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EVOLUZIONE STORICA

Il diritto commerciale è sorto come diritto di classe, come diritto degli iscritti nella matricula
mercato rum nei confronti dei quali erano applicabili le norme elaborate nello stesso ceto
mercantile e così rimane nel periodo delle corporazioni fino alla fine dei privilegi e la nascita del
code Napoleon, sebbene nel sistema post-rivoluzionario francese rimangano retaggi del passato
come ad esempio speciali giudici per controversie commerciali (tribunali di commercio). Il codice
di commercio italiano del 1882 vede abolito l’aspetto classista del diritto commerciale: rimangono
i tribunali di commercio che saranno soppressi con la l. 5174/1888 ma comunque l’atto di
commercio assume un rilievo sostanziale oltre che processuale. Dal lato formale il diritto
commerciale diviene sistema di norme autonomo (nel senso di prevalenza della norma
commerciale sul diritto civile e nell’esistenza di principi propri del diritto commerciale: ciò provoca
che sono tutelate le esigenze di chiunque compia un atto di intermediazione a scopo speculativo)
All’ atto della codificazione si pose il problema se dovesse o meno conservarsi un ‘autonoma
disciplina dei rapporti commerciali; tale problema in un primo momento fu risolto nel senso di
conservare una disciplina separata. Venne così elaborato il progetto di codice di commercio del
1940. Tuttavia prevalse la tesi dell’unificazione del codice di commercio a quello civile. Notevole
importanza ebbe al riguardo la preoccupazione politica di costruire un libro del lavoro che desse al
codice impronta di modernità e di conseguenza furono generalizzati i principi dei rapporti di
commercio ed estesi al di fuori della materia commerciale istituti che nella stessa avevano trovato
origine e sviluppo come es. la cambiale: il codice di commercio allora veniva svuotato degli
elementi vitali che ne facevano un corpo organico. Collocare poi gli istituti nel codice civile o in
quello di commercio dava adito a perplessità e spesso la sola dichiarazione di legge li collocava
dall’una o dall’altra parte. Si addivenne così alla disintegrazione del codice di commercio e alla
collocazione delle diverse disposizione nel C.C. o in leggi speciali: la disciplina degli imprenditori,
dell’azienda e dei segni distintivi nel Libro del Lavoro di nuova creazione, i contratti speciali, titolo
di credito nel Libro delle Obbligazioni, le cambiali in leggi speciali. Nella figura poi
dell’imprenditore commerciale si è concretata poi l’unificazione e al tempo stesso la
differenziazione dei rapporti commerciali: oggetto della sua attività (predisporre di beni servizi per
il mercato generale) attribuisce a chi tale attività esercita, una particolare posizione professionale
sebbene non abbia rilievo decisivo. Da ciò si deduce che l’imprenditore commerciale (l’ex
commerciante) si differenzia allora dell’agricoltore come dal libero professionista. Da tutto ciò si
determinerà che il diritto commerciale costituisce il complesso di norme che regolano
organizzazione e esercizio professionale di attività intermediaria diretta a soddisfare i bisogni del
mercato generale e conseguentemente i singoli atti in cui questa attività si concreta.

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Art. 2082-> Imprenditore (nozione generale)
È imprenditore colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della
produzione/scambio di beni o servizi.
Per attività si intende una serie coordinata di atti volta a creare nuovo valore, utilità, ricchezze
caratterizzata da uno scopo orientata al perseguimento di un risultato socialmente riconoscibile
come produttivo (produrre un’utilità che prima non c’era) con specifiche modalità di svolgimento:
 Professionalità->la frequenza relativa allo svolgimento dell’attività deve avvenire in maniera abituale,
stabile non occasionale o sporadica;
 Organizzazione-> mezzi impiegati nello svolgimento dell’attività richiedendo che essa sia
esercitata non solo con la capacità lavorativa di chi la pone in essere ma anche (o piuttosto)
con l’ausilio di (altri) fattori produttivi (lavoro e capitale);
 Economicità-> svolgere l’attività con metodo economico cioè con modalità che consentono la
copertura dei costi con i ricavi. È sufficiente il metodo economico e non lo scopo di lucro.

Art. 2135-> Imprenditore agricolo


È imprenditore agricolo colui che svolge una delle seguenti attività:
1) coltivazione del fondo
2) selvicoltura (taglio e allevamento sistematico del bosco) attività principali
3) allevamento di animali
+
4) attività connesse -> sono attività esercitate dall’imprenditore agricolo dirette alla
conservazione, commercializzazione, manipolazione, trasformazione di prodotti che
provengono dall’attività agricola essenziale (principale). Quindi ci deve essere una
connessione oggettiva tra attività agricola e attività connessa.
L’imprenditore agricolo gode di una serie di agevolazione (non è soggetto alle procedure
concorsuali né all’obbligo delle scritture contabili) in quanto l’esito di questa attività non dipende
solo dalle condizioni dall’andamento del mercato ma anche all’ambiente per questo necessita di
una maggior tutela da parte del legislatore.

NOVITA’ DEL 2004


IAP (Imprenditore Agricolo Professionale) - viene introdotta una nuova figura di imprenditore
agricolo, il quale ottiene una serie di agevolazioni. Ottiene la qualifica di IAP chi dedichi alle attività
almeno il 50% del proprio tempo e ricavi dalle medesime almeno il 50% del proprio reddito globale
di lavoro.
Forma societaria-> l’impresa agricola può assumere forma societaria, sia di capitali che di persone
(in particolare la forma di Società Semplice designata all’esercizio di attività non commerciali).
Iscrizione registro imprese -> la riforma del registro delle imprese, determina la cessazione
dell’esonero dall’iscrizione nel RI delle imprese agricole. Ora anche queste dovranno essere iscritte
nel registro con effetto di pubblicità legale.

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Art. 2083 -> Piccolo Imprenditore
Attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e della propria famiglia.
L’attività si incentra sul fattore produttivo, rappresentato dal lavoro, di cui già dispone senza
doverlo acquistare da terzi.
È piccolo imprenditore colui che esercita una tra le seguenti attività:
1) artigiani;
2) piccoli commercianti;
3) coltivatori diretti del fondo (art 1647 la figura del coltivatore diretto del fondo è diversa da quella
di imprenditore agricolo in quanto il coltivatore diretto del fondo trae sostentamento per la propria
famiglia dall’attività agricola e deve svolgere direttamente un numero minimo di giornate lavorative
nell’azienda agricola; inoltre l’imprenditore agricolo si serve di dipendenti salariati)

Art. 2195-> Imprenditore commerciale


È un’attività di produzione di beni e di servizi che si qualifica come industriale e/o un’attività di
circolazione di beni che si qualifica come intermediaria.
È imprenditore commerciale colui che esegue una delle seguenti attività:
1) attività industriale diretta alla produzione di beni/servizi
2) attività intermediaria nella circolazione dei beni
3) attività di trasporto per terra/acqua/aria
4) attività bancaria o assicurativa
5) attività ausiliaria delle precedenti
L’imprenditore commerciale è la figura più importante perché ha maggior rilievo nel mercato.
Statuto dell’imprenditore commerciale-> complesso di norme che disciplinano l’imprenditore
commerciale e riguardano:
1) le scritture contabili obbligatorie
2) l’iscrizione nel registro imprese
3) la capacità di agire
4) le procedure concorsuali

Scritture contabili obbligatorie


Le scritture contabili consistono nella redazione e nella conservazione di documenti che contengono
la rappresentazione, in termini quantitativi e monetari, dei singoli atti d’impresa, della situazione
economica dell’impresa e dell’imprenditore.
L’imprenditore commerciale deve tenere:
1) il libro giornale 2216 -> è un registro cronologico; indica giorno per giorno le operazioni relative
all’esercizio dell’impresa
2) il libro degli inventari 2217-> deve essere redatto alla nascita dell’impresa e poi ogni anno;
contiene l’indicazione di attività e passività dell’impresa. L’inventario si chiude con il bilancio
(composto da S.P., C.E., nota integrativa, rendiconto finanziario) e con il conto dei profitti e perdite.
L’inventario deve essere sottoscritto dall’imprenditore entro 3 mesi dal termine della presentazione
della dichiarazione dei redditi (quindi entro 3 mesi dopo).
3) le scritture contabili richieste dalla natura o dalla dimensione dell’impresa

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4) il fascicolo della corrispondenza -> deve conservare gli originali che arrivano e una copia di ciò
che invia.
Le scritture contabili devono essere tenute secondo la regola di ordinata contabilità, senza
interlinee, spazi bianchi, abrasioni, trasporti a margine.
Le scritture devono essere conservate per 10 anni dalla data dell’ultima registrazione (termine di
prescrizione ordinaria).
Oggi l’art. 2215-bis prevede che le scritture contabili possano essere tenute con strumenti
informatici.
A che servono le scritture contabili?
La ratio dell’obbligo per quei soggetti che entrano più in contatto con terzi nell’esercizio
(prevalentemente) di un’attività commerciale, è quella di mezzo di garanzia verso terzi per la
tracciabilità delle operazioni eseguite ma anche per consentire all’imprenditore di valutare
l’efficienza dell’attività svolta.
 Efficacia probatoria-> cioè possono essere usate in giudizio
-sia a favore dell’imprenditore 2710 (in questo caso hanno effetto solo se tenute regolarmente,
devono essere inerenti all’esercizio dell’impresa e si deve trattare di rapporti tra imprenditori);
-sia contro l’imprenditore 2709 (in questo caso valgono anche se le scritture contabili sono tenute
non regolarmente)
Registro delle imprese
Dal ’42 entra in vigore il registro delle imprese che viene attuato solo nel ’93 dopo aver superato un
regime transitorio. Il registro delle imprese è lo strumento che l’art. 2188 prevede al fine di
conferire la possibilità a terzi di acquisire informazioni sui dati e i fatti salienti delle imprese.
Il registro delle imprese è tenuto dalla camera di commercio presso ogni provincia
Oggi è di carattere informatico ed è consentita la libera consultazione dei dati in esso contenuti a
chiunque lo voglia in quanto è pubblico.
Il registro delle imprese è costituito da due sezioni:
1) la SEZIONE ORDINARIA La differenza sta nell’efficacia 2) la SEZIONE SPECIALE
dell’iscrizione

Riservata a Riservata a
 IMPRENDITORE COMMERCIALE
 PICCOLO IMPRENDITORE
 IMPRENDITORE AGRICOLO
Ha funzione di pubblicità legale realizzata mediante l’iscrizione.  SOCETÀ TRA AVVOCATI
Pubblicità legale-> il fatto o atto iscritto è opponibile a terzi anche nel  SOCIETÀ ARTIGIANE
caso essi diano prova di non conoscenza.  SOCIETÀ SEMPLICI
L’iscrizione nella sezione ordinaria produce un’efficacia di:
PUBBLICITÀ COSTITUTIVA-> la pubblicità serve affinché si completi la
fattispecie; la società non viene ad esistere finché non si sia iscritta
nella sez. ordinaria del registro imprese.
PUBBLICITÀ DICHIARATIVA-> rende l’atto opponibile ai terzi. Può L’iscrizione produce un’efficacia di
avere: PUBBLICITÀ NOTIZIA, ha una
- Portata positiva -> una volta effettuata l’iscrizione, la presunzione funzione ANAGRAFICA.
di conoscenza è assoluta;
- Portata negativa-> il fatto non iscritto non è opponibile a terzi a
meno che non si provi che questo ne fosse a conoscenza
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Deroga: l’imprenditore agricolo si iscrive nella sez. speciale del reg. imprese però produce efficacia
dichiarativa.

Norme sulla capacità di agire


La capacità di esercitare attività d’impresa si acquista con la capacità di agire che si acquisisce al
compimento della maggiore età.
I soggetti che non hanno la capacità di agire possono essere al più autorizzati a CONTINUARE
l’esercizio dell’impresa, MAI ad iniziare l’esercizio, ad eccezione del minore emancipato che può
entrambe. Essi sono:
 Minore-> egli non può mai avviare una nuova impresa né altri possono farlo in suo nome e nel
suo interesse, ma, nel caso in cui un'impresa gli venga trasmessa per successione o donazione,
il tribunale competente può autorizzare il suo rappresentante legale a continuare l'attività e a
compiere tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione dell'impresa.
L'autorizzazione del tribunale conferisce al rappresentante legale del minore amplissimi poteri,
essendo richiesta un'apposita autorizzazione solo per quegli atti non direttamente connessi
con l'esercizio dell'attività imprenditoriale, come, ad esempio, la vendita dell'immobile in cui si
trovano i locali dell'impresa. Occorre specificare che fino a che non sia intervenuta
l'autorizzazione del Tribunale, il giudice tutelare può autorizzare l'esercizio
provvisorio dell'attività di impresa per evitarne l'interruzione.
 Interdetto 424-> vale quanto detto per il minore con la sola specificazione che l'autorizzazione
all'esercizio dell'attività in suo nome e per suo conto può riguardare anche un'impresa dallo
stesso avviata prima che intervenisse l'interdizione.
 Inabilitato 425-> non può avviare una nuova impresa ma può essere solo autorizzato
a proseguire l'esercizio di una già esistente. L'autorizzazione comporta per l'inabilitato la
possibilità di compiere gli atti relativi alla gestione ordinaria dell'impresa in prima persona con
l'assistenza di un curatore. Sarà invece necessario il consenso di quest'ultimo per compiere gli
atti di gestione straordinaria e quelli non direttamente connessi con l'esercizio dell'impresa. In
determinati casi il tribunale può subordinare l'autorizzazione alla continuazione dell'attività
imprenditoriale alla nomina di un institore da parte dell'inabilitato con il consenso del
curatore. Tale figura ha i poteri generali di esercizio dell'impresa, di una sua sede secondaria o
di un suo ramo.

 Minore emancipato-> la posizione del minore emancipato si caratterizza rispetto a quella del
minore non emancipato per il fatto che egli può essere autorizzato dal tribunale anche
ad iniziare una nuova attività di impresa. L'autorizzazione gli conferisce la piena capacità di
agire con la conseguenza che non è necessario l'ausilio del curatore né per poter esercitare
l'impresa né per svolgere gli atti non direttamente connessi con tale esercizio

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Ausiliari dell’imprenditore
Nel concreto svolgimento delle attività d’impresa, di regola, l’imprenditore si serve di prestazioni
lavorative di altri soggetti. L’imprenditore non devi averli necessariamente ma sono importanti
perché rientrano nell’organizzazione.
1) Autonomi-> sono collaboratori esterni, occasionali, legati all’imprenditore da rapporti
contrattuali (per es. agenti, spedizionieri, commissionari, mandatari…).
2) Subordinati-> sono collaboratori stabili, legati all’imprenditore da un rapporto di lavoro
dipendente, continuativo. In ordine di importanza: Institore-Procuratore-Commesso.
Questi tre soggetti godono di una disciplina speciale in tema di rappresentanza, detta appunto
Rappresentanza commerciale (2203), divergente dalla Rappresentanza generale (1387 ss),
disciplina che rimane applicata a quelli che abbiamo classificato ausiliari autonomi.
Art.2203 prevede che questi tre soggetti siano automaticamente investiti della rappresentanza
dell’imprenditore nel senso che vengono spesso in contatto con terzi nell’interesse
dell’imprenditore.
 Institore 2203-> è colui che viene preposto (cioè messo a capo) dall’imprenditore commerciale
(preponente) a gestire un ramo d’azienda o una sede secondaria come suo collaboratore
fondamentale.
2204-> ha potere di gestione generale: può compiere tutti gli atti pertinenti all’esercizio
dell’impresa, senza distinzioni tra gestione ordinaria e straordinaria tranne alienare e ipotecare
immobili, a meno che non sia espressamente autorizzato (rappresentanza sostanziale).
2208->L’institore deve rendere palese, al terzo con cui contratta, la sua veste affinché l’atto venga
compiuto direttamente in nome dell’imprenditore rappresentato altrimenti l’institore è obbligato
personalmente: quindi l’institore è responsabile delle obbligazioni che contrae con terzi senza
spendere il nome dell’imprenditore rappresentato o se compie atti che eccedono i suoi poteri.
Potere di rappresentanza processuale-> l’institore può stare in giudizio sia come attore (in nome
dell’imprenditore per gli atti da lui compiuti nell’esercizio dell’impresa) sia come convenuto (causa
contro l’imprenditore per inadempimento).
La procura dell’institore 2206/2207-> è l’atto mediante il quale egli viene investito
dall’imprenditore di tutti i poteri e gli obblighi appena descritti. Deve essere resa pubblica una
volta redatta con sottoscrizione autentica del preponente, poi dovrà essere depositata per
l’iscrizione presso il relativo ufficio competete del registro delle imprese.
(L’amministratore delegato non è un istitore).
 Procuratore 2209-> A differenza dell’institore il procuratore non è al vertice della gerarchia
aziendale e, di conseguenza, non lo si può ritenere investito né del potere di rappresentanza
processuale né di un potere di gestione generale: la sua autonomia (e la sua rappresentanza
commerciale) è circoscritta ad uno specifico settore (ad esempio direttore del personale,
direttore del marketing, direttore alle vendite ecc.) ed è sottoposta al controllo gerarchico del
suo superiore, l’institore.
 Commesso 2210-> è colui al quale vengono affidate mansioni esecutive o materiali e si
mettono di persona in contatto con i terzi. Il commesso è dotato di un limitato potere di
rappresentanza commerciale. La limitazione dei poteri dei commessi non è soggetta a
pubblicità legale, come invece accade per institore e procuratore: unico modo per opporli a
terzi è mera pubblicità di fatto. Se non autorizzato, non può concedere dilazioni o sconti che
non sono d’uso.

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Segni distintivi dell’imprenditore
I segni distintivi consentono all’imprenditore di distinguersi dagli altri soggetti presenti nel
mercato, servono ad evitare inganno e confusione nel mercato. Ricevono tutela in materia di uso
esclusivo. Essi sono:
1) Ditta 2563-> è il segno distintivo che indica il nome commerciale sotto il quale è esercitata
l'impresa. L’imprenditore ha il diritto all’uso esclusivo della propria ditta. Il diritto alla ditta si
acquista con la registrazione della stessa presso il Registro delle Imprese. La ditta deve
rispettare i seguenti requisiti di validità:
- verità-> la ditta non dev’essere decettiva cioè non deve trarre in inganno i consumatori nel loro
comportamento. La ditta deve contenere almeno il cognome o la sigla dell'imprenditore. Il nome
patronimico si estingue con la morte (la ditta non si estingue ma si trasferisce).
- liceità-> la ditta non dev’essere contraria all’ordine pubblico, al buon costume, alla legge.
- novità 2564-> la ditta dev’essere nuova: non deve essere uguale o simile a quella usata da un
altro imprenditore.
La ditta può essere trasferita 2565 -> si può trasferire l’azienda senza ditta ma non il contrario.

2) INSEGNA 2568-> è il segno distintivo che contraddistingue i locali dell’impresa. Non è


obbligatoria e può coincidere con il marchio. L’insegna deve rispettare i seguenti requisiti di
validità per poter essere lecita e tutelata ad uso esclusivo:
-novità-> chi registra per primo un’insegna acquista sulla stessa il diritto d’uso esclusivo e di
conseguenza può agire in giudizio contro chi usa un segno distintivo uguale o simile al proprio.
-originalità-> l’insegna deve avere capacità distintiva; chi utilizza come insegna un’indicazione
generica, non è tutelato dalle imitazioni. (ad es. “bar”)
- liceità;
- non decettiva nell’uso.
3) MARCHIO-> è il segno distintivo che contraddistingue i prodotti/servizi dell’impresa. Il
marchio è facoltativo ma deve rispettare i seguenti requisiti di validità:
- liceità;
- originalità-> capacità distintiva;
- verità-> non decettivo nell’uso;
- novità.
Il marchio deve essere registrato nel registro dei marchi tenuto presso l’Ufficio dei Marchi e
Brevetti. Chi registra il marchio ha diritto di avvalersene in modo esclusivo su tutto il territorio
nazionale per i prodotti o servizi per i quali è stato registrato.
La registrazione non è obbligatoria ma a chi non registra il marchio, ma lo utilizza (marchio di
fatto), non spetta il diritto esclusivo all’utilizzazione su tutto il territorio nazionale. L’ imprenditore
che volesse registrare un marchio, il quale è usato di fatto da un altro imprenditore, può farlo
senza però usarlo nello stesso luogo del primo (nella stessa strada, quartiere). Chi già lo usava di
fatto può continuare ad utilizzarlo nei limiti del pre-uso 2571.
Volgarizzazione del marchio -> il marchio perde la capacità distintiva (es: Bic)
2573 il marchio è trasferibile: può essere concesso in licenza per tutti o per una parte dei prodotti
per i quali è stato registrato, anche senza trasferimento d’azienda. È consentita anche la
concessione in licenza non esclusiva: lo stesso marchio è contemporaneamente utilizzato sia dal
titolare sia da uno o più licenziatari.

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LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
La proprietà intellettuale indica l’apparato di principi giuridici che mirano a tutelare i frutti
dell’inventiva e dell’ingegno umano.
Sulla base di questi principi, la legge attribuisce a creatori e inventori un monopolio nello
sfruttamento delle loro creazioni/invenzioni e pone nelle loro mani alcuni strumenti legali per
tutelarsi da eventuali abusi da parte di soggetti non autorizzati.
Sono “pacchetti” di diritti esclusivi legati alle varie forme di espressione della conoscenza, delle
idee e delle opere artistiche.
Le creazioni intellettuali si dividono in:
 Opere dell’ingegno = idee creative nel campo culturale. --> diritto d’autore
 Invenzioni industriali = idee creative nel campo della tecnica --> brevetti di vario tipo
 Marchi depositati (proteggono i simboli finalizzati a distinguere le varie aziende)

LE INVENZIONI INDUSTRIALI consistono nella soluzione originale di un problema tecnico. Esistono


due tipi di brevetto:
1) BREVETTO PER INVENZIONE INDUSTRIALE
Hanno per oggetto le inventive di maggior significato tecnologico e si distinguono in tre grandi
categorie:
- Invenzioni di prodotto = nuovo prodotto
- Invenzioni di procedimento = nuovo metodo di produzione, di lavorazione o nuovi
macchinari
- Invenzioni derivate = derivazione di una precedente invenzione. Combinazione,
modificazione o nuova utilizzazione di precedenti invenzioni.
Non forma invenzione ciò che esiste in natura, una nuova teoria, i software e i metodi per il
trattamento chirurgico.
Le invenzioni devono poi rispondere a requisiti di:
Novità = invenzione non compresa nello stato della tecnica
Attività inventiva = l’invenzione deriva da un’attività creativa non conseguibile per un tecnico
medio del ramo facendo ricorso alle sue ordinarie capacità.
Idonei all’applicazione industriale = potenzialità di essere utilizzato in qualsiasi genere d’industria,
anche agricola.
Comunque, l’inventore ha diritto ad essere riconosciuto autore dell’invenzione.

IL BREVETTO ITALIANO:
- Viene concesso dall’Ufficio brevetti sulla base di una domanda con descrizione chiara (per
una persona esperta del ramo) e completa. • nullità
- Dura 20 anni (tranne cause di nullità o decadenza, es. no attuazione dal rilascio del
brevetto) e non è rinnovabile.
- Da il diritto d’esclusiva sul commercio, la fabbricazione e l’importazione dei prodotti. NB
se è un processo l’esclusiva riguarda solo il prodotto fatto con quel determinato processo,
non si possono escludere altri prodotti con diverso processo.
- È trasferibile indipendentemente dal trasferimento d’azienda
- È soggetto alla costituzione di diritti reali e di licenza d’uso con o senza esclusiva; può
anche essere espropriato per motivi di pubblica utilità.

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Il titolare del brevetto (e il licenziatario) può esercitare azione di contraffazione con effetti inbitori
e ripristinatori = eliminare prodotti violanti il brevetto dal mercato.
BREVETTO INTERNAZIONALE: Si può estendere l’esclusiva sul territorio di altri Stati grazie a diversi
trattati. Il contenuto del diritto d’esclusiva è disciplinato dalle leggi del paese in cui il brevetto è
efficace.
BREVETTO COMUNITARIO: è un brevetto autonomo regolato dalla convenzione di Lussemburgo
del 1975. Viene rilasciato dall’Ufficio europeo di Monaco e ha effetti su tutto il territorio
comunitario facendo cessare gli effetti dei brevetti nazionali.

L’INVENZIONE INDUSTRIALE NON BREVETTATA -> Si ha la cosiddetta tutela del preuso: chiunque
ha fatto uso dell’invenzione nella propria azienda, dodici mesi anteriori al deposito dell’altrui
domanda di brevetto, può continuare a sfruttare l’invenzione nei limiti del preuso. Tale
sfruttamento può essere trasferito solo tramite il trasferimento d’azienda. Tale tutela opera anche
nel caso di preuso segreto. Se il preutente ha divulgato l’invenzione allora il brevetto non avrà il
requisito di novità = nullità.

2) BREVETTO PER MODELLI DI UTILITÀ


Si distinguono in:
- Modelli d’utilità: nuovi trovati che conferiscono funzionalità (=efficacia o comodità d’applicazione)
a macchine, strumenti e oggetti d’uso. Sono tutelati da brevettazione (art. 2594) ma questa dura
10 anni (è diversa perciò dai 20 ordinari)
- Disegni e modelli: nuove idee destinate a migliorare l’aspetto dei prodotti industriali. (es. industrial
design). Sono tutelati da una registrazione in cui devono ricorrere requisiti di: novità = nuovo e
carattere individuale = impressione diversa da quella suscitata da altri disegni o modelli.
Dura 5 anni ed è rinnovabile fino a un massimo di 25 anni. Per le opere dell’industrial design che
presentino valore artistico e carattere creativo si applicano le norme del diritto d’autore (tutela
fino a 70 anni dalla morte dell’autore).

LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA


Concorrenza perfetta e monopolio
Contemporanea presenza sul mercato di numerose imprese in competizione tra loro, nessuna
delle quali sia singolarmente in grado di condizionare il prezzo delle merci vendute. Questo è il
modello ideale di funzionamento del mercato: la concorrenza perfetta (ideale perché spinge verso
una riduzione dei costi e dei prezzi di vendita; assicura la naturale eliminazione dal mercato delle
imprese meno competitive; stimola il progresso tecnologico e l’accrescimento dell’efficienza
produttiva).
La concorrenza perfetta è appunto solo un modello ideale e teorico. Nei settori strategici della
produzione la tendenza è verso un regime di mercato sempre più lontano dalla concorrenza
perfetta. Si vengono così spesso a creare situazioni di oligopolio (mercato caratterizzato dal
controllo dell’offerta da parte di poche grandi imprese). Gli imprenditori riescono a sfruttare
questa situazione stipulando intese volte a limitare la reciproca concorrenza, arrivando anche al
punto da controllare l’intera offerta di un dato prodotto (monopolio di fatto).
La salvaguardia del regime di concorrenza non può prescindere da una preclusione delle situazioni
limitative della concorrenza, che vanno tenute sotto controllo per evitare che degenerino in
situazioni monopolistiche.

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La legge italiana:
- consente limitazioni legali della libertà di concorrenza per fini di utilità sociale ed anche la
creazione di monopoli legali in specifici settori di interesse generale;
- consente limitazioni negoziali della concorrenza;
- assicura l’ordinato e corretto svolgimento della concorrenza attraverso la repressione degli
atti di concorrenza sleale.
Per lungo tempo il sistema italiano della concorrenza è stato sprovvisto di una normativa
antimonopolistica. Questo vuoto è stato colmato dalla legge 287/1990, recante norme per la
tutela della concorrenza del mercato.

A) La legislazione antimonopolistica
La disciplina italiana e comunitaria
La disciplina comunitaria è volta a preservare il regime concorrenziale del mercato comunitario e
reprimere le pratiche anticoncorrenziali che pregiudicano il commercio fra stati membri.
Questo principio è recepito anche dalla legislazione antimonopolistica italiana, volta a preservare
il regime concorrenziale del mercato nazionale e a reprimere i comportamenti anticoncorrenziali
che incidono sul mercato italiano.
Con la legge 287/1990 è stato istituita l’Autorità garante della concorrenza del mercato, che vigila
sul rispetto della normativa antimonopolistica generale, adotta i provvedimenti antimonopolistici
necessari ed irroga le sanzioni amministrative e pecuniarie previste dalla legge.

Le singole fattispecie
Tre sono i fenomeni rilevanti per la disciplina antimonopolistica nazionale e comunitaria:
- intese: comportamenti concordati tre imprese, anche attraverso organismi comuni, volti a
limitare la propria libertà di azione sul mercato. Sono vietate le intese che hanno per
oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare, in maniera consistente, il gioco
della concorrenza all’interno del mercato (le intese vietate sono nulle ad ogni effetto).
- Abuso di posizione dominante: vietato è solo lo sfruttamento abusivo di tale posizione con
comportamenti capaci di pregiudicare la concorrenza effettiva. Ad un’impresa in posizione
dominante è vietato di: imporre prezzi o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente
gravose; impedire o limitare la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato; applicare
condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti. Oggi è vietato
nell’ordinamento nazionale anche l’abuso dello stato di dipendenza economica nel quale si
trova un’impresa cliente o fornitrice rispetto ad un’altra anche in posizione non dominante
sul mercato. Per dipendenza economica s’intende la situazione in cui un’impresa sia in
grado di determinare, nei rapporti commerciali con un’altra impresa, un eccessivo
squilibrio di diritti e di obblighi (valutata tenendo conto anche delle reali possibilità per la
parte che ha subito l’abuso di reperire sul mercato alternative soddisfacenti);
- Concentrazioni: si ha quando: due o più imprese si fondono dando così luogo ad un’unica
impresa; due o più imprese, pur restando giuridicamente distinte, diventano un’unica entità
economica; due o più imprese indipendenti costituiscono un’impresa societaria comune. Le
concentrazioni diventano però illecite e vietate quando danno luogo a gravi alterazioni del
regime concorrenziale del mercato (solo per le concentrazioni di grandi dimensioni). Se la
concentrazione vietata viene ugualmente eseguita o se le imprese non si adeguano, sono
previste pesanti sanzioni pecuniarie inflitte dall’Autorità.

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B) Le limitazioni della concorrenza
Limitazioni pubblicistiche e monopoli legali
La libertà di iniziativa economica privata e la conseguente libertà di concorrenza sono libertà
disposte nell’interesse generale e non possono svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo
da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
L’interesse generale può legittimare la soppressione della libertà di concorrenza attraverso la
costituzione di monopoli pubblici (in settori predeterminati dalla stessa Costituzione: servizi
pubblici, fonti di energia,…).
Quando la produzione di determinati beni o servizi è attuata in regime di monopolio legale, il
legislatore si preoccupa di tutelare gli utenti contro possibili comportamenti arbitrari del
monopolista.
Per chi opera in regime di monopolio sono previsti due obblighi:
- l’obbligo di contrarre con chiunque richieda le prestazioni;
- obbligo di rispettare la parità di trattamento tra i diversi richiedenti.

Limitazioni convenzionali della concorrenza


La libertà individuale di iniziativa economica e di concorrenza è libertà parzialmente disponibile. Il
patto che limita la concorrenza deve essere approvato per iscritto, ed è valido solo se circoscritto
ad un determinato ambito territoriale o ad un determinato tipo di attività e ha una durata
massima di cinque anni.
Costituiscono esempi classici di questo fenomeno i cartelli, i consorzi anticoncorrenziali, i contratti
con i quali più imprenditori possono prevedere impegni reciproci di vario tipo.

C) La concorrenza sleale
Libertà di concorrenza e disciplina della concorrenza
Nel perseguimento di questi obiettivi ciascun imprenditore gode di ampia libertà di azione e può
porre in essere le strategie che ritiene più proficue, non solo per attirare clienti ma anche per
sottrarli alla concorrenza. Infatti, il danno che un imprenditore subisce a causa della sottrazione
della clientela non è un danno ingiusto e quindi non è risarcibile.
È necessario distinguere fra comportamenti concorrenziali leali e comportamenti sleali. Nello
svolgimento della competizione fra imprenditori concorrenti è vietato servirsi di mezzi e tecniche
non conformi ai principi della correttezza professionale; gli atti che non soddisfano questo
requisito vengono considerati di concorrenza sleale. La repressione e la sanzionabilità di questi atti
dipende solamente dal fatto che l’atto sia idoneo a danneggiare l’altrui azienda.
È tutelato anche l’interesse generale a che non vengano falsati gli elementi di valutazione e di
giudizio del pubblico e non siano tratti in inganno i destinatari finali della produzione: i
consumatori. Per tutelare le esigenze di questi è stata introdotta nel Codice del consumo una
disciplina contro tutte le pratiche commerciali scorrette (che possono indurre il consumatore
medio ad assumere le decisioni commerciali che altrimenti non avrebbe preso). Anche a questo
scopo è stata introdotta una disciplina statale della pubblicità ingannevole o comparativa.

