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Società di capitali Società di Persone

(S.r.l.; S.p.a.; S.a.p.a.) (Semplice, collettiva, S.a.s.)

Organizzata in funzione dei capitali conferiti dal Organizzata in funzione dell’uomo socio, tenendo
socio, che viene considerato in ragione della sua conto delle sue qualità personali e professionali
quota
Società con personalità giuridica (gode di una Società priva di personalità giuridica
perfetta autonomia patrimoniale)

Il socio ha responsabilità limitata alla sola quota I soci hanno responsabilità illimitata e il potere di
conferita amministrare la società.

Per essa è espressamente prevista, ed è Non sono previsti organi specifici


inderogabile (salvo per le srl) un’organizzazione di
tipo corporativo, basata su una pluralità di organi
(assemblea, organo di controllo, organo di
gestione). Ciascuno investito per legge da proprie
specifiche funzioni e competenze.

Per il funzionamento di tali organi vige il principio Consenso unanime per la modificazione dell’atto
maggioritario in base alle quote (le maggioranze costitutivo, indipendentemente dall’ammontare
sono calcolate in base alla partecipazione di del capitale sociale
ciascun socio al capitale sociale, non per teste).

Il singolo socio non ha alcun potere diretto di


amministrazione e controllo (salvo S.r.l.) avendo
solo diritto di concorrere alla designazione dei
membri di tali organi.

Libera trasferibilità delle quote sociali, sia inter La partecipazione è trasferibile solo col consenso
vivos che mortis causa. degli altri soci per atto tra vivi.
Trasferimento mortis causa non ammesso, salvo
patto contrario

Persone giuridiche  Si tratta di soggetti finti che non esistono in natura, sono invenzioni di carattere
normativo, strumenti che consentono di perseguire degli obiettivi che altrimenti in natura non sarebbero
perseguibili. Si chiamano persone giuridiche per trasmettere l’idea che sono interessate da una disciplina
simile a quella della persona fisica: concettualmente scimmiottano la vita di una persona fisica
 hanno un patrimonio
 esercitano un’attività
 fanno una fusione (si sposano)
 fanno una scissone (divorziano)

il concetto che sta alla base della persona giuridica e quella dell’autonomia patrimoniale: creare un
centro d’interessi le cui vicende non coinvolgano il centro di interessi dei soggetti che hanno dato luogo al
fenomeno. Ecco la differenza fondamentale tra società di capitali e le società di persone.
Nelle società di persone rimane una responsabilità dei singoli soci per i debiti della società.

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In una società di capitali, che è una persona giuridica, i debitori possono aggredire solo il capitale (per
meglio dire patrimonio), si devono accontentare, non possono rivalersi del patrimonio di cui sono titolari i
soci.
Società di capitali
GENERALITÀ
Rientrano in tale categoria la società per azioni, la società in accomandita per azioni e la società a
responsabilità limitata.
La disciplina, profondamente innovata dal d.lgs. 6/2003, rinviene il suo nucleo essenziale nell'ambito dei
Capi V, VI e VII del Titolo V del Libro V del Codice civile.

La normativa antecedente all’entrata in vigore della riforma del 2003 ascriveva alla SPA il ruolo di prototipo
delle società di capitali, incentrando sulla disciplina della stessa, salvi determinati profili di specificità, anche
la regolamentazione della SAPA e della S.R.L.
In virtù del d.lgs. sono stati ridisegnati i rapporti fra i tipi societari appartenenti alla categoria.
 SAPA  residualmente mutua dalla disciplina della SPA le proprie norme di organizzazione e
funzionamento
 SPA  per lo più impiegata in funzione di iniziative imprenditoriali di significativo respiro dimensionale
 SRL  impiegata in funzione di iniziative imprenditoriali di minori dimensioni

Sempre per effetto della riforma, la disciplina dei tipi capitalistici concede più ampio spazio all’autonomia
statutaria, nella prospettiva di consentire di modellare la struttura e il funzionamento societario in modo da
dare più aderenti risposte alle istanze emergenti dalla dialettica del mercato.
L’autonomia statutaria si esprime entro confini inversamente proporzionali al grado di coinvolgimento
nelle vicende della società di interessi esterni alla compagine sociale:
 particolarmente ampi nell’ambito delle SRL,
 si riducono nell’ambito delle SPA, dove si presentano più o meno estesi a seconda che l’ente faccia o
no ricorso al capitale di rischio.

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LA SOCIETÀ PER AZIONI
1. Coordinate normative
La società per azioni è regolata da un articolato impianto normativo che, sullo sfondo delle disposizioni
generali dettate nel codice civile con riferimento al paradigma societario (artt. 2247-2250 c.c.), trova il suo
nucleo centrale nel Titolo V, Capo V, del Libro V (artt. 2325 ss.), ma rinviene momenti essenziali anche
nell’ambito della legislazione speciale: basti pensare all’importanza delle disposizioni sulle società con titoli
quotati in borsa dettate dal d.lgs. 58/1998, recante il Testo unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria (TUF)

La disciplina attualmente vigente costituisce il portato di un processo evolutivo particolarmente complesso,


per significativa parte di ispirazione comunitaria.
Soltanto nell’ultimo decennio si è approdato al ripensamento complessivo della stessa, a cui si è giunti,
passando proprio attraverso il d.lgs. del 1998 e infine giungendo al d.lgs. 6/2003.

2. Società aperte e società chiuse


La SPA individua un modello tendenzialmente funzionale all'esercizio dell'impresa di rilevanti dimensioni,
ma è utilizzato anche ai fini della gestione di iniziative imprenditoriali minori  le imprese organizzate in
forma di SPA possono essere assai distanti fra loro per ampiezza della base associativa e per struttura
patrimoniale e finanziaria.

La disciplina codicistica della SPA configura due diverse articolazioni del modello, in ragione del grado di
interazione fra l’impresa ed il mercato del capitale.
 SOCIETÀ CHIUSE  non fanno ricorso al capitale di rischio. Si applica la disciplina del c.c. e si si pone
con forza il tema della tutela della posizione dei creditori sociali e con minore intensità quello della
tutela dei soci di minoranza

 SOCIETÀ QUOTATE/APERTE
o ricorrono all’emissione di azioni quotate in mercati regolamentati  Si applica la disciplina del
d.lgs. 58/1998, Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF) e, in
via sussidiaria, la normativa del cc.
o a prescindere dall’ammissione alla quotazione, danno corso alla diffusione dei propri titoli fra il
pubblico in misura rilevate  si applicano le norme del Codice civile in tema di società e, in via
sussidiaria, le norme del cc per le società che fanno ricorso al capitale di rischio. Se queste norme
non possono essere applicate, si rinvia al T.U.F. e alla Consob
La proiezione verso il mercato per l'accesso al capitale e alle risorse finanziarie conferisce particolare
enfasi al problema di assicurare adeguata tutela agli interessi delle molteplici categorie di soggetti a
diverso titolo coinvolti nelle vicende dell’impresa (azionisti, finanziatori, dipendenti e via discorrendo)
e alla dialettica fra maggioranza e management.

DIFFERENZE DI REGOLAMENTAZIONE
1. diversa ampiezza dei diritti e dei correlativi obblighi di informazione, anche inerenti ai patti parasociali
2. maggior rigore dei controlli contabili e di gestione
3. più sensibile tutela delle minoranze
4. maggiore stabilità conferita, attraverso il regime dell'invalidità alle decisioni degli organi sociali
5. minore latitudine riconosciuta all’autonomia statutaria

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3. I caratteri della fattispecie
1. La responsabilità limitata.
Le obbligazioni sociali trovano risposta esclusivamente nel patrimonio della società;
Nella limitazione del rischio connesso all’esercizio dell’attività imprenditoriale si individua una delle funzioni
proprie delle società di capitali e, in tale contesto, della società per azioni.
Tale carattere è valorizzato dalla disposizione di apertura della disciplina della SPA, art. 2325 c 1 cc 
Nella società per azioni per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio.

Per effetto della riforma del 2003, peraltro, il regime della responsabilità limitata assiste i soci a prescindere
dal loro numero, configurandosi come principio generale tanto nell'ipotesi che l’ente presenti una
compagine sociale pluripersonale, quanto nell’ipotesi che le partecipazioni confluiscano interamente
nella titolarità di un unico socio.
In tal senso, il socio unico, abbia assunto tale qualità in sede di costituzione della società ovvero
successivamente, risponde delle obbligazioni sociali soltanto nei limiti del conferimento effettuato; ciò, a
meno che non sia stato disatteso il dettato dell’art. 2342 cc (conferimenti) o non siano stati violati gli
obblighi di informazione previsti dall'art. 2362 cc.

2. La natura azionaria delle partecipazioni sociali.


Le partecipazioni sociali sono rappresentate da azioni, costituenti frazioni omogenee del capitale che, in
linea di principio, sono idonee ad attribuire ai loro possessori uguali diritti, ferma restando la legittimità
dell’emissione di categorie di azioni fornite di diritti diversi, anche in relazione all’incidenza delle perdite.

Mentre nell'ambito della disciplina antecedente alla riforma tale profilo emergeva direttamente dalla
nozione di SPA resa dall'art 2325 c.c., oggi esso trova riscontro nell’art 2346 c 1 cc  la partecipazione
sociale è rappresentata da azioni.

3. L’organizzazione corporativa.
L’assetto regolamentare impresso ai processi decisionali ed ai meccanismi di controllo mediante i quali
l’ente esplica la sua attività, sono governati all'insegna della partizione di funzioni e competenze fra organi
 organizzazione corporativa.
Il sistema di controllo tradizionale è basato sulla tricotomia assemblea-amministratori-collegio sindacale.
Per quanto specificamente attiene alla SPA, nell’esercizio dell’autonomia statutaria i soci possono dotare
l’ente di sistemi di amministrazione e controllo alternativi:
 dualistico  di tradizione germanica, vede l’attività di gestione e controllo rispettivamente demandate
al consiglio di gestione ed al consiglio di sorveglianza
 monistico  di tradizione anglosassone, prevede un CDA ed un comitato di gestione eletto al suo
interno.

I primi due profili sono idonei a distinguere la SPA


 dalla SAPA  si caratterizza per un regime di responsabilità che prevede il coinvolgimento
patrimoniale dei soci accomandatari nell’ambito delle obbligazioni sociali
 dalla SRL  la partecipazione sociale non può essere rappresentata da azioni.

4. Il procedimento di costituzione profili generali


La nascita della società per azioni avviene come esito di un procedimento articolato in 2 fasi:
1. stipulazione dell’atto costitutivo

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2. iscrizione al registro delle imprese  a seguito di tale fase l’ente, sino ad allora in fieri, acquisisce
personalità giuridica e viene ad esistenza.

Nell’originaria versione della disciplina codicistica, tra i due momenti della vicenda genetica si inseriva la
fase dell’omologazione giudiziale  controllo affidato al tribunale, volto a verificare la sussistenza dei
requisiti di legalità formale e sostanziale dell’atto costitutivo, ossia la presenza delle condizioni richieste
dalla legge e la compatibilità del contenuto con i caratteri proprio del tipo societario di riferimento.
Ai fini di semplificazione del procedimento di costituzione della società l’omologazione è stata abolita con
l’art 32 l. 340/2000, e confermata dal d.lgs. 6/2003.

5. Le condizioni di costituzione
Art 2329 cc  Per procedere alla costituzione della società è necessario:

1) che sia sottoscritto per intero il CS


Tale previsione rende evidente che la formazione del CS è un presupposto necessario per la costituzione
della SPA.
L’integrale sottoscrizione del capitale non implica l’integrale esecuzione dei conferimenti, ma che all’atto di
costituzione della società la somma indicata come capitale risulti interamente coperta da una
corrispondente quantità di denaro  QUANDO LA LEGGE NON RICHIEDE L’ESECUZIONE ALL’ATTO DELLA
SOTTOSCRIZIONE DEL CAPITALE, I CONFERIMENTI DEVONO COSTITUIRE OGGETTO DI UNA SPECIFICA
OBBLIGAZIONE ASSUNTA DAL SOCIO  Il CS sottoscritto è quello che i soci si sono impegnati a versare;
quello versato è quello composto dai conferimenti effettivamente realizzati dai soci.

+ art 2327 cc  La SPA deve costituirsi con un capitale non inferiore a 50.000 €
Art modificato nel 2014, nella previgente versione il capitale sottoscritto ai fini della costituzione doveva
essere di almeno 120.000 €.
La legislazione speciale, con riguardo a particolari applicazioni del modello come le società che esercitano
attività bancaria, può richiedere livelli minimi più elevati.
Non si ritiene che, in assenza di specifiche disposizioni normative, l’ammontare del capitale debba essere
ab initio rispondente alle esigenze imposte dal conseguimento dell’oggetto sociale, non deve essere
valutata la sua adeguatezza rispetto all’attività che si andrà a svolgere.

2) che siano rispettate le previsioni degli articoli 2342, 2343 e 2343 ter relative ai conferimenti;
 Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato presso una banca almeno il 25% dei
conferimenti in danaro o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare.
 Per i conferimenti in natura o di crediti la liberazione delle azioni corrispondenti deve sempre risultare
integralmente effettuata
 Il valore dei conferimenti in natura e di crediti deve essere asseverato dalla relazione di stima di un
esperto, redatta ai sensi dell’art 2343 cc

3) sussistano le autorizzazioni e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali per la costituzione
della società, in relazione al suo particolare oggetto.
Le autorizzazioni a cui la norma attiene sono quelle richieste ai fini della stipulazione dell’atto costitutivo e
per l’iscrizione del medesimo nel registro delle imprese. Non sono riconducibili al novero delle
autorizzazioni in discorso i provvedimenti richiesti per l’esercizio di una determinata attività.

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Un rilevante indirizzo interpretativo ritiene che tutte le condizioni per la costituzione della società debbano
sussistere al momento della stipulazione dell’atto costitutivo, fatta eccezione per quelle autorizzazioni
richieste ai soli fini dell’iscrizione della società nel registro delle imprese o ai fini dell’avvio dell’attività
economica, che vanno rilasciate sul presupposto che l’atto costitutivo sia già stato stipulato.
Un diverso orientamento di pensiero individua nell’adempimento egli obblighi relativi ai conferimenti e nel
rilascio delle autorizzazioni due condizioni richieste ai fini dell’iscrizione dell’atto costitutivo, ma non della
sua stipulazione.

6. La stipulazione dell’atto costitutivo  costituzione simultanea e per pubblica


sottoscrizione
Art 2328 c 1 cc  La società può essere costituita per contratto o per atto unilaterale.
Non è escluso, anche se meno frequente, che l’ente possa venire in vita per effetto diretto di un
provvedimento normativo o all’esito di un procedimento innescato sulla base del medesimo.

Due sono i modelli procedimentali a cui è possibile fare ricorso per la stipulazione dell’atto costitutivo:
 COSTITUZIONE SIMULTANEA, art 2328/2329 c.c.  Si realizza attraverso l'immediata stipulazione
dell’atto costitutivo tra i soggetti coinvolti nella vicenda genetica, i quali compaiono dinanzi al notaio
sottoscrivendo integralmente il CS.
Tale meccanismo è preferito per la costituzione di società con ampia base associativa.

 COSTITUZIONE PER PUBBLICA SOTTOSCRIZIONE, art 2333/2336 c.c.  Procedimento complesso e


macchinoso, nell’intenzione del legislatore funzionale alla nascita di società dotate di un ingente
capitale derivante dalla raccolta degli apporti di un rilevante numero di soggetti.
Tuttavia, potendo il medesimo risultato essere raggiunto attraverso tecniche più agili, l'istituto non ha
avuto significativa applicazione.

1. Redazione del programma dell'iniziativa, predisposto dai promotori  oggetto, capitale, le


principali disposizioni dell'atto costitutivo e dello statuto, l'eventuale partecipazione che i
promotori si riservano agli utili e il termine entro il quale deve essere stipulato l'atto costitutivo.
Il programma, munito delle firme dei promotori, va depositato presso notaio.

2. Acquisizione delle adesioni al programma  l’adesione si esprime attraverso la sottoscrizione del


capitale della società, che deve risultare da atto pubblico o da scrittura privata autenticata, cui
deve far seguito al versamento, nel termine assegnato dai promotori, del 25% dei conferimenti in
denaro

3. Celebrazione dell’Assemblea costituente dei sottoscrittori  convocata dai promotori e


validamente costituita con la presenza di almeno la metà dei sottoscrittori.
 accerta l'esistenza delle condizioni richieste per la costituzione della società;
 delibera sul contenuto dell'atto costitutivo e dello statuto;
 delibera sulla riserva di partecipazione agli utili fatta a proprio favore dai promotori;
 nomina gli amministratori, ed i sindaci ovvero i componenti del consiglio di sorveglianza e,
quando previsto, il soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti
Ciascun sottoscrittore ha diritto a un voto, qualunque sia il numero delle azioni sottoscritte, e per
la validità delle deliberazioni si richiede il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

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Per modificare le condizioni stabilite nel programma è necessario il consenso di tutti i
sottoscrittori.

4. Stipulazione atto costitutivo e iscrizione RI, con conseguente acquisto della personalità giuridica.
Il vincolo associativo deriva dall’adesione al programma, la stipulazione dell’atto costitutivo
permette di riprodurre nella forma solenne richiesta le clausole del contratto sociale.

PROMOTORI
 sono solidalmente responsabili verso i terzi per le obbligazioni assunte per costituire la società,
salvo potersi rivalere nei confronti della stessa quando venuta in essere
 Non necessariamente acquisiranno la qualità di socio
 Posso riservare per sé una partecipazione agli utili che non può eccedere il 10% degli utili netti e
non può valere per un periodo di tempo superiore a 5 anni

7. L’atto costitutivo  contenuto e struttura


Soltanto una parte delle indicazioni richieste dall’art va immancabilmente resa nell’atto costitutivo, perciò,
questa norma individua il contenuto TENDENZIALMENTE MINIMO E NECESSARIO.
D’altro canto, il contenuto dell’atto non esaurisce necessariamente nelle indicazioni previste, può arricchirsi
di ulteriori elementi, il cui inserimento è consentito da specifiche disposizioni normative (es, previsioni
relative a speciali categorie di azioni)

Art 2328 c 2 cc  L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico (PENA NULLITÀ) e deve indicare
1) il cognome e il nome o la denominazione, la data e il luogo di nascita o lo Stato di costituzione, il
domicilio o la sede, la cittadinanza dei soci e degli eventuali promotori, nonché' il numero delle
azioni assegnate a ciascuno di essi;
Esigenza di individuare le parti del contratto o del negozio unilaterale di SPA.
Il riferimento ai concetti di denominazione, sede e stato di costituzione si spiega con la circostanza che
la qualifica di socio fondatore di SPA può essere assunta sia da persone fisiche che da altre società.

2) la denominazione e il comune ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie;
Con tali indicazioni si declinano le generalità dell’ente
 denominazione sociale  in qualunque modo formata deve contenere l’indicazione di SPA. Può
essere costituita utilizzando espressioni di fantasia e contener il nome di uno o più soci fondatori.

 Sede legale  Quella risultante dall’atto costitutivo e dallo statuto e nella quale si trovano
stabilmente gli organi che hanno la rappresentanza dell’ente e la capacità di obbligarlo
funzione di localizzazione della società come soggetto giuridico.
Può accadere che la sede legale non coincida da un punto di vista logistico con la sede reale,
quella dove secondo l'opinione comune c'è il centro effettivo di direzione svolgimento dell'attività
sociale, dov'è convocata l'assemblea, dove risiedono gli amministratori… In questo caso la
dottrina e la giurisprudenza propendono per la prevalenza della sede reale su quella legale

Funzione di localizzazione della società come soggetto giuridico  Assume rilievo i fini di
individuare l’ufficio del RI presso cui va iscritto l’atto costitutivo, il giudice competente per
territorio nei procedimenti coinvolgenti la società, ai fini dell’applicazione della disciplina
fallimentare…

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Individuata la sede principale, le altre eventualmente indicate nell’atto dovranno qualificarsi
come secondarie  identificano una articolazione dell’impresa non dotata di autonoma
soggettività.

3) l’attività che costituisce l'oggetto sociale;


 requisito indefettibile
 deve necessariamente consistere in un’attività economica e possedere i requisiti ex art 1346 cc 
NO oggetto generico o oggetto plurimo, deve essere chiaramente individuabile.
 l’individuazione permette di selezionare le disposizioni codicistiche di rilievo ai fini della
regolamentazione dell’attività dell’ente.
 Garantisce che l’attività della società resti coerente alle indicazioni rede dalla compagine sociale e
all’esigenza di delimitare, nell’interesse dei soci, le condizioni di rischio dell’investimento
effettuato.

4) l'ammontare del capitale sottoscritto e di quello versato;


L’ammontare del capitale sottoscritto non può essere inferiore a 50.000 euro.
La mancanza della sua indicazione integra una causa di nullità della società

5) il numero e l'eventuale valore nominale delle azioni, le loro caratteristiche e le modalità di emissione
e circolazione
Il valore nominale è richiesto solo quando alle azioni sia attribuito un determinato valore nominale,
corrispondente ad una frazione del capitale sociale. In mancanza, il valore delle azioni va definito in
ragione del rapporto tra l’ammontare del captale sociale e il numero delle azioni stesse.

6) il valore attribuito ai crediti e beni conferiti in natura;


L’omissione di qualunque indicazione integra causa di nullità della società

7) le norme secondo le quali gli utili devono essere ripartiti;


L’indicazione non è necessaria, la sua mancanza può essere superata attraverso il riferimento alle
disposizioni contenute negli artt. 2348, 2430, 2433 cc.
L’autonomia statutaria in materia è significativa, essendo ammessa l’assegnazione di utili in misura
non proporzionale sino al limite del patto leonino.

8) i benefici eventualmente accordati ai promotori o ai soci fondatori; (meramente eventuale)

9) il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministratori e i loro poteri, indicando


quali tra essi hanno la rappresentanza della società;
 La legge conferisce all’autonomia statutaria il potere di scegliere il sistema di amministrazione e
controllo optando fra tradizionale, dualistico e monistico. In mancanza di indicazioni, si intenderà
operante quello tradizionale.
 Numero degli amministratori  postula una scelta tra composizione monocratica o collegiale
dell’organo di gestione; è legittimo che l’atto costitutivo rimetta all’assemblea, in occasione della
nomina degli amministratori, l’opzione per la forma.
Nella prassi è diffusa la previsione di clausole statutarie che indichino un massimo e un minimo di
amministratori, lasciando all’assemblea il compito di definire la composizione collegiale.

10) il numero dei componenti il collegio sindacale;

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11) la nomina dei primi amministratori e sindaci ovvero dei componenti del consiglio di sorveglianza e,
quando previsto, del soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti

12) l'importo globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico della
società;

13) la durata della società ovvero, se la società è' costituita a tempo indeterminato, il periodo di tempo,
comunque, non superiore ad un anno, decorso il quale il socio potrà recedere.

Sovente si preferisce procedere alla redazione di due distinti documenti


Art 2328 c 3  Lo statuto contenente le norme relative al funzionamento della società, anche se forma
oggetto di atto separato, costituisce parte integrante dell'atto costitutivo. In caso di contrasto tra le clausole
dell'atto costitutivo e quelle dello statuto prevalgono le seconde.

I patti parasociali
L’assetto negoziale a cui è affidata la regolamentazione della vita della società e delle relazioni tra i soci non
si esaurisce nell’atto costitutivo, ma è integrato da intese separate, i patti parasociali  contratti attraverso
i quali alcuni soci, o qualche volta tutti, per tutelare i loro legittimi interessi o per tutelare meglio interessi
già tutelati dalla legge positiva o per sopperire a lacune della legislazione o per adeguarsi a sopravvenute
esigenze della pratica societaria, pongono in essere un regolamento integrativo dei patti contenuti nell’atto
costitutivo o nel contratto sociale.
La loro conclusione può avvenire nella fase di costituzione della società o successivamente.

Art 2431 bis cc  I patti, in qualunque forma stipulati, che al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il
governo della società:
a) hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società per azioni o nelle società' che le controllano;
b) pongono limiti al trasferimento delle relative azioni o delle partecipazioni in società che le controllano;
c) hanno per oggetto o per effetto l'esercizio anche congiunto di un'influenza dominante su tali società

non possono avere durata superiore a 5 A e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti
hanno previsto un termine maggiore
i patti sono rinnovabili alla scadenza.
La disciplina codicistica è di portata limitata, interessa solo parte della fattispecie che può ricondursi al
paradigma.

2. Qualora il patto non preveda un termine di durata, ciascun contraente ha diritto di recedere con un
preavviso di centottanta giorni.

3. Le disposizioni di questo articolo non si applicano ai patti strumentali ad accordi di collaborazione nella
produzione o nello scambio di beni o servizi e relativi a società interamente possedute dai partecipanti
all'accordo

Non essendo contenuti nell’atto costitutivo, tali patti non sono opponibili alla società  l’inadempimento
di uno dei soci partecipanti al patto rileva solo nei rapporti interni, tra i partecipanti al patto stesso, e non
può essere fatto valere nei confronti della società.

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Si è discusso della validità di tali atti, allo scopo di evitare che, in nome di esigenze della pratica e di
efficienza non precisate venissero legittimati contenuti sempre più atipici rispetto alla disciplina legale.
Non è più contestata la loro ammissibilità, ma è posta molta attenzione verso la loro formulazione, al fine di
valutarne il concreto grado di atipicità e controllare che essa non sfoci in invalidità.

8. Il controllo preventivo sull’atto costitutivo  oggetto e limiti


Art 2330 cc  Il notaio che ha ricevuto l'atto costitutivo deve depositarlo entro 10 gg presso l'ufficio del RI
nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale, allegando i documenti comprovanti la sussistenza delle
condizioni previste dall'articolo 2329.
Il controllo preventivo svolto dal notaio è il medesimo, traslato, che spettava al tribunale, lasciandone
intatti il contenuto e i limiti.
 Esistenza condizioni ex art 2329 cc
 Completezza documentale dell’atto costitutivo
 Compatibilità Con le previsioni contenute nello stesso atto costitutivo con le norme imperative e con la
disciplina del tipo di SPA

2. Se il notaio o gli amministratori non provvedono al deposito nel termine indicato nel comma precedente,
ciascun socio può provvedervi a spese della società.

3. L'iscrizione della società nel registro delle imprese è richiesta contestualmente al deposito dell'atto
costitutivo. L'ufficio del registro delle imprese, verificata la regolarità formale della documentazione, iscrive
la società nel registro.
Il controllo formale non investe il contenuto dell’atto costitutivo e dei documenti ad esso correlati, né la
conformità al tipo. Non si torna quindi in questa fase sul controllo di legalità già svolto dal notaio.
 Controllo stipulazione per atto pubblico
 Controllo integrale sottoscrizione CS
 Controllo osservanza prescrizioni relative ai conferimenti

Se la società istituisce sedi secondarie, un estratto dell’atto costitutivo deve essere depositato per
l’iscrizione anche presso l’ufficio del registro delle imprese del luogo in cui la sede secondaria è stata
istituita.

9. Acquisto della personalità giuridica ed effetti degli atti compiuti prima


dell’iscrizione
L'iscrizione dell’atto costitutivo nell’RI ha EFFICACIA COSTITUTIVA  segna l’acquisto della personalità
giuridica da parte della società e il venire in essere di quest’ultima come autonomo soggetto di diritto.
In mancanza dell’iscrizione nel registro delle imprese l’atto costitutivo non dà ex se origine all’ente,
nemmeno in forma di società di capitali irregolare o di società in formazione.

Decorsi 90 gg dalla stipulazione dell’atto o dal rilascio delle autorizzazioni richieste per la costituzione della
società senza che ne sia intervenuta l’iscrizione nel RI, le somme versate a titolo di conferimento sono
restituite ai sottoscrittori e l’atto costitutivo perde la sua efficacia.
Inoltre, prima dell’iscrizione dell’atto costitutivo nell’RI è vietata l’emissione delle azioni.

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Per le operazioni compiute in nome della società prima dell'iscrizione sono illimitatamente e solidalmente
responsabili verso i terzi:
1. coloro che hanno agito
2. il socio unico fondatore  posizione di protagonismo assunta durante la vicenda costitutiva
3. quelli tra i soci che nell'atto costitutivo o con atto separato hanno deciso, autorizzato o consentito il
compimento dell'operazione.

Gli effetti di tali operazioni saranno imputabili alla società, dopo l’acquisto della personalità giuridica,
solo a seguito della loro ratifica da parte dell’organo amministrativo.
Da tale approvazione sono esclusi gli atti strettamente necessari alla costituzione della società, la
traslazione dei cui effetti nella sfera patrimoniale della persona giuridica sarebbe direttamente connessa
all’iscrizione nell’RI.
L’approvazione non elide la responsabilità dei soggetti individuati precedentemente, ma vi si aggiunge.

10. La nullità della società


Le ipotesi di nullità delle SPA sono tassative e gravitano fuori dalle logiche del diritto comune dell’invalidità
dei contratti.

Art 2332 cc  Avvenuta l'iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere
pronunciata soltanto nei seguenti casi:
1) mancata stipulazione dell'atto costitutivo nella forma dell'atto pubblico;

2) illiceità dell'oggetto sociale;


Contrario a norme imperative, ordine pubblico e BC (pressoché impossibile)
l’ipotesi oggettivamente improbabile e pressoché mai rilevata in giurisprudenza.

Rimane controverso se l’illiceità dell’oggetto sociale possa profilarsi solo nell’ipotesi di esercizio di
attività in sé stesse vietate, in quanto contrarie a norme stricto sensu imperative, ovvero anche nel
caso di esercizio di determinate attività imprenditoriali, ontologicamente lecite, in mancanza delle
autorizzazioni amministrative prescritte dalla legge.
L’interpretazione più ampia della disciplina sembra giustificata dalla natura degli interessi, dei quali
non può negarsi la portata generale, e poiché tale lettura dell’istituto non sembra contrastare con il
principio di tassatività delle cause di nullità.
L’orbita applicativa dell’art. 2332 c.c. potrebbe attrarre anche ipotesi di nullità sopravvenuta, connesse
alla revoca delle autorizzazioni inizialmente rilasciate ovvero al venir meno dei presupposti fissati dalla
legge, né l’esercizio dell’attività costituente l’oggetto sociale; è da escludere che possa configurarsi la
nullità della società nel caso in cui, a seguito di modificazioni statutarie, l’oggetto sociale si colori di
illiceità.

Altra questione ancora aperta è quella che attiene alla riferibilità dell’illiceità esclusivamente
all’oggetto sociale dedotto nell’atto costitutivo ovvero anche all’attività concretamente svolta dalla
società. Sembra condivisibile l’opinione per cui l’illiceità dell’oggetto presupponga vizi inerenti alle
attività dedotte nell’atto costitutivo.

3) mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante la denominazione della società, o i


conferimenti, o l'ammontare del CS o l'oggetto sociale.

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La dichiarazione di nullità NON HA EFFETTI RETROATTIVI.
Implica lo scioglimento della società e innesca il procedimento di liquidazione della stessa, lasciando
immune da ogni conseguenza gli atti compiuti in nome della società dopo l'iscrizione nel registro delle
imprese.

5. La nullità non può essere dichiarata quando la causa di essa è stata eliminata e di tale eliminazione è
stata data pubblicità' con iscrizione nel registro delle imprese.
Presuppone quindi una delibera assembleare che modifica l’atto costitutivo.

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SEZIONE II  I CONFERIMENTI E I TITOLI AZIONARI

1. I conferimenti e il capitale sociale


CONFERIMENTI  apporto in denaro/beni/diritti che consentono alla società di acquisire un patrimonio
attraverso il quale esercitare attività di impresa.
Mediante i conferimenti i soci si obbligano a contribuire, sia nella fase costitutiva della società che durante
la vita della stessa, alla formazione dei mezzi necessari per lo svolgimento dell’attività prevista dall’oggetto
sociale.

CAPITALE SOCIALE (CS) somma dei conferimenti eseguiti dai soci.


Il CS esprime il valore in denaro (la somma) dei conferimenti, come risulta dalla valutazione compiuta
nell’atto costitutivo della società.
Rimane immutato nel corso della vita della società fino a quando, con modifica dell’atto costitutivo, non si
decide di aumentarlo o di ridurlo.

PATRIMONIO SOCIALE  l’insieme dei rapporti giuridici, attivi e passivi, che fanno capo alla società.
Inizialmente è costituito dall’insieme dei conferimenti eseguiti o promessi dai soci.
Nel corso della vita della società subisce continue variazioni in relazione alle vicende economiche.
La sua consistenza viene accertata periodicamente attraverso la redazione annuale del bilancio di esercizio

Il valore del CS coincide con quello del patrimonio solo nella fase iniziale della costituzione della società.

FUNZIONI DEI CS
1. funzione produttiva  costituisce la prima risorsa disponibile per consentire l’inizio dello svolgimento
dell’attività
2. funzione organizzativa  essendo diviso in azioni che rappresentano la partecipazione dei soci in
società (ne è la somma), permette di stabilire i diritti che possono essere esercitati da ciascuno.
3. garanzia per l’adempimento delle obbligazioni assunte dalla società nei confronti dei creditori 
esiste una serie di regole dirette a vincolare il CS all’esercizio dell’impresa ed a renderlo strumento di
garanzia per i creditori, ad esempio, i soci non possono ottenere la restituzione dei conferimenti se non
in sede di liquidazione della società.

Il valore complessivo dei conferimenti non può mai essere inferiore al CS sottoscritto 
l’azionista può vedersi attribuite le azioni solo se esegue il conferimento richiesto dallo statuto.
Di conseguenza le azioni non possono mai essere emesse ad un prezzo minore del loro valore
nominale. Se così fosse si avrebbe un CS conferito inferiore a quello dichiarato, si ammetterebbe la
possibilità di CS solo apparente.
È sempre possibile invece l’emissione ad un prezzo maggiore del valore nominale.

APPORTI DEI SOCI AL PATRIMONIO SOCIALE NON IMPUTABILI AL CAPITALE


Talvolta accade che coloro che sottoscrivono le azioni, si impegnano non soltanto ad eseguire i
conferimenti, ma anche ad attribuire alla società altre attività che non vengono a far parte del capitale
sociale.
L'esempio più ricorrente si verifica nell’aumento del CS quando può essere obbligatorio eseguire apporti
non imputabili a capitale sociale. Quando per sottoscrivere le azioni si richiede ai soci il versamento di

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somme ulteriori rispetto al valore nominale delle stesse (il che accade frequentemente), i sottoscrittori
sono tenuti al pagamento di un sovrapprezzo rispetto a quello normale.
Le azioni sono ammesse per un valore superiore a quello nominale di cui una parte, il valore nominale, va
imputato al capitale e la parte residua, il sovrapprezzo, è imputato al patrimonio della società.

Nelle SPA sono ammissibili soltanto i conferimenti di denaro beni in natura e di crediti  È vietato il
conferimento di prestazioni d'opera o di servizi.

2. I conferimenti in denaro
Art 2342 cc  Se nell'atto costitutivo non è stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in danaro.
Sono dunque possibili conferimenti in forme alternative solo se lo statuto lo preveda.

2. Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato presso una banca almeno 25% dei
conferimenti in danaro o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare.
con atto unilaterale in caso di società unipersonale l’unico azionista versa l’intero ammontare.

4. Se viene meno la pluralità dei soci, i versamenti ancora dovuti devono essere effettuati 90 gg
In mancanza, l’unico azionista perde il beneficio della responsabilità illimitata

Il socio in mora  Gli amministratori dovranno richiedere ai soci il pagamento di quanto necessario per
completare i conferimenti. Fin quando ciò non avvenga, la società non potrà deliberare aumenti del
capitale sociale, né emettere obbligazioni convertibili.
1. Qualora il socio, cui è stato richiesto di integrare il conferimento, non provveda, gli amministratori
dovranno diffidarlo a adempiere nel termine di 15 gg.
2. Scaduto o il termine, gli amministratori potranno scegliere tra l’esecuzione forzata nei confronti del
socio moroso ovvero l’offerta delle sue azioni agli altri soci, in proporzione delle loro partecipazioni e
per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti.
3. In mancanza di offerte da parte dei soci le azioni possono essere venute, a rischio e per conto del
socio.
4. Se non vi sono compratori gli amministratori possono dichiarare decaduto il socio e trattenere le
somme riscosse.
In questo caso, se non è possibile rimettere in circolazione le azioni nel termine di 1 anno dalla
decadenza, le azioni dovranno essere estinte e si provvederà alla riduzione del capitale sociale.

Il socio in mora nei versamenti non può esercitare il diritto di voto.

3. I conferimenti di beni in natura e di crediti


Le regole poste dal legislatore sono diverse da quelle per i conferimenti in denaro, anche se le stesse negli
ultimi anni si sono significativamente attenuate, a seguito del recepimento della direttiva comunitaria
2006/68/CE, che ha modificato una precedente direttiva del 1977.

Art 2342 cc  Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si osservano le disposizioni degli articoli 2254 e
2255. Le azioni corrispondenti a tali conferimenti devono essere integralmente liberate al momento della
sottoscrizione.
Non è possibile quindi rinviare il trasferimento del bene o del credito a momento successivo.
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Art 2343 cc  Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare la relazione giurata di un esperto
designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società, contenente
1. la descrizione dei beni o dei crediti conferiti
2. l'attestazione che il loro valore è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del
CS e dell'eventuale soprapprezzo
3. i criteri di valutazione seguiti.
La relazione deve essere allegata all'atto costitutivo.

2. L'esperto risponde dei danni causati alla società, ai soci e ai terzi.

3. Gli amministratori devono, nel termine di 180 gg dalla iscrizione della società, controllare le valutazioni
contenute nella relazione indicata nel primo comma e, se sussistano fondati motivi, devono procedere alla
revisione della stima.

4. Se risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti era inferiore di oltre 1/5 a quello per cui avvenne il
conferimento, la società deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale, annullando le azioni che
risultano scoperte. Tuttavia, il socio conferente può versare la differenza in danaro o recedere dalla società;
il socio recedente ha diritto alla restituzione del conferimento, qualora sia possibile in tutto o in parte in
natura.

Gli acquisti pericolosi


Per evitare elusioni della normativa in tema di stima dei beni in natura e dei crediti, l’art 2343 bis cc detta
disposizioni particolari in tema di ACQUISTI PERICOLOSI.
Il trasferimento in favore della società di beni in natura e crediti avviene attraverso la vendita alla società
da parte degli stessi soci, promotori, fondatori ed amministratori  vendo alla società delle azioni quotate
in borsa, la società me le paga e io faccio un versamento in denaro. Non mi accollo così il rischio di
deprezzamento e le conseguenti integrazioni, perché formalmente non ho conferito azioni ma denaro.
Questi potrebbero poi compensare in tutto o in parte il debito verso la società per il conferimento dovuto
a seguito della sottoscrizione delle azioni col credito corrispondente al prezzo che la società deve pagare
in corrispettivo della vendita dei beni  ciò che appare come una vendita è un conferimento attuato in
violazione dell’art. 2343.

L’art. 2343 bis impone che l’acquisto da parte della società, nel biennio successivo all’iscrizione nel RI, per
un corrispettivo pari o superiore al decimo del CS di beni o di crediti dei promotori dei fondatori, dei soci
o degli amministratori, sia autorizzato dall'assemblea ordinaria.
Anche in questo caso si richiede la presentazione da parte dell'alienante di una relazione di stima redatta da
un esperto designato dal tribunale ed avente le stesse caratteristiche di quelle dettate dall’art. 2343.
Il verbale dell’assemblea di autorizzazione all’acquisto deve essere depositato dagli amministratori presso
l’RI insieme alla relazione di stima nel termine di 30 gg.

ECCEZIONI
 acquisti effettuati a condizioni normali nell'ambito delle operazioni correnti della società
 acquisti che avvengono nei mercati regolamentati o sotto il controllo dell'autorità giudiziaria o
amministrativa

Conferimenti di beni in natura e crediti senza relazione di stima

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Ipotesi introdotta dal legislatore nel 2008 negli artt. 2343 ter e quater, in attuazione della direttiva
comunitaria 2006/68/CE.
La sua portata è ampia, la disciplina dell’art 2343 cc trova applicazione sempre più residuale  CRITICHE 
indubbiamente semplifica la modalità del conferimento, ma espone al rischio di valutazioni poco rigorose,
rischio a cui si tenta di porre rimedio imponendo stringenti obblighi di verifica e informazione agli
amministratori.

Ai sensi dell’art 2343 ter la relazione di stima non è richiesta qualora il conferimento abbia ad oggetto:
A. valori mobiliari ovvero strumenti del mercato monetario se il valore ad essi attribuito è pari o inferiore
al prezzo medio ponderato al quale sono stati negoziati su uno o più mercati regolamentati nei 6M
precedenti il conferimento
B. beni in natura o crediti se il valore ad essi attribuito è pari o inferiore:
 al fair value iscritto nel bilancio dell'esercizio precedente quello nel quale è effettuato il
conferimento, a condizione che il bilancio sia sottoposto a revisione legale e la relazione del
revisore non esprima rilievi in ordine alla valutazione dei beni oggetto del conferimento  per la
definizione di fair value si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall’UE 
corrispettivo al quale un’attività può essere scambiata, o una passività estinta, tra parti
consapevoli e disponibili, in un’operazione tra terzi.
 al valore risultante da una valutazione riferita ad una data precedente di non oltre 6M il
conferimento e conforme ai principi e criteri generalmente riconosciuti per la valutazione dei beni
oggetto del conferimento, a condizione che essa provenga da un esperto indipendente da chi
effettua il conferimento

è IMPOSTO AL CONFERENTE DI PRESENTARE LA DOCUMENTAZIONE DALLA QUALE RISULTA IL VALORE


ATTRIBUITO AI CONFERIMENTI E LA SUSSISTENZA DELLE CONDIZIONI

Art 2343 quater  obblighi degli amministratori


Gli amministratori verificano, nel termine di 30 GG dalla iscrizione della società
A. se, nel periodo semestre precedente al conferimento sono intervenuti fatti eccezionali che hanno
inciso sul prezzo dei valori mobiliari o degli strumenti del mercato monetario conferiti in modo tale
da modificare sensibilmente il valore di tali beni alla data di iscrizione della società nel RI
B. se, successivamente al termine dell'esercizio cui si riferisce il bilancio di cui alla lettera B) del secondo
comma dell'articolo 2343 ter, o alla data della valutazione di cui alla lettera C) del medesimo comma, si
sono verificati fatti nuovi rilevanti tali da modificare sensibilmente il valore dei beni o dei crediti
conferiti alla data di iscrizione della società nel registro delle imprese
C. i requisiti di professionalità ed indipendenza dell'esperto che ha reso la valutazione

Nel caso in cui l’esito della verifica induca a ritenere che siano intervenuti fatti tali da incidere sul valore dei
beni conferiti ovvero che i requisiti di professionalità e indipendenza dell’esperto non siano idonei, gli
amministratori devono procedere ad una nuova valutazione ai sensi e per gli effetti dell’art 2343

Qualora ciò non accada, gli amministratori dovranno iscrivere nel RI, nel termine di 30 GG dall’iscrizione
della società, una dichiarazione contenente:
 descrizione dei beni per i quali non è stata redatta la stima
 valore dei beni, fonte della valutazione e metodo seguito
 corrispondenza tra il valore dei beni e quello ad essi attribuito per la determinazione del CS e
dell’eventuale sopraprezzo
 mancanza di fatti eccezionali o rilevanti che abbiano richiesto una nuova valutazione
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 idoneità dei requisiti di professionalità ed indipendenza dell’esperto.

Fino quando la dichiarazione non sarà stata iscritta nel RI, le azioni sono inalienabili e devono restare
depositate presso la società.

4. Le azioni
Le azioni sono le quote di partecipazione dei soci nella SPA.
L'azione è un titolo di credito causale, perché esprime la ragione della sua emissione  la sottoscrizione
del CS di un SPA.
Se, come spesso accade ma non necessariamente, la società emette i titoli azionari (i documenti cioè che
rappresentano le azioni) essi incorporano la partecipazione sociale, la qualità di socio e il complesso di
situazioni attive e passive che derivano dalla titolarità della partecipazione.

Ogni azione ha un valore nominale, che è l’entità numerica che rappresenta la frazione di capitale.
Come il CS nominale è un valore storico e quindi insuscettibile alle variazioni patrimoniali della società.

Caratteristiche:
1. INDIVISIBILITÀ  Qualora l'azione appartenga a più soggetti, essi non possono pretendere la
divisione (es. caduta in successione ereditaria); i comproprietari sono tenuti a nominare un
rappresentante comune per l'esercizio dei diritti sociali, in mancanza le comunicazioni le dichiarazioni
fatte dalla società ad uno dei comproprietari sono efficaci nei confronti di tutti.
Analogamente l'unico titolare non può sua volta dividere l'azione, ma potrà disporre di una o più
quote ideali della stessa creando una comproprietà che non può essere sciolta mediante divisione.
Il fatto di essere indivisibile non comporta la non possibilità di procedere a frazionamento delle azioni
mediante modifica dell’atto costitutivo, o al loro raggruppamento con variazioni del loro valore
nominale.

