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PARTE SECONDA: LE SOCIETA’

CAPITOLO X
LE SOCIETA’

LA NOZIONE DI SOCIETA’
Il sistema legislativo
Le società sono organizzazioni di persone e di mezzi create dall’autonomia privata per l’esercizio in comune
di un’attività produttiva.
E il codice civile prevede che la società sia la struttura organizzativa tipica per esercitare l’attività
imprenditoriale in forma associata- la c.d impresa collettiva.
Il legislatore nazionale prevede otto tipologie di società fra i quali le parti possono liberamente scegliere:
1. la società semplice, ss
2. la società in nome collettivo, snc
3. la società in accomandita semplice, sas
4. la società per azioni, spa
5. la società in accomandita per azioni, saa
6. la società a responsabilità limitata, srl
7. le società cooperative
8. le mutue assicuratrici.
Queste otto tipologie di società hanno tutte delle caratteristiche diverse tra di loro ma presentano anche
degli elementi comuni che ci permettono di classificarle in:
 Società di persone della quale fanno parte la società semplice, la società in nome collettivo ela
società in accomandita semplice
 Società di capitali della quale fanno parte la società per azioni, la società in accomandita per azioni
e la società a responsabilità limitata
A queste tipologie di società in ambito nazionale, negli ultimi tempi se ne sono aggiunte altre due nel diritto
comunitario:
- la società europea nel 2001
- la società cooperativa europea nel 2003

Ora, fino al 1993 la nozione di società corrispondeva anche a quella di contratto di società perché il cc 1942
consentiva la costituzione delle società solo tra più persone e con atto contrattuale mentre oggi è stata data
la eccezionale possibilità ad una sola persona di costituire una srl o una spa con atto unilaterale e le due
definizioni non coincidono più.
Quindi oggi le società possono essere costituite:
1. per atto unilaterale
2. con atto contrattuale
Il contratto di società
L’art 2247 cc definisce il contratto di società come l’atto con cui “due o più persone conferiscono beni o
servizi per l’esercizio in comune dell’attività economica allo scopo di dividerne gli utili”, l’atto con il quale si
costituisce una società.
Le società sono quindi enti associativi a base contrattuale che si caratterizzano per la contemporanea
presenza di tre elementi espressamente sanciti dall’art 2247 cc:
a) i conferimenti dei soci;
b) l’esercizio in comune di un’attività economica (scopo mezzo);
c) lo scopo di divisione degli utili (scopo fine).
Il sussistere di questi 3 elementi contemporaneamente ci consente di definire quell’ente associativo come
società e non come comunione associazione o consorzio ecc…

I conferimenti
Un primo elemento presente nelle società sono i conferimenti vale a dire i contributi per la formazione del
patrimonio iniziale della società che i soci si obbligano a dare.
Col conferimento ciascun socio destina stabilmente parte della propria ricchezza personale all’attività
comune e si espone al rischio d’impresa- il rischio cioè che la società non consegua utili e che quindi il socio
non ne riceva nessuna remunerazione e il rischio che la società subisca delle perdite e persa in tutto o in
parte il valore del conferimento.
Ma da socio a socio possono essere diversi sia l’oggetto, sia l’ammontare dei conferimenti; l’art 2247 ci dice
genericamente che i conferimenti consistono in beni o servizi (due o più persone conferiscono beni o servizi)
quindi i soci possono obbligarsi a conferire denaro, beni mobili o immobili, prestazioni lavorative manuali o
intellettuali ecc…
In alcune tipologie di società, però, questo principio generale trova delle limitazioni, per esempio nelle
società cooperative e in alcune società di capitali non è possibile conferire prestazioni d’opera o di servizi,
questo per dire che la disciplina generale va poi integrata con quella specifica di ogni tipo di società.

