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Consorzi, GEIE & Associazioni temporanee di impresa

Queste strutture possono essere utilizzate da imprenditori o altri soggetti.


Queste sono forme di organizzazione comune delle quali si possono dotare gli imprenditori ma che non è lo strumento
organizzativo per lo svolgimento dell’attività di impresa (che è invece quello collettivo delle società). In realtà sono
delle forme di coordinamento dell’attività degli imprenditori per determinate fasi o per determinati elementi di
comune interesse.
CONSORZI: La disciplina relativa ai consorzi la troviamo dall’articolo 2602 all’articolo 2620 ed è una disciplina che
ormai stabile rispetto alle originarie disposizioni introdotte nel codice. Tale disciplina è stata fortemente rimaneggiata
nel 1976 e da allora è rimasta sostanzialmente invariata.
Il primo articolo che troviamo è il 2602 – “Con il contratto di consorzio più imprenditori [2082,  2618] istituiscono
un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese.
Il contratto di cui al precedente comma è regolato dalle norme seguenti, salve le diverse disposizioni delle leggi speciali
[2616,  2643, n. 11].”
Il contratto di Consorzio è un accordo che ha come fondamento un rapporto contrattuale, quindi la natura
contrattuale del rapporto consortile è uno degli elementi che caratterizza il consorzio. Qual è la finalità istitutiva del
consorzio? E’ quella della realizzazione di un organizzazione comune. La quale organizzazione comune può avere
diverse organizzazione, ovvero da una parte può svolgere una funzione di coordinamento delle rispettive attività o di
alcune fasi dell’attività altrimenti il consorzio può nascere con finalità anticoncorrenziali. Pertanto, di fatto possiamo
avere due obiettivi:
1. Coordinamento – ovvero svolgere fase comune, ufficio comune per svolgere comunemente attività (ufficio
vendita, rappresentanza all’estero ecc.) che diversamente non avrei la capacità di mettere in piedi. Vi è un
interesse del legislatore ad una crescita del tessuto delle imprese.
2. Anticoncorrenziale – Ciò vuol dire che il consorzio viene utilizzato come forma comune per finalità volte alla
limitazione della concorrenza. Esempio art. 2603 prevede che “Se il consorzio ha per oggetto
il  contingentamento  della produzione o degli scambi, il contratto deve inoltre stabilire le quote dei singoli
consorziati o i criteri per la determinazione di esse.” Il contingentamento delle quote ci fa venire in mente le
intese nell’ambito della disciplina antitrust nell’ambito delle imprese. Cosa si intende per intese? Per intese si
intende l’accordo, le decisioni di associazioni o consorzi ovvero di pratica concordata volta alla limitazione
della concorrenza.
Con la riforma del 1976 il riformatore ha voluto spingere sull’utilizzo della forma consortile per il coordinamento
dell’attività. Non erano i singoli partecipanti a mettersi d’accordo ma ricevevano le direttive attraverso strumento
intermedio. Ma quindi è possibile derogare al principio della concorrenza con il consorzio? L’articolo 2596 riconosce la
possibilità della limitazione della concorrenza che è un diritto che viene riconosciuto al singolo imprenditore. Tra
questi patti rientra anche quello del consorzio fintanto che non va ad imbattersi nei limiti della disciplina
antimonopolistica.
Con la riforma del 1976 il legislatore ha voluto rendere più interessanti più appetibili i consorzi con finalità di
coordinamento. I consorzi si suddividono in due categorie a seconda che questi svolgano attività interna (a favore dei
consorziati) o attività esterna. Nel momento in cui l’elemento di coordinamento si esaurisce in attività che vengono
rivolte a favore dei consorziati parleremo di attività interna (esempio realizzazione ufficio amministrativo),
diversamente se istituisco un ufficio di rappresentanza questo si dovrà relazionare con l’esterno per cui si avrà attività
esterna.
Come è organizzato l’impianto normativo? Abbiamo un insieme di norme che disciplinano i consorzi e poi abbiamo
una serie di articoli che disciplinano i consorzi che effettuano attività esterna, proprio perché queste hanno nei
confronti dei terzi responsabilità.
