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Organizzata in funzione dei capitali conferiti dal Organizzata in funzione dell’uomo socio, tenendo
socio, che viene considerato in ragione della sua conto delle sue qualità personali e professionali
quota
Società con personalità giuridica (gode di una Società priva di personalità giuridica
perfetta autonomia patrimoniale)
Il socio ha responsabilità limitata alla sola quota I soci hanno responsabilità illimitata e il potere di
conferita amministrare la società.
Per il funzionamento di tali organi vige il principio Consenso unanime per la modificazione dell’atto
maggioritario in base alle quote (le maggioranze costitutivo, indipendentemente dall’ammontare
sono calcolate in base alla partecipazione di del capitale sociale
ciascun socio al capitale sociale, non per teste).
Libera trasferibilità delle quote sociali, sia inter La partecipazione è trasferibile solo col consenso
vivos che mortis causa. degli altri soci per atto tra vivi.
Trasferimento mortis causa non ammesso, salvo
patto contrario
Persone giuridiche Si tratta di soggetti finti che non esistono in natura, sono invenzioni di carattere
normativo, strumenti che consentono di perseguire degli obiettivi che altrimenti in natura non sarebbero
perseguibili. Si chiamano persone giuridiche per trasmettere l’idea che sono interessate da una disciplina
simile a quella della persona fisica: concettualmente scimmiottano la vita di una persona fisica
hanno un patrimonio
esercitano un’attività
fanno una fusione (si sposano)
fanno una scissone (divorziano)
il concetto che sta alla base della persona giuridica e quella dell’autonomia patrimoniale: creare un
centro d’interessi le cui vicende non coinvolgano il centro di interessi dei soggetti che hanno dato luogo al
fenomeno. Ecco la differenza fondamentale tra società di capitali e le società di persone.
Nelle società di persone rimane una responsabilità dei singoli soci per i debiti della società.
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In una società di capitali, che è una persona giuridica, i debitori possono aggredire solo il capitale (per
meglio dire patrimonio), si devono accontentare, non possono rivalersi del patrimonio di cui sono titolari i
soci.
Società di capitali
GENERALITÀ
Rientrano in tale categoria la società per azioni, la società in accomandita per azioni e la società a
responsabilità limitata.
La disciplina, profondamente innovata dal d.lgs. 6/2003, rinviene il suo nucleo essenziale nell'ambito dei
Capi V, VI e VII del Titolo V del Libro V del Codice civile.
La normativa antecedente all’entrata in vigore della riforma del 2003 ascriveva alla SPA il ruolo di prototipo
delle società di capitali, incentrando sulla disciplina della stessa, salvi determinati profili di specificità, anche
la regolamentazione della SAPA e della S.R.L.
In virtù del d.lgs. sono stati ridisegnati i rapporti fra i tipi societari appartenenti alla categoria.
SAPA residualmente mutua dalla disciplina della SPA le proprie norme di organizzazione e
funzionamento
SPA per lo più impiegata in funzione di iniziative imprenditoriali di significativo respiro dimensionale
SRL impiegata in funzione di iniziative imprenditoriali di minori dimensioni
Sempre per effetto della riforma, la disciplina dei tipi capitalistici concede più ampio spazio all’autonomia
statutaria, nella prospettiva di consentire di modellare la struttura e il funzionamento societario in modo da
dare più aderenti risposte alle istanze emergenti dalla dialettica del mercato.
L’autonomia statutaria si esprime entro confini inversamente proporzionali al grado di coinvolgimento
nelle vicende della società di interessi esterni alla compagine sociale:
particolarmente ampi nell’ambito delle SRL,
si riducono nell’ambito delle SPA, dove si presentano più o meno estesi a seconda che l’ente faccia o
no ricorso al capitale di rischio.
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LA SOCIETÀ PER AZIONI
1. Coordinate normative
La società per azioni è regolata da un articolato impianto normativo che, sullo sfondo delle disposizioni
generali dettate nel codice civile con riferimento al paradigma societario (artt. 2247-2250 c.c.), trova il suo
nucleo centrale nel Titolo V, Capo V, del Libro V (artt. 2325 ss.), ma rinviene momenti essenziali anche
nell’ambito della legislazione speciale: basti pensare all’importanza delle disposizioni sulle società con titoli
quotati in borsa dettate dal d.lgs. 58/1998, recante il Testo unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria (TUF)
La disciplina codicistica della SPA configura due diverse articolazioni del modello, in ragione del grado di
interazione fra l’impresa ed il mercato del capitale.
SOCIETÀ CHIUSE non fanno ricorso al capitale di rischio. Si applica la disciplina del c.c. e si si pone
con forza il tema della tutela della posizione dei creditori sociali e con minore intensità quello della
tutela dei soci di minoranza
SOCIETÀ QUOTATE/APERTE
o ricorrono all’emissione di azioni quotate in mercati regolamentati Si applica la disciplina del
d.lgs. 58/1998, Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF) e, in
via sussidiaria, la normativa del cc.
o a prescindere dall’ammissione alla quotazione, danno corso alla diffusione dei propri titoli fra il
pubblico in misura rilevate si applicano le norme del Codice civile in tema di società e, in via
sussidiaria, le norme del cc per le società che fanno ricorso al capitale di rischio. Se queste norme
non possono essere applicate, si rinvia al T.U.F. e alla Consob
La proiezione verso il mercato per l'accesso al capitale e alle risorse finanziarie conferisce particolare
enfasi al problema di assicurare adeguata tutela agli interessi delle molteplici categorie di soggetti a
diverso titolo coinvolti nelle vicende dell’impresa (azionisti, finanziatori, dipendenti e via discorrendo)
e alla dialettica fra maggioranza e management.
DIFFERENZE DI REGOLAMENTAZIONE
1. diversa ampiezza dei diritti e dei correlativi obblighi di informazione, anche inerenti ai patti parasociali
2. maggior rigore dei controlli contabili e di gestione
3. più sensibile tutela delle minoranze
4. maggiore stabilità conferita, attraverso il regime dell'invalidità alle decisioni degli organi sociali
5. minore latitudine riconosciuta all’autonomia statutaria
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3. I caratteri della fattispecie
1. La responsabilità limitata.
Le obbligazioni sociali trovano risposta esclusivamente nel patrimonio della società;
Nella limitazione del rischio connesso all’esercizio dell’attività imprenditoriale si individua una delle funzioni
proprie delle società di capitali e, in tale contesto, della società per azioni.
Tale carattere è valorizzato dalla disposizione di apertura della disciplina della SPA, art. 2325 c 1 cc
Nella società per azioni per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio.
Per effetto della riforma del 2003, peraltro, il regime della responsabilità limitata assiste i soci a prescindere
dal loro numero, configurandosi come principio generale tanto nell'ipotesi che l’ente presenti una
compagine sociale pluripersonale, quanto nell’ipotesi che le partecipazioni confluiscano interamente
nella titolarità di un unico socio.
In tal senso, il socio unico, abbia assunto tale qualità in sede di costituzione della società ovvero
successivamente, risponde delle obbligazioni sociali soltanto nei limiti del conferimento effettuato; ciò, a
meno che non sia stato disatteso il dettato dell’art. 2342 cc (conferimenti) o non siano stati violati gli
obblighi di informazione previsti dall'art. 2362 cc.
Mentre nell'ambito della disciplina antecedente alla riforma tale profilo emergeva direttamente dalla
nozione di SPA resa dall'art 2325 c.c., oggi esso trova riscontro nell’art 2346 c 1 cc la partecipazione
sociale è rappresentata da azioni.
3. L’organizzazione corporativa.
L’assetto regolamentare impresso ai processi decisionali ed ai meccanismi di controllo mediante i quali
l’ente esplica la sua attività, sono governati all'insegna della partizione di funzioni e competenze fra organi
organizzazione corporativa.
Il sistema di controllo tradizionale è basato sulla tricotomia assemblea-amministratori-collegio sindacale.
Per quanto specificamente attiene alla SPA, nell’esercizio dell’autonomia statutaria i soci possono dotare
l’ente di sistemi di amministrazione e controllo alternativi:
dualistico di tradizione germanica, vede l’attività di gestione e controllo rispettivamente demandate
al consiglio di gestione ed al consiglio di sorveglianza
monistico di tradizione anglosassone, prevede un CDA ed un comitato di gestione eletto al suo
interno.
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2. iscrizione al registro delle imprese a seguito di tale fase l’ente, sino ad allora in fieri, acquisisce
personalità giuridica e viene ad esistenza.
Nell’originaria versione della disciplina codicistica, tra i due momenti della vicenda genetica si inseriva la
fase dell’omologazione giudiziale controllo affidato al tribunale, volto a verificare la sussistenza dei
requisiti di legalità formale e sostanziale dell’atto costitutivo, ossia la presenza delle condizioni richieste
dalla legge e la compatibilità del contenuto con i caratteri proprio del tipo societario di riferimento.
Ai fini di semplificazione del procedimento di costituzione della società l’omologazione è stata abolita con
l’art 32 l. 340/2000, e confermata dal d.lgs. 6/2003.
5. Le condizioni di costituzione
Art 2329 cc Per procedere alla costituzione della società è necessario:
+ art 2327 cc La SPA deve costituirsi con un capitale non inferiore a 50.000 €
Art modificato nel 2014, nella previgente versione il capitale sottoscritto ai fini della costituzione doveva
essere di almeno 120.000 €.
La legislazione speciale, con riguardo a particolari applicazioni del modello come le società che esercitano
attività bancaria, può richiedere livelli minimi più elevati.
Non si ritiene che, in assenza di specifiche disposizioni normative, l’ammontare del capitale debba essere
ab initio rispondente alle esigenze imposte dal conseguimento dell’oggetto sociale, non deve essere
valutata la sua adeguatezza rispetto all’attività che si andrà a svolgere.
2) che siano rispettate le previsioni degli articoli 2342, 2343 e 2343 ter relative ai conferimenti;
Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato presso una banca almeno il 25% dei
conferimenti in danaro o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare.
Per i conferimenti in natura o di crediti la liberazione delle azioni corrispondenti deve sempre risultare
integralmente effettuata
Il valore dei conferimenti in natura e di crediti deve essere asseverato dalla relazione di stima di un
esperto, redatta ai sensi dell’art 2343 cc
3) sussistano le autorizzazioni e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali per la costituzione
della società, in relazione al suo particolare oggetto.
Le autorizzazioni a cui la norma attiene sono quelle richieste ai fini della stipulazione dell’atto costitutivo e
per l’iscrizione del medesimo nel registro delle imprese. Non sono riconducibili al novero delle
autorizzazioni in discorso i provvedimenti richiesti per l’esercizio di una determinata attività.
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Un rilevante indirizzo interpretativo ritiene che tutte le condizioni per la costituzione della società debbano
sussistere al momento della stipulazione dell’atto costitutivo, fatta eccezione per quelle autorizzazioni
richieste ai soli fini dell’iscrizione della società nel registro delle imprese o ai fini dell’avvio dell’attività
economica, che vanno rilasciate sul presupposto che l’atto costitutivo sia già stato stipulato.
Un diverso orientamento di pensiero individua nell’adempimento egli obblighi relativi ai conferimenti e nel
rilascio delle autorizzazioni due condizioni richieste ai fini dell’iscrizione dell’atto costitutivo, ma non della
sua stipulazione.
Due sono i modelli procedimentali a cui è possibile fare ricorso per la stipulazione dell’atto costitutivo:
COSTITUZIONE SIMULTANEA, art 2328/2329 c.c. Si realizza attraverso l'immediata stipulazione
dell’atto costitutivo tra i soggetti coinvolti nella vicenda genetica, i quali compaiono dinanzi al notaio
sottoscrivendo integralmente il CS.
Tale meccanismo è preferito per la costituzione di società con ampia base associativa.
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Per modificare le condizioni stabilite nel programma è necessario il consenso di tutti i
sottoscrittori.
4. Stipulazione atto costitutivo e iscrizione RI, con conseguente acquisto della personalità giuridica.
Il vincolo associativo deriva dall’adesione al programma, la stipulazione dell’atto costitutivo
permette di riprodurre nella forma solenne richiesta le clausole del contratto sociale.
PROMOTORI
sono solidalmente responsabili verso i terzi per le obbligazioni assunte per costituire la società,
salvo potersi rivalere nei confronti della stessa quando venuta in essere
Non necessariamente acquisiranno la qualità di socio
Posso riservare per sé una partecipazione agli utili che non può eccedere il 10% degli utili netti e
non può valere per un periodo di tempo superiore a 5 anni
Art 2328 c 2 cc L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico (PENA NULLITÀ) e deve indicare
1) il cognome e il nome o la denominazione, la data e il luogo di nascita o lo Stato di costituzione, il
domicilio o la sede, la cittadinanza dei soci e degli eventuali promotori, nonché' il numero delle
azioni assegnate a ciascuno di essi;
Esigenza di individuare le parti del contratto o del negozio unilaterale di SPA.
Il riferimento ai concetti di denominazione, sede e stato di costituzione si spiega con la circostanza che
la qualifica di socio fondatore di SPA può essere assunta sia da persone fisiche che da altre società.
2) la denominazione e il comune ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie;
Con tali indicazioni si declinano le generalità dell’ente
denominazione sociale in qualunque modo formata deve contenere l’indicazione di SPA. Può
essere costituita utilizzando espressioni di fantasia e contener il nome di uno o più soci fondatori.
Sede legale Quella risultante dall’atto costitutivo e dallo statuto e nella quale si trovano
stabilmente gli organi che hanno la rappresentanza dell’ente e la capacità di obbligarlo
funzione di localizzazione della società come soggetto giuridico.
Può accadere che la sede legale non coincida da un punto di vista logistico con la sede reale,
quella dove secondo l'opinione comune c'è il centro effettivo di direzione svolgimento dell'attività
sociale, dov'è convocata l'assemblea, dove risiedono gli amministratori… In questo caso la
dottrina e la giurisprudenza propendono per la prevalenza della sede reale su quella legale
Funzione di localizzazione della società come soggetto giuridico Assume rilievo i fini di
individuare l’ufficio del RI presso cui va iscritto l’atto costitutivo, il giudice competente per
territorio nei procedimenti coinvolgenti la società, ai fini dell’applicazione della disciplina
fallimentare…
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Individuata la sede principale, le altre eventualmente indicate nell’atto dovranno qualificarsi
come secondarie identificano una articolazione dell’impresa non dotata di autonoma
soggettività.
5) il numero e l'eventuale valore nominale delle azioni, le loro caratteristiche e le modalità di emissione
e circolazione
Il valore nominale è richiesto solo quando alle azioni sia attribuito un determinato valore nominale,
corrispondente ad una frazione del capitale sociale. In mancanza, il valore delle azioni va definito in
ragione del rapporto tra l’ammontare del captale sociale e il numero delle azioni stesse.
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11) la nomina dei primi amministratori e sindaci ovvero dei componenti del consiglio di sorveglianza e,
quando previsto, del soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei conti
12) l'importo globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico della
società;
13) la durata della società ovvero, se la società è' costituita a tempo indeterminato, il periodo di tempo,
comunque, non superiore ad un anno, decorso il quale il socio potrà recedere.
I patti parasociali
L’assetto negoziale a cui è affidata la regolamentazione della vita della società e delle relazioni tra i soci non
si esaurisce nell’atto costitutivo, ma è integrato da intese separate, i patti parasociali contratti attraverso
i quali alcuni soci, o qualche volta tutti, per tutelare i loro legittimi interessi o per tutelare meglio interessi
già tutelati dalla legge positiva o per sopperire a lacune della legislazione o per adeguarsi a sopravvenute
esigenze della pratica societaria, pongono in essere un regolamento integrativo dei patti contenuti nell’atto
costitutivo o nel contratto sociale.
La loro conclusione può avvenire nella fase di costituzione della società o successivamente.
Art 2431 bis cc I patti, in qualunque forma stipulati, che al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il
governo della società:
a) hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società per azioni o nelle società' che le controllano;
b) pongono limiti al trasferimento delle relative azioni o delle partecipazioni in società che le controllano;
c) hanno per oggetto o per effetto l'esercizio anche congiunto di un'influenza dominante su tali società
non possono avere durata superiore a 5 A e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti
hanno previsto un termine maggiore
i patti sono rinnovabili alla scadenza.
La disciplina codicistica è di portata limitata, interessa solo parte della fattispecie che può ricondursi al
paradigma.
2. Qualora il patto non preveda un termine di durata, ciascun contraente ha diritto di recedere con un
preavviso di centottanta giorni.
3. Le disposizioni di questo articolo non si applicano ai patti strumentali ad accordi di collaborazione nella
produzione o nello scambio di beni o servizi e relativi a società interamente possedute dai partecipanti
all'accordo
Non essendo contenuti nell’atto costitutivo, tali patti non sono opponibili alla società l’inadempimento
di uno dei soci partecipanti al patto rileva solo nei rapporti interni, tra i partecipanti al patto stesso, e non
può essere fatto valere nei confronti della società.
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Si è discusso della validità di tali atti, allo scopo di evitare che, in nome di esigenze della pratica e di
efficienza non precisate venissero legittimati contenuti sempre più atipici rispetto alla disciplina legale.
Non è più contestata la loro ammissibilità, ma è posta molta attenzione verso la loro formulazione, al fine di
valutarne il concreto grado di atipicità e controllare che essa non sfoci in invalidità.
2. Se il notaio o gli amministratori non provvedono al deposito nel termine indicato nel comma precedente,
ciascun socio può provvedervi a spese della società.
3. L'iscrizione della società nel registro delle imprese è richiesta contestualmente al deposito dell'atto
costitutivo. L'ufficio del registro delle imprese, verificata la regolarità formale della documentazione, iscrive
la società nel registro.
Il controllo formale non investe il contenuto dell’atto costitutivo e dei documenti ad esso correlati, né la
conformità al tipo. Non si torna quindi in questa fase sul controllo di legalità già svolto dal notaio.
Controllo stipulazione per atto pubblico
Controllo integrale sottoscrizione CS
Controllo osservanza prescrizioni relative ai conferimenti
Se la società istituisce sedi secondarie, un estratto dell’atto costitutivo deve essere depositato per
l’iscrizione anche presso l’ufficio del registro delle imprese del luogo in cui la sede secondaria è stata
istituita.
Decorsi 90 gg dalla stipulazione dell’atto o dal rilascio delle autorizzazioni richieste per la costituzione della
società senza che ne sia intervenuta l’iscrizione nel RI, le somme versate a titolo di conferimento sono
restituite ai sottoscrittori e l’atto costitutivo perde la sua efficacia.
Inoltre, prima dell’iscrizione dell’atto costitutivo nell’RI è vietata l’emissione delle azioni.
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Per le operazioni compiute in nome della società prima dell'iscrizione sono illimitatamente e solidalmente
responsabili verso i terzi:
1. coloro che hanno agito
2. il socio unico fondatore posizione di protagonismo assunta durante la vicenda costitutiva
3. quelli tra i soci che nell'atto costitutivo o con atto separato hanno deciso, autorizzato o consentito il
compimento dell'operazione.
Gli effetti di tali operazioni saranno imputabili alla società, dopo l’acquisto della personalità giuridica,
solo a seguito della loro ratifica da parte dell’organo amministrativo.
Da tale approvazione sono esclusi gli atti strettamente necessari alla costituzione della società, la
traslazione dei cui effetti nella sfera patrimoniale della persona giuridica sarebbe direttamente connessa
all’iscrizione nell’RI.
L’approvazione non elide la responsabilità dei soggetti individuati precedentemente, ma vi si aggiunge.
Art 2332 cc Avvenuta l'iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere
pronunciata soltanto nei seguenti casi:
1) mancata stipulazione dell'atto costitutivo nella forma dell'atto pubblico;
Rimane controverso se l’illiceità dell’oggetto sociale possa profilarsi solo nell’ipotesi di esercizio di
attività in sé stesse vietate, in quanto contrarie a norme stricto sensu imperative, ovvero anche nel
caso di esercizio di determinate attività imprenditoriali, ontologicamente lecite, in mancanza delle
autorizzazioni amministrative prescritte dalla legge.
L’interpretazione più ampia della disciplina sembra giustificata dalla natura degli interessi, dei quali
non può negarsi la portata generale, e poiché tale lettura dell’istituto non sembra contrastare con il
principio di tassatività delle cause di nullità.
L’orbita applicativa dell’art. 2332 c.c. potrebbe attrarre anche ipotesi di nullità sopravvenuta, connesse
alla revoca delle autorizzazioni inizialmente rilasciate ovvero al venir meno dei presupposti fissati dalla
legge, né l’esercizio dell’attività costituente l’oggetto sociale; è da escludere che possa configurarsi la
nullità della società nel caso in cui, a seguito di modificazioni statutarie, l’oggetto sociale si colori di
illiceità.
Altra questione ancora aperta è quella che attiene alla riferibilità dell’illiceità esclusivamente
all’oggetto sociale dedotto nell’atto costitutivo ovvero anche all’attività concretamente svolta dalla
società. Sembra condivisibile l’opinione per cui l’illiceità dell’oggetto presupponga vizi inerenti alle
attività dedotte nell’atto costitutivo.
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La dichiarazione di nullità NON HA EFFETTI RETROATTIVI.
Implica lo scioglimento della società e innesca il procedimento di liquidazione della stessa, lasciando
immune da ogni conseguenza gli atti compiuti in nome della società dopo l'iscrizione nel registro delle
imprese.
5. La nullità non può essere dichiarata quando la causa di essa è stata eliminata e di tale eliminazione è
stata data pubblicità' con iscrizione nel registro delle imprese.
Presuppone quindi una delibera assembleare che modifica l’atto costitutivo.
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SEZIONE II I CONFERIMENTI E I TITOLI AZIONARI
PATRIMONIO SOCIALE l’insieme dei rapporti giuridici, attivi e passivi, che fanno capo alla società.
Inizialmente è costituito dall’insieme dei conferimenti eseguiti o promessi dai soci.
Nel corso della vita della società subisce continue variazioni in relazione alle vicende economiche.
La sua consistenza viene accertata periodicamente attraverso la redazione annuale del bilancio di esercizio
Il valore del CS coincide con quello del patrimonio solo nella fase iniziale della costituzione della società.
FUNZIONI DEI CS
1. funzione produttiva costituisce la prima risorsa disponibile per consentire l’inizio dello svolgimento
dell’attività
2. funzione organizzativa essendo diviso in azioni che rappresentano la partecipazione dei soci in
società (ne è la somma), permette di stabilire i diritti che possono essere esercitati da ciascuno.
3. garanzia per l’adempimento delle obbligazioni assunte dalla società nei confronti dei creditori
esiste una serie di regole dirette a vincolare il CS all’esercizio dell’impresa ed a renderlo strumento di
garanzia per i creditori, ad esempio, i soci non possono ottenere la restituzione dei conferimenti se non
in sede di liquidazione della società.
Il valore complessivo dei conferimenti non può mai essere inferiore al CS sottoscritto
l’azionista può vedersi attribuite le azioni solo se esegue il conferimento richiesto dallo statuto.
Di conseguenza le azioni non possono mai essere emesse ad un prezzo minore del loro valore
nominale. Se così fosse si avrebbe un CS conferito inferiore a quello dichiarato, si ammetterebbe la
possibilità di CS solo apparente.
È sempre possibile invece l’emissione ad un prezzo maggiore del valore nominale.
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somme ulteriori rispetto al valore nominale delle stesse (il che accade frequentemente), i sottoscrittori
sono tenuti al pagamento di un sovrapprezzo rispetto a quello normale.
Le azioni sono ammesse per un valore superiore a quello nominale di cui una parte, il valore nominale, va
imputato al capitale e la parte residua, il sovrapprezzo, è imputato al patrimonio della società.
Nelle SPA sono ammissibili soltanto i conferimenti di denaro beni in natura e di crediti È vietato il
conferimento di prestazioni d'opera o di servizi.
2. I conferimenti in denaro
Art 2342 cc Se nell'atto costitutivo non è stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in danaro.
Sono dunque possibili conferimenti in forme alternative solo se lo statuto lo preveda.
2. Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato presso una banca almeno 25% dei
conferimenti in danaro o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare.
con atto unilaterale in caso di società unipersonale l’unico azionista versa l’intero ammontare.
4. Se viene meno la pluralità dei soci, i versamenti ancora dovuti devono essere effettuati 90 gg
In mancanza, l’unico azionista perde il beneficio della responsabilità illimitata
Il socio in mora Gli amministratori dovranno richiedere ai soci il pagamento di quanto necessario per
completare i conferimenti. Fin quando ciò non avvenga, la società non potrà deliberare aumenti del
capitale sociale, né emettere obbligazioni convertibili.
1. Qualora il socio, cui è stato richiesto di integrare il conferimento, non provveda, gli amministratori
dovranno diffidarlo a adempiere nel termine di 15 gg.
2. Scaduto o il termine, gli amministratori potranno scegliere tra l’esecuzione forzata nei confronti del
socio moroso ovvero l’offerta delle sue azioni agli altri soci, in proporzione delle loro partecipazioni e
per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti.
3. In mancanza di offerte da parte dei soci le azioni possono essere venute, a rischio e per conto del
socio.
4. Se non vi sono compratori gli amministratori possono dichiarare decaduto il socio e trattenere le
somme riscosse.
In questo caso, se non è possibile rimettere in circolazione le azioni nel termine di 1 anno dalla
decadenza, le azioni dovranno essere estinte e si provvederà alla riduzione del capitale sociale.
Art 2342 cc Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si osservano le disposizioni degli articoli 2254 e
2255. Le azioni corrispondenti a tali conferimenti devono essere integralmente liberate al momento della
sottoscrizione.
Non è possibile quindi rinviare il trasferimento del bene o del credito a momento successivo.
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Art 2343 cc Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare la relazione giurata di un esperto
designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società, contenente
1. la descrizione dei beni o dei crediti conferiti
2. l'attestazione che il loro valore è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del
CS e dell'eventuale soprapprezzo
3. i criteri di valutazione seguiti.
La relazione deve essere allegata all'atto costitutivo.
3. Gli amministratori devono, nel termine di 180 gg dalla iscrizione della società, controllare le valutazioni
contenute nella relazione indicata nel primo comma e, se sussistano fondati motivi, devono procedere alla
revisione della stima.
4. Se risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti era inferiore di oltre 1/5 a quello per cui avvenne il
conferimento, la società deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale, annullando le azioni che
risultano scoperte. Tuttavia, il socio conferente può versare la differenza in danaro o recedere dalla società;
il socio recedente ha diritto alla restituzione del conferimento, qualora sia possibile in tutto o in parte in
natura.
L’art. 2343 bis impone che l’acquisto da parte della società, nel biennio successivo all’iscrizione nel RI, per
un corrispettivo pari o superiore al decimo del CS di beni o di crediti dei promotori dei fondatori, dei soci
o degli amministratori, sia autorizzato dall'assemblea ordinaria.
Anche in questo caso si richiede la presentazione da parte dell'alienante di una relazione di stima redatta da
un esperto designato dal tribunale ed avente le stesse caratteristiche di quelle dettate dall’art. 2343.
Il verbale dell’assemblea di autorizzazione all’acquisto deve essere depositato dagli amministratori presso
l’RI insieme alla relazione di stima nel termine di 30 gg.