2. UGUAGLIANZA DEI DIRITTI  art 2348 cc  Le azioni sono tutte di uguale valore nominale e
conferiscono ai possessori uguali diritti
 STESSO VALORE NOMINALE  Esso può anche non essere espresso, poiché è sempre possibile
ricavarlo attraverso la divisione tra l’ammontare del CS del numero delle azioni emesse. Le
disposizioni che fanno riferimento allo stesso si applicano con riguardo al loro numero il rapporto
al totale delle azioni emesse  ad esempio il valore delle azioni con voto limitato non può
complessivamente superare la metà del capitale sociale; in questo caso per determinare quante
azioni di questa categoria possono essere emesse occorre fare riferimento al numero delle azioni
in rapporto al totale delle azioni.

 CONFERISCONO AL LORO POSSESSORE UGUALI DIRITTI  Ciascuna azione è titolare degli stessi
diritti sociali. Se dal punto di vista qualitativo le partecipazioni sociali sono tutti uguali, non lo sono
dal punto di vista quantitativo: vi sono diritti rispetto ai quali il numero di azioni possedute non ha
rilievo, ve ne sono altri che presuppongono il possesso di una determinata aliquota del capitale
sociale.
L'art 2348 attribuisce all’autonomia statutaria la possibilità di emettere azioni fornite di diritti
diversi da quelli ordinariamente previsti ma nell'ambito della categoria non possono esservi
differenze.

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3. AUTONOMIA  ogni azione rimane distinta dalle altre, anche quando sono detenute dallo stesso
titolare. Se un azionista possiede più azioni, queste non confluiscono in un’azione unitaria di maggior
valore, ma ogni azione rimane distinta e autonoma dalle altre. Il titolare potrà disporre separatamente
di ognuna di esse, anche ad esempio esercitando il diritto di recesso per una sola parte.

5. I diritti spettanti agli azionisti. I vincoli sulle azioni.


I diritti spettanti agli azionisti si dividono in:
 AMMINISTRATIVI  Consentono il socio di prendere parte alla società:
1. partecipare all'assemblea
2. esprimere il voto sulle deliberazioni proposte
3. impugnare le deliberazioni invalide
4. esercitare l'azione di responsabilità contro amministratori e sindaci

 PATRIMONIALI
1. diritto agli utili
2. diritto alla quota di liquidazione

Vi sono diritti di contenuto misto, amministrativo e patrimoniale insieme, perché la finalità che si persegue
mediante l'attribuzione del diritto duplice.
 Diritto di recesso
 patrimoniale perché si ottiene l'equivalente economico della quota che non si possiede più
 Amministrativo perché si esce dalla società

 Diritto di opzione
 amministrativo perché consente di sottoscrivere una quota di CS ad un azionista e non ad un
altro soggetto
 patrimoniale perché comporta il versamento del prezzo

L'esercizio dei diritti sociali spetta all’azionista.


Se le azioni sono state costituite in pegno, usufrutto o sequestro, il legislatore detta una disciplina
differenziata anche se in larga parte derogabile.
 Il diritto di voto spetta
 al creditore pignoratizio  spesso derogata quando il creditore pignoratizio sia una banca: per
legge spetterebbe alla banca il diritto di voto, ma siccome non vuole correre il rischio di essere
chiamata in responsabilità per come abbia esercitato il suo diritto, normalmente si prevede che
rimanga all’azionista
 all’usufruttario
 dal custode in caso di sequestro

 Gli altri diritti amministrativi spettano


 nel caso di pegno e usufrutto sia il socio che il creditore pignoratizio o all’usufruttuario
 in caso di sequestro al custode

Il caso di aumento di capitale a pagamento il diritto di opzione spetta al socio al quale sono attribuite le
azioni sottoscritte esercitando l’opzione. Il socio deve provvedere al versamento di quanto necessario per
l'esercizio del diritto di opzione almeno 3 gg prima della scadenza del termine fissato; in mancanza, qualora

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gli altri soci non si offrano di acquisire il diritto di opzione, esso deve essere venduto tramite una banca o un
intermediario autorizzato.
Pegno usufrutto e sequestro si estendono invece alle azioni di nuova emissione in caso di aumento
gratuito del capitale sociale.

Se le azioni non sono liberate (non sono ancora stati versati tutti i decimi dovuti dal momento in cui si ha
sottoscritto il capitale sociale) e dunque il socio è ancora obbligato ad eseguire i conferimenti, la disciplina
distingue:
 Pegno  il socio deve provvedere al pagamento almeno tre giorni prima della scadenza, in mancanza,
il creditore pignoratizio può vendere le azioni con le modalità stabilite in caso di mancato versamento
dei conferimenti dovuti successivamente all'esercizio nel diritto di opzione
 Usufrutto  l'obbligo di pagamento è a carico dell’usufruttuario il quale avrà diritto alla restituzione di
quanto pagato al termine dell’usufrutto

6. Le categorie di azioni
Lo statuto può prevedere categorie di azioni fornite di diritti diversi, maggiori o minori di quelli attribuiti
alle azioni ordinarie, ma nell'ambito della categoria non sono ammesse differenze.
Art 2348 c.c.  La società, nei limiti imposti dalla legge, può liberamente determinare il contenuto delle
azioni delle varie categorie.

In determinate situazioni la società può avere difficoltà a trovare nuove risorse, a convincere nuovi
soggetti a sottoscrivere aumenti di capitale, che può essere superata privilegiando i nuovi azionisti rispetto
a quelli vecchi.
La creazione di categorie speciali di azioni finisce per incidere anche sui diritti delle azioni ordinarie, che
possono essere per esempio compressi o ampliati.

Una volta che lo statuto abbia previsto categorie di azioni, i diritti ad esse attribuiti non possono essere
modificati o pregiudicati senza il consenso dell’assemblea speciale degli appartenenti alla categoria
interessata  se così non fosse si adotterebbe una deliberazione inefficace, in quanto presa senza il
consenso dei titolari del diritto di cui si dispone. A tale assemblea si applicano le disposizioni relative alle
assemblee straordinarie.
Poiché i diritti in questione aspettano ad una pluralità di azioni, il gruppo di azionisti esprime il consenso
riunendosi in assemblea speciale che opera secondo il principio maggioritario, non è necessario il
consenso di ciascun portatore di azioni di categoria.
Tuttavia, una tutela individuale e non di gruppo è riconosciuta all’azionista in caso di modificazioni
statutarie concernenti diritti di voto e di partecipazione, che gli attribuiscono il diritto di recesso.

La diversità dei diritti attribuiti elezioni speciali può riguardare il contenuto patrimoniale o amministrativo
degli stessi.

Diritti di natura patrimoniale


 azioni privilegiate  prevedibili sempre nei limiti del divieto del patto leonino  la previsione di
categorie speciali di azioni privilegiate dal punto di vista patrimoniale non può finire per escludere altre
azioni della partecipazione agli utili e alle perdite della società.
Il privilegio può riguardare

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o partecipazione agli utili  diritto di ottenere una maggiorazione nella distribuzione degli utili
rispetto alle altre azioni, diritto di vedersi attribuiti gli utili prima delle altre azioni
o diritto alla quota di liquidazione  l'attribuzione di percentuali maggiorate ovvero di una
determinata misura fissa dell’attivo della liquidazione che risulta dopo che è stato rimborsato il CS
di tutti i soci

 Azioni postergate
o Azioni che sono intaccate dalle perdite della società solo dopo che le stesse abbiano colpito la
parte del CS rappresentata dalle altre azioni
o azioni che godano di una priorità nel rimborso in sede di liquidazione del CS

 Azioni correlate  azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dell'attività sociale di un
determinato settore dell'attività svolta. Lo statuto deve stabilire i criteri di individuazione dei costi e
dei ricavi imputabili al settore i diritti attribuiti a tali azioni le eventuali condizioni e modalità di
conversione di azioni di altra categoria.

Diritti amministrativi

AZIONI CON VOTO LIMITATO, art 2351 c.c.


 con diritto di voto limitato a particolari argomenti  es nomina amministratori, app bilancio
 con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente potestative
 senza diritto di voto

Per evitare che l’emissione di azioni della categoria in esame abbia lo scopo di controllare la società, il
legislatore vieta che il valore delle azioni con voto limitato superi complessivamente la metà del CS.

 con voto limitato ad una misura massima, c 3  per le azioni possedute da un determinato soggetto,
il diritto di voto viene attribuito fino ad una certa aliquota del CS e non anche per l’eccedenza
 con voto scaglionato, c 3
Operano solo con riferimento alle azioni che appartengono ad uno stesso soggetto, quindi non vanno
computate ai fini del calcolo del limite quantitativo della metà del capitale sociale.

AZIONI CON VOTO PLURIMO


C 4  Salvo quanto previsto dalle leggi speciali, lo statuto può prevedere la creazione di azioni con diritto
di voto plurimo anche per particolari argomenti o subordinato al verificarsi di particolari condizioni non
meramente potestative.
Ciascuna azione a voto plurimo può avere fino a un massimo di tre voti.
 NON SUSSISTE IL LIMITE DELLA META’ DEL CS

Nella disciplina originaria non erano consentite  mantenere un minimo equilibrio tra chi conferisce i
capitali di rischio e chi ha la facoltà di indirizzare la gestione della società, evitando eccessiva dissociazione.

Il mantenimento del divieto anche dopo la riforma del 2003 tre aveva suscitato critiche
 Contrasto rispetto all’impianto generale della riforma, caratterizzato dall’ampio spazio attribuito
all’autonomia statutaria

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 Contrasto con la possibilità di assegnare le azioni in misura non proporzionale al conferimento
 Il divieto era diretto ad evitare la dissociazione tra rischio d'impresa e controllo, MA la riforma aveva
disciplinato istituti che la consentivano (patti parasociali)
 l'istituto può tornare molto utile in società a base prevalentemente familiare, tipiche del nostro
sistema economico  es, imprenditore che intende cedere in parti uguali ai figli la partecipazione
ben sapendo che solo uno di essi ha capacità manageriali.

L'introduzione nello statuto di società già esistenti delle azioni a voto plurimo può incidere in maniera
significativa sui rapporti tra i soci  per le società iscritte alla data del 31 agosto 2014, e previsto un più
elevato quorum deliberativo  2/3 del CS rappresentato in assemblea anche in prima convocazione

IL DIVIETO PERMANE PER LE SOCIETÀ APERTE.

IPOTESI
particolari argomenti
 nomina degli organi sociali
 deliberazioni di autorizzazione di operazioni gestorie

subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente potestative


 sospensive  es, attribuzione del voto plurimo in caso di mancato soddisfacimento per un certo
numero di esercizi del privilegio attribuito ad una determinata categoria di azioni fino a quando la
società non riprende a corrispondergli privilegi statutariamente previsti
 risolutive  il voto plurimo è destinato a venir meno al verificarsi di un particolare evento dedotto in
condizione
o Episodi che incidono sull'assetto societario, facendo venir meno l'interesse all’esistenza 
morte dell’azionista manager e trasferimento delle azioni mortis causa agli eredi

Possono essere previste alternativamente ma anche congiuntamente  azioni con voto plurimo su
particolari argomenti sottoposte a condizioni non meramente potestative

EMISSIONE DI STRUMENTI FINANZIARI A FAVORE DELLA SOCIETÀ, art 2349


Strumento diretto a favorire l’azionariato operaio  partecipazione dei prestatori di lavoro nella società.

Assegnazione ai prestatori di lavoro di utili mediante l'emissione, per un ammontare corrispondente agli
utili stessi, di speciali categorie di azioni da assegnare individualmente.
 L'operazione dal luogo al passaggio di utili a CS  il CS deve essere aumentato in misura
corrispondente

AZIONI DI RISPARMIO  vedi società quotate

AZIONI DI GODIMENTO, art 2353


Quando la società delibera la riduzione del CS, procedere al rimborso ai soci del capitale conferito e al
conseguente annullamento delle corrispondenti azioni, ai possessori delle azioni rimborsate vengono
attribuite azioni di godimento per consentire loro di partecipare ad eventuali utili e plusvalenze
patrimoniali di cui in mancanza non potrebbero godere, visto che le azioni sono state rimborsate.
 non danno luogo a diritto di voto

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 concorrono nella ripartizione degli utili che residuano dopo il pagamento delle azioni non rimborsate di
un dividendo pari all’interesse legale

7. I titoli azionari e la circolazione


I titoli azionari sono i documenti nei quali possono essere incorporate le azioni e che hanno la funzione di
rappresentarle.
Sono titoli di credito causali.
 agevolano l'esercizio da parte dei soci dei diritti sociali ad essi spettanti
 agevolano il trasferimento delle partecipazioni sociali

Art 2354 c.c.  I titoli possono essere nominativi o al portatore, a scelta del socio, se lo statuto o le leggi
speciali non stabiliscono diversamente.
Finche' le azioni non siano interamente liberate, non possono essere emessi titoli al portatore.
 La regola è stata derogata sin dall' emanazione del codice da parte della legislazione speciale, che
impone la nominatività obbligatoria delle azioni delle società aventi sede nello stato, ad eccezione:
o delle azioni di risparmio
o delle azioni emesse da società di investimento a capitale variabile

CONTENUTO DEI TITOLI


1) la denominazione e la sede della società
2) la data dell'atto costitutivo e della sua iscrizione e l'ufficio del registro delle imprese dove la società è
iscritta;
3) il loro valore nominale o, se si tratta di azioni senza valore nominale, il numero complessivo delle azioni
emesse, nonché l'ammontare del capitale sociale;
4) l'ammontare dei versamenti parziali sulle azioni non interamente liberate;
5) i diritti e gli obblighi particolari ad essi inerenti.

L’EMISSIONE DI TITOLI AZIONARI NON è OBBLIGATORIA, Art 2346 c.c.  salvo diversa disposizione di
leggi speciali lo statuto può escludere l'emissione dei relativi titoli o prevedere l'utilizzazione di diverse
tecniche di legittimazione e circolazione.

Nelle società quotate in mercati regolamentati le azioni non possono essere rappresentate da
documenti. La legittimazione dei soci all’esercizio dei diritti e la circolazione delle azioni avvengono
mediante il sistema della DEMATERIALIZZAZIONE, che può essere adottato facoltativamente anche dalle
società che non vi sono tenute

LA CIRCOLAZIONE DELLE AZIONI, art 2355 c.c.


 mancata emissione dei titoli  il trasferimento delle azioni ha effetto nei confronti della società dal
momento dell’iscrizione nel libro dei soci

 titoli al potatore  si trasferiscono con la consegna del titolo

 titoli nominativi  due possibilità


o trasferimento mediante girata autenticata da un notaio. Il giratario che si dimostra possessore in
base a una serie continua di girate ha diritto di ottenere l'annotazione del trasferimento nel libro
dei soci, ed è legittimato COMUNQUE (quindi anche prima dell’iscrizione) ad esercitare i diritti
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sociali; obbligo della società, previsto dalle leggi speciali, di aggiornare il libro dei soci appena
ricevuta la notizia del trasferimento
o rilascio di un nuovo titolo intestato all’acquirente e successiva iscrizione nel registro

 titoli dematerializzati  Avviene mediante scritturazione sui conti dei soggetti partecipanti al sistema
di gestione accentrata
o la società emittente comunica alla società di gestione accentrata l’ammontare globale
dell'emissione il suo frazionamento
o la società di gestione accentrata apre per ogni missione un conto a nome dell’emittente
o il trasferimento può avvenire solo tramite gli intermediari, i quali richiedono alla società di
gestione accentrata l'apertura dei conti, intestati ad un intermediario, destinati a registrare i
movimenti degli strumenti finanziari disposti tramite gli intermediari stessi
o ciascun intermediario registra per ogni titolare di conto (cliente dell'intermediario ed azionista
della società emittente) gli strumenti finanziari di sua pertinenza nonché il trasferimento, in conti
distinti e separati sia tra loro sia rispetto agli eventuali conti di pertinenza dell'intermediario
stesso

8. I limiti alla circolazione


Di regola le azioni sono liberamente trasferibili sia per atto inter vivos che mortis causa.

Il principio viene però DEROGATO da


 DISPOSIZIONI LEGISLATIVE  Es, azioni liberate mediante conferimenti in natura che non possono
essere trasferite fino a quando la valutazione dei conferimenti eseguiti non sia stata controllata
dagli amministratori

 PREVISIONI STATUTARIE  sono escluse limitazioni convenzionali al trasferimento di azioni


quotate sui mercati regolamentati
Le clausole statutarie che limitano il trasferimento sono ammesse a due condizioni:
o che non si tratti di azioni al portatore
o che qualora la clausola proibisca l'alienazione, il divieto non ecceda il periodo di 5A,
decorrente dalla costituzione della società o dal momento in cui il divieto viene introdotto

Possono essere introdotte, modificate o soppresse con la maggioranza richiesta per le modifiche
statutarie. È posto in capo al socio che non ha concorso all’approvazione della deliberazione il
diritto di recesso (DEROGABILE)

CLAUSOLE DI GRADIMENTO  Subordina il trasferimento al gradimento di organi sociali o di altri


soci, e questo rimane inefficace nei confronti della società fino a quando non intervenga tale
gradimento; fino ad allora il compratore non potrà esercitare i diritti sociali.
 la clausola può indicare le condizioni in presenza delle quali il gradimento deve essere
espresso  il rifiuto in violazione di tali criteri legittima l’impugnazione della delibera adottata
dall’organo cui è stato attribuito il relativo potere.
 la clausola può prevedere che il gradimento sia rimesso ad una valutazione pienamente
discrezionale, si parla di mero gradimento  l’efficacia della clausola è subordinata alla
previsione di un obbligo di acquisto oppure il diritto di recesso dell’alienante

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CLAUSOLE DI PRELAZIONE  prevedono che il socio che intende vendere le proprie azioni debba
prima offrirle agli altri soci, i quali potranno acquistarle a parità di condizioni rispetto a quanto
proposto dal terzo.
 Prelazione impropria  la clausola prevede che le condizioni di vendita siano fissate
secondo determinati parametri oppure da un arbitratore
 Il trasferimento attuato in violazione della clausola di prelazione è inefficace

 PATTI PARASOCIALI TRA I SOCI o sindacati di blocco  hanno effetto solo tra gli aderenti e l'unico
rimedio alla violazione e quello dell'azione risarcitoria conseguente all’inadempimento all'obbligo
assunto. La vendita rimane efficace

9. Le azioni proprie
Le società possono compiere operazioni aventi ad oggetto azioni proprie, diventando socie di sé stesse.

RAGIONI CHE POSSONO INDURRE ALL’ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE


1. Modo per la società di investire liquidità disponibile, realizzare un investimento sulle proprie azioni
2. nelle società chiuse può consentire ad uno dei soci di liquidare l'investimento  se nessuno degli
altri soci è disposto ad acquistarla, la partecipazione viene temporaneamente collocata presso la
società, in attesa dell'acquisto o di un accordo
3. per le società quotate l'acquisto può servire al fine della regolarizzazione dei corsi  mantenere
stabile il valore dei titoli azionari scambiati sul mercato allo scopo di evitare picchi e crolli che possono
ledere l'immagine della società e la fiducia degli azionisti
4. può rafforzare il gruppo di controllo

PERICOLI
1. Annacquamento del CS, nella misura in cui costituisca uno strumento per eludere la disciplina dei
conferimenti
2. può prestarsi a manovre speculative degli amministratori
3. può modificare il rapporto tra azionisti a vantaggio del gruppo di comando, che acquista le azioni per di
più col denaro della società e quindi di tutti i soci

DISCIPLINA
Negli ultimi anni innovazioni introdotte dal legislatore a seguito di interventi comunitari

Sottoscrizione di azioni proprie, Art 2357 quater cc


La società NON PUÒ sottoscrivere azioni proprie.
Se la società potesse sottoscrivere azioni proprie il capitale sarebbe, per la parte relativa alla sottoscrizione
della stessa società, inesistente.

 Le azioni sottoscritte in violazione del divieto si intendono sottoscritte e devono essere liberate dai
promotori e dai soci fondatori o, in caso di aumento del capitale sociale, dagli amministratori, salvo
dimostrino di essere esente da colpa.
 Chiunque abbia sottoscritto in nome proprio, ma per conto della società, azioni di quest'ultima è
considerato a tutti gli effetti sottoscrittore per conto proprio. Della liberazione delle azioni rispondono
solidalmente, a meno che dimostrino di essere esenti da colpa, i promotori, i soci fondatori e, nel caso
di aumento del capitale sociale, gli amministratori.

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La sanzione per la violazione del divieto non incide sulla validità della sottoscrizione, ma è diretta a far
conseguire ugualmente alla società i conferimenti ad essa corrispondenti

Acquisto di azioni proprie, Art 2357 c.c.


Concesso, ma a determinate condizioni
 La società può acquistare azioni proprie nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili
risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato.
 Possono essere acquistate soltanto azioni interamente liberate  o l’obbligo di eseguire il
conferimento si estinguerebbe per confusione, la società diventerebbe debitrice di sé stessa
 L'acquisto deve essere autorizzato dall'assemblea, la quale ne fissa le modalità, indicando il numero
massimo di azioni da acquistare, la durata, non superiore ai 18 M, per la quale l'autorizzazione è
accordata, il corrispettivo minimo ed il corrispettivo massimo.

 PER LE SOCIETÀ CHE FANNO RICORSO AL MERCATO DEL CAPITALE DI RISCHIO Il valore nominale delle
azioni acquistate non può eccedere 1/5 del CS, tenendosi conto a tal fine anche delle azioni possedute
da società controllate.

Le azioni acquistate in violazione delle regole devono essere alienate secondo modalità determinate
dall'assemblea entro 1 A dal loro acquisto.
In mancanza, deve procedersi al loro annullamento e alla corrispondente riduzione del capitale. Qualora
l'assemblea non provveda, gli amministratori e i sindaci devono chiedere che la riduzione sia disposta dal
tribunale secondo il procedimento previsto dall'art 2446 c.c.

ECCEZIONI, Art 2357 bis c.c.


Le limitazioni contenute nell'articolo 2357 non si applicano quando l'acquisto di azioni proprie avvenga:
1) in esecuzione di una deliberazione dell'assemblea di riduzione del capitale, da attuarsi mediante
riscatto e annullamento di azioni;
2) a titolo gratuito, sempre che si tratti di azioni interamente liberate;
3) per effetto di successione universale o di fusione o scissione;
4) in occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della società, sempre che si tratti
di azioni interamente liberate.

CRITERI DI DISPOSIZIONE DELLE AZIONI E MODALITÀ DI ESERCIZIO DEI DIRITTI SOCIALI, art 2357 ter c.c.
 La vendita delle azioni proprie deve essere autorizzata dall’assemblea, che deve stabilirne le modalità
 il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni
 Il diritto di voto è sospeso, ma le azioni proprie sono computate ai fini del calcolo delle maggioranze e
delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea  sterilizza il pericolo che
l'acquisto di azioni proprie da parte del gruppo di comando sia utilizzato per alterare i rapporti tra i
soci
 Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, le azioni per le quali il diritto di voto
non può essere esercitato sono computate ai fini della determinazione del quorum costitutivo ma non
per il computo di quello deliberativo
 L'acquisto di azioni proprie comporta una riduzione del patrimonio netto di eguale importo, tramite
l'iscrizione nel passivo del bilancio di una specifica voce, con segno negativo  Si deve indicare che
quella parte di patrimonio costituita dalle azioni proprie non rappresenta un incremento del
patrimonio stesso

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10. Sottoscrizione e acquisto di azioni o quote della società controllante da parte
della società controllata
La disciplina esaminata trova applicazione, con gli inevitabili adattamenti del caso, anche nell’ipotesi di
sottoscrizione o di acquisto di azioni o quote della società controllante da parte della società controllata
 pericolo in ordine all’integrità del capitale sociale
 pericolo in ordine all’alterazione dei rapporti amministrativi tra le società  la controllante nomina gli
amministratori della controllata intervenendo nell'assemblea; L'acquisto da parte della controllata di
azioni o quote della controllante finirebbe per consentire agli amministratori della controllata di
incidere nella nomina di quelli della controllante

 SOTTOSCRIZIONE  Disciplina simmetrica a quella dell'art 2357 quater


 ACQUISTO  Disciplina simmetrica a quella dell'art 2357

Art 2360 c.c.  È vietato alle società di costituire o di aumentare il capitale mediante sottoscrizione
reciproca di azioni, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona
Se il capitale della società Alfa e sottoscritto da beta e quello di beta da Alpha è evidente che si darebbe
luogo alla creazione fittizia del capitale sociale e non di due distinti ed effettivi patrimoni
SI PRESCINDE DAL CONTROLLO TRA LE SOCIETÀ

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SEZIONE IV  L’ASSEMBLEA

1. L’assemblea. Nozioni generali; le competenze


La gestione della società avviene attraverso un sistema articolato di competenze ripartite tra diversi organi.
Da dopo la riforma del diritto societario del 2003, organi e funzioni variano a seconda che la società abbia
scelto l'uno o l'altro dei sistemi di amministrazione e controllo disciplinati dagli artt. 2380 ss.
Rispetto al regime previgente, l'assemblea vedere ristretto l’ambito delle materie sulle quali è chiamata a
deliberare: la competenza nella gestione dell’impresa è attribuita in via esclusiva agli amministratori.

All'assemblea partecipano i soci. Le deliberazioni assembleari sono adottate secondo il metodo collegiale
(con presenza di tutti gli azionisti chiamati a decidere se un determinato ordine del giorno), inderogabile
nell'ambito della SPA, a differenza di quanto accade per la SRL  maggiore consapevolezza delle decisioni
dei soci e consente la verifica del rispetto delle regole fissate per l'adozione delle deliberazioni.

L'assemblea può essere ordinaria o straordinaria  la differenza attiene solo alle materie che sono
riservate alla competenza dell’una o dell’altra e dalle modalità di adozione delle deliberazioni.

ASSEMBLEA ORDINARIA NEL SISTEMA TRADIZIONALE O MONISTICO


Art 2364 cc  Nelle società prive di consiglio di sorveglianza, l'assemblea ordinaria:
1) approva il bilancio;
2) nomina e revoca gli amministratori; nomina i sindaci e il presidente del collegio sindacale e, quando
previsto, il soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti;
3) determina il compenso degli amministratori e dei sindaci, se non è stabilito dallo statuto;
4) delibera sulla responsabilità degli amministratori e dei sindaci;
5) delibera sugli altri oggetti attribuiti dalla legge alla competenza dell'assemblea, nonché' sulle
autorizzazioni eventualmente richieste dallo statuto per il compimento di atti degli amministratori, ferma in
ogni caso la responsabilità di questi per gli atti compiuti;
6) approva l'eventuale regolamento dei lavori assembleari.

L’eventuale Regolamento assembleare con lo scopo di disciplinare lo svolgimento dei lavori assembleari
non potrà mai prevalere sulle disposizioni statutarie.

ASSEMBLEA ORDINARIA NEL SISTEMA DUALISTICO


Art 2364 bis cc  Nelle società ove è previsto il consiglio di sorveglianza, l'assemblea ordinaria:
1) nomina e revoca i consiglieri di sorveglianza;
2) determina il compenso ad essi spettante, se non è stabilito nello statuto;
3) delibera sulla responsabilità dei consiglieri di sorveglianza;
4) delibera sulla distribuzione degli utili;
5) nomina il soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti.

Le competenze assembleari si riducono  l'approvazione del bilancio passa al consiglio di sorveglianza

ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Art 2365 cc  L'assemblea straordinaria delibera
1. sulle modificazioni dello statuto,
2. sulla nomina, sulla sostituzione e sui poteri dei liquidatori
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3. su ogni altra materia espressamente attribuita dalla legge alla sua competenza.

Lo statuto può prevedere che alcune delle materie riservate alla competenza dell'assemblea straordinaria
siano delegate
 agli amministratori nel sistema tradizionale e in quello monistico
 al consiglio di gestione o il consiglio di sorveglianza nel sistema dualistico

Tali materie sono


1. aumento di capitale
2. istituzione o soppressione di sedi secondarie
3. riduzione del capitale in caso di recesso del socio
4. trasferimento della sede nell'ambito del territorio nazionale

2. La convocazione dell’assemblea
A chi spetta il potere di convocare l'assemblea:
 società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
o sistema di amministrazione tradizionale o monistico  amministratori
o sistema di amministrazione dualistico  consiglio di gestione

 società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio


o sistema di amministrazione tradizionale e monistico  al consiglio sindacale, previa
comunicazione al presidente del CDA
o sistema di amministrazione dualistico  al consiglio di sorveglianza previa comunicazione al
presidente del CDA

Gli amministratori sono obbligati a convocare l'assemblea una serie di ipotesi.


Tutte le volte che la convocazione obbligatoria e gli amministratori o il collegio di gestione non vi
provvedono se ne devono preoccupare il collegio sindacale o il consiglio di sorveglianza
1. L'assemblea ordinaria deve essere convocata almeno una volta all'anno, nel termine fissato dallo
statuto e comunque non superiore a 120 gg dalla chiusura dell'esercizio, al fine di provvedere
all’approvazione del bilancio.
Lo statuto può stabilire un termine maggiore (non superiore a 180 giorni) nel caso di società tenute
alla redazione del bilancio consolidato o quando lo richiedono particolari esigenze relative a struttura
ed oggetto della società.

2. Gli amministratori devono provvedere senza ritardo la convocazione dell'assemblea quando sia stata
fatta domanda da una minoranza qualificata di soci che raggiunge 1/20 del CS nelle società che fanno
ricorso al mercato del capitale di rischio, ed 1/10 del CS nelle altre o la minore percentuale prevista
dallo statuto, purché nella richiesta formulata sono indicati gli argomenti da trattare; tale potere non
può esplicarsi nelle ipotesi in cui sia proposto la discussione su argomenti per i quali l'assemblea
delibera, a norma di legge, su proposta degli amministratori o sulla base di un progetto o di una
relazione da essi predisposta (approvazione del bilancio o riduzione del capitale per perdite )
Se gli amministratori non convocano l'assemblea, né se ne curano in sostituzione i sindaci o il consiglio
di sorveglianza interviene il tribunale. Qualora il rifiuto di provvedere alla convocazione risulti
ingiustificato ordina con decreto la convocazione dell'assemblea.
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PROCEDURA DI CONVOCAZIONE
L’assemblea è convocata nel comune in cui ha sede la società (se lo statuto non dispone diversamente).
 Società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
La convocazione è effettuata mediante avviso redatto dagli amministratori, contenente l'indicazione
del giorno, dell'ora, del luogo dell'adunanza e l'elenco delle materie da trattare.
 L'ordine del giorno, avendo lo scopo di informare i soci degli argomenti oggetto di discussione in
assemblea, deve essere sufficientemente analitico, contenendo la specifica indicazione delle
materie. Non sono dunque consentite espressioni vaghe, né è permesso che si deliberi su
argomenti non previsti.
 La deliberazione è comunque valida se le materie nel concreto discussa e approvata dai soci siano
direttamente collegate a quelle previste nell’ordine del giorno e ad esse conseguenti.
 L'avviso può contenere l'indicazione del giorno fissato per la seconda convocazione
dell'assemblea, per l'ipotesi che nella prima non sia stato raggiunto il numero minimo dei soci per
la valida costituzione dell'assemblea. Essa non potrà avere luogo lo stesso giorno della prima, e
se l'avviso non contiene la data della seconda convocazione, l'assemblea deve essere
riconvocata entro 30 giorni dalla data fissata dalla prima.

L'avviso deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della repubblica, oppure in un quotidiano
indicato dallo statuto, almeno 15 gg prima di quello fissato per l’adunanza.
Lo statuto può consentire la convocazione mediante avviso comunicato ai soci almeno 8 giorni prima
con mezzi che garantiscano la prova dell’avvenuto ricevimento (fax, e-mail).

 Società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio  L'avviso deve contenere indicazioni più

Delle formalità previste per la convocazione si può fare a meno nel caso di ASSEMBLEA TOTALITARIA 
quando è rappresentato l'intero CS e partecipa all'assemblea la maggioranza dei componenti degli organi
amministrativi o di controllo.
I soci possono decidere su qualunque argomento, la discussione non è vincolata alle materie previste
dall’ordine del giorno, dato che le esigenze informative dei soci sono soddisfatte Dalla presenza degli stessi
in assemblea.
ciascuno dei partecipanti può porsi alla discussione degli argomenti sui quali non si ritenga sufficientemente
informato, dunque, l'assemblea totalitaria o una competenza generale ma precaria

3. Lo svolgimento  la presidenza dell’assemblea e l’intervento dei legittimati


Art 2371 cc  L'assemblea è presieduta dalla persona indicata nello statuto o, in mancanza, da quella
eletta con il voto della maggioranza dei presenti.
Il presidente è assistito da un segretario designato nello stesso modo, assistenza non necessaria quando il
verbale dell'assemblea è redatto da un notaio.

Il presidente dell'assemblea ha il compito di dirigere i lavori assembleari


 verifica la regolarità della costituzione
 accerta l’identità e la legittimazione dei presenti
 regola il suo svolgimento  pone in discussione e in votazione gli argomenti previsti all’ordine del
giorno, attribuisce o toglie la parola agli intervenuti, verifica il rispetto del regolamento assembleare
 accerta i risultati delle votazioni
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degli esiti di tali accertamenti deve essere dato conto nel verbale.

Per intervenire in assemblea non è necessario alcun adempimento preventivo.


Lo statuto può consentire che l'intervento dei soci avvenga anche mediante mezzi di telecomunicazione
ovvero l'espressione del voto per corrispondenza in via elettronica. Chi si avvale di questa modalità di
manifestazione del voto si considera intervenuto in assemblea.

4. La rappresentanza in assemblea
Istituto con la doppia finalità:
 agevolare l'intervento in assemblea da parte di azionisti che non possono partecipare personalmente
 agevolare il raggiungimento delle maggioranze previste per l'adozione delle deliberazioni assembleari

Art 2372 cc  Coloro ai quali spetta il diritto di voto possono farsi rappresentare nell'assemblea da altri
soggetti terzi soci e non soci salvo che, nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio,
lo statuto disponga diversamente. La delega può essere conferita anche per una serie di assemblee

La rappresentanza deve essere conferita per iscritto e i documenti devono essere conservati dalla società.
La delega non può essere rilasciata con il nome del rappresentante in bianco ed è sempre revocabile
nonostante ogni patto contrario.

La rappresentanza non può essere conferita né ai membri degli organi amministrativi o di controllo o ai
dipendenti della società, né alle società da essa controllate o ai membri degli organi amministrativi o di
controllo o ai dipendenti di queste.

La stessa persona non può rappresentare in assemblea più di 20 soci

5. I quorum assembleari
Art 2368 cc
QUORUM COSTITUTIVO  Presenza nella riunione della parte di CS richiesto perché l'assemblea possa dirsi
regolarmente costituita. In mancanza non potrà procedersi all’inizio dei lavori.
Al fine del computo:
 non si calcolano le azioni alle quali non è attribuito il diritto di voto
 si calcolano le azioni alle quali il diritto di voto è attribuito ma non può essere esercitato (azioni del
socio moroso)

QUORUM DELIBERATIVO  raggiungimento della quota di capitale richiesta perché la deliberazione


possa considerarsi approvata.
Al fine del computo
 non si calcolano le azioni per le quali il diritto di voto non può essere esercitato
 non si calcolano le azioni per le quali il diritto di voto non è stato esercitato a seguito della
dichiarazione del soggetto al quale spetta il diritto di voto di astenersi per conflitto di interessi

I quorum variano a seconda che l’assemblea sia ordinaria o straordinaria, che si svolga in prima o
seconda convocazione, che la società faccia o meno ricorso al mercato del capitale di rischio.

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È attribuita all’autonomia statutaria una discreta possibilità di intervento consentendo se la previsione di
maggioranze più elevate ma non per tutte le materie.

ASSEMBLEA ORDINARIA
1. Prima convocazione
 Quorum costitutivo  almeno metà del capitale sociale
 Quorum deliberativo  maggioranza assoluta

2. Seconda convocazione
 Quorum costitutivo  assente
 Quorum deliberativo  maggioranza delle azioni che hanno preso parte alle deliberazioni

ASSEMBLEA STRAORDINARIA
 SOCIETÀ CHIUSE
1. Prima convocazione  Non è previsto espressamente un quorum costitutivo che coincide con il
deliberativo  più della metà del CS
2. seconda convocazione
 quorum costitutivo  oltre 1/3 del CS
 quorum deliberativo  almeno 2/3 del capitale rappresentato in assemblea

 SOCIETÀ CHE FANNO RICORSO AL MERCATO DEL CAPITALE DI RISCHIO


Convocazione successiva alla seconda
 quorum costitutivo  almeno 1/5 del CS
 quorum deliberativo  almeno 2/3 del capitale rappresentato in assemblea

6. Discussione, votazione e verbalizzazione


DIRITTO DI RINVIO
Può accadere che i soci non siano adeguatamente informati sulle materie di discussione.
In questo caso è possibile rinviare la riunione, a condizione che la richiesta provenga da tanti soci che
raggiungono 1/3 del CS. Questo strumento di tutela delle minoranze azionarie non deve tradursi in
un’occasione di impedimento allo svolgimento dell'assemblea attraverso comportamenti ostruzionistici 
il diritto di rinvio non può essere esercitato più di una volta per lo stesso oggetto

VOTAZIONE
Con il voto i soci manifestano la loro adesione o la loro contrarietà alla proposta oggetto di discussione.
Non è detto che chi interviene in assemblea possa sempre votare, perché il diritto di intervento spetta
anche a chi è temporaneamente vietato di votare (socio moroso)

Il socio è pienamente libero nell’esercizio di voto  non è tenuto a perseguire l'interesse sociale, ma ciò
non vuol dire che gli possa agire a danno della società.

Art 2373  La deliberazione approvata con il voto determinante di coloro che abbiano, per conto
proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della società, è impugnabile qualora possa recarle
danno.
AL SOCIO NON è VIETATO DI VOTARE, Né GLI è IMPOSTO DI ASTENERSI.
È annullabile la deliberazione anche solo potenzialmente dannosa per la società.
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Non è ammessa altra forma di esercizio se non quella del voto palese  il voto segreto è incompatibile
con le prescrizioni contenute nell’articolo 2375 cc in ordine al contenuto del verbale, dirette a identificare i
soci che hanno votato a favore, contro o che si siano astenuti. Identificazione indispensabile anche al fine
dell'accertamento della legittimazione ad impugnare le deliberazioni

VERBALIZZAZIONE
Lo svolgimento dell'assemblea nella sua interezza deve risultare dal verbale sottoscritto dal presidente e
dal segretario o dal notaio
 Data dell'assemblea
 identità dei partecipanti
 capitale rappresentato da ciascuno
 modalità e risultato delle votazioni
 dichiarazioni pertinenti all'ordine del giorno se richiesto dai soci

7. L’invalidità delle deliberazioni


Gli artt. 2377 ss. disciplinano invalidità delle deliberazioni distinguendo due ipotesi: annullabilità e nullità

EVOLUZIONE REGIME
La disciplina attualmente in vigore risente della riforma del 2003, diretta a impedire quanto avvenuto nel
regime previgente, quando ad opera della giurisprudenza si erano create ipotesi di invalidità non previste
dal legislatore, come la inesistenza della deliberazione.
La fattispecie ricorreva allorquando mancasse un elemento costitutivo della fattispecie procedimentale di
formazione della deliberazione, tale da non consentire l'inizio o da provocare l'interruzione dell'iter
necessario alla formazione di una deliberazione assembleare imputabile alla società  Delibera adottata da
alcuni soci soltanto in mancanza di convocazione.
Attraverso l’inesistenza, la nullità trovava ampio ambito di applicazione, già che le delibere inesistenti
subivano la stessa sorte di quelle nulle.

Ciò era in contraddizione con l'impianto normativo originario che, al pari di quella attuale, si caratterizza
per un'inversione rispetto alla disciplina dell'invalidità del contratto  Nella disciplina dei contratti la
nullità è una forma di invalidità generale, dato che ricorre in presenza di violazione di qualunque norma
imperativa, mentre la annullabilità opera solo in presenza di specifiche ipotesi. Nel campo delle delibere
assembleari forma generale di invalidità è l’annullabilità, mentre la più grave forma della nullità ha un
ambito di applicazione più ristretto.

NOVITÀ RIFORMA
L'intervento l'informatore è stato diretto a codificare le varie ipotesi di invalidità in maniera più possibile
esaustiva per evitare le incertezze applicative riscontrate nel regime previgente, contemperando le
esigenze di tutela dei soci e quelle di funzionalità certezza dell’attività sociale.

L’annullabilità

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Sono annullabili le deliberazioni che non siano prese in conformità della legge o dello statuto, il che
conferma la annullabilità come causa generale di invalidità delle deliberazioni.

Legittimati a impugnare le deliberazioni annullabili sono:


1. I soci assenti, dissenzienti, astenuti  La legittimazione presuppone il possesso di un'aliquota
minima del capitale sociale, al fine di evitare che la manche la minoranza abusi dei propri diritti
proponendo azioni pretestuose di disturbo.
Non è necessario che ciascun socio possegga l’aliquota indicata, può anche essere congiunto.
La previsione è derogabile dallo statuto con l'abbassamento delle aliquote o con l’eliminazione
del requisito, non con la previsione di aliquote più elevate
 Società chiuse  i soci possono impugnare le delibere annullabili quando possiedono tante
azioni aventi diritto di voto che rappresentino il 5% del CS
 Società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio  aliquota dell’1 x 1000

I soci che non rappresentano la parte di capitale indicata e quelli che, in quanto privi di voto, non
sono legittimati a proporre l'impugnativa, hanno diritto al risarcimento del danno loro cagionato
dalla non conformità della deliberazione alla legge o allo statuto.

2. Gli amministratori
3. Il consiglio di sorveglianza
4. Il collegio sindacale

L’Impugnativa deve essere proposta nel termine di 90 gg dalla data di iscrizione o dal deposito della
delibera nel RI, a seconda che la delibera sia soggetta a iscrizione e deposito

La deliberazione non può essere annullata:


1. per la partecipazione all'assemblea di persone non legittimate, salvo che tale partecipazione sia stata
determinante ai fini della regolare costituzione dell'assemblea
2. per l’invalidità di singoli voti o per il loro errato conteggio, salvo che il voto invalido o l'errore di
conteggio siano stati determinanti ai fini del raggiungimento della maggioranza richiesta;
3. per l'incompletezza o l'inesattezza del verbale, salvo che impediscano l'accertamento del contenuto,
degli effetti e della validità della deliberazione.
4. Qualora essa sia stata sostituita da altra presa in conformità della legge e dello statuto  sono però
fatti salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi, in base ad atti compiuti in esecuzione della
deliberazione

L'impugnazione è proposta con atto di citazione davanti al tribunale del luogo dove la società ha sede.
Coloro che impugnano una liberazione hanno l'onere di provare il possesso, al momento della
proposizione dell'azione, dell’aliquota di capitale richiesta per la legittimazione all’impugnativa.
Se in pendenza del processo, a causa di trasferimento Inter vivos, viene meno il numero delle azioni
richiesto per impugnativa, il giudice non può pronunciare l'annullamento della deliberazione, ma provvede
solo sul risarcimento del danno se richiesto.
L’IMPUGNATIVA NON SOSPENDE L’ESECUZIONE DELLA DELIBERAZIONE IMPUGNATA, che può tuttavia
essere richiesta all’autorità giudiziaria.

8. La nullità, Art 2379 cc


33
La deliberazione può essere impugnata da chiunque vi abbia interesse, ed è rilevabile d’ufficio entro 3A
dalla sua iscrizione o deposito nel RI, se la deliberazione vi è soggetta, o dalla trascrizione nel libro delle
adunanze dell'assemblea, se la deliberazione non è soggetta né a iscrizione né a deposito.
 Mancata convocazione dell'assemblea  Non ricorre in caso di irregolarità dell’avviso di
convocazione, se questo proviene da un componente dell'organo di amministrazione di controllo
della società ed è comunque idoneo a consentire agli aventi diritto di essere preventivamente
avvertiti della convocazione della data
Sanatoria  La delibera non può essere impugnata da chi anche successivamente abbia dichiarato il
suo assenso allo svolgimento dell'assemblea
 Mancanza del verbale  non si considera mancante se contiene la data della deliberazione ed il suo
oggetto ed è sottoscritto dal presidente dell'assemblea e del presidente del CDS o dal notaio
Sanatoria  Quando la verbalizzazione viene eseguita prima dell'assemblea successiva, può spiegare
i suoi effetti dalla data in cui è stata presa, salvi i diritti dei terzi che in buona fede ignoravano la
deliberazione

 Impossibilità o illiceità dell'oggetto la deliberazione

Possono essere impugnate senza limiti di tempo (come disciplina dei contratti)
 le deliberazioni che modificano l'oggetto sociale prevedendo attività illecite o impossibili.

