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CAPITOLO IX

LE PERSONE GIURIDICHE

1. LA NOZIONE.
- Per molteplici esigenze, si riconosce che gli effetti giuridici patrimoniali si
producano in capo ad entità che esistono solamente nel sistema giuridico, e
vengono convenzionalmente denominate «persone giuridiche».

- Il fenomeno delle persone giuridiche percorre trasversalmente differenti settori del


diritto: anzitutto il costituzionale e l'amministrativo (lo stesso art. 11 rammenta
l'esistenza delle «persone giuridiche pubbliche» di cui quelle discipline si occupano) e
l'ecclesiastico (ove si tratta degli enti religiosi) e infine il commerciale, ove si
approfondisce lo studio della società.

2. LA STRUTTURA, LO SCOPO E LA RAPPRESENTANZA ORGANICA.


- Sul piano «strutturale» le persone giuridiche si distinguono tradizionalmente a
seconda che il loro substrato consista in una collettività di persone (e si parla allora di
«enti a struttura corporativa») o piuttosto in un patrimonio destinato a uno scopo (e
si parla allora di «enti a struttura istituzionale»).

- Sebbene tale carattere non si rilevi decisivo, alcuni riconoscono alle persone
giuridiche anche il carattere della «perpetuità», nel senso cioè che la persona
giuridica, per essere considerata tale, dovrebbe essere destinata a perdurare nel tempo
almeno sino a sopravvivere a coloro che la originarono.

- Ciò che invece non può mancare alla persona giuridica è uno scopo determinato. Lo
scopo della persona giuridica coincide con la causa dell’atto che le origina.

- La persona giuridica opera nel traffico giuridico attraverso i propri organi, cioè
tramite le persone fisiche che la rappresentano: si parla di rappresentanza «organica»
in luogo di «rappresentanza legale» (come quella del tutore o dei genitori del
minorenne) poiché non fa difetto qui la capacità d'agire ma semplicemente manca alla
persona giuridica qualsiasi intelletto e quindi qualsiasi volontà. La volontà viene invece
manifestata dai suoi organi che le si sostituiscono e si immedesimano.

SEZIONE I
L'ASSOCIAZIONE E IL COMITATO

3. LA LIBERTÀ CONTRATTUALE DI ASSOCIARSI.

L'art. 18 cost. espressamente vieta — con norma imperativa — i contratti associativi


che mirano a realizzare « fini vietati ai singoli dalla legge penale » (le associazioni per
delinquere), quelle « segrete » e quelle che « perseguono, anche indirettamente, scopi
politici mediante organizzazioni di carattere militare ».
1
→ Pertanto fuori da queste indicazioni espresse, deve quindi ritenersi sempre
consentita la libertà di concludere contratti associativi.

- Speciali indicazioni, aventi finalità di ulteriore promozione del fenomeno associativo,


riguardano la organizzazioni sindacali (art. 39, 1° comma, cost.), le cooperative a
carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata (art. 45) e i partiti politici (art.
49).

- Dal canto suo, l'art. 12 Carta dir. Ue riconosce genericamente la libertà di associarsi
« a tutti i livelli, segnatamente in campo politico, sindacale e civico ».

- Pericolosamente indefinita ed ampia è invece la formula contenuta all'art. 11 Cedu


che limita l'esercizio della libertà associativa ai casi stabiliti dalla legge che
«costituiscono misura necessaria, in una società democratica, per la sicurezza
nazionale, l'ordine pubblico, la difesa dell'ordine e la prevenzione dei disordini e dei
reati, per la protezione della salute e della morale o per la protezione dei diritti e delle
libertà altrui ».

4. IL CONTRATTO COSTITUTIVO.
- Le associazioni si costituiscono mediante un contratto plurilaterale con comunione
di scopo.

a. Si tratta di un contratto con effetti continuati nel tempo, «aperto» poiché


il numero degli associati è destinato a mutare durante il periodo di
efficacia; e di «organizzazione», nel senso che si dà origine alla persona
giuridica disciplinandone la futura attività sia per ciò che concerne i
rapporti interni sia per quanto riguarda le relazioni con i terzi.

b. Il contratto non è sottoposto a vincoli di forma e può quindi


perfezionarsi anche per fatti concludenti.

- Lo scopo dell'associazione va ricavato a contrario dall'art. 2247, che impone di


applicare le regole dettate per la società quando due o più persone conferiscano beni e
servizi per « l'esercizio in comune di un'attività economica allo scopo di dividerne gli
utili ». Ove invece i singoli contraenti non intendano esercitare, per il tramite della
persona giuridica, un'attività economica, oppure non intendano esercitarla in
prevalenza, ci si trova al di fuori della nozione descritta al cit. art. 2247 e l'interprete
deve perciò applicare le norme dettate dal primo libro del codice civile (che hanno
quindi portata residuale).