L’art. 2602 il consorzio è un contratto dove più imprenditori istituiscono un’organizzazione comune.
Dal momento che aderisco al consorzio io devo conoscere il regolamento contenuto all’interno del contratto.
La domanda: il consorzio deve essere costituito necessariamente da imprenditori? In realtà la risposta è negativa
nonostante l’esordio dell’articolo 2602. Possono partecipare ai consorzi anche gli enti pubblici ovvero i consorzi di
attività di ricerca. Quando diciamo che possono partecipare imprenditore in realtà il legislatore non indica che
l’imprenditore che esso deve essere commerciale quindi qui abbiamo accezione ampia del concetto di imprenditore.
Abbiamo dei vincoli per quanto riguarda l’attività svolta dagli imprenditori? No. È evidente che quando parliamo di
consorzi costituiti con finalità anticoncorrenziali allora è presumibile immaginare che i consorziati siano imprenditori in
concorrenza tra di loro, diversamente nel momento in cui parliamo di forme di consorzi avente come forma il
coordinamento della propria attività in tal caso il patto che siano in concorrenza non sarà necessario.
Art. 2616 – consorzi obbligatori – ove lo stesso provvedimento normativo lo fa istituire e ove in questo caso vi è la
possibilità di partecipazione anche da parte degli enti pubblici.
Che forma e contenuto deve avere il contratto di consorzio? Art. 2603 – Ci dice che il contratto deve essere redatto
per iscritto per poter essere valido altrimenti interviene la nullità. Non può essere concluso il contratto di consorzio
per fatti concludenti non possiamo parlare quindi di società di fatto e non potremo parlare pertanto di consorzio di
fatto. In assenza di contratto scritto il consorzio non viene ad esistere. Vengono richiesti poi una serie di elementi
perché poi tali elementi vengono trattati dai successivi articoli e normative. Però rispetto a questi sette elementi in
comune che riguardano i consorzi in genere, al comma 2 (contingentamento) interviene l’esigenza non soltanto di
regolamentare all’interno del contratto il funzionamento del consorzio nel momento in cui ha una funzione
anticoncorrenziale con determinati obiettivi ben precisi questi devono essere delineati non possono essere rinviati ad
una decisione successiva. Per cui io aderisco se so il contenuto del contratto, diversamente non aderisco ovvero se
aderisco poi non possono mutare le condizioni. I vari articoli commentano i successivi punti. L’oggetto (altro elemento
necessario), la durata - art. 2604 validità per 10 anni qui il legislatore ha voluto dare un vincolo di durata con
un’indicazione massima lasciando libere le parti però di decidere se queste nulla affermano allora si intende stipulato
per 10 anni. Come si pone l’articolo 2604 rispetto al 2596 qualora il consorzio nasca per una finalità
anticoncorrenziale? perché in tale modo tramite l’utilizzo dello strumento consortile aggira la norma
dell’anticoncorrenza di 5 anni. In tal modo il ricorso a questo strumento sostanzialmente consente di poter disporre di
un maggior termine/durata del vincolo anticoncorrenziale.
È un contratto dove l’autonomia delle parti è estremamente ampia quindi si limita ad individuare il fatto che il
contratto deve espressamente contenere le cause di recesso, è un requisito di validità. Quindi ciò che è previsto in un
consorzio non è detto che sia previsto in un altro.
Gli elementi per i quali io posso recedere devono essere espressamente immessi nel contratto.
