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L'efficacia del precetto nel tempo e l'inizio dell'esecuzione

forzata
Articolo 04.12.2012 (Vincenzo Gattullo)
Il precetto latto a mezzo del quale il creditore manifesta la volont di procedere ad esecuzione forzata in danno del
debitore, atto che , quindi, prodromico allavvio del procedimento di espropriazione. Esso consiste nellintimazione
rivolta al debitore di adempiere lobbligo risultante dal titolo esecutivo e nel contestuale avvertimento che, in mancanza di
tale adempimento, si proceder ad esecuzione forzata.
Il precetto un tipico atto ricettizio, nel senso che non produce alcun effetto se non portato a conoscenza del
destinatario a mezzo della notificazione.[1]
La precisa determinazione del momento iniziale dellespropriazione forzata assume notevole rilevanza pratica,
determinando il limite di validit del precetto e la competenza in caso di opposizione preesecutiva o al pignoramento.
Occorre distinguere, sostiene la dottrina, diversi tipi di esecuzione e, di conseguenza, i diversi momenti che ne segnano
l'inizio.[2]
Nella quasi generalit dei casi, lespropriazione forzata inizia con il pignoramento. Le uniche eccezioni a questa regola
sono rappresentate dallesecuzione su mobili soggetti a pegno o ipoteca, in quanto il bene risulta gi vincolato o
appreso, e dallesecuzione in forma specifica in cui bisogna far riferimento al precetto.[3]
Con lentrata in vigore della L. 14 maggio 2005, n. 80, e succ. modd. ed integrazioni, a tale elencazione si aggiunge
anche lesecuzione per consegna o rilascio. Infatti, il comma 1 dellart. 608 c.p.c. stato cos sostituito: Lesecuzione
inizia con la notifica dellavviso con il quale lufficiale giudiziario comunica almeno dieci giorni prima alla parte che
tenuta a rilasciare limmobile, il giorno e lora in cui proceder.
Opera, anche nell'individuazione del termine di efficacia del precetto, il noto principio della scissione temporale degli
effetti introdotto a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 477/2002.
Nel pignoramento immobiliare ed in quello presso terzi, l'esecuzione inizia con la consegna della richiesta di
pignoramento all'ufficiale giudiziario.
Occorre precisare che si tratta, per, di effetti provvisori, per cui il successivo atto di pignoramento deve essere positivo;
diversamente il creditore per intraprendere una nuova esecuzione dovr procedere , ove siano trascorsi i novanta giorni,
a rinotificare il precetto.
Il pignoramento negativo - Inidoneit ad impedire la perenzione
Il pignoramento positivo eseguito nel termine previsto dall'art. 481 c.p.c., apre certamente l'esecuzione e,
conseguentemente, sospende il termine di novanta giorni entro cui questa deve essere iniziata.
A differenza del pignoramento positivo, quello infruttuoso non costituisce valido atto iniziale dell'esecuzione[4] n evita la
sopravvenuta inefficacia del precetto.[5]
La giurisprudenza di merito ha sostenuto che il pignoramento negativo o infruttuoso, sia idoneo a consentire successivi
atti di esecuzione anche decorso il termine di novanta giorni (es. Pret. Catania 1.12.1982).
Parte della dottrina e la giurisprudenza di legittimit, invece, affermano la natura decadenziale del termine entro cui deve
iniziare l'esecuzione e rende idoneo il solo pignoramento positivo ad evitare tale perenzione.[6]
A tale orientamento ha aderito la Suprema Corte di Cassazione la quale, con la sentenza(ex multis) del 12 aprile 2011, n.
8298, ha statuito: L'art. 95 c.p.c., nel porre a carico del debitore esecutato le spese sostenute dal creditore procedente
e da quelli intervenuti che partecipano utilmente alla distribuzione, presuppone che il processo esecutivo sia iniziato con
il pignoramento eseguito dall'ufficiale giudiziario. Pertanto detta disposizione non pu trovare applicazione in caso di
pignoramento negativo e di mancato inizio dell'espropriazione forzata, con la conseguenza che, divenuto inefficace il
precetto per decorso del termine di novanta giorni, le spese di esso restano a carico dell'intimante, in forza del
combinato disposto dell'art. 310 e dell'art. 632, ultimo comma, secondo il quale le spese del processo estinto restano a
carico delle parti che le hanno anticipate.