11
Gli atti di concorrenza sleale sono:
 ATTI DI CONFUSIONE= È atto di concorrenza sleale ogni atto idoneo a creare confusione
con i prodotti o con l’attività di un concorrente (art. 2598). Molteplici sono le tecniche o le
pratiche che l’imprenditore può porre in atto per realizzare la confondibilità dei propri
prodotti e della propria attività con i prodotti e con l’attività di un concorrente: uso di nomi
o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi
legittimamente usati da altri imprenditori concorrenti; imitazione servile dei prodotti di un
concorrente (riproduzione delle forme esteriori dei prodotti altrui).
 ATTI DI DENIGRAZIONE= (diffondere notizie e apprezzamenti sui prodotti e sulle attività di
un concorrente idonei a determinarne il discredito; appropriazione di pregi dei prodotti o
delle imprese di un concorrente.
 APPROPRIAZIONE DEI PREGI ALTRUI
 PUBBLICITÀ IPERBOLICA= indurre a credere che il proprio prodotto sia l’unico a possedere
specifiche qualità o pregi
 PUBBLICITÀ COMPARATIVA
 PUBBLICITÀ MENZOGNERA= è la falsa attribuzione ai propri prodotti di qualità o pregi non
appartenenti ad alcun concorrente (quindi non inquadrabile nella figura tipica
dell’appropriazione di pregi).
 DUMPING= sistematica vendita sottocosto dei propri prodotti finalizzata all’eliminazione
dei concorrenti
 CONCORRENZA PARASSITARIA= sistematica imitazione di prodotti, marchi, campagne
pubblicitarie altrui, sia pure con accorgimenti tali da evitare la piena confondibilità delle
attività
 STORNO DI DIPENDENTI= sottrazione ad un concorrente di dipendenti particolarmente
qualificati attuata con mezzi scorretti come ad esempio fornire false notizie sulla situazione
economica del concorrente.

12
Art. 2555 AZIENDA
“L’azienda è un complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.”
Tali «beni» sono coordinati strumentalmente dall’imprenditore, cui spetta la «titolarità
dell’azienda», per consentirgli l’utilizzazione funzionale nonché la piena disponibilità dei singoli
beni per l’esercizio dell’impresa. Il complesso di beni comprende:
- beni materiali (merci, macchinari, locali etc.)
- beni immateriali (brevetti, marchi etc.)
I termini impresa ed azienda vengono, talvolta, utilizzati nel linguaggio comune come sinonimi,
però da un punto di vista giuridico essi indicano due realtà molto diverse:
 impresa-> è l’attività esercitata dall’imprenditore;
 azienda-> rappresenta il profilo oggettivo dell’attività d’impresa;
 Imprenditore -> è il soggetto dell’impresa.
Il fatto che l’azienda sia caratterizzata da un complesso di beni organizzati in funzione di uno scopo
produttivo ci induce a considerare:
– che i singoli beni che compongono l’azienda hanno un determinato valore;
– che, invece, se sono coordinati ed organizzati per l’esercizio aziendale ed in grado di produrre
profitti, gli stessi beni hanno un valore generalmente superiore rispetto a quello individuale.

L’avviamento non è disciplinato dal codice civile e non può essere separato dall’azienda.
L’AVVIAMENTO è il maggior valore attribuito al complesso aziendale rispetto alla somma dei
singoli beni che lo compongono. Rappresenta l’attitudine dell’azienda a realizzare profitto.
OGGETTIVO = quando dipende dal coordinamento dei beni e dal loro legame
funzionale
AVVIAMENTO
SOGGETTIVO= quando dipende dall’abilità dell’imprenditore di operare sul
mercato, di formarsi e di conservare ed accrescere la clientela

POSITIVO-> non rappresenta un bene aziendale che può essere ceduto o


alienato sul mercato in maniera autonoma ma è un BENE INTANGIBILE: si
iscrive nell’attivo dello S.P. in quanto va ad accrescere il valore del
complesso aziendale. Infatti, tale valore sarà valutato in maniera positiva
dagli azionisti e investitori. L’avviamento positivo rappresenta la capacità
dell’impresa di produrre reddito nel tempo ed è formato da una serie di
fattori che concorrono a determinare la redditività dell’azienda (es buon
nome sul mercato, rapporti con i fornitori)

NEGATIVO-> rappresenta il deprezzamento del


AVVIAMENTO complesso dei beni aziendali; è un indice di scarsa
redditività eTrasferimento
pertanto viened’azienda
valutato negativamente dagli
azionisti e investitori. Cause? strategia aziendale non
opportuna, scarsa reputazione sul mercato.

13
Per trasferimento d’azienda si intende il trasferimento del complesso dei beni.
Art.2556_FORMA DEL TRASFERIMENTO D’AZIENDA:
I contratti aventi ad oggetto il trasferimento d’azienda richiedono la forma scritta per atto
pubblico o scrittura privata autenticata e devono essere depositati nel registro delle imprese nel
termine di 30 giorni. La forma scritta è richiesta ad probationem (cioè come mezzo di prova del
contratto).
EFFETTI DEL TRASFERIMENTO D’AZIENDA:
questi effetti si
1) Divieto di concorrenza (art.2557) producono a prescindere
 EFFETTI NATURALI
2) Successione nei contratti (art 2558) dalla volontà delle parti.

questi effetti si producono solo


 EFFETTI NON NATURALI 1) Cessione dei crediti (art.2259) se le parti lo hanno
2) Accollo dei debiti (art.2560) espressamente pattuito nel
contratto di trasferimento.

1) Divieto di concorrenza 2557


“Chi aliena l’azienda deve astenersi per 5 anni dal trasferimento dall’iniziare una nuova impresa
che per ubicazione, oggetto o altre circostanze, sia idonea a sviare la clientela dell’attività ceduta.”

(se il limite non è pattuito è di 5; se è pattuito un limite superiore a 5 (es 8) viene comunque ridotto a 5;
Si intende 5 anni come limite massimo: può essere espresso nel contratto anche un limite inferiore ad es. 2
anni. Perché massimo 5 anni e non di più? Per preservare la libertà d’iniziativa economica dell’alienante)

La norma è un compromesso tra la tutela dell’acquirente e quello dell’alienante. Il primo ha diritto


a godere e mantenere quella “qualità” dell’azienda che ha pagato: l’avviamento. La tutela del
secondo sta nel fatto che egli non può vedersi limitato un suo diritto costituzionale di libera
iniziativa economica per un tempo illimitato -> infatti ogni patto che ecceda i 5 anni si considera
non apposto.
2) Successione nei contratti 2558-> Se non è previsto diversamente, l’acquirente dell’azienda
subentra nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda stessa che non abbiano carattere
personale. Non è richiesto il consenso del terzo contraente o terzo ceduto (es il fornitore
dell’energia elettrica) e non ha diritto di recesso se ha espressamente o tacitamente dato il
consenso. Può però recedere dal contratto entro 3 mesi dalla notizia del trasferimento solo se
sussista giusta causa -> si fa riferimento a una situazione oggettiva (es. patrimoniale) del
subentrato, tale da non garantire (presumibilmente) l’adempimento del contratto ceduto.
Quindi i contratti di utenze (energia, gas), i contratti di lavoro dipendente sono tutti contratti che
con il trasferimento d’azienda si trasferiscono dall’alienante all’acquirente. (Infatti, il trasferimento
d’azienda non produce il licenziamento dei dipendenti).
Invece i contratti di carattere personale come quelli bancari si trasferiscono con espressa
pattuizione contrattuale e con il consenso del contraente ceduto.
La disciplina mira a mantenere “unità economica” dell’azienda anche nelle ipotesi di un suo
trasferimento.

14
1) CESSIONE DEI CREDITI -> relativi all’azienda ceduta, anche in mancanza di notifica al debitore o
di sua accettazione ha effetto nei confronti dei terzi, dal momento dell'iscrizione del trasferimento
nel registro delle imprese. Tuttavia, il debitore ceduto è liberato se paga in buona fede
all'alienante.
2) ACCOLLO DEI DEBITI-> Nelle aziende agricole e nelle piccole imprese è necessario uno specifico
patto di accollo altrimenti l’alienante resta l’unico obbligato per i debiti da lui contratti.
Invece nel caso di azienda commerciale (in cui i debiti risultano obbligatori dai libri sociali)
risponde ai debiti dell’azienda anche l’acquirente dell’azienda, a prescindere che le parti abbiano
pattuito l’accollo o meno.

15
I CONSORZI FRA IMPRENDITORI
Nozione e tipi
Con il contratto di consorzio più imprenditori istituiscono un’organizzazione comune per la
disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese (art. 2602).
Un consorzio può essere costituito al fine prevalente o esclusivo di disciplinare, limitandola, la
reciproca concorrenza fra imprenditori che svolgono la stessa attività o attività similari (consorzio
con funzione anti-concorrenziale, ad esempio contingentamento della produzione o degli scambi
tra imprenditori concorrenti). Sollecitano controlli volti ad impedire che per loro tramite si
instaurino situazioni di monopolio di fatto contrastanti con l’interesse generale.
Il consorzio può anche essere uno strumento di cooperazione interaziendale, finalizzato alla
riduzione dei costi di gestione delle singole imprese consorziate (consorzio con funzione di
coordinamento, ad esempio consorzio per acquisto in comune di determinate materie prime).
Accrescono la competitività delle imprese e sono quindi viste con favore dal legislatore che ne
agevola l’attività con una serie di incentivi.
I consorzi con sola attività interna hanno il compito di regolare i rapporti reciproci fra consorziati e
di verificare che venga rispettato quanto convenuto. Nei consorzi con attività esterna invece le
parti prevedono l’istituzione di un ufficio comune destinato a svolgere attività con i terzi
nell’interesse delle imprese consorziate.

Il contratto di consorzio. L’organizzazione consortile


Il contratto di consorzio può essere stipulato solo tra imprenditori, ma questo principio è
frequentemente derogato dalla legislazione speciale che consente la partecipazione a determinati
consorzi di enti pubblici o enti privati di ricerca.
Il contratto di consorzio deve essere stipulato per iscritto a pena di nullità. È essenziale la
determinazione dell’oggetto del consorzio, degli obblighi assunti dai consorziati e degli (eventuali)
contributi in denaro da essi dovuti.
È un contratto di durata, che può essere liberamente fissata dalle parti. Nel silenzio il contratto è
valido per dieci anni.
Il contratto di consorzio è un contratto tendenzialmente aperto. È perciò possibile la
partecipazione di nuovi imprenditori senza che sia necessario il consenso di tutti gli attuali
consorziati (le condizioni per l’ammissione devono essere predeterminate nel contratto). Il
trasferimento dell’azienda comporta l’automatico subingresso dell’acquirente nel contratto di
consorzio (con una giusta causa gli altri consorziati possono deliberare l’esclusione dell’acquirente
dal consorzio). Il contratto di consorzio può sciogliersi, limitatamente al consorziato, per volontà di
questi (recesso) o per decisione degli altri consorziati (esclusione). Lo scioglimento dell’interno
contratto di consorzio si può verificare con una delibera a maggioranza dei consorziati quando
sussiste una giusta causa (in mancanza di questa, lo scioglimento anticipato dovrà essere deciso
all’unanimità).
Carattere essenziale dei consorzi è la creazione di un’organizzazione comune che prevede la
presenza di un organo con funzioni deliberative composto da tutti i consorziati (assemblea) e di un
organo con funzioni gestorie (organo direttivo).

16
I consorzi con attività esterna
Per questi consorzi è previsto un regime di pubblicità legale per portare a conoscenza dei terzi i
dati essenziali della struttura consortile (attraverso il deposito di un estratto del contratto di
consorzio presso l’ufficio del registro delle imprese).
Nei consorzi con attività esterna sono previsti incarichi (presidenza, direzione e rappresentanza)
all’interno dell’organo direttivo. Coloro che hanno la direzione del consorzio devono redigere
annualmente la situazione patrimoniale e depositarla presso l’ufficio del registro delle imprese.
Nei consorzi con attività esterna è prevista la formazione di un fondo consortile (contributi dei
consorziati e beni acquistati con tali contributi), il quale costituisce patrimonio autonomo rispetto
a quello dei singoli consorziati (i creditori particolari dei consorziati non possono aggredire il fondo
consortile).
Nelle obbligazioni assunte dal consorzio per conto dei singoli consorziati sono chiamati a
rispondere solidalmente sia il consorziato, sia il fondo consortile (in caso di insolvenza del
consorziato, il debito viene ripartito fra gli altri consorziati in proporzione alle quote).

Le società consortili
Esiste una netta diversità fra il consorzio ad attività interna e la società (nel primo caso manca del
tutto l’esercizio in comune di un’attività economica). La distinzione è più sottile nel caso in cui il
consorzio svolge anche attività con i terzi: questi condividono con le società il carattere
imprenditoriale dell’attività esercitata e il fine di realizzare un interesse economico dei
partecipanti (scopo egoistico).
Funzione di un consorzio con attività esterna non è quello di ricavare un utile dall’attività di
consorzio con i terzi (scopo perseguito dalla società), ma quello di conseguire un vantaggio
patrimoniale sotto forma di minori costi sopportati o di maggiori ricavi conseguiti nella gestione
delle proprie imprese (una società per azioni acquista e rivende merci sul mercato e divide il
guadagno fra i soci; un consorzio acquista merci che servono alle imprese consorziate per
rivenderle ai consorziati stessi ad un prezzo calcolato in modo da coprire i costi di gestione). Lo
scopo mutualistico delle cooperative è, per certi versi, affine allo scopo consortile.
Con la modifica della disciplina dei consorzi del 1976 è stato consentito alle società di perseguire
gli obiettivi propri del contratto di consorzio, costituendo una società consortile. Gli imprenditori
che danno vita a questo tipo di società possono inserire nell’atto costitutivo specifiche pattuizioni
volte ad adattare la struttura societaria prescelta alla finalità consortile perseguita (ad es.
esclusione della ripartizione degli utili fra i soci, previsione di particolari condizioni per
l’ammissione di nuovi soci, specifiche cause di recesso o di esclusione).

SOCIETÀ COOPERATIVE
Sono società costituite per gestire in comune un’impresa.
Tali società perseguono lo SCOPO MUTUALISTICO = che consiste nel fornire direttamente ai soci
opportunità di lavoro, beni di consumo, servizi a condizioni più vantaggiose e migliori di quelle che
otterrebbero nel libero mercato.
 La loro attività deve essere svolta prevalentemente in favore dei soci o utilizzando
prevalentemente il lavoro dei soci o i beni dei soci.
 Il numero minimo di soci richiesto è di 3

17
 Le società cooperative sono dotate di AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA e quindi
responsabilità limitata dei soci al conferimento eseguito.
 Caratteristica della società cooperative è il CAPITALE VARIABILE: il capitale varia a seconda
dell’ingresso o dell’uscita dei soci dalla società e non occorre modificare l’atto costitutivo in
caso di aumento o riduzione del CS.
 Può emettere strumenti finanziari partecipativi
 È ammessa la produzione di utili entro certi limiti ma lo scopo non deve essere la divisione
degli utili ma il vantaggio economico che deriva dall’attività di soddisfacimento diretto dei
bisogni.

ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI
Attività commerciale delle associazioni e delle fondazioni
Le associazioni e le fondazioni possono svolgere attività d’impresa. Infatti per aversi impresa è
sufficiente che l’attività sia svolta con metodo economico e non necessariamente perseguendo un
lucro. Questo presupposto è in linea anche se si tratta di un ente con finalità ideale. L’ente resta
sottoposto a tutte le conseguenze dell’impresa commerciale, fallimento compreso. Può essere
svolta in modo esclusivo (es. fondazione costituita per lo svolgimento di attività editoriale) o
accessorio (es. sindacato che gestisce una casa editrice con la quale pubblica il materiale relativo
all’attività del sindacato). Gli eventuali guadagni devono essere necessariamente reinvestiti e
l’attività d’impresa deve essere compatibile con la finalità ideale dell’ente.

18
Condizioni per l’acquisto della qualità di imprenditore
Quando un soggetto acquista la qualità d’imprenditore? Per determinare QUANDO un soggetto
acquista tale posizione occorre far riferimento al cd. criterio di effettività dello svolgimento attività
d’impresa. È necessario distinguere a seconda della natura dell’imprenditore, cioè se si tratta di:
 Persona fisica 2082->acquista la qualità di imprenditore quando inizia effettivamente ad
esercitare tale attività. L’inizio si ha non in virtù del compimento di un singolo atto ma di una
serie coordinata di atti che realizzano obiettivamente l’intenzione di intraprendere l’attività
d’impresa. L’iscrizione nel registro imprese non serve ad acquistare la qualità di imprenditore.
 Persona giuridica o organizzazione sociale-> per ottenere la qualità d’imprenditore non deve
concretamente avviare l’attività d’impresa ma è sufficiente la costituzione della stessa.
 Altre persone giuridiche diverse dalla società -> (fondazione, associazione) non viene costituita
per esercitare un’attività d’impresa ma per finalità culturali. Questo soggetto si considera
imprenditore quando inizia effettivamente l’attività d’impresa.

Art. 2247 Contratto di società


“Con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune
di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili.”
Il contratto di società è un contratto associativo o con comunione di scopo; è un contratto
plurilaterale. Ciascuna parte partecipa, esegue una prestazione non per ottenere in cambio la
controprestazione dell’altra parte, ma per realizzare uno scopo comune.
Art. 1420-> Nullità nel contratto plurilaterale
Nei contratti con due o più parti, in cui le prestazioni di ognuna sono dirette al conseguimento di
uno scopo comune, la nullità che colpisce il vincolo di una sola delle parti non importa nullità nel
contratto, salvo che la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi
essenziale.
Contratti sinallagmatici (compra-vendita) -> a prestazioni
Elementi essenziali al corrispettive. Una parte esegue la prestazione di trasferire
contratto di società: un bene e la controparte paga un prezzo.

1. CONFERIMENTO DI BENI O SERVIZI-> il conferimento è la prestazione cui le parti del contratto


di società si obbligano ad eseguire. Grazie al conferimento di ciascun socio, si va a formare il
patrimonio iniziale della società. I conferimenti rimangono stabilmente conferiti per tutta la durata
della società. I beni che possono essere oggetto di conferimento sono:
 Denaro (caso più semplice)
 Beni mobili o immobili
 Beni materiali o immateriali
 Crediti
 Azioni o quote di una società
 Azienda
 Prestazioni di opera o servizi: prestazione di una determinata attività o un suo risultato,
purché suscettibili di valutazione economica.

 Società per azioni


 Società in accomandita per azioni MAI il conferimento può avere ad oggetto SERVIZI
 Società cooperative
19
 Società di persone il conferimento può avere ad oggetto sia BENI sia
 Società a responsabilità limitata SERVIZI (Novità introdotta nel 2003)

Patrimonio sociale-> è il complesso di rapporti


giuridici attivi e passivi che fanno capo alla società.
All’inizio è costituito dai conferimenti dei soci e
successivamente il patrimonio varia in funzione
dell’andamento delle vicende economiche della
società. Il valore del patrimonio sociale viene
determinato ogni anno nel bilancio d’esercizio.

Patrimonio netto-> all’interno del Patrimonio Sociale troviamo il PN che rappresenta la differenza
tra attività e passività nello S.P. Il patrimonio netto è costituito da:
 Capitale sociale-> è una cifra che esprime in denaro il valore dei conferimenti così come risulta
dalla valutazione compiuta nell’atto costitutivo della società.
 Riserve;
 Utile o perdita d’esercizio.
CAPITALE SOCIALE a confronto con PATRIMONIO NETTO

È una frazione di patrimonio netto.


Rimane invariato per tutta la vita della Varia nel corso della vita della società per
società, a meno che non avvenga una effetto di utili o perdite d’esercizio.
specifica modifica dell’atto costitutivo.

2. ESERCIZIO IN COMUNE DI UN’ATTIVITÀ ECONOMICA

La gestione non può Per attività economica si intende una serie continua di atti che abbia
essere in mano a un solo contenuto patrimoniale e che sia condotta con metodo economico;
soggetto ma è comune in attività volta alla produzione/scambio di beni/servizi, cioè attività
quanto è rimessa alla destinata al mercato; l’attività dev’essere:
volontà dei soci. - Lecita
- Possibile
- Determinata o determinabile

3. Scopo di dividerne gli utili-> cioè scopo lucrativo che è uno scopo proprio delle società lucrative
(conseguire utili poi ripartiti fra i soci). Scopo tipico affidato dal legislatore a società di persone e
società di capitali. Società mutualistiche le quali perseguono (per legge) tale scopo. Il vantaggio
che i soci traggono non consiste in una somma di denaro ma è quello di vedersi forniti una serie di
beni, servizi, occasioni di lavoro a condizioni economiche vantaggiose rispetto alla media di
mercato.

20
Classificazione delle società
La dottrina ha classificato le società prendendo in considerazione vari profili:
Riguarda lo scopo che la società intende perseguire
Società mutualistiche-> perseguono lo scopo mutualistico: conseguire un vantaggio patrimoniale
che va in capo direttamente ai soci senza l’intermediazione della società (coop. e mutue assicuratrici);
Società lucrative-> perseguono lo scopo lucrativo: destinare ai soci gli utili conseguiti dall’attività
economica

Società semplici-> devono essere iscritte nel registro imprese sezione speciale
non possono mai svolgere attività commerciale (attività agricola, attività artigiana).
Società commerciali-> devono essere iscritte nel registro imprese sezione ordinaria possono
svolgere sia attività commerciale che non.

Società con personalità giuridica-> società di capitali, società mutue, società cooperative.
Società senza personalità giuridica-> società di persone. Le società a responsabilità limitata sono le più
diffuse.
Decreto n 88 del 1993 fu importante perché
-SOCIETÀ PER AZIONI (S.p.a.) prima di questo era impossibile la costituzione
Società di capitali delle SRL con un solo socio. Era sempre possibile
- SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI (S.a.p.a.)
per le società di capitali vivere con un unico socio
- SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA (S.r.l.) ma occorrevano almeno due in sede di
costituzione -> quindi nel ’93 è stata introdotta la
-SOCIETÀ SEMPLICE (S.s) SRL costituita con un unico socio (unipersonale).
Nel 2003 con la Riforma Societaria è stata
Società di persone
- SOCIETÀ IN ACCOMANDITA SEMPLICE (S.a.s) consentita la costituzione delle società per azioni
con un unico socio.
- SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO (S.n.c.)

La distinzione tra società di capitali e società di persone si basa sulla rilevanza che ha la figura del
socio all’interno della società.
Società di capitali Società di persone

 è prevalente l’aspetto del CAPITALE  è prevalente l’aspetto della persona= SOCIO


 Con personalità giuridica  Senza personalità giuridica
 Autonomia patrimoniale perfetta  Autonomia patrimoniale imperfetta
 I soci di tali società hanno responsabilità  I soci di tali società hanno la responsabilità
limitata. illimitata per le obbligazioni.

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Autonomia patrimoniale
Significa che sui beni conferiti alla società si crea un VINCOLO DI DESTINAZIONE a favore dei
creditori sociali che grava sui conferimenti iniziali e sul patrimonio della società.
I creditori personali del singolo socio (creditori particolari) non possono agire sui beni della
società in quanto il socio non può utilizzare il patrimonio sociale per scopi diversi dalla società
medesima cioè per scopi personali. I creditori personali potranno al massimo soddisfarsi sulla
parte di utili destinati al proprio socio/debitore.
I creditori sociali non possono aggredire direttamente il patrimonio personale dei soci
illimitatamente responsabili, prima devono soddisfarsi su quello societario, poi in via sussidiaria su
quello dei soci illimitatamente responsabili.
Nelle società di persone l’autonomia patrimoniale è imperfetta: è vero che delle obbligazioni
sociali risponde la società con il suo patrimonio ma è anche vero che nel caso in cui il patrimonio
della società non fosse sufficiente a pagare i debiti della società, i creditori sociali potranno
soddisfarsi sul patrimonio dei singoli soci. Quali? Quelli illimitatamente responsabili.

Personalità giuridica
Nelle società dotate di personalità giuridica la SOCIETÀ è un soggetto diverso rispetto ai SOCI

Non vengono mai coinvolti nel pagamento dei debiti della società. Delle obbligazioni sociali risponde sempre
e solo la società con il suo patrimonio. Quindi è impossibile che il creditore sociale insoddisfatto possa
rivolgersi al patrimonio del socio in quanto il patrimonio della società è completamente distinto dal
patrimonio del singolo socio. C’È UN VINCOLO DI DESTINAZIONE TOTALE.

SOCIETÀ DI PERSONE
SOCIETA SEMPLICE
La società semplice racchiude l’intera disciplina delle società di persone.
La società semplice non può mai avere per oggetto un’attività commerciale.
La società semplice è dotata di autonomia patrimoniale imperfetta (senza personalità giuridica).
CREDITORE SOCIALE CREDITORE PARTICOLARE

è il creditore la cui ragione di credito è legata allo è il creditore la cui ragione di credito è estranea
svolgimento dell’attività della società. alla vita della società e riguarda la vita
personale del socio.

CREDITORI SOCIALI NELLA SOCIETÀ SEMPLICE


Art. 2267: Responsabilità per le obbligazioni sociali.
I creditori sociali possono far valere i loro diritti sul patrimonio sociale.
Delle obbligazioni sociali risponde la società con il suo patrimonio, tuttavia se questo patrimonio non è
sufficiente (data l’autonomia patrimoniale) rispondono inoltre (è una responsabilità sussidiaria=che si
aggiunge) personalmente e solidalmente i soci che hanno agito in nome e per conto della società, salvo
22
patto contrario.
Quindi nella società semplice ci sono 2 tipi di soci: dipende dalla volontà degli stessi:
Soci che rispondono Soci che rispondono
illimitatamente per le obbligazioni sociali limitatamente per le obbligazioni sociali

- coloro che amministrano Sono quelli che hanno agito in nome e per conto della
- coloro che hanno pattuito di avere società e hanno pattuito espressamente di avere
responsabilità illimitata. responsabilità illimitata.
Quindi ci sono 2 casi di società semplice:
1) Soci tutti illimitatamente responsabili S.n.c.
2) Soci alcuni limitatamente e altri illimitatamente responsabili S.a.s.
È possibile il caso in cui tutti i soci sono limitatamente responsabili? Non è possibile, altrimenti ci
sarebbe autonomia patrimoniale perfetta e quindi personalità giuridica.
art. 2268-> Escussione preventiva del patrimonio sociale
Il patrimonio sociale è il primo mezzo utile dei creditori sociali, tuttavia il creditore della società
può rivolgersi direttamente al socio chiedendogli il pagamento del debito.
Il creditore sociale non è obbligato a rivolgersi prima al patrimonio sociale e poi, se questo non è
sufficiente, ai soci illimitatamente responsabili: il creditore sociale può richiedere il pagamento
anche direttamente ai soci illimitatamente responsabili.
Il socio a cui sia richiesto il pagamento può domandare (anche se la società è in liquidazione) che il
creditore prima di rivolgersi contro di lui si rivolga alla società indicando i beni socieli su di cui il
creditore sociale possa agevolmente soddisfarsi.

SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO


Art.2291-> Nella società in nome collettivo TUTTI I SOCI rispondono SOLIDALMENTE E
ILLIMITATAMENTE per le obbligazioni sociali. Non possono stipulare patti con cui limitare la
propria responsabilità nei confronti dei terzi. Al massimo possono pattuire un contratto interno di
esclusione della responsabilità che non è però opponibile a terzi. Solo se ha stipulato questo patto
il socio a cui il creditore sociale chiede di pagare avrà diritto ad essere rimborsato dagli altri soci.
Creditori sociali nella s.n.c.
art.2304 -> Responsabilità dei soci: I creditori sociali, anche se la società è in liquidazione, NON
possono pretendere il pagamento dai singoli soci, se non dopo l’escussione del patrimonio sociale.
Nella S.n.c il creditore sociale, per agire contro i soci (quali soci? Tutti poiché tutti illimitatamente
responsabili) DEVE prima agire sul patrimonio sociale e ha l’onere di prova -> di dimostrare
l’insufficienza del patrimonio della società.
Quindi tra l’art.2268 e art.2304 c’è una differenza processuale
 Dal punto di vista sostanziale:
1) prima pagherà sempre la società con il suo patrimonio
2) se il patrimonio non è sufficiente pagheranno i soci
 Dal punto di vista del procedimento:

Nella società in nome collettivo e in Nella società semplice -> il creditore


accomandita semplice il creditore sociale si può rivolgere direttamente al
sociale DEVE prima agire sul socio e deve essere il socio che, se si
patrimonio della società, poi se vuole liberare dal pagamento, deve
dimostra che questo non è indicare i beni sociali su cui può 23
sufficiente agirà contro i soci. soddisfarsi
SOCIETÀ IN ACCOMANDITA SEMPLICE
Alla S.a.s. si applicano le disposizioni relative alla S.n.c., in quanto compatibili.
Art. 2313-> Nella S.a.s. i soci accomandatari rispondono solidalmente e illimitatamente per le
obbligazioni sociali e i soci accomandanti rispondono limitatamente alla quota conferita.
Le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni.
Presenta 2 tipi di soci: (la doppia categoria dei soci non è rimessa alla volontà dei soci ma è insita
nella nozione di S.a.s.):
1) Soci accomandanti-> rispondono limitatamente al conferimento eseguito;
2)Soci accomandatari-> rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali.
Delle obbligazioni sociali risponde la società con il suo patrimonio-> se questo risulta insufficiente
rispondono i soci accomandatari. Il creditore sociale per poter agire contro il socio accomandatario
deve prima agire sul patrimonio della società.

Creditore particolare nella società semplice


Art.2270-> Il creditore particolare del socio (la cui ragione di credito è estranea all’attività della
società) finché dura la società NON può agire sul patrimonio della società (concetto di autonomia
patrimoniale).
Quindi il creditore particolare può:
1) COLPIRE GLI UTILI che spettano al socio;
2) COMPIERE ATTI CONSERVATIVI (cioè sequestrare) la quota che spetterà al socio in caso di
liquidazione della società (ora per allora). Non incide sui diritti e poteri del socio all’interno
della società ma crea soltanto una destinazione a favore del creditore.
3) Se i beni del socio al di fuori della società sono insufficienti a soddisfare il creditore
particolare, quest’ultimo può chiedere, IN OGNI MOMENTO durante la vita della società, la
liquidazione della quota.
Questa previsione non si applica MAI per:
Deve essere liquidata entro 3 mesi dalla in virtù della loro autonomia
richiesta salvo che sia deliberato lo - S.n.c. patrimoniale rafforzata rispetto alla
scioglimento della società - S.a.s. società semplice.