Patrimonio e capitale sociale


Ora abbiamo detto che i conferimenti vanno a formare il patrimonio sociale iniziale della società, questo
patrimonio sociale è l’insieme dei rapporti giuridici attivi e passivi che fanno capo alla società che, nel
momento della costituzione della società è formato solo dai conferimenti dei soci ma poi nel corso del
tempo può subire delle variazioni in relazione alle vicende economiche della società.
Il patrimonio sociale svolge un’importante funzione di garanzia per i creditori della società:
 Una garanzia esclusiva se si tratta di un tipo di società nel quale per le obbligazioni risponde solo la
società con il proprio patrimonio
 Una garanzia principale se si tratta di società nelle quali delle obbligazioni rispondono anche gli sci
con i proprio patrimonio

I conferimenti vanno a costituire anche il capitale sociale o meglio il capitale sociale nominale che altro non
è che il valore in denaro di quei beni conferiti dai soci con l’atto costitutivo della società.
Es: se il capitale sociale è 100 significa che i soci all’atto costitutivo della società hanno conferito (capitale
versato)o si sono obbligati a conferire (capitale sottoscritto) denaro, beni mobili o immobili, prestazioni
lavorative ecc che hanno un valore monetario di 100 alla stipulazione del contratto.
A differenza del patrimonio sociale, il capitale sociale rimane immutato nel corso della vita della società e
può essere modificato (aumentato per esempio con nuovi conferimento o ridotto per esempio per perdite
subite) solo con una modifica dell’atto costitutivo; ecco perché è definito come valore storico.
Quindi al momento della costituzione della società capitale sociale e patrimonio sociale sono uguali ma con
il passare del tempo il patrimonio sociale muta e non saranno più uguali.
Il capitale sociale assolve a due funzioni:
 una funzione vincolistica vale a dire che il capitale sociale indica il valore al di sotto del quale il
patrimonio della società non puo’ scendere cioè si vuole garantire che la società abbia sempre un
patrimonio in attivo affinché i creditori possano soddisfarsi.
Per questo il capitale sociale nel bilancio è scritto nelle passività, perché è quella parte di
patrimonio non distribuibile ai soci.
Se il patrimonio è 400 attivo (quindi utili guadagni ecc..) e 100 passivo (quindi perdite ecc), ed il
capitale sociale è 150, per calcolare gli utili distribuibili ai soci dobbiamo sottrarre dall’attivo sia il
passivo sia il capitale sociale: 400- 100- 150= 150
 una funzione organizzativa nel senso che il capitale sociale è spesso come punto di riferimento per
accertare periodicamente se le società hanno conseguito utili o subito perdite.
Perché se le attività superano le passività sommate al capitale sociale, la società ha conseguito utili
da distribuire ai soci.
Es: Se le attività ammontano a 600, le passività a 300 e il capitale sociale a 100, si sommano
passività e capitale sociale 300+100= 400, e poiché le attività sono maggiori (600) la società avrà
conseguito 200 di utili da distribuire ai soci (600- 400= 200)
Se invece le attività sono minori rispetto a questa somma si è avuta una perdita;
Es: se le attività ammontano a 600, le perdite a 600 e il capitale sociale a 100, si sommano passività
e capitale sociale 600+ 100= 700, le attività sono minori e la società ha avuto una perdita di 100
(600-700= - 100).
Nelle societ di capitali la funzione organizzativa del capitale sociale è più accentuata perché esso
funge da base per la misurazione di alcune fondamentale situazioni soggettive (amministrative o
patrimoniali) dei soci come il diritto di voto o diritto agli utili ecc…
Per le importanti funzioni a cui assolve il legislatore ha dettato una disciplina volta a tutelarlo all’inizio e per
tutta a vita della società.

