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CAPITOLO 1

La S.r.l. fa parte delle società di capitali, ma si presenta come una società di capitali attenuata sia
a causa della sua grande adattabilità sia a causa dei continui interventi legislativi di cui è stata
destinataria, soprattutto tra il 2012 e il 2013. La disciplina della S.r.l. è contenuta negli artt. da
2462 a 2483 c.c. La riforma del 2003 ha introdotto tre principi che stanno alla base della disciplina
delle S.r.l.:
1. la disciplina delle S.r.l. è autonoma rispetto a quella delle spa;
2. le norme che disciplinano la S.r.l. devono dare importanza al socio e ai rapporti tra i soci;
3. nella S.r.l. è riconosciuta l'autonomia dello statuto.
La S.r.l. non può offrire titoli al pubblico soprattutto non può emettere azioni e non può fare ricorso
al pubblico risparmio.
Secondo il principio di proporzionalità la quota riconosciuta al socio è proporzionale ai suoi
conferimenti e i diritti sociali riconosciuti al socio sono proporzionali alla sua quota. Tuttavia il
principio di proporzionalità è derogabile perché i soci possono stabilire di attribuire alla
partecipazione a un peso diverso da quello che dovrebbe esserle attribuito sulla base del
conferimento e al socio si possono attribuire dei diritti sociali che non dipendono dalla sua
partecipazione.
Affinché si possa costituire la S.r.l. non è previsto un numero massimo di soci è questo esprime la
flessibilità della S.r.l. Nonostante la sia un modello flessibile ci sono alcune regole inderogabili:
- regole per tutelare i creditori sociali e i terzi;
- regole che riguardano la formazione del capitale sociale;
- regole volte a salvaguardare l'integrità del patrimonio sociale;
- regole che riguardano il bilancio e la pubblicità;
- regole che tutelano la posizione dei soci e il diritto di recesso di questi (e lo possono esercitare
solo nei casi previsti dalla legge).

CAPITOLO 2
La costituzione della S.r.l. può avvenire solo per atto simultaneo e questo può essere un contratto
se la S.r.l. viene creata da più parti o un atto unilaterale se la S.r.l. viene creata da una parte sola.
L'atto costitutivo deve avere la forma di atto pubblico e questo è un requisito essenziale che, se
non rispettato, implica la nullità della società.
Gli elementi indispensabili dell'atto costitutivo sono:
- gli elementi identificativi dei soci, specificando se si tratta di persone fisiche o persone giuridiche;
- la denominazione della società seguita dalla dicitura “S.r.l.” che serve per identificare il tipo della
società;
- l'attività che costituisce l'oggetto sociale, il quale deve essere possibile, lecito, determinato e
determinabile e il settore specifico in cui la società opera, pertanto se la società svolge diverse
attività devono essere tutte indicate;
- l'ammontare del capitale sociale sottoscritto e versato, il quale non può essere inferiore a 1 €;
- i conferimenti, i quali vengono versati dai soci per formare il capitale sociale;
- le quote di partecipazione al capitale di ogni socio;
- le regole di funzionamento della società;
- gli organi, cioè il soggetto a cui spetta l'amministrazione e il soggetto che si occupa della
revisione legale dei conti;
- le spese sostenute per la costituzione della società.
Un elemento fondamentale della S.r.l. è l'indicazione del comune in cui si trova la sede principale
che si distingue da un’eventuale sede secondaria, in quanto la prima è il luogo in cui si trova la
direzione e l'amministrazione della società (che non è necessariamente il luogo in cui si trova
l'azienda che svolge l'attività produttiva), la seconda invece è il luogo in cui la società ha una
stabile organizzazione e una stabile rappresentanza.
A differenza e quanto avveniva nel passato, non è più previsto l'elemento essenziale della durata
perché le società possono essere contratte anche a tempo indeterminato. In questo caso il socio
ha comunque un diritto di recesso dando, però, un preavviso di almeno 180 giorni.
La S.r.l.s. è una variante della S.r.l. con specifiche caratteristiche:
• i soci possono essere solo persone fisiche;
• il capitale sociale deve essere di almeno 1 € e di non più di 10.000 € e deve essere sottoscritto e
versato interamente al momento della costituzione;
• il conferimento può consistere solo in una somma di denaro e deve essere versato all'organo
amministrativo;
• l'atto costitutivo viene fatto con un decreto del Ministro della Giustizia di concreto con il Ministro
dell'Economia e delle Finanze e del Ministro delle imprese e del made in Italy e le clausole di
questo modello sono inderogabili.
Le start-up possono assumere la forma di qualsiasi società di capitali; dunque, non devono avere
per forza la forma di S.r.l. Per questo tipo di società sono previste delle agevolazioni con cui si
cerca di incentivare quelle iniziative che hanno per oggetto prodotti o servizi innovativi che
possono riguardare qualunque settore.
La S.r.l. unipersonale può essere creata sia in fase costitutiva sia successivamente: se viene
creata nel momento costitutivo, il socio deve presentare un atto unilaterale da iscrivere nel
Registro delle imprese; se invece si crea durante il suo funzionamento, la pluralità dei soci viene
meno in un momento successivo e, di conseguenza, le quote si concentrano nelle mani di un
unico socio.
Dato che l'atto costitutivo è un atto pubblico, il notaio deve depositarlo entro 20 giorni per
l'iscrizione nel Registro delle imprese allegando anche tutti i documenti che provano l'esistenza
degli elementi dell'atto costitutivo. Se il notaio non provvede ad effettuare questo deposito, questo
può essere effettuato dagli amministratori o, in mancanza di essi, da ciascun socio. L'atto
costitutivo deve essere sottoposto al controllo notarile che è volto a verificare anche che l'atto non
presenti vizi che implicano la sua nullità o annullabilità; infatti, il notaio si può rifiutare di redigere
l'atto costitutivo se si rende conto del fatto che questo presenta gravi irregolarità. Se la società
viene iscritta nel Registro nonostante la mancanza dell'autorizzazione del notaio, il Tribunale deve
provvedere alla cancellazione, previa dichiarazione di nullità della società. Dopo l'iscrizione l'atto
costitutivo non può essere dichiarato invalido e si può procedere solo con la dichiarazione di
nullità della società e ci sono solo 3 vizi che implicano la nullità di questa:
1. l'atto costitutivo non ha la forma di atto pubblico;
2. l'oggetto sociale è illecito perché contrario all'ordine pubblico, al buon costume, o a norme
imperative;
3. nell'atto costitutivo non sono presenti gli elementi essenziali.