Creditore particolare (nella s.a.s. e nella s.n.c.) L’autonomia patrimoniale è


maggiore perché il creditore
art. 2305-> Il creditore particolare del socio, finché dura la società può: particolare è meno presente
1) colpire gli utili che spettano al socio; nella vita della società
2) compiere atti conservativi;
MA NON PUÒ MAI, anche se il patrimonio del socio è insufficiente a soddisfare il suo credito,
chiedere la liquidazione della quota del socio debitore: deve aspettare per forza lo scioglimento
della società.
Esistono 2 casi in cui il creditore, nonostante la società non sia stata ancora sciolta, può chiedere la
liquidazione della quota:
1) Proroga della società 2307-> lo scopo della norma è quello di impedire che i soci, di proroga in
proroga, non giungono mai allo scioglimento della società impedendo così al creditore particolare
di soddisfarsi sulla quota di liquidazione. Quindi in caso di proroga della società il creditore
particolare può chiedere la quota di liquidazione in ogni momento della vita della società.
2) Società irregolare.
24
SOCIETÀ IRREGOLARE
Si dice irregolare la società che nonostante sia obbligata ad iscriversi nella sezione ordinaria del
registro imprese non vi proceda. Quali società possono essere irregolari?
1) Società in nome collettivo;
Non hanno pubblicità costitutiva
2) Società in accomandita semplice.
Le società semplici non possono essere irregolari perché non hanno l’obbligo di iscriversi nella
sezione ordinaria del registro imprese; esse si iscrivono nella sezione speciale del reg. imprese
dove si realizza una pubblicità notizia e mai una pubblicità legale.
Le società di capitali non possono essere irregolari perché la loro iscrizione nella sezione ordinaria
del registro imprese ha efficacia costitutiva quindi se la società non si iscrive nemmeno esiste.
Irregolarità non significa invalidità: la società è perfettamente valida ed esistente ma avrà delle
conseguenze per non essersi iscritta.
Conseguenza della mancata iscrizione: alla società irregolare si applicano le stesse norme previste per la
società semplice.

art. 2297 S.n.c. irregolare-> fino a quando la società non è iscritta nel registro imprese, i rapporti
tra la società e i terzi, ferma restando la responsabilità illimitata e solidale di tutti i soci, sono
regolati dalle disposizioni relative alla società semplice.
Potere di rappresentanza -> potere di
manifestare ai terzi la volontà della società.

S.n.c. regolare -> è nel registro S.n.c. irregolare -> si presume che chiunque agisca lo
imprese l’iscrizione di chi ha questo abbia (poiché non è iscritta nel registro imprese e
potere non c’è modo di controllarlo)

art. 2317 s.a.s. irregolare-> Fino a quando la società non è iscritta nel registro delle imprese, ai
rapporti tra la società e i terzi si applicano le stesse disposizioni della società semplice, tuttavia i
soci accomandanti conservano la responsabilità limitata. Si applica il 2297.

Riassumendo:
È conservata la responsabilità
Per entrambe si applicano le disposizioni S.n.c. IRREGOLARE illimitata di tutti i soci.
dettate per le società semplici.
Quindi il creditore particolare, se i beni S.a.s. IRREGOLARE È conservata la responsabilità
della società non sono sufficienti a
limitata dei soci accomandanti e
soddisfarlo, può chiedere in qualsiasi
la responsabilità illimitata dei soci
momento la liquidazione della quota del
accomandatari.
socio debitore.
Il creditore sociale può rivolgersi
direttamente al socio e sarà quest’ultimo,
se vuole liberarsi dal pagamento, ad
indicare i beni su cui il creditore possa
agevolmente soddisfarsi.

25
I soci di una s.n.c. irregolare sono tutti Nelle s.a.s. irregolari si conserva la
illimitatamente responsabili, nessuno può responsabilità limitata dell’accomandante
limitare con efficacia nei confronti dei terzi la (purché non operi)
propria responsabilità
Il creditore sociale nella società irregolare può Società regolare-> il creditore sociale è protetto
andare direttamente dal socio a chiedere di dal beneficio di escussione (prima sul
essere pagato (come nelle s.s.) patrimonio della società)

Amministrazione (nelle società di persone)


Nel contratto di società di persone si può scegliere se adottare:
1) Amministrazione disgiuntiva;
2) Amministrazione congiuntiva.
Art. 2257 Amministrazione disgiuntiva-> il potere di amministrazione in questo caso spetta a
ciascun socio disgiuntamente dagli altri: gli amministratori sono autorizzati ad agire
individualmente e separatamente, autonomamente.
Tale potere viene attenuato dal diritto di veto (comma 2): ciascun socio amministratore ha il
diritto di opporsi all’operazione che un altro voglia compiere, prima che questa sia compiuta. In
caso di opposizione chi decide è la maggioranza dei soci, calcolata non in base alle teste, ma in
base alla partecipazione spettante a ciascun socio negli utili.
Nell’amministrazione disgiuntiva ciascun socio amministratore ha:
- potere di gestione; Il comma 1 dell’art 2257 richiama l’art 2086 (introdotto con la riforma del codice della
- potere di rappresentanza. Crisi D’Impresa 2019 non ancora entrato in vigore). Gli assetti che devono essere
istituiti secondo questo articolo devono essere esclusivamente posti in essere dagli
amministratori delle società di persone.
Comma 2 art 2086-> l’amministratore è colui che è obbligato ad assumere adeguati
assetti amministrativi, organizzativi e contabili in riferimento alla natura e alla
dimensione dell’impresa.

art. 2258 Amministrazione congiuntiva-> Se il potere di amministrazione spetta congiuntamente a


più soci (eventualmente anche a tutti) è necessario il consenso di tutti i soci amministratori per il
compimento delle operazioni sociali: unanimità. I singoli amministratori non possono compiere da
soli atti di amministrazione a meno che non vi sia urgenza di evitare un danno alla società.
Art 2266 Rappresentanza della società -> La rappresentanza è il potere di emettere dichiarazioni di
volontà con effetti vincolanti per altri. Se non è pattuito diversamente il potere di rappresentanza
è compreso nel potere di amministrare (il contratto di società può svincolare il potere di
rappresentanza dal potere di gestione).
Potere di rappresentanza ≠ Potere di gestione

potere di manifestare la volontà della società ai terzi è il potere di decidere

Nelle società soggette a pubblicità Nelle società semplici (che


legale (s.n.c e s.a.s.) non è onere del non hanno pubblicità legale
ma pubblicità notizia) è onere 26
terzo verificare se colui che opera ha il
potere di rappresentanza perché del terzo
risulta già iscritto nel registro imprese.
art 2259 potere di revoca degli amministratori-> l’amministratore nominato dal contratto di
società può essere revocato solo ove ricorra giusta causa.
L’amministratore nominato per atto separato è revocabile in ogni momento ma se non sussiste
giusta causa ha diritto al risarcimento del danno.

Amministrazione (nel caso specifico di s.a.s.)


art. 2318 Soci accomandatari -> L’amministrazione della società può spettare solo ai soci
accomandatari.
1) Soci accomandanti non hanno potere di amministrare
2) Tutti gli amministratori devono essere accomandatari Non c’è corrispondenza biunivoca tra
ma non tutti gli accomandatari sono amministratori amministratori e accomandanti

art. 2320 soci accomandanti -> hanno responsabilità limitata. Non possono gestire la società:
divieto di immistione. Possono compiere singoli atti in virtù di una procura speciale conferita
dall’accomandatario nei rapporti con i terzi.
Il socio accomandante che ingerisca nella gestione violando questo divieto sarebbe esposto a
responsabilità illimitata e solidale (pur non diventando accomandatario) verso terzi per TUTTE le
obbligazioni sociali (non solo quelle poste in essere direttamente) e può essere escluso dalla
società.
art. 2314 Ragione Sociale s.a.s. -> la RS di una s.a.s. può essere formata in qualunque modo,
tuttavia deve contenere almeno il nome (anche il cognome) di un socio accomandatario.
L’accomandante che consente che il suo nome venga inserito nella RS acquista responsabilità
illimitata e solidale (non diventa amministratore). 1) quando il suo nome compare nella
Riassumendo: ragione sociale 2314
il socio accomandante
acquista In 2 casi 2) quando gestisce la società 2320
responsabilità illimitata
pur non diventando accomandatario

Art 2292 Ragione Sociale s.n.c.-> La ragione sociale è il nome della società, può essere formata in
assoluta libertà ma deve contenere:
• Nome di almeno 1 socio
• Indicazione del rapporto sociale S.n.c.
Può essere indicato uno o più soci (non importa quale perché hanno tutti la responsabilità
illimitata).

27
SCIOGLIMENTO DEL RAPPORTO SOCIALE LIMITATAMETNE AD UN UNICO SOCIO
Non produce lo scioglimento della società -> si sciogli il rapporto che il socio ha con la società ma
la società prosegue la sua attività.
Le cause di scioglimento del rapporto sociale rispetto ad un socio sono:
1) MORTE
2) RECESSO DI DIRITTO
3) ESCLUSIONE: può essere di 2 tipi
RIMESSA ALLA VOLONTÀ DEI SOCI
Art. 2284 Morte del socio -> Se uno dei soci muore, gli altri soci hanno di fronte 3 possibilità:
1) liquidano la quota del socio defunto agli eredi;
2) sciogliere la società;
3) proseguire la società con gli eredi se questi acconsentono, salva diversa disposizione del
contratto sociale. (ad es.: il contratto potrebbe prevedere che in caso di morte di un socio la
società prosegue con gli eredi in modo automatico, senza il consenso dei soci superstiti.)
Art. 2285 Recesso del socio -> il recesso è il diritto riconosciuto al socio di manifestare la sua
volontà per uscire dalla società. Cause generali di recesso:
1) se la società è contratta a tempo indeterminato o per tutta la durata della vita di uno dei soci, il
socio può sempre recedere con preavviso di 3 mesi;
2) se la società è contratta a tempo determinato è consentito il recesso solo con giusta causa;
3) in caso di proroga tacita 2307 (non viene stabilito un termine);
4) in caso di trasformazione/ fusione/scissione.
Art 2500 ter -> è consentito il recesso del socio nel corso di trasformazione da società di persone in
società di capitali solo i soci che non hanno dato il consenso.
Art 2502 Fusione di società di persone / art 2506 ter Scissione di società di persone-> il socio che
non acconsente alla fusione/scissione può recedere della società.
5) altre cause specificate nel contratto.

Il socio non manifesta la sua volontà di uscire e viene escluso.


 Per volontà degli altri soci 2286;
 Per cause gravi che determinano l’esclusione di diritto
2288.
Art. 2288 Esclusione di diritto-> È un’esclusione che avviene automaticamente al verificarsi di una
delle seguenti cause:
1) il socio viene dichiarato fallito (non si intende il fallimento della società di cui lui è socio ma il
fallimento di un’altra società cui lui partecipa.)
(sostituito da una nuova formulazione per effetto dell’entrata in vigore del Codice della Crisi
d’Impresa -> l’espressione fallimento non esiste più ma è stata sostituita dall’espressione
“liquidazione giudiziale”).
È escluso di diritto il socio nei confronti del quale sia stata aperta o estesa la procedura di
liquidazione giudiziale.
2) il socio nei cui confronti un suo creditore particolare abbia ottenuto la liquidazione della sua

28
quota. (Il secondo punto si applica solo nella società semplice, mai nella S.n.c. e mai nella S.a.s. a
meno che la società non sia irregolare o non sia stata prorogata).
Liquidazione controllata-> riguarda soggetti che non possono essere esposti a liquidazione giudiziale

Art.2286 Esclusione rimessa alla volontà degli altri soci-> L’esclusione non è automatica: il socio
viene escluso se si raggiunge la maggioranza. Causa generale (comma 1)-> gravi inadempienze
Le cause di esclusione sono: delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal
contratto sociale (ad es: mancato
Cause specifiche (che riguardano la posizione personale delconferimento);
socio) -> interdizione, inabilitazione o condanna a una
pena che importa l’interdizione anche temporanea.
Il socio che ha conferito nella società la propria opera, poi diventa impossibilitato nel conferirla, o il godimento di
una cosa, poi la cosa perisce. (ad es: mi sono impegnato a prestare la mia opera ma per motivi fisici non posso
compierla, allora vengo escluso. Ho conferito dei locali ma poi questi periscono, allora vengo escluso).

art. 2287_Procedimento di esclusione-> L’esclusione è deliberata dalla maggioranza dei soci (non
computando il socio da escludere) ed ha effetto dopo 30 giorni. In questi 30 giorni l’escluso può
fare opposizione. Se la società si compone di 2 soci (non esiste maggioranza) interviene il
tribunale su domanda del socio che intende escludere l’altro.
Art. 2289 Conseguenze dello scioglimento del rapporto sociale-> nel caso di morte, recesso o
esclusione il socio (o i suoi eredi in caso di morte) hanno diritto soltanto ad una somma di denaro
che rappresenti la quota di liquidazione. (ad es. se il socio ha conferito i beni non potrà
riprenderseli ma avrà una somma di denaro). Come calcolo il valore della quota?
Il valore della quota viene calcolato in base alla situazione patrimoniale della società del giorno in
cui si è verificato lo scioglimento. Il socio, finché non si verifica lo scioglimento, mantiene la sua
responsabilità. (anche al socio escluso spetta la quota)
Art. 2290 Responsabilità del socio uscente o dei suoi eredi-> fino al momento in cui non si verifica
lo scioglimento per le obbligazioni sociali rispondono gli eredi.
Lo scioglimento dev’essere portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei (società semplice). Per
le s.n.c. e le s.a.s. sarà sufficiente che ciò venga iscritto nel registro delle imprese.

Lo scioglimento sociale limitatamente ad un socio può portare allo scioglimento della società?
In linea generale NO: la società continua la sua attività, tuttavia ci sono 2 casi particolari in cui è
possibile:
1) art 2272 comma 4 -> la società era formata da 2 soci ed 1 viene meno: la società si scioglie se,
nel termine di 6 mesi, non viene ricostituita la pluralità dei soci. (Perché la legge non consente che
la società di persone sia costituita da 1 unico socio) (essendo un contratto non può vivere di una
sola persona).
2) la società era formata da 2 o più soci e colui che viene meno era considerato essenziale per il
conseguimento dell’oggetto sociale.
Contratto di società-> è un contratto con scopo associativo (con comunione di scopo) o plurilaterale.
Non si verifica lo scioglimento del contratto nel caso in cui venga meno una delle parti. A meno che, la partecipazione
della parte che vien meno non fosse essenziale per il contratto stesso.

29
SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETÀ
Tutte le cause di scioglimento operano di diritto: non c’è bisogno del consenso dei soci,
prescindono dalla loro volontà.
Art. 2272 Cause di scioglimento della società-> (valgono per tutti i tipi di società di persone)
1) Decorso del termine stabilito nell’atto costitutivo (a cui di potrebbe porre rimedio con una
proroga -> tacita (i soci proseguono la loro attività senza fissare mai una scadenza) espressa
(fissare un nuovo termine di scadenza);
2) Conseguimento dell’oggetto sociale o per la sopravvenuta impossibilità di conseguirlo;
3) Volontà di tutti i soci;
4) Quando viene a mancare la pluralità dei soci, se nel termine di 6 mesi questa non è ricostituita
(le società di persone non possono essere unipersonali, cioè con 1 solo socio);
5) per altre cause previste dal contratto sociale.
5bis introdotto con la Riforma della Crisi d’Impresa) Apertura della procedura di liquidazione
controllata Perché? La società semplice non può svolgere un’attività commerciale, non può
acquisire la qualità di imprenditore commerciale e quindi non può essere soggetta a liquidazione
giudiziale.

art. 2308 Cause di scioglimento della società-> (che vanno ad aggiungersi per la s.n.c. oltre quelle
citate nell’art.2272) (modificato con la RCI)
1) per provvedimento dell’autorità governativa;
2) apertura della procedura di liquidazione giudiziale -> NO per dichiarazione di fallimento.

art. 2323 Cause di scioglimento della s.a.s.-> (che vanno ad aggiungersi oltre quelle citate nell’art.
2272 e nell’art.2308)
1) quando rimangono soltanto soci accomandanti o accomandatari, cioè quando viene meno la
pluralità delle categorie dei soci (ad es. se ci sono 1 accomandante e 3 accomandatari e viene
meno l’accomandante se la pluralità non viene ricostituita entro 6 mesi la società si scioglie).

Problema: se vengono a mancare tutti gli accomandatari, Nei sei mesi la società
significa che non ci sono amministratori, si definisce in uno stato
quiescente (stato di
quindi gli accomandanti nominano un amministratore provvisorio
riposo/inattività) -> si
per il compimento di atti di ordinaria amministrazione.
tratta di verificare se i
soci rimasti hanno
Egli non diventa accomandatario: non assume intenzione di far
responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali. entrare un nuovo socio.

30
Fasi dello scioglimento:
1 Scioglimento -> 2 Liquidazione -> 3 Estinzione
Lo scioglimento della società non equivale all’estinzione della società -> ma produce un
cambiamento dello scopo della società:
si passa dallo SCOPO DI LUCRO a SCOPO DI DIVISIONE DEL PATRIMONIO SOCIALE

= cioè scopo di divisione degli utili conseguiti

Affinché il patrimonio sociale si possa ripartire tra i soci occorre che esso venga liberato dal
VINCOLO DI DESTINAZIONE

Per togliere il vincolo di destinazione che grava sul patrimonio sociale occorre PAGARE tutti i
CREDITORI SOCIALI

così inizia la FASE DI LIQUIDAZIONE


È la fase successiva al verificarsi della causa di scioglimento.
La liquidazione è sempre necessaria? No, non ci sarà bisogno di procedere alla fase di liquidazione
se tutti i creditori sociali sono stati pagati e la società quindi non presenta debiti.

art.2274 Poteri degli amministratori dopo lo scioglimento-> Quando si verifica una delle cause di
scioglimento, agli amministratori è conservato il potere di amministrare ma solo per gli affari
urgenti, fino a che sono presi provvedimenti necessari per la liquidazione.
art. 2275 Liquidatori-> Quando si verifica una delle cause di scioglimento se il contratto non
prevede delle regole sulla modalità di liquidazione del patrimonio sociale o i soci non sono
d’accordo, la liquidazione viene affidata ai liquidatori. Sono soggetti nominati con il consenso di
tutti i soci o dal presidente del tribunale;
possono essere 1 o più; possono essere
scelti tra i membri dell’amministrazione.

art. 2277 Inventario-> Gli amministratori devono consegnare ai liquidatori i beni e i documenti
sociali e presentare il conto della gestione relativa al periodo successivo all’ultimo rendiconto.
I liquidatori prendono in consegna i beni e i documenti sociali e redigono insieme agli
amministratori l’inventario dal quale risulti lo stato attivo e passivo del patrimonio sociale.
art. 2287 Poteri dei liquidatori->
 Possono compiere tutti gli atti necessari per la liquidazione;
 Possono vendere anche in blocco i beni sociali e fare transazioni e compromessi;
 Rappresentano la società in giudizio.
art. 2279 Divieto di nuove operazioni-> I liquidatori non possono porre in essere nuove operazioni
(es non possono stipulare nuovi contratti). Se violano questo divieto sono responsabili
personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi (con il loro patrimonio personale).

31
art. 2280_Pagamento dei debiti sociali-> il compito fondamentale dei liquidatori è pagare i debiti
della società.
Comma 1-> liberare il patrimonio sociale dal vincolo di destinazione.
Comma 2-> Se i fondi necessari risultano insufficienti per il pagamento dei debiti sociali, i
liquidatori:
1) possono chiedere ai soci i versamenti ancora dovuti sulle rispettive quote e se occorre;
2) possono chiedere ai soci le somme necessarie per pagarli nei limiti delle rispettive
responsabilità (limitata o illimitata) e in proporzione di ciascuno nelle perdite.
Finché i liquidatori non pagano i creditori della società, i liquidatori non possono ripartire tra i soci
neppure parzialmente, i beni sociali.
Art 2281 Restituzione dei beni in godimento -> i soci che conferiscono i beni in godimento non
devono attendere la chiusura della liquidazione per riprenderseli. Hanno diritto a riprenderli nello
stato in cui si trovano (perché non fanno parte del patrimonio della società ma sono di proprietà
del socio). Se questi sono periti o deteriorati il socio ha diritto al risarcimento del danno che
graverà sul patrimonio sociale come un altro debito sociale.
Art. 2282_Ripartizione dell’attivo-> Una volta estinti i debiti sociali, l’attivo residuo è destinato al
rimborso dei conferimenti. I soci riprendono una somma che corrisponde al
conferimento eseguito e se avanza qualcosa, quello
rappresenta effettivamente il risultato positivo di gestione.

È possibile revocare la liquidazione? SI: è Una volta che si è verificata una causa di scioglimento e
necessario il consenso di tutti i soci, perché la società si trova in liquidazione non è più possibile
ognuno deve dare il consenso rinunciando aversi lo scioglimento del rapporto sociale limitatamente
alla quota di liquidazione che gli spetta. ad un socio.

Liquidazione della S.n.c.


art 2311-> Si applicano le stesse disposizioni della società semplice con alcune particolarità:
1) la nomina dei liquidatori dev’essere iscritta nel registro imprese.
2) è imposto ai liquidatori, una volta compiuta la liquidazione, la redazione del BILANCIO FINALE e i
liquidatori devono proporre ai soci il PIANO DI RIPARTO.
Deve essere sottoscritto dai
liquidatori e comunicato ai
Documento predisposto dai liquidatori e preposto dai soci dove soci con raccomandata.
sono indicate l’entità delle somme attribuibili a ciascun socio al
termine della liquidazione. I liquidatori sono liberati:
Si tratta solo di una proposta fatta ai soci: che infatti possono -se passano due mesi senza che nessuno
scegliere di ripartire diversamente questi fondi. impugni il bilancio (approvazione tacita)
-se il bilancio viene impugnato e poi viene
accettata la modalità in cui è stato redatto
-se il bilancio viene espressamente approvato

32
art. 2312 Cancellazione della società dal registro imprese-> I liquidatori devono richiedere la
cancellazione della società dal registro imprese -> dopo di che la società è estinta.
Se la società viene cancellata dal reg. imprese ed estinta, i creditori non soddisfatti, possono agire
contro i soci per il mancato pagamento e se questo è dipeso dai liquidatori, potranno agire anche
contro di essi.
Dopo la cancellazione i documenti devono essere tenuti per 10 anni (termine di prescrizione
ordinaria).

Società per azioni SPA


Società a responsabilità limitata SRL
SOCIETÀ DI CAPITALI
Società in accomandita per azioni SAPA

Riforma Societaria innovazioni:


 Prima della RS la SRL era regolata come una piccola SPA (con la stessa disciplina salvo particolari norme). Lo scopo
fu quello di fissare una disciplina specifica e distinta;
 Valorizzazione dell’autonomia privata dei soci negli statuti;
 Prima gli organi di amministrazione e controllo avevano una specifica disciplina (unica forma). Con la RS:
-il sistema monistico (derivazione anglosassone)
-il sistema dualistico (derivazione tedesca)
 Gruppi di società;
 Società cooperative.

SOCIETÀ PER AZIONI (S.p.a.)


È caratterizzata da 3 aspetti fondamentali:
1) Per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio, dunque non c’è
la responsabilità illimitata dei soci.
art. 2325 Responsabilità-> per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo
patrimonio. Una volta che i soci hanno eseguito il conferimento non sono più chiamati a
rispondere per le obbligazioni sociali con il loro patrimonio personale: responsabilità limitata al
conferimento eseguito.
2) La partecipazione al capitale sociale è rappresentata da azioni: quest’elemento distingue la
s.p.a. dalla s.r.l.;
3) La s.p.a. ha la personalità giuridica e quindi autonomia patrimoniale perfetta

33
Per pubblica sottoscrizione
Costituzione della S.p.a. Simultaneamente->i soci si recano
La costituzione si basa su 2 momenti: dal notaio per redigere l’atto
1) stipula dell’atto costitutivo per atto pubblico può avvenire pubblico e avviene la costituzione.

2) iscrizione nella sezione ordinaria del registro imprese (efficacia costitutiva -> acquista
personalità giuridica)

La stipula dell’atto costitutivo per pubblica sottoscrizione art 2333 (non molto diffusa) prevede
diverse fasi:
1)Programma e sottoscrizione delle azioni-> i promotori (coloro che hanno l’iniziativa) dispongono
e firmano un programma che indica gli elementi essenziali della società e il termine entro il quale
va stipulato l’atto costitutivo. Questo programma prima di essere reso pubblico va depositato
presso un notaio.
1.1) Adesioni al programma-> che avvengono mediante sottoscrizione delle AZIONI. La
sottoscrizione deve risultare da atto pubblico o scrittura privata autenticata
Deve contenere:
- nome e cognome e domicilio del sottoscrittore
- numero di azioni sottoscritte
- data di sottoscrizione

2)Assegnare un termine -> a chi ha aderito per eseguire il versamento del capitale che è stato
sottoscritto fissando un termine di 30 giorni (comma 1 art 2334).
3) Decorso questo termine, se i soggetti che hanno aderito all’iniziativa non hanno ancora
effettuato il versamento dei conferimenti, i promotori possono:
- agire esecutivamente contro i sottoscrittori morosi (contro chi ha aderito ma non versa)
- sciogliere i sottoscrittori dall’obbligazione assunta: in questo caso però devono collocare le azioni
che non sono state sottoscritte -> comma 2 art 2334
4) Convocazione dell’assemblea dei sottoscrittori -> “con l’indicazione delle materie da trattare”
comma 4 art 2334
art. 2335_Assemblea dei sottoscrittori-> si riunisce per portare a compimento la costituzione della
società. Ciascun sottoscrittore, qualunque sia il numero di azioni sottoscritte ha diritto a un voto
(voto per teste) (non vale per le SPA).
Quorum costitutivo: l’assemblea è validamente costituita con la presenza della metà dei
sottoscrittori; Quorum deliberativo: voto favorevole della maggioranza dei presenti.
 accerta che ci siano le condizioni richieste per la costituzione della società
 delibera sul contenuto dell’atto costitutivo e dello statuto
 delibera sulla misura degli utili che spettano a favore dei promotori
 nomina gli amministratori e i sindaci oppure i componenti del consiglio di sorveglianza
4) Stipulazione e deposito (entro 10 gg) dell’atto costitutivo da parte dell’assemblea dei
sottoscrittori.

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Art. 2337+ 2340 Promotori-> il promotore è colui che prende l’iniziativa, redige e sottoscrive il
programma. Ha diritto ad una partecipazione agli utili ma non più di 1/10 degli utili netti risultanti
dal bilancio e per non più di 5 anni.
Art 2338 Obbligazioni dei promotori-> sono solidalmente responsabili delle obbligazioni assunte
per la costituzione della società. Obbligazioni dalle quali devono essere tenuti indenni e rimborsati
delle spese se necessarie per l’attività. Se la società non si costituisce i promotori non possono
rivalersi sui sottoscrittori.

Art 2341 Soci fondatori-> sono quelli che partecipano alla costituzione simultanea e quelli che,
nella costituzione per pubblica sottoscrizione, partecipano all’assemblea costituente. I soci
fondatori si possono riservare nell’atto costitutivo una partecipazione agli utili.

Art. 2328_Atto Costitutivo


Serve per identificare la società e deve essere redatto per atto pubblico e contiene:
1) Identificazione dei soci ed eventuali promotori;
2) Denominazione sociale art 2326 (non è obbligatorio il nome o cognome);
3) Comune (non si indica l’indirizzo che non fa parte dell’atto costitutivo ma sarà iscritto nel
registro imprese). Se cambio il Comune ci sarà una modifica dell’atto costitutivo per atto
pubblico. Se cambio indirizzo ci sarà una modifica nel registro imprese.
4) Indicare l’attività dell’oggetto sociale (non va bene un oggetto generico)
5) Ammontare del Capitale sottoscritto e di quello versato -> parte del patrimonio netto che
esprime in denaro il valore iniziale dei conferimenti.
art 2327-> la S.p.a. deve costituirsi con un capitale minimo di € 50.000,00.
 Numero ed eventuale valore nominale delle azioni
 Criteri di ripartizione dell’utile
 Benefici eventualmente accordati ai promotori e ai soci fondatori
 Sistema di amministrazione adottato (tradizionale, monistico o dualistico)
 Numero dei componenti del collegio sindacale
 Nomina degli amministratori
 Durata della società= in quanto la società può essere contratta a tempo determinato,
indeterminato
Lo statuto della società-> contiene le norme relative al funzionamento della società; esso
costituisce parte integrante dell’atto costitutivo; in caso di contrasto tra STATUTO e ATTO
COSTITUTIVO prevale lo statuto.

35
Art. 2329 Condizioni per la costituzione->
1) che sia sottoscritto per intero il capitale sociale minimo di € 50.000,00: i soci devono
impegnarsi ad eseguire il conferimento che complessivamente corrisponde alla misura del
capitale fissato.
2) devono essere rispettate le norme relative ai conferimenti, cioè deve essere versato il 25%
dei conferimenti in denaro su un conto corrente bancario vincolato.

art. 2330 Deposito dell’atto costitutivo e iscrizione della società-> Il notaio che ha ricevuto
l’atto costitutivo deve depositarlo entro 10 giorni presso l’ufficio del registro delle imprese; se
non provvede il notaio possono farlo gli amministratori o i soci a spese della società.

Art. 2331 Effetti dell’iscrizione nel registro delle imprese-> Con l’iscrizione nel registro imprese
la società acquista personalità giuridica (l’iscrizione nel registro imprese ha efficacia
costitutiva).
Le operazioni che fossero poste in essere in nome della società prima che questa venga iscritta
nel registro imprese (cioè nel periodo che intercorre tra stipula dell’atto costitutivo e iscrizione
nel reg. imprese) sono a carico di chi le ha compiute che è illimitatamente e solidalmente
responsabile. Una volta che la società sia iscritta può approvare le operazioni che sono già
state compiute con 2 conseguenze:
1. alla responsabilità di coloro che hanno operato si aggiunge la responsabilità della società;
2. Se coloro che hanno operato fossero costretti a pagare, la società dovrà rivalerli.
Prima dell’iscrizione non è possibile emettere AZIONI.

Art.2332 Nullità di società (non è la nullità di contratto ma di società)


Avvenuta l’iscrizione nel reg. imprese (sez. ordinaria), si ha NULLITÀ solo in questi casi:
1) Mancata stipulazione dell’atto costitutivo per atto pubblico;
2) Illeicità dell’oggetto sociale;
3) Mancanza nell’atto costitutivo di alcuni elementi essenziali (es: conferimenti,
denominazione sociale, l’oggetto sociale).

La nullità di contratto ha efficacia RETROATTIVA: cioè quando viene pronunciata la nullità si


cancellano tutti gli effetti che sono stati prodotti.
Invece, nel caso di nullità di S.p.a., la nullità NON HA EFFICACIA RETROATTIVA ma opera ora per il
futuro: la nullità non pregiudica l’efficacia degli atti che sono stati compiuti, quindi i soci non sono
liberati dai conferimenti che devono eseguire finché i creditori sociali non sono stati soddisfatti.
Quindi in caso di nullità si pone il problema di pagare i debiti della società

La nullità opera come se fosse una causa di scioglimento della società.


La nullità può essere sanata: rimuovendo la causa che l’ha determinata. Questo per assicurare la
continuazione della società una volta costituita.
(A differenza della nullità del negozio giuridico che non può essere sanata)

36
S.p.a. Unipersonale
Con la riforma societaria 2003/2004 è possibile costituire, mediante atto unilaterale, una S.p.a.
con un solo socio (unico azionista), oppure è possibile che una S.p.a. inizialmente costituita da più
soci ad un certo punto della sua vita si tramuti in una società con un solo socio e l’unico azionista
conserva la responsabilità limitata.
(Invece nella società di persone non è possibile costituire una società con un unico socio perché
essa si costituisce con contratto plurilaterale, è un contratto con comunione di scopo).