ECCEZIONI
acquisti effettuati a condizioni normali nell'ambito delle operazioni correnti della società
acquisti che avvengono nei mercati regolamentati o sotto il controllo dell'autorità giudiziaria o
amministrativa
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Ipotesi introdotta dal legislatore nel 2008 negli artt. 2343 ter e quater, in attuazione della direttiva
comunitaria 2006/68/CE.
La sua portata è ampia, la disciplina dell’art 2343 cc trova applicazione sempre più residuale CRITICHE
indubbiamente semplifica la modalità del conferimento, ma espone al rischio di valutazioni poco rigorose,
rischio a cui si tenta di porre rimedio imponendo stringenti obblighi di verifica e informazione agli
amministratori.
Ai sensi dell’art 2343 ter la relazione di stima non è richiesta qualora il conferimento abbia ad oggetto:
A. valori mobiliari ovvero strumenti del mercato monetario se il valore ad essi attribuito è pari o inferiore
al prezzo medio ponderato al quale sono stati negoziati su uno o più mercati regolamentati nei 6M
precedenti il conferimento
B. beni in natura o crediti se il valore ad essi attribuito è pari o inferiore:
al fair value iscritto nel bilancio dell'esercizio precedente quello nel quale è effettuato il
conferimento, a condizione che il bilancio sia sottoposto a revisione legale e la relazione del
revisore non esprima rilievi in ordine alla valutazione dei beni oggetto del conferimento per la
definizione di fair value si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall’UE
corrispettivo al quale un’attività può essere scambiata, o una passività estinta, tra parti
consapevoli e disponibili, in un’operazione tra terzi.
al valore risultante da una valutazione riferita ad una data precedente di non oltre 6M il
conferimento e conforme ai principi e criteri generalmente riconosciuti per la valutazione dei beni
oggetto del conferimento, a condizione che essa provenga da un esperto indipendente da chi
effettua il conferimento
Nel caso in cui l’esito della verifica induca a ritenere che siano intervenuti fatti tali da incidere sul valore dei
beni conferiti ovvero che i requisiti di professionalità e indipendenza dell’esperto non siano idonei, gli
amministratori devono procedere ad una nuova valutazione ai sensi e per gli effetti dell’art 2343
Qualora ciò non accada, gli amministratori dovranno iscrivere nel RI, nel termine di 30 GG dall’iscrizione
della società, una dichiarazione contenente:
descrizione dei beni per i quali non è stata redatta la stima
valore dei beni, fonte della valutazione e metodo seguito
corrispondenza tra il valore dei beni e quello ad essi attribuito per la determinazione del CS e
dell’eventuale sopraprezzo
mancanza di fatti eccezionali o rilevanti che abbiano richiesto una nuova valutazione
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idoneità dei requisiti di professionalità ed indipendenza dell’esperto.
Fino quando la dichiarazione non sarà stata iscritta nel RI, le azioni sono inalienabili e devono restare
depositate presso la società.
4. Le azioni
Le azioni sono le quote di partecipazione dei soci nella SPA.
L'azione è un titolo di credito causale, perché esprime la ragione della sua emissione la sottoscrizione
del CS di un SPA.
Se, come spesso accade ma non necessariamente, la società emette i titoli azionari (i documenti cioè che
rappresentano le azioni) essi incorporano la partecipazione sociale, la qualità di socio e il complesso di
situazioni attive e passive che derivano dalla titolarità della partecipazione.
Ogni azione ha un valore nominale, che è l’entità numerica che rappresenta la frazione di capitale.
Come il CS nominale è un valore storico e quindi insuscettibile alle variazioni patrimoniali della società.
Caratteristiche:
1. INDIVISIBILITÀ Qualora l'azione appartenga a più soggetti, essi non possono pretendere la
divisione (es. caduta in successione ereditaria); i comproprietari sono tenuti a nominare un
rappresentante comune per l'esercizio dei diritti sociali, in mancanza le comunicazioni le dichiarazioni
fatte dalla società ad uno dei comproprietari sono efficaci nei confronti di tutti.
Analogamente l'unico titolare non può sua volta dividere l'azione, ma potrà disporre di una o più
quote ideali della stessa creando una comproprietà che non può essere sciolta mediante divisione.
Il fatto di essere indivisibile non comporta la non possibilità di procedere a frazionamento delle azioni
mediante modifica dell’atto costitutivo, o al loro raggruppamento con variazioni del loro valore
nominale.
2. UGUAGLIANZA DEI DIRITTI art 2348 cc Le azioni sono tutte di uguale valore nominale e
conferiscono ai possessori uguali diritti
STESSO VALORE NOMINALE Esso può anche non essere espresso, poiché è sempre possibile
ricavarlo attraverso la divisione tra l’ammontare del CS del numero delle azioni emesse. Le
disposizioni che fanno riferimento allo stesso si applicano con riguardo al loro numero il rapporto
al totale delle azioni emesse ad esempio il valore delle azioni con voto limitato non può
complessivamente superare la metà del capitale sociale; in questo caso per determinare quante
azioni di questa categoria possono essere emesse occorre fare riferimento al numero delle azioni
in rapporto al totale delle azioni.
CONFERISCONO AL LORO POSSESSORE UGUALI DIRITTI Ciascuna azione è titolare degli stessi
diritti sociali. Se dal punto di vista qualitativo le partecipazioni sociali sono tutti uguali, non lo sono
dal punto di vista quantitativo: vi sono diritti rispetto ai quali il numero di azioni possedute non ha
rilievo, ve ne sono altri che presuppongono il possesso di una determinata aliquota del capitale
sociale.
L'art 2348 attribuisce all’autonomia statutaria la possibilità di emettere azioni fornite di diritti
diversi da quelli ordinariamente previsti ma nell'ambito della categoria non possono esservi
differenze.
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3. AUTONOMIA ogni azione rimane distinta dalle altre, anche quando sono detenute dallo stesso
titolare. Se un azionista possiede più azioni, queste non confluiscono in un’azione unitaria di maggior
valore, ma ogni azione rimane distinta e autonoma dalle altre. Il titolare potrà disporre separatamente
di ognuna di esse, anche ad esempio esercitando il diritto di recesso per una sola parte.
PATRIMONIALI
1. diritto agli utili
2. diritto alla quota di liquidazione
Vi sono diritti di contenuto misto, amministrativo e patrimoniale insieme, perché la finalità che si persegue
mediante l'attribuzione del diritto duplice.
Diritto di recesso
patrimoniale perché si ottiene l'equivalente economico della quota che non si possiede più
Amministrativo perché si esce dalla società
Diritto di opzione
amministrativo perché consente di sottoscrivere una quota di CS ad un azionista e non ad un
altro soggetto
patrimoniale perché comporta il versamento del prezzo
Il caso di aumento di capitale a pagamento il diritto di opzione spetta al socio al quale sono attribuite le
azioni sottoscritte esercitando l’opzione. Il socio deve provvedere al versamento di quanto necessario per
l'esercizio del diritto di opzione almeno 3 gg prima della scadenza del termine fissato; in mancanza, qualora
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gli altri soci non si offrano di acquisire il diritto di opzione, esso deve essere venduto tramite una banca o un
intermediario autorizzato.
Pegno usufrutto e sequestro si estendono invece alle azioni di nuova emissione in caso di aumento
gratuito del capitale sociale.
Se le azioni non sono liberate (non sono ancora stati versati tutti i decimi dovuti dal momento in cui si ha
sottoscritto il capitale sociale) e dunque il socio è ancora obbligato ad eseguire i conferimenti, la disciplina
distingue:
Pegno il socio deve provvedere al pagamento almeno tre giorni prima della scadenza, in mancanza,
il creditore pignoratizio può vendere le azioni con le modalità stabilite in caso di mancato versamento
dei conferimenti dovuti successivamente all'esercizio nel diritto di opzione
Usufrutto l'obbligo di pagamento è a carico dell’usufruttuario il quale avrà diritto alla restituzione di
quanto pagato al termine dell’usufrutto
6. Le categorie di azioni
Lo statuto può prevedere categorie di azioni fornite di diritti diversi, maggiori o minori di quelli attribuiti
alle azioni ordinarie, ma nell'ambito della categoria non sono ammesse differenze.
Art 2348 c.c. La società, nei limiti imposti dalla legge, può liberamente determinare il contenuto delle
azioni delle varie categorie.
In determinate situazioni la società può avere difficoltà a trovare nuove risorse, a convincere nuovi
soggetti a sottoscrivere aumenti di capitale, che può essere superata privilegiando i nuovi azionisti rispetto
a quelli vecchi.
La creazione di categorie speciali di azioni finisce per incidere anche sui diritti delle azioni ordinarie, che
possono essere per esempio compressi o ampliati.
Una volta che lo statuto abbia previsto categorie di azioni, i diritti ad esse attribuiti non possono essere
modificati o pregiudicati senza il consenso dell’assemblea speciale degli appartenenti alla categoria
interessata se così non fosse si adotterebbe una deliberazione inefficace, in quanto presa senza il
consenso dei titolari del diritto di cui si dispone. A tale assemblea si applicano le disposizioni relative alle
assemblee straordinarie.
Poiché i diritti in questione aspettano ad una pluralità di azioni, il gruppo di azionisti esprime il consenso
riunendosi in assemblea speciale che opera secondo il principio maggioritario, non è necessario il
consenso di ciascun portatore di azioni di categoria.
Tuttavia, una tutela individuale e non di gruppo è riconosciuta all’azionista in caso di modificazioni
statutarie concernenti diritti di voto e di partecipazione, che gli attribuiscono il diritto di recesso.
La diversità dei diritti attribuiti elezioni speciali può riguardare il contenuto patrimoniale o amministrativo
degli stessi.
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o partecipazione agli utili diritto di ottenere una maggiorazione nella distribuzione degli utili
rispetto alle altre azioni, diritto di vedersi attribuiti gli utili prima delle altre azioni
o diritto alla quota di liquidazione l'attribuzione di percentuali maggiorate ovvero di una
determinata misura fissa dell’attivo della liquidazione che risulta dopo che è stato rimborsato il CS
di tutti i soci
Azioni postergate
o Azioni che sono intaccate dalle perdite della società solo dopo che le stesse abbiano colpito la
parte del CS rappresentata dalle altre azioni
o azioni che godano di una priorità nel rimborso in sede di liquidazione del CS
Azioni correlate azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dell'attività sociale di un
determinato settore dell'attività svolta. Lo statuto deve stabilire i criteri di individuazione dei costi e
dei ricavi imputabili al settore i diritti attribuiti a tali azioni le eventuali condizioni e modalità di
conversione di azioni di altra categoria.
Diritti amministrativi
Per evitare che l’emissione di azioni della categoria in esame abbia lo scopo di controllare la società, il
legislatore vieta che il valore delle azioni con voto limitato superi complessivamente la metà del CS.
con voto limitato ad una misura massima, c 3 per le azioni possedute da un determinato soggetto,
il diritto di voto viene attribuito fino ad una certa aliquota del CS e non anche per l’eccedenza
con voto scaglionato, c 3
Operano solo con riferimento alle azioni che appartengono ad uno stesso soggetto, quindi non vanno
computate ai fini del calcolo del limite quantitativo della metà del capitale sociale.
Nella disciplina originaria non erano consentite mantenere un minimo equilibrio tra chi conferisce i
capitali di rischio e chi ha la facoltà di indirizzare la gestione della società, evitando eccessiva dissociazione.
Il mantenimento del divieto anche dopo la riforma del 2003 tre aveva suscitato critiche
Contrasto rispetto all’impianto generale della riforma, caratterizzato dall’ampio spazio attribuito
all’autonomia statutaria
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Contrasto con la possibilità di assegnare le azioni in misura non proporzionale al conferimento
Il divieto era diretto ad evitare la dissociazione tra rischio d'impresa e controllo, MA la riforma aveva
disciplinato istituti che la consentivano (patti parasociali)
l'istituto può tornare molto utile in società a base prevalentemente familiare, tipiche del nostro
sistema economico es, imprenditore che intende cedere in parti uguali ai figli la partecipazione
ben sapendo che solo uno di essi ha capacità manageriali.
L'introduzione nello statuto di società già esistenti delle azioni a voto plurimo può incidere in maniera
significativa sui rapporti tra i soci per le società iscritte alla data del 31 agosto 2014, e previsto un più
elevato quorum deliberativo 2/3 del CS rappresentato in assemblea anche in prima convocazione
IPOTESI
particolari argomenti
nomina degli organi sociali
deliberazioni di autorizzazione di operazioni gestorie
Possono essere previste alternativamente ma anche congiuntamente azioni con voto plurimo su
particolari argomenti sottoposte a condizioni non meramente potestative
Assegnazione ai prestatori di lavoro di utili mediante l'emissione, per un ammontare corrispondente agli
utili stessi, di speciali categorie di azioni da assegnare individualmente.
L'operazione dal luogo al passaggio di utili a CS il CS deve essere aumentato in misura
corrispondente
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concorrono nella ripartizione degli utili che residuano dopo il pagamento delle azioni non rimborsate di
un dividendo pari all’interesse legale
Art 2354 c.c. I titoli possono essere nominativi o al portatore, a scelta del socio, se lo statuto o le leggi
speciali non stabiliscono diversamente.
Finche' le azioni non siano interamente liberate, non possono essere emessi titoli al portatore.
La regola è stata derogata sin dall' emanazione del codice da parte della legislazione speciale, che
impone la nominatività obbligatoria delle azioni delle società aventi sede nello stato, ad eccezione:
o delle azioni di risparmio
o delle azioni emesse da società di investimento a capitale variabile
L’EMISSIONE DI TITOLI AZIONARI NON è OBBLIGATORIA, Art 2346 c.c. salvo diversa disposizione di
leggi speciali lo statuto può escludere l'emissione dei relativi titoli o prevedere l'utilizzazione di diverse
tecniche di legittimazione e circolazione.
Nelle società quotate in mercati regolamentati le azioni non possono essere rappresentate da
documenti. La legittimazione dei soci all’esercizio dei diritti e la circolazione delle azioni avvengono
mediante il sistema della DEMATERIALIZZAZIONE, che può essere adottato facoltativamente anche dalle
società che non vi sono tenute
titoli dematerializzati Avviene mediante scritturazione sui conti dei soggetti partecipanti al sistema
di gestione accentrata
o la società emittente comunica alla società di gestione accentrata l’ammontare globale
dell'emissione il suo frazionamento
o la società di gestione accentrata apre per ogni missione un conto a nome dell’emittente
o il trasferimento può avvenire solo tramite gli intermediari, i quali richiedono alla società di
gestione accentrata l'apertura dei conti, intestati ad un intermediario, destinati a registrare i
movimenti degli strumenti finanziari disposti tramite gli intermediari stessi
o ciascun intermediario registra per ogni titolare di conto (cliente dell'intermediario ed azionista
della società emittente) gli strumenti finanziari di sua pertinenza nonché il trasferimento, in conti
distinti e separati sia tra loro sia rispetto agli eventuali conti di pertinenza dell'intermediario
stesso
Possono essere introdotte, modificate o soppresse con la maggioranza richiesta per le modifiche
statutarie. È posto in capo al socio che non ha concorso all’approvazione della deliberazione il
diritto di recesso (DEROGABILE)
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CLAUSOLE DI PRELAZIONE prevedono che il socio che intende vendere le proprie azioni debba
prima offrirle agli altri soci, i quali potranno acquistarle a parità di condizioni rispetto a quanto
proposto dal terzo.
Prelazione impropria la clausola prevede che le condizioni di vendita siano fissate
secondo determinati parametri oppure da un arbitratore
Il trasferimento attuato in violazione della clausola di prelazione è inefficace
PATTI PARASOCIALI TRA I SOCI o sindacati di blocco hanno effetto solo tra gli aderenti e l'unico
rimedio alla violazione e quello dell'azione risarcitoria conseguente all’inadempimento all'obbligo
assunto. La vendita rimane efficace
9. Le azioni proprie
Le società possono compiere operazioni aventi ad oggetto azioni proprie, diventando socie di sé stesse.
PERICOLI
1. Annacquamento del CS, nella misura in cui costituisca uno strumento per eludere la disciplina dei
conferimenti
2. può prestarsi a manovre speculative degli amministratori
3. può modificare il rapporto tra azionisti a vantaggio del gruppo di comando, che acquista le azioni per di
più col denaro della società e quindi di tutti i soci
DISCIPLINA
Negli ultimi anni innovazioni introdotte dal legislatore a seguito di interventi comunitari
Le azioni sottoscritte in violazione del divieto si intendono sottoscritte e devono essere liberate dai
promotori e dai soci fondatori o, in caso di aumento del capitale sociale, dagli amministratori, salvo
dimostrino di essere esente da colpa.
Chiunque abbia sottoscritto in nome proprio, ma per conto della società, azioni di quest'ultima è
considerato a tutti gli effetti sottoscrittore per conto proprio. Della liberazione delle azioni rispondono
solidalmente, a meno che dimostrino di essere esenti da colpa, i promotori, i soci fondatori e, nel caso
di aumento del capitale sociale, gli amministratori.
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La sanzione per la violazione del divieto non incide sulla validità della sottoscrizione, ma è diretta a far
conseguire ugualmente alla società i conferimenti ad essa corrispondenti
PER LE SOCIETÀ CHE FANNO RICORSO AL MERCATO DEL CAPITALE DI RISCHIO Il valore nominale delle
azioni acquistate non può eccedere 1/5 del CS, tenendosi conto a tal fine anche delle azioni possedute
da società controllate.
Le azioni acquistate in violazione delle regole devono essere alienate secondo modalità determinate
dall'assemblea entro 1 A dal loro acquisto.
In mancanza, deve procedersi al loro annullamento e alla corrispondente riduzione del capitale. Qualora
l'assemblea non provveda, gli amministratori e i sindaci devono chiedere che la riduzione sia disposta dal
tribunale secondo il procedimento previsto dall'art 2446 c.c.
CRITERI DI DISPOSIZIONE DELLE AZIONI E MODALITÀ DI ESERCIZIO DEI DIRITTI SOCIALI, art 2357 ter c.c.
La vendita delle azioni proprie deve essere autorizzata dall’assemblea, che deve stabilirne le modalità
il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni
Il diritto di voto è sospeso, ma le azioni proprie sono computate ai fini del calcolo delle maggioranze e
delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea sterilizza il pericolo che
l'acquisto di azioni proprie da parte del gruppo di comando sia utilizzato per alterare i rapporti tra i
soci
Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, le azioni per le quali il diritto di voto
non può essere esercitato sono computate ai fini della determinazione del quorum costitutivo ma non
per il computo di quello deliberativo
L'acquisto di azioni proprie comporta una riduzione del patrimonio netto di eguale importo, tramite
l'iscrizione nel passivo del bilancio di una specifica voce, con segno negativo Si deve indicare che
quella parte di patrimonio costituita dalle azioni proprie non rappresenta un incremento del
patrimonio stesso
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10. Sottoscrizione e acquisto di azioni o quote della società controllante da parte
della società controllata
La disciplina esaminata trova applicazione, con gli inevitabili adattamenti del caso, anche nell’ipotesi di
sottoscrizione o di acquisto di azioni o quote della società controllante da parte della società controllata
pericolo in ordine all’integrità del capitale sociale
pericolo in ordine all’alterazione dei rapporti amministrativi tra le società la controllante nomina gli
amministratori della controllata intervenendo nell'assemblea; L'acquisto da parte della controllata di
azioni o quote della controllante finirebbe per consentire agli amministratori della controllata di
incidere nella nomina di quelli della controllante
Art 2360 c.c. È vietato alle società di costituire o di aumentare il capitale mediante sottoscrizione
reciproca di azioni, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona
Se il capitale della società Alfa e sottoscritto da beta e quello di beta da Alpha è evidente che si darebbe
luogo alla creazione fittizia del capitale sociale e non di due distinti ed effettivi patrimoni
SI PRESCINDE DAL CONTROLLO TRA LE SOCIETÀ
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SEZIONE IV L’ASSEMBLEA
All'assemblea partecipano i soci. Le deliberazioni assembleari sono adottate secondo il metodo collegiale
(con presenza di tutti gli azionisti chiamati a decidere se un determinato ordine del giorno), inderogabile
nell'ambito della SPA, a differenza di quanto accade per la SRL maggiore consapevolezza delle decisioni
dei soci e consente la verifica del rispetto delle regole fissate per l'adozione delle deliberazioni.
L'assemblea può essere ordinaria o straordinaria la differenza attiene solo alle materie che sono
riservate alla competenza dell’una o dell’altra e dalle modalità di adozione delle deliberazioni.
L’eventuale Regolamento assembleare con lo scopo di disciplinare lo svolgimento dei lavori assembleari
non potrà mai prevalere sulle disposizioni statutarie.
ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Art 2365 cc L'assemblea straordinaria delibera
1. sulle modificazioni dello statuto,
2. sulla nomina, sulla sostituzione e sui poteri dei liquidatori
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3. su ogni altra materia espressamente attribuita dalla legge alla sua competenza.
Lo statuto può prevedere che alcune delle materie riservate alla competenza dell'assemblea straordinaria
siano delegate
agli amministratori nel sistema tradizionale e in quello monistico
al consiglio di gestione o il consiglio di sorveglianza nel sistema dualistico
2. La convocazione dell’assemblea
A chi spetta il potere di convocare l'assemblea:
società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
o sistema di amministrazione tradizionale o monistico amministratori
o sistema di amministrazione dualistico consiglio di gestione
2. Gli amministratori devono provvedere senza ritardo la convocazione dell'assemblea quando sia stata
fatta domanda da una minoranza qualificata di soci che raggiunge 1/20 del CS nelle società che fanno
ricorso al mercato del capitale di rischio, ed 1/10 del CS nelle altre o la minore percentuale prevista
dallo statuto, purché nella richiesta formulata sono indicati gli argomenti da trattare; tale potere non
può esplicarsi nelle ipotesi in cui sia proposto la discussione su argomenti per i quali l'assemblea
delibera, a norma di legge, su proposta degli amministratori o sulla base di un progetto o di una
relazione da essi predisposta (approvazione del bilancio o riduzione del capitale per perdite )
Se gli amministratori non convocano l'assemblea, né se ne curano in sostituzione i sindaci o il consiglio
di sorveglianza interviene il tribunale. Qualora il rifiuto di provvedere alla convocazione risulti
ingiustificato ordina con decreto la convocazione dell'assemblea.
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PROCEDURA DI CONVOCAZIONE
L’assemblea è convocata nel comune in cui ha sede la società (se lo statuto non dispone diversamente).
Società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
La convocazione è effettuata mediante avviso redatto dagli amministratori, contenente l'indicazione
del giorno, dell'ora, del luogo dell'adunanza e l'elenco delle materie da trattare.
L'ordine del giorno, avendo lo scopo di informare i soci degli argomenti oggetto di discussione in
assemblea, deve essere sufficientemente analitico, contenendo la specifica indicazione delle
materie. Non sono dunque consentite espressioni vaghe, né è permesso che si deliberi su
argomenti non previsti.
La deliberazione è comunque valida se le materie nel concreto discussa e approvata dai soci siano
direttamente collegate a quelle previste nell’ordine del giorno e ad esse conseguenti.
L'avviso può contenere l'indicazione del giorno fissato per la seconda convocazione
dell'assemblea, per l'ipotesi che nella prima non sia stato raggiunto il numero minimo dei soci per
la valida costituzione dell'assemblea. Essa non potrà avere luogo lo stesso giorno della prima, e
se l'avviso non contiene la data della seconda convocazione, l'assemblea deve essere
riconvocata entro 30 giorni dalla data fissata dalla prima.
L'avviso deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della repubblica, oppure in un quotidiano
indicato dallo statuto, almeno 15 gg prima di quello fissato per l’adunanza.
Lo statuto può consentire la convocazione mediante avviso comunicato ai soci almeno 8 giorni prima
con mezzi che garantiscano la prova dell’avvenuto ricevimento (fax, e-mail).
Società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio L'avviso deve contenere indicazioni più
Delle formalità previste per la convocazione si può fare a meno nel caso di ASSEMBLEA TOTALITARIA
quando è rappresentato l'intero CS e partecipa all'assemblea la maggioranza dei componenti degli organi
amministrativi o di controllo.
I soci possono decidere su qualunque argomento, la discussione non è vincolata alle materie previste
dall’ordine del giorno, dato che le esigenze informative dei soci sono soddisfatte Dalla presenza degli stessi
in assemblea.
ciascuno dei partecipanti può porsi alla discussione degli argomenti sui quali non si ritenga sufficientemente
informato, dunque, l'assemblea totalitaria o una competenza generale ma precaria
4. La rappresentanza in assemblea
Istituto con la doppia finalità:
agevolare l'intervento in assemblea da parte di azionisti che non possono partecipare personalmente
agevolare il raggiungimento delle maggioranze previste per l'adozione delle deliberazioni assembleari
Art 2372 cc Coloro ai quali spetta il diritto di voto possono farsi rappresentare nell'assemblea da altri
soggetti terzi soci e non soci salvo che, nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio,
lo statuto disponga diversamente. La delega può essere conferita anche per una serie di assemblee
La rappresentanza deve essere conferita per iscritto e i documenti devono essere conservati dalla società.
La delega non può essere rilasciata con il nome del rappresentante in bianco ed è sempre revocabile
nonostante ogni patto contrario.
La rappresentanza non può essere conferita né ai membri degli organi amministrativi o di controllo o ai
dipendenti della società, né alle società da essa controllate o ai membri degli organi amministrativi o di
controllo o ai dipendenti di queste.
5. I quorum assembleari
Art 2368 cc
QUORUM COSTITUTIVO Presenza nella riunione della parte di CS richiesto perché l'assemblea possa dirsi
regolarmente costituita. In mancanza non potrà procedersi all’inizio dei lavori.
Al fine del computo:
non si calcolano le azioni alle quali non è attribuito il diritto di voto
si calcolano le azioni alle quali il diritto di voto è attribuito ma non può essere esercitato (azioni del
socio moroso)
I quorum variano a seconda che l’assemblea sia ordinaria o straordinaria, che si svolga in prima o
seconda convocazione, che la società faccia o meno ricorso al mercato del capitale di rischio.
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È attribuita all’autonomia statutaria una discreta possibilità di intervento consentendo se la previsione di
maggioranze più elevate ma non per tutte le materie.
ASSEMBLEA ORDINARIA
1. Prima convocazione
Quorum costitutivo almeno metà del capitale sociale
Quorum deliberativo maggioranza assoluta
2. Seconda convocazione
Quorum costitutivo assente
Quorum deliberativo maggioranza delle azioni che hanno preso parte alle deliberazioni
ASSEMBLEA STRAORDINARIA
SOCIETÀ CHIUSE
1. Prima convocazione Non è previsto espressamente un quorum costitutivo che coincide con il
deliberativo più della metà del CS
2. seconda convocazione
quorum costitutivo oltre 1/3 del CS
quorum deliberativo almeno 2/3 del capitale rappresentato in assemblea
VOTAZIONE
Con il voto i soci manifestano la loro adesione o la loro contrarietà alla proposta oggetto di discussione.
Non è detto che chi interviene in assemblea possa sempre votare, perché il diritto di intervento spetta
anche a chi è temporaneamente vietato di votare (socio moroso)
Il socio è pienamente libero nell’esercizio di voto non è tenuto a perseguire l'interesse sociale, ma ciò
non vuol dire che gli possa agire a danno della società.