CAPITOLO 3
I patti parasociali sono accordi stipulati tra i soci o tra soci e terzi o tra soci e società e servono per
regolare l'esercizio dei diritti dei soci. Coloro che partecipano al patto sono detti “paciscenti”. I patti
più importanti sono:
- i sindacati di voto, i quali disciplinano l'esercizio del diritto di voto;
- i sindacati di blocco, con cui i soci si impegnano a non vendere a terzi la propria partecipazione
per un certo periodo di tempo.
La disciplina dei patti fatti nelle S.p.a. quotate si distingue da quella delle S.p.a. non quotate: la
prima, infatti, prende in considerazione solo alcuni tipi di patti parasociali e, in merito al regime di
pubblicità, in questo caso è necessario che questi entro 5 giorni dalla loro stipulazione vengano
comunicati alla Consob, che un loro estratto venga pubblicato sulla stampa quotidiana, che
vengano depositati presso il Registro delle imprese del luogo in cui la società ha la sua sede
legale e che vengano comunicati alle S.p.a. quotate destinatarie dei patti. Questi patti non
possono avere una durata superiore a tre anni e secondo Fortunato è ammissibile solo il rinnovo
espresso da pubblicizzare nuovamente nei modi sopra descritti. Sono ammessi anche patti a
tempo indeterminato, ma in questo caso il pacente ha un diritto di recesso che deve esercitare con
preavviso di 180 giorni e il recesso deve essere pubblicizzato nei modi sopra descritti.
La disciplina dei patti parasociali delle S.p.a. non quotate, invece, prevede che il patto abbia
durata massima di 5 anni e, anche in questo caso, i patti possono essere contratti a tempo
indeterminato e il pacente può recedere con preavviso di 180 giorni. Gli obblighi pubblicitari sono
notevolmente ridotti rispetto a quelli delle S.p.a. quotate e si applicano solo alle società aperte e
non anche a quelle chiuse.

CAPITOLO 4
La S.r.l. per attuare il suo oggetto sociale ha bisogno di fonti di finanziamento. Ci sono tre tipi di
fonti di finanziamento:
1. i conferimenti dei soci;
2. i prestiti dei soci;
3. i finanziamenti mediante l'emissione di titoli di debito.
La disciplina dei conferimenti delle S.r.l. è semplificata rispetto a quella delle S.p.a., in quanto
nelle S.p.a. i conferimenti possono consistere solo in denaro o in natura, invece nella S.r.l.
possono essere fatti conferimenti di qualsiasi tipo purché siano suscettibili di valutazione
economica.
Il conferimento consiste in una prestazione di un bene o di un servizio in favore della società da
parte del socio. I soci possono fare due tipi di conferimenti:
• conferimenti di capitale, cioè quello che viene fatto per coprire l'ammontare del capitale indicato
nell'atto costitutivo;
• conferimenti non di capitale, cioè quelli che non vengono fatti per coprire la somma indicata
nell'atto costitutivo; un esempio è il sovrapprezzo, il quale serve per aumentare il capitale sociale e
riequilibrare le posizioni dei soci vecchi e di quelli nuovi.
La disciplina dei conferimenti è retta da due importanti principi:
- il principio di proporzionalità, secondo cui la quota attribuita al socio deve essere proporzionale
all'entità del suo conferimento;
- principio di effettività del capitale sociale, secondo cui capitale sociale non deve essere a
disposizione dei soci ma serve per tutelare i terzi; infatti, per questo motivo sono previsti vincoli di
indistribuibilità.
Nelle S.r.l. i conferimenti possono avere per oggetto:
- la prestazione di un'opera, per cui c’è una spendita di energie per conseguire un determinato
risultato e la prestazione potrà considerarsi adempita solo quando tale risultato sarà ragiunto;
- la prestazione di servizi: c’è una spendita di energie per un certo periodo di tempo predefinito.
La caratteristica dei conferimenti d'opere o di servizi è che il conferente non si può liberare al
momento della sottoscrizione perché in questi casi deve eseguire una prestazione.
Il conferimento in natura è un qualsiasi bene materiale o immateriale suscettibile di valutazione
economica.
Gli acquisti pericolosi sono acquisti che la S.r.l. effettua nei due anni successivi alla sua iscrizione
nel registro delle imprese.
Patrimonio sociale = insieme dei diritti e degli obblighi che fanno capo alla società.
Patrimonio netto = è dato dalla differenza tra attività e passività della società. Nel bilancio viene
indicato nel passivo ed è detto “passivo ideale” perché si distingue dal “passivo reale” che è
formato dalle situazioni debitorie della società. Il patrimonio netto è composto dal capitale sociale
+ le riserve.