Appare evidente, osservano gli ermellini, che il pignoramento cd. negativo (infruttuoso), non pu integrare l'inizio del
processo esecutivo.
Il S.C. stato pi volte chiamato a pronunciarsi sull'efficacia del precetto in pendenza di esecuzione.
Con sentenza 28 aprile 2006, n. 9966, esso afferma: Il termine di novanta giorni, previsto dall'art. 481 c.p.c., entro cui
l'esecuzione deve essere iniziata per ovviare alla comminatoria di inefficacia del precetto, un termine di decadenza e
non di prescrizione, attenendo all'inattivit processuale del creditore e non all'effetto sostanziale del precetto. Ne
consegue che, se entro il termine suddetto viene iniziata l'esecuzione, esauritasi la funzione del termine di decadenza,
possibile instaurare, anche dopo il decorso dei novanta giorni ed in base all'unico precetto, altre procedure espropriative
col solo temperamento del divieto di cumulo eccessivo.
Secondo tale pronuncia, quindi, il precetto acquisisce una sua efficacia non pi legata all'inizio dell'esecuzione.
La critica che potrebbe sollevarsi a tale interpretazione nasce dal fatto che l'indefinita sospensione del termine espone il
debitore ad una incertezza permanente derivante dalla notifica del precetto.
Qualificato il termine come termine di decadenza e iniziatasi l'esecuzione, il precetto acquisisce una sua efficacia non pi
legata al suo inizio, per cui il debitore ben conscio che, nell'ambito dei diritti portati dal titolo esecutivo, fino a quando
egli non assolva ai suoi obblighi, si espone alla possibilit di nuove procedure espropriative.
Il termine d'efficacia del precetto sospeso a seguito della sospensione dell'esecuzione e ricomincia a decorrere, nel
caso in cui la sospensione sia revocata con ordinanza non pronunziata in udienza, non dalla pubblicazione della
predetta ordinanza di revoca, ma dalla sua comunicazione che segna il momento in cui la parte ha legale conoscenza
della stessa ed posta nelle condizioni di proseguire la propria attivit.
Il ruolo dell'ufficiale giudiziario - Doveri e responsabilit
Laccertamento dellesistenza dei presupposti di legittimit dellattivit esecutiva richiesta dal creditore, concretizza un
potere-dovere dellufficiale giudiziario di verificare allatto della richiesta e prima di intraprendere lesecuzione, se tali
presupposti sussistano. Spetta, quindi, a questi la verifica della validit formale degli atti e della loro regolare notifica.
In tale ambito, il controllo dell'efficacia del precetto ex art. 481 c.p.c., assume rilievo fondamentale circa l'esecuzione.
giurisprudenza costante della S.C. che un pignoramento(rectius esecuzione), eseguito con un precetto scaduto di
validit per essere decorso il termine di novanta giorni, rende nulla l'esecuzione[7].
Tale nullit, tuttavia, deve essere fatta valere con l'opposizione agli atti esecutivi.
La responsabilit dell'ufficiale giudiziario per aver proceduto ad esecuzione con un precetto scaduto, va ricercata nella
disciplina generale delle responsabilit ex art. 60 c.p.c.
Questo recita:
Il cancelliere e l'ufficiale giudiziario sono civilmente responsabili:
1) quando, senza giusto motivo, ricusano di compiere gli atti che sono loro legalmente richiesti oppure omettono di
compierli nel termine che, su istanza di parte, fissato dal giudice dal quale dipendono o dal quale sono stati delegati;
2) quando hanno compiuto un atto nullo con dolo o colpa grave.
Il numero due dell'articolo in esame indica, quindi, tra le cause di responsabilit, la colpa grave. indubbio che il
mancato controllo della validit dell'atto di precetto circa il suo termine di efficacia, rientrando tra i suoi doveri, integra
certamente una sua colpa.
Va precisato che la nullit derivante da tale mancato controllo deve essere accertata dal giudice e solo questi pu
stabilire la condanna alle spese per la rinnovazione degli atti, oltre ad un eventuale risarcimento del danno derivante da
tale comportamento.
Poich la legge parla di responsabilit dell'ufficiale giudiziario, occorre fare alcune precisazioni circa la distribuzione di
tali responsabilit.