Art 2373 La deliberazione approvata con il voto determinante di coloro che abbiano, per conto
proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della società, è impugnabile qualora possa recarle
danno.
AL SOCIO NON è VIETATO DI VOTARE, Né GLI è IMPOSTO DI ASTENERSI.
È annullabile la deliberazione anche solo potenzialmente dannosa per la società.
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Non è ammessa altra forma di esercizio se non quella del voto palese il voto segreto è incompatibile
con le prescrizioni contenute nell’articolo 2375 cc in ordine al contenuto del verbale, dirette a identificare i
soci che hanno votato a favore, contro o che si siano astenuti. Identificazione indispensabile anche al fine
dell'accertamento della legittimazione ad impugnare le deliberazioni
VERBALIZZAZIONE
Lo svolgimento dell'assemblea nella sua interezza deve risultare dal verbale sottoscritto dal presidente e
dal segretario o dal notaio
Data dell'assemblea
identità dei partecipanti
capitale rappresentato da ciascuno
modalità e risultato delle votazioni
dichiarazioni pertinenti all'ordine del giorno se richiesto dai soci
EVOLUZIONE REGIME
La disciplina attualmente in vigore risente della riforma del 2003, diretta a impedire quanto avvenuto nel
regime previgente, quando ad opera della giurisprudenza si erano create ipotesi di invalidità non previste
dal legislatore, come la inesistenza della deliberazione.
La fattispecie ricorreva allorquando mancasse un elemento costitutivo della fattispecie procedimentale di
formazione della deliberazione, tale da non consentire l'inizio o da provocare l'interruzione dell'iter
necessario alla formazione di una deliberazione assembleare imputabile alla società Delibera adottata da
alcuni soci soltanto in mancanza di convocazione.
Attraverso l’inesistenza, la nullità trovava ampio ambito di applicazione, già che le delibere inesistenti
subivano la stessa sorte di quelle nulle.
Ciò era in contraddizione con l'impianto normativo originario che, al pari di quella attuale, si caratterizza
per un'inversione rispetto alla disciplina dell'invalidità del contratto Nella disciplina dei contratti la
nullità è una forma di invalidità generale, dato che ricorre in presenza di violazione di qualunque norma
imperativa, mentre la annullabilità opera solo in presenza di specifiche ipotesi. Nel campo delle delibere
assembleari forma generale di invalidità è l’annullabilità, mentre la più grave forma della nullità ha un
ambito di applicazione più ristretto.
NOVITÀ RIFORMA
L'intervento l'informatore è stato diretto a codificare le varie ipotesi di invalidità in maniera più possibile
esaustiva per evitare le incertezze applicative riscontrate nel regime previgente, contemperando le
esigenze di tutela dei soci e quelle di funzionalità certezza dell’attività sociale.
L’annullabilità
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Sono annullabili le deliberazioni che non siano prese in conformità della legge o dello statuto, il che
conferma la annullabilità come causa generale di invalidità delle deliberazioni.
I soci che non rappresentano la parte di capitale indicata e quelli che, in quanto privi di voto, non
sono legittimati a proporre l'impugnativa, hanno diritto al risarcimento del danno loro cagionato
dalla non conformità della deliberazione alla legge o allo statuto.
2. Gli amministratori
3. Il consiglio di sorveglianza
4. Il collegio sindacale
L’Impugnativa deve essere proposta nel termine di 90 gg dalla data di iscrizione o dal deposito della
delibera nel RI, a seconda che la delibera sia soggetta a iscrizione e deposito
L'impugnazione è proposta con atto di citazione davanti al tribunale del luogo dove la società ha sede.
Coloro che impugnano una liberazione hanno l'onere di provare il possesso, al momento della
proposizione dell'azione, dell’aliquota di capitale richiesta per la legittimazione all’impugnativa.
Se in pendenza del processo, a causa di trasferimento Inter vivos, viene meno il numero delle azioni
richiesto per impugnativa, il giudice non può pronunciare l'annullamento della deliberazione, ma provvede
solo sul risarcimento del danno se richiesto.
L’IMPUGNATIVA NON SOSPENDE L’ESECUZIONE DELLA DELIBERAZIONE IMPUGNATA, che può tuttavia
essere richiesta all’autorità giudiziaria.
Possono essere impugnate senza limiti di tempo (come disciplina dei contratti)
le deliberazioni che modificano l'oggetto sociale prevedendo attività illecite o impossibili.
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SEZIONE V AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO
La gestione dell'impresa spetta agli amministratori, che compiono le operazioni necessarie per
l'attuazione dell'oggetto sociale.
Se l'amministrazione è affidata più persone queste costituiscono il consiglio di amministrazione
Gli amministratori nella società non sono gli unici ad avere poteri di tipo decisorio e di gestione, poiché
anche l’assemblea è chiamata a svolgere compiti che implicano un minimo di questi poteri. Gli
amministratori e l’assemblea hanno un rapporto basato sulla coordinazione l’assemblea ha un potere di
gestione circoscritto e specifico, mentre gli amministratori hanno il potere generale, ovvero possono
compiere tutti gli atti che rientrano nell’oggetto sociale e sono in funzione di questo.
La funzione amministrativa è attribuita agli amministratori dalla legge e non da un mandato dei soci è
possibile ricostruire il rapporto tra amministratori e società in chiave di contratto tipico a sé stante, di
natura fiduciaria.
La legge affida agli amministratori compiti ben definiti che in nessun modo e caso possono essere
derogati dallo statuto. È possibile però, qualora lo preveda lo statuto, la delegabilità di alcune competenze
dell'assemblea agli amministratori l'assemblea può alleggerirsi ma non appesantirsi
Lo statuto può stabilire norme particolari per la nomina alle cariche sociali, consentendo una
rappresentanza in consiglio anche dei soci di minoranza sono legittime le clausole statutarie volte a
garantire l'elezione di un numero di amministratori proporzionale ai voti espressi dai soci di minoranza,
derogando al principio maggioritario.
Non può aumentare quorum deliberativi previsti dalla legge per la nomina e la revoca delle cariche sociali,
ma può ridurli.
Amministratori possono essere sia soci che terzi, discussa l'assunzione della carica da parte di persone
giuridiche. Entro 30 gg dalla loro nomina devono chiedere l'iscrizione nell’RI, con l'indicazione delle loro
generalità e di chi tra loro abbia rappresentanza della società.
La durata dell'incarico non può superare i tre esercizi, al termine dei quali sono rieleggibili salvo diversa
disposizione dell'atto costitutivo.
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Ineleggibilità
o Interdetto
o Inabilitato
o Fallito
o chi è stato condannato ad una pena che importa l’interdizione dai pubblici uffici o l’incapacità di
esercitare uffici direttivi
Incompatibilità
o Titolare di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo
o funzionari di vertice di società operanti nei mercati finanziari, del credito e delle assicurazioni
non possono esercitare analoghe cariche in società concorrenti
AMMINISTRAZIONE DI FATTO
Se le funzioni amministrative sono svolte da soggetti non legittimamente investiti della qualifica si parla
di amministratore di fatto colui che gestisce direttamente l'impresa sociale attraverso gli amministratori
in carica.
Il fenomeno di ingerenza nella gestione non è contemplato dal codice, e presenta la sua problematicità
soprattutto in sede fallimentare, quando si tratta di accertare la responsabilità civile e penale degli organi
amministrativi e di controllo.
All’interno della disciplina dei reati societari, tuttavia, si equipara ai soggetti formalmente investiti della
qualifica coloro che esercitano in modo continuativo e significativo i poteri tipici inerenti alla funzione.
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Se vengono a cessare tutti gli amministratori o l’amministratore unico, il collegio sindacale deve
convocare con urgenza l’assemblea per la ricostruzione dell’organo amministrativo. Nel frattempo, il
collegio sindacale può compiere gli atti di gestione ordinaria.
Clausola simul stabunt, simul cadent Se particolari disposizioni dello statuto prevedono che a
seguito della cessazione di taluni amministratori cessi l'intero consiglio, l'assemblea per la nomina del
nuovo consiglio è convocata d'urgenza dagli amministratori rimasti in carica; lo statuto può tuttavia
prevedere l'applicazione in tal caso di quanto disposto nel successivo comma
Il CDA è retto da un presidente scelto lo tra i suoi membri, qualora non vi abbia già provveduto l'assemblea.
Funzioni, art 2381 cc
convoca il CDA invio avviso di convocazione a sindaci e amministratori
fissa l'ordine del giorno
coordina i lavori
provvede affinché' adeguate informazioni sulle materie iscritte all'ordine del giorno vengano fornite a
tutti i consiglieri adempimento ispirato al principio di collegialità che caratterizza le riunioni
consiliari, garantendo attraverso la discussione e il confronto dialettico tra le diverse opinioni,
l’approfondimento e la ponderazione necessari per l’assunzione delle migliori decisioni nell’interesse
della società
Art 2381 cc Se lo statuto o l'assemblea lo consentono, il CDS può delegare proprie attribuzioni ad un
comitato esecutivo composto da alcuni dei suoi componenti, o ad uno o più amministratori delegati.
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Amministratori deleganti non esecutivi, lontani dalla gestione operativa, con funzioni di
valutazione nel merito delle scelte di gestione e di vigilanza sugli organi delegati
Amministratori delegati/comitato esecutivo si pongono al vertice della struttura aziendale,
direttamente e continuativamente coinvolti nella gestione dell’impresa sociale.
I membri del comitato e gli amministratori delegati sono designati direttamente dal CDA, che determina
contenuto, limiti e modalità di esercizio della delega.
La delega non impedisce al CDA di esercitare le funzioni che ha delegato, poiché rimane sempre e
comunque in una posizione sovraordinata. Si crea una concorrenza di esercizio di funzioni.
La delega al comitato e agli amministratori delegati può in qualsiasi momento essere revocata.
Tra i compiti specifici degli organi delegati troviamo la cura dell’assetto organizzativo, amministrativo e
contabile
In capo agli organi delegati sussistono obblighi informativi, funzionali a rendere più consapevole
l'assunzione delle decisioni amministrative e la vigilanza dei consiglieri dei leganti riferiscono al CDA e al
collegio sindacale, con la periodicità fissata dallo statuto e in ogni caso almeno ogni 6M, sul generale
andamento della gestione e sulla sua prevedibile evoluzione nonché' sulle operazioni di maggior rilievo, per
le loro dimensioni o caratteristiche, effettuate dalla società e dalle sue controllate.
PRECISAZIONI
Consigliere delegato amministratore che ha ricevuto una o più deleghe senza essere investito dalla
tendenziale gestione generale della società
Amministratore membro del consiglio di amministrazione
Amministratore delegato amministratore al quale è stata attribuita una qualunque delega. Nel
linguaggio comune esprime la figura dell'amministratore sul quale si concentra essenzialmente la
totalità dei poteri del consiglio di amministrazione, come una sorta di amministratore unico.
Tuttavia, le figure sono diverse:
l'amministratore delegato è soggetto alla possibilità di essere destituito dal CDA
l'amministratore unico potrebbe essere destituito solo dall’assemblea dei soci
4. Il potere di rappresentanza
Affinché gli atti dell'amministrazione vengano eseguiti nei confronti dei terzi, occorre il potere di
rappresentanza, attraverso il quale la società assume obblighi e acquista diritti
Il potere di rappresentanza viene attribuito dallo statuto o dalla delibera di nomina degli amministratori,
non spetta automaticamente a tutti come nella società di persone, e può essere affidato:
amministratore unico
singoli amministratori
presidente o vicepresidente CDA
amministratore delegato
DEROGA lo statuto può prevedere che la competenza venga attribuita dagli amministratori (modifica)
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Gli amministratori possono compiere tutte le operazioni per l'attuazione dell'oggetto sociale, che
costituisce il limite al loro agire e tutti gli atti da essi compiuti in nome per conto della società sono per la
stessa vincolanti.
L’estraneità dell'atto compiuto dall'amministratore all'oggetto sociale, che costituisce il limite al loro
potere, non può essere opposta al terzo salvo il caso in cui lo stesso, consapevole dell'estraneità,
abbia compiuto l'atto conoscendo il pregiudizio che avrebbe arrecato alla società
Dissociazione tra potere gestorio e deliberativo nel caso in cui i due poteri spettino a soggetti distinti, il
potere di rappresentanza non è esercitatile in maniera indipendente dal potere di gestione: un
amministratore dotato di potere di rappresentanza, ma a cui non sia stato delegato nessun potere di
gestione, prima di compiere l’atto deve provocare una delibera autorizzativa del CDA
L’atto è comunque inopponibile e vincola la società nei confronti del terzo, ma l’amministratore risponde
dell’eventuale danno nei confronti della società e può essere revocato per giusta causa.
2. Le deliberazioni del CDA sono prese a maggioranza assoluta dei presenti calcolata per teste, salvo
diversa disposizione dello statuto.
Quorum deliberativo esclusi amministratori in carica assenti o in conflitto di interessi.
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Il CDA deve riunirsi almeno una volta all'anno per redigere il progetto di bilancio, che verrà sottoposto
all’approvazione dell'assemblea ordinaria.
Se vi sono alcuni delegati occorre una seconda riunione all'anno, dovendo questi ultimi riferire al CDA e del
collegio sindacale almeno ogni 6M.
La legittimazione dei soci a impugnare le delibere consiliari vale solo per quelle che abbiano leso i loro
diritti
illecita esclusione del socio in mora nei versamenti del denaro conferito
lesione del diritto di opzione
DISCIPLINA EX ART 2378 cc e 2377 cc operatività condizioni relative al possesso delle partecipazioni
minime per la legittimazione ad agire, limiti per evitare azoni pretestuose…
5. In ogni caso sono salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione
delle deliberazioni
Art 2391 cc, ispirato all’idea che l'interesse dell'amministratore non sia da considerarsi necessaria
contrapposizione con quello della società potendo bastare all’uopo un'assoluta competenza informativa
Obbligo dell'amministratore di informare gli altri amministratori e del collegio sindacale di ogni interesse
di cui sia portatore (a prescindere dal fatto che sia conforme o in contrasto con quello della società), per
conto proprio o di terzi, in una determinata operazione sulla quale il CDA sia chiamato a decidere,
precisando la natura i termini l'origine e la portata di tale interesse, al fine di consentire ai consiglieri di
valutare se l'operazione sia compatibile o pregiudizievole per l'interesse sociale
L'amministratore portatore di un proprio interesse non è tenuto ad astenersi al voto
l'amministratore delegato dovrà astenersi dal compiere l'operazione, investendo della stessa il CDA
l'amministratore unico sarà tenuto a darne notizia nella prima assemblea utile e dovrà motivare nel
caso in cui decida di compiere l'operazione
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La deliberazione del CDA deve adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la società
dell'operazione.
Qualora l'amministratore non abbia dato notizia del proprio interesse nell'operazione, oppure il consiglio
non abbia motivato le ragioni e la convenienza di quest’ultima, ed il voto dell’amministratore portatore
dell’interesse sia stato determinante per il raggiungimento della maggioranza, la delibera suscettibile di
arrecare un danno alla società può essere impugnata dagli altri amministratori e dal collegio sindacale
entro 90 GG dalla data in cui una delibera è stata assunta.
Non è legittimato all’azione l'amministratore che abbia votato a favore dell'operazione, qualora
l'amministratore interessato abbia adempiuto gli obblighi informativi, altrimenti è legittimato anche
l'amministratore assenziente.
L'amministratore risponde dei danni derivati alla società dalla sua azione od omissione
Per l'inosservanza di tale divieto l'amministratore può essere revocato dall'ufficio e risponde dei danni.
Se la posizione concorrenziale preesistesse alla nomina dell’amministratore vorrebbe dire che la società
avrà autorizzato l'attività.
Il divieto è un'applicazione specifica del più generale divieto di agire in conflitto di interessi prima
considerato, impedendo comportamenti gestionali in conflitto con la società anche al di fuori dell'attività
deliberativa del consiglio in presenza di amministratori interessati.
Art 2391 u.c L'amministratore risponde dei danni che siano derivati alla società dalla utilizzazione a
vantaggio proprio o di terzi di dati, notizie o opportunità di affari appresi nell'esercizio del suo incarico.
Si parla di businesses opportunities, occasioni ed affari astrattamente suscettibili di incrementare il valore
del patrimonio sociale, dei quali l'amministratore può venire a conoscenza in virtù della carica ricoperta e
che dal medesimo sono sfruttate a vantaggio proprio e non della società.
Si tratta di condotte opportunistiche che permettono di cumulare ai rimedi del diritto societario quelli
tipici del diritto della concorrenza, come la tutela inibitoria
Art 2392 c.c. Gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con
la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle loro specifiche competenze.
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Il legislatore non ha precisato quali siano gli obblighi gravanti sugli amministratori tutte le norme
che regolano l'attività sociale, di qualsiasi natura (civile, penale, tributaria…), possono costituire fonte
di responsabilità
diligenza richiesta dalla natura dell'incarico Diligenza professionale, caratteristiche dell'impresa,
funziona in concreto ricoperta dal socio amministratore
specifiche competenze conoscenze professionali per le quali il singolo consigliere può essere stato
nominato. È possibile considerare responsabili gli amministratori che, privi delle necessarie
conoscenze, abbiano deciso su questioni complesse senza ricorrere alla consulenza di esperti del
settore; ai fini dell'accertamento della responsabilità, quindi, sono rilevanti le modalità con le quali gli
amministratori decidono, le verifiche effettuate e le informazioni preventive acquisite.
NON è CENSURABILE IL MERITO DELLE LORO DECISIONI La valutazione del giudice non potrà
toccare l'opportunità e la convenienza delle scelte gestionali
Essi sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall'inosservanza di tali doveri, a
meno che si tratti di attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni in concreto attribuite ad uno o
più amministratori.
La responsabilità scaturisce dall’inadempimento di obblighi che provocano un danno a società/
singoli soci/ creditori sociali/ terzi
Deve esserci un nesso di causalità immediata e diretta tra il danno (perdita effettivamente
sopportata dalla società) e la condotta dolosa o colposa degli amm.
Per superare le difficoltà legate alla valutazione del ruolo assunto da ciascun amministratore nella
decisione o nella missione, la responsabilità è solidale, fermo restando il diritto di regresso
In ogni caso gli amministratori sono solidalmente responsabili se, essendo a conoscenza di fatti
pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le
conseguenze dannose.
Rispondono per la mala gestio anche degli amm. che li hanno preceduti
RESPONSABILITÀ SOLIDALE DEI CONSIGLIERI DELEGANTI.
La responsabilità non si estende agli amm. che, essendo immuni da colpa, abbiano fatto annotare il loro
dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio, dandone immediata notizia per iscritto
al presidente del collegio sindacale
Quella degli amministratori verso la società è una responsabilità contrattuale, per colpa e per fatto
proprio; non è una responsabilità oggettiva.
È una responsabilità di mezzi e non di risultato gli amministratori non possono essere imputati per il
mancato successo economico dell'attività d'impresa svolta
OBBLIGHI DEGLI AMMINISTRATORI IN CASO DI LIQUIDAZIONE DELLA SOCIETÀ Intervenuta una causa
di scioglimento della società, gli amministratori sono tenuti a una gestione conservativa dell'impresa
sociale ed è fatto loro divieto di agire per il perseguimento dell'oggetto sociale, essendo a questo
subentrato lo scopo della liquidazione del patrimonio per il pagamento dei creditori.
La violazione di tali obblighi, spesso accertata dagli organi delle procedure concorsuali, li espone a
responsabilità.
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10. L’azione sociale di responsabilità
LA SOCIETÀ AGISCE PER OTTENERE LA REINTEGRAZIONE DEL PATRIMONIO SOCIALE.
Art 2393 c.c. L'azione di responsabilità contro gli amministratori è promossa in seguito a deliberazione
dell'assemblea, anche se la società è in liquidazione.
Può anche essere promossa a seguito di deliberazione del collegio sindacale, assunta con la maggioranza
dei due terzi dei suoi componenti
La deliberazione concernente la responsabilità degli amministratori può essere presa in occasione della
discussione del bilancio, anche se non è indicata nell'elenco delle materie da trattare, quando si tratta di
fatti di competenza dell'esercizio cui si riferisce il bilancio
LEGITTIMATI ATTIVI
Soci di minoranza
Amministratore giudiziario nominato nel procedimento di controllo da parte dell’autorità giudiziaria
ordinaria
Gli organi delle procedure concorsuali (fall, amm. Straordinaria, LCA)
TERMINE PRESCRIZIONE L'azione può essere esercitata entro 5A dalla cessazione dell'amm. dalla carica
La deliberazione dell'azione di responsabilità importa la revoca dall'ufficio degli amministratori contro cui
è proposta, purché' sia presa con il voto favorevole di almeno 1/5 del CS.
In questo caso, l'assemblea provvede alla sostituzione degli amministratori.
Gli amministratori non possono votare nelle deliberazioni riguardanti la loro responsabilità
11. L’azione sociale di responsabilità promossa dai soci di minoranza, art 2393 bis
L’azione di responsabilità difficilmente sarà promossa contro gli amministratori dalla stessa maggioranza
che li ha nominati. Viene difatti esercitata nella maggioranza dei casi
Dagli organi delle procedure concorsuali
Dai soci di minoranza
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L'azione sociale di responsabilità può essere esercitata anche dai soci che rappresentino almeno 1/5 del CS
o la diversa misura prevista nello statuto, non superiore a 1/3
ESERCITANO L’AZIONE IN NOME PROPRIO MA NELL’INTERESSE DELLA SOCIETÀ.
Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, l'azione può essere esercitata dai soci che
rappresentino il 2.5% del CS o la minore misura prevista nello statuto.
La società deve essere chiamata in giudizio e l'atto di citazione è ad essa notificato anche in persona del
presidente del collegio sindacale
Questo perché si tratta di una ipotesi di sostituzione processuale l’azione è attribuita ad un
soggetto diverso da quello titolare del diritto da far valere in giudizio (la società).
La società può dunque costituisti in giudizio.
I soci che intendono promuovere l'azione nominano, a maggioranza del capitale posseduto, uno o più
rappresentanti comuni per l'esercizio dell'azione e per il compimento degli atti conseguenti.
In caso di accoglimento della domanda, la società rimborsa agli attori le spese del giudizio e quelle
sopportate nell'accertamento dei fatti che il giudice non abbia posto a carico dei soccombenti.
I soci che hanno agito possono rinunciare all'azione o transigerla (vedi sopra condizioni)
12. L’azione di responsabilità dei creditori sociali e degli organi delle procedure
concorsuali, art 2394 c.c
Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l'inosservanza degli obblighi inerenti alla
conservazione dell’integrità del patrimonio sociale.
L'azione può essere proposta dai creditori quando il patrimonio sociale risulta insufficiente al
soddisfacimento dei loro crediti.
Nella SPA il patrimonio sociale è l’unica garanzia per i creditori sociali
I creditori puntano a conseguire, a titolo risarcitorio, l’equivalente della prestazione rimasta
insoddisfatta
PRESCRIZIONE silenzio della disposizione. Si ritiene che si prescriva dopo cinque A dal momento in cui
l’insufficienza patrimoniale sia divenuta oggettivamente conoscibile ai creditori.
RINUNCIA La rinunzia all'azione da parte della società non impedisce l'esercizio dell'azione da parte
dei creditori sociali. La transazione può essere impugnata dai creditori sociali soltanto con l'azione
revocatoria quando ne ricorrono gli estremi
NELLE PROCEDURE CONCORSUALI non fatto, tanto nel codice della crisi è diverso.
13. L’azione di responsabilità dei singoli soci e dei terzi, art 2365 c.c.
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Sorge quando gli amministratori con i loro atti colposo o dolosi abbiano cagionato un pregiudizio
direttamente al patrimonio del singolo socio o del terzo lesione di un diritto soggettivo patrimoniale.
RESPONSABILITÀ EXTRACONTRATTUALE
Non deve trattarsi del riflesso del pregiudizio subito dalla società per effetto della cattiva gestione degli
amministratori può sussistere anche quando gli amministratori abbiano teso a realizzare l'interesse
della società.
Gli ambiti nei quali tali lesioni sono più evidenti e frequenti sono
false comunicazioni sociali
nei mercati finanziari le comunicazioni al pubblico di informazioni inesatte all’omissione di
informazioni obbligatorie
Condotte idonee ad influenzare sensibilmente le scelte dell'investitore
L’azione non può essere esperita nei casi di inadempimento contrattuale della società, per i quali risponde
quest'ultima eventualmente col concorso degli amministratori.
È esercitabile anche se la società è stata dichiarata fallita
PRESCRIZIONE L'azione può essere esercitata entro 5A dal compimento dell'atto che ha pregiudicato il
socio o il terzo.
Regola diFforme e meno vantaggiosa per la parte lesa da quella di diritto comune per la responsabilità
extra contrattuale, che dispone la decorrenza dal momento in cui il danno sia prodotto
L'ampiezza dei suoi poteri e la collaborazione con l'organo amministrativo lo espongono alla medesima
responsabilità degli amministratori, ferme restando le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con
la società
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15. Il collegio sindacale nomina e cessazione
Nel modello tradizionale il collegio sindacale è l'organo al quale è affidato il controllo e la vigilanza sulla
gestione sociale vigila sull’osservanza della legge e dell'atto costitutivo, sul rispetto dei principi di
corretta amministrazione.
NOMINA
Art 2397 cc Il collegio sindacale si compone di 3 o 5 membri effettivi, soci o non soci, e da 2 sindaci
supplenti.
Almeno un membro effettivo ed uno supplente devono essere scelti tra i revisori legali iscritti nell'apposito
registro. I restanti membri, se non iscritti in tale registro, devono essere scelti fra gli iscritti negli albi
professionali individuati con decreto del Ministro della giustizia, o fra i professori universitari di ruolo, in
materie economiche o giuridiche.
La cancellazione o la sospensione dal registro dei revisori legali, dagli albi, o la perdita dei citati requisiti
sono causa di decadenza dalla carica di sindaco.
Art 2400 cc I sindaci sono nominati per la prima volta nell'atto costitutivo e successivamente
dall'assemblea.
La nomina dei sindaci, con l'indicazione per ciascuno di essi del cognome e del nome, del luogo e della data
di nascita e del domicilio devono essere iscritti, a cura degli amministratori, nel RI nel termine di 30 GG.
Al momento della nomina dei sindaci e prima dell'accettazione dell'incarico, sono resi noti all'assemblea gli
incarichi di amministrazione e di controllo da essi ricoperti presso altre società.
I sindaci restano in carica per tre esercizi e scadono alla data dell'assemblea che approva il bilancio relativo
al terzo esercizio della carica. La scadenza, del loro incarico, sottoposta alla medesima pubblicità, ha effetto
dal momento in cui l'organo è stato ricostituito, al fine di garantire la continuità della funzione
(PROROGATIO)
CAUSE DI INELEGGIBILITÀ
L'obiettività, l'imparzialità e l'indipendenza del collegio sindacale sono essenziali per l'esercizio delle
funzioni, che vanno perseguite sia nei confronti degli amministratori, sia nei confronti degli azionisti di
maggioranza o di riferimento che li hanno nominati, nonché dei soggetti alla cui direzione e coordinamento
la società sia assoggettata.
La previsione che vuole i sindaci nominati dall’assemblea, cioè dalla stessa maggioranza di soci che legge
gli amministratori, ha sempre fatto dubitare dell’indipendenza dell’organo di controllo.