CAPITOLO 5
La sottocapitalizzazione può essere di due tipi:
1. nominale: si verifica quando il capitale investito dai soci non è idoneo a realizzare l’oggetto
sociale;
2. reale: si verifica quando la società non ha i mezzi congrui al raggiungimento dello scopo.
Il fenomeno della sottocapitalizzazione è un fenomeno che può essere fronteggiato in due modi:
- con apporti non a capitale, che vanno a formare il capitale di rischio, cioè il capitale che deve
essere utilizzato per coprire le perdite;
- con veri e propri prestiti: i prestiti dei soci formano il capitale di credito e dopo che i soci fanno dei
prestiti diventano creditori della società e si vengono a trovare sullo stesso piano degli altri
creditori sociali. I soci in questo caso hanno il diritto di farsi restituire il finanziamento entro un
termine stabilito, in assenza del quale provvederà il giudice a stabilirlo.
I finanziamenti anomali sono quelli effettuati in qualsiasi forma e l’anomalia del finanziamento
viene valutata facendo riferimento a due criteri:
1. il finanziamento deve essere stato concesso in una situazione di squilibrio patrimoniale, cioè
quando l’indebitamento della società è più grande del suo patrimonio netto;
2. il finanziamento deve essere stato concesso in una situazione di squilibrio finanziario.
Alcuni ritengono che il momento in cui si verifica l’anomalia del finanziamento coincida con il
momento in cui la società richiede dei finanziamenti, altri invece ritengono che coincida con il
momento in cui il socio prende l’impegno di finanziare e altri ancora che coincida con il momento
in cui avviene l’effettiva erogazione.

CAPITOLO 6
Il nostro Codice Civile stabilisce che se l’atto costitutivo lo prevede, la S.r.l. può emettere titoli di
debito. Affinché questo avvenga è necessario che ricorrano alcuni presupposti:
• l’emissione di questi titoli deve essere prevista all’interno di una clausola dell’atto costitutivo;
• i titoli di debito possono essere sottoscritti solo da investitori professionali sottoposti a vigilanza,
infatti per questo motivo la legge non prevede limiti quantitativi per le S.r.l. che emettono titoli di
debito.
Fortunato concorda con quella parte della dottrina secondo cui la società sia completamente libera
nella creazione dei titoli di debito, quindi può creare titoli di debito individuali o di massa. Quando
la società emette titoli di debito deve stabilire le condizioni del prestito, che devono essere rese
pubbliche mediante l’iscrizione nel Registro delle imprese e tali condizioni possono essere
modificate solo se lo vogliono la maggioranza dei sottoscrittori. I
minibond sono obbligazioni, titoli di debito o strumenti finanziari partecipativi e sono
dematerializzati e accentrati presso la Monte Titoli S.p.A. e per questi sono previste agevolazioni
fiscali.

