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LEZ. 7.

I BENI.
Art. 810 cc. – apre il libro “Delle proprietà” – “Sono beni le cose che possono formare oggetto di
diritti”, cioè quelle cose suscettibili di appropriazione e di utilizzo e che, perciò, posso avere un
valore.
Art. 814 cc. – “ Si considerano beni mobili le energie naturali che hanno valore economico.”

BENI MATERIALI -> Le “cose” che possono essere oggetto di diritti reali, suscettibili di valutazione
economica, caratterizzate per la loro corporeità o per lo meno per la loro idoneità ad essere
percepite con i sensi o con strumenti materiali.
BENI IMMATERIALI -> Tali vengono considerati gli stessi diritti quando possono essere oggetto di
negoziazione. (strumenti finanziari, i dati personali e il loro trattamento, il contenuto delle banche
dati, le opere dell’ingegno..) Beni immateriali sono considerati anche la ditta, l’insegna, il marchio,
le invenzioni e gli altri possibili oggetti di “proprietà industriale”.
x.es.
Art. 2575 cc. – Le opere dell’ingegno sono oggetto del diritto d’autore.
Art. 2584 cc. – All’inventore la legge riserva un particolare diritto di disposizione e di sfruttamento
denominato “brevetto”.

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BENI IMMOBILI -> Il suolo e tutto ciò che naturalmente o artificialmente è incorporato al suolo
stesso. La circolazione dei beni immobili è tracciata e pubblicizzata dalla trascrizione (nei registri
risulta il nominativo del titolare di diritti su beni immobili).
BENI MOBILI -> Tutti gli altri beni, la cui pubblicità è data dal possesso. Tra questi anche i beni
mobili REGISTRATI, la cui circolazione è registrata nei rispettivi registri (auto nel registro
automobilistico etc.).
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BENI DIVISIBILI -> Suscettibili di essere ridotti in parti omogenee senza che se ne alteri la
destinazione economica (x.es. un edificio a più piani)
BENI INDIVISIBILI -> Non rispondono a tale caratteristica. (x.es. un animale vivo)
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BENI PUBBLICI -> Appartenenti allo Stato e ad altri enti pubblici.
Art.822 c1.cc. sono tassativamente elencati quei beni di demanio pubblico che non possono
appartenere a privati (x.es. un fiume), tali beni sono inalienabili, imprigionabili, non ipotecabili e
non usucapibili.
Al demanio pubblico accidentale invece appartengono quei beni destinati ad uso pubblico ma che
potrebbero formare anche oggetto di appartenenza a privati, se leggi speciali ne consentano la
concessione. (x.es. strade).
Art. 826cc. – I beni pubblici patrimoniali sono quelli che appartengono allo Stato e ad altri enti
pubblici territoriali, e possono essere indispobili – a meno che non lo dica la legge – o disponibili –
possono essere alienati dai privati.
O BENI PRIVATI.

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BENI PRESENTI -> Già esistenti in natura, solo questi possono formare oggetto di proprietà o diritti
reali.
BENI FUTURI -> Non ancora presenti in natura, possono formar solo oggetto di rapporti
obbligatori.
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FRUTTI NATURALI -> prodotti direttamente da altro bene, vi concorra o meno l’opera dell’uomo,
devono essere periodici e non incidere né sulla sostanza né sulla destinazione economica della
cosa madre.
FRUTTI CIVILI -> si ritraggono dalla cosa come corrispettivo godimento che altrui ne abbia, e
devono essere periodici, giorno per giorno in ragione della durata del diritto.
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UNIVERSALITA’ PATRIMONIALI -> Art. 816 cc. – Pluralità di cose mobili che appartengono alla
stessa persona e hanno una medesima e unitaria destinazione. (x.es. la biblioteca e i suoi libri)
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DIRITTI REALI.
I diritti reali sono caratterizzati da:
 IMMEDIATEZZA -> possibilità, per il titolare, di esercitare direttamente il potere sulla cosa,
senza necessita della cooperazione di terzi;
 ASSOLUTEZZA -> dovere di tutti i consociati di astenersi dall’interferire nel rapporto fra il
titolare del diritto reale ed il bene che ne è oggetto, e dalla possibilità di agire contro
chiunque contesti o pregiudichi il suo diritto ;
 INERENZA -> opponibilità del diritto a chiunque possieda o vanti diritti sulla cosa (il
proprietario può agire nei confronti di chiunque possieda il bene per ottenere la
restituzione).
Nessuna di queste tre caratteristiche caratterizza sempre e solo i diritti reali.
Si ritiene che i diritti reali costituiscano un numero chiuso e che siano connotati dal carattere della
tipicità -> impedire ai privati di moltiplicare limiti e vincoli destinati a comprimere i poteri del
proprietario col rischio di rendere inefficiente la gestione del bene, e tutelare i terzi che, volendo
acquistare i diritti sulla cosa, devono essere posti in grado di conoscere con esattezza i vincoli che
gravano su di essa.
Nell’ambito dei diritti reali si è soliti distinguere tra la proprietà e i diritti reali che gravano su beni
di proprietà altrui e che sono destinati a coesistere con il diritto del proprietario.
I secondi si dividono a loro volta in diritti reali di godimento (superficie, enfiteusi, usufrutto, uso,
abitazione, servitù) e diritti reali di garanzia (pegno e ipoteca).