Di qui la disciplina sulla ineleggibilità, volta garantire talune condizioni minime che dovrebbero assicurare
una condotta ispirata ad autonomia imparzialità
Art 2399 cc Non possono essere eletti alla carica di sindaco e, se eletti, decadono dall'ufficio:
A. coloro che si trovano nelle condizioni previste dall'articolo 2382 cause di ineleggibilità degli
amministratori interdetto, inabilitato, fallito, chi è stato condannato ad una pena che importa
l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi.
B. il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della società, degli
amministratori delle società controllate, controllanti e di quelle sottoposte a comune controllo;
C. coloro che sono legati alla società o alle società controllate, controllanti o sottoposte a comune
controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione
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d'opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano
l'indipendenza.
Lo statuto può prevedere altre cause di ineleggibilità o decadenza, nonché' cause di incompatibilità e limiti e
criteri per il cumulo degli incarichi.
REVOCA
Art 2400 cc I sindaci possono essere revocati solo per giusta causa. La deliberazione di revoca deve
essere approvata con decreto dal tribunale, sentito l'interessato.
RETRIBUZIONE
Art 2402 cc La retribuzione annuale dei sindaci, se non è stabilita nello statuto, deve essere determinata
dalla assemblea all'atto della nomina per l'intero periodo di durata del loro ufficio
2. Il controllo contabile può essere affidato al collegio sindacale solo nelle società che non fanno ricorso
al mercato del capitale di rischio e che non sono tenute alla redazione del bilancio consolidato, il cui
statuto preveda tale estensione di funzioni. Diversamente è affidato ad un revisore esterno.
3. I sindaci devono assistere alle adunanze del CDA, alle assemblee e alle riunioni del comitato
esecutivo. Qualora non assistano senza giustificato motivo ad una assemblea o, durante un esercizio
sociale, a 2 adunanze consecutive del CDA o del comitato esecutivo, decadono dall'ufficio.
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3. Il collegio sindacale è legittimato ad impugnare le delibere annullabili dell'assemblea e a
promuovere l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori e il controllo giudiziario
della società.
RESPONSABILITÀ
Consta nel non avere impedito il danno provocato dagli amministratori culpa in vigilando
I sindaci sono responsabili per
1. Il compimento dei loro doveri con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico
2. La veridicità delle loro dichiarazioni ed attestazioni, attinenti alle attività di verifica e controllo
3. Della conservazione dei segreti conosciuti in forza dell’ufficio
I sindaci possono rispondere anche in solido con gli amministratori per i fatti le emissioni di questi ultimi
quando il danno non si sarebbe verificato se avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica.
Le azioni di responsabilità esperibili contro i sindaci sono le stesse esperibili contro gli amministratori.
RIUNIONI E DELIBERAZIONI
Art 2404 cc Il collegio sindacale deve riunirsi almeno ogni 90 gg.
La riunione può svolgersi, se lo statuto lo consente, anche con mezzi di telecomunicazione.
Quorum costitutivo maggioranza dei sindaci
Quorum deliberativo maggioranza assoluta dei presenti
Il sindaco che, senza giustificato motivo, non partecipa durante un esercizio sociale a 2 riunioni del
collegio decade dall'ufficio.
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Art 2409 cc Se vi è fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano
compiuto gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società o a una o più società
controllate, i soci che rappresentano 1/10 del CS o, nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale
di rischio, 1/20 del CS possono denunziare i fatti al tribunale con ricorso notificato anche alla società.
Lo statuto può prevedere percentuali minori di partecipazione
sono legittimati ad attivare il procedimento anche gli organi di controllo nei diversi modelli di
amministrazione, ma NON alcuni soltanto dei componenti di tali organi
la Consob PER LE SOCIETÀ ITALIANE QUOTATE IN MERCATI REGOLAMENTATI ITALIANI, non di altri
paesi dell’UE irregolarità nell’adempimento dei doveri di vigilanza del CS, comitato per il controllo
sulla gestione e consiglio di sorveglianza
gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società censure di legittimità idonee a
pregiudicare il buon funzionamento della società, NON questioni di merito o di convenienza degli atti di
gestione
Violazione di norme civili, penali, tributarie, amministrative…
RATIO
Tutelare l'interesse pubblicistico a regolare funzionamento delle SPA ed alla legalità della loro gestione
La valenza pubblicistica dell’istituto è ridimensionata dell'esclusione della legittimazione del PM ad
attivare il procedimento nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio.
Tutelare l'interesse privatistico della società, dei soci di minoranza, dei creditori sociali e dei terzi
Il tribunale, sentiti in camera di consiglio gli amministratori e i sindaci, può ordinare l'ispezione della
società a spese dei soci richiedenti, subordinandola, se del caso, alla prestazione di una cauzione.
Il provvedimento è reclamabile entro 20 gg dinnanzi alla Corte d’Appello.
Il tribunale non ordina l'ispezione e sospende per un periodo determinato il procedimento se l'assemblea
sostituisce gli amministratori e i sindaci con soggetti di adeguata professionalità, che si attivano senza
indugio per accertare se le violazioni sussistono e, in caso positivo, per eliminarle, riferendo al tribunale
sugli accertamenti e le attività compiute.
Se le violazioni denunziate sussistono ovvero se gli accertamenti e le attività compiute ai sensi c precedente
risultano insufficienti alla loro eliminazione, il tribunale può disporre gli opportuni provvedimenti provvisori
e convocare l'assemblea per le conseguenti deliberazioni.
Nei casi più gravi può revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci e nominare un
amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata.
All’amministratore giudiziario spetta la gestione delle imprese nei limiti dei poteri conferitigli e la
rappresentanza anche processuale della società, fatti salvi gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione,
per i quali è richiesta l'autorizzazione del tribunale.
Il tribunale può conferirgli anche i poteri dell’assemblea
può proporre l'azione di responsabilità contro gli amministratori e i sindaci.
Prima della scadenza del suo incarico rende conto al tribunale che lo ha nominato;
convoca e presiede l'assemblea per la nomina dei nuovi amministratori e sindaci o per proporre, se del
caso, la messa in liquidazione della società o la sua ammissione ad una procedura concorsuale.
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19. 20. Il sistema dualistico il consiglio di gestione
La SPA, sia in sede di costituzione sia successivamente, può adottare il sistema dualistico di
amministrazione e controllo, introdotto nell’ordinamento italiano con la riforma societaria del 2003 e
mutuato dall’ordinamento tedesco.
SI CARATTERIZZA DALLA PRESENZA DEL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA.
Le differenze di questo sistema rispetto al tradizionale consistono nella distribuzione delle competenze
molte delle funzioni che nel sistema tradizionale sono affidate all’assemblea, nel dualistico sono svolte
dal consiglio di sorveglianza, quindi, dall’organo di controllo interno.
CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA
I componenti possono non essere soci e sono per la prima volta nominati all'atto costitutivo,
successivamente, dall’assemblea (che designa anche il presidente) nel numero non inferiore a 3
Fatta salva la possibilità della nomina da parte dello Stato degli enti pubblici e dei titolari di strumenti
finanziari.
Se nel corso dell'esercizio vengono a mancare uno o più componenti del consiglio di sorveglianza,
l'assemblea provvede senza indugio alla loro sostituzione.
Nomina e cessazione dell'incarico sono soggette alla medesima disciplina collegio sindacale
(iscrizione RI entro 30 gg)
Restano in carica per 3 esercizi e scadono alla data dell'assemblea successiva alla scadenza del terzo
esercizio. La cessazione ha effetto dal momento in cui l'organo è ricostituito
non opera il meccanismo della cooptazione
Sono rieleggibili senza limiti
Sono revocabili (ANCHE SENZA GIUSTA CAUSA, salvo risarcimento danno) dall’assemblea, anche se
nominati nell'atto costitutivo, col voto favorevole di 1/5 del CS quorum rafforzato.
No, obbligo di sottoporre la revoca all’approvazione del tribunale
I consiglieri non decadono dalla carica se non partecipano alle riunioni per un esercizio, ma ciò può
costituire causa di revoca
Almeno un componente deve essere iscritto nel registro dei revisori legali, mentre per gli altri
componenti la previsione di particolari requisiti e rimesso allo statuto no iscrizione obbligatoria ad
albi professionali
Stesse cause ineleggibilità dei sindaci, fatta eccezione dei rapporti di coniugio parentela ed affinità
COMPETENZE
1. Nomina e revoca (ANCHE SENZA GIUSTA CAUSA) i componenti del consiglio di gestione, ne stabilisce
il compenso
2. approva il bilancio lo statuto può prevedere che, qualora il consiglio non l’approvi e, comunque,
quando lo richieda almeno 1/3 dei consiglieri di gestione o degli stessi consiglieri di sorveglianza, la
competenza si sposti in capo all’assemblea.
50
I soci hanno diritto di impugnare la delibera approvativa del bilancio solo qualora rappresentino il 5%
CS, qualora il revisore legale dei conti non abbia formulato rilievi sul bilancio.
3. funzioni di vigilanza del collegio sindacale e, almeno una volta all’anno, informativa scritta
all’assemblea sull’attività di vigilanza svolta, sui fatti censurabili e le omissioni rilevate
4. impugnativa delle delibere del consiglio di gestione e delle delibere assembleari annullabili
5. esercizio dell’azione di responsabilità contro i consiglieri di gestione
6. se previsto dallo statuto, approva le operazioni strategiche, i pieni industriali e finanziari, predisposti
dal consiglio di gestione esame e autorizzazione che non sottrae al consiglio di gestione il potere
decisorio finale. Tali funzioni dovrebbero dar vita ad una vigilanza più efficace di quella del consiglio
sindacale.
POTERI
1. Chiedere ai consiglieri di gestione notizie sull'andamento delle operazioni sociali
2. scambio di informazioni con il revisore legale dei conti
3. deve convocare l'assemblea
nei casi in cui sia obbligatorio
quando abbia ravvisato fatti censurabili di rilevante gravità
quando il socio o i soci che rappresentano 1/20 del capitale sociale abbiano denunciato fatti
censurabili
4. MANCATO RINVIO ART 2403 bis cc solo nelle SPA quotate i consiglieri di sorveglianza possono
individualmente compiere atti di ispezione e controllo. Omissione poco giustificabile che incide
sull’efficacia della vigilanza dell’organo.
FUNZIONAMENTO
1. Il consiglio di sorveglianza deve riunirsi ogni 90 gg, anche con mezzi di telecomunicazione. ha l'obbligo
di redigere il verbale.
2. è validamente costituito e delibera come il collegio sindacale
3. Consiglieri di sorveglianza hanno la facoltà di assistere alle adunanze del consiglio di gestione e
l'obbligo di partecipare alle assemblee
RESPONSABILITÀ
I componenti del consiglio di sorveglianza devono adempiere i loro doveri con la diligenza richiesta dalla
natura dell'incarico. Sono responsabili solidalmente con i componenti del consiglio di gestione per i fatti o
le omissioni di questi quando il danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in conformità degli
obblighi della loro carica
la previsione ricalca quella in tema di responsabilità dei sindaci, ma non si fa richiamo alla
professionalità, attraverso il quale il legislatore ha inteso elevare il grado di responsabilità dei sindaci.
I consiglieri rispondono in modo esclusivo quando violano obblighi diversi da quelli di vigilanza
approvazione bilancio falso, concessione compensi illegittimi ai consiglieri di gestione
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CONSIGLIO DI GESTIONE
non meno di 2 componenti i primi nominati in sede di costituzione e successivamente dal
consiglio di sorveglianza, che ne determina il numero e anche il compenso NON NOMINATI
DALL’ASSEMBLEA COME TRADIZIONALE.
Restano in carica per un periodo non superiore a 3 esercizi
sono rieleggibili
possono essere revocati solo del consiglio di sorveglianza, anche se nominati dall’atto costitutivo
Non è ammesso il meccanismo della cooptazione
sembra prevalere l'interpretazione negativa circa la delegabilità delle attribuzioni a favore di un
comitato con suo esecutivo
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il CDA è regolato come nel sistema tradizionale, in virtù del rinvio all'intera disciplina contenuta nell’art
2409 noviesdecies cc
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3. Almeno 1/3 dei componenti deve essere in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti per i
sindaci dall'art 2399 e, se lo statuto lo prevede, di quelli al riguardo previsti da codici di
comportamento redatti da associazioni di categoria o da società di gestione di mercati regolamentati.
6. NESSUN RINVIO ALLA DISCIPLINA DELLA REVOCA DEI SINDACI sarà il CDA a poterli revocare avendoli
nominati, ma in mancanza del rinvio è illegittima la revoca senza giusta causa e senza l’approvazione
del tribunale.
7. In caso di morte, rinunzia, revoca o decadenza di un componente del comitato per il controllo sulla
gestione, il CDA provvede senza indugio a sostituirlo scegliendolo tra gli altri amministratori in
possesso dei requisiti previsti; se ciò non è possibile, provvede attraverso cooptazione.
FUNZIONAMENTO
Ex rinvio art 2409 octiesdecies cc
Deve riunirsi almeno ogni 90 gg, con l'applicazione dei quorum previsti per il collegio sindacale e
l'obbligo di redazione del verbale
come del sistema dualistico, l’ingiustificata assenza non è causa di decadenza in questo caso la
scelta normativa può apparire formalmente corretta, essendo i membri del comitato anche
amministratori, ma la mancata sanzione delle assenze ingiustificate alle riunioni rischia di rendere
meno sicuro all'adempimento dell'obbligo
i membri devono assistere all’adunanza del CDA e alle assemblee
COMPETENZE
1. vigila sull'adeguatezza della struttura organizzativa della società, del sistema di controllo interno e del
sistema amministrativo e contabile, nonché sulla sua idoneità a rappresentare correttamente i fatti di
gestione preventiva e continuativa, la stessa compiuta dai sindaci nel sistema tradizionale,
2. svolge gli ulteriori compiti affidatigli dal CDA con particolare riguardo ai rapporti con il soggetto
incaricato di effettuare la revisione legale dei conti.
3. Mancato rinvio art 2403 bis cc NO poteri di richiesta di informazioni sull’andamento delle
operazioni sociali, né potere di procedere individualmente ad atti di ispezione e controllo.
Tali poteri non possono ritenersi sussistenti solo in virtù del loro essere anche amministratori,
BEN PIU AMPIE ED EFFICACI SONO COMPETENZE E POTERI NEL COMITATO NELLE SOCIETÀ QUOTATE
RESPONSABILITÀ
Manca un autonomo regime di responsabilità dei componenti del comitato richiamata la disciplina
della responsabilità degli amministratori ex artt. 2392 ss. c.c.
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La tendenziale immedesimazione del comitato con il CDA non ha consentito di legittimare il primo a
promuovere l'azione di responsabilità contro i componenti del secondo, così come avviene invece per gli
organi di controllo negli altri due sistemi.
Tale scelta semplificatrice pone problemi di riparto e graduazione della responsabilità rispetto ad un fatto o
ad un'omissione che abbia procurato un danno alla società
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SEZIONE VIII LE MODIFICAZIONI DELLO STATUTO
Costituisce modificazione dello statuto di una SPA ogni mutamento del contenuto oggettivo del contratto
sociale (statuto e atto costitutivo), che può rendersi necessario nel corso della sua esistenza per adeguarsi
alle nuove esigenze produttive o ai nuovi assetti proprietari
Non sono ammissibili modificazioni di fatto dello statuto, risultanti implicitamente dal comportamento
degli organi sociali.
La disciplina degli artt. 2436 ss. interessa solo le operazioni sul capitale, le modificazioni rappresentato
dalla trasformazione, fusione scissione, riguardando tutti i tipi sociali, sono regolate da specifiche discipline
collocate fuori dalla disciplina delle SPA.
Si prevede che la modificazione possa consistere sia in un’introduzione di una nuova clausola, sia la
modifica o la soppressione di una già esistente.
La riduzione obbligatoria per perdite superiori al terzo, nel caso queste non siano rientrate nella
soglia entro l'esercizio successivo, deve essere deliberata dall'assemblea ordinaria o dal consiglio di
sorveglianza che approva il bilancio nel sistema dualistico. In mancanza, la riduzione è disposta dal
tribunale sentito il pubblico ministero, con decreto soggetto a reclamo
Controllo notarile Il notaio che redige il verbale, dopo aver controllato la conformità della
deliberazione con la normativa legale e statutaria, entro i 30 gg successivi alla riunione deve
richiedere, contestualmente al deposito, l’iscrizione della delibera di modificazione nel RI.
Se invece rileva il mancato rispetto delle condizioni di legge, informa tempestivamente gli
amministratori, che nei 30 gg succ possono
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riconvocare l'assemblea
ricorrere al tribunale per l'omologazione.
In mancanza la delibera è definitivamente inefficace
Iscrizione nel registro delle imprese successivamente a questa la deliberazione produce effetti.
3. Il diritto di recesso
Le modificazioni dello statuto determinano un mutamento delle situazioni soggettive dei soci acquisite in
sede di costituzione della società o in sede di acquisto della partecipazione sociale.
L'applicazione del principio maggioritario anche per le delibere di modificazione dello statuto, fa sì che nella
SPA una minoranza dei soci non possa opporsi a modificazioni anche radicali dell’assetto societario.
A tutela delle minoranze, per alcune modifiche ritenute dal legislatore più incisive sul contratto sociale, è
stato riconosciuto ai soci dissenzienti, assenti o astenuti il diritto di recesso.
Il recesso dà diritto al socio alla liquidazione delle azioni, la quale può avvenire per tutte o per parte delle
sue azioni è ammesso il recesso parziale.
Il fondamento della facoltà di recesso si basa sul fatto che tali cause siano caratterizzate da una modifica
peggiorativa dell’interesse del socio, che aveva confidato su taluni elementi essenziali della sua
partecipazione alla società.
ALTRE
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1. Se la società è costituita a tempo indeterminato e le azioni non sono quotate in un mercato
regolamentato, il socio può recedere con il preavviso di almeno 180 gg; lo statuto può prevedere un
termine maggiore, non superiore ad un anno.
2. Restano salve le disposizioni dettate in tema di recesso per le società soggette ad attività di direzione e
coordinamento Modifica dell'oggetto sociale della società controllante, oppure dall'inizio o dalla
cessazione della stessa attività di direzione e coordinamento
CONDIZIONI
Il diritto di recesso si esercita tramite comunicazione con lettera raccomandata da spedire alla società
entro 15 gg dalla delibera non desiderata o entro 30 gg dalla conoscenza del fatto legittimante il recesso,
qualora sia diverso da deliberazione (es Clausola statutaria che prevede il recesso del socio in caso di
trasformazione di società da aperta a chiusa)
L'esercizio del recesso è precluso se, entro 90 gg, è revocata la deliberazione che ne ha costituito il
presupposto, avendo la società valutato il costo del recesso rappresentato dalla liquidazione delle azioni
Il socio che intende contestare la valutazione può farlo contestualmente alla dichiarazione di recesso.
In tal caso, il valore della quota viene determinato, entro 90 gg, da una relazione giurata di un esperto
nominato dal tribunale
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Non si possono emettere nuove azioni fino a quando quelle messe non siano interamente liberate (fino a
quando la società vanta crediti da sottoscrizione nei confronti dei soci) e solo se non si sia in presenza di
perdite (necessario prima reintegrare il capitale sociale)
La violazione di tale disposizione non comporta nullità della delibera di aumento, ma gli amministratori
sono responsabili in solido per i danni arrecati ai soci ed ai terzi.
La deliberazione di aumento del capitale fissa il termine entro il quale deve intervenire la sottoscrizione dei
titoli azionari. Al momento della sottoscrizione dovrà essere versato presso la stessa società il 25% del
valore nominale delle azioni ed integralmente l'eventuale sovrapprezzo.
AUMENTO SCINDIBILE Con la deliberazione la società può stabilire che l'aumento sarà
ugualmente efficace anche se le sottoscrizioni non lo avranno coperto integralmente
AUMENTO INSCINDIBILE In mancanza di espressa previsione, la non avvenuta integrale
sottoscrizione determina la caducazione dell’operazione chi ha sottoscritto è liberato dall'obbligo
del conferimento e ha diritto alla restituzione del versamento
WARRANTS pg 487
Nei 30 gg successivi alla sottoscrizione delle azioni di nuova emissione, gli amministratori devono
depositare per l'iscrizione nel RI un'attestazione che l'aumento del capitale è stato eseguito.
Fino a che l'iscrizione nel registro non sia avvenuta, l'aumento del capitale non può essere menzionato negli
atti della società.
Qualora gli Amministratori siano stati delegati a deliberare l'aumento del capitale e conferimenti siano
rappresentati da beni in natura o di crediti non accompagnati dalla relazione di stima, il legislatore
prescrive che si siano tenuti alla verifica della non ricorrenza di fatti eccezionali rilevati che abbia inciso
sulla valutazione delle entità conferite. In caso di esito positivo sono tenuti a depositare presso il RI una
dichiarazione dalla quale risulti la data della delibera di aumento del capitale. Nei 30 giorni successivi i soci
che rappresentano il 5% del CS nell’ammontare precedente l'aumento, possono chiedere una nuova
valutazione.
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funzione amministrativa mantenere inalterata la proporzione in cui ciascun socio partecipa,
attraverso il voto, alla formazione della volontà sociale. La partecipazione del socio a seguito
dell’aumento del capitale a pagamento di diluisce, con significative ricadute sui diritti ad essa collegati.
funzione patrimoniale mantenere inalterato il valore reale della partecipazione azionaria in
presenza di riserve accumulate
2. L'offerta di opzione deve essere depositata presso l'ufficio del RI e contestualmente resa nota mediante
un avviso pubblicato sul sito internet della società, con modalità atte a garantire la sicurezza del sito
medesimo, l’autenticità dei documenti e la certezza della data di pubblicazione, o, in mancanza, mediante
deposito presso la sede della società.
L'offerta può avvenire anche mediante sottoscrizione delle azioni da parte di banche e società finanziarie,
che le offrono ai soci.
Per l'esercizio del diritto di opzione deve essere concesso un termine non inferiore a 15 gg dalla
pubblicazione dell'offerta.
Se le azioni sono quotate i diritti di opzione non esercitati devono essere offerti nel mercato
regolamentato dagli amministratori per almeno 5 sedute entro il mese successivo alla scadenza del
termine concesso per l’esercizio dell’opzione. Il ricavato della vendita va a beneficio del patrimonio
sociale.
PER LE SOCIETÀ QUOTATE lo statuto può escludere il diritto di opzione nei limiti del 10% del CS
preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni.
La tutela dell’interesse patrimoniale normalmente assicurata ai soci del diritto di opzione viene
affidato al mercato
Art 2441 c 6 Le proposte di aumento di CS con esclusione o limitazione del diritto di opzione, ai sensi di
queste due ipotesi, devono essere illustrate dagli amministratori con apposita relazione, dalla quale
devono risultare le ragioni dell'esclusione o della limitazione, ovvero, qualora l'esclusione derivi da un
conferimento in natura, i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione.
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La relazione deve essere comunicata dagli amm. al collegio sindacale o al consiglio di sorveglianza e
al soggetto incaricato della revisione legale dei conti almeno 30 gg prima di quello fissato per
l'assemblea, al fine di consentire di esprimere un parere sulla congruità del prezzo di emissione.
Entro 15 gg il collegio sindacale deve esprimere il proprio parere sulla congruità del prezzo di
emissione delle azioni.
La deliberazione determina il prezzo di emissione delle azioni in base al valore del patrimonio netto, tenendo
conto, per le azioni quotate in mercati regolamentati, anche dell'andamento delle quotazioni nell'ultimo
semestre.
Le nuove azioni sono dunque emesse con un sovrapprezzo che i terzi sottoscrittori sono disposti a pagare
sapendo di acquistare azioni aventi un valore reale superiore al valore nominale.
3. Solo per le società con azioni quotate, quando con delibera dell'assemblea straordinaria, i titoli sono
offerti in sottoscrizione ai dipendenti della società o di società che la controllano o chi sono da essa
controllate. Tale ipotesi di esclusione non richiede il sovrapprezzo.
Lo statuto può escludere il diritto di opzione nei limiti del 10% del capitale preesistente, purché il
prezzo di emissione corrisponda al loro valore di mercato.
Il diritto di opzione non si considera escluso o limitato quando le azioni di nuova emissione sono state
sottoscritte da banche o altri soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività di collocamento di strumenti
finanziari, con l’obbligo di offrirle successivamente agli azionisti, rispettando la disciplina del diritto di
opzione. Nel periodo di detenzione delle azioni, l’intermediario. non può esercitare il diritto di voto.
Le azioni emesse spettano gratuitamente, in proporzione al numero delle azioni già possedute, ai vecchi
soci, che non devono esercitare il diritto di opzione per acquisirle
Anche questo tipo di aumento del CS è di competenza dell’assemblea straordinaria.
La delibera viene adottata con le maggioranze previste per le modifiche dello statuto.
Potrà essere eseguita solo decorsi 90 gg dalla sua iscrizione nel RI, sempre che i creditori sociali anteriori
non abbiano proposto opposizione dinanzi al tribunale. L’opposizione sospende l’esecuzione della delibera
fino alla definizione del giudizio.
Il tribunale, quando ritenga infondato il pericolo di pregiudizio per i creditori oppure la società abbia
prestato idonea garanzia, dispone che l’operazione abbia luogo nonostante l’opposizione.
La riduzione del capitale è volontaria fino a quando la perdita non abbia superato 1/3 del capitale
non si ha perdita del capitale fino a quando la perdita non supera l’ammontare delle riserve.
La società PUÒ ridurre Il capitale per distribuire gli eventuali utili in futuro, stante il divieto di distribuzione
quando le perdite di capitale non siano state colmate.
La riduzione di capitale è obbligatoria quando le perdite hanno superato 1/3 del capitale, facendo
scendere dunque il patrimonio netto al di sotto dei 2/3 del capitale.
PROCEDIMENTO
1. Gli amministratori o il consiglio di gestione convocano l’assemblea straordinaria
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2. Predispongono una relazione sulla situazione patrimoniale della società, composta da un vero e
proprio bilancio (conto economico + stato patrimoniale), che si riferisca alla situazione non anteriore a
120 gg prima dell’assemblea
3. I documenti devono essere depositati in copia presso la sede della società negli 8 gg anteriori
all’assemblea per permettere ai soci di prenderne visione
4. L’ASSEMBLEA Può SCEGLIERE SE:
Adottare gli opportuni provvedimenti immediata riduzione del CS o riduzione parziale
Attendere i risultati di gestione dell’esercizio successivo Se entro l'esercizio successivo la
perdita non è diminuita a meno di 1/3, l'assemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza devono
ridurre il capitale in proporzione alle perdite accertate l'ordinamento concede una libertà di
scelta ai soci nel momento in cui vengono convocati in assemblea a causa dell'emersione di
perdite, che viene meno se ne viene accertato il carattere permanente
Nel caso in cui le azioni emesse dalla società siano senza valore nominale, lo statuto, una sua
modificazione ovvero una deliberazione adottata con le maggioranze previste per l'assemblea straordinaria
possono prevedere che la riduzione del capitale sia deliberata dal consiglio di amministrazione.