EFFETTI (rinvio alle norme sull’invalidità)


 Non pregiudica i diritti acquistati dai terzi in BF in base ad atti compiuti in esecuzione della
deliberazione
 non può essere pronunciata se la delibera è stata sostituita da altra presa in conformità della legge e
dello statuto

DISCIPLINA PER DELIBERAZIONI DI AUMENTO O RIDUZIONE EFFETTIVA DEL CAPITALE SOCIALE


 società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio  La nullità può essere fatta valere
nel termine ridotto di 180 gg dall'iscrizione della deliberazione nel RI.
In caso di nullità per mancata convocazione il termine è di 90 gg dall’approvazione del bilancio
dell'esercizio nel corso del quale la deliberazione è stata anche parzialmente eseguita

 società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio


 L'invalidità della delibera di aumento del capitale non può essere pronunciata dopo che sia
stata iscritta nel RI l’attestazione che l'aumento del capitale è stato eseguito
 l'invalidità della delibera di riduzione reale del capitale ed emissione delle obbligazioni non può
essere pronunciata dopo che la delibera sia stata anche parzialmente eseguita

34
SEZIONE V  AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO

1. La funzione amministrativa, sistema tradizionale


Sistema tradizionale  basato su due organi di nomina assembleare:
 Organo amministrativo  amministratore unico o consiglio di amministrazione
 Collegio sindacale  funzioni circoscritte al controllo sull’amministrazione
 Organo di controllo esterno  revisore o società di revisione, compiti di revisione legale dei conti.

La gestione dell'impresa spetta agli amministratori, che compiono le operazioni necessarie per
l'attuazione dell'oggetto sociale.
Se l'amministrazione è affidata più persone queste costituiscono il consiglio di amministrazione
Gli amministratori nella società non sono gli unici ad avere poteri di tipo decisorio e di gestione, poiché
anche l’assemblea è chiamata a svolgere compiti che implicano un minimo di questi poteri. Gli
amministratori e l’assemblea hanno un rapporto basato sulla coordinazione  l’assemblea ha un potere di
gestione circoscritto e specifico, mentre gli amministratori hanno il potere generale, ovvero possono
compiere tutti gli atti che rientrano nell’oggetto sociale e sono in funzione di questo.

La funzione amministrativa è attribuita agli amministratori dalla legge e non da un mandato dei soci  è
possibile ricostruire il rapporto tra amministratori e società in chiave di contratto tipico a sé stante, di
natura fiduciaria.

La legge affida agli amministratori compiti ben definiti che in nessun modo e caso possono essere
derogati dallo statuto. È possibile però, qualora lo preveda lo statuto, la delegabilità di alcune competenze
dell'assemblea agli amministratori  l'assemblea può alleggerirsi ma non appesantirsi

2. Nomina, cessazione e remunerazione degli amministratori


I primi amministratori sono nominati nello statuto il quale ne stabilisce il numero. Se indica solo il numero
massimo o minimo, la determinazione spetta all'assemblea.
 Lo statuto può riservare ad alcuni possessori di strumenti finanziari la nomina di un amministratore
indipendente.
 Nelle società che non fanno ricorso al capitale di rischio, lo statuto può conferire allo stato agli enti
pubblici che hanno una partecipazione sociale, la facoltà di nominare un numero di amministratori e
sindaci proporzionale alla partecipazione al capitale sociale

Lo statuto può stabilire norme particolari per la nomina alle cariche sociali, consentendo una
rappresentanza in consiglio anche dei soci di minoranza  sono legittime le clausole statutarie volte a
garantire l'elezione di un numero di amministratori proporzionale ai voti espressi dai soci di minoranza,
derogando al principio maggioritario.
Non può aumentare quorum deliberativi previsti dalla legge per la nomina e la revoca delle cariche sociali,
ma può ridurli.

Amministratori possono essere sia soci che terzi, discussa l'assunzione della carica da parte di persone
giuridiche. Entro 30 gg dalla loro nomina devono chiedere l'iscrizione nell’RI, con l'indicazione delle loro
generalità e di chi tra loro abbia rappresentanza della società.
La durata dell'incarico non può superare i tre esercizi, al termine dei quali sono rieleggibili salvo diversa
disposizione dell'atto costitutivo.
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 Ineleggibilità
o Interdetto
o Inabilitato
o Fallito
o chi è stato condannato ad una pena che importa l’interdizione dai pubblici uffici o l’incapacità di
esercitare uffici direttivi

 Incompatibilità
o Titolare di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo
o funzionari di vertice di società operanti nei mercati finanziari, del credito e delle assicurazioni
non possono esercitare analoghe cariche in società concorrenti

AMMINISTRAZIONE DI FATTO
Se le funzioni amministrative sono svolte da soggetti non legittimamente investiti della qualifica si parla
di amministratore di fatto  colui che gestisce direttamente l'impresa sociale attraverso gli amministratori
in carica.
Il fenomeno di ingerenza nella gestione non è contemplato dal codice, e presenta la sua problematicità
soprattutto in sede fallimentare, quando si tratta di accertare la responsabilità civile e penale degli organi
amministrativi e di controllo.
All’interno della disciplina dei reati societari, tuttavia, si equipara ai soggetti formalmente investiti della
qualifica coloro che esercitano in modo continuativo e significativo i poteri tipici inerenti alla funzione.

CESSAZIONE DELLA CARICA  iscrizione RI entro 30 gg a cura del collegio sindacale


1. Revoca dall’assemblea  In qualunque tempo anche se la nomina è contenuta nello statuto.
Non è ammessa la revoca degli amministratori nominati dallo stato o dagli enti pubblici, né
dell’amministratore indipendente nominato dai titolari di strumenti finanziari, spettando il potere ai
soggetti che li hanno nominati
2. Revoca del tribunale  nel corso del procedimento di controllo giudiziario per gravi irregolarità di
gestione
3. Rinuncia  da comunicare per iscritto al CDA e al presidente del collegio sindacale. Produce effetto
immediato solo se rimane in carica la maggioranza degli amministratori, oppure opererà dal
momento dell’accettazione dei nuovi amministratori
4. Scadenza del termine  restano in carica fino all’accettazione dei nuovi amministratori
5. Morte
6. Decadenza per sopravvenuta causa di ineleggibilità
7. Iscrizione nel RI della nomina dei liquidatori
8. Altre cause previste dallo statuto

SOSTITUZIONE DEGLI AMMINISTRATORI NEL CORSO DELL’ESERCIZIO, art 2386 cc


 Se rimane in carica più della metà degli amministratori nominati dall’assemblea i superstiti
provvedono a sostituire provvisoriamente quelli venuti meno, con delibera consiliare approvata dal
collegio sindacale (cooptazione); gli amministratori così nominati restano in carica solo fino alla
successiva assemblea, che potrà confermarli o sostituirli.
 Se viene a mancare più della metà degli amministratori nominati dall’assemblea non si ha
cooptazione, ma i superstiti devono convocare immediatamente l’assemblea perché provveda alla
sostituzione dei mancanti (i nuovi amministratori così nominati scadono con i superstiti, se non
diversamente previsto dallo statuto o dall’assemblea).

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 Se vengono a cessare tutti gli amministratori o l’amministratore unico, il collegio sindacale deve
convocare con urgenza l’assemblea per la ricostruzione dell’organo amministrativo. Nel frattempo, il
collegio sindacale può compiere gli atti di gestione ordinaria.
 Clausola simul stabunt, simul cadent  Se particolari disposizioni dello statuto prevedono che a
seguito della cessazione di taluni amministratori cessi l'intero consiglio, l'assemblea per la nomina del
nuovo consiglio è convocata d'urgenza dagli amministratori rimasti in carica; lo statuto può tuttavia
prevedere l'applicazione in tal caso di quanto disposto nel successivo comma

REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI


Gli amministratori hanno diritto ad un compenso per la loro attività, la cui misura e modalità di erogazione
sono stabiliti dall'atto costitutivo o dall'assemblea all’atto di nomina.
 I compensi possono essere costituiti sia dalla partecipazione agli utili, sia dall’attribuzione del diritto
di sottoscrizione di azioni di futura emissione (stock options)  strumenti che consentono di legare
la remunerazione degli amministratori all’andamento dell'impresa sociale, al fine di allineare gli
interessi degli stessi a quelle della società
 Non occorre delibera assembleare per decidere la remunerazione degli amministratori investiti di
particolari cariche, che spetta al CDA sentito il parere del collegio sindacale

3. L’articolazione del consiglio di amministrazione (CDA)


 L’amministratore unico riunisce in sé ed esercita individualmente tutte le funzioni proprie
dell’organo amministrativo.
 Consiglio di amministrazione  organo pluripersonale a cui è affidata la funzione amministrativa,
che viene esercitata collegialmente.

Il CDA è retto da un presidente scelto lo tra i suoi membri, qualora non vi abbia già provveduto l'assemblea.
Funzioni, art 2381 cc
 convoca il CDA  invio avviso di convocazione a sindaci e amministratori
 fissa l'ordine del giorno
 coordina i lavori
 provvede affinché' adeguate informazioni sulle materie iscritte all'ordine del giorno vengano fornite a
tutti i consiglieri  adempimento ispirato al principio di collegialità che caratterizza le riunioni
consiliari, garantendo attraverso la discussione e il confronto dialettico tra le diverse opinioni,
l’approfondimento e la ponderazione necessari per l’assunzione delle migliori decisioni nell’interesse
della società

COMITATO ESECUTIVO E AMMINISTRATORI DELEGATI


La legge impone che in ogni società ci sia un organo amministrativo con determinate funzioni, ma lascia
all’autonomia privata la scelta del se e del come articolare l’organo e di come distribuire le funzioni
amministrative.
L'esercizio della funzione amministrativa attraverso il CDA può richiedere, nelle società azionarie più grandi,
una determinata articolazione dell'organo, volta rendere più efficiente la divisione del lavoro e in virtù
dell'impossibilità per il CDA di riunirsi con particolare frequenza

Art 2381 cc  Se lo statuto o l'assemblea lo consentono, il CDS può delegare proprie attribuzioni ad un
comitato esecutivo composto da alcuni dei suoi componenti, o ad uno o più amministratori delegati.

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 Amministratori deleganti  non esecutivi, lontani dalla gestione operativa, con funzioni di
valutazione nel merito delle scelte di gestione e di vigilanza sugli organi delegati
 Amministratori delegati/comitato esecutivo  si pongono al vertice della struttura aziendale,
direttamente e continuativamente coinvolti nella gestione dell’impresa sociale.

I membri del comitato e gli amministratori delegati sono designati direttamente dal CDA, che determina
contenuto, limiti e modalità di esercizio della delega.
La delega non impedisce al CDA di esercitare le funzioni che ha delegato, poiché rimane sempre e
comunque in una posizione sovraordinata. Si crea una concorrenza di esercizio di funzioni.
La delega al comitato e agli amministratori delegati può in qualsiasi momento essere revocata.

Tra i compiti specifici degli organi delegati troviamo la cura dell’assetto organizzativo, amministrativo e
contabile
In capo agli organi delegati sussistono obblighi informativi, funzionali a rendere più consapevole
l'assunzione delle decisioni amministrative e la vigilanza dei consiglieri dei leganti  riferiscono al CDA e al
collegio sindacale, con la periodicità fissata dallo statuto e in ogni caso almeno ogni 6M, sul generale
andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione nonché' sulle operazioni di maggior rilievo, per
le loro dimensioni o caratteristiche, effettuate dalla società e dalle sue controllate.

PRECISAZIONI
 Consigliere delegato  amministratore che ha ricevuto una o più deleghe senza essere investito dalla
tendenziale gestione generale della società
 Amministratore  membro del consiglio di amministrazione
 Amministratore delegato  amministratore al quale è stata attribuita una qualunque delega. Nel
linguaggio comune esprime la figura dell'amministratore sul quale si concentra essenzialmente la
totalità dei poteri del consiglio di amministrazione, come una sorta di amministratore unico.
Tuttavia, le figure sono diverse:
 l'amministratore delegato è soggetto alla possibilità di essere destituito dal CDA
 l'amministratore unico potrebbe essere destituito solo dall’assemblea dei soci

4. Il potere di rappresentanza
Affinché gli atti dell'amministrazione vengano eseguiti nei confronti dei terzi, occorre il potere di
rappresentanza, attraverso il quale la società assume obblighi e acquista diritti

Il potere di rappresentanza viene attribuito dallo statuto o dalla delibera di nomina degli amministratori,
non spetta automaticamente a tutti come nella società di persone, e può essere affidato:
 amministratore unico
 singoli amministratori
 presidente o vicepresidente CDA
 amministratore delegato
DEROGA  lo statuto può prevedere che la competenza venga attribuita dagli amministratori (modifica)

Il potere di rappresentanza è generale (compresa rappresentanza processuale attiva e passiva).

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Gli amministratori possono compiere tutte le operazioni per l'attuazione dell'oggetto sociale, che
costituisce il limite al loro agire e tutti gli atti da essi compiuti in nome per conto della società sono per la
stessa vincolanti.

NORME A TUTELA DELL’AFFIDAMENTO DEI TERZI IN BUONAFEDE – OPPONIBILITÀ DEGLI ATTI


 Le cause di nullità o di annullabilità della nomina degli amministratori che hanno la rappresentanza
non sono opponibili ai terzi dopo l’iscrizione dell’atto di nomina nel RI, salvo che la società provi che
i terzi ne erano a conoscenza  la società non può sottrarsi al vincolo assunto dall' amministratore
invalidamente nominato

 EXCEPTIO DOLI  Le limitazioni al potere di rappresentanza derivanti dall’atto di nomina o di


conferimento della delega, anche se iscritte nel RI, non sono opponibili ai terzi salvo che la società
dimostri che i terzi abbiano agito intenzionalmente a danno della società.

 L’estraneità dell'atto compiuto dall'amministratore all'oggetto sociale, che costituisce il limite al loro
potere, non può essere opposta al terzo salvo il caso in cui lo stesso, consapevole dell'estraneità,
abbia compiuto l'atto conoscendo il pregiudizio che avrebbe arrecato alla società

Limiti alla rappresentanza derivanti dalla legge


 divieto di concludere contratti in conflitto di interessi
 atti compiuti a seguito di un’intervenuta a causa di scioglimento della società
 delibere di gestione riservate alla competenza assembleare
Si discute se, sussistendo le medesime esigenze di tutela dei terzi in buona fede che non incidono sul
potere di rappresentanza ma solo sul potere di gestione, siano inopponibili, oppure se tali limiti, trovando
fondamento nella legge, siano opponibili.

Dissociazione tra potere gestorio e deliberativo  nel caso in cui i due poteri spettino a soggetti distinti, il
potere di rappresentanza non è esercitatile in maniera indipendente dal potere di gestione: un
amministratore dotato di potere di rappresentanza, ma a cui non sia stato delegato nessun potere di
gestione, prima di compiere l’atto deve provocare una delibera autorizzativa del CDA
L’atto è comunque inopponibile e vincola la società nei confronti del terzo, ma l’amministratore risponde
dell’eventuale danno nei confronti della società e può essere revocato per giusta causa.

5. Le deliberazioni del consiglio di amministrazione


Art 2388 cc  Per la validità delle deliberazioni del CDA è necessaria la presenza della maggioranza degli
amministratori in carica (quorum costitutivo) quando lo statuto non richiede un maggior numero di
presenti. Lo statuto può prevedere che la presenza alle riunioni del consiglio avvenga anche mediante mezzi
di telecomunicazione.

2. Le deliberazioni del CDA sono prese a maggioranza assoluta dei presenti calcolata per teste, salvo
diversa disposizione dello statuto.
Quorum deliberativo  esclusi amministratori in carica assenti o in conflitto di interessi.

3. Il voto non può essere dato per rappresentanza.

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Il CDA deve riunirsi almeno una volta all'anno per redigere il progetto di bilancio, che verrà sottoposto
all’approvazione dell'assemblea ordinaria.
Se vi sono alcuni delegati occorre una seconda riunione all'anno, dovendo questi ultimi riferire al CDA e del
collegio sindacale almeno ogni 6M.

ANNULLABILITÀ DELLE DELIBERE CONSILIARI


4. Le deliberazioni che non sono prese in conformità della legge o dello statuto possono essere impugnate
solo dal collegio sindacale (NON DAI SINGOLI SINDACI) e dagli amministratori assenti o dissenzienti entro
90 GG dalla data della deliberazione
 Violazione regole sul funzionamento dell’organo collegiale  convocazione, quorum, incompetenza
 Violazione regole che presiedono al contenuto della delibera  illiceità dell’oggetto
 DISCIPLINA EX ART 2378 cc per annullamento delibere assembleari

La legittimazione dei soci a impugnare le delibere consiliari vale solo per quelle che abbiano leso i loro
diritti
 illecita esclusione del socio in mora nei versamenti del denaro conferito
 lesione del diritto di opzione
 DISCIPLINA EX ART 2378 cc e 2377 cc  operatività condizioni relative al possesso delle partecipazioni
minime per la legittimazione ad agire, limiti per evitare azoni pretestuose…

5. In ogni caso sono salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione
delle deliberazioni

6. Gli interessi degli amministratori


Gli obblighi di diligenza e fedeltà che connotano il rapporto tra società e amministratori devono indurre a
perseguire esclusivamente l'interesse della società, inteso come interesse fondato sul contratto sociale e
che tale viene considerato dalla maggioranza dei soci.
Tuttavia, specie nelle grandi SPA, accade che i soci si trovino esposti al rischio che gli amministratori
perseguono obiettivi opportunistici nell'esercizio del potere di cui dispongono, per sottrarre ricchezza la
società a proprio vantaggio  è difficile in una società con l'ampia base azionaria che i soci controllano tutti
gli atti compiuti dagli amministratori, specialmente se hanno poche azioni e non partecipano alla vita
sociale.

Art 2391 cc, ispirato all’idea che l'interesse dell'amministratore non sia da considerarsi necessaria
contrapposizione con quello della società potendo bastare all’uopo un'assoluta competenza informativa 
Obbligo dell'amministratore di informare gli altri amministratori e del collegio sindacale di ogni interesse
di cui sia portatore (a prescindere dal fatto che sia conforme o in contrasto con quello della società), per
conto proprio o di terzi, in una determinata operazione sulla quale il CDA sia chiamato a decidere,
precisando la natura i termini l'origine e la portata di tale interesse, al fine di consentire ai consiglieri di
valutare se l'operazione sia compatibile o pregiudizievole per l'interesse sociale
 L'amministratore portatore di un proprio interesse non è tenuto ad astenersi al voto
 l'amministratore delegato dovrà astenersi dal compiere l'operazione, investendo della stessa il CDA
 l'amministratore unico sarà tenuto a darne notizia nella prima assemblea utile e dovrà motivare nel
caso in cui decida di compiere l'operazione

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La deliberazione del CDA deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la società
dell'operazione.
Qualora l'amministratore non abbia dato notizia del proprio interesse nell'operazione, oppure il consiglio
non abbia motivato le ragioni e la convenienza di quest’ultima, ed il voto dell’amministratore portatore
dell’interesse sia stato determinante per il raggiungimento della maggioranza, la delibera suscettibile di
arrecare un danno alla società può essere impugnata dagli altri amministratori e dal collegio sindacale
entro 90 GG dalla data in cui una delibera è stata assunta.
Non è legittimato all’azione l'amministratore che abbia votato a favore dell'operazione, qualora
l'amministratore interessato abbia adempiuto gli obblighi informativi, altrimenti è legittimato anche
l'amministratore assenziente.

L'amministratore risponde dei danni derivati alla società dalla sua azione od omissione

7. Il divieto di concorrenza e di sfruttamento delle notizie e delle opportunità di


affari
Art 2390 cc  Gli amministratori non possono assumere la qualità di soci illimitatamente responsabili in
società concorrenti, né esercitare un’attività concorrente per conto proprio o di terzi, né essere
amministratori o direttori generali in società concorrenti, salvo autorizzazione dell'assemblea.

Per l'inosservanza di tale divieto l'amministratore può essere revocato dall'ufficio e risponde dei danni.

Se la posizione concorrenziale preesistesse alla nomina dell’amministratore vorrebbe dire che la società
avrà autorizzato l'attività.
Il divieto è un'applicazione specifica del più generale divieto di agire in conflitto di interessi prima
considerato, impedendo comportamenti gestionali in conflitto con la società anche al di fuori dell'attività
deliberativa del consiglio in presenza di amministratori interessati.

Art 2391 u.c  L'amministratore risponde dei danni che siano derivati alla società dalla utilizzazione a
vantaggio proprio o di terzi di dati, notizie o opportunità di affari appresi nell'esercizio del suo incarico.
Si parla di businesses opportunities, occasioni ed affari astrattamente suscettibili di incrementare il valore
del patrimonio sociale, dei quali l'amministratore può venire a conoscenza in virtù della carica ricoperta e
che dal medesimo sono sfruttate a vantaggio proprio e non della società.
Si tratta di condotte opportunistiche che permettono di cumulare ai rimedi del diritto societario quelli
tipici del diritto della concorrenza, come la tutela inibitoria

8. Le operazioni con parti correlate nelle società aperte

9. La responsabilità degli amministratori


DA NON CONFONDERE con la responsabilità per i debiti della società, che grava sui soci illimitatamente
responsabili.

Art 2392 c.c.  Gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con
la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle loro specifiche competenze.

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 Il legislatore non ha precisato quali siano gli obblighi gravanti sugli amministratori  tutte le norme
che regolano l'attività sociale, di qualsiasi natura (civile, penale, tributaria…), possono costituire fonte
di responsabilità
 diligenza richiesta dalla natura dell'incarico  Diligenza professionale, caratteristiche dell'impresa,
funziona in concreto ricoperta dal socio amministratore
 specifiche competenze  conoscenze professionali per le quali il singolo consigliere può essere stato
nominato. È possibile considerare responsabili gli amministratori che, privi delle necessarie
conoscenze, abbiano deciso su questioni complesse senza ricorrere alla consulenza di esperti del
settore; ai fini dell'accertamento della responsabilità, quindi, sono rilevanti le modalità con le quali gli
amministratori decidono, le verifiche effettuate e le informazioni preventive acquisite.

NON è CENSURABILE IL MERITO DELLE LORO DECISIONI  La valutazione del giudice non potrà
toccare l'opportunità e la convenienza delle scelte gestionali

Essi sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall'inosservanza di tali doveri, a
meno che si tratti di attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni in concreto attribuite ad uno o
più amministratori.
 La responsabilità scaturisce dall’inadempimento di obblighi che provocano un danno a società/
singoli soci/ creditori sociali/ terzi
 Deve esserci un nesso di causalità immediata e diretta tra il danno (perdita effettivamente
sopportata dalla società) e la condotta dolosa o colposa degli amm.
 Per superare le difficoltà legate alla valutazione del ruolo assunto da ciascun amministratore nella
decisione o nella missione, la responsabilità è solidale, fermo restando il diritto di regresso

In ogni caso gli amministratori sono solidalmente responsabili se, essendo a conoscenza di fatti
pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le
conseguenze dannose.
 Rispondono per la mala gestio anche degli amm. che li hanno preceduti
 RESPONSABILITÀ SOLIDALE DEI CONSIGLIERI DELEGANTI.

La responsabilità non si estende agli amm. che, essendo immuni da colpa, abbiano fatto annotare il loro
dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio, dandone immediata notizia per iscritto
al presidente del collegio sindacale

Quella degli amministratori verso la società è una responsabilità contrattuale, per colpa e per fatto
proprio; non è una responsabilità oggettiva.
È una responsabilità di mezzi e non di risultato  gli amministratori non possono essere imputati per il
mancato successo economico dell'attività d'impresa svolta

OBBLIGHI DEGLI AMMINISTRATORI IN CASO DI LIQUIDAZIONE DELLA SOCIETÀ  Intervenuta una causa
di scioglimento della società, gli amministratori sono tenuti a una gestione conservativa dell'impresa
sociale ed è fatto loro divieto di agire per il perseguimento dell'oggetto sociale, essendo a questo
subentrato lo scopo della liquidazione del patrimonio per il pagamento dei creditori.
La violazione di tali obblighi, spesso accertata dagli organi delle procedure concorsuali, li espone a
responsabilità.

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10. L’azione sociale di responsabilità
LA SOCIETÀ AGISCE PER OTTENERE LA REINTEGRAZIONE DEL PATRIMONIO SOCIALE.

Art 2393 c.c.  L'azione di responsabilità contro gli amministratori è promossa in seguito a deliberazione
dell'assemblea, anche se la società è in liquidazione.
Può anche essere promossa a seguito di deliberazione del collegio sindacale, assunta con la maggioranza
dei due terzi dei suoi componenti

La deliberazione concernente la responsabilità degli amministratori può essere presa in occasione della
discussione del bilancio, anche se non è indicata nell'elenco delle materie da trattare, quando si tratta di
fatti di competenza dell'esercizio cui si riferisce il bilancio

LEGITTIMATI ATTIVI
 Soci di minoranza
 Amministratore giudiziario nominato nel procedimento di controllo da parte dell’autorità giudiziaria
ordinaria
 Gli organi delle procedure concorsuali (fall, amm. Straordinaria, LCA)

TERMINE PRESCRIZIONE  L'azione può essere esercitata entro 5A dalla cessazione dell'amm. dalla carica

La deliberazione dell'azione di responsabilità importa la revoca dall'ufficio degli amministratori contro cui
è proposta, purché' sia presa con il voto favorevole di almeno 1/5 del CS.
In questo caso, l'assemblea provvede alla sostituzione degli amministratori.
Gli amministratori non possono votare nelle deliberazioni riguardanti la loro responsabilità

PIANO PROBATORIO  essendo una responsabilità contrattuale


 Società  allegare l’inadempimento dell’amministratore e il nesso di causalità tra questo e il danno
subito, che dovrà essere accertato dal giudice.
 Amministratore  onere di provare la diligenza prestata o i fatti che escludono o attenuano la
responsabilità.

RINUNCIA ALL’AZIONE  La società può rinunziare all'esercizio dell'azione di responsabilità e può


transigere
 purché' siano approvate con espressa deliberazione dell'assemblea
 purché' non vi sia il voto contrario di una minoranza di soci che rappresenti almeno 1/5 del CS
(diritto di veto)
 Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, purché non vi sia voto contrario di
una minoranza che rappresenti almeno 1/20 del CS, ovvero la misura prevista nello statuto per
l'esercizio dell'azione sociale di responsabilità ai sensi dell'art 2393 bis

11. L’azione sociale di responsabilità promossa dai soci di minoranza, art 2393 bis
L’azione di responsabilità difficilmente sarà promossa contro gli amministratori dalla stessa maggioranza
che li ha nominati. Viene difatti esercitata nella maggioranza dei casi
 Dagli organi delle procedure concorsuali
 Dai soci di minoranza

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L'azione sociale di responsabilità può essere esercitata anche dai soci che rappresentino almeno 1/5 del CS
o la diversa misura prevista nello statuto, non superiore a 1/3
 ESERCITANO L’AZIONE IN NOME PROPRIO MA NELL’INTERESSE DELLA SOCIETÀ.

Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, l'azione può essere esercitata dai soci che
rappresentino il 2.5% del CS o la minore misura prevista nello statuto.

La società deve essere chiamata in giudizio e l'atto di citazione è ad essa notificato anche in persona del
presidente del collegio sindacale
 Questo perché si tratta di una ipotesi di sostituzione processuale  l’azione è attribuita ad un
soggetto diverso da quello titolare del diritto da far valere in giudizio (la società).
La società può dunque costituisti in giudizio.

I soci che intendono promuovere l'azione nominano, a maggioranza del capitale posseduto, uno o più
rappresentanti comuni per l'esercizio dell'azione e per il compimento degli atti conseguenti.

In caso di accoglimento della domanda, la società rimborsa agli attori le spese del giudizio e quelle
sopportate nell'accertamento dei fatti che il giudice non abbia posto a carico dei soccombenti.

I soci che hanno agito possono rinunciare all'azione o transigerla (vedi sopra condizioni)

12. L’azione di responsabilità dei creditori sociali e degli organi delle procedure
concorsuali, art 2394 c.c
Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l'inosservanza degli obblighi inerenti alla
conservazione dell’integrità del patrimonio sociale.
L'azione può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale risulta insufficiente al
soddisfacimento dei loro crediti.
 Nella SPA il patrimonio sociale è l’unica garanzia per i creditori sociali
 I creditori puntano a conseguire, a titolo risarcitorio, l’equivalente della prestazione rimasta
insoddisfatta

NATURA  Si discute sulla natura contrattuale o extracontrattuale della responsabilità degli


amministratori verso i creditori sociali  la qualificazione incide sull’onere della prova, posto che se si
trattasse di responsabilità extracontrattuale sarebbe a carico dei creditori

PRESCRIZIONE  silenzio della disposizione. Si ritiene che si prescriva dopo cinque A dal momento in cui
l’insufficienza patrimoniale sia divenuta oggettivamente conoscibile ai creditori.

RINUNCIA  La rinunzia all'azione da parte della società non impedisce l'esercizio dell'azione da parte
dei creditori sociali. La transazione può essere impugnata dai creditori sociali soltanto con l'azione
revocatoria quando ne ricorrono gli estremi

NELLE PROCEDURE CONCORSUALI  non fatto, tanto nel codice della crisi è diverso.

13. L’azione di responsabilità dei singoli soci e dei terzi, art 2365 c.c.
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Sorge quando gli amministratori con i loro atti colposo o dolosi abbiano cagionato un pregiudizio
direttamente al patrimonio del singolo socio o del terzo  lesione di un diritto soggettivo patrimoniale.
RESPONSABILITÀ EXTRACONTRATTUALE
Non deve trattarsi del riflesso del pregiudizio subito dalla società per effetto della cattiva gestione degli
amministratori  può sussistere anche quando gli amministratori abbiano teso a realizzare l'interesse
della società.

Gli ambiti nei quali tali lesioni sono più evidenti e frequenti sono
 false comunicazioni sociali
 nei mercati finanziari le comunicazioni al pubblico di informazioni inesatte all’omissione di
informazioni obbligatorie
Condotte idonee ad influenzare sensibilmente le scelte dell'investitore

L’azione non può essere esperita nei casi di inadempimento contrattuale della società, per i quali risponde
quest'ultima eventualmente col concorso degli amministratori.
È esercitabile anche se la società è stata dichiarata fallita

PRESCRIZIONE  L'azione può essere esercitata entro 5A dal compimento dell'atto che ha pregiudicato il
socio o il terzo.
 Regola diFforme e meno vantaggiosa per la parte lesa da quella di diritto comune per la responsabilità
extra contrattuale, che dispone la decorrenza dal momento in cui il danno sia prodotto

14. La responsabilità dei direttori generali, art 2396 c.c.


Unica norma dedicata alla figura, dalla quale però non si ricava una nozione collegata alle mansioni svolte.
In linea generale il direttore generale viene nominato dall’assemblea e del CDA, se previsto dallo statuto, e
si pone al vertice dell'organizzazione aziendale  dare esecuzione alle decisioni degli amministratori sotto
la cui direzione e vigilanza agisce.

È discusso il suo inquadramento


 dipendente dell'impresa  equiparazione discutibile per la ampiezza e la discrezionalità dei poteri
che gli sono attribuiti
 soggetto anche esterno alla società che rientra nella previsione delle attività coordinata e
continuativa

L'ampiezza dei suoi poteri e la collaborazione con l'organo amministrativo lo espongono alla medesima
responsabilità degli amministratori, ferme restando le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con
la società

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15. Il collegio sindacale  nomina e cessazione
Nel modello tradizionale il collegio sindacale è l'organo al quale è affidato il controllo e la vigilanza sulla
gestione sociale  vigila sull’osservanza della legge e dell'atto costitutivo, sul rispetto dei principi di
corretta amministrazione.

NOMINA
Art 2397 cc  Il collegio sindacale si compone di 3 o 5 membri effettivi, soci o non soci, e da 2 sindaci
supplenti.

Almeno un membro effettivo ed uno supplente devono essere scelti tra i revisori legali iscritti nell'apposito
registro. I restanti membri, se non iscritti in tale registro, devono essere scelti fra gli iscritti negli albi
professionali individuati con decreto del Ministro della giustizia, o fra i professori universitari di ruolo, in
materie economiche o giuridiche.
La cancellazione o la sospensione dal registro dei revisori legali, dagli albi, o la perdita dei citati requisiti
sono causa di decadenza dalla carica di sindaco.

Art 2400 cc  I sindaci sono nominati per la prima volta nell'atto costitutivo e successivamente
dall'assemblea.
La nomina dei sindaci, con l'indicazione per ciascuno di essi del cognome e del nome, del luogo e della data
di nascita e del domicilio devono essere iscritti, a cura degli amministratori, nel RI nel termine di 30 GG.
Al momento della nomina dei sindaci e prima dell'accettazione dell'incarico, sono resi noti all'assemblea gli
incarichi di amministrazione e di controllo da essi ricoperti presso altre società.

I sindaci restano in carica per tre esercizi e scadono alla data dell'assemblea che approva il bilancio relativo
al terzo esercizio della carica. La scadenza, del loro incarico, sottoposta alla medesima pubblicità, ha effetto
dal momento in cui l'organo è stato ricostituito, al fine di garantire la continuità della funzione
(PROROGATIO)

CAUSE DI INELEGGIBILITÀ
L'obiettività, l'imparzialità e l'indipendenza del collegio sindacale sono essenziali per l'esercizio delle
funzioni, che vanno perseguite sia nei confronti degli amministratori, sia nei confronti degli azionisti di
maggioranza o di riferimento che li hanno nominati, nonché dei soggetti alla cui direzione e coordinamento
la società sia assoggettata.

La previsione che vuole i sindaci nominati dall’assemblea, cioè dalla stessa maggioranza di soci che legge
gli amministratori, ha sempre fatto dubitare dell’indipendenza dell’organo di controllo.
Di qui la disciplina sulla ineleggibilità, volta garantire talune condizioni minime che dovrebbero assicurare
una condotta ispirata ad autonomia imparzialità

Art 2399 cc  Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall'ufficio:
A. coloro che si trovano nelle condizioni previste dall'articolo 2382  cause di ineleggibilità degli
amministratori  interdetto, inabilitato, fallito, chi è stato condannato ad una pena che importa
l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi.
B. il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della società, degli
amministratori delle società controllate, controllanti e di quelle sottoposte a comune controllo;
C. coloro che sono legati alla società o alle società controllate, controllanti o sottoposte a comune
controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione

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d'opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano
l'indipendenza.

Lo statuto può prevedere altre cause di ineleggibilità o decadenza, nonché' cause di incompatibilità e limiti e
criteri per il cumulo degli incarichi.

REVOCA
Art 2400 cc  I sindaci possono essere revocati solo per giusta causa. La deliberazione di revoca deve
essere approvata con decreto dal tribunale, sentito l'interessato.

RETRIBUZIONE
Art 2402 cc  La retribuzione annuale dei sindaci, se non è stabilita nello statuto, deve essere determinata
dalla assemblea all'atto della nomina per l'intero periodo di durata del loro ufficio

16. Doveri, poteri e responsabilità del collegio sindacale


DOVERI DEL COLLEGIO SINDACALE
Devono adempiere i loro doveri con la professionalità e la diligenza richieste dalla natura dell’incarico.
1. Il collegio sindacale vigila
 sull'osservanza della legge e dello statuto
 sul rispetto dei principi di corretta amministrazione Conformità delle decisioni gestionali alle
regole della prudente amministrazione, derivanti dalle scienze aziendalistiche.
Tale vigilanza non può mai investire la convenienza delle decisioni, che rientra nella sfera riservata
alla competenza esclusiva degli amministratori e dei soci
 sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e
sul suo concreto funzionamento.

2. Il controllo contabile può essere affidato al collegio sindacale solo nelle società che non fanno ricorso
al mercato del capitale di rischio e che non sono tenute alla redazione del bilancio consolidato, il cui
statuto preveda tale estensione di funzioni. Diversamente è affidato ad un revisore esterno.

3. I sindaci devono assistere alle adunanze del CDA, alle assemblee e alle riunioni del comitato
esecutivo. Qualora non assistano senza giustificato motivo ad una assemblea o, durante un esercizio
sociale, a 2 adunanze consecutive del CDA o del comitato esecutivo, decadono dall'ufficio.

POTERI DEL COLLEGIO SINDACALE


1. I sindaci possono in qualsiasi momento procedere ad atti di ispezione e di controllo.
Nell'espletamento di specifiche operazioni d’ispezione e controllo, sotto la propria responsabilità ed
a proprie spese, possono avvalersi di dipendenti ed ausiliari che non si trovino nelle condizioni di
ineleggibilità dei sindaci. A tali sostituti gli amministratori possono rifiutare l'accesso a informazioni
riservate.
2. Il collegio sindacale può chiedere agli amministratori notizie, anche con riferimento a società
controllate, sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari. Può scambiare
informazioni con i corrispondenti organi delle società controllate, relativamente all’adeguatezza
dell’organizzazione.
Gli accertamenti devono risultare dal libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale

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3. Il collegio sindacale è legittimato ad impugnare le delibere annullabili dell'assemblea e a
promuovere l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori e il controllo giudiziario
della società.

POTERI E DOVERI DI SUPPLENZA E INTERVENTO RISPETTO – CONVOCAZIONE ASSEMBLEA


1. In caso di omissione o di ingiustificato ritardo da parte degli amministratori
2. previa comunicazione al presidente del CDA, qualora nell'espletamento del suo incarico ravvisi fatti
censurabili di rilevante gravità e vi sia urgente necessità di provvedere
3. quando cessano tutti gli amministratori
4. quando l'organo amministrativo non provvede alla convocazione dell’assemblea richiesta dai soci
che rappresentano il 10% del CS

DENUNCIA AL COLLEGIO SINDACALE, art 2408 cc


Ogni socio può denunziare i fatti che ritiene censurabili al collegio sindacale, il quale deve tener conto
della denunzia nella relazione all'assemblea convocata per la discussione del bilancio.
Se la denunzia è fatta da tanti soci che rappresentino il 2% del CS o il 5% nelle società che fanno ricorso al
mercato del capitale di rischio, il collegio sindacale deve indagare senza ritardo sui fatti denunziati e
presentare le sue conclusioni ed eventuali proposte all'assemblea;
Lo statuto può prevedere per la denunzia percentuali minori di partecipazione.

RESPONSABILITÀ
Consta nel non avere impedito il danno provocato dagli amministratori  culpa in vigilando
I sindaci sono responsabili per
1. Il compimento dei loro doveri con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico
2. La veridicità delle loro dichiarazioni ed attestazioni, attinenti alle attività di verifica e controllo
3. Della conservazione dei segreti conosciuti in forza dell’ufficio
I sindaci possono rispondere anche in solido con gli amministratori per i fatti le emissioni di questi ultimi
quando il danno non si sarebbe verificato se avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica.
Le azioni di responsabilità esperibili contro i sindaci sono le stesse esperibili contro gli amministratori.

RIUNIONI E DELIBERAZIONI
Art 2404 cc  Il collegio sindacale deve riunirsi almeno ogni 90 gg.
La riunione può svolgersi, se lo statuto lo consente, anche con mezzi di telecomunicazione.
 Quorum costitutivo  maggioranza dei sindaci
 Quorum deliberativo  maggioranza assoluta dei presenti

Il sindaco che, senza giustificato motivo, non partecipa durante un esercizio sociale a 2 riunioni del
collegio decade dall'ufficio.

17. La revisione legale dei conti

18. Il controllo giudiziario sulla gestione


È diretto al ripristino della legalità nell’amministrazione.
Per assicurarla può essere necessario rivolgersi a controlli esterni; nelle società che non operano in settori
d’impresa sottoposti a vigilanza regolamentare (nelle quali opera il controllo delle autorità di vigilanza come
la Banca d’Italia o la Consob) tale controllo esterno è rappresentato dal controllo giudiziario.

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Art 2409 cc  Se vi è fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano
compiuto gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società o a una o più società
controllate, i soci che rappresentano 1/10 del CS o, nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale
di rischio, 1/20 del CS possono denunziare i fatti al tribunale con ricorso notificato anche alla società.
Lo statuto può prevedere percentuali minori di partecipazione
 sono legittimati ad attivare il procedimento anche gli organi di controllo nei diversi modelli di
amministrazione, ma NON alcuni soltanto dei componenti di tali organi
 la Consob PER LE SOCIETÀ ITALIANE QUOTATE IN MERCATI REGOLAMENTATI ITALIANI, non di altri
paesi dell’UE  irregolarità nell’adempimento dei doveri di vigilanza del CS, comitato per il controllo
sulla gestione e consiglio di sorveglianza

gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società  censure di legittimità idonee a
pregiudicare il buon funzionamento della società, NON questioni di merito o di convenienza degli atti di
gestione
 Violazione di norme civili, penali, tributarie, amministrative…

RATIO
 Tutelare l'interesse pubblicistico a regolare funzionamento delle SPA ed alla legalità della loro gestione
 La valenza pubblicistica dell’istituto è ridimensionata dell'esclusione della legittimazione del PM ad
attivare il procedimento nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio.
 Tutelare l'interesse privatistico della società, dei soci di minoranza, dei creditori sociali e dei terzi

Il tribunale, sentiti in camera di consiglio gli amministratori e i sindaci, può ordinare l'ispezione della
società a spese dei soci richiedenti, subordinandola, se del caso, alla prestazione di una cauzione.
Il provvedimento è reclamabile entro 20 gg dinnanzi alla Corte d’Appello.

Il tribunale non ordina l'ispezione e sospende per un periodo determinato il procedimento se l'assemblea
sostituisce gli amministratori e i sindaci con soggetti di adeguata professionalità, che si attivano senza
indugio per accertare se le violazioni sussistono e, in caso positivo, per eliminarle, riferendo al tribunale
sugli accertamenti e le attività compiute.

Se le violazioni denunziate sussistono ovvero se gli accertamenti e le attività compiute ai sensi c precedente
risultano insufficienti alla loro eliminazione, il tribunale può disporre gli opportuni provvedimenti provvisori
e convocare l'assemblea per le conseguenti deliberazioni.
Nei casi più gravi può revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci e nominare un
amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata.

All’amministratore giudiziario spetta la gestione delle imprese nei limiti dei poteri conferitigli e la
rappresentanza anche processuale della società, fatti salvi gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione,
per i quali è richiesta l'autorizzazione del tribunale.
 Il tribunale può conferirgli anche i poteri dell’assemblea
 può proporre l'azione di responsabilità contro gli amministratori e i sindaci.
 Prima della scadenza del suo incarico rende conto al tribunale che lo ha nominato;
 convoca e presiede l'assemblea per la nomina dei nuovi amministratori e sindaci o per proporre, se del
caso, la messa in liquidazione della società o la sua ammissione ad una procedura concorsuale.

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19. 20. Il sistema dualistico  il consiglio di gestione
La SPA, sia in sede di costituzione sia successivamente, può adottare il sistema dualistico di
amministrazione e controllo, introdotto nell’ordinamento italiano con la riforma societaria del 2003 e
mutuato dall’ordinamento tedesco.
SI CARATTERIZZA DALLA PRESENZA DEL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA.

Gli organi in questo sistema d’amministrazione sono:


 CONSIGLIO DI GESTIONE  ORGANO AMMINISTRATIVO, corrispondente al consiglio di amm.
 CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA  CONTROLLO E VIGILANZA SULL’AMMINISTRAZIONE,
corrispondente al collegio sindacale
 ASSEMBLEA
 REVISORE LEGALE DEI CONTI o una società di revisione  controllo contabile

Le differenze di questo sistema rispetto al tradizionale consistono nella distribuzione delle competenze 
molte delle funzioni che nel sistema tradizionale sono affidate all’assemblea, nel dualistico sono svolte
dal consiglio di sorveglianza, quindi, dall’organo di controllo interno.

CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA
 I componenti possono non essere soci e sono per la prima volta nominati all'atto costitutivo,
successivamente, dall’assemblea (che designa anche il presidente) nel numero non inferiore a 3
Fatta salva la possibilità della nomina da parte dello Stato degli enti pubblici e dei titolari di strumenti
finanziari.
 Se nel corso dell'esercizio vengono a mancare uno o più componenti del consiglio di sorveglianza,
l'assemblea provvede senza indugio alla loro sostituzione.
 Nomina e cessazione dell'incarico sono soggette alla medesima disciplina collegio sindacale
(iscrizione RI entro 30 gg)
 Restano in carica per 3 esercizi e scadono alla data dell'assemblea successiva alla scadenza del terzo
esercizio. La cessazione ha effetto dal momento in cui l'organo è ricostituito
 non opera il meccanismo della cooptazione
 Sono rieleggibili senza limiti
 Sono revocabili (ANCHE SENZA GIUSTA CAUSA, salvo risarcimento danno) dall’assemblea, anche se
nominati nell'atto costitutivo, col voto favorevole di 1/5 del CS  quorum rafforzato.
No, obbligo di sottoporre la revoca all’approvazione del tribunale
 I consiglieri non decadono dalla carica se non partecipano alle riunioni per un esercizio, ma ciò può
costituire causa di revoca
 Almeno un componente deve essere iscritto nel registro dei revisori legali, mentre per gli altri
componenti la previsione di particolari requisiti e rimesso allo statuto  no iscrizione obbligatoria ad
albi professionali
 Stesse cause ineleggibilità dei sindaci, fatta eccezione dei rapporti di coniugio parentela ed affinità

COMPETENZE
1. Nomina e revoca (ANCHE SENZA GIUSTA CAUSA) i componenti del consiglio di gestione, ne stabilisce
il compenso
2. approva il bilancio  lo statuto può prevedere che, qualora il consiglio non l’approvi e, comunque,
quando lo richieda almeno 1/3 dei consiglieri di gestione o degli stessi consiglieri di sorveglianza, la
competenza si sposti in capo all’assemblea.

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I soci hanno diritto di impugnare la delibera approvativa del bilancio solo qualora rappresentino il 5%
CS, qualora il revisore legale dei conti non abbia formulato rilievi sul bilancio.
3. funzioni di vigilanza del collegio sindacale e, almeno una volta all’anno, informativa scritta
all’assemblea sull’attività di vigilanza svolta, sui fatti censurabili e le omissioni rilevate
4. impugnativa delle delibere del consiglio di gestione e delle delibere assembleari annullabili
5. esercizio dell’azione di responsabilità contro i consiglieri di gestione
6. se previsto dallo statuto, approva le operazioni strategiche, i pieni industriali e finanziari, predisposti
dal consiglio di gestione  esame e autorizzazione che non sottrae al consiglio di gestione il potere
decisorio finale. Tali funzioni dovrebbero dar vita ad una vigilanza più efficace di quella del consiglio
sindacale.

POTERI
1. Chiedere ai consiglieri di gestione notizie sull'andamento delle operazioni sociali
2. scambio di informazioni con il revisore legale dei conti
3. deve convocare l'assemblea
 nei casi in cui sia obbligatorio
 quando abbia ravvisato fatti censurabili di rilevante gravità
 quando il socio o i soci che rappresentano 1/20 del capitale sociale abbiano denunciato fatti
censurabili
4. MANCATO RINVIO ART 2403 bis cc  solo nelle SPA quotate i consiglieri di sorveglianza possono
individualmente compiere atti di ispezione e controllo. Omissione poco giustificabile che incide
sull’efficacia della vigilanza dell’organo.

FUNZIONAMENTO
1. Il consiglio di sorveglianza deve riunirsi ogni 90 gg, anche con mezzi di telecomunicazione. ha l'obbligo
di redigere il verbale.
2. è validamente costituito e delibera come il collegio sindacale
3. Consiglieri di sorveglianza hanno la facoltà di assistere alle adunanze del consiglio di gestione e
l'obbligo di partecipare alle assemblee

RESPONSABILITÀ
I componenti del consiglio di sorveglianza devono adempiere i loro doveri con la diligenza richiesta dalla
natura dell'incarico. Sono responsabili solidalmente con i componenti del consiglio di gestione per i fatti o
le omissioni di questi quando il danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in conformità degli
obblighi della loro carica
 la previsione ricalca quella in tema di responsabilità dei sindaci, ma non si fa richiamo alla
professionalità, attraverso il quale il legislatore ha inteso elevare il grado di responsabilità dei sindaci.
 I consiglieri rispondono in modo esclusivo quando violano obblighi diversi da quelli di vigilanza 
approvazione bilancio falso, concessione compensi illegittimi ai consiglieri di gestione

L'azione di responsabilità contro i consiglieri di sorveglianza esercitata dall’assemblea.


L'assenza di un richiamo alle disposizioni sulle azioni di responsabilità contro i sindaci spettanti ai soci di
minoranza, ai creditori ed ai singoli soci e terzi procura qualche incertezza; si ritiene però che ciò non sia
preclusivo della proponibilità di tali azioni, Inoltre soccorre l’art 223 septies disp. att. cc che dispone
l’applicabilità agli organi di amministrazione e controllo nel modello dualistico delle norme che riguardano
gli omologhi organi nel modello tradizionale

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CONSIGLIO DI GESTIONE
 non meno di 2 componenti  i primi nominati in sede di costituzione e successivamente dal
consiglio di sorveglianza, che ne determina il numero e anche il compenso  NON NOMINATI
DALL’ASSEMBLEA COME TRADIZIONALE.
 Restano in carica per un periodo non superiore a 3 esercizi
 sono rieleggibili
 possono essere revocati solo del consiglio di sorveglianza, anche se nominati dall’atto costitutivo
 Non è ammesso il meccanismo della cooptazione
 sembra prevalere l'interpretazione negativa circa la delegabilità delle attribuzioni a favore di un
comitato con suo esecutivo

Disciplina in gran parte mutuata da quella dell’organo amministrativo tradizionale


1. Cause di ineleggibilità e di decadenza
2. pubblicità della nomina
3. rappresentanza
4. cessazione carica
5. requisiti di onorabilità professionalità e indipendenza
6. divieto di concorrenza
7. responsabilità  l’azione di responsabilità contro i consiglieri di gestione può essere promossa dalla
società, dai soci, dai creditori, dagli organi delle procedure concorsuali, dai singoli soci e dal consiglio
di sorveglianza
8. Validità delle deliberazioni consiliari

21. Il sistema monistico Art 2409 sexiedecies cc


 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE  Gestione dell’impresa sociale (NO organo amm. Unipersonale)
 COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE  costituito all’interno del CDS, che ne nomina i
membri  vigilanza e controllo MANCA UN ORGANO SEPARATO ISTITUITO ALL’UOPO.
 REVISORE LEGALE DEI CONTI  controllo contabile, inderogabile

Il sistema monistico è di origine anglosassone.


Tale articolazione e collocazione delle funzioni, assicurando un loro stretto contatto, dovrebbe consentire
una vigilanza più ampia ed efficace di quella del collegio sindacale.
Sono però evidenti i pericoli derivanti dalla stretta vicinanza tra controllori e controllati, aggravato dal
fatto che i primi sono scelti dai secondi  i componenti del comitato sono chiamati a controllare una
gestione alla quale anch’essi hanno partecipato, sia pure non in veste operativa.

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il CDA è regolato come nel sistema tradizionale, in virtù del rinvio all'intera disciplina contenuta nell’art
2409 noviesdecies cc

La gestione dell'impresa spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione.


1. I componenti vengono nominati dall’assemblea
2. Al momento della nomina e prima dell'accettazione dell'incarico, sono resi noti all'assemblea gli
incarichi di amministrazione e di controllo da essi ricoperti presso altre società

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3. Almeno 1/3 dei componenti deve essere in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti per i
sindaci dall'art 2399 e, se lo statuto lo prevede, di quelli al riguardo previsti da codici di
comportamento redatti da associazioni di categoria o da società di gestione di mercati regolamentati.

IL COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA GESTIONE


1. La determinazione del numero e nomina dei componenti spetta al CDA.
Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio il numero dei componenti non può
essere inferiore a 3.
2. Il comitato è composto da amministratori in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità
stabiliti dallo statuto e dei requisiti di indipendenza di cui all'art precedente
3. I COMPONENTI NON POSSONO ESSERE TITOLARI DI FUNZIONI ESECUTIVE  non possono essere
membri del comitato esecutivo, titolari di deleghe o particolari cariche o comunque svolgere, anche di
mero fatto, funzioni attinenti alla gestione dell'impresa sociale o di società che la controllano o ne sono
controllate.
4. Almeno 1 dei componenti deve essere scelto fra i revisori legali iscritti nell'apposito registro.
5. Il comitato elegge al suo interno, a maggioranza assoluta dei suoi membri, il presidente;

6. NESSUN RINVIO ALLA DISCIPLINA DELLA REVOCA DEI SINDACI  sarà il CDA a poterli revocare avendoli
nominati, ma in mancanza del rinvio è illegittima la revoca senza giusta causa e senza l’approvazione
del tribunale.
7. In caso di morte, rinunzia, revoca o decadenza di un componente del comitato per il controllo sulla
gestione, il CDA provvede senza indugio a sostituirlo scegliendolo tra gli altri amministratori in
possesso dei requisiti previsti; se ciò non è possibile, provvede attraverso cooptazione.

FUNZIONAMENTO
Ex rinvio art 2409 octiesdecies cc
 Deve riunirsi almeno ogni 90 gg, con l'applicazione dei quorum previsti per il collegio sindacale e
l'obbligo di redazione del verbale
 come del sistema dualistico, l’ingiustificata assenza non è causa di decadenza  in questo caso la
scelta normativa può apparire formalmente corretta, essendo i membri del comitato anche
amministratori, ma la mancata sanzione delle assenze ingiustificate alle riunioni rischia di rendere
meno sicuro all'adempimento dell'obbligo
 i membri devono assistere all’adunanza del CDA e alle assemblee

COMPETENZE
1. vigila sull'adeguatezza della struttura organizzativa della società, del sistema di controllo interno e del
sistema amministrativo e contabile, nonché sulla sua idoneità a rappresentare correttamente i fatti di
gestione  preventiva e continuativa, la stessa compiuta dai sindaci nel sistema tradizionale,
2. svolge gli ulteriori compiti affidatigli dal CDA con particolare riguardo ai rapporti con il soggetto
incaricato di effettuare la revisione legale dei conti.
3. Mancato rinvio art 2403 bis cc  NO poteri di richiesta di informazioni sull’andamento delle
operazioni sociali, né potere di procedere individualmente ad atti di ispezione e controllo.
Tali poteri non possono ritenersi sussistenti solo in virtù del loro essere anche amministratori,

BEN PIU AMPIE ED EFFICACI SONO COMPETENZE E POTERI NEL COMITATO NELLE SOCIETÀ QUOTATE

RESPONSABILITÀ
Manca un autonomo regime di responsabilità dei componenti del comitato  richiamata la disciplina
della responsabilità degli amministratori ex artt. 2392 ss. c.c.

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La tendenziale immedesimazione del comitato con il CDA non ha consentito di legittimare il primo a
promuovere l'azione di responsabilità contro i componenti del secondo, così come avviene invece per gli
organi di controllo negli altri due sistemi.
Tale scelta semplificatrice pone problemi di riparto e graduazione della responsabilità rispetto ad un fatto o
ad un'omissione che abbia procurato un danno alla società

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SEZIONE VIII  LE MODIFICAZIONI DELLO STATUTO

1. La competenza assembleare e 2. Controllo della deliberazione


Mentre nelle società di persone ogni mutamento dei soci si riflette sul contratto sociale imponendo una
modificazione, questo non accade nelle SPA, caratterizzate dalla natura anonima della partecipazione,
nella quale sono decisivi conferimenti dei soci non la fisionomia soggettiva della compagine sociale.
Quel che conta è l'organizzazione, consacrata nello statuto al momento della costituzione della società.

Costituisce modificazione dello statuto di una SPA ogni mutamento del contenuto oggettivo del contratto
sociale (statuto e atto costitutivo), che può rendersi necessario nel corso della sua esistenza per adeguarsi
alle nuove esigenze produttive o ai nuovi assetti proprietari
Non sono ammissibili modificazioni di fatto dello statuto,  risultanti implicitamente dal comportamento
degli organi sociali.

La disciplina degli artt. 2436 ss. interessa solo le operazioni sul capitale, le modificazioni rappresentato
dalla trasformazione, fusione scissione, riguardando tutti i tipi sociali, sono regolate da specifiche discipline
collocate fuori dalla disciplina delle SPA.
Si prevede che la modificazione possa consistere sia in un’introduzione di una nuova clausola, sia la
modifica o la soppressione di una già esistente.

Perché la modifica sia efficace sono necessari 3 passaggi:


 Delibera dell’assemblea straordinaria  Ciò implica il rispetto dei relativi quorum:
o in prima convocazione  più della metà del CS
o in seconda convocazione  2/3 del CS rappresentato in assemblea
o per le società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, anche in seconda
convocazione, può deliberare con l'approvazione di tanti soci che rappresentano più di 1/3 del CS
della società Per la modifica di elementi essenziali del contratto

Lo statuto può attribuire agli amministratori, al consiglio di sorveglianza o il consiglio di gestione la


competenza a deliberare sulle seguenti materie
1. fusione e scissione
2. istituzione o soppressione di sedi secondarie
3. riduzione del capitale in caso di azionisti del socio
4. adeguamento dello statuto a disposizioni normative
5. trasferimento della sede sociale nel territorio nazionale
6. aumento del CS a pagamento

La riduzione obbligatoria per perdite superiori al terzo, nel caso queste non siano rientrate nella
soglia entro l'esercizio successivo, deve essere deliberata dall'assemblea ordinaria o dal consiglio di
sorveglianza che approva il bilancio nel sistema dualistico. In mancanza, la riduzione è disposta dal
tribunale sentito il pubblico ministero, con decreto soggetto a reclamo

 Controllo notarile  Il notaio che redige il verbale, dopo aver controllato la conformità della
deliberazione con la normativa legale e statutaria, entro i 30 gg successivi alla riunione deve
richiedere, contestualmente al deposito, l’iscrizione della delibera di modificazione nel RI.
Se invece rileva il mancato rispetto delle condizioni di legge, informa tempestivamente gli
amministratori, che nei 30 gg succ possono
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 riconvocare l'assemblea
 ricorrere al tribunale per l'omologazione.
In mancanza la delibera è definitivamente inefficace

 Iscrizione nel registro delle imprese  successivamente a questa la deliberazione produce effetti.

3. Il diritto di recesso
Le modificazioni dello statuto determinano un mutamento delle situazioni soggettive dei soci acquisite in
sede di costituzione della società o in sede di acquisto della partecipazione sociale.
L'applicazione del principio maggioritario anche per le delibere di modificazione dello statuto, fa sì che nella
SPA una minoranza dei soci non possa opporsi a modificazioni anche radicali dell’assetto societario.
A tutela delle minoranze, per alcune modifiche ritenute dal legislatore più incisive sul contratto sociale, è
stato riconosciuto ai soci dissenzienti, assenti o astenuti il diritto di recesso.

Il recesso dà diritto al socio alla liquidazione delle azioni, la quale può avvenire per tutte o per parte delle
sue azioni  è ammesso il recesso parziale.

CAUSE DI RECESSO INDEROGABILI DALLO STATUTO, ART 2437 C 1


Hanno diritto di recedere, per tutte o parte delle loro azioni, i soci che non hanno concorso alle deliberazioni
riguardanti:
a) la modifica della clausola dell’oggetto sociale quando consente un cambiamento significativo
dell’attività della società;
b) la trasformazione della società;
c) il trasferimento della sede sociale all'estero;
d) la revoca dello stato di liquidazione;
e) l'eliminazione di una o più cause di recesso previste dal successivo comma ovvero dallo statuto;
f) la modifica dei criteri di determinazione del valore dell'azione in caso di recesso;
g) le modificazioni dello statuto concernenti i diritti di voto o di partecipazione.
c.c.  È nullo ogni patto volto ad escludere o rendere più gravoso l'esercizio del diritto di recesso

CAUSE DI RECESSO DEROGABILI DALLO STATUTO, ART 2437 C 2


Salvo che lo statuto disponga diversamente, hanno diritto di recedere i soci che non hanno concorso
all'approvazione delle deliberazioni riguardanti:
a) la proroga del termine;
b) l'introduzione o la rimozione di vincoli alla circolazione dei titoli azionari.

Il fondamento della facoltà di recesso si basa sul fatto che tali cause siano caratterizzate da una modifica
peggiorativa dell’interesse del socio, che aveva confidato su taluni elementi essenziali della sua
partecipazione alla società.

CAUSE DI RECESSO STATUTARIO, ART 2437 C 4


Lo statuto delle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio può prevedere ulteriori cause
di recesso.

ALTRE

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1. Se la società è costituita a tempo indeterminato e le azioni non sono quotate in un mercato
regolamentato, il socio può recedere con il preavviso di almeno 180 gg; lo statuto può prevedere un
termine maggiore, non superiore ad un anno.
2. Restano salve le disposizioni dettate in tema di recesso per le società soggette ad attività di direzione e
coordinamento  Modifica dell'oggetto sociale della società controllante, oppure dall'inizio o dalla
cessazione della stessa attività di direzione e coordinamento

CONDIZIONI
Il diritto di recesso si esercita tramite comunicazione con lettera raccomandata da spedire alla società
entro 15 gg dalla delibera non desiderata o entro 30 gg dalla conoscenza del fatto legittimante il recesso,
qualora sia diverso da deliberazione (es Clausola statutaria che prevede il recesso del socio in caso di
trasformazione di società da aperta a chiusa)
L'esercizio del recesso è precluso se, entro 90 gg, è revocata la deliberazione che ne ha costituito il
presupposto, avendo la società valutato il costo del recesso rappresentato dalla liquidazione delle azioni

CRITERI DI DETERMINAZIONE DEL VALORE DELLE AZIONI, art 2437 ter


La dichiarazione del recesso non comporta immediatamente la perdita della qualità di socio, perché è
necessario liquidare la quota e rimborsare il socio uscente.
 Società non quotate  è determinato dagli amministratori, sentito il collegio sindacale, alla luce
o della consistenza patrimoniale della società
o delle sue prospettive reddituali
o del valore di mercato delle azioni

Il socio che intende contestare la valutazione può farlo contestualmente alla dichiarazione di recesso.
In tal caso, il valore della quota viene determinato, entro 90 gg, da una relazione giurata di un esperto
nominato dal tribunale

PROCEDIMENTO DI LIQUIDAZIONE, art 2437 quater


1. Le azioni del socio devono essere depositate nella società, che provvederà ad offrirle agli altri soci in
proporzione alle azioni detenute. L'offerta deve essere depositata nel RI entro 15 GG dalla
determinazione definitiva del loro valore di liquidazione.
Per l'esercizio dell'opzione deve essere concesso un termine non inferiore a 30 GG.
2. Le azioni eventualmente rimanenti possono essere collocate dagli amministratori presso i terzi. Nelle
società quotate ciò avviene mediante offerta nei mercati finanziari
3. Nel caso di insuccesso dell’offerta ai soci e ai terzi, le azioni entro 180 GG devono essere acquistate
dalla società. Qualora la società non disponga di riserve disponibili, gli amministratori devono
convocare l'assemblea straordinaria per deliberare la riduzione del capitale ovvero lo scioglimento
della società

4. L’aumento di capitale a pagamento


L’aumento del CS può avvenire
 a pagamento (aumento reale)  Si determina un incremento effettivo del patrimonio sociale, per
effetto di nuovi conferimenti ai quali corrisponde l’emissione di nuove azioni
 gratuitamente (aumento nominale)  Si realizza una mera imputazione a capitale di risorse già
facenti parte del patrimonio che, dunque, resta invariato

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Non si possono emettere nuove azioni fino a quando quelle messe non siano interamente liberate (fino a
quando la società vanta crediti da sottoscrizione nei confronti dei soci) e solo se non si sia in presenza di
perdite (necessario prima reintegrare il capitale sociale)
La violazione di tale disposizione non comporta nullità della delibera di aumento, ma gli amministratori
sono responsabili in solido per i danni arrecati ai soci ed ai terzi.

Competente a deliberare l'aumento del CS e l'assemblea straordinaria, ma la decisione può essere


delegata all'organo amministrativo, che ha la facoltà di aumentarlo in una o più volte, tuttavia:
 predeterminazione dell’ammontare massimo entro cui gli amministratori possono aumentare il CS
 La delega può essere concessa per un periodo massimo di 5 anni rinnovabili

La deliberazione di aumento del capitale fissa il termine entro il quale deve intervenire la sottoscrizione dei
titoli azionari. Al momento della sottoscrizione dovrà essere versato presso la stessa società il 25% del
valore nominale delle azioni ed integralmente l'eventuale sovrapprezzo.
 AUMENTO SCINDIBILE  Con la deliberazione la società può stabilire che l'aumento sarà
ugualmente efficace anche se le sottoscrizioni non lo avranno coperto integralmente
 AUMENTO INSCINDIBILE  In mancanza di espressa previsione, la non avvenuta integrale
sottoscrizione determina la caducazione dell’operazione  chi ha sottoscritto è liberato dall'obbligo
del conferimento e ha diritto alla restituzione del versamento

WARRANTS  pg 487

VERSAMENTI IN CONTO CAPITALE  pg 487

Nei 30 gg successivi alla sottoscrizione delle azioni di nuova emissione, gli amministratori devono
depositare per l'iscrizione nel RI un'attestazione che l'aumento del capitale è stato eseguito.
Fino a che l'iscrizione nel registro non sia avvenuta, l'aumento del capitale non può essere menzionato negli
atti della società.

CONFERIMENTI DI BENI IN NATURA E CREDITI


Se i conferimenti sono rappresentati da beni in natura o da crediti si applica la disciplina prevista per il
conferimento di tale entità economiche in sede di costituzione della società

Qualora gli Amministratori siano stati delegati a deliberare l'aumento del capitale e conferimenti siano
rappresentati da beni in natura o di crediti non accompagnati dalla relazione di stima, il legislatore
prescrive che si siano tenuti alla verifica della non ricorrenza di fatti eccezionali rilevati che abbia inciso
sulla valutazione delle entità conferite. In caso di esito positivo sono tenuti a depositare presso il RI una
dichiarazione dalla quale risulti la data della delibera di aumento del capitale. Nei 30 giorni successivi i soci
che rappresentano il 5% del CS nell’ammontare precedente l'aumento, possono chiedere una nuova
valutazione.

5. Diritto di opzione e prelazione, art 2441 cc


Il diritto dei soci attuali di essere preferiti ai terzi nella sottoscrizione nell’aumento del capitale a
pagamento, in maniera proporzionale alle loro quote.

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 funzione amministrativa  mantenere inalterata la proporzione in cui ciascun socio partecipa,
attraverso il voto, alla formazione della volontà sociale. La partecipazione del socio a seguito
dell’aumento del capitale a pagamento di diluisce, con significative ricadute sui diritti ad essa collegati.
 funzione patrimoniale  mantenere inalterato il valore reale della partecipazione azionaria in
presenza di riserve accumulate

2. L'offerta di opzione deve essere depositata presso l'ufficio del RI e contestualmente resa nota mediante
un avviso pubblicato sul sito internet della società, con modalità atte a garantire la sicurezza del sito
medesimo, l’autenticità dei documenti e la certezza della data di pubblicazione, o, in mancanza, mediante
deposito presso la sede della società.
L'offerta può avvenire anche mediante sottoscrizione delle azioni da parte di banche e società finanziarie,
che le offrono ai soci.
Per l'esercizio del diritto di opzione deve essere concesso un termine non inferiore a 15 gg dalla
pubblicazione dell'offerta.

 Se il socio non esercita il diritto di opzione  può monetizzarlo cedendolo a terzi


 se il socio se ne avvale
 Se le azioni non sono quotate  coloro che hanno esercitato il diritto di opzione hanno il diritto di
prelazione rispetto ai terzi nella sottoscrizione delle azioni non optate, purché ne facciano richiesta
all’atto dell’esercizio dell’opzione

 Se le azioni sono quotate  i diritti di opzione non esercitati devono essere offerti nel mercato
regolamentato dagli amministratori per almeno 5 sedute entro il mese successivo alla scadenza del
termine concesso per l’esercizio dell’opzione. Il ricavato della vendita va a beneficio del patrimonio
sociale.

PER LE SOCIETÀ QUOTATE  lo statuto può escludere il diritto di opzione nei limiti del 10% del CS
preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni.
 La tutela dell’interesse patrimoniale normalmente assicurata ai soci del diritto di opzione viene
affidato al mercato

6. Soppressione e limitazione del diritto di opzione


Il diritto di opzione non è un diritto assoluto, e in alcune ipotesi può essere escluso o limitato:
1. Quando le azioni di nuova emissione devono essere liberate attraverso conferimenti in natura 
Spesso l'aumento del capitale è finalizzato all'acquisto di un determinato bene o credito mediante
offerta di nuove azioni, piuttosto che mediante una compravendita.

2. Quando lo esige l'interesse della società  E necessario all’invocazione di un preciso obiettivo ed


interesse della società, non generiche esigenze di ulteriori finanziamenti

Art 2441 c 6  Le proposte di aumento di CS con esclusione o limitazione del diritto di opzione, ai sensi di
queste due ipotesi, devono essere illustrate dagli amministratori con apposita relazione, dalla quale
devono risultare le ragioni dell'esclusione o della limitazione, ovvero, qualora l'esclusione derivi da un
conferimento in natura, i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione.

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 La relazione deve essere comunicata dagli amm. al collegio sindacale o al consiglio di sorveglianza e
al soggetto incaricato della revisione legale dei conti almeno 30 gg prima di quello fissato per
l'assemblea, al fine di consentire di esprimere un parere sulla congruità del prezzo di emissione.
 Entro 15 gg il collegio sindacale deve esprimere il proprio parere sulla congruità del prezzo di
emissione delle azioni.

La deliberazione determina il prezzo di emissione delle azioni in base al valore del patrimonio netto, tenendo
conto, per le azioni quotate in mercati regolamentati, anche dell'andamento delle quotazioni nell'ultimo
semestre.
Le nuove azioni sono dunque emesse con un sovrapprezzo che i terzi sottoscrittori sono disposti a pagare
sapendo di acquistare azioni aventi un valore reale superiore al valore nominale.

3. Solo per le società con azioni quotate, quando con delibera dell'assemblea straordinaria, i titoli sono
offerti in sottoscrizione ai dipendenti della società o di società che la controllano o chi sono da essa
controllate. Tale ipotesi di esclusione non richiede il sovrapprezzo.
Lo statuto può escludere il diritto di opzione nei limiti del 10% del capitale preesistente, purché il
prezzo di emissione corrisponda al loro valore di mercato.

Il diritto di opzione non si considera escluso o limitato quando le azioni di nuova emissione sono state
sottoscritte da banche o altri soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività di collocamento di strumenti
finanziari, con l’obbligo di offrirle successivamente agli azionisti, rispettando la disciplina del diritto di
opzione. Nel periodo di detenzione delle azioni, l’intermediario. non può esercitare il diritto di voto.

7. L’aumento gratuito del capitale (nominale)


Il CS viene aumentato senza incremento del patrimonio sociale, mediante imputazione a capitale delle
riserve facoltative e dei fondi costituiti con utili e con saldi attivi di rivalutazione monetaria  si converte in
capitale la ricchezza già nella titolarità della società.

Le azioni emesse spettano gratuitamente, in proporzione al numero delle azioni già possedute, ai vecchi
soci, che non devono esercitare il diritto di opzione per acquisirle
Anche questo tipo di aumento del CS è di competenza dell’assemblea straordinaria.

L'aumento gratuito può avvenire


 mediante l'emissione di nuove azioni, aventi le stesse caratteristiche di quelle già in circolazione
 mediante aumento del valore nominale di quelle in circolazione
Se si tratta di azioni senza valore nominale sarà sufficiente adeguare le indicazioni sulle azioni del capitale
nominale della società

8. La riduzione del capitale


La riduzione del CS può essere:
 decisa dai soci, riduzione reale  attraverso il rimborso ai soci di una parte dei conferimenti, si dà
luogo ad un’effettiva diminuzione del patrimonio  coinvolge gli interessi dei creditori, che nel CS
trovano la loro unica garanzia. Art 2445 cc
 imposta dalla legge, riduzione nominale  Comporta un adeguamento del capitale a quello
effettivamente esistente per effetto delle perdite che hanno eroso il patrimonio e le riserve e che
60
hanno quindi intaccato il capitale  coinvolge l'interesse al corretto funzionamento della società e
l'affidamento dei terzi sulla effettività del capitale sociale. Art 2446 cc

Art 2445 cc  La riduzione del CS può aver luogo


 mediante liberazione dei soci dall'obbligo dei versamenti ancora dovuti
 mediante rimborso del capitale ai soci
L'avviso di convocazione dell'assemblea straordinaria deve indicare le ragioni e le modalità della
riduzione.

Sono previste talune cautele sostanziali e procedimentali, in quanto l’operazione è potenzialmente


pericolosa per i creditori sociali e per i soci di minoranza
1. Il CS non può essere ridotto al di sotto del minimo legale
2. società che fa ricorso al mercato dei capitali di rischio, dovrà mantenere inalterato il limite del 20%
del CS

La delibera viene adottata con le maggioranze previste per le modifiche dello statuto.
Potrà essere eseguita solo decorsi 90 gg dalla sua iscrizione nel RI, sempre che i creditori sociali anteriori
non abbiano proposto opposizione dinanzi al tribunale. L’opposizione sospende l’esecuzione della delibera
fino alla definizione del giudizio.
Il tribunale, quando ritenga infondato il pericolo di pregiudizio per i creditori oppure la società abbia
prestato idonea garanzia, dispone che l’operazione abbia luogo nonostante l’opposizione.

Eseguita la delibera di riduzione


 le azioni in circolazione possono essere sostituite con altre aventi un valore nominale ridotto 
parità di trattamento dei soci
 le azioni possono essere riscattate e successivamente annullate dalla società
 le azioni possono essere estratte a sorte e annullate  La società dovrà assegnare agli azionisti
rimborsati, che potrebbero perdere la qualità di socio, azioni di godimento

9. La riduzione del capitale per perdite (nominale)


È nominale poiché non determina alcuna riduzione del patrimonio sociale ma si limita ad adeguare il CS al
valore del patrimonio netto, così come eroso dalle perdite. Se non si provvedesse il capitale
continuerebbe a denunciare una ricchezza superiore a quella realmente esistente, con pregiudizio
informativo per i terzi.

La riduzione del capitale è volontaria fino a quando la perdita non abbia superato 1/3 del capitale 
non si ha perdita del capitale fino a quando la perdita non supera l’ammontare delle riserve.
La società PUÒ ridurre Il capitale per distribuire gli eventuali utili in futuro, stante il divieto di distribuzione
quando le perdite di capitale non siano state colmate.

La riduzione di capitale è obbligatoria quando le perdite hanno superato 1/3 del capitale, facendo
scendere dunque il patrimonio netto al di sotto dei 2/3 del capitale.

PROCEDIMENTO
1. Gli amministratori o il consiglio di gestione convocano l’assemblea straordinaria

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2. Predispongono una relazione sulla situazione patrimoniale della società, composta da un vero e
proprio bilancio (conto economico + stato patrimoniale), che si riferisca alla situazione non anteriore a
120 gg prima dell’assemblea
3. I documenti devono essere depositati in copia presso la sede della società negli 8 gg anteriori
all’assemblea per permettere ai soci di prenderne visione
4. L’ASSEMBLEA Può SCEGLIERE SE:
 Adottare gli opportuni provvedimenti  immediata riduzione del CS o riduzione parziale
 Attendere i risultati di gestione dell’esercizio successivo  Se entro l'esercizio successivo la
perdita non è diminuita a meno di 1/3, l'assemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza devono
ridurre il capitale in proporzione alle perdite accertate  l'ordinamento concede una libertà di
scelta ai soci nel momento in cui vengono convocati in assemblea a causa dell'emersione di
perdite, che viene meno se ne viene accertato il carattere permanente

5. Se l’assemblea non delibera la riduzione, amministratori e sindaci devono chiedere al tribunale di


disporla, che provvederà con decreto sentito il PM. Questo verrà iscritto nel RI, ed è ammesso reclamo
alla Corte d'appello entro 30 giorni dall'iscrizione

Nel caso in cui le azioni emesse dalla società siano senza valore nominale, lo statuto, una sua
modificazione ovvero una deliberazione adottata con le maggioranze previste per l'assemblea straordinaria
possono prevedere che la riduzione del capitale sia deliberata dal consiglio di amministrazione.

10. La riduzione del capitale al di sotto del limite legale


Situazione di notevole gravità che non permette di temporeggiare, l’integrità del CS è lesa in maniera
intollerabile.

Art 2447 cc  Se, per la perdita di oltre 1/3 del capitale, questo si riduce al disotto del minimo legale, gli
amministratori o il consiglio di gestione e, in caso di loro inerzia, il consiglio di sorveglianza devono senza
indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo:
 aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al minimo, assicurando la prosecuzione della soc.
 trasformazione della società in un tipo per il quale per scritto un capitale minimo inferiore, Es SRL
 liquidazione della società
obbligo di predisposizione relazione sul modello della sopracitata, anche se non espressamente previsto

Se il capitale è eroso completamente, cioè risulta azzerato, gli amministratori devono convocare i soci
assembleari, nel rispetto del procedimento dell’art 2447
La deliberazione che lo reintegra, almeno al minimo di legge, va assunta a maggioranza  un indirizzo
minoritario la vorrebbe assunta all'unanimità, tuttavia si ritiene che l’azzeramento del capitale sia un
possibile accadimento dell’esercizio dell’impresa, di cui il rischio è componente essenziale. Gli azionisti
affrontano tale rischio nel rispetto di regole prestabilite, tra cui il principio maggioritario.
 Se l'assemblea decide di reintegrare il capitale, il socio può esercitare il diritto di opzione per
sottoscrivere le azioni di nuova emissione; se rinuncia perde la qualità di socio

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SEZIONE IX  PATRIMONI E FINANZIAMENTI DESTINATI AD UNO SPECIFICO
AFFARE

Istituto che deriva dalla riforma del diritto societario del 2003, che mette in discussione il principio per cui
ad un soggetto fa capo un solo patrimonio  a un soggetto possono far capo più patrimoni, uno
genericamente inteso e altri separati dal primo e destinati ad uno specifico affare.

Si tratta di un’operazione che consente di limitare ulteriormente il rischio dell'impresa, già circoscritto nelle
SPA dalla responsabilità limitata  La società resta unica, ma nel suo ambito vengono individuati uno o
più patrimoni separati, che rispondono delle obbligazioni relative a specifiche operazioni economiche;
l'eventuale disastro dell'affare non intacca il patrimonio generalmente inteso  ASSOLUTA
SEPARAZIONE DELL’OPERAZIONE DAL RESTO DELL’ATTIVITÀ SOCIALE.
Si evita il ricorso alla costituzione di tante società quante sono le singole iniziative economiche che si
intendono perseguire; L'operazione non è paragonabile dal punto di vista dimensionale e della separatezza,
non è altrettanto efficace per questo ha avuto un limitato successo.

L'istituto è rappresentato da uno specifico fenomeno di notevole rilevanza economica  SGR, società di
gestione del risparmio  società titolari di una pluralità di patrimoni, ad essi affidati perché li gestisca.
Sono stati costituiti non con risorse proprie della società, ma di altri soggetti e le SGR ne diventano titolari
per la loro gestione

MODELLI DI PATRIMONI DESTINATI


Art 2447 bis  La società può:
a) costituire uno o più patrimoni ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad uno specifico affare;
b) convenire che nel contratto relativo al finanziamento di uno specifico affare al rimborso totale o parziale
del finanziamento medesimo siano destinati i proventi dell'affare stesso, o parte di essi.

PATRIMONI DESTINATI AD UNO SPECIFICO AFFARE


 non possono essere costituiti per un valore superiore al 10 % del patrimonio netto della società
 non possono comunque essere costituiti per l'esercizio di affari attinenti ad attività riservate in base
alle leggi speciali

 La deliberazione di costituzione del patrimonio è adottata dal consiglio di amministrazione o di


gestione a maggioranza assoluta dei suoi componenti, salvo diversa disposizione dello statuto che
può attribuire la competenza all’assemblea; deve essere depositata ed iscritta nel RI.
Deve indicare:
1. l'affare al quale è destinato il patrimonio;
2. i beni e i rapporti giuridici compresi in tale patrimonio
3. il piano economico-finanziario da cui risulti la congruità del patrimonio rispetto alla realizzazione
dell'affare, le modalità e le regole relative al suo impiego, il risultato che si intende perseguire e
le eventuali garanzie offerte ai terzi
4. gli eventuali apporti di terzi, le modalità di controllo sulla gestione e di partecipazione ai
risultati dell'affare;
5. la possibilità di emettere strumenti finanziari di partecipazione all'affare, con la specifica
indicazione dei diritti che attribuiscono;
6. le regole di rendicontazione dello specifico affare

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 Poiché l'interesse dei creditori sociali può essere pregiudicato dall'operazione (parte del patrimonio
sociale è stata sottratta alla funzione di garanzia), i creditori sociali possono opporsi all’operazione
entro 60 gg dall' iscrizione, sempre che il credito sia in sorto anteriormente all’iscrizione stessa.
Il tribunale, nonostante l'opposizione, può disporre che la deliberazione sia eseguita previa
prestazione da parte della società di idonea garanzia.

 Decorso il termine ovvero dopo l'iscrizione nell’ RI del provvedimento del tribunale, i creditori non
possono far valere alcun diritto sul patrimonio destinato allo specifico affare né, salvo che per la
parte spettante alla società, sui frutti o proventi da esso derivanti.

 Qualora a venire destinati siano beni che costituiscono già oggetto di garanzia reale, la loro
destinazione non è efficace nei confronti dei creditori in favore dei quali è stata prestata la garanzia
reale

 Qualora la deliberazione non disponga diversamente, per le obbligazioni contratte in relazione allo
specifico affare la società risponde nei limiti del patrimonio ad esso destinato.
Resta salva, tuttavia, la responsabilità illimitata della società per le obbligazioni derivanti da fatto
illecito  Se fossero state costituite due società, la società madre non sarebbe mai stata toccata. la
costituzione di due società prevede una separazione perfetta, il patrimonio destinato imperfetta

 Quando si realizza ovvero è divenuto impossibile l'affare cui è stato destinato un patrimonio, gli
amministratori redigono un rendiconto finale che, accompagnato da una relazione dei sindaci e del
soggetto incaricato della revisione legale dei conti, deve essere depositato presso l'ufficio del RI.

 Nel caso in cui non siano state integralmente soddisfatte le obbligazioni contratte per lo
svolgimento dello specifico affare, i relativi creditori possono chiederne la liquidazione entro 90 gg
dal deposito. In tale caso, si applicano le disposizioni sulla liquidazione delle SPA.

 Se non ci sono pretese dei creditori, depositato il rendiconto finale, i beni e dei rapporti giuridici
del patrimonio destinato tornano a far parte del patrimonio sociale.
Sono fatti salvi i diritti dei creditori particolari con riferimento ai beni e ai rapporti di compresi nel
patrimonio destinato  Si ha la cessazione della sola destinazione funzionale, la cessazione del
patrimonio destinato fa venir meno il vincolo ma non la destinazione di tali beni a garanzia dei
creditori particolari

FINANZIAMENTO DESTINATO AD UNO SPECIFICO AFFARE (art 2447 decies c.c)


Il contratto relativo al finanziamento di uno specifico affare può prevedere che al rimborso totale o parziale
del finanziamento siano destinati, in via esclusiva, tutti o parte dei proventi dell'affare stesso.

La società beneficia di un finanziamento di scopo erogato da terzi, nei cui confronti risponde
esclusivamente il patrimonio separato. Tale patrimonio separato è costituito dai proventi dell'affare
stesso, separato rispetto a quello residuo della società e da quello relativo ad ogni altra operazione di
finanziamento dello stesso tipo.

Il contratto (da depositare nell’RI) deve contenere:

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1. una descrizione dell'operazione che consenta di individuarne lo specifico oggetto; le modalità ed i
tempi di realizzazione; i costi previsti ed i ricavi attesi;
2. il piano finanziario dell'operazione, indicando la parte coperta dal finanziamento e quella a carico
della società
3. i beni strumentali necessari alla realizzazione dell'operazione;
4. NON è richiesto alcun rapporto di proporzionalità tra il valore dei beni destinati dalla società alla
realizzazione dell'affare e l’importo finanziario dei terzi

La società deve adottare sistemi di incasso e di contabilizzazione idonei ad individuare in ogni momento i
proventi dell'affare ed a tenerli separati dal restante patrimonio della società.
Ciò significa che la dichiarazione di fallimento non è causa necessaria di cessazione del vincolo di
destinazione, restando rilevante solo se dal fallimento consegue l'impossibilità di realizzare o continuare
l'operazione. In questo caso il curatore può decidere di subentrare nel contratto assumendone gli oneri,
oppure si avrà lo scioglimento del contratto e il finanziatore può insinuarsi nel passivo per il recupero del
credito non ho ancora riscosso

I creditori sociali non possono aggredire tali proventi né i relativi frutti  questi, sino al rimborso del
finanziamento o alla scadenza del termine per il rimborso, possono in esercitare solo Iniziative conservative
a tutela dei loro diritti sui beni strumentali destinati alla realizzazione dell'operazione.
Il finanziatore non azione sul residuo patrimonio della società, salva l'ipotesi di garanzia parziale di
rimborso offerto dalla società stessa

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SEZIONE X  LA SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI (SAPA), Art 2542 ss.
Art 2454 cc  Alla SAPA sono applicabili le norme relative alla SPA, in quanto compatibili

La caratteristica della SAPA è l'esistenza di due categorie di soci


 gli accomandatari  amministratori di diritto che rispondono solidalmente ed illimitatamente per le
obbligazioni sociali
 gli accomandanti  rispondono nei limiti della quota conferita e non possono amministrare la
società

GLI ACCOMANDATARI
La qualità di socio accomandatario e di amministratore sono inseparabili.
 nella società in accomandita semplice, il socio accomandatario non è necessariamente
amministratore  risponde solidalmente ed illimitatamente ma non è di diritto amministratore, le
posizioni sono separabili. La sua responsabilità non si riconduce necessariamente all’attribuzione del
potere di amministratore, che potrebbe mancare  risponde per le obbligazioni contratte dalla
società anteriormente all’acquisto della qualità di socio e di quelle sorte successivamente alla
dismissione della carica di amministratore

La connessione tra la qualità di socio accomandatario e amministratore rappresenta il pregio e il limite di


questa società:
 pregio  preserva la stabilità nella gestione della società, salva la revoca o le dimissioni
 limite  la prospettiva della responsabilità solidale e illimitata ha condizionato il gradimento

Risulta attenuata l’irrilevanza della partecipazione  la persona di chi ha presto i mezzi assumendo la
qualità di socio accomandatario amministratore di diritto assume importanza decisiva
 La denominazione della società è costituita dal nome di almeno uno dei soci accomandatari, con
l'indicazione di società in accomandita per azioni
 L'atto costitutivo deve indicare i soci accomandatari

REVOCA DEGLI AMMINISTRATORI  La revoca degli amministratori deve essere deliberata con la
maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria della società per azioni.
Nella SPA viene deliberata con le maggioranze proprie dell’assemblea ordinaria

SOSTITUZIONE DEGLI AMMINISTRATORI  La sostituzione degli amministratori deve essere deliberata


con la maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria della società per azioni. Se
gli amministratori sono più di uno, la nomina del sostituto o dei sostituti deve essere approvata da quelli
rimasti in carica.
Il nuovo amministratore assume la qualità di socio accomandatario dal momento dell'accettazione della
nomina
Il socio accomandatario che cessa dall'ufficio di amministratore non risponde per le obbligazioni della
società sorte posteriormente all'iscrizione nel registro delle imprese della cessazione dall'ufficio

MODIFICAZIONE DELL’ATTO COSTITUTIVO  devono essere approvate dall'assemblea con le maggioranze


prescritte per l'assemblea straordinaria della società per azioni, nonché da tutti i soci accomandatari.
Limitazione del principio di maggioranza
RESPONSABILITÀ DEGLI ACCOMANDATARI VERSO I TERZI  La responsabilità dei soci accomandatari
verso i terzi è regolata dall'articolo 2304  I creditori sociali, anche se la società è in liquidazione, non
possono pretendere il pagamento dai singoli soci, se non dopo l'escussione del patrimonio sociale.
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CESSAZIONE DALL’UFFICIO DI TUTTI GLI AMMINISTRATORI  la società si scioglie se nel termine di 180
gg non si è provveduto alla loro sostituzione e i sostituti non hanno accettato la carica.
Per questo periodo il collegio sindacale nomina un amministratore provvisorio per il compimento degli atti
di ordinaria amministrazione, che non assume la qualità di socio accomandatario.

Anche nella SAPA è possibile articolare il sistema di amministrazione e controllo nella versione dualistica;
è precluso il ricorso al sistema monistico, in quanto incompatibile con le peculiarità della tipologia 
Dell'organo amministrativo sono necessariamente ed esclusivamente componenti i soci accomandatari, che
rispondono per le obbligazioni sociali; di esse non possono invece rispondere gli amministratori
componenti del comitato per il controllo sulla gestione che non amministrano, svolgendo soltanto compiti
di controllo.

