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Il possesso

Il possesso è il potere sulla cosa che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio


della proprietà o di altro diritto reale (art.1141 c.c.)

Sino ad ora abbiamo sempre parlato di diritti, e abbiamo visto che essere titolare di un diritto
significa, sostanzialmente, poter compiere certe attività; se sono proprietario di un fondo, ho il
potere di entrarvi, porre delle recinzioni, coltivarlo etc. e tutto questo indicherà che io sono il
proprietario del fondo, o il titolare di un altro diritto reale;
si supporrà che a questa situazione di fatto corrisponda anche una situazione di diritto; ma quello
che appare potrebbe anche non corrispondere alla realtà giuridica di quel fondo; potrebbe essere,
infatti, che nel fondo vi entro senza esserne il proprietario, mentre il proprietario semplicemente se
ne disinteressa.

Stando così le cose, qualsiasi altra persona potrebbe entrare nel fondo e cacciar via chi lì si trova,
asserendo di essere lui il proprietario, e questa situazione potrebbe ripetersi ogni qual volta si dubiti
che alla situazione di fatto corrisponda una situazione di diritto.

È facile immaginare cosa accadrebbe se fosse consentita questa attività; il pericolo di conflitti tra i
cittadini aumenterebbe in misura rilevante, e a poco servirebbe ricorrere ai tribunali, perché
l'accertamento di un diritto reale richiede tempo e fatica (pensiamo alla famosa "probatio diabolica"
per il diritto di proprietà).

Stando così le cose, come fare per evitare che si creino conflitti continui tra i cittadini? Come
fare a evitare che i titolari di diritti si vedano nei fatti spogliati delle loro posizioni giuridiche a
causa della lunghezza e difficoltà del loro riconoscimento innanzi ai tribunali?

La risposta a queste domande si è trovata riconoscendo valore giuridico a quella situazione di fatto
che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale, in
una parola, tutelando e attribuendo valore giuridico al possesso.

Tutelare e attribuire valore giuridico a quella situazione di fatto detta possesso, che cosa
significa?

Significa che il possessore può tutelare dinanzi ad un tribunale questa sua situazione di fatto
indipendentemente dalla dimostrazione della titolarità del diritto, ed ecco che a lui sono riconosciuti
specifici mezzi processuali, azioni dette "azioni possessorie".

Significa che dal solo possesso scaturiscono conseguenze giuridiche che possono portare anche
all'acquisto del diritto, come accade nella usucapione.

Per indicare questa complessa situazione di fatto e tutto quello che ne consegue, si parla di "ius
possessionis", un diritto, certo, ma un diritto a una tutela provvisoria, destinato a cedere di fronte
alla dimostrazione del vero diritto.

Per questo motivo non bisogna confondere lo ius possessionis con lo "ius possidendi" che è il diritto
del proprietario a possedere, diritto che esiste anche quando il proprietario non possiede, perché è
stato spogliato del possesso, o anche perché non lo ha mai conseguito, mentre non è concepibile che
scaturiscano effetti dal possesso quando questo non vi sia mai stato.
Gli elementi costitutivi del possesso e la detenzione
Secondo la dottrina tradizionale gli elementi costitutivi del possesso sono due:

1. il corpus possessionis, che si identifica nel comportamento del soggetto che agisce svolgendo
un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale
2. l'animus possidendi, che si identifica nella intenzione di tenere la cosa come proprietario o come
titolare di un altro diritto reale.

Come è evidente il possesso si compone di due componenti, uno oggettivo e l'altro soggettivo;
particolare rilevanza riveste quest'ultimo elemento, l'elemento soggettivo, perché è da questo che
riusciamo a distinguere il possesso dalla detenzione.

Il detentore nei fatti non si comporta diversamente dal possessore, ma è "nell'animus" che si scopre
la differenza, perché il detentore esercita il potere sulla cosa con la consapevolezza di non voler
tenere la cosa come titolare di un diritto reale, ma per ragioni diverse, come per ragioni di amicizia,
o perché è un conduttore, o perché è un dipendente e così via....

Il detentore è cosciente che il bene è di altri.