Lo scopo-mezzo: l’esercizio in comune di attività economica


Il secondo elemento presente nelle società è l’esercizio in comune di un’attività economica: il c.d scopo
mezzo.
La specifica attività economica che poi la società va a svolgere è detta oggetto sociale che deve essere
predeterminato nell’atto costitutivo della società ed è modificabile nel corso della vita della società
secondo le modalità previste dalla legge per ogni singola tipologia di società.
L’oggetto sociale deve consistere:
 nello svolgimento di un’attività vale a dire una serie coordinata di atti
 ma precisamente un’attività economica- produttiva nel senso che questa serie coordinata di atti
deve essere svolta con metodo economico e deve essere finalizzata alla produzione o scambio di
beni e servizi- in sintesi si deve trattare di un’attività d’impresa.

Le società non possono essere costituite infatti al solo scopo di consentire ai soci il godimento dei beni
conferiti- la società di mero godimento a quello scopo il cc dedica un altro istituto: la comunione mentre
nella società è necessaria la presenza di un’attività economica (ps la comunione è l’istituto che consente a
più persone di essere contitolari di un diritto reale di godimento su un bene. Essa si po’ costituire per
volontà delle parti, forzosamente per volere della legge o incidentalmente per case fortuite come una
comunione ereditaria).
Se però la società svolge un’attività economica nulla toglie che i soci possano godere dei beni conferiti, non
c’è incompatibilità; l’importante è che il godimento dei beni conferiti non sia il solo scopo.
Infatti, proprio a tal proposito, sono illecite le società immobiliari di comodo cioè società che hanno come
patrimonio sociale solo gli immobili conferiti dai soci e la cui attività è semplicemente concedere in
locazione tali immobili ai soci stessi o a terzi- è illecita perché non c’è un’attività economico-produttiva.
Mentre non è illecita, non è una società di mero godimento, quella società immobiliare che utilizza
l’immobile conferito dai sci per a gestione di un albergo perché essa sta svolgendo un’attività economica
finalizzata a produrre dei servizi alberghieri.
E’ possibile però che dal regime di comunione si passi a quello di società; esempio classico è quello dei figli
che ereditano l’azienda di famiglia e- quindi c’è una comunione ereditaria – decidono di proseguirla in
comune costituendo una società. Infatti affinché si passi dalla comunione alla società è necessario che le
parti decidano di servizi del bene oggetto della comunione per svolgere una comune attività d’impresa.