I soci accomandatari non hanno diritto di voto per le azioni ad essi spettanti nelle deliberazioni
dell'assemblea che concernono la nomina e la revoca dei sindaci ovvero dei componenti del consiglio di
sorveglianza e l'esercizio dell'azione di responsabilità

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SEZIONE XI  LA SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA (SRL)

1. la funzione della nuova SRL


Il regime normativo è contenuto nel Capo VII del titolo V Libro V (artt. 2462 – 2483 cc), profondamente
innovato dalla novella del 2003.

Fino all'entrata in vigore della legge del 2003, la SRL veniva considerata e disciplinata in modo residuale,
come una sorella minore della SPA. Da questa si distingueva solo per 2 caratteri:
 Differente importo del capitale minimo necessario per la costituzione della società  non inferiore a
20 mln di lire vs 200 mln per la SPA
 Differente natura del documento rappresentativo della partecipazione sociale  divieto, oggi
abolito, della rappresentazione tramite azioni

Con la legge del 2003 si è voluta operare una revisione del modello, nell’intento di offrire agli operatori
economici uno strumento caratterizzato da una significativa ed accentuata elasticità, imperniato su una
considerazione della persona dei soci e dei loro rapporti personali.
il legislatore è andato ben al di là di ciò che ci si aspettava  ha collocato la SRL al centro dell'intero
sistema societario come il modello base dell’esercizio collettivo e individuale dell’impresa con il beneficio
della responsabilità limitata.

Oggi la SRL è un tipo di società con caratteristiche nuove, che non ne permettono un inquadramento
nell'ambito delle tradizionali e correnti categorie di tipi societari ed anzi sovvertono insegnamenti radicati
in dottrina e giurisprudenza

2. Caratteri marcanti
1. AUTONOMIA STATUTARIA  attraverso lo statuto è concesso ai soci compiere scelte impensabili nel
regime previgente e di incidere in settori, come quello dell’amministrazione della società, da sempre
inderogabili.
 Es  art 2463 n 7 cc, contenuto dell’atto costitutivo  contiene norme relative al funzionamento
della società, indicando quelle concernenti l’amministrazione e la rappresentanza. La normazione
legale è chiaramente suppletiva in tema di organizzazione interna della società

2. RIDIMENSIONAMENTO DISTINZIONE SOCIETÀ DI PERSONE E SOCIETÀ DI CAPITALI NEL MODELLO


ORGANIZZATIVO INTERNO  è la più classica delle distinzioni dottrinali, e viene ridimensionata
riformando il comparto che più di tutti permette di inquadrare una società in una delle categorie,
ovvero l’organizzazione interna.
 Es  art 2475 c 3 cc non permette più di affermare che carattere della società di capitali è
l’adozione del metodo collegiale anche nel funzionamento dell’organo amministrativo, carattere
che mancherebbe nelle società di persone  Quando l'amministrazione è affidata a più persone,
queste costituiscono il CDA. L'atto costitutivo può tuttavia prevedere che l'amministrazione sia ad
esse affidata disgiuntamente oppure congiuntamente; in tali casi si applicano, rispettivamente, gli
articoli 2257 e 2258.
Il modello di organizzazione resta quello corporativo, tipico delle società di capitali, ma l’atto
costitutivo può prevedere l’adozione del modello tipico delle società di persone.

3. PERSONALIZZAZIONE  valorizzazione del ruolo che la persona del socio ha nella vita della società e
introduzione di regole finora riservate alle società di persone
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 Art 2475 cc  vedi sopra + riserva ai soci l’amm. della società, salvo diversa previsione statutaria.
 Art 2473 e 2473 bis  ammettono il recesso statutario, ampliano i casi di recesso legale e
introducono l’istituto dell’esclusione, tipico delle società di persone

4. IBRIDISMO DELL’ORGANIZZAZIONE INTERNA  pur dovendosi ritenere l’organizzazione Interna più


vicina al modello corporativo perché è fondata sulla terna di organi proprio di questo modello,
scompaiono caratteri propri di ciascuno degli organi tradizionali
 viene ridimensionato il ruolo dell’assemblea (vedi dopo)
 In caso di pluralità di amministratori può non esserci un CDA, la collegialità dell’amministrazione
è solo eventuale; in questo caso possono subentrare sistemi di amministrazione propri della
società di persone, e le operazioni sociali possono essere pensate anche da un singolo
amministratore nell’ipotesi di amministrazione disgiuntiva

5. MANTENIMENTO IMPERATIVITÀ DELLE REGOLE IN COMPARTI IN CUI ACANTO AGLI INTERESSI DEI
SOCI SONO PARIMENTI PRESENTI RILEVANTI INTERESSI DEI TERZI  non è concessa alcuna
autonomia statutaria
 Modificazioni atto costitutivo, in particolare modificazioni del CS

6. INNOVATIVITÀ DISCIPLINA DELLE MODIFICAZIONI DEL CS

3 La fattispecie costitutiva
La costituzione della società avviene mediante due fasi
 Stipulazione dell'atto costitutivo/contratto /atto unilaterale  ha come effetto la responsabilità
illimitata e solidale dei soci che hanno compiuto operazioni sociali prima dell'iscrizione virgola di
coloro che hanno dato il consenso al compimento delle operazioni e del socio unico fondatore
 iscrizione della società nel RI  produce l'effetto finale della nascita della società

u.c art 2463 c.c rinvia art 2329-2330-2331 c.c

Art. 2329 cc, Condizioni per la costituzione  Per procedere alla costituzione della società è necessario:
1) che sia sottoscritto per intero il capitale sociale;
2) che siano rispettate le previsioni degli articoli 2342, 2343 e 2343 ter relative ai conferimenti 
DISTRAZIONE DEL LEGISLATORE, la materia è oggetto di autonoma regolamentazione ex art 2434 c.c. ss.
3) che sussistano le autorizzazioni e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali per la costituzione della
società, in relazione al suo particolare oggetto.

Art. 2330, Deposito dell'atto costitutivo e iscrizione della società 


Il notaio che ha ricevuto l'atto costitutivo deve depositarlo entro 10 gg presso l'ufficio del RI nella cui
circoscrizione è stabilita la sede sociale, allegando i documenti comprovanti la sussistenza delle condizioni
previste dall'articolo 2329.

Se il notaio o gli amministratori non provvedono al deposito nel termine indicato nel comma precedente,
ciascun socio può provvedervi a spese della società.
L'iscrizione della società nel RI è richiesta contestualmente al deposito dell'atto costitutivo. L'ufficio del
registro delle imprese, verificata la regolarità formale della documentazione, iscrive la società nel registro.

69
ART 2463 CC  Costituzione
La società può essere costituita con contratto o con atto unilaterale
(Sempre denominato atto costitutivo)

L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico e deve indicare:
1) il cognome e il nome o la denominazione, la data e il luogo di nascita o lo Stato di
costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza di ciascun socio;
I SOGGETTI

2) la denominazione, contenente l'indicazione di SRL, e il comune ove sono poste la sede della
società e le eventuali sedi secondarie;
 Denominazione  è la DITTA sotto la quale agiscono le società di capitali, funzione identificativa del
soggetto. L’indicazione del rapporto sociale risponde al principio di verità che vige per la formazione
della ditta dell’imprenditore individuale.
Si applica anche il principio di novità, per il quale se la ditta è uguale o simile a quella usata da un
altro imprenditore può creare confusione per l'oggetto delle imprese per il luogo in cui esercitata,
deve essere integrata o modificata con indicazioni donne a differenziarla
 Sede  vedi SPA

3) l’attività che costituisce l'oggetto sociale;


 vedi SPA

4) l'ammontare del capitale, non inferiore a 10.000 euro, sottoscritto e di quello versato;
è possibile costituire una SRL con un CS inferiore  SRL SEMPLIFICATA, art 2463 bis e commi 4 e 5 2463
 favorire lo svolgimento e la nascita di nuove attività di impresa, soprattutto da parte dei giovani.
Presenta poche differenze rispetto alla SRL ordinaria, non si tratta di un tipo societari ulteriore
 soci possono essere solo persone fisiche
 la denominazione sociale deve contenere l’indicazione SRL semplificata
 ASSENZA DI AUTONOMIA STATUTARIA  atto costitutivo redatto per atto pubblico in conformità
con un modello ministeriale
 L'ammontare del CS può essere determinato in misura inferiore, pari almeno a 1 e. In tal caso i
conferimenti devono farsi in denaro e devono essere versati per intero alle persone cui è affidata
l'amministrazione  capitale potenzialmente simbolico.
 La somma da dedurre dagli utili netti risultanti dal bilancio regolarmente approvato, per formare la
riserva prevista dall'articolo 2430, deve essere almeno pari a 1/5 degli stessi, fino a che la riserva non
abbia raggiunto, unitamente al capitale, l'ammontare di 10.000 e. La riserva così formata può essere
utilizzata solo per imputazione a capitale e per copertura di eventuali perdite. Essa deve essere
reintegrata a norma del presente comma se viene diminuita per qualsiasi ragione.

NULLA IMPEDISCE che durante societate il capitale venga aumentato a 10.000 e/o ad una somma
superiore, eliminando il divieto di conferimenti in natura e dell’obbligatorietà del versamento integrale.

5) i conferimenti di ciascun socio e il valore attribuito crediti e ai beni conferiti in natura;


Una delle materie maggiormente toccate dalla riforma del 2003, art 2464-2466 cc
 Il valore dei conferimenti non può essere complessivamente inferiore all'ammontare globale del
capitale sociale.
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 Possono essere conferiti tutti gli elementi dell'attivo suscettibili di valutazione economica 
disposizione dall’inusuale ampiezza che ha suscitati perplessità; sono sicuramente conferibili
denaro, beni in natura e crediti. Il dubbio si pone per i conferimenti d’opera, finora espressamente
vietati, ma è possibile dare risposta positiva anche in virtù di quanto disposto dal c 6 art 2464 cc 
Il conferimento può anche avvenire mediante la prestazione di una polizza di assicurazione o di una
fideiussione bancaria con cui vengono garantiti, per l'intero valore ad essi assegnato, gli obblighi
assunti dal socio aventi per oggetto la prestazione d'opera o di servizi a favore della società. In tal
caso, se l'atto costitutivo lo prevede, la polizza o la fideiussione possono essere sostituite dal socio
con il versamento a titolo di cauzione del corrispondente importo in danaro presso la società.

 Se nell'atto costitutivo non è stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in danaro  ogni
conferimento diverso al denaro deve essere espressamente previsto

 Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato, all'organo amministrativo nominato
nell'atto costitutivo e non presso una banca, almeno il 25% dei conferimenti in danaro e l'intero
soprapprezzo o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare.
Il versamento può essere sostituito dalla stipula, per un importo almeno corrispondente, di una
polizza di assicurazione o di una fideiussione bancaria con le caratteristiche determinate con DPCM;
in tal caso il socio può in ogni momento sostituire la polizza o la fideiussione con il versamento del
corrispondente importo in danaro.
Tale decreto non è mai stato emanato e la disposizione è in questa parte inoperante.

CONFERIMENTI IN NATURA E CONFERIMENTI DI CREDITI (Art 2465 cc)


 Viene snellito il procedimento di stima  rimane la valutazione dei beni in natura affidata ad una
perizia giurata, che deve contenere la descrizione dei beni stimati, i criteri adottati per la valutazione
l’attestazione che il valore dei cespiti è almeno pari a quello a destra attribuito ai fini della
determinazione del capitale sociale, MA l’esperto incaricato di redigerla (revisore legale o società di
revisione legale) non deve essere nominato dal tribunale
 La disciplina si applica anche ai beni che la società acquisti da fondatore, soci e amm. per un
corrispettivo pari o superiore a 1/10 del CS nel biennio successivo all’iscrizione della società nel RI
 Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si osservano le disposizioni degli articoli 2254 e 2255
o Per le cose conferite in proprietà la garanzia dovuta dal socio e il passaggio dei rischi sono
regolati dalle norme sulla vendita. Il rischio delle cose conferite in godimento resta a carico del
socio che le ha conferite. La garanzia per il godimento è regolata dalle norme sulla locazione.
o Il socio che ha conferito un credito risponde della insolvenza del debitore, nei limiti indicati
dall'art. 1267 per il caso di assunzione convenzionale della garanzia.

MANCATA ESECUZIONE DEI CONFERIMENTI (art 2466 cc, escalation di provvedimenti adottabili)
1) Diffida a adempiere nel termine di 30 gg nei confronti del socio moroso
2) Decorso inutilmente questo termine gli amministratori POSSONO a loro discrezionalità promuovere
un’azione per l’esecuzione dei conferimenti
3) Vendita agli altri soci in proporzione della loro partecipazione la quota del socio moroso. La vendita è
effettuata a rischio e pericolo del medesimo per il valore risultante dall'ultimo bilancio approvato.
4) In mancanza di offerte per l'acquisto, se l'atto costitutivo lo consente, la quota è venduta all'incanto.
5) Esperiti infruttuosamente i tentativi di vendita, gli amministratori devono escludere il socio
trattenendo le some riscosse e riducendo il capitale in misura corrispondete.

6) la quota di partecipazione di ciascun socio;


Art 2468 cc  Le partecipazioni dei soci non possono essere rappresentate da azioni né costituire oggetto
di offerta al pubblico di prodotti finanziari.
71
Salvo quanto disposto dal terzo comma del presente articolo, i diritti sociali spettano ai soci in misura
proporzionale alla partecipazione da ciascuno posseduta.
Se l'atto costitutivo non prevede diversamente, le partecipazioni dei soci sono determinate in misura
proporzionale al conferimento.
La regola della proporzionalità è ritenuta un caposaldo della disciplina della società di capitali, MA è QUI
DEROGABILE  il legislatore introduce un carattere tipico della disciplina della società di persone, la
presunzione di proporzionalità.
 la misura delle partecipazioni dei soci può essere determinata in modo non proporzionale al
conferimento
 Resta salva la possibilità che l'atto costitutivo preveda l'attribuzione a singoli soci di particolari diritti
riguardanti l'amministrazione della società o la distribuzione degli utili  divieto patto leonino!

Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo e con esclusione del diritto di recesso, i diritti previsti dal
precedente comma possono essere modificati solo con il consenso di tutti i soci.
Con una dimenticanza non lieve, eccedendo nella deriva autonomistica, il legislatore sembra dimenticare il
principio generale in base al quale solo il titolare può consentire che si disponga di un suo diritto.

TRASFERIBILITÀ  Le partecipazioni sono liberamente trasferibili per atto tra vivi e per successione a
causa di morte, salvo contraria disposizione dell'atto costitutivo.
In coerenza con l'accentuazione del carattere personalistico impressa nella società, è consentito che l'atto
costitutivo preveda la intrasferibilità delle quote o la sottoposizione del trasferimento al parere di organi
sociali o di terzi o di soci o per i soli trasferimenti mortis causa a condizioni o limiti che nel caso concreto
impediscono il trasferimento.
In questi casi il socio o i suoi eredi possono esercitare il diritto di recesso ai sensi dell’art 2473 cc, a meno
che l'atto costitutivo non stabilisca un termine non superiore a due anni prima del quale recesso non può
essere esercitato

L’ESPROPRIO  art 2471 cc, La partecipazione può formare oggetto di espropriazione. Il pignoramento si
esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese.
Se la partecipazione non è liberamente trasferibile e il creditore, il debitore e la società non si accordano
sulla vendita della quota stessa, la vendita ha luogo all'incanto; è priva di effetto se, entro 10 gg
dall'aggiudicazione, la società presenta un altro acquirente che offra lo stesso prezzo.

La partecipazione può formare oggetto di pegno, usufrutto e sequestro. Si applicano le disposizioni dell'art
2352 cc dettato per le SPA

7) le norme relative al funzionamento della società, indicando quelle concernenti


l'amministrazione, la rappresentanza;

8) le persone cui è affidata l'amministrazione e l'eventuale soggetto incaricato di effettuare la


revisione legale dei conti;

9) l'importo globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico della
società.

72
4. La nullità della società
Art 2463 rinvia espressamente all’art 2332 cc  la disciplina della nullità della SRL è identica a quella
fissata per la SPA

5. L’Organizzazione interna
Il settore in cui la riforma ha inciso maggiormente.

INVALIDITÀ DELLE DELIBERAZIONI E DELLE DECISIONI DEI SOCI


Il legislatore della riforma ha abbandonato, sul piano semantico, la distinzione tra deliberazioni annullabili e
nulle, adottando la locuzione costante INVALIDITÀ.

Art 2479 ter cc (i numeri non sono i commi)


1. Le decisioni dei soci che non sono prese in conformità della legge o dell'atto costitutivo possono
essere impugnate dai soci dissenzienti, da ciascun amministratore e dal collegio sindacale entro 90 gg
dalla loro trascrizione nel libro delle decisioni dei soci.
Il tribunale, qualora ne ravvisi l'opportunità e ne sia fatta richiesta dalla società o da chi ha proposto
l'impugnativa, può assegnare un termine non superiore a 180 gg per l'adozione di una nuova decisione
idonea ad eliminare la causa di invalidità.

2. Qualora possano recare danno alla società, sono impugnabili le decisioni assunte con il voto
determinante di soci che hanno, per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della
società.

3. Le decisioni aventi oggetto illecito o impossibile e quelle prese in assenza assoluta di informazione
possono essere impugnate da chiunque vi abbia interesse entro 3 A dalla trascrizione nel libro delle
decisioni dei soci

4. Possono essere impugnate senza limiti di tempo le deliberazioni che modificano l'oggetto sociale
prevedendo attività impossibili o illecite.

PROCEDIMENTO  Vedi art 2378 cc per SPA

ULTERIORI DISPOSIZIONI A TUTELA DEI TERZI (in comb. Disp.)


 È inopponibile ai terzi in bf l’effetto dell’annullamento
 L’annullamento può essere evitato attraverso la sostituzione della delibera impugnata con altra presa
in conformità della legge e dello statuto
 L’impugnativa non è proponibile nei confronti delle deliberazioni di approvazione del bilancio dopo che
è avvenuta approvazione del bilancio dell’esercizio successivo
 Nega la legittimazione ad agire a coloro che pur non avendo ricevuto la convocazione, hanno dato il
loro assenso per lo svolgimento dell’assemblea.
 In mancanza di verbalizzazione dell’assemblea, è prevista una sanatoria tramite redazione prima
dell’assemblea successiva.

AMMINISTRAZIONE, art 2475 c.c


La ripartizione di competenze tra assemblea ed amministratori in merito alla gestione dell'impresa sociale è
in larga parte rimessa all’autonomia statutaria.

73
In mancanza di diversa previsione dell'atto costitutivo resta ferma la regola in base alla quale
l'amministrazione della società è affidata a uno o più soci nominati con decisione dei soci presa ai sensi
dell'articolo 2479, che restano in carica a tempo indeterminato.

 Se l’amministrazione è affidata ad una persona sola, l’amministratore unico, si applicano le norme in


tema di SPA

 Se l’amministrazione è affidata a più persone, queste costituiscono il CDA.


o L'atto costitutivo può prevedere che le decisioni siano adottate mediante consultazione scritta o
sulla base del consenso espresso per iscritto.
In tal caso dai documenti sottoscritti dagli amministratori devono risultare con chiarezza
l'argomento oggetto della decisione ed il consenso alla stessa  VISTOSA DEROGA ALLA
COLLEGIALITÀ intesa come necessita indefettibile dell’adozione di una deliberazione nel corso di
una riunione formalmente convocata.
Tale sistema di amministrazione viene adottato come sistema legale.

o L'atto costitutivo può prevedere che gli amministratori operino NON COME CDA, ma che
l'amministrazione sia ad essi affidata disgiuntamente oppure congiuntamente; in tali casi si
applicano, rispettivamente, gli articoli 2257 e 2258  GRANDE NOVITÀ DELLA RIFORMA
Dovranno comunque essere decise con il metodo collegiale la redazione del bilancio e i progetti di
fusione e scissione.
Tale sistema di amministrazione viene adottato solo se espressamente previsto nell’atto costitutivo
ed è escludo in taluni casi determinati.

LA RIFORMA PERMETTE DI FAR SCEGLIERE AGLI AMM TRA DUE SISTEMI DI AMMINISTRAZIONE,
UNO TIPICO DELLE SOCIETÀ DI CAPITALE E UNO DELLE SOCIETÀ DI PERSONE.

RAPPRESENTANZA, art 2475 bis c.c.


Gli amministratori hanno la rappresentanza generale della società.
Le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dall'atto costitutivo o dall'atto di nomina, anche se
pubblicate, non sono opponibili ai terzi, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a
danno della società

L’art 2475 ter parla di amministratori che hanno la rappresentanza della società  si DESUME la
persistenza della regola per la quale possono esserci amministratori che non hanno la rappresentanza.

LA RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI, art 2476 c.c.


Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall'inosservanza dei
doveri ad essi imposti dalla legge e dall'atto costitutivo per l'amministrazione della società. Tuttavia, la
responsabilità non si estende a quelli che dimostrino di essere esenti da colpa e, essendo a cognizione che
l'atto si stava per compiere, abbiano fatto constare del proprio dissenso.
In caso di accoglimento della domanda la società, salvo il suo diritto di regresso nei confronti degli
amministratori, rimborsa agli attori le spese di giudizio e quelle sostenute per l'accertamento dei fatti.

 È affermata la responsabilità degli amministratori verso la società e verso i singoli soci o terzi uti
singuli direttamente danneggiati.
NON si fa menzione della responsabilità verso i creditori sociali, ma la giurisprudenza tende ad
affermarla, in base a quanto disposto dall’art 2486 (responsabilità degli amm di SPA) e dalla l. fall
74
 responsabili solidalmente con gli amministratori sono anche i soci che hanno intenzionalmente deciso
o autorizzato il compimento degli atti dannosi, quindi, i soci che di fatto amministra la società

 l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori può essere promossa anche dal singolo
socio, il quale può anche chiedere come provvedimento cautelare la revoca degli amministratori in
caso di gravi irregolarità nella gestione

IL CONFLITTO DI INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI


 Incidenza del conflitto di interessi che gli amministratori hanno per conto proprio o di terzi sulle
decisioni del CDA  Le decisioni adottate dal consiglio di amministrazione con il voto determinante di
un amministratore in conflitto di interessi con la società, qualora le cagionino un danno patrimoniale,
possono essere impugnate entro 90 gg dagli amministratori, dai sindaci o dal revisore
In ogni caso sono salvi i diritti acquistati in bf dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione della
decisione.

 Incidenza del conflitto di interessi che gli amministratori hanno per conto proprio o di terzi sui
contratti conclusi dagli amministratori che hanno la rappresentanza della società  NOVITÀ 
possono essere annullati su domanda della società, se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal
terzo

IL CONTROLLO SULLA GESTIONE E LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI, ART 2477 CC


L'atto costitutivo può prevedere, determinandone le competenze e i poteri, la nomina di un organo di
controllo o di un revisore. Se lo statuto non dispone diversamente, l'organo di controllo è costituito da un
solo membro effettivo.

La nomina dell'organo di controllo o del revisore è obbligatoria se la società:


 è tenuta alla redazione del bilancio consolidato;
 controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti;
 ha superato per due esercizi consecutivi almeno uno dei seguenti limiti:
o totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4 milioni di euro;
o ricavi delle vendite e delle prestazioni: 4 milioni di euro;
o dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 20 unità.

Si applicano le norme che regolano il collegio sindacale nelle SPA.

6. Le modificazioni dell’atto costitutivo


Art 2480 cc  Le modificazioni dell'atto costitutivo sono deliberate dall'assemblea dei soci a norma
dell'articolo 2479-bis. Il verbale è redatto da notaio e si applica l'articolo 2436.

Art 2436 cc  Il notaio che ha verbalizzato la deliberazione di modifica dello statuto, entro 30 gg, verificato
l'adempimento delle condizioni stabilite dalla legge, ne richiede l'iscrizione nel RI contestualmente al
deposito e allega le eventuali autorizzazioni richieste.

L'ufficio del RI, verificata la regolarità formale della documentazione, iscrive la delibera nel registro.
Se il notaio ritiene non adempiute le condizioni stabilite dalla legge, né dà comunicazione tempestivamente
agli amministratori. Gli amministratori, nei 30 gg successivi, possono convocare l'assemblea per gli

75
opportuni provvedimenti oppure ricorrere al tribunale; in mancanza la deliberazione è definitivamente
inefficace.

Il tribunale, verificato l'adempimento delle condizioni richieste dalla legge e sentito il pubblico ministero,
ordina l'iscrizione nel registro delle imprese con decreto soggetto a reclamo.

7. I libri sociali obbligatori


Art 2478 cc  Oltre i libri e le altre scritture contabili prescritti nell'articolo 2214, la società deve tenere
1. NUMERO ABROGATO DAL Dl 185/2008  il libro dei soci. Lo scopo era una riduzione dei costi
amministrativi a carico delle imprese, scopo secondo l’opinione di molto non raggiunto a causa
dell’attribuzione all’RI delle funzioni del libro prima tenuto dagli amministratori. È stato solo spostato.
2. il libro delle decisioni dei soci, nel quale sono trascritti i verbali delle assemblee, anche se redatti per
atto pubblico, le decisioni adottate mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso
per iscritto;
3. il libro delle decisioni degli amministratori;
4. il libro delle decisioni del collegio sindacale

Art 2214 cc
 libro giornale
 libro degli inventari
 scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa
 conservare ordinatamente per ciascun affare gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle fatture
ricevute e spedite.
I contratti della società con l'unico socio o le operazioni a favore dell'unico socio sono opponibili ai creditori
della società solo se risultano dal libro delle decisioni degli amministratori ovvero da atto scritto avente
data certa anteriore al pignoramento.

8. La partecipazione sociale e i diritti e gli obblighi dei soci


OBBLIGHI  Obbligo unico è quello del conferimento (art 2464 c 3 cc)

DIRITTI  caratterizzati dall’esaltazione dell’autonomia statutaria dei soci, perciò può mutare
sensibilmente il contenuto dei diritti tradizionalmente loro concessi.
Art 2473 n 7  l’atto costitutivo deve indicare le norme relative al funzionamento della società, indicando
quelle concernenti l'amministrazione, la rappresentanza;

Art 2468 cc  principi relativi al contenuto e alle modalità di esercizio dei diritti sociali
 i diritti sociali spettano ai soci in misura proporzionale alla partecipazione da ciascuno posseduta. Se
l'atto costitutivo non prevede diversamente, le partecipazioni dei soci sono determinate in misura
proporzionale al conferimento.
 l'atto costitutivo può prevedere l'attribuzione a singoli soci di particolari diritti riguardanti
l'amministrazione della società o la distribuzione degli utili.
 Art 2482 quater  In tutti i casi di riduzione del capitale per perdite è esclusa ogni modificazione delle
quote di partecipazione e dei diritti spettanti ai soci.

Diritti individuali dei soci:


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1. Diritto di intervenire alle riunioni dell'assemblea  sospeso per il socio moroso
2. Il diritto di esprimere il proprio voto per le deliberazioni
3. diritto di convertire in denaro in ogni momento il conferimento effettuato attraverso la stipula di una
polizza assicurativa o di una fideiussione bancaria
4. Diritto di recedere dalla società
5. diritto di promuovere l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori (responsabilità
sociale non per il danno individuale colposo o doloso)
6. diritto di impugnativa delle deliberazioni invalide  limitatamente ai soci assenti astenuti e
dissenzienti
7. diretta di sottoscrivere l'aumento del capitale sociale mediante nuovi conferimenti
8. diritto agli utili alla quota di liquidazione
9. diritto di avere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare i libri
sociali e documenti relativi all'amministrazione  limitatamente ai soci che non partecipano all’amm.

9. Il CS e le sue variazioni
Le variazioni del CS possono essere in aumento o in diminuzione

AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE


Art 2481 cc  L'atto costitutivo può attribuire agli amministratori la facoltà di aumentare il capitale
sociale, determinandone i limiti e le modalità di esercizio; la decisione deve risultare da verbale redatto
senza indugio da notaio, deve essere depositata ed iscritta a norma dell'articolo 2436.
La decisione di aumentare il capitale sociale non può essere attuata fin quando i conferimenti
precedentemente dovuti non sono stati integralmente eseguiti

1. AUMENTO DEL CAPITALE A PAGAMENTO (mediante nuovi conferimenti), art 2481 bis c.c.
Deve essere deliberato dall’assemblea e ai soci spetta il diritto di sottoscriverlo in proporzione delle
partecipazioni da essi possedute (diritto di opzione), così da mantenere inalterata la precedente
percentuale di partecipazione al CS.
Autonomia dei soci:
2. L'atto costitutivo può prevedere che l'aumento di capitale possa essere attuato anche mediante
offerta di quote di nuova emissione a terzi; in tal caso spetta ai soci che non hanno consentito alla
decisione il diritto di recesso a norma dell'articolo 2473.
3. La decisione di aumento di capitale può prevedere l'eventuale soprapprezzo, le modalità ed i
termini entro i quali può essere esercitato il diritto di sottoscrizione. Tali termini non possono
essere inferiori a 30 gg dal momento in cui viene comunicato ai soci che l'aumento di capitale può
essere sottoscritto.

Se l'aumento di capitale non è integralmente sottoscritto nel termine stabilito dalla decisione, il
capitale è aumentato di un importo pari alle sottoscrizioni raccolte soltanto se la deliberazione
medesima lo abbia espressamente consentito.

Nei 30 gg dall'avvenuta sottoscrizione gli amministratori devono depositare per l'iscrizione nel RI
un'attestazione che l'aumento di capitale è stato eseguito.

4. AUMENTO DEL CAPITALE GRATUITO  Avviene mediante imputazione a capitale delle riserve e degli
altri fondi disponibili iscritte in bilancio e in tal caso la quota di partecipazione del socio resta immutata

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RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE, art 2482, bis, ter cc
La riduzione del capitale sociale può avere luogo

5. PER VOLONTÀ DELLE PARTI  nel rispetto del limite minimo di capitale fissato dalla legge (10.000 e),
con due modalità
 Rimborso ai soci delle quote pagate
 Liberazione dei soci dall’obbligo dei versamenti ancora dovuti

La decisione dei soci di ridurre il CS può essere eseguita soltanto dopo 90 gg dal giorno dell'iscrizione
nel RI della decisione, purché' entro questo termine nessun creditore sociale anteriore all'iscrizione
abbia fatto opposizione. In questo caso sarà necessario attendere la conclusione dei relativi giudizi.
Il tribunale, quando ritenga infondato il pericolo di pregiudizio per i creditori oppure la società abbia
prestato un'idonea garanzia, dispone che l'esecuzione abbia luogo nonostante l'opposizione.

6. PER LEGGE, IN PRESENZA DI PERDITE  la delibera di riduzione deve essere obbligatoriamente


adottata quando il CS sia diminuito di oltre 1/3 in conseguenza di perdite
 LA PERDITA NON HA PORTATO IL CS AL DI SOTTO DEL MINIMO STABILITO DALLA LEGGE (bis)
Gli amministratori devono senza indugio convocare l'assemblea dei soci, a cui deve essere
sottoposta una relazione degli amministratori sulla situazione patrimoniale della società, con le
osservazioni del collegio sindacale o del soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei
conti. Nell'assemblea gli amministratori devono dare conto dei fatti di rilievo avvenuti dopo la
redazione della relazione prevista nel precedente comma.

Se entro l'esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di 1/3, deve essere
convocata l'assemblea per l'approvazione del bilancio e per la riduzione del capitale in
proporzione delle perdite accertate. In mancanza gli amministratori e i sindaci o il soggetto
incaricato di effettuare la revisione legale dei conti devono chiedere al tribunale che venga
disposta la riduzione del capitale in ragione delle perdite risultanti dal bilancio.
Il tribunale provvede con decreto soggetto a reclamo, che deve essere iscritto nel RI a cura degli
amministratori.

 LA PERDITA HA PORTATO IL CS AL DI SOTTO DEL MINIMO STABILITO DALLA LEGGE (ter)


Gli amministratori devono senza indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del
capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al minimo,
ovvero la trasformazione della società in un tipo la cui disciplina non richiede la ricorrenza dei
requisiti per cui la riduzione è stata obbligatoriamente disposta.
In mancanza si avrà lo scioglimento della società.

Art 2482 quater cc  In tutti i casi di riduzione del capitale per perdite è esclusa ogni modificazione delle
quote di partecipazione e dei diritti spettanti ai soci.

10. I profili patrimoniali e il finanziamento dell’impresa sociale


I FINANZIAMENTI DEI SOCI, ART 2467 C.C.
Per le società di capitali la norma è una novità
S'intendono finanziamenti dei soci a favore della società quelli, in qualsiasi forma effettuati, che sono stati
concessi in un momento in cui, anche in considerazione del tipo di attività esercitata dalla società, risulta un

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eccessivo squilibrio dell'indebitamento rispetto al patrimonio netto oppure in una situazione finanziaria
della società nella quale sarebbe stato ragionevole un conferimento.
 Il rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della società è postergato rispetto alla soddisfazione
degli altri creditori
 Se il finanziamento è avvenuto nell'anno precedente la dichiarazione di fallimento della società, deve
essere restituito.

IL FINANZIAMENTO DELL’IMPRESA SOCIALE E L’EMISSIONE DI TITOLI DI DEBITO, art 2483 c.c.


NOVITÀ, si crea uno strumento di etero-finanziamento dell’impresa sociale, con appello al mercato
finanziario di investitori qualificati.
L’espressione TITOLI DI DEBITO è volutamente generica, allo scopo di indiarne la funzione lasciando sullo
sfondo la tipologia.

Se l'atto costitutivo lo prevede, la società può emettere titoli di debito.


L'atto costitutivo attribuisce la relativa competenza ai soci o agli amministratori determinando gli eventuali
limiti, le modalità e le maggioranze necessarie per la decisione.
I titoli emessi possono essere sottoscritti soltanto da investitori professionali soggetti a vigilanza
prudenziale.
In caso di successiva circolazione dei titoli di debito, chi li trasferisce risponde della solvenza della società nei
confronti degli acquirenti che non siano investitori professionali ovvero soci della società medesima 
limitazione alla circolazione con annessa sanzione.

La decisione di emissione dei titoli prevede le condizioni del prestito e le modalità del rimborso ed è iscritta
a cura degli amministratori presso RI.
Può altresì prevedere che, previo consenso della maggioranza dei possessori dei titoli, la società possa
modificare tali condizioni e modalità  al pari di quanto previso per gli obbligazionisti in sede di SPA, i
possessori dei titoli possono avere una propria organizzazione, che deve essere prevista nella decisione.

IL BILANCIO, art 2478 bis c.c.


Non fatto nella SPA.

11. La cessazione dello status di socio


 IL RECESSO, art 2473 cc  negozio unilaterale recettizio con il quale il scio dichiara di volere
sciogliere il vincolo che lega la società.
Primaria fonte dei casi di recesso lo statuto  L'atto costitutivo determina quando il socio può
recedere dalla società e le relative modalità

La legge è secondaria:
1. Art 2473 cc  soci che non hanno acconsentito
 al cambiamento dell'oggetto o del tipo di società
 alla sua fusione o scissione
 alla revoca dello stato di liquidazione
 al trasferimento della sede all'estero
 all’eliminazione di una o più cause di recesso previste dall'atto costitutivo
 al compimento di operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto
della società o una rilevante modificazione dei diritti attribuiti ai soci

79
 Nel caso di società contratta a tempo indeterminato il diritto di recesso compete al socio in
ogni momento e può essere esercitato con un preavviso di almeno 180 gg; l'atto costitutivo
può prevedere un periodo di preavviso di durata maggiore purché' non superiore ad 1 A

2. Art 2481 bis cc  socio che, in ipotesi di aumento del CS a pagamento, dissenta dalla decisione
di offrire a terzi le quote di nuova emissione

3. Art 2469 c 2 cc  quando l’atto costitutivo prevede l’intrasferibilità delle quote o sottopone la
cessione al mero gradimento degli organi sociali o di terzi.

4. Dlgs 5/2003, a modifica delle norme procedurali  Definizione dei procedimenti in materia di
diritto societario e di intermediazione finanziaria nonché in materia bancaria e creditizia
Le modifiche dell’atto costitutivo, introduttive soppressive di clausole compromissorie, devono
essere approvate dai soci che rappresentano almeno i 2/3 del CS.
I soci assenti o dissenzienti possono entro i successivi 90 gg esercitare il diritto di recesso

I soci che recedono dalla società hanno diritto di ottenere il rimborso della propria partecipazione in
proporzione del patrimonio sociale entro 6 M dalla comunicazione del recesso alla società. Il rimborso
avviene utilizzando le risorse disponibili o riducendo il CS.
Esso è determinato tenendo conto del suo valore di mercato al momento della dichiarazione di recesso; in
caso di disaccordo la determinazione è compiuta tramite relazione giurata di un esperto nominato dal
tribunale, che provvede anche sulle spese, su istanza della parte più diligente.

Se non risulta possibile il rimborso sulla base dell'art 2482, la società deve essere posta in liquidazione 
a quota può essere acquistata dagli altri soci misura proporzionale alle loro partecipazioni ovvero da un
terzo concordemente individuato dai soci Dio porco

 L’ESCLUSIONE  modo di cessione dello status di socio proprio delle società di persone.
o Fonte legale, art 2466 cc  il socio moroso deve essere escluso quando siano falliti i tentativi di
vendita della quota

o Fonte statutaria, art 2473 bis cc  L'atto costitutivo può prevedere specifiche ipotesi di esclusione
per giusta causa del socio. Si applicano le disposizioni previste per esercizio del diritto di recesso,
esclusa la possibilità del rimborso della partecipazione mediante riduzione del CS
Ampissima autonomia lasciata ai soci.

80
CAPITOLO V – GRUPPI DI SOCIETÀ

1. La partecipazione di società ad altre imprese


Le imprese tendono a creare tra di loro rapporti di vario genere per realizzare più efficacemente i loro
programmi economici
 accordi contrattuali esterni  vincolano le varie imprese ad un affare o ad un programma comune,
anche attraverso una nuova organizzazione, senza incidere sulla struttura decisionale delle varie
società coinvolte (reti di imprese)
 concentrazione  operazione che unifica le imprese di gruppo in un soggetto unico (fusione)

Tra queste due ipotesi estreme si collocano I GRUPPI DI SOCIETÀ  una società capogruppo, o HOLDING,
esercita il controllo su altre imprese, dirigendone e coordinandone le attività in vista di uno scopo
economico unitario.
Le società che fanno parte del gruppo perdono la loro autonomia da un punto di vista sostanziale, perché
vengono assoggettate alla direzione unitaria della capogruppo, con conseguente unità economica.
Dal punto di vista formale però permane l’individualità delle singole imprese che ne fanno parte.

La struttura piramidale del gruppo è la più comune, ma nella pratica esistono altre forme di aggregazione.

LIMITI ALLA PARTECIPAZIONE DI SOCIETÀ IN ALTRE IMPRESE


Art 2361 cc  L'assunzione di partecipazioni in altre imprese, anche se prevista genericamente nello
statuto, non è consentita, se per la misura e per l'oggetto della partecipazione ne risulta sostanzialmente
modificato l'oggetto sociale determinato dallo statuto.

Dalla riforma è ammessa a partecipazione di società di capitali a società di persone, che era stata oggetto
di contrasto tra dottrina dominante favorevole e giurisprudenza prevalente contraria.
Tale partecipazione deve essere deliberata dall’assemblea, e la società di persone e partecipata dovrà
redigere il bilancio secondo le norme previste per le SPA.

La legge regola con particolare attenzione l'assunzione di partecipazioni in società che svolgono attività in
settori particolarmente delicati, in società quotate, in società che svolgono attività bancaria finanziaria o
assicurativa, in società che operano nel campo dell'informazione.
In tali casi la legge impone vari obblighi, soprattutto di carattere informativo, al fine di assicurare la
trasparenza degli assetti proprietari e dei garanti dei requisiti di onorabilità dei soci

2. Le nozioni di controllo e collegamento nel cc


Il Codice civile non contiene una disciplina espressamente dedicata ai gruppi.
Fino alla riforma del 2003, conteneva solo la disciplina del controllo e del collegamento tra società, che non
coincideva necessariamente con quella dei gruppi.
La riforma, partendo dalla nozione di controllo, ha aggiunto nel codice una nuova disciplina dedicata alla
direzione e coordinamento di società (art 2497-2497 septies cc), che costituisce un primo nucleo di
disciplina organica dei gruppi  non menziona mai i gruppi, ma evidentemente si riferisce ad essi.

Art 2359 cc  Sono considerate società controllate:


1) le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria
 CONTROLLO INTERNO/AZIONARIO DI DIRITTO

81
La società partecipante decide in assemblea esercitando i poteri che le derivano da detenere la
maggioranza del capitale

2) le società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante
nell'assemblea ordinaria  CONTROLLO INTERNO DI FATTO
L'influenza dominante della partecipante virgola che non possiede la maggioranza, deriva
normalmente dalla polverizzazione del capitale e dall’assenteismo dei soci in assemblea virgola e di
resa possibile dal peculiare quorum richiesto per l'assemblea ordinaria di seconda convocazione, che
delibera a maggioranza qualunque sia la parte di capitale rappresentata dai soci partecipanti

3) le società che sono sotto influenza dominante di un'altra società in virtù di particolari vincoli
contrattuali con essa  CONTROLLO ESTERNO O CONTRATTUALE
Particolari vincoli contrattuali pongono una società sotto l'influenza dominante di un'altra: è dunque
un effetto indiretto dei comuni contratti commerciali, quando essi determinano una soggezione
economica di una società rispetto ad un'altra
 Concessione di vendita
 franchising
 contratti di subfornitura
 contratti di licenza di brevetto o di know-how

Si discute circa il riconoscimento del contratto di gruppo o di dominazione, utilizzato in altri


ordinamenti, con il quale una o più società decidono di sottoporsi alla direzione unitaria di un’altra
società. Ciò sarebbe confermato dal tenore dell’art 2497 septies  Le disposizioni del presente capo si
applicano altresì alla società o all'ente che esercita attività di direzione e coordinamento di società
sulla base di un contratto con le società medesime o di clausole dei loro statuti.

Ai fini dell'applicazione dei numeri 1) e 2) si computano anche i voti spettanti a società controllate, a società
fiduciarie e a persona interposta: non si computano i voti spettanti per conto di terzi.

Sono considerate collegate le società sulle quali un'altra società esercita un'influenza notevole. L'influenza
si presume quando nell'assemblea ordinaria può essere esercitato almeno 1/5 dei voti ovvero 1/10 se la
società ha azioni quotate in mercati regolamentati.
Il collegamento della società denoto una situazione di interferenza meno intensa, rappresentata da
un’influenza notevole ma non dominante. Sussistono molte incertezze sulla delimitazione del concetto:
 È ipotizzabile un controllo di carattere contrattuale?
 può esistere un collegamento indiretto?

Distinzione tra controllo e collegamento


Controllo  coincide con il concetto di influenza dominante
Collegamento  coincide con il concetto di influenza notevole

3. Gli effetti del controllo sulla disciplina del bilancio di esercizio, del bilancio consolidato, sulle
operazioni con parti correlate e sulle partecipazioni reciproche

82
4. Controllo e collegamento di società aventi sede in paesi che non garantiscono trasparenza
societaria
Le società quotate o diffuse che controllino o siano collegate a società con sede in paesi in cui ordinamenti
non garantiscono la trasparenza della costituzione, della situazione patrimoniale e finanziaria, della
gestione della società sono sottoposte a particolari obblighi, soprattutto riguardanti la redazione dei bilanci

5. Dal controllo al gruppo nuova disciplina dell’attività di direzione e coordinamento


Il controllo e l'influenza che una società può esercitare su un'altra in base alle previsioni dell'art 2359 c.c.
non danno vita necessariamente ad un gruppo di società
Si ha la nascita di un gruppo quando il controllo, o altra situazione di influenza, si evolve in attività di
direzione e coordinamento svolta effettivamente è sistematicamente per realizzare un progetto
economico unitario

Art 24978 sexies cc si presume che l'attività di direzione e coordinamento di società sia esercitata dalla
società o ente tenuto al consolidamento dei loro bilanci o che comunque le controlla si sensi dell'art. 2359 cc
 L'esercizio di tale attività comporta che le decisioni strategiche delle società del gruppo (vendite, personale,
organizzazione) vengano prese dalla società capogruppo, ed eseguite dalle società controllate anche ma non
necessariamente attraverso organi comuni.
 La società di vertice si ingerisce nella gestione delle società stesse, dirigendone e coordinandone le attività 
la direzione unitaria consiste nell’imposizione agli organi direttivi delle società controllate di decisioni
provenienti dalla società dominante e si traduce in direttive impartite dalla holding.

