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Il diritto commerciale è sorto come diritto di classe, come diritto degli iscritti nella matricula
mercato rum nei confronti dei quali erano applicabili le norme elaborate nello stesso ceto
mercantile e così rimane nel periodo delle corporazioni fino alla fine dei privilegi e la nascita del
code Napoleon, sebbene nel sistema post-rivoluzionario francese rimangano retaggi del passato
come ad esempio speciali giudici per controversie commerciali (tribunali di commercio). Il codice
di commercio italiano del 1882 vede abolito l’aspetto classista del diritto commerciale: rimangono
i tribunali di commercio che saranno soppressi con la l. 5174/1888 ma comunque l’atto di
commercio assume un rilievo sostanziale oltre che processuale. Dal lato formale il diritto
commerciale diviene sistema di norme autonomo (nel senso di prevalenza della norma
commerciale sul diritto civile e nell’esistenza di principi propri del diritto commerciale: ciò provoca
che sono tutelate le esigenze di chiunque compia un atto di intermediazione a scopo speculativo)
All’ atto della codificazione si pose il problema se dovesse o meno conservarsi un ‘autonoma
disciplina dei rapporti commerciali; tale problema in un primo momento fu risolto nel senso di
conservare una disciplina separata. Venne così elaborato il progetto di codice di commercio del
1940. Tuttavia prevalse la tesi dell’unificazione del codice di commercio a quello civile. Notevole
importanza ebbe al riguardo la preoccupazione politica di costruire un libro del lavoro che desse al
codice impronta di modernità e di conseguenza furono generalizzati i principi dei rapporti di
commercio ed estesi al di fuori della materia commerciale istituti che nella stessa avevano trovato
origine e sviluppo come es. la cambiale: il codice di commercio allora veniva svuotato degli
elementi vitali che ne facevano un corpo organico. Collocare poi gli istituti nel codice civile o in
quello di commercio dava adito a perplessità e spesso la sola dichiarazione di legge li collocava
dall’una o dall’altra parte. Si addivenne così alla disintegrazione del codice di commercio e alla
collocazione delle diverse disposizione nel C.C. o in leggi speciali: la disciplina degli imprenditori,
dell’azienda e dei segni distintivi nel Libro del Lavoro di nuova creazione, i contratti speciali, titolo
di credito nel Libro delle Obbligazioni, le cambiali in leggi speciali. Nella figura poi
dell’imprenditore commerciale si è concretata poi l’unificazione e al tempo stesso la
differenziazione dei rapporti commerciali: oggetto della sua attività (predisporre di beni servizi per
il mercato generale) attribuisce a chi tale attività esercita, una particolare posizione professionale
sebbene non abbia rilievo decisivo. Da ciò si deduce che l’imprenditore commerciale (l’ex
commerciante) si differenzia allora dell’agricoltore come dal libero professionista. Da tutto ciò si
determinerà che il diritto commerciale costituisce il complesso di norme che regolano
organizzazione e esercizio professionale di attività intermediaria diretta a soddisfare i bisogni del
mercato generale e conseguentemente i singoli atti in cui questa attività si concreta.
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Art. 2082-> Imprenditore (nozione generale)
È imprenditore colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della
produzione/scambio di beni o servizi.
Per attività si intende una serie coordinata di atti volta a creare nuovo valore, utilità, ricchezze
caratterizzata da uno scopo orientata al perseguimento di un risultato socialmente riconoscibile
come produttivo (produrre un’utilità che prima non c’era) con specifiche modalità di svolgimento:
Professionalità->la frequenza relativa allo svolgimento dell’attività deve avvenire in maniera abituale,
stabile non occasionale o sporadica;
Organizzazione-> mezzi impiegati nello svolgimento dell’attività richiedendo che essa sia
esercitata non solo con la capacità lavorativa di chi la pone in essere ma anche (o piuttosto)
con l’ausilio di (altri) fattori produttivi (lavoro e capitale);
Economicità-> svolgere l’attività con metodo economico cioè con modalità che consentono la
copertura dei costi con i ricavi. È sufficiente il metodo economico e non lo scopo di lucro.
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Art. 2083 -> Piccolo Imprenditore
Attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e della propria famiglia.
L’attività si incentra sul fattore produttivo, rappresentato dal lavoro, di cui già dispone senza
doverlo acquistare da terzi.
È piccolo imprenditore colui che esercita una tra le seguenti attività:
1) artigiani;
2) piccoli commercianti;
3) coltivatori diretti del fondo (art 1647 la figura del coltivatore diretto del fondo è diversa da quella
di imprenditore agricolo in quanto il coltivatore diretto del fondo trae sostentamento per la propria
famiglia dall’attività agricola e deve svolgere direttamente un numero minimo di giornate lavorative
nell’azienda agricola; inoltre l’imprenditore agricolo si serve di dipendenti salariati)
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4) il fascicolo della corrispondenza -> deve conservare gli originali che arrivano e una copia di ciò
che invia.
Le scritture contabili devono essere tenute secondo la regola di ordinata contabilità, senza
interlinee, spazi bianchi, abrasioni, trasporti a margine.
Le scritture devono essere conservate per 10 anni dalla data dell’ultima registrazione (termine di
prescrizione ordinaria).
Oggi l’art. 2215-bis prevede che le scritture contabili possano essere tenute con strumenti
informatici.
A che servono le scritture contabili?
La ratio dell’obbligo per quei soggetti che entrano più in contatto con terzi nell’esercizio
(prevalentemente) di un’attività commerciale, è quella di mezzo di garanzia verso terzi per la
tracciabilità delle operazioni eseguite ma anche per consentire all’imprenditore di valutare
l’efficienza dell’attività svolta.
Efficacia probatoria-> cioè possono essere usate in giudizio
-sia a favore dell’imprenditore 2710 (in questo caso hanno effetto solo se tenute regolarmente,
devono essere inerenti all’esercizio dell’impresa e si deve trattare di rapporti tra imprenditori);
-sia contro l’imprenditore 2709 (in questo caso valgono anche se le scritture contabili sono tenute
non regolarmente)
Registro delle imprese
Dal ’42 entra in vigore il registro delle imprese che viene attuato solo nel ’93 dopo aver superato un
regime transitorio. Il registro delle imprese è lo strumento che l’art. 2188 prevede al fine di
conferire la possibilità a terzi di acquisire informazioni sui dati e i fatti salienti delle imprese.
Il registro delle imprese è tenuto dalla camera di commercio presso ogni provincia
Oggi è di carattere informatico ed è consentita la libera consultazione dei dati in esso contenuti a
chiunque lo voglia in quanto è pubblico.
Il registro delle imprese è costituito da due sezioni:
1) la SEZIONE ORDINARIA La differenza sta nell’efficacia 2) la SEZIONE SPECIALE
dell’iscrizione
Riservata a Riservata a
IMPRENDITORE COMMERCIALE
PICCOLO IMPRENDITORE
IMPRENDITORE AGRICOLO
Ha funzione di pubblicità legale realizzata mediante l’iscrizione. SOCETÀ TRA AVVOCATI
Pubblicità legale-> il fatto o atto iscritto è opponibile a terzi anche nel SOCIETÀ ARTIGIANE
caso essi diano prova di non conoscenza. SOCIETÀ SEMPLICI
L’iscrizione nella sezione ordinaria produce un’efficacia di:
PUBBLICITÀ COSTITUTIVA-> la pubblicità serve affinché si completi la
fattispecie; la società non viene ad esistere finché non si sia iscritta
nella sez. ordinaria del registro imprese.
PUBBLICITÀ DICHIARATIVA-> rende l’atto opponibile ai terzi. Può L’iscrizione produce un’efficacia di
avere: PUBBLICITÀ NOTIZIA, ha una
- Portata positiva -> una volta effettuata l’iscrizione, la presunzione funzione ANAGRAFICA.
di conoscenza è assoluta;
- Portata negativa-> il fatto non iscritto non è opponibile a terzi a
meno che non si provi che questo ne fosse a conoscenza
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Deroga: l’imprenditore agricolo si iscrive nella sez. speciale del reg. imprese però produce efficacia
dichiarativa.
Minore emancipato-> la posizione del minore emancipato si caratterizza rispetto a quella del
minore non emancipato per il fatto che egli può essere autorizzato dal tribunale anche
ad iniziare una nuova attività di impresa. L'autorizzazione gli conferisce la piena capacità di
agire con la conseguenza che non è necessario l'ausilio del curatore né per poter esercitare
l'impresa né per svolgere gli atti non direttamente connessi con tale esercizio
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Ausiliari dell’imprenditore
Nel concreto svolgimento delle attività d’impresa, di regola, l’imprenditore si serve di prestazioni
lavorative di altri soggetti. L’imprenditore non devi averli necessariamente ma sono importanti
perché rientrano nell’organizzazione.
1) Autonomi-> sono collaboratori esterni, occasionali, legati all’imprenditore da rapporti
contrattuali (per es. agenti, spedizionieri, commissionari, mandatari…).
2) Subordinati-> sono collaboratori stabili, legati all’imprenditore da un rapporto di lavoro
dipendente, continuativo. In ordine di importanza: Institore-Procuratore-Commesso.
Questi tre soggetti godono di una disciplina speciale in tema di rappresentanza, detta appunto
Rappresentanza commerciale (2203), divergente dalla Rappresentanza generale (1387 ss),
disciplina che rimane applicata a quelli che abbiamo classificato ausiliari autonomi.
Art.2203 prevede che questi tre soggetti siano automaticamente investiti della rappresentanza
dell’imprenditore nel senso che vengono spesso in contatto con terzi nell’interesse
dell’imprenditore.
Institore 2203-> è colui che viene preposto (cioè messo a capo) dall’imprenditore commerciale
(preponente) a gestire un ramo d’azienda o una sede secondaria come suo collaboratore
fondamentale.
2204-> ha potere di gestione generale: può compiere tutti gli atti pertinenti all’esercizio
dell’impresa, senza distinzioni tra gestione ordinaria e straordinaria tranne alienare e ipotecare
immobili, a meno che non sia espressamente autorizzato (rappresentanza sostanziale).
2208->L’institore deve rendere palese, al terzo con cui contratta, la sua veste affinché l’atto venga
compiuto direttamente in nome dell’imprenditore rappresentato altrimenti l’institore è obbligato
personalmente: quindi l’institore è responsabile delle obbligazioni che contrae con terzi senza
spendere il nome dell’imprenditore rappresentato o se compie atti che eccedono i suoi poteri.
Potere di rappresentanza processuale-> l’institore può stare in giudizio sia come attore (in nome
dell’imprenditore per gli atti da lui compiuti nell’esercizio dell’impresa) sia come convenuto (causa
contro l’imprenditore per inadempimento).
La procura dell’institore 2206/2207-> è l’atto mediante il quale egli viene investito
dall’imprenditore di tutti i poteri e gli obblighi appena descritti. Deve essere resa pubblica una
volta redatta con sottoscrizione autentica del preponente, poi dovrà essere depositata per
l’iscrizione presso il relativo ufficio competete del registro delle imprese.
(L’amministratore delegato non è un istitore).
Procuratore 2209-> A differenza dell’institore il procuratore non è al vertice della gerarchia
aziendale e, di conseguenza, non lo si può ritenere investito né del potere di rappresentanza
processuale né di un potere di gestione generale: la sua autonomia (e la sua rappresentanza
commerciale) è circoscritta ad uno specifico settore (ad esempio direttore del personale,
direttore del marketing, direttore alle vendite ecc.) ed è sottoposta al controllo gerarchico del
suo superiore, l’institore.
Commesso 2210-> è colui al quale vengono affidate mansioni esecutive o materiali e si
mettono di persona in contatto con i terzi. Il commesso è dotato di un limitato potere di
rappresentanza commerciale. La limitazione dei poteri dei commessi non è soggetta a
pubblicità legale, come invece accade per institore e procuratore: unico modo per opporli a
terzi è mera pubblicità di fatto. Se non autorizzato, non può concedere dilazioni o sconti che
non sono d’uso.
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Segni distintivi dell’imprenditore
I segni distintivi consentono all’imprenditore di distinguersi dagli altri soggetti presenti nel
mercato, servono ad evitare inganno e confusione nel mercato. Ricevono tutela in materia di uso
esclusivo. Essi sono:
1) Ditta 2563-> è il segno distintivo che indica il nome commerciale sotto il quale è esercitata
l'impresa. L’imprenditore ha il diritto all’uso esclusivo della propria ditta. Il diritto alla ditta si
acquista con la registrazione della stessa presso il Registro delle Imprese. La ditta deve
rispettare i seguenti requisiti di validità:
- verità-> la ditta non dev’essere decettiva cioè non deve trarre in inganno i consumatori nel loro
comportamento. La ditta deve contenere almeno il cognome o la sigla dell'imprenditore. Il nome
patronimico si estingue con la morte (la ditta non si estingue ma si trasferisce).
- liceità-> la ditta non dev’essere contraria all’ordine pubblico, al buon costume, alla legge.
- novità 2564-> la ditta dev’essere nuova: non deve essere uguale o simile a quella usata da un
altro imprenditore.
La ditta può essere trasferita 2565 -> si può trasferire l’azienda senza ditta ma non il contrario.
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LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE
La proprietà intellettuale indica l’apparato di principi giuridici che mirano a tutelare i frutti
dell’inventiva e dell’ingegno umano.
Sulla base di questi principi, la legge attribuisce a creatori e inventori un monopolio nello
sfruttamento delle loro creazioni/invenzioni e pone nelle loro mani alcuni strumenti legali per
tutelarsi da eventuali abusi da parte di soggetti non autorizzati.
Sono “pacchetti” di diritti esclusivi legati alle varie forme di espressione della conoscenza, delle
idee e delle opere artistiche.
Le creazioni intellettuali si dividono in:
Opere dell’ingegno = idee creative nel campo culturale. --> diritto d’autore
Invenzioni industriali = idee creative nel campo della tecnica --> brevetti di vario tipo
Marchi depositati (proteggono i simboli finalizzati a distinguere le varie aziende)
IL BREVETTO ITALIANO:
- Viene concesso dall’Ufficio brevetti sulla base di una domanda con descrizione chiara (per
una persona esperta del ramo) e completa. • nullità
- Dura 20 anni (tranne cause di nullità o decadenza, es. no attuazione dal rilascio del
brevetto) e non è rinnovabile.
- Da il diritto d’esclusiva sul commercio, la fabbricazione e l’importazione dei prodotti. NB
se è un processo l’esclusiva riguarda solo il prodotto fatto con quel determinato processo,
non si possono escludere altri prodotti con diverso processo.
- È trasferibile indipendentemente dal trasferimento d’azienda
- È soggetto alla costituzione di diritti reali e di licenza d’uso con o senza esclusiva; può
anche essere espropriato per motivi di pubblica utilità.
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Il titolare del brevetto (e il licenziatario) può esercitare azione di contraffazione con effetti inbitori
e ripristinatori = eliminare prodotti violanti il brevetto dal mercato.
BREVETTO INTERNAZIONALE: Si può estendere l’esclusiva sul territorio di altri Stati grazie a diversi
trattati. Il contenuto del diritto d’esclusiva è disciplinato dalle leggi del paese in cui il brevetto è
efficace.
BREVETTO COMUNITARIO: è un brevetto autonomo regolato dalla convenzione di Lussemburgo
del 1975. Viene rilasciato dall’Ufficio europeo di Monaco e ha effetti su tutto il territorio
comunitario facendo cessare gli effetti dei brevetti nazionali.
L’INVENZIONE INDUSTRIALE NON BREVETTATA -> Si ha la cosiddetta tutela del preuso: chiunque
ha fatto uso dell’invenzione nella propria azienda, dodici mesi anteriori al deposito dell’altrui
domanda di brevetto, può continuare a sfruttare l’invenzione nei limiti del preuso. Tale
sfruttamento può essere trasferito solo tramite il trasferimento d’azienda. Tale tutela opera anche
nel caso di preuso segreto. Se il preutente ha divulgato l’invenzione allora il brevetto non avrà il
requisito di novità = nullità.
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La legge italiana:
- consente limitazioni legali della libertà di concorrenza per fini di utilità sociale ed anche la
creazione di monopoli legali in specifici settori di interesse generale;
- consente limitazioni negoziali della concorrenza;
- assicura l’ordinato e corretto svolgimento della concorrenza attraverso la repressione degli
atti di concorrenza sleale.
Per lungo tempo il sistema italiano della concorrenza è stato sprovvisto di una normativa
antimonopolistica. Questo vuoto è stato colmato dalla legge 287/1990, recante norme per la
tutela della concorrenza del mercato.
A) La legislazione antimonopolistica
La disciplina italiana e comunitaria
La disciplina comunitaria è volta a preservare il regime concorrenziale del mercato comunitario e
reprimere le pratiche anticoncorrenziali che pregiudicano il commercio fra stati membri.
Questo principio è recepito anche dalla legislazione antimonopolistica italiana, volta a preservare
il regime concorrenziale del mercato nazionale e a reprimere i comportamenti anticoncorrenziali
che incidono sul mercato italiano.
Con la legge 287/1990 è stato istituita l’Autorità garante della concorrenza del mercato, che vigila
sul rispetto della normativa antimonopolistica generale, adotta i provvedimenti antimonopolistici
necessari ed irroga le sanzioni amministrative e pecuniarie previste dalla legge.
Le singole fattispecie
Tre sono i fenomeni rilevanti per la disciplina antimonopolistica nazionale e comunitaria:
- intese: comportamenti concordati tre imprese, anche attraverso organismi comuni, volti a
limitare la propria libertà di azione sul mercato. Sono vietate le intese che hanno per
oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare, in maniera consistente, il gioco
della concorrenza all’interno del mercato (le intese vietate sono nulle ad ogni effetto).
- Abuso di posizione dominante: vietato è solo lo sfruttamento abusivo di tale posizione con
comportamenti capaci di pregiudicare la concorrenza effettiva. Ad un’impresa in posizione
dominante è vietato di: imporre prezzi o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente
gravose; impedire o limitare la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato; applicare
condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti. Oggi è vietato
nell’ordinamento nazionale anche l’abuso dello stato di dipendenza economica nel quale si
trova un’impresa cliente o fornitrice rispetto ad un’altra anche in posizione non dominante
sul mercato. Per dipendenza economica s’intende la situazione in cui un’impresa sia in
grado di determinare, nei rapporti commerciali con un’altra impresa, un eccessivo
squilibrio di diritti e di obblighi (valutata tenendo conto anche delle reali possibilità per la
parte che ha subito l’abuso di reperire sul mercato alternative soddisfacenti);
- Concentrazioni: si ha quando: due o più imprese si fondono dando così luogo ad un’unica
impresa; due o più imprese, pur restando giuridicamente distinte, diventano un’unica entità
economica; due o più imprese indipendenti costituiscono un’impresa societaria comune. Le
concentrazioni diventano però illecite e vietate quando danno luogo a gravi alterazioni del
regime concorrenziale del mercato (solo per le concentrazioni di grandi dimensioni). Se la
concentrazione vietata viene ugualmente eseguita o se le imprese non si adeguano, sono
previste pesanti sanzioni pecuniarie inflitte dall’Autorità.
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B) Le limitazioni della concorrenza
Limitazioni pubblicistiche e monopoli legali
La libertà di iniziativa economica privata e la conseguente libertà di concorrenza sono libertà
disposte nell’interesse generale e non possono svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo
da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
L’interesse generale può legittimare la soppressione della libertà di concorrenza attraverso la
costituzione di monopoli pubblici (in settori predeterminati dalla stessa Costituzione: servizi
pubblici, fonti di energia,…).
Quando la produzione di determinati beni o servizi è attuata in regime di monopolio legale, il
legislatore si preoccupa di tutelare gli utenti contro possibili comportamenti arbitrari del
monopolista.
Per chi opera in regime di monopolio sono previsti due obblighi:
- l’obbligo di contrarre con chiunque richieda le prestazioni;
- obbligo di rispettare la parità di trattamento tra i diversi richiedenti.
C) La concorrenza sleale
Libertà di concorrenza e disciplina della concorrenza
Nel perseguimento di questi obiettivi ciascun imprenditore gode di ampia libertà di azione e può
porre in essere le strategie che ritiene più proficue, non solo per attirare clienti ma anche per
sottrarli alla concorrenza. Infatti, il danno che un imprenditore subisce a causa della sottrazione
della clientela non è un danno ingiusto e quindi non è risarcibile.
È necessario distinguere fra comportamenti concorrenziali leali e comportamenti sleali. Nello
svolgimento della competizione fra imprenditori concorrenti è vietato servirsi di mezzi e tecniche
non conformi ai principi della correttezza professionale; gli atti che non soddisfano questo
requisito vengono considerati di concorrenza sleale. La repressione e la sanzionabilità di questi atti
dipende solamente dal fatto che l’atto sia idoneo a danneggiare l’altrui azienda.
