasformazione da società di persone in società di
capitali è richiesta una perizia redatta da un soggetto indipendente (art.
2500- ter , c.c.); secondo l'associazione notarile di Milano è necessaria la
redazione della perizia anche nell’ipotesi di trasformazione eterogenea di
uno degli enti indicati nell'art. 2500- octies , c.c., (consorzi, società
consortili, comunioni d'azienda, ecc.) in società di capitali (e, pertanto,
stima ex-art. 2343 c.c. se l'ente si trasforma in società per azioni o ex art.
2465 c.c., se la trasformazione è attuata in società a responsabilità
limitata). La precisazione dei notai milanesi - atteso il vuoto normativo
derivante dal fatto che l'art. 2500- octies , c.c. non prevede un rinvio al
comma 2 dell'art. 2500- ter , c.c., e conseguentemente, in linea di
principio, permetterebbe la trasformazione in società di capitali di un
ente non commerciale generalmente privo di una contabilità ‚rigorosa‛ -
appare sicuramente opportuna in quanto è incontrovertibile la necessità
di una perizia quando un ente non commerciale viene trasformato in
società di capitali. Infatti, ad es., appare indubbia la necessità di avere
una base contabile iniziale qualora una associazione oggetto di
trasformazione non sia in possesso di una contabilità ordinata,
dettagliata e precisa. E’ compito del perito, in questo caso, di accertare
l'esistenza e l'entità dei valori del patrimonio dell'associazione al fine di
poter determinare il patrimonio netto iniziale di trasformazione e l’entità
del capitale sociale della società di capitali risultante dalla
trasformazione. I principi valutativi adottabili dal perito saranno poi
analoghi a quelli utilizzabili per una perizia di trasformazione da società
di persone in società di capitali. La contabilità può proseguire sugli stessi
libri della trasformanda, salvo che il cambiamento della forma sociale
non imponga, come di solito accade, la tenuta di nuovi libri , in
applicazione di disposizioni civilistiche e/o fiscali.
Gli adempimenti di carattere contabile connessi con le fasi
dell'operazione di trasformazione si possono schematizzare nei seguenti:
a) rettifiche dei valori delle attività e delle passività al fine di adeguare i
valori contabili ante trasformazione a quelli risultanti dalla perizia
dell'esperto (non prevista espressamente dalla normativa civilistica ma
ritenuta necessaria dal Consiglio notarile di Milano);
b) individuazione del capitale netto di trasformazione mediante la
redazione di un bilancio infrannuale;
c) trasferimento delle attività e delle passività alla società o ente
trasformato mediante la chiusura dei conti della trasformanda;
d) apertura dei conti della società o ente risultante dalla trasformazione;
e) contabilizzazione di eventuali conguagli dei soci, nel caso in cui il
capitale netto di trasformazione non sia multiplo delle azioni o quote
della trasformata;
f) eventuale redazione dell' ordinario bilancio di esercizio al termine del
normale periodo amministrativo.
Le rilevazioni in capo alla società o ente che si trasforma sono identiche
sia in caso di trasformazione eterogenea progressiva che regressiva.
Nel caso di trasformazione regressiva quindi da società di capitali ad
ente non commerciale, è importante precisare che l' obbligo delle
scritture contabili in capo all'ente trasformato è previsto fiscalmente solo
nel caso di svolgimento da parte dell'ente stesso di una attività
commerciale accessoria e sussidiaria rispetto a quella istituzionale come
nel caso di un'associazione ricreativa che gestisce un bar aperto al
pubblico. Infatti in tal caso l'ente non commerciale produce anche il
reddito di impresa scaturente da tale attività commerciale (art. 20 comma
1, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600).
Nondimeno sono previsti degli specifici obblighi contabili nel caso di:
enti non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi (art. 20
comma 2, D.P.R. 600/1973); enti non commerciali con requisiti Onlus (art.
20- bis , D.P.R. 600/1973). Tuttavia si ritiene che per esigenze di chiarezza
l’ente non commerciale adotti in fase iniziale gli stessi schemi di
rappresentazione contabile utilizzati dalla società di capitali trasformata
in fase di chiusura dei conti.
La contabilità generale e contabilità analitica hanno finilità e destinatari
diversi. Contabilità generale è obbligatoria ai fini di legge per la corretta
tenuta delle scritture contabili, per il calcolo delle imposte e per redigere
il bialncio annuale. Produce informazioni destinate destinati ai soggetti
esterni, ad esempio istituti bancari, pubbliche amministrazioni,
investitori ed ha il focus orientato alla performance passata: solitamente
ogni anno alla fine di aprile si riunisce l'assemblea per l'approvazione del
bilancio di esercezio dell'anno precedente. Quindi la tempistica con cui
produce informazioni sull'andamento del business è storica, cioè in
ritardo rispetto a quando si sono realizzati i fatti della gestione. Inoltre, è
soggetta a limitazioni nell'esposizione dei dati e schemi precisi, che sono
quelli civilistici previsti dal legislatore nazionale (oic adopter) o
internazionale (IAS adopter). Infene la CoGe produce informazioni di
tipo economico-patrimoniale e finanziario, ma nulla dice in merito a
produttività o KPI operativi e di efficienza dei processi aziendali. La
Contabilità contabilità analitica risponde alla necessità delel imprese di avere uno
analitica vs strumento in grado di supportare le decisioni manageriali, producendo
134.
contabilità una reportistica ad hoc con diversi focus (per prodotto, per unità di
generica business per mercato, per paese ecc) e con la possibilità di aggiungere
anche gli indicatori di processo più utili ai manager delle operations per
migliorare i risultati della produzione e/o vendita. Quindi la contabilità
analitica è una contabilità "parallela" a quella generale e non obbligatoria
per legge, le informazioni che produce sono rivolte ai soggetti interni
all'impresa e non è soggetta ad utilizzo di schemi precisi o limitazioni
nell'esposizione dei dati. Ulteriore vantaggio della contabilità analitica è
quello di potersi concentrare non solo sulla performance passata
dell'impresa, ma anche e soprattuto su quella presente e futura. Infine la
contabillità analitica può combinare info di tipo economico-finanaziario
con dati e KPI di produzione di efficienza delle risorse ecc. Quindi dal
punto di vista informativo, la contabilità analitica riporta la situazione
dell'impresa ad oggi (consuntivo), paragonata con il budget riferito allo
stesso periodo e forniscono un riferimento rispetto all'intero budget e al
risultato del periodo precedente

Con deducibilità si intende la sottrazione degli oneri, detti per l’appunto


oneri deducibili, previsti dal legilatore nel TUIR, dal reddito lordo per
calcolare il reddito imponibile . Chiariamo meglio cosa significa tutto ciò.
Ciascun lavoratore produce un reddito; da questo reddito vanno sottratti
gli oneri deducibili previsti dallo Stato (es: contributi previdenziali e
assistenziali, assegni di mantenimento al coniuge, ecc.) e si ottiene, così, il
reddito imponibile. In altre parole reddito imponibile è uguale redito
lordo meno gli oneri deducibili. La detraibilità, a differenza della
Deducibilità e
135. deducibilità, è un concettto riconducibile direttamente all'imposta. Nel
detraibilità
caso delle imposte sui redditi dopo aver calcolato il reddito imponibile
sottraendo gli oneri deducibili, si applicano le aliquote previste per
calcolare lorda. A questa, quindi, andranno sottratti gli oneri detraibili,
come per esempiole detrazioni per famigliari a carico, per lavoro
dipendente, per le spese di ristrutturazione, gli ecobonus o le spese
mediche. ecc nel caso di IRPEF, le spese del personale dipendente ai fini
dell'IRAP, vari crediti d'imposta (ad es. ricerca e sviluppo, bonus affitti,
ecc.) ai fini IRES. Si parla di detraibilità anche ai fini IVA quando
dall'imposta sul valore aggiunto complessivamente dovuta sulle vendite
si sottrae l'IVA sugli acquisti nei casi e i limiti stabiliti dal testo unico
IVA.

L'Imposta sul Reddito delle Società (IRES) è un'imposta personale e


proporzionale con aliquota pari al 24%. I soggetti passivi di questa
imposta sono le società di mutua assicurazione, le società cooperative e le
società di capitali residenti nel territorio italiano, gli enti pubblici, gli enti
privati e i trust residenti nel territorio italiano (sia che abbiano come
oggetto principale o esclusivo l'esercizio di attività commerciale, sia che
non lo abbiano), e - in più - qualsiasi tipo di società, con o senza
personalità giuridica (compresi i trust), non residente nel territorio
italiano.

COME CALCOLARE LA BASE IMPONIBILE


Il reddito imponibile ai fini IRES è il reddito d'impresa individuato
dall'art.83 del Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), a meno che
non si tratti di enti non commerciali (i quali imputano i propri redditi alle
categorie previste per l'IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche),
con esclusione del reddito da lavoro autonomo e del reddito da lavoro
dipendente; alla stessa metodologia sono soggette anche le società e gli
enti commerciali non residenti, che non abbiano una stabile
organizzazione in Italia (in caso abbiano uno stabile sistema
organizzativo, tutto il reddito sarà nuovamente imputato a "reddito
136. IRES d'impresa"). Regole particolari sono previste per la tassazione per
trasparenza per le società di persone e per il consolidato fiscale.

Società ed enti commerciali


Per determinare il reddito d’impresa delle società e degli enti
commerciali si parte dall'utile o dalla perdita risultante dal bilancio.
All’utile (o perdita) indicato nel bilancio è necessario apportare, in fase di
compilazione della dichiarazione, le variazioni in aumento o in
diminuzione previste dalla normativa fiscale per gli elementi attivi e
passivi del reddito d’impresa.
Enti non commerciali
Per gli enti non commerciali, il reddito complessivo è formato dalla
somma dei redditi fondiari, di capitale, di impresa e dei redditi diversi,
ovunque prodotti e qualunque sia la destinazione, ad esclusione di quelli
esenti e di quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad
imposta sostitutiva. La base imponibile del reddito complessivo si
determina, quindi, sommando le singole categorie di reddito.
Società ed enti commerciali non residenti
Per le società e gli enti commerciali non residenti, il reddito complessivo
è formato soltanto dai redditi prodotti in Italia; sono esclusi i redditi
esenti da imposta e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta
o ad imposta sostitutiva. La base imponibile si determina come somma
dei redditi delle diverse categorie reddituali, tra cui il reddito d’impresa
prodotto tramite stabile organizzazione in Italia.