Quindi l'attività di direzione e coordinamento determina necessariamente un ridimensionamento dei poteri degli
amministratori delle società etero dirette e impone una lettura particolare della disciplina del conflitto di interessi
per gli organi delle varie società del gruppo.

Tendenzialmente il legame di gruppo e un vantaggio per le società che vi appartengono, ma le decisioni


della capogruppo tutelano l'interesse del gruppo nel suo complesso e non sempre l'interesse della
società controllata  può accadere che il patrimonio della controllata venga impegnato in operazioni
infragruppo dalle quali la società, i suoi soci e i suoi creditori subiscono un pregiudizio. Le operazioni
infragruppo trovano una adeguata giustificazione economica nei vantaggi compensativi che la singola unità
pregiudicata può trarre da uno più ampia politica di gruppo e talvolta dalla sua stessa appartenenza allo
stesso.

Art 2497 c.c.  RESPONSABILITÀ


Le società o gli enti che, esercitando attività di direzione e coordinamento di società, agiscono nell'interesse
imprenditoriale proprio o altrui in violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale
delle società medesime, sono direttamente responsabili nei confronti dei soci di queste per il pregiudizio
arrecato alla redditività ed al valore della partecipazione sociale, nonché' nei confronti dei creditori sociali
per la lesione cagionata all’integrità del patrimonio della società.
 La disposizione cerca di circoscrivere la responsabilità ed attenuare le conseguenze delle nuove norme

Non vi è responsabilità quando il danno risulta mancante alla luce del risultato complessivo dell’attività di
direzione e coordinamento ovvero integralmente eliminato anche a seguito di operazioni a ciò dirette.
 Il legislatore allude ai danni compensativi

Risponde in solido chi abbia comunque preso parte al fatto lesivo e, nei limiti del vantaggio conseguito, chi
ne abbia consapevolmente tratto beneficio.
83
 Le prospettive applicative della disposizione sono molto ampie, consente di estendere la responsabilità
sia a ideatori, esecutori, beneficiari dell’attività dannosa

Art 2397 bis e ter cc  PUBBLICITÀ


La società o l'ente soggetta a attività di direzione e coordinamento deve indicare la propria
soggezione negli atti, nella corrispondenza, nonché' nel RI l’inizio e la fine della situazione.

Le decisioni delle società soggette ad attività di direzione e coordinamento, quando da questa influenzate,
debbono essere analiticamente motivate e recare puntuale indicazione delle ragioni e degli interessi la cui
valutazione ha inciso sulla decisione

Art 2397 quater c.c. DIRITTO DI RECESSO


l socio di società soggetta ad attività di direzione e coordinamento può recedere:
 quando la holding ha deliberato una trasformazione del suo scopo ovvero del suo oggetto sociale
consentendo l'esercizio di attività che alterino in modo sensibile le condizioni economiche e
patrimoniali della società soggetta ad attività di direzione e coordinamento;

 quando a favore del socio sia stata pronunciata, con decisione esecutiva, condanna di chi esercita
attività di direzione e coordinamento.

 all'inizio ed alla cessazione dell’attività di direzione e coordinamento, quando non si tratta di una
società con azioni quotate in mercati regolamentati e ne deriva un'alterazione delle condizioni di
rischio dell'investimento e non venga promossa un'offerta pubblica di acquisto.

Art 2497 quinquies c.c.  FINANZIAMENTO DELL’ATTIVITÀ


Ai finanziamenti effettuati a favore della società da chi esercita attività di direzione e coordinamento nei
suoi confronti o da altri soggetti ad essa sottoposti si applica l'articolo 2467
 Finanziamenti dei soci in favore delle SRL

6. I gruppi nella legislazione speciale


Le leggi speciali prevedono ipotesi specifiche dei gruppi di società, con regole che in parte divergono con
quelle del codice.
1. Gruppi bancari  VEDI DOPO
2. Gruppi di intermediazione finanziaria  la disciplina nel TUF è più frammentaria.
La nozione di gruppo è determinata dalla Banca d'Italia, sentita la Consob.
La Banca d'Italia ha la facoltà di impartire alla capogruppo (sim, società di gestione del risparmio o
società finanziari) disposizioni riferite al complesso dei soggetti che fanno parte del gruppo.
La Banca d'Italia e la Consob hanno vasti poteri di informazione ed ispettivi.
3. Gruppo assicurativo

7. Il gruppo insolvente
Uno dei maggiori pericoli che derivano dalla realtà dei gruppi e quello dell'insolvenza delle imprese che ne
fanno parte.
L’attività di direzione e coordinamento consente di distribuire in maniera anomala il rischio del dissesto,
concentrando le attività più rischiose in capo a società scarsamente patrimonializzate e destinate ad
essere al momento opportuno sacrificate senza conseguenze per la stabilità dell’intero gruppo.
84
La diversa personalità giuridica del gruppo sottrae alla responsabilità patrimoniale gestoria che ha
effettivamente deciso le strategie e adottato le decisioni che hanno determinato l’insolvenza della singola
società  la società holding risponde illimitatamente delle obbligazioni e delle partecipate

In caso di insolvenza dell’intero gruppo poi accade spesso che il dissesto riguardo informalmente solo
alcune società e non altre, con la conseguenza di dover ricorrere a complesse manovre giudiziarie per
distribuire il danno in maniera equa tra i soci ai creditori di tutte le società del gruppo.

Il legislatore si è occupato di questi problemi soprattutto nell'ambito della procedura dell’amministrazione


straordinaria delle grandi imprese insolventi.

85
SEZIONE XII  LE SOCIETÀ CON AZIONI QUOTATE

APPUNTI  SOCIETÀ CHE FANNO RICORSO AL MERCATO DEL CAPITALE DI RISCHIO


La distinzione SPA quotate e non quotate era presente anche prima della riforma del 2003, che ha
mantenuto la suddivisione nel momento in cui si distingue nel 2325 bis:
 SPA CHIUSE  non fanno ricorso al mercato di capitale di rischio, cioè al pubblico per acquisire soci e
capitale. Vi rientrano le società a base azionaria ristretta, imprese di dimensioni medio/piccole.
Sono lo strumento attraverso il quale gli imprenditori vogliono esercitare un’attività ma limitando il
loro rischio al capitale che hanno conferito per la costituzione.

 SOCIETÀ APERTE  fanno ricorso al mercato del capitale di rischio.


I soci risultano reclutati tra il pubblico degli investitori.
Sono funzionali non ai soggetti che intendono esercitare un’attività di impresa, ma ai soggetti che
intendono effettuare un investimento in un’attività di impresa esercitata da altri.
Vi rientrano
o SOCIETÀ EMITTENTI DI AZONI QUOTATE IN MERCATI REGOLAMENTATI
o SOCIETÀ CON AZIONI DIFFUSE TRA IL PUBBLICO IN MANIERA RILEVANTE

Si dà così luogo ad una disciplina organizzata in maniera complessa.


 C’è uno statuto comune, generale per TUTTE LE SPA, la disciplina dettata grossomodo per le società
chiuse. È elevata, ove non sia derogata dalla disciplina speciale delle società aperte, a disciplina
generale di tutte le società
GENERALE
 Vi è poi una disciplina speciale per le società aperte, dettata per le società che hanno azioni diffuse al
pubblico in misura rilevante, che rappresenta la disciplina generale delle società che fanno ricorso al
mercato del capitale di rischio.
SPECIALE
 All’interno di quest’ultima c’è una disciplina speciale per le società aperte che hanno un capitale
diffuso tra il pubblico e hanno le loro azioni quotate nei mercati regolamentati.
La loro disciplina è in parte ricavata da quella nicchia contenuta nella società con capitale diffuso tra il
pubblico e nel TUF  d.lgs. 58/1998, il TUF
SUPER SPECIALE, prevalgono anche sulle disposizioni del cc per le società che fanno ricorso al mercato
del capitale di rischio.

SPA CHIUSE
GENERALE

SPA APERTE - DIFFUSE

SPA
APERTE,
DIFFUSE E
QUOTATE

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Il legislatore della riforma ha caratterizzato la disciplina delle società aperte
 dal punto di vista formale da un maggiore grado di imperatività
 dal punto di vista sostanziale da una maggiore tutela del socio non in quanto imprenditore ma in
quanto investitore

NELLE SOCIETÀ APERTE IL SOCIO NON è PIU IMPRENDITORE, sono così tanti che nessuno influisce più sulla
gestione, MA DIVENTA INVESTITORE, soggetto che ha ritenuto che partecipare ai profitti che verranno
conseguiti attraverso l’esercizio dell’impresa sociale a cui lui non partecipa sia conveniente. (persone
fisiche: risparmiatori, società: investitori).
I risparmiatori che, acquistando azioni in un mercato del capitale di rischio, diventano soci di una SPA
aperta quotata intendono affidare i loro risparmi alla gestione altrui e non pensano affatto a occuparsi di
problemi gestionali.
La loro attesa di tutela non riguarda la partecipazione alla gestione, quanto all’adeguata, veritiera e
corretta e tempestiva informazione sui rischi del loro investimento e sull’andamento dell’impresa sociale,
e di poter vendere nel modo più rapido possibile le azioni se l’investimento non pare più conveniente alla
luce del reale andamento dell’impresa sociale.

La circostanza che le sottocategorie siano dallo stesso legislatore ricondotte alla categoria delle società che
fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, fa capire che hanno in comune alcune esigenze di disciplina
che non si riscontrano alle società chiuse.

 Maggiore rigidità della disciplina  la società attinge al pubblico risparmio generalizzato e le sue
azioni sono sottoscritte da investitori che investono i loro risparmi per godere della gestione altrui. Il
legislatore non può non preoccuparsi di tutelarli nei confronti dei soci imprenditori, ovvero gli azionisti
di comando, di fatto i veri padroni della società e i soli ad occuparsi della gestione sociale

 Assicurare il buon funzionamento per la tutela dei soci che non partecipano alla gestione  la
diffusione di azoni in un pubblico di piccoli inventori importa la mancanza di una loro rappresentativa
nella vita sociale. Gli azionisti risparmiatori non sono personalmente interessati all’esercizio di diritti
amministrativi e di voto che tradizionalmente il diritto delle società riconosce ai soci.
Inoltre, chi si sobbarcherebbe l’impegno e la spesa di andare a presenziare all’assemblea della fiat, ad
esempio, a Roma, pur sapendo della scarsa rilevanza del proprio voto? questo però non deve far
credere che il piccolo azionista non abbia interesse al diritto di voto, come se per lui fosse indifferente
acquistare azioni con o senza diritto di voto, sul mercato ha un valore superiore. Il voto attribuisce
all’azione un valore aggiunto, realizzabile dal socio ne momento in cui egli decide di cederla a qualcuno
che sia effettivamente interessato a diventare socio imprenditore acquisendone un pacchetto
significativo.
Resta il fatto che il mancato esercizio da parte degli azionisti di risparmio, durante la permanenza del
ruolo di azionista, del diritto di voto, può impedire il raggiungimento dei quorum necessari per il
regolare funzionamento dell’assemblea, quindi, con un effetto domino per gli altri organi.
Sarà necessario coordinare il disinteresse dei piccoli azionisti diffusi alla partecipazione alle assemblee
con l’esigenza che le decisioni commesse all’assemblea possano essere prese sulla base di un numero
di azionisti sufficienti ad assumere delibere valide.

 Esigenze di natura tecnica relative ai mezzi di comunicazione adeguati al numero prevedibilmente


elevato dei loro soci e risparmiatori che potrebbero essere interessati a diveltarlo.
Diventano sempre più importanti forme di convocazione di tipo mediatico come la pubblicazione sul
giornale, un avviso sul sito internet, comunicazioni per posta elettronica o radiotelevisione, così come

87
strumenti di formazione della volontà degli azionisti, tenuto conto che non si può affittare uno stadio
per convocare la presenza contestuale di centinaia di miglia di soggetti per partecipare all’assemblea
della spa quotata.

LE SOCIETÀ QUOTATE
1. Linee di politica legislativa
EMITTENTI QUOTATI
 Soggetti italiani o esteri che emettono strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato
italiano
 Emittenti quotati aventi l'Italia come Stato membro d'origine
 emittenti azioni ammesse alle negoziazioni mercati regolamentati italiani o di altro Stato
membro della comunità europea, aventi sedi in Italia
 emittenti aventi sede in uno stato non appartenente all’UE che hanno scelto l'Italia come Stato
membro d'origine

2. La trasparenza degli assetti proprietari. Art 120 TUF


CONSOB  commissione nazionale per le società a e borsa, autorità italiana per la vigilanza dei mercati
finanziari istituita nel 1974.
Persona giuridica pubblica, indipendente dall’esecutivo, alla quale inizialmente erano stati attribuititi
compiti di vigilanza sulle società quotate in borsa.
Oggi dispone di estesi poteri all’intero mercato mobiliare, con particolare riguardo ai soggetti che vi
operano, specie al fine di assicurare la trasparenza e la correttezza dei loro comportamenti  controllo
volto ad assicurare l’adempimento degli obblighi di informazione al pubblico dei risparmiatori che gravano
sulle società quotate aventi sede in Italia e ammesse alla negoziazione nei mercati regolamentati italiani o
di altro stato membro della CE.

TRASPARENZA DEGLI ASSETTI PROPRIETARI


Obbligo di comunicazione sussiste solo per le partecipazioni che possono avere una incidenza significativa
sul potere di gestione della società.

Partecipazioni, art 1 TUF  le azioni, le quote e gli altri strumenti finanziari che attribuiscono diritti
amministrativi o comunque quelli previsti dall'art 2351 cc.
 Art 2351 c.c.  diritto di voto su argomenti specificamente indicati/ possibilità di nomina di un
componente indipendente del CDA o del consiglio di sorveglianza o di un sindaco. Ù

Coloro che partecipano in un emittente azioni quotate avente l'Italia come Stato membro d'origine in
misura superiore al 3% del CS ne danno comunicazione alla società partecipata e alla CONSOB.
Nel caso in cui l'emittente sia una PMI, tale soglia è pari al 5%
 CS  quello rappresentato da azioni con diritto di voto

La CONSOB può, con provvedimento motivato da esigenze di tutela degli investitori, di efficienza e
trasparenza del mercato prevedere, per un limitato periodo di tempo, soglie inferiori a quella indicata,
per società ad elevato valore corrente di mercato e ad azionariato particolarmente diffuso
88
TRASPARENZA NELLE VARIAZIONI DELLE PARTECIPAZIONI RILEVANTI
La trasparenza imposta anche per le variazioni delle partecipazioni rilevanti, sia un aumento sei
diminuzione.
È demandato alla Consob per l'individuazione delle variazioni che comportano l'obbligo di comunicazione, e
il regolamento emittenti prevede che sia comunicato alla società quotata e alla Consob il superamento
delle soglie percentuali del 2, 5, 10, 15, 20, 25… fino a 50 e la riduzione entro le medesime soglie.

La comunicazione è effettuata entro 5 gg dall’operazione idonea a determinare il sorgere dell'obbligo.


La Consob pubblica in luogo degli emittenti azioni quotate le informazioni acquisite entro i 3 gg di
negoziazione successivi al ricevimento della comunicazione.

In caso di omessa comunicazione, sanzioni


 amministrativa
 civile  sospensione del diritto di voto inerente alle azioni quotate o agli altri strumenti finanziari
per i quali sono state omesse le comunicazioni; la sospensione colpisce solo le azioni eccedenti la
soglia e non l'intera partecipazione, mentre le variazioni diminuzione dovrebbero colpire solo i titoli
che hanno determinato il superamento della soglia che ne imponeva l'obbligo di comunicazione.
È prevista l’annullabilità della deliberazione assunta con il voto determinante delle azioni o degli
strumenti finanziari per i quali l'esercizio del relativo diritto non poteva essere esercitato

3. La disciplina delle partecipazioni reciproche


Per le società non quotate la disciplina delle partecipazioni reciproche si riduce a quella dettata dall’art
2359 bis cc  La società controllata non può acquisire una partecipazione superiore al 10% del CS della
controllante. In caso di violazione Viene inibito il diritto di voto nell'assemblea della controllante nella
controllata

Il legislatore sottopone a diversi vincoli l'acquisizione di partecipazioni reciproche, quando anche una
soltanto delle società coinvolte sia quotata, LASCIANDO FERMO IL DISPOSTO EX ART 2359 bis c.c.
 meglio tutelare il capitale sociale contro fenomeni di annacquamento
 evitare che gli amministratori delle società, facendo acquistare dalle società che amministrano
partecipazioni in altre società e da queste ultime partecipazioni nelle prime, si pongano nelle
condizioni di controllare interi gruppi senza essere titolari di molte azioni, quindi, senza rischiare in
modo significativo propri capitali personali.

Art 121 TUF


Le partecipazioni reciproche che coinvolgono almeno una società quotata sono vietate quando superino,
da entrambi i lati, la soglia prevista per l'obbligo di comunicazione, ovvero il 3% del capitale rappresentato
da azioni con diritto di voto.
 il limite negli altri paesi membri è molto superiore

La norma non si applica nell’ipotesi in cui una delle due società coinvolte abbia già il controllo dell'altra 
applicazione art 2359 bis c.c.
In caso di violazione, la società che ha superato il limite successivamente non può esercitare il diritto di
voto inerente alle azioni eccedenti e deve alienarle entro 12 M dalla data in cui ha superato il limite.

89
In caso di mancata alienazione entro il termine previsto la sospensione del diritto di voto si estende
all'intera partecipazione della società inadempiente
 Se non è possibile accertare quale delle due società ha superato il limite, successivamente, la
sospensione del diritto di voto e l'obbligo di alienazione si applicano a entrambe
 Qualora il voto venga esercitato ugualmente e si rivela determinante per l'assunzione di una
deliberazione assembleare, questa è annullabile; impugnazione può essere proposta anche dalla
Consob nel termine di 6 M (anche nelle ipotesi successive.)

Il limite è elevato al 5 %, ovvero, nei casi di piccolo e medio emittente, al 10%, a condizione che il
superamento della soglia da parte di entrambe le società abbia luogo a seguito di un accordo
preventivamente autorizzato dall'assemblea ordinaria delle società interessate
 Le partecipazioni reciproche e sono spesso un modo per dare maggiore efficienza a possibili
aggregazioni industriali
 un accordo autorizzato dall’assemblea dovrebbe evitare che la partecipazione reciproca sia acquisita
dai gruppi di comando solo per consolidare il proprio potere e consentire ai soci di verificare se
l'incrocio azionario risponda un loro interesse

I limiti potrebbero essere aggirati se concernessero soltanto l'acquisizione diretta di una società in un'altra
 si deve tener conto anche delle partecipazioni possedute tramite società controllate o per interposta
persona e quelle realizzate attraverso rapporti di gruppo
 la sanzione la sospensione del diritto di voto relativo ai titoli eccedenti il limite, ma NON è previsto
l'obbligo di alienazione

I limiti non si applicano in caso di superamento a seguito di un'offerta pubblica di acquisto o di scambio
diretto a conseguire almeno il 60% delle azioni ordinarie
 evitare che diventino un ostacolo alla circolazione dei diritti proprietari

4. I patti parasociali, art 122 TUF


L’esistenza di un patto parasociale può incidere sull’assetto dei diritti proprietari sotto il profilo
 della loro circolazione (sindacati di blocco)
 della loro effettiva rilevanza nella gestione (sindacati di voto).

LA FATTISPECIE
1. SINDACATI DI VOTO  convenzioni che introducono una qualsiasi deroga allo statuto o alla legge in
ordine alla titolarità/modalità di esercizio del diritto di voto nelle società con azioni quotate e nelle
società che le controllano
NON rientrano
 convenzioni che abbiano ad oggetto il trasferimento dell'azione o la costituzione di diritti reali
sulla stessa, poiché in questa ipotesi la modificazione della titolarità o delle regole di esercizio
del voto sono la conseguenza legislativa della modificazione di altre situazioni giuridiche,
anche se lo scopo ultimo di coloro che trasferiscono la titolarità sia dare un assetto giuridico
più stabile ad una convenzione di voto
 i negozi di conferimento della rappresentanza per l'esercizio del voto

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2. PATTI DI CONSULTAZIONE  istituiscono obblighi di preventiva consultazione per l'esercizio del
diritto di voto nelle società con azioni quotate e nelle società che le controllano.
non impongono però alcun vincolo all’esercizio del diritto di voto in assemblea.
Esclusi quelli che prevedono una mera facoltà alla consultazione

3. SINDACATI DI BLOCCO  pongono limiti alla circolazione delle azioni o di strumenti finanziari che
attribuiscono diritti di acquisto o di sottoscrizione delle stesse;
 anche quelli che prevedono l’intrasferibilità assoluta delle azioni
 clausole di prelazione o di gradimento

4. Aventi per oggetto o per effetto l'esercizio anche congiunto di un'influenza dominante su una
società quotata o sulla società che la controlla
5. Volti a favorire o a contrastare il conseguimento degli obiettivi di un'offerta pubblica di acquisto o
di scambio

LA DISCIPLINA
La disciplina dettata dal TUF non è stata toccata dalla riforma del diritto societario del 2003, che si è
occupata dei patti parasociali per le SPA non quotate.
LE DISPOSIZIONI DEL c.c. NON SI APPLICANO AI PATI DELLE SOCIETÀ QUOTATE

OBBLIGHI PUBBLICITARI
I patti, entro 5 gg dalla stipulazione sono:
1. comunicati alla Consob;
2. pubblicati per estratto sulla stampa quotidiana;
3. depositati presso il RI del luogo ove la società ha la sua sede legale;
4. comunicati alle società con azioni quotate,

Sanzioni previste per inadempimento


 nullità del patto  ha sollevato notevoli discussioni
o secondo alcuni doveva stabilirsi l’inefficacia del patto, sanabile con adempimento tardivo
o secondo alcuni doveva stabilirsi una inefficacia insanabile
la nullità costituisce uno strumento più efficace al fine di incentivare la pubblicazione dell’atto  la
mera inefficacia porterebbe le parti che non abbiano pubblicato il patto a farlo solo nell’ipotesi in cui
sorga una controversia.
 sospensione del diritto di voto inerente alle azioni quotate per le quali non sono stati adempiuti 
annullabilità delle deliberazioni assembleari assunte con voto determinante delle relative azioni, che
può essere fatta valere anche alla Consob.

DURATA DEI PATTI E DIRITTO DI RECESSO, art 123


 A tempo determinato  non possono avere durata superiore a tre anni e si intendono stipulati per
tale durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore;
o i patti sono rinnovabili alla scadenza Allo scadere del termine si impone la cessazione del
rapporto, per cui sono esclusi tutti i meccanismi di rinnovo che sono propri delle tecniche di
modificazione dei rapporti contrattuali, es rinnovo totale tacito
o Gli azionisti che intendano aderire a un'offerta pubblica di acquisto o di scambio promossa
possono recedere senza preavviso
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 A tempo indeterminato  ciascun contraente ha diritto di recedere con un preavviso di sei mesi

5. La struttura finanziaria  azioni, azioni di risparmio, obbligazioni

LE AZIONI
 Art 127 quater, maggiorazione del dividendo  gli statuti possono disporre che ciascuna azione
detenuta dal medesimo azionista per un periodo continuativo indicato nello statuto, comunque non
inferiore ad un anno o al minor periodo intercorrente tra due date consecutive di pagamento del
dividendo annuale, attribuisca il diritto ad una maggiorazione non superiore al 10% del dividendo
distribuito alle altre azioni.
Questo purché lo stesso azionista non detenga una partecipazione superiore allo 0,5% del capitale
della società

 Art 127 quinquies, azioni con voto maggiorato  non costituiscono una nuova categoria di azioni, e
la loro introduzioni non attribuisce il diritto di recesso al socio dissenziente alla delibera sulla sua
introduzione.

Gli statuti possono disporre che sia attribuito voto maggiorato, fino a un max di due voti, per ciascuna
azione appartenuta al medesimo soggetto per un periodo continuativo non inferiore a 24 mesi.
È possibile anche una maggiorazione frazionata, a favore delle azioni rimaste nella disponibilità del
medesimo soggetto per almeno 2 anni.

La maggiorazione si estende alle azioni di nuova emissione in caso di aumento di capitale

Una fluttuazione eccessiva del CS può dare il senso di una tendenziale inaffidabilità della società, la
permanenza un sintomo di fiducia. Si può premiare la fedeltà dei soci con la maggiorazione delle
rispettive azioni sotto un profilo amministrativo, cioè far pesare di più nell’espressione del voto.
Se lo statuto non dispone diversamente, la cessione dell'azione a qualsiasi titolo comporta il venir
meno della maggiorazione del voto, salvo che in caso di successione a causa di morte della persona
fisica o in caso di fusione e scissione della società.

Le azioni a voto maggiorato


 Incentivano la fedeltà dei soci
 Costituiscono un rafforzamento della posizione dei soci di controllo  essendo soci di
controllo non hanno intenzione di vendere le azioni, per loro è fisiologico trattenerle e mentre
lo fanno raddoppiano il voto.
Questo effetto è stato criticato, perché rende più difficile la scalata di società dotate di azioni a
voto maggiorato da parte di chi voglia contenderne il controllo, e questo sarà possibile senza
che i soci di maggioranza, per difendersi dalla scalata, abbiano necessità di provvedere il
medesimo e più elevato numero di azioni rispetto al concorrente, che avrebbero dovuto
acquistare nel caso di azioni a voto unico per rafforzare la loro posizione di maggioranza relativa.

LE AZIONI DI RISPARMIO, art 145 TUF


Sono state introdotte con la l 216/1974
 potevano essere create solo da società le cui azioni ordinarie fossero già quotate in borsa

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 attribuivano ai possessori molteplici vantaggi patrimoniali, aventi un contenuto minimo stabilito
dalla legge.
 veniva predisposta per legge un’organizzazione dei possessori di azioni di risparmio

Nell’intenzione del legislatore, tutto ciò avrebbe dovuto costituire forza attrattiva per i piccoli azionisti,
dei quali le azioni di risparmio sarebbero dovute diventare il titolo prediletto e allo stesso tempo assicurare
al gruppo di controllo il controllo della società con una minore partecipazione al CS, quindi un minor costo.

L’esperienza non ha confermato questa previsione  secondo l’opinione corrente i vantaggi patrimoniali
concessi dalla legge, e che le società si guardavano bene dal migliorare, non erano sufficienti a bilanciare il
loro minor prezzo in borsa, a causa proprio della mancanza del diritto di voto.

La disciplina è stata riformata con il TUF, anche se in modo abbastanza poco convincente.
Le società italiane con azioni quotate in mercati regolamentati italiani o di altri paesi dell'UE possono
emettere azioni prive del diritto di voto, dotate di particolari privilegi di natura patrimoniale.

L'atto costitutivo determina il contenuto del privilegio, le condizioni, i limiti, le modalità e i termini per il
suo esercizio; stabilisce altresì i diritti spettanti agli azionisti di risparmio in caso di esclusione dalle
negoziazioni delle azioni ordinarie o di risparmio.
 Consente alle società di stabilire a loro piacimento il contenuto dei privilegi patrimoniali, senza
dover rispettare alcun livello minimo

Le azioni devono contenere, in aggiunta alle indicazioni prescritte dall'art 2354 del c.c., la denominazione
di azioni di risparmio e l'indicazione dei privilegi che le assistono; possono essere al portatore.
Le azioni appartenenti agli amministratori, ai sindaci e ai direttori generali devono essere nominative.

È rimasta l’organizzazione degli azionisti di risparmio, composta da


 ASSEMBLEA SPECIALE
o nomina il rappresentante e delibera sull’azione di responsabilità nei suoi confronti
o delibera sull’approvazione delle deliberazioni dell'assemblea dei soci che pregiudicano i diritti
della categoria, con voto favorevole di tante azioni che rappresentino almeno il 20% delle azioni di
categoria
 RAPPRESENTANTE COMUNE  Nominato dall’assemblea degli azionisti di risparmio.
o dura in carica al massimo tre anni
o Deve provvedere all'esecuzione delle deliberazioni assunte dall’assemblea speciale
o può assistere alle assemblee dei soci e impugnare le deliberazioni

6. Il governo delle società quotate

L’ASSEMBLEA, art 125 bis TUF


l'occasione e la sede nelle quali le minoranze e gli investitori istituzionali possono far sentire la propria voce
e svolgere una positiva azione di controllo sulle scelte gestionali.

CONVOCAZIONE
L’assemblea è convocata mediante avviso pubblicato sul sito Internet della società entro 30 GG
precedente la data dell’assemblea, nonché con le altre modalità ed entro i termini previsti dalla Consob.
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Nel caso di assemblea convocata per l'elezione mediante voto di lista dei componenti degli organi di
amministrazione e controllo, il termine per la pubblicazione dell'avviso di convocazione è anticipato 40 GG
precedente la data dell'assemblea.
 Allungamento dei termini rispetto ai 15 previsti per la SPA  consentire la sollecitazione e raccolta
di deleghe di voto in tempi fisiologici.

L'assemblea può essere convocata anche dal collegio sindacale o da almeno 2 membri dello stesso, previa
comunicazione al presidente del CDA.

CONTENUTO AVVISO DI CONVOCAZIONE


Contenuto diffuso  evitare al socio qualsiasi sorpresa su oggetto della deliberazione e modalità di
funzionamento dei lavori assembleari
 l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo dell'adunanza nonché l'elenco delle materie da trattare 
come nelle SPA chiuse
 una descrizione chiara e precisa delle procedure da rispettare per poter partecipare e votare in
assemblea
 la data indicata nell'articolo 83-sexies (legittimazione ad intervenire in assemblea) con la precisazione
che coloro che diventeranno titolari delle azioni successivamente non avranno il diritto di intervenire e
votare in assemblea;
 le modalità e i termini di reperibilità del testo integrale delle proposte di deliberazione, unitamente
alle relazioni illustrative, e dei documenti che saranno sottoposti all'assemblea

DIRITTO ALL’INFORMAZIONE PREASSEMBLEARE


Vi sono numerose disposizioni che infittiscono gli obblighi informativi delle società con azioni quotate,
Queste norme inoltre dispongono che l’informativa dovuta al pubblico dei risparmiatori sia la stessa
dovuta ai soci, rendendo ancora più evidente il fenomeno dell’assorbimento dell’informazione dei soci
delle informazioni destinate al pubblico.
I risparmiatori
 se soci devono essere messi nelle condizioni di decidere a ragion veduta se uscire o restare nella
società
 se non soci devono essere messi nelle condizioni di decidere a ragion veduta se entrare a far parte
della società o di un’altra quotata in borsa.

L’organo di amministrazione, entro il termine di pubblicazione dell’avviso di convocazione


dell’assemblea, deve mettere a disposizione del pubblico presso la sede sociale, sul sito internet della
società e con le altre modalità preiste dalla consob, una relazione sulle materie all’ordine del giorno.

In occasione di operazioni straordinarie (fusioni, scissioni) la società deve provvedere al deposito di


numerosi altri atti, in aggiunta a quelli previsti dal cc e che quasi tutti siano messi a disposizione sia dei soci
che del pubblico.

Entro il termine di pubblicazione dell'avviso di convocazione sono messi a disposizione sul sito internet
della società
 i documenti che saranno sottoposti in assemblea
 i moduli che gli azionisti hanno la facoltà di utilizzare per il voto di delega o di corrispondenza

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Entro 5 giorni dalla data dell'assemblea è reso disponibile sul sito internet della società un rendiconto
sintetico delle votazioni

INTEGRAZIONE DELL’ORDINE DEL GIORNO


I soci che, anche congiuntamente, rappresentino almeno 1/40 del CS possono chiedere, entro 10 gg dalla
pubblicazione dell'avviso di convocazione dell'assemblea, l'integrazione dell'elenco delle materie da
trattare.
L'integrazione non è ammessa per gli argomenti sui quali l'assemblea delibera, a norma di legge, su
proposta dell’organo di amministrazione o sulla base di un progetto o di una relazione da essi
predisposta, A meno che gli amministratori non facciano propria l’integrazione e presentino la proposta.
I richiedenti predispongono una relazione sulle materie di cui si propone la trattazione. questa verrà
consegnata all’organo di amministrazione che la metterà a disposizione del pubblico, accompagnata dalle
proprie eventuali valutazioni.

L'integrazione dovrà essere effettuata dal CDA e resa pubblica entro 15 gg prima della riunione.
Qualora l'integrazione non sia eseguita, potrà avvenire ad opera del collegio sindacale ho del tribunale

DIRITTO DI INTERVENTO IN ASSEMBLEA


Disciplina profondamente innovata dal d.lgs. n. 27/2010, art 83 sexies TUF
La legittimazione all'intervento in assemblea e all'esercizio del diritto di voto è attestata da una
comunicazione all'emittente, effettuata dall'intermediario in favore del soggetto a cui spetta il diritto di
voto.

L'intermediario effettua la comunicazione sulla base delle evidenze relative al termine della giornata
contabile del 7 gg di mercato aperto precedente la data fissata per l'assemblea (RECORD DATE)

L’irrilevanza ai fini della legittimazione all’intervento in assemblea delle registrazioni successive al


termine indicato nella norma, rende possibile l'intervento anche di chi non è più proprietario dell’azione
al momento della riunione assembleare  è possibile che le azioni per le quali l'intermediario abbia
eseguito la comunicazione alla società emittente siano state nel frattempo vendute, senza che ciò incida
sulla partecipazione all'assemblea  la conserva che era proprietario alla data della registrazione e non lo
acquista chi lo è divenuto successivamente e fino all'apertura della riunione  EMPTY VOTING

Il soggetto in favore del quale sia stata eseguita la registrazione successivamente al termine indicato è
considerato assente alla riunione al fine della impugnativa della delibera.

IL VOTO PER CORRISPONDENZA


Non è facile per il socio partecipare all’assemblea che si trova in una città straniera perché la società ha una
sede all’estero o si trova semplicemente molto lontano, avendo investito in quella società un valore
marginale.
Allo scopo di consentire ai soci che non ritengono di intervenire alla riunione di concorrere all'assunzione
delle deliberazioni assembleari è stata prevista la possibilità di esercitare il voto per corrispondenza; la
riforma del 2003 ha consentito allo statuto di tutte le SPA di ammettere il voto per corrispondenza o in
via elettronica. ma residua la specificità della disciplina dell'istituto per le quotate grazie all'esistenza della
normativa secondaria emanata dalla consob

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L'avviso di convocazione dovrà contenere l’avvertenza che il voto può essere esercitato anche per
corrispondenza, nonché le modalità e soggetti presso cui richiedere la scheda elettorale e il termine entro
il quale questa deve pervenire al destinatario.
La scheda di voto è consegnata dall’emittente a chiunque sia legittimato a partecipare all'assemblea ed è
predisposta in modo da garantire la segretezza del voto fino all'inizio dello scrutinio.
 deve contenere sempre la proposta di deliberazione
 deve permettere l'espressione del voto favorevole, contrario o astenuto  l'invio di una scheda in
bianco si intende come estensione
 consentita solo al titolare del diritto di voto virgola non ha delegato
 il voto deve pervenire alla società emittente entro il giorno precedente all'assemblea virgola e fino al
giorno prima il voto può essere revocato

LE DELEGHE DI VOTO
La disciplina della rappresentanza dei soci in società con azioni quotate non è la stessa che per le altre
categorie, dove bisogna andare fisicamente in assemblea o partecipare contestualmente alla riunione
assemblare quando viene indetta.
La rappresentanza è uno strumento idoneo a porre rimedio all’assenteismo dei piccoli azionisti, potendo
servire in assemblea a contrastare le decisioni contrarie ai loro interessi.

Il conferimento di una delega ad un rappresentante in conflitto di interessi è consentito purché il


rappresentante comunichi per iscritto al socio le circostanze da cui deriva tale conflitto e purché vi siano
specifiche istruzioni di voto per ciascuna delibera in relazione alla quale il rappresentante dovrà votare per
conto del socio.

Non valgono le disposizioni del c.c. relative al numero massimo dei soci che una stessa persona può
rappresentare in assemblea  NUMERO ILLIMITATO.

Le clausole statutarie che limitano in qualsiasi modo la rappresentanza nelle assemblee non si applicano
alle deleghe di voto conferite a seguito di una sollecitazione o raccolta  perseguono scopi ritenuti
primari dal legislatore.

 SOLLECITAZIONE DI DELEGHE, art 136 TUF  TENDE AD ACQUISIRE ADESIONI E CONSENSO


ATTORNO AD UNA SCELTA IMPRENDITORIALE.
Richiesta di conferimento di deleghe di voto rivolta a più di 200 azionisti su specifiche proposte di voto
ovvero accompagnata da raccomandazioni, dichiarazioni o altre indicazioni idonee a influenzare il
voto, da parte di promotori.

La sollecitazione è effettuata dai promotori tramite la diffusione di un prospetto e di un modulo di


delega
 Promotore  sia socio (solitamente titolare di una partecipazione consistente) o non socio.
Anche una pluralità di soci che operano congiuntamente.
Il previo accordo Sulla proposta da sottoporre ai soci non integra un patto parasociale, data la
transitorietà dell’accordo
o in assemblea vota in nome e per conto del delegante. È un suo dovere, in quanto
MANDATARIO

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 Prospetto  Da redigere secondo un modello previsto dalla Consob e deve contenere le
informazioni necessarie e sufficienti al conferimento consapevole della delega.
o Promotore ed emittente
o data di convocazione dell'assemblea e argomenti all'ordine del giorno
o proposte di voto per le quali si sollecitano le deleghe
o data a partire dalla quale si possono ritirare i moduli di delega

 Modalità di conferimento della rappresentanza  la delega è sottoscritta dal delegante e inviata


con la certificazione che attesta il diritto di voto in assemblea.
o è revocabile
o non può essere rilasciata in bianco.
o può essere conferita soltanto per singole assemblee già convocate, con effetto per le
eventuali convocazioni successive;
o può essere conferita anche solo per alcune delle proposte di voto indicate nel modulo di
delega o solo per alcune materie all'ordine del giorno  il rappresentante è tenuto a votare
per conto del delegante anche sulle materie iscritte all'ordine del giorno sulle quali abbia
ricevuto istruzioni, non oggetto della sollecitazione

 RACCOLTA DI DELEGHE, art 141 TUF  Richiesta di conferimento di deleghe di voto accompagnata da
raccomandazioni, dichiarazioni o altre indicazioni idonee ad influenzare il voto rivolto ai propri
associati dalle associazioni di azionisti

TENDE A RENDERE POSSIBILE AI PICCOLI AZIONISTI DI CONCORRERE ALLA FORMAZIONE DELLA


VOLONTÀ ASSEMBLEARE, riducendo i costi connessi con tale concorso, attraverso la creazione di un
punto di riferimento organizzativo, che non deve incidere sulla libertà del socio di determinare il
proprio voto  l’ASSOCIAZIONE NON CERCA CONSENSI.

 Le associazioni di azionisti
o sono costituite con scrittura privata autenticata;
o non esercitano attività di impresa, salvo quelle direttamente strumentali al raggiungimento
dello scopo associativo 
o sono composte da almeno 50 persone fisiche  sufficiente rappresentatività
o ciascuna delle quali è proprietaria di un quantitativo di azioni non superiore allo 0,1% del
capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto  non deve diventare uno
strumento al servizio dei grandi azionisti

 Raccolta  non è necessario alcun prospetto.


Si effettua attraverso la consegna gli associati della documentazione predisposta dall’emittente
in vista dell'assemblea e del modulo di delega

 Voto  gli associati potranno esprimere sia voto favorevole sia un voto contrario alla proposta
sulla quale viene chiamata deliberare l'assemblea

 RAPPRESENTANTE DESIGNATO DALLA SOCIETÀ CON AZIONI QUOTATE  Salvo che lo statuto
disponga diversamente, le società con azioni quotate designano per ciascuna assemblea un soggetto
al quale i soci possono conferire, entro la fine del secondo giorno di mercato aperto precedente la data
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fissata per l'assemblea, anche in convocazione successiva alla prima, una delega con istruzioni di voto
su tutte o alcune delle proposte all'ordine del giorno.
La delega ha effetto per le sole proposte in relazione alle quali siano conferite istruzioni di voto.

Servizio gratuito offerto dalla società ai suoi azionisti.

Doveri di correttezza e trasparenza  Il soggetto designato è tenuto a comunicare eventuali interessi


che per conto proprio o di terzi abbia rispetto alle proposte di delibera.
Mantiene la riservatezza sul contenuto delle istruzioni di voto ricevute fino all'inizio dello scrutinio.

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AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO INTERNO
La riforma non ha dettato norme troppo diverse da quelle dettate dal diritto comune.
Interventi più consistenti sono stati effettuati dalla legge di tutela del risparmio, l. n. 262/2005, che ha
cercato di contenere il rischio di comportamenti di malgoverno.

1. Consentire anche alle minoranze di essere rappresentate negli organi gestori


2. Si impongono vincoli ai piani di remunerazioni in azioni degli amministratori
3. Si cerca di rendere più efficiente e più indipendente il controllo dei sindaci

IL MODELLO TRADIZIONALE  L’AMMINISTRAZIONE, Art 147 ter


I componenti del CDA sono eletti sulla base di liste di candidati;
lo statuto determina la quota minima di partecipazione richiesta per la presentazione di esse, in misura
non 1/40 del CS o alla diversa misura stabilita dalla Consob.
 Se ci sono diversi gruppi di soci che raggiungono la quota ci saranno più liste.
 I candidati possono essere presentati solo in una lista.

Almeno uno dei componenti del CDA è espresso dalla lista di minoranza che abbia ottenuto il maggior
numero di voti e non sia collegata in alcun modo, neppure indirettamente, con i soci che hanno presentato
o votato la lista risultata prima per numero di voti

Almeno uno dei componenti del CDA, ovvero 2 se sia composto da più di 7 componenti, devono
possedere i requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci dall'art 148, comma 3, nonché, se lo statuto lo
prevede, gli ulteriori requisiti previsti da codici di comportamento redatti da società di gestione di mercati
regolamentati o da associazioni di categoria

Il riparto degli amministratori da eleggere deve essere effettuato in base a un criterio che assicuri
l'equilibrio tra i generi. Il genere meno rappresentato deve ottenere almeno 1/3 degli amministratori
eletti.
 Garantisce la presenza della quota rosa

IL VOTO DI LISTA
La lista che ottiene più voti in assembla ha diritto di nominare tutti gli amministratori meno uno, idem per il
collegio sindacale. La seconda lista, la prima tra le liste perdenti, ha diritto di nominare il restante membro.
Non ci potrà mai essere un intero CDA o collegio sindacale nominato dalla stessa maggioranza.

Questione pratica che spesso si pone e che viene regolata dagli statuti è se le liste debbano essere
necessariamente complete di tutti i membri che compongono CDA o CS, oppure se possono essere
costituite da un numero ridotto  es in una SPA con azioni quotate con una maggioranza consolidata, i soci
di minoranza che riescono a presentare una lista non avranno mai la speranza di superare la maggioranza
consolidata, quindi al massimo avranno diritto a 1 sindaco o membro del CDA, non vale la pena cercare 10
nomi quando dal 2 al 10 non saranno mai nominati.

Queste disposizioni consento la partecipazione alla vita della società di soci che, pur essendo di
minoranza, sono titolari di un pacchetto azionario di una qualche consistenza.

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Il ridimensionamento che queste disposizioni portano al principio per il quale nella SPA spetta ai soci di
maggioranza (in quanto soci che più rischiano) la nomina degli organi amministrativi e di controllo, appare
rispondere all’esigenza di fare partecipare, sia con poteri solo di controllo, i soci che pur avendo investito
meno hanno lo stesso investito capitali importanti.

IL COLLEGIO SINDACALE
Forte potere della Consob di ingerirsi nell’organizzazione della società

COMPONENTI
1. Lo statuto individua il numero dei sindaci, non inferiore a tre
2. La Consob deve stabilire con regolamento le modalità per l'elezione di un membro effettivo del
collegio sindacale da parte dei soci di minoranza
3. Il presidente è nominato dall’assemblea tra i sindaci eletti dalla minoranza

4. Con regolamento della CONSOB sono stabiliti limiti al cumulo degli incarichi di amministrazione e
controllo che i componenti del collegio sindacale possono assumere.
Stabilisce tali limiti avendo riguardo all'onerosità e alla complessità di ciascun tipo di incarico, anche
in rapporto alla dimensione della società e all'estensione e articolazione della sua struttura
organizzativa.
5. Non possono essere eletti sindaci e, se eletti, decadono dall'ufficio (ART 148 C 3)
 coloro che si trovano nelle condizioni previste dall'art 2382 c.c.
 il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della società, gli
amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori delle
società da questa controllate, delle società che la controllano e di quelle sottoposte a comune
controllo;
 coloro che sono legati alla società od alle società da questa controllate od alle società che la
controllano od a quelle sottoposte a comune controllo ovvero agli amministratori della società e ai
soggetti di cui alla lettera b) da rapporti di lavoro autonomo o subordinato ovvero da altri rapporti
di natura patrimoniale o professionale che ne compromettano l'indipendenza.