Le società tra professionisti


Per molto tempo (fino al 20119 è stata negata la possibilità di svolgere in una società l’attività
professionale seppur potrebbe essere ricompresa nella categoria di attività economiche a cui fa riferimento
l’art 2247 cc
A regolare la disciplina era, infatti, la L 1815 del 1939 che consentiva sì di svolgere le attività professionali in
forma associata ma sotto forma di studi professionali e vietava espressamente l’uso di una qualsiasi forma
diversa compresa la forma societaria.
Il divieto era dovuto al fatto che si interpretava molto rigidamente l’espressione “ esercizio di un’attività
economica finalizzata alla produzione di beni e servizi” cui faceva riferimento l’art 2247 cc e si sottolineava
come una società di professionisti intellettuali mancassero del carattere imprenditoriale.
Inoltre dal cc emergeva che le professioni intellettuali avessero un carattere strettamente personale, vale a
dire che il professionista doveva svolgere l’incarico assunto personalmente ( comunque se tramite
ausiliario, sotto la sua direzione e responsabilità)- si tratta del principio della diretta responsabilità del
professionista nei confronti del cliente. Carattere questo che mal si conciliava con l’esercizio della
professione tramite un ente impersonale (la società) cui verrebbero imputate le attività svolte dai singoli
soci .
Mal fatto è che, innanzitutto, espressamente l’art 2247 parla di “attività economica” e non necessariamente
imprenditoriale, non nega quindi in modo evidente queste forme di società.
E che l’evoluzione delle professioni intellettuali ha spinto progressivamente verso l’utilizzo di strutture
organizzative di tipo imprenditoriale per il loro esercizio in forma associata; così nel 2011 dopo una lunga
discussione dottrinale e giurisprudenziale, il legislatore andò ad abrogare realmente la L del 1939
introducendo una disciplina ad hoc per le società di professionisti- la L 183 del 2011.
La legge ha innanzitutto consentito la costituzione di società (qualsiasi tipo previsto dal cc) per l’esercizio di
attività professionali il cui esercizio è destinato agli iscritti in albi professionali.
Ma, altra novità, è che ha consentito la partecipazione alla società non solo dei professionisti ma anche di
figure non professioniste (tecnici, investitori ecc).
Ovviamente le figure non professioniste della società non possono prendere il sopravvento per cui la legge
consente la loro presenza ma stabilisce che il numero e la partecipazione dei professionisti devono
comunque essere tali da assicurare la maggioranza dei ⅔ nelle decisioni e deliberazioni dei soci. E se così
non fosse i soci devono provvedere a riequilibrare la situazione entro 6 mesi altrimenti la società si scioglie.
La partecipazione di un socio ad una società impone l’esercizio in via esclusivo della professione e quindi
esclude la possibilità di partecipazione ad un’altra società- principio di esclusività della partecipazione.
Ovviamente il socio professionista deve seguire il codice deontologico della propria professione e può
imporre il segreto professionale sulle sua attività agli altri soci. Nel caso in cui un socio subisse la
cancellazione dal proprio albo subirebbe altresì l’esclusione dalla società.
Anche la società è soggetta ad un regime disciplinare dell’ordine al quale risulta iscritta.
All’atto costitutivo i soci dichiarano di voler svolgere un’attività “professionale” o comunque anche più di
una nel caso delle società multi professionali, l’importante è che si tratti di una delle professioni per il cui
esercizio è necessaria l’iscrizione ad un albo.
Inoltre, a tutela dell’utente, l’atto costitutivo deve anche contenere i criteri e le modalità per far si che
l’attività professionale sia svolta da chi ne abbia i requisiti. Inoltre l’utente ha il diritto di chiedere che la
prestazione sia realizzata da un professionista in particolare (di sua fiducia) ma se non lo fa è la società a
designarlo e a comunicarglielo per iscritto e previamente- il principio di individuazione del professionista
incaricato della prestazione.
Un esempio di società di professionisti intellettuali è la società tra avvocati già introdotta nel 2001 come
attuazione di una direttiva comunitaria per facilitare l’esercizio della professione forense in ambito dell’UE.
La società fra avvocati ha per oggetto esclusivo l’esercizio in comune dell’attività professionale di
rappresentanza, assistenza e difesa in giudizio svolta dai propri soci ed è regolata dalle norme della società
in nome collettivo se non è diversamente disposto dal d.lgs 96 del 2001.
Della società tra avvocati devono far parte solo soggetti che abbiano il titolo di avvocato e che non siano
iscritti ad altre società di avvocati.
La ragione sociale della società tra avvocati (vale a dire il nome che identifica la società) è costituita dal
nome o dal titolo professionale dei soci (ma può essere costituita anche dal nome o titolo professionale di
uno solo di essi o di più soci) seguito dalla locuzione “ed altri” insieme all’indicazione della società tra
professionisti.
La costituzione della società fra avvocati non prevede particolari forme ma necessita solo dell’iscrizione in
una sezione speciale del registro delle imprese relativa alle società fra professionisti; iscrizione che ha solo
funzione di certificazione anagrafica e pubblicità notizia. È inoltre iscritta in una sezione speciale dell’albo
degli avvocati. La società fra avvocati non è soggetta a fallimento in quanto non svolge attività d’impresa.
Ora nel 2011 è stata introdotta la possibilità di svolgere le attività professionali in forma associata tramite la
società ma, seppur la legge del ’39 è stata abrogata, non sono state eliminate le forme di associazioni
professionali che essa aveva introdotto (gli studi professionali) che rimangono ancora oggi in vita

