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I SOGGETTI DEL RAPPORTO GIURIDICO-LE PERSONE

FISICHE (6°capitolo):
L’ordinamento giuridico, nel tutelare gli interessi umani, si struttura disciplinando i rapporti
giuridici al cui interno si instaurano delle posizioni giuridiche attive e passive. Con il termine
“Soggetto” si intende il TITOLARE DELLE POSIZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE; è
naturale il riferimento agli uomini, i cui interessi sono l’oggetto primario della tutela giuridica. La
“Soggettività” dipende dalla disciplina dei singoli ordinamenti e può non essere riconosciuta a
tutti gli esseri umani, inoltre la qualità di soggetto è attribuita anche a entità diverse dagli uomini,
come una società, in quanto considerate portatrici di interessi diversi da quelli degli esseri umani
che ne fanno parte. La soggettività condiziona la vita di relazione.
Diversa dalla soggettività è la CAPACITA’ GIURIDICA ovvero l’ATTITUDINE A ESSERE
TITOLARI DI POSIZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE, OVVERO DI DIRITTI E DOVERI.
Mentre la soggettività esprime un profilo QUALITATIVO, ovvero l’essere o meno titolare di
situazioni giuridiche soggettive, la capacità esprime il profilo QUANTITATIVO, che indica la
idoneità di un soggetto ad essere titolare di diritti e doveri. Si distingue la CAPACITA’
GIURIDICA GENERALE, ovvero è attributo delle persone fisiche (esseri umani), e delle persone
giuridiche ( enti giuridici) dotate di personalità, come ad esempio le fondazioni; CAPACITA’
GIURIDICA PARZIALE è attributo di altri enti giuridici, come le associazioni non riconosciute, e
dipende dalla loro tendenza a essere portatori di interessi giuridicamente rilevanti..questi enti non
hanno una personalità giuridica. L’ARTICOLO 1 c.c,, con riferimento alle persone fisiche,
stabilisce che la CAPACITA’ GIURIDICA SI ACQUISTA AL MOMENTO DELLA NASCITA e
da quel momento in poi si acquistano una serie di diritti, ma non si richiede anche la vitalità in
quanto ciò che è importante è che l’individuo sia nato vivo anche se sopravvive per pochi istanti.
Inoltre, alcuni diritti sono riconosciuti dalla legge anche a chi non è ancora nato e vengono prese
in considerazione due ipotesi, quella del NASCITURO CONCEPITO, in cui si riscontrano
specifiche forme di tutela dei suoi diritti personali e patrimoniali..quanto ai diritti patrimoniali, il
concepito ha la CAPACITA’ DI SUCCEDERE per causa di morte e di ricevere donazioni … al
comma 2 dell’articolo 1, la legge stabilisce che I DIRITTI RISERVATI AL CONCEPITO SONO
SUBORDINATI ALL’EVENTO DELLA NASCITA, ciò va inteso nel senso che il CONCEPITO
ACQUISTA IMMEDIATAMENTE I DIRITTI CHE GLI SONO ATTRIBUITI … nel caso in cui
la nascita non si verifichi, l’acquisto perde efficacia e la mancata nascita si configura come
CONDIZIONE RISOLUTIVA DELL’ACQUISTO; e quella del NASCITURO NON
CONCEPITO, ovvero di colui che si pensa nascerà in futuro da una determinata persona,
stabilendo che possa essere imposto come beneficiario in una donazione o testamento e si richiede
che il futuro beneficiario sia figlio di una persona vivente al momento della donazione o della
morte del testatore. Dato che questa è soltanto una speranza di vita futura, non ha una generale
capacità successoria per le legge e il suo acquisto non è immediato come per il concepito, ma
rimane sospeso fino alla nascita.La Costituzione vieta che la CAPACITA’ GIURIDICA POSSA
ESSERE LIMITATA PER MOTIVI POLITICI, ma oggi sono ammesse le INCAPACITA’
SPECIALI, determinate dall’ETA’, dallo STATO DELLE PERSONE e dall’UFFICIO
RICOPERTO.