Cautele della S.p.a. unipersonale


 Per le obbligazioni compiute in nome della società, prima dell’iscrizione, sono illimitatamente e
solidalmente responsabili verso i terzi coloro che hanno agito ma anche il socio unico
fondatore e quelli che hanno consentito l’operazione.
 Art 2342 comma 2 Conferimenti: al momento della sottoscrizione dell’atto costitutivo
dev’essere versato presso una banca il 100% dei conferimenti in denaro, cioè l’intero
ammontare.
Se la società inizialmente viene costituita con atto plurilaterale e l’uni-personalità si verifica
successivamente, se ancora i conferimenti non sono stati integralmente versati, il socio unico ha
tempo 90 giorni da quando si è verificata la situazione di uni personalità per poter versare i
conferimenti ancora dovuti.

art 2325 comma 2-> Il mancato rispetto di questa condizione porta alla RESPONSABILITÀ
ILLIMITATA dell’unico azionista solo però se:
se non si verifica una tra
1) la società è insolvente
queste 2 situazioni non c’è
2) solo per le obbligazioni sorte nel periodo in cui vi è l’unico azionista. responsabilità illimitata.
Art. 2362 Unico Azionista-> Quando la società ha un unico azionista, quando muta la persona
dell’unico socio, quando la pluralità dei soci viene meno o è ricostituita vige l’obbligo a carico degli
amministratori di fare una specifica iscrizione nel registro imprese (sez. ordinaria): iscrizione che
permette di conservare la responsabilità limitata.

art. 2342 Conferimenti della s.p.a.-> Se nell’atto costitutivo non è stabilito diversamente, il
conferimento deve farsi IN DENARO.
 Se il conferimento avviene in denaro, in sede di costituzione occorre versare almeno il 25 % dei
conferimenti presso una banca. (il restante 75 % dei conferimenti in denaro verrà versato
durante la vita della società: quando vuole il socio o quando richiesto dagli amministratori per
far fronte alle esigenze della società)
 Se nella società fosse presente un unico socio (vedi atto unilaterale) andrebbero versati
integralmente tutti i conferimenti.
 Se viene meno la pluralità dei soci la società non può vivere (se unipersonale) con capitale
sociale non integralmente versato quindi -> questo andrà versato entro 90 giorni-> se non lo fa
il socio acquista responsabilità illimitata.
 i conferimenti di beni in natura e crediti devono essere integralmente eseguiti al momento
della sottoscrizione. (se conferisco un immobile è chiaro che non posso conferire solo una
parte e poi l’altra)

37
 Mai possono formare oggetto di conferimento le prestazioni di opera o di servizi (si
beni/crediti) -> perché presentano un’incertezza nella valutazione che possono rendere
complicata l’effettività del capitale sociale. (Si in tutte le società di persone e nelle SRL -> mai
nelle SPA e SAPA)

(esempio: decido di costituire una S.p.a. con capitale di € 100.000,00. È possibile? Sì, perché il
capitale minimo è di € 50.000,00. Tale capitale sociale viene sottoscritto da una pluralità di soci e il
conferimento viene costituito per € 50.000,00 in denaro e i restanti 50.000,00 mediante
conferimento di un bene. In sede di costituzione quindi, il capitale versato sarà € 75.000,00:
50.000,00 tramite conferimento in natura (che deve essere subito integralmente eseguito) + 25%
di 50.000 che è pari a 12.500,00).
Ricorda-> art 2247 il conferimento è la prestazione alla quale si obbligano coloro che vogliono
partecipare alla società.

Art 2343 Conferimenti in natura-> volta a garantire l’effettività del capitale sociale e dei
conferimenti a tutela dei creditori sociali.
Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare una relazione giurata di stima fatta da un
esperto nominato dal tribunale nella cui circoscrizione si trova la sede della società.
La relazione di stima è un’attestazione volta a garantire che il bene conferito abbia un valore pari
almeno a quello del capitale che con quel bene viene sottoscritto e deve contenere:
 La descrizione dei beni o dei crediti che sono oggetto di conferimento;
 L’indicazione dei criteri di valutazione eseguiti.
Una volta eseguito il conferimento in natura, gli amministratori devono controllare la relazione di
stima e se sussistono fondati motivi (per esempio oscillazioni di mercato) devono procedere alla
revisione di stima.
Problema:
Se il valore dei beni o crediti è inferiore a 1/5 di quello per cui avviene il conferimento, la società
deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale perché altrimenti si creerebbe un inganno per i
creditori (es: nell’attivo di stato patrimoniale trovo scritto 500 e invece vale 300) annullando le
azioni che restano scoperte tuttavia il socio conferente potrebbe:
 Versare la differenza in denaro;
 Recedere dalla società (ha diritto alla restituzione in natura del bene/credito conferito).
Se per effetto di un conferimento mal eseguito si scende sotto la soglia minima di 50 mila per
costituire le SPA -> la società potrebbe rischiare di sciogliersi.
Art 2343 ter-> ci possono essere dei casi in cui si conferiscono beni/crediti senza perizia di stima:
 Nel caso di conferimento di valori mobiliari.
Il valore attribuito e dell’eventuale sovrapprezzo sia pari o inferiore:
 Fair value (criterio di valutazione ordinario previsto nei bilanci che sono redatti sulla base
dei principi contabili internazionali) (valore corrente di mercato);
 Il valore per il quale viene eseguito il conferimento è stato già oggetto di una valutazione
eseguita nei sei mesi precedenti da un esperto professionale e indipendente.

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Art 2343 quater-> gli amministratori verificano al termine del 30 giorni dall’iscrizione della società
se nel periodo successivo a quello a cui all’art 2334 ter sono intervenuti fatti eccezionali che hanno
inciso sul prezzo dei valori -> nel caso si ritenga opportuno possono procedere a una nuova
valutazione.

Soci-> sono coloro che, successivamente alla


costituzione, hanno acquistato le azioni

Art. 2343-bis Acquisti pericolosi-> volto ad impedire manovre erosive da parte di soci, promotori,
fondatori e amministratori.
Se la società acquista beni di proprietà di fondatori/soci/amministratori nei 2 anni dall’iscrizione
nel registro imprese per un corrispettivo superiore a 1/10 del capitale sociale, ci devono essere
cautele proprio perché si tratta di un acquisto pericoloso. Quali sono queste cautele?
- L’alienante deve presentare la relazione giurata di stima di un esperto designato dal
tribunale, contenente la descrizione dei beni o dei crediti e il loro valore;
- l’acquisto dev’essere autorizzato dall’assemblea ordinaria;
Quindi sono 2 i casi in cui è necessaria la RELAZIONE DI STIMA:
1) Conferimenti in crediti o natura;
2) Acquisti pericolosi.

art. 2344 Socio moroso-> Cosa succede se al socio nel corso della vita della società viene richiesto
di versare la restante parte del 75% del conferimento in denaro ma lui non adempie? Il socio
diventa moroso (in mora nei versamenti). C’è una procedura:
1) Viene pubblicata sulla gazzetta ufficiale una diffida di adempiere rivolta al socio moroso.
2) Dopo 15 giorni dalla pubblicazione, se il socio moroso non ha ancora provveduto, gli
amministratori posso scegliere se:
- Agire esecutivamente contro il socio moroso (es: pignorare il suo patrimonio per avere il
conferimento ancora da eseguire);
- Offrire le azioni agli altri soci in proporzione delle azioni che già posseggono per un prezzo non
inferiore al versamento ancora dovuto.
Se non ci sono offerte da parte dei soci gli amministratori possono far vendere le azioni da una
banca o da un intermediario a terzi.
Se nessuno le compra allora il SOCIO DECADE-> si trattengono i soldi conferiti come risarcimento
del danno (salvo il maggior danno).
Se le azioni (rimesse sul mercato) non si possono ricollocare entro l’anno -> devono essere estinte
con conseguente riduzione del capitale sociale.

Art 2345 Prestazioni accessorie


Oltre l’obbligo dei conferimenti, l’atto costitutivo può stabilire l’obbligo dei soci di eseguire
PRESTAZIONI ACCESSORIE -non consistono in denaro;
-sono prestazioni di opera/servizi che non
Le azioni alle quali è connesso formano capitale sociale
l’obbligo delle prestazioni:
Per esempio: sono un avvocato e partecipo ad una società: eseguo un
•sono nominative conferimento in denaro ma, se richiesto, posso anche prestare la mia
•non sono trasferibili opera di avvocato a favore della società.
39
AZIONI
Le azioni rappresentano le parti in cui è diviso il capitale sociale.
Le azioni sono le quote di partecipazione dei soci al capitale sociale della S.p.a.
Ogni azione conferisce al suo possessore la qualità di socio.
La redditività delle azioni è strettamente collegata all’andamento gestionale dell’impresa quindi la
remunerazione è eventuale e la vita di un’azione è indeterminata.
Sono rappresentate da titoli azionari che circolano come titoli di credito.
Le azioni presentano le seguenti caratteristiche:
 Sono OMOGENEE E STANDARDIZZATE-> il capitale sociale delle S.p.a. è diviso in un numero
predeterminato (nell’atto costitutivo) di parti di identico ammontare, l’azione, che attribuisce
uguali diritti ai suoi possessori.
 Sono LIBERAMENTE TRASFERIBILI (cioè liberamente negoziabili)
 Sono INDIVISIBILI art 2347-> l’azione è l’unità minima di partecipazione.
Comproprietà delle azioni -> i diritti dei comproprietari devono essere esercitati da un
rappresentante comune nominato. (se non nominato la comunicazione fatta ad uno solo dei
comproprietari ha efficacia nei confronti di tutti)
(es: Se il socio che possiede l’azione muore e i suoi eredi sono 2, l’azione non potrà essere divisa in
2 ma gli eredi diventano comproprietari).

Art 2348 Categoria di Azioni-> le azioni devono essere di uguale valore (nominale).

Esistono anche delle azioni prive di valore nominale-> lo Cifra in moneta legale che esprime
statuto indicherà il capitale sociale diviso nel numero delle il valore di ciascuna azione -> va
azioni -> la partecipazione del socio verrà espressa in indicato nell’atto costitutivo e sul
percentuale. titolo azionario.

Si possono creare categorie di azioni (spetta alla volontà dei soci espressa nello statuto, al
momento della costituzione) fornite di diritti diversi anche per quanto riguarda l’incidenza delle
perdite. Tutte le azioni appartenenti ad una medesima categoria conferiscono uguali diritti.

Ogni azione conferisce al suo proprietario un complesso unitario di diritti e poteri, caratterizzato
da UGUAGLIANZA*, possono essere diritti di:
 Natura amministrativa (diritto di intervenire in assemblea, di votare, di impugnare le delibere);
 Natura patrimoniale (diritto agli utili, diritto alla quota di liquidazione);
 Natura mista (diritto di opzione, di recesso).
*Non si tratta di un’uguaglianza assoluta ma di un’:
1) Uguaglianza relativa
2) Uguaglianza oggettiva: uguali sono i diritti attribuiti da un’azione, non i diritti di cui gode ogni
azionista complessivamente, questo dipende dal numero di azioni che lui possiede.

Ci sono dei diritti che possono essere esercitati indipendentemente dalle azioni che si posseggono
(es: diritto di intervenire in assemblea).
Ci sono dei diritti che spettano su proporzione al numero di azioni possedute (es: diritto di voto,
diritto degli utili).

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art. 2351 Diritto di voto-> In ordine al diritto di voto lo statuto può prevedere le seguenti categorie
di azioni:
 Azioni senza diritto di voto;
 Azioni con diritto di voto limitato a particolari argomenti;
 Azioni con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente
potestative (che non dipendono dalla volontà del singolo).
comma 4-> nel 2014 il legislatore ha introdotto la possibilità di Azioni a voto plurimo
- Attribuiscono ad 1 azione più voti fino a un massimo di 3 voti
- NON sono ammesse nelle società quotate

Nelle società quotate sonno ammesse le LOYALTY SHARES (azioni di lealtà)


=
Sono azioni a voto maggiorato: attribuiscono ad 1 azione fino a un massimo di massimo di 2 voti.
Le loyalty shares spettano solo se sono possedute per almeno 24 mesi dallo stesso azionista.
poiché nelle società quotate c’è un frequente scambio di azioni (l’azionista compra le azioni per avere un
utile dalla rivendita) viene previsto una sorta di “premio all’azionista fedele” che conserva i titoli azionari per
24 mesi.

Art 2350 Diritto agli utili-> gli utili spettanti agli azionisti sono correlati all’andamento dell’attività
in funzione dei risultati (non dell’intera azienda) ma di un particolare settore della stessa (settore a
cui è correlata la mia azione).

AZIONI ORDINARIE-> attribuiscono diritti e poteri amministrativi, patrimoniali e misti


AZIONI SPECIALI-> attribuiscono solo alcuni diritti o diritti limitati rispetto alle azioni ordinarie.
Per ogni categoria di azioni speciali la S.p.a. costituisce un’assemblea speciale.
Azioni privilegiate-> sono nominative e attribuiscono ai possessori un diritto di preferenza nella
distribuzione degli utili e nel rimborso del capitale al momento dello scioglimento della società.

Azioni di risparmio -> sono previste solo per le S.p.a. quotate; NON attribuiscono diritto di voto ma
prevedono solo privilegi patrimoniali; l’entità del privilegio non è stabilita dalla legge (dal TUF) ma
viene indicata nell’atto costitutivo. Infatti ci sono azionisti che non hanno interesse a partecipare
al voto perché sanno di avere un numero di azioni tale per cui non saranno mai in grado di influire
sulle decisioni in assemblea ma che investono nella società del denaro per ottenere dei privilegi in
termini patrimoniali.
Le azioni di risparmio possono essere emesse: in sede di costituzione, convertendo parte delle
azioni ordinarie in azioni di risparmio, in sede di aumento del capitale sociale, emettendo
direttamente azioni di risparmio.
Le azioni di risparmio, se interamente liberate (=cioè azioni per cui è stato eseguito interamente il
corrispondente conferimento), possono essere emesse al portatore: questo è uno dei pochi casi in
cui nel nostro ordinamento è consentita l’emissione di azioni al portatore.

Art 2349 Azioni dei prestatori di lavoro-> sono assegnate gratuitamente ai lavoratori o dipendenti
della S.p.a. in caso di distribuzione straordinaria di utili, quando si vuole dare un riconoscimento ai
lavoratori dipendenti per l’attività che prestano nella società. Dato che i lavoratori dipendenti non

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pagano le azioni, l’assemblea straordinaria delibera l’aumento di capitale sociale tramite riserve o
utili.
Azioni di godimento-> sono assegnate ai soci a cui sono state rimborsate le azioni solo per il valore
nominale, in sede di riduzione reale e volontaria del C.S. Le azioni di godimento non attribuiscono
diritto di voto.

Art 2354 Titoli Azionari-> I titoli possono essere nominativi o al portatore (di risparmio/sicab)
A seguito di leggi speciali le azioni sono soltanto nominative -> i casi di azioni al portatore sono
limitati.
Art 2355 Circolazione delle azioni -> Le azioni sono normalmente liberamente trasferibili (questo è
il principio generale). Tuttavia, ci possono essere dei vincoli o limiti al libero trasferimento previsti
dalla legge o dallo statuto. Casi previsti dalla legge:
1) Le azioni che sono state liberate con conferimento in natura (2343 terzo comma) -> non
possono essere alienate finché non è eseguito il controllo del valore del conferimento.
2) Le azioni assistite da prestazioni accessorie 2345-> sono trasferibili SOLO con il consenso
dell’organo amministrativo.

Casi previsti per la volontà dei soci (atto costitutivo):


1) Clausola di Prelazione (può essere prevista per un periodo non superiore a 5 anni):
Se è previsto il diritto di prelazione, il socio che intende alienare le sue azioni a un terzo deve
prima offrirle in prelazione, a parità di condizioni, agli altri azionisti, in proporzione delle azioni da
ciascuno possedute.
La prelazione dev’essere integrale/totale -> se gli azionisti la esercitano parzialmente la prelazione
si intende rifiutata.
Lo scopo è quelli di limitare la circolazione delle azioni per tutelare gli attuali azionisti che
impediscono così a terzi (non graditi) di entrare nella società.
2) Clausola di gradimento-> subordina il trasferimento delle azioni al consenso di un organo
sociale o altri soci. Le clausole di gradimento possono essere tali da subordinare il trasferimento al:
Gradimento motivato -> la motivazione dev’essere già contenuta nello statuto;
Mero gradimento -> quando l’organo demandato alla decisione ha la facoltà di concedere o meno
il gradimento in modo del tutto discrezionale.
3) Caso di totale inalienabilità delle azioni -> lo statuto può, per un periodo non superiore a 5 anni
dalla costituzione della società, vietare il trasferimento delle azioni.

Questi limiti possono essere inseriti nell’atto costitutivo -> il problema si pone se questi limiti sono
introdotti mediante modifica dell’atto costitutivo durante la vita della società. I soci che non sono
consenzienti possono recedere. Vale anche il contrario, cioè anche se questi limiti vengono
eliminati il socio ha diritto di recesso.

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CORPORATE GOVERNANCE della S.p.a.
In tutte le S.p.a. ci devono essere 3 organi:
1) Assemblea dei soci -> ha funzione deliberativa in ordine alle decisioni della vita della
società;
2) Organo di gestione (Amministrativo) -> che ha potere di gestione + potere di rappresentanza;
3) Organo di controllo interno -> che ha funzione di controllo.

L’organo amministrativo e di controllo si configurano diversamente a seconda del sistema di


corporate e governance adottato:  L’organo di gestione assume la veste di
1) Sistema tradizionale si basa sulla presenza di amministratore unico o di consiglio di
(nel 1942 era previsto solo questo sistema amministrazione;
Infatti, era già presente prima della Riforma del 2003)  L’organo di controllo -> Collegio Sindacale che in
alcune circostanze può svolgere anche la funzione
di revisore legale

 L’organo di gestione -> Consiglio di amministrazione al


2) SISTEMA MONISTICO si basa sulla presenza di
cui interno opera l’organo di controllo detto Comitato
Introdotto con la Riforma del 2003 è un sistema per il controllo sulla gestione, che non può mai
di derivazione anglosassone esercitare la funzione di revisore legale.

3) SISTEMA DUALISTICO si basa sulla presenza di  L’organo di gestione -> Consiglio di gestione;
Introdotto con la Riforma del 2003 è un sistema  L’organo di controllo -> Consiglio di sorveglianza che
di derivazione tedesca non può mai esercitare la funzione di revisore legale.

ASSEMBLEA DEI SOCI


 Ha funzione deliberativa -> le competenze sono limitate alle decisioni che impattano sulla vita
della società ma MAI sulla gestione della società.
 È un organo collegiale: non è mai richiesta l’unanimità ma le decisioni sono assistite dal
principio maggioritario.
 Se la decisione viene presa dalla maggioranza, questa ricade su tutti i soci anche quelli assenti
o dissenzienti.
ciò che le distingue è
ASSEMBLEA ORDINARIA ASSEMBLEA STRAORDINARIA
l’oggetto delle delibere

Le competenze dell’assemblea ordinaria


dipendono dal sistema di governance adottato, Le competenze dell’assemblea
straordinaria sono uguali in tutte le S.p.a.,
cioè dal sistema di amministrazione e controllo
qualunque sia il sistema di governance
adottato: sia nel sist. Tradizionale,
Sistema dualistico monistico o dualistico.
Sistema tradizionale
e monistico

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art. 2364_Assemblea ordinaria nelle società prive di consiglio di sorveglianza
(cioè competenze dell’assemblea ordinaria nelle S.p.a. che hanno adottato il sistema tradizionale o
monistico)
 Approva il bilancio; delibera la distribuzione di utili;
 Si occupa delle cariche sociali:
- nomina e revoca gli amministratori
- nomina i sindaci e il presidente del collegio sindacale
- nomina il soggetto incaricato della revisione legale dei conti (se esiste)
 Determina il compenso e la responsabilità degli amministratori e sindaci
 Lo statuto può prevedere che per determinate materie gli amministratori richiedano
l’autorizzazione dell’assemblea ordinaria: in questo modo NON si trasferisce il potere di
gestione dagli amministratori all’assemblea perché la responsabilità degli atti compiuti resta
agli amministratori.
L’assemblea ordinaria deve essere convocata (quando gli amministratori lo ritengono opportuno)
almeno 1 volta l’anno, al massimo entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio, tuttavia lo statuto
può prevedere un termine maggiore, fino a un massimo di 180 gg in 2 casi:
1) nel caso di società tenute alla redazione del bilancio consolidato delle holding (=è il bilancio che
deve redigere la capogruppo: somma il bilancio della controllante e il bilancio di tutte le
controllate);
2) quando lo richiedono particolari esigenze relative alla struttura e oggetto della società.
art. 2364-bis Assemblea ordinaria nelle società con consiglio di sorveglianza (sistema dualistico)
Ci sono 2 elementi di differenza nelle competenze dell’assemblea ordinaria nell’art.2364-bis
rispetto all’art.2364:
1) Non è prevista la nomina dei consiglieri di gestione;
2) l’assemblea delibera sulla distribuzione degli utili ma non approva il bilancio.

-Aumento del CS? Straordinaria.


Art. 2365 Assemblea straordinaria - Spostare la sede della società in una via
1) modificazioni dello statuto; diversa dello stesso comune? Ordinaria
2) nomina, sostituzione e poteri dei liquidatori. -Spostare la sede da Roma a Milano?
Straordinaria.

Funzionamento dell’assemblea nelle società per azioni


art. 2363 Luogo di convocazione dell’assemblea: nel comune dove ha sede la società.

art. 2366_Formalità per la convocazione-> è convocata dall’amministratore unico, dal consiglio di


amministrazione o dal consiglio di gestione mediante avviso contenente l’indicazione del giorno,
ora, luogo dell’adunanza e elenco delle materie da trattare (ordine del giorno).
L’avviso di convocazione deve essere pubblicato nella gazzetta ufficiale della repubblica o in un
quotidiano almeno 15 gg prima del giorno fissato per l’assemblea.
La Riforma Societaria consente comunicare l’avviso con qualunque strumento che garantisca la
notizia dell’avvenuto ricevimento almeno 8 giorni prima della data dell’assemblea.

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art. 2367 Convocazione obbligatoria su richiesta dei soci-> L’assemblea deve essere convocata
dagli amministratori o il consiglio di gestione quando ne è fatta domanda da TANTI SOCI che
rappresentino
- almeno il 20% del capitale sociale (nelle società quotate)
- almeno il 10% del capitale sociale (nelle società non quotate)
e nella domanda devono essere indicati gli argomenti da trattare.

Art 2366 penultimo comma -> Disciplina dell’assemblea totalitaria


È molto diffusa: è un’assemblea che si svolge regolarmente anche se non è stata attuata la
convocazione a condizione però che:
 sia rappresentato l’intero capitale sociale, dunque siano presenti tutti i soci;
 sia presente la maggioranza dell’organo amministrativo e di controllo.
In una società quotata l’assemblea totalitaria non è possibile perché non si avrà mai la presenza di
tutti i soci.
Esclude che un’assemblea non convocata possa considerarsi invalida.
Ciascun partecipante può opporsi alla discussione se ritiene di non essere sufficientemente
informato.

PRINCIPIO MAGGIORITARIO
Art. 2368 Maggioranze dell’assemblea ordinaria e straordinaria di 1° convocazione->
Quorum costitutivo-> percentuale di soci che deve essere presente perché l’assemblea sia
regolarmente costituita.
Quorum deliberativo-> percentuale di capitale che deve votare a favore di quella delibera stessa.
Quorum costitutivo: l’assemblea Quorum deliberativo: è richiesta la
ordinaria è regolarmente costituita Assemblea ordinaria maggioranza assoluta (=voto
quando è rappresentata favorevole della metà del CS)
almeno la metà del Capitale Sociale;

Quorum deliberativo: l’assemblea


Quorum costitutivo: è implicito in straordinaria delibera con il voto favorevole
quello deliberativo (non Assemblea straordinaria
di più della metà del CS (il quorum
specificato) deliberativo qui è + rigido rispetto a quello
richiesto per l’ass. ordinaria)
art. 2369_2° convocazione e convocazioni successive alle prime->
Se il giorno fissato per l’assemblea non è complessivamente rappresentata la parte di capitale
richiesta dall’art.2368, l’assemblea deve essere nuovamente convocata. (cioè l’assemblea di 2°
convocazione si ha se nella 1° non è stato raggiunto il quorum costitutivo)
Lo scopo dell’assemblea di 2° convocazione è quello di ridurre la maggioranza richiesta per
prendere le decisioni.
Normalmente nell’avviso della convocazione già prevede una 2 convocazione (l’unico limite è che
1 e 2 convocazione non possono essere svolte lo stesso giorno). Se non è già indicato bisogna fare
una nuova convocazione entro 8 giorni (l’assemblea si deve svolgere entro 30 giorni dalla prima).
La continua inattività dell’assemblea determina lo scioglimento della stessa.

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ASSEMBLEA ORDINARIA ASSEMBLEA STRAORDINARIA

Non c’è un quorum costitutivo e delibera Quorum costitutivo: oltre 1/3 del CS
qualunque sia la parte di CS presente si Quorum deliberativo: voto favorevole dei 2/3 del
delibera (a maggioranza del capitale presente) CS presente in assemblea

Ulteriori convocazioni non determinano un ulteriore abbassamento del quorum

Assemblea straordinaria nelle società quotate -> (che ricorrono al mercato del capitale di rischio)
Hanno capitale alto e frazionato.
Quorum costitutivo -> rappresenta almeno la metà del Capitale
Quorum deliberativo -> voto favorevole di 2/3 del capitale rappresentato in assemblea.

Art. 2370 Diritto di intervento in assemblea ed esercizio del voto->


Possono intervenire nell’assemblea SOLO coloro ai quali spetta il diritto di voto (quindi no soci
morosi (che non possono neanche intervenire), no possessori di azioni di risparmio)
La Riforma Societaria ha consentito che le assemblee delle SPA possa svolgersi mediante mezzi di
telecomunicazione, può esprimersi il voto per corrispondenza o in via elettronica (se lo statuto lo
consente -> se non dice nulla non si può).
Non bisogna comunicare neanche il luogo di convocazione (essendo telematica).

Art 2371 presidenza dell’assemblea -> presiede l’assemblea colui indicato nello statuto o in
mancanza la persona eletta con la maggioranza del voto dei presenti. Ha la funzione di regolare lo
svolgimento dell’assemblea -> regolare costituzione; legittimazione dei soggetti che intervengono.
art. 2372 Rappresentanza nell’assemblea-> Coloro ai quali spetta il diritto di voto possono farsi
rappresentare nell’assemblea salvo lo statuto non disponga diversamente. La rappresentanza non
può essere conferita né ai membri dell’organo amministrativo o di controllo o ai dipendenti della
società. Esistono dei limiti (alzati in funzione della natura della società) per evitare un’incetta di
delega-> una persona non può rappresentare più di 20 soci.

Art 2374 Facoltà di rinvio-> i soci che rappresentano 1/3 del capitale possono chiederne il rinvio (a
non più di 5 giorni) giustificando il rinvio con la circostanza di non essere sufficientemente
informati sulle materie all’ordine del giorno.

Art. 2375_Verbale delle deliberazioni dell’assemblea-> Lo svolgimento dei lavori assembleari deve
risultare da un apposito verbale che viene sottoscritto dal presidente dell’assemblea e dal
segretario o NOTAIO. Il notaio deve essere obbligatoriamente presente nell’assemblea
straordinaria mentre in quella ordinaria non è richiesta la presenza se c’è il presidente +
segretario. Non è stabilito un termine specifico in giorni-> dev’essere redatto senza ritardi in modo
da consentire l’eventuale adempimento degli organi pubblicitari.

art.2376_Assemblee speciali-> Si hanno quando esistono diverse categorie di azioni o di strumenti


finanziari che conferiscono diritti amministrativi. Le categorie di azioni non sono immutabili
possono essere modificate dall’assemblea generale.

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LE DELIBERE ASSEMBLEARI POSSONO ESSERE
NULLE
VALIDE INVALIDE
ANNULLABILI
Prese in conformità
della legge e
dell’atto costitutivo.

DELIBERE ANNULLABILI
Una delibera è annullabile quando NON è presa in conformità della legge o dell’atto costitutivo.
La delibera NON può essere annullata:
1) per la partecipazione all’assemblea di soggetti non legittimati, se la loro presenza non ha inciso
significativamente;
2) per invalidità di singoli voti o per il loro errato conteggio, se comunque la maggioranza si
sarebbe formata;
3) c’è incompletezza o inesattezza del verbale ma tuttavia si può ricostituire l’andamento
dell’assemblea.
Quando la delibera è annullabile, i soggetti legittimati ad impugnare la delibera sono coloro che
non hanno concorso a prenderla (chi non ha votato a favore) -> soci dissenzienti, astenuti o
assenti, amministratori, consiglio di sorveglianza, collegio sindacale, Banca d’Italia, Consob, Ivass.
L’impugnazione può essere PROPOSTA dai SOCI quando questi possiedono tante azioni con diritto
di voto che rappresentino congiuntamente l’1‰ del CS nelle società quotate o il 5 % del CS nelle
altre.
I SOCI che:
- non rappresentano la parte di CS indicata Non sono legittimati a proporre l’impugnativa ma
- privi di voto hanno diritto

Al risarcimento del danno loro cagionato dalla non conformità della deliberazione alla legge o allo
statuto. L’annullamento delle delibere ha effetto su tutti i soci; vengono fatti salvi i diritti acquisiti
da terzi in buona fede sulla base della deliberazione sostituita.

art. 2379 Nullità delle deliberazioni


1)Mancata convocazione dell’assemblea-> l’assemblea che si tiene senza convocazione è nulla (ad
eccezione dell’assemblea totalitaria). La delibera non è nulla se la convocazione c’è stata, anche se
irregolare, ma provenga comunque da un componente dell’organo di controllo.
Art 2379 bis -> non può essere fatta valere (nullità) da chi anche successivamente abbia dichiarato
il suo assenso allo svolgimento dell’assemblea.
2)Mancanza del verbale-> tuttavia il verbale non si considera mancante se esso contiene almeno la
data e l’oggetto della delibera. Può essere sanata mediante verbalizzazione eseguita prima della
successiva assemblea.
3)Impossibilità o illeicità dell’oggetto della delibera.

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Differenze tra: ANNULLABILITÀ e NULLITÀ

Può essere fatta valere solo Può essere fatta valere da chiunque VI ABBIA
da determinati soggetti INTERESSE; l’azione si prescrive in 3 anni.

SISTEMA TRADIZIONALE -Amministratore unico o consiglio di


amministrazione
ORGANO AMMINISTRATIVO -Collegio sindacale

Art.2380-bis_Amministrazione della società


L’amministrazione della società spetta esclusivamente agli amministratori e nel rispetto dell’art.
2086 hanno il dovere di predisporre adeguati assetti organizzativi/amministrativi/contabili
adeguati alla natura e dimensioni dell’impresa.
Compiti degli amministratori:
 Potere di gestione e di rappresentanza
 Danno impulso all’attività dell’assemblea tramite la convocazione dell’ordine del giorno
 Danno attuazione alle delibere assembleari
 Tengono le scritture contabili e redigono il bilancio
 Procedono all’iscrizione nel registro imprese
Art 2387 -> Il legislatore non impone specifici requisiti ma possono essere richiesti dallo statuto:
 Professionalità -> aver avuto esperienza per tot. anni in determinati settori
 Onorabilità -> non aver ricevuto condanne
 Indipendenza -> non avere rapporti con la società

art. 2382_Cause di ineleggibilità e decadenza-> Non può essere nominato amministratore e se


nominato decade dal suo ufficio:
 L’interdetto
 L’inabilitato
 Il fallito
 Chi è stato condannato ad una pena che importa l’interdizione (anche temporanea) dai
pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi.

art. 2383 Nomina e revoca degli amministratori-> Nominati dall’assemblea ordinaria (Art 2364),
tranne i primi che sono nominati nell’atto costitutivo (sistema tradizionale e monistico). Nel
sistema dualistico li nomina il consiglio di sorveglianza.
Gli amministratori durano in carica al massimo per 3 esercizi e la loro nomina scade alla data
dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro
carica. (se oggi sono in assemblea e nomino gli amministratori per 3 esercizi, la nomina scadrà alla
data di approvazione del 3° bilancio).
 Gli amministratori sono rieleggibili e REVOCABILI dall’assemblea ordinaria in qualunque tempo.
Se la revoca avviene senza giusta causa, l’amministratore ha diritto di risarcimento.

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 Entro 30 gg dalla notizia della loro nomina gli amministratori devono chiederne l’iscrizione nel
registro imprese indicando nome, cognome e dati personali di ognuno.
 Gli amministratori possono essere soci o non soci (a seconda di quanto stabilito nello statuto).
art. 2385_Cessazione degli amministratori-> Cause:
 Rinunzia d’ufficio (dimissioni) -> ha effetto immediato se rimane in carica la maggioranza del
consiglio di amministrazione altrimenti bisogna aspettare che sia ricostituita la maggioranza
del consiglio.
 Scadenza del termine: ha effetto nel momento in cui il consiglio di amministrazione sia stato
ricostituito
 Revoca (art.2383)
 Sopravvenuta decadenza (art. 2382)
 Morte.
art.2386 Sostituzione degli amministratori
1°CASO: QUANDO RESTA IN CARICA LA MAGGIORANZA DEGLI AMMINISTRATORI
NOMINA PER COOPTAZIONE -> se vengono meno uno o più amministratori, gli altri che restano in
carica nominano quelli che sostituiscono gli amministratori cessati con una delibera approvata dal
collegio sindacale. Lo scopo della norma è assicurare continuità dell’attività del consiglio di
amministrazione.
(se il consiglio di amministrazione è formato da 5 membri e 1 viene meno per dimissioni che hanno
effetto immediato perché rimane in carica la maggioranza, il consiglio di amministrazione (gli altri
4) nominano un altro amministratore che resta in carica fino alla prossima assemblea e dopo sarà
l’assemblea a decidere se mantenere l’amministratore nominato dal consiglio di amministrazione
o eleggerne uno nuovo).
2° CASO: QUANDO VIENE MENO LA MAGGIORANZA DEGLI AMMINISTRATORI
Se viene meno la maggioranza degli amministratori nominati dall’assemblea, quelli rimasti in
carica devono convocare l’assemblea (non è possibile fare una nomina per cooptazione).