Art. 2609 – “la quota di partecipazione del consorziato receduto o escluso si accresce proporzionalmente a quelle degli
altri” - Recesso dal contratto – Qui si pone un problema sul quale non vi è perfetta visione da parte di tutti ciò perché
uno degli elementi costitutive è il fondo. D’altronde la struttura consortile avrà dei costi. Come si garantisce il
funzionamento della struttura consortile? In linea di principio essendo uno strumento associativo funge come le
società, li dovrò dotare dei cosiddetti mezzi iniziali ovvero il fondo consortile e dopodiché dovrò garantire con
contributi annuali quello che è il sostentamento e il mantenimento della struttura. Ciò vuol dire che ci sarà una quota
di partecipazione che andrà determinata in base del soggetto e dalla natura del consorzio. I contributi annuali non è
detto che vadano incrementati in funzione del fatturato. Nel momento in cui costituisco il fondo consortile esso
dovrebbe servire per far fronte alle spese di impianto e dovrebbe servire come eccedenza per le garanzie di
funzionamento. Se io recedo, che succede alla mia quota di fondo consortile? La previsione normativa farebbe
intendere che la quota di partecipazione del consorziato receduto o escluso “accresce proporzionalmente quella degli
altri”. Qui il dibattito è acceso se la quota di partecipazione è quella che riguarda la parte meramente operativa, altri
hanno interpretato come anche la quota del fondo consortile venga inclusa. La soluzione è nel contratto consortile il
quale oltre a prevedere quali saranno le cause di recesso ed esclusione dovrà precisare quali siano gli effetti
dell’eventuale recesso o esclusione relativamente al fondo consortile.
Il contratto può essere modificato nel tempo? Art. 2607 - La condizione che viene stabilita per legge è che la richiesta
del consenso unanime da parte di tutti i consorziati per effettuare tali modifiche oltre ad avvenire per iscritto. Possono
essere derogate? Evidentemente sulla base di previsione del contratto.
Art. 2603 - Le deliberazioni consortili: Il consorzio è amministrato con un organo assembleare che è l’organo dei
consorziati ed un organo amministrativo. Essi devono essere regolamentati da contratto. Le deliberazioni devono
essere presi con il voto favorevole della maggioranza dei consorziati. Che accade se la volontà consortile viene
deliberata in violazione del 2606 e del contratto. Esse possono essere impugnate davanti all’autorità giudiziaria in un
termine dei trenta giorni. I soci assenti e dissenzienti sono quelli che potranno procedere all’impugnazione. L’organo
amministrativo viene demandato al contratto consortile, l’unica cosa è la previsione dell’art. 2608 ovvero “La
responsabilità verso i consorziati di coloro che sono preposti al consorzio è regolata dalle norme sul mandato” fa
espresso rinvio alla disciplina del contratto di mandato. Può mutare la compagine consortile? Si, per recesso ed
esclusione ma anche a seguito di nuovi ingressi stabiliti sempre da contratto. Quando si scioglie il consorzio?
1. Per decorso del termine stabilito
2. conseguimento dell’oggetto o impossibilità di conseguirlo
3. volontà unanime dei consorziati
4. deliberazione dei consorziati prese a norma del 2606 se sussiste una giusta causa
5. altre cause previste dal contratto (similarità con le società).
Sono strumenti associativi che vengono costituiti per un prefissato obiettivo da raggiungere in un determinato arco di
tempo.

Art. 2605 – controllo dell’attività sui singoli consorziati – Vige un diritto di ispezione in capo ai singoli consorziati.
Sezione dedicata i consorzi con attività esterna – sono consorzi che si relazionano con il mondo esterno, assumono
obbligazioni con il mondo esterno e conseguentemente c’è un problema di responsabilità. Per effetto della peculiarità
che non è insita in tutte le strutture consortili, nel momento in cui l’attività viene rivolta all’esterno si pongono una
serie di problematiche. Pertanto, i temi trattati sono la pubblicità, i poteri di rappresentanza e la responsabilità verso
terzi.
Pubblicità – Iscrizione nel registro delle imprese – (art. 2612) – Qui notiamo che rispetto alle previsioni dell’art. 2603
qui è richiesta l’iscrizione nel registro delle imprese di alcuni degli elementi ma soprattutto sorgono elementi nuovi
rispetto ai consorzi con attività interna ovvero l’introduzione di amministratori con l’indicazione di quelli che sono i
rispettivi poteri. C’è l’esigenza di fare in modo che il mondo esterno deve essere messo in condizioni di sapere chi sono
i legali rappresentanti e quali sono i loro poteri. Anche le norme relative al recesso e alla gestione e costituzione del
fondo consortile sono ben specificate ciò perché la soddisfazione da parte del creditore avviene tramite il fondo
consortile. Se l’obbligo di iscrizione di pubblicità vale per il contratto di consorzio allo stesso modo sono soggette
all’onere di pubblicità anche tutte le ulteriori modifiche che dovessero intercorrere successivamente.