È tutelato anche l’interesse generale a che non vengano falsati gli elementi di valutazione e di
giudizio del pubblico e non siano tratti in inganno i destinatari finali della produzione: i
consumatori. Per tutelare le esigenze di questi è stata introdotta nel Codice del consumo una
disciplina contro tutte le pratiche commerciali scorrette (che possono indurre il consumatore
medio ad assumere le decisioni commerciali che altrimenti non avrebbe preso). Anche a questo
scopo è stata introdotta una disciplina statale della pubblicità ingannevole o comparativa.
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Gli atti di concorrenza sleale sono:
ATTI DI CONFUSIONE= È atto di concorrenza sleale ogni atto idoneo a creare confusione
con i prodotti o con l’attività di un concorrente (art. 2598). Molteplici sono le tecniche o le
pratiche che l’imprenditore può porre in atto per realizzare la confondibilità dei propri
prodotti e della propria attività con i prodotti e con l’attività di un concorrente: uso di nomi
o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi
legittimamente usati da altri imprenditori concorrenti; imitazione servile dei prodotti di un
concorrente (riproduzione delle forme esteriori dei prodotti altrui).
ATTI DI DENIGRAZIONE= (diffondere notizie e apprezzamenti sui prodotti e sulle attività di
un concorrente idonei a determinarne il discredito; appropriazione di pregi dei prodotti o
delle imprese di un concorrente.
APPROPRIAZIONE DEI PREGI ALTRUI
PUBBLICITÀ IPERBOLICA= indurre a credere che il proprio prodotto sia l’unico a possedere
specifiche qualità o pregi
PUBBLICITÀ COMPARATIVA
PUBBLICITÀ MENZOGNERA= è la falsa attribuzione ai propri prodotti di qualità o pregi non
appartenenti ad alcun concorrente (quindi non inquadrabile nella figura tipica
dell’appropriazione di pregi).
DUMPING= sistematica vendita sottocosto dei propri prodotti finalizzata all’eliminazione
dei concorrenti
CONCORRENZA PARASSITARIA= sistematica imitazione di prodotti, marchi, campagne
pubblicitarie altrui, sia pure con accorgimenti tali da evitare la piena confondibilità delle
attività
STORNO DI DIPENDENTI= sottrazione ad un concorrente di dipendenti particolarmente
qualificati attuata con mezzi scorretti come ad esempio fornire false notizie sulla situazione
economica del concorrente.
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Art. 2555 AZIENDA
“L’azienda è un complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.”
Tali «beni» sono coordinati strumentalmente dall’imprenditore, cui spetta la «titolarità
dell’azienda», per consentirgli l’utilizzazione funzionale nonché la piena disponibilità dei singoli
beni per l’esercizio dell’impresa. Il complesso di beni comprende:
- beni materiali (merci, macchinari, locali etc.)
- beni immateriali (brevetti, marchi etc.)
I termini impresa ed azienda vengono, talvolta, utilizzati nel linguaggio comune come sinonimi,
però da un punto di vista giuridico essi indicano due realtà molto diverse:
impresa-> è l’attività esercitata dall’imprenditore;
azienda-> rappresenta il profilo oggettivo dell’attività d’impresa;
Imprenditore -> è il soggetto dell’impresa.
Il fatto che l’azienda sia caratterizzata da un complesso di beni organizzati in funzione di uno scopo
produttivo ci induce a considerare:
– che i singoli beni che compongono l’azienda hanno un determinato valore;
– che, invece, se sono coordinati ed organizzati per l’esercizio aziendale ed in grado di produrre
profitti, gli stessi beni hanno un valore generalmente superiore rispetto a quello individuale.
L’avviamento non è disciplinato dal codice civile e non può essere separato dall’azienda.
L’AVVIAMENTO è il maggior valore attribuito al complesso aziendale rispetto alla somma dei
singoli beni che lo compongono. Rappresenta l’attitudine dell’azienda a realizzare profitto.
OGGETTIVO = quando dipende dal coordinamento dei beni e dal loro legame
funzionale
AVVIAMENTO
SOGGETTIVO= quando dipende dall’abilità dell’imprenditore di operare sul
mercato, di formarsi e di conservare ed accrescere la clientela
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Per trasferimento d’azienda si intende il trasferimento del complesso dei beni.
Art.2556_FORMA DEL TRASFERIMENTO D’AZIENDA:
I contratti aventi ad oggetto il trasferimento d’azienda richiedono la forma scritta per atto
pubblico o scrittura privata autenticata e devono essere depositati nel registro delle imprese nel
termine di 30 giorni. La forma scritta è richiesta ad probationem (cioè come mezzo di prova del
contratto).
EFFETTI DEL TRASFERIMENTO D’AZIENDA:
questi effetti si
1) Divieto di concorrenza (art.2557) producono a prescindere
EFFETTI NATURALI
2) Successione nei contratti (art 2558) dalla volontà delle parti.
(se il limite non è pattuito è di 5; se è pattuito un limite superiore a 5 (es 8) viene comunque ridotto a 5;
Si intende 5 anni come limite massimo: può essere espresso nel contratto anche un limite inferiore ad es. 2
anni. Perché massimo 5 anni e non di più? Per preservare la libertà d’iniziativa economica dell’alienante)
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1) CESSIONE DEI CREDITI -> relativi all’azienda ceduta, anche in mancanza di notifica al debitore o
di sua accettazione ha effetto nei confronti dei terzi, dal momento dell'iscrizione del trasferimento
nel registro delle imprese. Tuttavia, il debitore ceduto è liberato se paga in buona fede
all'alienante.
2) ACCOLLO DEI DEBITI-> Nelle aziende agricole e nelle piccole imprese è necessario uno specifico
patto di accollo altrimenti l’alienante resta l’unico obbligato per i debiti da lui contratti.
Invece nel caso di azienda commerciale (in cui i debiti risultano obbligatori dai libri sociali)
risponde ai debiti dell’azienda anche l’acquirente dell’azienda, a prescindere che le parti abbiano
pattuito l’accollo o meno.
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I CONSORZI FRA IMPRENDITORI
Nozione e tipi
Con il contratto di consorzio più imprenditori istituiscono un’organizzazione comune per la
disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese (art. 2602).
Un consorzio può essere costituito al fine prevalente o esclusivo di disciplinare, limitandola, la
reciproca concorrenza fra imprenditori che svolgono la stessa attività o attività similari (consorzio
con funzione anti-concorrenziale, ad esempio contingentamento della produzione o degli scambi
tra imprenditori concorrenti). Sollecitano controlli volti ad impedire che per loro tramite si
instaurino situazioni di monopolio di fatto contrastanti con l’interesse generale.
Il consorzio può anche essere uno strumento di cooperazione interaziendale, finalizzato alla
riduzione dei costi di gestione delle singole imprese consorziate (consorzio con funzione di
coordinamento, ad esempio consorzio per acquisto in comune di determinate materie prime).
Accrescono la competitività delle imprese e sono quindi viste con favore dal legislatore che ne
agevola l’attività con una serie di incentivi.
I consorzi con sola attività interna hanno il compito di regolare i rapporti reciproci fra consorziati e
di verificare che venga rispettato quanto convenuto. Nei consorzi con attività esterna invece le
parti prevedono l’istituzione di un ufficio comune destinato a svolgere attività con i terzi
nell’interesse delle imprese consorziate.
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I consorzi con attività esterna
Per questi consorzi è previsto un regime di pubblicità legale per portare a conoscenza dei terzi i
dati essenziali della struttura consortile (attraverso il deposito di un estratto del contratto di
consorzio presso l’ufficio del registro delle imprese).
Nei consorzi con attività esterna sono previsti incarichi (presidenza, direzione e rappresentanza)
all’interno dell’organo direttivo. Coloro che hanno la direzione del consorzio devono redigere
annualmente la situazione patrimoniale e depositarla presso l’ufficio del registro delle imprese.
Nei consorzi con attività esterna è prevista la formazione di un fondo consortile (contributi dei
consorziati e beni acquistati con tali contributi), il quale costituisce patrimonio autonomo rispetto
a quello dei singoli consorziati (i creditori particolari dei consorziati non possono aggredire il fondo
consortile).
Nelle obbligazioni assunte dal consorzio per conto dei singoli consorziati sono chiamati a
rispondere solidalmente sia il consorziato, sia il fondo consortile (in caso di insolvenza del
consorziato, il debito viene ripartito fra gli altri consorziati in proporzione alle quote).
Le società consortili
Esiste una netta diversità fra il consorzio ad attività interna e la società (nel primo caso manca del
tutto l’esercizio in comune di un’attività economica). La distinzione è più sottile nel caso in cui il
consorzio svolge anche attività con i terzi: questi condividono con le società il carattere
imprenditoriale dell’attività esercitata e il fine di realizzare un interesse economico dei
partecipanti (scopo egoistico).
Funzione di un consorzio con attività esterna non è quello di ricavare un utile dall’attività di
consorzio con i terzi (scopo perseguito dalla società), ma quello di conseguire un vantaggio
patrimoniale sotto forma di minori costi sopportati o di maggiori ricavi conseguiti nella gestione
delle proprie imprese (una società per azioni acquista e rivende merci sul mercato e divide il
guadagno fra i soci; un consorzio acquista merci che servono alle imprese consorziate per
rivenderle ai consorziati stessi ad un prezzo calcolato in modo da coprire i costi di gestione). Lo
scopo mutualistico delle cooperative è, per certi versi, affine allo scopo consortile.
Con la modifica della disciplina dei consorzi del 1976 è stato consentito alle società di perseguire
gli obiettivi propri del contratto di consorzio, costituendo una società consortile. Gli imprenditori
che danno vita a questo tipo di società possono inserire nell’atto costitutivo specifiche pattuizioni
volte ad adattare la struttura societaria prescelta alla finalità consortile perseguita (ad es.
esclusione della ripartizione degli utili fra i soci, previsione di particolari condizioni per
l’ammissione di nuovi soci, specifiche cause di recesso o di esclusione).
SOCIETÀ COOPERATIVE
Sono società costituite per gestire in comune un’impresa.
Tali società perseguono lo SCOPO MUTUALISTICO = che consiste nel fornire direttamente ai soci
opportunità di lavoro, beni di consumo, servizi a condizioni più vantaggiose e migliori di quelle che
otterrebbero nel libero mercato.
La loro attività deve essere svolta prevalentemente in favore dei soci o utilizzando
prevalentemente il lavoro dei soci o i beni dei soci.
Il numero minimo di soci richiesto è di 3
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Le società cooperative sono dotate di AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA e quindi
responsabilità limitata dei soci al conferimento eseguito.
Caratteristica della società cooperative è il CAPITALE VARIABILE: il capitale varia a seconda
dell’ingresso o dell’uscita dei soci dalla società e non occorre modificare l’atto costitutivo in
caso di aumento o riduzione del CS.
Può emettere strumenti finanziari partecipativi
È ammessa la produzione di utili entro certi limiti ma lo scopo non deve essere la divisione
degli utili ma il vantaggio economico che deriva dall’attività di soddisfacimento diretto dei
bisogni.
ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI
Attività commerciale delle associazioni e delle fondazioni
Le associazioni e le fondazioni possono svolgere attività d’impresa. Infatti per aversi impresa è
sufficiente che l’attività sia svolta con metodo economico e non necessariamente perseguendo un
lucro. Questo presupposto è in linea anche se si tratta di un ente con finalità ideale. L’ente resta
sottoposto a tutte le conseguenze dell’impresa commerciale, fallimento compreso. Può essere
svolta in modo esclusivo (es. fondazione costituita per lo svolgimento di attività editoriale) o
accessorio (es. sindacato che gestisce una casa editrice con la quale pubblica il materiale relativo
all’attività del sindacato). Gli eventuali guadagni devono essere necessariamente reinvestiti e
l’attività d’impresa deve essere compatibile con la finalità ideale dell’ente.
18
Condizioni per l’acquisto della qualità di imprenditore
Quando un soggetto acquista la qualità d’imprenditore? Per determinare QUANDO un soggetto
acquista tale posizione occorre far riferimento al cd. criterio di effettività dello svolgimento attività
d’impresa. È necessario distinguere a seconda della natura dell’imprenditore, cioè se si tratta di:
Persona fisica 2082->acquista la qualità di imprenditore quando inizia effettivamente ad
esercitare tale attività. L’inizio si ha non in virtù del compimento di un singolo atto ma di una
serie coordinata di atti che realizzano obiettivamente l’intenzione di intraprendere l’attività
d’impresa. L’iscrizione nel registro imprese non serve ad acquistare la qualità di imprenditore.
Persona giuridica o organizzazione sociale-> per ottenere la qualità d’imprenditore non deve
concretamente avviare l’attività d’impresa ma è sufficiente la costituzione della stessa.
Altre persone giuridiche diverse dalla società -> (fondazione, associazione) non viene costituita
per esercitare un’attività d’impresa ma per finalità culturali. Questo soggetto si considera
imprenditore quando inizia effettivamente l’attività d’impresa.
Patrimonio netto-> all’interno del Patrimonio Sociale troviamo il PN che rappresenta la differenza
tra attività e passività nello S.P. Il patrimonio netto è costituito da:
Capitale sociale-> è una cifra che esprime in denaro il valore dei conferimenti così come risulta
dalla valutazione compiuta nell’atto costitutivo della società.
Riserve;
Utile o perdita d’esercizio.
CAPITALE SOCIALE a confronto con PATRIMONIO NETTO
La gestione non può Per attività economica si intende una serie continua di atti che abbia
essere in mano a un solo contenuto patrimoniale e che sia condotta con metodo economico;
soggetto ma è comune in attività volta alla produzione/scambio di beni/servizi, cioè attività
quanto è rimessa alla destinata al mercato; l’attività dev’essere:
volontà dei soci. - Lecita
- Possibile
- Determinata o determinabile
3. Scopo di dividerne gli utili-> cioè scopo lucrativo che è uno scopo proprio delle società lucrative
(conseguire utili poi ripartiti fra i soci). Scopo tipico affidato dal legislatore a società di persone e
società di capitali. Società mutualistiche le quali perseguono (per legge) tale scopo. Il vantaggio
che i soci traggono non consiste in una somma di denaro ma è quello di vedersi forniti una serie di
beni, servizi, occasioni di lavoro a condizioni economiche vantaggiose rispetto alla media di
mercato.
20
Classificazione delle società
La dottrina ha classificato le società prendendo in considerazione vari profili:
Riguarda lo scopo che la società intende perseguire
Società mutualistiche-> perseguono lo scopo mutualistico: conseguire un vantaggio patrimoniale
che va in capo direttamente ai soci senza l’intermediazione della società (coop. e mutue assicuratrici);
Società lucrative-> perseguono lo scopo lucrativo: destinare ai soci gli utili conseguiti dall’attività
economica
Società semplici-> devono essere iscritte nel registro imprese sezione speciale
non possono mai svolgere attività commerciale (attività agricola, attività artigiana).
Società commerciali-> devono essere iscritte nel registro imprese sezione ordinaria possono
svolgere sia attività commerciale che non.
Società con personalità giuridica-> società di capitali, società mutue, società cooperative.
Società senza personalità giuridica-> società di persone. Le società a responsabilità limitata sono le più
diffuse.
Decreto n 88 del 1993 fu importante perché
-SOCIETÀ PER AZIONI (S.p.a.) prima di questo era impossibile la costituzione
Società di capitali delle SRL con un solo socio. Era sempre possibile
- SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI (S.a.p.a.)
per le società di capitali vivere con un unico socio
- SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA (S.r.l.) ma occorrevano almeno due in sede di
costituzione -> quindi nel ’93 è stata introdotta la
-SOCIETÀ SEMPLICE (S.s) SRL costituita con un unico socio (unipersonale).
Nel 2003 con la Riforma Societaria è stata
Società di persone
- SOCIETÀ IN ACCOMANDITA SEMPLICE (S.a.s) consentita la costituzione delle società per azioni
con un unico socio.
- SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO (S.n.c.)
La distinzione tra società di capitali e società di persone si basa sulla rilevanza che ha la figura del
socio all’interno della società.
Società di capitali Società di persone
21
Autonomia patrimoniale
Significa che sui beni conferiti alla società si crea un VINCOLO DI DESTINAZIONE a favore dei
creditori sociali che grava sui conferimenti iniziali e sul patrimonio della società.
I creditori personali del singolo socio (creditori particolari) non possono agire sui beni della
società in quanto il socio non può utilizzare il patrimonio sociale per scopi diversi dalla società
medesima cioè per scopi personali. I creditori personali potranno al massimo soddisfarsi sulla
parte di utili destinati al proprio socio/debitore.
I creditori sociali non possono aggredire direttamente il patrimonio personale dei soci
illimitatamente responsabili, prima devono soddisfarsi su quello societario, poi in via sussidiaria su
quello dei soci illimitatamente responsabili.
Nelle società di persone l’autonomia patrimoniale è imperfetta: è vero che delle obbligazioni
sociali risponde la società con il suo patrimonio ma è anche vero che nel caso in cui il patrimonio
della società non fosse sufficiente a pagare i debiti della società, i creditori sociali potranno
soddisfarsi sul patrimonio dei singoli soci. Quali? Quelli illimitatamente responsabili.
Personalità giuridica
Nelle società dotate di personalità giuridica la SOCIETÀ è un soggetto diverso rispetto ai SOCI
Non vengono mai coinvolti nel pagamento dei debiti della società. Delle obbligazioni sociali risponde sempre
e solo la società con il suo patrimonio. Quindi è impossibile che il creditore sociale insoddisfatto possa
rivolgersi al patrimonio del socio in quanto il patrimonio della società è completamente distinto dal
patrimonio del singolo socio. C’È UN VINCOLO DI DESTINAZIONE TOTALE.
SOCIETÀ DI PERSONE
SOCIETA SEMPLICE
La società semplice racchiude l’intera disciplina delle società di persone.
La società semplice non può mai avere per oggetto un’attività commerciale.
La società semplice è dotata di autonomia patrimoniale imperfetta (senza personalità giuridica).
CREDITORE SOCIALE CREDITORE PARTICOLARE
è il creditore la cui ragione di credito è legata allo è il creditore la cui ragione di credito è estranea
svolgimento dell’attività della società. alla vita della società e riguarda la vita
personale del socio.
- coloro che amministrano Sono quelli che hanno agito in nome e per conto della
- coloro che hanno pattuito di avere società e hanno pattuito espressamente di avere
responsabilità illimitata. responsabilità illimitata.
Quindi ci sono 2 casi di società semplice:
1) Soci tutti illimitatamente responsabili S.n.c.
2) Soci alcuni limitatamente e altri illimitatamente responsabili S.a.s.
È possibile il caso in cui tutti i soci sono limitatamente responsabili? Non è possibile, altrimenti ci
sarebbe autonomia patrimoniale perfetta e quindi personalità giuridica.
art. 2268-> Escussione preventiva del patrimonio sociale
Il patrimonio sociale è il primo mezzo utile dei creditori sociali, tuttavia il creditore della società
può rivolgersi direttamente al socio chiedendogli il pagamento del debito.
Il creditore sociale non è obbligato a rivolgersi prima al patrimonio sociale e poi, se questo non è
sufficiente, ai soci illimitatamente responsabili: il creditore sociale può richiedere il pagamento
anche direttamente ai soci illimitatamente responsabili.
Il socio a cui sia richiesto il pagamento può domandare (anche se la società è in liquidazione) che il
creditore prima di rivolgersi contro di lui si rivolga alla società indicando i beni socieli su di cui il
creditore sociale possa agevolmente soddisfarsi.
art. 2297 S.n.c. irregolare-> fino a quando la società non è iscritta nel registro imprese, i rapporti
tra la società e i terzi, ferma restando la responsabilità illimitata e solidale di tutti i soci, sono
regolati dalle disposizioni relative alla società semplice.
Potere di rappresentanza -> potere di
manifestare ai terzi la volontà della società.
S.n.c. regolare -> è nel registro S.n.c. irregolare -> si presume che chiunque agisca lo
imprese l’iscrizione di chi ha questo abbia (poiché non è iscritta nel registro imprese e
potere non c’è modo di controllarlo)
art. 2317 s.a.s. irregolare-> Fino a quando la società non è iscritta nel registro delle imprese, ai
rapporti tra la società e i terzi si applicano le stesse disposizioni della società semplice, tuttavia i
soci accomandanti conservano la responsabilità limitata. Si applica il 2297.
Riassumendo:
È conservata la responsabilità
Per entrambe si applicano le disposizioni S.n.c. IRREGOLARE illimitata di tutti i soci.
dettate per le società semplici.
Quindi il creditore particolare, se i beni S.a.s. IRREGOLARE È conservata la responsabilità
della società non sono sufficienti a
limitata dei soci accomandanti e
soddisfarlo, può chiedere in qualsiasi
la responsabilità illimitata dei soci
momento la liquidazione della quota del
accomandatari.
socio debitore.