Differente dalla capacità giuridica, c’è la CAPACITA’ DI AGIRE che consiste nell’IDONEITA’ A
DISPORRE DELLA PROPRIA SFERA GIURIDICA, ovvero ad esercitare i diritti di cui si è
titolare e ad assumere obbligazioni e si acquista al diciottesimo anno d’età, in quanto con la
maggiore età si acquista la CAPACITA’ LEGALE DI AGIRE, ovvero la capacità di compiere gli
atti per i quali non sia prevista un’età diversa. Il presupposto sostanziale che al 18° anno di età si
acquista tale capacità è legato all’idea che la persona,a tale età, abbia raggiunto un giusto livello
di maturità, ovvero la CAPACITA’ DI INTENDERE E DI VOLERE e, quindi, sia in grado di
provvedere ai propri interessi.I minori d’età sono INCAPACI DI AGIRE e vengono distinte due
ipotesi di incapacità di agire: INCAPACITA’ ASSOLUTA, in cui il soggetto non poteva compiere
nessun atto e al suo posto era chiamato ad agire un’altra persona come suo rappresentante; e
INCAPACITA’ RELATIVA, in cui l’incapace poteva compiere solo atti di ordinaria
amministrazione, mentre per altri atti doveva farsi assistere da un curatore. Tale schema viene
criticato sia per la sua rigidità e anche perché escludeva alla persona maggiore d’età il
compimento di vari atti. La legge n.6/2004 ha introdotto l’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
che vuole organizzare un SISTEMA DI TUTELA PIU’ ARTICOLATO E FLESSIBILE nella
ricerca di un equilibrio tra la libertà della persona e la protezione dei suoi interessi.E’ corretto
raggruppare le figure di incapacità in due schemi: INCAPACITA’ RELATIVA DI AGIRE, che
comporta l’esclusione del compimento di alcuni atti indicati espressamente e, in questa condizione,
si trovano i MAGGIORI DI ETA’ PRIVI DI AUTONOMIA , gli INABILITATI e gli
EMANCIPATI; INCAPACITA’ GENERALE DI AGIRE, che comporta l’esclusione del
compimento di tutti gli atti giuridici negoziali e, in questa condizione, si trovano i MINORI
D’ETA’ e gli INTERDETTI.
INCAPACITA’ RELATIVA DI AGIRE:L’amministrazione di sostegno è l’ISTITUTO
GENERALE DIRETTO A PROVVEDERE ALLE ESIGENZE DI PROTEZIONE DELLA
PERSONA CHE, PER EFFETTO DI UNA MENOMAZIONE FISICA O PSICHICA, SI
TROVA NELLA IMPOSSIBILITA’ DI PROVVEDERE AI PROPRI INTERESSI, come i malati
mentali che è necessario siano assistiti da un amministratore per prendere decisioni che li
riguardano e per compiere determinati atti giuridici. L’amministratore di sostegno è nominato dal
giudice tutelare che indica gli atti per i quali il soggetto necessita sostegno: si può trattare di atti
che il soggetto può compiere solo con l’assistenza dell’amministratore, sia di atti che gli sono
vietati e che vanno compiuti dall’amministratore, mentre per tutti gli altri atti non menzionati, il
soggetto mantiene la capacità di agire. L’amministratore deve tener conto dei bisogni e aspirazioni
del beneficiario e deve informarlo sugli atti da compiere. E’ possibile che l’amministratore si rilevi
non idonea ad assicurare la protezione della persona e, quindi, si può verificare
l’INABILITAZIONE nel caso in cui il soggetto, pur non avendo piena autonomia o maturità, sia
in grado di provvedere ai propri interessi. L’inabilitazione segue a una sentenza giudiziale che
accerta uno stato di ridotta attitudine alla cura dei propri interessi. Possono essere inabilitati le
persone con una malattia mentale non tanto grave da dar luogo all’interdizione; possono essere
coloro che, per abuso di alcolici o stupefacenti,espongo se stessi o la loro famiglia a gravi
difficoltà economiche, oppure il sordomuto e il cieco. L’inabilitato gode di piena capacità di agire
riguardo alla sfera personale e gli atti di ordinaria amministrazione del suo patrimonio, mentre è
necessaria l’assistenza di un curatore per gli atti patrimoniali di straordinaria amministrazione. In
una simile situazione si trova l’EMANCIPATO, ovvero un minore al quale viene conferita una
parziale capacità di agire, infatti l’emancipazione è la condizione che consegue al matrimonio
contratto dal minore sedicenne e consente al soggetto di compiere da solo tutti gli atti di ordinaria
amministrazione, mentre con l’assistenza del curatore quelli di straordinaria amministrazione.