Gli uffici NEP sono organizzati in maniera diversa a seconda delle loro dimensioni. Lo stesso D.P.R. 1229/59 prefigura,
alla luce dell'art. 104[8], che colui il quale riceve la richiesta di esecuzione pu essere diverso da chi poi andr ad
eseguirla.
L'ufficiale giudiziario dirigente o quello addetto al ramo del servizio, quindi, prima di accettare la richiesta, deve
controllare la regolarit formale degli atti; di conseguenza, quando un'esecuzione viene posta in essere con un precetto
scaduto di validit, in caso di articolazione su servizi dell'ufficio, la responsabilit non solo di chi l'ha materialmente
posta in essere, ma anche di chi ha accettato la richiesta.
Sussiste, poi, la responsabilit dell'ufficiale giudiziario quando questi abbia tardivamente compiuto un atto rientrante nei
suoi doveri d'ufficio la quale opera anche allorch non sia stato rispettato il termine previsto dall'art. 481 c.p.c.[9]
La legge prescrive che l'ufficiale giudiziario non pu ricusare il suo ministero e, in caso di rifiuto, deve indicarne per
iscritto i motivi[10]
La delicata questione sin qui esaminata, pone il problema se l'ufficiale giudiziario possa legittimamente rifiutare di porre
in essere un'esecuzione in presenza di un atto di precetto scaduto (o asseritamente tale).
Appare evidente, alla luce della dottrina e della giurisprudenza sin qui esaminate, che il rifiuto opposto in tali casi non
possa integrare alcuna responsabilit dell'ufficiale giudiziario.
Neppure in presenza di precisa e scritta assunzione di responsabilit da parte del creditore di procedere comunque alla
richiesta esecuzione pu autorizzare l'ufficiale giudiziario all'inosservanza del termino previsto dall'art. 481 c.p.c.
opportuno, quindi, riportare una breve formula redatta ai sensi dell'art. 108 dell'Ordinamento dell'ufficiale giudiziario.
(Altalex, 4 dicembre 2012. Articolo di Vincenzo Gattullo, Ufficiale Giudiziario presso Corte d'Appello di Bari)

Tribunale di ...
Ufficio UNEP
Ai sensi dell'art. 108 del D.P.R. 1229/'59 il sottoscritto, ufficiale giudiziario addetto all'UNEP dell'intestato tribunale,
PREMESSO CHE
In data.......... l'Avv. ............. presentava all'ufficio, richiesta di esecuzione mobiliare in danno del Sig.............. in forza
del decreto ingiuntivo emesso dal presidente del Tribunale di.................. munito di formula esecutiva in data...........
notificato il ...........; atto di precetto notificato in data...................; verbale di pignoramento infruttuoso redatto in
data................
Tanto premesso, il sottoscritto, essendo decorso il termine di cui all'art, 481 c.p.c. per non essere stata intrapresa
l'esecuzione forzata nel termine ivi indicato, restituisce gli atti alla parte istante.
.................... l, l'ufficiale giudiziario
Curiosit dalla giurisprudenza di merito
Secondo la giurisprudenza di merito al termine di perenzione ex art. 481 c.p.c., si applica la sospensione feriale dei
termini in quanto il pignoramento che deve essere compiuto per evitarla, costituisce attivit processuale quale primo atto
dell'esecuzione forzata[11].
Detta pronuncia(peraltro unica rinvenuta), contrasta con le statuizioni di legittimit[12]quando, nell'affermare che le
cause di opposizione a precetto non sono soggette al termine di sospensione feriale, ammettono, indirettamente, che la
validit del precetto stesso non soggiace a tale sospensione.
Per altro, la dottrina maggioritaria e la giurisprudenza[13] hanno sempre ritenuto il precetto atto stragiudiziale (ancorch
prodromico all'esecuzione forzata ed al processo esecutivo) e, quindi, non soggetto alle regole dell'atto giudiziale.

__________________
[1] Mandrioli, Corso di diritto processuale civile.
[2] Arieta De Santis, L'esecuzione forzata Vol. III tomo II, 345.
[3] Satta - Punzi, Diritto processuale civile, 13a ed., Padova 2000, p. 604.
[4] Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, 9a ed., Milano 2002, p. 140.
[5] Bucolo, Il processo esecutivo ordinario, Padova 1994, p. 219; contra, con ampie motivazioni, Vassallo,Sul pignoramento negativo, in G. mer.
1983, I, p. 1180.
[6] Arieta - De Santis, L'esecuzione forzata in Trattato di diritto processuale civile, p. 346.
[7] Ex multis cass. II sez. civ: 23 aprile 2003, n. 6448.
[8] D.P.R. 1229/59 Art. 104 - Le richieste debbono essere fatte dalla parte, personalmente o a mezzo di procuratore, all'ufficiale giudiziario o,
dove esiste, al dirigente o all'ufficiale giudiziario preposto al competente ramo di servizio, durante l'orario di ufficio.
[9] Tribunale Napoli 03 gennaio 2002.
[10] D.P.R. 1229/59 Art. 108.
[11] Tribunale Vicenza 22 marzo 2012.
[12] Ex multis Cassazione civile sez. VI 02 novembre 2011 n. 22708.
[13] Ex multis Cassazione civile 23 febbraio 2006 n. 3998.

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