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Impresa e forme giuridiche

Doing Business Ranking


L'Italia è in basso in classifica, perché?

Costo dei dipendenti, circa il doppio rispetto agli altri stati europei
Ci vuole molto tempo per aprire un'impresa in Italia e il tempo ha un costo
La pubblica amministrazione paga in ritardo i fornitori
L'energia ha un costo elevato perché per la maggior parte è importata dall'estero
La giustizia è molto lenta se il cliente non paga (circa 7-8 anni)
Ci sono poche banche e investitori (Il Venture Capital in Italia investe solo 1
miliardo, molto meno che negli altri paesi europei)

In Italia le imprese sono mediamente piccole

Impresa e forme giuridiche


Art. 41 Costituzione => Attività imprenditoriale libera, ma non può contrastare con
l’utilità sociale o recare danno a sicurezza, libertà e dignità umana => Chiunque può
fare impresa perché questa vuole essere il motore principale dell'economia
Il sistema giuridico non parla di impresa ma più di imprenditore
Codice Civile Art. 2082: Imprenditore è chi esercita professionalmente un'attività
economica organizzata con fine di produrre beni o servizi

L'impresa è l'attività svolta dall'imprenditore => Elementi distintivi:

Attività economica: genera ricchezza => come fine ha l'utile


Organizzata: impiego di mezzi patrimoniali e di lavoro umano (detti fattori della
produzione)
Professionalmente: esercita abitualmente, stabilmente e sistematicamente

Se sono presenti questi elementi allora si tratta di un'impresa e deve sottostare a certe
regole dell'impresa

Legge sulla Sharing Economy: per capire quando un servizio del tipo AirBnB o Uber
diventa attività d'impresa

C.C. Art. 2055: L'azienda è il complesso di beni organizzati dall'imprenditore per


l'esercizio dell'impresa
UTILE = Ricavi - Costi
Una parte dell'utile va via in tasse (Principalmente IRES e IRAP), una parte se la tiene
l'imprenditore (Dividendo) e il resto può essere reinvestito nell'impresa
Nonostante siano giuridicamente distinti, i termini “azienda” e “impresa” nella pratica
sono usati come sinonimi

Impresa = Persone e beni che operano interagendo con l'esterno

Società = Forma giuridica che assume l'impresa svolta da più imprenditori per poi
dividere gli utili (Questi sono i soci)
Bisogna firmare un contratto di società, con cui i soci si impegnano a:

Conferire beni o servizi


Esercitare in comune l'attività economica (tutti decidono insieme o scelgono chi
decide a nome di tutti)
Avere come scopo dividere gli utili (procurare ai soci un vantaggio patrimoniale o
risparmio di spesa o migliore remunerazione dell'attività svolta)

Patrimonio sociale: complesso dei rapporti giuridici attivi e passivi che fanno capo
alla società
Capitale sociale: valore dei beni conferiti dai soci

Work for equity: Lavoro in cambio di capitale sociale => In Italia è molto disciplinato
mentre negli altri paesi è più facilitato

Esercizio in comune dell'attività economica: Attività produttiva di nuova ricchezza


con potere di gestione comune, nel senso che la gestione si può comunque ricondurre
alla volontà di tutti i soci. L’attività deve essere lecita, possibile, determinata o
determinabile (Art. 1343 c.c.)

Patto Leonino: I soci escludono un socio dalla divisione degli utili => In Italia è
VIETATO

Tipologie di società:

Società di persone:
Società Semplice (S.S.)
Società in nome collettivo (S.n.c.)
Società in accomandita semplice (S.a.s.)
Società di capitali:
Società a responsabilità limitata (S.r.l.)
Società per azioni (S.p.a.)
Società in accomandita per azioni (S.a.p.a.)
Società di persone
Autonomia patrimoniale imperfetta --> Non c'è una netta distinzione tra patrimonio
sociale e patrimonio individuale --> I soci sono esposti a rischi consistenti per i loro
patrimoni

Però è più semplice da fare (Non servono tanti soldi e non ci sono molte procedure)
Di solito sono piccole imprese, perché se ci sono tanti beni non conviene più come tipo
di società

Società di capitali
Autonomia patrimoniale perfetta (Separazione tra capitale sociale e individuale)
Il debito non è più del socio, ma della società che quindi può dichiararsi fallita
I soci sono responsabili limitatamente del solo capitale investito

Le imprese falliscono non se l'utile è negativo, ma quando non riescono a ripagare chi
ha prestato i soldi --> C'è una procedura di fallimento (viene scelto un Curatore
Fallimentare, ecc.)
In Italia se fallisci poi le banche difficilmente ti presteranno soldi (in America invece no)

Il fallimento non è reato, ma se si modificano i conti di bilancio per non fallire allora sì
Solitamente sono società di grandi dimensioni, per maggiore facilità di reperire soci a
cui è richiesto di mettere in gioco il solo capitale conferito e non quello personale. La
gestione è spesso professionale

Tipi di società
Società Semplice
Esente dagli atti notarili. Esercizio di attività non commerciali
Di solito sono piccoli studi professionali o società agricole

Tutti i soci sostengono i debiti della società

Diritti e doveri dei soci

Il socio ha diritto di partecipare alla gestione sociale, ivi compresa la nomina e la


revoca degli amministratore

Se è amministratore ha diritto agli utili e ad una liquidazione in caso di scioglimento


della società (deve seguire l'interesse alla base del contratto di società, rispettando la
destinazione dei beni sociali)
Responsabilità dei soci

I soci rispondono solidalmente e illimitatamente delle obbligazioni sociali, tranne che


convenuta l'esclusione (per i non amministratori)
Il socio può richiedere la preventiva escussione del patrimonio sociale

Se il suo patrimonio è insufficiente il socio rischia che il debitore vada sulla sua parte
degli utili

Amministrazione

Disgiuntiva (condizione standard per tutte le società di persone) = ogni


amministratore può compiere qualsiasi atto, salvo il potere di ogni amministratore
di porre un veto preventivo per un singolo atto
Congiuntiva (eccezione, da prevedersi in sede di statuto) = prevede che per il
compimento di ogni atto sia necessario il consenso di tutti gli amministratori
Affidata a uno o più soci (Si specificano gli amministratori)

Diritti e obblighi degli amministratori

Diritto di rappresentanza della società (esprimere all'esterno la volontà sociale e di


agire in nome e per conto della società)
La rappresentanza spetta a ciascun amministratore, salvo sia diversamente previsto
Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la società, ma la
responsabilità non si estende agli esenti da colpa

Società in nome collettivo


Se si costituisce una società avente natura commerciale è una S.n.c. se non viene
diversamente specificato

Si scrive una Costituzione (Con atto pubblico/scrittura privata autenticata)

L'atto costitutivo deve riportare:

Nome società (Ragione Sociale)


Nome e domicilio dei soci
Sede della società
Descrizione attività
Quote sociali

Con la Riforma Vietti (16 aprile 2003) non ci sono più vincoli sulla ragione sociale =
Prima doveva essere il nome del fondatore
Soci e amministrazione
Rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali
I creditori non possono pretendere il pagamento dai singoli soci, se non dopo aver
escusso il patrimonio sociale (responsabilità sussidiaria)
Il credito particolare del socio non può chiedere la liquidazione della quota del socio
debitore
L'ingresso di un nuovo socio deve essere approvato da tutti gli altri soci

L'amministrazione è simile alla Società Semplice (con alcuni obblighi in più, come
tenere libri e scritture contabili)

Il socio amministratore può compiere tutti gli atti che rientrano nell’oggetto sociale ma,
a differenza della società semplice, la rappresentanza spetta solo ai soci
espressamente indicati nell’atto costitutivo

Società in accomandita semplice


Distinzione tra i soci:

Accomandatari (Gestori, responsabili solidalmente ed illimitatamente verso i terzi


per le obbligazioni sociali)
Accomandanti (Finanziatori, obbligati solo al conferimento promesso)

Questa è la forma che assumono le Startup che non vogliono diventare subito S.p.a.
Nella costituzione vanno indicati e distinti accomandatari e accomandanti
La ragione sociale deve contenere il nome di almeno uno degli accomandatari e non
può includere quello degli accomandanti, sotto pena di equiparazione giuridica della
loro responsabilità a quella degli accomandatari

L'amministrazione spetta esclusivamente agli accomandatari ed è quindi


disgiuntiva, salvo diversa disposizione del contratto associativo
Gli accomandanti sono esclusi dalla gestione

L'accomandante può solo concludere affari con procura speciale, fornire opera
materiale sull'andamento della società, avere comunicazioni sull'andamento della
società e in casi ristretti dare autorizzazione e pareri, sorvegliare ed ispezionare

Vantaggi

Costi di gestione S.a.s. e di avvio ridotti


Forma giuridica S.a.s. tipica delle PMI
Responsabilità al solo capitale conferito per gli accomandanti sas
Assenza del capitale minimo S.a.s.
Amministrazione S.a.s. affidata ai soli soci accomandatari
Rendiconto S.a.s. senza particolari formalità
L’assenza dell’obbligo di bilancio

Società per Azioni


È il prototipo delle società di capitali (alla sua disciplina rimandano le altre società di
capitali, ove non espressamente derogato)
È una persona giuridica, cioè un soggetto di diritto quale organismo unitario ed
autonomo con autonomia patrimoniale perfetta
I soci sono limitatamente responsabili

Il Capitale Sociale minimo deve essere di 120.000 euro (I soci devono versare subito
il 25% della propria parte)

Condizioni per la costituzione di una S.p.a.:

Sottoscrizione dell'intero ammontare del capitale sociale


Versamento del 25% dei conferimenti
Presentazione della relazione di un esperto designato dal tribunale se vi sono
conferimenti di beni e crediti
Iscrizione nel registro delle imprese ed eventuali autorizzazioni governative o altre
condizioni richieste da leggi speciali

Il Capitale Sociale viene diviso in tante parti tutte uguali --> Le Azioni --> Il loro
valore si chiama Valore Nominale, che non cambia mai (tranne in casi particolari)

Contratto associativo:

Atto costitutivo = va redatto per atto pubblico a pena di nullità. Il codice civile
elenca tutti gli elementi che devono comparire nell'atto costitutivo. Importante è la
dichiarazione di voler eseguire i conferimenti promessi
Statuto = disposizione su organizzazione e funzionamento della società. Va
allegato all'atto costitutivo

L'azione rappresenta una frazione di capitale sociale


La quantità di azioni possedute attesta la qualità di socio (unità di misura dei diritti
sociali e di partecipazione al capitale sociale)
Ha doppia funzione:

Legittimazione all'esercizio dei diritti del socio


Trasferimento della qualità del socio
Diritti degli azionisti

di Ripartizione degli utili (all'azionista spetta una quota di dividendi


proporzionale alla quota di capitale sociale detenuta)
di Opzione (di sottoscrivere o meno nuove azioni quando queste vengono
emesse)
di Partecipazione al voto (può votare nelle assemblee e il peso del voto è
proporzionale alla quota di capitale sociale detenuta, one share - one vote)
di Liquidazione (in caso di fallimento, ha diritto alla restituzione del conferimento
iniziale)
di Recesso (può vedersi rimborsate le azioni se l'impresa per esempio muta
l'oggetto sociale o la propria sede)

Tipologie di azioni:

Ordinarie (Quelle a cui ci riferiamo di solito)


Privilegiate (Pensate per chi vuole avere maggiori garanzie ma che non
partecipano al voto)
Di Risparmio (Tutelano ma escludono dal voto)
A voto limitato
Correlate
Postergate
Di Godimento
Per i dipendenti

Organismi di gestione:

Assemblea degli azionisti --> Assemblea ordinaria (1 all'anno entro 4 mesi


dall'inizio dell'anno) --> L'assemblea approva il bilancio formalmente, determina i
dividendi e nomina o caccia chi è nel consiglio di amministrazione --> Può esserci
un'assemblea straordinaria per modificare lo statuto o stabilire l'aumento di
capitale a pagamento e l'emissione di obbligazioni
Consiglio di amministrazione (Funzione esecutiva) --> Da 2 a 20 consiglieri,
che possono essere soci oppure no --> A capo c'è l'amministratore delegato a cui
vengono delegati i poteri decisionali --> C'è anche il presidente, che però ha un
ruolo più di rappresentanza --> Gli altri membri possono essere manager di alto
livello o esperti del settore
Collegio sindacale (sindaci esterni nominati dall'assemblea per controllare il
CdA) --> Vigila sull'osservanza delle leggi e dello statuto --> Formato da tre o
cinque persone più due eventuali supplenti nominati dall'assemblea degli azionisti
--> Deve riunirsi ogni 3 mesi e se l'impresa è quotata può anche certificare il
bilancio

Sotto l'AD di solito ci sono i C-level manager (ad es. COO, CFO, CIO, CTO, CPO, ...),
che possono far parte del CdA, ma non per forza

Al posto dell'AD può essere nominato un gruppo di persone con compiti specifici -->
Executive Committee --> Sotto questo gruppo c'è un direttore generale che gestisce i
livelli inferiori

La società può decidere di prendere una parte delle sue azioni e metterle in vendita in
Borsa --> Diventano compravendibili a livello internazionale e il loro valore dipende dal
mercato
Il valore di mercato si discosta dal valore nominale (e dipende dalla legge di domanda
e offerta)

Come quotarsi --> IPO (Initial Public Offering) = Offerta al pubblico dei titoli -->
L'impresa offre sul mercato una parte del capitale sociale
Si può decidere di fare:

OPV (Offerta Pubblica di Vendita) = alienazione di azioni possedute dagli attuali


azionisti (no raccolta capitale)
OPS (Offerta Pubblica di Sottoscrizione) = emissione di nuove azioni (si
raccolta capitale)
OPVS (OPV + OPS)

Benefici quotazione:

Finanziari:
Riduzione Debito
Accesso capitale di rischio a costi più contenuti e con maggiore flessibilità
Possibilità di sfruttare momenti favorevoli della finanza
Operativi:
Nuovi soci che aiutano
Leva di marketing
Certificazione qualità dell'impresa
Miglioramento dei flussi informativi e della comunicazione

Costi Quotazione:

Diretti:
Consulenze legali e strategiche
Intermediario (underwriter), che prende tra il 3% e il 5%
Costi marketing (deve farsi pubblicità per vendere)
Indiretti:
Team di investor relation
Potenziamento controllo interno

Flottante: parte delle azioni di una società che sono quotate in Borsa -> Se è
maggiore del 50% c'è il rischio che qualcuno compri la maggioranza (la società è
contendibile)
Una società può togliersi dalla Borsa attraverso il Delisting

Capitalizzazione di borsa (t) = Prezzo Azione (t) * numero azioni


Azioni proprie in portafoglio = Quelle che vengono comprate dall'Impresa stessa

C'è l'obbligo di dichiarare chi sono i soci che superano il 2% di azioni

CONSOB = Commissione Nazionale per le Società e la Borsa --> Autorità


amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia, la cui
attività è rivolta alla tutela degli investitori, all'efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo
del mercato mobiliare italiano

Aumento di capitale (che può essere gratuito o a pagamento)


Può essere fatto sia se l'impresa è quotata sia se non lo è

Borsa Italiana è una società che si occupa dell'organizzazione, della gestione e del
funzionamento della Borsa Valori di Milano
Organizza e gestisce il mercato finanziario italiano utilizzando un sistema di
negoziazione completamente elettronico per l'esecuzione degli scambi in tempo reale
Si occupa della regolamentazione e della gestione dei mercati
Nel 2007 è stata acquisita dalla Borsa di Londra

Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) = messaggio promozionale finalizzato


all'acquisto di prodotti finanziari (sollecitazione al disinvestimento)
Si considera pubblica un'OPA se rivolta ad un numero di soggetti >100 o se riguarda
un valore complessivo dei titoli oggetto di offerta pari a 2.500.000€
2 tipologie:

consensuale (se il CdA è favorevole)


ostile (se il CdA è contrario)
Soggetti coinvolti:
Emittente
Offerente
Eventuali intermediari
Obblighi informativi:

ogni offerente deve comunicarlo preventivamente alla CONSOB, che può


richiedere eventuali modifiche
L'emittente deve avere il giudizio del CdA

A valle della comunicazione dell'OPA il prezzo dell'azione va generalmente al rialzo


L'offerta è irrevocabile
La durata del periodo di offerta è concordata con la società di gestione del mercato
Un'offerta concorrente può essere lanciata da un terzo soggetto

Patti parasociali
Nelle realtà con azionari molto diffusi e frammentati
Creazione di gruppi di controllo e gestione
Si configurano come contratti plurilaterali con comunione di scopo
Hanno efficacia obbligatoria e non reale. Spesso, per rendere più efficaci questi patti,
viene sottoscritta una clausola penale che comporta il pagamento di una somma per il
fatto di aver rotto l’accordo

Capitale proprio o di rischio = Quello che proviene dagli azionisti

Obbligazioni = Modo per avere soldi, che poi però l'impresa deve ripagare agli
investitori --> L'interesse viene stabilito quando si firma il contratto per le obbligazioni

Le obbligazioni sono una forma di debito per l'impresa, non come le azioni

Invece che fare obbligazioni, l'impresa può chiedere soldi in prestito alle banche, però
con le obbligazioni è più facile ottenere grandi quantità di denaro
Con le azioni è più alto il rischio di perdere soldi, mentre con le obbligazioni è più
tutelato l'investimento

Le obbligazioni sono quotate in borsa --> Possono essere comprate o vendute -> Il loro
valore cambia a seconda del contesto

I titoli di stato sono obbligazioni emanate dal governo (es. BTP, BOT) --> Il governo si
impegna a ripagarle con gli interessi

Obbligazioni convertibili = Nel contratto si può decidere che alla scadenza delle
obbligazioni queste vengano convertite in azioni, secondo un rapporto deciso prima di
firmare il contratto
In questo modo si scommette sul valore futuro delle obbligazioni, che può discostarsi di
molto dal rapporto stabilito in precedenza
Società a Responsabilità Limitata
Forma più comune in Italia, per le medie imprese
Ha le caratteristiche di una società di capitali, ma non è divisa in azioni, bensì in quote
tra i soci --> Sono percentuali del capitale sociale non tutte uguali (Non per forza), il
che rende più difficile vendere nuove quote e far entrare nuovi soci

Se entra un nuovo socio bisogna andare dal notaio e devono essere d'accordo tutti gli
altri soci perché bisogna ridefinire la società

Capitale sociale minimo di 10.000 euro con costi successivi più bassi rispetto ad una
S.p.A.
Le quote non sono divisibili

La disciplina è sostanzialmente analoga a quella delle S.p.a. con alcune differenze, tra
le quali:

Divisibilità della partecipazione


Disposizioni particolari sull’assemblea
L’amministrazione spetta generalmente a uno o più soci
Non indispensabilità della nomina del collegio sindacale, salvo casi
tassativamente prescritti

Nel CdA il CEO non è un manager professionista e se la società è piccola (<50.000€ di


capitale sociale) non bisogna nominare il collegio sindacale (Controllo direttamente dei
soci)
Questa è la scelta iniziale preferita dalle startup (insieme a S.A.S.)

Società in Accomandita per Azioni


Due tipi di soci:

Accomandatari (rispondono solidalmente ed illimitatamente delle obbligazioni


sociali)
Accomandanti (>50%) (obbligati nei limiti della quota sottoscritta)

Queste società possono quotarsi in Borsa e i soci accomandatari di fatto prendono le


decisioni fondamentali, pur non avendo una quota di maggioranza --> Forma più usata
dalle famiglie (sono infatti dette casseforti di famiglia) che controllano grandi gruppi
perché con pochi investimenti da parte della famiglia si riesce a creare una società
grande

Es. Agnelli
Riforma del Diritto Societario Italiano
Riforma Vietti:

introdurre norme più cogenti rispetto al passato


prevedere la possibilità che siano le società a introdurre liberamente nei loro
statuti l'adesione a codici di autodisciplina (es. Codice Preda)

In particolare, oltre al sistema tradizionale dell'amministrazione:

Sistema Dualistico (modello Nord Europa, franco-tedesco) --> Meno potere agli
azionisti-soci e più al CdA
Sistema Monistico (modello anglosassone) --> Non c'è l'organo di controllo, ma
il CdA si autocontrolla

Modello Dualistico
Prevede la presenza di:

un consiglio di gestione (sostanzialmente è il CdA del tradizionale)


un consiglio di sorveglianza (funzioni di vigilanza e responsabilità del Collegio
sindacale tradizionale e funzioni dell'assemblea ordinaria, come l'approvazione
del bilancio, la nomina o revoca dei membri del consiglio di gestione e la
promozione delle azioni di responsabilità nei confronti dei membri del consiglio di
gestione)
L'assemblea ha meno poteri (può nominare e revocare membri consiglio di
sorveglianza e determina la distribuzione dei dividendi)

Perché sceglierlo?

separazione tra gestione e controllo meno forte


si snellisce la gestione sociale di alcuni compiti dell'assemblea
il Consiglio di Gestione non dipende più dall'Assemblea
il Consiglio di Sorveglianza svolge anche un controllo di merito sull'operato dei
gestori della società
Interessa alle società nelle quali siano assenti soci interessati alla gestione attiva
dell’impresa sociale

Modello Monistico
Simile a quello tradizionale, ma:

non prevede la presenza del collegio sindacale


prevede la presenza nel CdA del comitato per il controllo sulla gestione
(sostanzialmente analogo al collegio sindacale)

Perché sceglierlo?