Il creditore sociale può rivolgersi
direttamente al socio e sarà quest’ultimo,
se vuole liberarsi dal pagamento, ad
indicare i beni su cui il creditore possa
agevolmente soddisfarsi.
25
I soci di una s.n.c. irregolare sono tutti Nelle s.a.s. irregolari si conserva la
illimitatamente responsabili, nessuno può responsabilità limitata dell’accomandante
limitare con efficacia nei confronti dei terzi la (purché non operi)
propria responsabilità
Il creditore sociale nella società irregolare può Società regolare-> il creditore sociale è protetto
andare direttamente dal socio a chiedere di dal beneficio di escussione (prima sul
essere pagato (come nelle s.s.) patrimonio della società)
art. 2320 soci accomandanti -> hanno responsabilità limitata. Non possono gestire la società:
divieto di immistione. Possono compiere singoli atti in virtù di una procura speciale conferita
dall’accomandatario nei rapporti con i terzi.
Il socio accomandante che ingerisca nella gestione violando questo divieto sarebbe esposto a
responsabilità illimitata e solidale (pur non diventando accomandatario) verso terzi per TUTTE le
obbligazioni sociali (non solo quelle poste in essere direttamente) e può essere escluso dalla
società.
art. 2314 Ragione Sociale s.a.s. -> la RS di una s.a.s. può essere formata in qualunque modo,
tuttavia deve contenere almeno il nome (anche il cognome) di un socio accomandatario.
L’accomandante che consente che il suo nome venga inserito nella RS acquista responsabilità
illimitata e solidale (non diventa amministratore). 1) quando il suo nome compare nella
Riassumendo: ragione sociale 2314
il socio accomandante
acquista In 2 casi 2) quando gestisce la società 2320
responsabilità illimitata
pur non diventando accomandatario
Art 2292 Ragione Sociale s.n.c.-> La ragione sociale è il nome della società, può essere formata in
assoluta libertà ma deve contenere:
• Nome di almeno 1 socio
• Indicazione del rapporto sociale S.n.c.
Può essere indicato uno o più soci (non importa quale perché hanno tutti la responsabilità
illimitata).
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SCIOGLIMENTO DEL RAPPORTO SOCIALE LIMITATAMETNE AD UN UNICO SOCIO
Non produce lo scioglimento della società -> si sciogli il rapporto che il socio ha con la società ma
la società prosegue la sua attività.
Le cause di scioglimento del rapporto sociale rispetto ad un socio sono:
1) MORTE
2) RECESSO DI DIRITTO
3) ESCLUSIONE: può essere di 2 tipi
RIMESSA ALLA VOLONTÀ DEI SOCI
Art. 2284 Morte del socio -> Se uno dei soci muore, gli altri soci hanno di fronte 3 possibilità:
1) liquidano la quota del socio defunto agli eredi;
2) sciogliere la società;
3) proseguire la società con gli eredi se questi acconsentono, salva diversa disposizione del
contratto sociale. (ad es.: il contratto potrebbe prevedere che in caso di morte di un socio la
società prosegue con gli eredi in modo automatico, senza il consenso dei soci superstiti.)
Art. 2285 Recesso del socio -> il recesso è il diritto riconosciuto al socio di manifestare la sua
volontà per uscire dalla società. Cause generali di recesso:
1) se la società è contratta a tempo indeterminato o per tutta la durata della vita di uno dei soci, il
socio può sempre recedere con preavviso di 3 mesi;
2) se la società è contratta a tempo determinato è consentito il recesso solo con giusta causa;
3) in caso di proroga tacita 2307 (non viene stabilito un termine);
4) in caso di trasformazione/ fusione/scissione.
Art 2500 ter -> è consentito il recesso del socio nel corso di trasformazione da società di persone in
società di capitali solo i soci che non hanno dato il consenso.
Art 2502 Fusione di società di persone / art 2506 ter Scissione di società di persone-> il socio che
non acconsente alla fusione/scissione può recedere della società.
5) altre cause specificate nel contratto.
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quota. (Il secondo punto si applica solo nella società semplice, mai nella S.n.c. e mai nella S.a.s. a
meno che la società non sia irregolare o non sia stata prorogata).
Liquidazione controllata-> riguarda soggetti che non possono essere esposti a liquidazione giudiziale
Art.2286 Esclusione rimessa alla volontà degli altri soci-> L’esclusione non è automatica: il socio
viene escluso se si raggiunge la maggioranza. Causa generale (comma 1)-> gravi inadempienze
Le cause di esclusione sono: delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal
contratto sociale (ad es: mancato
Cause specifiche (che riguardano la posizione personale delconferimento);
socio) -> interdizione, inabilitazione o condanna a una
pena che importa l’interdizione anche temporanea.
Il socio che ha conferito nella società la propria opera, poi diventa impossibilitato nel conferirla, o il godimento di
una cosa, poi la cosa perisce. (ad es: mi sono impegnato a prestare la mia opera ma per motivi fisici non posso
compierla, allora vengo escluso. Ho conferito dei locali ma poi questi periscono, allora vengo escluso).
art. 2287_Procedimento di esclusione-> L’esclusione è deliberata dalla maggioranza dei soci (non
computando il socio da escludere) ed ha effetto dopo 30 giorni. In questi 30 giorni l’escluso può
fare opposizione. Se la società si compone di 2 soci (non esiste maggioranza) interviene il
tribunale su domanda del socio che intende escludere l’altro.
Art. 2289 Conseguenze dello scioglimento del rapporto sociale-> nel caso di morte, recesso o
esclusione il socio (o i suoi eredi in caso di morte) hanno diritto soltanto ad una somma di denaro
che rappresenti la quota di liquidazione. (ad es. se il socio ha conferito i beni non potrà
riprenderseli ma avrà una somma di denaro). Come calcolo il valore della quota?
Il valore della quota viene calcolato in base alla situazione patrimoniale della società del giorno in
cui si è verificato lo scioglimento. Il socio, finché non si verifica lo scioglimento, mantiene la sua
responsabilità. (anche al socio escluso spetta la quota)
Art. 2290 Responsabilità del socio uscente o dei suoi eredi-> fino al momento in cui non si verifica
lo scioglimento per le obbligazioni sociali rispondono gli eredi.
Lo scioglimento dev’essere portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei (società semplice). Per
le s.n.c. e le s.a.s. sarà sufficiente che ciò venga iscritto nel registro delle imprese.
Lo scioglimento sociale limitatamente ad un socio può portare allo scioglimento della società?
In linea generale NO: la società continua la sua attività, tuttavia ci sono 2 casi particolari in cui è
possibile:
1) art 2272 comma 4 -> la società era formata da 2 soci ed 1 viene meno: la società si scioglie se,
nel termine di 6 mesi, non viene ricostituita la pluralità dei soci. (Perché la legge non consente che
la società di persone sia costituita da 1 unico socio) (essendo un contratto non può vivere di una
sola persona).
2) la società era formata da 2 o più soci e colui che viene meno era considerato essenziale per il
conseguimento dell’oggetto sociale.
Contratto di società-> è un contratto con scopo associativo (con comunione di scopo) o plurilaterale.
Non si verifica lo scioglimento del contratto nel caso in cui venga meno una delle parti. A meno che, la partecipazione
della parte che vien meno non fosse essenziale per il contratto stesso.
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SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETÀ
Tutte le cause di scioglimento operano di diritto: non c’è bisogno del consenso dei soci,
prescindono dalla loro volontà.
Art. 2272 Cause di scioglimento della società-> (valgono per tutti i tipi di società di persone)
1) Decorso del termine stabilito nell’atto costitutivo (a cui di potrebbe porre rimedio con una
proroga -> tacita (i soci proseguono la loro attività senza fissare mai una scadenza) espressa
(fissare un nuovo termine di scadenza);
2) Conseguimento dell’oggetto sociale o per la sopravvenuta impossibilità di conseguirlo;
3) Volontà di tutti i soci;
4) Quando viene a mancare la pluralità dei soci, se nel termine di 6 mesi questa non è ricostituita
(le società di persone non possono essere unipersonali, cioè con 1 solo socio);
5) per altre cause previste dal contratto sociale.
5bis introdotto con la Riforma della Crisi d’Impresa) Apertura della procedura di liquidazione
controllata Perché? La società semplice non può svolgere un’attività commerciale, non può
acquisire la qualità di imprenditore commerciale e quindi non può essere soggetta a liquidazione
giudiziale.
art. 2308 Cause di scioglimento della società-> (che vanno ad aggiungersi per la s.n.c. oltre quelle
citate nell’art.2272) (modificato con la RCI)
1) per provvedimento dell’autorità governativa;
2) apertura della procedura di liquidazione giudiziale -> NO per dichiarazione di fallimento.
art. 2323 Cause di scioglimento della s.a.s.-> (che vanno ad aggiungersi oltre quelle citate nell’art.
2272 e nell’art.2308)
1) quando rimangono soltanto soci accomandanti o accomandatari, cioè quando viene meno la
pluralità delle categorie dei soci (ad es. se ci sono 1 accomandante e 3 accomandatari e viene
meno l’accomandante se la pluralità non viene ricostituita entro 6 mesi la società si scioglie).
Problema: se vengono a mancare tutti gli accomandatari, Nei sei mesi la società
significa che non ci sono amministratori, si definisce in uno stato
quiescente (stato di
quindi gli accomandanti nominano un amministratore provvisorio
riposo/inattività) -> si
per il compimento di atti di ordinaria amministrazione.
tratta di verificare se i
soci rimasti hanno
Egli non diventa accomandatario: non assume intenzione di far
responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali. entrare un nuovo socio.
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Fasi dello scioglimento:
1 Scioglimento -> 2 Liquidazione -> 3 Estinzione
Lo scioglimento della società non equivale all’estinzione della società -> ma produce un
cambiamento dello scopo della società:
si passa dallo SCOPO DI LUCRO a SCOPO DI DIVISIONE DEL PATRIMONIO SOCIALE
Affinché il patrimonio sociale si possa ripartire tra i soci occorre che esso venga liberato dal
VINCOLO DI DESTINAZIONE
Per togliere il vincolo di destinazione che grava sul patrimonio sociale occorre PAGARE tutti i
CREDITORI SOCIALI
art.2274 Poteri degli amministratori dopo lo scioglimento-> Quando si verifica una delle cause di
scioglimento, agli amministratori è conservato il potere di amministrare ma solo per gli affari
urgenti, fino a che sono presi provvedimenti necessari per la liquidazione.
art. 2275 Liquidatori-> Quando si verifica una delle cause di scioglimento se il contratto non
prevede delle regole sulla modalità di liquidazione del patrimonio sociale o i soci non sono
d’accordo, la liquidazione viene affidata ai liquidatori. Sono soggetti nominati con il consenso di
tutti i soci o dal presidente del tribunale;
possono essere 1 o più; possono essere
scelti tra i membri dell’amministrazione.
art. 2277 Inventario-> Gli amministratori devono consegnare ai liquidatori i beni e i documenti
sociali e presentare il conto della gestione relativa al periodo successivo all’ultimo rendiconto.
I liquidatori prendono in consegna i beni e i documenti sociali e redigono insieme agli
amministratori l’inventario dal quale risulti lo stato attivo e passivo del patrimonio sociale.
art. 2287 Poteri dei liquidatori->
Possono compiere tutti gli atti necessari per la liquidazione;
Possono vendere anche in blocco i beni sociali e fare transazioni e compromessi;
Rappresentano la società in giudizio.
art. 2279 Divieto di nuove operazioni-> I liquidatori non possono porre in essere nuove operazioni
(es non possono stipulare nuovi contratti). Se violano questo divieto sono responsabili
personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi (con il loro patrimonio personale).
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art. 2280_Pagamento dei debiti sociali-> il compito fondamentale dei liquidatori è pagare i debiti
della società.
Comma 1-> liberare il patrimonio sociale dal vincolo di destinazione.
Comma 2-> Se i fondi necessari risultano insufficienti per il pagamento dei debiti sociali, i
liquidatori:
1) possono chiedere ai soci i versamenti ancora dovuti sulle rispettive quote e se occorre;
2) possono chiedere ai soci le somme necessarie per pagarli nei limiti delle rispettive
responsabilità (limitata o illimitata) e in proporzione di ciascuno nelle perdite.
Finché i liquidatori non pagano i creditori della società, i liquidatori non possono ripartire tra i soci
neppure parzialmente, i beni sociali.
Art 2281 Restituzione dei beni in godimento -> i soci che conferiscono i beni in godimento non
devono attendere la chiusura della liquidazione per riprenderseli. Hanno diritto a riprenderli nello
stato in cui si trovano (perché non fanno parte del patrimonio della società ma sono di proprietà
del socio). Se questi sono periti o deteriorati il socio ha diritto al risarcimento del danno che
graverà sul patrimonio sociale come un altro debito sociale.
Art. 2282_Ripartizione dell’attivo-> Una volta estinti i debiti sociali, l’attivo residuo è destinato al
rimborso dei conferimenti. I soci riprendono una somma che corrisponde al
conferimento eseguito e se avanza qualcosa, quello
rappresenta effettivamente il risultato positivo di gestione.
È possibile revocare la liquidazione? SI: è Una volta che si è verificata una causa di scioglimento e
necessario il consenso di tutti i soci, perché la società si trova in liquidazione non è più possibile
ognuno deve dare il consenso rinunciando aversi lo scioglimento del rapporto sociale limitatamente
alla quota di liquidazione che gli spetta. ad un socio.
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art. 2312 Cancellazione della società dal registro imprese-> I liquidatori devono richiedere la
cancellazione della società dal registro imprese -> dopo di che la società è estinta.
Se la società viene cancellata dal reg. imprese ed estinta, i creditori non soddisfatti, possono agire
contro i soci per il mancato pagamento e se questo è dipeso dai liquidatori, potranno agire anche
contro di essi.
Dopo la cancellazione i documenti devono essere tenuti per 10 anni (termine di prescrizione
ordinaria).
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Per pubblica sottoscrizione
Costituzione della S.p.a. Simultaneamente->i soci si recano
La costituzione si basa su 2 momenti: dal notaio per redigere l’atto
1) stipula dell’atto costitutivo per atto pubblico può avvenire pubblico e avviene la costituzione.
2) iscrizione nella sezione ordinaria del registro imprese (efficacia costitutiva -> acquista
personalità giuridica)
La stipula dell’atto costitutivo per pubblica sottoscrizione art 2333 (non molto diffusa) prevede
diverse fasi:
1)Programma e sottoscrizione delle azioni-> i promotori (coloro che hanno l’iniziativa) dispongono
e firmano un programma che indica gli elementi essenziali della società e il termine entro il quale
va stipulato l’atto costitutivo. Questo programma prima di essere reso pubblico va depositato
presso un notaio.
1.1) Adesioni al programma-> che avvengono mediante sottoscrizione delle AZIONI. La
sottoscrizione deve risultare da atto pubblico o scrittura privata autenticata
Deve contenere:
- nome e cognome e domicilio del sottoscrittore
- numero di azioni sottoscritte
- data di sottoscrizione
2)Assegnare un termine -> a chi ha aderito per eseguire il versamento del capitale che è stato
sottoscritto fissando un termine di 30 giorni (comma 1 art 2334).
3) Decorso questo termine, se i soggetti che hanno aderito all’iniziativa non hanno ancora
effettuato il versamento dei conferimenti, i promotori possono:
- agire esecutivamente contro i sottoscrittori morosi (contro chi ha aderito ma non versa)
- sciogliere i sottoscrittori dall’obbligazione assunta: in questo caso però devono collocare le azioni
che non sono state sottoscritte -> comma 2 art 2334
4) Convocazione dell’assemblea dei sottoscrittori -> “con l’indicazione delle materie da trattare”
comma 4 art 2334
art. 2335_Assemblea dei sottoscrittori-> si riunisce per portare a compimento la costituzione della
società. Ciascun sottoscrittore, qualunque sia il numero di azioni sottoscritte ha diritto a un voto
(voto per teste) (non vale per le SPA).
Quorum costitutivo: l’assemblea è validamente costituita con la presenza della metà dei
sottoscrittori; Quorum deliberativo: voto favorevole della maggioranza dei presenti.
accerta che ci siano le condizioni richieste per la costituzione della società
delibera sul contenuto dell’atto costitutivo e dello statuto
delibera sulla misura degli utili che spettano a favore dei promotori
nomina gli amministratori e i sindaci oppure i componenti del consiglio di sorveglianza
4) Stipulazione e deposito (entro 10 gg) dell’atto costitutivo da parte dell’assemblea dei
sottoscrittori.
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Art. 2337+ 2340 Promotori-> il promotore è colui che prende l’iniziativa, redige e sottoscrive il
programma. Ha diritto ad una partecipazione agli utili ma non più di 1/10 degli utili netti risultanti
dal bilancio e per non più di 5 anni.
Art 2338 Obbligazioni dei promotori-> sono solidalmente responsabili delle obbligazioni assunte
per la costituzione della società. Obbligazioni dalle quali devono essere tenuti indenni e rimborsati
delle spese se necessarie per l’attività. Se la società non si costituisce i promotori non possono
rivalersi sui sottoscrittori.
Art 2341 Soci fondatori-> sono quelli che partecipano alla costituzione simultanea e quelli che,
nella costituzione per pubblica sottoscrizione, partecipano all’assemblea costituente. I soci
fondatori si possono riservare nell’atto costitutivo una partecipazione agli utili.
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Art. 2329 Condizioni per la costituzione->
1) che sia sottoscritto per intero il capitale sociale minimo di € 50.000,00: i soci devono
impegnarsi ad eseguire il conferimento che complessivamente corrisponde alla misura del
capitale fissato.
2) devono essere rispettate le norme relative ai conferimenti, cioè deve essere versato il 25%
dei conferimenti in denaro su un conto corrente bancario vincolato.
art. 2330 Deposito dell’atto costitutivo e iscrizione della società-> Il notaio che ha ricevuto
l’atto costitutivo deve depositarlo entro 10 giorni presso l’ufficio del registro delle imprese; se
non provvede il notaio possono farlo gli amministratori o i soci a spese della società.
Art. 2331 Effetti dell’iscrizione nel registro delle imprese-> Con l’iscrizione nel registro imprese
la società acquista personalità giuridica (l’iscrizione nel registro imprese ha efficacia
costitutiva).
Le operazioni che fossero poste in essere in nome della società prima che questa venga iscritta
nel registro imprese (cioè nel periodo che intercorre tra stipula dell’atto costitutivo e iscrizione
nel reg. imprese) sono a carico di chi le ha compiute che è illimitatamente e solidalmente
responsabile. Una volta che la società sia iscritta può approvare le operazioni che sono già
state compiute con 2 conseguenze:
1. alla responsabilità di coloro che hanno operato si aggiunge la responsabilità della società;
2. Se coloro che hanno operato fossero costretti a pagare, la società dovrà rivalerli.
Prima dell’iscrizione non è possibile emettere AZIONI.
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S.p.a. Unipersonale
Con la riforma societaria 2003/2004 è possibile costituire, mediante atto unilaterale, una S.p.a.
con un solo socio (unico azionista), oppure è possibile che una S.p.a. inizialmente costituita da più
soci ad un certo punto della sua vita si tramuti in una società con un solo socio e l’unico azionista
conserva la responsabilità limitata.
(Invece nella società di persone non è possibile costituire una società con un unico socio perché
essa si costituisce con contratto plurilaterale, è un contratto con comunione di scopo).
art 2325 comma 2-> Il mancato rispetto di questa condizione porta alla RESPONSABILITÀ
ILLIMITATA dell’unico azionista solo però se:
se non si verifica una tra
1) la società è insolvente
queste 2 situazioni non c’è
2) solo per le obbligazioni sorte nel periodo in cui vi è l’unico azionista. responsabilità illimitata.
Art. 2362 Unico Azionista-> Quando la società ha un unico azionista, quando muta la persona
dell’unico socio, quando la pluralità dei soci viene meno o è ricostituita vige l’obbligo a carico degli
amministratori di fare una specifica iscrizione nel registro imprese (sez. ordinaria): iscrizione che
permette di conservare la responsabilità limitata.
art. 2342 Conferimenti della s.p.a.-> Se nell’atto costitutivo non è stabilito diversamente, il
conferimento deve farsi IN DENARO.
Se il conferimento avviene in denaro, in sede di costituzione occorre versare almeno il 25 % dei
conferimenti presso una banca. (il restante 75 % dei conferimenti in denaro verrà versato
durante la vita della società: quando vuole il socio o quando richiesto dagli amministratori per
far fronte alle esigenze della società)
Se nella società fosse presente un unico socio (vedi atto unilaterale) andrebbero versati
integralmente tutti i conferimenti.