Lo statuto potrebbe prevedere una CLAUSOLA “SIMUL STABUNT VEL SIMUL CADENT”
(=”insieme stanno insieme cadranno”)
Per cui se viene meno uno o più amministratori cessa l’intero consiglio senza applicare le norme
prima previste e l’assemblea va convocata con urgenza.
Questa clausola viene a volte utilizzata in modo strumentale: l’assemblea nomina un nuovo
consiglio di amministrazione dove ritornano tutti gli amministratori precedenti tranne uno solo
(quello che non era più ben voluto dalla società).

Se viene a cessare l’amministratore unico o tutti gli amministratori Il collegio sindacale


convoca d’urgenza l’assemblea per la nomina dell’amministratore o dell’intero consiglio,
compiendo nel frattempo atti di ordinaria amministrazione. (nelle società di grandi dimensioni c’è
l’amministratore delegato a cui è affidata la rappresentanza delle società)

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art. 2388_Validità delle delibere del consiglio amministrativo
Quorum costitutivo: occorre la presenza della maggioranza degli amministratori in carica;
Quorum deliberativo: maggioranza assoluta.
Lo statuto può prevedere che la presenza alle riunioni del consiglio avvenga anche mediante mezzi
di telecomunicazioni. Ma non è possibile partecipare a mezzo di un rappresentante (a differenza
dei soci in assemblea).

Art 2381 -> il Presidente (organo necessario) ha funzione ordinatoria di regolare il consiglio di
amministrazione ->dà impulso alle riunioni fissandone l’ordine del giorno assicurandosi che tutti
siano adeguatamente informati.
La norma prevede il potere degli amministratori di creare organi delegati la cui istituzione ha lo
scopo di semplificare le regole organizzative della stessa riducendo il numero degli amministratori,
che provvedono alle funzioni coperte con delega.
Il comitato esecutivo è un organo a cui viene delegata la funzione amministrativa, che ha struttura
collegiale alla pari del consiglio di amministrazione.
Amministratore delegato -> è un consigliere e nasce dal fatto che gli sono conferite delle deleghe e
dei poteri -> posso nominarne uno o più di uno.
Chi ha il potere di conferire la delega ha anche il potere di revoca.
Il consiglio di amministrazione può revocare la delega in ogni momento, anche implicitamente.
Ci sono per legge delle materie che non possono essere attribuite all’amministratore delegato m
devono necessariamente passare dal consiglio di amministrazione -> aumento/ riduzione del
capitale sociale, progetto di fusione/scissione.
Anche se certi compiti sono delegati questo non elimina la competenza su queste stesse materie
del consiglio di amministrazione -> che può sempre impartire direttiva e avocare a sé decisioni.

art.2389_Compensi degli amministratori-> Sono stabiliti all’atto della nomina o dall’assemblea


ordinaria. I compensi possono essere costituiti in tutto o in parte da:
 partecipazioni agli utili
 dall’attribuzione del diritto di sottoscrivere a prezzo determinato azioni di futura emissione

art. 2392_Responsabilità degli amministratori-> La responsabilità degli amministratori è una


responsabilità risarcitoria non di tipo patrimoniale -> risponde di un comportamento non
conforme (gli amministratori non saranno MAI chiamati a pagare i debiti sociali)

Possono essere chiamati a pagare il risarcimento del danno da loro stessi provocato per effetto
della violazione degli obblighi che gravano su di essi per legge o per statuto (dalla violazione degli
obblighi deve derivare un danno). In base ai soggetti nei confronti dei quali gli amministratori
possono essere responsabili si distinguono 3 azioni di responsabilità:
1) Verso la società 2392;
2) Verso i creditori sociali 2394;
3) Nei confronti del singolo socio o del terzo 2395.

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1) RESPONSABILITÀ VERSO LA SOCIETÀ (art. 2392)
Gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con la
diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e dalle loro specifiche competenze.
 Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti
dall’inosservanza di tali doveri
 Gli amministratori sono solidalmente responsabili se, essendo a conoscenza di fatti
pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedire il compimento o eliminare o
attenuare le conseguenze dannose
 La responsabilità NON è SOLIDALE quando uno degli amministratori, essendo immune da colpa
abbia fatto annotare il proprio dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del
consiglio.
art. 2393_Azione sociale di responsabilità-> CHI è legittimato ad esercitare l’azione sociale di
responsabilità? (cioè l’azione di responsabilità contro gli amministratori?)
 LA SOCIETÀ, a seguito della delibera dell’ASSEMBLEA ORDINARIA.
La deliberazione riguardo la responsabilità degli amministratori può essere presa in occasione di
discussione del bilancio, anche se non è indicata all’ordine del giorno del giorno (questo perché il
bilancio è un rendiconto dell’attività svolta dagli amministratori).
L’azione di responsabilità eventualmente decisa dall’assemblea ordinaria comporta la REVOCA
degli amministratori.
Se c’è il voto favorevole di almeno 1/5 del CS non occorre una delibera espressa di revoca degli
amministratori ma è implicita nell’azione di responsabilità che viene deliberata.
Se non c’è il voto favorevole di almeno 1/5 del CS, occorre una delibera espressa all’ordine del
giorno.
 il COLLEGIO SINDACALE;
 il SINGOLO SOCIO (Art.2393-bis_AZIONE SOCIALE DI RESPONSABILITÀ ESERCITATA DAI SOCI):
l’azione spettante alla società contro gli amministratori può essere esercitata anche dal
SINGOLO SOCIO che rappresenti almeno 1/5 del CS e nelle società quotate 1/40 del CS.
L’azione sociale di responsabilità è sempre un’azione volta a far valere un danno provocato dagli
amministratori, a seguito della violazione dei loro obblighi che ha provocato un DANNO SUL
PATRIMONIO DELLA SOCIETÀ. L’eventuale risarcimento del danno non va al socio che ha agito ma
va al patrimonio della società, va a riparare il danno che ha subito la società.
La società può rinunciare all’azione di responsabilità -> accordo transattivo
(transazione/transigere).
2) RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI VERSO I CRDITORI SOCIALI (Art.2394)
Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla
conservazione dell’integrità del patrimonio sociale. L’azione dei creditori può essere esercitata
SOLO SE IL PATRIMONIO SOCIALE RISULTI INSUFFICIENTE al soddisfacimento dei loro crediti.
(se gli amministratori violano gli obblighi inerenti la conservazione del patrimonio sociale ma ciò
nonostante il patrimonio rimane sufficiente per soddisfarli, essi non possono esercitare l’azione
prevista dall’art.2394)
La transazione che la società avesse fatto non ha efficacia nei confronti dei creditori sociali che
possono impugnarla -> azione revocatoria (per tutelare che si facciano delle manovre sul
patrimonio a loro danno).
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Art 2394 bis-> se la società è assoggettata a procedura concorsuale gli organi concorsuali sono
quelli che impediscono l’azione -> Curatore (commissario liquidatore o straordinario).
3) AZIONE INDIVIDUALE DEL SOCIO E DEL TERZO (Art.2395)
Esercitare un’azione volta ad ottenere il risarcimento del danno dagli stessi subito che incide
direttamente su di loro per effetto di atti dolosi o colposi compiuti dagli amministratori.
La norma prevede il risarcimento del danno in favore del singolo socio o terzo se è un danno che
incide direttamente sul loro patrimonio (senza passare per il danno alla società, che potrebbe non
esserci). Quindi il risarcimento del danno che l’amministratore fosse costretto a pagare va nel
patrimonio del singolo socio o del terzo.

art. 2397 Composizione del collegio sindacale


È l’organo di controllo (legittimità e legalità) del sistema tradizionale. Si compone di 3 O 5 MEMBRI
EFFETTIVI, soci o non soci + 2 SINDACI SUPPLENTI nominati dall’assemblea ordinaria.
 Almeno 1 tra i sindaci supplenti e almeno 1 tra i membri effettivi deve essere scelto tra i
REVISORI LEGALI iscritti nell’apposito registro.
 I restanti membri, se non iscritti in tale registro, devono essere scelti tra gli iscritti negli albi
professionali (avvocati, dottori commercialisti) individuati con decreto del ministro della
giustizia o fra i professori universitari di ruolo in materie giuridiche o economiche.
Art. 2398 -> il presidente del collegio sindacale è nominato dall’assemblea.

art. 2399_Cause di ineleggibilità e di decadenza-> NON possono essere eletti e se eletti decadono
dall’ufficio:
1) coloro che si trovano nelle condizioni dell’art.2382
2) i parenti degli amministratori degli amministratori (lo scopo della norma è assicurare
l’indipendenza dell’organo di controllo da quello amministrativo).
3) coloro che sono legati alla società da un rapporto di lavoro.

art. 2402_Retribuzione-> deve essere fissata o nello statuto o dall’assemblea all’atto della nomina
e dura per l’intero periodo di durata del loro ufficio. (scopo della norma è sottrarre la possibilità
che l’assemblea e i soci cerchino di ammorbidire la posizione del collegio sindacale mediante la
promessa di un compenso superiore).

art. 2400 Nomina e cessazione dall’ufficio


I sindaci sono nominati per la prima volta nell’atto costitutivo e successivamente dall’assemblea
ordinaria.
 I sindaci restano in carica per 3 esercizi e la nomina scade alla data d’assemblea convocata per
l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della carica.
 I sindaci possono essere revocati per giusta causa dall’assemblea ordinaria (gli amministratori
al contrario possono essere revocati anche senza giusta causa salvo il diritto al risarcimento).

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art.2401 Sostituzione-> Se viene meno un sindaco per morte, rinunzia, decadenza subentrano i
sindaci supplenti, in ordine di età, tenendo conto delle competenze. I sindaci supplenti restano in
carica fino alla prossima assemblea, che deve provvedere alla nomina dei sindaci effettivi e
supplenti necessari per l’integrazione del collegio.

art. 2404_Riunioni e deliberazioni del collegio->


 Il collegio sindacale deve riunirsi almeno ogni 90 gg
 Il sindaco che, senza giustificato motivo non partecipa a 2 riunioni consecutive del collegio
sindacale decade dall’ufficio.
 Deve essere redatto il verbale delle riunioni del collegio sindacale.
 Quorum costitutivo per le delibere -> maggioranza dei sindaci
 Quorum deliberativo -> maggioranza assoluta dei presenti

art. 2403_doveri del collegio sindacale-> Il collegio sindacale vigila sull’osservanza della legge e
dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, sull’adeguatezza dell’assetto
organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo funzionamento.
Il collegio sindacale non vigila sul merito delle scelte gestionali.
La revisione legale dei conti spetta al collegio sindacale solo nel caso di società non tenuta a
redigere il bilancio consolidato.

art. 2405 Intervento alle adunanze del consiglio di amministrazione e alle assemblee
I sindaci devono assistere alle:
 adunanze del consiglio di amministrazione Così da conoscere meglio l’andamento della
 assemblee del comitato esecutivo società e le decisioni che vengono prese
 riunioni del comitato esecutivo

art.2406 Omissioni degli amministratori-> Ci sono casi in cui il collegio sindacale possa avere anche
delle funzioni di amministrazione attiva -> deve convocare l’assemblea (che di solito spetta agli
amministratori) in 2 casi:
1) nel caso in cui non venga fatto dagli amministratori
2) in caso di fatti gravi in cui è necessario intervenire

art. 2407_Responsabilità del collegio sindacale


-> Responsabilità dei sindaci in quanto tali.
-> Responsabilità solidale con gli amministratori (dipende da un’omessa vigilanza tale per cui gli
amministratori hanno compiuto fatti dolosi che hanno provocato un danno, circostanza che si
sarebbe evitata se i sindaci avessero adempiuto ai loro doveri).
All’azione di responsabilità contro i sindaci si applicano le norme sulla responsabilità degli
amministratori.

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Art 2409 bis Revisione legale-> Introdotta con la Riforma Societaria.
Nelle SPA con sistema tradizionale (dove c’è il collegio sindacale) la revisione legale dei conti se
previsto dallo statuto può essere affidata al collegio stesso come ulteriore incarico solo se i
membri del collegio sono tutti revisori dei conti.
Si deve trattare di società che NON hanno l’obbligo di redigere il bilancio consolidato in quel caso
devo per forza nominare un soggetto esterno (società di revisione).

Amministratore
Collegio Unico
Sistema
Sindacale Comitato esecutivo
Tradizionale
(Funzione di
revisore legale) Consiglio di
Amministratore Delegato
Amministrazione

- CONSIGLIO DI GESTIONE
SISTEMA DUALISTICO (non molto diffuso)
- CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA
Nel sistema tradizionale nel sistema dualistico

La revisione legale può essere eseguita dal La revisione legale è SEMPRE SVOLTA DAL
collegio sindacale (solo se la società non è REVISORE LEGALE DEI CONTI.
tenuta a redigere il bilancio consolidato)
Consiglio di gestione
 la gestione dell’impresa spetta esclusivamente al consiglio di gestione
 il numero minimo di componenti del consiglio di gestione deve essere di 2
 i componenti restano in carica per un periodo non superiore a 3 ESERCIZI con scadenza alla
data della riunione del consiglio di sorveglianza convocato per l’approvazione del bilancio
relativo all’ultimo esercizio. (infatti è il cons. di sorveglianza che approva il bilancio)
 i componenti del consiglio di gestione sono rieleggibili e revocabili dal cons. di sorveglianza in
qualunque tempo
 se vengono a mancare 1 o più componenti del consiglio di gestione, il cons. di sorveglianza
provvede alla sostituzione. (qui non è previsto il sistema della cooptazione).
 La nomina del consiglio di gestione spetta al consiglio di sorveglianza (grande differenza col
sistema tradizionale)
Quindi nel sistema dualistico:

L’ASS.ORDINARIA il CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA IL CONSIGLIO Di GESTIONE


nomina nomina

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Consiglio di sorveglianza (organo di controllo)
 Si compone di un numero di componenti, anche non soci, non inferiore a 3
 La nomina dei componenti del cons. di sorveglianza spetta all’assemblea ordinaria.
 I componenti durano in carica per 3 esercizi, sono rieleggibili e revocabili dall’ass. ordinaria in
qualsiasi momento
Il consiglio di sorveglianza è responsabile solidalmente con i componenti del consiglio di gestione
quando il danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in rispetto dei loro obblighi.

-CONSIGLIO di AMMINISTRAZIONE
SISTEMA MONISTICO
-COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA
Consiglio di amministrazione GESTIONE
 La gestione dell’impresa spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione
 Almeno 1/3 dei componenti deve essere in possesso dei requisiti di indipendenza
Comitato per il controllo sulla gestione
L’assemblea nomina un gruppo di amministratori, che va a formare il consiglio di amministrazione
Che a sua volta nomina il comitato per il controllo sulla gestione: viene nominato all’interno del
consiglio di amministrazione. Quindi il comitato per il controllo sulla gestione è composto da
amministratori con i requisiti di:
- onorabilità;
-professionalità;
-indipendenza.
I compiti del comitato per il controllo sulla gestione sono uguali a quelli del collegio sindacale.
Nel sistema monistico la revisione legale dei conti è affidata al revisore legale dei conti o ad una
società di revisione legale dei conti.

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- Diritto di recesso
MODIFICAZIONI DELLO STATUTO di una S.p.a. - Aumento/riduzione di capitale

L’organo competente alle modifiche dello statuto (=regolamento che i soci si sono dati in sede di
costituzione) è l’ASSEMBLEA STRAORDIANRIA.
L’assemblea straordinaria delibera -> è richiesto l’intervento del Notaio che redige l’atto pubblico
a titolo di verbale -> dev’essere depositato per l’iscrizione nel registro imprese -> solo dopo
l’iscrizione la delibera ha effetto.

art. 2437_Diritto di recesso-> diritto riservato al socio di uscire dalla società.


Tra le cause di recesso ci sono:
 CAUSE INDEROGABILI DI RECESSO (cause in cui spetta sicuramente il diritto del socio di
recedere, che lo statuto non può non prevedere o modificare)
 CAUSE DI RECESSO DEROGABILI dallo Statuto (cause previste dalla legge ma che lo statuto può
derogare o eliminare)
 CAUSE STATUTARIE (cause previste dallo statuto della società)
 CAUSE DI RECESSO SE LA SOCIETÀ È CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO

Cause inderogabili di recesso


Hanno diritto di recedere, per tutte o parte delle loro azioni, i soci che NON hanno concorso alle
deliberazioni (soci astenuti, assenti o dissenzienti)
a) la modifica della clausola dell’oggetto sociale, quando consente un cambiamento significativo
dell’attività della società (ad esempio: ho deciso di partecipare in una S.p.a. che produce chiodi,
poi l’assemblea straordinaria cambia la produzione decidendo di produrre automobili, in questo
caso ho diritto di recesso)
b) la trasformazione della società: Se le azioni della società sono quotate in mercati regolamentati,
hanno diritto di recedere i soci che non hanno concorso alla deliberazione che comporta
l’esclusione della quotazione. (perché il socio non ha più interesse a partecipare ad una società
che prima era quotata ed ora non lo è più: se la società è quotata è più semplice alienare le azioni).
c) il trasferimento della società all’estero;
d) la revoca dello stato di liquidazione (lo stato di liquidazione è finalizzato all’estinzione della
società. La società può, con una delibera, in ogni momento revocare lo stato di liquidazione e
tornare ad una fase di normale esercizio).

Art 2347 bis Termini e Modalità di esercizio del recesso: il diritto di recesso è esercitato mediante
lettera raccomandata che deve essere spedita entro 15 gg dall’iscrizione nel registro imprese con
indicato:
 Generalità del socio recedente
 Numero e categoria delle azioni per le quali il diritto di recesso viene esercitato.
Una volta che si sia esercitato il recesso rimane privo di efficacia se viene modificata la delibera
che dava diritto al recesso (ovvero se la società si scioglie).

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Art 2347 ter Criteri di determinazione del valore delle azioni-> Il socio ha diritto alla liquidazione
delle azioni per le quali esercita il recesso. Il valore di liquidazione delle azioni è calcolato sulla
base di valori contabili del patrimonio sociale e sulla base delle prospettive reddituali della società
(avviamento e valore di mercato delle azioni).
Si deve tenere conto del valore reale (valore effettivo di mercato).
Nelle società quotate si fa riferimento alla media aritmetica dei prezzi di chiusura dei sei mesi
precedenti alla convocazione dell’assemblea.
La determinazione del recesso è stabilita in via anticipata (non dopo che il socio ha chiesto di
recedere) -> il socio ha il diritto di sapere il valore delle azioni nei 15 gg prima di quando è fissata
la data dell’assemblea.
Il socio può contestare il valore del recesso -> verrà nominato un terzo perito che rivaluterà.

Art 2347 quater Procedimento di liquidazione-> Se un socio recede, le azioni per le quali esercita il
diritto di recesso sono offerte in opzione agli 1altri soci (azionisti) (sono preferiti rispetto a terzi per
acquistare queste azioni) in proporzione al numero di azioni possedute. Coloro che esercitano il
diritto di opzione (cioè che le acquistano), se lo dichiarano immediatamente, contestualmente
all’esercizio del diritto di opzione, si possono riservare la facoltà di acquistare anche quelle altre
che non sono state optate.
Se i soci non acquistano in tutto o in parte le azioni del recedente, gli amministratori possono
collocarle presso 2terzi. Se si tratta di azioni quotate, il collocamento avviene mediante offerta nei
mercati medesimi. In caso di mancato collocamento, le azioni del recedente vengono rimborsate
mediante acquisto da parte della 3società utilizzando riserve disponibili.
Diritto di opzione= diritto riconosciuto ai soci di acquistare azioni di nuova emissione; diritto che
può essere esercitato in sede di aumento a pagamento del capitale sociale.
Riassumendo:

Se un socio recede, bisogna pagargli la quota di liquidazione. Come si fa a pagare la quota? Prima
si offrono le azioni del socio che recede agli altri 1soci e in seguito, se non sono state vendute, si
offrono a 2terzi. In ultimo, se ancora non sono state vendute, le acquista la 3società nei limiti delle
riserve e degli utili.
SE GLI UTILI E LE RISERVE NON CI SONO LA SOCIETÀ DOVRÀ CONVOCARE L’ASSEMBLEA
STRAORDINARIA PER PROCEDERE ALLA RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE.
E se non è possibile la riduzione del capitale sociale (perché altrimenti scenderebbe sotto il
minimo legale di € 50.000,00)?
LA SOCIETÀ SI SCIOGLIE

57
MODIFICHE DELL’ATTO COSTITUTIVO
Ci sono 2 modifiche dell’atto costitutivo che riguardano il CS: aumento o riduzione del CS

AUMENTO DEL A PAGAMENTO


CAPITALE SOCIALE NOMINALE

NOMINALE
RIDUZIONE DEL
CAPITALE SOCIALE REALE

È costituito da:
CS
AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE NOMINALE +RISERVE
+ FONDI DISPONIBILI
Art. 2442_PASSAGGIO DI RISERVE A CAPITALE + UTILI - PERDITE

Nel caso in cui il patrimonio netto contenga oltre al capitale sociale anche delle riserve o fondi
disponibili, è possibile, con delibera dell’assemblea straordinaria portare queste riserve da riserve
a capitale sociale. (La Riserva Legale non può essere usata per l’aumento del Capitale sociale)
L’aumento nominale del CS è ottenuto imputando a CS le riserve o i fondi iscritti nel bilancio della
S.p.a. Esempio:
I 40€ di riserva straordinaria CS 90€
CS 50€ possono essere destinati al RIS. LEGALE 10€
RISERVA LEGALE 10€ CS, con la conseguenza che il RIS.STRAORD. 0€
RISERVA STRAORDINARIA 40€ PN, dopo la delibera di
aumento nominale di CS, PN 100€
PN 100€
sarebbe così costituito

L’entità complessiva del PN rimane la stessa, il PN non muta, muta la sua conformazione. E allora
perché dovrebbe avvenire l’aumento di CS nominale? Perché aumentando il valore del CS si
rafforza la società dal punto di vista patrimoniale, IN TERMINI DI VINCOLO DI DISPONIBILITÀ. Il
vincolo di disponibilità interessa ai creditori sociali (essi prima potevano far conto su un CS di 50€,
adesso su un CS di 90€). Quindi con l’aumento del CS nominale:
 Non entrano nuove disponibilità nella società
 Il patrimonio netto complessivo non muta, cambiano solo le voci del PN, la sua composizione
perché portando le riserve a capitale si crea un vincolo di disponibilità su una cifra maggiore

AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE A PAGAMENTO


(la S.p.a. emette nuove azioni a pagamento, cioè chiede nuovi conferimenti)
 AUMENTA IL CS
 AUMENTA IL PN
Un aumento di capitale non può essere eseguito fino a che le azioni precedentemente emesse non
siano interamente liberate. (cioè se ancora sono dovuti versamenti sulle azioni che erano state
precedentemente emesse in sede di costituzione, non si può fare un nuovo aumento di CS perché
l’aumento a pagamento è volto ad apportare nuove disponibilità di denaro).

58
Se il conferimento è in denaro i sottoscrittori delle nuove azioni devono, all’atto di sottoscrizione,
versare alla società almeno il 25% del valore nominale delle azioni sottoscritte (salvo il caso
dell’unico socio dove il conferimento dev’essere fatto per intero).
In caso di conferimenti di beni in natura e crediti, il conferimento si intende liberato all’atto della
sottoscrizione. (si applica l’art. 2343).

Art 2439 comma 2 -> Se l’aumento del capitale non è integralmente sottoscritto cioè ci sono soci
che non partecipano entro il termine della delibera assembleare -> il capitale è aumentato solo se
la delibera è scindibile. Per legge l’aumento del Capitale è inscindibile o si raccoglie il capitale
preposto e quindi si ottengono sottoscrizioni pari al capitale preposto in aumento o il capitale non
è aumentato) ma diventa scindibile se c’è un’espressa indicazione nella delibera assembleare.
Art. 2441_DIRITTO DI OPZIONE
Nel caso di aumento del CS deliberato, viene attribuito ai soci (in proporzione delle azioni che già
posseggono) il diritto di sottoscrivere questo aumento in modo preferenziale rispetto ad eventuali
terzi. Scopo della norma: assicurare al socio che lo voglia (il socio non è obbligato a sottoscrivere
l’aumento di CS) di mantenere la stessa posizione (la stessa percentuale delle azioni che avevo in
precedenza) che aveva prima dell’aumento del CS.
L’offerta di opzione deve essere depositata preso il registro delle imprese e contestualmente resa
nota mediante avviso pubblicato sul sito internet della società.
Scaduto il termine riservato ai soci, queste azioni possono essere collocate presso terzi, in caso di
società quotate le azioni possono essere vendute sul mercato così che entrino a far parte della
società nuovi azionisti.
Quando l’interesse della società lo esige, il diritto di opzione può essere escluso o limitato ->
escluso il diritto di opzione quando l’emissione di azioni a fronte di un aumento di capitale sociale
sia riservato ai dipendenti della società.
LA DELIBERA DI AUMENTO DI CS, una volta adottata, viene iscritta nel registro imprese. Gli
amministratori devono depositare un attestato che indichi in quale misura il CS è stato aumentato.

RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE NOMINALE


art. 2446 Riduzione di capitale per perdite (1° caso)
Nel caso in cui la società ha conseguito L’organo amministrativo deve senza indugio
PERDITE di importo superiore a 1/3 del (tempestivamente), convocare l’assemblea dei soci alla quale
CS, tale per cui però IL CS NON SCENDE AL deve essere sottoposta una relazione sulla situazione
DI SOTTO DEL MINIMO LEGALE patrimoniale della società in cui si spiegano le ragioni di tale
perdita e le eventuali soluzioni da adottare.
I soci non devono necessariamente provvedere immediatamente alla riduzione del CS. Ma se
entro l’esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di 1/3, Allora si RIDUCE IL CS IN
PROPORZIONE ALLE PERDITE SUBITE.

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Art. 2447_RIDUZIONE DEL CS AL DI SOTTO DEL MINIMO LEGALE (2° caso)
Nel caso in cui la società ha conseguito perdite di importo maggiore ad 1/3 del CS, che RIDUCONO
IL CAPITALE AL DI SOTTO DEL MINIMO LEGALE. L’organo amministrativo deve senza indugio
convocare l’assemblea per deliberare innanzitutto la RIDUZIONE DEL CS e poi scegliere una delle
seguenti possibilità:
 Trasformazione della società (es. da SPA a SRL che ha un capitale minimo di 10000)
 Scioglimento della società art 2448 -> è impossibile per una Spa vivere con un capitale al di
sotto del minimo legale per perdite di oltre 1/3
 Aumento del cs di una cifra che consenta di riportare il cs almeno al minimo legale->
l’assemblea deliberare la riduzione -> in contemporanea aumentare il capitale (a pagamento
perché non ho abbastanza riserve per coprire le perdite) di una somma non inferiore al
minimo legale.
Non posso rinviare la decisione come nel 2446.

RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCALE REALE


In questo caso:
 SI RIDUCE IL C.S.
 SI RIDUCE IL P.N. (riduzione effettiva del patrimonio sociale)
La riduzione di CS può aver luogo mediante:
1) LIBERAZIONE DEI SOCI DAI VERSAMENTI ANCORA DOVUTI
2) RIMBORSO DI CS AI SOCI
Tale deliberazione può essere eseguita solo 90 gg dopo l’iscrizione nel registro imprese -> perché?
Dopo aver iscritto la delibera nel registro imprese ai creditori è dato un termine di 90 giorni per
fare opposizione alla riduzione (perché così potrebbe essere danneggiata la loro possibilità di
soddisfarsi).

SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA


La S.r.l. costituisce la forma societaria più utilizzata nel nostro ordinamento perché è un tipo
societario flessibile. Il legislatore è intervenuto molte volte a modificare le norme riguardanti la
S.r.l. per rendere più fruibile questa tipologia societaria agli imprenditori.
 Il capitale sociale della S.r.l. NON è mai diviso in azioni: questo costituisce un elemento di
differenza con la S.p.a.
 Il capitale della S.r.l. è diviso in QUOTE di proprietà dei soci
 Il capitale minimo richiesto è di € 10.000,00 (con la riforma societaria del 2003-2004 è possibile
anche un CS inferiore)
 Nella S.r.l. è applicabile solo il sistema tradizionale e non il sist. monistico o dualistico
 Nella S.r.l. l’organo di controllo non deve essere necessariamente presente e può anche essere
formato da un membro.

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art. 2462 Responsabilità -> nella s.r.l. per le obbligazioni sociali risponde solo la società con il suo
patrimonio. (autonomia patrimoniale perfetta).
Oltre alla S.r.l. ordinaria sono state introdotte nel 2012 e 2013:
 la SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA SEMPLIFICATA -> Questo tipo di S.r.l. può essere
costituito con contratto o atto unilaterale solo da persone fisiche. L’atto costitutivo deve
essere redatto per atto pubblico secondo un modello standard tipizzato inderogabile e deve
indicare:
1) le generalità dei soci
2) denominazione sociale di s.r.l.
3) Ammontare di CS pari almeno ad €1 e inferiore a €10.000,00 sottoscritto e interamente versato
all’organo amministrativo.
Anche in questo caso i conferimenti devono essere fatti in DENARO E INTEGRALMENTE VERSATI.
 la SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA A CAPITALE RIDOTTO -> Questo tipo di S.r.l. prevede
un CS < €10.000,00 e pari almeno CS= €1
In questo caso i conferimenti devono essere tutti in denaro e devono essere versati per intero alle
persone cui è affidata l’amministrazione. La riserva legale deve essere pari almeno a 1/5 degli utili
conseguiti finché essa non raggiunga, insieme al capitale, l’importo di € 10.000,00.

Art. 2463 Costituzione (S.r.l. ordinaria)


La società può essere costituita con contratto (stipulato tra i soci) o con atto unilaterale (cioè 1
sola persona). L’atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico e deve indicare:
- generalità di ogni socio
- la denominazione contenente l’indicazione di S.r.l.
- l’attività che costituisce l’oggetto sociale
- l’ammontare di capitale, non inferiore a €10.000,00, sottoscritto e quello versato
- i conferimenti di ciascun socio
- la quota di partecipazione di ciascun socio
- le norme relative al funzionamento della società
- le persone cui è affidata l’amministrazione e l’eventuale soggetto incaricato di effettuare la
revisione legale dei conti
- l’importo globale delle spese per la costituzione poste a carico dalla società

Art. 2464 Conferimenti (S.r.l ordinaria)


 Il valore dei conferimenti non può essere complessivamente inferiore all’ammontare globale
del CS
 Possono essere conferiti tutti gli elementi dell’attivo suscettibili di valutazione economica
 Se nell’atto costitutivo non è stabilito diversamente il conferimento deve farsi in denaro
 Almeno il 25 % dei conferimenti in denaro deve essere versato all’organo amministrativo al
momento della sottoscrizione dell’atto costitutivo.
 Se il conferimento è in natura o crediti le quote di tali conferimenti devono essere
integralmente liberate al momento della sottoscrizione

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 In caso di conferimento di opera o servizi il conferimento deve essere accompagnato da una
polizza assicurativa o fideiussone bancaria perché così si garantisce l’intero valore. (qui la
polizza o fideiussione sono obbligatorie perché servono come garanzia).
Art. 2465 Stima dei conferimenti di beni in natura e crediti
Chi conferisce i beni in natura o crediti deve presentare una RELAZIONE DI STIMA da parte di un
esperto (REVISORE LEGALE O società di revisione legale iscritti nell’apposito registro) nominato da
chi esegue il conferimento. Non è prevista la revisione di stima.

art. 2473 Recesso del socio -> Il diritto di recesso spetta ai soci che NON HANNO CONSENTITO:
 Al cambiamento dell’oggetto sociale
 Cambiamento del tipo di società
 Alla sua fusione o scissione
 Alla revoca dello stato li liquidazione
 Al trasferimento della sede all’estero
 All’eliminazione di una o più cause di recesso previste dall’atto costitutivo
 al compimento di operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell’oggetto
sociale o dei diritti attribuiti ai soci.
Nel caso di società contratta a tempo indeterminato il recesso compete al socio in ogni momento
e può essere esercitato con un preavviso di almeno 180 gg.
I soci che recedono dalla società hanno diritto di ottenere il rimborso della propria partecipazione
al CS il cui valore è determinato tenendo conto del suo valore di mercato al tempo del recesso. Il
rimborso deve avvenire entro 180 gg dalla richiesta di recesso.
Il rimborso può avvenire mediante acquisto da parte degli altri soci proporzionalmente alle loro
partecipazioni oppure da parte di terzi. Se non è possibile, il socio verrà rimborsato dalla società
attraverso le riserve disponibili. Se le riserve non ci sono si procede con la riduzione del CS; se non
è possibile si pone la società in liquidazione.
art. 2473-bis Esclusione del socio -> L’atto costitutivo può prevedere specifiche ipotesi di
esclusione per GIUSTA CAUSA del socio (qui a differenza delle soc. di persone non c’è un elenco di
cause di esclusione).