Art 2447 cc Se, per la perdita di oltre 1/3 del capitale, questo si riduce al disotto del minimo legale, gli
amministratori o il consiglio di gestione e, in caso di loro inerzia, il consiglio di sorveglianza devono senza
indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo:
aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al minimo, assicurando la prosecuzione della soc.
trasformazione della società in un tipo per il quale per scritto un capitale minimo inferiore, Es SRL
liquidazione della società
obbligo di predisposizione relazione sul modello della sopracitata, anche se non espressamente previsto
Se il capitale è eroso completamente, cioè risulta azzerato, gli amministratori devono convocare i soci
assembleari, nel rispetto del procedimento dell’art 2447
La deliberazione che lo reintegra, almeno al minimo di legge, va assunta a maggioranza un indirizzo
minoritario la vorrebbe assunta all'unanimità, tuttavia si ritiene che l’azzeramento del capitale sia un
possibile accadimento dell’esercizio dell’impresa, di cui il rischio è componente essenziale. Gli azionisti
affrontano tale rischio nel rispetto di regole prestabilite, tra cui il principio maggioritario.
Se l'assemblea decide di reintegrare il capitale, il socio può esercitare il diritto di opzione per
sottoscrivere le azioni di nuova emissione; se rinuncia perde la qualità di socio
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SEZIONE IX PATRIMONI E FINANZIAMENTI DESTINATI AD UNO SPECIFICO
AFFARE
Istituto che deriva dalla riforma del diritto societario del 2003, che mette in discussione il principio per cui
ad un soggetto fa capo un solo patrimonio a un soggetto possono far capo più patrimoni, uno
genericamente inteso e altri separati dal primo e destinati ad uno specifico affare.
Si tratta di un’operazione che consente di limitare ulteriormente il rischio dell'impresa, già circoscritto nelle
SPA dalla responsabilità limitata La società resta unica, ma nel suo ambito vengono individuati uno o
più patrimoni separati, che rispondono delle obbligazioni relative a specifiche operazioni economiche;
l'eventuale disastro dell'affare non intacca il patrimonio generalmente inteso ASSOLUTA
SEPARAZIONE DELL’OPERAZIONE DAL RESTO DELL’ATTIVITÀ SOCIALE.
Si evita il ricorso alla costituzione di tante società quante sono le singole iniziative economiche che si
intendono perseguire; L'operazione non è paragonabile dal punto di vista dimensionale e della separatezza,
non è altrettanto efficace per questo ha avuto un limitato successo.
L'istituto è rappresentato da uno specifico fenomeno di notevole rilevanza economica SGR, società di
gestione del risparmio società titolari di una pluralità di patrimoni, ad essi affidati perché li gestisca.
Sono stati costituiti non con risorse proprie della società, ma di altri soggetti e le SGR ne diventano titolari
per la loro gestione
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Poiché l'interesse dei creditori sociali può essere pregiudicato dall'operazione (parte del patrimonio
sociale è stata sottratta alla funzione di garanzia), i creditori sociali possono opporsi all’operazione
entro 60 gg dall' iscrizione, sempre che il credito sia in sorto anteriormente all’iscrizione stessa.
Il tribunale, nonostante l'opposizione, può disporre che la deliberazione sia eseguita previa
prestazione da parte della società di idonea garanzia.
Decorso il termine ovvero dopo l'iscrizione nell’ RI del provvedimento del tribunale, i creditori non
possono far valere alcun diritto sul patrimonio destinato allo specifico affare né, salvo che per la
parte spettante alla società, sui frutti o proventi da esso derivanti.
Qualora a venire destinati siano beni che costituiscono già oggetto di garanzia reale, la loro
destinazione non è efficace nei confronti dei creditori in favore dei quali è stata prestata la garanzia
reale
Qualora la deliberazione non disponga diversamente, per le obbligazioni contratte in relazione allo
specifico affare la società risponde nei limiti del patrimonio ad esso destinato.
Resta salva, tuttavia, la responsabilità illimitata della società per le obbligazioni derivanti da fatto
illecito Se fossero state costituite due società, la società madre non sarebbe mai stata toccata. la
costituzione di due società prevede una separazione perfetta, il patrimonio destinato imperfetta
Quando si realizza ovvero è divenuto impossibile l'affare cui è stato destinato un patrimonio, gli
amministratori redigono un rendiconto finale che, accompagnato da una relazione dei sindaci e del
soggetto incaricato della revisione legale dei conti, deve essere depositato presso l'ufficio del RI.
Nel caso in cui non siano state integralmente soddisfatte le obbligazioni contratte per lo
svolgimento dello specifico affare, i relativi creditori possono chiederne la liquidazione entro 90 gg
dal deposito. In tale caso, si applicano le disposizioni sulla liquidazione delle SPA.
Se non ci sono pretese dei creditori, depositato il rendiconto finale, i beni e dei rapporti giuridici
del patrimonio destinato tornano a far parte del patrimonio sociale.
Sono fatti salvi i diritti dei creditori particolari con riferimento ai beni e ai rapporti di compresi nel
patrimonio destinato Si ha la cessazione della sola destinazione funzionale, la cessazione del
patrimonio destinato fa venir meno il vincolo ma non la destinazione di tali beni a garanzia dei
creditori particolari
La società beneficia di un finanziamento di scopo erogato da terzi, nei cui confronti risponde
esclusivamente il patrimonio separato. Tale patrimonio separato è costituito dai proventi dell'affare
stesso, separato rispetto a quello residuo della società e da quello relativo ad ogni altra operazione di
finanziamento dello stesso tipo.
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1. una descrizione dell'operazione che consenta di individuarne lo specifico oggetto; le modalità ed i
tempi di realizzazione; i costi previsti ed i ricavi attesi;
2. il piano finanziario dell'operazione, indicando la parte coperta dal finanziamento e quella a carico
della società
3. i beni strumentali necessari alla realizzazione dell'operazione;
4. NON è richiesto alcun rapporto di proporzionalità tra il valore dei beni destinati dalla società alla
realizzazione dell'affare e l’importo finanziario dei terzi
La società deve adottare sistemi di incasso e di contabilizzazione idonei ad individuare in ogni momento i
proventi dell'affare ed a tenerli separati dal restante patrimonio della società.
Ciò significa che la dichiarazione di fallimento non è causa necessaria di cessazione del vincolo di
destinazione, restando rilevante solo se dal fallimento consegue l'impossibilità di realizzare o continuare
l'operazione. In questo caso il curatore può decidere di subentrare nel contratto assumendone gli oneri,
oppure si avrà lo scioglimento del contratto e il finanziatore può insinuarsi nel passivo per il recupero del
credito non ho ancora riscosso
I creditori sociali non possono aggredire tali proventi né i relativi frutti questi, sino al rimborso del
finanziamento o alla scadenza del termine per il rimborso, possono in esercitare solo Iniziative conservative
a tutela dei loro diritti sui beni strumentali destinati alla realizzazione dell'operazione.
Il finanziatore non azione sul residuo patrimonio della società, salva l'ipotesi di garanzia parziale di
rimborso offerto dalla società stessa
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SEZIONE X LA SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI (SAPA), Art 2542 ss.
Art 2454 cc Alla SAPA sono applicabili le norme relative alla SPA, in quanto compatibili
GLI ACCOMANDATARI
La qualità di socio accomandatario e di amministratore sono inseparabili.
nella società in accomandita semplice, il socio accomandatario non è necessariamente
amministratore risponde solidalmente ed illimitatamente ma non è di diritto amministratore, le
posizioni sono separabili. La sua responsabilità non si riconduce necessariamente all’attribuzione del
potere di amministratore, che potrebbe mancare risponde per le obbligazioni contratte dalla
società anteriormente all’acquisto della qualità di socio e di quelle sorte successivamente alla
dismissione della carica di amministratore
Risulta attenuata l’irrilevanza della partecipazione la persona di chi ha presto i mezzi assumendo la
qualità di socio accomandatario amministratore di diritto assume importanza decisiva
La denominazione della società è costituita dal nome di almeno uno dei soci accomandatari, con
l'indicazione di società in accomandita per azioni
L'atto costitutivo deve indicare i soci accomandatari
REVOCA DEGLI AMMINISTRATORI La revoca degli amministratori deve essere deliberata con la
maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria della società per azioni.
Nella SPA viene deliberata con le maggioranze proprie dell’assemblea ordinaria
Anche nella SAPA è possibile articolare il sistema di amministrazione e controllo nella versione dualistica;
è precluso il ricorso al sistema monistico, in quanto incompatibile con le peculiarità della tipologia
Dell'organo amministrativo sono necessariamente ed esclusivamente componenti i soci accomandatari, che
rispondono per le obbligazioni sociali; di esse non possono invece rispondere gli amministratori
componenti del comitato per il controllo sulla gestione che non amministrano, svolgendo soltanto compiti
di controllo.
I soci accomandatari non hanno diritto di voto per le azioni ad essi spettanti nelle deliberazioni
dell'assemblea che concernono la nomina e la revoca dei sindaci ovvero dei componenti del consiglio di
sorveglianza e l'esercizio dell'azione di responsabilità
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SEZIONE XI LA SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA (SRL)
Fino all'entrata in vigore della legge del 2003, la SRL veniva considerata e disciplinata in modo residuale,
come una sorella minore della SPA. Da questa si distingueva solo per 2 caratteri:
Differente importo del capitale minimo necessario per la costituzione della società non inferiore a
20 mln di lire vs 200 mln per la SPA
Differente natura del documento rappresentativo della partecipazione sociale divieto, oggi
abolito, della rappresentazione tramite azioni
Con la legge del 2003 si è voluta operare una revisione del modello, nell’intento di offrire agli operatori
economici uno strumento caratterizzato da una significativa ed accentuata elasticità, imperniato su una
considerazione della persona dei soci e dei loro rapporti personali.
il legislatore è andato ben al di là di ciò che ci si aspettava ha collocato la SRL al centro dell'intero
sistema societario come il modello base dell’esercizio collettivo e individuale dell’impresa con il beneficio
della responsabilità limitata.
Oggi la SRL è un tipo di società con caratteristiche nuove, che non ne permettono un inquadramento
nell'ambito delle tradizionali e correnti categorie di tipi societari ed anzi sovvertono insegnamenti radicati
in dottrina e giurisprudenza
2. Caratteri marcanti
1. AUTONOMIA STATUTARIA attraverso lo statuto è concesso ai soci compiere scelte impensabili nel
regime previgente e di incidere in settori, come quello dell’amministrazione della società, da sempre
inderogabili.
Es art 2463 n 7 cc, contenuto dell’atto costitutivo contiene norme relative al funzionamento
della società, indicando quelle concernenti l’amministrazione e la rappresentanza. La normazione
legale è chiaramente suppletiva in tema di organizzazione interna della società
3. PERSONALIZZAZIONE valorizzazione del ruolo che la persona del socio ha nella vita della società e
introduzione di regole finora riservate alle società di persone
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Art 2475 cc vedi sopra + riserva ai soci l’amm. della società, salvo diversa previsione statutaria.
Art 2473 e 2473 bis ammettono il recesso statutario, ampliano i casi di recesso legale e
introducono l’istituto dell’esclusione, tipico delle società di persone
5. MANTENIMENTO IMPERATIVITÀ DELLE REGOLE IN COMPARTI IN CUI ACANTO AGLI INTERESSI DEI
SOCI SONO PARIMENTI PRESENTI RILEVANTI INTERESSI DEI TERZI non è concessa alcuna
autonomia statutaria
Modificazioni atto costitutivo, in particolare modificazioni del CS
3 La fattispecie costitutiva
La costituzione della società avviene mediante due fasi
Stipulazione dell'atto costitutivo/contratto /atto unilaterale ha come effetto la responsabilità
illimitata e solidale dei soci che hanno compiuto operazioni sociali prima dell'iscrizione virgola di
coloro che hanno dato il consenso al compimento delle operazioni e del socio unico fondatore
iscrizione della società nel RI produce l'effetto finale della nascita della società
Art. 2329 cc, Condizioni per la costituzione Per procedere alla costituzione della società è necessario:
1) che sia sottoscritto per intero il capitale sociale;
2) che siano rispettate le previsioni degli articoli 2342, 2343 e 2343 ter relative ai conferimenti
DISTRAZIONE DEL LEGISLATORE, la materia è oggetto di autonoma regolamentazione ex art 2434 c.c. ss.
3) che sussistano le autorizzazioni e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali per la costituzione della
società, in relazione al suo particolare oggetto.
Se il notaio o gli amministratori non provvedono al deposito nel termine indicato nel comma precedente,
ciascun socio può provvedervi a spese della società.
L'iscrizione della società nel RI è richiesta contestualmente al deposito dell'atto costitutivo. L'ufficio del
registro delle imprese, verificata la regolarità formale della documentazione, iscrive la società nel registro.
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ART 2463 CC Costituzione
La società può essere costituita con contratto o con atto unilaterale
(Sempre denominato atto costitutivo)
L'atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico e deve indicare:
1) il cognome e il nome o la denominazione, la data e il luogo di nascita o lo Stato di
costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza di ciascun socio;
I SOGGETTI
2) la denominazione, contenente l'indicazione di SRL, e il comune ove sono poste la sede della
società e le eventuali sedi secondarie;
Denominazione è la DITTA sotto la quale agiscono le società di capitali, funzione identificativa del
soggetto. L’indicazione del rapporto sociale risponde al principio di verità che vige per la formazione
della ditta dell’imprenditore individuale.
Si applica anche il principio di novità, per il quale se la ditta è uguale o simile a quella usata da un
altro imprenditore può creare confusione per l'oggetto delle imprese per il luogo in cui esercitata,
deve essere integrata o modificata con indicazioni donne a differenziarla
Sede vedi SPA
4) l'ammontare del capitale, non inferiore a 10.000 euro, sottoscritto e di quello versato;
è possibile costituire una SRL con un CS inferiore SRL SEMPLIFICATA, art 2463 bis e commi 4 e 5 2463
favorire lo svolgimento e la nascita di nuove attività di impresa, soprattutto da parte dei giovani.
Presenta poche differenze rispetto alla SRL ordinaria, non si tratta di un tipo societari ulteriore
soci possono essere solo persone fisiche
la denominazione sociale deve contenere l’indicazione SRL semplificata
ASSENZA DI AUTONOMIA STATUTARIA atto costitutivo redatto per atto pubblico in conformità
con un modello ministeriale
L'ammontare del CS può essere determinato in misura inferiore, pari almeno a 1 e. In tal caso i
conferimenti devono farsi in denaro e devono essere versati per intero alle persone cui è affidata
l'amministrazione capitale potenzialmente simbolico.
La somma da dedurre dagli utili netti risultanti dal bilancio regolarmente approvato, per formare la
riserva prevista dall'articolo 2430, deve essere almeno pari a 1/5 degli stessi, fino a che la riserva non
abbia raggiunto, unitamente al capitale, l'ammontare di 10.000 e. La riserva così formata può essere
utilizzata solo per imputazione a capitale e per copertura di eventuali perdite. Essa deve essere
reintegrata a norma del presente comma se viene diminuita per qualsiasi ragione.
NULLA IMPEDISCE che durante societate il capitale venga aumentato a 10.000 e/o ad una somma
superiore, eliminando il divieto di conferimenti in natura e dell’obbligatorietà del versamento integrale.
Se nell'atto costitutivo non è stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in danaro ogni
conferimento diverso al denaro deve essere espressamente previsto
Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato, all'organo amministrativo nominato
nell'atto costitutivo e non presso una banca, almeno il 25% dei conferimenti in danaro e l'intero
soprapprezzo o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare.
Il versamento può essere sostituito dalla stipula, per un importo almeno corrispondente, di una
polizza di assicurazione o di una fideiussione bancaria con le caratteristiche determinate con DPCM;
in tal caso il socio può in ogni momento sostituire la polizza o la fideiussione con il versamento del
corrispondente importo in danaro.
Tale decreto non è mai stato emanato e la disposizione è in questa parte inoperante.
MANCATA ESECUZIONE DEI CONFERIMENTI (art 2466 cc, escalation di provvedimenti adottabili)
1) Diffida a adempiere nel termine di 30 gg nei confronti del socio moroso
2) Decorso inutilmente questo termine gli amministratori POSSONO a loro discrezionalità promuovere
un’azione per l’esecuzione dei conferimenti
3) Vendita agli altri soci in proporzione della loro partecipazione la quota del socio moroso. La vendita è
effettuata a rischio e pericolo del medesimo per il valore risultante dall'ultimo bilancio approvato.
4) In mancanza di offerte per l'acquisto, se l'atto costitutivo lo consente, la quota è venduta all'incanto.
5) Esperiti infruttuosamente i tentativi di vendita, gli amministratori devono escludere il socio
trattenendo le some riscosse e riducendo il capitale in misura corrispondete.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo e con esclusione del diritto di recesso, i diritti previsti dal
precedente comma possono essere modificati solo con il consenso di tutti i soci.
Con una dimenticanza non lieve, eccedendo nella deriva autonomistica, il legislatore sembra dimenticare il
principio generale in base al quale solo il titolare può consentire che si disponga di un suo diritto.
TRASFERIBILITÀ Le partecipazioni sono liberamente trasferibili per atto tra vivi e per successione a
causa di morte, salvo contraria disposizione dell'atto costitutivo.
In coerenza con l'accentuazione del carattere personalistico impressa nella società, è consentito che l'atto
costitutivo preveda la intrasferibilità delle quote o la sottoposizione del trasferimento al parere di organi
sociali o di terzi o di soci o per i soli trasferimenti mortis causa a condizioni o limiti che nel caso concreto
impediscono il trasferimento.
In questi casi il socio o i suoi eredi possono esercitare il diritto di recesso ai sensi dell’art 2473 cc, a meno
che l'atto costitutivo non stabilisca un termine non superiore a due anni prima del quale recesso non può
essere esercitato
L’ESPROPRIO art 2471 cc, La partecipazione può formare oggetto di espropriazione. Il pignoramento si
esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese.
Se la partecipazione non è liberamente trasferibile e il creditore, il debitore e la società non si accordano
sulla vendita della quota stessa, la vendita ha luogo all'incanto; è priva di effetto se, entro 10 gg
dall'aggiudicazione, la società presenta un altro acquirente che offra lo stesso prezzo.
La partecipazione può formare oggetto di pegno, usufrutto e sequestro. Si applicano le disposizioni dell'art
2352 cc dettato per le SPA
9) l'importo globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico della
società.
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4. La nullità della società
Art 2463 rinvia espressamente all’art 2332 cc la disciplina della nullità della SRL è identica a quella
fissata per la SPA
5. L’Organizzazione interna
Il settore in cui la riforma ha inciso maggiormente.
2. Qualora possano recare danno alla società, sono impugnabili le decisioni assunte con il voto
determinante di soci che hanno, per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della
società.
3. Le decisioni aventi oggetto illecito o impossibile e quelle prese in assenza assoluta di informazione
possono essere impugnate da chiunque vi abbia interesse entro 3 A dalla trascrizione nel libro delle
decisioni dei soci
4. Possono essere impugnate senza limiti di tempo le deliberazioni che modificano l'oggetto sociale
prevedendo attività impossibili o illecite.
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In mancanza di diversa previsione dell'atto costitutivo resta ferma la regola in base alla quale
l'amministrazione della società è affidata a uno o più soci nominati con decisione dei soci presa ai sensi
dell'articolo 2479, che restano in carica a tempo indeterminato.
o L'atto costitutivo può prevedere che gli amministratori operino NON COME CDA, ma che
l'amministrazione sia ad essi affidata disgiuntamente oppure congiuntamente; in tali casi si
applicano, rispettivamente, gli articoli 2257 e 2258 GRANDE NOVITÀ DELLA RIFORMA
Dovranno comunque essere decise con il metodo collegiale la redazione del bilancio e i progetti di
fusione e scissione.
Tale sistema di amministrazione viene adottato solo se espressamente previsto nell’atto costitutivo
ed è escludo in taluni casi determinati.
LA RIFORMA PERMETTE DI FAR SCEGLIERE AGLI AMM TRA DUE SISTEMI DI AMMINISTRAZIONE,
UNO TIPICO DELLE SOCIETÀ DI CAPITALE E UNO DELLE SOCIETÀ DI PERSONE.
L’art 2475 ter parla di amministratori che hanno la rappresentanza della società si DESUME la
persistenza della regola per la quale possono esserci amministratori che non hanno la rappresentanza.
È affermata la responsabilità degli amministratori verso la società e verso i singoli soci o terzi uti
singuli direttamente danneggiati.
NON si fa menzione della responsabilità verso i creditori sociali, ma la giurisprudenza tende ad
affermarla, in base a quanto disposto dall’art 2486 (responsabilità degli amm di SPA) e dalla l. fall
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responsabili solidalmente con gli amministratori sono anche i soci che hanno intenzionalmente deciso
o autorizzato il compimento degli atti dannosi, quindi, i soci che di fatto amministra la società
l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori può essere promossa anche dal singolo
socio, il quale può anche chiedere come provvedimento cautelare la revoca degli amministratori in
caso di gravi irregolarità nella gestione
Incidenza del conflitto di interessi che gli amministratori hanno per conto proprio o di terzi sui
contratti conclusi dagli amministratori che hanno la rappresentanza della società NOVITÀ
possono essere annullati su domanda della società, se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal
terzo
Art 2436 cc Il notaio che ha verbalizzato la deliberazione di modifica dello statuto, entro 30 gg, verificato
l'adempimento delle condizioni stabilite dalla legge, ne richiede l'iscrizione nel RI contestualmente al
deposito e allega le eventuali autorizzazioni richieste.
L'ufficio del RI, verificata la regolarità formale della documentazione, iscrive la delibera nel registro.
Se il notaio ritiene non adempiute le condizioni stabilite dalla legge, né dà comunicazione tempestivamente
agli amministratori. Gli amministratori, nei 30 gg successivi, possono convocare l'assemblea per gli
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opportuni provvedimenti oppure ricorrere al tribunale; in mancanza la deliberazione è definitivamente
inefficace.
Il tribunale, verificato l'adempimento delle condizioni richieste dalla legge e sentito il pubblico ministero,
ordina l'iscrizione nel registro delle imprese con decreto soggetto a reclamo.
Art 2214 cc
libro giornale
libro degli inventari
scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa
conservare ordinatamente per ciascun affare gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle fatture
ricevute e spedite.
I contratti della società con l'unico socio o le operazioni a favore dell'unico socio sono opponibili ai creditori
della società solo se risultano dal libro delle decisioni degli amministratori ovvero da atto scritto avente
data certa anteriore al pignoramento.
DIRITTI caratterizzati dall’esaltazione dell’autonomia statutaria dei soci, perciò può mutare
sensibilmente il contenuto dei diritti tradizionalmente loro concessi.
Art 2473 n 7 l’atto costitutivo deve indicare le norme relative al funzionamento della società, indicando
quelle concernenti l'amministrazione, la rappresentanza;
Art 2468 cc principi relativi al contenuto e alle modalità di esercizio dei diritti sociali
i diritti sociali spettano ai soci in misura proporzionale alla partecipazione da ciascuno posseduta. Se
l'atto costitutivo non prevede diversamente, le partecipazioni dei soci sono determinate in misura
proporzionale al conferimento.
l'atto costitutivo può prevedere l'attribuzione a singoli soci di particolari diritti riguardanti
l'amministrazione della società o la distribuzione degli utili.
Art 2482 quater In tutti i casi di riduzione del capitale per perdite è esclusa ogni modificazione delle
quote di partecipazione e dei diritti spettanti ai soci.
9. Il CS e le sue variazioni
Le variazioni del CS possono essere in aumento o in diminuzione
1. AUMENTO DEL CAPITALE A PAGAMENTO (mediante nuovi conferimenti), art 2481 bis c.c.
Deve essere deliberato dall’assemblea e ai soci spetta il diritto di sottoscriverlo in proporzione delle
partecipazioni da essi possedute (diritto di opzione), così da mantenere inalterata la precedente
percentuale di partecipazione al CS.
Autonomia dei soci:
2. L'atto costitutivo può prevedere che l'aumento di capitale possa essere attuato anche mediante
offerta di quote di nuova emissione a terzi; in tal caso spetta ai soci che non hanno consentito alla
decisione il diritto di recesso a norma dell'articolo 2473.
3. La decisione di aumento di capitale può prevedere l'eventuale soprapprezzo, le modalità ed i
termini entro i quali può essere esercitato il diritto di sottoscrizione. Tali termini non possono
essere inferiori a 30 gg dal momento in cui viene comunicato ai soci che l'aumento di capitale può
essere sottoscritto.
Se l'aumento di capitale non è integralmente sottoscritto nel termine stabilito dalla decisione, il
capitale è aumentato di un importo pari alle sottoscrizioni raccolte soltanto se la deliberazione
medesima lo abbia espressamente consentito.
Nei 30 gg dall'avvenuta sottoscrizione gli amministratori devono depositare per l'iscrizione nel RI
un'attestazione che l'aumento di capitale è stato eseguito.
4. AUMENTO DEL CAPITALE GRATUITO Avviene mediante imputazione a capitale delle riserve e degli
altri fondi disponibili iscritte in bilancio e in tal caso la quota di partecipazione del socio resta immutata
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RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE, art 2482, bis, ter cc
La riduzione del capitale sociale può avere luogo
5. PER VOLONTÀ DELLE PARTI nel rispetto del limite minimo di capitale fissato dalla legge (10.000 e),
con due modalità
Rimborso ai soci delle quote pagate
Liberazione dei soci dall’obbligo dei versamenti ancora dovuti
La decisione dei soci di ridurre il CS può essere eseguita soltanto dopo 90 gg dal giorno dell'iscrizione
nel RI della decisione, purché' entro questo termine nessun creditore sociale anteriore all'iscrizione
abbia fatto opposizione. In questo caso sarà necessario attendere la conclusione dei relativi giudizi.
Il tribunale, quando ritenga infondato il pericolo di pregiudizio per i creditori oppure la società abbia
prestato un'idonea garanzia, dispone che l'esecuzione abbia luogo nonostante l'opposizione.
Se entro l'esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di 1/3, deve essere
convocata l'assemblea per l'approvazione del bilancio e per la riduzione del capitale in
proporzione delle perdite accertate. In mancanza gli amministratori e i sindaci o il soggetto
incaricato di effettuare la revisione legale dei conti devono chiedere al tribunale che venga
disposta la riduzione del capitale in ragione delle perdite risultanti dal bilancio.
Il tribunale provvede con decreto soggetto a reclamo, che deve essere iscritto nel RI a cura degli
amministratori.
Art 2482 quater cc In tutti i casi di riduzione del capitale per perdite è esclusa ogni modificazione delle
quote di partecipazione e dei diritti spettanti ai soci.
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eccessivo squilibrio dell'indebitamento rispetto al patrimonio netto oppure in una situazione finanziaria
della società nella quale sarebbe stato ragionevole un conferimento.
Il rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della società è postergato rispetto alla soddisfazione
degli altri creditori
Se il finanziamento è avvenuto nell'anno precedente la dichiarazione di fallimento della società, deve
essere restituito.
La decisione di emissione dei titoli prevede le condizioni del prestito e le modalità del rimborso ed è iscritta
a cura degli amministratori presso RI.
Può altresì prevedere che, previo consenso della maggioranza dei possessori dei titoli, la società possa
modificare tali condizioni e modalità al pari di quanto previso per gli obbligazionisti in sede di SPA, i
possessori dei titoli possono avere una propria organizzazione, che deve essere prevista nella decisione.
