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ESERCIZIO IN COMUNE
Il secondo elemento dopo quello del conferimento di beni e servizi è l'esercizio in comune.
Ciò significa che deve esserci comunanza anche dell'attività e non solo del risultato.
Questa gestione comune però si realizza in forme diverse, infatti nelle società di persone avviene in modo
più diretto, poiché i soci sono i gestori dell'attività d'impresa.
Nelle società di capitali, invece, la gestione dei soci avviene indirettamente attraverso gli amministratori
che sono nominati dai soci stessi.
TIPI DI SOCIETA’
Società di persone: tra queste troviamo la società semplice, la società in nome collettivo e la società in
accomandita semplice. Questi tipi di società sono prive di personalità giuridica. La struttura è di tipo
personalistico, con una tendenziale coincidenza tra amministratori e soci.
Il socio in quanto tale ha diritto, non soltanto a partecipare al risultato dell'attività economica ma a
partecipare anche alla gestione dell'impresa. Non ci sono organi sociali.
Nelle società di persone, anche se qualche contratto di società parla di assemblea dei soci, si tratta nello
specifico dei soci che possono decidere.
Il patrimonio sociale è distinto da quello dei soci ed è destinato allo svolgimento dell'attività.
Società di capitali: tra queste troviamo le società per azioni, le società in accomandita per azioni e le
società a responsabilità limitata. Hanno personalità giuridica, quindi c’è un'assoluta distinzione fra la
società e i soci che rispondono limitatamente al conferimento.
Nella struttura di tipo capitalistico abbiamo un'organizzazione corporativa, ovvero composta da più organi
con competenze diverse.
Esiste una netta separazione tra proprietà e gestione dell'impresa. Il socio in quanto tale non ha il diritto di
gestire l'impresa, eventualmente può nominare se stesso come amministratore, ma non lo sarebbe in
qualità di socio, anche se fosse il socio unico o il socio di comando della società.
Società di tipo mutualistico: tra queste troviamo la società cooperativa per azioni, la società cooperativa a
responsabilità limitata e la società mutua di assicurazione. Tali società hanno uno scopo con fine
mutualistico, ovvero uno scopo che i soci perseguono a favore di se stessi.
Tutti i tipi mutualistici sono anch'essi dotati di personalità giuridica.
FIGURE PARTICOLARI
Alcune figure particolari di società sono:
∼ Società di professionisti: si presta ad essere utilizzata anche per attività che di per sé non sono
attività d'impresa (ad es. società di avvocati o di ingegneri);
∼ Società consortili: si costituiscono tra più soggetti di natura imprenditoriale che danno luogo ad una
società anch’essa con uno scopo mutualistico al servizio delle imprese consorziate.
N.B. Se una certa organizzazione si costituisce per compiere un unico atto, ma manca l'esercizio in comune,
perché c'è da compiere soltanto quell'atto, non c'è la società.
LA SOCIETÀ DI PERSONE
Le società di persone si articolano in più tipi di società, il tipo più semplice è quello della società che la legge
chiama “società semplice”.
L’art. 2247 c.c. disciplina le regole di funzionamento della società, dettando le regole sulla società semplice
che si applicano anche alla società in nome collettivo e in accomandita semplice, salvo per le regole
particolari dettate per questi ultimi due tipi di società.
Le caratteristiche della società semplice sono:
∼ Rispetto alle altre società di persone, ha per oggetto lo svolgimento di un'attività non commerciale
ed è essenzialmente un'attività agricola;
∼ La legge prevede l'iscrizione nel registro delle imprese, ma in un albo speciale diverso da quello
delle imprese commerciali e delle altre società;
∼ Amministrazione, l'articolo 2257 c.c. dispone che, salvo diversa pattuizione, l’amministrazione è
attribuita a ciascun socio che è contemporaneamente socio e amministratore.
Si parla invece di amministrazione congiuntiva (art. 2258 c.c.) quando ci sono più amministratori
che operano con consenso unanime (quindi non maggioranza) di tutti i soci amministratori.
Nell’amministrazione congiuntiva ci può essere urgenza di compiere un atto, che viene compiuto
dal singolo socio amministratore soltanto se c'è l'esigenza di evitare un danno alla società;
∼ Obbligazioni sociali, nella società semplice ne risponde il patrimonio sociale e poi c'è la
responsabilità solidale illimitata di chi ha agito, salvo patto contrario degli altri soci;
∼ Non c’è diritto di escussione, il beneficio di escussione è la facoltà attribuita al debitore di non
adempiere fino a quando il creditore non ha agito nei confronti di un altro debitore. In questo
specifico caso, il debitore principale è proprio la società. Il socio, quindi, può chiedere al creditore di
rivolgersi prima alla società per ottenere l’adempimento, ma è tenuto a indicare i beni sui quali
potrà agevolmente soddisfarsi. Il socio, pertanto, potrà segnalare, ad esempio, l’esistenza di merci
depositate in magazzino, le quali potranno essere vendute e, con il ricavato, potrà essere
soddisfatto il debito.
Obbligazioni sociali nelle società in nome collettivo:
∼ Il patrimonio sociale ne risponde sempre;
∼ La responsabilità solidale è illimitata per tutti soci, quindi non è possibile alcuna esenzione;
∼ C’è il diritto di escussione preventiva: il socio nei confronti del quale il terzo chieda l'adempimento
può chiedere che il terzo creditore agisca prima nei confronti del patrimonio sociale.
Secondo l’art. 2297 c.c., sono società irregolari le società in nome collettivo e le società in accomandita
semplice non iscritte nel registro delle imprese. Fino all’iscrizione si applicano le norme della società
semplice, ma con responsabilità illimitata di tutti i soci. Tuttavia se si costituisce una società in accomandita
semplice anche se non è iscritto nel registro delle imprese, va rispettata la distinzione tra soci
accomandanti i soci accomandatari.
Il contratto di società può sciogliersi nelle società di persone:
∼ Rispetto al singolo socio;
∼ Nei casi di recesso, morte ed esclusione (deliberata dagli altri soci per gravi inadempienze).