Se viene meno la pluralità dei soci la società non può vivere (se unipersonale) con capitale
sociale non integralmente versato quindi -> questo andrà versato entro 90 giorni-> se non lo fa
il socio acquista responsabilità illimitata.
i conferimenti di beni in natura e crediti devono essere integralmente eseguiti al momento
della sottoscrizione. (se conferisco un immobile è chiaro che non posso conferire solo una
parte e poi l’altra)
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Mai possono formare oggetto di conferimento le prestazioni di opera o di servizi (si
beni/crediti) -> perché presentano un’incertezza nella valutazione che possono rendere
complicata l’effettività del capitale sociale. (Si in tutte le società di persone e nelle SRL -> mai
nelle SPA e SAPA)
(esempio: decido di costituire una S.p.a. con capitale di € 100.000,00. È possibile? Sì, perché il
capitale minimo è di € 50.000,00. Tale capitale sociale viene sottoscritto da una pluralità di soci e il
conferimento viene costituito per € 50.000,00 in denaro e i restanti 50.000,00 mediante
conferimento di un bene. In sede di costituzione quindi, il capitale versato sarà € 75.000,00:
50.000,00 tramite conferimento in natura (che deve essere subito integralmente eseguito) + 25%
di 50.000 che è pari a 12.500,00).
Ricorda-> art 2247 il conferimento è la prestazione alla quale si obbligano coloro che vogliono
partecipare alla società.
Art 2343 Conferimenti in natura-> volta a garantire l’effettività del capitale sociale e dei
conferimenti a tutela dei creditori sociali.
Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare una relazione giurata di stima fatta da un
esperto nominato dal tribunale nella cui circoscrizione si trova la sede della società.
La relazione di stima è un’attestazione volta a garantire che il bene conferito abbia un valore pari
almeno a quello del capitale che con quel bene viene sottoscritto e deve contenere:
La descrizione dei beni o dei crediti che sono oggetto di conferimento;
L’indicazione dei criteri di valutazione eseguiti.
Una volta eseguito il conferimento in natura, gli amministratori devono controllare la relazione di
stima e se sussistono fondati motivi (per esempio oscillazioni di mercato) devono procedere alla
revisione di stima.
Problema:
Se il valore dei beni o crediti è inferiore a 1/5 di quello per cui avviene il conferimento, la società
deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale perché altrimenti si creerebbe un inganno per i
creditori (es: nell’attivo di stato patrimoniale trovo scritto 500 e invece vale 300) annullando le
azioni che restano scoperte tuttavia il socio conferente potrebbe:
Versare la differenza in denaro;
Recedere dalla società (ha diritto alla restituzione in natura del bene/credito conferito).
Se per effetto di un conferimento mal eseguito si scende sotto la soglia minima di 50 mila per
costituire le SPA -> la società potrebbe rischiare di sciogliersi.
Art 2343 ter-> ci possono essere dei casi in cui si conferiscono beni/crediti senza perizia di stima:
Nel caso di conferimento di valori mobiliari.
Il valore attribuito e dell’eventuale sovrapprezzo sia pari o inferiore:
Fair value (criterio di valutazione ordinario previsto nei bilanci che sono redatti sulla base
dei principi contabili internazionali) (valore corrente di mercato);
Il valore per il quale viene eseguito il conferimento è stato già oggetto di una valutazione
eseguita nei sei mesi precedenti da un esperto professionale e indipendente.
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Art 2343 quater-> gli amministratori verificano al termine del 30 giorni dall’iscrizione della società
se nel periodo successivo a quello a cui all’art 2334 ter sono intervenuti fatti eccezionali che hanno
inciso sul prezzo dei valori -> nel caso si ritenga opportuno possono procedere a una nuova
valutazione.
Art. 2343-bis Acquisti pericolosi-> volto ad impedire manovre erosive da parte di soci, promotori,
fondatori e amministratori.
Se la società acquista beni di proprietà di fondatori/soci/amministratori nei 2 anni dall’iscrizione
nel registro imprese per un corrispettivo superiore a 1/10 del capitale sociale, ci devono essere
cautele proprio perché si tratta di un acquisto pericoloso. Quali sono queste cautele?
- L’alienante deve presentare la relazione giurata di stima di un esperto designato dal
tribunale, contenente la descrizione dei beni o dei crediti e il loro valore;
- l’acquisto dev’essere autorizzato dall’assemblea ordinaria;
Quindi sono 2 i casi in cui è necessaria la RELAZIONE DI STIMA:
1) Conferimenti in crediti o natura;
2) Acquisti pericolosi.
art. 2344 Socio moroso-> Cosa succede se al socio nel corso della vita della società viene richiesto
di versare la restante parte del 75% del conferimento in denaro ma lui non adempie? Il socio
diventa moroso (in mora nei versamenti). C’è una procedura:
1) Viene pubblicata sulla gazzetta ufficiale una diffida di adempiere rivolta al socio moroso.
2) Dopo 15 giorni dalla pubblicazione, se il socio moroso non ha ancora provveduto, gli
amministratori posso scegliere se:
- Agire esecutivamente contro il socio moroso (es: pignorare il suo patrimonio per avere il
conferimento ancora da eseguire);
- Offrire le azioni agli altri soci in proporzione delle azioni che già posseggono per un prezzo non
inferiore al versamento ancora dovuto.
Se non ci sono offerte da parte dei soci gli amministratori possono far vendere le azioni da una
banca o da un intermediario a terzi.
Se nessuno le compra allora il SOCIO DECADE-> si trattengono i soldi conferiti come risarcimento
del danno (salvo il maggior danno).
Se le azioni (rimesse sul mercato) non si possono ricollocare entro l’anno -> devono essere estinte
con conseguente riduzione del capitale sociale.
Art 2348 Categoria di Azioni-> le azioni devono essere di uguale valore (nominale).
Esistono anche delle azioni prive di valore nominale-> lo Cifra in moneta legale che esprime
statuto indicherà il capitale sociale diviso nel numero delle il valore di ciascuna azione -> va
azioni -> la partecipazione del socio verrà espressa in indicato nell’atto costitutivo e sul
percentuale. titolo azionario.
Si possono creare categorie di azioni (spetta alla volontà dei soci espressa nello statuto, al
momento della costituzione) fornite di diritti diversi anche per quanto riguarda l’incidenza delle
perdite. Tutte le azioni appartenenti ad una medesima categoria conferiscono uguali diritti.
Ogni azione conferisce al suo proprietario un complesso unitario di diritti e poteri, caratterizzato
da UGUAGLIANZA*, possono essere diritti di:
Natura amministrativa (diritto di intervenire in assemblea, di votare, di impugnare le delibere);
Natura patrimoniale (diritto agli utili, diritto alla quota di liquidazione);
Natura mista (diritto di opzione, di recesso).
*Non si tratta di un’uguaglianza assoluta ma di un’:
1) Uguaglianza relativa
2) Uguaglianza oggettiva: uguali sono i diritti attribuiti da un’azione, non i diritti di cui gode ogni
azionista complessivamente, questo dipende dal numero di azioni che lui possiede.
Ci sono dei diritti che possono essere esercitati indipendentemente dalle azioni che si posseggono
(es: diritto di intervenire in assemblea).
Ci sono dei diritti che spettano su proporzione al numero di azioni possedute (es: diritto di voto,
diritto degli utili).
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art. 2351 Diritto di voto-> In ordine al diritto di voto lo statuto può prevedere le seguenti categorie
di azioni:
Azioni senza diritto di voto;
Azioni con diritto di voto limitato a particolari argomenti;
Azioni con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente
potestative (che non dipendono dalla volontà del singolo).
comma 4-> nel 2014 il legislatore ha introdotto la possibilità di Azioni a voto plurimo
- Attribuiscono ad 1 azione più voti fino a un massimo di 3 voti
- NON sono ammesse nelle società quotate
Art 2350 Diritto agli utili-> gli utili spettanti agli azionisti sono correlati all’andamento dell’attività
in funzione dei risultati (non dell’intera azienda) ma di un particolare settore della stessa (settore a
cui è correlata la mia azione).
Azioni di risparmio -> sono previste solo per le S.p.a. quotate; NON attribuiscono diritto di voto ma
prevedono solo privilegi patrimoniali; l’entità del privilegio non è stabilita dalla legge (dal TUF) ma
viene indicata nell’atto costitutivo. Infatti ci sono azionisti che non hanno interesse a partecipare
al voto perché sanno di avere un numero di azioni tale per cui non saranno mai in grado di influire
sulle decisioni in assemblea ma che investono nella società del denaro per ottenere dei privilegi in
termini patrimoniali.
Le azioni di risparmio possono essere emesse: in sede di costituzione, convertendo parte delle
azioni ordinarie in azioni di risparmio, in sede di aumento del capitale sociale, emettendo
direttamente azioni di risparmio.
Le azioni di risparmio, se interamente liberate (=cioè azioni per cui è stato eseguito interamente il
corrispondente conferimento), possono essere emesse al portatore: questo è uno dei pochi casi in
cui nel nostro ordinamento è consentita l’emissione di azioni al portatore.
Art 2349 Azioni dei prestatori di lavoro-> sono assegnate gratuitamente ai lavoratori o dipendenti
della S.p.a. in caso di distribuzione straordinaria di utili, quando si vuole dare un riconoscimento ai
lavoratori dipendenti per l’attività che prestano nella società. Dato che i lavoratori dipendenti non
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pagano le azioni, l’assemblea straordinaria delibera l’aumento di capitale sociale tramite riserve o
utili.
Azioni di godimento-> sono assegnate ai soci a cui sono state rimborsate le azioni solo per il valore
nominale, in sede di riduzione reale e volontaria del C.S. Le azioni di godimento non attribuiscono
diritto di voto.
Art 2354 Titoli Azionari-> I titoli possono essere nominativi o al portatore (di risparmio/sicab)
A seguito di leggi speciali le azioni sono soltanto nominative -> i casi di azioni al portatore sono
limitati.
Art 2355 Circolazione delle azioni -> Le azioni sono normalmente liberamente trasferibili (questo è
il principio generale). Tuttavia, ci possono essere dei vincoli o limiti al libero trasferimento previsti
dalla legge o dallo statuto. Casi previsti dalla legge:
1) Le azioni che sono state liberate con conferimento in natura (2343 terzo comma) -> non
possono essere alienate finché non è eseguito il controllo del valore del conferimento.
2) Le azioni assistite da prestazioni accessorie 2345-> sono trasferibili SOLO con il consenso
dell’organo amministrativo.
Questi limiti possono essere inseriti nell’atto costitutivo -> il problema si pone se questi limiti sono
introdotti mediante modifica dell’atto costitutivo durante la vita della società. I soci che non sono
consenzienti possono recedere. Vale anche il contrario, cioè anche se questi limiti vengono
eliminati il socio ha diritto di recesso.
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CORPORATE GOVERNANCE della S.p.a.
In tutte le S.p.a. ci devono essere 3 organi:
1) Assemblea dei soci -> ha funzione deliberativa in ordine alle decisioni della vita della
società;
2) Organo di gestione (Amministrativo) -> che ha potere di gestione + potere di rappresentanza;
3) Organo di controllo interno -> che ha funzione di controllo.
3) SISTEMA DUALISTICO si basa sulla presenza di L’organo di gestione -> Consiglio di gestione;
Introdotto con la Riforma del 2003 è un sistema L’organo di controllo -> Consiglio di sorveglianza che
di derivazione tedesca non può mai esercitare la funzione di revisore legale.
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art. 2364_Assemblea ordinaria nelle società prive di consiglio di sorveglianza
(cioè competenze dell’assemblea ordinaria nelle S.p.a. che hanno adottato il sistema tradizionale o
monistico)
Approva il bilancio; delibera la distribuzione di utili;
Si occupa delle cariche sociali:
- nomina e revoca gli amministratori
- nomina i sindaci e il presidente del collegio sindacale
- nomina il soggetto incaricato della revisione legale dei conti (se esiste)
Determina il compenso e la responsabilità degli amministratori e sindaci
Lo statuto può prevedere che per determinate materie gli amministratori richiedano
l’autorizzazione dell’assemblea ordinaria: in questo modo NON si trasferisce il potere di
gestione dagli amministratori all’assemblea perché la responsabilità degli atti compiuti resta
agli amministratori.
L’assemblea ordinaria deve essere convocata (quando gli amministratori lo ritengono opportuno)
almeno 1 volta l’anno, al massimo entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio, tuttavia lo statuto
può prevedere un termine maggiore, fino a un massimo di 180 gg in 2 casi:
1) nel caso di società tenute alla redazione del bilancio consolidato delle holding (=è il bilancio che
deve redigere la capogruppo: somma il bilancio della controllante e il bilancio di tutte le
controllate);
2) quando lo richiedono particolari esigenze relative alla struttura e oggetto della società.
art. 2364-bis Assemblea ordinaria nelle società con consiglio di sorveglianza (sistema dualistico)
Ci sono 2 elementi di differenza nelle competenze dell’assemblea ordinaria nell’art.2364-bis
rispetto all’art.2364:
1) Non è prevista la nomina dei consiglieri di gestione;
2) l’assemblea delibera sulla distribuzione degli utili ma non approva il bilancio.
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art. 2367 Convocazione obbligatoria su richiesta dei soci-> L’assemblea deve essere convocata
dagli amministratori o il consiglio di gestione quando ne è fatta domanda da TANTI SOCI che
rappresentino
- almeno il 20% del capitale sociale (nelle società quotate)
- almeno il 10% del capitale sociale (nelle società non quotate)
e nella domanda devono essere indicati gli argomenti da trattare.
PRINCIPIO MAGGIORITARIO
Art. 2368 Maggioranze dell’assemblea ordinaria e straordinaria di 1° convocazione->
Quorum costitutivo-> percentuale di soci che deve essere presente perché l’assemblea sia
regolarmente costituita.
Quorum deliberativo-> percentuale di capitale che deve votare a favore di quella delibera stessa.
Quorum costitutivo: l’assemblea Quorum deliberativo: è richiesta la
ordinaria è regolarmente costituita Assemblea ordinaria maggioranza assoluta (=voto
quando è rappresentata favorevole della metà del CS)
almeno la metà del Capitale Sociale;
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ASSEMBLEA ORDINARIA ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Non c’è un quorum costitutivo e delibera Quorum costitutivo: oltre 1/3 del CS
qualunque sia la parte di CS presente si Quorum deliberativo: voto favorevole dei 2/3 del
delibera (a maggioranza del capitale presente) CS presente in assemblea
Assemblea straordinaria nelle società quotate -> (che ricorrono al mercato del capitale di rischio)
Hanno capitale alto e frazionato.
Quorum costitutivo -> rappresenta almeno la metà del Capitale
Quorum deliberativo -> voto favorevole di 2/3 del capitale rappresentato in assemblea.
Art 2371 presidenza dell’assemblea -> presiede l’assemblea colui indicato nello statuto o in
mancanza la persona eletta con la maggioranza del voto dei presenti. Ha la funzione di regolare lo
svolgimento dell’assemblea -> regolare costituzione; legittimazione dei soggetti che intervengono.
art. 2372 Rappresentanza nell’assemblea-> Coloro ai quali spetta il diritto di voto possono farsi
rappresentare nell’assemblea salvo lo statuto non disponga diversamente. La rappresentanza non
può essere conferita né ai membri dell’organo amministrativo o di controllo o ai dipendenti della
società. Esistono dei limiti (alzati in funzione della natura della società) per evitare un’incetta di
delega-> una persona non può rappresentare più di 20 soci.
Art 2374 Facoltà di rinvio-> i soci che rappresentano 1/3 del capitale possono chiederne il rinvio (a
non più di 5 giorni) giustificando il rinvio con la circostanza di non essere sufficientemente
informati sulle materie all’ordine del giorno.
Art. 2375_Verbale delle deliberazioni dell’assemblea-> Lo svolgimento dei lavori assembleari deve
risultare da un apposito verbale che viene sottoscritto dal presidente dell’assemblea e dal
segretario o NOTAIO. Il notaio deve essere obbligatoriamente presente nell’assemblea
straordinaria mentre in quella ordinaria non è richiesta la presenza se c’è il presidente +
segretario. Non è stabilito un termine specifico in giorni-> dev’essere redatto senza ritardi in modo
da consentire l’eventuale adempimento degli organi pubblicitari.
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LE DELIBERE ASSEMBLEARI POSSONO ESSERE
NULLE
VALIDE INVALIDE
ANNULLABILI
Prese in conformità
della legge e
dell’atto costitutivo.
DELIBERE ANNULLABILI
Una delibera è annullabile quando NON è presa in conformità della legge o dell’atto costitutivo.
La delibera NON può essere annullata:
1) per la partecipazione all’assemblea di soggetti non legittimati, se la loro presenza non ha inciso
significativamente;
2) per invalidità di singoli voti o per il loro errato conteggio, se comunque la maggioranza si
sarebbe formata;
3) c’è incompletezza o inesattezza del verbale ma tuttavia si può ricostituire l’andamento
dell’assemblea.
Quando la delibera è annullabile, i soggetti legittimati ad impugnare la delibera sono coloro che
non hanno concorso a prenderla (chi non ha votato a favore) -> soci dissenzienti, astenuti o
assenti, amministratori, consiglio di sorveglianza, collegio sindacale, Banca d’Italia, Consob, Ivass.
L’impugnazione può essere PROPOSTA dai SOCI quando questi possiedono tante azioni con diritto
di voto che rappresentino congiuntamente l’1‰ del CS nelle società quotate o il 5 % del CS nelle
altre.
I SOCI che:
- non rappresentano la parte di CS indicata Non sono legittimati a proporre l’impugnativa ma
- privi di voto hanno diritto
Al risarcimento del danno loro cagionato dalla non conformità della deliberazione alla legge o allo
statuto. L’annullamento delle delibere ha effetto su tutti i soci; vengono fatti salvi i diritti acquisiti
da terzi in buona fede sulla base della deliberazione sostituita.
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Differenze tra: ANNULLABILITÀ e NULLITÀ
Può essere fatta valere solo Può essere fatta valere da chiunque VI ABBIA
da determinati soggetti INTERESSE; l’azione si prescrive in 3 anni.
art. 2383 Nomina e revoca degli amministratori-> Nominati dall’assemblea ordinaria (Art 2364),
tranne i primi che sono nominati nell’atto costitutivo (sistema tradizionale e monistico). Nel
sistema dualistico li nomina il consiglio di sorveglianza.
Gli amministratori durano in carica al massimo per 3 esercizi e la loro nomina scade alla data
dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro
carica. (se oggi sono in assemblea e nomino gli amministratori per 3 esercizi, la nomina scadrà alla
data di approvazione del 3° bilancio).
Gli amministratori sono rieleggibili e REVOCABILI dall’assemblea ordinaria in qualunque tempo.
Se la revoca avviene senza giusta causa, l’amministratore ha diritto di risarcimento.
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Entro 30 gg dalla notizia della loro nomina gli amministratori devono chiederne l’iscrizione nel
registro imprese indicando nome, cognome e dati personali di ognuno.
Gli amministratori possono essere soci o non soci (a seconda di quanto stabilito nello statuto).
art. 2385_Cessazione degli amministratori-> Cause:
Rinunzia d’ufficio (dimissioni) -> ha effetto immediato se rimane in carica la maggioranza del
consiglio di amministrazione altrimenti bisogna aspettare che sia ricostituita la maggioranza
del consiglio.
Scadenza del termine: ha effetto nel momento in cui il consiglio di amministrazione sia stato
ricostituito
Revoca (art.2383)
Sopravvenuta decadenza (art. 2382)
Morte.
art.2386 Sostituzione degli amministratori
1°CASO: QUANDO RESTA IN CARICA LA MAGGIORANZA DEGLI AMMINISTRATORI
NOMINA PER COOPTAZIONE -> se vengono meno uno o più amministratori, gli altri che restano in
carica nominano quelli che sostituiscono gli amministratori cessati con una delibera approvata dal
collegio sindacale. Lo scopo della norma è assicurare continuità dell’attività del consiglio di
amministrazione.
(se il consiglio di amministrazione è formato da 5 membri e 1 viene meno per dimissioni che hanno
effetto immediato perché rimane in carica la maggioranza, il consiglio di amministrazione (gli altri
4) nominano un altro amministratore che resta in carica fino alla prossima assemblea e dopo sarà
l’assemblea a decidere se mantenere l’amministratore nominato dal consiglio di amministrazione
o eleggerne uno nuovo).
2° CASO: QUANDO VIENE MENO LA MAGGIORANZA DEGLI AMMINISTRATORI
Se viene meno la maggioranza degli amministratori nominati dall’assemblea, quelli rimasti in
carica devono convocare l’assemblea (non è possibile fare una nomina per cooptazione).
Lo statuto potrebbe prevedere una CLAUSOLA “SIMUL STABUNT VEL SIMUL CADENT”
(=”insieme stanno insieme cadranno”)
Per cui se viene meno uno o più amministratori cessa l’intero consiglio senza applicare le norme
prima previste e l’assemblea va convocata con urgenza.
