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Per capire l’importanza dell’azione revocatoria, suddivisa poi nelle due accezioni di
revocatoria ordinaria e fallimentare, è necessario avere come punto di riferimento il
concetto di responsabilità patrimoniale del debitore per la soddisfazione delle
obbligazioni da lui assunte. Proprio per garantire che il debitore non possa compiere atti
volti a sottrarre i propri beni dalle azioni del creditore, esistono delle specifiche azioni
giudiziarie.
Una di queste è l’azione revocatoria, disciplinata dagli art. 2901/2904 del codice civile
per quanto riguarda l’azione revocatoria ordinaria, e dall’art. 67 della Legge
fallimentare per la l’azione revocatoria fallimentare.
1. Consilium Fraudis: vi deve essere stata frode del debitore; questa frode
consiste nella conoscenza del pregiudizio che l’atto di disposizione può
arrecare alle ragioni del creditore. Se l’atto è stato compiuto prima che
sorgesse il diritto di credito è necessario che l’atto di disposizione fosse
dolosamente preordinato al fine di danneggiare il futuro creditore;
2. Eventus Damni: l’atto di disposizione posto in essere dal debitore deve
essere di natura tale da poter danneggiare gli interessi del creditore. Di
conseguenza se il patrimonio del debitore è composto di molti cespiti di
rilevante valore, la vendita di alcuni di essi non potrà danneggiare gli
interessi del creditore poiché quest’ultimo, in caso di inadempimento,
potrà sempre rivalersi sugli altri beni del patrimonio del debitore.
Presupposti necessari in relazione al tipo di atto:
L'art. 70 della l.f. stabilisce che in seguito alla revocazione (e ciò in seguito alla riuscita
dell'azione revocatoria) colui che ha restituito quanto aveva ricevuto dal fallito è
ammesso al fallimento per il suo eventuale credito.
Il nuovo testo dell'art. 7o ha sostanzialmente mantenuto la regola dell'art. 71, ma ha anche
aggiunto due ulteriori casi puntualizzandola ulteriormente;
in particolare si è stabilito che:
1. l'effetto della revocazione si produce nei confronti del destinatario della prestazione,
anche nel caso in cui siano stati effettuati pagamenti per il tramite di intermediari
specializzati o in seguito alla procedure di compensazione multilaterale o dalle società
previste dalla legge 23\11\1939 n. 1966;
2. si è stabilito, nel caso in cui la revoca abbia ad oggetto atti estintivi di rapporti
continuativi o reiterati, o derivanti da conto corrente bancario, l'importo della somma che deve
restituire il terzo che si è visto revocare l'atto. In ogni caso al terzo spetta il diritto d'insinuarsi al
passivo per la somma che ha dovuto restituire.
Art 67 comma 3 LF