La società di professionisti non va, però, confusa con altre due figure simili: la società di mezzi e a società di
servii imprenditoriali che non hanno ad oggetto sociale l’esclusivo esercizio di una professione intellettuale
e perciò sono state sempre consentite nel nostro ordinamento.
La società di mezzi è costituita da professionisti per l’acquisto e la gestione in comune di beni strumentali
all’esercizio individuale delle rispettive professioni
Per es è il caso di due medici che, per dividersi le spese di studio, costituiscono una società per la gestione
di ogni aspetto non strettamente professionale della loro attività: acquisto apparecchiature sanitarie,
assunzione del personale, tenuta della contabilità ecc. mentre lo svolgimento dell’attività strettamente
professionale è svolto dai singoli medici. Quindi si tratta di un’impresa commerciale tra professionisti che
nulla ha a che vedere con le società di professionisti.
La società di servizi imprenditoriali è invece una società che offre sul mercato un servizio complesso, per la
cui realizzazione sono necessarie anche prestazioni professionali dei soci o dei terzi. Prestazioni queste
ultime che hanno però carattere strumentale e servente rispetto al servizio unitario offerto dalla società.
Un esempio è la società di ingegneria la cui attività non si esaurisce nella semplice progettazione di opere di
ingegneria, ma comprende anche ulteriori prestazioni quali la realizzazione e la vendita di impianti e
attrezzature industriali. Quindi svolge un’attività che non è quella propria dell’ingegnere ma è una più
complessa attività imprenditoriale.

Lo scopo- fine della società.


Un ultimo elemento presente nelle società è il c.d. scopo- fine della società; l’art 2247 fa riferimento ad un
solo scopo- fine della società cioè la divisione degli utili tra i soci.
In realtà gli scopi- fini rintracciabili nelle varie tipologie contrattuali sono essenzialmente 3 ed essi ci
consentono di distinguere tra:
 società lucrative dove appunto, come sancisce l’art 2247 cc, lo scopo – fine è lo scopo lucrativo vale
a dire che la società è costituita per svolgere un’attività di impresa con terzi allo scopo di conseguire
gli utili (lucro oggettivo ) per distribuirlo fra i soci (lucro soggettivo).
 società cooperative in cui lo scopo- fine della società è lo scopo mutualistico nel senso che la
società è costituita per fornire direttamente ai soci beni, servizi ed occasioni d lavoro a condizioni
vantaggiose rispetto a quelle che i soci riscontrerebbero autonomamente sul mercato.
Quindi lo scopo non è a distribuzione di utili ma bensì un vantaggio economico diretto per i soci he
consiste in un risparmio di spesa o in un maggior guadagno.
 società consortili in cui lo scopo- fine è lo scopo consortile vale a dire che la società è costituita per
far sì che gli imprenditori consorziati ne abbiano un vantaggio patrimoniale che consiste in una
minore spesa per la realizzazione dell’attività imprenditoriale o un maggior guadagno
Un dato comunque comune a queste forme di società è il fatto che il vantaggio economico qualunque esso
sia è a favore esclusivo dei soci poiché la società per sua natura è un fenomeno egoistico: nel senso che i
benefici patrimoniali conseguiti con l’attività patrimoniale sono destinati ai soci.
Ora anche se lo scopo- fine è un elemento della società che la qualifica come tale, vi sono eccezionalmente
delle società, solitamente in forma di spa, che sono istituzionalmente senza scopo di lucro, ma sono
appunto delle eccezioni alla regola perché non è legittima la costituzione di una società senza scopo di lucro
al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge.