Questa clausola viene a volte utilizzata in modo strumentale: l’assemblea nomina un nuovo
consiglio di amministrazione dove ritornano tutti gli amministratori precedenti tranne uno solo
(quello che non era più ben voluto dalla società).
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art. 2388_Validità delle delibere del consiglio amministrativo
Quorum costitutivo: occorre la presenza della maggioranza degli amministratori in carica;
Quorum deliberativo: maggioranza assoluta.
Lo statuto può prevedere che la presenza alle riunioni del consiglio avvenga anche mediante mezzi
di telecomunicazioni. Ma non è possibile partecipare a mezzo di un rappresentante (a differenza
dei soci in assemblea).
Art 2381 -> il Presidente (organo necessario) ha funzione ordinatoria di regolare il consiglio di
amministrazione ->dà impulso alle riunioni fissandone l’ordine del giorno assicurandosi che tutti
siano adeguatamente informati.
La norma prevede il potere degli amministratori di creare organi delegati la cui istituzione ha lo
scopo di semplificare le regole organizzative della stessa riducendo il numero degli amministratori,
che provvedono alle funzioni coperte con delega.
Il comitato esecutivo è un organo a cui viene delegata la funzione amministrativa, che ha struttura
collegiale alla pari del consiglio di amministrazione.
Amministratore delegato -> è un consigliere e nasce dal fatto che gli sono conferite delle deleghe e
dei poteri -> posso nominarne uno o più di uno.
Chi ha il potere di conferire la delega ha anche il potere di revoca.
Il consiglio di amministrazione può revocare la delega in ogni momento, anche implicitamente.
Ci sono per legge delle materie che non possono essere attribuite all’amministratore delegato m
devono necessariamente passare dal consiglio di amministrazione -> aumento/ riduzione del
capitale sociale, progetto di fusione/scissione.
Anche se certi compiti sono delegati questo non elimina la competenza su queste stesse materie
del consiglio di amministrazione -> che può sempre impartire direttiva e avocare a sé decisioni.
Possono essere chiamati a pagare il risarcimento del danno da loro stessi provocato per effetto
della violazione degli obblighi che gravano su di essi per legge o per statuto (dalla violazione degli
obblighi deve derivare un danno). In base ai soggetti nei confronti dei quali gli amministratori
possono essere responsabili si distinguono 3 azioni di responsabilità:
1) Verso la società 2392;
2) Verso i creditori sociali 2394;
3) Nei confronti del singolo socio o del terzo 2395.
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1) RESPONSABILITÀ VERSO LA SOCIETÀ (art. 2392)
Gli amministratori devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto con la
diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e dalle loro specifiche competenze.
Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti
dall’inosservanza di tali doveri
Gli amministratori sono solidalmente responsabili se, essendo a conoscenza di fatti
pregiudizievoli, non hanno fatto quanto potevano per impedire il compimento o eliminare o
attenuare le conseguenze dannose
La responsabilità NON è SOLIDALE quando uno degli amministratori, essendo immune da colpa
abbia fatto annotare il proprio dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del
consiglio.
art. 2393_Azione sociale di responsabilità-> CHI è legittimato ad esercitare l’azione sociale di
responsabilità? (cioè l’azione di responsabilità contro gli amministratori?)
LA SOCIETÀ, a seguito della delibera dell’ASSEMBLEA ORDINARIA.
La deliberazione riguardo la responsabilità degli amministratori può essere presa in occasione di
discussione del bilancio, anche se non è indicata all’ordine del giorno del giorno (questo perché il
bilancio è un rendiconto dell’attività svolta dagli amministratori).
L’azione di responsabilità eventualmente decisa dall’assemblea ordinaria comporta la REVOCA
degli amministratori.
Se c’è il voto favorevole di almeno 1/5 del CS non occorre una delibera espressa di revoca degli
amministratori ma è implicita nell’azione di responsabilità che viene deliberata.
Se non c’è il voto favorevole di almeno 1/5 del CS, occorre una delibera espressa all’ordine del
giorno.
il COLLEGIO SINDACALE;
il SINGOLO SOCIO (Art.2393-bis_AZIONE SOCIALE DI RESPONSABILITÀ ESERCITATA DAI SOCI):
l’azione spettante alla società contro gli amministratori può essere esercitata anche dal
SINGOLO SOCIO che rappresenti almeno 1/5 del CS e nelle società quotate 1/40 del CS.
L’azione sociale di responsabilità è sempre un’azione volta a far valere un danno provocato dagli
amministratori, a seguito della violazione dei loro obblighi che ha provocato un DANNO SUL
PATRIMONIO DELLA SOCIETÀ. L’eventuale risarcimento del danno non va al socio che ha agito ma
va al patrimonio della società, va a riparare il danno che ha subito la società.
La società può rinunciare all’azione di responsabilità -> accordo transattivo
(transazione/transigere).
2) RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI VERSO I CRDITORI SOCIALI (Art.2394)
Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla
conservazione dell’integrità del patrimonio sociale. L’azione dei creditori può essere esercitata
SOLO SE IL PATRIMONIO SOCIALE RISULTI INSUFFICIENTE al soddisfacimento dei loro crediti.
(se gli amministratori violano gli obblighi inerenti la conservazione del patrimonio sociale ma ciò
nonostante il patrimonio rimane sufficiente per soddisfarli, essi non possono esercitare l’azione
prevista dall’art.2394)
La transazione che la società avesse fatto non ha efficacia nei confronti dei creditori sociali che
possono impugnarla -> azione revocatoria (per tutelare che si facciano delle manovre sul
patrimonio a loro danno).
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Art 2394 bis-> se la società è assoggettata a procedura concorsuale gli organi concorsuali sono
quelli che impediscono l’azione -> Curatore (commissario liquidatore o straordinario).
3) AZIONE INDIVIDUALE DEL SOCIO E DEL TERZO (Art.2395)
Esercitare un’azione volta ad ottenere il risarcimento del danno dagli stessi subito che incide
direttamente su di loro per effetto di atti dolosi o colposi compiuti dagli amministratori.
La norma prevede il risarcimento del danno in favore del singolo socio o terzo se è un danno che
incide direttamente sul loro patrimonio (senza passare per il danno alla società, che potrebbe non
esserci). Quindi il risarcimento del danno che l’amministratore fosse costretto a pagare va nel
patrimonio del singolo socio o del terzo.
art. 2399_Cause di ineleggibilità e di decadenza-> NON possono essere eletti e se eletti decadono
dall’ufficio:
1) coloro che si trovano nelle condizioni dell’art.2382
2) i parenti degli amministratori degli amministratori (lo scopo della norma è assicurare
l’indipendenza dell’organo di controllo da quello amministrativo).
3) coloro che sono legati alla società da un rapporto di lavoro.
art. 2402_Retribuzione-> deve essere fissata o nello statuto o dall’assemblea all’atto della nomina
e dura per l’intero periodo di durata del loro ufficio. (scopo della norma è sottrarre la possibilità
che l’assemblea e i soci cerchino di ammorbidire la posizione del collegio sindacale mediante la
promessa di un compenso superiore).
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art.2401 Sostituzione-> Se viene meno un sindaco per morte, rinunzia, decadenza subentrano i
sindaci supplenti, in ordine di età, tenendo conto delle competenze. I sindaci supplenti restano in
carica fino alla prossima assemblea, che deve provvedere alla nomina dei sindaci effettivi e
supplenti necessari per l’integrazione del collegio.
art. 2403_doveri del collegio sindacale-> Il collegio sindacale vigila sull’osservanza della legge e
dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, sull’adeguatezza dell’assetto
organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo funzionamento.
Il collegio sindacale non vigila sul merito delle scelte gestionali.
La revisione legale dei conti spetta al collegio sindacale solo nel caso di società non tenuta a
redigere il bilancio consolidato.
art. 2405 Intervento alle adunanze del consiglio di amministrazione e alle assemblee
I sindaci devono assistere alle:
adunanze del consiglio di amministrazione Così da conoscere meglio l’andamento della
assemblee del comitato esecutivo società e le decisioni che vengono prese
riunioni del comitato esecutivo
art.2406 Omissioni degli amministratori-> Ci sono casi in cui il collegio sindacale possa avere anche
delle funzioni di amministrazione attiva -> deve convocare l’assemblea (che di solito spetta agli
amministratori) in 2 casi:
1) nel caso in cui non venga fatto dagli amministratori
2) in caso di fatti gravi in cui è necessario intervenire
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Art 2409 bis Revisione legale-> Introdotta con la Riforma Societaria.
Nelle SPA con sistema tradizionale (dove c’è il collegio sindacale) la revisione legale dei conti se
previsto dallo statuto può essere affidata al collegio stesso come ulteriore incarico solo se i
membri del collegio sono tutti revisori dei conti.
Si deve trattare di società che NON hanno l’obbligo di redigere il bilancio consolidato in quel caso
devo per forza nominare un soggetto esterno (società di revisione).
Amministratore
Collegio Unico
Sistema
Sindacale Comitato esecutivo
Tradizionale
(Funzione di
revisore legale) Consiglio di
Amministratore Delegato
Amministrazione
- CONSIGLIO DI GESTIONE
SISTEMA DUALISTICO (non molto diffuso)
- CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA
Nel sistema tradizionale nel sistema dualistico
La revisione legale può essere eseguita dal La revisione legale è SEMPRE SVOLTA DAL
collegio sindacale (solo se la società non è REVISORE LEGALE DEI CONTI.
tenuta a redigere il bilancio consolidato)
Consiglio di gestione
la gestione dell’impresa spetta esclusivamente al consiglio di gestione
il numero minimo di componenti del consiglio di gestione deve essere di 2
i componenti restano in carica per un periodo non superiore a 3 ESERCIZI con scadenza alla
data della riunione del consiglio di sorveglianza convocato per l’approvazione del bilancio
relativo all’ultimo esercizio. (infatti è il cons. di sorveglianza che approva il bilancio)
i componenti del consiglio di gestione sono rieleggibili e revocabili dal cons. di sorveglianza in
qualunque tempo
se vengono a mancare 1 o più componenti del consiglio di gestione, il cons. di sorveglianza
provvede alla sostituzione. (qui non è previsto il sistema della cooptazione).
La nomina del consiglio di gestione spetta al consiglio di sorveglianza (grande differenza col
sistema tradizionale)
Quindi nel sistema dualistico:
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Consiglio di sorveglianza (organo di controllo)
Si compone di un numero di componenti, anche non soci, non inferiore a 3
La nomina dei componenti del cons. di sorveglianza spetta all’assemblea ordinaria.
I componenti durano in carica per 3 esercizi, sono rieleggibili e revocabili dall’ass. ordinaria in
qualsiasi momento
Il consiglio di sorveglianza è responsabile solidalmente con i componenti del consiglio di gestione
quando il danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in rispetto dei loro obblighi.
-CONSIGLIO di AMMINISTRAZIONE
SISTEMA MONISTICO
-COMITATO PER IL CONTROLLO SULLA
Consiglio di amministrazione GESTIONE
La gestione dell’impresa spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione
Almeno 1/3 dei componenti deve essere in possesso dei requisiti di indipendenza
Comitato per il controllo sulla gestione
L’assemblea nomina un gruppo di amministratori, che va a formare il consiglio di amministrazione
Che a sua volta nomina il comitato per il controllo sulla gestione: viene nominato all’interno del
consiglio di amministrazione. Quindi il comitato per il controllo sulla gestione è composto da
amministratori con i requisiti di:
- onorabilità;
-professionalità;
-indipendenza.
I compiti del comitato per il controllo sulla gestione sono uguali a quelli del collegio sindacale.
Nel sistema monistico la revisione legale dei conti è affidata al revisore legale dei conti o ad una
società di revisione legale dei conti.
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- Diritto di recesso
MODIFICAZIONI DELLO STATUTO di una S.p.a. - Aumento/riduzione di capitale
L’organo competente alle modifiche dello statuto (=regolamento che i soci si sono dati in sede di
costituzione) è l’ASSEMBLEA STRAORDIANRIA.
L’assemblea straordinaria delibera -> è richiesto l’intervento del Notaio che redige l’atto pubblico
a titolo di verbale -> dev’essere depositato per l’iscrizione nel registro imprese -> solo dopo
l’iscrizione la delibera ha effetto.
Art 2347 bis Termini e Modalità di esercizio del recesso: il diritto di recesso è esercitato mediante
lettera raccomandata che deve essere spedita entro 15 gg dall’iscrizione nel registro imprese con
indicato:
Generalità del socio recedente
Numero e categoria delle azioni per le quali il diritto di recesso viene esercitato.
Una volta che si sia esercitato il recesso rimane privo di efficacia se viene modificata la delibera
che dava diritto al recesso (ovvero se la società si scioglie).
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Art 2347 ter Criteri di determinazione del valore delle azioni-> Il socio ha diritto alla liquidazione
delle azioni per le quali esercita il recesso. Il valore di liquidazione delle azioni è calcolato sulla
base di valori contabili del patrimonio sociale e sulla base delle prospettive reddituali della società
(avviamento e valore di mercato delle azioni).
Si deve tenere conto del valore reale (valore effettivo di mercato).
Nelle società quotate si fa riferimento alla media aritmetica dei prezzi di chiusura dei sei mesi
precedenti alla convocazione dell’assemblea.
La determinazione del recesso è stabilita in via anticipata (non dopo che il socio ha chiesto di
recedere) -> il socio ha il diritto di sapere il valore delle azioni nei 15 gg prima di quando è fissata
la data dell’assemblea.
Il socio può contestare il valore del recesso -> verrà nominato un terzo perito che rivaluterà.
Art 2347 quater Procedimento di liquidazione-> Se un socio recede, le azioni per le quali esercita il
diritto di recesso sono offerte in opzione agli 1altri soci (azionisti) (sono preferiti rispetto a terzi per
acquistare queste azioni) in proporzione al numero di azioni possedute. Coloro che esercitano il
diritto di opzione (cioè che le acquistano), se lo dichiarano immediatamente, contestualmente
all’esercizio del diritto di opzione, si possono riservare la facoltà di acquistare anche quelle altre
che non sono state optate.
Se i soci non acquistano in tutto o in parte le azioni del recedente, gli amministratori possono
collocarle presso 2terzi. Se si tratta di azioni quotate, il collocamento avviene mediante offerta nei
mercati medesimi. In caso di mancato collocamento, le azioni del recedente vengono rimborsate
mediante acquisto da parte della 3società utilizzando riserve disponibili.
Diritto di opzione= diritto riconosciuto ai soci di acquistare azioni di nuova emissione; diritto che
può essere esercitato in sede di aumento a pagamento del capitale sociale.
Riassumendo:
Se un socio recede, bisogna pagargli la quota di liquidazione. Come si fa a pagare la quota? Prima
si offrono le azioni del socio che recede agli altri 1soci e in seguito, se non sono state vendute, si
offrono a 2terzi. In ultimo, se ancora non sono state vendute, le acquista la 3società nei limiti delle
riserve e degli utili.
SE GLI UTILI E LE RISERVE NON CI SONO LA SOCIETÀ DOVRÀ CONVOCARE L’ASSEMBLEA
STRAORDINARIA PER PROCEDERE ALLA RIDUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE.
E se non è possibile la riduzione del capitale sociale (perché altrimenti scenderebbe sotto il
minimo legale di € 50.000,00)?
LA SOCIETÀ SI SCIOGLIE
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MODIFICHE DELL’ATTO COSTITUTIVO
Ci sono 2 modifiche dell’atto costitutivo che riguardano il CS: aumento o riduzione del CS
NOMINALE
RIDUZIONE DEL
CAPITALE SOCIALE REALE
È costituito da:
CS
AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE NOMINALE +RISERVE
+ FONDI DISPONIBILI
Art. 2442_PASSAGGIO DI RISERVE A CAPITALE + UTILI - PERDITE
Nel caso in cui il patrimonio netto contenga oltre al capitale sociale anche delle riserve o fondi
disponibili, è possibile, con delibera dell’assemblea straordinaria portare queste riserve da riserve
a capitale sociale. (La Riserva Legale non può essere usata per l’aumento del Capitale sociale)
L’aumento nominale del CS è ottenuto imputando a CS le riserve o i fondi iscritti nel bilancio della
S.p.a. Esempio:
I 40€ di riserva straordinaria CS 90€
CS 50€ possono essere destinati al RIS. LEGALE 10€
RISERVA LEGALE 10€ CS, con la conseguenza che il RIS.STRAORD. 0€
RISERVA STRAORDINARIA 40€ PN, dopo la delibera di
aumento nominale di CS, PN 100€
PN 100€
sarebbe così costituito
L’entità complessiva del PN rimane la stessa, il PN non muta, muta la sua conformazione. E allora
perché dovrebbe avvenire l’aumento di CS nominale? Perché aumentando il valore del CS si
rafforza la società dal punto di vista patrimoniale, IN TERMINI DI VINCOLO DI DISPONIBILITÀ. Il
vincolo di disponibilità interessa ai creditori sociali (essi prima potevano far conto su un CS di 50€,
adesso su un CS di 90€). Quindi con l’aumento del CS nominale:
Non entrano nuove disponibilità nella società
Il patrimonio netto complessivo non muta, cambiano solo le voci del PN, la sua composizione
perché portando le riserve a capitale si crea un vincolo di disponibilità su una cifra maggiore
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Se il conferimento è in denaro i sottoscrittori delle nuove azioni devono, all’atto di sottoscrizione,
versare alla società almeno il 25% del valore nominale delle azioni sottoscritte (salvo il caso
dell’unico socio dove il conferimento dev’essere fatto per intero).
In caso di conferimenti di beni in natura e crediti, il conferimento si intende liberato all’atto della
sottoscrizione. (si applica l’art. 2343).
Art 2439 comma 2 -> Se l’aumento del capitale non è integralmente sottoscritto cioè ci sono soci
che non partecipano entro il termine della delibera assembleare -> il capitale è aumentato solo se
la delibera è scindibile. Per legge l’aumento del Capitale è inscindibile o si raccoglie il capitale
preposto e quindi si ottengono sottoscrizioni pari al capitale preposto in aumento o il capitale non
è aumentato) ma diventa scindibile se c’è un’espressa indicazione nella delibera assembleare.
Art. 2441_DIRITTO DI OPZIONE
Nel caso di aumento del CS deliberato, viene attribuito ai soci (in proporzione delle azioni che già
posseggono) il diritto di sottoscrivere questo aumento in modo preferenziale rispetto ad eventuali
terzi. Scopo della norma: assicurare al socio che lo voglia (il socio non è obbligato a sottoscrivere
l’aumento di CS) di mantenere la stessa posizione (la stessa percentuale delle azioni che avevo in
precedenza) che aveva prima dell’aumento del CS.
L’offerta di opzione deve essere depositata preso il registro delle imprese e contestualmente resa
nota mediante avviso pubblicato sul sito internet della società.
Scaduto il termine riservato ai soci, queste azioni possono essere collocate presso terzi, in caso di
società quotate le azioni possono essere vendute sul mercato così che entrino a far parte della
società nuovi azionisti.
Quando l’interesse della società lo esige, il diritto di opzione può essere escluso o limitato ->
escluso il diritto di opzione quando l’emissione di azioni a fronte di un aumento di capitale sociale
sia riservato ai dipendenti della società.
LA DELIBERA DI AUMENTO DI CS, una volta adottata, viene iscritta nel registro imprese. Gli
amministratori devono depositare un attestato che indichi in quale misura il CS è stato aumentato.
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Art. 2447_RIDUZIONE DEL CS AL DI SOTTO DEL MINIMO LEGALE (2° caso)
Nel caso in cui la società ha conseguito perdite di importo maggiore ad 1/3 del CS, che RIDUCONO
IL CAPITALE AL DI SOTTO DEL MINIMO LEGALE. L’organo amministrativo deve senza indugio
convocare l’assemblea per deliberare innanzitutto la RIDUZIONE DEL CS e poi scegliere una delle
seguenti possibilità:
Trasformazione della società (es. da SPA a SRL che ha un capitale minimo di 10000)
Scioglimento della società art 2448 -> è impossibile per una Spa vivere con un capitale al di
sotto del minimo legale per perdite di oltre 1/3
Aumento del cs di una cifra che consenta di riportare il cs almeno al minimo legale->
l’assemblea deliberare la riduzione -> in contemporanea aumentare il capitale (a pagamento
perché non ho abbastanza riserve per coprire le perdite) di una somma non inferiore al
minimo legale.
Non posso rinviare la decisione come nel 2446.
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art. 2462 Responsabilità -> nella s.r.l. per le obbligazioni sociali risponde solo la società con il suo
patrimonio. (autonomia patrimoniale perfetta).
Oltre alla S.r.l. ordinaria sono state introdotte nel 2012 e 2013:
la SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA SEMPLIFICATA -> Questo tipo di S.r.l. può essere
costituito con contratto o atto unilaterale solo da persone fisiche. L’atto costitutivo deve
essere redatto per atto pubblico secondo un modello standard tipizzato inderogabile e deve
indicare:
1) le generalità dei soci
2) denominazione sociale di s.r.l.