Le novità del decreto fiscale 2020


Per i soggetti sopra individuati, a decorrere dal 27 ottobre 2019 i
versamenti di acconto dell’IRES e dell’IRAP sono effettuati in due rate
ciascuna nella misura del 50%, fatto salvo quanto eventualmente già
versato per l’esercizio in corso con la prima rata di acconto con
corrispondente rideterminazione della misura dell’acconto dovuto in
caso di versamento unico.
In questo modo si prevede la modifica della misura dei versamenti della
prima e della seconda rata degli acconti dovuti ai fini IRES ed IRAP,
rimodulandoli in due rate di pari importo (50%), anziché del 40 e 60 per
cento.

Il diritto societario definisce le azioni proprie come titoli che


rappresentano una parte del capitale sociale che costituisce la Società per
azioni (S.p.a): tali azioni possono essere riacquistate dalla Società solo in
particolari condizioni regolamentate affinché il riacquisto risulti in linea
con le leggi vigenti.
Spesso le Società ricorrono all’acquisto di azioni proprie qualora sorga la
necessità di ridurre il capitale investito. Tale operazione prevede infatti
l’utilizzo dello stesso capitale sociale per acquistare e rimborsare quelle
che sono le singole quote dei soci, ovvero l’importo che ogni socio ha
versato al momento della costituzione della Società.
Tuttavia l’acquisto di azioni proprie implica notevoli fattori di rischio,
questo poiché la Società stessa deve poter offrire specifiche garanzie ai
propri creditori: acquistando azioni proprie infatti, potrebbero venire a
mancare fondi utili a ricoprire eventuali debiti ancora a carico della
Società poiché il mediante il riacquisto viene impiegato come già detto,
proprio il capitale sociale a titolo di rimborso dei singoli soci.
La ‚pericolosità‛ di questo tipo di operazione origina molteplici
137. Azioni proprie
limitazioni opportunamente regolamentate dal Codice Civile in modo da
tutelare sia le sorti della Società stessa che quelle dei soci che la
costituiscono e creditori.
Molteplici possono essere le motivazioni che legittimano l’acquisto di
azioni proprie da parte della Società: in questi casi l’operazione di
riacquisto è possibile ma solo se le condizioni sancite dallo stesso Codice
Civile risultano soddisfatte.
Le azioni proprie possono essere acquistate per: Favorire il recesso di un
socio anche qualora non sussistano cause specifiche (recesso
consensuale); Ridurre il capitale sociale per esuberanza, condizione che si
verifica quando la Società possiede una buona liquidità nel proprio
portafoglio e decide quindi di ‚investire su sé stessa‛ creando di
conseguenza una domanda adeguata alla richiesta dei creditori; Avere
azioni a propria disposizione qualora fossero necessarie operazioni
finanziarie straordinarie quali acquisizioni e fusioni; Accrescere
progressivamente il valore dei titoli azionari già in circolazione.
Limiti dell’acquisto azioni proprie
Il limite dell’acquisto azioni proprie è un insieme di regolamentazioni
rappresentato dall’art. 2357 del Codice Civile. L’acquisto di azioni
proprie non deve mai superare il 20% del valore totale del capitale
sociale; Possono essere impiegate per l’acquisto, solo le riserve
economiche disponibili e quelli che sono gli utili distribuibili confermati
dall’ultimo bilancio approvato; Non possono essere acquistate azioni per
le quali i soci non abbiano ancora provveduto a saldare i conferimenti,
anche solo parzialmente (tali azioni devono risultare interamente
liberate); L’acquisto deve infine essere confermato dall’Assemblea che
dovrà opportunamente fissarne il numero, le modalità e la durata, mai
superiore a 18 mesi.
Codice Civile e Articolo 2357
L’art. 2357 del Codice Civile stabilisce inoltre che il valore nominale delle
azioni acquistate non può eccedere in alcun modo dalla quinta parte del
capitale sociale.

Identificare
contabilmente
138. Vedi 126
l’apporto del
socio
Nesso tra
139. strategia, azioni e
misure
Gli Stakeholder sono individui o gruppi di individui portatori di
interessi che dipendono dall’organizzazione di riferimento per la
realizzazione dei loro obiettivi: ad esempio, soci di maggioranza e
minoranza, lavoratori dipendenti, collaboratori autonomi, clienti,
fornitori, parti sociali, finanziatori. Tali obiettivi tendono a mutare nel
tempo in funzione delle pressioni esercitate dall’ambiente esterno e dai
portatori di interesse – gli Stakeholder – che possono essere interni ed
esterni all’organizzazione.
Dipendenti, azionisti, manager dell’azienda vengono identificati come
Stakeholder interni. Essi ricoprono ruoli formali, senza i quali
l’organizzazione non può esistere, e sono in genere legati ad essa da
rapporti contrattuali.
Non sono parte costitutiva di un’azienda ma possono comunque essere
legati da accordi contrattuali gli Stakeholder esterni. Le istituzioni e i
140. Stakeholders
governi, i fornitori e i clienti, le associazioni di imprenditori, i sindacati e
altri attori sociali che operano nelle comunità locali rientrano nell’ultima
categoria.
Oggi vi tuttavia ad allargare il mix degli Stakeholder includendo anche i
gruppi di pressione, l’opinione pubblica ed i media, i concorrenti, i
potenziali dipendenti o investitori, i partner ed altri ancora. Occorre
anche considerare che non tutte le imprese hanno gli stessi Stakeholder
ma che ogni impresa intrattiene rapporti, talvolta anche specifici, con i
propri.
I portatori di interessi aziendali sono divenuti nel tempo sempre più
numerosi; rispetto al passato, quindi, è divenuto decisamente più
complesso gestire tutte le tipologie di relazioni. Si tende pertanto ad
assegnare un livello di priorità – ossia di importanza relativa al business
aziendale – agli stakeholder, al fine di strutturare obiettivi e definire
indicatori che tengano conto del contributo che questi possono dare al
perseguimento dei target prefissati dall’impresa.
Da qui, deriva l’importanza sempre maggiore che i portatori di interesse
assumono per l’organizzazione aziendale.

Mentre l’azione è il risultato di una preventiva e astratta divisione del


capitale sociale, la quota è una frazione del capitale sottoscritta dal
singolo socio. Quindi mentre l’azione prescinde completamente dalla
persona del singolo socio la quota vi è strettamente collegata.
Le quote possono essere diverse tra loro mentre le azioni sono tutte
uguali tra loro, le azioni corrispondono ad una partizione astratta del
capitale e quindi non possono che essere esattamente uguali; le quote
invece hanno la differenza di poter essere diverse a seconda della
persona del socio e del suo conferimento. La posizione del socio è
rapportata al numero delle azioni possedute nelle spa o nelle sapa
mentre nel caso delle quote si parla di ‚entità della quota‛.
Un altra differenza è quella che fa riferimento alla modalità attraverso la
quale azioni e quote circolano: le azioni sono titoli di credito e quindi un
bene mobile; la quota essendo invece legata al socio è legata alla
differenza tra
circolazione della posizione di socio, anche se in realtà dopo l’attuale
quote e azioni
riforma delle società si prevede che la quota possa essere oggetto di
141. (quali dei due è
pegno, sequestro e usufrutto; anche la quota di società si tende oggi a
un diritto di
considerarla come una ‚res‛ e quindi potremmo dire un ‚bene mobile‛.
proprietà)
L’azione è il risultato di una divisione preventiva e astratta del capitale
sociale, come tale dovrà essere presa in considerazione oltre che come
titolo di credito e come partecipazione sociale. L’azione comporta
l’attribuzione di uguali diritti e uguali doveri al socio che la possiede;
potranno anche essere diverse categorie di azioni nell’ambito della stessa
struttura societaria e la società potrà anche emettere categorie di azioni
speciali ma ciascuna delle categorie sia ordinarie che speciali attribuirà
uguali doveri al possessore. Ovviamente chi possiede molte azioni ha
maggior potere rispetto a un socio che possiede un numero minore di
azioni; anche qualora più azioni siano nelle mani di un solo soggetto le
vicende attinenti un’azione non toccano assolutamente le vicende
attinenti un’altra azione. In caso di comproprietà occorrerà nominare un
rappresentante comune che rappresenti i comproprietari.
La crescente attenzione dell’opinione pubblica e dei governi alle
problematiche ambientali legate alle attività produttive ha portato le
aziende a produrre degli strumenti di comunicazione prettamente
ambientali.
Rispetto al Bilancio Sociale, il Bilancio Ambientale si occupa di una parte
determinata dell’attività aziendale, analizzandola con dei parametri
specifici e seguendo linee guida definite da diverse organizzazioni
internazionali

Il Bilancio Ambientale è "un documento informativo nel quale sono


descritte le principali relazioni tra l’impresa e l’ambiente, pubblicato
volontariamente allo scopo di comunicare direttamente con il pubblico
interessato".
In generale, i contenuti di massima riguardano le politiche ambientali, un
sistema di indicatori fisici, le spese ambientali sostenute dall’ente.
Rapporto o bilancio ambientale sono termini spesso utilizzati
indistintamente. Nei paesi anglosassoni (i primi a instaurare questa
pratica a livello aziendale) con il termine environmental reporting si
Bilancio intende l'attività di informazione sul rapporto tra impresa e territorio
142.
ambientale fisico.
Il bilancio ambientale è pertanto quel documento diffuso al pubblico e
redatto periodicamente all'interno dell’organizzazione, per mezzo del
quale l'impresa/l’ente descrive le sue principali problematiche
ambientali, il suo approccio strategico, la sua organizzazione per la
gestione ambientale, le azioni messe in atto per la protezione ambientale
e documenta, con dati, statistiche e indicatori, il proprio impatto (il
bilancio ambientale) ed eventualmente gli aspetti finanziari connessi con
l'ambiente (spese correnti e di investimento).
Per le amministrazioni pubbliche rappresenta, dunque, un rendiconto
politico-istituzionale in materia ambientale, costruito su una base di
indicatori (sistema dei conti ambientali) inerenti lo stato dell’ambiente e
le pressioni del sistema antropico sull’ambiente stesso.
Come strumento di accountability, si pone anche l’obiettivo, oltre quello
della rendicontazione, di rendere l’ente che lo realizza socialmente
responsabile in prima persona della qualità dell’ambiente attraverso le
politiche ambientali e gli esiti dell’attuazione degli impegni e degli
obiettivi fissati.