In questo caso c'è la liquidazione della quota del singolo socio. Resta comunque la responsabilità
del socio fino a cessazione. In ogni caso, il singolo socio continua a rispondere anche se è cessato
dalla società fino alla cessazione della sua partecipazione alla società per le obbligazioni contratte
fino a quel momento.
Lo scioglimento della società ci deve essere sempre, anche se nella società può esserci un contratto a
tempo indeterminato. Lo scioglimento avviene per varie cause, ma in particolare le società di persone si
sciolgono se viene meno la pluralità dei soci. Quando c'è lo scioglimento della società va liquidato il
patrimonio sociale con dei liquidatori. C'è inoltre il divieto di nuove operazioni, cioè i liquidatori devono
operare al solo fine di liquidare l'attività dell'impresa societaria ma non possono compiere nuove
operazioni. Viene ripartito infine il reddito attivo fra i soci.
La modificazione del contratto avviene solo con il consenso di tutti i soci (oltre che per cause di legge), salva
convenzione contraria. È possibile che quindi i soci stabiliscono che le modificazioni avvengano a
maggioranza. Le modificazioni del contratto devono essere iscritte nel registro delle imprese.
LE AZIONI PROPRIE
Le azioni proprie sono un fenomeno in relazione al quale la società diventa socio di se stessa.
Proprio per la stranezza di questo fenomeno, la legge pone il divieto di sottoscrizione, cioè la S.p.a. non può
sottoscrivere le proprie azioni ma può soltanto acquistare azioni che siano sottoscritte da altri soggetti.
L’acquisto può essere effettuato con gli utili (cioè con le somme che la società avrebbe potuto distribuire ai
soci) o con le riserve disponibili (sono sempre accantonamenti di utili).
Gli amministratori della S.p.a. possono acquistare le azioni proprie, ma possono acquistarle con
l'autorizzazione dell'assemblea. Quest’autorizzazione deve avere una durata massimo di 18 mesi.
Per le società quotate c'è anche un limite ulteriore, infatti le S.p.a. con azioni quotate in borsa non possono
acquistare qualsiasi pacchetto azionario, ma il massimo delle azioni proprie che possono essere acquistate
sono 1/5 del capitale.
Una società è portata ad acquistare le azioni proprie per vari motivi. Ad esempio, nelle società quotate, ci
possono essere momenti in cui la quotazione di borsa è così bassa che sia conveniente alla società di
acquistare azioni proprie per poi rimetterle nel mercato nel momento in cui la quotazione è più elevata.
IL PROCEDIMENTO ASSEMBLEARE
• Convocazione
La convocazione dell'assemblea deve avvenire almeno una volta all'anno entro 120 giorni (o 180 se ci sono
particolari esigenze). I soci devono quindi essere chiamati per riunirsi al fine di formare la volontà
assembleare.
La convocazione è fatta dagli amministratori ed almeno una volta l’anno deve essere convocata quella
ordinaria per l'approvazione del bilancio. L'approvazione del bilancio deve essere fatta dopo la chiusura
dell'esercizio e la convocazione deve essere fatta entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio.
L'assemblea ordinaria può essere convocata, inoltre, quando c'è una richiesta da parte della minoranza (si
richiede almeno 1/10 del capitale sociale).
Convocazione disposta dal collegio sindacale: quando la convocazione è obbligatoria e ci sono dei casi in cui
è necessario convocare l'assemblea. Deve avvenire almeno 15 giorni prima su Gazzetta Ufficiale o su un
quotidiano indicato nello statuto, al fine di avvisare tutti i soggetti che hanno diritto a partecipare
all'assemblea. Lo statuto può anche prevedere che la convocazione avvenga anche con una comunicazione
diretta ai soci, purché questa sia fatta in modo tale da avere riscontro del ricevimento da parte del socio (ad
es. raccomandata o PEC). L'avviso di convocazione e l'informazione rivolta ai soci deve contenere il giorno,
l'ora e il luogo in cui si terrà l'adunanza dei soci. È importante inoltre stabilire l'ordine del giorno, cioè le
indicazioni delle materie che saranno trattate. In mancanza di convocazione l'assemblea non si può tenere.
• Intervento in assemblea
In assemblea possono andare tutti coloro che hanno diritto di voto. La legge non dice più “tutti i soci”,
perché parlando delle categorie di soci abbiamo visto che alcuni di questi non hanno diritto di voto (ad es. i
soci azionisti di risparmio).
In assemblea c'è anche intervento di amministratori e sindaci, che però non hanno diritto di voto.
Per andare in assemblea occorre dimostrare la propria legittimazione. Infatti, lo statuto può richiedere il
previo deposito delle azioni al fine di permettere a soci di dimostrare di essere tali. Ciò non avviene nelle
società quotate, in cui le azioni circolano frequentemente. In questo caso è possibile dimostrare di essere
soci tramite un certificato rilasciato dalla società “monte titoli” che ha il compito di verificare chi siano i
titolari delle azioni.
La riunione in assemblea è consentita anche in teleconferenza e il voto può avvenire in via elettronica, ma
soltanto se questo è indicato nello statuto, altrimenti è necessaria la presenza fisica dei soci.
• Rappresentanza del socio
In assemblea, il socio che ha diritto di voto, può presentarsi personalmente o può farsi rappresentare.
La rappresentanza è diritto del socio ma soltanto se non è escluso dallo statuto. La rappresentanza viene
attribuita con delega per iscritto e con il nome del rappresentante (non si può far rilasciare una delega in
bianco).
Nelle società quotate, onde evitare che il socio ceda sostanzialmente a terzi il suo diritto di voto
mantenendo l'azione, si prevede che le deleghe devono essere conferite solo per singole assemblee, non è
quindi possibile conferire una delega permanente a qualche soggetto.
• Quorum dell'assemblea ordinaria (momento in cui si discute e poi bisogna votare)
Prima della discussione bisogna verificare che l'assemblea si possa tenere, perché c'è il quorum da
verificare, ovvero il numero di soggetti o la percentuale delle azioni necessarie perché si costituisca
validamente l'assemblea. Le assemblee si distinguono per prima e seconda convocazione, nel senso che gli
amministratori possono convocare i soci a partecipare ad una prima assemblea. Nel caso in cui non si
raggiunga il quorum, si procede ad una seconda assemblea già convocata, o che può essere convocata
successivamente sugli stessi argomenti dell'ordine del giorno.