3) Ammontare di CS pari almeno ad €1 e inferiore a €10.000,00 sottoscritto e interamente versato
all’organo amministrativo.
Anche in questo caso i conferimenti devono essere fatti in DENARO E INTEGRALMENTE VERSATI.
la SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA A CAPITALE RIDOTTO -> Questo tipo di S.r.l. prevede
un CS < €10.000,00 e pari almeno CS= €1
In questo caso i conferimenti devono essere tutti in denaro e devono essere versati per intero alle
persone cui è affidata l’amministrazione. La riserva legale deve essere pari almeno a 1/5 degli utili
conseguiti finché essa non raggiunga, insieme al capitale, l’importo di € 10.000,00.
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In caso di conferimento di opera o servizi il conferimento deve essere accompagnato da una
polizza assicurativa o fideiussone bancaria perché così si garantisce l’intero valore. (qui la
polizza o fideiussione sono obbligatorie perché servono come garanzia).
Art. 2465 Stima dei conferimenti di beni in natura e crediti
Chi conferisce i beni in natura o crediti deve presentare una RELAZIONE DI STIMA da parte di un
esperto (REVISORE LEGALE O società di revisione legale iscritti nell’apposito registro) nominato da
chi esegue il conferimento. Non è prevista la revisione di stima.
art. 2473 Recesso del socio -> Il diritto di recesso spetta ai soci che NON HANNO CONSENTITO:
Al cambiamento dell’oggetto sociale
Cambiamento del tipo di società
Alla sua fusione o scissione
Alla revoca dello stato li liquidazione
Al trasferimento della sede all’estero
All’eliminazione di una o più cause di recesso previste dall’atto costitutivo
al compimento di operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell’oggetto
sociale o dei diritti attribuiti ai soci.
Nel caso di società contratta a tempo indeterminato il recesso compete al socio in ogni momento
e può essere esercitato con un preavviso di almeno 180 gg.
I soci che recedono dalla società hanno diritto di ottenere il rimborso della propria partecipazione
al CS il cui valore è determinato tenendo conto del suo valore di mercato al tempo del recesso. Il
rimborso deve avvenire entro 180 gg dalla richiesta di recesso.
Il rimborso può avvenire mediante acquisto da parte degli altri soci proporzionalmente alle loro
partecipazioni oppure da parte di terzi. Se non è possibile, il socio verrà rimborsato dalla società
attraverso le riserve disponibili. Se le riserve non ci sono si procede con la riduzione del CS; se non
è possibile si pone la società in liquidazione.
art. 2473-bis Esclusione del socio -> L’atto costitutivo può prevedere specifiche ipotesi di
esclusione per GIUSTA CAUSA del socio (qui a differenza delle soc. di persone non c’è un elenco di
cause di esclusione).
Art.2467 Finanziamento dei soci->I finanziamenti dei soci sono importi che i soci versano alla
società. È un mezzo che consente alla società di incrementare le risorse finanziarie senza ricorrere
all’aumento di capitale sociale; scopo della norma è quindi di far accrescere le capacità
economiche della società. La società ha l’obbligo di restituire i finanziamenti ai soci però il
rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della società è postergato rispetto alla soddisfazione
degli altri creditori. (i soci possono riprendersi i soldi dei finanziamenti che hanno fatto solo dopo
che siano stati soddisfatti gli altri creditori).
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CORPORATE GOVERNANCE
Art. 2475 Amministrazione della società -> La società deve operare nel rispetto dell’art. 2086
La gestione della società spetta solo agli amministratori, che compie le operazioni necessarie per
attuare l’oggetto sociale.
Quando l’amministrazione è affidata a più persone si ha il consiglio di amministrazione.
A seconda dell’atto costitutivo è concessa l’amministrazione congiuntiva o disgiuntiva.
L’atto costitutivo può prevedere che le decisioni siano prese mediante consultazione scritta o sulla
base del consenso espresso per iscritto. (invece nella S.p.a. sempre in forma collegiale con la
convocazione dell’assemblea, ordine del giorno…)
art. 2476 Responsabilità degli amministratori e controllo dei soci -> Gli amministratori sono
solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall’inosservanza dei doveri ad essi
imposti dalla legge e dall’atto costitutivo per l’amministrazione della società.
Tuttavia, la responsabilità non si estende a quelli che dimostrino di essere esenti da colpa e
essendo a conoscenza che l’atto si stava per compiere abbiano constatato il loro dissenso.
Non è previsto alcun criterio a cui gli amministratori devono attenersi nella gestione.
L’azione sociale di responsabilità contro gli amministratori nei confronti della società può essere
esercitata
dal singolo socio, qualsiasi sia la sua partecipazione al capitale sociale.
Dalla società
Dai creditori sociali
ORGANO DI CONTROLLO S.r.l.
L’organo di controllo non deve essere necessariamente presente, dipende dallo statuto.
L’organo di controllo può assumere la veste di:
1) COLLEGIO SINDACALE
2) SINDACO UNICO
3) REVISORE LEGALE
L’organo di controllo è obbligatorio se la società:
è tenuta alla redazione del bilancio consolidato
controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti
per due esercizi consecutivi ha superato uno dei limiti seguenti:
- tot. attivo s.p. €4.000.000,00
-ricavi vendite e prestazioni €4.000.000,00
-dipendenti occupati in media: 20 unità
art. 2479 Decisioni dei soci -> È lo statuto che individua le competenze dei soci. In ogni caso
spettano ai soci le seguenti decisioni:
Approvazione del bilancio e distribuzione degli utili
Nomina degli amministratori
Nomina dei sindaci, presidente del collegio sindacale, revisore legale dei conti
Modificazioni dell’atto costitutivo
Decisioni che comportano una sostanziale modifica dell’oggetto sociale
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Le decisioni dei soci non devono per forza avvenire in assemblea: possono essere prese mediante
consultazione scritta o consenso espresso per iscritto. Ogni socio ha diritto a partecipare alle
decisioni in misura proporzionale alla sua partecipazione.
art. 2479-bis Assemblea dei soci-> È l’atto costitutivo a determinare i modi di convocazione
dell’assemblea. Im mancanza, la convocazione è effettuata mediante lettera raccomandata (oggi
posta elettronica) spedita ai soci.
Il socio può farsi rappresentare in assemblea solo se lo statuto lo prevede.
Nella S.r.l. non esiste distinzione tra assemblea ordinaria e straordinaria.
Quorum costitutivo: metà del CS
Quorum deliberativo: maggioranza assoluta dei presenti
art. 2479-ter Invalidità delle decisioni dei soci -> Le decisioni dei soci che non sono prese in
conformità della legge o dell’atto costitutivo possono essere impugnate da:
I soci che non vi hanno acconsentito
Da ogni amministratore
Dal collegio sindacale
Le decisioni aventi oggetto illecito o impossibile possono essere impugnate da chiunque.
CONTROLLI ESTERNI
Tutte le S.p.a. sono soggette a controlli dell’autorità giudiziaria tribunale e le S.p.a. aperte sono
soggette anche ai controlli della Consob. L’autorità giudiziaria interviene in caso di gravi
irregolarità commesse dagli amministratori di una S.p.a. che comportano un danno, anche solo
potenziale, per la S.p.a.
Queste irregolarità possono essere denunciate al tribunale da:
I soci con il 10/ del CS
Il collegio sindacale
Il pubblico ministero
La CONSOB.
Trasformazione eterogenea
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TRASFORMAZIONE OMOGENEA -> Si ha quando si passa da:
Società di persone a società di capitali e viceversa
Un tipo di società di persone a un altro
Un tipo ti società di capitali a un altro
TRASFORMAZIONE ETEROGENEA -> Si ha trasformazione eterogenea quando si passa da un
soggetto non societario a un soggetto societario e viceversa.
TRASFORMAZIONE ETEROGENEA DA SOCIETÀ DI CAPITALI
Ente di partenza: SOCIETÀ DI CAPITALI
Ente di arrivo: consorzio, società consortili, società cooperative, comunioni d’azienda,
associazioni non riconosciute e fondazioni
La deliberazione deve essere assunta con voto favorevole dei 2/3 degli aventi diritto e con il
consenso dei soci che assumono responsabilità illimitata.
TRASFORMAZIONE ETEROGENEA IN SOCIETÀ DI CAPITALI
Ente di partenza: consorzio, società consortili, società cooperative, comunioni d’azienda,
associazioni non riconosciute e fondazioni
ente di arrivo: società di capitali
Il CS risultante dalla trasformazione è diviso in parti uguali fra gli associati.
FUSIONE
art.2501 Forme di fusione -> La fusione di più società può eseguirsi mediante:
1) FUSIONE IN SENSO STRETTO (o FUSIONE PER UNIONE)
Si realizza mediante costituzione di una società nella quale tutte le società che partecipano
all’operazione si aggregano in un’unica organizzazione. Si costituisce un’altra azienda e si
estinguono le preesistenti.
2) FUSIONE PER INCORPORAZIONE (più diffusa)
Si verifica quando una società già esistente (INCORPORANTE) assorbe nella propria organizzazione
le società incorporate. La partecipazione alla fusione non è consentita alle società in liquidazione
che abbiano iniziato la distribuzione dell’attivo.
Il procedimento di fusione prevede diverse fasi:
a) REDAZIONE E PUBBLICAZIONE DEL PROGETTO DI FUSIONE:
Il progetto di fusione, redatto dall’organo amministrativo, contiene una serie di elementi che
descrivono formalmente l’operazione progettata, tra cui il RAPPORTO DI CAMBIO
Quando si fondono due o più società si deve stabilire come vengono ripartite le azioni o
partecipazioni tra i soci delle 2 società.
b) DECISIONE DI FUSIONE che ha per oggetto l’approvazione del progetto di fusione da parte dei
soci. I soci non possono modificare il progetto, possono solo respingerlo.
la decisione di fusione deve essere depositata nel registro imprese affinché ci sia la pubblicità
dell’atto e inizino a decorrere i tempi per permettere ai creditori di fare opposizione.
c) EVENTUALE OPPOSIZIONE DEI CREDITORI SOCIALI
l’opposizione può essere evitata se ricorrono queste condizioni: vi sia consenso dei creditori, vi sia
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pagamento dei creditori non consenzienti, via sia l’attestazione della società di revisione della
solidità della società.
d) ATTO DI FUSIONE di competenza dell’organo amministrativo.
la fusione deve risultare da atto pubblico.
la società di nuova costituzione o la incorporante acquistano i diritti/ obblighi che
precedentemente esistevano in capo alla società che partecipano alla fusione.
- Scissione parziale
SCISSIONE
- Scissione totale
Con la scissione la società assegna il suo patrimonio (azioni o quote) AI SOCI di più società
preesistenti o di nuova costituzione.
Differenza tra SCISSIONE e CONFERIMENTO
Le quote o azioni della società preesistente Quando una società conferisce parte del suo
finiscono nelle mani dei soci della società scissa patrimonio ad un’altra riceve in cambio una
(con la scissione si tende a suddividere una certa partecipazione.
realtà aziendale tra i SOCI della stessa).
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Se la destinazione di un elemento dell’attivo non è desumibile dal progetto
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LE SOCIETÀ EUROPEE
Dall’armonizzazione dei diritti societari al diritto societario sovranazionale
Dalla costituzione della Comunità europea gli Stati membri si sono impegnati a coordinare i propri
ordinamenti nazionali circa le garanzie richieste per proteggere gli interessi dei soci e dei terzi.
L’obiettivo dell’azione legislativa dell’UE è volta a creare un diritto societario sovranazionale, introducendo
tipi societari direttamente disciplinati da regolamento comunitario. A tal fine, sono state predisposte la
società europea (SE, è una s.p.a.) e la società cooperativa europea (SCE, è una soc. coop. a scopo
mutualistico).
Per le materie non disciplinate dal regolamento si fa riferimento alle leggi interne che disciplinano le SE e le
SCE; se l’ordinamento ne è sprovvisto, ci si basa sulle disposizioni dettate per le s.p.a. e le soc. coop. a
scopo mutualistico.
Questo aspetto permette ai soci di poter insediare la società nello stato membro che offre la disciplina più
vantaggiosa.
A) La società europea
La costituzione
La SE è una s.p.a. (e quindi ogni socio risponde delle obbligazioni solo nei limiti del capitale sottoscritto). Il
capitale minimo è di 120mila euro.
La costituzione di una SE è consentita:
- quando si fondono s.p.a. soggette alla legge di stati membri differenti;
- quando due o più s.p.a. promuovono la costituzione di una società europea holding al fine di
sottoporsi ad una direzione unitaria;
- quando due o più enti presentano un collegamento stabile con ordinamenti comunitari diversi;
- quando viene stipulato un patto unilaterale di costituzione di società da parte di un’altra società
europea;
- in caso di trasformazione di una s.p.a. costituita secondo la legge di uno stato membro.
Gli oneri
La struttura interna della SE è caratterizzata dalla presenza dell’assemblea dei soci, da un’amministrazione e
controllo basati sul sistema dualistico (organo di direzione e organo di vigilanza) o su quello monistico (organo
di amministrazione).
Per quanto riguarda l’assemblea, le competenze, l’organizzazione e le procedure di voto sono regolate dalla
legge dello stato della sede.
Le deliberazioni vengono prese di regola a maggioranza semplice, ma per le modificazioni dello statuto è
necessaria una maggioranza di almeno i due terzi.
La gestione
Nel sistema dualistico, i componenti dell’organo di vigilanza sono nominati dall’assemblea generale. L’organo
di vigilanza esercita il controllo sulla gestione; per fare ciò è tenuto in costante aggiornamento dall’organo di
direzione sull’andamento generale degli affari sociali.
L’organo di direzione gestisce la società sotto la propria responsabilità. I componenti sono nominati e revocati
dall’organo di vigilanza.
Il sistema monistico prevede solo un organo di amministrazione a cui è attribuita la gestione della società. I
suoi componenti sono nominati e revocati dall’assemblea. Non possono essere nominati amministratori i
soggetti che la legge dello stato o della sede considera non eleggibili.
La disciplina locale della s.p.a. viene richiamata anche in tema di redazione, controllo e pubblicità del bilancio
d’esercizio e consolidato.
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Il coinvolgimento dei lavoratori nella gestione
Il coinvolgimento dei lavoratori può consistere nell’obbligo di consultare e di informare periodicamente o in
circostanze speciali un organi di rappresentanza dei dipendenti, e nulla più. Può all’opposto arrivare fino al
riconoscimento del potere di nomina da parte dei lavoratori di alcuni componenti degli organi di gestione o
di controllo della società.
È prevista la costituzione di un organo di rappresentanza dei lavoratori i cui componenti sono eletti o
designati dai dipendenti della SE. L’organo di rappresentanza ha il diritto di essere informato e consultato
almeno una volta l’anno dai competenti organi della SE in merito all’evoluzione delle attività e delle
prospettive della società. Deve inoltre essere informato quando si verificano circostanze eccezionali che
incidono notevolmente sugli interessi dei lavoratori.
Vi è un più incisivo coinvolgimento dei lavoratori se è prevista una forma di partecipazione dei dipendenti
alla gestione nelle società che partecipano alla costituzione della SE.
Le partecipazioni sociali
Le partecipazioni dei soci nella SCE sono rappresentate da quote nominative. È ammessa la creazione di
categorie speciali di quote, dotate di diritti diversi. Questo consente la presenza di soci sovventori, ai quali è
possibile riservare privilegi nella partecipazione agli utili e una rappresentanza negli organi di gestione e di
vigilanza.
L’ingresso di nuovi soci avviene con il trasferimento delle quote esistenti, oppure sottoscrivendo quote di
nuova emissione. Il capitale della SCE è variabile.
La qualità di socio si perde per morte, recesso o esclusione. Il recesso va dichiarato entro due mesi dalla
delibera contestata. L’esclusione colpisce di diritto il socio fallito e gli enti che si sciolgono, ma può essere
estesa anche al socio gravemente inadempiente ai propri obblighi o che compie atti in contrasto con
l’interesse della società.
In caso di scioglimento del rapporto sociale per morte, recesso o esclusione, il socio ha diritto esclusivamente
al rimborso del valore nominale della quota al netto di eventuali perdite di capitale.
La società cooperativa può finanziarsi anche mediante l’emissione di obbligazioni e di altri titoli che non
attribuiscono la qualità di socio.
69
Gli organi
La SCE può essere organizzata secondo il sistema dualistico o monistico, e conserva la disciplina dettata per
la SE in materia di organi di amministrazione e controllo e coinvolgimento dei lavoratori.
Se ne discosta la disciplina dell’assemblea, nella quale vige la regola del voto per teste, in linea con i principi
tradizionale del diritto cooperativo.
L’assemblea deve riunirsi almeno una volta l’anno, entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio per
l’approvazione del bilancio e la destinazione degli utili. I quorum assembleari sono fissati dallo statuto.
La disciplina del Geie non prevede la formazione obbligatoria di un fondo patrimoniale iniziale,
delle obbligazioni di qualsiasi natura assunte dal Geie rispondono infatti solidalmente ed
illimitatamente tutti i membri del gruppo, oltre a questo col proprio patrimonio (diversamente che
per i consorzi dove vi è distinzione tra il patrimonio del consorzio e dei consorziati). Al pari di ogni
imprenditore commerciale, il Geie che esercita attività commerciale è esposto al fallimento in caso
di insolvenza. Il fallimento del Geie non determina però l’automatico fallimento dei suoi membri,
benché responsabili illimitatamente. Gli organi del fallimento potranno chiedere ai membri del
Geie il versamento delle somme necessarie per estinguere i debiti, secondo la procedura di riparto
prevista dall’art 151 legge fallimentare.
TITOLI DI CREDITO
Il titolo di credito è un documento scritto, destinato alla circolazione che prova l’esistenza di un
diritto di esigere una determinata prestazione. La funzione dei titoli di credito: sono strumenti
utilizzati per AGEVOLARE, SEMPLIFICARE la circolazione di crediti.
Il titolo di credito serve sia per la circolazione del credito sia per l’esercizio dello stesso.
I titoli di credito sono:
CAMBIALE
ASSEGNO
AZIONI
OBBLIGAZIONI
Art. 1264_Efficacia della cessione riguardo al debitore ceduto
La cessione ha effetto nei confronti del debitore ceduto quando questi l’abbia ACCETTATO o gli è
stata NOTIFICATA. La cessione opera il subentro del cessionario nella medesima titolarità
dell’identico rapporto obbligatorio che c’era in capo al cedente con 2 conseguenze:
1) il cessionario acquista il credito solo se il cedente era titolare del credito
2) il cessionario acquista il credito con l’identico contenuto che il credito aveva in capo al cedente.
Al cessionario saranno opponibili le stesse eccezioni opponibili al cedente.
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Classificazione dei titoli di credito
I titoli di credito si possono classificare:
A seconda della Prestazione dovuta:
Titoli di Credito in senso stretto= la prestazione consiste nel pagamento di una somma di
denaro. cambiale, assegno, obbligazioni
Titoli di Partecipazione= rappresentano una situazione giuridica complessa. azioni
Titoli di Credito rappresentativi di merci= danno diritto alla consegna di merci depositate o
viaggianti
A seconda del rapporto giuridico:
A seconda dell’emissione: • Titoli Causali= presuppongono un determinato rapporto
• Titoli Individuali; giuridico. azioni
• Titoli di Massa. • Titoli Astratti= cambiale e assegno
PRINCIPIO di INCORPORAZIONE del credito nel documento: nel titolo di credito non può concepirsi il
documento senza diritto, né il diritto senza la carta.
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Fasi della vita di un titolo di credito
1) CREAZIONE (Tizio compila il suo titolo di credito).
È il momento in cui viene ad esistere il titolo di credito.
Il debitore redige materialmente il titolo di credito su un foglio che di solito presenta dei requisiti,
per esempio: è prestampato, è in filigrana.
Deve essere sempre sottoscritto da chi assume l’obbligazione.
2) EMISSIONE (Tizio consegna il titolo a Caio).
Si ha quando il titolo esce dalla sfera di disponibilità di colui che l’ha creato/sottoscritto (il
debitore) per passare nelle mani del terzo (il prenditore).
Esistono 2 tipi di emissione:
Emissione volontaria-> quando avviene in base ad un valido negozio di emissione e si attua con la
consegna del documento al prenditore. I presupposti dell’emissione volontaria sono:
Esistenza di un rapporto fondamentale sottostante in relazione del quale il titolo viene
emesso;
Valido negozio di rilascio-> ci deve essere la volontà del sottoscrittore di attribuire
l’assegno al prenditore. Questo costituisce lo strumento attraverso il quale si trasferisce
la proprietà del documento.