In generale l'art. 1141 c.c. presume che chi esercita il potere di fatto su una cosa sia possessore e
non detentore, ma lo stesso articolo ammette che la detenzione possa mutarsi in possesso.
Il mutamento dovrebbe avvenire nel momento in cui il detentore agisca con l'animus del possessore,
ma da solo questo elemento non è sufficiente.
Sono infatti necessari atti esteriori che diano riconoscibilità al mutamento dell'animus.
L’usucapione
E’ un modo di acquisto dei diritti reali su beni mobili e beni immobili per effetto del possesso
continuo e ininterrotto per i periodi di tempo stabili dalla legge (art. 1158 c.c.).

L'usucapione è quindi un modo di acquisto a titolo originario del diritto di proprietà e degli altri
diritti reali che si verifica per cause opposte alla prescrizione; mentre nelle prescrizione il diritto si
perde a causa del trascorrere del tempo, accompagnata dall'inerzia del titolare del diritto, nella
usucapione il diritto si acquista per il trascorrere del tempo accompagnata da una attività svolta da
un soggetto su un bene su cui grava un diritto reale altrui; questa attività è il possesso.

In via figurata è come se il possessore "assorbisse" il diritto reale altrui, quando il suo titolare non
faccia nulla per farlo valere nel periodo stabilito dalla legge.

Le cause che producono la prescrizione e l'usucapione sono quindi diverse, se non proprio opposte,
ma simili sono le esigenze che soddisfano i due istituti perché in entrambi i casi è necessario
garantire la certezza delle situazioni giuridiche; la prescrizione serve a garantirle nel caso di lunga
inerzia del titolare del diritto, l'usucapione, all'opposto, serve a renderle stabili riconoscendo che
una situazione di fatto protratta per un lungo tempo e in assenza di contestazioni da parte del titolare
del diritto, può portare all'acquisto del diritto a favore di chi la esercitava, cioè a favore del
possessore.

Un esempio chiarirà ulteriormente il concetto.


Supponiamo che io sia proprietario di un fondo agricolo, ma a causa della sua lontananza e della sua
posizione disagiata non me ne occupi per venti anni; nello stesso periodo, però, un contadino
occupa il mio fondo e comincia a coltivarlo a recintarlo etc. comportandosi, quindi, come se fosse il
proprietario; se io non faccio valere il mio diritto per venti anni, e il possesso del contadino dura
ininterrottamente per lo stesso periodo, il contadino diverrà proprietario del fondo per usucapione,
mentre io avrò perso il diritto proprio perché usucapito dal contadino.

L'elemento fondamentale della usucapione è quindi il possesso; vediamone le caratteristiche nella


sottostante tabella.

il possesso idoneo alla usucapione si verifica nel momento in cui la violenza o


caratteristiche clandestinità è cessata
del possesso ad deve protrarsi per i periodi stabili dalla legge
usucapionem deve essere continuo e ininterrotto

Occupiamoci in maniera più specifica delle ultime due caratteristiche viste in tabella;

Per possesso continuo si intende la permanente manifestazione della propria signoria sulla
cosa.

Il possesso deve poi essere ininterrotto; in altre parole non devono accadere fatti che siano idonei a
interrompere il possesso, e l'interruzione può essere naturale, quando non vi sia il possesso per oltre
un anno (1167 c.c.), e civile ex art. 1165 c.c. che richiama, in quanto applicabili, le norme sulla
interruzione e sospensione della prescrizione.

Veniamo, ora, ai periodi di tempo necessari per l'usucapione. Questi sono diversi secondo il tipo di
bene da usucapire;
usucapione su beni immobili e
il possesso deve protrarsi per venti anni (artt. 1158 e 1160 c.c.)
universalità di mobili
beni mobili posseduti senza titolo
il possesso deve protrarsi per dieci anni, se acquistato in buona fede,
astrattamente idoneo all'acquisto
venti anni, se acquistato in mala fede (1161 c.c.) .
del diritto (cioè senza contratto)
beni mobili posseduti con titolo
astrattamente idoneo all'acquisto l'acquisto è immediato ex articolo 1153 c.c.
del diritto e in buona fede
se l'acquisto è avvenuto in buona fede e in base a un titolo astrattamente
beni mobili registrati idoneo, l'usucapione si verifica dopo tre anni dalla trascrizione del titolo,
dieci anni, mancando questi elementi (art. 1162 c.c.)

Un caso particolare riguarda l'usucapione abbreviata prevista dall'art. 1159 c.c. In questo caso
l'usucapione si realizza su beni immobili, ma invece di essere ventennale, è decennale.