Modello di amministrazione più snello


Maggiore snellezza gestionale per gli amministratori nella gestione della società
Sono gli stessi amministratori ad assumere le funzioni di controllo della gestione
sociale

Società Cooperative
Forma intermediaria tra ForProfit e NotForProfit
Funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità, senza fini di
speculazione privata (ha quindi vantaggi fiscali)

Non hanno come scopo la speculazione, ma devono aiutare i soci stessi --> Almeno 9
soci
I soci pesano in modo uguale, anche se versano somme di denaro differenti

Non ci sono dividendi, ma gli utili vengono usati per aumentare i salari o abbassare i
prezzi

Esempi: Cooperativa di produzione e lavoro, cooperativa agricola, cooperativa sociale


per servizi socio-sanitari ed educativi, cooperativa edilizia di abitazione, cooperativa di
consumo

Impresa NoProfit
Organizzazione non a scopo di lucro --> Non genera ricchezza
Reinveste gli utili interamente per gli scopi organizzativi
Nel nostro Codice Civile non viene considerata un'impresa

Ha finalità vocatamente solidaristiche, non ha distribuzione di utili ai soci, anzi


qualsiasi utilità prodotta (anche nella forma di beni o servizi) è destinata con carattere
di esclusività in favore di terzi, e non svolge attività commerciali se non limitatamente
ad azioni meramente strumentali al conseguimento degli scopi sociali

Per statuto non possono generare utile --> Perseguimento scopo sociale

B Corp
Movimento globale ad adesione volontaria da parte di imprese ForProfit
Il fine è quello di realizzare un'azienda che cerca di creare un utile non solo per i soci
ma anche per l'ambiente, cercando sempre di massimizzare i profitti

Società Benefit = Ti impegni a massimizzare l'utile e ad avere certi impatti positivi


quantificabili --> Il bilancio finale non avrà solo utili ma anche gli obiettivi di impatto che
la società si era prefissata

Imprese Familiari
Una famiglia o un gruppo di famiglie controlla una parte di capitale sociale
I membri della famiglia sono anche coinvolti nel management e occupano spesso
posizioni nel CdA

Queste società hanno come obiettivo quello di mantenere il controllo della società
nel lungo periodo
Sono aziende che fanno fatica a professionalizzarsi, perciò non crescono molto

Gruppo Societario
Es. Edison S.p.A.
Soggetto giuridico che però svolge alcune attività tramite altre società possedute da
Edison stessa
Attività svolte non direttamente da Edison ma da altre società controllando altre quote
di altre società (totalmente o parzialmente)
Contabilità Esterna
Introduzione e principi contabili
Contabilità esterna o generale (Financial accounting) = Insieme di principi e regole
che definiscono che tipo di informazioni finanziarie ogni impresa è tenuta a raccogliere
verso l'esterno secondo gli obblighi previsti dalla legge
Risponde alle esigenze informative dei diversi soggetti economici interessati
all'andamento dell'impresa (azionisti, banche, clienti, Stato)

L'output è il BILANCIO, che è definito per legge (Decreto Legislativo n.127/1991) -->
Da questo vengono definite le tasse
Regole e leggi comuni in tutta Europa, ora molto più simili a quelli degli USA (così i
bilanci di imprese da UE e USA sono confrontabili)

Il bilancio serve anche per far vedere gli utili all'esterno, per esempio agli azionisti
(oppure anche obbligazionisti) che così decidono se e come investire. Anche le
banche, che devono sapere i bilanci per poter concedere prestiti. I fornitori vogliono
vedere il bilancio per essere sicuri di essere pagati nel tempo (se l'impresa è affidabile
o meno) e i clienti per essere sicuri che la società sia affidabile per essere scelta

In un bilancio (documento che sintetizza l'output della contabilità esterna e l'impatto


che l'impresa genera in un anno) ci sono 3 tipi di informazioni:

Economiche = hanno a che vedere con la capacità dell'impresa di generare


fatturato che superi i costi e quindi ci sia un utile (reddito)
Patrimoniali = riguardano i beni che l'impresa possiede (es. macchine, uffici,
brevetti, azioni, ecc) (consistenza delle risorse e diritti vantati su di esse)
Finanziarie = diverse da quelle economiche perché riguardano i soldi che
entrano ed escono dal conto corrente dell'impresa in un anno (liquidità) (in pratica
è l'utile meno le spese in più)

Non importante: fino al 2005 c'erano delle leggi per il bilancio diverse in ogni stato
dell'UE --> In Italia quelle leggi si ispiravano alla quarta e quinta direttiva comunitaria --
> Poi si decise di uniformare le leggi di bilancio a livello europeo, anche per renderli
simili agli USA --> I nuovi principi stilati si chiamano IAS o IFRS (International
Financial Reporting Standard) --> Dal 2005 erano costretti ad adottarli le società
quotate, le società emittenti strumenti finanziari, le banche e gli intermediari finanziari e
le imprese assicurative --> Però anche le imprese piccole si sono adeguate
successivamente a questi principi del Bilancio
Il bilancio è un po' un modello che rappresenta come funziona e come sta andando
un'impresa. Più l'impresa è grande, più il bilancio deve essere ben certificato (le
imprese semplici hanno un bilancio più semplificato)
Il principio fondamentale è che il bilancio contiene tutte le informazioni traducibili in
termini monetari (non sono incluse le info che non sono misurabili in euro, anche se
sono importanti per l'impresa) --> Il bilancio è un modello selettivo dell'impresa

Aspetti fondamentali del bilancio:

OBIETTIVI = dare a chi sta fuori dall'impresa tutte le informazioni periodicamente


(per vari motivi visti prima) e valutazione del patrimonio dell'impresa
LEGGI DI RIFERIMENTO: principi contabili utilizzati per la stesura del bilancio -->
Principi generali su cui si basa il bilancio:
Completezza dell'informazione (nel bilancio non possono essere
tralasciate informazioni che hanno effetto sul patrimonio, sull'utile o sulla
liquidità dell'impresa)
Neutralità (non deve essere fatto in modo da favorire gli azionisti o altro)
Prudenza (se sei praticamente certo che una cosa negativa accadrà meglio
metterla nel bilancio. Invece le cose positive non bisogna inserirle finché non
sono certe)
Periodicità della misurazione (ti dice ogni quanto fare il bilancio.
Generalmente ogni anno. L'anno a cui fa riferimento il bilancio in UE è l'anno
solare, ma negli USA inizia diversamente) (Le imprese quotate devono
pubblicare un aggiornamento del bilancio ogni 3 mesi)
Competenza economica (come misurare l'utile rispetto a come misurare
l'entrata/uscita di soldi dal conto dell'impresa. Quando un'impresa effettua
delle operazioni, il loro effetto economico va scritto nel bilancio nell'anno in
cui quelle operazioni si realizzano, indipendentemente da quando le entrate
o uscite di soldi avvengono) --> dal punto di vista economico si conta
quando avviene l'operazione, mentre dal punto di vista finanziario quando
avviene l'ingresso/uscita di soldi dalle casse dell'impresa -->L'utile (evento
economico) non sempre corrisponde a quanti soldi entrano ed escono
dall'impresa (evento finanziario)--> I ricavi vengono rilevati come di
competenza dell'esercizio contabile nel momento in cui nel periodo
considerato si è verificata l'erogazione del servizio/vendita del bene,
indipendentemente dall'evento finanziario associato --> I costi vengono
rilevati come di competenza dell'esercizio contabile in cui si manifesta il
ricavo a cui il costo è associato
Prevalenza degli aspetti sostanziali su quelli formali --> ci sono decisioni
che l'impresa può prendere che cambiano come impatto a seconda del
punto di vista giuridico o sostanziali (es. leasing finanziario per un bene
industriale, che viene considerato giuridicamente come bene della società di
leasing)
ALGORITMO DI FUNZIONAMENTO (a noi non interessa) --> Algoritmo della
partita doppia, ovvero quello che stabilisce come, da un punto di vista operativo,
debbano essere contabilizzate le varie operazioni di gestione

Schemi di bilancio:

STATO PATRIMONIALE = descrive la situazione patrimoniale dell'impresa (alla


mezzanotte dell'ultimo dell'anno)
CONTO ECONOMICO = informazioni economiche (ricavi e costi) nell'esercizio
contabile (flusso considerando tutto l'anno)
RENDICONTO FINANZIARIO = documento che riassume i soldi che entrano ed
escono dal conto dell'impresa (flussi finanziari)
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO = fotografia di cosa
capita al capitale sociale in quell'anno (riassume gli effetti delle operazioni di
gestione che hanno interessato il patrimonio di spettanza degli azionisti)
NOTA INTEGRATIVA = riporta le regole, le ipotesi e le convenzioni usate
dall’impresa nella redazione del bilancio, ovvero tutte le informazioni
complementari indispensabili per una chiara lettura del bilancio stesso
RELAZIONE SULLA GESTIONE (se è una S.p.A., S.r.l. o S.a.p.a.) = scritta
dall'AD e spiega a parole perchè ci sono stati quei risultati economici in quell'anno
RELAZIONE DEI SINDACI (per S.p.a.) = certifica che nell'anno tutto sia stato
fatto bene nel rispetto della legge e la consistenza della cassa
RELAZIONE DI CERTIFICAZIONE (se è quotata) = fatta da imprese
specializzate che fanno revisione dei bilanci per controllare siano stati fatti
correttamente

Esempio
Davide Campari S.p.A. oltre a fare attività economica (possiede impianti), controlla
una serie di altre imprese che producono con il loro marchio
Deve redigere due tipi di bilancio:

Bilancio consolidato = rappresentazione di tutto (somma dei risultati di tutte le


aziende controllate da Davide Campari)
Bilancio d'esercizio = bilancio della singola Davide Campari come produttrice (e
poi ogni azienda deve redigere il proprio nel paese in cui si trova)

Guardare file del bilancio su WeBeep


Stato Patrimoniale
Obiettivi = evidenzia la situazione patrimoniale dell’impresa (come entità giuridica a
sé stante) in un dato istante temporale = rappresenta le risorse dell'impresa (attività)
a cui è possibile associare un valore monetario e rappresenta i diritti vantati su tali
risorse dagli azionisti o da soggetti terzi (stakeholder)
Lo stato patrimoniale è realizzato in due sezioni distinte:

Attivo = dove vengono valorizzate le risorse dove si genera utile (risorse che
potenzialmente possono contribuire ai flussi finanziari)
Passivo = diritti vantati da chi ha messo a disposizione i soldi per l'impresa (diritti,
le obbligazioni attuali risultanti da un evento passato e che l'impresa ha assunto
nei confronti di azionisti e terzi)

Siccome non si generano soldi dal nulla, il valore delle risorse nell'attivo deve
corrispondere al valore delle passività che hanno permesso all'impresa di disporre
di quelle attività
Queste due sezioni vengono rappresentate di solito vicine

Chi mette a disposizione le risorse sono due categorie di persone:

Azionisti --> Nel passivo sono la parte dei mezzi propri


Stakeholders (tutti gli altri che hanno un interesse sui risultati dell'impresa) -->
Nel passivo sono la parte dei mezzi di terzi

Se un'impresa ha tanti mezzi propri quanti mezzi terzi è poco indebitata --> Più sono i
mezzi terzi rispetto ai mezzi propri più è alto l'indebitamento dell'azienda

Identità di bilancio:
Totale attivo = Totale passivo

Stato Patrimoniale Attivo


Le risorse vengono distinte in base alla loro "Fruibilità temporale" --> Ci sono alcune
che dopo il bilancio possono essere utilizzate nel tempo (attività non correnti) -->
Invece ci sono attività che in 12 mesi esauriranno il loro beneficio (attività correnti)

Ci sono anche attività cessate o destinate a cessare --> Se per esempio un


macchinario che hai venduto ma che hai ancora risulta in questa parte dello stato
patrimoniale attivo --> In poco tempo non lo userai più

Analisi delle voci tramite:

Contenuto (quali risorse vanno classificate sotto la voce in oggetto)


Criterio di iscrizione (valore monetario quando la risorsa è entrata nella società)
Modalità di valorizzazione (valore monetario da assegnare alla risorsa al
momento della redazione del bilancio e la modalità di trattamento delle operazioni
di gestione che la riguardano)

Principi generali di valorizzazione delle risorse (per associare un valore monetario):

Costo di acquisto = prezzo che l'impresa ha effettivamente pagato per entrare in


possesso della risorsa (fino al 2004 c'era solo questo criterio, però in alcuni casi
non è molto preciso) o costo che ha effettivamente sostenuto per la costituzione
della risorsa
Valore di mercato (fair value) = valore a cui iscrivi un bene a bilancio che non è
influenzato da quanto l'hai pagato, ma è il valore di mercato in quel momento se
decidessi di vendere quel bene --> Introduce un po' di soggettività (si deve fare
una perizia)
Valore d'uso = misura dei reali benefici che usare quel bene avrà per l'impresa
(valore attuale dei flussi finanziari che l'impresa è ragionevolmente in grado di
ottenere dall'utilizzo della risorsa) --> Valutazione effettuata per singola attività o
per il più piccolo insieme identificabile di attività che genera flussi di cassa in
entrata autonomi derivanti dall'utilizzo continuativo (cash generating unit)

I principi IAS/IFRS non impongono una modalità di valorizzazione univoca. I principi


distinguono fra:

Benchmark treatment (modello del costo)


Allowed treatment (modello del valore rivalutato)

Attività non correnti


Attività materiali

Immobili, impianti e macchinari

Def. IAS 16: I beni detenuti dall’impresa, di uso durevole e strumentali per la
produzione di reddito (utilizzo diretto nella produzione di beni e servizi e/o per usi
nell’amministrazione aziendale)

Tutti i beni che l'impresa usa per produrre i suoi beni e servizi
Qui vengono valorizzati tutti i beni fisici detenuti dall'impresa e usati
strumentalmente per il motivo per cui l'impresa esiste (macchinari, terreni, ecc)

Va trattata con il costo d'acquisto secondo IAS = quanto li ho pagati


Siccome li utilizzo per tanti anni devo misurare in qualche modo che li sto consumando
=> Ammortamento (= se compro un bene a 10 mln e lo stimo di usarlo 10 anni, è
come se ogni anno ne consumassi un pezzo da 1 mln)

Per determinare l’ammortamento da associare ad un bene è necessario determinare:

il valore di iscrizione del bene


la vita utile del bene, ovvero la stima del periodo (anni) in cui il bene sarà
utilizzato dall’impresa
il valore residuo del bene, ovvero il valore monetario stimato (attualizzato) che
l’impresa potrebbe ricevere dalla vendita del bene al termine della sua vita utile

Ammortamento annuo = (Costo bene - Valore residuo)/Vita utile

I terreni sono considerati a vita utile illimitata (non c'è ammortamento)


Il modello del costo è quello preferibile

Se considero il fair value, ogni anno ricalcolo l'ammortamento annuo --> Rivalutazione
del bene
Se devi svalutare il valore del bene, il legislatore ti dice di segnare un utile negativo nel
conto economico, ma se lo rivaluti aumenti il valore degli azionisti nel capitale sociale
Se lo rivaluto e l'anno dopo si svaluta, prima abbasso la rivalutazione verso gli azionisti

Impairment test
Concetto molto importante che indica la verifica della recuperabilità del valore di
iscrizione di un bene
La legge ti dice di usare il costo d'acquisto ma se ci sono particolari condizioni devi
sottoporre quel bene a questa verifica --> se puoi effettivamente recuperare il valore di
quel bene --> Si calcola il valore recuperabile come il più elevato fra il fair value (al
netto degli oneri di vendita) ed il valore d’uso del bene
Se il bene subisce una riduzione durevole del suo valore deve essere svalutato --> La
perdita di valore deve essere rilevata a conto economico
Non si può usare l'impairment test per rivalutare il bene

Beni in locazione finanziaria: Leasing finanziario

Beni in locazione finanziaria (Def. IAS 17)--> Contratto di leasing


Per la prevalenza della sostanza il loro valore è nell'attivo di stato patrimoniale
(anche se non è formalmente della società, perché giuridicamente è di proprietà della
società di leasing, ma con questo si sta producendo un utile per la società che lo
usa)

Il rischio di investimento è a carico dell'utilizzatore che, come nel caso di un prestito da


rimborsare, deve corrispondere interessi ed ammortamenti fissi (rate di leasing)
Contenuto: comprende i beni durevoli detenuti dall'impresa con un contratto di leasing
finanziario. In questo caso il locatario rileva i beni in oggetto tra le proprie attività

Ci sono tecnicalità su come iscrivere questi beni --> Di fatto questo criterio confronta il
fair value di quel bene e la somma di tutte le rate che paghi alla società di leasing
per averlo --> Il minore è quello che scrivi nello stato patrimoniale attivo
Il valore che ha per te discende dal fatto di utilizzarlo

Avanti negli anni questi beni sono ammortizzati, perché li stai usando e bisogna
calcolare la perdita di valore del bene
Devono essere sottoposti ad una valutazione periodica della recuperabilità del
valore di iscrizione (Impairment test)

Vedi il debito verso la società di leasing nel passivo --> Rata che paghi alla società
I canoni di leasing pagati devono essere ripartiti tra:

Costi finanziari
Riduzione delle passività residue

Ci sono dei contratti di leasing che, oltre che pagare ogni anno un piccolo interesse,
vogliono riavere una parte del valore di quel bene --> Riduce il debito

Investimenti immobiliari

Def. IAS 40: Le proprietà immobiliari (terreno o edificio – o parte di edificio – o


entrambe) possedute (dal proprietario o dal locatario tramite un contratto di leasing
finanziario) al fine di percepire un canone di locazione o per l’apprezzamento del
capitale investito o per entrambe le motivazioni

Investimenti fisici duraturi che l'azienda possiede ma non per svolgere la sua attività
definita nello statuto, ma perché ha investito i soldi lì
Sono quindi tutte le proprietà immobiliari non strumentali all'attività dell'impresa
L'iscrizione avviene al costo di acquisto

Ci sono dei criteri diversi su come valorizzarli nel tempo:

modello del costo (allowed treatment) = ogni anno il valore è pari al costo
d'acquisto al netto degli ammortamenti cumulati
modello del valore rivalutato, fair value (benchmark treatment) = ogni anno il
valore al quale il bene è riportato a bilancio è pari al fair value del bene (Non c'è
ammortamento) --> La variazione di valore viene riportata come ricavo o costo di
competenza dell'esercizio
In ogni caso i beni devono essere sottoposti al test di impairment per la
recuperabilità del valore di iscrizione
Attività Immateriali
Def. IAS 38 = Le attività prive di consistenza fisica, identificabili, controllate
dall’impresa e in grado di produrre benefici economici futuri, nonché l’avviamento
quando acquisito a titolo oneroso

Es. marchi, brevetti, licenze ma non le spese di formazione, le spese di pubblicità e/o
promozione

Prima degli IAS la normativa ti permetteva di iscrivere qui anche le spese per la
formazione del personale o per la pubblicità del prodotto --> Ora quel tipo di spese non
possono essere iscritte in questa parte dello stato patrimoniale

Due categorie:

a vita indefinita = non vi è un limite prevedibile al periodo durante il quale ci si


attende che generino flussi finanziari per l'impresa --> non sai quando si
esauriranno nel tempo
a vita definita = effetto limitato e stimabile nel tempo --> tra una certa quantità
di tempo smetteranno di essere utilizzate

Tipologie

Avviamento = iscrivibile solo per aggregazioni d'impresa, determinato come


differenza fra costo d'acquisto e fair value alla data della transazione di attività
e passività acquisite (è un costo in più quando si compra un'azienda perché già
avviata e quindi ha un valore maggiore) --> non si ammortizzano, ma ogni anno
devi cambiare il valore (impairment test) --> La perdita di valore viene imputata
come costo di competenza dell'esercizio
Altre attività immateriali a vita indefinita = sostanzialmente sono i marchi --> In
media scade ogni 6 anni ma puoi chiedere il diritto in esclusiva di usare quel
marchio --> Iscritte al costo di acquisto --> Valorizzazione analoga
all'Avviamento, tranne in casi eccezionali in cui è possibile utilizzare il modello
del valore rivalutato (se il mercato è attivo per quel prodotto)
Attività immateriali a vita definita (diritti di brevetto o di concessione, costi di
sviluppo e altre voci minori) --> Iscritte al costo di acquisto --> Sono da imputare
per competenza a conto economico --> Vengono valorizzate secondo il
modello del costo e devono essere sottoposte al test di impairment (casi
eccezionali fair value) --> Alcuni costi non rientrano nella definizione data dai
principi contabili internazionali di attività immateriali, e sono quindi da imputare
per competenza a conto economico (costi di ricerca, per l'avvio di nuove imprese,
di pubblicità, di formazione, di ricollocamento o riorganizzazione)
Altre attività non correnti
Partecipazioni
Def. IAS 27,28 e 31: Gli investimenti che l’impresa detiene nel patrimonio di altre
imprese e che le consentono di mantenere e sviluppare un rapporto operativo di lungo
periodo con il soggetto nel quale l’investimento è stato effettuato

Possono essere:

controllate in via esclusiva (subsidiaries)


controllate congiuntamente (joint ventures)
collegate (almeno il 30%) (associates)

Sono iscritte al costo d'acquisto (fair value + costi di transazione)


Possono essere trattate secondo:

modello del costo (partecipazioni registrate al costo di acquisto e sottoposte


annualmente all'impairment test) --> Per il valore d'uso, l'impresa stima il valore
attuale dei flussi finanziari stimati che si suppone deriveranno di dividendi
spettanti e dalla dismissione finale dell'investimento
modello del patrimonio netto
modello del fair value (La variazione eventuale si bilancia in una apposita riserva
di passivo di Stato Patrimoniale)

Altre attività finanziarie non correnti:

prestiti di denaro fatte ad altre società che vanno ancora incassate (crediti
finanziari) (una capogruppo spesso presta soldi alle altre società del gruppo) -->
Sono non correnti quando scadono molto in là nel tempo (se scadono nel breve
sono attività correnti)
titoli che si intendono mantenere fino a scadenza (ad esempio titoli di stato)
azioni di altre società che intende detenere per almeno 3/4 anni
derivati (titoli che nascono per aiutare le imprese a proteggersi dai rischi)
crediti commerciali (quando vendete un prodotto e permettete di pagarlo in
ritardo) --> Sono quasi tutti correnti, perché normalmente si permette di pagare in
ritardo ma non troppo --> Il valore iniziale è detto "Valore di presunto realizzo", da
considerarsi al netto del fondo svalutazione che tiene conto della solvibilità dei
creditori, nonché delle caratteristiche di rischio creditizio che è indicativo della
capacità di pagamento dei singoli debitori
ratei e risconti attivi (voci di aggiustamento contabile che vengono introdotte in
virtù del principio di competenza economica):
ratei attivi (ricavi che sarebbero di competenza dell'anno in cui faccio il
bilancio ma il corrispettivo finanziario si realizzerà in futuro)
risconti attivi (costo non di competenza il cui corrispettivo finanziario si è
già verificato)

