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NOZIONE
Il concordato preventivo è una procedura concorsuale, una delle più frequenti, attraverso la quale
l'imprenditore si accorda con i propri creditori per la soddisfazione delle loro pretese attraverso qualsiasi
forma.
Mentre, invece, il concordato della liquidazione è un modo alternativo per chiudere il fallimento.
Differenza fondamentale è che può avere diversi fini a seconda delle circostanze, perché il concordato può
mirare alla liquidazione di tutto il patrimonio, ovvero, ritorno in bonis del debitore e la prosecuzione
dell'attività d'impresa da parte dello stesso.
-la liquidazione dell’attività, se la crisi è definitiva e irreversibile, liquidando tutto e pagando in percentuale
liquidando l’azienda. (CONCORDATO LIQUIDATORIO)
Per questo motivo distinguiamo tra concordato con continuità aziendale e concordato liquidatorio.
La nuova riforma punta tutto sulla prima, o almeno si cerca di dargli prevalenza , poiché la finalità del nuovo
codice è proprio quella di cercare quanto più possibile di far durare l’azienda.
I PRESUPPOSTI
I presupposti sono più o meno simili a quelli del fallimento, si parla di:
Imprenditore commerciale non minore, deve aver superato una di quelle soglie dimensionali;
Deve esserci non solo uno stato di insolvenza, ma si può accedere alla procedura anche attraverso
un semplice stato di crisi. La differenza tra i due, ricordiamo, deriva dal fatto che lo stato di
insolvenza è uno stato patologico e irreversibile diverso dall’inadempimento.
Il codice della crisi vede il concordato preventivo come una sorta di beneficio concesso
all’imprenditore perché presenta una serie di vantaggi che nella liquidazione giudiziale non sono
presenti. In primis, il più importante :
-lo spossessamento, l’imprenditore perde il possesso e questo passa in capo al curatore. Nel
concordato non vi è questo effetto, l’imprenditore che avanza una proposta di concordato può
continuare ad avere l’amministrazione della propria azienda.
PROCEDURA :
LA DOMANDA DI AMMISSIONE
A differenza del concordato che può esser proposto anche dai creditori, nel concordato preventivo
nella liquidazione giudiziale solo il debitore deve presentare domanda di ammissione con ricorso al
tribunale competente per la liquidazione giudiziale.
La domanda di concordato successivamente è pubblicata d'ufficio nel registro delle imprese entro il
giorno successivo. Può essere presentata già completa della proposta concordataria rivolta ai
creditori, oppure con riserva.
Nel caso in cui si presenti un concordato con continuità aziendale , il professionista oltre a dover
attestare la veridicità dei dati e la fattibilità del piano, deve anche attestare la prosecuzione
dell’attività, ovvero che quest’ultima sia funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori. Se
durante la procedura l'attività d'impresa cessa o risulta manifestamente dannosa per i creditori, il
tribunale revoca l'ammissione al concordato preventivo.
IL CONCORDATO IN BIANCO
Il debitore può presentare anche una domanda di concordato incompleta, con riserva di produrre
successivamente la proposta, il piano e gli altri allegati previsti. Insieme alla domanda con riserva
devono essere depositati i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi e l'elenco dei creditori con i
rispettivi crediti.
Ricordiamo che una volta aperta una procedura concorsuale tutte le azioni individuali vengono
inibite, questa è la convenienza dell’imprenditore a domandare un concordato pur in assenza della
documentazione. Se un imprenditore versa in stato di crisi e inizia ad essere tempestato di azioni
individuali come decreti ingiuntivi, precetti.., si sente aggredito e non può presentare una domanda
completa perché privo di piano e documenti, può pensare di iniziare innanzitutto a presentare
questa domanda al tribunale.
Il giudice fissa un termine per la formulazione della proposta, fra un minimo di sessanta e
centoventi giorni prorogabile. Entro questo termine, il debitore deve produrre tutta la
documentazione mancante: una proposta di concordato, o la richiesta di omologazione di un
accordo di ristrutturazione dei debiti.
Inoltre, se l’imprenditore presenta una domanda in bianco, ma nel termine assegnato dal giudice
non presenta i documenti richiesti, oltre al rigetto della domanda, perde la facoltà di presentare
una nuova domanda di concordato con riserva per un periodo di due anni.
È una procedura giudiziaria che coinvolge una serie di organi, in primis il tribunale.