Consegna del titolo attraverso il quale si trasferisce il possesso e quindi la legittimazione.
Emissione involontaria-> quando manca un valido negozio di emissione e manca la volontà del
debitore. La conseguenza dell’emissione involontaria è che la proprietà e la titolarità del
documento non si trasferiscono al prenditore ma rimangono in capo al debitore.
Colui che trova l’assegno è solo legittimato perché ne ha il possesso ma non le proprietà.
Esempio: sto nel mio ufficio, compilo un assegno e lo lascio sulla mia scrivania; l’assegno vola dalla
finestra o viene rubato. Colui che trova l’assegno o il ladro, non è titolare nè proprietario del
diritto perché manca un valido negozio di emissione, non c’è stata la volontà del sottoscrittore. Il
portatore del titolo, essendo in possesso del documento è legittimato all’esercizio dei diritti ma
non è titolare. Questo è un caso in cui la titolarità del diritto si separa dalla legittimazione del
diritto, cioè la proprietà si separa dal possesso.
3) CIRCOLAZIONE -> Esistono 3 tipi di circolazione:
- CIRCOLAZIONE REGOLARE = quando c’è un valido negozio di trasmissione che normalmente si
inserisce in un valido rapporto sottostante -> il portatore del titolo è titolare e legittimato.
L’acquisto della proprietà è a titolo derivativo (deriva da un precedente proprietario) ma la
posizione del nuovo portatore è autonoma rispetto ai precedenti portatori (non sono opponibile le
eccezioni).
- CIRCOLAZIONE IRREGOLARE = quando manca un valido negozio di trasmissione del titolo.
Il soggetto che acquisisce il titolo di credito potrà essere al massimo legittimato ma non sarà di
sicuro il titolare. (es: in caso di furto). Il proprietario che perde il possesso del titolo di credito
senza il proprio consenso può esercitare l’azione di rivendicazione contro il possessore attuale ed
ottenere la restituzione del documento.
art. 1994_Effetti del possesso in buona fede -> Chi ha acquistato in buona fede il possesso di un
titolo di credito in conformità delle norme che ne disciplinano la circolazione non è soggetto a
rivendicazione. Esempio: se il ladro (che è al più legittimato ma non titolare), invece di andare in
banca ad incassare l’assegno, lo trasferisce ad un altro soggetto, quest’ultimo, in quanto portatore
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in buona fede, è sia legittimato che titolare del diritto contenuto nel titolo. (acquista il titolo a
titolo originario)
- CIRCOLAZIONE IMPROPRIA -> è la circolazione che segue le norme del diritto comune in tema di
cessione del credito. Avviene:
Per volontà delle parti;
Per norma di legge (azioni mortis causa);
Il titolo ha perso la sua idoneità a circolare come titolo di credito (è scaduto)
Quando il titolo circola tramite circolazione impropria o anomala circola come fosse una cessione
di credito e allora NON C’È AUTONOMIA DI CREDITO.
4) ESERCIZIO DEL DIRITTO CARTOLARE
Quando l’obbligazione portata dal titolo di credito scade, il titolo di credito diventa lo strumento
che attribuisce al suo portatore il diritto ad ottenere la prestazione in esso riportata.
(es: il titolo circola nelle mani di più soggetti e quando arriva all’ottavo soggetto avviene la
scadenza. Allora l’ottavo soggetto può andare dal debitore e farsi pagare).
Il possesso qualificato del titolo è condizione necessaria e sufficiente per l’esercizio del diritto
portato dal titolo una volta che questo scade.
Il possessore del titolo, alla scadenza, ha diritto di ottenere il pagamento della prestazione.
GIRATA
È la dichiarazione scritta sul retro del titolo di credito con la quale l’attuale possessore del titolo di
credito (che sarebbe il creditore, chiamato girante) ordina al debitore (emittente) di eseguire la
prestazione a favore di colui al quale il titolo viene trasferito (giratario/nuovo portatore).
La formula tipica della girata è: “PER ME PAGATE A CAIO, FIRMATO TIZIO”
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titoli al portatore. Il debitore è tenuto a controllare che la firma di girata corrisponde al
nome del primo prenditore.
Art 2011 Effetti della girata-> Se il titolo è girato in bianco, il possessore può riempire la girata col
proprio nome o con quello di altra persona oppure può girare di nuovo il titolo senza riempire la
girata o senza apporne una nuova. In caso di titolo di credito all’ordine con girata in bianco, il
trasferimento della legittimazione è equiparabile a quella di un titolo al portatore perché può
bastare semplicemente la consegna del titolo.
Art 2012 Obblighi del girante-> Il girante non garantisce al giratario che l’obbligazione a scadenza
sarà adempiuta. Garantisce soltanto l’esistenza, salvo:
- diversa disposizione di legge
- clausola contraria risultante dal titolo
Invece nella
CAMBIALE IL GIRANTE PER LEGGE ASSUME GARANZIA dell’adempimento
ASSEGNO dell’obbligazione da parte del debitore alla scadenza, con la conseguenza
che SE IL DEBITORE NON PAGA, SARÀ COSTRETTO A PAGARE IL GIRANTE.
GIRATA IMPROPRIA
Esistono 2 tipi di girata a effetti limitati:
Art. 2013 Girata per incasso o per procura
Art. 2014 Girata a titolo di pegno
È la girata con cui IL GIRATARIO viene costituito
La girata in pegno fa sì che il GIRATARIO
PROCURATORE SPECIALE al fine di consentire al giratario
possa esercitare tutti i diritti inerenti al
di incassare la somma dato che il girante non può recarsi
titolo ma non può trasferire
di persona. Quindi il giratario ha il potere di agire in
ulteriormente il titolo se non per
nome e per conto del girante e può esercitare tutti i
procura.
diritti inerenti al titolo -> soprattutto presentarsi alla
scadenza per l’incasso ma può a sua volta trasferire il
titolo soltanto PER PROCURA.
SE NON C’È OPPOSIZIONE da parte dell’eventuale possessore del titolo, chi ha ottenuto
l’ammortamento può esigere il pagamento alla scadenza dal debitore dietro presentazione del
decreto, se il titolo non è scaduto può ottenere dal debitore un duplicato del titolo perso.
esempio: i titoli obbligazionari delle S.p.a. danno diritto all’incasso delle cedole periodicamente.
il giratario ha 2 strade:
oppure può trasferire ulteriormente il titolo
o chiede la notazione della girata a un altro soggetto il quale deciderà se
sul registro dell’emittente. incassare o meno il titolo.
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LA CAMBIALE
La cambiale non è disciplinata dal codice civile ma dal Regio Decreto del 1993.
La cambiale è un titolo di credito
All’ordine
Astratto -> non si conosce la causa per cui il titolo è stato emesso
Formale -> ci sono una serie di requisiti la cui esistenza determina la validità dell’atto.
Completo -> sebbene al momento dell’emissione la cambiale non deve essere completata
in ogni suo aspetto, lo deve essere almeno al momento della presentazione della scadenza
(potrebbe essere emessa in bianco).
Esistono 2 tipi di cambiale:
RAPPORTO DI PROVVISTA
Si chiama rapporto di provvista il rapporto che lega il TRAENTE e il TRATTARIO
Esempio: acquisto un paio di occhiali e invece di pagare in contanti li pago tramite emissione di una
cambiale tratta ma a mia volta io ho un credito verso un terzo al quale ho eseguito una
prestazione; invece di incassare i soldi dal trattario, ordino al trattario di pagare a scadenza la
somma a favore del venditore di occhiali.
TRA TRATTARIO E PRENDITORE NON C’È ALCUN RAPPORTO: IL TRATTARIO NON HA L’OBBLIGO DI
PAGARE A SCADENZA IL PRENDITORE.
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Gli obbligati cambiari sono coloro che hanno apposto la loro firma sulla cambiale. Tutti gli
obbligati cambiari sono solidalmente responsabili tra loro.
BOLLO: La cambiale deve essere in regola con il bollo al momento della creazione. Se la cambiale
non è in regola con il bollo non può essere usata in giudizio finché non viene regolarizzato il bollo.
Se la cambiale non è in regola con il bollo fin dall’inizio anche se poi la regolarizzo non diventerà
più Titolo Esecutivo -> la cambiale in regola con il bollo fin dall’inizio è Titolo Esecutivo.
REQUISITI DI VALIDITÀ DELLA CAMBIALE
Art 1 (Legge Cambiaria) -> contenere la denominazione cambiaria;
La cambiale Tratta deve contenere l’ordine incondizionato di pagare una somma determinata
(ordine che il traente rivolge al trattario di pagare al prenditore)
Il Pagherò cambiario deve contenere la promessa incondizionata di pagare una somma
(promessa che fa l’emittente di pagare a scadenza la somma portata dalla cambiale al
portatore)
L’Indicazione del designato a pagare (Trattario) -> (Nel pagherò non c’è il trattario).
Luogo di pagamento
Luogo e data di emissione
Sottoscrizione del traente o dell’emittente
Informazioni sul Prenditore
La SCADENZA DELLA CAMBIALE può essere:
1) A giorno fisso-> la cambiale scade in un determinato giorno in cui il portatore della cambiale
può presentarsi dal debitore a pretendere l’adempimento.
2) A VISTA-> la cambiale scade nel momento in cui viene presentata al debitore per ottenere il
pagamento. Limite: deve essere presentata entro 1 anno dall’emissione.
3) A CERTO TEMPO VISTA -> la cambiale scade trascorso un certo arco temporale espresso in
giorni, mesi o settimane che decorre dal momento in cui viene presentata per l’accettazione.
Nella cambiale tratta -> io presento la Nel pagherò cambiario -> la cambiale va
cambiale al trattario perché l’accetti e presentata per ottenere non l’accettazione ma
da allora comincia a decorrere il per far avviare la decorrenza del termine di
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termine per la sua scadenza. scadenza.
4) A CERTO TEMPO DATA-> questa scadenza si esprime in un certo arco temporale che decorrono
non dalla presentazione per l’accettazione ma dalla data di emissione.
Se non è indicata la scadenza si intende a vista.
Nella scadenza a certo tempo data e a giorno fisso sappiamo con esattezza quando scade.
Nella scadenza a certo tempo vista e a vista non sappiamo precisamente quando scadranno -> è
consentito in questo caso emettere una promessa di interesse -> La clausola degli interessi
dev’essere presente nel contesto letterale del titolo e contenere l’indicazione del tasso d’interesse
applicato. In mancanza la clausola non è iscritta.
Quando nella cambiale mancano alcuni Quando nella cambiale manca solo del
requisiti di validità al momento dell’emissione, nome del giratario contiene però la
tuttavia gli elementi mancanti possono essere firma del girante. (è completa in tutti i
completati al momento della presentazione suoi aspetti)
per ottenere il pagamento alla scadenza.
Come si fa a riempire la cambiale in bianco? Tramite l’ACCORDO DI RIEMPIMENTO, tra emittente
e prenditore, che circola insieme alla cambiale stessa.
che definisce gli elementi mancanti
Quali elementi non possono mai mancare?
1) denominazione cambiaria Non è in bianco se si tratta di
2) sottoscrizione del traente o emittente elementi la cui mancanza può
essere supplita da norma di legge.
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La girata deve essere scritta sulla cambiale o su un foglio attaccato alla cambiale (chiamato foglio
di allungamento) e sottoscritta dal girante. La girata è valida anche se il beneficiario non sia
indicato o se il girante abbia apposto soltanto la sua firma (GIRATA IN BIANCO).
Differenza:
TITOLI DI CREDITO CAMBIALE
ALL’ORDINE
L’avallo è una garanzia cambiaria, personale ed è posto sulla cambiale o sul foglio di allungamento
Il pagamento di una cambiale può essere garantito con avallo per tutta o parte della somma della
cambiale.
Art 35 Il pagamento di una cambiale può essere garantito da avallo -> Garanzia prestata da un
terzo o da un soggetto già firmatario della cambiale (ho già firmato come girante posso dare anche
l’avallo per un altro obbligato) -> questo ha efficacia pratica solo se l’avallo serve a modificare la
posizione che l’avallante ha (è privo di senso l’avallo dato dall’obbligato principale).
Se non è specificato per chi è dato l’avallo si considera per il traente (è l’ultimo soggetto nella
catena a dover pagare se poi non paga l’obbligato principale)
L’avallante è un obbligato cambiario principale o di regresso che garantisce il pagamento totale o
parziale della cambiale. È scritto nella formula “Per avallo di Tizio, firmato da Caio.”
Se l’avallo è dato per un obbligato principale--> anche l’avallante è obbligato principale.
Se l’avallo è dato per un obbligato di regresso --> anche l’avallante è obbligato di regresso.
L’avallante può essere sia un obbligato di regresso sia un obbligato principale -> può essere
entrambi dipende dalla posizione nella quale si trova l’avallato.
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Riassumendo:
È un’obbligazione cambiaria di garanzia per effetto della quale l’avallante assume la stessa
posizione dell’avallato (sarà obbligato principale o di regresso a seconda dell’obbligazione
per la quale dà garanzia) ->
se l’avallo viene dato per l’accettante o per l’emittente l’avallato sarà obbligato principale
se invece viene dato per il traente o per i giranti l’avallato sarà obbligato di regresso
L’invalidità dell’obbligazione dell’avallato non produce l’invalidità dell’obbligazione
dell’avallante a meno che non si tratti di un vizio di forma.
1) Cambiale con scadenza a certo tempo vista (caso previsto dalla legge: la cambiale deve essere
presentata per forza per l’accettazione altrimenti non comincia a decorrere il tempo per la
scadenza).
2) Se viene apposta una specifica clausola nella cambiale che impone l’obbligo di presentazione
per l’accettazione.
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Art 43-> la presentazione del pagamento deve essere fatta dal portatore legittimo della cambiale
(cioè chi ha in mano la cambiale con una serie continua di girate di cui l’ultima a suo nome o in
bianco) e non dal semplice detentore. (l’accettazione da entrambi)
Il portatore non può rifiutare un pagamento parziale: se lo fa perde la possibilità di agire contro gli
altri obbligati cambiari per la somma che gli è stata offerta.
A CHI deve essere fatta la presentazione per il pagamento?
Al debitore principale che può essere l’emittente (pagherò cambiario), trattario (cambiale tratta)
(anche se non ha accettato).
QUANDO deve essere fatta la presentazione per il pagamento?
Quando la cambiale scade e diventa quindi pagabile.
Chi paga alla scadenza è liberato a meno che non si trovi in caso di dolo o colpa grave.
OGGETTO del pagamento?
LETTERALITÀ DEL TITOLO DI CREDITO (la somma riportata alla lettera nella cambiale)
EFFETTI del pagamento? Sono diversi a seconda di chi effettua il pagamento:
- Se a pagare è l’obbligato cambiario principale ogni rapporto cambiario si estingue e cessa
la responsabilità cambiaria di tutti gli obbligati di regresso.
- Se a pagare è un obbligato cambiario di regresso, i diritti cambiari non si estinguono ma
colui che ha pagato acquista i diritti cambiari nei confronti di tutti gli altri, cioè ha diritto di
essere rimborsato.
Art 57 -> qualsiasi obbligato che paga la cambiale può chiedere che gli venga restituita una
volta che l’abbia pagata -> se il pagamento viene fatto non dal trattario che abbia accettato o
dall’emittente ma venga effettuata da un girante -> il girante che paga ha diritto alla
restituzione.
Le azioni di cui si può servire il portatore per cercare di ottenere il pagamento della cambiale
sono:
• Azioni cambiarie -> agisco in giudizio facendo valere il credito cambiario con le
caratteristiche che esso ha (diritto letterale e autonomo).
• Azioni causali -> utilizzo la cambiale facendo valere il rapporto fondamentale sottostante
che normalmente c’è dietro l’emissione o la trasmissione del titolo. (Azione di ingiustificato
arricchimento)
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Procedimento di cognizione ordinario -> procedimento messo in piedi dal creditore
mediante atto di citazione, si svolge difronte al giudice e si svolge con il contraddittorio del
debitore. Si concluderà con una sentenza che accerta che il credito esiste ma anche per
costituire l’avvio del procedimento di esecuzione sui beni del debitore.
Procedimento di ingiunzione -> il creditore si rivolge al giudice sulla circostanza che il
credito risulta da atto scritto, introdotto con il ricorso e viene deciso dal giudice senza
sentire il debitore (il giudice emette il decreto ingiuntivo che ordina al debitore di pagare la
somma portata dal decreto stesso). Il debitore (non sentito) può fare opposizione -> al
termine dell’esame di opposizione si otterrà un decreto ingiuntivo definitivo.
È più veloce rispetto al procedimento di cognizione.
Azioni esecutive (tipica della cambiale) -> si può usare la cambiale direttamente come
titolo esecutivo. Condizione fondamentale: la cambiale dev’essere in regola con il bollo fin
dall’origine. Posso saltare la fase di accertamento del credito e avviare direttamente il
procedimento esecutivo volto a far vendere i beni del debitore. Vantaggio: Consente di
abbreviare i tempi per ottenere il pagamento nel caso in cui il debitore non lo faccia.
Il debitore potrà opporre eccezioni assolute o personali.
I primi due non sono norme tipiche della cambiale (chiunque vanti un credito può seguire queste
due strade), prima accertano il credito e poi si avvia l’azione esecutiva per ottenere il pagamento.
AZIONE DIRETTA
L’azione diretta è l’azione esercitata dal creditore nei confronti degli obbligati cambiari principali,
ai quali il creditore può chiedere il pagamento. Il creditore può chiedere il pagamento oppure
agire esecutivamente sui beni dell’obbligato di 1° grado, senza attendere una sentenza di
condanna. È consentita solo se la cambiale è un titolo esecutivo, cioè se al momento
dell’emissione è stata pagata l’imposta proporzionale di bollo. L’azione cambiaria diretta non
richiede la levata del protesto.
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AZIONE DI REGRESSO
L’azione di regresso:
Dal punto di vista sostanziale è il diritto di credito che il portatore ha nei confronti degli
obbligati di regresso (che garantiscono il pagamento dell’obbligato principale)
Dal punto di vista processuale è l’azione che spetta al portatore del titolo (=creditore)
verso gli obbligati di regresso (=traente, giranti e loro avallanti).
L’azione di regresso può essere esercitata:
1) alla scadenza, se il pagamento non ha avuto luogo
2) prima della scadenza, se il trattario ha rifiutato l’accettazione (nella cambiale tratta)
Riproduce la struttura della cambiale tratta; Riproduce la struttura del pagherò cambiario
Quindi ci sono:
Emittente = la banca/banchiere
Traente= colui che emette l’assegno (quello Prenditore = colui al quale viene dato l’assegno
che ha il libretto, che firma l’assegno) Non ho il libretto di assegno circolare.
Trattario= è sempre una banca
Prenditore= colui al quale viene consegnato
l’assegno
Giranti = si dovrebbero fare le girate in realtà Gli assegni bancario/circolare non hanno mai
però gli assegni non girano più (per motivi di 85
una scadenza futura, non si può emettere un
antiriciclaggio gli assegni sono non trasferibili) assegno a certo tempo data/a certo tempo
si girano solo alla banca per l’incasso. vista/ a giorno fisso. Hanno scadenza a vista.
ASSEGNO BANCARIO
Con l’assegno bancario un soggetto (il traente), titolare del conto corrente, ordina alla propria
banca (trattario) di pagare al portatore del titolo (beneficiario) una somma di denaro determinata
nel titolo stesso.
L’assegno bancario nonostante preveda la figura
Il rapporto di valuta lega il traente e il prenditore.
del trattario non può mai essere accettato -> La
Il rapporto di provvista lega il traente e il trattario.
banca non accetta l’assegno bancario -> non lo
L’assegno bancario, quindi è un titolo di accetta cambiariamente quindi non diventa MAI
credito che riproduce la struttura della tratta obbligato cambiario.
senza avere però il fondamentale aspetto
Quindi l’assegno non ha mai un obbligato
dell’accettazione propria della tratta.
cambiario principale: la banca esegue il
pagamento al portatore del titolo solo se sul conto
corrente del traente ci sono i fondi necessari-> la
banca paga sulla base del rapporto di assegno.
Quando un soggetto apre un conto corrente bancario riceve il libretto degli assegni sottoscrivendo
il CONTRATTO DI ASSEGNO. Mediante tale contratto la banca riconosce al soggetto il libretto degli
assegni e attribuisce il potere di disporre delle somme del proprio conto corrente mediante
emissione di assegni.
L’assegno ha una SCADENZA necessariamente A VISTA: scade nel momento in cui viene
presentato, cioè può essere pagato al beneficiario al momento della presentazione.
L’assegno bancario ha normalmente una scadenza di 8 giorni: deve essere presentato entro 8
giorni dall’emissione fino a un massimo di 60 giorni. È un titolo di credito che non circola per molto
tempo.