Tali voci sono iscritte al costo di acquisto


Sono valorizzate con il metodo del costo ammortizzato (+ impairment test)
Una volta che i crediti siano stati riscossi (quindi si sa il valore), il valore contenuto nel
fondo svalutazione crediti verrà rettificato di conseguenza, e la differenza (positiva o
negativa) transiterà in conto economico (proventi o oneri finanziari)

Se stai concedendo un prestito a qualcuno, la legge ti dice che devi scrivere che hai un
debito commerciale sottratto di un valore considerato come fondo svalutazione (devi
considerare che quel pezzo non lo incasserai, perché tiene conto della solvibilità dei
creditori)

Attività per imposte anticipate


Incorpora l’effetto delle differenze fra il valore di bilancio di un'attività (o passività) ed
il valore rilevato a fini fiscali, nel caso in cui ciò abbia dato luogo al pagamento di
imposte anticipate
Perché il bilancio ai fini di calcolo delle tasse segue regole diverse dagli IAS (una
piccola differenza)

Compromesso per l'AD di rappresentare i conti della sua impresa e lo stato per le
tasse

Attività Correnti
Rimanenze
Def. IAS 2 = I beni posseduti per la vendita nel normale svolgimento dell’attività,
impiegati nei processi produttivi per la vendita, o sotto forma di materiali o forniture di
beni nel processo di produzione e nella fornitura di servizi

Ogni azienda ha alla fine dell'anno magazzini con:

prodotti finiti non venduti


prodotti in corso di lavorazione
materie prime
materiali di consumo, che non finiscono nel prodotto ma che servono ad esempio
a far funzionare i macchinari
Valore delle rimanenze --> Sono iscritte al minore fra:

costo d'acquisto (prezzo che l'impresa ha pagato per entrare in possesso delle
rimanenze / costo sostenuto per portare la rimanenza nello stato in cui si trova)
Per calcolare il costo d'acquisto si usano delle approssimazioni:
Logica FIFO (First In First Out) = immagina che le prime cose che hai
comprato sono le prime ad essere state utilizzate, quindi consideri tutte le
rimanenze come ultime cose comprate
Costo medio ponderato = fai una media tra ora e prima
valore netto di realizzo (prezzo di vendita stimato oggi per venderli togliendo i
costi per portarli nello stato in cui li puoi vendere)

Lavori in corso su ordinazione --> Def. IAS 11 --> Di imprese che fanno grandi
progetti per i loro clienti (ad es. la costruzione di un ponte) --> Il principio fondamentale
è l’allocazione dei ricavi e dei costi nei diversi esercizi in cui il lavoro in corso su
ordinazione è eseguito --> Quando inizi i lavori è come se realizzassi delle attività che
alla fine dell'anno non si sono ancora trasformate in un output --> Ci sono metodi per
allocare in costi quanto stai spendendo

Crediti commerciali e altri crediti --> Def. IAS 39 --> Comprende:

Crediti commerciali aventi natura corrente


Ratei e risconti attivi aventi natura corrente
Altre voci minori (crediti al personale, acconti per servizi, ...)

Attività finanziarie correnti --> Def. IAS 39 --> Comprende:

Titoli e altre attività finanziarie, detenuti per la negoziazione o per la vendita (non
vengono tenuti per molto tempo)
Derivati di copertura relativi ad attività correnti
Altre voci minori (es. crediti al personale)

Disponibilità liquide --> Def. IAS 1 e 7 --> quanti soldi ho --> Vengono rilevati al costo
di acquisto, inclusi gli oneri accessori, poi devono essere valorizzate al fair vale, che
di solito coincide con il costo aumentato dell’eventuale rateo di interessi di competenza
--> Comprende:

Valori contanti in cassa


Depositi bancari e postali
Titoli liquidabili entro brevissimo o breve termine non soggetti a variazioni
significative di valore (valorizzazione con fair value)
Attività cessate/destinate ad essere cedute
Sono dette anche discountinued operations --> attività o aggregati:

per i quali sono già in essere accordi di cessione


classificati come in via di dismissione

Comprende inoltre le partecipazioni detenute per la vendita


Formalmente sono parte dell'attivo non corrente, ma che poi saranno cedute -->
Principio della sostanza rispetto alla forma --> Non generano utile --> Sono iscritte e
valorizzate seguendo le relative regole di iscrizione e valorizzazione delle singole voci
di cui sono costituite --> Non vanno ammortizzate perché non generano reddito

Ripassino
Attivo SP (Assets)
Attività non correnti:

attività materiali
attività immateriali
altre attività non correnti
(attività per imposte anticipate)

Attività correnti:

rimanenze (+ lavori in corso su ordinazione)


crediti commerciali e altri crediti (indicati al netto del fondo svalutazione)

Costo acquisto
Fair Value
Valore d'uso (impairment test)
Metodo patrimonio netto
Metodo costo ammortizzato
Valore netto di realizzo

Stato patrimoniale passivo


Mi dice chi vanta diritti sulle risorse indicate nell'attivo --> Riporta il valore monetario
dei diritti vantati sulle risorse dell'impresa
Tali diritti si distinguono in:
shareholders (azionisti o soci) = mezzi propri = capitale di rischio = patrimonio
netto = equity = (E)
stakeholders = passività = debiti = mezzi di terzi = (D) = (MT) --> Vengono
distinti poi in base alla loro fruibilità temporale con riferimento al ciclo operativo
dell'impresa

Passività:

non correnti (debiti estinti oltre il normale ciclo operativo dell’impresa)


correnti (è previsto vengano (o debbano essere) estinti entro il normale ciclo
operativo dell’impresa)
cessate/destinate a essere cedute (eventuali debiti rimasti ad attività
cessate/destinate a essere cedute)

Patrimonio netto
Def. IAS 1, 8 e 32 e IFRS 2 = E’ definito in via residuale come ciò che resta delle
attività dell’impresa dopo aver dedotto tutte le passività

Formato da:

Capitale emesso
Riserve
Utile (perdita) d'esercizio

Capitale Emesso
Rappresenta l’insieme delle azioni emesse dall’impresa
E' il prodotto tra valore nominale dell'azione per numero di azioni in circolazione, ad
esclusione di quelle detenute dall'impresa stessa (azioni proprie), ridotto dei crediti
verso i soci per i decimi da versare

Gli IAS ti impongono di iscriverlo al netto sottraendo la quota che i soci non hanno
ancora versato e le azioni proprie in portafoglio, ridotto dei crediti verso soci per i
decimi da versare

Approssima i diritti degli azionisti quando è nata la società oppure quando c'è stato
un aumento di capitale (Emissione di nuove azioni, con lo stesso valore nominale, ma
che vengono vendute al prezzo di mercato, generando un flusso finanziario in
ingresso, bilanciato in una Riserva del Passivo di Stato Patrimoniale)

Nel caso in cui i soci non abbiano ancora versato interamente il capitale che si sono
impegnati a versare (prevalenza sostanza sulla forma) il credito residuo viene portato a
decremento del valore del capitale emesso
Riserve
Misurano di quanto sono cambiati nel tempo i diritti degli azionisti per l'evoluzione
dell'impresa:

Utili (perdite) portati a nuovo = parte dell'utile reinvestita nell'impresa, che


aumenta ogni anno (può anche scendere se l'utile è negativo)
Riserva da sovrapprezzo azioni = maggiori entrate derivate dalla differenza fra
prezzo di vendita e valore nominale delle azioni di nuova emissione
Riserva da rivalutazione = quando si applica il fair value, un'attività non corrente
può essere rivalutata --> Questa rivalutazione, se non era stata svalutata
precedentemente, la metto in questa sezione
Altre riserve = tra queste:
Riserve per azioni proprie in portafoglio, per bilanciare le operazioni
conseguenti all'acquisto o alla vendita di azioni proprie
Riserve vincolate che impongono che una parte degli utili non può essere
distribuita come dividendi ma viene messa in questa riserva fino a quando
non vale il 10% del capitale emesso)

Utile (Perdita) d'Esercizio


Quanto sono aumentati o diminuiti i diritti degli azionisti --> Incorpora il risultato
economico di pertinenza della proprietà dell'impresa maturato nell'esercizio contabile
cui il bilancio si riferisce:

Utile se positivo
Perdita se negativo
Si ricava anche come differenza tra l'Attivo di Stato Patrimoniale e le restanti voci
di Passivo di Stato Patrimoniale

Registro delle Startup innovative --> Non può trattenere dividendi, ma se emette azioni
può detrarre il costo dal suo reddito e gli azionisti hanno tempo per pagare

Passività non correnti


Def. IAS 39

Passività finanziarie che non esauriscono il loro impatto all'interno del normale
ciclo operativo dell'impresa:

Obbligazioni = titoli che permettono di raccogliere capitale sotto forma di debito


spezzettato --> Ci sono quelle con tagli piccoli (per la gente comune) o con tagli
più grandi (per le aziende) --> L'impresa garantisce ai sottoscrittori la riscossione
di un interesse ed il rimborso del capitale a scadenza o sulla base di un piano di
ammortamento predefinito --> L'interesse può essere fisso o variabile
Debiti verso le banche --> Debiti finanziari contratti dall’impresa con banche,
istituti di credito e società finanziarie e destinati ad esaurirsi oltre il normale ciclo
operativo dell’impresa --> Sono iscritti al costo di acquisto e valorizzati con il
modello del costo ammortizzato
Altre passività finanziarie

Trattamento di fine rapporto (TFR)


Rappresenta i diritti vantati dai dipendenti sulle risorse dell'impresa --> L'azienda
trattiene una parte dello stipendio del dipendente che si accumula nel TFR --> Posso
usarlo per altre cose e poi quando il dipendente va in pensione o va via gli viene ridato
il suo TFR --> Ogni anno aumenta il suo valore per l'accantonamento effettuato -->
Nei prossimi 12 mesi il numero dei dipendenti che vanno via cambia poco sul TFR
totale
Viene iscritto e valorizzato ogni anno al valore atteso futuro dei benefici che i
dipendenti percepiranno e che hanno maturato nell'esercizio contabile oggetto del
bilancio e in quelli precedenti --> Non viene contabilizzata la quota già maturata (che
costituisce il “debito” dell’impresa nei confronti dei dipendenti), bensì una obbligazione
di tipo complesso basata su ragionevoli stime dell’andamento futuro del rapporto
retributivo

Da qualche anno le grandi aziende non possono più accantonare parte dello stipendio
--> Il dipendente può scegliere se mandare questa parte per il fondo pensione all'INPS
oppure ai fondi pensione privati (che intanto li investono cercando di farli rendere per
farti avere, quando andrai in pensione, una somma maggiore di quella versata)

Imposte differite passive


Effetto delle differenze fra il valore di bilancio di una attività (o passività) ed il valore
rilevato a fini fiscali, nel caso in cui ciò abbia dato luogo al pagamento di imposte
differite

Fondi per rischi e oneri


Def. IAS 37 = Costi e oneri di natura determinata e di esistenza certa o probabile che,
alla data di chiusura dell’esercizio contabile, sono indeterminati nell’ammontare o nella
data di sopravvenienza
Principio della prudenza applicato --> Ogni volta che in un anno hai la ragionevole
certezza che devi sostenere un costo, per tutelarti mettilo in questo fondo --> Debito
per costi futuri che sai di dover sostenere ma non sai in che entità e quando -->
Spese future non certe in quantità e tempistica
Serve per evitare che costi improvvisi in futuro possano impattare troppo
negativamente sul bilancio
Gli “accantonamenti” a fondo sono rilevati quando sussistono le seguenti condizioni:

Esiste una obbligazione attuale, legale o implicita, derivante da un evento


passato
E' probabile che l’adempimento dell’obbligazione sia oneroso
Può essere effettuata una stima attendibile dell’importo necessario
all’adempimento dell’obbligazione
Sono iscritti al valore rappresentativo della migliore stima che l'impresa
razionalmente pagherebbe per estinguere l'obbligazione o trasferirla a terzi
La variazione di valore del fondo connessa alla modifica della stima nel tempo è
imputata a Conto Economico come ricavo (se negativa) o costo (se positiva) di
competenza (proventi o oneri finanziari)

Debiti vari: debiti commerciali non correnti, ratei e risconti passivi non correnti, ecc
Il rateo passivo è la quota di costo di competenza dell'esercizio, che avrà la propria
manifestazione finanziaria in un esercizio successivo
Il risconto passivo è la quota di ricavo di competenza di un esercizio futuro ma già
incassata

Passività Correnti
Passività Finanziarie
Def. IAS 39

Debiti verso le banche, obbligazioni e prestiti che esauriscono il loro impatto


all'interno del normale ciclo operativo dell'impresa

Qui la voce più grossa sono i debiti commerciali (o verso i fornitori) = Iscritti al costo
di acquisto e valutati con il costo ammortizzato --> Sono le dilazioni di pagamento
che hanno concesso i fornitori (possono concedermi di pagare non subito e la parte
che non ho pagato entro l'anno rientra in questa sezione):

Commerciali
Di servizi
Di servizi professionali

Debiti tributari (verso l'erario) = esistono per tutte le imprese secondo lo stesso
meccanismo di come vengono pagate le tasse --> Incorpora l'ammontare che l'impresa
prevede di pagare alle autorità fiscali
Ogni anno si paga un anticipo sulle imposte future e il saldo delle vere imposte che
si devono pagare per l'anno prima (questo significa uno sfasamento tra quanto si paga
e quanto si dovrebbe pagare)
In generale questi debiti sono le tasse ancora da pagare

Passività correlate ad attività cessate / destinate ad essere


cessate
Sono le passività (debiti) che so che nel giro di poco tempo non avrò più, per via della
decisione di cessare l'attività in futuro (Passività finanziarie e non finanziarie)

Il totale dell'attivo corrisponde al totale del passivo ("non si generano soldi")

Conto Economico
Mette in fila ricavi e costi dell'impresa e ne trova l'utile
Quanta ricchezza ha creato, che deriva da quanti ricavi l'impresa genera
Costituisce la sintesi dei flussi di natura economica di competenza dell'esercizio
contabile cui il bilancio fa riferimento

Dai ricavi di competenza sottrae tutti i costi di competenza e rimane l'utile d'esercizio
A fine anno somma tutti i ricavi verificatisi

Questo è il documento principe su cui si applica il principio di competenza economica -


-> Derivano dall'aver venduto i beni in quel periodo --> I costi sono di competenza se
sono di beni venduti in quell'anno

Schema per natura (Ricavi e costi di competenza aggregati in base alla loro
natura, indipendentemente dalla loro destinazione all'interno dell'impresa)
Schema per destinazione o costo del venduto (Ricavi e costi classificati in
base alla loro funzione all'interno dell'impresa)

Conto Economico per Natura


Ricavi (Def. IAS 18) = Corrispettivi economici dalla vendita di beni o fornitura di servizi
legati all'attività caratteristica dell'impresa (non mi interessa quando si trasformeranno
in flusso di denaro)
Somma delle fatture emesse nell'anno
Per calcolare i ricavi bisogna rispettare il principio di competenza economica -->
devo oggettivamente dire che i ricavi rappresentano i servizi o beni che ho venduto al
cliente

Sono considerati di competenza i ricavi derivanti dalla vendita di beni se:

l’impresa ha trasferito all’acquirente i rischi ed i benefici connessi alla


proprietà del bene
il valore dei ricavi può essere stabilito attendibilmente ed è probabile che essi
saranno fruiti dall’impresa
i costi sostenuti per il bene, o da sostenere in riferimento all’operazione di
vendita, possono essere determinati attendibilmente

Sono considerati di competenza dell’esercizio i ricavi derivanti dalla fornitura di


servizi se:

lo stadio di completamento della fornitura alla chiusura dell’esercizio può essere


determinato attendibilmente
il valore dei ricavi può essere stabilito attendibilmente ed è probabile che essi
saranno fruiti dall’impresa
i costi sostenuti per il bene, o da sostenere in riferimento all’operazione di
vendita, possono essere determinati attendibilmente

Questi sono i ricavi della parte principale dell'impresa

Altri proventi (o ricavi) operativi = Quelli che non hanno a che vedere con l'attività
caratteristica dell'impresa, ma derivanti dall'attività operativa (ad es affitto di alcune
proprietà, risarcimenti, royalties percepite, vendita di materiali di scarto)

Variazione delle scorte di prodotti finiti o semilavorati = differenza tra rimanenze


finali e iniziali --> sommati agli altri fanno il Valore della produzione (nello schema per
natura) oppure totale ricavi e proventi operativi

Acquisti di materie prime e servizi esterni = costi che ho sostenuto per l'acquisto di
materie prime, sussidiarie, di consumo o per il processo produttivo (anche servizi, per
es di società di consulenza o marketing) = somma tutti i costi per acquistare input
produttivi dall'esterno

Costo del personale = somma degli stipendi (somma del costo che l'azienda sostiene
per ogni dipendente, considerando il cuneo fiscale)

Altri costi operativi = accantonamenti a fondi (ad es fondo rischi e oneri) e canoni di
affitto o leasing (ad es dei macchinari)

Variazione delle scorte di materie prime e materiali di consumo = differenza tra


valore finale e valore iniziale delle scorte
Questa variazione (insieme all'altra) serve per il principio di competenza
economica
I costi, per essere di competenza, devono essere legati ai prodotti venduti, ma come
faccio a sapere quale parte di quel costo è veramente di competenza? Con quelle due
variazioni --> Vedo cosa è successo alle scorte
EBITDA = MOL
(Utile prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti = Margine operativo lordo)
Ricavi meno costi prima di considerare tutta una serie di fattori che impattano sull'utile
ma che non hanno a che vedere con il cuore del funzionamento dell'impresa -->
Capacità dell'impresa di generare ricchezza senza tener conto di quei fattori -->
Viene usato per valutare il potenziale delle startup

Ammortamenti = Quota del valore di un’immobilizzazione materiale o immateriale


considerata di competenza dell’esercizio in corso

Plusvalenze/minusvalenze da realizzo di attività non correnti (conseguenti alla


cessione degli asset dell'impresa)
Plusvalenze, sono un extrautile se vendi un'attività non corrente a un valore più alto di
quanto ti vale a bilancio
Le minusvalenze sono "costi straordinari" se vendi un'attività non corrente a un valore
più basso di quanto ti vale a bilancio

Ripristini/svalutazioni di valore di attività non correnti --> Effetti dell'applicazione


del fair value e dell'impairment test sulle attività non correnti

Risultato operativo = Risultato economico della normale attività d'impresa (continuing


operations), considerando anche l'infrastruttura tecnologica dell'impresa --> Ricchezza
generata dall'attività operativa --> L'utile operativo è detto EBIT (Earnin Before
Interest and Taxes), che non tiene conto delle voci di natura finanziaria e delle voci di
natura fiscale

Oneri e proventi finanziari


Oneri:

gli interessi passivi maturati su qualunque forma di finanziamento, che


l'impresa paga per i soldi che le hanno prestato
gli adeguamenti negativi al fair value relativi ad attività/passività correnti
le perdite durature di valore delle attività/passività correnti

Proventi:

eventuali guadagni che l'impresa realizza dalle sue attività finanziarie, ad es da


obbligazioni o partecipazioni
gli adeguamenti positivi al fair value di attività/passività correnti

Secondo gli IAS dovrei mettere le rivalutazioni o svalutazioni del fair value per attività
correnti
Utile lordo = proventi finanziari - oneri finanziari
Se tolgo le tasse arrivo all'Utile netto da continuing operations (se ho attività cessate o
destinate a essere cedute tolgo quelli e ottengo l'utile netto finale del periodo)

Utile (perdita) netto da attività cessate / destinate ad essere cedute


Tale voce riporta, in modo aggregato, i risultati dei flussi economici dell’anno
contabile relative alle attività cessate/destinate ad essere cedute. I ricavi e le
perdite iscrivibili sotto questo aggregato contempleranno sia le plusvalenze e le
minusvalenze prima incluse nella gestione straordinaria ma anche i flussi ordinari
originati durante il periodo dalle attività destinate a cessare

Questa suddivisione tra Continuing and Discontinued operations permetterà al


lettore di bilancio di isolare il contributo delle attività che anche in futuro permarranno
all’interno dell’impresa dall’utile generato da attività destinate invece a cessare, e
quindi presumibilmente destinato a non ripresentarsi.

