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RISCONTI: QUANDO E COME SI REGISTRANO

I risconti attivi e passivi sono quote di costi o


ricavi rilevati integralmente nell’anno in corso, che
vengono rinviate all’esercizio futuro quando
una porzione della prestazione non è ancora
maturata.

La loro funzione è di sospendere parti di queli costi


o ricavi “a cavallo” di due annualità. Lo scorporo di
tali quote riduce, l’effetto economico del relativo
costo o ricavo già registrato.

Per tale ragione si parla di:


• risconti attivi: quando si sospende la quota di un costo
• risconti passivi: quando si sospende la quota di un ricavo

I risconti sono fanno parte delle scritture di assestamento che si registrano in fase di
chiusura del bilancio, e più in particolare sono scritture di rettifica in quanto riducono un
costo o ricavo già registrato nel corso dell’anno.

RISCONTI ATTIVI
I risconti attivi sono quote di costi già rilevati per intero nel corso dell’anno, la cui competenza
riguarda uno o più esercizi futuri. Tali costi vengono rettificati (ridotti), rinviandone una quota
all’esercizio successivo.

Sono collocati nell’attivo di stato patrimoniale, costituiscono una sorta di anticipo versato a
fornitori e dunque equiparabili a dei crediti a breve, come elementi del patrimonio, in quanto
relativi a fattori produttivi non ancora utilizzati.
Se vuoi conoscere i dettagli, con esempi relativi anche alle scritture contabili ti invito a
leggere questo articolo dedicato esclusivamente ai risconti attivi.

RISCONTI PASSIVI
I risconti passivi sono quote di ricavi già rilevati per intero nel corso dell’anno, la cui
competenza riguarda uno o più esercizi futuri. Tali ricavi vengono rettificati (ridotti), rinviandone
una quota all’esercizio successivo.

Sono collocati nel passivo di stato patrimoniale, costituiscono una sorta di anticipo incassato
da clienti e dunque equiparabili a dei debiti a breve, come passività in quanto relativi a
prestazioni non ancora effettuate.
Se vuoi conoscere i dettagli, con esempi relativi anche alle scritture contabili ti invito a
leggere questo articolo dedicato esclusivamente ai risconti passivi.

ESEMPIO DI RISCONTI (VIDEO)


Una tipica operazione che genera risconti è l’affitto di un immobile.

Facciamo un esempio.

Il 30 aprile Luigi paga il canone anticipato di 12.000 €


relativo all’affitto annuale di un negozio di proprietà della
ditta Immobil+ S.r.l.
Tale canone è riferito anche a quattro mesi dell’esercizio
successivo, ovvero solo 8 mesi del suo valore sono
di competenza dell’annualità corrente.

Per rispettare il principio di competenza economica, i 4


mesi dell’anno successivo devono essere rettificati in
fase di chiusura:

• la società Immobil+ registra un risconto passivo di


4.000 €, in questo modo sottrae al ricavo la quota di
competenza dell’anno successivo
• Luigi registra un risconto attivo di 4.000 €, in questo
modo sottrae al costo la quota di competenza
dell’anno successivo.

Puoi vedere l’esempio completo guardando questo video

COME SI CALCOLANO
Per il calcolo della quota di competenza si utilizza la seguente formula:

Secondo quanto stabilito dall’OIC, sono previsti due criteri di calcolo:


• criterio del tempo economico. Si adotta nei casi in cui la prestazione è legata a
stagionalità o è discontinua nel tempo, si deve tenere conto del reale utilizzo durante
l’anno corrente (esempio di un albergo aperto solo alcuni mesi dell’anno per motivi
stagionali)
• criterio del tempo fisico. Si utilizza quando la prestazione resa o ricevuta è continuativa
e prevede un calcolo misurato unicamente in base ai giorni di competenza.

Calcolo dei giorni: 360 o 365?


In fase di calcolo può sorgere il dubbio riguardo il criterio di conteggio dei giorni. In
particolare, se come denominatore dei calcoli si debba utilizzate il numero reale di giorni
dell’anno, ovvero 365, o il suo valore normalizzato, cioè 360.

Le differenze hanno in realtà così poca rilevanza, che l’argomento non viene neppure
trattato OIC all’interno della pubblicazione dedicata all’OIC 18. In assenza di vincoli, ha senso
adottare il sistema più semplice di calcolo normalizzato che conta 360 giorni in un anno e 30
giorni per tutti i mesi.

Fanno eccezione i calcoli che riguardano i titoli mobiliari (es: le obbligazioni) che hanno una
valutazione misurata col criterio dei 365 giorni l’anno. In questi casi anche i risconti sono da
calcolare col medesimo criterio dei 365 giorni.

RISCONTI NEL CODICE CIVILE


Con riferimento alla veritiera e corretta rappresentazione del bilancio, all’interno del codice
civile ci sono diversi articoli che fanno riferimento ai risconti.

Il più specifico è l’articolo 2424-bis, comma 6, che recita: ”Nella voce ratei e risconti attivi
devono essere iscritti i proventi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi, e i costi
sostenuti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Nella voce ratei
e risconti passivi devono essere iscritti i costi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi
successivi e i proventi percepiti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza di esercizi
successivi. Possono essere iscritte in tali voci soltanto quote di costi e proventi, comuni a due o più
esercizi, l’entità dei quali vari in ragione del tempo”

IL PRINCIPIO CONTABILE OIC 18


I principi contabili redatti dall’OIC hanno lo scopo di interpretare le norme di legge in materia di
contabilità, al fine di poterli tradurre in linee guida e indicazioni pratiche, utili per il corretto
adempimento degli obblighi contabili.

Nel caso dei risconti, la fondazione ha pubblicato il principio contabile OIC 18, al fine di:
• definirne il concetto (scritture di rettifica/integrazione)
• spiegarne la funzione all’interno del bilancio (rispetto del principio di competenza
economica)
• indicare le metodologie di calcolo (formula, criteri)

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