L'ebitda (MOL) rappresenta i ricavi al netto dei costi di produzione, tale


Rapporto tra
flusso è rinvenibile nel rendiconto finanziario al primo margine quado al
143. rendiconto e
reddito ante imposte viene aggiunta la componente non finanziaria di
EBITDA
crediti e debiti della gestione corrente.
Primo
adempimento
144.
della fusione
propria
La segmentazione del mercato è il processo di suddivisione dei Esempi: Fasce di età, sesso,
bisogni del cliente in diversi gruppi o segmenti omogenei. Riconoscere le religione, reddito, paese/cultura di
origine, in genere si identificano
145. Segmentazione differenze tra clienti è fondamentale per un marketing di successo perché dei cluster che hanno una serie di
porta a soddisfare un segmento di mercato con prodotti mirati. attributi, ad esempio maschi sotto
i 20 anni celibi
Il regime normale IVA prevede che ogni operatore all'interno della
Catena produttiva e distributiva di bene di servizi applichi l'IVA ‚a
Valle‛ cioè sulle operazioni effettuate, tale imposta va calcolata con
l'aliquota di legge sul prezzo di vendita. Ogni soggetto passivo assolve
inoltre l'imposta ‚a monte‛ riconoscendo al fornitore l'Iva sul prezzo di
acquisto dei beni e dei servizi necessari per il processo produttivo. Ogni
soggetto passivo dell'imposta deve periodicamente in genere ogni mese o
ogni trimestre quantificare la differenza tra IVA a Valle dovuta allo stato
e IVA a Monte a credito verso lo Stato, e versare quanto dovuto.
Infine nella dichiarazione annuale IVA poi chiedere il rimborso
dell'eventuale credito maturato.
In poche parole l’IVA, è normalmente tributo ‚plurifase‛ applicato sul
valore aggiunto, che grava sul consumatore finale (contribuente di fatto),
anche se gli adempimenti contabili e versamento all’Erario competono e
gravano sui consumatori intermedi, titolari di partita IVA (contribuente
di diritto). L’imposta viene quindi pagata in tutti i passaggi intermedi
nella misura corrispondente all’incremento che il bene o il servizio
subisce.
L’ART 74 al Titolo VI del Decreto Iva disciplina un regime speciale dove
le operazioni rientranti all'interno dell'articolo si definiscono operazioni
in regime IVA monofase in quanto l’iva è assolta alla Fonte. Rientrano in
questo articolo esercenti di attività commercio Sali e tabacchi,commercio Esempi, commercio Sali e
di giornali, di organizzazione di giochi e intrattenimenti, servizi di tabacchi, fiammiferi,
Art 74 DPR
146. telefonia servizi di trasporto pubblico urbano, hnno la dispensa della quitidiani e periodici,
633/72
fatturazione. Ad esempio nell’editoria a riguardo del regime ‚monofase‛ documeti di viaggio di
il pagamento dell’IVA spetta ad un solo soggetto (l’editore), restando pubblici trasporti
valido il fatto che il consumatore finale sarà quello cui l’imposta farà
carico. Pertanto, l’editore è l’unico soggetto passivo d’imposta; tutti gli
altri soggetti intermedi (distributori o commercianti) restano esclusi
dall’imposta, fino all’acquirente finale. Infatti, nel commercio di prodotti
editoriali la cessione soggetta ad IVA si realizza tra editore e
consumatore finale, mentre i soggetti intermedi non sono né
giuridicamente, né fiscalmente parti della compravendita. Si applica
Aliquota ridotta del 4% (primo metodo....l’imposta è dovuta in relazione
al numero delle copie consegnate o spedite, diminuito di una percentuale
di forfetizzazione della resa oppure secondo il metodo opzionale cioè in
base del numero delle copie effettivamente vendute). Vi è l’obbligo di
annotazione nel registro corrispettivi ed invio all’agenzia delle entrate E’
bene precisare che le operazioni di cui all'art. 74, comma 1, D.P.R.
633/1972, assoggettate al regime Iva monofase (riguardanti generi del
monopolio di Stato, tabacchi, schede telefoniche, prodotti editoriali ecc.)
non limitano la detrazione dell'Iva assolta sugli acquisti e sostenuti per la
relativa produzione o il relativo commercio: perciò il rivenditore di
questi prodotti dovrà calcolare il pro-rata computando queste operazioni
tra quelle imponibili, anche se non sono soggette a fatturazione. Le
ritroviamo nel quadro VF e VJ della dichiarazione annuale IVA.

La plusvalenza in generale si ha quando il valore di vendita supera il


Plusvalenza da valore netto contabile, nel caso di cessione aziendale tale maggior valore
147.
cessione azienda prende il nome di Avviamento, l'avviamento può essere in questo caso
contabilizzato tra le immobbilizzazioni immateriali dello SP.
Per il cedente la plusvalena è sottoposta a tassazione, se persona
giuridica e l'azienda è detenuta da oltre 3 anni la tassazione può essere
rateizzata fino a 5 anni.
Se persona fisica che non esercità attività di impresa finisce in
dichiarazione dei redditi tra i redditi diversi e tassata secondo il principio
di cassa

Costo Primo = Materie


prime dirette-Lavoro
diretto-Costi diretti-
Costo Industriale= Costo
Primo+ Costi industriali;
Costo complessivo= Costi
Industriali+ Spese
amministrative+ spese
generali+ Spese
I costi riferiti ad un medesimo oggetto possono assumere varie
Configurazione commerciali;
148. configurazioni a seconda del tipo di attività e dei fattori produttivi che
di costo Costo Tecnico Economico=
s’intende analizzare
Costi Industriali+ Costi
figurativi

Direct Costing= Solo Costi


variabili diretti-
Full Costing anche costi
fissi

All’ interno dell’unitario sistema aziendale è possibile individuare dei


Sub Sistemi con vincoli di interdipendenza e complementarietà. Pertanto
all' interno di questo sistema unitario si individuano 3 processi
fondamentali:
1) Gestione: comprende le operazioni di approvvigionamento dei fattori,
etc e costituisce l’aspetto oggettivo dell’amministrazione aziendale
2) Organizzazione: riguarda il sub sistema degli organi e delle correlate
funzioni attribuite e costituisce l’aspetto soggettivo nell’ amministrazione
aziendale;
Organizzazione 3) Rilevazione riguarda il sub sistema dell’informazione e del controllo
149.
sociale preventivo, e riguarda l’aspetto cognitivo nell’amministrazione aziendale
In sintesi per organizzazione sociale si intende la struttura organizzativa
di coordinamento tra i vari organi sociali. Gli organi sociali sono gli
organismi a cui è demandata la gestione l’amministrazione e il controllo
di una società. Gli organi sociali sono di tre tipi:
1) L’assemblea dei soci che è l’organo deliberativo
2) Gli amministratori (o il consiglio di amministraizione) che
rappresentano l’organo direttivo ed esecutivo delle delibere assembleari
3) Il collegio sindacale che è l’organo di controllo
Società
Si, hanno personalità giuridica ed autonomia patrimoniale perfetta, a
cooperative
seconda dello statuto si applica il regime della srl o della spa ad i fini
150. hanno una
dell'assetto societ'ario
personalità
giuridica?

Il bilancio consolidato prevede l'aggregazione delle poste dell'attivo e del


passivo delle società facenti parte del perimetro di consolidamento, per
Elisione poste del una corretta rappresentazione però vanno elise una serie di poste, vanno
151.
consolidato elisi i crediti ed i debiti Intercompany le partecipazioni ed i patrimoni
netti, il bilancio consoldato infatti deve esporre solo le poste verso
l'esterno del gruppo

Lo storno della partecipazione nel bilancio della consolidante può essere


effettuato attraverso l’utilizzo di diversi metodi di consolidamento.
Nella prassi vi sono più metodi. Tuttavia, i principali sono i seguenti:
Consolidamento integrale
Con l’utilizzo di questo metodo è necessario sommare tra loro i valori
inerenti ogni singola voce di bilancio. Integraziale: si consolida
Successivamente si va ad eliminare la partecipazione iscritta nel bilancio integralmete il valore delle
della società capogruppo (consolidante), e contestualmente eliminare partecipazioni all'interno
anche il capitale netto delle società controllata. del consoldato
Nel caso in cui vi sia una differenza tra i due valori elisi occorre Proporzionale: si
evidenziare una differenza di consolidamento. consolidata solo la quota
Metodi di Se la partecipazione è inferiore al 100%, si dovrà evidenziare la quota parte di patrimonio
152.
consolidamento capitale, riserve e utili di pertinenza di terzi. posseduto
Consolidamento proporzionale Metodo del Patrimonio
Con l’utilizzo di questo metodo occorre, per prima cosa, determinare la netto: resta in bilancio
quota parte di ogni voce di bilancio della società controllata. consolidato la
Quindi, occorre sommare tra loro i valori inerenti ad ogni voce di partecipazione come quota
bilancio. parte del patrimonio netto
Successivamente è necessario andare ad eliminare la partecipazione posseduto
iscritta nel bilancio della controllante e la quota parte del capitale netto
della controllata.
Se vi è una differenza tra questi due valori occorre evidenziare una
differenza di consolidamento.

Esempio scrittura Socio c/Conferimeto A


153.
costituzione srl Socio C/conferimento B @ Capitale Sociale
si riferisce al Conto Economico (C.E.), analisi del REDDITO = RICAVI –
COSTI = UTILI, RICAVI – COSTI (con COSTI > RICAVI) = PERDITA. I
ricavi sono dati dal VALORE DELLA PRODUZIONE [A] e PROVENTI
[C] del C.E.
Per dare luogo all’Analisi di Redditività ci serviamo di INDICI di
NATURA ECONOMICA: ROE, ROI, ROS, INDICE DI ROTAZIONE
DEGLI IMPIEGHI, INDICE DI INDEBITAMENTO.

ROE = (UTILE D'ESERCIZIO)/(CAPITALE PROPRIO ) X 100 = indica la


remunerazione dei mezzi impiegati in azienda, che
tipo di remunerazione ottengo dal capitale proprio (cioè
MEZZI IMPIEGATI).

(NB: alcune formule da sapere => PATRIMONIO NETTO (P.N.) =


ATTIVITA’- PASSIVITA’;
P.N.= CAPITALE PROPRIO+UTILE; CAPITALE PROPRIO = CAPITALE
SOCIALE + RISERVE).

ROI = (RISULTATO OPERATIVO )/(TOTALE DEGLI IMPIEGHI)


X 100 = redditività del capitale investito (tutto il valore dell’Attivo);
RISULTATO OPERATIVO
della gestione caratteristica dato da A-B
del C.E., per gestione
caratteristica si intende tipica dell’attività
Analisi di
154. aziendale cioè che si riferisce
redditività
allo scopo dell’azienda. Il
numeratore NON
comprende Proventi e Oneri della Gestione
Atipica (es: Fitti di
Immobili).
TOTALE IMPIEGHI non
comprende investimenti estranei al
processo produttivo tipico o
attività caratteristica.