Utile del periodo = rappresenta la sintesi di tutti i flussi economici che nel periodo di
competenza dell'esercizio contabile hanno interessato l'impresa --> rappresenta il
risultato economico di pertinenza della proprietà dell'impresa e coincide con l'utile
riportato in passivo di stato patrimoniale
Tale coincidenza riflette l'utilizzo dell'algoritmo della partita doppia per Attivo e per
Passivo

Rendiconto Finanziario
Documento che gli IAS hanno reso obbligatorio introdurre nel bilancio
Documento di flusso, non sintetizza i ricavi e costi di competenza, ma le entrate e
uscite di cassa che hanno interessato l'impresa nel corso dell'esercizio contabile
oggetto del bilancio --> Deroga al principio di competenza economica, perché guarda i
risultati dell'impresa dal punto di vista della liquidità (l'utile netto non corrisponde al
Rendiconto Finanziario, per esempio per l'ammortamento dei macchinari, oppure per
aver venduto prodotti o servizi non è detto che tutti i ricavi siano risultati in un incasso
nell'anno)

Entrate e uscite di cassa legate a:

attività operativa (è la produzione e vendita dei prodotti e servizi che sono il


cuore dell'attività dell'impresa)
attività di investimento (se investe o no)
attività finanziaria (dai prestiti che l'impresa accende, ovvero le modalità per
finanziare la sua attività)

L'attività operativa fa riferimento al normale svolgimento dell'attività d'impresa


Incassi di vendita = non sono i ricavi, perché non tutti possono risultare in incasso
Incassi da royalties, affitti, ...
Pagamenti a fornitori o dipendenti
Incassi e pagamenti derivanti da contratti stipulati a scopo di negoziazione o
commerciale

Attività d'investimento:

Pagamenti per l'acquisto di beni materiali e immateriali


Incassi dalla vendita di beni, anche brevetti e altri immateriali
Pagamenti e incassi relativi all’acquisizione e la vendita di strumenti finanziari e
partecipazioni

Attività finanziaria:

Incassi dall'emissione di azioni o altri strumenti


Pagamenti agli azionisti per acquistare azioni dell'impresa o sotto forma di
dividendi
Incassi e pagamenti derivanti dall'emissione o dal rimborso di obbligazioni,
prestiti, cambiali, titoli a reddito fisso, mutui e altri finanziamenti

Può essere redatto secondo:

Metodo diretto (più semplice ma più difficile da ricostruire) = per tutte le voci
scrive tutte le entrate e uscite di cassa dell'anno
Metodo indiretto = ci permette di introdurre il concetto di Capitale Circolante
(molto importante anche per la startup) --> Per questo metodo si prende il
margine operativo netto, costruito secondo il principio di competenza
economica --> Viene rettificato per trasformarlo nel flusso di cassa (da una voce
economica al corrispettivo finanziario) --> Per farlo risomma tutti gli
ammortamenti, eventualmente le svalutazioni e rivalutazioni delle attività
correnti e poi tolgo le variazioni del capitale circolante netto (è una grandezza
che dice quanto vale la somma dei suoi crediti commerciali, delle sue scorte e dei
suoi debiti commerciali)

Se il capitale sociale aumenta vuol dire che i clienti ti pagano più in ritardo, hai scorte
non vendute e i fornitori ti chiedono di pagare subito (hai bisogno di più liquido per
finanziare l'attività operativa)
Se il capitale sociale scende, i clienti ti pagano subito e le scorte si riducono, hai più
soldi a disposizione
Le startup hanno tanti debiti e se vendi online devi avere tante scorte, inoltre i clienti
(esempio spazzolini alla Rinascente) spesso decidono di pagare dopo --> Il capitale
sociale va finanziato

Prospetto di variazione del patrimonio netto


Una fotografia specifica di cosa è successo all'insieme dei diritti degli azionisti (aumenti
di capitale, azioni proprie, ...)

Tale documento deve contenere, con separata indicazione, le seguenti voci:

Utile o perdita di esercizio


Proventi e oneri che nell’esercizio sono stati imputati direttamente a patrimonio
netto per effetto di svalutazioni di attività o passività
Gli effetti dei cambiamenti dei principi contabili e la conseguente correzione di
eventuali errori

Nota Integrativa e relazioni


Nota Integrativa
Quel documento che integra tutte le informazioni numeriche dei documenti di bilancio

informazioni alla base della preparazione dei prospetti economici e finanziari


ed i principi contabili utilizzati nella redazione del bilancio
informazioni di dettaglio delle singole voci
informazioni addizionali, giudicate rilevanti per la completa comprensione degli
altri documenti di bilancio

Struttura secondo i principi IAS/IFRS:

dichiarazione di aderenza ai principi contabili internazionali


presentazione dei metodi di valutazione utilizzati per la preparazione dei
documenti di bilancio
richiamo ad ogni singolo principio contabile impiegato
presentazione delle informazioni di dettaglio per le voci riportate nei
documenti di bilancio
eventuali informazioni addizionali

Relazioni
Relazione sulla gestione
Obbligatoria per società di capitali --> L'AD mostra come è andata la società
nell'anno e come andrà --> Lo spiega anche nel contesto, racconta come si aspetta
andranno le cose nei prossimi anni (ti dice anche cosa è successo nei primi mesi del
nuovo anno, prima dell'uscita del bilancio ad aprile), in particolare:

commenta i risultati dell'impresa nel contesto


presenta l'evoluzione attesa della strategia
indica i fatti e gli avvenimenti di rilievo

Relazione dei sindaci


Obbligatoria per le S.p.a. --> Informazioni in merito all'attività dei sindaci, in
particolare:

l'attestazione della partecipazione dei sindaci alle sedute del Consiglio di


Amministrazione
l'attestazione della effettuazione della verifica periodica sulle scritture contabili al
fine di verificare la correttezza delle scritture stesse e la capacità dell'impresa di
far fronte agli impegni presi con la liquidità disponibile
l'approvazione delle modalità di valutazione adottate per le varie voci di bilancio

Se è quotata certificano anche il bilancio --> Che sono stati rispettati i vari principi

Relazione di certificazione
Obbligatoria per le S.p.a. quotate --> Fatta da società specializzate (iscritte ad un
apposito albo, che in Italia è la Consob), firma il responsabile legale della società di
revisione e certifica:

l'oggettiva correttezza delle scritture contabili


la rispondenza ai principi contabili di riferimento
la veridicità delle informazioni contenute nel bilancio

Ci sono delle società di rating (ad esempio per le obbligazioni del governo in Italia
oppure in generale per i titoli delle aziende) (rating es. AAA, B, C, ...)

Prysmian
Società di cavi
Prima produceva una sacco di cavi spendendo meno dei competitor e vendendo allo
stesso prezzo --> Molti soldi in entrata che ha usato per comprare altre società per
ingrandirsi
Ora però il mondo sta cambiando (transizione ecologica) e deve cambiare la sua
strategia
Nuovo piano:
obiettivo di EBITDA = 2 miliardi
Cash Flow intorno al miliardo (dai 559 milioni)
Capex (cioè investimenti) a 2,7 miliardi
ROCE del 25/28% (Quanta ricchezza è in grado di produrre rispetto all'utile totale)
Analisi ad indici
Possono esserci tantissimi indici
Gli indici di bilancio principali sono per tirare fuori informazioni più accurate su 3
aspetti:

equilibrio economico (capacità di generare reddito economico e di remunerare


tutti i fattori produttivi, compreso il capitale di rischio)
equilibrio finanziario (capacità di far fronte alle obbligazioni di natura finanziaria
che si è assunta attraverso le attività (risorse) di cui dispone)
equilibrio patrimoniale (capacità di gestire in modo efficiente il capitale di cui
dispone)

Insieme di indicatori per i tre equilibri:

indici di redditività, per l'equilibrio economico


indici di liquidità, per l'equilibrio finanziario
indici di solidità patrimoniale, per l'equilibrio patrimoniale

Guardare il valore di un indice in un anno non ha senso, perché non esistono valori
soglia assoluti per valutare l'equilibrio dell'impresa --> Va condotta in prospettiva:

inter-periodale (come è variato negli ultimi anni e come varierà nei prossimi)
inter-aziendale (confrontandoli con aziende simili)

Trarre conclusioni dall'indice in un anno o guardando solo la singola impresa non ha


senso

Gli indici sono combinazioni di voci del bilancio (da Stato Patrimoniale, Conto
Economico e Rendiconto Finanziario) --> Le voci di stato patrimoniale cambiano nel
corso dell'anno, sono voci di stock (occorre precisare a che valore ci si sta riferendo,
se di inizio anno, medio o fine anno, di solito si considera alla fine dell'esercizio, perché
tengono conto della storia dell'impresa), mentre le voci di Conto Economico e
Rendiconto Finanziario sono voci di flusso, ovvero tengono conto di tutto e solo ciò
che accade nell'esercizio contabile oggetto del bilancio

Indici di Redditività
Analizzano la profittabilità dell'impresa nei confronti degli azionisti e le determinanti
del risultato economico complessivo dell'impresa
Profittabilità dell'impresa per gli azionisti
ROE = Utile netto d'esercizio/Patrimonio netto
Gli indici di redditività ci fanno capire come sta andando l'impresa (quanto genera
profitti rendendo contenti gli azionisti e da cosa dipende tutto questo)

ROE (Return on Equity) = Indice molto importante, si misura in % e dice quanto


l'impresa rende agli azionisti (indice di profittabilità di più alto livello, perchè dice in
percentuale sul valore dei diritti degli azionisti quanto rende) --> Non è detto che tutto il
10% vada agli azionisti (non tutto va in dividendi), ma può essere investito e quindi
andare comunque nei diritti degli azionisti

Rappresenta il rapporto tra il risultato economico di pertinenza della proprietà


dell'impresa e il valore monetario dei diritti vantati dalla proprietà dell'impresa
Può essere calcolato mettendo al posto dell'utile netto i dividendi, però non indica
quanto va bene l'impresa, perché è una decisione dei soci
Se il ROE è basso gli azionisti non sono invogliati ad investire (troppo rischioso per
investire) --> Inizia ad avere senso se sopra il 10/15%

Determinanti del risultato economico complessivo


Per comprendere la causa del ROE, gli indici vanno a spacchettare il ROE in una serie
di indicatori, detti di Primo Livello, che mostrano perché il ROE ha un certo
andamento rispetto ai competitor
L'utile è l'ultima riga del Conto Economico --> è la ricchezza che si crea tra le varie
gestioni e se guardiamo ad ogni pezzo capiamo da cosa deriva il ROE (gestione
operativa, finanziaria e fiscale)

Contributi:

Utile Operativo = risultato economico


Utile lordo da attività in esercizio = aggiunta delle voci finanziarie
Utile netto d'esercizio = aggiunta delle voci di natura fiscale

Il contributo della gestione operativa è il ROCE (o ROI), che misura la capacità


dell'impresa di far rendere rispetto alle risorse che ha a disposizione (utile investito /
Capitale Investito) (Il capitale investito è il valore delle risorse che l'impresa ha) --> è
molto importante, perché misura quanto l'impresa è brava a rendere dal cuore di quello
che fa
Rappresenta il rapporto fra il risultato economico generato dalla normale attività
dell'impresa (Utile operativo) e il valore monetario delle risorse a disposizione
dell'impresa (Capitale Investito)
Altri indici
r = (oneri finanziari - proventi finanziari) / mezzi di terzi
Rappresenta il costo medio al quale l'impresa remunera il capitale che ottiene da tutti
gli stakeholder dell'impresa (Mezzi di Terzi), al netto dei proventi che da quel
medesimo capitale vengono generati

Gli oneri finanziari sono quanto ha pagato di interesse sui prestiti


I mezzi di terzi sono i debiti che l'azienda ha
r indica il costo medio del capitale che l'impresa sta usando (Quanto costano i debiti)
Gli oneri finanziari nel conto economico compaiono tra parentesi e vanno presi con il
segno positivo
Se l'impresa ha proventi finanziari, qui entrano con il segno negativo
Il costo finanziario (oneri) è stato abbattuto da una gestione finanziaria intelligente
(proventi)

s = si misura in valore assoluto e misura l'impatto della gestione straordinaria e


fiscale
s = utile netto / utile lordo
Di solito è minore di 1, ma può valere più di uno se c'è stata un'attività straordinaria
eccezionale, che ha generato moltissimo
Se vale 1 allora le plusvalenze sono uguali alle tasse
Misura l'effetto delle imposte e l'effetto dell'Utile netto da discontinued operations

Indicatore per l'indebitamento dell'impresa


MT/E = mezzi di terzi / patrimonio netto --> Si chiama anche Rapporto di
indebitamento (o di leva)
Se vale 1 i diritti degli azionisti sono uguali ai debiti
Misura il grado di indebitamento complessivo dell'impresa nei confronti degli
stakeholder, rapportandolo al capitale di pertinenza degli azionisti

Le imprese non sono obbligate a calcolare gli indici, però serve per capire come sta
andando, anche vista dall'esterno
AIDA del PoliMi per vedere i dati delle aziende

Indicatori di redditività: ROI, r, s, MT/E

MT/E = rapporto di indebitamento o leva --> Esprime quanto l'impresa è indebitata

Questi indici si combinano nel ROE --> Fa vedere come va l'azienda nei vari aspetti
La profittabilità dell'impresa per gli azionisti (ROE) si determina da Utile netto
d'esercizio e Patrimonio Netto, che sono il punto di arrivo delle analisi delle
determinanti del risultato economico
Leva Finanziaria
Il legame esistente fra i vari indicatori è detto Leva Finanziaria:
ROE = [ROI + MT/E x (ROI - r)] x s
Mette in evidenza come il rapporto fra il risultato operativo dell'impresa (ROI) e la sua
profittabilità per gli azionisti (ROE) dipenda dall'andamento della gestione finanziaria (a
meno di s)

Tanto più un'impresa si indebita, tanto più gli azionisti guadagnano


Se con l'attività operativa sono in grado di fare un ROI del 10 e pagare i debiti, gli
azionisti guadagnano meno

Più un'impresa si indebita, più r cresce e se capita una crisi il ROI cresce
L'MT/E è un fattore di rischio per l'impresa --> Se le cose vanno bene è ottimo per gli
azionisti, ma se va male va molto male
MT/E amplifica gli effetti della differenza ROI-r

Se però continua ad indebitarsi l'azienda, il costo del debito aumenta (i tassi sono più
alti) e scende il ROE (agli azionisti non conviene)

Se l's cresce (fa tante plusvalenze) non è un segnale molto positivo --> L'analisi di
questi fattore fa capire se un aumento del ROE è una cosa positiva oppure no
Il livello di indebitamento ottimale deve essere scelto dall’impresa in base alla
propensione al rischio del management

ROE indice più importante = motivo per cui l'analisi ad indici indaga nel dettaglio il ROI
Analisi di Secondo livello del ROI:

vdp = ricavi + altri proventi + variazione scorte

Il ROS è l'EBIT sui ricavi = se vale il 10%, vuol dire che su ogni euro che fatturo, tolti
costi operativi, mi rimane il 10 % --> Indice per la redditività delle vendite
Spesso si misura in percentuale --> Indicatore di efficienza
Misura il guadagno dell'impresa derivante dalla sua attività operativa, per ogni
euro di ricavo
Posso aumentarlo aumentando il prezzo, ma non è detto che il valore della produzione
cambi proporzionalmente perché dipende dall'elasticità della domanda per quel bene
Variazioni dell'indice possono essere determinate da cambiamenti delle condizioni
di vendita e del grado di efficienza operativa

Il RA è un indicatore più di efficacia = quanto sei efficace con le risorse che hai a
generare fatturato --> Guarda i volumi delle risorse trasformate in ricavi = Quanto
l'attivo gira (ruota) per generare ricavi
RA = Vdp / Capitale Investito
Variazioni dell’indice sono correlate a modifiche del grado di razionalizzazione
nell’impiego delle risorse nel breve periodo

Scomposizione ROS
Secondo lo schema IAS per natura è possibile valutare l’incidenza percentuale sui
ricavi di diversi fattori produttivi:
Utile Operativo

RICAVI + altri proventi + Δ scorte PF, WIP (f-i) – ACQ - Δ scorte MP (i-f) – LAV –
AMM – ACP = VAL – LAV – AMM - ACP
VAL (Valore aggiunto lordo) = è molto alto per il lusso, anche consulenze o
pizzerie (perché il prezzo è altissimo in confronto a quanto è stato speso per le
materie prime)
ACQ + Δ scorte MP (i-f): consumo di materie prime
LAV: costo del personale
AMM: ammortamenti e variazione del valore delle attività non correnti
ACP: altri costi operativi

Scomposizione RA:

posso calcolare il fatturato diviso il valore delle scorte (se so aumentare il


fatturato senza aumentare le scorte aumento l'RA. devo essere bravo a
pianificare la domanda e ad essere bravo a rispondere alla domanda)
A parità di fatturato posso essere bravo a gestire gli impianti (uso gli impianti ad
una capacità produttiva più alta, ad es produrre più energia elettrica da un solo
impianto per Enel)
Tempo Medio Incasso Crediti (TMIC) = crediti commerciali / vdp (x 365) = viene
in quanto tempo vengono pagati i fornitori

Indici di liquidità
Servono per fare previsioni su cosa succederà nei prossimi mesi/anni
Analizzano:

La solvibilità dell'impresa nel breve periodo


L'equilibrio finanziario di medio-lungo periodo

Il principale indicatore per il breve periodo:


Rapporto Corrente (RC) = Attività correnti / Passività correnti
Rappresenta il totale della cassa che nel giro di qualche mese avrò a disposizione per
ripagare i debiti = In un'azienda buona questo indicatore deve valere almeno 1 (e
l'azienda non avrà problemi di liquidità nei prossimi mesi)
Rappresenta il rapporto tra le risorse che possono trasformarsi in disponibilità
liquide nel breve periodo e i diritti che per loro natura possono essere esercitati nel
breve periodo
RC>1 = Eccesso di liquidità
RC<1 = Difetto di liquidità
Avere un RC troppo alto non serve (perché vorrebbe dire avere molta liquidità che non
fa niente, ma rimane lì ferma)

Si può calcolare un altro indice:


Test Acido (TA) = attività correnti(al netto delle rimanenze) / passività correnti
Ci sono dei casi dove i magazzini di materie prime non si trasformano in prodotti che
vendo nel breve periodo
Per avere un equilibrio di breve positivo il TA deve essere maggiore di 1 (non ho
problemi di liquidità)
Viene utilizzato (in alternativa o affiancato al RC) in particolare quando le attività
correnti e le passività correnti sono individuate facendo riferimento all’orizzonte
convenzionale dei 12 mesi

C'è anche un indicatore per il medio-lungo periodo:


EF(Equilibrio Finanziario)= flusso di cassa netto dell'attività operativa / passività non
correnti
Non è importante che sia entro certi limiti, ma come cambia nel corso degli anni
Un'azienda può avere debiti a lunga scadenza che vengono ripagati nel corso degli
anni
Se questo indice cala andando avanti vuol dire che la stabilità dell'azienda si
indebolisce ed è sempre meno in grado di ripagare i debiti

Indici di solidità patrimoniale


Sono stati costruiti negli anni tanti indicatori che non ci dicono se l'impresa va bene,
ma servono per verificare come si evolve la qualità del patrimonio dell'impresa

Autonomia finanziaria (di fatto correlato al rapporto di leva MT/E) = patrimonio


netto/capitale investito => indica di quale parte hai autonomia (parte del passivo
nei diritti degli azionisti) = più è alto più sono autonomo, se invece è basso ho
molti più vincoli sulle risorse che sto usando (quando devo pagare gli interessi,
ecc.)
Elasticità ai finanziamenti = passività correnti/totale attivo passivo => tanto
più è alto tanto più l'impresa è nelle condizioni di ritrattare le condizioni di
finanziamento = es. se la BCE smetterà di abbassare i tassi sarà molto
importante per un'impresa avere questo indice alto, perché sennò mi porto avanti
questi tassi sfavorevoli senza poter rinegoziare i finanziamenti = avere tante
passività che scadono a breve è un segnale dell'elasticità di rinegoziare il debito e
a volte è un vantaggio

Caso TIM
Come principale attività di business permette di scambiare dati usando i loro servizi e
le loro infrastrutture
Telecom Italia TIM possiede la rete delle infrastrutture con cui vengono condivisi i dati
sul territorio italiano
Storicamente è un'impresa partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze
Oggi Telecom Italia TIM ha già al proprio interno degli investitori istituzionali (player
finanziari rilevanti come fondi) che controllano quote importanti del capitale TIM
Negli ultimi anni c'è stato grande fermento riguardo la governance di TIM, perchè gli
investitori stranieri infastiditi dai risultati economici deludenti di TIM volevano porre
amministratori espressione della loro volontà più che del Ministero dell'Economia e
delle Finanze
Una governance scadente è del fatto di avere entrambi i pezzi del business delle
telecomunicazioni e doverle gestire tutte e due (struttura fisica che si deve evolvere nel
corso del tempo e i servizi di dati e applicativi che si appoggiano su questa rete)
La rete è aperta ad altri operatori per offrire i loro servizi di telefonia e dati
In questi giorni si sta concretizzando la possibilità di separare le due gestioni = TIM
uscirà dalla gestione delle infrastrutture, che verrà scorporata in un'altra società
Questo porterà in TIM molta liquidità da poter investire in altro
Il fondo americano vuole ottenere la gestione della rete fondando una nuova Società
(chiamata NetCo), in cui il Ministero dell'Economia avrà comunque una quota
sostanziosa (perchè si tratta di una rete dati nazionale italiana)

I ricavi rispetto all'ultimo anno di TIM sono scesi dello 0,3%, appena sopra il consensus
degli analisti
Complessivamente ha terminato con una perdita di 2,93 miliardi di euro nel 2022
Dal punto di vista dei dividendi, non può distribuirli
Per poter investire nel miglioramento della rete TIM si indebita tantissimo (ad es. ha
dovuto pagare 4 miliardi per mantenere la rete di comunicazione)
OpenFiber sta mettendo la fibra ottica in tutto il paese (è comunque di TIM e dello
stato)
Il titolo di TIM in borsa sta aumentando, in attesa dell'offerta di KKR (fondo americano)
per creare la nuova società di infrastrutture dati
La somma includerà 10% di debito (risana il debito di TIM) e porterà con sè 20mila
dipendenti TIM
Il Ministero dell'Economia ha stanziato 2,5 miliardi di euro per controllare il 15-20% di
NetCo, perchè viene ritenuta di interesse strategico nazionale
Per aumentare la quota italiana dovrebbe partecipare anche un fondo italiano di
investimento che dovrà versare 1 miliardo circa
Contabilità Interna
Non guarda gli aspetti economico-finanziari nel complesso, ma si concentra sui costi
dell'impresa
E' sinonimo di contabilità analitica o industriale
Management Accounting

La contabilità esterna è pensata per comunicare i dati dell'impresa verso l'esterno


La contabilità interna è un insieme di indicatori e approfondimenti che interessa
sostanzialmente chi lavora dentro l'impresa (AD, manager, responsabili funzionali)