Art. 2613 - E’ evidente che il consorzio riguarda in questo caso la rappresentanza in giudizio riguarda l’atto che viene
proposto dai terzi, conseguentemente nel momento in cui viene avviato un giudizio, viene notificato l’atto dalla
controparte chi converrà in giudizio? Il consorzio in persona nella figura del legale rappresentante cioè nel presidente
o nel direttore. Anche il consorzio avrà una legittimazione in giudizio ma questo dovrà essere definito nell’ambito del
contratto di consorzio ed è uno degli elementi che deve essere portato a conoscenza dei terzi.
Art. 2614 – Fondo consortile – Questa norma mi serve come garanzia della capacità di responsabilità del consorzio in
corso di vita. Una volta costituito tale fondo non può essere diviso tra i consorziati perché questo serve per le
obbligazioni del consorzio stesso e questa indisponibilità di distribuzione è rafforzata dal fatto che anche i creditori
particolari dei singoli consorziati, non potranno rivalersi sul fondo consortile per soddisfare il proprio credito. Questa
norma serve a rinforzare l’”autonomia patrimoniale” del consorzio.
Art. 2615 – Tre concetti importanti. 1) Chi ha la rappresentanza del consorzio nel momento in cui contrae obbligazioni
per il consorzio i terzi avranno come elemento di garanzia solo ed esclusivamente il fondo consortile. Ecco perché le
norme che ne regolamento la gestione e la costituzione e del perché non può essere aggredito dai creditori personali.
Il consorzio può anche operare nell’interesse dei singoli consorziati in tal caso però oltre alla responsabilità di far
fronte all’obbligazione con il fondo il terzo creditore potrà rivalersi del singolo consorziato. Scatta questo meccanismo
perché qui si va oltre l’interesse consortile e potrà aggredire oltre al fondo anche il patrimonio del singolo consorziato.
Se l’obbligazione è assunta nei confronti del singolo consorziato e il fondo è sufficiente a provvedere all’obbligazione
del creditore, ma il consorzio si potrà rivalere nei confronti del consorziato con la riserva che se quest’ultimo non
potrà adempiere l’effetto economico verrà ripartito tra tutti i consorziati in quanto ha colpito il fondo consortile.
Art. 2615 BIS – Per ciò che concerne la situazione patrimoniale, il consorzio deve redigere il bilancio così come quello
delle società con l’unica peculiarità che per quanto riguarda le società il termine dell’approvazione del bilancio è nei
120 giorni della chiusura dell’esercizio commerciali e l’organo amministrativo entro 90 giorni, per i consorzi è previsto
un termine più breve di 90 giorni.
Sostanzialmente quindi i consorzi:
Forma contrattuale, di coordinamento di soggetti imprenditori che non sono commerciali, tale coordinamento è per
funzioni operative o anticoncorrenziale ovvero lo possiamo dividere per attività che si esaurisce all’interno ovvero che
viene svolta all’interno, la normativa si suddivide nella regolazione di questi due aspetti (interna/Esterna).

Società consortili – introdotte nel 1976 – Art. 2615 ter – Viene ipotizzata che la struttura contrattuale dell’art. 2602
possa assumere la veste della società, a questo punto il contratto diviene un contratto di società e l’oggetto è di tipo
consortile. Allorché si chiamano società consortili non hanno però nulla a che vedere con le società commerciali.
L’attività del consorzio non è quello della produzione di beni o servizi (attività economica per la quale mi aspetto un
ritorno economico), ma è sempre quella del coordinamento dell’attività in comune. Il richiamo alla struttura societaria
ma con finalità consortili che vanno a costituire l’oggetto sociale restano quindi con finalità totalmente diverse.

GEIE – Gruppo europeo di interesse economico – Già la definizione ci fa intendere la finalità di questo istituto di
coordinamento. Esso nasce da una disposizione comunitaria ciò perché si è voluto creare un istituto per soggetti
appartenenti allo stesso stato comunitario per abbattere i limiti geografici. Dal 1985 è stato emanato il regolamento il
2387 del 25 luglio del 1985 per l’istituzione di tale istituto. Esso non trova disciplina solamente all’interno del
regolamento comunitario ma anche attraverso il decreto legislativo 23 luglio 1991 nr. 1940
sono state emanate le norme per l’applicazione di tale regolamento. Con questo abbiamo la disciplina organica del
GEIE.