Tuttavia l'associazione non persegue necessariamente finalità ideali o altruistiche,


essa può:

1. realizzare utilità dirette per i propri associati anche valutabili


2
matrimonialmente;

2. può esercitare un'attività economica purché essa non abbia carattere


esclusivo o prevalente ma serva piuttosto come strumento per realizzare uno
scopo non patrimoniale;

3. può addirittura esercitare in via esclusiva un'attività che appare formalmente


d'impresa purché tale impresa non sia diretta ad avere uno scopo lucrativo
per i soci ma realizzi finalità di carattere ideale (argom. a contrario ex art.
2740)1.

5. L'ORGANIZZAZIONE INTERNA, L'AMMISSIONE, IL RECESSO E L'ESCLUSIONE DEGLI


ASSOCIATI.

- L'ordinamento interno dell'ente è lasciato alla libera determinazione dei contraenti


(art. 36).

- Se non sia stabilito diversamente dal contratto, l'ente stesso sta in giudizio
attraverso la persona alla quale risulta conferita la presidenza o la direzione (art.
36, 2° comma).

- Il contratto associativo è un contratto aperto, nel senso che le parti di esso possono
accrescere, attraverso l'adesione di nuovi associati, oppure ridursi tramite il loro recesso
o la loro esclusione.

 Adesione di altre parti al contratto avviene secondo l'art. 1332.

 Il recesso è viceversa regolato dall'art. 1373, 2° comma, oltre che dalle eventuali
previsioni stabilite dal contratto associativo.

- L'esclusione è invece l'atto, assimilabile al recesso, col quale è la persona giuridica a


sciogliere unilateralmente il vincolo rispetto a un singolo associato (si ripete: persona
fisica o persona giuridica).

6. L'ESTINZIONE DELL'ENTE, IL FONDO COMUNE E LA RESPONSABILITÀ


PATRIMONIALE.

- L'estinzione dell'ente occorrerà quando


1. lo scopo sia stato perseguito o sia impossibile perseguirlo,
2. quando venga meno la pluralità degli associati o questi unanimemente
deliberino lo scioglimento dell'ente
3. o ancora quando lo preveda il contratto sociale.

1
Per alcuni esempi pratici si rimanda al manuale di riferimento.
3
La cessazione degli effetti del contratto associativo dovrà essere preceduta da una fase
di liquidazione del patrimonio destinata a definire tutti i rapporti attivi e passivi che
l'ente intrattenga con terzi.
Il patrimonio comune viene devoluto nei modi stabiliti nell'atto costitutivo o nella
delibera di scioglimento.

- A differenza delle società, l'associazione non necessariamente fruisce di una


«dotazione patrimoniale» (c.d. fondo comune).

Quando vi sia un fondo comune, con previsione inderogabile, non può essere diviso né
assegnato in tutto o in parte agli associati receduti (art. 37): una contraria previsione
statutaria o deliberazione assembleare deve quindi ritenersi nulla per violazione di
norma imperativa.

- Delle obbligazioni sociali assunte rispondono solidalmente e personalmente oltre


appunto alla persona giuridica anche le persone che abbiano agito in nome e per
conto dell'associazione, cioè i suoi organi2.

7. IL COMITATO.
-Si tratta di persone giuridiche della quali singoli o altre persone giuridiche si
avvalgono per raccogliere fondi da destinare a scopi determinati. In proposito l’art.
39 ne indica alcuni.
- Per quanto concerne la responsabilità per i debiti dell'ente: tutti i suoi componenti
del comitato rispondono infatti in solido con l'ente per le obbligazioni assunte (art.
41).

- Ogni deliberazione dei componenti, diretta a modificare la finalità stabilita nel


programma, è inefficace. Pertanto l’eventuale trasformazione o incorporazione
dell'ente sarà consentita soltanto se lo scopo originario sia mantenuto.

- I terzi beneficiari dell'attività del comitato non possono pretendere direttamente


alcunché da questo o da coloro che lo compongono, a meno che non siano
espressamente indicati nell'atto costitutivo e sia esclusa qualsiasi discrezionalità degli
organizzatori nel designarli.