CAPITOLO 7
Il termine “partecipazione” fa riferimento alla posizione del socio, mentre il termine “quota” fa
riferimento ad una frazione del capitale sociale di titolarità del socio. La partecipazione non è
incorporata in un documento destinato alla circolazione, quindi non è un titolo di credito. La
partecipazione sociale della s.r.l. può essere oggetto di:
• espropriazione;
• sequestro conservativo, il quale serve per assicurare al creditore una garanzia del suo credito
per evitare che il bene subisca dei pregiudizi;
• sequestro giudiziale: è una misura cautelare con cui il bene viene affidato ad un custode;
• pegno: è un diritto reale di garanzia che si può costituire a seguito dell’accordo tra le parti sul
bene in favore del creditore e dopo la costituzione del pegno, il titolare del bene ne viene
spossessato;
• usufrutto: è un diritto reale di godimento che attribuisce al suo titolare il diritto di rendere propri i
frutti del bene.
Ogni socio di S.r.l.s. ha presso questa una sola quota. Sulla natura giuridica di essa sono state
formulate diverse tesi, ma quella prevalente e accettata da Fortunato è quella che considera la
quota come un bene giuridico immateriale perché non può essere incorporata in cosa. Inoltre, il
principio di proporzionalità implica che la quota attribuita al socio è proporzionale al conferimento
da lui effettuato e che i diritti sociali che vengono attribuiti al socio sono proporzionali alla sua
quota. I diritti che derogano il principio di proporzionalità sono detti diritti sproporzionati e quando
si parla di questi bisogna fare una distinzione fra:
- diritti individuali, che sono quelli che non possono essere eliminati o modificati né dai soci né
dagli amministratori;
- diritti particolari, i quali possono attribuire al socio diritti amministrativi o diritti particolari.
Quando il socio titolare dei diritti particolari trasferisce la sua quota, i diritti particolari si estinguono
e quindi non vengono trasferiti, a meno che l'atto costitutivo non preveda ciò.
Ci sono 6 tipi di clausole che stabiliscono dei limiti alla libera circolazione delle quote della S.r.l.:
1. clausola di intrasferibilità assoluta: questa può avere per oggetto il trasferimento per atto tra vivi
per causa di morte o entrambi;
2. clausola di trasferibilità subordinata al mero gradimento: con essa la quota può circolare solo se
un determinato organo sociale i soci oppure i terzi danno il loro consenso;
3. clausola di trasferibilità subordinata al gradimento motivato: in questo caso non solo c'è un
soggetto che affinché la partecipazione possa essere trasferita deve dare il suo gradimento, ma
questo deve anche essere motivato;
4. causa di prelazione: questa clausola attribuisce, nel caso in cui un socio decida di vendere la
sua partecipazione, un diritto di prelazione agli altri soci per acquistarla;
5. clausola di compravendita: con essa il socio che vende la propria quota si obbliga verso altri
soci a far sì che l’acquirente acquisti, alle stesse condizioni economiche, anche le quote degli altri
soci che hanno intenzione di alienarla;
6. clausola di trascinamento: con questa il socio non alienante si obbliga ad alienare la sua quota
a colui che acquista la quota di un altro socio, alle stesse condizioni in cui avviene l’altra
alienazione.
Nel nostro ordinamento, per il compimento degli atti di trasferimento è previsto il principio della
libertà della forma e solo se si tratta di beni immobili è richiesta la forma scritta ad sustantiam.
Con la circolazione della quota si possono verificare delle situazioni particolari:
- la quote si possono concentrare in capo ad un unico socio oppure può mutare la persona
dell’unico socio;
- viene trasferita la quota del socio che doveva compiere una prestazione d’opera o di servizi;
- l’iscrizione della S.r.l. nel Registro delle imprese ha fini di pubblicità costitutiva, per cui solo dopo
questa iscrizione alla S.r.l. potrà essere applicata la disciplina del tipo;
- quando la partecipazione viene acquistata da un soggetto coniugato con altro soggetto in regime
di comunione legale, la partecipazione rientra nella comunione, però il coniuge che non risulta
direttamente dall’atto di acquisto potrà esercitare i diritto sociali solo dopo l’iscrizione della sua
contitolarità nel Registro delle imprese.

CAPITOLO 8
Ci sono due istituti che possono determinare la risoluzione del rapporto tra socio e società: il
recesso e l'esclusione. Con il recesso il rapporto si risolve per la volontà del socio che fa una
dichiarazione unilaterale e recettizia, cioè produce effetti solo nel momento in cui viene a
conoscenza della società; con l'esclusione invece il rapporto si risolve per volontà della società.
Oggi nelle S.r.l. l'esclusione è presente solo se introdotta con una clausola statutaria.
La riforma del 2003 ha previsto due tipi di recesso: il recesso legale e il recesso convenzionale.
Entrambi tutelano tre tipi di interessi: quello del socio, quello degli altri soci di poter liberamente
apportare modifiche rilevanti alla società e quello dei creditori sociali che non devono subire una
diminuzione della loro garanzia. Sia in caso di recesso legale che di recesso convenzionale la
legittimazione ad esercitare il diritto di recesso spetta al socio dissenziente. L'esercizio del diritto di
recesso implica anche che il socio non potrà più esercitare i diritti sociali, Inoltre il socio che
esercita il diritto di recesso deve ottenere, entro 180 giorni dalla comunicazione del recesso, la
liquidazione della quota corrispondente al valore effettivo dell'investimento fatto dal socio.
Ci sono due tipi di esclusione del socio:
1. l’esclusione convenzionale, le cui cause sono previste dall'atto costitutivo;
2. l'esclusione legale cioè l'esclusione del socio moroso, nei cui confronti qualora non dovesse
adempiere al conferimento nei 30 giorni successivi, gli amministratori possono insistere per
l'esecuzione dei procedimenti oppure vendere coattivamente la quota del socio moroso ad altri
soci e se altri soci non la vogliono acquistare venderla all'incanto; se non riescono neanche in
questo modo, allora gli amministratori escludono il socio con corrispondente riduzione del capitale
sociale, ma questa ipotesi resta comunque come ultima ratio.