L’emancipato può essere autorizzato all’esercizio di un’impresa commerciale, in questo caso non è
richiesta l’assistenza del curatore, mentre l’inabilitato può essere autorizzato solo alla
continuazione di un’impresa commerciale.
INCAPACITA’ GENERALE DI AGIRE: in questa condizione si trovano il MINORE D’ETA’ , nel
senso che tutte le decisioni personali, patrimoniali e gli atti giuridici sono di competenza del
rappresentante. Il minore, anche se non ha la capacità legare di agire, ha una CAPACITA’
NATURALE DI INTENDERE E DI VOLERE che cambia in base all’età, inoltre si riconosce al
minore una sfera di autonomia e la relativa capacità di agire direttamente. Per quanto riguarda le
LIBERTA’ CIVILI al minore si riconosce la capacità di esercitare tali dire se vi è la giusta
maturità, con un potere di controllo dei genitori nel caso in cui il minore di esponga ad un pericolo
morale o fisico.
INTERDIZIONE GIUDIZIALE: si può verificare che la persone, pur essendo maggiore d’età, sia
INCAPACE DI PROVVEDERE AI PROPRI INTERESSI, come ad esempio per un insufficiente
sviluppo psichico, ovvero manca la capacità di intendere e di volere che rappresenta il presupposto
della capacità legale d’agire. Queste persone, nel caso in cui l’infermità sia abituale vengono
INTERDETTE se è necessario per assicurare la loro adeguata protezione. L’interdizione segue a
un procedimento giudiziale che è disciplinato dalla legge e che deve essere esaminato dal giudice;
la procedura si conclude con una SENTENZA DI INTERDIZIONE o DI RIGETTO DEL RICORSO
che bisogna annotare al margine dell’atto di nascita. L’interdetto si trova nella stessa condizione
giuridica del minore. E’ previsto, inoltre, che nella sentenza di interdizione si possa stabilire che
alcuni atti di ordinaria amministrazione possano essere compiuti dall’interdetto con o senza
l’intervento del tutore.
INTERDIZIONE LEGALE: è una PENA ACCESSORIA che discende dall’ergastolo o dalla
reclusione per un tempo non inferiore a 5 anni. L’interdetto legale è libero di compiere gli atti che
rientrano nella sfera personale.
INCAPACITA’ NATURALE: tutte queste ipotesi sono FATTISPECIE DI INCAPACITA’
LEGALE, ovvero servono a definire lo stato della persona ed escludono il compimento di
determinati atti a prescindere dal fatto che il soggetto sia realmente incapace. L’incapacità
naturale è la condizione di chi, pur legalmente capace, sia di fatto incapace di intendere e di volere
perché abitualmente infermo di mente ma non ancora interdetto e, in questi casi, la legge interviene
a tutela del soggetto, prevedendo la possibilità di annullare l’atto compiuto ma bisognerà provare
lo stato di alterazione delle facoltà mentali del soggetto.