Non c'è nessun principio che dice che deve essere fatta o tenuta nel tempo una forma
di contabilità interna --> Dipende dalla scelta dei suoi manager ed è discrezionale la
scelta di come farla

Le informazioni che considera possono essere relative a prodotti e unità organizzative


Senza contabilità interna non si ha percezione di un aspetto fondamentale
dell'impresa, ovvero i costi che sostiene per funzionare
Non c'è nessuna impresa che può permettersi di non averlo, anche se non è
obbligatorio (Non si ha l'idea di cosa sta succedendo nell'impresa)

ERP = Enterprise Resource Planning (ad es SAP, Oracle) è un software che


gestisce tutti i processi e tutti i dati dell'impresa --> Struttura: Database unico con tutte
le informazioni e poi una serie di moduli che, pescando dal database e aggiungendo
dati, permettono di gestire una parte dell'impresa

Obiettivi contabilità interna:

Avere a disposizione dati elaborati per la contabilità esterna (valore scorte)


Dare, con un focus specifico sui costi, una serie di dati molto più dettagliati che
servono per decidere le scelte nel quotidiano funzionamento di un'impresa
(possono essere riguardo un prodotto, un servizio, quanto costa un processo,
ecc)
Per fare previsioni sulle spese future (budget) = come pianificare le attività del
futuro:
Analisi di profittabilità
Supporto all’elaborazione del budget d’impresa
Outsourcing (esternalizzare una parte della produzione)
Decisioni tattiche di mix, pricing, ecc.
Per valutare il personale (esiste l'MBO, che rappresenta uno stipendio variabile
a seconda della qualità del lavoro fatto, che in molte aziende è legato ad aspetti di
costo)

Questi dati non vanno comunicati all'esterno = Si cerca di non farli uscire dalla società,
perché sono informazioni sensibili

In economia aziendale il Costo è il valore, espresso in termini monetari, del consumo


delle risorse impiegate per il raggiungimento di un obiettivo prefissato
Il costo è il valore delle risorse che l'impresa deve impiegare per un certo obiettivo (che
può essere di vario genere)

Comprendere come si mappano e si distinguono le tipologie di costi dell'impresa


Costi principali:

di prodotto vs di periodo
fissi vs variabili
diretti vs indiretti
storici vs standard
evitabili vs non evitabili (assume rilevanza esclusivamente nel decision-making)

Costi diretti e indiretti


Costi diretti = attribuiti ad un prodotto o a un altro secondo causa-effetto
Costi indiretti = per essere attribuiti a un prodotto devono venire semplificati, perché
non è evidente quanto è stato consumato da un prodotto o dall'altro
(Es. azienda produce maglioni di lana di due tipologie. il costo della lana è un costo
diretto, perché so quanto è andato nel tipo A e quanto nel tipo B. Se l'azienda è
artigianale e le persone fanno a mano i maglioni, il costo di queste persone è ancora
un costo diretto, perché posso valutare quanto tempo impiegano per un tipo o per
l'altro. se, invece, l'azienda è più industriale e usa un telaio industriale, l'ammortamento
annuo del macchinario diventa un costo indiretto, perché non ho un solo oggettivo
criterio per assegnare ad un tipo e all'altro)

Costi di prodotto e di periodo


Costi di prodotto = tutti i costi che l'impresa sostiene per realizzare il prodotto o
servizio che offre (valore delle risorse consumate nel processo produttivo) = es. della
cella fotovoltaica, per la produzione di wafer, celle e moduli
Possono essere divisi in:

Costi di materiali diretti (MD), ovvero le materie prime che si acquistano e che
finiscono nel prodotto che sto realizzando
Costi del lavoro diretto (LD), ovvero gli stipendi degli operai, il cui costo è
direttamente legato al valore del prodotto
Costi indiretti di produzione (OVH), ovvero tutti i costi consumati nel processo,
ma che non sono diretti (es. ammortamenti, costi del lavoro indiretto, costi
dell'energia, materiali consumo)

Costi di periodo = tutti gli altri costi che sono consumati al contorno del processo
produttivo = es fotovoltaico, marketing amministrazione R&D
Categorie:

Spese generali (stipendi di dirigenti e impiegati uffici centrali, ammortamenti di


macchinari/attrezzature/fabbricati non industriali, spese generali di sede -
telefono, missioni, ecc. -, assicurazioni di dipendenti uffici e fabbricati non
industriali, ...)
Spese di vendita (stipendi e spese di viaggio degli agenti di vendita interni,
ammortamento + assicurazioni + spese operative/ di manutenzione automezzi
venditori/distributori, ecc.)
Spese discrezionali (pubblicità, promozione, partecipazione a fiere, corsi di
formazione e aggiornamento, costi legali, attività culturali e ricreative, ecc.)

I costi di prodotto e di periodo entrano in gioco quando si deve valutare il valore delle
scorte
Le scorte sono sempre valorizzate, in euro, tenendo in considerazione solo i costi di
prodotto
I costi di prodotto sono quelli che impattano sull'utile nel momento in cui vendo quei
prodotti che hanno quei costi --> Sono detti anche costi inventariabili
I costi di periodo vengono portati a decremento dell'utile nell'anno in cui li sostengo

Costi fissi e costi variabili


Costi fissi = costi che preso un certo periodo rimangono sempre della stessa
entità indipendentemente da quanto produce l'impresa (es. affitto,
ammortamento)
Costi variabili = varia in modo direttamente proporzionale alle variazioni di
volume produttivo, in un intervallo di tempo significativo, nel breve periodo (es.
materie prime, energia a meno che non sia un contratto flat)

Questa definizione implica la definizione di tre concetti fondamentali:

Orizzonte temporale di riferimento


Relevant range (intervallo di validità)
Volume operativo (variabile indipendente)
Contratto somministrazione lavoro = le aziende hanno bisogno di qualche
dipendente in più e ci sono queste società che li hanno e li "prestano" ad altri. Queste
persone hanno uno stipendio variabile, a seconda di quanto le "utilizzi"

La pendenza della curva dei costi variabili in base a quanto produco in più è detta
Costo Variabile Unitario

Costi totali = Costi fissi + (Costo Variabile unitario x Quantità prodotta e venduta)
Questa analisi può essere fatta nel breve periodo --> Nel lungo periodo nessun costo
rimane veramente fisso (cambio macchinari, stabilimento, ecc.)

Ci sono anche dei costi che sono semivariabili

Costi evitabili e costi non evitabili


Costi evitabili e non evitabili = non sono validi in assoluto:

Evitabili = hanno un valore che cambia a seconda della strada che sto
prendendo (Influenzati da una specifica decisione)
Non evitabili = non influenzati dalla scelta che prendo

Molto spesso i costi evitabili sono fissi e quelli non evitabili sono variabili

Costi storici e costi standard


Costi storici = costi misurati dopo che le cose sono capitate (guardo il mese scorso e
vedo quanto mi sono costate le varie cose) = costi a consultivo

Costi standard = costi previsionali che sosterremo in futuro se le cose vanno come
mediamente stanno andando (condizioni fatte su una previsione ingegneristica in
condizioni di normale funzionamento dell'attività d'impresa)

Costo teorico ottenibile = definito sulla base di informazioni e rappresenta


l'obiettivo di riferimento per la successiva analisi degli scostamenti a consuntivo
Condizioni di normale funzionamento = sono esclusi eventi straordinari che
modifichino in modo rilevante le condizioni al contorno

I costi standard si declinano in:

normali, ovvero quelli che tendi a rispettare


ideali = quasi un obiettivo che ti dai e devi cercare di rispettarlo
raggiungibili

Normalmente le aziende hanno tutti e due i metodi di costo (standard e storici) per fare
previsioni e vedere se sono state rispettate = Scostamento
E’ necessario adeguare i costi standard alle caratteristiche del processo tecnologico

Calcolo del MON


Il modo in cui in contabilità interna si calcola il MON è diverso da come si fa nel conto
economico
A seconda quindi delle diverse classificazioni dei costi utilizzate, è possibile identificare
differenti schemi contabili per il calcolo del MON
Due modi:

Schema "full costing" --> Uso il margine lordo industriale --> Quanto genero
con l'attività operativa del cuore della società (solo processo di trasformazione di
input in output) --> A questo tolgo i costi di periodo
Schema "variable costing" --> Mi concentro sui costi di breve periodo --> MON
= Margine di contribuzione totale (quanto valore creo guardando solo ai costi
che posso modificare nel breve periodo) - Costi fissi

CPI(full manufacturing cost) vs CPA(full cost)

Il calcolo dei costi pieni di prodotto presenta una significativa difficoltà: quella di
attribuire una quota dei costi indiretti ad uno specifico prodotto
Allocazione dei costi:

Criterio causale (associo i costi ai prodotti in base a causa-effetto) = posso


usarlo per MD e LD
Criterio proporzionale = prendo una grandezza (base di allocazione o driver) e
attribuisco gli OVH a questi prodotti in base a quanto hanno consumato di questa
grandezza --> Attribuisco più costi a chi ha consumato di più il driver -> Calcolo il
coefficiente di allocazione (K) per approssimare quanto hanno usato della base di
allocazione

Esistono molti metodi per calcolare il CPI e CPA di un'impresa (metodi di product
costing):

Job Order Costing (alloca i costi diretti secondo causale e gli OVH secondo
proporzionale)
Process Costing
Operation Costing
Activity Based Costing (alloca anche gli OVH come se fosse causale)
Per il CPA devo considerare, oltre a MD LD e OVH, anche i costi di periodo

Job Order Costing


Job Order Costing --> In tutti quei settori dove la produzione avviene per Lotti di
produzione (detti Job)
Il documento fondamentale del Job Order Costing è il Job Order Record, o Job-Cost
Sheet: si tratta della scheda in cui vengono annotate tutte le voci di costo associabili al
job durante la sua lavorazione

Quando il JOC viene utilizzato a consuntivo (per calcolare il reale consumo di risorse),
le voci relative ai costi diretti (M.D. e L.D.) vengono “caricate” sui Job Order Record in
tempo reale
L'allocazione degli overhead a consuntivo viene così effettuata:

1. Si misurano gli overhead realmente verificatisi nel periodo in esame


2. Si allocano tali costi sulla base del valore della base di allocazione

I tipici driver che si usano nel JOC sono:

Costo MD
Quantità MD
Costo LD
Tempo Macchina
Si usano queste grandezze perché sono già disponibili, senza doverle calcolare

Negli anni sono stati formulati altri metodi, oltre al JOC, più precisi
Per cambiare la produzione, bisogna fare il setup del macchinario (deve fermarsi ed
essere modificato per poter produrre i prodotti differenti)
Guardare esempio slide
Con il JOC si attenderà ad attribuire un costo diretto maggiore ai lotti con più
prodotti (il costo del setup non ha nulla a che vedere con la grandezza del lotto)

Activity Based Costing


Viene introdotto il calcolo dei costi per attività (Activity Based Costing)
Per collegare le risorse ai prodotti si usano le attività
Ci si chiede in quale attività si consumano i costi
Parte dai costi indiretti per calcolare il costo delle attività e poi questi ultimi ripartiti tra i
prodotti
Per ogni costo serve un driver e per ogni attività serve un driver
Non basta un unico driver

Passi logici:

1. Identificare le attività che determinano il consumo delle risorse


2. Determinare il costo di ciascuna attività, sulla base del rispettivo consumo di
risorse
3. Identificare gli activity driver per ciascuna attività, ossia le grandezze che
spiegano l'utilizzo di ciascuna attività da parte dei prodotti
4. Allocare i costi delle attività ai prodotti, tramite gli activity driver identificati

Il controllo qualità è un'altra attività in cui consumo costi indiretti, ma che non ha nulla a
che vedere con quanto produco nel lotto

MD e LD vengono trattati allo stesso modo = per causa effetto


Se i costi diretti sono la maggior parte dei costi, fare l'ABC migliora solo una piccola
parte dei conti
Se i lotti sono tutti di stesse dimensioni, non cambia nulla

Domanda orale: in un'impresa che usa il JOC, spiegare perché passare all'ABC
Risposta: Chiedere le dimensioni dei lotti (se sono tanto diverse allora il JOC potrebbe
avere imprecisioni), le attività produttive (se sono più attività anche non legate ai
volumi) e il CPI (quanto è parte dei costi. se è piccolo non cambia molto, ma se inizia
ad essere una percentuale alta allora il JOC cambia molto il risultato)

Mediamente oggi si vedono più ABC che JOC, perché oggi i dati relativi al
funzionamento di un'impresa sono più disponibili e costa molto meno di aggiornarli nel
tempo (Digitalizzazione dei processi aziendali)
Se raccogliere i dati costa meno ed è più facile, far funzionare un ABC diventa meno
oneroso (prima i dati andavano raccolti a mano)
Appiattire il metodo di allocazione dei costi a quelli tradizionali invece che utilizzando
l'ABC porta ad un calcolo errato, soprattutto in processi molto complessi

Se prendo la percentuale degli OVH sui CPI, in molti settori sta crescendo (trend di
servitizzazione dei prodotti = Le aziende di prodotto, per crescere, non possono più
vendere il prodotto e basta, ma deve vendere il servizio associato a quel prodotto)

La scomposizione dell’impresa nelle sue attività può avvenire solo grazie ad una
approfondita conoscenza dei processi e della struttura aziendale. Il risultato di tale
scomposizione consente di tracciare la mappa delle attività
Nella definizione delle attività occorre dal punto di vista pratico soffermare l’attenzione
sulle attività più significative, in termini di frequenza con cui si svolge un’attività e in
termini di consumo di risorse nel corso del suo svolgimento
La scelta del grado di profondità e dettaglio non può essere definita a priori, ma
dipende dai fabbisogni informativi di chi è chiamato a svolgere una qualche attività di
direzione

Spesso le aziende si limitano a calcolare i costi delle attività nell'ABC, senza arrivare ai
costi dei prodotti, che vengono calcolati con altri metodi
Questo metodo si chiama Activity Based Management (ABM)
Strategia d'Impresa
Tre livelli decisionali: strategia, investimenti, comportamento dell'impresa

Negli anni passati per strategia si usava il termine "Piano industriale" in cui
specificavano cosa avrebbero fatto nei 3 anni successivi
Ora c'è una tendenza a dare degli slogan per sintetizzare il contenuto del piano
strategico

Uno dei fondatori di questa scuola di pensiero è Michael Porter (professore di Harvard
negli anni 80)
Le grandi società di consulenza fanno revisione dei bilanci e poca consulenza
strategica (più consulenza operativa e applicativa)
Poi c'è un altro mondo di società di consulenza che vengono dal mondo dell'IT e della
tecnologia

Alfred Chandler = la strategia è la Determinazione delle finalità e degli obiettivi di


lungo periodo di un’impresa e attuazione delle line di condotta e allocazione delle
risorse necessarie alla realizzazione di tali obiettivi (ovvero stabilire nel lungo periodo,
tipo 3 o 5 anni, quali sono i macro-obiettivi che si vogliono raggiungere e poi la
definizione delle azioni per arrivare a quegli obiettivi)

Quinn = Non c'è una strategia che vale in assoluto, ma si cala in uno specifico
contesto e deve cogliere le opportunità del momento. Per essere una buona strategia
deve essere adatta all'azienda e a cosa sa far bene e deve cercare di coprire le sue
debolezze
La strategia definisce il quadro entro cui tutti si devono muovere

Michael Porter = è il padre della strategia intesa come competizione --> Alla fine la
strategia non è altro che un modo per definire di essere meglio dei competitor -> Lo
scopo della strategia è creare un vantaggio competitivo e grazie a questo saremo più
capaci di rendere felici gli azionisti nel tempo
La strategia è ciò che ti permette da qui nei prossimi anni di avere un vantaggio
rispetto ai competitor

Grant = la strategia serve a metterti in una posizione di vantaggio rispetto ai


competitor e definisce le azioni da compiere per arrivare al vantaggio

La strategia è un insieme di poche e importanti scelte che hanno alcune


caratteristiche:
impattano non solo nei prossimi mesi, ma hanno un impatto molto in là nel
tempo. Generano dei risultati nell'arco di svariati anni
per essere attuate richiedono grandi investimenti (non sono decisioni prese
dalla sera alla mattina)
sono difficilmente reversibili (se ho deciso di andare in una direzione, cambiare
strategia non è semplice e richiede, oltre che molto tempo, grandi spese)
cerca di massimizzare il valore che l'impresa crea per i suoi azionisti

Qualsiasi azienda quotata, per vedere la sua strategia basta andare sul sito e in
investor relations troviamo il pdf della strategia
Poi si trova il comunicato stampa per i giornalisti in cui si riassume la strategia per
pubblicare gli articoli sui giornali

Non è solo un tema di comunicazione ai mercati. Senza strategia nessuna impresa


può competere nel mercato. Senza strategia i vari pezzi dell'impresa procedono senza
un orientamento che li guida.

Es.
Analisi strategica Seta S.p.a.

approfondire i problemi della logistica


analizzare i costi produttivi della società e confrontarli con quelli dei competitor
Possibile strategia: Passare dal B2B al B2C (passare da vendere alle aziende a
vendere ai clienti finali che comprano prodotti di Seta Spa)
Bisogna capire se il calo delle performance è dovuto ad una domanda
complessiva in calo oppure sono problemi interni
Magari la nostra analisi ci porta ad evidenziare cause anche politiche che riduco
la capacità di vendere prodotti di quel tipo in certi luoghi (estero)

Per l'analisi strategica bisogna guardare sia l'interno che l'esterno (che opportunità
esistono e che minacce si stanno presentando)

Per il piano strategico le aziende definiscono:

Mission (descrizione di cosa l'impresa intende fare per massimizzare il valore


economico degli azionisti)
Vision (aspirazione dell'azienda se il piano strategico dovesse funzionare)
Questo è il punto di partenza per ogni piano strategico
Ogni startup definisce la mission e la vision per far vedere l'idea futura

Oggi le aziende cercano sempre più di elaborare mission che parlano più al cuore dei
clienti che agli azionisti
Un grande valore che la strategia ha è dare un senso al lavoro delle persone
nell'impresa --> Valori e ideali che ha l'azienda e che vuole mantenere

Es.
Microsoft - "Empowering any individual and any organization on the planet to achieve
more"
Moleskine - "Enabling the sharing of creativity and knowledge"

Analisi Esterna e Interna


Esterna: Settore, contesto, ambiente
Interna: Risorse e competenze
Cosa l'azienda sa fare bene

Modello delle 5 forze competitive per analizzare il contesto (messo a punto da


Porter)
Modello della catena del valore per analizzare cosa l'impresa sa fare bene (analisi
interna)
Analisi PEST per l'esterno

SWOT = è una matrice divisa in 4 quadranti (slide 43). In ogni cella di solito non ce
ne sono più di cinque (considerare solo quelle più importanti).

