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L’introduzione al criterio del costo ammortizzato

Con il criterio del costo ammortizzato i costi di transazione, le eventuali commissioni attive e passive ed ogni
differenza tra valore iniziale e valore nominale a scadenza sono inclusi nel calcolo del costo utilizzando il criterio
dell’interesse effettivo. (Art.2426 co 2).

Il costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria è il valore a cui l’attività o la passività finanziaria è stata
valutata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito
dall’ammortamento cumulato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e
quello a scadenza e dedotta qualsiasi riduzione (operata direttamente o attraverso l’uso di un accantonamento) a
seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità.

Nel bilancio in forma abbreviata redatto ai sensi dell’art. 2435-bis e nel bilancio delle micro-imprese redatto ai sensi
dell’art. 2435-ter

Deroghe

Vi sono tre possibili situazioni ove è permesso facoltativamente non applicare il criterio del costo ammortizzato:

 Disposizione di prima applicazione del D.lgs. 139/2015, secondo la quale gli effetti derivanti dall’adozione del
criterio del costo ammortizzato possono essere rilevati solo ai crediti e debiti già esistenti in bilancio al
01.01.2016.
 Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata o le micro-imprese possono non applicare il costo
ammortizzato.
 I casi nei quali l’applicazione del criterio conduca ad effetti irrilevanti. Generalmente gli effetti sono irrilevanti
se i crediti/debiti sono destinati ad essere detenuti durevolmente ma i costi di transazione, i premi/scarti di
sottoscrizione o negoziazione ed ogni altra differenza tra valore iniziale e valore a scadenza sono di scarso
rilievo.
I CREDITI
 I crediti in generale
I crediti rappresentano diritti ad esigere, ad una scadenza individuata, ammontare da soggetti identificati.

Iscrizione
I crediti derivanti da ricavi di vendita di beni sono iscrivibili quando il processo produttivo dei beni è stato completato,
lo scambio è avvenuto e si è verificato il passaggio sostanziale e non formale del titolo di proprietà (trasferimento dei
rischi e benefici).

- beni mobili Il trasferimento dei rischi e benefici si verifica con la spedizione o consegna dei beni stessi.
- beni immobili Il trasferimento dei rischi e benefici coincide con la data della stipulazione del contratto di
compravendita.

I crediti derivanti da ricavi di vendita di servizi sono iscrivibili quando la prestazione è stata effettuata.

I crediti aventi origine diversa da quella commerciale sono iscrivibili quando sorge giuridicamente l’obbligazione di
terzi verso la controparte.

Classificazione
La classificazione dei crediti tra l’attivo circolante e le immobilizzazioni finanziarie prescinde dal principio
dell’esigibilità (cioè sulla base del periodo di tempo entro il quale le attività si trasformeranno in liquidità,
convenzionalmente rappresentato dall’anno), bensì è effettuata sulla base del ruolo svolto dalle diverse attività
nell’ambito dell’ordinaria gestione aziendale.
In sostanza, la classificazione dei valori patrimoniali attivi si fonda sul criterio della “destinazione” (o dell’origine)
degli stessi rispetto all’attività ordinaria. In particolare, il legislatore richiede la separata indicazione: dei crediti
considerati tra le immobilizzazioni finanziarie (cioè di origine finanziaria) i cui importi sono esigibili entro l’esercizio
successivo (si veda voce BIII2 dell’attivo); e dei crediti ricompresi nell’attivo circolante i cui importi sono esigibili oltre
l’esercizio successivo (si veda voce CII dell’attivo).

I crediti sono esposti nell’attivo dello Stato Patrimoniale nella voce BIII2 relativa ai crediti iscritti nelle immobilizzazioni
finanziarie e nella voce CII relativa ai crediti facenti parte dell’attivo circolante, a seconda della loro natura:
Il rischio di inesigibilità

I crediti devono essere iscritti anche tenendo conto del valore di presumibile realizzazione; ciò significa che in sede
di redazione del bilancio si devono valutare i rischi di inesigibilità relativi ai crediti già contabilizzati.

L’azienda, perciò, deve stanziare un «Fondo svalutazione crediti» da portare a diretta rettifica dei crediti a cui si
riferisce, nei casi in cui:
 Si siano già manifestate perdite per inesigibilità (fallimento dei debitori, debitori irreperibili, contestazioni, etc.)
 Si teme che in futuro si verifichino insolvenze, sia per i crediti in portafoglio, sia per i crediti ceduti per i quali
sussiste ancora possibilità di azione di regresso)

L’accantonamento a tali fondi deve avvenire negli esercizi in cui la perdita è prevedibile, anche se verificabile solo in
esercizi futuri.
Il fondo verrà utilizzato nel momento in cui la perdita sia da ritenersi definitiva e ridotto se si stimano perdite inferiori.
La misura dell’accantonamento può derivare o da una stima forfetaria o da una procedura più dettagliata che prevede
un’analisi dei singoli crediti.

La cancellazione dei crediti

La società cancella il credito dal bilancio quando:


A. i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dal credito si estinguono (parzialmente o totalmente);
B. la titolarità dei diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dal credito è trasferita e con essa sono trasferiti
sostanzialmente tutti i rischi inerenti il credito.

La situazione B) riguarda la frequente operazione di smobilizzo del credito per ottenere anticipatamente la liquidità
derivante tramite cessione a terzi. La cessione di crediti a intermediari finanziari quali società di factoring o istituti
bancari e altri soggetti può essere fatta pro-soluto o pro-solvendo.

La cessione del credito è di norma pro soluto, il che significa che il cedente non risponde della solvenza del debitore.
L’inadempimento del debitore è un rischio del quale il cedente si libera addossandolo al cessionario.
Una volta confermata l’esistenza del credito e la mancanza di cause di nullità, annullabilità o altri vizi che possano far
venir meno il credito, il cedente perde completamente la titolarità del diritto ed ogni responsabilità annessa

Cessione di crediti pro-soluto per 30.000 euro con ricavo netto di 28.800 euro.

Data Banca 28.800


Sconti finanziari 1.200
Crediti vs clienti 30.000

Nella cessione del credito pro solvendo (o salvo buon fine) il cedente non viene definitivamente estromesso dal
rapporto e dovrà pagare il cessionario in caso di inadempimento del debitore ceduto. In questo caso il cedente deve
garantire l’esistenza del credito ma anche la solvenza del debitore, e se il debitore non provvede al pagamento, il
cessionario ha diritto di rivalersi sul cedente.

Cessione di crediti pro-solvendo per 30.000 euro con ricavo netto di 28.800 euro

Data Banca 28.800


Sconti finanziari 1.200
Factor c/anticipazioni su crediti ceduti 30.000
(cessione pro-solvendo del credito vs cliente)

Data Factor c/anticipazioni su crediti ceduti 30.000


Crediti vs clienti 30.000
(pagamento da parte del debitore principale)

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