Nell'assemblea ordinaria, il “quorum costitutivo”, cioè la percentuale di azioni che devono essere presenti,
è la metà del capitale sociale. In mancanza di questo, l’assemblea viene sciolta.
Diverso è il “quorum deliberativo”, cioè la percentuale necessaria per approvare le delibere dell'assemblea
ordinaria. In questo caso, nell'assemblea ordinaria in prima convocazione è sufficiente la maggioranza dei
votanti. Ovviamente, essendoci un quorum costitutivo, bisogna che siano presenti almeno la metà del
capitale, e qualunque sia il numero, la maggioranza si forma in relazione ai presenti.
La seconda convocazione è prevista dalla legge proprio per favorire una seconda possibilità di trattazione
degli argomenti nel caso in cui la prima convocazione vada deserta, o non ci sia comunque numero
sufficiente per la costituzione. In seconda convocazione non c'è un quorum costitutivo, ma resta comunque
il quorum deliberativo (maggioranza dei votanti).
PATTI PARASOCIALI
Può accadere che i soci, prima di andare in assemblea, abbiano già deciso che cosa fare e probabilmente
cercano di sapere che cosa pensano gli altri soci. Gli stessi possono anche accordarsi non necessariamente
con tutti i soci, ma con una parte dei soci, per influire in assemblea in un certo modo. Si parla quindi dei
cosiddetti “patti parasociali”, e la legge ne prevede tre tipi:
∼ Sindacati di blocco: i soci vogliano evitare che gli altri soci cedano le loro azioni a soggetti estranei,
e quindi in caso di sindacato di blocco, i soci che si sono impegnati a tenere ferme le loro
partecipazioni ottengono tra di loro l’impegno di avere la prelazione nel caso che uno di loro decida
di cedere le proprie azioni. Si tratta quindi un modo per mantenere la compattezza del nucleo di
comando della società;
∼ Sindacati di voto: i soci che partecipano a questo patto, si impegnano a decidere insieme come
votare sulle singole deliberazioni;
∼ Patti per esercizio di influenza dominante: i soci si impegnano ad esercitare insieme un controllo
della società, senza assumere l'obbligo di votare in un determinato modo (come nei sindacati di
voto).
Si tratta di patti che hanno efficacia solo per le parti, che si impegnano a rispettare tra di loro i patti che
hanno stipulato. La società rimane estranea a questi patti, ma ovviamente ne subisce le conseguenze.
La durata non deve essere superiore a 5 anni, se il patto parasociale prevede una durata superiore ai cinque
anni, il patto vale soltanto per cinque anni. Se non è previsto un termine di durata, i soci sono liberi di
recedere dal patto stesso semplicemente dando un preavviso in qualunque momento.
CORPORATE GOVERNANCE
La corporate governance è l'insieme degli strumenti giuridici che consentono alla società di operare.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Quando gli amministratori sono più di uno, costituiscono necessariamente il consiglio di amministrazione.
Funzionamento del C.d.A.:
E’ un organo collegiale: è richiesta la presenza di un presidente, di riunioni, di convocazione, di votazione e
di verbalizzazione.
Le delibere consiliari: sono considerate il cuore dell'attività del C.d.A. La delibera consiliare richiede che vi
sia la maggioranza degli amministratori (quorum costitutivo).
Maggioranza dei presenti: per deliberare, salvo regole particolari fissate nello statuto, vale la maggioranza
dei presenti.
Le delibere, come tutti gli atti giuridici possono essere anche invalidi. La legge prevede che ci sia un limite
per le impugnazioni delle delibere consiliari, limitando sia il termine d'impugnazione a 90 giorni, sia i
soggetti legittimati ad impugnare.
Interessi degli amministratori:
L’art. 2391 c.c. prevede l’obbligo di dare notizia agli altri amministratori. L'interesse può essere in conflitto
quando per esempio l'amministratore deve decidere se far acquistare dalla società da lui amministrata un
terreno di cui è proprietario. In questo caso c'è un conflitto perché come venditore cercherà di
massimizzare il prezzo di vendita, mentre come amministratore della società acquirente dovrebbe cercare
di rendere meno costoso l'acquisto; - Quando si tratta di un'operazione in cui c'è un interesse personale di
uno degli amministratori, è necessario motivare le ragioni e la convenienza dell’operazione.
Responsabilità degli amministratori (art. 2392 c.c.):
Responsabilità solidale tra tutti gli amministratori: se c'è l'amministratore unico, non ci sarà nessuna
solidarietà.
Esenzione (solo per chi annoti il dissenso): la responsabilità c'è anche per chi abbia espresso parere
contrario e si sia anche opposto alla deliberazione. Per essere esente alla responsabilità, occorre che sia
annotato il dissenso sui libri dei verbali assembleari;
Responsabilità per omissione di intervento: gli amministratori possono delegare determinate funzioni, ma
questo non esonera gli amministratori o un delegato alla loro responsabilità.
Azione sociale (art. 2393 c.c.):
Deliberazione assembleare: l'azione di responsabilità contro gli amministratori può essere intrapresa con
una deliberazione assembleare. L'azione di responsabilità non si prescrive entro un termine dal
compimento dell'atto dannoso, ma entro cinque anni dalla cessazione dell'incarico;
Rinunzia a transazione: l'assemblea può anche rinunciare a transigere l'azione di responsabilità;
Azione risarcitoria: l'obiettivo dell'azione di responsabilità è quella di risarcire la società del danno. La
società deve quindi agire in giudizio contro gli amministratori in via solidale, o contro i singoli
amministratori, ma deve dimostrare il danno che ha subito la società.
Ci possono essere degli atti illegittimi compiuti dagli amministratori che non abbiano recato danno alla
società, in questo caso l'assemblea ha la facoltà di revocare gli amministratori ma di certo non può agire in
via di responsabilità, perché l'obiettivo dell'azione di responsabilità è quello di ottenere un risarcimento dei
danni per il pregiudizio recato dagli atti illegittimi compiuti dagli amministratori.