La legge è secondaria:
1. Art 2473 cc soci che non hanno acconsentito
al cambiamento dell'oggetto o del tipo di società
alla sua fusione o scissione
alla revoca dello stato di liquidazione
al trasferimento della sede all'estero
all’eliminazione di una o più cause di recesso previste dall'atto costitutivo
al compimento di operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto
della società o una rilevante modificazione dei diritti attribuiti ai soci
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Nel caso di società contratta a tempo indeterminato il diritto di recesso compete al socio in
ogni momento e può essere esercitato con un preavviso di almeno 180 gg; l'atto costitutivo
può prevedere un periodo di preavviso di durata maggiore purché' non superiore ad 1 A
2. Art 2481 bis cc socio che, in ipotesi di aumento del CS a pagamento, dissenta dalla decisione
di offrire a terzi le quote di nuova emissione
3. Art 2469 c 2 cc quando l’atto costitutivo prevede l’intrasferibilità delle quote o sottopone la
cessione al mero gradimento degli organi sociali o di terzi.
4. Dlgs 5/2003, a modifica delle norme procedurali Definizione dei procedimenti in materia di
diritto societario e di intermediazione finanziaria nonché in materia bancaria e creditizia
Le modifiche dell’atto costitutivo, introduttive soppressive di clausole compromissorie, devono
essere approvate dai soci che rappresentano almeno i 2/3 del CS.
I soci assenti o dissenzienti possono entro i successivi 90 gg esercitare il diritto di recesso
I soci che recedono dalla società hanno diritto di ottenere il rimborso della propria partecipazione in
proporzione del patrimonio sociale entro 6 M dalla comunicazione del recesso alla società. Il rimborso
avviene utilizzando le risorse disponibili o riducendo il CS.
Esso è determinato tenendo conto del suo valore di mercato al momento della dichiarazione di recesso; in
caso di disaccordo la determinazione è compiuta tramite relazione giurata di un esperto nominato dal
tribunale, che provvede anche sulle spese, su istanza della parte più diligente.
Se non risulta possibile il rimborso sulla base dell'art 2482, la società deve essere posta in liquidazione
a quota può essere acquistata dagli altri soci misura proporzionale alle loro partecipazioni ovvero da un
terzo concordemente individuato dai soci Dio porco
L’ESCLUSIONE modo di cessione dello status di socio proprio delle società di persone.
o Fonte legale, art 2466 cc il socio moroso deve essere escluso quando siano falliti i tentativi di
vendita della quota
o Fonte statutaria, art 2473 bis cc L'atto costitutivo può prevedere specifiche ipotesi di esclusione
per giusta causa del socio. Si applicano le disposizioni previste per esercizio del diritto di recesso,
esclusa la possibilità del rimborso della partecipazione mediante riduzione del CS
Ampissima autonomia lasciata ai soci.
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CAPITOLO V – GRUPPI DI SOCIETÀ
Tra queste due ipotesi estreme si collocano I GRUPPI DI SOCIETÀ una società capogruppo, o HOLDING,
esercita il controllo su altre imprese, dirigendone e coordinandone le attività in vista di uno scopo
economico unitario.
Le società che fanno parte del gruppo perdono la loro autonomia da un punto di vista sostanziale, perché
vengono assoggettate alla direzione unitaria della capogruppo, con conseguente unità economica.
Dal punto di vista formale però permane l’individualità delle singole imprese che ne fanno parte.
La struttura piramidale del gruppo è la più comune, ma nella pratica esistono altre forme di aggregazione.
Dalla riforma è ammessa a partecipazione di società di capitali a società di persone, che era stata oggetto
di contrasto tra dottrina dominante favorevole e giurisprudenza prevalente contraria.
Tale partecipazione deve essere deliberata dall’assemblea, e la società di persone e partecipata dovrà
redigere il bilancio secondo le norme previste per le SPA.
La legge regola con particolare attenzione l'assunzione di partecipazioni in società che svolgono attività in
settori particolarmente delicati, in società quotate, in società che svolgono attività bancaria finanziaria o
assicurativa, in società che operano nel campo dell'informazione.
In tali casi la legge impone vari obblighi, soprattutto di carattere informativo, al fine di assicurare la
trasparenza degli assetti proprietari e dei garanti dei requisiti di onorabilità dei soci
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La società partecipante decide in assemblea esercitando i poteri che le derivano da detenere la
maggioranza del capitale
2) le società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante
nell'assemblea ordinaria CONTROLLO INTERNO DI FATTO
L'influenza dominante della partecipante virgola che non possiede la maggioranza, deriva
normalmente dalla polverizzazione del capitale e dall’assenteismo dei soci in assemblea virgola e di
resa possibile dal peculiare quorum richiesto per l'assemblea ordinaria di seconda convocazione, che
delibera a maggioranza qualunque sia la parte di capitale rappresentata dai soci partecipanti
3) le società che sono sotto influenza dominante di un'altra società in virtù di particolari vincoli
contrattuali con essa CONTROLLO ESTERNO O CONTRATTUALE
Particolari vincoli contrattuali pongono una società sotto l'influenza dominante di un'altra: è dunque
un effetto indiretto dei comuni contratti commerciali, quando essi determinano una soggezione
economica di una società rispetto ad un'altra
Concessione di vendita
franchising
contratti di subfornitura
contratti di licenza di brevetto o di know-how
Ai fini dell'applicazione dei numeri 1) e 2) si computano anche i voti spettanti a società controllate, a società
fiduciarie e a persona interposta: non si computano i voti spettanti per conto di terzi.
Sono considerate collegate le società sulle quali un'altra società esercita un'influenza notevole. L'influenza
si presume quando nell'assemblea ordinaria può essere esercitato almeno 1/5 dei voti ovvero 1/10 se la
società ha azioni quotate in mercati regolamentati.
Il collegamento della società denoto una situazione di interferenza meno intensa, rappresentata da
un’influenza notevole ma non dominante. Sussistono molte incertezze sulla delimitazione del concetto:
È ipotizzabile un controllo di carattere contrattuale?
può esistere un collegamento indiretto?
3. Gli effetti del controllo sulla disciplina del bilancio di esercizio, del bilancio consolidato, sulle
operazioni con parti correlate e sulle partecipazioni reciproche
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4. Controllo e collegamento di società aventi sede in paesi che non garantiscono trasparenza
societaria
Le società quotate o diffuse che controllino o siano collegate a società con sede in paesi in cui ordinamenti
non garantiscono la trasparenza della costituzione, della situazione patrimoniale e finanziaria, della
gestione della società sono sottoposte a particolari obblighi, soprattutto riguardanti la redazione dei bilanci
Art 24978 sexies cc si presume che l'attività di direzione e coordinamento di società sia esercitata dalla
società o ente tenuto al consolidamento dei loro bilanci o che comunque le controlla si sensi dell'art. 2359 cc
L'esercizio di tale attività comporta che le decisioni strategiche delle società del gruppo (vendite, personale,
organizzazione) vengano prese dalla società capogruppo, ed eseguite dalle società controllate anche ma non
necessariamente attraverso organi comuni.
La società di vertice si ingerisce nella gestione delle società stesse, dirigendone e coordinandone le attività
la direzione unitaria consiste nell’imposizione agli organi direttivi delle società controllate di decisioni
provenienti dalla società dominante e si traduce in direttive impartite dalla holding.
Quindi l'attività di direzione e coordinamento determina necessariamente un ridimensionamento dei poteri degli
amministratori delle società etero dirette e impone una lettura particolare della disciplina del conflitto di interessi
per gli organi delle varie società del gruppo.
Non vi è responsabilità quando il danno risulta mancante alla luce del risultato complessivo dell’attività di
direzione e coordinamento ovvero integralmente eliminato anche a seguito di operazioni a ciò dirette.
Il legislatore allude ai danni compensativi
Risponde in solido chi abbia comunque preso parte al fatto lesivo e, nei limiti del vantaggio conseguito, chi
ne abbia consapevolmente tratto beneficio.
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Le prospettive applicative della disposizione sono molto ampie, consente di estendere la responsabilità
sia a ideatori, esecutori, beneficiari dell’attività dannosa
Le decisioni delle società soggette ad attività di direzione e coordinamento, quando da questa influenzate,
debbono essere analiticamente motivate e recare puntuale indicazione delle ragioni e degli interessi la cui
valutazione ha inciso sulla decisione
quando a favore del socio sia stata pronunciata, con decisione esecutiva, condanna di chi esercita
attività di direzione e coordinamento.
all'inizio ed alla cessazione dell’attività di direzione e coordinamento, quando non si tratta di una
società con azioni quotate in mercati regolamentati e ne deriva un'alterazione delle condizioni di
rischio dell'investimento e non venga promossa un'offerta pubblica di acquisto.
7. Il gruppo insolvente
Uno dei maggiori pericoli che derivano dalla realtà dei gruppi e quello dell'insolvenza delle imprese che ne
fanno parte.
L’attività di direzione e coordinamento consente di distribuire in maniera anomala il rischio del dissesto,
concentrando le attività più rischiose in capo a società scarsamente patrimonializzate e destinate ad
essere al momento opportuno sacrificate senza conseguenze per la stabilità dell’intero gruppo.
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La diversa personalità giuridica del gruppo sottrae alla responsabilità patrimoniale gestoria che ha
effettivamente deciso le strategie e adottato le decisioni che hanno determinato l’insolvenza della singola
società la società holding risponde illimitatamente delle obbligazioni e delle partecipate
In caso di insolvenza dell’intero gruppo poi accade spesso che il dissesto riguardo informalmente solo
alcune società e non altre, con la conseguenza di dover ricorrere a complesse manovre giudiziarie per
distribuire il danno in maniera equa tra i soci ai creditori di tutte le società del gruppo.
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SEZIONE XII LE SOCIETÀ CON AZIONI QUOTATE
SPA CHIUSE
GENERALE
SPA
APERTE,
DIFFUSE E
QUOTATE
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Il legislatore della riforma ha caratterizzato la disciplina delle società aperte
dal punto di vista formale da un maggiore grado di imperatività
dal punto di vista sostanziale da una maggiore tutela del socio non in quanto imprenditore ma in
quanto investitore
NELLE SOCIETÀ APERTE IL SOCIO NON è PIU IMPRENDITORE, sono così tanti che nessuno influisce più sulla
gestione, MA DIVENTA INVESTITORE, soggetto che ha ritenuto che partecipare ai profitti che verranno
conseguiti attraverso l’esercizio dell’impresa sociale a cui lui non partecipa sia conveniente. (persone
fisiche: risparmiatori, società: investitori).
I risparmiatori che, acquistando azioni in un mercato del capitale di rischio, diventano soci di una SPA
aperta quotata intendono affidare i loro risparmi alla gestione altrui e non pensano affatto a occuparsi di
problemi gestionali.
La loro attesa di tutela non riguarda la partecipazione alla gestione, quanto all’adeguata, veritiera e
corretta e tempestiva informazione sui rischi del loro investimento e sull’andamento dell’impresa sociale,
e di poter vendere nel modo più rapido possibile le azioni se l’investimento non pare più conveniente alla
luce del reale andamento dell’impresa sociale.
La circostanza che le sottocategorie siano dallo stesso legislatore ricondotte alla categoria delle società che
fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, fa capire che hanno in comune alcune esigenze di disciplina
che non si riscontrano alle società chiuse.
Maggiore rigidità della disciplina la società attinge al pubblico risparmio generalizzato e le sue
azioni sono sottoscritte da investitori che investono i loro risparmi per godere della gestione altrui. Il
legislatore non può non preoccuparsi di tutelarli nei confronti dei soci imprenditori, ovvero gli azionisti
di comando, di fatto i veri padroni della società e i soli ad occuparsi della gestione sociale
Assicurare il buon funzionamento per la tutela dei soci che non partecipano alla gestione la
diffusione di azoni in un pubblico di piccoli inventori importa la mancanza di una loro rappresentativa
nella vita sociale. Gli azionisti risparmiatori non sono personalmente interessati all’esercizio di diritti
amministrativi e di voto che tradizionalmente il diritto delle società riconosce ai soci.
Inoltre, chi si sobbarcherebbe l’impegno e la spesa di andare a presenziare all’assemblea della fiat, ad
esempio, a Roma, pur sapendo della scarsa rilevanza del proprio voto? questo però non deve far
credere che il piccolo azionista non abbia interesse al diritto di voto, come se per lui fosse indifferente
acquistare azioni con o senza diritto di voto, sul mercato ha un valore superiore. Il voto attribuisce
all’azione un valore aggiunto, realizzabile dal socio ne momento in cui egli decide di cederla a qualcuno
che sia effettivamente interessato a diventare socio imprenditore acquisendone un pacchetto
significativo.
Resta il fatto che il mancato esercizio da parte degli azionisti di risparmio, durante la permanenza del
ruolo di azionista, del diritto di voto, può impedire il raggiungimento dei quorum necessari per il
regolare funzionamento dell’assemblea, quindi, con un effetto domino per gli altri organi.
Sarà necessario coordinare il disinteresse dei piccoli azionisti diffusi alla partecipazione alle assemblee
con l’esigenza che le decisioni commesse all’assemblea possano essere prese sulla base di un numero
di azionisti sufficienti ad assumere delibere valide.
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strumenti di formazione della volontà degli azionisti, tenuto conto che non si può affittare uno stadio
per convocare la presenza contestuale di centinaia di miglia di soggetti per partecipare all’assemblea
della spa quotata.
LE SOCIETÀ QUOTATE
1. Linee di politica legislativa
EMITTENTI QUOTATI
Soggetti italiani o esteri che emettono strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato
italiano
Emittenti quotati aventi l'Italia come Stato membro d'origine
emittenti azioni ammesse alle negoziazioni mercati regolamentati italiani o di altro Stato
membro della comunità europea, aventi sedi in Italia
emittenti aventi sede in uno stato non appartenente all’UE che hanno scelto l'Italia come Stato
membro d'origine
Partecipazioni, art 1 TUF le azioni, le quote e gli altri strumenti finanziari che attribuiscono diritti
amministrativi o comunque quelli previsti dall'art 2351 cc.
Art 2351 c.c. diritto di voto su argomenti specificamente indicati/ possibilità di nomina di un
componente indipendente del CDA o del consiglio di sorveglianza o di un sindaco. Ù
Coloro che partecipano in un emittente azioni quotate avente l'Italia come Stato membro d'origine in
misura superiore al 3% del CS ne danno comunicazione alla società partecipata e alla CONSOB.
Nel caso in cui l'emittente sia una PMI, tale soglia è pari al 5%
CS quello rappresentato da azioni con diritto di voto
La CONSOB può, con provvedimento motivato da esigenze di tutela degli investitori, di efficienza e
trasparenza del mercato prevedere, per un limitato periodo di tempo, soglie inferiori a quella indicata,
per società ad elevato valore corrente di mercato e ad azionariato particolarmente diffuso
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TRASPARENZA NELLE VARIAZIONI DELLE PARTECIPAZIONI RILEVANTI
La trasparenza imposta anche per le variazioni delle partecipazioni rilevanti, sia un aumento sei
diminuzione.
È demandato alla Consob per l'individuazione delle variazioni che comportano l'obbligo di comunicazione, e
il regolamento emittenti prevede che sia comunicato alla società quotata e alla Consob il superamento
delle soglie percentuali del 2, 5, 10, 15, 20, 25… fino a 50 e la riduzione entro le medesime soglie.
Il legislatore sottopone a diversi vincoli l'acquisizione di partecipazioni reciproche, quando anche una
soltanto delle società coinvolte sia quotata, LASCIANDO FERMO IL DISPOSTO EX ART 2359 bis c.c.
meglio tutelare il capitale sociale contro fenomeni di annacquamento
evitare che gli amministratori delle società, facendo acquistare dalle società che amministrano
partecipazioni in altre società e da queste ultime partecipazioni nelle prime, si pongano nelle
condizioni di controllare interi gruppi senza essere titolari di molte azioni, quindi, senza rischiare in
modo significativo propri capitali personali.
La norma non si applica nell’ipotesi in cui una delle due società coinvolte abbia già il controllo dell'altra
applicazione art 2359 bis c.c.
In caso di violazione, la società che ha superato il limite successivamente non può esercitare il diritto di
voto inerente alle azioni eccedenti e deve alienarle entro 12 M dalla data in cui ha superato il limite.
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In caso di mancata alienazione entro il termine previsto la sospensione del diritto di voto si estende
all'intera partecipazione della società inadempiente
Se non è possibile accertare quale delle due società ha superato il limite, successivamente, la
sospensione del diritto di voto e l'obbligo di alienazione si applicano a entrambe
Qualora il voto venga esercitato ugualmente e si rivela determinante per l'assunzione di una
deliberazione assembleare, questa è annullabile; impugnazione può essere proposta anche dalla
Consob nel termine di 6 M (anche nelle ipotesi successive.)
Il limite è elevato al 5 %, ovvero, nei casi di piccolo e medio emittente, al 10%, a condizione che il
superamento della soglia da parte di entrambe le società abbia luogo a seguito di un accordo
preventivamente autorizzato dall'assemblea ordinaria delle società interessate
Le partecipazioni reciproche e sono spesso un modo per dare maggiore efficienza a possibili
aggregazioni industriali
un accordo autorizzato dall’assemblea dovrebbe evitare che la partecipazione reciproca sia acquisita
dai gruppi di comando solo per consolidare il proprio potere e consentire ai soci di verificare se
l'incrocio azionario risponda un loro interesse
I limiti potrebbero essere aggirati se concernessero soltanto l'acquisizione diretta di una società in un'altra
si deve tener conto anche delle partecipazioni possedute tramite società controllate o per interposta
persona e quelle realizzate attraverso rapporti di gruppo
la sanzione la sospensione del diritto di voto relativo ai titoli eccedenti il limite, ma NON è previsto
l'obbligo di alienazione
I limiti non si applicano in caso di superamento a seguito di un'offerta pubblica di acquisto o di scambio
diretto a conseguire almeno il 60% delle azioni ordinarie
evitare che diventino un ostacolo alla circolazione dei diritti proprietari
LA FATTISPECIE
1. SINDACATI DI VOTO convenzioni che introducono una qualsiasi deroga allo statuto o alla legge in
ordine alla titolarità/modalità di esercizio del diritto di voto nelle società con azioni quotate e nelle
società che le controllano
NON rientrano
convenzioni che abbiano ad oggetto il trasferimento dell'azione o la costituzione di diritti reali
sulla stessa, poiché in questa ipotesi la modificazione della titolarità o delle regole di esercizio
del voto sono la conseguenza legislativa della modificazione di altre situazioni giuridiche,
anche se lo scopo ultimo di coloro che trasferiscono la titolarità sia dare un assetto giuridico
più stabile ad una convenzione di voto
i negozi di conferimento della rappresentanza per l'esercizio del voto
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2. PATTI DI CONSULTAZIONE istituiscono obblighi di preventiva consultazione per l'esercizio del
diritto di voto nelle società con azioni quotate e nelle società che le controllano.
non impongono però alcun vincolo all’esercizio del diritto di voto in assemblea.
Esclusi quelli che prevedono una mera facoltà alla consultazione
3. SINDACATI DI BLOCCO pongono limiti alla circolazione delle azioni o di strumenti finanziari che
attribuiscono diritti di acquisto o di sottoscrizione delle stesse;
anche quelli che prevedono l’intrasferibilità assoluta delle azioni
clausole di prelazione o di gradimento
4. Aventi per oggetto o per effetto l'esercizio anche congiunto di un'influenza dominante su una
società quotata o sulla società che la controlla
5. Volti a favorire o a contrastare il conseguimento degli obiettivi di un'offerta pubblica di acquisto o
di scambio
LA DISCIPLINA
La disciplina dettata dal TUF non è stata toccata dalla riforma del diritto societario del 2003, che si è
occupata dei patti parasociali per le SPA non quotate.
LE DISPOSIZIONI DEL c.c. NON SI APPLICANO AI PATI DELLE SOCIETÀ QUOTATE
OBBLIGHI PUBBLICITARI
I patti, entro 5 gg dalla stipulazione sono:
1. comunicati alla Consob;
2. pubblicati per estratto sulla stampa quotidiana;
3. depositati presso il RI del luogo ove la società ha la sua sede legale;
4. comunicati alle società con azioni quotate,
LE AZIONI
Art 127 quater, maggiorazione del dividendo gli statuti possono disporre che ciascuna azione
detenuta dal medesimo azionista per un periodo continuativo indicato nello statuto, comunque non
inferiore ad un anno o al minor periodo intercorrente tra due date consecutive di pagamento del
dividendo annuale, attribuisca il diritto ad una maggiorazione non superiore al 10% del dividendo
distribuito alle altre azioni.
Questo purché lo stesso azionista non detenga una partecipazione superiore allo 0,5% del capitale
della società
Art 127 quinquies, azioni con voto maggiorato non costituiscono una nuova categoria di azioni, e
la loro introduzioni non attribuisce il diritto di recesso al socio dissenziente alla delibera sulla sua
introduzione.
Gli statuti possono disporre che sia attribuito voto maggiorato, fino a un max di due voti, per ciascuna
azione appartenuta al medesimo soggetto per un periodo continuativo non inferiore a 24 mesi.
È possibile anche una maggiorazione frazionata, a favore delle azioni rimaste nella disponibilità del
medesimo soggetto per almeno 2 anni.
Una fluttuazione eccessiva del CS può dare il senso di una tendenziale inaffidabilità della società, la
permanenza un sintomo di fiducia. Si può premiare la fedeltà dei soci con la maggiorazione delle
rispettive azioni sotto un profilo amministrativo, cioè far pesare di più nell’espressione del voto.
Se lo statuto non dispone diversamente, la cessione dell'azione a qualsiasi titolo comporta il venir
meno della maggiorazione del voto, salvo che in caso di successione a causa di morte della persona
fisica o in caso di fusione e scissione della società.
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attribuivano ai possessori molteplici vantaggi patrimoniali, aventi un contenuto minimo stabilito
dalla legge.
veniva predisposta per legge un’organizzazione dei possessori di azioni di risparmio
Nell’intenzione del legislatore, tutto ciò avrebbe dovuto costituire forza attrattiva per i piccoli azionisti,
dei quali le azioni di risparmio sarebbero dovute diventare il titolo prediletto e allo stesso tempo assicurare
al gruppo di controllo il controllo della società con una minore partecipazione al CS, quindi un minor costo.
L’esperienza non ha confermato questa previsione secondo l’opinione corrente i vantaggi patrimoniali
concessi dalla legge, e che le società si guardavano bene dal migliorare, non erano sufficienti a bilanciare il
loro minor prezzo in borsa, a causa proprio della mancanza del diritto di voto.
La disciplina è stata riformata con il TUF, anche se in modo abbastanza poco convincente.
Le società italiane con azioni quotate in mercati regolamentati italiani o di altri paesi dell'UE possono
emettere azioni prive del diritto di voto, dotate di particolari privilegi di natura patrimoniale.
L'atto costitutivo determina il contenuto del privilegio, le condizioni, i limiti, le modalità e i termini per il
suo esercizio; stabilisce altresì i diritti spettanti agli azionisti di risparmio in caso di esclusione dalle
negoziazioni delle azioni ordinarie o di risparmio.
Consente alle società di stabilire a loro piacimento il contenuto dei privilegi patrimoniali, senza
dover rispettare alcun livello minimo
Le azioni devono contenere, in aggiunta alle indicazioni prescritte dall'art 2354 del c.c., la denominazione
di azioni di risparmio e l'indicazione dei privilegi che le assistono; possono essere al portatore.
Le azioni appartenenti agli amministratori, ai sindaci e ai direttori generali devono essere nominative.
CONVOCAZIONE
L’assemblea è convocata mediante avviso pubblicato sul sito Internet della società entro 30 GG
precedente la data dell’assemblea, nonché con le altre modalità ed entro i termini previsti dalla Consob.
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Nel caso di assemblea convocata per l'elezione mediante voto di lista dei componenti degli organi di
amministrazione e controllo, il termine per la pubblicazione dell'avviso di convocazione è anticipato 40 GG
precedente la data dell'assemblea.
Allungamento dei termini rispetto ai 15 previsti per la SPA consentire la sollecitazione e raccolta
di deleghe di voto in tempi fisiologici.
L'assemblea può essere convocata anche dal collegio sindacale o da almeno 2 membri dello stesso, previa
comunicazione al presidente del CDA.
Entro il termine di pubblicazione dell'avviso di convocazione sono messi a disposizione sul sito internet
della società
i documenti che saranno sottoposti in assemblea
i moduli che gli azionisti hanno la facoltà di utilizzare per il voto di delega o di corrispondenza
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Entro 5 giorni dalla data dell'assemblea è reso disponibile sul sito internet della società un rendiconto
sintetico delle votazioni
L'integrazione dovrà essere effettuata dal CDA e resa pubblica entro 15 gg prima della riunione.
Qualora l'integrazione non sia eseguita, potrà avvenire ad opera del collegio sindacale ho del tribunale
L'intermediario effettua la comunicazione sulla base delle evidenze relative al termine della giornata
contabile del 7 gg di mercato aperto precedente la data fissata per l'assemblea (RECORD DATE)
Il soggetto in favore del quale sia stata eseguita la registrazione successivamente al termine indicato è
considerato assente alla riunione al fine della impugnativa della delibera.
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L'avviso di convocazione dovrà contenere l’avvertenza che il voto può essere esercitato anche per
corrispondenza, nonché le modalità e soggetti presso cui richiedere la scheda elettorale e il termine entro
il quale questa deve pervenire al destinatario.
La scheda di voto è consegnata dall’emittente a chiunque sia legittimato a partecipare all'assemblea ed è
predisposta in modo da garantire la segretezza del voto fino all'inizio dello scrutinio.
deve contenere sempre la proposta di deliberazione
deve permettere l'espressione del voto favorevole, contrario o astenuto l'invio di una scheda in
bianco si intende come estensione
consentita solo al titolare del diritto di voto virgola non ha delegato
il voto deve pervenire alla società emittente entro il giorno precedente all'assemblea virgola e fino al
giorno prima il voto può essere revocato
LE DELEGHE DI VOTO
La disciplina della rappresentanza dei soci in società con azioni quotate non è la stessa che per le altre
categorie, dove bisogna andare fisicamente in assemblea o partecipare contestualmente alla riunione
assemblare quando viene indetta.
La rappresentanza è uno strumento idoneo a porre rimedio all’assenteismo dei piccoli azionisti, potendo
servire in assemblea a contrastare le decisioni contrarie ai loro interessi.
Non valgono le disposizioni del c.c. relative al numero massimo dei soci che una stessa persona può
rappresentare in assemblea NUMERO ILLIMITATO.
Le clausole statutarie che limitano in qualsiasi modo la rappresentanza nelle assemblee non si applicano
alle deleghe di voto conferite a seguito di una sollecitazione o raccolta perseguono scopi ritenuti
primari dal legislatore.