Quando si compila un assegno bisogna farlo in maniera completa utilizzando una penna a
inchiostro in cui sono indicati:
Comune in cui si emette l’assegno
Data di emissione
Nome del beneficiario
Firma
CIRCOLAZIONE DELL’ASSEGNO BANCARIO
L’assegno bancario può essere emesso: AL PORTATORE
ALL’ORDINE
può essere trasferito con semplice consegna
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ASSEGNO CIRCOLARE
L’assegno circolare contiene la promessa incondizionata della banca di pagare a vista una somma
di denaro. (più sicuro dell’assegno bancario) È un titolo di credito all’ordine che riproduce la
struttura del pagherò cambiario in quanto ci sono:
Emittente -> è un istituto di credito autorizzato dall’istituto di vigilanza. La banca assume la
veste di emittente perché ha già ricevuto i fondi in relazione ai quali emetterà l’assegno
circolare. La banca, quindi è obbligato cambiario principale.
Prenditore-> colui a favore del quale l’assegno è emesso.
Giranti (non necessariamente)
(Esempio: se compro una casa di sicuro non posso utilizzare come titolo di credito un assegno
bancario ma certamente un assegno circolare. La banca si impegna a pagare l’assegno perché
giorni prima sono andato in banca e ho chiesto l’emissione di un assegno circolare dietro
versamento della somma necessaria).
Principali differenze:
ASSEGNO BANCARIO ASSEGNO CIRCOLARE
Una delle 2 parti è imprenditore mentre l’altra Entrambe le parti del contratto devono essere
parte può esserlo o no imprenditori.
Es: contratto bancario: una delle 2 parti è Es: contratto di franchising, subfornitura,
necessariamente un’impresa (perché la banca è subappalto…
un’attività commerciale), l’altra parte può essere
un privato o un’impresa.
Gruppi di contratti che si caratterizzano per una Sono gruppi di contratti che hanno ad oggetto
prestazione di DARE. prestazioni di opere e servizi: si caratterizzano per una
prestazione di FARE e non di dare.
Es: contratto di vendita, estimatorio, di
somministrazione… Es: contratto di appalto, trasporto…
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CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE
Il contratto di somministrazione è il contratto con cui una parte (somministrante) si obbliga verso
corrispettivo di un prezzo, ad eseguire a favore dell’altra (somministrato), prestazioni periodiche o
continuative di cose.
È quindi un contratto naturalmente d’impresa e unilateralmente d’impresa.
Oggetto del contratto: PRESTAZIONE DI BENI, quindi ha per oggetto una prestazione di DARE.
Se la prestazione è periodica –> il prezzo deve essere pagato dopo la singola prestazione.
Se la prestazione è continuativa --> il prezzo deve pagato alla scadenza stabilita.
Sono contratti di somministrazione per esempio:
la fornitura di pasti ad una mensa
la fornitura di energia elettrica (prestazione continuativa)
Il contratto di somministrazione tollera i patti accessori:
1) PATTO DI PREFERENZA= patto stipulato a favore del somministrante. Il somministrato si
OBBLIGA a preferire lo stesso somministrante nel caso di stipula di un successivo contratto avente
lo stesso oggetto. Il somministrato comunicherà al somministrante le condizioni del nuovo
contratto.
2) PATTO DI ESCLUSIVITÀ= può essere a favore del somministrante, del somministrato o di
entrambe le parti.
- se è prevista una clausola di esclusiva a favore del somministrante l’altra parte non può ricevere
da terzi prestazioni della stessa natura;
- se è prevista una clausola di esclusiva a favore del somministrato, il somministrante non può
compiere prestazioni della stessa natura di quelle oggetto di contratto.
CONTRATTO DI APPALTO
Con il contratto di appalto una parte (appaltatore) assume, con l’organizzazione dei mezzi
necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o servizio verso il
corrispettivo di denaro.
Il contratto di appalto ha quindi per oggetto una prestazione di FARE.
Si tratta di un contratto necessariamente d’impresa perché L’APPALTATORE DEVE SEMPRE ESSERE
UN IMPRENDITORE.
Si tratta di un contratto unilateralmente d’impresa perché il committente PUÒ essere un
imprenditore oppure no. Il committente inoltre può essere:
Un soggetto pubblico --> l’appalto è pubblico e si applica la disciplina del codice degli appalti.
Un soggetto privato --> l’appalto è privato e si applicano le norme del codice civile.
OBBLIGAZIONI PER L’APPALTATORE (l’appaltatore ha un’obbligazione di risultato):
Eseguire l’opera o servizio
Fornire le materie prime per eseguire l’opera, se non è stabilito diversamente. Se la materia
prima è fornita dal committente ed è difettosa, l’appaltatore è tenuto a darne pronto avviso al
committente.
Eseguire l’opera a regola d’arte (senza vizi)
Eseguire l’opera nei termini stabiliti dal contratto.
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OBBLIGAZIONI PER IL COMMITTENTE:
Pagare il corrispettivo in denaro
Il prezzo pagato dal committente può essere:
A CORPO= viene fissato un prezzo unico
A MISURA= viene fissato un tot. Per ogni unità (esempio: 30€ a mq.)
Nelle grandi opere il prezzo può essere corrisposto in base allo STATO DI AVANZAMENTO DEI
LAVORI (SAL).
VARIAZIONI D’OPERA= l’appaltatore può apportare variazioni al progetto se sono modifiche
necessarie per eseguire l’opera a regola d’arte.
Non sono considerate variazioni d’opera i lavori prevedibili che secondo buona fede devono
considerarsi compresi nel progetto iniziale;
Sono considerate variazioni i lavori che comportino radicali variazioni al progetto originale: si
tratta di lavori extra-contrattuali;
Non sono ammesse variazioni del progetto unilateralmente apportate dall’appaltatore se non
autorizzate dal committente.
Se per eseguire l’opera a regola d’arte è necessario apportare variazioni al progetto ma le parti
non si accordano, spetta al giudice determinare la variazione da introdurre e le relative variazioni
del prezzo.
Se l’importo delle variazioni supera 1/6 del prezzo complessivo convenuto nel contratto,
l’APPALTATORE può recedere dal contratto e può ottenere un’equa indennità.
Se le variazioni sono di notevole entità IL COMMITTENTE stesso può recedere dal contratto e
corrispondere un equo indennizzo.
Quindi
90
scioglie. Il committente può recedere dal contratto SENZA giusta causa purché paghi
all’appaltatore sia le spese sostenute sia il mancato guadagno.
CONTRATTO DI SUBAPPALTO
L’APPALTATORE DI UN CONTRATTO Può AFFIDARE A SUA VOLTA L’ESECUZIONE DI UNA PARTE O DI
TUTTA L’OPERA A UN ALTRO SOGGETTO CHE DIVENTERÀ IL SUBAPPALTATORE (a patto che gli sia
concesso dal committente).
Il SUBAPPALTATORE è un imprenditore quindi il contratto di subappalto è un contratto
necessariamente d’impresa e bilateralmente d’impresa.
Il contratto di subappalto è un contratto DERIVATO.
CONTRATTO DI SUBFORNITURA
Con il contratto di subfornitura un imprenditore si impegna a effettuare per conto di un’impresa
committente la lavorazione su prodotti semilavorati o su materie prime fornite dalla committente
(subfornitura di lavorazione) o di fornire all’impresa prodotti o servizi destinati ad essere
incorporati nell’attività economica del committente (subfornitura di lavorazione).
Il contratto si subfornitura è quindi un contratto necessariamente d’impresa e bilateralmente
d’impresa in quanto entrambe le parti sono imprenditori.
Il contratto di subfornitura è molto diffuso nella realtà italiana caratterizzata dalle piccole medie
imprese. Tale contratto consiste quindi nella scelta di affidare a terzi la realizzazione di parti del
proprio prodotto o fasi della propria attività: l’attività produttiva viene esternalizzata e si verifica
pertanto un decentramento produttivo. Di solito il committente è un grande imprenditore che si
rivolge a piccoli-medi imprenditori per realizzare parte o tutto del suo prodotto o del suo processo
produttivo.
Il SUBFORNITORE è il CONTRAENTE DEBOLE perché:
I problemi tecnici devono essere affrontati e risolti I problemi tecnici devono essere affrontati e
dal committente: IL SUBFORNITORE è INSERITO IN risolti dall’appaltatore perché l’appaltatore gode
UN DETERMINATO LIVELLO DEL PROCESSO di autonomia organizzativa tecnica, è lui il
PRODUTTIVO SOTTO LE DIRETTIVE DEL responsabile dei vizi dell’opera/servizio.
FORNITORE. DA QUI NASCE LA FORTE DIPENDENZA
TECNICA DEL SUBFORNITORE DAL COMMITTENTE.
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IL CONTRATTO DI SUBFORNITURA è stato il primo contratto in cui il legislatore ha voluto tutelare il
subfornitore (imprenditore) e che rappresenta in questo caso il contraente debole. In che modo?
Richiedendo la FORMA SCRITTA AD SUBSTANTIAM del contratto (pena: nullità del contratto)
Il contratto deve contenere tutti gli elementi con chiarezza
È nullo il patto con cui il subfornitore trasferisce al committente senza congruo corrispettivo i
diritti di privativa industriale o intellettuale che abbia realizzato.
È vero che il subfornitore realizza il contratto grazie al patrimonio tecnico e tecnologico del
committente che gli ha fornito le istruzioni MA SE IL SUBFORNITORE CON QUEL PATRIMONIO
REALIZZA DELLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE BREVETTABILI, IL COMMITTENTE NON NE PUÒ
DISPORRE SENZA UN CONGRUO CORRISPETTIVO. È VIETATO L’ABUSO DI DIPENDENZA
ECONOMICA.
CONTRATTO DI FRANCHISING
Con il contratto di franchising (=affiliazione commerciale) un’azienda concede il diritto di
commercializzare i suoi prodotti o serviz, utilizzando il suo nome o il suo marchio, a un’altra
azienda, a fronte del pagamento di un canone.
IL franchising è un accordo di collaborazione commerciale tra due imprenditori (franchisee e
franchisor) giuridicamente ed economicamente indipendenti: si tratta quindi di un contratto
bilateralmente d’impresa e necessariamente d’impresa.
Le parti del franchising:
Nel contratto di franchising c’è da una parte il franchisor (detto anche affiliante o casa madre) e
dall’altra il franchisee (detto anche affiliato) che, attraverso la stipula del contratto pongono in
essere una collaborazione diretta alla commercializzazione di beni e/o servizi con gli stessi
elementi distintivi e con le procedure sperimentate dal franchisor.
Il franchisor, prima di sviluppare il suo franchising, ha sperimentato la sua formula di
commercializzazione nel mercato, raggiungendo successi e consolidano un brand che poi rafforza
attraverso il sistema del franchising. Si arriva così a condividere con il proprio affiliato tutto quel
bagaglio di esperienza sul modo di lavorare detto anche know how. Si trasferisce cioè all’affiliato
un patrimonio di conoscenze attraverso la formazione e i manuali a questo riservati. In questo
modo, il potenziale affiliato apre un’attività con un’azienda che sa già come muoversi per entrare
con successo nel mercato. La formula del franchising viene spesso scelta da chi non ha mai
lavorato in proprio e non ha alcuna esperienza sull’attività che andrà a intraprendere.
Quando il potenziale affiliato aderisce a una catena in franchising di solito gli viene chiesto dal
franchisor un diritto di entrata denominato fee d’ingresso. La fee d’ingresso è un corrispettivo
iniziale che viene dato di solito al momento della stipula del contratto di affiliazione. In genere più
il marchio è noto più la fee d’ingresso è alta. Quando entra a far parte di una rete in franchising ci
sono però minori costi di quanti non se ne dovrebbero sostenere se si dovesse aprire un’attività in
proprio perché non c’è bisogno di spese per il design dell’arredo del locale, la grafica e l’immagine
sono studiate dalla casa madre, non c’è bisogno di fare pubblicità perché il marchio della casa
madre è già noto e riconoscibile da tutti.
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Le royalties sono invece un corrispettivo mensile che versa l’affiliato alla casa madre. Si può
prevedere un pagamento sotto forma di canone fisso oppure come percentuale sui guadagni.
Il vettore è responsabile:
per l’inadempimento o per il ritardo nell’esecuzione della propria prestazione
per i danni causati al viaggiatore e alle cose che porta con sé
della perdita e dell’avaria delle cose consegnategli per il trasporto.
TRASPORTO DI COSE
Tra gli obblighi del mittente è particolarmente rilevante quello secondo cui egli deve indicare al
vettore il nome del destinatario, il luogo di destinazione e la natura, peso, quantità e numero delle
cose da trasportare. Se il contratto di trasporto è accompagnato dalla lettera di vettura, questa
assume il valore di titolo all’ordine, di modo che il possessore di tale lettera ha diritto di ricevere la
consegna della merce
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TRASPORTO DI PERSONE: la conclusione del contratto è di solito accompagnata dal rilascio di un
biglietto di viaggio che identifica l’avente diritto alla prestazione.
Quando al mandatario viene attribuito non solo Il mandatario opera in nome proprio ma nell’interesse e
il mandato ma anche una procura: per conto del mandante.
- Se il mandatario acquista beni mobili-->
il mandatario agisce in nome e per conto del
l’acquisto del mandante è automatico
mandante; spende il nome del mandante nei
- Se il mandatario acquista beni immobili o beni
confronti di terzi.
mobili registrati --> il mandatario è obbligato a
la figura del mandatario, quindi è del tutto
ritrasferirli al mandante (c’è un doppio
trasparente.
passaggio).
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Obbligazioni del mandatario:
Il mandatario deve eseguire il mandato con la diligenza del buon padre di famiglia
Deve senza ritardo comunicare al mandante l’avvenuta esecuzione del mandato
Deve operare secondo le istruzioni fornite
Il mandatario può servirsi di un sostituto nell’esecuzione del mandato
Obbligazioni del mandante:
Il mandante deve fornire al mandatario i mezzi necessari per l’esecuzione del mandato
Il mandante deve rimborsare al mandatario le spese anticipate con gli interessi legali e deve
pagargli il compenso che gli spetta e risarcirlo di eventuali danni.
Il mandato si estingue:
Per revoca del mandato
Per rinunzia del mandatario
Per morte, interdizione, inabilitazione del mandatario
Per compimento dell’affare
MANDATO SENZA RAPPRESENTANZA
1) COMMISSIONE= è il contratto di mandato che ha per oggetto l’acquisto o la vendita di beni per
conto del committente in nome del commissionario. Il commissionario si può rendere
direttamente acquirente o venditore dei beni cui è stato incaricato di vendere/acquistare solo in
caso di titoli o merci che hanno prezzo corrente.
2) SPEDIZIONE= lo spedizioniere assume l’obbligo di concludere in nome proprio e per conto del
mandante un contratto di trasporto più eventuali attività accessorie.
Lo SPEDIZIONIERE è una figura diversa da quella del VETTORE
(contratto di spedizione) (contratto di trasporto)
CONTRATTO DI AGENZIA
Con il contratto di agenzia una parte (agente) assume stabilmente l’incarico di promuovere per
conto dell’altra (preponente), verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona
determinata. Si tratta quindi di:
Un incarico stabile oneroso= all’agente spetta un compenso chiamato provvigione
Esclusività di zona
L’AGENTE è un imprenditore commerciale e deve essere iscritto nell’albo. È altresì un ausiliare
autonomo dell’imprenditore.
Alla base del contratto di AGENZIA c’è un rapporto di durata:
Se il contratto è a tempo determinato --> esso si trasforma in contratto a tempo indeterminato
se le parti continuano ad eseguire il contratto anche dopo la scadenza
Se il contratto è a tempo indeterminato --> ciascuna delle parti può recedere in ogni momento:
basta un congruo preavviso.
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Il preponente deve pagare all’agente l’indennizzo di fine rapporto se, in caso di scioglimento del
rapporto, egli continua a ricevere vantaggi dalla clientela procurata dall’agente.
Obblighi dell’agente
Promuovere la conclusione di contratti per conto del preponente, nella zona stabilita.
Agire con lealtà e buona fede
Per tutti gli affari conclusi ha diritto al compenso (=provvigione)
Obblighi del preponente
Agire con lealtà e buona fede
Pagare la provvigione all’agente
CONTRATTO DI MEDIAZIONE
Attraverso il contratto di mediazione il mediatore mette in relazione, in contatto, due o più parti
per la conclusione dell’affare senza essere legato ad alcuna di esseda un rapporto di
collaborazione di dipendenza o di rappresentanza.
La mediazione è qualificata come contratto solo se il mediatore agisce su incarico di una delle
parti.
Il mediatore:
È un collaboratore stabile o occasionale
Ha una posizione di indipendenza rispetto alle parti per cui esercita l’intermediazione:
conserva infatti la libertà di azione e può in ogni momento disinteressarsi dell’affare.
Deve essere iscritto in un apposito albo della camera di commercio
Ha diritto ad un compenso (=provvigione) che viene pagato da entrambe le parti e che matura
con la conclusione del contratto.
Esempio: il mediatore immobiliare, quando riesce a vendere la casa, riceve un compenso da
entrambe le parti.
SOCIETÀ HOLDING= è la società CAPOGRUPPO che controlla le società controllate e che è tenuta a
redigere di BILANCIO CONSOLIDATO (si ottiene dalla somma del bilancio della
holding più i bilanci delle controllate).
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La società controllata deve indicare la società o l’ente alla cui attività di direzione o coordinamento
è soggetta negli atti e nella corrispondenza.
Nel registro imprese c’è una sezione apposta in cui sono indicate le società o enti che esercitano
attività di direzione e coordinamento e quelle che vi sono soggette.
LE RETI D’IMPRESA
Le reti rappresentano uno strumento giuridico - economico di cooperazione fra imprese che,
attraverso la sottoscrizione di un contratto, detto appunto “Contratto di rete” si impegnano
reciprocamente, in attuazione di un programma comune, a collaborare in forme ed ambiti
attinenti le proprie attività, scambiando informazioni e/o prestazioni di natura industriale,
commerciale, tecnica o tecnologica e/o realizzando in comune determinate attività attinenti
l’oggetto di ciascuna impresa.
Lo scopo della rete si identifica nell’obiettivo di accrescere, individualmente e collettivamente, la
capacità innovativa e la competitività sul mercato delle imprese partecipanti, quale ragione
d’essere dell’aggregazione, nelle forme e nelle modalità definite dalle imprese stesse all’interno
del contratto.
L’introduzione del Contratto di rete - quale forma di aggregazione per ottimizzare le risorse e
quale strumento di realizzazione di obiettivi strategici - nasce dall’esigenza di stare al passo con un
mercato globalizzato e, in conseguenza, di competere su qualità ed innovazione, utilizzando (o
facendo leva sul) l’introduzione delle tecnologie orizzontali e la condivisione di conoscenze e
risorse.
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Invero, detto strumento giuridico – economico si presta ad essere un valido “veicolo” sia per le
PMI che, attraverso la cooperazione ed integrazione di ricchezza, considerando i costi ridotti e la
flessibilità contrattuale, hanno la possibilità di raggiungere obiettivi di sviluppo superiori a quelli
che riuscirebbero a perseguire agendo uti singuli, che dalle grandi imprese, poiché l’aggregazione
consente a imprese specializzate in campi diversi di avvalersi della sinergia della rete, per
rafforzare il proprio business o per svilupparne uno nuovo, nonché per gestire e superare
momenti di crisi, servendosi dell’esperienza dalle altre imprese partecipanti, operando
eventualmente anche in contesti internazionali.
In sintesi, il Contratto di rete rappresenta uno strumento privilegiato per le imprese poiché
avranno l’opportunità di realizzare obiettivi ambiziosi, attraverso la collaborazione in rete con le
altre imprese, senza rinunciare alla propria autonomia giuridica.
Qual è l’obiettivo del Contratto di rete?
Lo scopo del Contratto è quello di accrescere la capacità innovativa e la competitività sul mercato
sia delle singole imprese della rete che della rete nel suo complesso, così come testualmente
stabilisce la Legge n. 33/2009 (e smi) e a tale fine i contraenti si obbligano, sulla base di un
programma comune e predefinito, a:
• collaborare in forme ed ambiti attinenti le attività delle imprese (es. creazione di un marchio
comune, definizione di una politica dei prezzi, creazione di gruppi di acquisto, ecc.);
• scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica
(es. condivisione degli esiti della ricerca, scambio di informazioni commerciali, scambio di prodotti
tra segmenti della filiera, ecc.);
• esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa (es. attività
ricerca e sviluppo, gestione di laboratori di analisi, condivisione di piattaforme logistiche, ecc.).
Mentre nel caso delle prime due modalità di collaborazione, si parla di reti “di coordinamento”, in
cui l’incremento della competitività si realizza attraverso forme limitate di collaborazione tra i
soggetti aderenti alla rete, nel terzo caso la rete può essere definita “associativa” , e costituisce lo
schema organizzativo con maggiori potenzialità operative.
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