RAPPRESENTANZA LEGALE: nei casi in incapacità di agire, l’inidoneità del soggetto di
compiere determinati atti giuridici è estesa e destinata a durare nel tempo e, per questo, occorre
provvedere alla cura degli interessi della persona, che può avvenire in due modi: attribuendo ad un
altro soggetto il potere di sostituirsi all’incapace( RAPPRESENTANZA LEGALE) e questo è
previsto per i cadi di incapacità generale di agire (minori d’età e interdetti), o affiancando alla
persona un soggetto che la assista nel compimento degli atti (ASSISTENZA) e questo è previsto
per i casi di incapacità relativa di agire. La RAPPRESENTANZA LEGALE è un POTERE DI
RAPPRESENTANZA, ovvero di SOSTITUZIONE dell’interessato nell’assunzione delle decisioni
che lo riguardano e nel compimento degli atti giuridici. Le legge prevede che gli atti di maggiore
importanza debbano essere autorizzati dal giudice, che, in questo modo, svolge una funzione di
controllo. Il rappresentante può svolgere gli atti di ORDINARIA AMMINISTRAZIONE , ovvero
quelli che riguardano le spese correnti e la gestione del patrimonio, come l’iscrizione a scuola,
mentre sono di STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE gli atti che cambiano la consistenza
qualitativa e quantitativa del patrimonio, come la vendita di un bene. Quindi, alcuni atti devono
essere autorizzati dal tribunale, altri dal giudice tutelare e il principio ispiratore è quello della
CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO. Sono legali rappresentati del minore d’età i genitori e
qualora i genitori siano morti o non possono esercitare la responsabilità genitoriale, viene
nominato un TUTORE che assumerò la rappresentanza legale dei minori. La TUTELA è l’istituto
previsto per le altre ipotesi di incapacità generale di agire, quindi l’interdetto legale o giudiziale
sarà rappresentato da un tutore che lo sostituirà nel compimento di tutti gli atti.
CURATELA: Il rappresentante legale si sostituisce all’incapace nel compimento di tutti gli atti
giuridici, in quanto non riesce a provvedere ai propri interessi. Per il compimento di altri atti, la
legge prevede l’assistenza dell’AMMINISTRATORE e CURATORE, la cui posizione è diversa
rispetto a quella del rappresentante legale, in quanto essi non si sostituiscono all’incapace ma ne
integrano la volontà.
Assume importanza il luogo in cui la persona vive e svolge la propria attività e la legge individua
due figure: DOMICILIO, che è il luogo in cui la persona ha sede principale dei suoi affari e
interessi; RESIDENZA, che è il luogo dove la persona vive abitualmente..Vi è il DOMICILIO
LEGALE, fissato dalla legge in riferimento ai minori e interdetti, in quanto essi hanno domicilio
nel luogo di residenza della famiglia e del tutore, e il DOMICILIO ELETTIVO o SPECIALE che
è frutto di una scelta o elezione della persone e riguarda alcuni atti o affari..la scelta deve essere
fatta per iscritto e deve essere esplicita. Si designa come DIMORA il luogo in cui la persona abita
per un periodo di tempo limitato.
La persona fisica smette di esistere giuridicamente con la morte e con essa viene meno la capacità
giuridica..con la persona si estinguono i diritti e gli interessi di carattere morale e, per essi, sarà
possibile un ulteriore tutela quando altre persone possono farsene portatrici.
L’ACCERTAMENTO DELLA MORTE spetta all’ufficio dello stato civile e risulta dal certificato
di morte in cui bisogna indicare il luogo, la data e l’ora del decesso. A volte può non essere certo il
momento esatto della morte e ciò ha conseguenze sull’acquisto e la trasmissione dell’eredità.
L’ordinamento disciplina tali vicende distinguendo la SCOMPARSA, ovvero quando una persona
si allontana dal luogo di domicilio o residenza e non si hanno più sue notizie e, in questo caso, il
tribunale emette i provvedimenti necessari per la conservazione del patrimonio dello scomparso e
nomina un curatore che tuteli i suoi interessi; ASSENZA, in cui, trascorsi due anni dal giorno a
cui risale l’ultima notizia dello scomparso, il tribunale dichiara l’assenza e, tale sentenza, da vita
ad una situazione giuridica di incertezza sulla sopravvivenza della persona..l’assenza ha lo scopo
di dare sistemazione provvisoria agli interessi del soggetto e,infine, la MORTE PRESUNTA, che è
emessa dal tribunale quando dura nel tempo l’incertezza sulla sorte della persona. Tale
dichiarazione si concretizza in un accertamento giudiziale della morte, basato su elementi
presuntivi, poi si apre la successione ereditaria ma se la persona ritorna o ne è provata l’esistenza,
vengono meno gli effetti della dichiarazione di morte presunta e l’interessato recupera i beni.

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