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IL FACTORING

Nel corso della propria attività economica le imprese possono venirsi a trovare nella situazione in
cui necessitano di liquidità, pur vantando la disponibilità di situazioni creditorie attive; uno dei
rimedi a tale problema consiste nel rivolgersi ad una società di factoring alla quale andranno
ceduti i propri crediti in cambio della loro relativa anticipazione monetaria.
Il factoring è un importante strumento finanziario che permette ad un’azienda (fornitore) di
cedere il credito maturato verso il proprio cliente (debitore ceduto) ad un terzo (società di
factoring). Questa è la formula finanziaria attualmente più utilizzata in Italia nella compra-
vendita di beni di qualsiasi natura. Il contratto di factoring può prevedere un termine finale (di
regola previsto tra i 3 e di 12 mesi), oppure può essere a tempo indeterminato.
Il factoring è un contratto attraverso il quale l’azienda titolare di un credito commerciale e
documentabile (una fattura), cede al factor, la società che acquista il credito, il credito stesso o
parte di esso, smobilizzandone la liquidità. Sotto il profilo giuridico tali operazioni vengono
inizialmente catalogate nel capitolo del rapporto contrattuale delle cessioni di credito, dove si
assiste alla sostituzione dell’originario creditore con un nuovo soggetto, senza che sia necessario il
consenso del debitore; considerata, comunque, la peculiarità della situazione in cui tale
trasferimento ha luogo, e cioè i rapporti commerciali di impresa, questo tipo di contratto si
arricchisce di muovi elementi, dando vita ad un autonoma fattispecie negoziale, definita, appunto,
factoring. Il legislatore è intervenuto per la sua regolamentazione con la legge n°52 del 1992, che
ne ha chiarito l’ambito di applicazione onde migliorare i rapporti tra le parti; innanzitutto vengono
precisate le condizioni per la sua configurabilità: il cedente deve essere imprenditore, i crediti
devono essere maturati a causa della sua attività imprenditoriale e la società di factoring deve
essere una banca o una società finanziaria. In mancanza di tali requisiti si applica la disciplina
ordinaria della cessione del credito.
Formalmente i soggetti del contratto di factoring sono due, ma in realtà ai due si aggiunge un
terzo elemento che risulta fondamentale per il buon esito del contratto stesso, il debitore
destinatario della fattura: la caratteristica fondamentale di tale soggetto è rappresentata dalla sua
affidabilità, poiché questa condiziona i termini del rapporto di factoring.
In base all’affidabilità del debitore, il contratto di factoring può prendere due forme:

 Pro soluto (con cessione del rischio a terzi): accertata la solvibilità del debitore mediante
opportune indagini, il factor anticipa al cedente una somma, in genere inferiore all’importo del
debito, scontandola per il periodo intercorrente tra la data del contratto e la scadenza del
debito; in questo caso il factor libera il cedente da qualsiasi obbligo nei suoi confronti.

 Pro solvendo (senza cessione del rischio a terzi): il factor anticipa al cedente una somma pari
a circa il 70-80% dell’importo del debito, scontandola anche in questo caso per il periodo
intercorrente tra la data del contratto e la scadenza del debito, con la precauzione che il
cedente conservi l’obbligo di restituire quanto ottenuto dal factor più gli interessi fino all’esito
dell’incasso. A scadenza del contratto, il factor, in caso di buon esito, incassa l’intero
ammontare del debito e ne storna al cedente la differenza da quanto anticipatogli. L’impresa
cedente deve garantire il factoring nei limiti del corrispettivo pattuito in merito alla solvibilità
del debitore ceduto; questo è un passaggio importante, poiché se il factoring è un mezzo per
ottenere il finanziamento della propria attività, lo stesso deve essere utilizzato con oculatezza e
per clienti-debitori che offrano garanzie di solvibilità, pena trovarsi, successivamente, nella
condizione di dover restituire il denaro ottenuto col factoring con tempi e modalità tali da porre
in seria difficoltà l’azienda.
La cessione di credito avviene in due modi diversi:

 Con notifica: il cliente sottoscrive un vero e proprio contratto di cessione alla società di
factoring; dalla sottoscrizione contrattuale il factor dovrà ricevere sia la comunicazione di tutte
le operazioni effettuate (fatture emesse), sia il transito, dai propri conto correnti, di tutti i
pagamenti ricevuti. Questa formula prevede, quindi, l’approvazione di tutti e tre i soggetti
coinvolti, il cliente, il factor e il cedente.

 Senza notifica: è un accordo privato tra il cedente ed il factor che prevede l’approvazione di
due soli soggetti; tale accordo non viene esplicitato al cliente, che continua a pagare
regolarmente il fornitore, anche se il rischio risulta in capo al factor.
La caratteristica di questo tipo di contratto è la possibilità per l’impresa di ottenere un
finanziamento alle proprie attività, sulla scorta non solo della situazione economica esistente (cioè
dei crediti già maturati ed esistenti), ma anche di quella prevedibile per un determinato lasso di
tempo (cioè per crediti futuri derivanti da contratti che ancora devono essere stipulati con un
determinato debitore); l’unico limite da osservarsi è che nell’accordo di factoring venga
espressamente indicato il nominativo del debitore ceduto e che formino oggetto della cessione solo
crediti derivanti da contratti stipulati entro un periodo di tempo non superiore a 24 mesi.
Questo tipo di contratto, comunque, risulta particolarmente oneroso, in quanto, oltre ai tassi
applicati alle anticipazioni, i costi sono gravati da commissioni, spese e, inoltre, da una quota
assicurativa sul buon esito dell’operazione.
A disposizione del cedente, comunque, vi è tutta una serie di servizi aggiuntivi, ovviamente dietro
compenso, riguardanti per esempio le informazioni sulla solvibilità della clientela sia in essere che
potenziale, l’assistenza nel seguire gli esiti del debito ed eventualmente quella legale.

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