LA PRONUNCIA DEL TRIBUNALE Ad ogni modo, se l'accertamento ha esito negativo, il tribunale dichiara
inammissibile la proposta di concordato. Inoltre, su istanza dei creditori o del pubblico ministero, verifica
l'esistenza dei presupposti per dichiarare il fallimento del debitore.
Se, invece, ritiene ammissibile la proposta, perché ci sono i presupposti e sono state rispettate tutte le
previsioni, di legge il tribunale, con decreto non soggetto a gravame, cioè non può essere impugnato,
dichiara aperta la procedura di concordato preventivo.
Con l’apertura dello stesso provvedimento il tribunale designa gli organi della procedura:
- il giudice delegato, riveste il medesimo ruolo che copre nella liquidazione giudiziale, cui è devoluta la
direzione della procedura e il controllo sulla stessa;
- un commissario giudiziale, si può dire in grosso modo che rivesta quasi le vesti del curatore e svolge
essenzialmente funzioni di vigilanza e di controllo, proprie nella liquidazione del comitato dei creditori.
L'ADUNANZA DEI CREDITORI Avviene telematicamente, viene presieduta dal giudice delegato.
Vi partecipa il commissario giudiziale che illustra ai creditori la proposta definitiva del debitore, la quale
diventa immodificabile con l'inizio delle operazioni di voto.
I creditori esclusi dalla votazione possono opporsi all'esclusione in sede di omologazione del concordato,
qualora la loro ammissione avrebbe avuto influenza sulla formazione delle maggioranze.
Sono esclusi dal voto i creditori privilegiati, il coniuge, parenti e affini del debitore. I primi perché nel
concordato devono essere soddisfatti in maniera non inferiore a quanto potrebbero prendere nella
liquidazione giudiziale, avendo questa garanzia è ovvio che voterebbero a favore perciò vengono esclusi.
L'APPROVAZIONE DEI CREDITORI Si considera approvato se contiene l'approvazione della maggioranza dei
crediti si fa un calcolo in base all’ammontare del credito e solo nel caso in cui la proposta contenga la
divisione in classi, oltre alla maggioranza dei crediti deve esserci, anche la maggioranza delle classi.
I creditori che non hanno esercitato il loro voto possono far pervenire il loro dissenso nei venti giorni
successivi alla chiusura dell'adunanza. In mancanza di tale dissenso si ritengono consenzienti e come tali
sono considerati ai fini del computo della maggioranza dei crediti.
IL DECRETO DI OMOLOGA Se i risultati del controllo sono positivi, il tribunale omologa con decreto il
concordato. Altrimenti lo respinge e, su istanza di un creditore o del pubblico ministero e previo
accertamento dei relativi presupposti, apre contestualmente la liquidazione giudiziale.
- Il decreto è pubblicato nel registro delle imprese; il commissario giudiziale inoltre ne dà notizia ai
creditori.
-Contro il decreto che omologa il concordato è possibile proporre reclamo alla corte d'appello.
GLI EFFETTI DELL'OMOLOGAZIONE Il concordato preventivo se viene omologato ha effetto obbligatorio per
tutti i creditori anteriori alla pubblicazione nel registro delle imprese della domanda di ammissione.
Al contrario, l'imprenditore resta, invece, obbligato per l'intero per i debiti contratti successivamente alla
pubblicazione della domanda.
ESECUZIONE DEL CONCORDATO Con il decreto di omologazione del concordato, la procedura si chiude ed il
concordato viene, quindi, eseguito sotto la sorveglianza del commissario giudiziale, secondo le modalità
stabilite dal decreto di omologazione. Qualora il concordato consista nella cessione dei beni ai creditori, se
non era previsto diversamente, il tribunale nomina uno o più liquidatori ed un comitato di tre o cinque
creditori per assistere alla liquidazione; determina inoltre le altre modalità della stessa.
- Nell’esecuzione può accadere che che si sia impegnato ad adempiere a quanto stabilito nel piano, risulti a
seguito inadempiente, in quel caso si parla di risoluzione, quindi il concordato può essere risolto su istanza
di qualsiasi creditore nel caso di adempienza. L'inadempimento deve essere rilevante ai fini del
soddisfacimento.
-Il concordato può essere annullato, oltre che risolto, negli stessi casi previsti per il concordato nella
liquidazione giudiziale, ad esempio su ricorso di ciascun creditore o del commissario giudiziale. (es. passivo
dolosamente esagerato, o attivo sottratto o dissimulato).