Art.2467 Finanziamento dei soci->I finanziamenti dei soci sono importi che i soci versano alla
società. È un mezzo che consente alla società di incrementare le risorse finanziarie senza ricorrere
all’aumento di capitale sociale; scopo della norma è quindi di far accrescere le capacità
economiche della società. La società ha l’obbligo di restituire i finanziamenti ai soci però il
rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della società è postergato rispetto alla soddisfazione
degli altri creditori. (i soci possono riprendersi i soldi dei finanziamenti che hanno fatto solo dopo
che siano stati soddisfatti gli altri creditori).

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CORPORATE GOVERNANCE
Art. 2475 Amministrazione della società -> La società deve operare nel rispetto dell’art. 2086
La gestione della società spetta solo agli amministratori, che compie le operazioni necessarie per
attuare l’oggetto sociale.
Quando l’amministrazione è affidata a più persone si ha il consiglio di amministrazione.
A seconda dell’atto costitutivo è concessa l’amministrazione congiuntiva o disgiuntiva.
L’atto costitutivo può prevedere che le decisioni siano prese mediante consultazione scritta o sulla
base del consenso espresso per iscritto. (invece nella S.p.a. sempre in forma collegiale con la
convocazione dell’assemblea, ordine del giorno…)

art. 2476 Responsabilità degli amministratori e controllo dei soci -> Gli amministratori sono
solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall’inosservanza dei doveri ad essi
imposti dalla legge e dall’atto costitutivo per l’amministrazione della società.
Tuttavia, la responsabilità non si estende a quelli che dimostrino di essere esenti da colpa e
essendo a conoscenza che l’atto si stava per compiere abbiano constatato il loro dissenso.
Non è previsto alcun criterio a cui gli amministratori devono attenersi nella gestione.
L’azione sociale di responsabilità contro gli amministratori nei confronti della società può essere
esercitata
 dal singolo socio, qualsiasi sia la sua partecipazione al capitale sociale.
 Dalla società
 Dai creditori sociali
ORGANO DI CONTROLLO S.r.l.
L’organo di controllo non deve essere necessariamente presente, dipende dallo statuto.
L’organo di controllo può assumere la veste di:
1) COLLEGIO SINDACALE
2) SINDACO UNICO
3) REVISORE LEGALE
L’organo di controllo è obbligatorio se la società:
 è tenuta alla redazione del bilancio consolidato
 controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti
 per due esercizi consecutivi ha superato uno dei limiti seguenti:
- tot. attivo s.p. €4.000.000,00
-ricavi vendite e prestazioni €4.000.000,00
-dipendenti occupati in media: 20 unità

art. 2479 Decisioni dei soci -> È lo statuto che individua le competenze dei soci. In ogni caso
spettano ai soci le seguenti decisioni:
 Approvazione del bilancio e distribuzione degli utili
 Nomina degli amministratori
 Nomina dei sindaci, presidente del collegio sindacale, revisore legale dei conti
 Modificazioni dell’atto costitutivo
 Decisioni che comportano una sostanziale modifica dell’oggetto sociale

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Le decisioni dei soci non devono per forza avvenire in assemblea: possono essere prese mediante
consultazione scritta o consenso espresso per iscritto. Ogni socio ha diritto a partecipare alle
decisioni in misura proporzionale alla sua partecipazione.

art. 2479-bis Assemblea dei soci-> È l’atto costitutivo a determinare i modi di convocazione
dell’assemblea. Im mancanza, la convocazione è effettuata mediante lettera raccomandata (oggi
posta elettronica) spedita ai soci.
Il socio può farsi rappresentare in assemblea solo se lo statuto lo prevede.
Nella S.r.l. non esiste distinzione tra assemblea ordinaria e straordinaria.
Quorum costitutivo: metà del CS
Quorum deliberativo: maggioranza assoluta dei presenti

art. 2479-ter Invalidità delle decisioni dei soci -> Le decisioni dei soci che non sono prese in
conformità della legge o dell’atto costitutivo possono essere impugnate da:
 I soci che non vi hanno acconsentito
 Da ogni amministratore
 Dal collegio sindacale
Le decisioni aventi oggetto illecito o impossibile possono essere impugnate da chiunque.
CONTROLLI ESTERNI
Tutte le S.p.a. sono soggette a controlli dell’autorità giudiziaria tribunale e le S.p.a. aperte sono
soggette anche ai controlli della Consob. L’autorità giudiziaria interviene in caso di gravi
irregolarità commesse dagli amministratori di una S.p.a. che comportano un danno, anche solo
potenziale, per la S.p.a.
Queste irregolarità possono essere denunciate al tribunale da:
 I soci con il 10/ del CS
 Il collegio sindacale
 Il pubblico ministero
 La CONSOB.

LE OPERAZIONI STRAORDINARIE riguardanti le società sono 3:


1) TRASFORMAZIONE
2) FUSIONE
3) SCISSIONE
TRASFORMAZIONE Trasformazione omogenea

Trasformazione eterogenea

È l’operazione mediante la quale viene mutato l’ordinamento societario passando da un tipo di


organizzazione a un altro: cambia la veste giuridica della società. La trasformazione di società deve
risultare da atto pubblico. Con la trasformazione l’ente trasformato conserva i diritti e gli obblighi e
prosegue in tutti i rapporti, anche processuali dell’ente che ha effettuato la trasformazione.

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TRASFORMAZIONE OMOGENEA -> Si ha quando si passa da:
 Società di persone a società di capitali e viceversa
 Un tipo di società di persone a un altro
 Un tipo ti società di capitali a un altro
TRASFORMAZIONE ETEROGENEA -> Si ha trasformazione eterogenea quando si passa da un
soggetto non societario a un soggetto societario e viceversa.
 TRASFORMAZIONE ETEROGENEA DA SOCIETÀ DI CAPITALI
Ente di partenza: SOCIETÀ DI CAPITALI
Ente di arrivo: consorzio, società consortili, società cooperative, comunioni d’azienda,
associazioni non riconosciute e fondazioni
La deliberazione deve essere assunta con voto favorevole dei 2/3 degli aventi diritto e con il
consenso dei soci che assumono responsabilità illimitata.
 TRASFORMAZIONE ETEROGENEA IN SOCIETÀ DI CAPITALI
Ente di partenza: consorzio, società consortili, società cooperative, comunioni d’azienda,
associazioni non riconosciute e fondazioni
ente di arrivo: società di capitali
Il CS risultante dalla trasformazione è diviso in parti uguali fra gli associati.

FUSIONE
art.2501 Forme di fusione -> La fusione di più società può eseguirsi mediante:
1) FUSIONE IN SENSO STRETTO (o FUSIONE PER UNIONE)
Si realizza mediante costituzione di una società nella quale tutte le società che partecipano
all’operazione si aggregano in un’unica organizzazione. Si costituisce un’altra azienda e si
estinguono le preesistenti.
2) FUSIONE PER INCORPORAZIONE (più diffusa)
Si verifica quando una società già esistente (INCORPORANTE) assorbe nella propria organizzazione
le società incorporate. La partecipazione alla fusione non è consentita alle società in liquidazione
che abbiano iniziato la distribuzione dell’attivo.
Il procedimento di fusione prevede diverse fasi:
a) REDAZIONE E PUBBLICAZIONE DEL PROGETTO DI FUSIONE:
Il progetto di fusione, redatto dall’organo amministrativo, contiene una serie di elementi che
descrivono formalmente l’operazione progettata, tra cui il RAPPORTO DI CAMBIO
Quando si fondono due o più società si deve stabilire come vengono ripartite le azioni o
partecipazioni tra i soci delle 2 società.
b) DECISIONE DI FUSIONE che ha per oggetto l’approvazione del progetto di fusione da parte dei
soci. I soci non possono modificare il progetto, possono solo respingerlo.
la decisione di fusione deve essere depositata nel registro imprese affinché ci sia la pubblicità
dell’atto e inizino a decorrere i tempi per permettere ai creditori di fare opposizione.
c) EVENTUALE OPPOSIZIONE DEI CREDITORI SOCIALI
l’opposizione può essere evitata se ricorrono queste condizioni: vi sia consenso dei creditori, vi sia

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pagamento dei creditori non consenzienti, via sia l’attestazione della società di revisione della
solidità della società.
d) ATTO DI FUSIONE di competenza dell’organo amministrativo.
la fusione deve risultare da atto pubblico.
la società di nuova costituzione o la incorporante acquistano i diritti/ obblighi che
precedentemente esistevano in capo alla società che partecipano alla fusione.

- Scissione parziale
SCISSIONE
- Scissione totale

La scissione è un’operazione di disaggregazione. Con tale operazione il patrimonio di una società è


scomposto e assegnato ad altre società preesistenti oppure a una o più società di nuova
costituzione.
1) SCISSIONE PARZIALE= quando si verifica la separazione di una società che si chiama scissa che
genera le società beneficiarie. Dalla società scissa (società madre), che conserva la sua esistenza,
vengono scorporare una o più parti.
2) SCISSIONE TOTALE= la società scissa NON conserva nulla della sua originaria struttura e
organizzazione perché TUTTO il patrimonio della scissa viene ripartito in due o più società anche di
nuova costituzione. Quindi la società scissa si estingue.

Con la scissione la società assegna il suo patrimonio (azioni o quote) AI SOCI di più società
preesistenti o di nuova costituzione.
Differenza tra SCISSIONE e CONFERIMENTO

Le quote o azioni della società preesistente Quando una società conferisce parte del suo
finiscono nelle mani dei soci della società scissa patrimonio ad un’altra riceve in cambio una
(con la scissione si tende a suddividere una certa partecipazione.
realtà aziendale tra i SOCI della stessa).

Il processo di scissione prevede diverse fasi:


a) PROGETTO DI SCISSIONE
Il progetto di scissione deve contenere:
 tutti gli elementi previsti del progetto di fusione
 gli elementi patrimoniali attivi e passivi che vanno a confluire nelle diverse beneficiarie (ad
esempio: alla beneficiaria A andranno i mobili x e y e il debito vs banca per mutuo)
 l’eventuale conguaglio in denaro

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Se la destinazione di un elemento dell’attivo non è desumibile dal progetto

In caso di SCISSIONE TOTALE In caso di SCISSIONE PARZIALE


Quest’elemento deve essere ripartito tra i Quest’elemento rimane in capo alla trasferente
beneficiari in proporzione alla quota di P.N.
assegnata a ciascuna delle beneficiarie

Se la destinazione di un elemento del passivo non è desumibile dal progetto

In caso di SCISSIONE TOTALE In caso di SCISSIONE PARZIALE

Rispondono in solido le beneficiarie Rispondono in solido la società scissa e le


società beneficiarie
b) decisione di scissione dei soci
c) deposito per l’iscrizione nel registro imprese
d) possibilità dei creditori di fare opposizione
e) atto di scissione
Gli effetti della scissione= la scissione ha effetto dall’ultima delle iscrizioni dell’atto di scissione
nell’ufficio del registro imprese

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LE SOCIETÀ EUROPEE
Dall’armonizzazione dei diritti societari al diritto societario sovranazionale
Dalla costituzione della Comunità europea gli Stati membri si sono impegnati a coordinare i propri
ordinamenti nazionali circa le garanzie richieste per proteggere gli interessi dei soci e dei terzi.
L’obiettivo dell’azione legislativa dell’UE è volta a creare un diritto societario sovranazionale, introducendo
tipi societari direttamente disciplinati da regolamento comunitario. A tal fine, sono state predisposte la
società europea (SE, è una s.p.a.) e la società cooperativa europea (SCE, è una soc. coop. a scopo
mutualistico).
Per le materie non disciplinate dal regolamento si fa riferimento alle leggi interne che disciplinano le SE e le
SCE; se l’ordinamento ne è sprovvisto, ci si basa sulle disposizioni dettate per le s.p.a. e le soc. coop. a
scopo mutualistico.
Questo aspetto permette ai soci di poter insediare la società nello stato membro che offre la disciplina più
vantaggiosa.

A) La società europea
La costituzione
La SE è una s.p.a. (e quindi ogni socio risponde delle obbligazioni solo nei limiti del capitale sottoscritto). Il
capitale minimo è di 120mila euro.
La costituzione di una SE è consentita:
- quando si fondono s.p.a. soggette alla legge di stati membri differenti;
- quando due o più s.p.a. promuovono la costituzione di una società europea holding al fine di
sottoporsi ad una direzione unitaria;
- quando due o più enti presentano un collegamento stabile con ordinamenti comunitari diversi;
- quando viene stipulato un patto unilaterale di costituzione di società da parte di un’altra società
europea;
- in caso di trasformazione di una s.p.a. costituita secondo la legge di uno stato membro.

Gli oneri
La struttura interna della SE è caratterizzata dalla presenza dell’assemblea dei soci, da un’amministrazione e
controllo basati sul sistema dualistico (organo di direzione e organo di vigilanza) o su quello monistico (organo
di amministrazione).
Per quanto riguarda l’assemblea, le competenze, l’organizzazione e le procedure di voto sono regolate dalla
legge dello stato della sede.
Le deliberazioni vengono prese di regola a maggioranza semplice, ma per le modificazioni dello statuto è
necessaria una maggioranza di almeno i due terzi.

La gestione
Nel sistema dualistico, i componenti dell’organo di vigilanza sono nominati dall’assemblea generale. L’organo
di vigilanza esercita il controllo sulla gestione; per fare ciò è tenuto in costante aggiornamento dall’organo di
direzione sull’andamento generale degli affari sociali.
L’organo di direzione gestisce la società sotto la propria responsabilità. I componenti sono nominati e revocati
dall’organo di vigilanza.
Il sistema monistico prevede solo un organo di amministrazione a cui è attribuita la gestione della società. I
suoi componenti sono nominati e revocati dall’assemblea. Non possono essere nominati amministratori i
soggetti che la legge dello stato o della sede considera non eleggibili.
La disciplina locale della s.p.a. viene richiamata anche in tema di redazione, controllo e pubblicità del bilancio
d’esercizio e consolidato.

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Il coinvolgimento dei lavoratori nella gestione
Il coinvolgimento dei lavoratori può consistere nell’obbligo di consultare e di informare periodicamente o in
circostanze speciali un organi di rappresentanza dei dipendenti, e nulla più. Può all’opposto arrivare fino al
riconoscimento del potere di nomina da parte dei lavoratori di alcuni componenti degli organi di gestione o
di controllo della società.
È prevista la costituzione di un organo di rappresentanza dei lavoratori i cui componenti sono eletti o
designati dai dipendenti della SE. L’organo di rappresentanza ha il diritto di essere informato e consultato
almeno una volta l’anno dai competenti organi della SE in merito all’evoluzione delle attività e delle
prospettive della società. Deve inoltre essere informato quando si verificano circostanze eccezionali che
incidono notevolmente sugli interessi dei lavoratori.
Vi è un più incisivo coinvolgimento dei lavoratori se è prevista una forma di partecipazione dei dipendenti
alla gestione nelle società che partecipano alla costituzione della SE.

Altri aspetti della disciplina


Come già detto in precedenza, la legislazione a livello europeo in materia di SE è lacunosa.
Si rimandano perciò agli ordinamenti interni delle s.p.a. le discipline in tema di scioglimento, liquidazione,
insolvenza e procedure concorsuali.

B) La società cooperativa europea


Costituzione
La SCE è una società cooperativa in cui i soci rispondono limitatamente o illimitatamente alle obbligazioni
sociali a seconda di quanto previsto dallo statuto.
La SCE è caratterizzata da scopo mutualistico (l’oggetto principale consiste nel soddisfacimento dei bisogni
e/o promozione delle attività economiche e sociali dei propri soci).
La costituzione della SCE deve essere eseguita da almeno cinque soci che presentino un legame con almeno
due ordinamenti nazionali diversi.
In alternativa la SCE può nascere:
- per fusione fra cooperative costituite secondo la legge di uno stato membro, che abbiano sede nella
Comunità e che siano soggette ad almeno due ordinamenti nazionali diversi;
- per trasformazione di una cooperativa che possegga da almeno due anni una succursale o una
controllata soggetta alla legge di un altro stato membro.
I fondatori redigono l’atto costitutivo e lo statuto della società cooperativa europea, nel quale va indicato il
capitale sottoscritto che non può essere inferiore a 30mila euro.
Per quanto riguarda i conferimenti, possono essere conferiti gli elementi dell’attivo suscettibili di valutazione
economica, ad eccezione delle prestazioni di opere o servizi.

Le partecipazioni sociali
Le partecipazioni dei soci nella SCE sono rappresentate da quote nominative. È ammessa la creazione di
categorie speciali di quote, dotate di diritti diversi. Questo consente la presenza di soci sovventori, ai quali è
possibile riservare privilegi nella partecipazione agli utili e una rappresentanza negli organi di gestione e di
vigilanza.
L’ingresso di nuovi soci avviene con il trasferimento delle quote esistenti, oppure sottoscrivendo quote di
nuova emissione. Il capitale della SCE è variabile.
La qualità di socio si perde per morte, recesso o esclusione. Il recesso va dichiarato entro due mesi dalla
delibera contestata. L’esclusione colpisce di diritto il socio fallito e gli enti che si sciolgono, ma può essere
estesa anche al socio gravemente inadempiente ai propri obblighi o che compie atti in contrasto con
l’interesse della società.
In caso di scioglimento del rapporto sociale per morte, recesso o esclusione, il socio ha diritto esclusivamente
al rimborso del valore nominale della quota al netto di eventuali perdite di capitale.
La società cooperativa può finanziarsi anche mediante l’emissione di obbligazioni e di altri titoli che non
attribuiscono la qualità di socio.

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Gli organi
La SCE può essere organizzata secondo il sistema dualistico o monistico, e conserva la disciplina dettata per
la SE in materia di organi di amministrazione e controllo e coinvolgimento dei lavoratori.
Se ne discosta la disciplina dell’assemblea, nella quale vige la regola del voto per teste, in linea con i principi
tradizionale del diritto cooperativo.
L’assemblea deve riunirsi almeno una volta l’anno, entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio per
l’approvazione del bilancio e la destinazione degli utili. I quorum assembleari sono fissati dallo statuto.

Destinazione degli utili. Scioglimento


La SCE può attribuire ristorni ai propri soci in proporzione degli scambi mutualistici realizzati con ciascuno,
mentre viene limitata la remunerazione del capitale mediante la distribuzione degli utili.
Le SCE con sede in Italia devono rispettare i vincoli imposti dall’ordinamento interno (accantonamento del
30% degli utili a riserva legale, devoluzione del 3% ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della
cooperazione).
Per quanto riguarda il bilancio, la revisione contabile, lo scioglimento e le procedure di insolvenza, si fa
riferimento all’ordinamento dettato dallo stato della sede.
Il residuo attivo di liquidazione viene devoluto per finalità altruistiche, dedotto solo quanto necessario per il
rimborso del capitale ai soci.

Il GEIE: GRUPPO EUROPEO DI INTERESSE ECONOMICO


Il Geie è un istituto giuridico predisposto dall’Unione Europea per favorire la cooperazione fra
imprese appartenenti a diversi Stati membri, così rimuovendo gli ostacoli al riguardo frapposti
dalla diversità delle singole legislazioni nazionali. E’ uno strumento di cooperazione economica
transnazionale la cui disciplina è in larga parte uniforme nei singoli ordinamenti nazionali. La
struttura del Geie in larga parte coincide con quella dei consorzi di cooperazione con attività
esterna. Parti del contratto costitutivo del gruppo possono essere solo persone fisiche o giuridiche
che svolgono un’attività economica.
Diversamente che per i consorzi, non è però necessario che si tratti di imprenditori, ed è
espressamente previsto che il Geie può essere costituito anche da liberi professionisti. E’ invece
necessario che almeno due mementi esercitino la loro attività economica in Stati diversi della
Comunità.. Il Geie è un centro autonomo di imputazione di rapporti giuridici distino dai suoi
membri, ma privo di personalità giuridica. Ha infatti la capacità, a proprio nome, di essere titolare
di diritti e di obbligazioni di qualsiasi natura ed è dotato di capacità processuale.
Il contratto costitutivo del Geie deve essere redatto per iscritto a penda di nullità e devono essere
indicati almeno la denominazione del gruppo preceduto dalla dicitura Geie, la sede che deve
essere situata nell’UE, l’oggetto, il nome dei membri, la durata che può essere anche a tempo
indeterminato.
Il contratto è soggetto a pubblicità legale, mediante iscrizione le registro delle imprese e
successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e successivamente nella
Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee. Con l’iscrizione nel registro delle imprese il gruppo
acquista la capacità di essere titolare di diritti ed obbligazioni.
Sono previsti due organi :
- un organo collegiale (assemblea) composto da tutti i membri
- un organo amministrativo
I membri del gruppo possono adottare collegialmente qualsiasi decisione per la realizzazione
dell’oggetto del gruppo, le decisioni più importanti devono essere prese all’unanimità. Ciascun
membro dispone di un solo voto, il contratto può tuttavia attribuire più voti ad alcuni membri, a
condizione che nessuono disponga da solo della maggioranza dei voti. La gestione del Geie è
affidata ad uno o più amministratori, può essere nominato amministratore anche una persona
giuridica, la quale esercita le relative funzioni tramite un proprio rappresentante, persona fisica. I
70
poteri degli amministratori sono fissati dal contratto. Tuttavia soltanto ad essi spetta per legge la
rappresentanza del gruppo verso i terzi. Il Geie deve tenere le scritture contabili previste per gli
imprenditori commerciali, indipendentemente dalla natura commerciale o meno dell’attività
esercitata.

Gli amministratori redigono il bilancio, lo sottopongono all’ approvazione dei membri e


provvedono a depositarlo nel registro delle imprese. Il Geie non ha lo scopo di realizzare profitti
per se stesso, i profitti risultanti dall’attività del gruppo sono considerati direttamente profitti dei
membri e ripartiti fra gli stessi secondo la proporzione prevista nel contratto o, nel silenzio, in parti
uguali. Con lo stesso criterio i mementi contribuiscono a coprire l’eccedenza delle uscite rispetto
alle entrate nel Geie.

La disciplina del Geie non prevede la formazione obbligatoria di un fondo patrimoniale iniziale,
delle obbligazioni di qualsiasi natura assunte dal Geie rispondono infatti solidalmente ed
illimitatamente tutti i membri del gruppo, oltre a questo col proprio patrimonio (diversamente che
per i consorzi dove vi è distinzione tra il patrimonio del consorzio e dei consorziati). Al pari di ogni
imprenditore commerciale, il Geie che esercita attività commerciale è esposto al fallimento in caso
di insolvenza. Il fallimento del Geie non determina però l’automatico fallimento dei suoi membri,
benché responsabili illimitatamente. Gli organi del fallimento potranno chiedere ai membri del
Geie il versamento delle somme necessarie per estinguere i debiti, secondo la procedura di riparto
prevista dall’art 151 legge fallimentare.

TITOLI DI CREDITO
Il titolo di credito è un documento scritto, destinato alla circolazione che prova l’esistenza di un
diritto di esigere una determinata prestazione. La funzione dei titoli di credito: sono strumenti
utilizzati per AGEVOLARE, SEMPLIFICARE la circolazione di crediti.
Il titolo di credito serve sia per la circolazione del credito sia per l’esercizio dello stesso.
I titoli di credito sono:
 CAMBIALE
 ASSEGNO
 AZIONI
 OBBLIGAZIONI
Art. 1264_Efficacia della cessione riguardo al debitore ceduto
La cessione ha effetto nei confronti del debitore ceduto quando questi l’abbia ACCETTATO o gli è
stata NOTIFICATA. La cessione opera il subentro del cessionario nella medesima titolarità
dell’identico rapporto obbligatorio che c’era in capo al cedente con 2 conseguenze:
1) il cessionario acquista il credito solo se il cedente era titolare del credito
2) il cessionario acquista il credito con l’identico contenuto che il credito aveva in capo al cedente.
Al cessionario saranno opponibili le stesse eccezioni opponibili al cedente.

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Classificazione dei titoli di credito
I titoli di credito si possono classificare:
A seconda della Prestazione dovuta:
 Titoli di Credito in senso stretto= la prestazione consiste nel pagamento di una somma di
denaro. cambiale, assegno, obbligazioni
 Titoli di Partecipazione= rappresentano una situazione giuridica complessa. azioni
 Titoli di Credito rappresentativi di merci= danno diritto alla consegna di merci depositate o
viaggianti
A seconda del rapporto giuridico:
A seconda dell’emissione: • Titoli Causali= presuppongono un determinato rapporto
• Titoli Individuali; giuridico. azioni
• Titoli di Massa. • Titoli Astratti= cambiale e assegno

IL TITOLO DI CREDITO è un foglio di carta in cui il DEBITORE scrive e sottoscrive la propria


obbligazione che nasce da un rapporto sottostante.
Il titolo di credito è un documento necessario e sufficiente per la costituzione, circolazione ed
esercizio del diritto letterale ed autonomo in esso incorporato.

PRINCIPIO di INCORPORAZIONE del credito nel documento: nel titolo di credito non può concepirsi il
documento senza diritto, né il diritto senza la carta.

Caratteristiche dei titoli di credito


I requisiti fondamentali dei titoli di credito sono:
1) LETTERALITÀ= il diritto di credito è individuato da quello e soltanto quello che risulta dalla
lettera del documento stesso.
2) AUTONOMIA= poiché il titolo di credito è destinato a circolare ne deriva che ogni possessore
acquista un diritto autonomo rispetto a quello dei precedenti titolari. Ciascun successivo portatore
del titolo ha una posizione autonoma rispetto al precedente portatore. Al nuovo portatore non
potranno essere opposte le eccezioni che erano opponibili ai precedenti portatori.
3) ASTRATTEZZA= non risulta nel contesto letterale del titolo la causa per la quale il titolo è stato
emesso. Il titolo non menziona la causa per cui nasce l’obbligazione. (Questo requisito non
appartiene a tutti i crediti, infatti le azioni sono titoli causali.)
LEGITTIMAZIONE TITOLARITÀ
Di solito circolano
insieme: col
Il potere di esercitare il diritto e di Appartenenza del diritto -> collegata
trasferimento della
disporne (di trasferirlo ad altri) è alla proprietà del documento.
titolarità si trasferisce
collegata al possesso. Colui che è anche la legittimazione.
legittimato ne detiene il possesso.

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Fasi della vita di un titolo di credito
1) CREAZIONE (Tizio compila il suo titolo di credito).
È il momento in cui viene ad esistere il titolo di credito.
Il debitore redige materialmente il titolo di credito su un foglio che di solito presenta dei requisiti,
per esempio: è prestampato, è in filigrana.
Deve essere sempre sottoscritto da chi assume l’obbligazione.
2) EMISSIONE (Tizio consegna il titolo a Caio).
Si ha quando il titolo esce dalla sfera di disponibilità di colui che l’ha creato/sottoscritto (il
debitore) per passare nelle mani del terzo (il prenditore).
Esistono 2 tipi di emissione:
Emissione volontaria-> quando avviene in base ad un valido negozio di emissione e si attua con la
consegna del documento al prenditore. I presupposti dell’emissione volontaria sono:
 Esistenza di un rapporto fondamentale sottostante in relazione del quale il titolo viene
emesso;
 Valido negozio di rilascio-> ci deve essere la volontà del sottoscrittore di attribuire
l’assegno al prenditore. Questo costituisce lo strumento attraverso il quale si trasferisce
la proprietà del documento.
 Consegna del titolo attraverso il quale si trasferisce il possesso e quindi la legittimazione.
Emissione involontaria-> quando manca un valido negozio di emissione e manca la volontà del
debitore. La conseguenza dell’emissione involontaria è che la proprietà e la titolarità del
documento non si trasferiscono al prenditore ma rimangono in capo al debitore.
Colui che trova l’assegno è solo legittimato perché ne ha il possesso ma non le proprietà.
Esempio: sto nel mio ufficio, compilo un assegno e lo lascio sulla mia scrivania; l’assegno vola dalla
finestra o viene rubato. Colui che trova l’assegno o il ladro, non è titolare nè proprietario del
diritto perché manca un valido negozio di emissione, non c’è stata la volontà del sottoscrittore. Il
portatore del titolo, essendo in possesso del documento è legittimato all’esercizio dei diritti ma
non è titolare. Questo è un caso in cui la titolarità del diritto si separa dalla legittimazione del
diritto, cioè la proprietà si separa dal possesso.
3) CIRCOLAZIONE -> Esistono 3 tipi di circolazione:
- CIRCOLAZIONE REGOLARE = quando c’è un valido negozio di trasmissione che normalmente si
inserisce in un valido rapporto sottostante -> il portatore del titolo è titolare e legittimato.
L’acquisto della proprietà è a titolo derivativo (deriva da un precedente proprietario) ma la
posizione del nuovo portatore è autonoma rispetto ai precedenti portatori (non sono opponibile le
eccezioni).
- CIRCOLAZIONE IRREGOLARE = quando manca un valido negozio di trasmissione del titolo.
Il soggetto che acquisisce il titolo di credito potrà essere al massimo legittimato ma non sarà di
sicuro il titolare. (es: in caso di furto). Il proprietario che perde il possesso del titolo di credito
senza il proprio consenso può esercitare l’azione di rivendicazione contro il possessore attuale ed
ottenere la restituzione del documento.
art. 1994_Effetti del possesso in buona fede -> Chi ha acquistato in buona fede il possesso di un
titolo di credito in conformità delle norme che ne disciplinano la circolazione non è soggetto a
rivendicazione. Esempio: se il ladro (che è al più legittimato ma non titolare), invece di andare in
banca ad incassare l’assegno, lo trasferisce ad un altro soggetto, quest’ultimo, in quanto portatore

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in buona fede, è sia legittimato che titolare del diritto contenuto nel titolo. (acquista il titolo a
titolo originario)
- CIRCOLAZIONE IMPROPRIA -> è la circolazione che segue le norme del diritto comune in tema di
cessione del credito. Avviene:
 Per volontà delle parti;
 Per norma di legge (azioni mortis causa);
 Il titolo ha perso la sua idoneità a circolare come titolo di credito (è scaduto)
Quando il titolo circola tramite circolazione impropria o anomala circola come fosse una cessione
di credito e allora NON C’È AUTONOMIA DI CREDITO.
4) ESERCIZIO DEL DIRITTO CARTOLARE
Quando l’obbligazione portata dal titolo di credito scade, il titolo di credito diventa lo strumento
che attribuisce al suo portatore il diritto ad ottenere la prestazione in esso riportata.
(es: il titolo circola nelle mani di più soggetti e quando arriva all’ottavo soggetto avviene la
scadenza. Allora l’ottavo soggetto può andare dal debitore e farsi pagare).
Il possesso qualificato del titolo è condizione necessaria e sufficiente per l’esercizio del diritto
portato dal titolo una volta che questo scade.
Il possessore del titolo, alla scadenza, ha diritto di ottenere il pagamento della prestazione.