CAPITOLO 9
Nella S.r.l. sono presenti 3 organi fondamentali:
1. l’assemblea dei soci;
2. l’organo amministrativo, che può essere monocratico (se c’è un solo amministratore) o
pluripersonale (se ci sono più amministratori che formano il consiglio di amministrazione);
3. l’organo di controllo. Questa struttura organizzativa poggia su due principi fondamentali:
- principio di semplificazione, in quanto l’organizzazione degli organi e i processi decisionali
devono essere semplificati il più possibile;
- principio dell’autonomia corporativa.
I soci posso prendere decisioni in due modi: tramite l’assemblea e tramite l’organo referendario.
Inoltre, questi hanno competenza legale inderogabile, competenza statutaria e competenza
devolutoria.
L'assemblea è un organo collegiale e il procedimento deliberativo è articolato in fasi: la prima fase
è caratterizzata dalla convocazione dell'assemblea con un atto scritto in forma di raccomandata in
cui bisogna indicare l'ordine del giorno, il luogo, la data e l'ora in cui l'assemblea si svolgerà.
Durante la seconda fase, poi, si riuniscono i soci i componenti degli organi di amministrazione e i
componenti degli organi di controllo; la riunione viene diretta da un Presidente indicato nell'atto
costitutivo il quale regolerà lo svolgimento dell'assemblea. Nell'assemblea tutti i soci hanno il
diritto di intervento e se un socio non può essere presente fisicamente si può far rappresentare da
qualcun altro facendogli una delega obbligatoriamente scritta che deve essere conservata dalla
società; inoltre i soci possono anche partecipare a distanza tramite videoconferenza o altri mezzi
di comunicazione telematica. Tuuttavia, affinché l'assemblea possa essere considerata
regolarmente costituita, deve essere rispettato il cosiddetto quorum costitutivo, cioè devono
essere presenti i soci che rappresentano la metà del capitale sociale.
Infine, si apre la terza fase, cioè la fase deliberativa in cui gli amministratori fanno una proposta
che dovrà essere approvata con voto favorevole dalla maggioranza assoluta dei presenti. Tutte le
deliberazioni dell'assemblea devono essere scritte all'interno di un verbale che deve essere
sottoscritto dal Presidente e anche dal segretario, se presente. Di solito le decisioni
dell'assemblea sono immediatamente efficaci, a meno che l'atto costitutivo non stabilisca che
diventino efficaci solo dopo essere state iscritte nel Registro delle imprese; inoltre, le decisioni
possono anche essere revocate e modificate, ma i diritti acquisiti durante la loro esecuzione sono
comunque fatti salvi.
Solo se l'atto costitutivo lo prevede i soci possono prendere delle decisioni extra assembleare,
cioè senza farà ricorso all'assemblea ma facendo ricorso all'organo referendario. Queste possono
avere due forme:
1. consultazione scritta: in questo caso ai soci viene presentato un testo su cui devono esprimere i
loro pareri e solo dopo la consultazione dei soci verrà fatto il testo definitivo su cui i soci dovranno
esprimere il voto;
2. consenso scritto: ai soci viene presentato un testo che non potrà più essere modificato e i soci
devono semplicemente dire se sono d'accordo o no. Il termine entro cui il socio deve esprimere il
proprio voto è di 8 giorni che decorrono dal giorno in cui al socio è stato spedito il testo definitivo. I
voti devono essere fatti pervenire a chi ha avuto l'iniziativa della deliberazione extra assembleare il
quale, a sua volta, invierà la decisione agli amministratori che provvederanno a trascriverla nel
libro delle decisioni dei soci; inoltre, gli amministratori devono anche verificare la legittimità del
procedimento e proclamare il risultato.
Quando una decisione non presenta gli elementi essenziali per essere considerata tale, dovrà
essere considerata inesistente. Sono stati individuati tre tipi di invalidità della decisione:
- invalidità assimilabile ad annullabilità: questo tipo di invalidità colpisce le decisioni dei soci che
sono state prese non rispettando la legge o l'atto costitutivo;
- invalidità assimilabile alla nullità sanabile: sono colpite da questo tipo di invalidità le decisioni che
hanno oggetto illecito o impossibile e quelle prese in assenza di informazione. In questo caso va
specificata la differenza fra decisioni nulle per oggetto illecito o impossibile e decisioni annullabili
per non conformità alla legge: la prima è tale quando presenta un vizio nel contenuto, mentre la
seconda quando presenta un vizio nel procedimento;
- invalidità assimilabile alla nullità insanabile: è affetta da questo tipo di invalidità la decisione che
prevede lo svolgimento di un'attività illecita o impossibile per cui l'opzione di nullità è
imprescrittibile.
Ci sono dei casi particolari di invalidità delle decisioni dei soci:
• invalidità della decisione per conflitto di interesse del socio;
• annullabilità per difetto di legittimazione: questo vizio si verifica quando l'assemblea partecipano
dei soggetti che non sono legittimati;
• voto invalido;
• conteggio erroneo;
• vizi di convocazione.