Azione dei soci:
L'azione di responsabilità può essere esercitata anche dei soci (almeno 1/5 del capitale), quindi un'azione
esercitata dalla minoranza del capitale.
Si tratta sempre di un'azione sociale di responsabilità e ogni risarcimento va alla società.
Azione dei creditori sociali:
L’art. 2394 c.c. prevede un'azione dei creditori sociali: si tratta sempre di un'azione per i danni arrecati dagli
amministratori in violazione dei loro doveri, ma può essere esercitata dei creditori sociali per inosservanza
agli obblighi di conservazione dell'integrità patrimoniale della società.
AMMINISTRAZIONE DELEGATA
Delega di poteri:
Il C.d.A. determina l'ambito della delega: il C.d.A. può nominare degli amministratori forniti della delega
determinando l'ambito delle loro competenze. La legge si preoccupa soltanto di fissare delle funzioni
delegabili, come ad esempio il bilancio, l'aumento di capitale, le obbligazioni convertibili, la riduzione del
capitale, la fusione e la scissione.
Organi delegati:
Gli organi delegati possono essere i comitati esecutivi (cioè alcuni degli amministratori che costituiscono un
organo) o gli “amministratori delegati” (cioè singoli amministratori che agiscono in modo congiuntivo o
disgiuntivo).
Con gli organi delegati viene depauperata la competenza del C.d.A., ma la si rende anche più rapida. Il
C.d.A. non può riunirsi frequentemente, perché è composto di persone che magari hanno anche altri
impegni, pertanto si scelgono delle persone che si dedicano di più all'attività di gestione.
BILANCIO E CONTROLLI
GLI OBBLIGHI DI DOCUMENTAZIONE
L'informazione societaria indica tutti gli aspetti che devono essere documentati per tenere traccia
dell'attività che si svolge. In taluni casi, l’informazione è resa pubblica anche per comunicare all'esterno.
Tra questi documenti troviamo:
∼ Libri sociali obbligatori: libro dei soci (elenco dei soci), libro dell’assemblea (in cui vengono
registrate tutte le riunioni assembleari con il verbale), libro delle riunioni del C.d.A., libro del
collegio sindacale e libro degli obbligazionisti. Gli ultimi tre libri non sono accessibili ai soci, ma solo
al C.d.A. e ai sindaci;
∼ Contabilità e bilancio: costituiscono le altre informazioni societarie che sono rivolte verso la stessa
società e anche ai terzi.
Esercizio sociale
∼ Accertamento periodico della situazione patrimoniale: la vita della S.p.a. è scandita da esercizi
sociali, cioè da un periodo di tempo nell'ambito del quale si considerano certi accadimenti, in
particolare quello in cui avviene l'accertamento periodico della situazione patrimoniale;
∼ Esercizio annuale: la società ha un suo inizio, stabilito dallo statuto, e dallo stesso decorre
l'esercizio sociale. L’esercizio quindi non parte necessariamente dal 1° gennaio al 31 dicembre, ma
può partire anche dal 1° luglio e terminare il 30 giugno. In ogni caso, l’esercizio sociale annuale ha
una durata di 365 giorni;
∼ Bilancio di apertura e di liquidazione: all'inizio dell'attività sociale c'è un bilancio di apertura in cui si
registra gli unici fatti che sono avvenuti in quel momento (ad es. il conferimento da parte dei soci e
le eventuali spese che sono state sostenute per la costituzione della società). Alla fine della
gestione sociale, c'è il bilancio di liquidazione. Tra il bilancio di apertura e quello della liquidazione
intercorrono gli esercizi sociali e il bilancio di esercizio.
Bilancio d'esercizio
Si parla di bilancio d'esercizio, ma in realtà il bilancio di esercizio è composto da una pluralità di documenti.
o Situazione patrimoniale: è il primo documento che compone il bilancio di esercizio e indica l'attivo
e il passivo della società. È quindi una fotografia dal punto di vista patrimoniale, finanziario ed
economico dell'ultimo giorno di chiusura del bilancio di esercizio;
o Conto economico: indica come si è svolto, nel corso dell'esercizio, il sistema di gestione della
società sotto il profilo contabile. La situazione patrimoniale è quindi la foto finale, mentre il conto
economico è il film di svolgimento dell'attività sociale;
o Nota integrativa: serve per completare i dati numerici contenuti nei primi due documenti. È un
documento anch’esso obbligatorio, in quanto è la legge stessa che prevede di redigere la nota
integrativa per spiegare certi fatti importanti relativi al bilancio;
o Relazione sulla gestione: indica i fatti importanti che si sono verificati nella gestione dell'esercizio
sociale, ma anche i fatti successivi intervenuti solo dopo la chiusura dell'esercizio sociale e
ovviamente prima della redazione del bilancio; - Relazione del collegio sindacale; - Bilanci delle
società controllate.
Redazione del bilancio (art. 2423 c.c.)
Redatto con chiarezza: questo è il principio fondamentale per la redazione del bilancio, poiché dallo stesso
si traggono le indicazioni circa la situazione patrimoniale;
Rappresentazione veritiera e corretta: deve investire la situazione patrimoniale e il risultato economico e
non basta indicare soltanto le cose vere, ma questa rappresentazione deve essere corretta, quindi non
tacendo e non trascurando alcuni aspetti;
Redatto in euro: devono essere indicati gli euro senza decimali. Nella nota integrativa si possono invece
usare, sempre con la redazione in euro, ma in migliaia di euro.
CONTROLLI ESTERNI
Controllo pubblico:
È previsto per talune società: società quotate (Consob), banche (Banca d'Italia), ecc.. Nelle società quotate,
c'è anche l'informazione continua per fatti “price sensitive” (art. 114 TUF), cioè quando ci sono dei fatti che
possono influire sulla quotazione delle azioni, e pertanto questi fatti devono essere resi pubblici.
Controllo giudiziario:
Denuncia al tribunale (art. 2409 c.c.): se c'è fondato sospetto per gravi irregolarità nella gestione. È
iniziativa dei soci che hanno almeno 1/10 del capitale o del collegio sindacale.