Elementi caratterizzanti: Strutture assimilabili a consorzio con attività esterna con l’unica differenza che i partecipanti
al geie devono appartenere a due paesi UE, per partecipare (mentre per i consorzi il principio generale è quello
dell’imprenditore fatta salva le amministrazioni pubbliche) al GEIE possono partecipare anche i liberi professionisti. Ciò
non vuol dire che il GEIE possa svolgere l’attività di libera professione, perché l’attività svolta dal GEIE resta sempre
quella di coordinamento e non quella dell’esercizio diretto dell’attività. Il GEIE contrariamente al consorzio, non ha una
finalità interna ma ha finalità esterne. Quindi, rispetto al consorzio la differenza è rappresentata dal fatto che c’è
un’impossibilità di svolgimento di attività interna o per lo meno formalmente dovrebbe svolgere attività esterna ove
l’attività è comunque un’attività ausiliaria a quella dei partecipanti ed essendo un’attività ausiliaria non ha cosi come il
consorzio quella della finalità di conseguire un utile. Rimane l’elemento del coordinamento,
Anche per il GEIE è richiesta la forma scritta del contratto (art. 2 del dgls) a pena di nullità. L’art. 3 del dlgs prevede
degli obblighi di pubblicità, l’atto istitutivo del GEIE deve essere iscritto nel registro delle imprese, nonché deve essere
pubblicato nella GU qualora istituito in Italia ed una volta intervenuta la pubblicazione nella GU deve esserne inoltre
data notizia nella GU Europea. Quindi sono tre adempimenti pubblicitari. Come si sovrappongono? Mentre la
pubblicazione nelle gazzette ha una finalità meramente dichiarativa, l’iscrizione al registro delle imprese ha efficacia
COSTITUTIVA, il che vuol dire che la mancata iscrizione comporta l’inesistenza del GEIE. Solo che l’iscrizione al registro
dell’imprese il GEIE viene ad esistenza. Il termine è di 30 giorni per la pubblicazione. Stessa disciplina di pubblicità
subiranno le eventuali modifiche del contratto.
La mancata iscrizione comporta la liquidità e le eventuali obbligazioni assunte rende responsabili solidalmente ed
illimitatamente responsabili i consorziati.
Come è organizzato il GEIE? Il GEIE ha sia un organo collegiale a cui partecipano tutti i membri e sia un organo
amministrativo. L’organo collegiale è composto da tutti i membri e le decisioni devono essere prese a maggioranza dei
voti (Art. 17 del regolamento stabilisce che le decisioni devono essere prese a maggioranza, unanimità per le
modificazioni dell’oggetto). Quanti voti spettano a ciascun partecipante? Art. 17 ciascun membro spetta un solo voto e
non vi è possibilità di deroga. Mentre sia il principio di maggioranza o che quello di unanimità possono essere derogati
nel contratto (prevedendoli sin dall’inizio), per quanto riguarda il voto no.
L’organo amministrativo chi può essere nominato amministratore? In tal caso non ci sono limitazioni di sorta. Possono
essere nominati amministratori anche persone giuridiche la quale opererà a sua volta tramite persona fisica. I poteri
degli amm.ri sono previsti sia dal regolamento sia disciplinati dall’atto istitutivo. Gli amministratori si portano dietro la
responsabilità. Come amm.re è l’art. 5 che mi dice che può essere nominato amm.re anche una persona giuridica. Le
indicazioni dell’amm.re devono essere riportate nell’ufficio del registro delle imprese. Il GEIE dovrà avere anch’esso un
fondo patrimoniale e quindi il fondo patrimoniale è un fondo che viene utilizzato per far fronte alle obbligazioni del
GEIE però diversamente dal principio consortile l’art. 24 del regolamento prevede che i membri rispondono
solidalmente ed illimitatamente alle obbligazioni del gruppo con il proprio patrimonio. Non vi è più quindi la
distinzione assunta nel consorzio o del singolo consorziato, qui non c’è tale distinzione ma responsabilità di gruppo. La
responsabilità diretta ma sussidiaria. La responsabilità sussidiaria non prevede un preventivo beneficio di escussione
ma è necessario richiedere direttamente al GEIE e che questo non abbia evaso la richiesta, per agire in giudizio.