- Il comitato si estingue, oltre che nelle ipotesi viste per le associazioni, anche quando
i fondi siano insufficienti a raggiungere lo scopo prefissato.
In tale caso, come quando lo scopo sia stata raggiunto e residuino fondi inutilizzati, la
devoluzione di questi è stabilita dall'autorità governativa, se non sia stato previsto
diversamente nel contratto costitutivo (art. 42).
2
Da notare è che gli associati non rispondono mai dei debiti dell'associazione se non assumano
la qualità di organi di questa (si tratta di una differenza fondamentale rispetto alle società di
persone).

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8. L'ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE PERSONE GIURIDICHE (RICONOSCIMENTO).
Gli organi di un'associazione o un comitato possono chiederne il «riconoscimento»,
cioè l'iscrizione nel registro delle persone giuridiche (una forma di pubblicità
costitutiva), facendone richiesta alla prefettura (oppure alle regioni e province
autonome ai sensi dell'art. 7 del d.p.r. 10 febbraio 2000, n. 361, Regolamento recante
norme per la semplificazione dei procedimenti di riconoscimento di persone giuridiche
privato e di approvazione delle modifiche dell'atto costitutivo e dello statuto) nella cui
provincia si trova la sede dell'ente.
- La domanda di iscrizione deve essere accompagnata dalla presentazione a
quell’organo di una copia autentica dell’atto costitutivo e dello statuto (art. 1, d.p.r. n.
361 del 2000) che devono rivestire la forma dell’atto pubblico a pena di rigetto della
domanda (art. 14).

- L'iscrizione nel registro dipende da una valutazione discrezionale dell'autorità


amministrativa competente, la quale non si limiterà a considerare la validità del
contratto sociale (la legge parla di « possibilità e liceità » dello scopo sociale) ma dovrà
considerare l'adeguatezza del patrimonio necessario per realizzare lo scopo dell'ente.

Solamente su quel patrimonio potranno infatti far valere le loro pretese espropriative i
creditori della persona giuridica, una volta ch'essa abbia ottenuto l'iscrizione nel
registro.

SEZIONE II
LA FONDAZIONE

9. LA NOZIONE.
- E’ una persona giuridica a struttura istituzionale.
- Può essere costituita:
1. mediante un atto unilaterale tra vivi, in forma di atto pubblico, da uno o più
persone fisiche o giuridiche (regolato quindi ai sensi dell'art. 1324)
2. o attraverso un testamento (art. 14, 2° comma) («negozio di fondazione»).

In genere si tende a tenere distinto l’atto di fondazione dall’atto di dotazione:


a) l’atto di fondazione mira alla costituzione e all’organizzazione dell’ente.
b) l’atto di dotazione assolve la funzione di apprestare i mezzi necessari per
consentire all’ente medesimo di esistere e di operare.

- Se non si tratta di testamento, il negozio di fondazione può essere revocato sino a


quando:
1. non sia intervenuto il riconoscimento;
2. o sino a quando il fondatore non abbia fatto iniziare l'attività dell'opera da lui

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disposta, così tacitamente manifestando di voler rinunziare al proprio potere di
revoca (art. 15).

- La fondazione si origina solamente quando abbia conseguito l'iscrizione nel registro


delle persone giuridiche su domanda del fondatore o anche d'ufficio, se essa sia stata
eretta attraverso il testamento, in caso di ingiustificata inerzia del soggetto al quale
spettava la presentazione della domanda (art. 1, 7° comma, d.p.r. n. 361 del 2000).

Anche in questo caso l'autorità delibera l'iscrizione quando riscontri:
 la validità dell'atto
 e la congruità del patrimonio di cui l'ente è dotato rispetto allo scopo che esso
intende perseguire.
I creditori della fondazione possono esercitare le azioni esecutive solamente sul
patrimonio di questa.

- L'organizzazione interna dell'ente è liberamente determinata dal fondatore (o dai


fondatori) che stabilisce chi ne abbia l'amministrazione (un organo monocratico o un
consiglio), la rappresentanza e come gli organi debbano essere designati.

- Rilevanti sono i controlli riconosciuti all'autorità governativa (la prefettura, le


regioni e le province autonome competenti) per assicurare la realizzazione dello scopo
impresso dal fondatore al patrimonio (v. artt. 25-26).

- La fondazione non deve infine essere confusa né col fondo patrimoniale né con il
vincolo che l'art. 2645 ter consente di imprimere su beni immobili o mobili iscritti in
pubblici registri.

In entrambi i casi infatti i patrimoni non costituiscono altrettanti soggetti nuovi
dell'ordinamento e a loro non possono quindi imputarsi le situazioni soggettive che li
riguardino.

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