Nelle società quotate può essere effettuato anche dal PM (Pubblico Ministero).
Amministratore giudiziario:
Ispezione: se c'è una denuncia al tribunale, lo stesso può prevedere l'ispezione alla società. Inoltre il
tribunale può revocare gli amministratori e i sindaci, può chiedere la convocazione dell'assemblea per i
provvedimenti idonei, oppure può nominare l’amministratore giudiziario per i fatti più gravi.
MODIFICAZIONI STATUTARIE
LE MODIFICAZIONI STATUTARIE E IL DIRITTO DI RECESSO
Lo statuto è destinato a perdurare, a meno che non vi siano esigenze di modificarlo, le modificazioni dello
statuto sono di competenza dell'assemblea straordinaria, o al massimo possono essere delegate al C.d.A.
(con delibera dell'assemblea straordinaria).
Controllo del notaio: esiste un termine fissato dalla legge entro quale il notaio deve valutare se quella
modificazione è ammissibile e quindi conforme alla legge oppure no. In caso positivo, si procede
all'iscrizione della modificazione statutaria nel registro delle imprese. Se invece il notaio ritiene che non ci
siano le condizioni di legge, lo stesso dà comunicazione agli amministratori, i quali possono fare ricorso al
tribunale.
Assieme all'iscrizione della delibera modificativa deve essere pubblicato anche lo statuto modificato, al fine
di rendere facile a terzi di conoscere qual è lo statuto vigente di una determinata S.p.a.
La legge si è preoccupata di tutelare la minoranza, ponendo un limite alla maggioranza. Non si tratta di un
limite all'adozione della delibera, ma della costituzione del diritto di recesso (e conseguente ottenimento
della liquidazione) per i soci che non hanno approvato la delibera di modificazione. Recesso anche solo per
parte delle azioni possedute: il recesso può essere anche parziale. Si diminuisce sostanzialmente
l’investimento di un socio nella società, nel caso in cui ci siano state delle modifiche che lo stesso non abbia
ritenuto opportuno di approvare.
Cause di recesso inderogabili:
Modifica dell'oggetto sociale: deve essere una modifica significativa, non una leggera variazione;
Trasformazione della società: cioè quando viene adottato un tipo diverso di società;
Trasferimento della sede sociale all'estero;
Modificazione della clausola di recesso;
Modificazione del diritto di voto.
Cause di recesso derogabili:
Proroga del termine di durata della società;
Introduzione o modifica di vincoli alla circolazione delle azioni: tranne se lo statuto escluda il recesso per
questa causa.
Esercizio di recesso:
Comunicazione del socio entro 15 giorni: quando ricorre una delle cause di recesso (inderogabili o
derogabili), il socio deve depositare le azioni presso la società. Tali azioni sono vincolate perché sono
destinate alla sorte sulla base delle conseguenze del recesso. La società può revocare la delibera
modificativa o deliberare lo scioglimento: se sono numerosi i soci che recedono, può essere più
conveniente non procedere alla modifica, oppure la società può anche deliberare lo scioglimento della
stessa società.
Procedimento di liquidazione:
∼ Offerta delle azioni agli altri soci: se c'è il recesso di uno o più soci, gli amministratori devono offrire
le azioni del socio deceduto agli altri soci, sempre secondo la quota di determinazione della quota
di recesso. Se gli altri soci non acquistano tutte le azioni o non le acquistano per niente, la parte
non sottoscritta dai soci può essere collocata dagli amministratori presso i terzi;
∼ Acquisto della società con riserve disponibili: può essere che l'acquisto di queste azioni non si
raggiunga, né con le con le offerte ai soci e né con la collocazione presso i terzi. In tal caso, la
società è tenuta ad acquistare le azioni ma con le riserve disponibili;
∼ Rimborso delle azioni: se non ci sono riserve disponibili, o comunque se la società non ha interesse
ad utilizzare quelle riserve, avviene il rimborso delle azioni.
∼ Convocazione dell'assemblea per riduzione del capitale o scioglimento: può essere che gli
amministratori ritengano troppo gravoso per la società ridurre il capitale, e quindi va convocata
l'assemblea per lo scioglimento della società. Invece, nel caso del rimborso delle azioni con la
riduzione del capitale, ci può essere l'opposizione dei creditori. In questo caso l'ultima ed unica
chance per il socio receduto è quello di ottenere non la quota di recesso ma la quota di liquidazione
nell'ambito dello scioglimento della società.
DIRITTO DI OPZIONE
Il diritto di opzione è un diritto che spetta al socio e serve allo stesso per continuare a partecipare alla
società nella stessa proporzione in cui partecipava prima. Spetta a qualsiasi categoria di azioni e ad
obbligazioni convertibili, è un diritto che compete non soltanto al socio, ma anche agli obbligazionisti
convertibili, cioè coloro che hanno diritto, in rapporto alle obbligazioni convertibili di cui sono titolari, a
sottoscrivere future azioni.
Per l’emissione azioni ed obbligazioni convertibili, il termine non deve essere inferiore a 30 giorni: deve
essere previsto nella delibera.
Se alcuni dei soci non esercitano il diritto di opzione, c'è una prelazione per i soci optanti sull'inoptato, cioè
sulle azioni per le quali altri soci non hanno esercitato il diritto d'opzione.
Per le azioni quotate, invece c'è l'offerta in borsa dei diritti residui: la prelazione sull'inoptato vale per le
società non quotate in borsa, mentre per le società quotate in borsa, gli amministratori devono
monetizzare vendendo in borsa i diritti d'opzione che sono rimasti inoptati.
Per azioni con conferimenti in natura (ad es. conferimento di un immobile da parte di un terzo) e quando lo
esige l'interesse della società (ad es. interesse verso un certo tipo di investitori), la legge prevede che se la
delibera disponga l’aumento da sottoscriversi in natura, in questo caso non c'è un diritto di opzione.