ROS = (RISULTATO OPERATIVO)/(RICAVI DI VENDITA) X


100 = redditività delle vendite. I Ricavi di Vendite sono il costo del
prodotto finito più il
margine di guadagno; esempio: se noi
applichiamo un elevato
margine di guadagno (o lucro) abbiamo
una ricarica ingente sul
costo e ci dà un risultato positivo.

Per ROE, ROI, ROS: maggiore è il % al termine del calcolo, maggiore sarà
la remunerazione o redditività.
INDICE DI ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI = (RICAVI (NETTI)
DI VENDITA)/(TOTALE IMPIEGHI) = indica la velocità con cui si

realizza il ciclo (periodo)

d’investimento e

disinvestimento dei capitali cioè,

il periodo che và dall’acquisto

delle materie prime, fino ad

arrivare alla vendita del prodotto

finito.
-ROTAZIONE VELOCE: è un segno positivo;
-ROTAZIONE LENTA: è la conseguenza di vendite lontane
rispetto all’atto di produzione del
bene.

-ESEMPIO: di INDICE DI ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI: 1)


100/50=2 i mezzi impiegati si rinnovano 2

volte; cioè riesco ad investire e

disinvestire 2 volte l’anno (quanti

giorni? 365/2=182,5).

2)150/50
= 3 cioè riesco ad investire e

disinvestire 3 volte l’anno (365/3=121,66


questo
è il miglior risultato!).

INDICE DI INDEBITAMENTO (o LEVERAGE o EFFETTO


LEVA):
(TOTALE IMPIEGHI)/(CAPITALE PROPRIO)
=quando l’azienda è indebitata? Quando il
quoziente (risultato della
divisione è maggiore
di 2 cioè, utilizzo maggiori
mezzi finanziari di
terzi rispetto ai propri.
Quando è minore di 2 non è indebitata,
se è maggiore di 2 è
indebitata! Una situazione ottimale mi
finanzio con tutto il capitale
proprio, minore di 1 IMPOSSIBILE.
Più l’azienda è indebitata:
maggiore è il rischio finanziario.

TASSO DI INCIDENZA DELLA GESTIONE NON


CARATTERISTICA (NON OPERATIVA, cioè che non
interessa lo scopo
principale dell’attività d’impresa):
(UTILE D'ESERCIZIO)/(RISULTATO
OPERATIVO) = (L’UTILE D’ESERCIZIO è dato dalla somma della
GESTIONE
CATATTERISTICA +
GESTIONE NON CARATTERISTICA). Il
risultato può essere: 1
(non c’è incidenza della gestione
NON caratteristica sulla
gestione), >1(incidenza NEGATIVA),
<1(incidenza POSITIVA).

SCOMPOSIZIONE DEL ROI:


ROS x INDICE DI ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI = (RISULTATO
OPERATIVO)/(RICAVI DI VENDITA) X (RICAVI DI
VENDITA)/(TOTALE IMPIEGHI)= (RISULTATO
OPERATIVO)/(TOTALE IMPIEGHI)

RENDICONTO FINANZIARIO (metodo diretto ed indiretto): è un


prospetto contabile che presenta le variazioni, positive o negative, delle
disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio. Infatti, lo S.P.
offre una visione statica, il C.E. evidenzia la formazione del reddito
d’esercizio con l’esposizione analitica dei costi e ricavi attribuiti al
periodo amministrativo. Il RENDICONTO FINANZIARIO riepiloga
flussi finanziari, cioè entrate e uscite di cassa, di liquidità. [Vedi OIC: 10].
I
flussi finanziari sono classificati in base alla natura delle operazioni che li
hanno generati e rappresentati distintamente in una delle seguenti
categorie:
GESTIONE REDDITUALE, B. ATTIVITA’ DI INVESTIMENTO, C.
ATTIVITA’ DI FINANZIAMENTO.

Metodo Indiretto (metodo più laborioso): si parte dall’UTILE o dalla


PERDITA (cioè dal risultato finale) e poi si considerano i COSTI e i
RICAVI in base alla loro natura (essi possono essere mometari e non
mometari).

Metodo diretto: è dato dalla differenza tra incassi (entrate) e pagamenti


lordi (uscite), si sottraggono anche i costi di natura monetaria e si
sommano i ricavi di natura monetaria.
I valori di B. e C. sono uguali sia nel metodo diretto che in quello
indiretto, differisce solo l’approccio di A.

si riferisce al Conto Economico (C.E.), analisi del REDDITO = RICAVI –


COSTI = UTILI, RICAVI – COSTI (con COSTI > RICAVI) = PERDITA. I
ricavi sono dati dal VALORE DELLA PRODUZIONE [A] e PROVENTI
[C] del C.E.
Per dare luogo all’Analisi di Redditività ci serviamo di INDICI di
NATURA ECONOMICA: ROE, ROI, ROS, INDICE DI ROTAZIONE
DEGLI IMPIEGHI, INDICE DI INDEBITAMENTO.

ROE = (UTILE D'ESERCIZIO)/(CAPITALE PROPRIO ) X 100 = indica la


remunerazione dei mezzi impiegati in azienda, che
tipo di remunerazione ottengo dal capitale proprio (cioè
MEZZI IMPIEGATI).

(NB: alcune formule da sapere => PATRIMONIO NETTO (P.N.) =


ATTIVITA’- PASSIVITA’;
P.N.= CAPITALE PROPRIO+UTILE; CAPITALE PROPRIO = CAPITALE
SOCIALE + RISERVE).

ROI = (RISULTATO OPERATIVO )/(TOTALE DEGLI IMPIEGHI)


X 100 = redditività del capitale investito (tutto il valore dell’Attivo);
RISULTATO OPERATIVO
della gestione caratteristica dato da A-B
del C.E., per gestione
caratteristica si intende tipica dell’attività
aziendale cioè che si riferisce
allo scopo dell’azienda. Il
numeratore NON
comprende Proventi e Oneri della Gestione
Atipica (es: Fitti di
Immobili).
TOTALE IMPIEGHI non
comprende investimenti estranei al
processo produttivo tipico o
attività caratteristica.

ROS = (RISULTATO OPERATIVO)/(RICAVI DI VENDITA) X


100 = redditività delle vendite. I Ricavi di Vendite sono il costo del
prodotto finito più il
margine di guadagno; esempio: se noi
applichiamo un elevato
margine di guadagno (o lucro) abbiamo
una ricarica ingente sul
costo e ci dà un risultato positivo.
Per ROE, ROI, ROS: maggiore è il % al termine del calcolo, maggiore sarà
la remunerazione o redditività.

INDICE DI ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI = (RICAVI (NETTI)


DI VENDITA)/(TOTALE IMPIEGHI) = indica la velocità con cui si

realizza il ciclo (periodo)

d’investimento e

disinvestimento dei capitali cioè,

il periodo che và dall’acquisto

delle materie prime, fino ad

arrivare alla vendita del prodotto

finito.
-ROTAZIONE VELOCE: è un segno positivo;
-ROTAZIONE LENTA: è la conseguenza di vendite lontane
rispetto all’atto di produzione del
bene.

-ESEMPIO: di INDICE DI ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI: 1)


100/50=2 i mezzi impiegati si rinnovano 2

volte; cioè riesco ad investire e

disinvestire 2 volte l’anno (quanti

giorni? 365/2=182,5).

2)150/50
= 3 cioè riesco ad investire e

disinvestire 3 volte l’anno (365/3=121,66


questo
è il miglior risultato!).

INDICE DI INDEBITAMENTO (o LEVERAGE o EFFETTO


LEVA):
(TOTALE IMPIEGHI)/(CAPITALE PROPRIO)
=quando l’azienda è indebitata? Quando il
quoziente (risultato della
divisione è maggiore
di 2 cioè, utilizzo maggiori
mezzi finanziari di
terzi rispetto ai propri.
Quando è minore di 2 non è indebitata,
se è maggiore di 2 è
indebitata! Una situazione ottimale mi
finanzio con tutto il capitale
proprio, minore di 1 IMPOSSIBILE.
Più l’azienda è indebitata:
maggiore è il rischio finanziario.

TASSO DI INCIDENZA DELLA GESTIONE NON


CARATTERISTICA (NON OPERATIVA, cioè che non
interessa lo scopo
principale dell’attività d’impresa):
(UTILE D'ESERCIZIO)/(RISULTATO
OPERATIVO) = (L’UTILE D’ESERCIZIO è dato dalla somma della
GESTIONE
CATATTERISTICA +
GESTIONE NON CARATTERISTICA). Il
risultato può essere: 1
(non c’è incidenza della gestione
NON caratteristica sulla
gestione), >1(incidenza NEGATIVA),
<1(incidenza POSITIVA).

SCOMPOSIZIONE DEL ROI:


ROS x INDICE DI ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI = (RISULTATO
OPERATIVO)/(RICAVI DI VENDITA) X (RICAVI DI
VENDITA)/(TOTALE IMPIEGHI)= (RISULTATO
OPERATIVO)/(TOTALE IMPIEGHI)

RENDICONTO FINANZIARIO (metodo diretto ed indiretto): è un


prospetto contabile che presenta le variazioni, positive o negative, delle
disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio. Infatti, lo S.P.
offre una visione statica, il C.E. evidenzia la formazione del reddito
d’esercizio con l’esposizione analitica dei costi e ricavi attribuiti al
periodo amministrativo. Il RENDICONTO FINANZIARIO riepiloga
flussi finanziari, cioè entrate e uscite di cassa, di liquidità. [Vedi OIC: 10].
I
flussi finanziari sono classificati in base alla natura delle operazioni che li
hanno generati e rappresentati distintamente in una delle seguenti
categorie:
GESTIONE REDDITUALE, B. ATTIVITA’ DI INVESTIMENTO, C.
ATTIVITA’ DI FINANZIAMENTO.

Metodo Indiretto (metodo più laborioso): si parte dall’UTILE o dalla


PERDITA (cioè dal risultato finale) e poi si considerano i COSTI e i
RICAVI in base alla loro natura (essi possono essere mometari e non
mometari).

Metodo diretto: è dato dalla differenza tra incassi (entrate) e pagamenti


lordi (uscite), si sottraggono anche i costi di natura monetaria e si
sommano i ricavi di natura monetaria.