CAPITOLO 10
Gli atti che vengono compiuti dagli amministratori si distinguono in atti di ordinaria
amministrazione e atti di straordinaria amministrazione: i primi sono quelli che vengono compiuti in
maniera ricorrenti, viceversa i secondi.
Di solito gli amministratori vengono scelti con una decisione dei soci e possono essere soci
oppure terzi. i primi amministratori vengono nominati al momento della stipulazione dell'atto
costitutivo con consenso unanime, mentre quelli successivi vengono nominati con decisione
maggioritaria dei soci. Non possono essere nominati amministratori gli interdetti, gli inabilitati, i
falliti, coloro che hanno ricevuto l'interdizione dai pubblici uffici e gli incapaci. La nomina degli
amministratori deve essere resa pubblica dagli stessi che, entro 30 giorni dalla notizia della loro
nomina chiedono l'iscrizione di questa all'interno del Registro delle imprese specificando anche
quali amministratori hanno il potere di rappresentanza della società e se questo potere può essere
esercitato congiuntamente, cioè tutti insieme, o disgiuntamente, cioè il singolo titolare del potere
di amministrazione può manifestare da solo la volontà sociale al terzo senza che si presenti
insieme a tutti gli altri titolari del potere di rappresentanza.
Il potere di amministrare si distingue dal potere di rappresentare, in quanto il primo è un potere
interno all'organizzazione della società e consiste nella capacità di formare la volontà sociale, il
secondo invece è un potere che si manifesta esternamente che consiste nel potere di manifestare
la volontà della società, perché rappresentare significa agire in nome e per conto della società al
fine di attuare nei confronti dei terzi una decisione presa dall'organo amministrativo o dall'organo
decisionale dei soci.
La società in alcuni casi può far valere tre eccezioni con cui rende l'atto compiuto
dall'amministratore inefficace:
- exceptio doli: per opporre la limitazione e rendere inefficace l'atto compiuto dall'amministratore,
la società deve presentare una duplice prova cioè l'esistenza di un danno per la società cagionato
dal terzo e il dolo del terzo;
- vizi di nomina: se l'atto è stato compiuto da un amministratore la cui nomina è nulla o annullabile,
la società può eccepire al terzo questo vizio, ma non potrà più far valere questa elezione a partire
dal momento in cui la nomina sarà iscritta nel registro delle imprese a meno che non provi che il
terzo al momento del compimento dell'atto fossi a conoscenza del vizio della nomina;
- carenza assoluta potere di rappresentanza: si verifica quando l'atto è stato compiuto da un
soggetto che non fa parte dell'organo di amministrazione oppure da un amministratore che non ha
il potere di rappresentanza.
Ci sono vari modelli di amministrazione:
• amministratore unico: viene nominato amministratore un solo socio e un solo terzo;
• C.d.A.: vengono nominati amministratori più soci o più terzi che compongono il consiglio di
amministrazione e che prende le sue decisioni a maggioranza. Affinché le deliberazioni del C.d.A.
siano valide deve essere rispettato un quorum costitutivo, cioè devono essere presenti la
maggioranza degli amministratori in carica, e un quorum deliberativo cioè deve votare la
maggioranza assoluta dei presenti. Il C.d.A. può anche servirsi di organi gestori delegati
conferendo a questi una delega per lo svolgimento di alcune funzioni e gli organi delegati, a loro
volta, dovranno riferire periodicamente al CDA l'andamento delle operazioni che compiono;
• amministrazione disgiuntiva o congiuntiva: ci sono più amministratori che possono operare
congiuntamente o disgiuntamente; nel primo caso è richiesto il consenso unanime degli
amministratori o il consenso a maggioranza, mentre nel secondo caso gli amministratori possono
compiere da soli gli atti di amministrazione.
Gli amministratori possono essere nominati:
- a tempo determinato;
- a tempo indeterminato;
- da un socio a cui è stato attribuito il diritto particolare di nominare amministratori;
- nell'atto costitutivo o con modifiche di questo.
La decadenza degli amministratori si verifica quando nell'atto costitutivo viene inserita la clausola
simul stabunt vel simul cadent in base alla quale quando uno degli amministratori cessi dalla
carica per qualunque ragione automaticamente decadono anche tutti gli altri.
Tranne che nei casi di revoca, gli amministratori per cui scade il termine di durata dell'incarico
rimangono in carica fino alla loro sostituzione e questo viene definito “prorogatio”.
In relazione all'invalidità delle decisioni del C.d.A., il codice civile prende in considerazione il vizio
del conflitto di interessi sotto due punti di vista:
1. conflitto di interessi determinato dal fatto che l'amministratore che ha compiuto un atto con un
terzo che aveva un interesse confliggente con quello della società e in questo caso è prevista
l'annullabilità dell'atto;
2. il C.d.A. ha adottato una decisione con voto determinante di un amministratore che aveva un
interesse confliggente con quello della società; in questo caso la decisione del C.d.A. è invalida.
Le azioni di responsabilità sono disciplinate dall'art. 2476 c.c. secondo cui gli amministratori
rispondono dei comportamenti che compiono durante l'esercizio delle loro funzioni verso la
società, i creditori sociali, i terzi e i soci.
Affinché sorga la responsabilità degli amministratori devono ricorrere 5 elementi:
- ci deve essere un comportamento umano cioè gli amministratori devono compiere un'azione o
un'omissione;
- il comportamento umano deve essere, cioè contrario ad una norma giuridica;
- il comportamento umano deve provocare un evento lesivo, cioè un danno;
- tra il comportamento e il danno deve intercorrere un nesso di causalità;
- deve ricorrere l'elemento soggettivo, cioè l'amministratore deve aver agito con dolo o colpa.
Stando al primo comma dello stesso articolo, l'amministratore per non essere considerato
responsabile deve dare due prove: assenza di colpa e segnalazione del proprio dissenso prima
che l'atto sia stato compiuto.
Fortunato ritiene che l'azione di responsabilità e l'azione di revoca siano due azioni ben diverse e
che quindi l'azione di revoca può essere esercitata a prescindere da quella di responsabilità e
siccome sia il socio che la società possono esercitare l'azione sociale di responsabilità, le due
azioni dovranno essere coordinate, perché l'amministratore non potrà subire una duplice
condanna per gli stessi fatti. Il termine di prescrizione per l'esercizio dell'azione sociale di
responsabilità e di 5 anni che decorrono dal giorno della cessazione della carica di amministratore
e il termine di prescrizione per l'esercizio dell'azione di di risarcimento e di 5 anni che decorrono
dal giorno in cui si è verificato l'evento dannoso. Anche i creditori sociali e i terzi che hanno subito
un danno dagli amministratori possono esercitare un'azione di responsabilità contro questi.
L'amministratore di fatto è un soggetto che, non investito della carica, si inserisce continuamente
nelle attività gestoria e si distingue dal socio con responsabile, in quanto l'amministratore di fatto
compie un'attività, mentre il socio corresponsabile da solo un contributo al compimento di atti
dannosi.

