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L’ACQUISTO DELLA PROPRIETÀ DI IMPRENDITORE

L’ESERCIZIO DIRETTO DELL’ATTIVITÀ D’IMPRESA


Nel nostro ordinamento gli effetti degli atti giuridici ricadono solo sul soggetto il cui
nome è stato validamente speso nel traffico giuridico, questi, in particolare, è
obbligato nei confronti del terzo contraente (cfr. contratto di mandato).
È il principio formale della spendita del nome - e non Il criterio sostanziale della
«titolarità» dell'interesse economico - che domina nel nostro ordinamento
l'imputazione dei singoli atti giuridici e del loro effetti: nel mandato senza
rappresentanza, infatti, il mandatario «acquista diritti e assume gli obblighi derivanti
dagli atti compiuti con i terzi, anche se questi hanno avuto conoscenza del mandato.
I terzi non hanno alcun rapporto col mandante» (art. 1705).
Ne consegue che quando gli atti di impresa sono compiuti tramite rappresentante
(volontario o legale), Imprenditore diventa il rappresentato e non il rappresentante.

L’ESERCIZIO INDIRETTO DELL’ATTIVITÀ D’IMPRESA


Anche nell'esercizio di attività d'impresa si può avere dissociazione fra il soggetto cui
è formalmente imputabile la qualità di imprenditore ed il reale interessato.
Possiamo così distinguere tra imprenditore:
 PALESE O PRESTANOME: si tratta del soggetto che compie in proprio nome i
singoli atti di impresa;
 INDIRETTO O OCCULTO: è il soggetto che somministra al primo i necessari
mezzi finanziari, dirige in fatto l'impresa e fa propri tutti i guadagni.

L’INSOLVENZA DELL’IMPRENDITORE PALESE


I creditori potranno provocare il fallimento del prestanome: questi ha agito in
proprio nome ed ha perciò acquistato la qualità di imprenditore commerciale,
tuttavia, spesso il suo patrimonio è insufficiente e i creditori rimarranno
insoddisfatti.
In questo modo il rischio di impresa non sarà sopportato dal reale dominus, ma è da
questi trasferito - attraverso lo schermo dell'imprenditore palese - sui creditori o
quanto meno sui creditori più deboli.
LA TEORIA DELL’IMPRENDITORE OCCULTO
Secondo alcuni Autori nel nostro ordinamento giuridico è espressamente sanzionata
la inscindibilità del rapporto potere-responsabilità»;
chi esercita il potere di direzione di un'impresa se ne assume necessariamente
anche il rischio e risponde delle relative obbligazioni con la conseguenza che,
quando l'attività di impresa è esercitata tramite prestanome, responsabili verso i
creditori sono sia il prestanome sia il reale dominus dell'impresa che acquisterebbe
la qualità di imprenditore (occulto o indiretto).

LE CRITICHE ALLA TEORIA DELL’IMPRENDITORE OCCULTO


Nel nostro ordinamento, il dominio di fatto di un'impresa individuale o di una
società di capitali non è condizione sufficiente per esporre a responsabilità e
fallimento; né, tanto meno, determina di per sé l'acquisto della qualità di
imprenditore (si pensi all'ammissibilità delle società di capitali unipersonali).

L’IMPRESA FIANCHEGGIATRICE
La giurisprudenza ritiene che certi comportamenti del socio di comando (il
trattamento della società come cosa propria» e lI disporne a proprio piacimento,
con assoluto disprezzo delle regole societarie, attraverso una serie di
comportamenti sintomatici) possono dar vita ad un'autonoma attività di impresa:
una impresa di finanziamento e/o di gestione diversa e distinta dall'attività di
impresa della o delle società di capitali dominate.
Ne deriva che il socio che ha abusato dello schermo societario risponderà come
titolare di un'autonoma impresa commerciale individuale per le obbligazioni da lui
contratte nello svolgimento dell'attività fiancheggiatrice della società di capitali ed in
quanto tale potrà fallire sempreché si accerti l'insolvenza della sua impresa.
In base alla disciplina del mandato senza rappresentanza, il fallimento della società
di capitali potrà chiedere all'impresa fiancheggiatrice di fornirle le somme necessarie
per far fronte alle obbligazioni contratte nel suo interesse. In mancanza, potrà
provocarne il fallimento.
L’INIZIO DELL’IMPRESA
La qualità di imprenditore si acquista con l'effettivo inizio dell'esercizio dell'attività
di impresa: non è sufficiente l'intenzione di dare inizio all'attività.
Ciò vale sia per gli imprenditori persone fisiche che per le società.
Si diventa imprenditori già durante la fase preliminare di organizzazione e prima del
compimento del primo atto di gestione: anche l'attività di organizzazione di una data
impresa è attività indirizzata ad un fine produttivo.
Anche gli atti di organizzazione faranno perciò acquistare la qualità di imprenditore
quando manifestano in modo non equivoco lo stabile orientamento dell'attività
verso un determinato fine produttivo.

LA CESSAZIONE DELL’ATTIVITÀ D’IMPRESA


Ex art. 10 L. fall, «gli imprenditori individuali e collettivi possono essere dichiarati
falliti entro un anno dalla cancellazione dal registro delle imprese, se l'insolvenza si è
manifestata anteriormente alla medesima o entro Fanno successivo» (1° comma). In
caso di impresa individuale o di cancellazione d'ufficio degli imprenditori collettivi, e
pero fatta salva «la facoltà per li creditore o per il pubblico ministero di dimostrare il
momento dell'effettiva cessazione dell'attività da cui decorre il termine del primo
comma» (2' comma).
La cancellazione dal registro delle imprese è condizione necessaria affinché
l'imprenditore benefici del termine annuale per la dichiarazione di fallimento: il
debitore non può dimostrare d'aver cessato l'attività d'impresa prima della
cancellazione per anticipare il decorso di tale termine.
Tuttavia, per gli imprenditori persone fisiche e per le società cancellate d'ufficio
occorre anche l'effettiva cessazione dell'attività d'impresa, mediante la ù
disgregazione del complesso aziendale: si presume che al momento della
cancellazione l’attività d'impresa sia già terminata, ma i creditori sono ammessi a
provare il contrario per ottenere la dichiarazione di fallimento del debitore.

INCAPACITÀ E INCOPATIBILITÀ ALL’ESERCIZIO D’IMPRESA


Possono esercitare attività di impresa coloro i quali hanno la piena capacità di agire.
La legge prevede istituti specifici per l'esercizio d'impresa da parte degli incapaci.
Costituiscono incompatibilità all'esercizio di tale attività i divieti di esercizio di
impresa commerciale posti a carico di coloro che esercitano determinati uffici o
professioni.
Ad ogni modo la violazione di tali divieti non impedisce l'acquisto della qualità di
imprenditore commerciale.

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