TIPI DI SOCIETA’
Nozione e classificazione
Come abbiamo detto esistono 8 tipologie di società che sostanzialmente consistono in 8 diverse soluzioni
legislative alle questioni che solleva l’esercizio dell’attività di impresa in forma societaria.
Tuttavia, queste 8 tipologie di società possono essere classificate in categorie omogenee sulla base di alcuni
criteri:
1. innanzitutto sulla base dello scopo-fine abbiamo:
i) società mutualistiche che hanno appunto uno scopo mutualistico nelle quali rientrano la
società cooperativa e la mutua assicurazione
ii) società lucrative che hanno scopo di lucro e nelle quali rientrano tutte le altre 6 tipologie di
società (ss, spa, snc, sas,saa,srl)
2. sulla base della natura dell’attività esercitabile nella società distinguiamo tra:
 società per l’esercizio di attività non commerciale nella quale rientra solo la società semplice
 società per l’esercizio di attività sa commerciale e non commerciale e nella quale rientrano
tutte le altre società lucrative
3. in base al possesso della personalità giuridica o meno si distingue:
1. società dotate di personalità giuridica che sono essenzialmente le società di capitali (spa,
saa e srl) e le società cooperative
2. società prive di personalità giuridica costituite dalle società di persone (ss,sas, snc) ma che
godono di autonomia patrimoniale
Questo significa che le società di capitali e le società cooperative, in quanto persone giuridiche,
sono considerate soggetti di diritto formalmente distinti dai soci titolari di diritti propri,
obbligazioni proprie e di un patrimonio autonomo rispetto a quello dei soci (quindi hanno piena
e perfetta autonomia patrimoniale).
Ne deriva che sul patrimonio della società non possono soddisfarsi i creditori personali dei soci
perché è un patrimonio appartenente ad un altro soggetto- la società, ne i creditori sociali
possono soddisfarsi sul patrimonio dei singoli soci perché delle obbligazioni sociali ne risponde
solo la società con il proprio patrimonio.
Questo consente ai creditori sociali di essere tutelati perché il patrimonio autonomo della
società è aggredibile solo da questi ultimi e non anche dai creditori personali dei soci; e
consente anche ai soci di operare una distinzione tra il proprio patrimonio e quello della società
così da non rispondere personalmente per obbligazioni contratte nell’esercizio di un’attività
d’impresa comune.
Le stesse esigenze di tutela sono avvertite nelle società di persone ma queste ultime non
godono di personalità giuridica perciò non sono considerati autonomi soggetti di diritto, per cui
come ha risolto il legislatore? Ha semplicemente dato a queste società autonomia patrimoniale
cosicché anche il patrimonio delle società di persone è considerato autonomo rispetto a quello
dei soci che ne fanno parte e dunque:
i creditori personali dei soci non possono aggredire il patrimonio della società per soddisfarsi o
meglio i loro diritti li possono far valere solo sugli utili destinati al socio debitore e preservare la
quota di liquidazione spettante a quest’ultimo.
I creditori della società non possono aggredire direttamente il patrimoni personale dei soci
illimitatamente responsabili.
I creditori sociali devono infatti tentare di soddisfarsi sul patrimonio della società e solo quando
questo non fosse possibile potrebbero aggredire il patrimonio dei soci la cui responsabilità è
sussidiaria rispetto a quella della società.
C’è da dire che negli ultimi tempi si è avanzato l’orientamento secondo il quale le società di
persona non solo avrebbero un’autonomia patrimoniale ma anche una soggettività giuridica nel
senso che anch’esse sarebbero considerate come autonomi soggetti di diritto rispetto ai soci.
Chi sostiene questo fa riferimento in articolare a due norme del cc: l’art 2266 cc che sancisce
“la società acquista diritti e assume obbligazioni per mezzo dei soci che ne hanno la
rappresentanza e sta in giudizio nella persona dei medesimi” è quindi la società che diventa
titolare dei diritti e delle obbligazioni al ari di un qualsiasi altro soggetto di diritto, e l’art 2659 cc
il quale stabilisce che “la trascrizione degli acquisti immobiliari è effettuata, anche per le società
di persone, al nome della società” .
4. questo ci porta quindi alla distinzione tra società di persone e società di capitali:
 Le società di capitali ( spa, saa, srl) sono innanzitutto dotate dei personalità giuridica e sono
detto “ di capitali” perché nella società è dato molto rilievo al capitale conferito dal socio quindi
il singolo socio non ha potere di amministrazione o di controllo in quanto tale ma ha solo diritto
di voto nell’assemblea, un diritto di voto proporzionale al capitare conferito.
Poiché la persona del socio non è rilevante, esso può vendere tranquillamente la sua
partecipazione senza necessità di avere il consenso degli altri soci: quello che è importante è il
conferimento.
Le società di capitali hanno un’organizzazione di tipo corporativo basata cioè sulla necessaria
presenza di una pluralità di organi ( assemblea, organo di gestione e organo di controllo) che la
legge investe di specifici poteri e funzioni.
Inoltre il funzionamento degli organi sciali è dominato dal principio maggioritario e, come
abbiamo detto, il voto di ogni socio è determinato in proporzione al capitale conferito.
 Le società di persone (ss, sas, snc), invece, non hanno personalità giuridica e danno rilevanza al
socio in quanto tale che è investito del potere di amministrazione e rappresentanza della
società indipendentemente dall’ammontare del capitale conferito.
Inoltre tra i vari soci si crea un rapporto strettamente fiduciario che impedisce la vendita della
partecipazione senza consenso di tutti gli altri soci.
Nelle società di persone non è prevista un’organizzazione articolata in più organi perché ad
ogni socio è riconosciuto il potere di amministrare la società e solo per la modificazione
dell’atto costitutivo è necessario il consenso di tutti i soci.
5. Infine il regime di responsabilità per le obbligazioni della società consente di distinguere tra:
A. società nelle quali per le obbligazioni sociali rispondono sia il patrimonio sociale sia i singoli
soci personalmente e illimitatamente;
B. società nelle quali coesistono istituzionalmente soci a responsabilità illimitata
(accomandatari) e soci a responsabilità limitata (accomandanti);
C. società nelle quali per le obbligazioni sociali di regola risponde solo la società con il proprio
patrimonio.

