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Cap 10.

L’INFLUENZA DEL TEMPO SULLE VICENDE GIURIDICHE:

Il tempo, innanzi tutto, non è un fatto, ma un modo di essere del fatto. È un fattore importantissimo nelle
vicende umane e preso in considerazione dall’ordinamento giuridico sotto diversi aspetti. Spesso, infatti, le
attività giuridiche si devono compiere entro periodi di tempo determinati, da cui deriva la necessità di regole
che stabiliscano come i termini devono essere calcolati: se ad esempio è fissato un termine di cinque giorni
da oggi per il compimento di un atto giuridico, la giornata di oggi deve essere compresa nel calcolo?
Secondo l’art. 2963, non si conta il giorno iniziale ma si conta quello finale, e se il termine è a mese, esso
scade nel giorno corrispondente a quello del mese iniziale (es. 10 febbraio  10 marzo).

ESTINZIONE DEL DIRITTO SOGGETTIVO:


(art. 2934 ss c.c.) Il tempo può dar vita ad un diritto soggettivo, ma può anche farlo estinguere! L’estinzione
del diritto soggettivo per decorso del tempo è oggetto di due istituti, la Prescrizione estintiva e la Decadenza:
entrambe sono soggette all’Inerzia, ossia al Tempo trascorso senza esercitare un determinato diritto
soggettivo (comportamento omissivo).

PRESCRIZIONE ESTINTIVA: La prescrizione produce l’estinzione del diritto soggettivo, come già detto, per
effetto dell’inerzia del titolare del diritto stesso che non lo esercita per il tempo determinato dalla legge. Le
parti non possono rinunciare preventivamente alla prescrizione, né prolungare o abbreviare i termini stabiliti
dalla legge. Il giudice non può rilevare d’ufficio la prescrizione: questa deve essere sollevata dalla parte che
vi ha interesse. Quasi tutti i diritti Disponibili (che possono essere ceduti ad altri) sono soggetti a prescrizione
estintiva: l’eccezione sono i Diritti indisponibili, quelli potestativi e il diritto di Proprietà (quindi tutti i diritti
imprescrittibili)  questo perché tali diritti sono attribuiti al titolare nell’interesse generale. L’istituto della
Prescrizione serve per avere certezza dell’esistenza dei rapporti giuridici.

- Sospensione: (art. 2941 c.c.) la prescrizione non opera se sopraggiunge una causa che giustifichi l’inerzia.
Ciò significa che, in alcuni casi, la prescrizione del diritto può essere sospesa. Ma quali sono questi casi?
Uno riguarda particolari rapporti fra le parti (es. tra due coniugi) e l’altro riguarda la condizione del titolare
(es. minori non emancipati ecc.). Per fare un esempio: in una coppia di fidanzati non ancora sposati, il
ragazzo presta del denaro alla propria fidanzata. Dopo un anno i due si sposano, e ciò implica che il ragazzo
non possa chiederle di farsi ridare i soldi fino a che sono legati dal vincolo del matrimonio. Se però avviene il
divorzio, lui potrà richiederle il denaro, a patto che non siano passati 10 anni (Prescrizione ordinaria) dal
momento in cui è avvenuto il prestito (senza però contare la parentesi del matrimonio: gli anni in cui sono
stati sposati non vanno contati!).

- Interruzione: (artt. 2943, 2945 c.c.) per Interruzione si intende che il tempo stabilito dalla legge per la
prescrizione si ferma e cessa di esistere in alcuni casi. L’art. 2943 c.c. afferma che la Prescrizione si
interrompe nel momento in cui avviene la notificazione dell’atto ad un giudice. Infatti, ad esempio, se una
Banca ha 2 suoi clienti che non pagano il debito (mutuo), essa ha 10 anni di tempo per denunciare il fatto
(altrimenti il diritto cade in prescrizione)  non appena però la Banca agisce attraverso un giudice, la
Prescrizione si interrompe, ossia i 10 anni non scadono più, l’inerzia cessa di esistere, il tempo
anteriormente trascorso non ha più valore, e dal momento della notificazione inizia a decorrere un nuovo
periodo di prescrizione (art. 2945 c.c.).

Nota: le prescrizioni estintive non vanno confuse con le Prescrizioni Presuntive. Quest’ultime, infatti, si
fondano sulla Presunzione che un determinato credito sia stato pagato, o che si sia comunque estinto per
effetto di qualche altra causa, e quindi la legge presume che si sia verificata una diversa causa estintiva (la
Presunzione è un procedimento logico attraverso il quale si risale da un fatto noto ad un fatto ignoto)  si
“presume” che, trascorso un certo periodo di tempo, un diritto sia estinto.

DECADENZA: Un secondo istituto dell’Estinzione del diritto soggettivo è la Decadenza. Questa non ha
come oggetto l’Inerzia, bensì la fissazione di un Termine perentorio entro il quale il titolare del diritto deve
compiere una determinata attività, altrimenti l’esercizio del diritto verrà definitivamente precluso. Ad esempio,
la legge concede ad una parte in giudizio il potere di impugnare la sentenza; ma l’impugnazione dev’essere
proposta in un breve termine, dopo il quale essa diventa inammissibile, ossia “si decade dal diritto di
proporre l’impugnativa”. Di conseguenza, la Decadenza può essere impedita solo mediante l’esercizio del
diritto, ossia solo mediante il compimento dell’atto previsto. A differenza di quanto avviene per la
Prescrizione, se la decadenza è stabilita a tutela di un interesse individuale (es. termine entro il quale il
compratore deve denunciare al venditore i vizi occulti da cui la cosa venduta è affetta), le parti possono
modificare il tempo della decadenza o addirittura rinunciarvi. La decadenza può essere Legale (prevista dalla
legge e non può essere modificata dalle parti), Giudiziale (termini di decadenza fissati dal giudice su istanza
della parte interessata) e Convenzionale (termini di decadenza stabiliti dai privati – art. 2965 c.c.).
Se non è fissato alcun termine di decadenza, il diritto sarà soggetto ai normali termini di prescrizione (art.
2967 - Effetto dell'impedimento della decadenza).

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