Nei progetti far vedere il modo giusto di usare la SWOT (ovvero dire la strategia giusta,
che fa leva sui punti di forza per cogliere le opportunità e mette una pezza ai punti di
debolezza per evitare che le minacce causino problemi per gli azionisti)

Usare questi aspetti in modo più progettuale (intendiamo creare l'azienda per avere
quei punti di forza, ma soffrirà di quei punti di debolezza, ecc.)
La strategia deve poi diventare progetti da fare (es. nuovi impianti, nuovi prodotti,
ecc.) --> Scegliere quali fare subito, quali fare tra un anno, ecc.
Gli indicatori servono a capire quando conviene fare questi progetti per attuare la
strategia
Infine questi progetti devono essere monitorati, pianificati e controllati

Analisi esterna e analisi interna


Modello delle 5 forze di Porter per l'analisi esterna
Modello della catena del valore per l'analisi interna
Modello PEST per l'analisi esterna = usato insieme a Porter

5 forze competitive di Porter


Serve per esaminare nello specifico il settore in cui si inserisce l'impresa, in cui
compete
L’attrattività di un’area di business è tanto più elevata quanto minore è il grado di
competizione in senso lato nell’ambito dell’area stessa

Es.
Di Ferrari sono tutti gli altri produttori di auto di lusso del mondo (non è un mercato
italiano o europeo, ma deve essere considerato a livello globale)

Si è concentrato sul comprendere come le caratteristiche del settore influenzino la


redditività media dell'impresa (ROE)
Il ROE medio delle imprese in un settore dipende dalle caratteristiche del settore
Il ROE medio delle imprese di un settore si chiama anche Attrattività
Modello delle 5 forze competitive => Ci sono 5 macro-forze che influenzano
l'attrattività
Più c'è competizione in un settore meno capitale viene generato (più bassa
l'attrattività)
Più è alta ciascuna delle 5 forze competitive, più è alta la competitività e più è bassa
la redditività media (attrattività)

Rivalità interna = chi fa il nostro stesso mestiere vendendo i nostri stessi prodotti
Ma ci sono anche altri fattori:

Le aziende competono con i propri fornitori (negoziano con loro le condizioni di


acquisto dei beni e competono per avere le condizioni più favorevoli)
Competono con i loro clienti
Competono con potenziali aziende non ancora entrate nel settore (se ci sono
settori con grande minaccia nuovi entranti la competizione è più alta)
Competono con i prodotti sostitutivi (se ci sono altri prodotti che i clienti
potrebbero preferire al mio alza la competitività)
Analizzando le forze competitive e come stanno andando nel tempo siamo in grado di
individuare le cose positive e le minacce per la mia strategia
Ad esempio negli appalti c'è tanta competizione con i clienti (perché c'è un solo cliente
e tanti che vogliono vendere a lui)

Rivalità Interna
La rivalità interna può dipendere da:

Numero di imprese che operano nel settore (più imprese più rivalità, si può
considerare l'IC, che considera quanto del mercato è nelle mani delle prime n
aziende)
Tasso di crescita del mercato (se cresce tanto c'è meno competizione diretta)
Differenziazione dei prodotti (se il prodotto è unico, la competizione è bassa,
quindi è un'opportunità grandiosa differenziare i prodotti)
Costi di conversione o switching costs (se cambi il prodotto bisogna affrontare
dei costi di conversione, ad es elettrificazione auto, che se sono alti riducono la
competizione; se sei un produttore di auto e devi cambiare il fornitore dei
componenti i costi di conversione possono essere elevati)
Incidenza costi fissi
Barriere all'uscita (presenza di impianti specializzati, problemi di immagine,
interdipendenze strategiche, vincoli politici o sociali)

Nel settore in cui entriamo dobbiamo capire se la rivalità aumenta o diminuisce

Mappa competitiva a due variabili che mostrano i competitor diretti in base a due
caratteristiche (sui due assi)

Competitor Indiretti
Competitor indiretti sono aziende che non vedi nella mappa competitiva, perché non
offrono servizi simili a te, ma offrono un prodotto che potrebbe soddisfare le medesime
esigenze (più ce ne sono più è alta la competizione)

E' difficile capire quali sono i prodotti sostitutivi e quanto influiscono sulla mia offerta
E' più che altro per stare attenti ai cambiamenti nel settore (dare un occhio anche a chi
offre cose diverse ma che potrebbero soddisfare le stesse esigenze)

Elasticità della domanda:

Se è molto elastica al prezzo ci sono prodotti sostitutivi favoriti nell'area di


business
Se è anaelastica un aumento del prezzo porta a riduzioni insignificanti della
quantità venduta

Competitor Potenziali
Competitor potenziali = tanto più è alta la minaccia di nuovi entranti tanto più c'è
competitività
Bisogna guardare quanto sono significative le barriere all'ingresso (che possono
rendere l'ingresso più difficile per gli altri):

Fedeltà del prodotto (ci sono settori in cui sei protetto dall'ingresso dei nuovi
competitor perché i clienti sono affezionati al tuo prodotto e al tuo brand)
Fabbisogno finanziario (alcuni settori in cui per iniziare bisogna mettere subito
un sacco di soldi)
Costi di conversione (i clienti dovrebbero sostenere costi enormi)
Accesso ai canali di distribuzione (se vende alle grandi catene di distribuzione
il canale è saturo)
Svantaggi assoluti di costo (es presenza di coperture brevettuali)
Vincoli istituzionali (es licenze)
Economie di scala (all'aumentare della scala di produzione dell'attività, costerà
meno singolarmente)

Qualsiasi attività economica ha una sua Dimensione Ottima Minima (DOM), che è la
scala produttiva in corrispondenza della quale ho il minimo costo per produrre
quell'attività
Es.
Nel mondo delle auto la DOM è circa a 7 milioni di auto all'anno

Oltre la DOM, la curva risale -> Hai dei fattori che controbilanciano l'effetto scala
Cause dell'economia di scala:

costi fissi più distribuiti


approvvigionamento delle materie prime
se produco di più passerò ad impianti ottimizzati per volumi più alti
specializzazione della manodopera

Non tutti i settori hanno la stessa intensità delle economie di scala


Ci sono settori in cui la DOM è molto elevata rispetto al numero di prodotti venduti -->
quanto più la DOM è elevata in confronto alla dimensione del mercato tanto più è
rilevante l’effetto barriera
Economie di apprendimento, simili alle economie di scala
L'aumento di quantità prodotta cumulata determina una graduale riduzione dei costi
dovuta all'accumulazione di esperienza e di competenze tecniche
Dipende dal numero di prodotti realizzati dall'impresa nel corso degli anni

Non va tuttavia sottovalutato l’effetto delle reazioni attese da parte delle imprese
presenti nell’area di business. Se i potenziali entranti sono scoraggiati dalla tradizione
di risposte dure da parte delle imprese dell'area di business, allora l'area risulta più
protetta --> Le risposte si concretizzano in:

incrementi consistenti dell'offerta, con l'utilizzo di capacità lasciate volutamente


insature
parallele riduzioni temporanee dei prezzi

Potere contrattuale verso i clienti/fornitori


Guardare anche quanto è faticoso contrattare con i clienti e contrattare con i fornitori
Competizione allargata che deriva dalle relazioni con clienti, fornitori, potenziali
entranti e prodotti sostitutivi

Potere contrattuale dei clienti = i clienti sono anche dei competitor, perché ci
impongono il loro potere negoziale nella trattativa, perché decidono se comprare e a
che prezzo
Se i clienti hanno alto potere contrattuale per imporci le loro condizioni, dobbiamo
abbassare i prezzi e avere ricavi più bassi e influisce su tutti gli indici e parametri
Per calcolare la pressione competitiva dei clienti si analizzano dei fattori:

Concentrazione relativa (se entri in un settore in cui i clienti sono molto meno
dei fornitori, il potere contrattuale sarà dalla parte dei clienti, un caso limite è il
monopsonio)
Caratteristiche del prodotto:
se i prodotti sono poco differenziati (se un settore ha un prodotto sempre
uguale, il potere negoziale sta dalla parte del cliente, perché ha tanti altri
fornitori che offrono la stessa cosa e sono pronti a soddisfarlo)
costi di conversione bassi (se per il cliente passare ad un altro comporta
costi elevati, ha un basso potere contrattuale)
prodotti che hanno un impatto sulle prestazioni finali del prodotto in cui è
inglobato (B2B, cioè i prodotti intermedi, prima di arrivare al prodotto finale =
se ha un ruolo importante nel prodotto finito il potere contrattuale è nelle
mani delle aziende che fanno i prodotti intermedi)
Caratteristiche del cliente:
se il cliente ha la capacità di integrarsi a monte (capacità di mettersi lui a
produrre le componenti che gli stanno fornendo) ha un alto potere
contrattuale
quanto il prodotto pesa sul valore finale dell'oggetto (quanto pesa sul
costo finale)
se dispone di informazioni dettagliate sul prodotto

Anche i fornitori hanno un potere contrattuale, perché possono imporre condizioni a


cui devi comprare i loro servizi
Fattori del potere negoziale dei fornitori sono simmetrici a quelli dei clienti perché
l'impresa è cliente dei propri fornitori

Dinamicità della rivalità


L’intensità della competizione all’interno di un settore varia nel tempo a seguito di
diversi eventi (fasi della "vita" del settore) => Curva ad S di vendite nel tempo (nella
fase di incubazione il settore sta partendo, poi ha una fase di crescita, poi la maturità
e in seguito il declino; in incubazione e crescita c'è più redditività, mentre verso
maturità e declino c'è più competitività)
ad esempio:

Quando un settore raggiunge la maturità, il suo tasso di crescita diminuisce,


causando un aumento del grado di competizione e conseguente la riduzione dei
profitti;
Un’acquisizione può introdurre nel settore un player molto diverso da quelli
esistenti;
Una innovazione tecnologica può modificare radicalmente l’intero contesto
competitivo.

L'analisi di Porter fornisce uno schema semplice ma efficace per l'analisi della
concorrenza di un settore:

individua le caratteristiche strutturali rilevanti di un settore


analizza il grado di redditività del settore e prevede l'andamento futuro
identifica minacce ed opportunità che nascono dall'evoluzione delle
caratteristiche strutturali

Analisi PESTEL
Political (Cambi del contesto politico)
Economic (ad es i tassi di interesse, inflazione, tasso di disoccupazione)
Social (ad es fattori demografici, legati alle competenze delle persone, educativi)
Technological (discontinuità della batteria di Toyota che per chi non ce l'ha è un
enorme minaccia, come anche nuove tecnologie che emergono che possono
rappresentare nuove opportunità da cogliere)
Environmental (nuove normative che impongono una riduzione delle emissioni, dal
2024 l'UE impone per le aziende di aggiungere al loro bilancio un "bilancio
ambientale")
Legal (quanto durano le cause, aspetti legati alla proprietà intellettuali)

Analisi Interna
Catena del Valore (VALUE CHAIN): rappresentazione schematica delle attività che
l'impresa svolge divise in due parti:

Attività primarie (quelle che concorrono a generare valore diretto per il cliente):
Logistica in entrata: attività associate al ricevimento, immagazzinamento,
trasporto e distribuzione dei materiali in input al processo di trasformazione
Operations: attività che costituiscono il processo di trasformazione degli
input in prodotti finiti
Logistica in uscita: attività connesse all’immagazzinamento del prodotto
finito e alla distribuzione ai clienti
Marketing e vendite: attività finalizzate a far conoscere il prodotto ai clienti
al fine di indurre all’acquisto
Servizi: ad esempio installazione, assistenza tecnica post vendita, fornitura
Attività secondarie o di supporto (Quelle che non producono valore diretto
riconoscibile dal cliente, ma che servono per le attività primarie):
Acquisizione degli input: attività connesse all’acquisizione di tutti gli input
Gestione delle risorse umane (recruitment e gestione dei talenti): attività di
selezione, assunzione, formazione, sviluppo ed incentivazione del personale
Sviluppo delle tecnologie: attività di ricerca e sviluppo, di
ingegnerizzazione
Attività infrastrutturali: quali la direzione, l’amministrazione, la finanza, la
gestione della mensa aziendale, …

Il modello generale deve essere customizzato, perché non tutte le aziende hanno tutte
quelle attività primarie (invece le secondarie non cambiano molto di solito)

La catena del valore serve per mappare le attività dell'impresa per chiedersi, rispetto
ad aziende simili, dove sono i punti di forza o di debolezza (individuarli, per esempio
capendo come li gestisco)
Ci sono vantaggi e svantaggi confrontando la catena del valore con quella dei
competitor
Es.
Le imprese giapponesi di automotive che hanno invaso il mercato usa perché erano
capaci di andare sul mercato con nuovi modelli molto più rapidamente dei competitor
americani, più lenti a realizzare nuovi modelli

Es.
La catena del valore dei magazzini dei supermercati è collegata molto bene a quella
dei fornitori di prodotti (se finiscono le scorte partono subito gli ordini verso i fornitori e
in poco tempo arriva la merce sullo scaffale)
Questo è solo recentemente, perché decenni fa i magazzini dei supermercati erano
enormi e pieni di merce, ma poi la catena del valore dei fornitori (primo Barilla) si è
collegata benissimo con quella dei supermercati (Barilla aveva fatto con Esselunga)

Per ogni attività si confronta se è più efficace o meno rispetto ai competitor e ritorna
una fotografia di come sono le attività dell'azienda
Punti di forza o di debolezza possono essere generati dalle scelte fatte in termini di
livello di integrazione verticale, ovvero di quanta parte delle attività complessive è
svolta in house e quanta delegata all’esterno (outsourcing).

La catena del valore di una startup che deve ancora nascere serve per spiegare dove
vediamo i punti di forza della nostra impresa (dove abbiamo intenzione siano i punti di
forza, mentre quali aspetti crediamo siano delle debolezze)
Schematizza i punti di forza su cui puntare per la strategia e i punti di debolezza per
poterli appianare

People management (Risorse umane)


Dire su quale aspetto puntare della catena del valore
Ci può essere un punto di debolezza nel come colleghiamo la catena del valore con
quella dei fornitori o quella dei clienti (confrontare come ci connettiamo con le value
chain degli altri)
Può esserci un punto di forza non in una singola attività, ma in come ci connettiamo
con i fornitori e con i clienti

Grado di integrazione verticale dell'impresa = quante fasi dell'intera value chain del
settore un'impresa sceglie di controllare e presidiare. Ci sono aziende che si
concentrano su una fase molto stretta della catena del valore del settore, altre invece
che lo fanno su molte fasi della catena
Integrazione a valle (se fai quello che facevano i clienti) o a monte (se fai quello che
facevano i fornitori)

Es:
Luxottica ha deciso di aumentare le fasi controllate della catena del valore,
acquisendo Essilor, produttore di lenti per occhiali
Apple è molto specializzata verticalmente, perché in autonomia svolge solo la
fase di design del prodotto
Apple ha deciso di integrarsi a valle (integrazione verticale verso il basso) quando
ha aperto gli Apple Store

Vantaggi (Possibili differenziali positivi):

Minori costi di approvvigionamento e trasporto


Fornitura dedicata (tempi, qualità, ecc.)
Riduzione pressione da fornitori/clienti
Economie da processi congiunti (fare processi uniti conviene)
Integrazione degli utili (integro gli utili di chi faceva quello per me)

In generale non contano tanto gli utili, ma gli altri fattori per l'integrazione

Svantaggi (Possibili differenziali negativi):

minore efficienza rispetto al fornitore (godo di minori economie di scala)


scarsa motivazione all’innovazione (diversamente da cosa faceva il fornitore,
perché faceva più ricerca e sviluppo per quello che vendeva)
minore flessibilità
maggiore capitale investito

Siamo capaci di evidenziare le opportunità da cavalcare e le minacce che ci arrivano


dal mondo esterno
Per noi l'analisi interna è cosa vogliamo far eccellere nella nostra società

Matrice SWOT
Prendere l'esito delle due fasi di analisi (interna ed esterna)
Più riusciamo a dimostrare questi aspetti con dati empirici, più è solida la nostra
strategia

Una strategia è buona se è connessa alle opportunità e alle minacce


Dopo siamo pronti a dire come saremo pronti a competere nei prossimo 3 o 5 anni.
Come ci proponiamo di creare più valore nei prossimi anni

Due tipi di strategie:

una strategia che cerca di ottenere vantaggio sui competitor puntando sul
costo (non stare troppo ad impazzire sull'unicità del prodotto che offro, ma sul
livello di efficienza nella sua realizzazione, abbassando i prezzi) (es. Prysmian ha
puntato tutto su questa strategia, vendendo un prodotto uguale ai competitor ma
a prezzi più bassi) (es. anche Marchionne ha provato questa strategia,
migliorando i costi per le macchine FIAT)
una strategia che cerca di ottenere vantaggio sui competitor puntando
sull'attrattività (es. Prysmian e FIAT ora stanno iniziando ad usare una strategia
di questo tipo) (Fare un prodotto unico e convincere i clienti a pagare per quel
differenziale. Queste aziende puntano a fare il prodotto migliore e convincere i
clienti a pagare di più per questo prodotto o servizio migliore dei competitor)

Differenziali Competitivi
Differenziali di costo (misurano l'efficienza dell'impresa nello svolgere le proprie
attività):

Puntare sulle economie di scala o di apprendimento


Cercare di integrarsi verticalmente verso quei servizi che sono importanti
Cercare di far funzionare gli impianti più a saturazione (es. le imprese di energia
fino a poco fa cercavano di usare tutti i loro impianti produttivi al massimo per
produrre di più e vendere a meno)
Localizzazione (per alcuni prodotti che sono sempre uguali, ma che hanno
grandi cambiamenti a seconda di dove sono locati gli impianti, per i costi di
trasporto)
Fattori istituzionali (ad es agevolazioni, dove ci sono tante risorse per favorire lo
sviluppo della società)

Differenziali di attrattività (misurano l'efficacia dell'impresa nello svolgimento delle


proprie attività e sono finalizzati a rendere il prodotto in qualche modo unico agli occhi
del cliente):

Qualità, ovvero le performance o la conformità del prodotto al suo utilizzo


Tempestività, ovvero in termini di tempo di consegna, oppure la Puntualità (es.
nella componentistica per auto molti fornitori avevano un vantaggio perché
consegnavano il componente da montare un minuto prima che dovesse essere
montato. Ovvero arrivare a consegnare il prodotto o servizio esattamente nel
momento in cui ce ne è bisogno), oppure Time to market (quanti nuovi modelli si è
in grado di mettere sul mercato)
Servizio, che può essere incorporato, cioè non scindibile dal prodotto (ad
esempio, i cibi precotti) oppure complementare (ad esempio, garanzia di
assistenza, modalità di finanziamento, ...) (servizi che completano il prodotto)
Varietà (quanto il tuo prodotto è personalizzabile sulle esigenze dei clienti, senza
offrire un prodotto standard a cui si deve adattare)
Immagine (percezione del brand, che determina un elemento di unicità rispetto
agli altri)

Nella strategia da cosa dipende la nostra attrattività? è da un servizio che offriamo, da


un'immagine che offre certi valori. Oppure non offre nulla di distintivo, ma più efficiente.
Oppure sono combinati i due aspetti.
C'è una seconda dimensione da considerare: quanto decidiamo di essere focalizzati
o meno

Strategia di Business Unit


Strategie generali:

Leadership di costo = fa leva su effetti di scala e quindi su una politica di pricing


aggressiva che permetta di guadagnare rilevanti quote di mercato --> Il rischio è
che l'innovazione tecnologica possa annullare la fonte dei differenziali di costo
Differenziazione = fa leva sulla percezione di unicità del prodotto/servizio offerto
e spinge al riconoscimento di un premium price elevato --> Una differenza di
costo eccessiva nei confronti dei competitor può minare gli effetti di brand
Focalizzazione = si concentra su un gruppo di clienti e si pensa a prodotti per
quei clienti (oppure su una particolare area geografica o al segmento di prodotto)
--> L'ingresso di nuovi competitor può rapidamente erodere la profittabilità del
segmento

Per l'avvio di una startup conta se capiamo quali sono i segmenti a cui interessa il
nostro servizio e bisogna partire da lì (Strategia Focalizzata)

Dopo aver messo a punto le idee su come competere nei prossimi anni, bisogna
scegliere i progetti più convenienti per come sviluppare l'attività nel futuro e come
mettere in pratica ciò che si è trovato con l'analisi
Poi questi progetti vanno pianificati e gestiti
(Le startup hanno una strategia monobusiness)

Quando un'azienda è divisa in più ambiti, questi possono essere gestiti con un blocco
unico o con tante società controllate
La strategia non è solo come competere nei vari ambiti, ma anche in quali ambiti
applicare la strategia (in quali SBU rimanere o uscire)
Questa è la strategia corporate
Le varie strategie vanno scelte prima in base al business e poi nei vari aspetti
(strategie funzionali)
Quando ho un portafoglio di business diversificato dipende se è:

correlato (se tra i prodotti e le cose che faccio ci sono tante sinergie o
comunanze. es. Enel ha un portafoglio diversificato correlato, perché tutte le
società controllate si occupano dell'energia)
conglomerale (se sono prodotti totalmente separati)

Resistono ancora aziende che fanno diversi ambiti, anche se la tendenza oggi è di
focalizzarsi in un ambito

Portafoglio Conglomerale
Vantaggi:

effetto banca (è probabile che in un business si generi cash flow che posso
usare in un altro business)
migliore utilizzo delle risorse umane (posso spostarle da un business all'altro
senza ogni volta andarle a cercare sul mercato del lavoro)
diversificazione del rischio (se perdo in uno, posso recuperare da un altro)
condivisione delle attività comuni (soprattutto infrastrutturali) (es. bollettini,
pagamenti, stipendi, ecc.)
Svantaggi:
diventano aziende molto complesse, perché i vari pezzi fanno attività molto
diverse
hai persone con culture differenti che fanno cose diverse con anche temi politici
(gente che chiede soldi e gente che li deve dare)

Tanto più il mondo cambia rapidamente, tanto conviene essere focalizzati (pesano più
gli svantaggi di un conglomerato)
Sopravvivono in alcune culture (es. Giappone) in cui c'è una cultura del lavoro molto
militaresca, per poter gestire aziende con grandi differenziazioni sotto una stessa guida

Portafoglio correlato
Vantaggi:

condivisione delle risorse (posso anche sfruttare economie di scala maggiori)


condivisione delle competenze
somiglianza dei mercati
Svantaggi:
maggiore rischio (perché non posso bilanciare il rischio)
maggiore complessità gestionale
Negli ultimi anni le società di consulenza hanno messo a punto strumenti molto
comodi, le Matrici di portafoglio. L'idea è di mappare il portafoglio di business di
un'impresa, con ogni business descritto come attrattività e posizione competitiva
dell'impresa in quel business
Ogni società di consulenza ha il suo modo di calcolare le matrici
Obiettivi dell'analisi:

Supportare la scelta del portafoglio prodotti dell'impresa


Analizzare i possibili differenziali competitivi derivanti dalla gestione di un
portafoglio di Business Unit
Identificare le linee guida per la definizione delle strategie a livello di singola
Business Unit

Matrice BCG
Attrattività in base al tasso di crescita per semplicità (la soglia era al 10% di
crescita annua, oggi è al 4%, perché un business che cresce tanto cresce del
5/7% all'anno)
La posizione competitiva descritta come Quota di mercato relativa (Quota di
mercato dell'impresa / Quota di mercato dell'impresa più grande, e la soglia è 1)

COW: Se sono sotto la soglia del tasso di crescita, ma leader del settore, si tratta di
Mucca da soldi: genero tanti utili ma il mercato cresce poco, quindi devo investire poco
e genero tanta cassa.
STAR: Se sono leader in un settore che cresce tanto, devo anche investire tanto (per
rimanere leader del mercato). Hanno poco cash ma danno brillantezza al bilancio
DOG: Se la quota di mercato è bassa e il mercato non è attrattivo, conviene uscirne
(venderli oppure smettere di investire e aspettare che si esauriscano da soli) -> Può
essere interessata un'azienda che lo fa diventare un cash cow (perché viene comprato
dai leader del mercato)
Se ho un tasso di crescita alto, ma ho una quota bassa, mi conviene investire i soldi
del cash cow, da investire per cercare di diventare leader del settore (quindi Star)

Circolo virtuoso: da cash cow a Question Mark a star, per tornare cash cow
Valutazione dei progetti di investimento
Un progetto di investimento è caratterizzato da un impatto temporale di lungo
periodo, un effetto economico significativo e da difficile reversibilità
Sono tutte le decisioni che generano un impatto nel lungo periodo, spendendo molte
risorse per realizzare il progetto e quindi una volta che le ho deciso è difficile tornare
indietro

Capitale investito = Capex


Si spera che investire queste cifre generi entro qualche anno molto più di quanto si è
investito
NCF(t) = Flusso di cassa netto (ossia differenza tra i flussi di cassa in entrata e quelli
in uscita) -> Andamento nel corso degli anni
Il valore del progetto di investimento risulta dalla sommatoria di NCF(t)
In economia non è possibile sommare flussi di denaro che si verificano in momenti
diversi nel tempo, per tre ragioni:

Perché il potere d'acquisto del denaro cambia (se l'inflazione è positiva, il


denaro perde potere d'acquisto) = se l'inflazione è al 2% i sistemi economici
funzionano correttamente
Se disponi già oggi di una certa quantità di denaro, puoi investirla in qualcosa
che può generare un certo interesse (il tempo ha un valore economico)
Fattore rischio (i soldi oggi sono certi, se dati domani non sono certi)

Il management è tenuto a decidere quali di queste idee perseguire, che se attuate nel
tempo permettono di realizzare il piano strategico
Il modo più intuitivo è quello di spiegare le entrate e uscite di cassa
L'uscita di cassa principale è quella all'inizio del progetto (definita I(t)), mentre poi i
flussi di cassa anno per anno sono gli FF(t)
Questi flussi di cassa sommati devono ridare almeno l'uscita iniziale
Ma non è possibile sommare flussi di cassa in tempi diversi

Devo introdurre un correttivo per sommare i NCF(t) = Attualizzazione o sconto dei


flussi finanziari
Devo introdurre una funzione di equivalenza che li renda sommabili

Come trovare la funzione di equivalenza:


Mettiamoci in una situazione in cui non esiste rischio o inflazione
i = tasso di interesse risk free se dovessi investire ora
Coincide con tassi di interesse garantiti da investimenti certi (a rischio nullo), come
ad esempio i titoli di stato (solitamente quelli più affidabili). Anche in questo caso non
è proprio a rischio zero, ma si fa più una stima in base ai massimali del mercato,
perché il rendimento della singola emissione è influenzato dal bilanciamento tra
domanda e offerta

Concetto di attualizzazione
Sotto queste ipotesi il valore tra 1 anno di un ammontare di denaro X0 disponibile oggi
sarà pari a: X1=X0+X0xi=X0x(1+i)
X0=(Xt)/((1+i)^t)
1/((1+i)^t) è detto Coefficiente di attualizzazione

L'operazione inversa è la capitalizzazione


Xt=X0 x (1+t)^t

Se consideriamo anche l'inflazione, modifichiamo il coefficiente di attualizzazione


includendo il tasso di inflazione
Per considerare il fatto che il denaro ha un valore che varia (diminuisce) nel tempo, è
necessario modificare il coefficiente di attualizzazione includendo al suo interno
anche il tasso di inflazione annuo µ

Devo considerare anche il fattore rischio, perché rende i flussi di denaro futuri stimati
incerti
Al crescere del rischio, ci si aspetta un rendimento minimo che cresce rispetto al caso
senza rischio (si chiede non solo che ricopra il tasso e l'inflazione, ma anche un delta
rendimento come premio per il rischio)
La curva della percezione del rischio cambia a seconda di ognuno di noi
C'è anche la propensione al rischio (chi pur di avere dal rischio dei benefici psicologici,
rinunci al rendimento)
Esempi alla slide 11

I progetti di investimento sono le iniziative concrete dell'impresa per realizzare nei


fatti le linee della strategia
Quindi è una scelta che l'impresa è tenuta a fare, che può essere presa non sono
dall'AD, ma anche da manager in autonomia

Esistono una serie di indicatori per capire se uno specifico progetto conviene
Posso capire quali vale la pena attivare e quali no, oppure quelli da attivare in futuro

Possiamo quindi calcolare il primo indicatore fondamentale, l'NPV (Valore Attualizzato


Netto, VAN), che è la somma di tutti i flussi di cassa netti che noi stimiamo che il
progetto generi se decidiamo di intraprenderlo
Trovo un indicatore in euro che ci dice quanto valore economico stiamo generando
con quel progetto
NPV = Net Present Value (o VAN - Valore Attualizzato Netto)

Se è positivo allora la somma di tutti i flussi in ingresso supera la somma di quelli in


uscita, attualizzando e converrà investire nel progetto

Il tasso di attualizzazione k viene fatto pari al rendimento minimo richiesto


dall’impresa sul capitale che viene utilizzato per finanziare il progetto di
investimento
Non si calcola mai il tasso k precisamente, ma si approssima con il costo del capitale
che sto usando per realizzare il progetto (ad es se ho un prestito dalla banca con un
tasso di interesse, questo è una buona approssimazione del tasso k, che risulta il costo
del capitale dell'impresa)

Gli azionisti e le banche si aspettano un ritorno del loro investimento. Se sappiamo


quanto gli azionisti vogliono ogni anno, k è il tasso di rendimento a cui scontiamo il
capitale dell'impresa. Ogni volta k lo calcolo guardando quanto mi fanno pagare
azionisti e banche (è il minimo rendimento che chiedo al progetto)

Bisogna dividere l'orizzonte temporale in due periodi: da 0 a T e da T+1 a infinito


Il Valore Terminale è la somma dei flussi di cassa generati da T+1 a infinito

Se NPV>0 allora il progetto genera ricchezza (si fa il progetto se è significativamente


positivo nella pratica)
Se NPV<0 allora è meglio non fare il progetto
Se NPV=0 (in pratica non succede mai) è indifferente intraprendere il progetto

Se ho più progetti possibili con NPV>0, prendo quello con NPV maggiore
L'NPV non va a calcolare per ogni euro di capex quanto va a rendere, ma solo quanto
genera il progetto
L'NPV privilegia i progetti grossi, perché è un indicatore assoluto del valore
generato dal progetto, in quanto guarda i flussi di cassa in entrata e uscita
L'orizzonte di pianificazione, che include gli anni a cui so fare delle stime precise, ma
dopo questo non so fare stime precise e approssimo tutti i benefici futuri che genera il
progetto ad un Valore Terminale, che mi entrerà nell'anno a T (approssima tutti i
benefici futuri)

Profitability Index
Allora utilizzo un altro indicatore, il Profitability Index

PI>1 il progetto è conveniente


PI<1 non conviene investire nel progetto
PI=1 indifferente
Si tratta di un indicatore relativo, che misura il rendimento assicurato del progetto di
investimento per ogni euro di capitale investito (si misura in valori assoluti, non
percentuali)

Se ho più progetti tra le possibilità, se tutti i PI sono >1, prendo quello con PI maggiore

Pay Back Time


Pay Back Time (o Tempo di Ripagamento di un progetto di investimento)
In quanti anni mi ritorna l'investimento?
Si misura in mesi o anni e indica quanto serve al progetto per ripagare l'investimento
iniziale
Ipotesi semplificative:

I(0) diverso da 0 e I(t)=0 per t diverso da 0


FF'(0)=FF(0)-I(0) per t=0
FF'(t)=FF(t) per 0 < t < T
FF'(T)=FF(T)+V(T) per t=T

Si crea una Funzione di PayBack, dopo alcune ipotesi semplificative (quella che
conta è che gli investimenti associati a quel progetto siano tutti concentrati nell'anno
zero)
Se gli investimenti vengono fatti in diversi momenti, non posso calcolare il PB(t)
All'inizio del progetto questa funzione ha un valore molto negativo (-I(0))
Il progetto inizia ad entrare in funzione e inizia ad avere dei benefici, che possono
essere molto vicini allo zero
La funzione è monotona non decrescente (aumenta di poco o nulla, ma non
decresce mai nel corso del tempo, sennò non conviene il progetto)

Quando questa funzione vale 0, allora questo è il tempo di PayBack, perché la


cumulata dei flussi di cassa attualizzati vale 0

Se PBT > t cut off, all’impresa non conviene intraprendere l’investimento


Se PBT = t cut off, per l’impresa è indifferente intraprendere l’investimento
Se PBT < t cut off, all’impresa conviene intraprendere l’investimento
Il Tempo di cut off dipende dal settore e dalle imprese stesse

Internal Rate of Return


Internal Rate of Return, IRR (Tasso Interno di Rendimento, TIR)
Applichiamo le stesse ipotesi descritte per la funzione di PayBack
Rappresenta l'interesse sull'investimento che porti a casa grazie ai benefici che il
progetto produce
L'IRR si calcola da una funzione partendo dai flussi di cassa (devono valere le stesse
ipotesi per il tempo di Pay Back)

Il tasso di attualizzazione che rende nullo l'NPV è il suo tasso di rendimento annuo
(scopro quanto ha reso percentualmente il progetto all'anno)
Se k è minore dell'IRR allora vale la pena di intraprendere il progetto
(In generale la risposta è sempre dipende alle domande del prof)

Se IRR > k (costo del capitale dell’impresa): è conveniente intraprendere il progetto di


investimento
Se IRR = k: per l’impresa è indifferente intraprendere il progetto di investimento
Se IRR < k: per l’impresa non è conveniente intraprendere il progetto di investimento

L’IRR è quindi un indicatore relativo, che esprime il rendimento annuo intrinseco di un


progetto di investimento, che è facilmente confrontabile con il rendimento di
investimento alternativi

Es.
NPV = (-1000€/(1+0,08)^0)+(300€(1+0,08)^1)+(280€/(1+0,08)^2)+(260/(1+0,08)^3)+
(440€/(1+0,08)^4) = 47,5€

Perché servono le ipotesi semplificative?


Se I(t) fosse diverso da 0 in anni successivi a t=0, potrebbe accadere che la differenza
FF(t) – I(t) sia < 0 e che PB(t) non risulti monotona non decrescente, intersecando in
più punti l’asse del tempo. In questo caso, non sarebbe possibile attribuire un
significato economico alle diverse intersezioni di PB(t) con l’asse delle ascisse

Es.
Microsoft ha deciso di autoprodursi i chip, invece che comprarli da Nvidia
Integrazione verticale
I produttori di chip sono un settore molto concentrato (quasi un monopolio di Nvidia) =
il potere contrattuale dei fornitori è cresciuto e si rischia una riduzione dell'attrattività
del settore in cui opera Microsoft, quindi per proteggersi ha deciso di applicare questa
strategia
Strategic thinking
All'orale partirà da articoli di questo tipo per poi ricostruire la teoria

Un'impresa deve decidere quali progetti attuare


Se si possono applicare tra due alternative entrambi i progetti
Può capitare di scegliere di non realizzare nessuna delle due opzioni
Se l'impresa valuta che il progetto non è conveniente, si può decidere di non attuarlo

Decisioni mutuamente esclusive = Il manager deve decidere quale fare ed è


costretto ad attuare un progetto = Investimento obbligato
Se la decisione è singola è un investimento non obbligato

NPV=PV-I
PI=PV/I

Se NPV<0 -> PI<1


Se NPV = 0 -> PI=1
Se NPV>0 -> PI>1

NPV e PI forniscono indicazioni concordi nella valutazione di un singolo progetto di


investimento

Anche NPV e IRR forniscono indicazioni concordi nella valutazione di un singolo


progetto di investimento (non obbligato)
Invece NPV e PBT possono fornire indicazioni discordi

NPV, PI e IRR guardando aspetti diversi del tempo di PayBack


Nel caso di decisione singola (fare o no il progetto o i progetti) è indifferente usare
NPV PI e IRR, mentre il tempo di PayBack guarda un aspetto distinto

Nella realtà si prendono due indicatori, il tempo di PayBack e uno degli altri a scelta,
per consentire un'analisi più completa

Se il tempo di PayBack è tanto in là ma l'NPV è molto positivo, potrei decidere di


attuare il progetto oppure di minimizzare il rischio e non farlo

Se invece parliamo di investimenti obbligati, la situazione si complica un po' di più


Gli indicatori di prima non sempre ci danno gli stessi risultati
Questa differenza nasce dalla differenza di scala dei progetti (ad esempio), perché
l'NPV è un indicatore assoluto e il PI è un indicatore relativo
Se confronto un progetto grosso e uno piccolo, l'NPV favorisce il progetto più grande
Ci sono tanti casi in cui è meglio usare l'NPV invece che il PI

K fischer = costo del capitale che rende indifferente un progetto dall'altro (NPV
uguale)
Considero come si posiziona k rispetto a k fischer e valuto l'NPV dei due progetti,
mentre per l'IRR è sempre migliore uno dei due
Può capitare questo contrasto in:

Progetti di investimento con scala dimensionale differente


Progetti di investimento con diversa distribuzione temporale dei flussi di
cassa
Progetti di investimento con diversa vita utile

NPV vs PBT = I due indicatori forniscono informazioni discordi in quanto considerano


aspetti differenti del progetto di investimento

Problema della diversa scala dimensionale


NPV vs PI = Dipende dai vincoli di investimento che ho -> Distinguo:

1. Esistono vincoli di budget


Ho informazioni sui progetti di investimento che potrò attuare nel futuro =
Costruisco dei pacchetti di investimenti alternativi che esauriscano il
vincolo di budget e scelgo quale pacchetto attuare utilizzando
indifferentemente NPV o PI
Non ho informazioni sui progetti di investimento che potrò attuare in futuro
= Si osserva che, scegliendo attraverso il PI, l'impresa esaurisce il vincolo
di budget generando maggior valore rispetto al caso in cui scegliesse
attraverso il NPV
2. Non esistono vincoli di budget = L'impresa può scegliere tra più progetti
utilizzando sempre il NPV, in quanto assicura il ritorno complessivamente
superiore senza avere impatti sui progetti che è possibile intraprendere nel futuro

Se ho informazioni sui progetti di investimento che potrò avere in futuro, costruisco dei
pacchetti di investimenti alternativi che esauriscano il vincolo di budget e scelgo
quale pacchetto attuare utilizzando indifferentemente l'NPV o il PI (in quanto avranno
tutti la medesima scala) -> Posso anche scegliere di non fare subito alcuni progetti e
farne in futuro altri che poi mi renderanno maggiormente

Se invece non ho informazioni sui progetti, non so nei prossimi anni che progetti mi
capiteranno in cui investire. Devo decidere oggi in quale investire
In caso di assenza di vincoli di budget, l’impresa può scegliere tra più progetti
utilizzando sempre il NPV (indicatore assoluto) in quanto mi assicura il ritorno
complessivamente superiore senza avere impatti sui progetti che è possibile
intraprendere nel futuro
Perché quello che conta per gli azionisti è l'utile

Problema della diversa distribuzione dei flussi di cassa


Il problema della diversa scala dimensionale si risolve nello stesso modo che
abbiamo descritto parlando del contrasto tra NPV e PI
È necessario quindi distinguere tra:

1. Esistono vincoli di budget:


Ho informazioni sui progetti di investimento che potrò attuare nel futuro ->
costruisco pacchetti di progetti di investimento che esauriscano il vincolo
di budget e scelgo indifferentemente utilizzando NPV o IRR
Non ho informazioni sui progetti di investimento che potrò attuare in futuro
-> ogni volta che si presenta la necessità di scegliere tra due o più progetti di
investimento utilizzo l’IRR
2. Non esistono vincoli di budget: Ogni volta che si presenta la necessità di
scegliere tra due o più progetti di investimento utilizzo il NPV

Per come è costruito l'IRR, gli FF si ipotizza siano reinvestiti ad un tasso che è l'IRR
stesso
Per l'NPV si ipotizza siano reinvestiti al tasso k
Per due progetti di investimento che creano valore per l’impresa, IRR > k
Tanto più un progetto genera cassa all'inizio, più è alto il suo IRR, perchè può
reinvestire subito i soldi

Nel caso si debbano confrontare progetti di investimento con distribuzione temporale


dei flussi molto disuniforme, è possibile modificare il NPV in modo da considerare
esplicitamente il tasso di reinvestimento

Si può intervenire allo stesso modo per l'IRR, da trasformare in IRR*

Problema della diversa vita utile


Se il problema è la diversa vita utile si può intervenire in modo analogo al caso di
investimenti con diversa distribuzione temporale dei flussi
Nella pratica per confrontare due progetti di durata diversa bisogna calcolare l'NPV
modificato, oppure anche se i due progetti rendono in periodi diversi (e ad es uno
rende tanto subito e l'altro dopo del tempo)

È necessario applicare il NPV (o l’IRR) dopo aver riportato però tutti i progetti di
investimento alla medesima vita utile, il che può comportare di:

Interrompere tutti gli investimenti in corrispondenza della vita utile minima


Tmin (attualizzando a Tmin i flussi di cassa generati dai progetti con vita utile >
Tmin)
Prolungare tutti gli investimenti in corrispondenza della vita utile massima
Tmax (identificando le opportunità di reinvestimento corrispondenti agli
investimenti con ritorni più rapidi e capitalizzando a Tmax i flussi di cassa da loro
generati

Progetti di Investimento (Parte di Franzò)


Criteri DCF (Discounted Cash Flow) che vengono tipicamente utilizzati per valutare
progetti di investimento

Modalità operative attraverso cui applicare questi criteri e come usarli per i progetti di
investimento

NPV è il criterio più utilizzato per valutare un investimento


Concettualmente fa riferimento alla sommatoria dei flussi di cassa generati
dall'investimento, idealmente all'infinito
Stimare oggi questi flussi di cassa andando all'infinito è impossibile, si usa dividere gli
orizzonti temporali in due blocchi (da t0 a T e da T a infinito), approssimando tutto ciò
che accadrà da un certo momento in poi nel T (valore terminale)
I flussi di cassa netti del Cash Flow sono dati dalla differenza dei flussi finanziari netti e
gli investimenti che caratterizzano l'investimento (in general negli asset che
caratterizzano il progetto di investimento)

Variabili fondamentali che caratterizzano il problema:

Flussi di cassa netti in ogni anno che caratterizza il progetto di investimento


Investimenti necessari (ci sono due sottocategorie) = FFN(t)
Costo del capitale per l'impresa (grazie al quale attualizzare i flussi di cassa) =
k
Orizzonte temporale di riferimento. Occorre mettere a fuoco il periodo. L'anno T
rappresenta l'ultimo anno in cui l'investimento ha degli effetti rilevanti
Valore Terminale del progetto di investimento = V(T)

Per quantificare e definire questi aspetti abbiamo dei principi di riferimento, da tenere
sempre in considerazione:

Si adotta una logica finanziaria = vuol dire che rilevano solo gli elementi
finanziari che entrano (ricavi in logica finanziaria)
Si ragiona secondo una logica incrementale = rispetto ad un caso base che
nella maggior parte dei casi è "non effettuo l'investimento" = si calcolano gli
impatti del progetto rispetto alla decisione di non investire = Flussi finanziari
differenziali rispetto alla decisione base

Poi ci sono due chiavi di lettura che cambiano a seconda del progetto:

Politica di finanziamento dei progetti (da dove provengono i soldi per


l'investimento) = ci sono due casi limite: i soldi li mette l'impresa e i soldi li mette
la banca, ma spesso è nel mezzo = la politica di finanziamento deve essere
predefinita
Logica fiscale considerata = un prodotto genera un certo utile, su cui l'azienda
paga delle tasse = ci sono due alternative, la prima in cui ignoriamo l'impatto
fiscale (per progetti di piccola taglia su cui è irrilevante) e la seconda prevede di
considerare l'impatto fiscale di un progetto di investimento (quantificare quante
tasse l'azienda paga in virtù del progetto)

Logica Finanziaria
Considero tutti i ricavi e i costi che sono effettivamente associati a una generazione o
un esborso di cassa (ricavi e costi cash)
Nella logica finanziaria non devo considerare gli ammortamenti, perché non
comportano alcun esborso di cassa (dobbiamo però considerarlo ai fini dell'impatto
fiscale)

Logica Incrementale
Per la logica incrementale l'azienda è consapevole del punto di partenza (come è
messa oggi) e per un progetto dobbiamo considerare gli impatti attesi sul caso base,
ovvero senza il nuovo investimento

Spesso si considera che il caso base prevede un mantenimento costante della


situazione, ma non è necessariamente detto = Il non investimento potrebbe anche
portare ad un peggioramento sensibile delle prestazioni dell'impresa (es. un'azienda
può perdere la sua competitività sul mercato)
Un altro possibile errore è la cannibalizzazione dei prodotti (se l'azienda propone un
nuovo prodotto sul mercato può causare una diminuzione delle vendite del prodotto
precedente, ma può esserci anche un cambiamento in positivo, non di
cannibalizzazione ma di complementarietà)

Un altro effetto della logica incrementale è di non dover considerare tutte le


decisioni che l'impresa ha già intrapreso prima di attuare l'investimento (es tutti i
costi per una serie di risorse che l'azienda ha deciso prima di valutare l'investimento
non devono essere considerate = costi affondati = costi che l'azienda paga
comunque indipendentemente dalla decisione di attuare il progetto; i costi che
dobbiamo considerare sono i costi evitabili, che dipendono dalla scelta di
investimento)

Il timing del progetto risulta fondamentale


Alcune tipologie di costo sono sempre costi evitabili (es costi per le materie prime)
Se l'azienda può effettivamente risparmiare un costo allora effettivamente è un
risparmio non doverlo pagare
Se è un costo evitabile non dobbiamo considerarlo

Politica di finanziamento
Chiarire la politica di finanziamento dei progetti di investimento significa specificare
quale parte dell’investimento è finanziata:

con il capitale proprio dell’impresa


con indebitamento nei confronti di terzi (banche, istituti di credito)

Tutto questo influenza il costo del capitale k, che dipende dalla logica che adottiamo
nell'analisi:

Logica del capitale proprio, o dell'azionista, che indica quanto il progetto rende
per il sistema impresa+azionisti
Logica del capitale investito, che indica quanto conviene il progetto a tutti quelli
che investono nel progetto (sistema impresa+azionisti+finanziatori terzi)

Logica Fiscale
In base alla logica che scegliamo cambiano i flussi di cassa che dobbiamo considerare

Risulta fondamentale stabilire se vogliamo considerare l'impatto fiscale oppure se


ragioniamo al lordo, che rappresenta una sorta di semplificazione per progetti con un
basso impatto fiscale

Ragionare al netto delle imposte significa tenere conto dell’impatto del progetto di
investimento sui flussi finanziari in uscita legati al pagamento delle imposte
Calcolo dei Flussi di cassa netti
Come si procede:
Mettiamo a fuoco i diversi blocchi
Flussi finanziari netti = per semplicità, ipotizzando siano al netto delle imposte,
partiamo ignorando le imposte e poi aggiungiamo le imposte