DOVERI
Il collegio sindacale vigila:
1. sull'osservanza della legge e dell'atto costitutivo;

2. sul rispetto dei principi di corretta amministrazione  Dovere degli amministratori di attenersi ad
uno scrupoloso perseguimento dell’interesse sociale. il controllo è mirato a verificare che non si
lasciano condizionare da interessi in conflitto con quelli della società, con una valutazione non della
convenienza delle operazioni ma soltanto della loro legittimità

3. sull'adeguatezza della struttura organizzativa della società per gli aspetti di competenza, del sistema di
controllo interno e del sistema amministrativo-contabile, con riguardo sull'affidabilità di quest'ultimo
nel rappresentare correttamente i fatti di gestione
 Adeguatezza sulla struttura organizzativa della società  Coerenza fra l'articolazione della
funzione amministrativa e della struttura aziendale con l'attività di impresa sociale. tale esame
non tende ad indicare quale fra le diverse strutture aziendali sia la più opportuna, ma se quella
adottata sia adeguata alla stregua dei doveri di diligenza e quali devono informare il loro
comportamento i gestori
100
 adeguatezza del sistema di controllo interno  Attività della struttura aziendale che deve
assicurare il rispetto delle regole dettate dal CDA

 adeguatezza sistema amministrativo-contabile  punto di contatto tra il controllo sulla


contabilità affidato alla società di revisione e quello del collegio sindacale; Questo non deve più
verificare a posteriori la correttezza delle rivelazioni effettuate, ma cercare tante sono assetto
amministrativo contabile si è in grado di assicurare una corretta rappresentazione dei fatti di
gestione. il collegio sindacale e del revisore legale si scambiano tempestivamente i dati le
informazioni rilevanti per l’espletamento dei rispettivi compiti.

4. sulle modalità di concreta attuazione delle regole di governo societario previste da codici di
comportamento redatti da società di gestione di mercati regolamentati o da associazioni di categoria,
cui la società, mediante informativa al pubblico, dichiara di attenersi  la violazione delle norme può
comportare la sospensione o l’esclusine dalla quotazione. Può giustificare azioni risarcitorie da parte di
soggetti che sul rispetto di quelle regole abbiano fatto affidamento

5. sull'adeguatezza delle disposizioni impartite dalla società alle società controllate

DOVERI DI INFORMAZIONE
 degli amm. nei confronti del collegio e dei singoli componenti  Gli amministratori riferiscono
tempestivamente, secondo le modalità stabilite dallo statuto e con periodicità almeno trimestrale, al
collegio sindacale sull'attività svolta e sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e
patrimoniale, effettuate dalla società o dalle società controllate;
 del collegio nei confronti dell’assemblea  il collegio riferisce sull'attività di vigilanza svolta, sulle
omissioni e sui fatti censurabili rilevati all'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio di
esercizio
 del collegio nei confronti della consob  il collegio deve informare la Consob delle irregolarità
riscontrate nella sua attività di vigilanza e trasmettere alla stessa i verbali delle riunioni e degli
accertamenti svolti.

POTERI DI INIZIATIVA
 il collegio può, previa comunicazione al presidente del CDA, convocare l'assemblea dei soci, il CDA
o il comitato esecutivo ed avvalersi di dipendenti della società per l'espletamento delle proprie
funzioni. I poteri di convocazione e di richiesta di collaborazione possono essere esercitati anche
individualmente da ciascun membro del collegio, ad eccezione del potere di convocare l'assemblea
dei soci, che può essere esercitato da almeno due membri.
 Il collegio dovrà convocare l'assemblea dei soci quando abbia ricevuto denuncia di fatti censurabili da
tanti soci che rappresentino 1/50 del CS e abbia accertato che la denuncia è fondata e vi sia urgenza
e necessità di provvedere
(nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio l'obbligo sussiste solo quando la
denuncia sia effettuata da 1/20 del CS.

I MODELLI ALTERNATIVI
 MODELLO DUALISTICO
101
o Consiglio di gestione  Le norme che fanno riferimento al CDA, all'organo amministrativo e agli
amministratori si applicano anche a consiglio di gestione e ai suoi componenti.
Art 147 quater  Qualora il consiglio di gestione sia composto da più di 4 membri, almeno 1 deve
possedere i requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci e, se lo statuto lo prevede, gli ulteriori
requisiti previsti da codici di comportamento redatti da società di gestione di mercati regolamentati
o da associazioni di categoria.

o Consiglio di sorveglianza  Se non diversamente disposto, le norme che fanno riferimento a


collegio sindacale e sindaci si applicano anche al consiglio di sorveglianza e ai suoi componenti.
1. Nomina /revoca i componenti del consiglio di gestione e approva il bilancio (come SPA)

2. I componenti del consiglio di sorveglianza possono, anche individualmente, chiedere


notizie ai consiglieri di gestione, anche con riferimento a società controllate, sull'andamento
delle operazioni sociali o su determinati affari.

3. I componenti del consiglio di sorveglianza possono, anche individualmente, chiedere al


presidente la convocazione dell'organo, indicando gli argomenti da trattare.

4. Il consiglio di sorveglianza può, previa comunicazione al presidente del consiglio di gestione,


convocare l'assemblea, il consiglio di gestione ed avvalersi di dipendenti della società per
l'espletamento delle proprie funzioni. I poteri di convocazione e di richiesta di collaborazione
possono essere esercitati anche individualmente da ciascun membro del consiglio, ad
eccezione del potere di convocare l'assemblea dei soci, che può essere esercitato da almeno
due membri.

5. Se previsto dallo statuto, delibera in ordine alle operazioni strategiche, ai piani industriali e
finanziari della società predisposti dal consiglio di gestione, ferma restando la responsabilità
di questo per gli atti compiuti  lo statuto attribuisce un ruolo di indirizzo strategico delle
attività sociale, rendendo molto incerti i rapporti con il consiglio di gestione al quale compete
la gestione dell'impresa e non chiara la distribuzione dei poteri e delle responsabilità

 MODELLO MONISTICO
o CDA  stesse disposizioni modello tradizionale
o Comitato di controllo  spesso svolge funzioni analoghe a quelle del collegio sindacale, pur essendo
nominato dal CDA in proprio seno, infatti le norme del TU disposte per esso si applicano anche al
comitato, ove non diversamente disposto.
1. I componenti del comitato per il controllo sulla gestione possono, anche individualmente,
chiedere agli altri amministratori notizie, anche con riferimento a società controllate,
sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari.

2. I componenti del comitato per il controllo sulla gestione possono, anche individualmente,
chiedere al presidente la convocazione del comitato, indicando gli argomenti da trattare.

3. Il comitato per il controllo sulla gestione può, previa comunicazione al presidente,


convocare il CDA od il comitato esecutivo ed avvalersi di dipendenti della società per
l'espletamento delle proprie funzioni. I poteri di convocazione e di richiesta di
collaborazione possono essere esercitati anche individualmente da ciascun membro del
comitato.
102
IL DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI, art 154 bis TUF
Gli emittenti con sede in Italia che abbiano azioni o titoli di debito di valore nominale unitario inferiore a
1000 € quotati su un mercato regolamentato italiano o di altro Stato membro, devono nominare un
dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

 La nomina è obbligatoria ma lo statuto può liberamente stabilire le modalità della stessa


 Normalmente il potere è attribuito al CDA, ma potrebbe anche esserlo l'assemblea, previo parere
obbligatorio ma non vincolante dell'organo di controllo.
 al dirigente devono essere conferiti adeguati poteri e mezzi per l'esecuzione dei compiti attribuitigli

Compiti
 organizzativi  predispone adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del
bilancio dell’esercizio e di ogni altra comunicazione di carattere finanziario

 di attestazione  assunzione della responsabilità della corrispondenza delle informazioni rese


pubbliche alla contabilità sociale e riguardo alla redazione del bilancio di esercizio attesta con apposita
relazione:
1. l'adeguatezza e l'applicazione delle procedure nel corso del periodo cui si riferiscono i
documenti;
2. che i documenti sono redatti in conformità ai principi contabili internazionali applicabili
3. la corrispondenza dei documenti alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;
4. l'idoneità dei documenti a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione
patrimoniale, economica e finanziaria dell'emittente e dell'insieme delle imprese incluse nel
consolidamento;

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI

LE RELAZIONI FINANZIARIE, art 154 ter


Le società italiane quotate in un mercato regolamentato italiano o di un altro Stato membro devono
redigere i propri bilanci secondo i principi IAS/IFRS  elaborati da un organismo internazionale privato e
adottati dall’UE sulla base di una valutazione di conformità alle proprie direttive in materia

 entro 4 M dalla chiusura dell'esercizio, mettono a disposizione del pubblico presso la sede sociale, sul
sito internet e con le altre modalità previste dalla Consob, la relazione finanziaria annuale,
comprendente
o il progetto di bilancio di esercizio
o il bilancio consolidato ove redatto
o la relazione sulla gestione
o l'attestazione degli organi delegati e del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili

 entro 3 M dalla chiusura del primo semestre dell'esercizio, una relazione finanziaria semestrale
comprendente
o il bilancio semestrale abbreviato
o la relazione intermedia sulla gestione  contiene almeno riferimento agli eventi importanti che si
sono verificate nei primi sei mesi dell’esercizio e la loro incidenza sul bilancio semestrale
unitamente alla descrizione dei principali rischi e incertezze per i mesi restanti di esercizio

103
o l'attestazione degli amministratori delegati e del dirigente preposto alla redazione dei documenti
contabili.

7. Il delisting
La condizione di società quotata cessa con il venir meno della quotazione dei titoli emessi dalla stessa da
tutti i mercati regolamentati.
1. esclusione della società del mercato

2. incorporazione della società quotata in una società non quotata  hanno diritto di recedere i soci
che non hanno concorso alla deliberazione che comporta l'esclusione dalla quotazione (dissenzienti e
astenuti). Il recesso è giustificato dal sacrificio dell’interesse del socio alla liquidabilità
dell'investimento; il diritto non è previsto per i soci dissenzienti alla decisione di chiedere l'ammissione
alla quotazione, Poiché in questo caso il loro interesse trova una tutela ancora più forte

3. fusione di una quotata che dia vita a una non quotata.

4. richiesta (delisting)  Le società italiane con azioni quotate nei mercati regolamentati italiani, previa
deliberazione dell'assemblea straordinaria, possono richiedere l'esclusione dalle negoziazioni dei
propri strumenti finanziari, se ottengono l'ammissione su altro mercato regolamentato italiano o di
altro paese dell'UE, purché sia garantita una tutela equivalente degli investitori.
Nell’ipotesi in cui le 2 condizioni vengono soddisfatte, il socio dissenziente dalla deliberazione
assembleare che approva la richiesta di delisting non ha diritto di recedere dalla società  la
liquidabilità del suo investimento è comunque assicurata

8. Gli emittenti di strumenti finanziari diffusi ma non quotati, art 116


Sono imposte dal tuf norme dirette ad assicurare al pubblico e alla Consob la conoscenza dei fatti gestionali
più importanti, vista l’esigenza di tutelare i risparmiatori  Prima di effettuare un investimento in una
società gestita da altri, bisogna essere messi in condizione di conoscerne l’effettiva realtà e potenzialità,
attraverso una informazione corretta, veritiera e tempestiva

L’informazione societaria, che nelle società chiuse è riservata ai soci, in modo da rendere consapevoli le
scelte, nella disciplina delle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio diventa sovente
informazione del pubblico in generale, prima che dei soci.
La mancanza di una disciplina oltre che una lesione degli interessi generali la cui protezione giustifica
l’ordinamento speciale del mercato finanziario, creerebbe una disparità di trattamento fra società quotata
e società non quotata con strumenti finanziari diffusi, penalizzante per la prima

Gli emittenti strumenti finanziari diffusi tra il pubblico in misura rilevante, fermi gli obblighi di pubblicità
previsti da specifiche disposizioni di legge, comunicano al pubblico senza indugio le informazioni
privilegiate (informazioni che se rese pubbliche potrebbero influire in modo sensibile sul prezzo degli
strumenti finanziari) e sono esposi alla vigilanza informativa della Consob.

La Consob stabilisce con regolamento i criteri per la loro individuazione.


Ha individuato criteri diversi con riferimento a
104
 obbligazioni  Le obbligazioni si considerano diffusi in maniera rilevante quando un emittente
abbia un patrimonio netto non inferiore a 5 milioni e il numero degli obbligazionisti sia superiore a
500
 azioni  sono considerati di azioni diffuse tra il pubblico in misura rilevante gli emittenti italiani, i
quali contestualmente
o abbiano azionisti diversi da soci di controllo il numero superiore a 500 che detengono
complessivamente una percentuale del capitale sociale almeno pari al 5%
o non abbiano la possibilità di redigere il bilancio in forma abbreviata

ORGANIZZAZIONE INTERNA
Il testo unico non ha previsto una particolare organizzazione interna o particolari forme di tutela delle
minoranze, come per le quotate.
La riforma ha introdotto una serie di norme che concorrono ad attribuire un modello di organizzazione
intermedio fra le società chiuse quelle quotate.
Dal punto di vista codicistico tuttavia, nonostante le differenze, Lo statuto delle società quotate e delle
società a capitale diffuso è quasi identico.
 SI APPLICANO
o Art 2366 c 3, convocazione delle assemblee dei soci  solo alle società chiuse è riconosciuta la
possibilità di adottare, mediante clausola statutaria, forme di convocazione diverse da quelle
mediante pubblicazione di avviso sulla gazzetta ufficiale o su un quotidiano indicato nello
statuto
o Art 2377, impugnazione delle delibere annullabili  L'impugnazione può essere proposta dai
soci quando possiedono tante azioni aventi diritto di voto che rappresentino, anche
congiuntamente, l'uno per mille del CS nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di
rischio
o Art 2368/2369, quorum assembleari  sono previsti quorum meno elevati risetto a quelli per
le società chiuse, rendendo più facile il processo deliberativo.

 NON SI APPLICANO
o Art 2441, Norme sull’esclusione del diritto di opzione ho il collegamento dei diritti di
opzione non esercitati nelle società quotate

105
PARTE TERZA – LE BANCHE E IL MERCATO MOBILIARE

CAPITOLO 1  GLI STRUMENTI


SEZIONE I  GENERALITÀ

1. Il finanziamento dell’impresa
Sarebbe illusorio credere che l’imprenditore per svolgere la sua attività possa e debba contare unicamente
sui propri mezzi  anche un'impresa sana può avere bisogno di ricorrere a finanziamento diverso
 FINANZIAMENTO  Complesso delle operazioni mediante le quali si realizza la provvista di mezzi
finanziari necessari alla realizzazione di investimenti e di norma alla costituzione e al funzionamento
dell'impresa
 FINANZIAMENTO DELL’IMPRESA  complesso delle operazioni tramite le quali l'impresa acquisisce i
mezzi finanziari necessari allo svolgimento della sua attività.
Si realizza con il concorso di diverse fonti, interne ed esterne all'impresa.

La riforma del 2003 mette in particolare risalto il finanziamento dell'impresa società, colmando una lacuna
della vecchia disciplina, poco sensibile a questi problemi lasciati alle decisioni quotidiane degli operatori

2. La fonte del finanziamento. Autofinanziamento ed etero finanziamento


A seconda della fonte dalla quale l’imprenditore attinge ai fondi si potrà parlare di
 AUTOFINANZIAMENTO le fonti provengono dall’interno dell'impresa, generalmente rappresentato
dal capitale di rischio corrispondenti ai conferimenti e dagli apporti effettuati dai soci.
Può realizzarsi essenzialmente attraverso 2 canali
1. Iniziali conferimenti dei soci  strumento di attivazione dell'oggetto sociale
2. operazioni sul CS  si concretano nell’aumento a pagamento del capitale. È interno solo se i
fondi provengono dai soci e non dai terzi.

 ETERO FINANZIAMENTO  i capitali provengono da fonti esterne all'impresa stessa.


Può realizzarsi essenzialmente attraverso i seguenti canali
1. bancario e/o finanziario
2. contratti di finanziamento non tipicamente bancari (leasing, factoring, forfaiting)
3. gli incentivi previsti da leggi speciali

altre forme di finanziamento esterno sono riservate solo ad alcuni tipi di società
1. emissioni di titoli atipici
2. emissione di strumenti finanziari partecipativi, cioè forniti di diritti patrimoniali e amministrativi

3. Altre forme di finanziamento – raccolta del risparmio tra il pubblico


In Italia sta assumendo un’importanza sempre crescente  investimento che il pubblico dei risparmiatori
fa nei capitali delle grandi imprese, acquistando ad esempio azioni delle società quotate in borsa
L’ampiezza del fenomeno ha portato
 regolamentazione del controllo pubblico sulle società quotate in borsa
 ad una disciplina organica dei mercati regolamentati e della sollecitazione del pubblico risparmio
 creazione di strumenti finanziari diversi dai tradizionali titoli di credito emessi per le imprese societarie

106
SEZIONE II  L’IMPRESA BANCARIA E L’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA

1. Le banche, l’attività bancaria/ 2.


Abbiamo detto che il canale primario dell'etero finanziamento è quello bancario. Tutte le imprese dovranno
necessariamente confrontarsi con le imprese bancarie.
TUB  testo unico bancario, d.lgs. 385/1993

IMPRESA BANCARIA  Impresa autorizzata dall’autorità creditizie italiana o da corrispondenti autorità di


un altro stato comunitario ad esercitare l'attività bancaria

ATTIVITÀ BANCARIA  attività congiunta di raccolta del risparmio tra il pubblico ed esercizio del credito,
effettuata mediante contratti bancari  quindi congiunto svolgimento di operazioni attive e passive
CORE BUSINNES, RISERVATO ALLE BANCHE
 depositi bancari
 apertura di credito bancario
 anticipazione bancaria
 mutui
La abusiva attività bancaria è sanzionata penalmente

FUNZIONE DELLE BANCHE


Trasferire risorse finanziarie da settori in surplus a settori in deficit, mediante l'impiego anche di denaro
altrui in operazioni di credito per proprio conto  il rischio della concessione del credito, nella gestione del
risparmio non si trasferisce sul cliente
 Attività di scambio  normalmente è così classificata
 produzione di servizi  sarebbe preferibile, Il risparmio bancario subisce un processo di
trasformazione che determina la creazione di ricchezza nuova grazie al moltiplicatore bancario

ESERCIZIO DEL CREDITO


La banca mette a disposizione del cliente somme di denaro per un dato periodo o a tempo indeterminato.
Le somme di denaro che la banca eroga traggono origine:
 dai mezzi propri (capitale di rischio corrispondente ai conferimenti e dagli apporti effettuati dai soci a
titolo di proprietà dell'impresa)  operazione ATTIVA, la banca è creditrice del proprio cliente.
 raccolta di fondi che la banca effettua presso il pubblico  operazione PASSIVA, la banca è debitrice
nei confronti dei propri depositanti
L'esercizio del credito può essere svolto anche da soggetti diversi dalle banche

RACCOLTA DEL RISPARMIO TRA IL PUBBLICO


Acquisizione di fondi con obbligo di rimborso, normalmente sotto forma di deposito
 Fondi  valori monetari
 OBBLIGO DI RIMBORSO  la banca si assume l'obbligo di restituire le somme ricevute
 pubblico  Pluralità di soggetti non predeterminati

La delibera del comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CICR) del 2005 precisa che non
costituisce raccolta del risparmio tra il pubblico e come tale è effettuabile anche da parte di soggetti diversi
dalle banche, quella svolta
 in connessione con l'emissione di moneta elettronica
 presso i soci, dipendenti o società del gruppo
107
 sulla base di trattative personalizzate con singoli soggetti, mediante contratti dai quali risulta la
natura di finanziamento

REGOLE PRUDENZIALI DI BASILEA 2


La Banca d'Italia, con le autorità di vigilanza, risponde di penetranti poteri di regolamentazione e
sorveglianza volte ad assicurare una sana e prudente gestione e garantire sia l'efficienza per la stabilità
aziendale delle banche.
Impone l’osservanza di requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito, secondo il metodo dei RATING
INTERNI stabiliti dalla disciplina prudenziale, approvata a livello internazionale, dal comitato di Basilea per
la vigilanza bancaria (2008).
Le banche devono dotarsi di un patrimonio sufficiente a coprire le perdite attese ed in attese riconducibili
alla gestione dei crediti, in relazione al grado di rischio assunto e valutato per mezzo dei rating assegnati
alle imprese finanziarie.

3. Le altre attività finanziaria delle banche


Oltre all'attività bancaria, le banche esercitano ogni altra attività finanziaria, nonché le attività connesse e
strumentali alla propria attività principale
 Raccolta di risparmio attraverso l'emissione di strumenti finanziari, ivi comprese le obbligazioni
 attività finanziarie elencate nell’art 1 lett) f TUB
1. factoring
2. leasing
3. for fighting
4. emissione gestione di carte di credito
5. gestione e consulenza nella gestione di patrimoni
 attività finanziarie previste dal TUF
 Consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria virgola di strategia industriale
 consulenza e servizi concernenti le concentrazioni e l'acquisto delle imprese  FINACIAL ADVISORING

Possono essere svolte dalle banche sia direttamente che attraverso la costituzione di autonoma e società
dalle stesse controllate, ciascuna delle quali opera in uno specifico settore; la banca assume così la
struttura del gruppo bancario polifunzionale

4. I gruppi bancari, art 60 ss TUB


Una banca può a sua volta controllare un'altra banca, e così a catena.
Il gruppo bancario è fortemente accentrato

CAPOGRUPPO  soggetto a cui fa capo il controllo delle società componenti il gruppo bancario, deputato
 all'esercizio dell'attività di direzione e coordinamento su tutte le società bancarie, finanziarie e
strumentali dal medesimo controllate
 All’emanazione delle disposizioni per l'esecuzione delle istruzioni impartite dalla Banca d'Italia
nell’interesse della stabilità del gruppo
È soggetta alla vigilanza delle autorità creditizie

CONTROLLO  La nazione trova la sua fonte


108
 disposizioni dettate in materia dal c.c. (Art 2359 c.c.)
 Nel TUB, che introduce una serie di disposizioni che considerano esistente il controllo nella forma
dell'influenza dominante  evitare che l'inserimento delle banche in sempre più ampi settori non
bancari del mercato finanziario possa determinare rischi di insolvenza. È una nozione ampia
1. esistenza di un soggetto che sulla base di accordi ha diritto di nominare revocare la maggioranza
degli amministratori o del consiglio di sorveglianza
2. sussistenza di rapporti di carattere finanziario ed organizzativo dirette di incidere
 sulla trasmissione degli utili e delle perdite
 sul coordinamento della gestione dell'impresa con quella di altre imprese ai fini del
perseguimento di uno scopo comune
 Sull’attribuzione di poteri maggiori rispetto a quelli derivanti dalle partecipazioni possedute

Il gruppo bancario è iscritto in un apposito albo tenuto dalla Banca d'Italia, che ha notevoli poteri nei
confronti delle società

5. Gli intermediari finanziari non bancari


Il regime ad essi applicabile varia in ragione dei caratteri dell'attività esercitata e dei destinatari della stessa,
in funzione del diverso grado di pericolosità per gli interessi generali tutelati.

INTERMEDIARI FINANZIARI, art 1 lett g) TUB  i soggetti iscritti nell’elenco previsto dall’art 106
Art 106  L’esercizio nei confronti del pubblico dell’attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi
forma è riservato agli intermediari finanziari autorizzati, iscritti in un apposito albo tenuto dalla Banca
d’Italia.
 Devono rivestire la forma di SPA, SRL, SAPA
 devono disporre di un CS versato non inferiore a 5 volte quello previsto per la costituzione delle SPA
 POSSONO SVOLGERE ESCLUSIVAMENTE ATTIVITÀ FINANZIARIE  PRECLUSA LA RACCOLTA DI
RISPARMIO TRA IL PUBBLICO

Devono essere iscritti:


 Elenco generale  prima tenuto dall'ufficio italiano cambi (UIC), soppresso nel 2008. Ora tenuto
dalla Banca d’Italia, che opera:
o Controllo una tantum dei requisiti minimali richiesti per l'iscrizione
o limitata vigilanza di tipo formale

 Elenco speciale  in presenza di particolari requisiti riferibili all'attività svolta, alla dimensione e al
rapporto tra indebitamento e patrimonio. Tenuto dalla Banca d'Italia, che
o svolge controlli assorbenti che accompagnano la vita dell'impresa in ogni suo momento
o ha il potere di intervenire in modo stringente, Con intensità paragonabile a quella prevista
per le banche.
La contropartita è la possibilità per questi intermediari di raccogliere, entro certi limiti, risparmio tra
il pubblico

APPARTENENTI ALLA CATEGORIA:


Società che svolgono attività di
 leasing
 factoring
109
 gestione di carte di credito o debito
 financial advisorING
 holding finanziarie

6. Gli intermediari mobiliari


Disciplinati dal TUF.
Le attività e di servizi svolti sono più eterogenei, così come i requisiti e le autorizzazioni richieste per il loro
svolgimento; comune denominatore è l'abilitazione ad operare all'interno del mercato finanziario.
 società di intermediazione mobiliare (SIM)
 società di gestione del risparmio (SGR)
 società Poste Italiane SPA nell'ambito dei servizi di bancoposta

MERCATO FINANZIARIO  Luogo ideale in cui vengono effettuate il trasferimento del risparmio tra gli
operatori economici che ne accumulano e gli operatori che ne fanno domanda e la redistribuzione dei rischi
economici fra i medesimi operatori

7. Le imprese di assicurazione
Trasferimento di un rischio dell'assicurato all’assicuratore in cambio del pagamento di una somma di
denaro (premio).
La regolazione del mercato assicurativo a fonte unitaria nel codice delle assicurazioni private, 2005.
 Le polizze assicurative sono parte sempre più rilevanti del risparmio, gestito anche attraverso una
complementarità tra attività bancaria e assicurativa.

8. I conglomerati finanziari
Gruppi di società operanti in più settori finanziari.
integrano i vari segmenti del mercato finanziario, procedendo all’utilizzo di canali di distribuzione comune
per i prodotti bancari immobiliari assicurativi.

9. Vigilanza e disciplina delle crisi


La banca è un'impresa privata non diversa dalle altre, soprattutto se quotata in borsa.
Il credito rimane invece un bene pubblico, fattore costitutivo di un mercato finanziario in salute.
Settore specifico e delicato di natura pubblica  sostiene lo sviluppo economico attraverso il credito.

Occorre quindi che siano coniugati obiettivi di redditività e sana e prudente gestione
 rigoroso regime di controlli pubblici
 corposo apparato di sanzioni amministrative e penali
 ruolo di supervisione affidato alle autorità creditizie  Banca d'Italia  vigilanza nei confronti delle
banche e degli intermediari finanziari
 autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria
o SPA e banche popolari, con capitale minimo versato di 6.3 milioni
o Banche di credito cooperativo, con capitale minimo versato di 2 milioni
 Controlli sulle modificazioni statutarie e sui progetti di scissine e fusione

TUB e TUF subordinano l'esercizio professionale delle attività di intermediazione finanziaria da parte dei
soggetti abilitati diversi dalle banche alla concessione di un provvedimento autorizzativo ad opera
110
dell'autorità competente, che provvede a verificare l'esistenza dei requisiti di volta in volta previsti in
funzione della specifica attività.

LA BANCA D’ITALIA
In conformità delle deliberazioni del CICR, emana disposizioni di carattere generale aventi ad oggetto
1. il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni
2. le partecipazioni detenibili
3. l'organizzazione amministrativa e contabile e controlli interni
4. informativa da rendere al pubblico

può
1. convocare gli amministratori i sindaci e i dirigenti delle banche per esaminare la situazione
2. ordinare la convocazione degli organi collegiali delle banche, fissando l'ordine del giorno e proponendo
l'assunzione di determinate decisioni
3. può emanare provvedimenti specifici nei confronti delle singole banche
4. vietare determinate operazioni
5. effettuare ispezioni presso le banche

HOME COUNTRY CONTROL


Le banche aventi sede legale amministrativa in un altro stato comunitario sono ammesse ad operare in
Italia in regime di mutuo riconoscimento a seguito di semplice comunicazione da parte dell’autorità di
vigilanza del paese di origine, restando soggetta ai controlli di natura prudenziale vigenti nel proprio paese
d'origine

DISCIPLINA DELLA CRISI


Su proposta della Banca d'Italia, il ministero dell'economia può disporre con decreto lo scioglimento degli
organi di amministrazione e controllo delle banche:
 gravi irregolarità nell’amministrazione
 gravi violazioni delle disposizioni legislative o statutarie che regolano l'attività della banca
 quando siano previste gravi perdite di patrimonio

All’assunzione di questi provvedimenti si accompagna la nomina di commissari straordinari per l'esercizio


delle funzioni e dei poteri di amministrazione della banca  AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA

10. La tutela dei risparmiatori e la direttiva MIFID


In un'ottica di tutela dei clienti, specie dei più inesperti, sono previsti obblighi di informazione e pubblicità
in ordine alle condizioni contrattuali relative ai servizi bancari e finanziari e regole di comportamento
improntate a criteri di trasparenza, correttezza e diligenza.

Gli obblighi di comportamento imposti agli intermediari hanno avuto nuova formulazione con l'entrata in
vigore del d.lgs. 2007, che ha recepito la direttiva MIFID del 2004. A questi ha fatto seguito l’emanazione di
una specifica normativa secondaria da parte della Consob e della Banca d'Italia.

CARATTERISTICHE DELLA CONSULENZA IN MATERIA DI INVESTIMENTI


 correttezza ed affidabilità degli operatori
 trasparenza delle condizioni nelle quali le operazioni si svolgono

111
 personalizzazione in considerazione delle caratteristiche del cliente, in base alle sue esigenze ed
esperienza professionale

Nel solco del principio in base al quale il contratto deve essere eseguito secondo buona fede, art 1375 c.c.
Il cliente dovrà essere in grado di capire come si determinano i prezzi e i rendimenti dei diversi titoli, di
distinguere tra loro gli strumenti presenti nel mercato finanziario e le loro caratteristiche di rendimento e di
reale rischio.
Sovente però il cliente preferisce affidarsi alla professionalità dell’intermediario piuttosto che
sovraccaricarsi di informazioni di difficile intellezione.

L'intermediario è tenuto a farsi carico dell’interesse del cliente e di tutelarlo, superando i conflitti di
interesse in cui puoi venire a trovarsi in virtù dell’esercizio congiunto di servizi di investimento e di attività
creditizia

CLASS ACTION
Legittima le associazioni dei consumatori ad agire per la tutela degli interessi collettivi degli investitori
connesse alla produzione di servizi ed attività di investimento e di gestione collettiva del risparmio.
Rafforzamento della tutela degli investitori introdotta ad opera del nuovo art 32 bis tuf

SANZIONI
Per inadempimento da parte degli intermediari ai propri doveri di comportamento
 NULLITÀ DEL CONTRATTO, che consente all’investitore di conseguire il rimborso del denaro investito.
 Secondo la recente giurisprudenza delle sezioni unite della Cassazione, la violazione è fonte di
responsabilità contrattuale o precontrattuale  obbligo di risarcimento dei danni che non incide
sulla validità del contratto

11. I contratti bancari (+ 1 par sezione successiva)


Contratti nei quali immancabilmente uno dei contraenti viene indicato come banca; sono tipici contratti
di impresa, nei quali però la libertà di iniziativa della banca come impresa ha un contemperamento e un
limite nell’esigenza di protezione della controparte-cliente, con conseguenti connotati imperativi della
disciplina contrattuale.

Il c.c. detta una disciplina di alcuni tipi contrattuali diffusi nella prassi, ma è piuttosto scarna.
Su impulso del legislatore comunitario sono entrate in vigore nuove disposizioni tese a favorire la
trasparenza delle condizioni contrattuali, in un'ottica di ricerca della effettiva tutela dei risparmiatori e
degli investitori  INTERO TITOLO DEDICATO NEL TUB, che trova applicazione anche per gli intermediari
finanziari non bancari.
La normativa ha finito anche per incidere sulla struttura dei contratti bancari, dando particolare rilievo agli
interessi del cliente.

PUBBLICITÀ, art 116 TUB


Le banche e gli intermediari finanziari rendono noti in modo chiaro ai clienti i tassi di interesse, i prezzi e le
altre condizioni economiche relative alle operazioni e ai servizi offerti, ivi compresi gli interessi di mora e le
valute applicate per l’imputazione degli interessi.
 Obbligo di pubblicità in ciascun locale delle informazioni precontrattuali

112
CONTENUTO DEI CONTRATTI, Art 117 TUB
I contratti sono redatti per iscritto e un esemplare è consegnato ai clienti.
3 Nel caso di inosservanza della forma prescritta il contratto è nullo.

4 I contratti indicano il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti di
credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora.
6 Sono nulle e si considerano non apposte le clausole contrattuali di rinvio agli usi per la determinazione
dei tassi di interesse e di ogni altro prezzo e condizione praticati nonché quelle che prevedono tassi, prezzi e
condizioni più sfavorevoli per i clienti di quelli pubblicizzati.

7 In caso di inosservanza del c 4 e nelle ipotesi di nullità indicate nel c 6, si applicano:


 il tasso nominale minimo e quello massimo, rispettivamente per le operazioni attive e per quelle
passive, dei buoni ordinari del tesoro annuali o di altri titoli similari eventualmente indicati dal
Ministro dell’economia e delle finanze, emessi nei 12 M precedenti la conclusione del contratto o, se
più favorevoli per il cliente, emessi nei 12 M precedenti lo svolgimento dell’operazione;
 gli altri prezzi e condizioni pubblicizzati per le corrispondenti categorie di operazioni e servizi al
momento della conclusione del contratto o, se più favorevoli per il cliente, al momento in cui
l’operazione è effettuata o il servizio viene reso;

MODIFICA UNILATERALE DELLE CONDIZIONI CONTRATTUALI, art 118 TUB


Nei contratti a tempo indeterminato può essere convenuta, con clausola approvata specificamente dal
cliente, la facoltà di modificare unilateralmente i tassi, i prezzi e le altre condizioni previste dal contratto
qualora sussista un giustificato motivo.
Negli altri contratti di durata la facoltà di modifica unilaterale può essere convenuta esclusivamente per
le clausole non aventi ad oggetto i tassi di interesse, sempre che sussista un giustificato motivo.
 Nei contratti a tempo indeterminato è avvertita l'esigenza di consentire variazioni al regolamento
contrattuale per mantenere l'originario equilibrio delle prestazioni.

2. Qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere comunicata espressamente al
cliente con preavviso minimo di due mesi, in forma scritta o mediante altro supporto durevole
preventivamente accettato dal cliente.
La modifica si intende approvata ove il cliente non receda dal contratto entro la data prevista per la
sua applicazione. In tal caso, in sede di liquidazione del rapporto, il cliente ha diritto all’applicazione delle
condizioni precedentemente praticate.

3. Le variazioni contrattuali per le quali non siano state osservate le prescrizioni del presente articolo sono
inefficaci, se sfavorevoli per il cliente.

4. Le variazioni dei tassi di interesse adottate in previsione o in conseguenza di decisioni di politica


monetaria riguardano contestualmente sia i tassi debitori che quelli creditori, e si applicano con modalità
tali da non recare pregiudizio al cliente

COMUNICAZIONI PERIODICHE ALLA CLIENTELA, art 119 TUB


1. Nei contratti di durata è fatto obbligo alla banca di fornire per iscritto, alla scadenza del contratto e
comunque almeno una volta all’anno, una comunicazione chiara in merito allo svolgimento del rapporto.

2. Per i rapporti regolati in conto corrente l’estratto conto è inviato al cliente con periodicità annuale o, a
scelta del cliente, con periodicità semestrale, trimestrale o mensile.

113
3. In mancanza di opposizione scritta da parte del cliente, gli estratti conto e le altre comunicazioni
periodiche alla clientela si intendono approvati trascorsi sessanta giorni dal ricevimento.

4. Il cliente, colui che gli succede a qualunque titolo e colui che subentra nell’amministrazione dei suoi beni
hanno diritto di ottenere, a proprie spese, entro un congruo termine e comunque non oltre novanta giorni,
copia della documentazione inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni.

DIRITTO DI RECESSO, art 120 bis


Il cliente ha diritto di recedere in ogni momento da un contratto a tempo indeterminato senza penalità e
senza spese

L. 7/1996, importante per alcuni profili concernenti rapporti banca cliente


 Ha svincolato il reato di usura della sussistenza del approfittamento di uno stato di bisogno
 ha fissato per legge il limite oltre il quale gli interessi devono in ogni caso qualificarsi come usurari 
delega Ministro dell'Economia a rilevare trimestralmente il testo soglia il cui superamento fa scattare
la fattispecie usuraria con conseguente nullità delle clausole contrattuali
 hai riservato l'attività di mediazione e consulenza nella concessione di finanziamenti da parte di
banche o intermediari finanziari a soggetti iscritti in apposito albo tenuto dalla Banca d'Italia

114
SEZIONE III  LE OPERAZIONI BANCARIE, I CONTRATTI DI CREDITO E I CONTRATTI
DI FINANZIAMENTO BANCARI

3. Deposito bancario, art 1834-1836 c.c.


La più comune e forse più antica tra le operazioni passive delle banche

Contratto con il quale una banca acquista la proprietà di una somma di denaro e si obbliga a restituirla
nella stessa forma e al pagamento degli interessi.

RESTITUZIONE
 al termine convenuto  deposito vincolato
 richiesta del depositante  deposito libero o a vista

MODALITÀ DI UTILIZZAZIONE DELLE SOMME DEPOSITATE


 depositi semplici  la somma di denaro non può essere movimentata durante il periodo di vigenza
del contratto
 depositi a risparmio  la banca rilascia al cliente un libretto di deposito a risparmio, sul quale devono
essere annotati tutti i versamenti e i prelevamenti effettuati dal cliente.
Tipologie di libretti
o NOMINATIVI  Intestati al nome di una persona, l'unica legittimata a compiere le operazioni di
prelevamento e versamento. È un documento di legittimazione
o AL PORTATORE  è legittimato a compiere le operazioni colui che possiede il libretto e le
esibisce alla banca.
in forza della legge antiriciclaggio, non possono essere depositate somme superiori a 12.500
euro
o NOMINATIVI, MA PAGABILI AL PORTATORE  Le operazioni possono essere compiute anche
da persona diversa dall' intestatario a condizione che esibisca il libretto, con effetto liberatorio
per la banca che senza dolo colpa grave abbia eseguito la prestazione

L’utilizzazione delle somme depositate presso la banca può essere regolata in conto corrente

4. Operazioni bancarie di servizi


Denominate anche accessorie, quelle disciplinate nel c.c. sono 2
Deposito di titoli in amministrazione, art 1838 c.c.
1 La banca che assume il deposito di titoli in amministrazione deve
 custodire i titoli
 esigerne gli interessi o i dividendi
 verificare i sorteggi per l'attribuzione di premi o per il rimborso di capitale
 curare le riscossioni per conto del depositante
 provvedere alla tutela dei diritti inerenti ai titoli.
Le somme riscosse devono essere accreditate al depositante.

Se per i titoli depositati si deve provvedere al versamento di decimi o si deve esercitare un diritto di opzione,
la banca deve chiedere in tempo utile istruzioni al depositante e deve eseguirle, qualora abbia ricevuto i
fondi all'uopo occorrenti.
115
In mancanza d'istruzioni, i diritti di opzione devono essere venduti per conto del depositante a mezzo di un
agente di cambio.

Alla banca spetta un compenso nella misura stabilita dalla convenzione e il rimborso delle spese

Servizio di cassette di sicurezza, art 1839-1841


Disciplina più amia, affiancata da una cospicua giurisprudenza

COMPOSIZIONE DEL CONTRATTO


 prestazione locatizia  ha ad oggetto della cassetta, di cui la banca assicura il godimento
 Prestazione di custodia  ha ad oggetto i locali in cui la cassetta e posta

NATURA GIURIDICA DEL RAPPORTO


Discussa
 Natura mista
 la prestazione di godimento è prevalente e assorbente  VERA E PROPRIA LOCAZIONE
 la prestazione di custodia è prevalente e assorbente  VERO E PROPRIO DEPOSITO
 contratto tipico la cui funzione non è identificabile né con il deposito né con la locazione

DISCIPLINA
 Ogni cassetta una doppia chiave, una che rimane nella detenzione della banca e l'altra consegnata al
cliente
 per aprire la cassetta occorrono ambedue le chiavi
 la banca collabora solo all'apertura della cassetta e ignora quanto il cliente immette o preleva
 Se la cassetta è intestata a più persone, l'apertura è consentita singolarmente a ciascuno degli
intestatari, salvo diversa pattuizione

RESPONSABILITÀ
La banca risponde verso l'utente per l’idoneità e la custodia dei locali e per l’integrità della cassetta, salvo il
caso fortuito.
 PRESUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DELLA BANCA

RISARCIMENTO DEL DANNO


Si pone un problema soprattutto in ordine alla misura
 il cliente deve dimostrare il valore del contenuto della cassetta
 il cliente non può introdurre bene di un valore superiore a un certo ammontare  soluzione
adottata dopo varie modifiche.
Secondo la giurisprudenza si tratta di un patto limitativo del debito risarcitorio della banca
 NULLITÀ ESCLUSIONE O LIMITAZIONE CONVENZIONALE DELLA RESPONSABILITÀ DEL DEBITORE DEI
CASI DI DOLO O COLPA GRAVE

5. Il mutuo di scopo e i finanziamenti agevolati

CONTRATTI DI CREDITO

116
Trasferimento della proprietà di una determinata somma di denaro da un soggetto disposto ad erogarla
(sovventore) ad un soggetto che ne ha bisogno (sovvenuto), obbligato a restituire al primo, dopo un certo
tempo, una somma di uguale ammontare di regola maggiorata dagli interessi.

La funzione creditizia costituisce la causa generica comune a ciascuno degli schemi contrattuali della
categoria.
Al suo interno le singole figure si arricchiscono di ulteriori elementi specificati, dando vita ad una varietà di
tipi e sottotipi di contratti di credito.

MUTUO DI SCOPO
Contratto che viene impiegato per assicurare finanziamenti quasi esclusivamente ad imprenditori
 mutuo codicistico  lo scopo al quale devono servire le somme date a prestito non penetra il
contenuto del contratto, rimane tra i motivi del negozio  il mutuarlo ha il potere insindacabile di
destinare come desidera il capitale ricevuto e il mutante e privo di poteri di controllo sulla
destinazione

La legislazione di settore in materia di crediti speciali ha fatto emergere tipologie di rapporti di credito
caratterizzati dalla rilevanza dello scopo al quale la provvista è destinata  PRESTITI FINALIZZATI.
il mutuo di scopo rientra tra questi.

In forza della disciplina di legge (mutuo di scontro legale) o dell'autonomia privata (mutuo di scopo
convenzionale) a carico del mutuario, in aggiunta all’obbligazione di restituzione del prestito, sussiste
l’OBBLIGO DI DESTINARE LE SOMME RICEVUTE A MUTUO PER IL RAGGIUNGIMENTO DI UN
DETERMINATO SCOPO, attraverso una CLAUSOLA DI DESTINAZIONE  Vincola giuridicamente la
destinazione della somma allo scopo voluto dalla legge o dalle parti

MUTUO DI SCOPO LEGALE (o contratto di finanziamento)


Tratti caratteristici della figura
1. Interesse a rilevanza pubblica che stanno sullo sfondo  RUOLO  Facilitare sul piano economico
all’ottenimento del credito da parte di imprese che si impegnano a svolgere attività o conseguire
risultati considerati dalla legge di pubblico interesse
2. Onerosità del rapporto
3. Presenza in capo al finanziato dell'obbligazione di scopo
4. Consensualità del negozio  si desume soprattutto dalla previsione dell'erogazione del capitale irate
distanziate nel tempo, il più delle volte secondo la tecnica della corresponsione per stati di
avanzamento

QUALIFICAZIONE DELLA TIPOLOGIA


 Parte della dottrina  non concreta una figura negoziale autonoma rispetto al mutuo, è un
sottotipo
 Dottrina giurisprudenza prevalente  vi sono elementi di diversità che alterano così
profondamente la trama degli interessi da farne un contratto logicamente distinto dal mutuo.
Ciò conduce a configurare l'obbligazione di destinazione come corrispettiva rispetto alla
composizione del prestito  L’INADEMPIMENTO ALLA DESTINAZIONE PUÒ DETERMINARE LA
RISOLUZIONE DEL CONTRATTO.