La delibera di approvazione di aumento del capitale deve essere rafforzata dalla maggioranza (oltre la metà
del capitale sociale). Il terzo che entra nell'ambito della società, non deve avvantaggiarsene a scapito dei
soci che sono privati del diritto di opzione. Pertanto, in questi casi, la legge impone che la delibera preveda
la determinazione del sovrapprezzo, cioè, oltre al valore nominale, deve essere richiesto al nuovo socio un
surplus per pareggiare i conti rispetto coloro che sono soci in quel momento.
PREZZO DELLE AZIONI ED AUMENTO DEL CAPITALE SON ESCLUSIONE DIRITTO D'OPZIONE
Il prezzo delle azioni e l'aumento del capitale non sono necessariamente esclusione del diritto d'opzione.
Il diritto d'opzione è un diritto garantito ai titolari di azioni di acquistare nuove azioni emesse dall'azienda, di
solito in proporzione alla loro partecipazione nel capitale sociale. L'esercizio del diritto d'opzione consente ai
titolari di azioni di evitare la diluizione della loro partecipazione nel capitale sociale dell'azienda.
Tuttavia, il prezzo delle azioni e l'aumento del capitale possono influenzare la decisione dei titolari di azioni di
esercitare il loro diritto d'opzione. Ad esempio, se il prezzo delle azioni è troppo elevato o l'aumento del
capitale è troppo grande, i titolari di azioni potrebbero decidere di non esercitare il loro diritto d'opzione.
In ogni caso, spetta all'azienda decidere se escludere o meno il diritto d'opzione nell'aumento del capitale o
nella vendita di nuove azioni. L'esclusione del diritto d'opzione deve essere giustificata e deve rispettare le
norme e i regolamenti applicabili.
RIDRIDUZIONE
RIDUZIONE REALE
REALE DEL DELCAPITALE
CAPITALE ART.
ART. 24452445
L'art.
L'art. 2445
2445 deldel Codice
Codice Civile
Civile italiano
italiano disciplina
disciplina la la riduzione
riduzione reale
reale deldel capitale
capitale sociale
sociale didi una
una società.
società.
Tale
Tale operazione
operazione puòpuò avvenire
avvenire perper diverse
diverse ragioni,
ragioni, adad esempio
esempio perperla la necessità
necessità didi riportare
riportare il capitale
il capitale a
a un livello congruo rispetto alla situazione economica della società,
un livello congruo rispetto alla situazione economica della società, oppure per ridurre le perdite oppure per ridurre le perdite
accumulate.
accumulate.
LaLa procedura
procedura perperla la riduzione
riduzione reale
reale deldel capitale
capitale prevede
prevede cheche
la la società
società convochi
convochi un'assemblea
un'assemblea
straordinaria dei soci, che dovrà deliberare la riduzione del capitale e le modalità didi
straordinaria dei soci, che dovrà deliberare la riduzione del capitale e le modalità attuazione
attuazione
dell'operazione.
dell'operazione. Inoltre,
Inoltre, sarà
sarà necessario
necessario ottenere
ottenere l'autorizzazione
l'autorizzazione deldel Tribunale
Tribunale competente
competente perper
territorio, che verificherà la regolarità dell'operazione e la tutela degli
territorio, che verificherà la regolarità dell'operazione e la tutela degli interessi dei creditori. interessi dei creditori.
UnaUna volta
volta ottenute
ottenute le le autorizzazioni
autorizzazioni necessarie,
necessarie, la la riduzione
riduzione deldel capitale
capitale verrà
verrà effettuata
effettuata mediante
mediante
l'attribuzione
l'attribuzione didi diritti
diritti ai ai creditori
creditori della
della società,
società, inin proporzione
proporzione alla
alla loro
loro posizione
posizione creditoria.
creditoria. InInquesto
questo modo, la società potrà ridurre il proprio capitale senza
modo, la società potrà ridurre il proprio capitale senza arrecare pregiudizio ai creditori.arrecare pregiudizio ai creditori.
OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI
Abbiamo una società che emette un prestito obbligazionario, offrendo la facoltà all'obbligazionista, in sede
di rimborso, di optare per ottenere i soldi per il rimborso dell'obbligazione oppure di diventare azionista
della stessa società emittente. In questo caso, c'è la conversione, ovvero il passaggio dallo stato di creditore
obbligazionista allo stato di socio.
La delibera di emissione del prestito obbligazionario convertibile, è una delibera che deve già predisporre
l'aumento di capitale al servizio della sottoscrizione, poiché non si sa se gli obbligazionisti opteranno o
meno per la conversione dell'obbligazione in azioni.
Si seguono le regole dell’aumento di capitale che impongono la previa sottoscrizione e versamento del
capitale, in quanto se c'è un capitale che non è interamente sottoscritto non si possono emettere prestiti
obbligazionari convertibili.
Il versamento del socio non deve essere inferiore al capitale da aumentare.
Inoltre, poiché alla fine dell'operazione potrebbe cambiare l'assetto delle partecipazioni sociali, le
obbligazioni convertibili devono essere offerte in opzione agli azionisti.
GRUPPI DI SOCIETÀ
La società ha una capogruppo che usualmente si chiama holding e che dirige un gruppo di imprese.
Nei gruppi manca una disciplina organica, nonostante ciò esistono comunque alcuni regolamenti nei gruppi.
Il rapporto di controllo è un rapporto che si instaura tra una società che controlla un'altra società.
Esistono varie forme di controllo, ad esempio la forma di diritto in cui la società A possiede la maggioranza
del capitale della società B e ha il diritto di nominare gli amministratori.
Il rapporto di controllo può essere anche di fatto, ad esempio se la società B è una società quotata in borsa
in cui i soci non partecipano, in questo caso la maggioranza dei soci è interessata soltanto all'investimento,
ma non a decidere sulla nomina degli amministratori, pertanto il controllo si esercita anche senza avere la
maggioranza.
Nella nozione di controllo, c’è una società che ne controlla un'altra, pertanto si ha la direzione del
coordinamento. Nelle società collegate, invece, non c'è un controllo ma un'influenza notevole. Ciò significa
che c'è una partecipazione di un certo rilievo anche se non assicura il controllo della società partecipata.