Supponiamo che l'investimento abbia un impatto sulla gestione operativa (non


gestione finanziaria o straordinaria). In un generico anno t, avremo:
FFL = Utile Lordo (operativo) + Ammortamenti dovuti al progetto di investimento
Utile Lordo = Ricavi - Costi
FFL = Ricavi - Costi (operativi) + Ammortamenti
FFL = Ricavi - Costi "Cash"
I costi cash sono quelli a cui è associato un esborso finanziario (togliamo dai costi
operativi tutta la parte degli ammortamenti)

I flussi finanziari lordi sono pari al Delta Ricavi rispetto al caso base - il Delta Costi
cash rispetto al caso base
Flussi finanziari netti = Flussi finanziari Lordi - imposte(non quelle pagate in
generale, ma in virtù dell'investimento)
Imposte = Variazione dell'utile lordo(dovuta all'investimento) x p(aliquota fiscale)
Il Delta Utile Lordo = Variazione dei ricavi meno delta costi
I costi qui sono costi cash + ammortamenti

Per valutare l'impatto fiscale di un progetto di investimento devo capire bene quale
sia l'imponibile dell'azienda sia nel caso base che nel caso dell'investimento
Ci sono una serie di casistiche riportate alla Slide 18, che possiamo ricondurre a due
macrocategorie:

Utile lordo del caso base ampiamente positivo (vuol dire che sotto questa
ipotesi indipendentemente dall'effetto sull'imponibile, l'utile lordo del caso investo
sarà comunque positivo) = Ci permette di utilizzare l'approccio semplificato =
Imposte come delta utile lordo per aliquota fiscale
Utile Lordo del caso base non è ampiamente positivo = il Delta Imposte
possiamo calcolarlo partendo dall'utile lordo del caso base e su quello calcoliamo
le imposte complessive del caso base. Poi calcoliamo il delta imponibile (delta
utile lordo) dovuto all'investimento. Calcoliamo l'utile lordo del caso investo come
somma di utile caso base e delta utile lordo. Calcoliamo le imposte del caso
investo dall'utile lordo del caso investo. Infine, il delta imposte lo calcoliamo come
differenza tra imposte caso investo e imposte caso base
Alla fine si ricava che
FFN = (Delta Ricavi - Delta Costi cash)x(1-p) + (Delta Ammortamenti) x p

I flussi finanziari netti sono correlati positivamente agli ammortamenti (Effetto scudo
fiscale dovuto all'ammortamento, come riduzione delle tasse)

Gli investimenti associati ad un progetto sono costituiti da due componenti:

Investimenti in capitale fisso, ovvero negli asset di acquisto (immobilizzazioni)


Investimenti in capitale circolante (OWC = Operating Working Capital, che
considera la variazione del capitale circolante con l'investimento e rappresenta le
risorse finanziarie che vanno immobilizzate e di crediti commerciali, al netto dei
debiti commerciali)

Vale sempre la logica differenziale = dobbiamo considerare la variazione


dell'investimento necessaria in capitale emesso e capitale circolante
In ogni anno t, l’investimento in OWC è dato dall’incremento di OWC rispetto all’anno t-
1

Calcolo del Valore Terminale


Rappresenta l'aspettativa di cosa accade da T a infinito
Sarebbe il valore di mercato del bene a T

Dipende dalla logica fiscale che usiamo:

Se ragioniamo al lordo delle imposte il Valore terminale corrisponde al valore di


mercato del bene
Se ragioniamo al netto delle imposte, ogni volta che c'è una vendita di asset
dobbiamo sempre chiederci se genera una plusvalenza (variazione di valore delle
attività non correnti), perché questa genera un impatto fiscale (una plusvalenza
aumenta l'imponibile, mentre una minusvalenza diminuisce l'imponibile)

Vm = Valore di Mercato
Vb = Valore di Bilancio
V(T) = Vm - (Vm - Vb) × p

Se l'Utile Lordo base è molto positivo, possiamo calcolare il valore terminale


dell'asset come il suo valore di mercato meno la differenza tra valore di mercato e di
bilancio moltiplicata per l'aliquota fiscale

In tutti gli altri casi (Utile Lordo base non ampiamente positivo) si può impostare il
valore terminale sempre come valore di mercato, ma recuperiamo l'effetto della
plusvalenza all'interno del calcolo del Delta Utile Lordo, dove aggiungiamo un Delta
Plusvalenze - Delta Minusvalenze

Calcolo del Costo del Capitale (k)


Ultimo passaggio riguarda la logica con cui valutiamo l'investimento

Logica dell'azionista
k = costo del capitale proprio = ρ
Occorre utilizzare il costo del capitale proprio al lordo o al netto delle imposte,
coerentemente con la logica fiscale adottata nell’analisi

Operativamente, adottare la logica dell’azionista impone poi di considerare:

il flusso finanziario in ingresso relativo alla contrazione del debito verso terzi
(nell’anno in cui il debito viene contratto)
il flusso finanziario in uscita relativo alla restituzione del debito verso terzi
(nell’anno in cui il debito viene restituito)
Questo va a modificare l’espressione di I(t): I(t) = ICF(t) + IOWC(t) – [ DEBITI
FINANZIARI (t) - DEBITI FINANZIARI (t-1) ]

Logica del capitale investito


Va a illuminare solo nella prospettiva dell'azienda e dei suoi azionisti = quando
valutiamo un investimento consideriamo sia i flussi di cassa per il progetto stesso ma
anche i flussi di cassa che intercorrono tra l'azienda e la banca (contrazione del debito
e restituzione del debito+oneri finanziari)
La parte di investimento viene corretta aggiungendo la parte di debiti finanziari, che
entrano con il segno meno, perché vanno dalla parte opposta

ke = costo del capitale proprio richiesto dagli azionisti per mettere i propri soldi
all'interno dell'azienda

Nella logica del capitale investito non consideriamo i flussi verso la banca
Nella logica del capitale investito, useremo WACC (costo medio ponderato del
capitale), ovvero una media pesata del costo del capitale proprio e di quelli di terzi
Sarà una media tra costo dell'EBIT e costo del debito(tasso richiesto dalla banca)

Occorre utilizzare il costo del capitale k al lordo o al netto delle imposte,


coerentemente con la logica fiscale adottata nell’analisi

k(lordo) = kD × D/(D+E) + ρ (lordo) × E/(D+E)


k(netto) = kD × D/(D+E) × (1-p) + ρ (netto) × E/(D+E)

Politica fiscale = Se ragioniamo al netto delle imposte il ke va considerato al netto


delle imposte, mentre il kD dovremo pesarlo per la parte dovuta al debito e dobbiamo
moltiplicarlo per 1-p
Decisioni di Breve Periodo
Per le decisioni di breve periodo si fa riferimento a processi decisionali che:

hanno impatto sull'impresa limitato al breve periodo


non mutano sostanzialmente la strategia di medio-lungo periodo, né la
struttura organizzativo/produttiva dell'impresa
Si dice che sono prese a "risorse fissate", perché non chiedono investimenti
addizionali
Tattica = scelte più di breve per cosa fare nelle prossime settimane
Sono dette anche decisioni tattiche e riguardano:
allocazione temporanea delle risorse
aumento/riduzione dei volumi di produzione
se accettare o meno un ordine da un cliente
scelta del mix produttivo (come saturo la capacità produttiva delle macchine)
scelte di make or buy (concetto di outsourcing o insourcing) = make faccio tutto
io, buy se acquisto da un fornitore

Sono molto diverse dalle decisioni di investimento, dette strategiche, che riguardano:

lancio di nuovi prodotti


ristrutturazione dell'impresa con nuovi macchinari
uscire da aree di business (decisioni in portafoglio)
entrare in nuove aree geografiche

Quando si prendono decisioni di breve non consideriamo i costi fissi, con un


orizzonte temporale di circa 12 mesi

Per le scelte di lungo periodo calcoliamo l'NPV


Una decisione di breve periodo non comporta alcun investimento e non c'è nessun
valore terminale e non ha senso parlare di una sommatoria su un numero di anni T,
perché riguardano sempre pochi mesi (Non devo quindi scontare i flussi di cassa)
Massimizzare l'NPV in una decisione di breve significa massimizzare il flusso di cassa
che quella decisione comporta

FF(t) = Ricavi - Costi cash


Gli ammortamenti non sono in costi cash e per le decisioni di breve il livello di
ammortamenti non cambia
FF(t) = Ricavi - Costi
Continua a valere la logica differenziale, perciò i ricavi e costi cash sono quelli
differenziali rispetto alla decisione di breve in esame
FF(t) = Ricavi - Costi evitabili

Spesso si considerano i costi evitabili coincidenti con i costi variabili


FF(t) = Ricavi - Costi variabili

Nel breve periodo di fatto il 99% dei costi influenzati da una decisione sono costi
variabili (nuovi materiali, nuovi dipendenti, energia in più, ...)
Quasi mai i costi fissi (ammortamenti, canone fisso energia, ...)
Arriviamo al margine di contribuzione totale
Ricavi = p x Q
Costi Variabili = Cvu x Q
FF = p x Q - Cvu x Q= (p - Cvu) x Q = m x Q = M
m è il margine unitario (€/u)
M è il margine di contribuzione totale (€)

Ci possono essere dei costi variabili che non sono evitabili (ad es manodopera, perchè
contratti a tempo indeterminato), quindi bisogna essere sicuri che siano evitabili per
questo calcolo

Produco A o B?
Calcolo il margine di contribuzione unitario di entrambi
Quello che ha il m più alto è quello da preferire (a parità di prodotti)

Se sto decidendo il mio mix produttivo (avendo a disposizione diversi prodotti ed una
capacità produttiva fissata) il mio criterio di scelta è saturare la mia capacità
produttiva a partire dal prodotto con m maggiore (se m è comunque > 0)

Queste sono decisioni che si prendono quotidianamente


Se invece devo decidere su un certo numero di prodotti A e un diverso numero di B,
calcolo il margine di contribuzione totale

Se il prodotto consuma la risorsa critica in modo disomogeneo, se scelgo il prodotto


con m più alto sbaglio, ma devo considerare il margine di contribuzione risorsa scarsa
saturando la mia capacità produttiva a partire dal prodotto con MC rs maggiore
mrs = (prezzo unitario - costi variabili unitari)/(Consumo risorsa scarsa)

Questo criterio è applicabile ovviamente se esiste solo una risorsa scarsa e se tutti i
costi evitabili variano proporzionalmente alla quantità prodotta
Posso determinare il mix di produzione ottimale solo se tutti i costi evitabili sono
anche variabili, sennò devo impostare il problema in modo diverso
Se le alternative di mix sono caratterizzate da stesso output totale, è corretto utilizzare
il margine di contribuzione unitari

Se c'è una sola risorsa satura e i prodotti usano disomogenei la risorsa e i costi
evitabili sono proporzionali alla quantità prodotta, allora il mix produttivo da realizzare
deve essere calcolato con:
mi/T(i)
T(i) indica il tempo di lavorazione del prodotto i-esimo sulla risorsa critica

Analisi di Break Even


Tipica di analisi di breve periodo
QBE indica il numero di unità di prodotto o servizio che una società deve produrre
minimo sopra il quale l'impresa opererà in un regime di guadagno (se non lo si
raggiunge opererà in un'area di perdita)
XBE o VBE

Il volume di Break Even classico si misura in unità di prodotto in corrispondenza del


quale si realizza un pareggio tra i ricavi e i costi
Si può chiedere se nei primi mesi quanto bisogna produrre per avere ricavi=costi
Questa è la formulazione più semplice del volume di Break Even
Spesso in italiano è indicato come Punto di Pareggio
Ci si può anche domandare qual è il volume produttivo di vendita in corrispondenza del
quale i ricavi superano i costi di un certo EBIT o margine operativo netto da realizzare

Per calcolarlo in modo sintetico devono valere alcune ipotesi semplificative:

Dobbiamo ipotizzare che nel periodo in considerazione non cambino le scorte


dell'impresa (Q prodotta = Q venduta)
Dobbiamo poter considerare i ricavi totali come prodotto del prezzo unitario
del prodotto e la quantità prodotta
Esistono costi fissi e costi variabili proporzionali alla quantità prodotta (Costi
Totali = Cf + Cv x X)
L'impresa deve essere monoprodotto

Nel caso di un'impresa multiprodotto ma con mix di produzione costante nel


tempo, si può sempre ricavare il volume di Break Even mettendo al numeratore una
media pesata del margine di contribuzione di mix (Quanto ogni prodotto pesa sulla
quantità venduta)

αi = percentuale del prodotto i-esimo sul volume operativo X


mi = margine di contribuzione del prodotto i-esimo
Da questo verrà fuori un certo numero di prodotti o servizi e rimoltiplicandolo per il
peso di ognuno, ottengo quanto devo produrre di ognuno
Se il peso non è esattamente αi potrei non avere il pareggio alla fine (αi deve
rimanere costante nel corso del periodo preso in considerazione)

Se voglio il valore di BE ad un certo Utile Operativo, devo rappresentare le due rette


per esplicitare l'Utile Operativo
(se voglio il classico, qui prendo il valore quando la retta interseca l'asse X)

Calcolo il volume di BE e poi lo confronto con D (domanda di mercato), quanto


prevedo di vendere in quel periodo
Se XBE è significativamente inferiore alla domanda allora lavorerò ampiamente sopra
l'area di pareggio, in un'area di EBIT positivo
Se XBE è superiore a D, allora non raggiungerò mai l'area di pareggio e non avrò
ricavi superiori ai costi -> Allora torno indietro alla formula del BE -> Vedo cosa posso
fare per diminuire XBE -> Posso agire sul margine di contribuzione (Posso provare
ad aumentare il prezzo, però rischio che cali anche la domanda, in base all'elasticità
della domanda al prezzo)
Quasi sempre la cosa più semplice è agire sui costi variabili unitari (dove si possono
cambiare più cose)

Posso confrontare il volume di BE con la capacità produttiva -> Il XBE è inferiore alla
capacità produttiva? Perché se non riesco a produrre almeno il BE non genero ricavi
superiori ai costi
se non c'è capacità produttiva sufficiente, entra in gioco una decisione di breve periodo
e devo scegliere cosa fare

L'analisi di BE si può anche fare nel lancio di nuove startup


Ci ideiamo un mercato e stimiamo i costi fissi e variabili = il primo anno quanto bisogna
produrre per pareggiare? Se è molto al di sopra bisogna farsi delle domande sulla
fattibilità
Anche se il BE è più alto e vado in negativo, almeno so quanto dovrei produrre (nelle
startup non devo per forza pareggiare subito, ma posso scegliere di iniziare in
negativo)

Sia costi di periodo che costi di prodotto vanno contemplati per il calcolo del BE
Non è qualcosa che si calcola per prendere una decisione specifica, ma serve per
avere un orizzonte di breve periodo e poter prendere decisioni di conseguenza
Processo Strategico
Parte dal definire il proprio modo di inseguire l'obiettivo economico (Mission, Vision e
Obiettivi)
L'esito delle Analisi si definisce nella SWOT
Poi si definiscono una serie di azioni di medio e lungo periodo partendo dalla SWOT,
che cercano di sfruttare i punti di forza e mettere una pezza alle debolezze

Questo processo ha una fase importante di controllo e monitoraggio


Set di indicatori che permettono loro nel tempo di verificare come la strategia si stia
concretizzando e se la sua implementazione è in linea con le premesse e gli obiettivi
Esistono tanti indicatori che possono essere utilizzati per analizzare le performance
economico-finanziarie di un'impresa: indicatori di bilancio (redditività, liquidità, solidità
patrimoniale, ecc)

Il problema è che limitarsi a misurare e controllare l'implementazione della strategia


con questi non permette di avere un quadro completo di come la strategia sta
generando valore per l'impresa, perché non consentono di controllare
contemporaneamente i risultati di breve e il raggiungimento degli obiettivi
strategici di medio-lungo periodo --> "Miopia" degli indicatori economico-finanziari
Questi indicatori hanno un orizzonte molto di breve periodo (ci dicono come sono
andate le cose nei 12 mesi precedenti, sono miopi rispetto all'esigenza dell'AD di
vedere come la strategia si stia realizzando)
Non ci permettono nel lungo periodo come l'impresa si sta comportando

Da tempo le imprese hanno cominciato ad adottare degli indicatori concettualmente


robusti, KPI o Key Performance Indicators, che possono comprendere gli indicatori
di bilancio, ma ne includono tanti altri di diverso tipo per avere un quadro completo
sulla strategia
Così l'AD ha un cruscotto per monitorare costantemente come le performance stanno
andando
I KPI sono molto vari e sono costruiti in cruscotti che devono:

Essere il più possibile completi, ma al tempo stesso sufficientemente “snelli” (per


evitare rischio da overload di informazioni)
Includere indicatori che fanno riferimento sia agli obiettivi di breve che a quelli di
medio-lungo termine

Vanno oltre i semplici indicatori di bilancio


Sono indicatori sicuramente quantitativi (sono metriche a cui deve essere assegnato
un valore numerico, ma non sono solo di tipo finanziario e contabile) = oltre a quelli
finanziari e contabili, si includono in questi set tanti indicatori non econonomico-
finanziari e non contabili
Sono numeri per aspetti non riconducibili ad aspetti finanziari
Questi indicatori sono molto diversi:

indicatori contabili (per vedere come sono andate le cose del passato)
indicatori lagging (analizzano il passato dell'impresa) vs leading (per anticipare
come andranno le cose nel futuro)
indicatori endogeni (legati ai manager)
indicatori esogeni (il management non ha diretto controllo)
indicatori di tempo
indicatori di efficacia
indicatori di processo
indicatori della qualità delle risorse
indicatori della qualità del brand

Lagging prevalentemente riferiti ad aspetti endogeni e sono di output, legati a come


l'impresa fa le cose

Negli ultimi anni si sono succeduti molti metodi per modellizzare questi cruscotti
Principali tipi di cruscotto:

Tableau de Bord
Value Tree Approach
Balanced Scorecard (quello ormai più utilizzato)

Questi indicatori servono per i capi della società per avere una visualizzazione
immediata su come si stanno evolvendo le applicazioni della strategia

Tableau de Bord
Modello Tableau de Bord (modello un po' superato dalla Balanced Scorecard)
Si basa su un processo logico strutturato che porta ad identificare gli operatori KPI
da adottare
Procedimento:

1. Si parte dall'esplicitare gli obiettivi strategici (es. allargare la fetta di mercato)


da perseguire con priorità
2. Per ciascuno bisogna chiedersi quali sono i Key Success Factors (KSF), le
azioni che i manager possono e devono attuare per realizzare questi obiettivi
(azioni e iniziative che devono attuare per raggiungere i vari obiettivi strategici) ,
che devono essere:
Misurabili
Controllabili (influenzabili dal management)
Completi (sufficienti per garantire il raggiungimento dei corrispondenti
obiettivi strategici)
3. Per ogni KSF trovare le metriche per il raggiungimento di quel metodo di
successo, ovvero i KPI:
Gli indicatori devono essere allocati all'interno dell'organizzazione
Devono essere individuati dei valori target per ciascun indicatore

Target di un KPI = valore che deve raggiungere nel tempo perché un KSF si realizzi
Frequenza con cui il valore dell'indicatore va misurato (alcuni annualmente,
mensilmente. alcuni più frequentemente altri meno)

Ci deve essere una chiara assegnazione delle responsabilità (scegliere il


responsabile del raggiungimento di ogni KPI)
I KPI misurano in modo quantitativo tanti altri aspetti oltre a quelli finanziari

Value Tree Approach


A prescindere dalla strategia, l'obiettivo ultimo è massimizzare la creazione di valore
economico per gli azionisti, quindi massimizzare i NCF che produce e massimizzare
un valore terminale che misura le capacità dell'impresa di generare nel futuro
eventuali sviluppi

Contributi da:

Progetti ben definiti, per i quali sono direttamente stimabili i NCF attesi
Progetti potenziali, resi possibili dal set di competenze e risorse possedute
dall'impresa, che verranno però implementati solo in un secondo momento, in
base all'evoluzione del contesto

KPI da cui discendono quanti Cash Flow l'impresa produce annualmente


Rappresenta gli aspetti che nel breve non generano effetto tangibile, ma nel lungo
mostrano come l'impresa possa evolversi e innovare

E’ possibile individuare parametri sempre più dettagliati tramite un processo di


scomposizione gerarchica --> Partendo dal Cash Flow si crea una struttura ad
"albero" con i vari parametri che discendono dai precedenti, sempre più dettagliati
Balanced Scorecard
Un tipo di cruscotto di KPI che, diversamente dagli altri, ti suggerisce già, a
prescindere dalla strategia, quali sono le aree in cui è meglio definire degli indicatori di
performance
Può essere considerato come un tipo di cruscotto direzionale
Se vuoi monitorare in modo completo le performance devi monitorare 4 aspetti:

Mercato = clienti e domanda esemplificativa per come comportarsi con i clienti


(priorità per agire nel mercato)
Finanziaria = legati al valore che creiamo per gli shareholders (indicatori
finanziari)
Internal Business Process (efficienza interna)
Learning and Growth (come l'azienda può migliorare ed evolversi)

Per ognuna bisogna identificare 3 o 4 indicatori, mettere dei target, ogni quanto si
misura e le iniziative per attuarli
Per monitorare tutte le performance servono questi 4 aspetti
Rappresenta un modo di guardare all'impresa che si focalizza sui KPI, ti aiuta a
scegliere le misure corrette per raggiungere quegli obiettivi
Idea di guardare a misure strategiche che vanno oltre e si affiancano a quelle
finanziarie per avere una strategia più bilanciata
Questa è stata integrata nei sistemi ERP (a licenza)
Indice di soddisfazione dei dipendenti (nella Balanced Scorecard che poi deriva il
bonus dell'AD, che ne è il responsabile)

In una versione moderna della Balanced Scorecard c'è una chiara interconnessione
tra gli obiettivi e come uno di questi aiuta a perseguire quelli successivi

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