Art. 1992 Adempimento della prestazione


Legittimazione attiva (legittimazione a incassare): Il possessore di un titolo di credito ha diritto alla
prestazione in esso indicata verso presentazione del titolo (per pretendere l’adempimento basta il
possesso).
Legittimazione passiva (legittimazione a pagare): il debitore che senza dolo o colpa grave adempie
alla prestazione nei confronti del possessore del titolo, è liberato dal pagamento, anche se questi
non è il titolare del diritto. Il debitore deve pagare nei confronti di chi si presenta legittimato, a
prescindere che quest’ultimo sia titolare o meno.
Se il ladro si presenta a chiedere l’adempimento, il debitore non può astenersi dal pagare.
Può rifiutarsi di adempiere però ha l’onere di provare che chi si è presentato è un possessore di
mala fede.
Art. 1993 Eccezioni opponibili -> sono eventi che il debitore può opporre al portatore del titolo per
evitare il pagamento. Le eccezioni possono essere di 2 tipi:
PERSONALI ASSOLUTE
Sono opponibili solo a un determinato Possono essere opposte dal debitore a qualsiasi
portatore e non ai successivi in virtù portatore che si presenti e sono:
dell’autonomia del titolo di credito. - Abuso di bianco segno
Sono fondate sul rapporto sottostante: - Di forma
- Difetto di legittimazione - Quelle che dipendono dalla falsità della
- Difetto di titolarità propria firma

ECCEZIONE DI DOLO GENERALE


È un’attenuazione al principio di autonomia dei titoli
(le eccezioni personali opponibili a un dato portatore
non sono opponibili al successivo portatore) ->Se il
possessore del titolo ha agito INTENZIONALMENTE a
danno del debitore, quest’ultimo potrà vedersi 74
opposte le stesse eccezioni che erano opponibili al
precedente portatore.
Riassumendo: ci sono alcuni casi di deroga al principio di autonomia dei titoli di credito:
1) quando il titolo circola secondo la circolazione impropria o anomala
2) nel caso di girata per incasso
3) dolo generale.
LEGGE DI CIRCOLAZIONE
In base al modo in cui si trasferiscono (circolano) si distinguono:
1) Art 2003 Titoli di credito al portatore 2) Art 2008 Titoli di credito
Il trasferimento del titolo al portatore si opera con la all’ordine
CONSEGNA del titolo. Il possessore è quindi autorizzato Il possessore del titolo all’ordine
all’esercizio del diritto semplicemente esibendo il titolo. I titoli può pretendere il pagamento del
al portatore non sono intestati ad una determinata persona: debitore alla scadenza solo se, oltre
non è indicato il nome del soggetto cui spetta la prestazione. al POSSESSO, sul documento vi è
Sono i titoli di credito più semplici ma rischiosi: sono rischiosi una SERIE CONTINUA DI GIRATE di
proprio perché semplicemente esibendo il titolo, il debitore è cui l’ultima a suo nome o in bianco.
tenuto a pagare. Sono titoli al portatore ad esempio: Quindi il trasferimento di questo
- Azioni di società; tipo di titoli avviene con la consegna
- Assegno bancario; del titolo e con la presenza sul titolo
- Obbligazioni di società. di una serie continua di girate.

GIRATA
È la dichiarazione scritta sul retro del titolo di credito con la quale l’attuale possessore del titolo di
credito (che sarebbe il creditore, chiamato girante) ordina al debitore (emittente) di eseguire la
prestazione a favore di colui al quale il titolo viene trasferito (giratario/nuovo portatore).
La formula tipica della girata è: “PER ME PAGATE A CAIO, FIRMATO TIZIO”

GIRATARIO= colui che si presenterà al debitore a GIRANTE= colui che


pretendere il pagamento e può pretenderlo proprio trasferisce il titolo al
perché l’ultima girata ha il suo nome. GIRATARIO

 Serve a trasferire la legittimazione del tiolo.


 Non ha la funzione di garanzia: non garantisce che alla scadenza il titolo di credito sarà
adempiuto.
 La girata parziale è nulla.
 La girata deve essere incondizionata
 La girata è valida anche se non contiene il nome del giratario: in questo caso si chiama girata in
bianco.
La girata può essere:
 Propria (=quando produce tutti i suoi effetti tipici)
 Impropria o a effetti limitati (=quando non produce tutti i suoi effetti).
La girata può essere:
 Piena = quando è indicato il nome del giratario “per me pagate a Caio”
 In bianco = quando NON RIPORTA IL NOME DEL GIRATARIO ma solo la FIRMA DEL
GIRANTE. La circolazione del titolo in seguito a girata in bianco avviene come quella dei

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titoli al portatore. Il debitore è tenuto a controllare che la firma di girata corrisponde al
nome del primo prenditore.

Art 2011 Effetti della girata-> Se il titolo è girato in bianco, il possessore può riempire la girata col
proprio nome o con quello di altra persona oppure può girare di nuovo il titolo senza riempire la
girata o senza apporne una nuova. In caso di titolo di credito all’ordine con girata in bianco, il
trasferimento della legittimazione è equiparabile a quella di un titolo al portatore perché può
bastare semplicemente la consegna del titolo.

Art 2012 Obblighi del girante-> Il girante non garantisce al giratario che l’obbligazione a scadenza
sarà adempiuta. Garantisce soltanto l’esistenza, salvo:
- diversa disposizione di legge
- clausola contraria risultante dal titolo
Invece nella
 CAMBIALE IL GIRANTE PER LEGGE ASSUME GARANZIA dell’adempimento
 ASSEGNO dell’obbligazione da parte del debitore alla scadenza, con la conseguenza
che SE IL DEBITORE NON PAGA, SARÀ COSTRETTO A PAGARE IL GIRANTE.

GIRATA IMPROPRIA
Esistono 2 tipi di girata a effetti limitati:
Art. 2013 Girata per incasso o per procura
Art. 2014 Girata a titolo di pegno
È la girata con cui IL GIRATARIO viene costituito
La girata in pegno fa sì che il GIRATARIO
PROCURATORE SPECIALE al fine di consentire al giratario
possa esercitare tutti i diritti inerenti al
di incassare la somma dato che il girante non può recarsi
titolo ma non può trasferire
di persona. Quindi il giratario ha il potere di agire in
ulteriormente il titolo se non per
nome e per conto del girante e può esercitare tutti i
procura.
diritti inerenti al titolo -> soprattutto presentarsi alla
scadenza per l’incasso ma può a sua volta trasferire il
titolo soltanto PER PROCURA.

3) Art 2021 Titoli di credito nominativi


La legittimazione dei titoli nominativi si ha se l’intestazione ad una determinata persona risulta sia:
 Sul Titolo;
 Sul Registro dell’Emittente.
Il trasferimento dei titoli di credito nominativi può avvenire in 2 modi:

Art 2022 Trasferimento-> Il trasferimento art. 2023 Trasferimento mediante girata


del titolo nominativo si opera mediante la La girata dev’essere autenticata dal notaio o agente di
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modifica del nome sia sul titolo sia nel cambio (non basta la firma del girante).
Registro dell’emittente o col rilascio di un Non esiste girata in bianco ci vuole sempre il nome del
nuovo titolo intestato al nuovo titolare. giratario.
Il cambio di nome sul titolo o sul registro Il giratario di un titolo nominativo non è tenuto a
dell’emittente può essere fatto o su chiedere l’annotazione del suo nome sul registro
richiesta dell’alienante o dell’acquirente. dell’emittente -> chiederà l’annotazione colui che ha
interesse ad esercitare il titolo. È l’ultimo di una serie
continua di girate di cui l’ultimo a suo nome
(condizione per esercitare i diritti nei confronti
dell’emittente). 76
Art.2355 Circolazione delle Azioni-> Le azioni al PORTATORE si trasferiscono con la CONSEGNA del
titolo. Le AZIONI NOMINATIVE si trasferiscono mediante GIRATA AUTENTICATA da un notaio o da
un altro soggetto secondo quanto previsto dalle leggi speciali. Il giratario che si dimostra
possessore in base a una serie continua di girate ha diritto di ottenere l’annotazione del
trasferimento nel libro dei soci ed è comunque legittimato ad esercitare i diritti sociali.

AMMORTAMENTO DEI TITOLI DI CREDITO


L’ ammortamento dei titoli di credito è la procedura di giurisdizione volontaria volta ad ottenere la
dichiarazione giudiziale di inefficacia dei titoli di credito. È ammesso solo in caso di:
 Smarrimento;
 Sottrazione;
 Distruzione involontaria.
Si un titolo di credito:
 All’ordine
 Nominativo
Il procedimento di ammortamento consta di 2 fasi:
1) FASE NECESSARIA
In questa fase l’ex possessore del titolo deve effettuare la denuncia al debitore e fare ricorso al
presidente del tribunale del luogo in cui il titolo è pagabile. Dopo l’accertamento della verità dei
fatti, il presidente del tribunale emette il DECRETO DI AMMORTAMENTO Diventa un surrogato del
titolo originario.
È la dichiarazione giudiziale che il titolo di credito non è più strumento di legittimazione.
Il decreto deve essere notificato al debitore; solo dopo tale notifica il debitore non è liberato
se paga al possessore illegittimo del titolo.
Il decreto viene pubblicato nella gazzetta ufficiale per 30 giorni: termine entro il quale il terzo
che possiede il titolo può fare opposizione.

2) FASE EVENTUALE (esiste solo in caso di opposizione)


In caso di opposizione del terzo che possiede il titolo, si apre un giudizio di cognizione che accerta
la proprietà del titolo
Se l’opposizione viene respinta -> Il decreto di
Se l’opposizione viene accolta -> Il ammortamento diventa definitivo e il titolo è
decreto di ammortamento viene riconsegnato al legittimo proprietario.
revocato.

SE NON C’È OPPOSIZIONE da parte dell’eventuale possessore del titolo, chi ha ottenuto
l’ammortamento può esigere il pagamento alla scadenza dal debitore dietro presentazione del
decreto, se il titolo non è scaduto può ottenere dal debitore un duplicato del titolo perso.
esempio: i titoli obbligazionari delle S.p.a. danno diritto all’incasso delle cedole periodicamente.
il giratario ha 2 strade:
oppure può trasferire ulteriormente il titolo
o chiede la notazione della girata a un altro soggetto il quale deciderà se
sul registro dell’emittente. incassare o meno il titolo.

77
LA CAMBIALE
La cambiale non è disciplinata dal codice civile ma dal Regio Decreto del 1993.
La cambiale è un titolo di credito
 All’ordine
 Astratto -> non si conosce la causa per cui il titolo è stato emesso
 Formale -> ci sono una serie di requisiti la cui esistenza determina la validità dell’atto.
 Completo -> sebbene al momento dell’emissione la cambiale non deve essere completata
in ogni suo aspetto, lo deve essere almeno al momento della presentazione della scadenza
(potrebbe essere emessa in bianco).
Esistono 2 tipi di cambiale:

2) VAGLIA CAMBIARIO o PAGHERÒ


1) CAMBIALE o CAMBIALE TRATTA
CAMBIARIO
I soggetti coinvolti nella cambiale sono:
I soggetti sono:
Traente-> colui che emette e sottoscrive la
Emittente-> colui che crea e sottoscrive il
cambiale;
titolo (debitore) promette di pagare nei
Trattario-> soggetto a cui il traente orina di pagare
confronti del prenditore.
alla scadenza la cambiale al prenditore;
Prenditore-> creditore
Prenditore-> colui a favore del quale viene emessa
Giranti
la cambiale
Avallanti
Giranti-> coloro che acquisiscono di volta in volta il
possesso della cambiale e poi la trasferiscono.
Intervengono se la cambiale circola.
Avallanti-> obbligati cambiari di garanzia.
L’avallante garantisce l’adempimento del credito. Ordina al trattario di pagare la
L’avallante firma vicino al debitore che intende somma portata dalla cambiale al
garantire. portatore della cambiale.

RAPPORTO DI PROVVISTA
Si chiama rapporto di provvista il rapporto che lega il TRAENTE e il TRATTARIO

Esempio: acquisto un paio di occhiali e invece di pagare in contanti li pago tramite emissione di una
cambiale tratta ma a mia volta io ho un credito verso un terzo al quale ho eseguito una
prestazione; invece di incassare i soldi dal trattario, ordino al trattario di pagare a scadenza la
somma a favore del venditore di occhiali.

RAPPORTO DI VALUTA È il rapporto che lega il TRAENTE e il PRENDITORE

Crea il titolo di credito e lo emette a favore del prenditore

TRA TRATTARIO E PRENDITORE NON C’È ALCUN RAPPORTO: IL TRATTARIO NON HA L’OBBLIGO DI
PAGARE A SCADENZA IL PRENDITORE.

78
Gli obbligati cambiari sono coloro che hanno apposto la loro firma sulla cambiale. Tutti gli
obbligati cambiari sono solidalmente responsabili tra loro.

Obbligati cambiari principali/diretti: Obbligati cambiari di regresso: Coloro che pagano


- il TRATTARIO (quando abbia accettato) + i se non pagano i soggetti in via principale.
SUOI AVALLANTI --> nella cambiale tratta - TRAENTE + i SUOI AVALLANTI --> nella cambiale
- l’EMITTENTE + i SUOI AVALLANTI --> nel tratta
pagherò cambiario - GIRANTI + i LORO AVALLANTI

Quindi: Nella CAMBIALE TRATTA Nel PAGHERÒ CAMBIARIO

L’OBBLIGATO CAMBIARIO L’OBBLIGATO CAMBIARIO PRINCIPALE


PRINCIPALE C’È SEMPRE ED è NON C’È SEMPRE: C’è SOLO QUANDO
L’EMITTENTE IL TRATTARIO ACCETTA LA CAMBIALE

BOLLO: La cambiale deve essere in regola con il bollo al momento della creazione. Se la cambiale
non è in regola con il bollo non può essere usata in giudizio finché non viene regolarizzato il bollo.
Se la cambiale non è in regola con il bollo fin dall’inizio anche se poi la regolarizzo non diventerà
più Titolo Esecutivo -> la cambiale in regola con il bollo fin dall’inizio è Titolo Esecutivo.
REQUISITI DI VALIDITÀ DELLA CAMBIALE
 Art 1 (Legge Cambiaria) -> contenere la denominazione cambiaria;
 La cambiale Tratta deve contenere l’ordine incondizionato di pagare una somma determinata
(ordine che il traente rivolge al trattario di pagare al prenditore)
 Il Pagherò cambiario deve contenere la promessa incondizionata di pagare una somma
(promessa che fa l’emittente di pagare a scadenza la somma portata dalla cambiale al
portatore)
 L’Indicazione del designato a pagare (Trattario) -> (Nel pagherò non c’è il trattario).
 Luogo di pagamento
 Luogo e data di emissione
 Sottoscrizione del traente o dell’emittente
 Informazioni sul Prenditore
 La SCADENZA DELLA CAMBIALE può essere:
1) A giorno fisso-> la cambiale scade in un determinato giorno in cui il portatore della cambiale
può presentarsi dal debitore a pretendere l’adempimento.
2) A VISTA-> la cambiale scade nel momento in cui viene presentata al debitore per ottenere il
pagamento. Limite: deve essere presentata entro 1 anno dall’emissione.
3) A CERTO TEMPO VISTA -> la cambiale scade trascorso un certo arco temporale espresso in
giorni, mesi o settimane che decorre dal momento in cui viene presentata per l’accettazione.

Nella cambiale tratta -> io presento la Nel pagherò cambiario -> la cambiale va
cambiale al trattario perché l’accetti e presentata per ottenere non l’accettazione ma
da allora comincia a decorrere il per far avviare la decorrenza del termine di
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termine per la sua scadenza. scadenza.
4) A CERTO TEMPO DATA-> questa scadenza si esprime in un certo arco temporale che decorrono
non dalla presentazione per l’accettazione ma dalla data di emissione.
Se non è indicata la scadenza si intende a vista.
Nella scadenza a certo tempo data e a giorno fisso sappiamo con esattezza quando scade.
Nella scadenza a certo tempo vista e a vista non sappiamo precisamente quando scadranno -> è
consentito in questo caso emettere una promessa di interesse -> La clausola degli interessi
dev’essere presente nel contesto letterale del titolo e contenere l’indicazione del tasso d’interesse
applicato. In mancanza la clausola non è iscritta.

CAMBIALE IN BIANCO ≠ GIRATA IN BIANCO

Quando nella cambiale mancano alcuni Quando nella cambiale manca solo del
requisiti di validità al momento dell’emissione, nome del giratario contiene però la
tuttavia gli elementi mancanti possono essere firma del girante. (è completa in tutti i
completati al momento della presentazione suoi aspetti)
per ottenere il pagamento alla scadenza.
Come si fa a riempire la cambiale in bianco? Tramite l’ACCORDO DI RIEMPIMENTO, tra emittente
e prenditore, che circola insieme alla cambiale stessa.
che definisce gli elementi mancanti
Quali elementi non possono mai mancare?
1) denominazione cambiaria Non è in bianco se si tratta di
2) sottoscrizione del traente o emittente elementi la cui mancanza può
essere supplita da norma di legge.

La cambiale va completata entro tre anni dalla sua emissione.


L’abusivo riempimento (in modo difforme dagli accordi di riempimento) abuso di bianco segno è
un’eccezione (non assoluta perché non è opponibile a qualsiasi portatore ma chi sia in mala fede o
in colpa grave)

GIRATA (art 15 e seguenti della legge cambiaria)


La cambiale può essere trasferita mediante girata.
Poiché la cambiale è un titolo di credito all’ordine, è legittimato ad incassare la somma riportata
nella cambiale stessa, chi, alla scadenza, possiede la cambiale accompagnata da una serie continua
di girate di cui l’ultima a nome del portatore. La girata nella cambiale ha la funzione di:
- Consentire il trasferimento della legittimazione
- Funzione di Garanzia art 19: il girante nel momento in cui gira la cambiale garantisce che la
cambiale, alla scadenza, verrà accettata e pagata (o solo pagata se si tratta di pagherò
cambiario). Questo spiega perché i giranti sono obbligati cambiari di regresso: sono coloro
che non sarebbero obbligati a pagare in via principale ma lo possono diventare nel caso in
cui chi è obbligato a pagare in via principale non paghi.

80
La girata deve essere scritta sulla cambiale o su un foglio attaccato alla cambiale (chiamato foglio
di allungamento) e sottoscritta dal girante. La girata è valida anche se il beneficiario non sia
indicato o se il girante abbia apposto soltanto la sua firma (GIRATA IN BIANCO).
Differenza:
TITOLI DI CREDITO CAMBIALE
ALL’ORDINE

Il girante non assume garanzia Il girante assume garanzia


dell’adempimento ma solo dell’esistenza dell’adempimento salvo diversa clausola.
del credito
AVALLO (art 35 e seguenti della Legge cambiaria)
Le obbligazioni cambiarie possono essere assistite da garanzie reali (ipoteca, pegno, privilegio) e
da garanzia personale (fideussione non cartolare/ non collegata alla cambiale -> è un istituto che
esiste al di fuori della cambiale stessa; Avallo garanzia caratteristica della cambiale)

L’avallo è una garanzia cambiaria, personale ed è posto sulla cambiale o sul foglio di allungamento
Il pagamento di una cambiale può essere garantito con avallo per tutta o parte della somma della
cambiale.
Art 35 Il pagamento di una cambiale può essere garantito da avallo -> Garanzia prestata da un
terzo o da un soggetto già firmatario della cambiale (ho già firmato come girante posso dare anche
l’avallo per un altro obbligato) -> questo ha efficacia pratica solo se l’avallo serve a modificare la
posizione che l’avallante ha (è privo di senso l’avallo dato dall’obbligato principale).
Se non è specificato per chi è dato l’avallo si considera per il traente (è l’ultimo soggetto nella
catena a dover pagare se poi non paga l’obbligato principale)
L’avallante è un obbligato cambiario principale o di regresso che garantisce il pagamento totale o
parziale della cambiale. È scritto nella formula “Per avallo di Tizio, firmato da Caio.”
Se l’avallo è dato per un obbligato principale--> anche l’avallante è obbligato principale.
Se l’avallo è dato per un obbligato di regresso --> anche l’avallante è obbligato di regresso.
L’avallante può essere sia un obbligato di regresso sia un obbligato principale -> può essere
entrambi dipende dalla posizione nella quale si trova l’avallato.

Art 37 Caratteristica fondamentale -> se l’obbligazione dell’avallato (il garantito) è invalida


nonostante questo l’obbligazione dell’avallante rimane valida a meno che non ci sia un vizio di
forma.
La firma dell’avallato è falsa -> l’obbligazione è invalida (se ci fosse una fideussione questa
invalidità travolgerebbe anche la fideussione) -> nell’avallo invece rimane valido l’avallato non
pagherà ma l’avallante si.
La firma dell’avallato non c’è sulla cambiale -> è invalida l’obbligazione dell’avallato e lo è anche
quella dell’avallante perché si tratta di un vizio di forma.

81
Riassumendo:
 È un’obbligazione cambiaria di garanzia per effetto della quale l’avallante assume la stessa
posizione dell’avallato (sarà obbligato principale o di regresso a seconda dell’obbligazione
per la quale dà garanzia) ->
 se l’avallo viene dato per l’accettante o per l’emittente l’avallato sarà obbligato principale
 se invece viene dato per il traente o per i giranti l’avallato sarà obbligato di regresso
 L’invalidità dell’obbligazione dell’avallato non produce l’invalidità dell’obbligazione
dell’avallante a meno che non si tratti di un vizio di forma.

ACCETTAZIONE DELLA CAMBIALE TRATTA


È la dichiarazione con cui il trattario si obbliga a pagare la cambiale alla scadenza, diventando
obbligato cambiario principale. Non c’è nel pagherò cambiario.
Prima dell’accettazione, il trattario non è obbligato principale, né di regresso.
Solo dopo aver accettato diventa obbligato cambiario principale e il pagamento da lui eseguito
libera tutti gli obbligati cambiari ed estingue l’obbligazione cambiaria.
È obbligato cambiario è l’accettante -> il trattario che abbia accettato.
Se rifiuta di accettare non può essere costretto a pagare al portatore della cambiale -> è unico
responsabile nei confronti del traente in virtù del rapporto di provvista.
La dichiarazione deve essere scritta sulla cambiale. L’accettazione non ammette condizioni.
Chi deve presentare la cambiale per l’accettazione?
1) il PORTATORE -> soggetto legittimato (ha una serie continua di girate di cui l’ultima a suo nome)
2) un SEMPLICE DETENTORE -> cioè un soggetto non legittimato perché il trattario non può
rifiutarsi di accettare.
Art 26 la cambiale può (non è un obbligo è una facoltà) essere presentata per l’accettazione -> La
presentazione per l’ACCETTAZIONE della CAMBIALE TRATTA è facoltativa per il portatore: egli non
Ci sono 2 eccezioni
è obbligato in cui
a portare presentare
la cambiale la cambiale
2 volte per l’ACCETTAZIONE
al trattario, DEL TRATTARIO
una per l’accettazione e una alla èscadenza
obbligatorio:
per ottenere il pagamento ma basta 1 sola volta direttamente per il pagamento.
L’accettazione è una facoltà nell’interesse del portatore.

1) Cambiale con scadenza a certo tempo vista (caso previsto dalla legge: la cambiale deve essere
presentata per forza per l’accettazione altrimenti non comincia a decorrere il tempo per la
scadenza).
2) Se viene apposta una specifica clausola nella cambiale che impone l’obbligo di presentazione
per l’accettazione.

PAGAMENTO DELLA CAMBIALE (art 43 e seguenti legge cambiaria)


La cambiale è un titolo di presentazione: il PORTATORE per ottenere il pagamento deve presentare
al debitore il titolo di credito.
Art 44 -> la cambiale deve essere presentata per il pagamento. (l’accettazione è facoltativa ma
deve per il pagamento)
 CHI è legittimato a chiedere il pagamento?

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Art 43-> la presentazione del pagamento deve essere fatta dal portatore legittimo della cambiale
(cioè chi ha in mano la cambiale con una serie continua di girate di cui l’ultima a suo nome o in
bianco) e non dal semplice detentore. (l’accettazione da entrambi)
Il portatore non può rifiutare un pagamento parziale: se lo fa perde la possibilità di agire contro gli
altri obbligati cambiari per la somma che gli è stata offerta.
 A CHI deve essere fatta la presentazione per il pagamento?
Al debitore principale che può essere l’emittente (pagherò cambiario), trattario (cambiale tratta)
(anche se non ha accettato).
 QUANDO deve essere fatta la presentazione per il pagamento?
Quando la cambiale scade e diventa quindi pagabile.
Chi paga alla scadenza è liberato a meno che non si trovi in caso di dolo o colpa grave.
 OGGETTO del pagamento?
LETTERALITÀ DEL TITOLO DI CREDITO (la somma riportata alla lettera nella cambiale)
 EFFETTI del pagamento? Sono diversi a seconda di chi effettua il pagamento:
- Se a pagare è l’obbligato cambiario principale ogni rapporto cambiario si estingue e cessa
la responsabilità cambiaria di tutti gli obbligati di regresso.
- Se a pagare è un obbligato cambiario di regresso, i diritti cambiari non si estinguono ma
colui che ha pagato acquista i diritti cambiari nei confronti di tutti gli altri, cioè ha diritto di
essere rimborsato.
Art 57 -> qualsiasi obbligato che paga la cambiale può chiedere che gli venga restituita una
volta che l’abbia pagata -> se il pagamento viene fatto non dal trattario che abbia accettato o
dall’emittente ma venga effettuata da un girante -> il girante che paga ha diritto alla
restituzione.

Le azioni di cui si può servire il portatore per cercare di ottenere il pagamento della cambiale
sono:
• Azioni cambiarie -> agisco in giudizio facendo valere il credito cambiario con le
caratteristiche che esso ha (diritto letterale e autonomo).
• Azioni causali -> utilizzo la cambiale facendo valere il rapporto fondamentale sottostante
che normalmente c’è dietro l’emissione o la trasmissione del titolo. (Azione di ingiustificato
arricchimento)

-AZIONE CAMBIARIA DIRETTA


AZIONE CAMBIARIA -AZIONE CABIARIA DI REGRESSO
L’azione cambiaria è l’azione che consente al creditore un rapido recupero del credito, infatti può
essere esercitata in caso di:
1) Rifiuto di pagamento
2) Mancata accettazione.
Quando deciso di intraprendere in giudizio la cambiale -> quando utilizzo di intraprendere
un’azione cambiaria -> Se utilizzo la cambiale nel processo facendo valere le azioni cambiarie ho
tre alternative:

83
 Procedimento di cognizione ordinario -> procedimento messo in piedi dal creditore
mediante atto di citazione, si svolge difronte al giudice e si svolge con il contraddittorio del
debitore. Si concluderà con una sentenza che accerta che il credito esiste ma anche per
costituire l’avvio del procedimento di esecuzione sui beni del debitore.
 Procedimento di ingiunzione -> il creditore si rivolge al giudice sulla circostanza che il
credito risulta da atto scritto, introdotto con il ricorso e viene deciso dal giudice senza
sentire il debitore (il giudice emette il decreto ingiuntivo che ordina al debitore di pagare la
somma portata dal decreto stesso). Il debitore (non sentito) può fare opposizione -> al
termine dell’esame di opposizione si otterrà un decreto ingiuntivo definitivo.
È più veloce rispetto al procedimento di cognizione.
 Azioni esecutive (tipica della cambiale) -> si può usare la cambiale direttamente come
titolo esecutivo. Condizione fondamentale: la cambiale dev’essere in regola con il bollo fin
dall’origine. Posso saltare la fase di accertamento del credito e avviare direttamente il
procedimento esecutivo volto a far vendere i beni del debitore. Vantaggio: Consente di
abbreviare i tempi per ottenere il pagamento nel caso in cui il debitore non lo faccia.
Il debitore potrà opporre eccezioni assolute o personali.
I primi due non sono norme tipiche della cambiale (chiunque vanti un credito può seguire queste
due strade), prima accertano il credito e poi si avvia l’azione esecutiva per ottenere il pagamento.

Azione causale art 66


Non si può intraprendere l’azione causale se non dopo che sia accertato (aver levato) con il
protesto la mancanza di accettazione o di pagamento -> cioè dopo che si è tentato di ottenere il
pagamento della cambiale da chi era designato a pagare in via principale.
Presupposto fondamentale: tra chi agisce, il creditore, e il debitore il rapporto casuale sussista.

Azione di ingiustificato arricchimento art 67


Qualora il portatore abbia perduto (l’azione esisteva) l’azione cambiaria contro tutti gli obbligati e
non abbia contro i medesimi azione causale. Posso agire contro qualunque obbligato non per
l’importo nominale della cambiale ma richiederò per l’importo che corrisponde all’ingiustificato
arricchimento che hanno avuto questi soggetti per effetto della circostanza che non hanno pagato.

AZIONE DIRETTA
L’azione diretta è l’azione esercitata dal creditore nei confronti degli obbligati cambiari principali,
ai quali il creditore può chiedere il pagamento. Il creditore può chiedere il pagamento oppure
agire esecutivamente sui beni dell’obbligato di 1° grado, senza attendere una sentenza di
condanna. È consentita solo se la cambiale è un titolo esecutivo, cioè se al momento
dell’emissione è stata pagata l’imposta proporzionale di bollo. L’azione cambiaria diretta non
richiede la levata del protesto.

84
AZIONE DI REGRESSO
L’azione di regresso:
 Dal punto di vista sostanziale è il diritto di credito che il portatore ha nei confronti degli
obbligati di regresso (che garantiscono il pagamento dell’obbligato principale)
 Dal punto di vista processuale è l’azione che spetta al portatore del titolo (=creditore)
verso gli obbligati di regresso (=traente, giranti e loro avallanti).
L’azione di regresso può essere esercitata:
1) alla scadenza, se il pagamento non ha avuto luogo
2) prima della scadenza, se il trattario ha rifiutato l’accettazione (nella cambiale tratta)

Se l’obbligato principale non paga:


Art 54 -> Se un obbligato cambiario principale esiste, il portatore se non viene da questi pagato,
può agire o contro l’obbligato principale o contro i suoi avallanti usando l’azione diretta senza
particolari formalità tranne che un termine di prescrizione di 3 anni).
Può agire anche in via di regresso contro tutti gli altri obbligati senza dover rispettare nessun
ordine nella scelta dell’obbligato contro cui vuole agire e potendo agire contro tutti
congiuntamente.
Per poter agire in regresso però, ci sono dei presupposti sostanziali:
 Mancato pagamento di chi è designato a pagare in via principale.
Presupposto formale:
 Portatore deve levare il protesto:
Il mancato pagamento o la mancata accettazione della cambiale (o dell’assegno) devono essere
constatati in modo formale con atto autentico pubblico chiamato PROTESTO, redatto dal notaio. A
che serve il protesto? il protesto fa decorrere gli effetti civili tipici dell’inadempimento.
Non è sempre indispensabile levare il protesto per non perdere l’azione di regresso: infatti
possono esserci dei casi in cui è stata inserita la clausola “senza protesto” o “senza spese”.
OBBLIGO DI AVVISO: il portatore deve accertare con protesto il rifiuto del pagamento o
dell’accettazione e ha l’obbligo di avvisare il proprio girante e il traente (nella cambiale tratta).
OGGETTO DEL REGRESSO: il portatore può chiedere in via di regresso l’importo della cambiale con
gli eventuali interessi.

ASSEGNO L’assegno è uno strumento di pagamento.