EVOLUZIONE DELLA LEGISLAZIONE SUI CREDITI SPECIALI

117
Il TUB è intervenuto semplificando e coordinando le relative disposizioni

FINANZIAMENTI AGEVOLATI
La gran parte dei crediti speciali concretano, al tempo stesso, crediti agevolati  il contratto di credito si
inserisce in una vicenda più complessa.
Tali operazioni vengono denominate finanziamenti agevolati
 Finanziamento con fondi pubblici a tasso agevolato  erogazione da parte di un ente pubblico
(direttamente o per il tramite di una banca delegata) dei propri fondi a un tasso di interesse più basso
di quello del mercato

 Finanziamento bancario assistito da agevolazione  instaurazione di un rapporto di prestito tra una


banca e un imprenditore ed il collegamento di tale finanziamento di natura privatistica con un
rapporto di sovvenzione di natura pubblicistica.
Sovvenzione costituita normalmente dalla corresponsione di un contributo sugli interessi dovuti
dall’imprenditore all'ente finanziatore o dalla prestazione di una garanzia

6. L’apertura di credito, art 1842 c.c.


L'apertura di credito bancario è il contratto col quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell'altra
parte una somma di danaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato.
 Somma di denaro  FIDO
 Diritto potestativo del cliente di utilizzare la somma messa a disposizione se e quando lo riterrà
opportuno

DISCIPLINA
 TUB
 c.c
 Provvedimenti delle autorità creditizie

SOGGETTI
 NECESSARIAMENTE la banca
 Imprenditore o consumatore  Persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale
o professionale eventualmente svolta.

OGGETTO
Disponibilità del denaro  l’imprenditore è in grado di affrontare sia le occasioni offerte dal mercato sia le
transitorie carenze di liquidità.

DIFFERENZE CON IL MUTUO


 Nel mutuo non vi è una disponibilità, ma un’erogazione effettiva di denaro
 INTERESSI
o Mutuo  Maturazione di interessi con connesso obbligo di pagamento a cadenza bimestrale o
semestrale
o ADC  la disponibilità non determina decorrenza di interessi ma solamente di una commissione

 TIPOLOGIA

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o mutuo  contratto reale, presuppone la consegna di una determinata quantità di denaro
o ADC  contratto consensuale, per il suo perfezionamento e sufficiente il semplice accordo delle
parti

FORMA
 Forma scritta pena nullità (TUB)
 Se la banca concede ADC a un consumatore  il contratto deve prevedere, pena nullità, il contenuto
minimo stabilito dalla normativa di settore

MODALITÀ DI UTILIZZO
Se non è convenuto altrimenti, l'accreditato può utilizzare in più volte il credito, secondo le forme di uso, e
può con successivi versamenti ripristinare la sua disponibilità
 Apertura di credito semplice  accreditato ha diritto di utilizzare il credito una sola volta
 apertura di credito in conto corrente  la più diffusa nella prassi. l’accreditato può ricostruire,
tramite versamenti successivi, la disponibilità del credito accordato e quindi continuare ad utilizzare la
somma così reintegrata.
In mancanza di patto contrario, l'apertura di credito si intende in conto corrente.

OPERAZIONE ATTIVA  la banca diviene creditrice dei propri clienti.


l’accreditato, nella misura in cui utilizza il credito, diventa obbligato nei confronti della banca per la
restituzione del denaro, per il pagamento degli interessi, delle spese ed eventuali commissioni

GARANZIA
 Apertura di credito allo scoperto  la banca non è assistito ad alcun tipo di garanzia, può fare
affidamento soltanto sulla solvibilità del cliente
 Apertura di credito garantita  il contratto è assistito da garanzie reali e personali.
o il termine di prescrizione del diritto della banca di avvalersi di questa garanzia deve essere
calcolato non dalla sua costituzione, MA dal giorno in cui il debito garantito è divenuto esigibile
per effetto del recesso della banca  alla scadenza dell'obbligazione garantita.
o se nel corso del rapporto la garanzia diviene insufficiente rispetto al credito accordato, la banca
può chiedere un supplemento o la sostituzione del garante.
Qualora l’accreditato non ottemperi la banca può ridurre il credito proporzionalmente

ESTINZIONE
 cause comuni a tutti i contratti di durata
 RECESSO  deve avere forma scritta (giurisprudenza)
o apertura di credito a tempo determinato  la banca non può recedere dal contratto prima della
scadenza del termine, se non per giusta causa.
IL RECESSO SOSPENDE L’UTILIZZAZIONE DEL CREDITO, ma la banca deve concedere un termine di
almeno 15 gg per la restituzione delle somme utilizzate e dei relativi accessori
La prassi bancaria, per salvaguardare la stabilità delle banche, ha ritenuto valide le deroghe
pattizie che escludono la sussistenza di una giusta causa per la validità del recesso TRANNE nel
caso in cui il soggetto accreditato sia un consumatore. In questo caso tali clausole sono
considerate vessatorie. (TUB)

o apertura di credito a tempo indeterminato  Ciascuna delle parti può recedere dal contratto,
mediante preavviso nel termine stabilito dal contratto o in mancanza in quello di 15 giorni 
RECESSO AD NUTUM.
119
Quando il soggetto accreditato è un consumatore, il recesso della banca è subordinato alla
sussistenza di un giustificato motivo
La prassi bancaria ha ritenuto valido anche un termine inferiore a 15 giorni e l’operatività
immediata.
Il TUB prevede il diritto del finanziatore di recedere con un preavviso di almeno due mesi e di
sospendere, in presenza di una giusta causa, l'utilizzo del credito da parte del consumatore previa
comunicazione.

7. L’anticipazione bancaria, art 1846 s.s


Anche disciplina nel Codice civile, ma la figura contrattuale non è molto diffusa.
Il pegno può essere rappresentato da titoli o da merci, viene consegnato alla banca a garanzia delle
obbligazioni restitutorie delle somme di denaro erogate in suo favore, in proporzione al valore dei beni
dati in pegno.

La banca, oltre al corrispettivo dovutole, ha diritto al rimborso delle spese di custodia delle merci e dei
titoli. Deve inoltre provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, se
l'assicurazione risponde alle cautele d'uso.

POTERE DI DISPOSIZIONE
 PEGNO REGOLARE  la garanzia è costituita da cose individuate documentalmente. La banca non
può disporne, poiché destinate ad essere restituite una volta interamente assolto le obbligazioni verso
la banca
 PEGNO IRREGOLARE  la garanzia è costituita da beni fungibili, che possono cioè essere sostituiti
indifferentemente con altri del medesimo genere.
La banca potrà disporne, provvedendo alla restituzione di analoghi beni

RITIRO
I beni costituiti in pegno possono essere in parte ritirati dal cliente anche prima della scadenza del
contratto, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle altre somme spettanti alla banca
(deroga principio della indivisibilità del pegno)

DIMINUZIONE DELLA GARANZIA


Se il valore della garanzia diminuisce almeno di 1/10 rispetto a quello che era al tempo del contratto, la
banca può chiedere al debitore un supplemento di garanzia nei termini d'uso, con la diffida che, in
mancanza, si procederà alla vendita dei titoli o delle merci dati in pegno.
Se il debitore non ottempera alla richiesta, la banca può procedere alla vendita ai pubblici incanti

La banca ha diritto al rimborso immediato del residuo non soddisfatto col ricavato della vendita.

DIFFERENZA CON APERTURA DI CREDITO


 L’anticipazione bancaria a come profilo più significativo la regola della costante proporzionalità fra il
valore delle cose date in garanzia e le somme anticipate
 Nell’apertura di credito garantita da pegno la diminuzione della garanzia non incide
automaticamente sul rapporto, ma va valutata nel concreto caso per caso

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8. L’apertura di credito documentario
Sotto specie di apertura di credito non disciplinata unitariamente e collegata alle operazioni di
compravendita da piazza a piazza.

il compratore da incarico alla propria banca di corrisponderà al venditore il prezzo della merce acquistata
e il venditore consegna alla banca i documenti rappresentativi della merce stessa.
La banca esegue l'incarico aprendo una linea di credito a favore del venditore, che potrà utilizzarla solo se
avrà consegnato i documenti

 Apertura di credito documentario semplice  la banca non assume un obbligo diretto nei confronti
del venditore, cui si limita a spedire un avviso
 Apertura di credito confermata  la banca si obbliga direttamente con il venditore spedisce una
lettera confermata

L'operazione dà vita a una delegazione che può assumere le sembianze di


 delegazione di pagamento
 delegazione cumulativa di debito

IN OGNI CASO IL VENDITORE PUÒ RIVOLGERSI AL COMPRATORE SOLO DOPO IL RIFIUTO OPPOSTO E
FORMALMENTE CONTESTATO DALLA BANCA.

Se l'incarico deve eseguirsi su una piazza dove non esistono filiali della banca, questa può incaricare
dell'operazione un'altra banca o un suo corrispondente  eventualità tutt'altro che remota puoi che
l'operazione è conveniente proprio perché il venditore può essere speditamente pagato senza il pericolo
che gli si oppongano le eccezioni dilatorie e da parte del compratore

9. Lo sconto bancario, art 1858 c.c.


Contratto di finanziamento del cliente
Lo sconto è il contratto col quale la banca, previa deduzione dell'interesse, anticipa al cliente l'importo di un
credito verso terzi non ancora scaduto, mediante la cessione, salvo buon fine, del credito stesso.

Operazione attiva della banca con la quale va in aiuto del cliente che ha bisogno di denaro liquido.
Il cliente cede alla banca un credito che egli ha verso terzi e la banca gli somministra una somma di denaro
importo corrispondente all’ammontare del credito, dal quale HA PREVIAMENTE DETRATTO L’INTERESSE per
il periodo intercorrente tra la data dell'operazione di sconto e la data di scadenza del credito
 Lo sconto è ciò che la banca lucra  la differenza tra l’ammontare del credito e la somma
effettivamente corrisposta al cliente

SCONTO MEDIANTE CAMBIALI E ASSEGNI BANCARI


Forma più diffusa di sconto
A scontare cambiali presso la banca è un imprenditore  es, commerciante che ha bisogno di rifornirsi di
merce dal grossista e non avendo denaro liquido sufficiente gli rilascia cambiali. il prenditore delle cambiali,
a sua volta un imprenditore, non può attendere la scadenza delle cambiali, le quali vengono scontate.

La banca nel caso di mancato pagamento, oltre ai diritti derivanti dal titolo, ha anche il diritto alla
restituzione della somma anticipata. può quindi esercitare
121
 azioni di regresso come giratario delle cambiali
 azione causale derivante dal rapporto di sconto

11. Le cambiali finanziarie, l. n. 43/1994 e succ. mod + TUB


Titoli di credito all'ordine emesso in serie ed aventi una scadenza non inferiore a un mese e non superiore a
36 mesi dalla data di emissione.

PIANO NORMATIVO  sono titoli di credito all'ordine


 Equiparate per ogni effetto di legge alle cambiali ordinarie
 girabili solo con la clausola senza garanzia
 devono contenere gli elementi prescritti dalla legge cambiaria per il vaglia cambiario

PIANO FUNZIONALE  strumenti di finanziamento a breve o medio termine


L'emissione di cambiali finanziarie costituisce raccolta del risparmio
 chi emette intende procurarsi denaro (SPA, società cooperative, mutue assicuratrici)
 coloro all'ordine dei quali le cambiali sono emesse intendono investire i propri risparmi

TUB  Integra la disciplina con regole di trasparenza


 consente alla Banca d'Italia di richiedere a chi mette o chi offre strumenti finanziari segnalazioni
periodiche, dati e informazioni riguardanti gli strumenti finanziari offerti o emessi

12. Il leasing finanziario  struttura dell’operazione e caratteri del contratto


Antico istituto terriero, nel secondo dopoguerra il moderno leasing si sviluppa e prende vita negli USA.
Tecnica di finanziamento delle imprese che si impone progressivamente e approda in Italia negli anni '60.

Nonostante l'ampia diffusione si tratta di un contratto atipico, sfornito di organica disciplina legislativa;
è ampia e abbastanza uniforme la modellistica contrattuale  contratti tipo predisposti dalle società di
leasing che hanno raggiunto un notevole grado di standardizzazione.
Dai formulari impiegati delle società di leasing si desume la struttura dell’operazione.

TIPOLOGIE NEGOZIALI
 LEASING OPERATIVO  Contratto con il quale il produttore di un bene standardizzato concede in
godimento il medesimo ad un altro imprenditore, verso un corrispettivo misurato il valore d'uso del
bene, per un periodo inferiore alla vita economica dello stesso.
talvolta prevede un’opzione di acquisto del bene alla scadenza del rapporto

 LEASING FINANZIARIO  comprende operazioni diversificate e talvolta eterogenee (leasing


mobiliare, immobiliare, agricolo …)
L’imprenditore che ha bisogno di beni strumentali necessari per l'attività produttiva anziché
acquistarli dal fabbricante per contanti (ricorrendo al credito bancario o comprandoli a rate) e stante
la difficoltà di ottenere in locazione o affitto questo genere di beni, si accordo con un'impresa
finanziaria specializzata, che li acquista dal produttore e concede contemporaneamente in
godimento all’imprenditore per un corrispettivo commisurato al prezzo dell'acquisto (maggiorato
dei costi dell’operazione e del margine di profitto dell’impresa), il cui pagamento viene ripartito in
canoni periodici e una frazione più esigua dal prezzo di un'opzione di acquisto.
122
L'utilizzatore al termine del rapporto può
 Divenire proprietario del bene in forza dell’opzione di acquisto
 restituire il bene
 chiedere il rinnovo del rapporto

STRUTTURA GENERALE DELL’OPERAZIONE


Confluiscono due contratti distinti ma collegati
 compravendita con la quale la società di leasing acquista il bene del fornitore
 contratto di leasing con cui la società concede in godimento all’utilizzatore il bene

CONTENUTI NEGOZIALI
 Contratto ha ad oggetto beni mobili strumentali a rapida obsolescenza tecnologica  il godimento
viene concesso per un tempo non superiore alla vita tecnico economica del bene.
Poiché il bene al termine del rapporto conserva un valore trascurabile, il prezzo di opzione è
normalmente molto basso

 Contratto ha ad oggetto beni immobili o beni di consumo durevoli  il rapporto ha una durata
calcolata secondo criteri puramente finanziari.
La misura del prezzo dell'opzione, concernendo un bene destinato non solo a conservare ma non di
rado ad aumentare il suo valore alla fine del rapporto, non è trascurabile.

OBBLIGAZIONI A CARICO DELL’UTILIZZATORE


 Pagare canoni periodici
 usare il bene con diligenza
 provvedere a tutte le spese di riparazione straordinaria che straordinaria

OBBLIGAZIONI A CARICO DEL CONCEDENTE


 Si discute se sussista un obbligo della società di leasing di far godere il bene all’utilizzatore

DISCIPLINA DEI RISCHI E DELLE RESPONSABILITÀ DELLE PARTI


Le condizioni generali di un contratto sono congegnate in modo da
 Concedente  su di lui gravano solo i rischi strettamente finanziari connessi all’insolvenza
dell'utilizzatore
 Utilizzatore  su di lui gravano tutti gli altri rischi
 Società di leasing  esonerata da qualunque tipo di responsabilità nei confronti dell’utilizzatore

INADEMPIMENTO DELL’UTILIZZATORE (vedi dopo)  i formulari contengono una


 clausola risolutiva espressa che consente al concedente di risolvere automaticamente il contratto in
caso di mancato pagamento anche di un solo canone.
 diritto del concedente di trattenere integralmente i canoni percetti
 obbligo per l'utilizzatore di restituire il bene e di corrispondere i residui canoni a scadere e il prezzo
di opzione.

I PROBLEMI DI QUALIFICAZIONE E DI DISCIPLINA


A causa delle sempre nuove applicazioni e del suo impiego in relazione a beni di qualsiasi specie.
 vera e propria locazione  ripete la struttura di una locazione accompagnata da un’opzione di compra
 vendita rateale con riserva di proprietà
123
 contratto atipico con causa di finanziamento, col quale l'utilizzatore ottiene un prestito dalla società di
leasing, che di esso anticipo in contanti l'intero prezzo di acquisto  vanno applicate le disposizioni
del mutuo
 zona intermedia tra locazione e vendita a rate con riserva di proprietà  senza identificarsi con
nessuno dei due schemi negoziali, per cui un contratto misto soggetto all'applicazione delle
disposizioni più idonee appartenente entrambe le discipline

La giurisprudenza della Corte di Cassazione hai ricercato una soluzione dei problemi più delicati, come
quello della RISOLUZIONE PER INADEMPIMENTO DELL’UTILIZZATORE (e altre conseguenze sopra)
 Parte della dottrina e della giurisprudenza che vede nel leasing una vendita rateale con riserva di
proprietà  contesta la validità delle clausole in quanto contrastanti con la disciplina inderogabile
 parte della dottrina ed è la giurisprudenza che vede nel leasing una locazione ho un contratto atipico di
finanziamento  la difende

SOLUZIONE CASSAZIONE  Soluzione differente in base al tipo di leasing


 leasing con funzione di godimento, avente ad oggetto beni strumentali all'impresa  applicazione
della regola dell’irretroattività della risoluzione, con conseguente diritto del concedente di trattenere i
canoni riscossi
 Leasing con funzione traslativa, avente ad oggetto immobili o beni di consumo durevoli  il
concedente dovrà restituire all’utilizzatore i canoni riscossi e avrà diritto ad un equo compenso per
l'uso del bene e al risarcimento del danno.

IL LEASE BACK
Sottotipo di leasing che viene impiegato da imprenditori che abbiano la necessità di ottenere con
immediatezza una provvista finanziaria e non vogliono ricorrere al credito bancario.

Colui che vende il bene alla società di leasing non è un terzo fornitore, ma lo stesso imprenditore che ne
diventa utilizzatore in forza del contratto di leasing che viene stipulato contemporaneamente a quello di
vendita. L’imprenditore, con l'incasso del prezzo della vendita, ottiene con la liquidità di cui ha bisogno e
grazie al rapporto di leasing conserva la disponibilità del bene che potrà riacquistare pagando i canoni ed
esercitando alla scadenza la relativa opzione
 bene  solitamente immobili o complesso aziendale

CONTRARIETÀ CON PATTO COMMISSORIO


Sono stati sollevati dei dubbi, in virtù del fatto che secondo la recente giurisprudenza, il divieto si applica
anche alle alienazioni con finalità di garanzia immediatamente traslativo della proprietà e condizionate
risolutivamente all'adempimento dell'obbligazione garantita
 Patto commissorio  accordo con cui si conviene che, in caso di mancato pagamento di un credito
entro un dato termine, la proprietà del bene dato in garanzia con ipoteca o pegno, passi in proprietà al
creditore.

La dottrina prevalente e la giurisprudenza della Corte di Cassazione rifiutano una soluzione


generalizzante nel senso della nullità  la figura ha acquisito una sua tipicità sociale ed esprime uno
specifico assetto di interessi meritevoli di tutela, in grado di giustificare causalmente l'operazione.
La contrarietà del contratto il divieto potrebbe aversi solo nei casi in cui si ritrovino nella concreta
fattispecie delle anomalie  sproporzione tra il valore elevato del bene e il prezzo esiguo pagato dalla
società di leasing al venditore

124
13. Il factoring  struttura, funzione e tipologie
Contratto sorto nel mondo anglosassone e penetrato nell’Europa continentale.
Contratto atipico  in Italia non abbiamo una definizione normativa, i contenuti giuridico economici
dell'operazione possono essere desunti dai contratti tipo impiegati dal factor

Contratto con il quale un imprenditore (cedente) si impegna a cedere tutti i crediti presenti e futuri
scaturiti dalla propria attività imprenditoriale ad un altro soggetto professionale (factor) il quale, dietro
un corrispettivo, assume l’obbligo di fornire una serie di servizi, come la contabilizzazione, gestione,
esazione dei crediti…
 Rapporto a tempo indeterminato che ammette il recesso ad nutum
 Il Factor corrisponde al cliente l’importo del credito ceduto dopo averlo incassato dal debitore
ceduto o entro un termine fissato dalla sua scadenza.
È possibile prevedere anticipazioni rispetto alla data di scadenza del credito

La cessione può avvenire in due modi:


 Pro soluto  il factor si assume il rischio di insolvenza dei crediti ceduti ed in caso di
inadempimento di questi ultimi non potrà richiedere la restituzione degli anticipi versati al cliente.
 Pro solvendo Il cliente garantisce la solvenza del debitore ceduto

CORRISPETTIVO  Commissione a titolo di compenso dovuta al factor per i servizi da lui prestati e per i
rischi assunti. Il fornitore è inoltre tenuto a versare gli interessi sulle somme anticipategli

FUNZIONE PRATICA
 Dal punto di vista del cliente, mobilizzazione dei suoi crediti  di regola non sono immediatamente
esigibili, per cui vengono negoziati con il Factor e monetizzati anticipatamente.
Tali anticipazioni assolvono ad una funzione di finanziamento
 dal punto di vista del Factor  offrire dietro corrispettivo una diversificata serie di servizi

QUALIFICAZIONE DEL CONTRATTO


Gli interpreti hanno elaborato una varietà di tesi e sottotesi in relazione all’articolazione complessiva
dell’operazione di factoring.
1. Struttura dell’operazione
 il contratto dà vita ad un'unica cessione globale di crediti presenti e futuri
 l'operazione dà vita ad una sequenza contrattuale scandita da una convenzione iniziale e da una
pluralità di cessioni di credito attuative della prima

2. Profilo causale del factoring  Causa complessa /variabile in relazione alle 3 funzioni  gestionale,
finanziaria, assicurativa /di garanzia

3. Profilo causale dei singoli negozi di gestione di credito


 ciascuna cessione ha una causa vendendi
 ciascuna cessione ha una causa di garanzia a fronte di un finanziamento

IL FACTORING E LA CESSIONE DEI CREDITI D’IMPRESA


125
La cessione del credito costituisce un effetto immancabile del factoring.
il legislatore se n'è occupato con la l. n. 52/1991, coordinata con le disposizioni codicistiche, applicabili in
quanto compatibili.
 la disciplina speciale è derogabile e le parti possono rinunciare alla sua applicazione in favore cc

OBIETTIVI GENERALI DELLA LEGGE


 Ammettere con larghezza la cessione di massa dei crediti futuri
 facilitare l’opponibilità ai terzi della cessione dei crediti d'impresa

AMBITO DI APPLICAZIONE
 profilo soggettivo
o cedente  imprenditore
o cessionario  banca o intermediario finanziario disciplinato dal TUB, Iscritto in uno specifico
albo tenuto presso la Banca d'Italia

 profilo oggettivo  cessione verso corrispettivo di crediti i sorgenti da contratti stipulati dal cedente
nell'esercizio dell'impresa

CONDIZIONI PER LA VALIDITÀ DELLE CESSIONI DI CREDITI FUTURI E CESSIONI DI CREDITI IN MASSA
 i crediti possono essere ceduti anche prima che siano stipulati contratti dai quali sorgeranno
 cessione di massa
o deve essere indicato il debitore ceduto
o i crediti, se futuri, devono derivare da contratti già stipulati o da stipulare entro 24 mesi

EFFICACIA RISPETTO AI TERZI


 regole codicistiche
 opponibilità condizionata alla effettuazione del pagamento del corrispettivo della cessione, avente
data certa, che può essere risultante da
o atto pubblico oh certificazione pubblica
o assegni, ricevute bancarie o bonifici bancari

GARANZIE DOVUTE DAL CEDENTE


Vengono ribaltate le disposizioni codicistiche  garanzia della solvenza del debitore a carico del fornitore,
a meno che il factor non vi rinunci in tutto o in parte

FALLIMENTO
 fallimento del cedente  il rapporto di factoring non si scioglie ipso iure, ma prosegue salva la facoltà
del curatore di recedere dalle cessioni stipulate limitatamente ai crediti non ancora sorti (Con obbligo
di restituzione del pagamento anticipato).
 fallimento del debitore ceduto  i pagamenti eseguiti dal ceduto al cessionario sono esonerati da
revocatoria. Vi sarà assoggettato il cedente qualora il curatore provi che egli conosceva lo stato di
insolvenza del debitore ceduto alla data del pagamento al cessionario

LA CARTOLARIZZAZIONE DEI CEDITI


Ulteriore applicazione della cessione in massa dei crediti d'impresa.

126
Cessione a titolo oneroso di crediti pecuniari ad una società (che deve avere per oggetto esclusivo la
realizzazione di operazioni di cartolarizzazione) che raccoglie i fondi necessari per l'acquisto dei crediti
tramite l'emissione di titoli che vengono offerti ai risparmiatori o investitori professionali.

Le somme corrisposte dai debitori ceduti sono destinate IN VIA ESCLUSIVA al soddisfacimento dei diritti
incorporati nei titoli e per il pagamento dei costi dell'operazione.

La cartolarizzazione riassume in sé i caratteri


 di un'operazione di finanziamento delle imprese cedenti
 di un'operazione di investimento attraverso la collocazione degli strumenti finanziari

L. N. 130/1999
 In caso di offerta dei titoli ad investitori non professionali, operatori terzi devono valutare il merito dei
crediti cartolarizzati
 il credito relativo a ciascuna operazione, gli incassi e le attività finanziarie acquistate con i medesimi
costituiscono patrimonio separato da quello della società e da quello relativo alle altre operazioni di
cartolarizzazione
 la cessione è efficace nei confronti dei debitori ceduti e dei creditori del cedente dal momento della
sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale

14. Il Forfaiting
È fra i moderni strumenti di finanziamento alle imprese di derivazione anglosassone il più recente.

Un imprenditore (di norma un esportatore) cede ad un istituto finanziario (forfaiter) che gliene anticipa
l’importo previa deduzione di un tasto di interesse fisso (forfait), un credito cartolare non ancora scaduto
derivante dalla fornitura di beni o dalla prestazione di servizi all'estero (impegni di pagamento emessi da
un debitore-imprenditore)

LA CESSIONE AVVIENE PRO SOLUTO Elemento essenziale del rapporto e la posizione sul titolo della
clausola diretta da escludere la responsabilità dell'imprenditore cedente

Si è dubitato che si tratti di un vero e proprio contratto di finanziamento, ma l’obiezione non è decisiva
 la cessione avviene pro soluto  dal punto di vista funzionare l’imprenditore si procura il denaro che
può investire
 non c'è alcuna obbligazione restitutoria a carico di colui che c'è del credito  non è tratto marcante
dei contratti di finanziamento

VS FACTORING
Hanno numerosi punti di contatto, ma differisce
 per l'oggetto  crediti d'impresa tout court e non crediti cartolari
 il factoring può avere ad oggetto anche crediti futuri

127
128
CAPITOLO II  IL MERCATO MOBILIARE
SEZIONE I  INTRODUZIONE

1. La nozione di mercato mobiliare + 2


Mercato mobiliare  segmento del mercato finanziario sul quale vengono prodotti e/o scambiati valori
mobiliari e svolte attività relative a valori mobiliari

Prodotti finanziari  strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura finanziaria, che si
caratterizzano per la loro negoziabilità (scadenza, rendimento, utilizzabilità…)

Strumenti finanziari  Categoria nominata nell'ambito dell’ampio genere dei prodotti finanziari
 valori mobiliari  categorie di valori che possono essere negoziati nel mercato dei capitali,
naturalmente destinati alla circolazione
 azioni di società e altri titoli equivalenti
 obbligazioni e altri titoli di debito
 strumenti del mercato monetario  categorie di strumenti normalmente negoziati nel mercato
monetario
 quote di un organismo di investimento collettivo di risparmio

Mercato dei capitali  mercato sul quale si negozio strumenti finanziari di medio lunga durata destinate al
finanziamento degli emittenti e in particolare delle imprese

Mercato monetario  mercato sul quale si negozio strumenti finanziari a breve brevissimo termine che
possono essere trasformati in moneta senza grosse perdite sul valore nominale

SEZIONE II  APPELLO AL PUBBLICO RISPARMIO


1. La nozione e i tipi di appello al pubblico risparmio
La disciplina dell'appello al pubblico risparmio trova applicazione soltanto
 quando oggetto dell'appello siano prodotti finanziari

 l'appello abbia un particolare contenuto 


o Proposta contrattuale di acquisto, vendita, sottoscrizione o scambio  proposte contrattuali
destinate a determinare la conclusione dei relativi contratti, mediante l'accettazione da parte di
coloro ai quali la proposta è indirizzata (OBLATI)

o Invito a offrire, avanzare proposte di acquisto, sottoscrizione, vendita o scambio da parte degli
oblati  Porteranno alla conclusione dei relativi contratti con la conoscenza da parte degli oblati
dell’accettazione dell’offerente

 L'appello sia rivolto al pubblico risparmio  non è sempre semplice stabilire quando una
sollecitazione del risparmio cessi di essere privata per diventare pubblica.
Assumono rilievo due elementi di giudizio

129
o quantitativo  numero dei destinatari della sollecitazione (OBLATI)  quando il numero è così
potenzialmente alto da rendere inevitabilmente standardizzata ed impersonale la formazione
dell'accordo contrattuale, gli strumenti di tutela dell’autenticità della volontà negoziale previsti
dal Codice civile non possono essere utilizzati; la sollecitazione dovrà essere sottoposta agli
obblighi di trasparenza previsti dalle norme speciali.
NON è UN CRITERIO ASSOLUTO la natura standardizzata della sollecitazione e la particolare
condizione dei destinatari consentono agli stessi una consapevole valutazione dell'offerta,
rendendo superflua inutilmente onerosa l'applicazione della disciplina speciale

o qualitativo  professionalità dei destinatari della sollecitazione

NON SI APPLICANO LE NORME DETTATE PER LE OFFERTE AL PUBBLICO a quelle riservate agli
INVESTITORI QUALIFICATI
o Banche
o società di intermediazione immobiliare
o governi nazionali
o amministrazioni regionali

TIPOLOGIE DI APPELLO AL PUBBLICO RISPARMIO, TU n. 58/1998


 OFFERTA AL PUBBLICO DI PRODOTTI FINANZIARI  Ogni comunicazione rivolta persone, in qualsiasi
forma e con qualsiasi mezzo, che presenti sufficienti informazioni sulle condizioni dell'offerta e dei
prodotti finanziari offerti da mettere un investitore in grado di decidere di acquistare o sottoscriverli
o Presenta un certo grado di pericolosità  il risparmiatore trasferisce un valore certo in cambio di
un prodotto finanziario di valore non altrettanto certo, PERCIÒ
o Controlli più stringenti per l’offerente  la pubblicazione del prospetto informativo relativo
all’offerta deve essere preventivamente autorizzato dalla Consob

 OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO O SCAMBIO  Ogni offerta, invito a offrire o messaggio


promozionale, finalizzati all'acquisto o allo scambio di prodotti finanziari e rivolti a un numero di
soggetti almeno pari a 150 e per un ammontare pari o superiore a 5.000.000 euro
o presenta un grado di pericolosità inferiore  il risparmiatore riceve una prestazione certa
(somma di denaro) in cambio di un prodotto finanziario di più incerto valore (offerta di acquisto) o
Opera uno scambio fra bene di valore non certo (offerta di scambio)
o il documento deve essere solo comunicato alla Consob, che può però pretendere che vengano
fornite al pubblico informazioni ulteriori. vale il principio del silenzio-assenso

o si divide in
 Offerte pubbliche di acquisto o di scambio volontarie  Possono avere ad oggetto
qualunque tipo di prodotto finanziario
 offerte pubbliche di acquisto o di scambio obbligatorie  sono configurabili soltanto con
riferimento ai titoli di società italiane ammessi alla quotazione in mercati regolamentati
italiani (TITOLI  strumenti finanziari che attribuiscono il diritto di voto, anche
limitatamente a specifici argomenti dell'assemblea ordinaria e straordinaria)

2. L’offerta al pubblico di prodotti finanziari

130
Art 94 TUF  Coloro che intendono effettuare un'offerta al pubblico ne danno preventiva comunicazione
alla Consob allegando il prospetto informativo destinato alla pubblicazione.
Il prospetto non può essere pubblicato finché non è approvato dalla Consob.
 Sono previsti due diversi documenti.

CONTENUTO COMUNICAZIONE  sottoscritta dell'offerente, caratteristiche dell’offerta


 Soggetti che intendono procedere all’offerta con la specificazione del ruolo svolto da ciascuno
 caratteristiche essenziali e quantità dei titoli oggetto dell'offerta
 modalità e termini previsti per lo svolgimento dell'operazione

CONTENUTO PROSPETTO, c 2  in una forma facilmente analizzabile e comprensibile


 tutte le informazioni che, a seconda delle caratteristiche dell'emittente e dei prodotti finanziari offerti,
sono necessarie affinché gli investitori possano pervenire ad un fondato giudizio sulla situazione
patrimoniale e finanziaria, sui risultati economici e sulle prospettive dell'emittente, sui prodotti
finanziari e sui relativi diritti.
 una nota di sintesi recante i rischi e le caratteristiche essenziali dell’offerta

POTERE DI CONTROLLO DELLA CONSOB SUL PROSPETTO


Natura, contenuto del controllo e limiti che incontra nell’approvare la pubblicazione del prospetto.
 Non può negare l'approvazione sulla base di un giudizio di convenienza dell'operazione per i
risparmiatori
 Spesso si è arrogato il potere di esercitare un controllo di legittimità sulle operazioni proposte 
CRITICHE DELLA DOTTRINA, tale controllo è riservata all’autorità giudiziaria
 Controllo di completezza  Può negare l'approvazione quando il prospetto non sia conforme alle
regole generali e non contenga le ulteriori notizie richieste
 Controllo di veridicità  sicuramente la Consob non garantisce l’esattezza e la veridicità delle
informazioni contenute nel prospetto, il che non significa che debba omettere qualsiasi controllo di
veridicità  è dovuto nei limiti in cui i tempi del procedimento e i poteri esercitati lo rendono
possibile.

PUBBLICAZIONE
Se il procedimento di controllo si è positivamente concluso viene emanato il provvedimento di
approvazione del prospetto.
È reso pubblico mediante deposito dell'originale presso la Consob e messa a disposizione del pubblico

3. Le offerte pubbliche di acquisto o di scambio


Le disposizioni generali dettate agli artt. 101 bis – 104 ter TUF si applicano a entrambe le tipologie.

COMUNICAZIONE E DOCUMENTI DI OFFERTA, art 102


La decisione ovvero il sorgere dell'obbligo di promuovere un'offerta pubblica di acquisto o di scambio sono
senza indugio comunicati alla Consob e contestualmente resi pubblici.

L'offerente promuove l'offerta tempestivamente, e comunque non oltre 20 gg dalla comunicazione,


presentando alla Consob il documento d'offerta destinato alla pubblicazione.
Anche qui la legge prevede due documenti distinti
 la comunicazione destinata alla Consob dell’intenzione di lanciare l'offerta

131
 il documento d'offerta  equivalente al prospetto informativo, destinato alla pubblicazione

Entro 15 gg dalla presentazione del documento d'offerta, la Consob lo approva se esso è idoneo a
consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull'offerta.
Se l'offerta ha ad oggetto prodotti finanziari non quotati diffusi tra il pubblico il termine è di 30 gg
Decorsi termini il documento si considera approvato e può essere pubblicato

CONTENUTO E SVOLGIMENTO DELL’OFFERTA. LE OFFERTE CONCORRENTI


 L'offerta è irrevocabile. Ogni clausola contraria e nulla e le eventuali dichiarazioni di revoca sono
prive di effetto
 Principio della parità di trattamento degli oblati  l'offerta deve essere rivolta a parità di condizioni
a tutti i titolari dei prodotti finanziari che ne formano oggetto
 Durata del periodo di adesione  periodo in cui è possibile aderire all’offerta.
È concordata con la società di gestione del mercato (titoli quotati) o con la Consob
 Offerte concorrenti  Possono essere lanciate fino a 5 gg prima la data di chiusura del periodo di
adesione dell'offerta precedente. L’oblato può revocare l'offerta precedente

Il CDA dell'emittente diffonde un comunicato contenente ogni dato utile per l'apprezzamento dell'offerta e
la propria valutazione sulla medesima.
 Comunicato che esprime la valutazione del CDA sull'offerta e un giudizio sulla convenienza per gli
azionisti
o amichevole  il CDA suggerisce agli azionisti di accettare l'offerta
o ostile  il CDA considera l'offerta non conveniente per gli azionisti
 data la sua delicatezza, deve contenere l'eventuale adozione a maggioranza, il numero e nome dei
dissenzienti o astenuti

PASSIVITY RULE
Insieme delle regole alle quali l’emittente deve attenersi quando le sue azioni sono oggetto di un'offerta
pubblica di acquisto di scambio  SOLO se oggetto dell'offerta sono titoli di società italiane quotate
 La società deve astenersi dal compiere atti od operazioni che possano contrastare il conseguimento
degli obiettivi dell'offerta, A MENO CHE non siano autorizzate dall’assemblea ordinaria o
straordinaria, anche quando rientrano nelle competenze del CDA  sospettabile di un interesse
personale e potenzialmente in conflitto con quello dei soci

4. Le offerte pubbliche di acquisto obbligatorie, Art 105 ss. TUF


Disciplina introdotta con la l. 149/1992, successivamente modificata e confluita nel TUF.

PRIMA DELLA L. N 149


Giudico che una società vada bene, che fino a un certo prezzo mi converrebbe acquisirne il controllo, così
faccio una offerta pubblica a chiunque detenga azioni, impegnandomi a pagare un certo prezzo.
Presumibilmente se la risposta degli azionisti è timida io abbandonerò l’iniziativa perché non mi interessa
acquisire un quantitativo qualsiasi di azioni, ma quello che mi permette di realizzare la mia strategia.

Modalità

132
 ACQUISTO FUORI BORSA DEL PACCHETTO DI MAGGIORANZA soggetto intende acquistare il
pacchetto azionario di controllo di una società da chi già lo possegga.
Per realizzare l’acquisto l’acquirente dovrà quasi sempre pagare un prezzo maggiore di quello che
risulta dalla quotazione di borsa  chi vende il 51% (pacchetto azionario di controllo) non vende solo
metà del patrimonio ma anche il diritto di comandare in società; il soggetto è disposto a pagare un
prezzo più elevato per ottenere questa porzione di patrimonio che le azioni rappresentano, è pronto a
corrispondere anche il PREMIO DI MAGGIORANZA  se tu mi dai il 40% di una cosa che vale 100 il
prezzo è 40. Se tu mi dai il 51% di una cosa che vale 100 il prezzo è 51 + la valorizzazione del fatto che
io con quel 51 comando in assemblea.

 Ipotesi 2  società vede il proprio CS molto frazionato, così da essere controllata mediante una
partecipazione che non ne rappresenta la maggioranza, ma molto più bassa. Può accadere che chi
intende sottrarre a chi lo detiene il controllo della società tenti la scalata, cercando di acquistare in
borsa a poco a poco e senza far scoprire le sue intenzioni, tante azioni in modo da superare il pacchetto
di controllo, e ottenere la maggioranza delle azioni  vedo che negli ultimi 3 anni in tutte le assemblee
si è presentato dal 20 al 40% degli azionisti, e ha sempre dettato legge chi ha il 16%. Mi metto piano
piano a comprare delle azioni finché ho il 20%, perché se le cose continuano ad andare così ci sarà in
assemblea il 40% degli azionisti e io sono in maggioranza. Non ho bisogno del 51, ma solo poco più di
quelli che, grazie alla polverizzazione delle azioni, risultava il maggiore azionista presente in assemblea
negli ultimi anni.
È probabile che le quotazioni delle azioni della società oggetto della scalata, detta società bersaglio,
aumentino per l’insistente domanda di cui sono oggetto, perché si vede in borsa che qualcuno ne
compra oggi 100, domani 200, dopodomani 400…, il che evidenzia un interesse per la società che fa sì
che chi le deve vendere chieda qualcosa di più. Ma è altrettanto probabile che se la scalata riesce, chi
l’ha effettuata avrà pagato un pacchetto azionario di controllo ad un prezzo vantaggioso, perché chi ha
venduto le 200 non ha immaginato che questo sarebbe arrivato a detenere un pacchetto totale che gli
avrebbe dato diritto anche all’esercizio dei diritti amministrativi, quindi glie le avrà vendute al valore del
patrimonio.

NEL PRIMO CASO ad avvantaggiarsi dell’operazione è solo chi, trasferendo il pacchetto di controllo, ha
ottenuto il premio di maggioranza
NEL SECONDO CASO ad avvantaggiasti è stato chi, avendo effettuato la scalata, ha acquistato il pacchetto
azionario di controllo a pezzi senza corrispondere il premio di maggioranza a nessuno, perché nessuno gli
ha venduto simultaneamente una quantità di azioni tale da fargli ottenere il controllo della società.
IN ENTRAMBI I CASI i piccoli azionisti sono rimasti esclusi dall’operazione, non hanno ricavato alcun
beneficio se non quello dell’eventuale aumento del valore delle azioni dovuto alla scalata.

DOPO LA L. N 149
L'offerta non è l'effetto di un’iniziativa, ma di un obbligo imposto dalla legge a chi si trova, anche per ragioni
non dipendenti dalla sua volontà, a superare una predeterminata soglia, nel probabile convincimento che
questa sia quella che coincide con la partecipazione di controllo (accettando il rischio che le partecipazioni
di controllo si collochino al di sotto della soglia)

L'obbligo sussiste soltanto in capo alle società italiane con titoli ammessi alla negoziazione in mercati
regolamentati italiani
 NO società italiane quotate soltanto in un mercato regolamentato non italiano
 NO società straniere anche se quotate in un mercato regolamentato italiano
133
Partecipazione  quota dei titoli emessi da una società che attribuiscono diritti di voto nelle deliberazioni
assembleari riguardanti nomina o revoca degli amministratori o del CDS.

DISCIPLINA
Chiunque venga a detenere una partecipazione superiore alla soglia del 30% dei voti esercitabili nelle
delibere di nomina o revoca degli amministratori e CDS ovvero superiore, promuove un'offerta pubblica di
acquisto rivolta a tutti i possessori di titoli sulla totalità dei titoli ammessi alla negoziazione in un mercato
regolamentato in loro possesso.

È OBBLIGATORIO COMUNICARE ALLA CONSOB IL RAGGIUNGIMENTO DELLA SOGLIA DEL 30% E RENDERSI
ACQUIRENTE DEL RESTANTE 70%.

Nelle società diverse dalle PMI l'offerta è promossa anche da chiunque venga a detenere una
partecipazione superiore alla soglia del 25% in assenza di altro socio che detenga una partecipazione più
elevata.
Per ciascuna categoria di titoli, l'offerta è promossa entro venti giorni

PREZZO  Prezzo non inferiore a quello più elevato pagato dall'offerente nei 12 M anteriori alla
comunicazione alla Consob del superamento della soglia, per acquisti di titoli della medesima categoria
Qualora non siano stati effettuati acquisti a titolo oneroso di titoli della medesima categoria nel periodo
indicato, l'offerta è promossa ad un prezzo non inferiore a quello medio ponderato di mercato degli ultimi
12 M o del minor periodo disponibile.

Lo scalatore che disattenda i suoi obblighi


 Può incorrere in sanzioni ammnistrative
 Può essere privato del diritto di voto nella misura eccedente alla partecipazione
 È esposto al risarcimento in favore di coloro ai quali la prestazione inadempiuta avrebbe dovuto
essere resa, a condizione che questi provino di essere stati privati di una possibilità di guadagno a
causa della mancata promozione dell’offerta.

RAGIONI DELL’INTRODUZIONE
Questo istituto può farsi rientrare tra le disposizioni a tutela dei piccoli azionisti, perché è rivolta ad evitare
che l’acquisizione della partecipazione di controllo, o tale da influenzare la dinamica della società quotata in
borsa, attribuisca vantaggi agli azionisti di comando e non ai piccoli azionisti.

 Incentivo all’investimento sui mercati regolamentati  la massa degli azionisti può vendere,
normalmente a prezzi più alti di quelli praticati nel mercato, i propri titoli.
Quello in capo ai soci di minoranza è come se fosse un diritto di recesso, con liquidazione in capo al
socio e non alla società .

 I piccoli azionisti sono messi al riparo dal tentativo di chi intenda acquistare il controllo della società
o negoziando non dentro ai mercati ma fuori, direttamente con chi detiene la quantità di titoli
necessari
o negoziando in essi ma poco alla volta in modo da non far trapelare la volontà di scalata.

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Si può obiettare che l’introduzione dell’OPA totalitaria obbligatoria renda più difficili e meno frequenti i
trasferimenti di pacchetti azionari di controllo  Tale ingessamento può impedire dei cambiamenti nel
gruppo di controllo che potrebbero essere positivi.
Con la vigente disciplina il legislatore ha cercato di fare un bilanciamento tra un opa troppo duro, che
finirebbe per non avvantaggiare neanche i piccoli azionisti, e un opa troppo poco incisivo e oneroso, che
rischia di collocarli ai margini delle operazioni di scalata, e per ragioni opposte impedire comunque il capital
gain.

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