I valori di B. e C. sono uguali sia nel metodo diretto che in quello


indiretto, differisce solo l’approccio di A.

La legge 231/2001 è la legge che ha introdotto in italia il concetto di reati


societari, contrariamente alla normativa generale anche i soggetti
giuridici possono essere punibili per specifici reati, le società per tutelarsi
devono dotarsi di un organismo di vigilanza ed approvare un modello
231, il modello 231 prevede una serie di controlli interni volti a limitare la
155. 231/2001
possibilità che dei reati societari vengano commessi, il corretto utilizzo
del modello e la sua reale funzione controllato dall'organisimo di
vigilanza permette alla società di evitare di essere imputata dei reati
societari anche qualore se ne ravvisasse l'esistenza

L’iper ammortamento è un’agevolazione volta ad incentivare gli


investimenti in beni strumentali acquistati per trasformare l’impresa in
chiave tecnologica e digitale 4.0. Si traduce in una maggiorazione del
costo di acquisizione, che fino al 31 dicembre 2018 era del 150%, e con la
legge di Bilancio 2019 è stata rimodulata in base al volume della spesa.
La maggiorazione del costo di acquisizione comporta che si abbiano
maggiori quote di ammortamento deducibili. Dunque la base imponibile
viene abbattuta ulteriormente.
Iper
156. Le nuove percentuali di maggiorazione previste dalla legge di Bilancio
ammortamento
2019 sono le seguenti:

a. 170% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;

b. 100%per gli investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni;

c. 50% per gli investimenti compresi tra 10 e 20 milioni


si tratta di una comunicazione, appunto, che l’Agenza delle Entrate invia
al contribuente a seguito di un controllo della sua dichiarazione dei
redditi e della verifica di alcune incongruenze. Detta comunicazione, per
157. Avviso bonario quanto ‚bonaria‛ è anche obbligatoria. Difatti l’eventuale successiva
cartella di pagamento emessa in conseguenza dell’avviso bonario, senza
che però quest’ultimo sia mai stato ricevuto dal contribuente, è nulla.

La catena del valore è un modello che permette di descrivere la struttura


di una organizzazione come un insieme limitato di processi econdo
questo modello, un'organizzazione è vista come un insieme di 9 processi,
di cui 5 primarie e 4 di supporto.
I processi primari sono quelli che direttamente contribuiscono alla
creazione dell'output (prodotti e servizi) di un'organizzazione e sono:

Logistica in ingresso: comprende tutte quelle attività di gestione dei


flussi di beni materiali verso l'interno dell'organizzazione: flussi che
alimentano le attività operative
Attività operative: attività di produzione di beni e/o servizi.
Logistica in uscita: comprende quelle attività di gestione dei flussi di beni
materiali verso l'esterno dell'organizzazione: flussi che portano sul
mercato i risultati delle attività operative
Marketing e vendite: attività di promozione del prodotto o servizio nei
mercati e gestione del processo di vendita.
Assistenza al cliente e servizi: tutte quelle attività post-vendita che sono
di supporto al cliente (ad es. l'assistenza tecnica).
I processi di supporto sono quelli che non contribuiscono direttamente
alla creazione dell'output ma che sono necessari perché quest'ultimo sia
prodotto e sono:

158. Catena del valore Approvvigionamenti: l'insieme di tutte quelle attività preposte
all'acquisto delle risorse necessarie alla produzione dell'output ed al
funzionamento dell'organizzazione.
Gestione delle risorse umane: ricerca, selezione, assunzione,
addestramento, formazione, aggiornamento, sviluppo, mobilità,
retribuzione, sistemi premianti, negoziazione sindacale e contrattuale,
ecc...
Sviluppo delle tecnologie: tutte quelle attività finalizzate al
miglioramento del prodotto e dei processi. Queste attività vengono in
genere identificate con il processo R&D (Research and Development).
Attività infrastrutturali: tutte le altre attività quali pianificazione,
contabilità finanziaria, organizzazione, informatica, affari legali,
direzione generale, ecc.
E l'equivalente della fattura elettronica, il vecchio registro dei
Corrispettivi corrispettivi a fine giornata viene inviato in formato XML presso lo sdi.
159.
telematici Valgono le regole della fattura elettronica

Costo Primo = Materie


prime dirette-Lavoro
160. Costo primo Trattasi del costo primario di un bene
diretto-Costi diretti

CURATORE (COMPITO PRINCIPALE AMMINISTRARE I BENI DEL


FALLITO)
E’ NOMINATO DAL TRIBUNALE E Può ESSERE SOSTITUITO SU
RICHIESTA DEI CREDITORI O DEL GIUDICE DELEGATO
Requisiti positivi:
Iscritto ad un ordine (avvocato, dott.commercialista, rag.commercialisti,
ragionieri);
Studi Professionali associati o società tra professionisti;
POTERI
ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Rientrano nei pieni poteri senza necessita di intervento degli altri organi;
STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE
Le riduzioni di crediti, le transazioni, i compromessi,
le rinunzie alle liti, le ricognizioni di diritti di terzi, la cancellazione di
Curatore ipoteche,
161.
fallimentare la restituzione di pegni, lo svincolo delle cauzioni, l'accettazione di
eredità
gli atti di straordinaria amministrazione
sono effettuate dal curatore, previa autorizzazione del comitato dei
creditori.
ATTI SUPERIORI A 50 MILA EURO
Atti superiori a 50 mila euro va informatole il Giudice delegato salvo che
non siano stati già autorizzati al momento della nomina

Aver svolto funzione di amministratore in in spa;


Requisiti negativi(non possono essere nominati):
Coniuge, parenti o affini;
Creditori del fallito;
Chi ha concorso al dissesto dell’impresa.

Si parla di Bare fiscali quando vengono aquisite strutture al solo fine di


utilizzare le loro perdite fiscali.
Ai fini antielusivi non sono riportabili le perdite qualora ci sia stato una
cambiamento della proprietà o della attività principale
Si possono riportare le perdite se la società superà il test di vitialità:

162. Bare fiscali Si tratta di un test volto a stabilire se la società oggetto di compravendita
ha svolto attività commerciale. Il test si sostanzia nella verifica, nel
biennio precedente a quello di trasferimento delle quote societarie, dei
seguenti requisiti:

La società ha avuto un numero di dipendenti mai inferiore alle 10 unità;


La società, nell’esercizio precedente a quello di trasferimento, ha un
ammontare di ricavi e proventi da attività caratteristica, e ammontare di
spese per lavoro subordinato e relativi contributi, superiore al 40% dalla
media dei due esercizi anteriori.

Si tratta di individuare il sistema competitivo in cui si troverà ad operare


l’impresa, e quindi le dinamiche caratterizzanti la competizione
all’interno del settore. Il modello individua 5 forse che determinano la
struttura competitiva di un settore:
• Intensità della competizione tra imprese nello stesso settore;
• Potere contrattuale degli acquirenti;
• Potere contrattuale dei fornitori;
• Minacce derivanti dall’ingresso sul mercato di nuovi concorrenti
(potenziali entranti);
• Minacce derivanti dall’introduzione sul mercato di prodotti/servizi
sostitutivi.
I concorrenti diretti, ovvero coloro che offrono lo stesso tipo di prodotto
sul mercato, saranno tanto più forti quanto più saranno simili i prezzi e
più alta la differenziazione.
Per quanto attiene ai clienti, si fa riferimento ai principali clienti
dell’azienda, quelli il cui peso contrattuale è in grado di indurre
Le 5 forze di comportamenti tali da ridurre i margini di profitto, portando in generale
163.
Porter i soggetti di un settore a combattere l’uno contro l’altro. Un compratore
può essere definito potente se dispone di un potere negoziale rispetto alle
altre aziende del settore (soprattutto se sensibili al prezzo) utilizzando la
loro influenza principalmente per forzare una riduzione dei prezzi.
Il potere di negoziazione dei fornitori di un’azienda si estrinseca nella
capacità di aumentare i prezzi di fornitura a proprio piacimento,
andando a pesare ovviamente sulla struttura di costo dell’azienda
contraente.
La minaccia determinata da potenziali nuovi concorrenti entranti in un
mercato è condizionata principalmente dalle cosiddette ‚barriere
all’entrata‛. Quanto più esse saranno alte tanto più difficile sarà entrare
nel mercato; quanto più alte saranno, tanto più protette saranno le
imprese che sono riuscite ad entrare.
I prodotti/servizi sostitutivi sono beni simili a quelli presenti sul mercato,
ma che soddisfano, in modo diverso lo stesso bisogno del
cliente/consumatore.

Gli imprenditori che adottano la contabilità ordinaria sono tenuti, ai sensi


della normativa civilistica e fiscale, a rendere noti i fatti di gestione che
interessano la loro attività commerciale, attraverso la tenuta dei libri
164. Libri contabili contabili: libro giornale, degli inventari, delle scritture ausiliarie, registri
Iva e il registro dei beni ammortizzabili. Sono esonerati dalla tenuta dei
libri contabili i soggetti che adottano la contabilità semplificata.

Il libro inventari previsto dall’articolo 2214 del codice civile e dall’articolo


14 del DPR n. 600/73 deve essere redatto all’inizio dell’esercizio e
Libro inventario
successivamente ogni anno. Deve essere numerato progressivamente e vi
165. quando va
deve essere apposta la marca da bollo da €. 16,00 ogni 100 pagine.
compilato
Il libro inventari è un adempimento posto a carico dell’imprenditore che
esercita un’attività di tipo commerciale. obbligatorio per i soggetti titolari
di reddito d’impresa in regime di contabilità ordinaria, sia per obbligo di
legge che per opzione.
Il libro inventari svolge la funzione di dare evidenza della situazione
economica e patrimoniale dell’impresa con riferimento ad un
determinato periodo al fine di fornire le seguenti informazioni (previste
sia dall’articolo 2217 del codice civile che dall’articolo 15 del DPR n.
600/73):
L’indicazione e la valutazione analitica degli elementi patrimoniali attivi
e passivi (Partitari Clienti e Fornitori);
La consistenza dei beni raggruppati in categorie omogenee per natura e
valore e il valore attribuito a ciascun gruppo (libro Cespiti)
Il bilancio e il conto dei profitti e delle perdite.