La cambiale è uno strumento di credito.
L’assegno è uno strumento di pagamento le cui norme sono contenute nel regio decreto 1933
(coevo a quello della Cambiale). Esistono due tipi di assegno:
ASSEGNO BANCARIO ASSEGNO CIRCOLARE

Riproduce la struttura della cambiale tratta; Riproduce la struttura del pagherò cambiario
Quindi ci sono:
Emittente = la banca/banchiere
 Traente= colui che emette l’assegno (quello Prenditore = colui al quale viene dato l’assegno
che ha il libretto, che firma l’assegno) Non ho il libretto di assegno circolare.
 Trattario= è sempre una banca
 Prenditore= colui al quale viene consegnato
l’assegno
 Giranti = si dovrebbero fare le girate in realtà Gli assegni bancario/circolare non hanno mai
però gli assegni non girano più (per motivi di 85
una scadenza futura, non si può emettere un
antiriciclaggio gli assegni sono non trasferibili) assegno a certo tempo data/a certo tempo
si girano solo alla banca per l’incasso. vista/ a giorno fisso. Hanno scadenza a vista.
ASSEGNO BANCARIO
Con l’assegno bancario un soggetto (il traente), titolare del conto corrente, ordina alla propria
banca (trattario) di pagare al portatore del titolo (beneficiario) una somma di denaro determinata
nel titolo stesso.
L’assegno bancario nonostante preveda la figura
Il rapporto di valuta lega il traente e il prenditore.
del trattario non può mai essere accettato -> La
Il rapporto di provvista lega il traente e il trattario.
banca non accetta l’assegno bancario -> non lo
L’assegno bancario, quindi è un titolo di accetta cambiariamente quindi non diventa MAI
credito che riproduce la struttura della tratta obbligato cambiario.
senza avere però il fondamentale aspetto
Quindi l’assegno non ha mai un obbligato
dell’accettazione propria della tratta.
cambiario principale: la banca esegue il
pagamento al portatore del titolo solo se sul conto
corrente del traente ci sono i fondi necessari-> la
banca paga sulla base del rapporto di assegno.

Quando un soggetto apre un conto corrente bancario riceve il libretto degli assegni sottoscrivendo
il CONTRATTO DI ASSEGNO. Mediante tale contratto la banca riconosce al soggetto il libretto degli
assegni e attribuisce il potere di disporre delle somme del proprio conto corrente mediante
emissione di assegni.
L’assegno ha una SCADENZA necessariamente A VISTA: scade nel momento in cui viene
presentato, cioè può essere pagato al beneficiario al momento della presentazione.
L’assegno bancario ha normalmente una scadenza di 8 giorni: deve essere presentato entro 8
giorni dall’emissione fino a un massimo di 60 giorni. È un titolo di credito che non circola per molto
tempo.
Quando si compila un assegno bisogna farlo in maniera completa utilizzando una penna a
inchiostro in cui sono indicati:
 Comune in cui si emette l’assegno
 Data di emissione
 Nome del beneficiario
 Firma
CIRCOLAZIONE DELL’ASSEGNO BANCARIO
L’assegno bancario può essere emesso: AL PORTATORE
ALL’ORDINE
può essere trasferito con semplice consegna

verrà trasferito mediante girata


Sia gli assegni bancari sia quelli circolari sono titoli
all’ordine -> sarebbero destinati alla circolazione
Gli assegni bancari trasferibili mediante girata -> il legislatore ha previsto per legge
possono essere usati solo per l’intrasferibilità per evitare riciclaggio.
importi minimi per evitare il
riciclaggio. Solo il bancario potrebbe essere emesso pure al
portatore.

86
ASSEGNO CIRCOLARE
L’assegno circolare contiene la promessa incondizionata della banca di pagare a vista una somma
di denaro. (più sicuro dell’assegno bancario) È un titolo di credito all’ordine che riproduce la
struttura del pagherò cambiario in quanto ci sono:
 Emittente -> è un istituto di credito autorizzato dall’istituto di vigilanza. La banca assume la
veste di emittente perché ha già ricevuto i fondi in relazione ai quali emetterà l’assegno
circolare. La banca, quindi è obbligato cambiario principale.
 Prenditore-> colui a favore del quale l’assegno è emesso.
 Giranti (non necessariamente)
(Esempio: se compro una casa di sicuro non posso utilizzare come titolo di credito un assegno
bancario ma certamente un assegno circolare. La banca si impegna a pagare l’assegno perché
giorni prima sono andato in banca e ho chiesto l’emissione di un assegno circolare dietro
versamento della somma necessaria).

L’assegno circolare scade a vista: il termine di presentazione è di 30 giorni.


Requisiti di validità dell’assegno circolare:
 Denominazione di assegno circolare
 Promessa di pagamento a vista
 Somma in denaro
 Indicazione del prenditore
 Sottoscrizione dell’istituto emittente
 Luogo e data di emissione

Principali differenze:
ASSEGNO BANCARIO ASSEGNO CIRCOLARE

- Il traente ha in mano il libretto degli - Il traente non ha il libretto degli assegni


assegni;
- Viene emesso e firmato dalla banca, che è
- Non c’è la sicurezza dell’incasso per il obbligato cambiario principale, solo in caso
beneficiario: c’è la clausola “salvo buon di piena disponibilità di fondi sul conto
fine”. L’assegno andrà a buon fine se sul corrente. La banca prima di emettere
conto corrente del traente sono l’assegno circolare effettua i dovuti controlli
disponibili i fondi necessari. e solo dopo (se l’esito è positivo), emette e
firma l’assegno.
- Non c’è un obbligato cambiario
principale. - Deve sempre indicare il nome del
beneficiario
- Può essere emesso solo per somme
contenute. - Può essere emesso anche per somme
elevate: per esempio per l’acquisto di un
immobile.
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CONTRATTI D’IMPRESA

CONTRATTI NECESSARIAMENTE D’IMPRESA CONTRATTI NATURALMENTE D’IMPRESA

Contratti in cui è espressamente prevista la Nella definizione di contratto non si rinviene la


presenza dell’imprenditore: una parte del figura dell’imprenditore ma fa riferimento ad
contratto è l’imprenditore. esso.

Es: contratti bancari, assicurativi, contratti di Es: contratti di agenzia, estimatori, di


subfornitura, di franchising, di appalto… somministrazione…

CONTRATTI UNILATERALMENTE D’IMPRESA CONTRATTI BILATERALMENTE D’IMPRESA

Una delle 2 parti è imprenditore mentre l’altra Entrambe le parti del contratto devono essere
parte può esserlo o no imprenditori.

Es: contratto bancario: una delle 2 parti è Es: contratto di franchising, subfornitura,
necessariamente un’impresa (perché la banca è subappalto…
un’attività commerciale), l’altra parte può essere
un privato o un’impresa.

CONTRATTI DI SCAMBIO O DISTRIBUZIONE CONTRATTI PER L’ESECUZIONE DI OPERE O SERVIZI


DI BENI

Gruppi di contratti che si caratterizzano per una Sono gruppi di contratti che hanno ad oggetto
prestazione di DARE. prestazioni di opere e servizi: si caratterizzano per una
prestazione di FARE e non di dare.
Es: contratto di vendita, estimatorio, di
somministrazione… Es: contratto di appalto, trasporto…

88
CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE

Il contratto di somministrazione è il contratto con cui una parte (somministrante) si obbliga verso
corrispettivo di un prezzo, ad eseguire a favore dell’altra (somministrato), prestazioni periodiche o
continuative di cose.
È quindi un contratto naturalmente d’impresa e unilateralmente d’impresa.
Oggetto del contratto: PRESTAZIONE DI BENI, quindi ha per oggetto una prestazione di DARE.
Se la prestazione è periodica –> il prezzo deve essere pagato dopo la singola prestazione.
Se la prestazione è continuativa --> il prezzo deve pagato alla scadenza stabilita.
Sono contratti di somministrazione per esempio:
la fornitura di pasti ad una mensa
la fornitura di energia elettrica (prestazione continuativa)
Il contratto di somministrazione tollera i patti accessori:
1) PATTO DI PREFERENZA= patto stipulato a favore del somministrante. Il somministrato si
OBBLIGA a preferire lo stesso somministrante nel caso di stipula di un successivo contratto avente
lo stesso oggetto. Il somministrato comunicherà al somministrante le condizioni del nuovo
contratto.
2) PATTO DI ESCLUSIVITÀ= può essere a favore del somministrante, del somministrato o di
entrambe le parti.
- se è prevista una clausola di esclusiva a favore del somministrante l’altra parte non può ricevere
da terzi prestazioni della stessa natura;
- se è prevista una clausola di esclusiva a favore del somministrato, il somministrante non può
compiere prestazioni della stessa natura di quelle oggetto di contratto.

CONTRATTO DI APPALTO
Con il contratto di appalto una parte (appaltatore) assume, con l’organizzazione dei mezzi
necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o servizio verso il
corrispettivo di denaro.
Il contratto di appalto ha quindi per oggetto una prestazione di FARE.
Si tratta di un contratto necessariamente d’impresa perché L’APPALTATORE DEVE SEMPRE ESSERE
UN IMPRENDITORE.
Si tratta di un contratto unilateralmente d’impresa perché il committente PUÒ essere un
imprenditore oppure no. Il committente inoltre può essere:
 Un soggetto pubblico --> l’appalto è pubblico e si applica la disciplina del codice degli appalti.
 Un soggetto privato --> l’appalto è privato e si applicano le norme del codice civile.
OBBLIGAZIONI PER L’APPALTATORE (l’appaltatore ha un’obbligazione di risultato):
 Eseguire l’opera o servizio
 Fornire le materie prime per eseguire l’opera, se non è stabilito diversamente. Se la materia
prima è fornita dal committente ed è difettosa, l’appaltatore è tenuto a darne pronto avviso al
committente.
 Eseguire l’opera a regola d’arte (senza vizi)
 Eseguire l’opera nei termini stabiliti dal contratto.
89
OBBLIGAZIONI PER IL COMMITTENTE:
 Pagare il corrispettivo in denaro
Il prezzo pagato dal committente può essere:
A CORPO= viene fissato un prezzo unico
A MISURA= viene fissato un tot. Per ogni unità (esempio: 30€ a mq.)
Nelle grandi opere il prezzo può essere corrisposto in base allo STATO DI AVANZAMENTO DEI
LAVORI (SAL).
VARIAZIONI D’OPERA= l’appaltatore può apportare variazioni al progetto se sono modifiche
necessarie per eseguire l’opera a regola d’arte.
 Non sono considerate variazioni d’opera i lavori prevedibili che secondo buona fede devono
considerarsi compresi nel progetto iniziale;
 Sono considerate variazioni i lavori che comportino radicali variazioni al progetto originale: si
tratta di lavori extra-contrattuali;
 Non sono ammesse variazioni del progetto unilateralmente apportate dall’appaltatore se non
autorizzate dal committente.
Se per eseguire l’opera a regola d’arte è necessario apportare variazioni al progetto ma le parti
non si accordano, spetta al giudice determinare la variazione da introdurre e le relative variazioni
del prezzo.
Se l’importo delle variazioni supera 1/6 del prezzo complessivo convenuto nel contratto,
l’APPALTATORE può recedere dal contratto e può ottenere un’equa indennità.
Se le variazioni sono di notevole entità IL COMMITTENTE stesso può recedere dal contratto e
corrispondere un equo indennizzo.
Quindi

L’APPALTATORE può recedere se le variazioni


IN CASO DI VARIAZIONI NECESSARIE superano 1/6 del prezzo complessivo stabilito.
entrambe le parti possono recedere

Il COMMITTENTE può recedere solo se le variazioni


sono di notevole entità.

Una volta terminata l’opera da parte dell’appaltatore si susseguono diverse fasi:


1) VERIFICA dell’opera compiuta: l’opera deve essere conforme al progetto
2) COLLAUDO= è la dichiarazione dell’esito della verifica dopo il controllo
3) ACCETTAZIONE dell’opera da parte del committente. Questa è la parte fondamentale poiché
una volta accettata l’opera, il RISCHIO del deterioramento grava sul committente, l’appaltatore
acquista il diritto di essere pagato e il committente ha diritto di ricevere l’opera.
4) CONSEGNA
Estinzione del rapporto
Il contratto di appalto è soddisfatto solo se lì opera in oggetto è completamente realizzata. In caso
di impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile a nessuna delle parti, il contratto si

90
scioglie. Il committente può recedere dal contratto SENZA giusta causa purché paghi
all’appaltatore sia le spese sostenute sia il mancato guadagno.

CONTRATTO DI SUBAPPALTO
L’APPALTATORE DI UN CONTRATTO Può AFFIDARE A SUA VOLTA L’ESECUZIONE DI UNA PARTE O DI
TUTTA L’OPERA A UN ALTRO SOGGETTO CHE DIVENTERÀ IL SUBAPPALTATORE (a patto che gli sia
concesso dal committente).
Il SUBAPPALTATORE è un imprenditore quindi il contratto di subappalto è un contratto
necessariamente d’impresa e bilateralmente d’impresa.
Il contratto di subappalto è un contratto DERIVATO.

CONTRATTO DI SUBFORNITURA
Con il contratto di subfornitura un imprenditore si impegna a effettuare per conto di un’impresa
committente la lavorazione su prodotti semilavorati o su materie prime fornite dalla committente
(subfornitura di lavorazione) o di fornire all’impresa prodotti o servizi destinati ad essere
incorporati nell’attività economica del committente (subfornitura di lavorazione).
Il contratto si subfornitura è quindi un contratto necessariamente d’impresa e bilateralmente
d’impresa in quanto entrambe le parti sono imprenditori.
Il contratto di subfornitura è molto diffuso nella realtà italiana caratterizzata dalle piccole medie
imprese. Tale contratto consiste quindi nella scelta di affidare a terzi la realizzazione di parti del
proprio prodotto o fasi della propria attività: l’attività produttiva viene esternalizzata e si verifica
pertanto un decentramento produttivo. Di solito il committente è un grande imprenditore che si
rivolge a piccoli-medi imprenditori per realizzare parte o tutto del suo prodotto o del suo processo
produttivo.
Il SUBFORNITORE è il CONTRAENTE DEBOLE perché:

 Agisce secondo le regole e le direttive del committente e si avvale delle tecnologie di


quest’ultimo.
 Non produce per il mercato ma per il committente: il subfornitore dipende fortemente dal
committente.
Questo potrebbe far pensare che il contratto di
subfornitura sia uguale al contratto di appalto ma c’è una
grande DIFFERENZA tra i due tipi di contratto menzionati:

CONTRATTO DI SUBFORNITURA CONTRATTO DI APPALTO

I problemi tecnici devono essere affrontati e risolti I problemi tecnici devono essere affrontati e
dal committente: IL SUBFORNITORE è INSERITO IN risolti dall’appaltatore perché l’appaltatore gode
UN DETERMINATO LIVELLO DEL PROCESSO di autonomia organizzativa tecnica, è lui il
PRODUTTIVO SOTTO LE DIRETTIVE DEL responsabile dei vizi dell’opera/servizio.
FORNITORE. DA QUI NASCE LA FORTE DIPENDENZA
TECNICA DEL SUBFORNITORE DAL COMMITTENTE.

91
IL CONTRATTO DI SUBFORNITURA è stato il primo contratto in cui il legislatore ha voluto tutelare il
subfornitore (imprenditore) e che rappresenta in questo caso il contraente debole. In che modo?

 Richiedendo la FORMA SCRITTA AD SUBSTANTIAM del contratto (pena: nullità del contratto)
 Il contratto deve contenere tutti gli elementi con chiarezza
È nullo il patto con cui il subfornitore trasferisce al committente senza congruo corrispettivo i
diritti di privativa industriale o intellettuale che abbia realizzato.
È vero che il subfornitore realizza il contratto grazie al patrimonio tecnico e tecnologico del
committente che gli ha fornito le istruzioni MA SE IL SUBFORNITORE CON QUEL PATRIMONIO
REALIZZA DELLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE BREVETTABILI, IL COMMITTENTE NON NE PUÒ
DISPORRE SENZA UN CONGRUO CORRISPETTIVO. È VIETATO L’ABUSO DI DIPENDENZA
ECONOMICA.

CONTRATTO DI FRANCHISING
Con il contratto di franchising (=affiliazione commerciale) un’azienda concede il diritto di
commercializzare i suoi prodotti o serviz, utilizzando il suo nome o il suo marchio, a un’altra
azienda, a fronte del pagamento di un canone.
IL franchising è un accordo di collaborazione commerciale tra due imprenditori (franchisee e
franchisor) giuridicamente ed economicamente indipendenti: si tratta quindi di un contratto
bilateralmente d’impresa e necessariamente d’impresa.
Le parti del franchising:
Nel contratto di franchising c’è da una parte il franchisor (detto anche affiliante o casa madre) e
dall’altra il franchisee (detto anche affiliato) che, attraverso la stipula del contratto pongono in
essere una collaborazione diretta alla commercializzazione di beni e/o servizi con gli stessi
elementi distintivi e con le procedure sperimentate dal franchisor.
Il franchisor, prima di sviluppare il suo franchising, ha sperimentato la sua formula di
commercializzazione nel mercato, raggiungendo successi e consolidano un brand che poi rafforza
attraverso il sistema del franchising. Si arriva così a condividere con il proprio affiliato tutto quel
bagaglio di esperienza sul modo di lavorare detto anche know how. Si trasferisce cioè all’affiliato
un patrimonio di conoscenze attraverso la formazione e i manuali a questo riservati. In questo
modo, il potenziale affiliato apre un’attività con un’azienda che sa già come muoversi per entrare
con successo nel mercato. La formula del franchising viene spesso scelta da chi non ha mai
lavorato in proprio e non ha alcuna esperienza sull’attività che andrà a intraprendere.
Quando il potenziale affiliato aderisce a una catena in franchising di solito gli viene chiesto dal
franchisor un diritto di entrata denominato fee d’ingresso. La fee d’ingresso è un corrispettivo
iniziale che viene dato di solito al momento della stipula del contratto di affiliazione. In genere più
il marchio è noto più la fee d’ingresso è alta. Quando entra a far parte di una rete in franchising ci
sono però minori costi di quanti non se ne dovrebbero sostenere se si dovesse aprire un’attività in
proprio perché non c’è bisogno di spese per il design dell’arredo del locale, la grafica e l’immagine
sono studiate dalla casa madre, non c’è bisogno di fare pubblicità perché il marchio della casa
madre è già noto e riconoscibile da tutti.

92
Le royalties sono invece un corrispettivo mensile che versa l’affiliato alla casa madre. Si può
prevedere un pagamento sotto forma di canone fisso oppure come percentuale sui guadagni.

Esistono 3 diversi tipi di franchising:


1) FRANCHISING DI PRODUZIONE
Nel franchising di produzione l’affiliante è un’impresa industriale che produce i propri beni e li
distribuisce attraverso la propria rete di affiliati. È caratteristico del negozio di marca nel settore
dell’abbigliamento, calzature, borse ecc..
2) FRANCHISING DI DISTRIBUZIONE
Nel franchising di distribuzione il franchisor funge da centrale di acquisti. Acquista grandi stock di
prodotto da diversi produttori, acquisendo così un forte margine e li ridistribuisce agli affiliati, così
il franchisor seleziona i fornitori e per l’affiliato si ha un vantaggio rappresentato dal fatto di avere
un unico interlocutore che ha selezionato per lui i prodotti, e cioè il franchisor.
3) FRANCHISING DI SERVIZI
In questo caso, non viene distribuito nessun prodotto ma vengono offerti dei servizi.
Esempio: il franchising della ristorazione, dei viaggi, dei servizi internet…
Il fine economico del contratto di franchising è quello di creare una rete di distribuzione con
caratteri organizzativi, segni distintivi e marchi omogenei che risultino facilmente individuabili dai
clienti.
CONTRATTO DI TRASPORTO
Con il contratto di trasporto il vettore si impegna a trasferire cose o persone da un luogo di
partenza ad uno di arrivo, dietro corrispettivo. (art. 1678 c.c.)
Il contratto di trasporto consiste in un’obbligazione di risultato: l’adempimento del vettore si
verifica nel momento in cui questi perfeziona il trasferimento del viaggiatore o delle cose
trasportate a destinazione.
Differenze tra CONTRATTO DI TRASPORTO e CONTRATTO DI SPEDIZIONE

Il soggetto che riceve l’incarico si obbliga Lo spedizioniere non si obbliga a effettuare il


a trasferire persone o cose da un luogo a trasferimento, ma soltanto a concludere un
un altro assumendo su di sé i rischi contratto di trasporto con un terzo soggetto, in
dell’esecuzione. nome proprio e per conto del mittente

Il vettore è responsabile:
 per l’inadempimento o per il ritardo nell’esecuzione della propria prestazione
 per i danni causati al viaggiatore e alle cose che porta con sé
 della perdita e dell’avaria delle cose consegnategli per il trasporto.
TRASPORTO DI COSE
Tra gli obblighi del mittente è particolarmente rilevante quello secondo cui egli deve indicare al
vettore il nome del destinatario, il luogo di destinazione e la natura, peso, quantità e numero delle
cose da trasportare. Se il contratto di trasporto è accompagnato dalla lettera di vettura, questa
assume il valore di titolo all’ordine, di modo che il possessore di tale lettera ha diritto di ricevere la
consegna della merce

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TRASPORTO DI PERSONE: la conclusione del contratto è di solito accompagnata dal rilascio di un
biglietto di viaggio che identifica l’avente diritto alla prestazione.

Contratti per la promozione o conclusione di affari:


Sono contratti che l’imprenditore stipula per agevolare la sua attività d’impresa.
1) contratto di mandato
2) contratto di agenzia
3) contratto di mediazione
Contratto di mandato
Il contratto di mandato è un contratto mediante il quale una parte (mandatario) si obbliga a
compiere uno o più atti giuridici per conto dell’altra parte (mandante).
I risultati dell’attività posta in
essere dal mandatario ricadono
sul mandante.
Sono possibili diverse classificazioni del contratto di mandato:
MANDATO GENERALE MANDATO SPECIALE

Quando il mandante autorizza il Quando il mandante autorizza il


mandatario a compiere TUTTI i suoi mandatario a compiere UNO o PIÙ atti
affari di ordinaria amministrazione. giuridici ben determinati, anche di
straordinaria amministrazione.

MANDATO CONFERITO A PIÙ MANDATARI MANDATO COLLETTIVO

Ciascuno ha la facoltà di agire disgiuntamente È conferito da più mandanti a un


dagli altri. mandatario.

MANDATO IN REM PROPRIAM= quando il mandato è conferito anche nell’interesse del


mandatario

MANDATO CON RAPPRESENTANZA MANDATO SENZA RAPPRESENTANZA

Quando al mandatario viene attribuito non solo Il mandatario opera in nome proprio ma nell’interesse e
il mandato ma anche una procura: per conto del mandante.
- Se il mandatario acquista beni mobili-->
il mandatario agisce in nome e per conto del
l’acquisto del mandante è automatico
mandante; spende il nome del mandante nei
- Se il mandatario acquista beni immobili o beni
confronti di terzi.
mobili registrati --> il mandatario è obbligato a
la figura del mandatario, quindi è del tutto
ritrasferirli al mandante (c’è un doppio
trasparente.
passaggio).
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Obbligazioni del mandatario:
 Il mandatario deve eseguire il mandato con la diligenza del buon padre di famiglia
 Deve senza ritardo comunicare al mandante l’avvenuta esecuzione del mandato
 Deve operare secondo le istruzioni fornite
 Il mandatario può servirsi di un sostituto nell’esecuzione del mandato
Obbligazioni del mandante:
 Il mandante deve fornire al mandatario i mezzi necessari per l’esecuzione del mandato
 Il mandante deve rimborsare al mandatario le spese anticipate con gli interessi legali e deve
pagargli il compenso che gli spetta e risarcirlo di eventuali danni.
Il mandato si estingue:
 Per revoca del mandato
 Per rinunzia del mandatario
 Per morte, interdizione, inabilitazione del mandatario
 Per compimento dell’affare
MANDATO SENZA RAPPRESENTANZA
1) COMMISSIONE= è il contratto di mandato che ha per oggetto l’acquisto o la vendita di beni per
conto del committente in nome del commissionario. Il commissionario si può rendere
direttamente acquirente o venditore dei beni cui è stato incaricato di vendere/acquistare solo in
caso di titoli o merci che hanno prezzo corrente.
2) SPEDIZIONE= lo spedizioniere assume l’obbligo di concludere in nome proprio e per conto del
mandante un contratto di trasporto più eventuali attività accessorie.
Lo SPEDIZIONIERE è una figura diversa da quella del VETTORE
(contratto di spedizione) (contratto di trasporto)

È colui che si obbliga a stipulare con il È colui che esegue il contratto di


vettore un contratto di trasporto per trasporto.
conto del mandante.

CONTRATTO DI AGENZIA
Con il contratto di agenzia una parte (agente) assume stabilmente l’incarico di promuovere per
conto dell’altra (preponente), verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona
determinata. Si tratta quindi di:
 Un incarico stabile oneroso= all’agente spetta un compenso chiamato provvigione
 Esclusività di zona
L’AGENTE è un imprenditore commerciale e deve essere iscritto nell’albo. È altresì un ausiliare
autonomo dell’imprenditore.
Alla base del contratto di AGENZIA c’è un rapporto di durata:
 Se il contratto è a tempo determinato --> esso si trasforma in contratto a tempo indeterminato
se le parti continuano ad eseguire il contratto anche dopo la scadenza
 Se il contratto è a tempo indeterminato --> ciascuna delle parti può recedere in ogni momento:
basta un congruo preavviso.
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Il preponente deve pagare all’agente l’indennizzo di fine rapporto se, in caso di scioglimento del
rapporto, egli continua a ricevere vantaggi dalla clientela procurata dall’agente.

Obblighi dell’agente
 Promuovere la conclusione di contratti per conto del preponente, nella zona stabilita.
 Agire con lealtà e buona fede
 Per tutti gli affari conclusi ha diritto al compenso (=provvigione)
Obblighi del preponente
 Agire con lealtà e buona fede
 Pagare la provvigione all’agente

CONTRATTO DI MEDIAZIONE

Attraverso il contratto di mediazione il mediatore mette in relazione, in contatto, due o più parti
per la conclusione dell’affare senza essere legato ad alcuna di esseda un rapporto di
collaborazione di dipendenza o di rappresentanza.
La mediazione è qualificata come contratto solo se il mediatore agisce su incarico di una delle
parti.
Il mediatore:
 È un collaboratore stabile o occasionale
 Ha una posizione di indipendenza rispetto alle parti per cui esercita l’intermediazione:
conserva infatti la libertà di azione e può in ogni momento disinteressarsi dell’affare.
 Deve essere iscritto in un apposito albo della camera di commercio
 Ha diritto ad un compenso (=provvigione) che viene pagato da entrambe le parti e che matura
con la conclusione del contratto.
Esempio: il mediatore immobiliare, quando riesce a vendere la casa, riceve un compenso da
entrambe le parti.

DIREZIONE E COORDINAMENTO DI SOCIETÀ


Nel codice civile non c’è la definizione di gruppi di società ma si parla di direzione e coordinamento
di società.
I GRUPPI DI SOCIETÀ sono caratterizzati da una:

 SOCIETÀ HOLDING= è la società CAPOGRUPPO che controlla le società controllate e che è tenuta a
redigere di BILANCIO CONSOLIDATO (si ottiene dalla somma del bilancio della
holding più i bilanci delle controllate).
+

 SOCIETÀ CONTROLLATE= che possono essere possedute dalla holding in diverse


percentuali.
La funzione della capogruppo rispetto alle controllate è quella di direzione e coordinamento. Le
controllate, pur conservando la loro totale autonomia giuridica ed economica, sono guidate dalla
capogruppo; quest’ultima non è responsabile per le obbligazioni delle società controllate.

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La società controllata deve indicare la società o l’ente alla cui attività di direzione o coordinamento
è soggetta negli atti e nella corrispondenza.
Nel registro imprese c’è una sezione apposta in cui sono indicate le società o enti che esercitano
attività di direzione e coordinamento e quelle che vi sono soggette.

IL BILANCIO CONSOLIDATO DI GRUPPO


Bilancio consolidato = bilancio redatto dalla capogruppo in cui viene rappresentata la situazione
patrimoniale, finanziaria ed economica del gruppo considerato nella sua unità.
L’area di consolidamento è costituita dalle società controllate tramite il possesso di partecipazioni e ne
sono escluse:
» le società controllate con vincoli contrattuali
» le società che svolgono un’attività del tutto eterogenea rispetto alla maggior parte del gruppo
Non devono obbligatoriamente redigere il bilancio:
» i gruppi di piccole dimensioni che non abbiano società quotate
» le subholding di gruppi a catena, salvo abbiano società controllate quotate.
Il bilancio consolidato è redatto dagli amministratori della capogruppo ed è costituito da SP, CE, nota
integrativa e relazione sulla situazione del gruppo (allegato).
I principi di consolidamento sono uguali a quelli del bilancio d’esercizio con i dovuti accorgimenti per far
risultare il gruppo come se fosse un’unica impresa = eliminazione dei rapporti interni:
1. eliminazione delle partecipazioni della controllante nelle controllate e la corrispondente frazione del
patrimonio netto
2. eliminazione crediti e debiti fra imprese incluse nel consolidamento
3. proventi e oneri relativi ad operazioni effettuate fra le stesse
4. utili e perdite conseguenti.
Il procedimento di formazione del consolidato è uguale a quello d’esercizio ed è sottoposto agli stessi
controlli e alle stesse forme di pubblicità ma non è approvato dall’assemblea. Se la redigente il consolidato
è soggetta alla revisione contabile, i soci che rappresentano il 5% del CS o la CONSOB possono richiedere
l’accertamento del tribunale sulla conformità alle norme nei criteri di redazione.

LE RETI D’IMPRESA
Le reti rappresentano uno strumento giuridico - economico di cooperazione fra imprese che,
attraverso la sottoscrizione di un contratto, detto appunto “Contratto di rete” si impegnano
reciprocamente, in attuazione di un programma comune, a collaborare in forme ed ambiti
attinenti le proprie attività, scambiando informazioni e/o prestazioni di natura industriale,
commerciale, tecnica o tecnologica e/o realizzando in comune determinate attività attinenti
l’oggetto di ciascuna impresa.
Lo scopo della rete si identifica nell’obiettivo di accrescere, individualmente e collettivamente, la
capacità innovativa e la competitività sul mercato delle imprese partecipanti, quale ragione
d’essere dell’aggregazione, nelle forme e nelle modalità definite dalle imprese stesse all’interno
del contratto.
L’introduzione del Contratto di rete - quale forma di aggregazione per ottimizzare le risorse e
quale strumento di realizzazione di obiettivi strategici - nasce dall’esigenza di stare al passo con un
mercato globalizzato e, in conseguenza, di competere su qualità ed innovazione, utilizzando (o
facendo leva sul) l’introduzione delle tecnologie orizzontali e la condivisione di conoscenze e
risorse.

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Invero, detto strumento giuridico – economico si presta ad essere un valido “veicolo” sia per le
PMI che, attraverso la cooperazione ed integrazione di ricchezza, considerando i costi ridotti e la
flessibilità contrattuale, hanno la possibilità di raggiungere obiettivi di sviluppo superiori a quelli
che riuscirebbero a perseguire agendo uti singuli, che dalle grandi imprese, poiché l’aggregazione
consente a imprese specializzate in campi diversi di avvalersi della sinergia della rete, per
rafforzare il proprio business o per svilupparne uno nuovo, nonché per gestire e superare
momenti di crisi, servendosi dell’esperienza dalle altre imprese partecipanti, operando
eventualmente anche in contesti internazionali.
In sintesi, il Contratto di rete rappresenta uno strumento privilegiato per le imprese poiché
avranno l’opportunità di realizzare obiettivi ambiziosi, attraverso la collaborazione in rete con le
altre imprese, senza rinunciare alla propria autonomia giuridica.
Qual è l’obiettivo del Contratto di rete?
Lo scopo del Contratto è quello di accrescere la capacità innovativa e la competitività sul mercato
sia delle singole imprese della rete che della rete nel suo complesso, così come testualmente
stabilisce la Legge n. 33/2009 (e smi) e a tale fine i contraenti si obbligano, sulla base di un
programma comune e predefinito, a:
• collaborare in forme ed ambiti attinenti le attività delle imprese (es. creazione di un marchio
comune, definizione di una politica dei prezzi, creazione di gruppi di acquisto, ecc.);
• scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica
(es. condivisione degli esiti della ricerca, scambio di informazioni commerciali, scambio di prodotti
tra segmenti della filiera, ecc.);
• esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa (es. attività
ricerca e sviluppo, gestione di laboratori di analisi, condivisione di piattaforme logistiche, ecc.).
Mentre nel caso delle prime due modalità di collaborazione, si parla di reti “di coordinamento”, in
cui l’incremento della competitività si realizza attraverso forme limitate di collaborazione tra i
soggetti aderenti alla rete, nel terzo caso la rete può essere definita “associativa” , e costituisce lo
schema organizzativo con maggiori potenzialità operative.

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