CAPITOLO 11
Nella S.r.l. il potere di controllo è svolto dal singolo socio e ciò distingue la S.r.l. dalla S.p.A., infatti
nelle S.p.A. le funzioni di controllo vengono attribuite ad appositi organi e i soci hanno solo il diritto
di prendere visione di determinati documenti, mentre nelle S.r.l. tutti i soci hanno interesse a
controllare l'andamento degli affari sociali e per questo vengono attribuite loro le funzioni di
controllo.
La legge prevede che ai soci non amministratori delle S.r.l. venga riconosciuto un duplice potere:
- il potere di interpello, che consiste nel diritto di avere dagli amministratori notizie sullo
svolgimento degli affari sociali;
- il potere di ispezione, che consiste nel diritto di consultare tutti i libri sociali e i documenti che
riguardano l'amministrazione.
Gli amministratori che ostacolano l'esercizio di questi poteri da parte dei soci vengono puniti con
sanzioni penali o amministrative, a seconda della gravità del loro comportamento.
Nella S.r.l. il controllo può essere:
- facoltativo, per cui l'atto costitutivo può decidere di nominare un organo interno o un revisore
stabilendone le loro competenze;
- obbligatorio, se ricorrono tre condizioni:
1. la società è obbligata alla redazione del bilancio consolidato;
2. la società controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti;
3. la società per due esercizi consecutivi supera specifici limiti previsti dal codice civile che, se non
dovessero essere superati, non sarà più tenuta al controllo obbligatorio e il soggetto che se ne
occupa può essere revocato per giusta causa.
L'assemblea dei soci che approva il bilancio in cui vengono superati questi limiti, entro i 30 giorni
successivi deve nominare l'organo di controllo interno e/o il revisore. Se l'assemblea dei soci non
si occupa di questa nomina entro questo termine, se ne occuperà il tribunale su istanza di
qualunque interessato.
Il controllo è obbligatorio per le società sportive che hanno forma di S.r.l., per le società
qualificabili come Enti di Interesse Pubblico e per le società che controllano e che sono controllate
da EIP.

CAPITOLO 12
Il codice civile stabilisce che la S.r.l. debba obbligatoriamente tenere alcuni documenti, quali il libro
giornale, il libro degli inventari, il libro delle decisioni dei soci, il libro delle decisioni degli
amministratori e il libro delle decisioni del collegio sindacale. Il bilancio d'esercizio è
indubbiamente il documento contabile più importante. Inoltre, la società unipersonale deve
obbligatoriamente conservare i contratti che la società ha concluso con l'unico socio e la
documentazione delle operazioni che sono state compiute con l'unico socio, perché altrimenti non
potranno essere opposte ai creditori sociali.
Le imprese ordinarie sono quelle che superano i limiti previsti affinché l'impresa possa essere
qualificata come piccola o media impresa o micro impresa. Le imprese ordinarie devono redigere
un bilancio composto da quattro documenti: stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa
e rendiconto finanziario; questi quattro documenti devono essere accompagnati dalla relazione
sulla gestione.
Le piccole medie imprese, Invece, redigono un bilancio in forma abbreviata composto solo da tre
documenti: stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa.
Infine, le micro imprese possono redigere un bilancio che contiene solo due documenti, cioè lo
stato patrimoniale e il conto economico.
Gli amministratori devono redigere il progetto di bilancio che deve essere presentato all'assemblea
dei soci per essere approvato entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio. Il progetto di bilancio
deve essere depositato presso la sede sociale almeno 15 giorni prima dell'assemblea e entro 30
giorni successivi all'approvazione una copia deve essere depositata presso l'ufficio del Registro
delle imprese. Quando i soci decidono di approvare il bilancio, devono anche decidere sulla
distribuzione degli utili; infatti, va precisato che non si può effettuare la distribuzione degli utili in
caso di perdita del capitale sociale, fino a quando il capitale non sia reintegrato da tale perdita.