Cause di recesso ed esclusione devono essere fissate nel contratto così come le cause di scioglimento (scadenza del
termine, conseguimento oggetto ed impossibilità di proseguirlo). Il GEIE si scioglie nel momento in cui viene meno la
pluralità di soggetti appartenente ad altre nazionalità (es. soggetti solo di un'unica nazione) e che quindi fanno venir
meno la natura stessa del GEIE. C’è da dire che il GEIE qualora svolga attività commerciale è soggetto alla procedura di
fallimento con l’unico fatto che in questo caso il fallimento non si estende ai partecipanti essendo questi ultimi
residenti in paesi diversi e pertanto è appunto impossibile.
Il GEIE altra struttura di coordinamento fra imprenditori anche liberi professionisti per lo svolgimento della propria
attività.

Altra forma di coordinamento è rappresentata dalle associazioni temporanee di imprese – Si parla di forma di
cooperazione assolutamente più eterea rispetto alle precedenti. Consorzi e GEIE sono destinate a vivere nel tempo,
mentre per le associazioni temporanee di imprese sono limitate nel tempo ovvero limitate ad una determinata
attività. Esse vengono istituite nel momento in cui vi è l’interesse di una pluralità di soggetti imprenditori a portare
avanti un’attività in forma congiunta. Ciò perché viene utilizzata per partecipare alle gare di appalto pubblico.
L’obbiettivo è che imprese che non sono in grado di svolgere una determinata attività che è l’oggetto dell’appalto, si
uniscono tra di loro per lo svolgimento di quell’attività dell’appalto. Al di fuori dell’appalto ciascuna attività è in
concorrenza anche se in generale queste imprese svolgono attività differenti nello stesso settore. Ci può essere anche
esigenza di unirsi perché magari nell’attività del bando non riesco ad arrivare a svolgere un attività di dimensioni
enormi..
In questo caso però non vi è la costituzione di un soggetto giuridico unico, qui ogni soggetto mantiene la propria
personalità giuridica viene solamente dato un mandato con il quale la capogruppo si interfaccerà con la PA.

Il vincolo di questo raggruppamento temporaneo è quello che la responsabilità nei confronti della stazione appaltante
ce l’ha la capogruppo anche qualora l’attività venisse meno. La rappresentanza spetterà alla capogruppo che è l’unica
ad interfacciarsi con la stazione appaltante. Tale raggruppamento quindi riguarda solo ed esclusivamente un’attività
per il resto ogni impresa è libera di fare altre attività esternamente a quella dell’appalto.

Specificazione:

Il tema dello scioglimento del rapporto del GEIE è delicato perché va a minare uno dei pilastri che servono a
supportare la struttura. Le cause di recesso ed esclusione devono essere definite nel contratto ma non mi dice QUALI
possono essere le cause perché è rimesso alla volontà dei singoli. Art. 2609 qui vi è il tema che taluno ha posto in
discussione se la quota a cui far riferimento l’articolo, sia quella del fondo consortile o quella dell’eventuale del
contingentamento del livello di produzione del consorziato in fase del contratto del consorzio. In fase di
contingentamento se noi avevamo previsto di produrre una determinata quantità di prodotti nel mercato es. eravamo
in 4 con quote paritetiche, qualora si verificasse il recesso di uno dei consorziati, farà si che ciascuno di coloro che
sono rimasti dovrà produrre il 25% in più per ottenere i 10 mila che erano previsti da contratto. L’altra lettura è quella
che il socio che viene escluso o recede, quest’ultimo perde il fondo consortile che sembra però essere del tutto
contrario alla legislazione mentre per quanto riguarda la società al momento del recesso o dell’esclusione è sempre
previsto la liquidazione della quota.
Quindi è necessario specificare attentamente le cause di recesso o esclusione all’interno del contratto.

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