LA PROPRIETA’.
Art. 42 2c. Cost. – “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i
modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla
accessibile a tutti.”
Art. 832 cc. secondo il quale al proprietario spetta il “diritto di godere e di disporre delle cose in
modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento
giuridico.”.
Potere pieno -> il proprietario ha diritto di fare della cosa tutto ciò che vuole, persino distruggerla.
Potere esclusivo -> il proprietario ha il diritto di vietare ogni ingerenza di terzi con totale arbitrio e
discrezionalità.

Solo la legge quindi può porre limiti alla proprietà privata alla quale è riconosciuta dignità pari a
quella pubblica. La proprietà può essere anche sottratta al titolare, ma solo in virtù di un
procedimento espropriativo che evidenzi le finalità pubbliche, a fronte di un pagamento di un
indennizzo che ristori in qualche modo il proprietario della perdita patita. (Art. 43 Cost.)

La proprietà attribuisce al titolare:


 Il potere di godimento, ovvero utilizzare materialmente la cosa, direttamente o
indirettamente, in maniera varia;
 Il potere di disposizione, ovvero la facoltà di esercitare sulla cosa attività giuridiche (posso
venderlo, affittarlo etc.)

La proprietà è:
 Imprescrittibile, perciò la proprietà non si può perdere per “non uso”.
 perpetua, nel senso che non vi è apposto un termine finale di durata;
 elastica, ovvero i poteri che normalmente competono al proprietario possono essere
compressi in virtù della coesistenza sul bene di altri diritti reali (usufrutto, servitù etc.).

La disciplina della proprietà si è progressivamente arricchita di tutta una serie di previsioni


sovrannazionali, i quali valorizzano il diritto di proprietà in un ottica liberale:
 art.1 del primo protocollo CEDU- “ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei
suoi beni”;
 art. 17 Carta dei diritti fondam. dell’UE – “ogni individuo ha il diritto di godere della
proprietà dei beni che ha acquistato legalmente, di usarli, di disporne e di lasciarli in
eredità.

Il diritto di proprietà viene limitato con richiamo all’art. 833 cc. – “Atti d'emulazione: il
proprietario non può fare atti i quali non abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare
molestia ad altri.

Estensione in linea verticale -> Art.840 c.2.cc. “il proprietario del suolo non può opporsi ad attività
di terzi che si svolgano a tale profondità nel sottosuolo o a tale altezza nello spazio sovrastante,
che egli non abbia interesse ad escludere.”
Estensione in senso orizzontale -> Ciascuna proprietà fondiaria si estende nell’ambito dei propri
confini. Il proprietario ha la facoltà di cintare in qualsiasi momento il proprio fondo (Art.841cc.), e
di impedirne l’accesso a chiunque (salvo eccezioni).

Di regola, il proprietario non può opporsi ad attività lecite che si svolgano sul fondo del vicino. E’
frequente che queste importino alla produzione di “immissioni immateriali” (fiumi, calore,
esalazioni, rumori etc.) nelle proprietà circostanti. (quellematerialivietate) Bisogna distinguere:
 se le immissioni rimangono al di sotto della soglia di normale tollerabilità, chi le subisce
dovrà sopportarle.
 se le immissioni superano la soglia di normale tollerabilità, ma sono giustificate da esigenze
della produzione, chi le subisce non ha il diritto di farle cessare ma può ottenere un
“indennizzo” in denaro per il pregiudizio eventualmente sofferto.
 se le immissioni superano la soglia di normale tollerabilità, senza essere giustificate, chi le
subisce ha il diritto di farle cessare pro-futuro e eventualmente di un risarcimento del
danno sofferto.
La soglia di normale tollerabilità va valutata caso per caso, dal punto di vista del fondo che la
subisce, tenendo conto della “condizione dei luoghi”.

Il diritto di proprietà ha delle funzioni sociali, un istituto disciplinato da un DPR (decreto del Pres.
Repubb.) il n. 327 del 2001 che regola l’espropriazione per pubblica attività. La visione è quella
dell’art. 42 c.3.cc. secondo il quale la proprietà può essere, nei casi previsti dalla legge,
espropriata per motivi di interesse generale.
Per espropriazione si intende
 il trasferimento della titolarità del bene (ESPROPRIAZIONE TRASLATIVA, che prevede un
INDENNIZZO);
 ma anche l’imposizione di limiti al godimento del bene (ESPROPRIAZIONE LARVATA (o
vincolo sostanzialmente espropriativo), il proprietario rimane però lo stesso.).

Per quanto riguarda l’Indennizzo si è disposto che:


 per le aree non edificabili, è pari al valore agricolo del terreno;
 per le aree edificabili, è pari all’importo diviso per 2 e ridotto del 40% della somma
risultante dalla somma del valore di mercato e del reddito domenicale netto
moltiplicato per 10;
 per le costruzioni legittimate edificate, è pari al valore di mercato;
 in caso di vincolo sostanzialmente espropriativo, è pari all’entità del danno
prodotto;
 al fine di incentivare la cessione volontaria, la legge prevede che il corrispettivo
della cessione sia maggiore rispetto all’indennizo.

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