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Il silenzio assenso in alcuni casi è espressamente escluso dalla legge (per es., per
procedimenti e gli atti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico, nei casi in cui la
legge qualifica il silenzio come rigetto ecc.). In ogni caso l’art. 20, co. 3, prevede che
l’amministrazione possa, in via di autotutela annullare (Annullamento d’ufficio) o
revocare (Revoca. Diritto amministrativo) l’atto implicito di assenso (art. 21 quinquies e
nonies). Il silenzio diniego e il silenzio rigetto sono due ipotesi in cui le norme
attribuiscono espressamente all’inerzia dell’amministrazione una qualificazione giuridica
negativa. Nel primo caso, decorso inutilmente un determinato periodo di tempo, il
silenzio equivale a un provvedimento di diniego. Così, per es., in materia di diritto di
accesso ai documenti amministrativi (art. 25, co. 4, l. n. 241/1990). Il silenzio rigetto,
invece, si ha in caso di mancata pronuncia sul ricorso gerarchico decorsi 90 giorni dalla
sua presentazione, senza che l’organo adito abbia comunicato la decisione, in questo caso
esso si intende respinto (art. 6 D.P.R. 1199/1971 e art. 20 l. 1034/1971).
Voci correlate
Atto amministrativo
Discrezionalità amministrativa
Procedimento amministrativo