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Prospetto Da redigere secondo un modello previsto dalla Consob e deve contenere le
informazioni necessarie e sufficienti al conferimento consapevole della delega.
o Promotore ed emittente
o data di convocazione dell'assemblea e argomenti all'ordine del giorno
o proposte di voto per le quali si sollecitano le deleghe
o data a partire dalla quale si possono ritirare i moduli di delega
RACCOLTA DI DELEGHE, art 141 TUF Richiesta di conferimento di deleghe di voto accompagnata da
raccomandazioni, dichiarazioni o altre indicazioni idonee ad influenzare il voto rivolto ai propri
associati dalle associazioni di azionisti
Le associazioni di azionisti
o sono costituite con scrittura privata autenticata;
o non esercitano attività di impresa, salvo quelle direttamente strumentali al raggiungimento
dello scopo associativo
o sono composte da almeno 50 persone fisiche sufficiente rappresentatività
o ciascuna delle quali è proprietaria di un quantitativo di azioni non superiore allo 0,1% del
capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto non deve diventare uno
strumento al servizio dei grandi azionisti
Voto gli associati potranno esprimere sia voto favorevole sia un voto contrario alla proposta
sulla quale viene chiamata deliberare l'assemblea
RAPPRESENTANTE DESIGNATO DALLA SOCIETÀ CON AZIONI QUOTATE Salvo che lo statuto
disponga diversamente, le società con azioni quotate designano per ciascuna assemblea un soggetto
al quale i soci possono conferire, entro la fine del secondo giorno di mercato aperto precedente la data
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fissata per l'assemblea, anche in convocazione successiva alla prima, una delega con istruzioni di voto
su tutte o alcune delle proposte all'ordine del giorno.
La delega ha effetto per le sole proposte in relazione alle quali siano conferite istruzioni di voto.
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AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO INTERNO
La riforma non ha dettato norme troppo diverse da quelle dettate dal diritto comune.
Interventi più consistenti sono stati effettuati dalla legge di tutela del risparmio, l. n. 262/2005, che ha
cercato di contenere il rischio di comportamenti di malgoverno.
Almeno uno dei componenti del CDA è espresso dalla lista di minoranza che abbia ottenuto il maggior
numero di voti e non sia collegata in alcun modo, neppure indirettamente, con i soci che hanno presentato
o votato la lista risultata prima per numero di voti
Almeno uno dei componenti del CDA, ovvero 2 se sia composto da più di 7 componenti, devono
possedere i requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci dall'art 148, comma 3, nonché, se lo statuto lo
prevede, gli ulteriori requisiti previsti da codici di comportamento redatti da società di gestione di mercati
regolamentati o da associazioni di categoria
Il riparto degli amministratori da eleggere deve essere effettuato in base a un criterio che assicuri
l'equilibrio tra i generi. Il genere meno rappresentato deve ottenere almeno 1/3 degli amministratori
eletti.
Garantisce la presenza della quota rosa
IL VOTO DI LISTA
La lista che ottiene più voti in assembla ha diritto di nominare tutti gli amministratori meno uno, idem per il
collegio sindacale. La seconda lista, la prima tra le liste perdenti, ha diritto di nominare il restante membro.
Non ci potrà mai essere un intero CDA o collegio sindacale nominato dalla stessa maggioranza.
Questione pratica che spesso si pone e che viene regolata dagli statuti è se le liste debbano essere
necessariamente complete di tutti i membri che compongono CDA o CS, oppure se possono essere
costituite da un numero ridotto es in una SPA con azioni quotate con una maggioranza consolidata, i soci
di minoranza che riescono a presentare una lista non avranno mai la speranza di superare la maggioranza
consolidata, quindi al massimo avranno diritto a 1 sindaco o membro del CDA, non vale la pena cercare 10
nomi quando dal 2 al 10 non saranno mai nominati.
Queste disposizioni consento la partecipazione alla vita della società di soci che, pur essendo di
minoranza, sono titolari di un pacchetto azionario di una qualche consistenza.
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Il ridimensionamento che queste disposizioni portano al principio per il quale nella SPA spetta ai soci di
maggioranza (in quanto soci che più rischiano) la nomina degli organi amministrativi e di controllo, appare
rispondere all’esigenza di fare partecipare, sia con poteri solo di controllo, i soci che pur avendo investito
meno hanno lo stesso investito capitali importanti.
IL COLLEGIO SINDACALE
Forte potere della Consob di ingerirsi nell’organizzazione della società
COMPONENTI
1. Lo statuto individua il numero dei sindaci, non inferiore a tre
2. La Consob deve stabilire con regolamento le modalità per l'elezione di un membro effettivo del
collegio sindacale da parte dei soci di minoranza
3. Il presidente è nominato dall’assemblea tra i sindaci eletti dalla minoranza
4. Con regolamento della CONSOB sono stabiliti limiti al cumulo degli incarichi di amministrazione e
controllo che i componenti del collegio sindacale possono assumere.
Stabilisce tali limiti avendo riguardo all'onerosità e alla complessità di ciascun tipo di incarico, anche
in rapporto alla dimensione della società e all'estensione e articolazione della sua struttura
organizzativa.
5. Non possono essere eletti sindaci e, se eletti, decadono dall'ufficio (ART 148 C 3)
coloro che si trovano nelle condizioni previste dall'art 2382 c.c.
il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori della società, gli
amministratori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado degli amministratori delle
società da questa controllate, delle società che la controllano e di quelle sottoposte a comune
controllo;
coloro che sono legati alla società od alle società da questa controllate od alle società che la
controllano od a quelle sottoposte a comune controllo ovvero agli amministratori della società e ai
soggetti di cui alla lettera b) da rapporti di lavoro autonomo o subordinato ovvero da altri rapporti
di natura patrimoniale o professionale che ne compromettano l'indipendenza.
DOVERI
Il collegio sindacale vigila:
1. sull'osservanza della legge e dell'atto costitutivo;
2. sul rispetto dei principi di corretta amministrazione Dovere degli amministratori di attenersi ad
uno scrupoloso perseguimento dell’interesse sociale. il controllo è mirato a verificare che non si
lasciano condizionare da interessi in conflitto con quelli della società, con una valutazione non della
convenienza delle operazioni ma soltanto della loro legittimità
3. sull'adeguatezza della struttura organizzativa della società per gli aspetti di competenza, del sistema di
controllo interno e del sistema amministrativo-contabile, con riguardo sull'affidabilità di quest'ultimo
nel rappresentare correttamente i fatti di gestione
Adeguatezza sulla struttura organizzativa della società Coerenza fra l'articolazione della
funzione amministrativa e della struttura aziendale con l'attività di impresa sociale. tale esame
non tende ad indicare quale fra le diverse strutture aziendali sia la più opportuna, ma se quella
adottata sia adeguata alla stregua dei doveri di diligenza e quali devono informare il loro
comportamento i gestori
100
adeguatezza del sistema di controllo interno Attività della struttura aziendale che deve
assicurare il rispetto delle regole dettate dal CDA
4. sulle modalità di concreta attuazione delle regole di governo societario previste da codici di
comportamento redatti da società di gestione di mercati regolamentati o da associazioni di categoria,
cui la società, mediante informativa al pubblico, dichiara di attenersi la violazione delle norme può
comportare la sospensione o l’esclusine dalla quotazione. Può giustificare azioni risarcitorie da parte di
soggetti che sul rispetto di quelle regole abbiano fatto affidamento
DOVERI DI INFORMAZIONE
degli amm. nei confronti del collegio e dei singoli componenti Gli amministratori riferiscono
tempestivamente, secondo le modalità stabilite dallo statuto e con periodicità almeno trimestrale, al
collegio sindacale sull'attività svolta e sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e
patrimoniale, effettuate dalla società o dalle società controllate;
del collegio nei confronti dell’assemblea il collegio riferisce sull'attività di vigilanza svolta, sulle
omissioni e sui fatti censurabili rilevati all'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio di
esercizio
del collegio nei confronti della consob il collegio deve informare la Consob delle irregolarità
riscontrate nella sua attività di vigilanza e trasmettere alla stessa i verbali delle riunioni e degli
accertamenti svolti.
POTERI DI INIZIATIVA
il collegio può, previa comunicazione al presidente del CDA, convocare l'assemblea dei soci, il CDA
o il comitato esecutivo ed avvalersi di dipendenti della società per l'espletamento delle proprie
funzioni. I poteri di convocazione e di richiesta di collaborazione possono essere esercitati anche
individualmente da ciascun membro del collegio, ad eccezione del potere di convocare l'assemblea
dei soci, che può essere esercitato da almeno due membri.
Il collegio dovrà convocare l'assemblea dei soci quando abbia ricevuto denuncia di fatti censurabili da
tanti soci che rappresentino 1/50 del CS e abbia accertato che la denuncia è fondata e vi sia urgenza
e necessità di provvedere
(nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio l'obbligo sussiste solo quando la
denuncia sia effettuata da 1/20 del CS.
I MODELLI ALTERNATIVI
MODELLO DUALISTICO
101
o Consiglio di gestione Le norme che fanno riferimento al CDA, all'organo amministrativo e agli
amministratori si applicano anche a consiglio di gestione e ai suoi componenti.
Art 147 quater Qualora il consiglio di gestione sia composto da più di 4 membri, almeno 1 deve
possedere i requisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci e, se lo statuto lo prevede, gli ulteriori
requisiti previsti da codici di comportamento redatti da società di gestione di mercati regolamentati
o da associazioni di categoria.
5. Se previsto dallo statuto, delibera in ordine alle operazioni strategiche, ai piani industriali e
finanziari della società predisposti dal consiglio di gestione, ferma restando la responsabilità
di questo per gli atti compiuti lo statuto attribuisce un ruolo di indirizzo strategico delle
attività sociale, rendendo molto incerti i rapporti con il consiglio di gestione al quale compete
la gestione dell'impresa e non chiara la distribuzione dei poteri e delle responsabilità
MODELLO MONISTICO
o CDA stesse disposizioni modello tradizionale
o Comitato di controllo spesso svolge funzioni analoghe a quelle del collegio sindacale, pur essendo
nominato dal CDA in proprio seno, infatti le norme del TU disposte per esso si applicano anche al
comitato, ove non diversamente disposto.
1. I componenti del comitato per il controllo sulla gestione possono, anche individualmente,
chiedere agli altri amministratori notizie, anche con riferimento a società controllate,
sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari.
2. I componenti del comitato per il controllo sulla gestione possono, anche individualmente,
chiedere al presidente la convocazione del comitato, indicando gli argomenti da trattare.
Compiti
organizzativi predispone adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del
bilancio dell’esercizio e di ogni altra comunicazione di carattere finanziario
entro 4 M dalla chiusura dell'esercizio, mettono a disposizione del pubblico presso la sede sociale, sul
sito internet e con le altre modalità previste dalla Consob, la relazione finanziaria annuale,
comprendente
o il progetto di bilancio di esercizio
o il bilancio consolidato ove redatto
o la relazione sulla gestione
o l'attestazione degli organi delegati e del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili
entro 3 M dalla chiusura del primo semestre dell'esercizio, una relazione finanziaria semestrale
comprendente
o il bilancio semestrale abbreviato
o la relazione intermedia sulla gestione contiene almeno riferimento agli eventi importanti che si
sono verificate nei primi sei mesi dell’esercizio e la loro incidenza sul bilancio semestrale
unitamente alla descrizione dei principali rischi e incertezze per i mesi restanti di esercizio
103
o l'attestazione degli amministratori delegati e del dirigente preposto alla redazione dei documenti
contabili.
7. Il delisting
La condizione di società quotata cessa con il venir meno della quotazione dei titoli emessi dalla stessa da
tutti i mercati regolamentati.
1. esclusione della società del mercato
2. incorporazione della società quotata in una società non quotata hanno diritto di recedere i soci
che non hanno concorso alla deliberazione che comporta l'esclusione dalla quotazione (dissenzienti e
astenuti). Il recesso è giustificato dal sacrificio dell’interesse del socio alla liquidabilità
dell'investimento; il diritto non è previsto per i soci dissenzienti alla decisione di chiedere l'ammissione
alla quotazione, Poiché in questo caso il loro interesse trova una tutela ancora più forte
4. richiesta (delisting) Le società italiane con azioni quotate nei mercati regolamentati italiani, previa
deliberazione dell'assemblea straordinaria, possono richiedere l'esclusione dalle negoziazioni dei
propri strumenti finanziari, se ottengono l'ammissione su altro mercato regolamentato italiano o di
altro paese dell'UE, purché sia garantita una tutela equivalente degli investitori.
Nell’ipotesi in cui le 2 condizioni vengono soddisfatte, il socio dissenziente dalla deliberazione
assembleare che approva la richiesta di delisting non ha diritto di recedere dalla società la
liquidabilità del suo investimento è comunque assicurata
L’informazione societaria, che nelle società chiuse è riservata ai soci, in modo da rendere consapevoli le
scelte, nella disciplina delle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio diventa sovente
informazione del pubblico in generale, prima che dei soci.
La mancanza di una disciplina oltre che una lesione degli interessi generali la cui protezione giustifica
l’ordinamento speciale del mercato finanziario, creerebbe una disparità di trattamento fra società quotata
e società non quotata con strumenti finanziari diffusi, penalizzante per la prima
Gli emittenti strumenti finanziari diffusi tra il pubblico in misura rilevante, fermi gli obblighi di pubblicità
previsti da specifiche disposizioni di legge, comunicano al pubblico senza indugio le informazioni
privilegiate (informazioni che se rese pubbliche potrebbero influire in modo sensibile sul prezzo degli
strumenti finanziari) e sono esposi alla vigilanza informativa della Consob.
ORGANIZZAZIONE INTERNA
Il testo unico non ha previsto una particolare organizzazione interna o particolari forme di tutela delle
minoranze, come per le quotate.
La riforma ha introdotto una serie di norme che concorrono ad attribuire un modello di organizzazione
intermedio fra le società chiuse quelle quotate.
Dal punto di vista codicistico tuttavia, nonostante le differenze, Lo statuto delle società quotate e delle
società a capitale diffuso è quasi identico.
SI APPLICANO
o Art 2366 c 3, convocazione delle assemblee dei soci solo alle società chiuse è riconosciuta la
possibilità di adottare, mediante clausola statutaria, forme di convocazione diverse da quelle
mediante pubblicazione di avviso sulla gazzetta ufficiale o su un quotidiano indicato nello
statuto
o Art 2377, impugnazione delle delibere annullabili L'impugnazione può essere proposta dai
soci quando possiedono tante azioni aventi diritto di voto che rappresentino, anche
congiuntamente, l'uno per mille del CS nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di
rischio
o Art 2368/2369, quorum assembleari sono previsti quorum meno elevati risetto a quelli per
le società chiuse, rendendo più facile il processo deliberativo.
NON SI APPLICANO
o Art 2441, Norme sull’esclusione del diritto di opzione ho il collegamento dei diritti di
opzione non esercitati nelle società quotate
105
PARTE TERZA – LE BANCHE E IL MERCATO MOBILIARE
1. Il finanziamento dell’impresa
Sarebbe illusorio credere che l’imprenditore per svolgere la sua attività possa e debba contare unicamente
sui propri mezzi anche un'impresa sana può avere bisogno di ricorrere a finanziamento diverso
FINANZIAMENTO Complesso delle operazioni mediante le quali si realizza la provvista di mezzi
finanziari necessari alla realizzazione di investimenti e di norma alla costituzione e al funzionamento
dell'impresa
FINANZIAMENTO DELL’IMPRESA complesso delle operazioni tramite le quali l'impresa acquisisce i
mezzi finanziari necessari allo svolgimento della sua attività.
Si realizza con il concorso di diverse fonti, interne ed esterne all'impresa.
La riforma del 2003 mette in particolare risalto il finanziamento dell'impresa società, colmando una lacuna
della vecchia disciplina, poco sensibile a questi problemi lasciati alle decisioni quotidiane degli operatori
altre forme di finanziamento esterno sono riservate solo ad alcuni tipi di società
1. emissioni di titoli atipici
2. emissione di strumenti finanziari partecipativi, cioè forniti di diritti patrimoniali e amministrativi
106
SEZIONE II L’IMPRESA BANCARIA E L’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA
ATTIVITÀ BANCARIA attività congiunta di raccolta del risparmio tra il pubblico ed esercizio del credito,
effettuata mediante contratti bancari quindi congiunto svolgimento di operazioni attive e passive
CORE BUSINNES, RISERVATO ALLE BANCHE
depositi bancari
apertura di credito bancario
anticipazione bancaria
mutui
La abusiva attività bancaria è sanzionata penalmente
La delibera del comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CICR) del 2005 precisa che non
costituisce raccolta del risparmio tra il pubblico e come tale è effettuabile anche da parte di soggetti diversi
dalle banche, quella svolta
in connessione con l'emissione di moneta elettronica
presso i soci, dipendenti o società del gruppo
107
sulla base di trattative personalizzate con singoli soggetti, mediante contratti dai quali risulta la
natura di finanziamento
Possono essere svolte dalle banche sia direttamente che attraverso la costituzione di autonoma e società
dalle stesse controllate, ciascuna delle quali opera in uno specifico settore; la banca assume così la
struttura del gruppo bancario polifunzionale
CAPOGRUPPO soggetto a cui fa capo il controllo delle società componenti il gruppo bancario, deputato
all'esercizio dell'attività di direzione e coordinamento su tutte le società bancarie, finanziarie e
strumentali dal medesimo controllate
All’emanazione delle disposizioni per l'esecuzione delle istruzioni impartite dalla Banca d'Italia
nell’interesse della stabilità del gruppo
È soggetta alla vigilanza delle autorità creditizie
Il gruppo bancario è iscritto in un apposito albo tenuto dalla Banca d'Italia, che ha notevoli poteri nei
confronti delle società
INTERMEDIARI FINANZIARI, art 1 lett g) TUB i soggetti iscritti nell’elenco previsto dall’art 106
Art 106 L’esercizio nei confronti del pubblico dell’attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi
forma è riservato agli intermediari finanziari autorizzati, iscritti in un apposito albo tenuto dalla Banca
d’Italia.
Devono rivestire la forma di SPA, SRL, SAPA
devono disporre di un CS versato non inferiore a 5 volte quello previsto per la costituzione delle SPA
POSSONO SVOLGERE ESCLUSIVAMENTE ATTIVITÀ FINANZIARIE PRECLUSA LA RACCOLTA DI
RISPARMIO TRA IL PUBBLICO
Elenco speciale in presenza di particolari requisiti riferibili all'attività svolta, alla dimensione e al
rapporto tra indebitamento e patrimonio. Tenuto dalla Banca d'Italia, che
o svolge controlli assorbenti che accompagnano la vita dell'impresa in ogni suo momento
o ha il potere di intervenire in modo stringente, Con intensità paragonabile a quella prevista
per le banche.
La contropartita è la possibilità per questi intermediari di raccogliere, entro certi limiti, risparmio tra
il pubblico
MERCATO FINANZIARIO Luogo ideale in cui vengono effettuate il trasferimento del risparmio tra gli
operatori economici che ne accumulano e gli operatori che ne fanno domanda e la redistribuzione dei rischi
economici fra i medesimi operatori
7. Le imprese di assicurazione
Trasferimento di un rischio dell'assicurato all’assicuratore in cambio del pagamento di una somma di
denaro (premio).
La regolazione del mercato assicurativo a fonte unitaria nel codice delle assicurazioni private, 2005.
Le polizze assicurative sono parte sempre più rilevanti del risparmio, gestito anche attraverso una
complementarità tra attività bancaria e assicurativa.
8. I conglomerati finanziari
Gruppi di società operanti in più settori finanziari.
integrano i vari segmenti del mercato finanziario, procedendo all’utilizzo di canali di distribuzione comune
per i prodotti bancari immobiliari assicurativi.
Occorre quindi che siano coniugati obiettivi di redditività e sana e prudente gestione
rigoroso regime di controlli pubblici
corposo apparato di sanzioni amministrative e penali
ruolo di supervisione affidato alle autorità creditizie Banca d'Italia vigilanza nei confronti delle
banche e degli intermediari finanziari
autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria
o SPA e banche popolari, con capitale minimo versato di 6.3 milioni
o Banche di credito cooperativo, con capitale minimo versato di 2 milioni
Controlli sulle modificazioni statutarie e sui progetti di scissine e fusione
TUB e TUF subordinano l'esercizio professionale delle attività di intermediazione finanziaria da parte dei
soggetti abilitati diversi dalle banche alla concessione di un provvedimento autorizzativo ad opera
110
dell'autorità competente, che provvede a verificare l'esistenza dei requisiti di volta in volta previsti in
funzione della specifica attività.
LA BANCA D’ITALIA
In conformità delle deliberazioni del CICR, emana disposizioni di carattere generale aventi ad oggetto
1. il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni
2. le partecipazioni detenibili
3. l'organizzazione amministrativa e contabile e controlli interni
4. informativa da rendere al pubblico
può
1. convocare gli amministratori i sindaci e i dirigenti delle banche per esaminare la situazione
2. ordinare la convocazione degli organi collegiali delle banche, fissando l'ordine del giorno e proponendo
l'assunzione di determinate decisioni
3. può emanare provvedimenti specifici nei confronti delle singole banche
4. vietare determinate operazioni
5. effettuare ispezioni presso le banche
Gli obblighi di comportamento imposti agli intermediari hanno avuto nuova formulazione con l'entrata in
vigore del d.lgs. 2007, che ha recepito la direttiva MIFID del 2004. A questi ha fatto seguito l’emanazione di
una specifica normativa secondaria da parte della Consob e della Banca d'Italia.
111
personalizzazione in considerazione delle caratteristiche del cliente, in base alle sue esigenze ed
esperienza professionale
Nel solco del principio in base al quale il contratto deve essere eseguito secondo buona fede, art 1375 c.c.
Il cliente dovrà essere in grado di capire come si determinano i prezzi e i rendimenti dei diversi titoli, di
distinguere tra loro gli strumenti presenti nel mercato finanziario e le loro caratteristiche di rendimento e di
reale rischio.
Sovente però il cliente preferisce affidarsi alla professionalità dell’intermediario piuttosto che
sovraccaricarsi di informazioni di difficile intellezione.
L'intermediario è tenuto a farsi carico dell’interesse del cliente e di tutelarlo, superando i conflitti di
interesse in cui puoi venire a trovarsi in virtù dell’esercizio congiunto di servizi di investimento e di attività
creditizia
CLASS ACTION
Legittima le associazioni dei consumatori ad agire per la tutela degli interessi collettivi degli investitori
connesse alla produzione di servizi ed attività di investimento e di gestione collettiva del risparmio.
Rafforzamento della tutela degli investitori introdotta ad opera del nuovo art 32 bis tuf
SANZIONI
Per inadempimento da parte degli intermediari ai propri doveri di comportamento
NULLITÀ DEL CONTRATTO, che consente all’investitore di conseguire il rimborso del denaro investito.
Secondo la recente giurisprudenza delle sezioni unite della Cassazione, la violazione è fonte di
responsabilità contrattuale o precontrattuale obbligo di risarcimento dei danni che non incide
sulla validità del contratto
Il c.c. detta una disciplina di alcuni tipi contrattuali diffusi nella prassi, ma è piuttosto scarna.
Su impulso del legislatore comunitario sono entrate in vigore nuove disposizioni tese a favorire la
trasparenza delle condizioni contrattuali, in un'ottica di ricerca della effettiva tutela dei risparmiatori e
degli investitori INTERO TITOLO DEDICATO NEL TUB, che trova applicazione anche per gli intermediari
finanziari non bancari.
La normativa ha finito anche per incidere sulla struttura dei contratti bancari, dando particolare rilievo agli
interessi del cliente.
112
CONTENUTO DEI CONTRATTI, Art 117 TUB
I contratti sono redatti per iscritto e un esemplare è consegnato ai clienti.
3 Nel caso di inosservanza della forma prescritta il contratto è nullo.
4 I contratti indicano il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti di
credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora.
6 Sono nulle e si considerano non apposte le clausole contrattuali di rinvio agli usi per la determinazione
dei tassi di interesse e di ogni altro prezzo e condizione praticati nonché quelle che prevedono tassi, prezzi e
condizioni più sfavorevoli per i clienti di quelli pubblicizzati.
2. Qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere comunicata espressamente al
cliente con preavviso minimo di due mesi, in forma scritta o mediante altro supporto durevole
preventivamente accettato dal cliente.
La modifica si intende approvata ove il cliente non receda dal contratto entro la data prevista per la
sua applicazione. In tal caso, in sede di liquidazione del rapporto, il cliente ha diritto all’applicazione delle
condizioni precedentemente praticate.
3. Le variazioni contrattuali per le quali non siano state osservate le prescrizioni del presente articolo sono
inefficaci, se sfavorevoli per il cliente.
2. Per i rapporti regolati in conto corrente l’estratto conto è inviato al cliente con periodicità annuale o, a
scelta del cliente, con periodicità semestrale, trimestrale o mensile.
113
3. In mancanza di opposizione scritta da parte del cliente, gli estratti conto e le altre comunicazioni
periodiche alla clientela si intendono approvati trascorsi sessanta giorni dal ricevimento.
4. Il cliente, colui che gli succede a qualunque titolo e colui che subentra nell’amministrazione dei suoi beni
hanno diritto di ottenere, a proprie spese, entro un congruo termine e comunque non oltre novanta giorni,
copia della documentazione inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni.
114
SEZIONE III LE OPERAZIONI BANCARIE, I CONTRATTI DI CREDITO E I CONTRATTI
DI FINANZIAMENTO BANCARI
Contratto con il quale una banca acquista la proprietà di una somma di denaro e si obbliga a restituirla
nella stessa forma e al pagamento degli interessi.
RESTITUZIONE
al termine convenuto deposito vincolato
richiesta del depositante deposito libero o a vista
L’utilizzazione delle somme depositate presso la banca può essere regolata in conto corrente
Se per i titoli depositati si deve provvedere al versamento di decimi o si deve esercitare un diritto di opzione,
la banca deve chiedere in tempo utile istruzioni al depositante e deve eseguirle, qualora abbia ricevuto i
fondi all'uopo occorrenti.
115
In mancanza d'istruzioni, i diritti di opzione devono essere venduti per conto del depositante a mezzo di un
agente di cambio.
Alla banca spetta un compenso nella misura stabilita dalla convenzione e il rimborso delle spese
DISCIPLINA
Ogni cassetta una doppia chiave, una che rimane nella detenzione della banca e l'altra consegnata al
cliente
per aprire la cassetta occorrono ambedue le chiavi
la banca collabora solo all'apertura della cassetta e ignora quanto il cliente immette o preleva
Se la cassetta è intestata a più persone, l'apertura è consentita singolarmente a ciascuno degli
intestatari, salvo diversa pattuizione
RESPONSABILITÀ
La banca risponde verso l'utente per l’idoneità e la custodia dei locali e per l’integrità della cassetta, salvo il
caso fortuito.
PRESUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DELLA BANCA
CONTRATTI DI CREDITO
116
Trasferimento della proprietà di una determinata somma di denaro da un soggetto disposto ad erogarla
(sovventore) ad un soggetto che ne ha bisogno (sovvenuto), obbligato a restituire al primo, dopo un certo
tempo, una somma di uguale ammontare di regola maggiorata dagli interessi.
La funzione creditizia costituisce la causa generica comune a ciascuno degli schemi contrattuali della
categoria.
Al suo interno le singole figure si arricchiscono di ulteriori elementi specificati, dando vita ad una varietà di
tipi e sottotipi di contratti di credito.