La liquidazione Iva è un dovere imposto periodicamente, mensilmente o


trimestralmente a seconda del volume di fatturato della società, e cioè
Euro 400.00 nel caso in cui la società svolga prestazioni di servizi, 700.000
nel caso in cui la società svolga altre attività; se non si superano i suddetti
limiti, è possibile optare per la liquidazione trimestrale, anziché mensile,
in sede di dichiarazione iva annuale. L’opzione ha effetto dall’anno in cui
è esercitata e fino a revoca, salvo il superamento del limite.
Alcuni contribuenti sono invece trimestrali per natura, ex art.74 c.4 del
dpr 633/72. Si tratta ad esempio dei distributori di carburante, o delle
imprese somministratrici di gas ed energia elettrica.
Attraverso la liquidazione, si determina la propria posizione iva,
debitoria o creditoria. L’eventuale iva a debito dev’essere versata entro il
16 del mese successivo, nel caso di liquidazione mensile, oppure entro il
16 del secondo mese successivo al trimestre di riferimento, nel caso di
liquidazione trimestrale (nel caso di iva trimestrale, gli importi a debito
sono aumentati dellì1%). L’iva a credito invece viene riportata nelle
liquidazioni successive, ed utilizzata in compensazione delle posizioni
166. liquidazione IVA
debitorie iva future. Può invece essere richiesta a rimborso o si può
richiedere l’utilizzo dei crediti iva in compensazione orizzontale
attraverso il modello tr (da presentare entro l’ultimo giorno del mese
successivo ai primi tre trimestrale, mentre i crediti maturati nel quarto
trimestre possono essere richiesti a rimborso o a compensazione
orizzontale tramite la dichiarazione iva, e quindi entro il 30/04) o in sede
di dichiarazione iva.
La Li.Pe. è invece la comunicazione trimestrale iva cui sono obbligati
tutti i soggetti passivi iva; sono però esonerati coloro i quali svolgono
solo operazioni esenti, ed ovviamente i forfettari.
Attraverso la Li.Pe. si trasmettono i dati riepilogativi delle liquidazioni
periodiche, indicando il saldo di ciascuna delle liquidazioni mensili, o il
saldo della liquidazione trimestrale, anche se a credito. La
comunicazione del quarto trimestre può essere dal 2020 saltata se si
anticipa la dichiarazione iva all’ultimo giorno di febbraio, e compilando
il quadro VP della dichiarazione

Il Mol è l'acronimo di Margine Operativo Lordo In inglese è L'EBITDA,


Valore della Produzione -
molto spesso è usato come base di partenza per determinare il valore
167. MOL COSTI PRODUZIONE -
delle imprese
PERSONALE
Per ottenere il MOL è necessaria una riclassifica del CE adottando il
metodo del Valore Aggiunto.

SI parla di perdite fiscale quando l'utile/perdita di esercizio con


l'aggiunta delle variazione in diminuzione ed in aumento danno luogo
168. Perdite fiscali ad un valore negativo, fiscalmente possono essere riportate agli anni
successivi fino all'80% dell imponibile.

I bilanci di esercizio sono predisposti secondo il criterio della contiuità


aziendale (going concern), sia gli amministratori che i sindaci che i
continuità
revisori sono tenuti a verificare che si siano tali condizioni ed in
169. aziendale (going
mancanza o anche in caso di indicatori contrari devono darne
concern)
informativa in nota integrativa

Il codice per la protezione dei dati personali è sancito dal D.Lgs 196/2003
in vigore dal 1 gennaio 2004. Nel 2016 poi, è stato pubblicato in gazzetta
ufficiale dell'unione europea il nuovo regolamento generale sulla
protezione dei dati (GDPR) direttamente applicabile che è in vigore dal
maggio del 2018.
Ha lo scopo di tutelare il diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati
personali, dove per dato personale, quindi, si intende un bene giuridico
protetto da norme.
Il dato personale è qualunque informazione riguardo una persona fisica
identificata o identificabile che viene definita interessato. Il trattamento
dei dati personali è quindi l'insieme di qualsiasi operazione o insieme di
operazioni compiute, con o senza l'ausilio di processi automatizzati,
come la raccolta, la registrazione, l'organizzazione, la conservazione, la
consultazione, l'uso e la cancellazione. La legge sulla privacy si fonda sul
170. Privacy
principio di Accountability o responsabilizzazione. Si limita infatti a
fissare i principi guisa da seguire pe ril trattamento dei dati ma è rimessa
alla responsabilità dei singoli titolari del trattamento l'individuazione
delle misure più idonee per un'effettiva tutela dei dati personali trattati.
I principi sono: liceità correttezza e trasparenza; limitazione delle finalità;
minimizzazione dei dati; esattezza; limitazione della conservazione;
integrità e riservatezza.
Uno dei principali obblighi gravanti sul titolare del trattamento è la
consegna all'interessato dell'informativa sulla privacy.
Il titolare dei dati è tenuto a conservarli con metodo idonei alla non
divulgazione, i dati possono essere utilizzati ad i fini commerciali solo se
c'è apposita autorizzazione del titolare
La violazione delle norme espone il titolare a sanzioni.
l meccanismo dell’inversione contabile, o Reverse Charge, è uno dei
metodi di applicazione ed assolvimento dell’IVA.
Il meccanismo del reverse charge ha, nella maggior parte dei casi, finalità
antievasive, di riduzione delle frodi fiscali e di contenimento del ‚divario
IVA‛ (o ‚VAT gap‛). Ossia della differenza tra l’imposta che dovrebbe
essere riscossa e quella che è effettivamente riscossa.
È essenziale notare che l’annotazione della base imponibile nel registro di
REVERSE cui agli articoli 23 o 24 del DPR n 633/72 non rileva ai fini della
171.
CHARGE determinazione del volume d’affari del cessionario o committente.
L’applicazione del reverse charge comporta, inoltre, l’assolvimento degli
obblighi comunicativi e dichiarativi IVA.
Nella maggior parte dei casi, l’applicazione dell’inversione contabile ha
un effetto finanziario, connesso al tributo in parola, nullo.
Il cedente o prestatore, infatti, se soggetto passivo nazionale, è tenuto ad
emettere la fattura di vendita senza applicazione dell’imposta.

Con la revisione dei conti si intende accertare la regolare tenuta della


contabilità sociale e la corrispondenza del bilancio alle risultanze dei libri
e delle scritture contabili.
Tali attività sono nelle spa obbligatoriamente attribuite ad un soggetto
esterno, il revisore legale dei conti o una società di revisione, iscritto in
un apposito registro (si tratta di un registro in cui possono iscriversi le
persone fisiche che posseggono determinati requisiti di professionalità,
nonché le società di revisione, siano esse di persone o di capitale, che
hanno ad oggetto esclusivo la revisione o l’organizzazione contabile
dell’impresa); lo statuto delle società per azioni che fanno ricorso al
mercato del capitale di rischio, e che non sono tenute alla redazione del
bilancio consolidato, può prevedere che la revisione legale dei conti sia
affidata al collegio sindacale (in questo caso però il collegio dev’essere
costituito da revisori legali iscritti nell’apposito registro).
Nelle Srl la nomina del revisore (in alternativa all’organo di controllo
interno) è obbligatoria se la società:
1. a) è tenuta alla redazione del bilancio consolidato;
Revisione dei
172. 2. b) controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti;
conti
3. c) ha superato per due esercizi consecutivi almeno uno dei seguenti
limiti:
4. 1) totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4 milioni di euro;
5. 2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 4 milioni di euro;
6. 3) dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 20 unità(4).
In quest’ultima ipotesi, l'obbligo di nomina del revisore (in alternativa
all’organo di controllo) cessa quando, per tre esercizi consecutivi, non è
superato alcuno dei predetti limiti.
La nomina del revisore nelle srl (alternativamente al sindaco) dovrà aver
luogo entro il termine per l’approvazione dei bilanci relativi al 2021.
L’incarico viene attribuito per tre esercizi, revocabile dall’assemblea solo
per giusta causa, e solo dopo aver sentito (l’eventuale) organo di
controllo. I revisori incaricati dovranno soddisfare determinati requisiti
di indipendenza, ed in nessun modo devono essere coinvolti nel processo
decisionale della società.
La revisione consiste in una analisi approfondita del bilancio di esercizio,
ivi compresa la nota integrativa che del bilancio fa parte, e prevede anche
che si dia un giudizio di coerenza sulla relazione sulla gestione, che del
bilancio non fa parte, ma ne rappresenta un allegato necessario, salvo il
caso di bilancio redatto in forma abbreviata (e cioè le società che, ex
art.2435 bis, non hanno emesso titoli negoziati in mercati regolamentati
abbreviata quando, nel primo esercizio o, successivamente, per due
esercizi consecutivi, non hanno superato due dei seguenti limiti:
1) totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4.400.000 euro;
2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 8.800.000 euro;
3) dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 50 unità).
L’attività del revisore si concretizza nel giudizio che egli esprime sul
bilancio, e che deve indicare con chiarezza se questo sia conforme alle
norme che ne disciplinano i criteri di redazione e fornisca una
rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale,
economica e finanziaria della società.
Il revisore può esprimere i seguenti giudizi sul bilancio: Giudizio
positivo senza rilievi; Giudizio positivo con rilievi; Giudizio negativo;
Impossibilità di esprimere un giudizio.
Se il giudizio è positivo senza rilievi, il bilancio è conforme alle norme
che disciplinano i criteri di redazione. Pertanto è redatto con chiarezza e
rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale,
economica e finanziaria della società.
Il revisore non può esprimere un giudizio senza rilievi qualora dalle
verifiche emergano le seguenti circostanze:
• Mancanza di conformità alle norme che disciplinano il bilancio: Il
revisore è in disaccordo con gli amministratori rispetto ai criteri di
valutazione adottati; Rileva errori nei metodi di applicazione degli stessi;
Giudica inadeguata l’informativa di bilancio;
• Limitazioni al procedimento di revisione: Impedimenti tecnici
riscontrati nello svolgimento delle procedure; Restrizioni poste dagli
amministratori nell’acquisizione degli elementi probatori.
Nel primo caso, il giudizio può essere positivo con rilievi o negativo. Nel
caso di limitazioni al procedimento di revisione, il giudizio può essere
positivo con rilievo, o vi è l’impossibilità di esprimere un giudizio.
Il revisore esprime un giudizio positivo con rilievi se gli effetti dei rilievi
emersi non siano tali da compromettere l’attendibilità e la capacità
informativa del bilancio; in pratica se la presenza dei rilievi non altera
complessivamente la chiarezza del bilancio e la sua capacità di
rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione economica,
patrimoniale e finanziaria della società.
Il revisore esprime un giudizio negativo se la mancanza di conformità
alle norme che disciplinano il bilancio è talmente grave e pervasiva da
minare l’attendibilità stessa del bilancio.
Nell’ultimo caso, le limitazioni al procedimento di revisione sono così
rilevanti da far mancare elementi indispensabili per un giudizio sul
bilancio.
La situazione di crisi economica che si è manifestata in quest’ultimo
periodo impone al revisore una maggiore attenzione a determinati
aspetti. In particolare: Voci di bilancio che necessitano stime; Verifica del
presupposto di continuità aziendale.
Il revisore deve effettuare controlli maggiormente pervasivi su quelle
poste di bilancio che più facilmente si prestano a comportamenti scorretti
da parte del redattore, volti ad incrementare il risultato d’esercizio. Si
tratta di tutte quelle poste di bilancio che sono soggette a stime da parte
degli amministratori (capitalizzazione costi, svalutazione crediti,
svalutazione elementi patrimoniali, cambio dei criteri di valutazione
ecc<).
Ai sensi dell’art. 2423-bis c.c. ‚la valutazione delle voci deve essere fatta
(<) nella prospettiva della continuazione dell’attività‛. Ciò significa che
la preparazione del bilancio è effettuata sul presupposto della continuità
dell’attività dell’impresa, qualora questo presupposto non fosse
giustificato l’impresa potrebbe non essere in grado di realizzare le attività
per il valore iscritto in bilancio e potrebbero esserci mutamenti negli
importi e nelle scadenze delle passività. Il revisore, pertanto, deve
considerare il rischio che il presupposto della continuità possa non essere
più appropriato.
Il revisore può usufruire di alcuni indicatori volti ad accertare il
presupposto della continuità. In particolare il principio di revisione del
CNDCEC n. 570 riporta alcuni indicatori a titolo esemplificativo:
• indicatori finanziari (CCN negativo, indici economico-finanziari
negativi o in costante peggioramento, consistenti perdite di esercizio,
impossibilità di saldare debiti e incassare crediti alla scadenza ecc<);
• indicatori gestionali (dimissioni dei sindaci o di componenti di altri
organi, perdita senza sostituzione di personale dirigenziale, perdita di
mercati fondamentali, difficoltà nella gestione del personale ecc<);
• altri indicatori (riduzione del capitale per perdite, termine della durata
statutaria senza previsione di prolungamento, contenziosi legali o fiscali
che potrebbero portare a condanne che l’impresa non sarebbe in grado di
sopportare ecc<).
Qualora quindi emerga un dubbio sulla capacità della continuità
aziendale, il revisore deve raccogliere sufficienti ed appropriate evidenze
tramite alcune procedure suggerite dal principio di revisione n. 570 del
CNDCEC:
• analizzare e discutere i flussi di cassa, la redditività ed altri dati
previsionali con la direzione;
• considerare eventi successivi alla chiusura del bilancio che possano
incidere sulla capacità dell’impresa di restare in funzione;
• verificare la capacità dell’impresa di evadere gli ordini Il revisore
dovrà inoltre valutare con la direzione piani ed azioni future. Tali piani
ed azioni devono essere valutati sulla base di sufficienti ed appropriati
elementi probatori.