L'abbreviazione dei termini si spiega per le particolari condizioni del possesso; per aversi
usucapione abbreviata è infatti necessario:

1. che il possesso sia iniziato in buona fede


2. che vi sia un titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà, o altro diritto reale di godimento
3. che il titolo sia stato trascritto

In presenza di queste condizioni, l'usucapione si compie dopo soli dieci anni dalla data della
trascrizione del titolo.
Il possesso di buona fede
Quando il possessore è in buona fede?

Quando non sa che il suo possesso lede l'altrui diritto.

Questa situazione può verificarsi, ad esempio, quando il possessore riceve il bene da un soggetto
che con abili manovre si spaccia per titolare del diritto;
in questo caso il possessore è convinto di agire in maniera corretta, credendo di ricevere il bene dal
vero titolare del diritto ed è, quindi, in buona fede.

Il possessore di buona fede è, quindi, una persona che è caduta in un errore, ma non si può tollerare
che ci si possa avvantaggiare del proprio errore in tutti i casi; il secondo comma dell'art. 1147
dispone, infatti, che la buona fede non giova se l'ignoranza di ledere l'altrui diritto deriva da
colpa grave; l'esistenza della colpa grave va accertata caso per caso, ma certamente ricorre quando
il possesso è stato conseguito senza un minimo di attenzione, attenzione che, se attivata, avrebbe
fatto sorgere un dubbio o un sospetto. In ogni caso il presentarsi del dubbio o del sospetto nella
mente del possessore è incompatibile con la buona fede che è pur sempre piena ignoranza della
lesione dell'altrui diritto.

Passiamo, ora, alla più importante applicazione del principio di buona fede contenuta nell'art. 1153
relativo al possesso di beni mobili; ebbene, secondo questo articolo il possesso di beni mobili
ricevuto da chi non è il proprietario fa acquistare la proprietà al possessore se:

1. il possesso è stato conseguito in buona fede al momento della consegna


2. esiste un titolo astrattamente idoneo al trasferimento della proprietà

Come si vede la buona fede gioca un ruolo determinante nell'acquisto della proprietà, tanto
determinante che ricorrendo anche gli altri elementi della consegna e del titolo, il bene si acquista
libero da diritti altrui, a titolo originario. Di conseguenza il proprietario non potrà rivendicare il
bene, e nemmeno gli altri titolari di diritti sul bene potranno farli valere, a meno che questi diritti
non risultavano dal titolo (astrattamente idoneo) di acquisto del possessore.

Interessante è regola dell'art. 1154 c.c. sempre relativa alla buona fede nell'acquisto di beni mobili;
abbiamo già accennato al fatto che la buona fede è soggettiva e deve, di conseguenza, riguardare il
solo possessore; ebbene se il possessore di buona fede aliena il bene ad una terza persona che sa
della illegittima provenienza della cosa, questa persona non vedrà fatto salvo il suo acquisto proprio
perché è in mala fede.

Sempre secondo l'art. 1153 come si può acquistare la proprietà sui beni mobili, allo stesso modo si
possono acquistare sui beni mobili i diritti di usufrutto, di uso e di pegno.

Ricordiamo, infine, che la regola esposta nell'art. 1153 non si applica alle universalità di mobili e ai
beni mobili registrati (art. 1156 c.c.).
Le azioni a difesa del possesso
Sono azioni processuali che hanno come scopo la difesa del possesso indipendentemente
dall'accertamento del diritto che ne dovrebbe essere alla base. Forniscono una tutela provvisoria
destinata a cessare di fronte alle azioni che accertano il diritto

Come abbiamo già visto, il possesso è una situazione di fatto corrispondente all'esercizio di un
diritto reale; in quanto tale è tutelato con apposite azioni processuali, il cui scopo è di impedire che
con azioni violente o clandestine il possessore possa essere privato o turbato nel suo possesso; in
definiva le azioni possessorie servono ad assicurare la pace sociale impedendo che si possa agire
violentemente o clandestinamente sul presupposto che il possessore non sia il vero titolare del
diritto;
ma se il possesso è tutelato in quanto tale, è anche vero che l'accertamento del possesso deve cedere
di fronte all'accertamento del diritto, ed è per questo che le azioni possessorie forniscono una tutela
temporanea, destinata a cessare quando si accerterà il diritto con l'esercizio delle azioni a difesa
della proprietà e degli altri diritti reali di cui abbiamo già parlato.

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