MUTUO DI SCOPO
Contratto che viene impiegato per assicurare finanziamenti quasi esclusivamente ad imprenditori
mutuo codicistico lo scopo al quale devono servire le somme date a prestito non penetra il
contenuto del contratto, rimane tra i motivi del negozio il mutuarlo ha il potere insindacabile di
destinare come desidera il capitale ricevuto e il mutante e privo di poteri di controllo sulla
destinazione
La legislazione di settore in materia di crediti speciali ha fatto emergere tipologie di rapporti di credito
caratterizzati dalla rilevanza dello scopo al quale la provvista è destinata PRESTITI FINALIZZATI.
il mutuo di scopo rientra tra questi.
In forza della disciplina di legge (mutuo di scontro legale) o dell'autonomia privata (mutuo di scopo
convenzionale) a carico del mutuario, in aggiunta all’obbligazione di restituzione del prestito, sussiste
l’OBBLIGO DI DESTINARE LE SOMME RICEVUTE A MUTUO PER IL RAGGIUNGIMENTO DI UN
DETERMINATO SCOPO, attraverso una CLAUSOLA DI DESTINAZIONE Vincola giuridicamente la
destinazione della somma allo scopo voluto dalla legge o dalle parti
117
Il TUB è intervenuto semplificando e coordinando le relative disposizioni
FINANZIAMENTI AGEVOLATI
La gran parte dei crediti speciali concretano, al tempo stesso, crediti agevolati il contratto di credito si
inserisce in una vicenda più complessa.
Tali operazioni vengono denominate finanziamenti agevolati
Finanziamento con fondi pubblici a tasso agevolato erogazione da parte di un ente pubblico
(direttamente o per il tramite di una banca delegata) dei propri fondi a un tasso di interesse più basso
di quello del mercato
DISCIPLINA
TUB
c.c
Provvedimenti delle autorità creditizie
SOGGETTI
NECESSARIAMENTE la banca
Imprenditore o consumatore Persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale
o professionale eventualmente svolta.
OGGETTO
Disponibilità del denaro l’imprenditore è in grado di affrontare sia le occasioni offerte dal mercato sia le
transitorie carenze di liquidità.
TIPOLOGIA
118
o mutuo contratto reale, presuppone la consegna di una determinata quantità di denaro
o ADC contratto consensuale, per il suo perfezionamento e sufficiente il semplice accordo delle
parti
FORMA
Forma scritta pena nullità (TUB)
Se la banca concede ADC a un consumatore il contratto deve prevedere, pena nullità, il contenuto
minimo stabilito dalla normativa di settore
MODALITÀ DI UTILIZZO
Se non è convenuto altrimenti, l'accreditato può utilizzare in più volte il credito, secondo le forme di uso, e
può con successivi versamenti ripristinare la sua disponibilità
Apertura di credito semplice accreditato ha diritto di utilizzare il credito una sola volta
apertura di credito in conto corrente la più diffusa nella prassi. l’accreditato può ricostruire,
tramite versamenti successivi, la disponibilità del credito accordato e quindi continuare ad utilizzare la
somma così reintegrata.
In mancanza di patto contrario, l'apertura di credito si intende in conto corrente.
GARANZIA
Apertura di credito allo scoperto la banca non è assistito ad alcun tipo di garanzia, può fare
affidamento soltanto sulla solvibilità del cliente
Apertura di credito garantita il contratto è assistito da garanzie reali e personali.
o il termine di prescrizione del diritto della banca di avvalersi di questa garanzia deve essere
calcolato non dalla sua costituzione, MA dal giorno in cui il debito garantito è divenuto esigibile
per effetto del recesso della banca alla scadenza dell'obbligazione garantita.
o se nel corso del rapporto la garanzia diviene insufficiente rispetto al credito accordato, la banca
può chiedere un supplemento o la sostituzione del garante.
Qualora l’accreditato non ottemperi la banca può ridurre il credito proporzionalmente
ESTINZIONE
cause comuni a tutti i contratti di durata
RECESSO deve avere forma scritta (giurisprudenza)
o apertura di credito a tempo determinato la banca non può recedere dal contratto prima della
scadenza del termine, se non per giusta causa.
IL RECESSO SOSPENDE L’UTILIZZAZIONE DEL CREDITO, ma la banca deve concedere un termine di
almeno 15 gg per la restituzione delle somme utilizzate e dei relativi accessori
La prassi bancaria, per salvaguardare la stabilità delle banche, ha ritenuto valide le deroghe
pattizie che escludono la sussistenza di una giusta causa per la validità del recesso TRANNE nel
caso in cui il soggetto accreditato sia un consumatore. In questo caso tali clausole sono
considerate vessatorie. (TUB)
o apertura di credito a tempo indeterminato Ciascuna delle parti può recedere dal contratto,
mediante preavviso nel termine stabilito dal contratto o in mancanza in quello di 15 giorni
RECESSO AD NUTUM.
119
Quando il soggetto accreditato è un consumatore, il recesso della banca è subordinato alla
sussistenza di un giustificato motivo
La prassi bancaria ha ritenuto valido anche un termine inferiore a 15 giorni e l’operatività
immediata.
Il TUB prevede il diritto del finanziatore di recedere con un preavviso di almeno due mesi e di
sospendere, in presenza di una giusta causa, l'utilizzo del credito da parte del consumatore previa
comunicazione.
La banca, oltre al corrispettivo dovutole, ha diritto al rimborso delle spese di custodia delle merci e dei
titoli. Deve inoltre provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, se
l'assicurazione risponde alle cautele d'uso.
POTERE DI DISPOSIZIONE
PEGNO REGOLARE la garanzia è costituita da cose individuate documentalmente. La banca non
può disporne, poiché destinate ad essere restituite una volta interamente assolto le obbligazioni verso
la banca
PEGNO IRREGOLARE la garanzia è costituita da beni fungibili, che possono cioè essere sostituiti
indifferentemente con altri del medesimo genere.
La banca potrà disporne, provvedendo alla restituzione di analoghi beni
RITIRO
I beni costituiti in pegno possono essere in parte ritirati dal cliente anche prima della scadenza del
contratto, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle altre somme spettanti alla banca
(deroga principio della indivisibilità del pegno)
La banca ha diritto al rimborso immediato del residuo non soddisfatto col ricavato della vendita.
120
8. L’apertura di credito documentario
Sotto specie di apertura di credito non disciplinata unitariamente e collegata alle operazioni di
compravendita da piazza a piazza.
il compratore da incarico alla propria banca di corrisponderà al venditore il prezzo della merce acquistata
e il venditore consegna alla banca i documenti rappresentativi della merce stessa.
La banca esegue l'incarico aprendo una linea di credito a favore del venditore, che potrà utilizzarla solo se
avrà consegnato i documenti
Apertura di credito documentario semplice la banca non assume un obbligo diretto nei confronti
del venditore, cui si limita a spedire un avviso
Apertura di credito confermata la banca si obbliga direttamente con il venditore spedisce una
lettera confermata
IN OGNI CASO IL VENDITORE PUÒ RIVOLGERSI AL COMPRATORE SOLO DOPO IL RIFIUTO OPPOSTO E
FORMALMENTE CONTESTATO DALLA BANCA.
Se l'incarico deve eseguirsi su una piazza dove non esistono filiali della banca, questa può incaricare
dell'operazione un'altra banca o un suo corrispondente eventualità tutt'altro che remota puoi che
l'operazione è conveniente proprio perché il venditore può essere speditamente pagato senza il pericolo
che gli si oppongano le eccezioni dilatorie e da parte del compratore
Operazione attiva della banca con la quale va in aiuto del cliente che ha bisogno di denaro liquido.
Il cliente cede alla banca un credito che egli ha verso terzi e la banca gli somministra una somma di denaro
importo corrispondente all’ammontare del credito, dal quale HA PREVIAMENTE DETRATTO L’INTERESSE per
il periodo intercorrente tra la data dell'operazione di sconto e la data di scadenza del credito
Lo sconto è ciò che la banca lucra la differenza tra l’ammontare del credito e la somma
effettivamente corrisposta al cliente
La banca nel caso di mancato pagamento, oltre ai diritti derivanti dal titolo, ha anche il diritto alla
restituzione della somma anticipata. può quindi esercitare
121
azioni di regresso come giratario delle cambiali
azione causale derivante dal rapporto di sconto
Nonostante l'ampia diffusione si tratta di un contratto atipico, sfornito di organica disciplina legislativa;
è ampia e abbastanza uniforme la modellistica contrattuale contratti tipo predisposti dalle società di
leasing che hanno raggiunto un notevole grado di standardizzazione.
Dai formulari impiegati delle società di leasing si desume la struttura dell’operazione.
TIPOLOGIE NEGOZIALI
LEASING OPERATIVO Contratto con il quale il produttore di un bene standardizzato concede in
godimento il medesimo ad un altro imprenditore, verso un corrispettivo misurato il valore d'uso del
bene, per un periodo inferiore alla vita economica dello stesso.
talvolta prevede un’opzione di acquisto del bene alla scadenza del rapporto
CONTENUTI NEGOZIALI
Contratto ha ad oggetto beni mobili strumentali a rapida obsolescenza tecnologica il godimento
viene concesso per un tempo non superiore alla vita tecnico economica del bene.
Poiché il bene al termine del rapporto conserva un valore trascurabile, il prezzo di opzione è
normalmente molto basso
Contratto ha ad oggetto beni immobili o beni di consumo durevoli il rapporto ha una durata
calcolata secondo criteri puramente finanziari.
La misura del prezzo dell'opzione, concernendo un bene destinato non solo a conservare ma non di
rado ad aumentare il suo valore alla fine del rapporto, non è trascurabile.
La giurisprudenza della Corte di Cassazione hai ricercato una soluzione dei problemi più delicati, come
quello della RISOLUZIONE PER INADEMPIMENTO DELL’UTILIZZATORE (e altre conseguenze sopra)
Parte della dottrina e della giurisprudenza che vede nel leasing una vendita rateale con riserva di
proprietà contesta la validità delle clausole in quanto contrastanti con la disciplina inderogabile
parte della dottrina ed è la giurisprudenza che vede nel leasing una locazione ho un contratto atipico di
finanziamento la difende
IL LEASE BACK
Sottotipo di leasing che viene impiegato da imprenditori che abbiano la necessità di ottenere con
immediatezza una provvista finanziaria e non vogliono ricorrere al credito bancario.
Colui che vende il bene alla società di leasing non è un terzo fornitore, ma lo stesso imprenditore che ne
diventa utilizzatore in forza del contratto di leasing che viene stipulato contemporaneamente a quello di
vendita. L’imprenditore, con l'incasso del prezzo della vendita, ottiene con la liquidità di cui ha bisogno e
grazie al rapporto di leasing conserva la disponibilità del bene che potrà riacquistare pagando i canoni ed
esercitando alla scadenza la relativa opzione
bene solitamente immobili o complesso aziendale
124
13. Il factoring struttura, funzione e tipologie
Contratto sorto nel mondo anglosassone e penetrato nell’Europa continentale.
Contratto atipico in Italia non abbiamo una definizione normativa, i contenuti giuridico economici
dell'operazione possono essere desunti dai contratti tipo impiegati dal factor
Contratto con il quale un imprenditore (cedente) si impegna a cedere tutti i crediti presenti e futuri
scaturiti dalla propria attività imprenditoriale ad un altro soggetto professionale (factor) il quale, dietro
un corrispettivo, assume l’obbligo di fornire una serie di servizi, come la contabilizzazione, gestione,
esazione dei crediti…
Rapporto a tempo indeterminato che ammette il recesso ad nutum
Il Factor corrisponde al cliente l’importo del credito ceduto dopo averlo incassato dal debitore
ceduto o entro un termine fissato dalla sua scadenza.
È possibile prevedere anticipazioni rispetto alla data di scadenza del credito
CORRISPETTIVO Commissione a titolo di compenso dovuta al factor per i servizi da lui prestati e per i
rischi assunti. Il fornitore è inoltre tenuto a versare gli interessi sulle somme anticipategli
FUNZIONE PRATICA
Dal punto di vista del cliente, mobilizzazione dei suoi crediti di regola non sono immediatamente
esigibili, per cui vengono negoziati con il Factor e monetizzati anticipatamente.
Tali anticipazioni assolvono ad una funzione di finanziamento
dal punto di vista del Factor offrire dietro corrispettivo una diversificata serie di servizi
2. Profilo causale del factoring Causa complessa /variabile in relazione alle 3 funzioni gestionale,
finanziaria, assicurativa /di garanzia
AMBITO DI APPLICAZIONE
profilo soggettivo
o cedente imprenditore
o cessionario banca o intermediario finanziario disciplinato dal TUB, Iscritto in uno specifico
albo tenuto presso la Banca d'Italia
profilo oggettivo cessione verso corrispettivo di crediti i sorgenti da contratti stipulati dal cedente
nell'esercizio dell'impresa
CONDIZIONI PER LA VALIDITÀ DELLE CESSIONI DI CREDITI FUTURI E CESSIONI DI CREDITI IN MASSA
i crediti possono essere ceduti anche prima che siano stipulati contratti dai quali sorgeranno
cessione di massa
o deve essere indicato il debitore ceduto
o i crediti, se futuri, devono derivare da contratti già stipulati o da stipulare entro 24 mesi
FALLIMENTO
fallimento del cedente il rapporto di factoring non si scioglie ipso iure, ma prosegue salva la facoltà
del curatore di recedere dalle cessioni stipulate limitatamente ai crediti non ancora sorti (Con obbligo
di restituzione del pagamento anticipato).
fallimento del debitore ceduto i pagamenti eseguiti dal ceduto al cessionario sono esonerati da
revocatoria. Vi sarà assoggettato il cedente qualora il curatore provi che egli conosceva lo stato di
insolvenza del debitore ceduto alla data del pagamento al cessionario
126
Cessione a titolo oneroso di crediti pecuniari ad una società (che deve avere per oggetto esclusivo la
realizzazione di operazioni di cartolarizzazione) che raccoglie i fondi necessari per l'acquisto dei crediti
tramite l'emissione di titoli che vengono offerti ai risparmiatori o investitori professionali.
Le somme corrisposte dai debitori ceduti sono destinate IN VIA ESCLUSIVA al soddisfacimento dei diritti
incorporati nei titoli e per il pagamento dei costi dell'operazione.
L. N. 130/1999
In caso di offerta dei titoli ad investitori non professionali, operatori terzi devono valutare il merito dei
crediti cartolarizzati
il credito relativo a ciascuna operazione, gli incassi e le attività finanziarie acquistate con i medesimi
costituiscono patrimonio separato da quello della società e da quello relativo alle altre operazioni di
cartolarizzazione
la cessione è efficace nei confronti dei debitori ceduti e dei creditori del cedente dal momento della
sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
14. Il Forfaiting
È fra i moderni strumenti di finanziamento alle imprese di derivazione anglosassone il più recente.
Un imprenditore (di norma un esportatore) cede ad un istituto finanziario (forfaiter) che gliene anticipa
l’importo previa deduzione di un tasto di interesse fisso (forfait), un credito cartolare non ancora scaduto
derivante dalla fornitura di beni o dalla prestazione di servizi all'estero (impegni di pagamento emessi da
un debitore-imprenditore)
LA CESSIONE AVVIENE PRO SOLUTO Elemento essenziale del rapporto e la posizione sul titolo della
clausola diretta da escludere la responsabilità dell'imprenditore cedente
Si è dubitato che si tratti di un vero e proprio contratto di finanziamento, ma l’obiezione non è decisiva
la cessione avviene pro soluto dal punto di vista funzionare l’imprenditore si procura il denaro che
può investire
non c'è alcuna obbligazione restitutoria a carico di colui che c'è del credito non è tratto marcante
dei contratti di finanziamento
VS FACTORING
Hanno numerosi punti di contatto, ma differisce
per l'oggetto crediti d'impresa tout court e non crediti cartolari
il factoring può avere ad oggetto anche crediti futuri
127
128
CAPITOLO II IL MERCATO MOBILIARE
SEZIONE I INTRODUZIONE
Prodotti finanziari strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura finanziaria, che si
caratterizzano per la loro negoziabilità (scadenza, rendimento, utilizzabilità…)
Strumenti finanziari Categoria nominata nell'ambito dell’ampio genere dei prodotti finanziari
valori mobiliari categorie di valori che possono essere negoziati nel mercato dei capitali,
naturalmente destinati alla circolazione
azioni di società e altri titoli equivalenti
obbligazioni e altri titoli di debito
strumenti del mercato monetario categorie di strumenti normalmente negoziati nel mercato
monetario
quote di un organismo di investimento collettivo di risparmio
Mercato dei capitali mercato sul quale si negozio strumenti finanziari di medio lunga durata destinate al
finanziamento degli emittenti e in particolare delle imprese
Mercato monetario mercato sul quale si negozio strumenti finanziari a breve brevissimo termine che
possono essere trasformati in moneta senza grosse perdite sul valore nominale
o Invito a offrire, avanzare proposte di acquisto, sottoscrizione, vendita o scambio da parte degli
oblati Porteranno alla conclusione dei relativi contratti con la conoscenza da parte degli oblati
dell’accettazione dell’offerente
L'appello sia rivolto al pubblico risparmio non è sempre semplice stabilire quando una
sollecitazione del risparmio cessi di essere privata per diventare pubblica.
Assumono rilievo due elementi di giudizio
129
o quantitativo numero dei destinatari della sollecitazione (OBLATI) quando il numero è così
potenzialmente alto da rendere inevitabilmente standardizzata ed impersonale la formazione
dell'accordo contrattuale, gli strumenti di tutela dell’autenticità della volontà negoziale previsti
dal Codice civile non possono essere utilizzati; la sollecitazione dovrà essere sottoposta agli
obblighi di trasparenza previsti dalle norme speciali.
NON è UN CRITERIO ASSOLUTO la natura standardizzata della sollecitazione e la particolare
condizione dei destinatari consentono agli stessi una consapevole valutazione dell'offerta,
rendendo superflua inutilmente onerosa l'applicazione della disciplina speciale
NON SI APPLICANO LE NORME DETTATE PER LE OFFERTE AL PUBBLICO a quelle riservate agli
INVESTITORI QUALIFICATI
o Banche
o società di intermediazione immobiliare
o governi nazionali
o amministrazioni regionali
o si divide in
Offerte pubbliche di acquisto o di scambio volontarie Possono avere ad oggetto
qualunque tipo di prodotto finanziario
offerte pubbliche di acquisto o di scambio obbligatorie sono configurabili soltanto con
riferimento ai titoli di società italiane ammessi alla quotazione in mercati regolamentati
italiani (TITOLI strumenti finanziari che attribuiscono il diritto di voto, anche
limitatamente a specifici argomenti dell'assemblea ordinaria e straordinaria)
130
Art 94 TUF Coloro che intendono effettuare un'offerta al pubblico ne danno preventiva comunicazione
alla Consob allegando il prospetto informativo destinato alla pubblicazione.
Il prospetto non può essere pubblicato finché non è approvato dalla Consob.
Sono previsti due diversi documenti.
PUBBLICAZIONE
Se il procedimento di controllo si è positivamente concluso viene emanato il provvedimento di
approvazione del prospetto.
È reso pubblico mediante deposito dell'originale presso la Consob e messa a disposizione del pubblico
131
il documento d'offerta equivalente al prospetto informativo, destinato alla pubblicazione
Entro 15 gg dalla presentazione del documento d'offerta, la Consob lo approva se esso è idoneo a
consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull'offerta.
Se l'offerta ha ad oggetto prodotti finanziari non quotati diffusi tra il pubblico il termine è di 30 gg
Decorsi termini il documento si considera approvato e può essere pubblicato
Il CDA dell'emittente diffonde un comunicato contenente ogni dato utile per l'apprezzamento dell'offerta e
la propria valutazione sulla medesima.
Comunicato che esprime la valutazione del CDA sull'offerta e un giudizio sulla convenienza per gli
azionisti
o amichevole il CDA suggerisce agli azionisti di accettare l'offerta
o ostile il CDA considera l'offerta non conveniente per gli azionisti
data la sua delicatezza, deve contenere l'eventuale adozione a maggioranza, il numero e nome dei
dissenzienti o astenuti
PASSIVITY RULE
Insieme delle regole alle quali l’emittente deve attenersi quando le sue azioni sono oggetto di un'offerta
pubblica di acquisto di scambio SOLO se oggetto dell'offerta sono titoli di società italiane quotate
La società deve astenersi dal compiere atti od operazioni che possano contrastare il conseguimento
degli obiettivi dell'offerta, A MENO CHE non siano autorizzate dall’assemblea ordinaria o
straordinaria, anche quando rientrano nelle competenze del CDA sospettabile di un interesse
personale e potenzialmente in conflitto con quello dei soci
Modalità
132
ACQUISTO FUORI BORSA DEL PACCHETTO DI MAGGIORANZA soggetto intende acquistare il
pacchetto azionario di controllo di una società da chi già lo possegga.
Per realizzare l’acquisto l’acquirente dovrà quasi sempre pagare un prezzo maggiore di quello che
risulta dalla quotazione di borsa chi vende il 51% (pacchetto azionario di controllo) non vende solo
metà del patrimonio ma anche il diritto di comandare in società; il soggetto è disposto a pagare un
prezzo più elevato per ottenere questa porzione di patrimonio che le azioni rappresentano, è pronto a
corrispondere anche il PREMIO DI MAGGIORANZA se tu mi dai il 40% di una cosa che vale 100 il
prezzo è 40. Se tu mi dai il 51% di una cosa che vale 100 il prezzo è 51 + la valorizzazione del fatto che
io con quel 51 comando in assemblea.
Ipotesi 2 società vede il proprio CS molto frazionato, così da essere controllata mediante una
partecipazione che non ne rappresenta la maggioranza, ma molto più bassa. Può accadere che chi
intende sottrarre a chi lo detiene il controllo della società tenti la scalata, cercando di acquistare in
borsa a poco a poco e senza far scoprire le sue intenzioni, tante azioni in modo da superare il pacchetto
di controllo, e ottenere la maggioranza delle azioni vedo che negli ultimi 3 anni in tutte le assemblee
si è presentato dal 20 al 40% degli azionisti, e ha sempre dettato legge chi ha il 16%. Mi metto piano
piano a comprare delle azioni finché ho il 20%, perché se le cose continuano ad andare così ci sarà in
assemblea il 40% degli azionisti e io sono in maggioranza. Non ho bisogno del 51, ma solo poco più di
quelli che, grazie alla polverizzazione delle azioni, risultava il maggiore azionista presente in assemblea
negli ultimi anni.
È probabile che le quotazioni delle azioni della società oggetto della scalata, detta società bersaglio,
aumentino per l’insistente domanda di cui sono oggetto, perché si vede in borsa che qualcuno ne
compra oggi 100, domani 200, dopodomani 400…, il che evidenzia un interesse per la società che fa sì
che chi le deve vendere chieda qualcosa di più. Ma è altrettanto probabile che se la scalata riesce, chi
l’ha effettuata avrà pagato un pacchetto azionario di controllo ad un prezzo vantaggioso, perché chi ha
venduto le 200 non ha immaginato che questo sarebbe arrivato a detenere un pacchetto totale che gli
avrebbe dato diritto anche all’esercizio dei diritti amministrativi, quindi glie le avrà vendute al valore del
patrimonio.
NEL PRIMO CASO ad avvantaggiarsi dell’operazione è solo chi, trasferendo il pacchetto di controllo, ha
ottenuto il premio di maggioranza
NEL SECONDO CASO ad avvantaggiasti è stato chi, avendo effettuato la scalata, ha acquistato il pacchetto
azionario di controllo a pezzi senza corrispondere il premio di maggioranza a nessuno, perché nessuno gli
ha venduto simultaneamente una quantità di azioni tale da fargli ottenere il controllo della società.
IN ENTRAMBI I CASI i piccoli azionisti sono rimasti esclusi dall’operazione, non hanno ricavato alcun
beneficio se non quello dell’eventuale aumento del valore delle azioni dovuto alla scalata.
DOPO LA L. N 149
L'offerta non è l'effetto di un’iniziativa, ma di un obbligo imposto dalla legge a chi si trova, anche per ragioni
non dipendenti dalla sua volontà, a superare una predeterminata soglia, nel probabile convincimento che
questa sia quella che coincide con la partecipazione di controllo (accettando il rischio che le partecipazioni
di controllo si collochino al di sotto della soglia)
L'obbligo sussiste soltanto in capo alle società italiane con titoli ammessi alla negoziazione in mercati
regolamentati italiani
NO società italiane quotate soltanto in un mercato regolamentato non italiano
NO società straniere anche se quotate in un mercato regolamentato italiano
133
Partecipazione quota dei titoli emessi da una società che attribuiscono diritti di voto nelle deliberazioni
assembleari riguardanti nomina o revoca degli amministratori o del CDS.
DISCIPLINA
Chiunque venga a detenere una partecipazione superiore alla soglia del 30% dei voti esercitabili nelle
delibere di nomina o revoca degli amministratori e CDS ovvero superiore, promuove un'offerta pubblica di
acquisto rivolta a tutti i possessori di titoli sulla totalità dei titoli ammessi alla negoziazione in un mercato
regolamentato in loro possesso.
È OBBLIGATORIO COMUNICARE ALLA CONSOB IL RAGGIUNGIMENTO DELLA SOGLIA DEL 30% E RENDERSI
ACQUIRENTE DEL RESTANTE 70%.
Nelle società diverse dalle PMI l'offerta è promossa anche da chiunque venga a detenere una
partecipazione superiore alla soglia del 25% in assenza di altro socio che detenga una partecipazione più
elevata.
Per ciascuna categoria di titoli, l'offerta è promossa entro venti giorni
PREZZO Prezzo non inferiore a quello più elevato pagato dall'offerente nei 12 M anteriori alla
comunicazione alla Consob del superamento della soglia, per acquisti di titoli della medesima categoria
Qualora non siano stati effettuati acquisti a titolo oneroso di titoli della medesima categoria nel periodo
indicato, l'offerta è promossa ad un prezzo non inferiore a quello medio ponderato di mercato degli ultimi
12 M o del minor periodo disponibile.
RAGIONI DELL’INTRODUZIONE
Questo istituto può farsi rientrare tra le disposizioni a tutela dei piccoli azionisti, perché è rivolta ad evitare
che l’acquisizione della partecipazione di controllo, o tale da influenzare la dinamica della società quotata in
borsa, attribuisca vantaggi agli azionisti di comando e non ai piccoli azionisti.
Incentivo all’investimento sui mercati regolamentati la massa degli azionisti può vendere,
normalmente a prezzi più alti di quelli praticati nel mercato, i propri titoli.
Quello in capo ai soci di minoranza è come se fosse un diritto di recesso, con liquidazione in capo al
socio e non alla società .
I piccoli azionisti sono messi al riparo dal tentativo di chi intenda acquistare il controllo della società
o negoziando non dentro ai mercati ma fuori, direttamente con chi detiene la quantità di titoli
necessari
o negoziando in essi ma poco alla volta in modo da non far trapelare la volontà di scalata.
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Si può obiettare che l’introduzione dell’OPA totalitaria obbligatoria renda più difficili e meno frequenti i
trasferimenti di pacchetti azionari di controllo Tale ingessamento può impedire dei cambiamenti nel
gruppo di controllo che potrebbero essere positivi.
Con la vigente disciplina il legislatore ha cercato di fare un bilanciamento tra un opa troppo duro, che
finirebbe per non avvantaggiare neanche i piccoli azionisti, e un opa troppo poco incisivo e oneroso, che
rischia di collocarli ai margini delle operazioni di scalata, e per ragioni opposte impedire comunque il capital
gain.
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