Si intende la revisione delle srl che superano i limiti di cui all'art.2477 c.c.
Le nano imprese sono caratterizzate dalla costante sovrapposizione fra la
figura del proprietario e quella di colui che si occupa della gestione
dell’azienda. In tale contesto il proprietario conosce tutti i dipendenti,
gestisce la struttura operativa e mancano in maniera assoluta le deleghe
Revisione nelle
173. manageriali e i ruoli intermedi. L’assenza di una struttura organizzativa
nano imprese
comporta l’intervento diretto e costante del proprietario nelle attività
quotidiane di gestione.
Nel contesto delle nano imprese, in cui spesso il sistema di controllo
interno manca o è poco strutturato, l’identificazione e la valutazione del
rischio risentono quasi esclusivamente del rischio intrinseco.
Le risorse aziendali sono i beni che appartengono all’impresa. Le singole
risorse non danno un vantaggio competitivo, esso scaturisce solo nel caso
in cui via sia una combinazione vincente tra le risorse interne all’impresa
e le sue competenze. Sono le competenze aziendali le principali
determinanti di una performance superiore alla media.
Le risorse possono essere:
• Tangibili: sono le più facili da identificare e valutare poiché è il bilancio
che si occupa della loro valutazione;
• Intangibili: sono ad esempio i marchi, brevetti
• Umane: comprendono l’esperienza e lo sforzo dei dipendenti societari.
Le risorse umane non trovano posto all’interno del bilancio poiché
l’impresa non possiede i suoi dipendenti ma li assume attraverso i
contratti di lavoro.
Le competenze distintive sono le caratteristiche intrinseche e salienti di
un'impresa (attitudini, abilità, conoscenze commerciali e scientifiche),
configurabili come qualità "speciali" che permettono alla stessa di essere
risorse aziendali
più competitiva in un aspetto tecnico o organizzativo, e che di norma
174. e competenze
sono affidate ad un certo numero manager e specialisti. Esse non sono
distintive
facilmente imitabili.
In genere, le competenze distintive (chiamate anche "core competence")
sono trasversali a un'attività o ad un settore, e possono riguardare la
particolare attitudine a costruire, progettare, realizzare un prodotto o
anche a organizzare, gestire, programmare.
Non sono precisamente il Know-How, quanto piuttosto un saper fare
trasferito nei prodotti e nei servizi, anche se per certi versi sono
assimilabili ad esso. Diciamo che sono un sottoinsieme dell'esperienza
dell'azienda, che in maniera orizzontale attraversa le funzioni e pervade
l'organizzazione di un valore aggiunto che caratterizza e, appunto,
"distingue" l'azienda dalle altre.
Le core competence sono considerate un fattore determinante nel sistema
competitivo, in particolare nelle economie contemporanee, con lo
sviluppo del terziario e la necessità di una qualità come fattore distintivo
per tanti beni e servizi fungibili che si basano sulla lotta dei prezzi,
causando una curva di domanda estremamente elastica.
La rottamazione è una procedura di definizione agevolata che consente
di estinguere i debiti con l'erario senza pagare interessi, spese né altre
somme aggiuntive. In generale, essa prevede la possibilità di estinguere
il debito pagando le somme dovute a titolo di capitale e interessi, quelle a
titolo di aggio e il rimborso delle spese sostenute dall'agente della
riscossione, ma non le sanzioni, gli interessi di mora o le somme
aggiuntive.
Nel corso del 2019 è stata prevista la rottamazione (Rottamazione ter) dei
ruoli affidati all’Agente della Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31
dicembre 2017 ottenendo lo sgravio delle sanzioni amministrative e degli
interessi di mora, versando in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2019,
o nel numero massimo di diciotto rate consecutive, le somme:
a. affidate all’agente della riscossione a titolo di capitale e interessi;
b. maturate a favore dell’agente della riscossione.
Erano esclusi dalla rottamazione:
- somme dovute a seguito di recupero di aiuti di Stato;
- somme derivanti da pronunce della Corte dei Conti;
- multe, ammende e sanzioni pecuniarie afferenti sentenze penali di
condanna;
- sanzioni non collegate a violazioni tributarie, contributive,
previdenziali;
- sanzioni amministrative per violazioni del codice della strada.
In relazione alle violazioni del codice della strada la rottamazione era
possibile limitatamente agli interessi.
La procedura si avviava con la presentazione della domanda all’Agenzia
175. Rottamazione
delle Entrate e Riscossioni entro il termine di decadenza del 30 aprile
2019 (successivamente posticipato al 31 luglio 2019) con la quale si
esprimeva la volontà di definire i ruoli ivi indicati, in un’unica soluzione,
entro il 31 luglio 2019, ovvero nel numero massimo di diciotto rate
consecutive, la prima e la seconda delle quali scadute il 31 luglio e il 30
novembre 2019.
Per effetto della domanda l’AER non poteva avviare azioni esecutive né
disporre fermi amministrativi e ipoteche.
Per effetto delle novità introdotte con il decreto ‚Rilancio‛, i soggetti
decaduti dalla ‚rottamazione ter‛ alla fine del 2019 potranno presentare
istanza di dilazione del debito residuo, presentando la relativa domanda
entro il 31 agosto-
Le regole della rottamazione ter prevedevano che, in caso di decadenza,
si sarebbe ripristinato il debito originario (comprensivo di sanzioni ed
interessi), senza la possibilità di chiedere la rateazione del debito residuo.
Il decreto ‚Rilancio‛ permette invece di chiedere la dilazione del debito
residuo, secondo le modalità ordinarie:
- in caso di debiti complessivi non superiori a 60.000 euro, con un
massimo di 72 rate mensili. Per debiti di importo superiore occorrerà fare
riferimento al valore dell’ISEE o ai dati di bilancio;
- la domanda potrà essere presentata in qualsiasi momento, anche in
costanza di procedura esecutiva.
I soggetti non decaduti dalla rottamazione ter al 1° gennaio 2020,
potranno avvalersi della facoltà di pagare tutte le rate scadute o in
scadenza nel corso del 2020 entro il 10 dicembre 2020.
176. Scelte aziendali
Le Sapa, come le Spa, sono società di capitali, e ad esse si applicano in
quanto compatibili le norme relative alle seconde, salvo specifica
regolamentazione. In particolare, le Sapa, come le Sas, prevedono due
categorie di soci, soci accomandati ed i soci accomandanti. Solo ai primi,
senza possibilità di esclusione, è attribuito il potere di gestione e la
qualifica di amministrazione, mentre i soci accomandanti esclusi pertanto
dall'amministrazione, si limitano alla percezione degli utili. In
conseguenza di ciò, i soci accomandati hanno una responsabilità
177. SPA e SAPA
illimitata, e rispondono delle obbligazioni sociali anche col proprio
patrimonio; si tratta però di una responsabilità sussidiaria. Al contrario, i
soci accomandanti rispondono delle obbligazioni sociali nel limite di
quanto conferito. Se tuttavia quest'ultimi violano il patto di immistione, e
dunque compiono, senza procura speciale da parte della società, atti di
gestione, questi perdono il beneficio della responsabilità limitata, senza
tuttavia acquisire la qualifica di socio accomandatario.