CAPITOLO 13
L'aumento del capitale sociale può essere di due tipi:
- reale, detto anche “aumento a pagamento” e si verifica quando i soci effettuano nuovi
conferimenti. La decisione di aumento, però, può essere eseguita solo dopo che i conferimenti
precedenti siano stati interamente effettuati, in quanto bisogna evitare che la società chieda nuove
risorse se può ancora recuperare risorse vecchie. Quando viene presa questa decisione ai soci
viene riconosciuto il diritto di sottoscrizione, per cui possono sottoscrivere nuove quote oppure no.
- nominale, detto anche “aumento gratuito” perché non aumenta la quota del socio, in quanto il
patrimonio netto della società rimane invariato.
Oltre all'aumento, anche la riduzione del capitale sociale può essere di due tipi:
• reale: viene fatta una deliberazione dei soci di modificare lo statuto per ridurre il capitale che
comunque non potrà essere ridotto al di sotto del minimo legale; in questo caso ai i soci devono
essere rimborsati i versamenti effettuati e devono essere liberati dall'obbligo di effettuare
versamenti ancora dovuti e, se non vengono fatte opposizioni, la riduzione diventa efficace;
• nominale: si verifica quando ci sono perdite che intaccano il capitale nominale e il patrimonio
complessivo è inferiore al capitale sociale, per cui con la riduzione nominale si cerca di adeguare il
capitale nominale alla sua effettiva copertura.

CAPITOLO 14
Il procedimento di scioglimento della società di capitali si articola in tre fasi:
- prima fase: gli amministratori si devono accertare del fatto che si sia verificata una delle cause di
scioglimento prevista dalla legge e/o dallo statuto e devono farlo iscrivere nel Registro delle
imprese perché gli effetti dello scioglimento inizieranno a verificarsi solo dopo questa iscrizione; se
gli amministratori non provvedono a fare questo sono solidalmente responsabili verso la società i
soci, i creditori sociali e terzi per i danni subiti dalla società, pertanto sarà poi il Tribunale ad
accertare la causa di scioglimento e il decreto sarà iscritto nel Registro delle imprese.
Le cause di scioglimento previste dalla legge sono 7:
1. la società era stata contratta a tempo determinato decorso il termine;
2. conseguimento dell'oggetto sociale o sopravvenuta impossibilità di conseguirlo;
3 l'assemblea dei soci è inattiva o si trova in una situazione in cui le è impossibile funzionare
correttamente;
4. il capitale sociale si riduce al di sotto del minimo legale o si trasforma la società;
5. i soci esercitano il diritto di recesso e non è possibile rimborsare la quota;
6. l'assemblea dei soci delibera lo scioglimento anticipato della società;
7. si verifica una causa di scioglimento prevista dallo statuto o da altra legge speciale.
- seconda fase: gli amministratori, contestualmente all'accertamento della causa di scioglimento,
devono convocare l'assemblea dei soci affinché questa deliberi sul numero dei liquidatori, sulla
nomina dei liquidatori e sui criteri in base ai quali si deve svolgere la liquidazione e i poteri dei
liquidatori. Se l'assemblea non provvede a prendere tutte queste decisioni, saranno poi prese con
un decreto del Tribunale. Durante questa fase di liquidazione, i liquidatori si occupano della
monetizzazione del patrimonio per pagare i creditori. Alla fine di ogni esercizio redigono il bilancio
di liquidazione e alla fine della liquidazione redigono il bilancio finale di liquidazione all'interno del
quale devono indicare anche la spartizione del residuo eventuale tra i soci provvedendo a
depositare le somme non riscosse dai soci presso una banca.
- terza fase: dopo il bilancio finale si apre l'ultima fase in cui i liquidatori devono chiedere la
cancellazione della società dal Registro delle imprese. Dopo la cancellazione si verifica
l'estinzione della società i liquidatori devono depositare presso l'ufficio del Registro delle imprese
anche i libri sociali che verranno conservati per 10 anni e se per tre anni consecutivi i liquidatori
non depositano il bilancio di liquidazione, la cancellazione viene effettuata d'ufficio.
La procedura semplificata di liquidazione prevede che gli uffici del Registro delle imprese accettino
l'istanza di cancellazione della S.r.l. anche se la causa di scioglimento non è stata accertata o se i
liquidatori non sono stati nominati con atto pubblico notarile. Questa procedura può essere
eseguita solo quando la società si scioglie per una causa prevista dalla legge o dallo statuto e non
se lo scioglimento anticipato è stato deliberato dall'assemblea dei soci.

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