Esiste un’apposita sezione nel registro delle imprese per mettere a conoscenza i terzi per capire se agiscono
nei confronti di una società autonoma o di una società facente parte di un gruppo.
Le società controllate e la società controllante devono iscriversi in un'apposita sezione che indica chi sono e
come sono composti i gruppi.
Sempre nell'ambito di questi obblighi di informazione, per rendere noti a terzi i rapporti che ci sono tra le
società, si devono indicare anche i rapporti che portano a indicazioni contabili (vanno indicate
separatamente per ogni società).
Ciascuna società redige il proprio bilancio di esercizio e poi in seguito c'è un bilancio consolidato.
Quest’ultimo è un documento consuntivo di esercizio che vuol rappresentare la situazione economica,
patrimoniale e finanziaria di un gruppo di imprese, elaborato dalla holding.
Il bilancio consolidato ha tanti aspetti tecnici, ma il principale di questi aspetti è l'area di consolidamento.
E’ necessario quindi riunire tutto in un unico bilancio.
Secondo il principi di consolidamento il bilancio, deve eliminare tutti i rapporti reciproci interni (le
partecipazioni) e non ci sono crediti o debiti del gruppo, ma ci sono soltanto rapporti con i terzi.
SOCIETÀ COOPERATIVE
LO SCOPO MUTUALISTICO
Nel 2003 è stata effettuata una modificazione delle norme del codice civile sulle cooperative, al fine di
evitare un abuso sulle agevolazioni previste dalla tutela costituzionale della cooperazione.
Le cooperative sono società che in quanto tali esercitano l'impresa. Lo scopo di queste società è
mutualistico, ciò significa che i soci di una cooperativa si pongono l'obiettivo di crescere insieme, aiutandosi
a vicenda per ottenere qualcosa che altrimenti non potrebbero raggiungere da soli.
L’impresa è messa al servizio, per questo si parla di gestione di servizio a favore dei soci, mentre nella
società lucrative il vantaggio del socio è unicamente quello di avere la ripartizione degli utili, nelle società
cooperative, essendo l'attività posta al servizio dei soci, c'è un vantaggio mutualistico, che si atteggia
diversamente a seconda del tipo di cooperative.
Le due categorie di cooperative più importanti sono:
∼ Cooperative di consumo: sono società cooperative tra consumatori per ottenere prodotti di
consumo a prezzi migliori di quelli di mercato.
∼ Cooperative di produzione e lavoro: lo scopo consiste nel procurare lavoro alle migliori condizioni
possibili per i propri soci-lavoratori.
I soci e i loro vantaggi:
∼ Soci cooperatori: sono coloro che partecipano alla cooperativa attendendosi quei vantaggi che
sono propri dello scopo mutualistico;
∼ Soci sovventori: coloro che partecipano pur non avendo la necessità di ottenere il vantaggio
mutualistico. Ottengono una remunerazione per la loro sovvenzione.
Responsabilità limitata dei soci in tutte le società cooperative.
Nella società cooperativa ci sono almeno due tipi di rapporti, uno è la partecipazione del socio alla società,
l'altro è la partecipazione del socio alla prestazione mutualistica.
Le cooperative perseguono uno scopo mutualistico, però la legge non richiede che questo scopo sia
esclusivo. Infatti, accanto al rapporto mutualistico c'è anche un rapporto di prestazione a favore di terzi, ed
è quindi consentita, anche se in taluni casi è limitata perché altrimenti verrebbe meno la funzione
mutualistica.
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Requisiti:
- Numero minimo dei soci (9);
- Requisiti soggettivi dei soci: non si può aderire ad una cooperativa liberamente, nel senso che i soci
devono avere determinati requisiti. I requisiti soggettivi non sono richiesti per i soci sovventori
perché questi ultimi devono avere un'altra funzione, ovvero quella di apportare capitale;
- Denominazione sociale: deve comparire l'indicazione anche specifica (ad es. società a mutualità
prevalente o non prevalente). Bisogna inoltre indicare se la società cooperativa è una società
cooperativa per azioni o una società cooperativa a responsabilità limitata;
- Albo delle cooperative: c'è un albo speciale delle cooperative dove sono indicate le stesse.
L’iscrizione avviene perché le cooperative sono sottoposte a controlli pubblici in quanto svolgono
un’azione sociale molto importante;
- Atto pubblico: la costituzione deve essere fatta per atto pubblico e davanti al notaio.
Si applicano le norme della S.p.a., in quanto compatibili, l’atto costitutivo può far applicare le norme della
S.r.l.: fino a 20 soci o attivo di non oltre un milione di euro.
I conferimenti dei soci nelle cooperative avviene ovviamente in misura minore rispetto alle società a scopo
lucrativo, in quanto i soci non sono interessati ad investire più capitale perché comunque non ottengono
maggiore remunerazione.
I finanziamenti dei soci sovventori sono permessi dalla legge proprio per favorire la capitalizzazione delle
società cooperative.
Le azioni di partecipazione cooperativa sono particolari titoli azionari che consentono una remunerazione
diversa e che possono quindi favorire una capitalizzazione delle società cooperative.
Ciascun socio cooperatore non può superare la quota di 100.000€, si vuole che nessuno prevalga in modo
molto più forte rispetto agli altri. Il socio che entra in una società non può cedere liberamente le proprie
quote o azioni ma può farlo soltanto con l'autorizzazione degli amministratori e vi è l’obbligo di motivare il
diniego da parte degli amministratori.
I soci possono entrare, come possono pure uscire, e ciò determina una variazione del capitale.
Il capitale si può anche modificare come nei casi delle società lucrative, per esempio si decide di aumentare
il capitale con dei nuovi conferimenti, oppure di ridurre il capitale per perdite.
Gli amministratori hanno il compito di verificare che i soci abbiano i requisiti e quindi non creino disagi ai
soci che sono già nella cooperativa. In caso di diniego, si può chiedere il voto dell’assemblea: il socio può
chiedere che si pronunci l'assemblea, che è l'organo più importante in quanto sono i soci coloro che devono
usufruire dei vantaggi mutualistici.
