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L’assegnazione dell’utile può avvenire solo dopo l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci.

Al fine
di salvaguardare l'integrità dei patrimoni aziendali, la legge limita la distribuzione dell’utile che parte di
esso sia destinato a restare accantonato nelle riserve.
Fatta eccezione per le srl con capitale sociale inferiore a 10.000 euro, almeno il 5% dell’utile deve
essere destinato a riserva legale, fino a che tale riserva raggiunga il 20% del capitale sociale. Se lo
statuto lo prevede, un’ulteriore quota deve essere accantonata a riserva statutaria. È possibile
deliberare anche l’accantonamento a riserva straordinaria, ha tuttavia lo scopo di risparmiare reddito
per coprire eventuali perdite future e per autofinanziare la società.
L'utile residuo può essere ripartito tra i soci, a meno che non ci siano perdite in sospeso. Nella srl
ciascun socio partecipa al riparto in base alla quota di capitale sottoscritta; nelle spa invece, il dividendo
spettante a ciascuna azione è dato dal rapporto tra l’utile distribuibile e il numero delle azioni in
circolazione. Poiché il dividendo unitario deve essere arrotondato per difetto, l’eventuale residuo
costituisce l’utile a nuovo, ossia la quota di utile che verrà assegnata agli azionisti nell’esercizio futuro.

Dopo aver approvato il progetto di riparto, la società provvede al pagamento delle quote di utile o dei
dividendi spettanti ai soci, mediante prelevamenti c/c bancario. La società deve però tener conto del
regime fiscale (26%) previsto per il soggetto che percepisce il dividendo. L'utile delle società è tassato
in capo alla stessa società con IRES, i dividendi e gli utili distribuiti ai soci sono perciò gia al netto
dell’imposta sul reddito. La normativa tributaria prevede che essi siano ulteriormente tassati con regole
diverse a seconda del soggetto che li percepisce.
La perdita d’esercizio riduce l’importo del patrimonio netto facendo venir meno la principale garanzia per
i creditori della società. Anche se è possibile rinviare la perdita per coprirla con gli utili che si
realizzeranno nell’esercizio futuro. La copertura della perdita d’esercizio può avvenire attraverso:
● utilizzo delle riserve disponibili e dell’eventuale utile a nuovo proveniente dagli esercizi
precedenti;
● reintegro da parte dei soci;
● riduzione del capitale sociale, soluzione però praticata in casi estremi poiché la procedura
comporta alcuni adempimenti burocratici, quali la modifica dell’atto costitutivo.
Nel caso di perdite particolarmente consistenti, se le riserve disponibili non dovessero essere sufficienti,
possono essere utilizzate anche le riserve obbligatorie. La copertura della perdita mediante le riserve
oppure l’utile a nuovo lascia invariato il patrimonio netto in quanto si tratta di una compensazione tra un
componente positivo e uno negativo.
Quando non ci sono riserve sufficienti e non si ritiene opportuno rinviare la perdita al futuro di esercizio,
l’assemblea può deliberare che la sua copertura avvenga mediante versamenti integrativi da parte dei
soci. Devono essere effettuati da ciascun socio in proporzione alle quote di capitale o al numero delle
azioni possedute.

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