Le srls sono un modello societario molto semplice, a cui si applicano le


disposizioni di cui art.2463 bis (e, per quanto non previsto, dalle norme
delle srl), costituite esclusivamente da persone fisiche mediante atto
pubblico (contratto o atto unilaterale) su un modello standard non
modificabile. L’art.2436 bis prevede per queste società un capitale sociale
compreso tra Euro 1 e 9.999 (le srl prevedono un capitale sociale non
inferiore ai 10.000, fatta eccezione per le srl ordinarie a capitale sociale
ridotto, per le quali si applica quanto detto in merito ai limiti massimi e
minimi delle srls); il conferimento dev’essere fatto obbligatoriamente in
denaro e versato per l’intero all’atto della sottoscrizione. A garanzia dei
creditori sociali, l’art.2463 per le srl a capitale ridotto (richiamato
dall’art.2463 bis), prevede l’obbligo di accantonare alla riserva legale di
cui art.2430 il 20% degli utili annuali, fino a quando la somma tra capitale
178. Srl e srls sociale e la riserva legale non raggiunge i Euro 10.000; raggiunto
l’importo, si applica la disciplina prevista dall’art.2430, e quindi
l’accantonamento del 5% degli utili, finchè la riserva non raggiunga il
20% del capitale sociale (sempre che la riserva non abbia già raggiunto o
superato la soglia del 20% in forza degli accantonamenti di cui
all’art.2463).

Differenze:
Capitale Sociale ;
I soci possono essere solo persone fisiche;
Conferimenti solo in denaro;
RIserva Legale;
Statuto (nelle srls è standard)

Uno degli strumenti di misurazione della performance è il balanced


scorecard, in grado di misurare in modo sistematico la capacità che ha
ogni funzione di creare valore per i clienti.
Valutazione
La BSC, è uno strumento che misura la performance aziendale non solo
179. performance
dal punto di vista strettamente economico, finanziario e patrimoniale. La
aziendali
balanced scorecard analizza l’azienda nella sua totalità prendendo in
considerazione aspetti che spesso e volentieri vengono tralasciati quando
si effettuano determinate analisi.
In particolare si tratta di un sistema che analizza l’azienda dal punto di
vista delle ‚prospettive di miglioramento‛. In pratica, prende in
considerazione alcune ‚prospettive‛ dalle quali è possibile apportare dei
miglioramenti alla performance complessiva dell’azienda. Le prospettive
sono quelle che analizzano:
• l’aspetto economico-finanziario: in tal senso, ci si riferisce agli
indicatori di carattere finanziario che forniscono indicazioni sulla ‚salute
finanziaria‛ dell’impresa;
• l’aspetto del cliente: serve al management per identificare alcuni
aspetti rilevanti del rapporto con il cliente. Si analizzano gli aspetti
relativi all’acquisizione del cliente, alla sua fedeltà e al suo livello di
soddisfazione nei confronti dell’azienda. Inoltre, vengono studiati i
prodotti dell’azienda ed il loro livello di profittabilità;
• l’aspetto interno: questa prospettiva di analisi serve al management per
identificare i processi interni che possono rappresentare delle criticità. Se
ne esistono, questi aspetti critici devono essere risolti poiché l’obiettivo è
permettere all’azienda di eccellere;
• l’aspetto relativo all’innovazione e all’apprendimento: Questa
prospettiva serve per identificare la struttura che l’impresa deve
costruire per per realizzare lo sviluppo dell’organizzazione nel lungo
periodo. Riguarda, quindi, tutti i processi relativi alle persone, ai sistemi
e alle procedure organizzative. Questi processi richiedono all’impresa di
effettuare investimenti nella qualificazione e riqualificazione del
personale in essa operante.
In base al BSC il miglioramento di un’area si riflette inevitabilmente sulle
altre, soprattutto in considerazione del fatto che l’impresa è considerato
un insieme ‚sistemico‛. ‚Sistemico‛ significa che è un sistema di
relazioni ed interrelazioni tra loro interconnesse per portare al successo
duraturo un business.
L’articolo 2423-bis, comma 1, n. 3, del codice civile prevede che si debba
tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio
indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento. La
competenza è il criterio temporale con il quale i componenti positivi e
negativi di reddito vengono imputati al conto economico ai fini della
Principio di
180 determinazione del risultato d’esercizio.
competenza
In attuazione di tale previsione, le regole dei singoli principi contabili
definiscono il momento in cui la rilevazione nel conto economico dei fatti
aziendali è conforme al principio della competenza.
Il postulato della competenza richiede che i costi devono essere correlati
ai ricavi dell'esercizio.
Il full costing si fonda sul concetto di costo pieno che è il costo totale
attribuito al prodotto in termini di costi diretti e di quote di costi indiretti
attraverso una progressiva aggregazione. Il costo pieno aziendale è
costituito dal costo primo (MP+MOD+ALTRI COSTI DIRETTI) + costo
pieno industriale (COSTO PRIMO+COSTI INDIRETTI DI PDT) + costi
Full costing e
181 generali, amministrativi e commerciali.
direct costing
Nel direct costing la determinazione del costo variabile di pdt avviene
solo sulla base dei costi variabili e relativa attribuazione distinguendoli
in costi variabili di pdt e costi variabili di commercializzazione.
Direct costing semplice: Ricavi-CV=Margine di contribuzione
Direct costing evoluto: si applica alla singola linee di business
La capitalizzazione dei costi è un procedimento contabile, mediante il
quale, in sede di chiusura dei conti, i costi sostenuti dall’impresa per la
costruzione o la realizzazione interna di immobilizzazioni materiali e
Capitalizzazione immobilizzazioni immateriali oppure sostenuti per ampliare,
182
di un costo ammodernare, migliorare o sostituire beni già esistenti, rilevati nel corso
dell’esercizio, vengono stornati dai componenti di reddito e rilevati tra le
attività patrimoniali.

Nel 2007 è stato introdotto l'obbligo di emessione, trasmissione e


conservazione delle fatture elettroniche emesse nei rapporti con la PA
istituendo il Sistema di Interscambio (SDI) realizzato a cura del MEF.
Successivamente nel 2015 è stato stabilito che l'Agenzia delle Entrate
avrebbe messo a disposizione dei contribuenti un servizio per la
generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche
emesse anche nei confronti di soggetti diversi dalla PA. A decorrere dal 1
gennaio 2017 tutti i soggetti passivi IVA residenti in Italia hanno potuto
optare per questa tipologia. Il ricorso alla fatturazione elettronica è infatti
diventato obbligatorio dal 1 Gennaio 2019.
E' stata introdotta allo scopo di semplificare la riscossione e contrastare
più agevolmente le frodi e l'evasione fiscale.
Restano valide per le fatture elettroniche alcune disposizioni che
permettono l'emissione della fattura differita entro il giorno 15 del mese
Fatturazione successivo a quello in cui ha avuto luogo la prestazione. Per la
183
Elettronica compilazione della fattura elettronica occore un apposito programma
software che predispone i file del documento in formato XML.
Alcune categorie sono però esonerate dall'emissione della fattura
elettronica:
1) coloro in regime di vantaggio (art.27, DL 98/2011)
2) coloro in regime forfettario (art.1 comma 54 L 190/2014)
3) i produttori agricoli minori
4) le società sportive dilettantistiche
5) gli operatori sanitari tenuti all'invio dei dari al sistema tessera
sanitaria.
Il sistema SDI trasmette la fattura al destinatario, si accerta che la fattura
contenga tutti gli elementi obbligati ai fini fiscali, accerta che sia stato
inserito il codice destinatario al quale inviare il documento, verifica che
la PI o CF siano corretti.
In caso contrario invia una notifica di scarto con relativa causale.
Quando ci si trova a dover rinnovare gli impianti nasce la necessità di
decidere su quale tra investimenti alternativi è da orientare la scelta. Le
ragioni che possono far propendere verso un tipo di impianto piuttosto
che altri sono molteplici; il costo dell’impianto, le modalità di
pagamento, le sue specifiche tecniche, le difficoltà che si possono
incontrare nel collocare l’impianto nel reparto, i costi annuali di gestione,
sono solo alcuni dei problemi che influiscono sulla scelta tra investimenti
alternativi.

Gli investimenti in beni strumentali, poiché riguardano scelte di tipo


strategico di medio-lungo periodo, richiedono una attenta valutazione
anche sotto il profilo economico-finanziario. Esistono diversi metodi di
calcolo, più o meno raffinati ed attendibili, che possono essere di aiuto
nella scelta tra diverse alternative di investimento. In questo tutorial
184 Pay Back Period analizziamo il metodo del ‚Pay Back Period‛
E’ prassi consolidata usare come valore per calcolare il PBP i flussi di
cassa. Essi infatti, a differenza degli utili, non sono affetti da variabili
contabili non monetarie, come gli ammortamenti ad esempio.
Chi scrive è di opinione che il PBP sia da calcolare in questo modo:
Il momento da cui iniziare a iniziare a computare i flussi di cassa è da
quando essi cambiano di segno, diventando cioè da negativi (come lo
sono spesso i primi anni) a positivi.
Il PBP deve essere ripagato coi flussi di cassa operativi (operating cash
flows). Calcolare il PBP sulla cassa a fine anno significherebbe rischiare
di ripagare l’investimento con la quota parte di esso non ancora
utilizzata.
In altre parole, il payback period deve essere il tempo necessaria a
ripagare l’investimento con il cash flow operativo, cioè proveniente dalla
gestione caratteristica aziendale.
185 Rent to rent Affittare un immobile per poi subaffittarlo
154

158
121
CONTO ECONOMICO COSTO DEL VENDUTO CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO
RICAVI DI VENDITA
RICAVI DI VENDITA
VAR RIMANENZE MATERIE PRIME
VAR RIMANENZE MATERIE PRIME VALORE DELLA PRODUZIONE
COSTO PERSONALE TECNICO ACQUISTI MATERIE
VAR MERCI
COSTI INDUSTRIALI
COSTI SERVIZI
COSTO DEI PRODOTTI FABBRICATI COSTI INDUSTRIALI ESTERNI
VARIAZIONE PRODOTTI FINITI COSTI MATERIE E SERVIZI
COSTO DELLA PRODUZIONE DI VENDUTA VALORE AGGIUNTO
PESONALE
RISULTATO LORDO INDUSTRIALE MARGINE OPERATIVO LORDO
COSTI AMMINISTRATIVI AMMORTAMENTI
COSTI COMMERCIALI ACCANTONAMENTI
COSTI AMMINISTRATIVI
RISULTATO OPERATIVA
COSTI COMMERCIALI
GESTIONE FINANZIARIA RISULTATO OPERATIVO
GESTIONE STRAORDINARIA GESTIONE PATRIMONIALE
UTILE ANTE IMPOSTE GESTIONE FINANZIARIA
GESTIONE STRAORDINARIA
IMPOSTE IMPOSTE
UTILE NETTO UTILE NETTO

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