Il recesso avviene nei casi previsti dalla legge o dall'atto costitutivo, invece l’esclusione avviene se il socio
cooperatore non adempie ai suoi doveri (ad es. partecipazione all’attività della società).
Nelle assemblee, come nelle S.p.a., ma con un voto a testa, ciascun socio conta allo stesso modo di un altro
socio, non importa quanto abbia versato, i soci che possono partecipare devono essere iscritti da almeno
90 giorni.
Le cooperative possono avere un numero anche molto elevato di soci cooperatori e possono operare in
zone anche abbastanza ampie. In questo caso si prevedono delle assemblee separate in cui si ha una
formazione progressiva della decisione.
Obbligatorie se ci sono più di 3000 soci e l’attività viene svolta in più province.
Sostanzialmente ci sono due fasi, prima si svolge l'assemblea separata nella quale i soci di una certa zona
nominano i delegati che andranno all'assemblea generale che poi voteranno.
N.B. Il funzionamento concreto delle assemblee separate deve essere regolato dall'atto costitutivo perché
la legge ha previsto soltanto la possibilità, mentre in alcuni casi c’è l'obbligo di queste assemblee separate.
TRASFORMAZIONI ETEROGENEE
Società di capitali in altri enti:
- S.p.a., S.a.p.a. e S.r.l.: la legge prevede che tali società possono trasformarsi in consorzi, società consortili,
cooperative, comunioni di azienda (si verifica quando più persone, solitamente per successione ereditaria,
si trovano comproprietari dell'azienda), associazioni non riconosciute e fondazioni.
Esistono anche ipotesi inverse, quindi gli enti si trasformano in società di capitali.
Opposizione dei creditori:
Efficacia della trasformazione dopo 60 giorni: termine entro i quali essi possono opporsi davanti al
tribunale;
Autorizzazione del tribunale: può consentire alla società di realizzare quella trasformazione eterogenea
anche se non c'è stato il consenso del pagamento dei creditori, dimostrando che la trasformazione non reca
alcun danno ad essi.
FUSIONE
Forme di fusione (art. 2501 c.c.):
∼ Fusione propria, con costituzione di una nuova società;
∼ Incorporazione: avviene quando una società viene incorporata da un'altra, quindi diventa parte di
una società già esistente.
Limiti posti alla trasformazione: tali limiti si applicano anche nel caso della fusione, sia nella fusione propria
che nell'incorporazione.
No per società in liquidazione: la legge prevede la possibilità della fusione anche dopo lo scioglimento della
società, a patto che non sia iniziata la liquidazione del patrimonio.
Nella fusione il procedimento è regolamentato dalla legge e si prevedono varie fasi.
Si inizia con il progetto di fusione a cui deve essere unita la situazione patrimoniale delle società che
partecipano alla fusione.
Si procede con l’elaborazione degli esperti sul rapporto di cambio: il rapporto di cambio è il rapporto con
cui si scambieranno le azioni tra i soci delle società che partecipano, perché dopo la fusione i soci di
ciascuna società diventano soci dell'unica società che sopravvive o che continua dopo la fusione.
La legge consente che si possono fare dei conguagli in denaro a favore dei soci che ricevono una
partecipazione inferiore a quella iniziale.
L’attestazione dell’esperto circa il rapporto di cambio e la sua coerenza con i patrimoni delle società che
partecipano non serve per fusione di società interamente possedute.
La fusione avviene per atto pubblico, stipulato da ciascuna società e la società risultante assume diritti ed
obblighi.
L’invalidità non può essere pronunciata dopo iscrizione, al massimo, coloro che sono stati danneggiati da
una fusione viziata possono chiedere un risarcimento del danno.
Leveraged buyout (art. 2501 bis c.c.): Fusione dopo acquisizione mediante indebitamento:
Talvolta, per acquisire una società, i soci si fanno finanziare da una banca o da un terzo.
Una volta acquisite le quote, fondono le due società e il debito contratto per acquisire la nuova società
(chiamata “target”), diventa quindi un debito anche di quest’ultima.
Il progetto di fusione deve prevedere un piano economico e finanziario, cosa che non è richiesta
normalmente per le altre fusioni, con l'indicazione delle fonti e delle risorse finanziarie, e con l'esperto che
deve attestare la ragionevolezza della stessa operazione.
SCISSIONE
Forme di scissione (art. 2506 c.c.):
La scissione comporta l’assegnazione del patrimonio di una società:
- con la fusione totale, l’intero patrimonio della società viene assegnato ad altre società o enti,
- nella fusione parziale invece solo una parte di questo patrimonio.
Il patrimonio si può destinare a più società preesistenti o di nuova costituzione.
È fondamentale determinare e descrivere bene gli elementi patrimoniali che vanno assegnati alla società
risultante dalla scissione attraverso l’atto di scissione.
Se gli elementi patrimoniali non sono indicati nel progetto di scissione sorge il problema della loro
destinazione, diventa quindi complicato definire a quale società spettano.
Se si tratta di cespiti attivi e c'è una scissione totale, si avrà una ripartizione proporzionale tra le società.
Se si tratta di scissione parziale, invece, l'attivo trascurato e quindi non definito rimane alla società scissa.
In caso di scissione totale, l'elemento del passivo è un elemento di cui sono obbligate in via solidale tutte le
società (cioè le società beneficiarie).
Se invece la scissione è parziale rispondono tutte le società.
OPA
L'OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) è un'offerta rivolta al pubblico per l'acquisto di azioni di una
società quotata in borsa, solitamente lanciata da un'azienda o un investitore che desidera acquisire
una partecipazione di controllo o aumentare la sua partecipazione nella società target.
L'OPA può essere lanciata in modo amichevole o ostile, a seconda dell'accordo o meno tra le due
parti interessate. Nel caso di un'OPA ostile, l'azienda target può cercare di respingere l'offerta o
negoziare condizioni più favorevoli per i propri azionisti.
L'OPA può avere un impatto significativo sul prezzo delle azioni della società target e sul mercato
azionario in generale. È importante che gli investitori valutino attentamente i dettagli dell'OPA,
inclusi il prezzo offerto, le condizioni di pagamento e le implicazioni a lungo termine per l'azienda.