Tipi di società ed autonomia privata


Chi costituisce una società con l‘intento di svolgere un’attività non commerciale può liberamente scegliere
fra tutti i tipi di società previsti dalla legislazione nazionale, chi vuole svolgere un’attività commerciale,
invece, può scegliere tra tutti i tipi di società tranne la società semplice. Vi sono poi ulteriori limitazioni per
le imprese commerciali stabilite dalla legislazione speciale.
Se l’attività da svolgere non è commerciale non è condizione necessaria scegliere quale tipo di società si
vuole costituire perché l’art 2246 cc sancisce che “si applica la disciplina della società semplice a meno che i
soci abbiano voluto costituire la società secondo uno degli altri tipi”; la scelta è necessaria solo se i soci
vogliono sottrarsi al regime della ss.
Anche quando l’attività è commerciale un’esplicita scelta del tipo non è tuttavia necessaria. Infatti, il
silenzio delle parti in merito è interpretato come implicita opzione per il regime della società in nome
collettivo perché questo è il solo tipo di società per la quale non sono richiesti ulteriori specificazioni
contrattuali.
La società semplice per e attività non commerciali e la società in nome collettivo per quelle commerciali
sono considerate come regimi residuali.
I modelli organizzativi per i singoli tipi di società non sono rigidi e consentono un parziale adattamento alle
esigenze del caso concreto perciò è concesso, alle parti che hanno scelto un determinato tipo di società, di
modificarne parzialmente l’assetto organizzativo. E’ necessario però che queste clausole atipiche inserite
nell’atto costitutivo siano compatibili con la disciplina del tipo di società prescelto. È invece inammissibile la
creazione di un tipo di società del tutto inconsueto e stravagante, che non corrisponde ad alcuno dei
modelli legislativi previsti perché i modelli di società sono un numero chiuso e non ammettono tipologie
atipiche di società. Questo perché il contratto di società non produce effetti solo tra le parti ma anche nei
confronti di terzi che devono poter conoscere l’assetto delle società per essere tutelati.

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