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civile
termini processuali (152 -155)
nullità (156 - 161)
Ai sensi della legge 742/1969 ss.mm.ii. il decorso dei termini processuali è sospeso dal 1° agosto
al 31 agosto di ogni anno.
Es.1. - il 31 luglio il giudice assegna alle parti un termine di dieci giorni
R.1. - il termine scade il 10 settembre
Es.2. - il 31 luglio 2018 il giudice assegna alle parti termine di un anno
R.2. - il termine scade il 1° ottobre 2019 (un anno + 31 giorni di sospensione, “nel mezzo”)
NB. Ovviamente, vale quanto detto prima per i termini a ritroso, e per il caso di scadenza nel termine di
domenica, di festivo o di sabato
NB2. La sospensione non si applica per alcuni procedimenti “urgenti” : - cause relative ad alimenti; -
procedimenti cautelari; - procedimenti per convalida di sfratto;- giudizi di opposizione alle esecuzioni; -
dichiarazione e revoca di fallimento; - giudizi in materia di lavoro e previdenza; - tutte le altre materie
rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti (in questo caso
ultimo va chiesto provvedimento a giudice). [ricordare solo regola e un caso a titolo
esemplificativo]
Nullità processuale vera e propria (disciplina diversa da nullità negoziale), al suo interno diverse “gradazioni”
(nullità relativamente insanabile, nullità relativamente sanabile)
mera irregolarità
Riepilogo:
1) tassatività della nullità
2) anche se nullità non è prevista testualmente, sussiste comunque se atto inidoneo a scopo
3) anche se atto nullo, o teoricamente inidoneo a raggiungere scopo, se comunque lo
raggiunge nullità viene sanata
in conclusione:
- a istanza di parte;
- ed in particolare da quella parte nel cui interesse è
stabilito il requisito
- nella prima istanza o difesa successiva (la prima delle
due)
- non da chi ha rinunciato a nullità o vi ha dato causa
Il problema.
1) le ordinanze collegiali devono essere sottoscritte da solo presidente (art. 134), mentre sentenze collegiali da
presidente ed estensore (art. 132 c.p.c.).
Prevalenza di sostanza su forma (art. 111 Cost.) comporta che ordinanza va trattata come sentenza; sicché deve averne i
requisiti formali. Quindi abbiamo un provvedimento sottoscritto solamente dal presidente anziché da presidente ed
estensore. inesistenza o nullità sanabile?
accortasi di errore, Corte d’appello rimise sul ruolo causa con ordinanza, ssando precisazione conclusioni; quindi all’udienza
emise sentenza uguale a precedente, ma con sottoscrizione doppia. Parte impugnò ordinanza di rimessione e seconda sentenza.
Art. 50-quater. (Inosservanza delle disposizioni sulla composizione collegiale o monocratica del
tribunale).
Le disposizioni di cui agli articoli 50-bis e 50-ter non si considerano attinenti alla costituzione del
giudice. Alla nullita' derivante dalla loro inosservanza si applica l'articolo 161, primo comma
Art. 157
A) La nullità deve essere immediatamente eccepita nella prima istanza o difesa successiva
all’ordinanza di ammissione
B) La nullità non può essere dedotta dalla parte che aveva richiesto, poniamo, che il
consulente fosse autorizzato ad utilizzare documenti non prodotti dalle parti.
La nullita' di un atto non importa quella degli atti precedenti, ne' di quelli successivi che ne sono indipendenti.
La nullita' di una parte dell'atto non colpisce le altre parti che ne sono indipendenti.
Se il vizio impedisce un determinato effetto, l'atto puo' tuttavia produrre gli altri effetti ai quali e' idoneo.
C) Combinata con le regole di cui all’art. 157 c.p.c., questo comporta che se il giudice,
nonostante la tempestiva deduzione, faccia giurare il consulente, l’eccezione va ripetuta
La nullita' delle sentenze soggette ad appello o a ricorso per cassazione puo' essere fatta valere soltanto nei limiti e
secondo le regole proprie di questi mezzi di impugnazione.
Questa disposizione non si applica quando la sentenza manca della sottoscrizione del giudice.
L'inammissibilità della prova testimoniale di un contratto che deve essere provato per iscritto, ai sensi dell'art.
2725, comma 1, c.c., attenendo alla tutela processuale di interessi privati, non può essere rilevata d'ufficio, ma
deve essere eccepita dalla parte interessata prima dell'ammissione del mezzo istruttorio; qualora, nonostante
l'eccezione di inammissibilità, la prova sia stata ugualmente assunta, è onere della parte interessata opporne
la nullità secondo le modalità dettate dall'art. 157, comma 2, c.p.c., rimanendo altrimenti la stessa ritualmente
acquisita, senza che detta nullità possa più essere fatta valere in sede di impugnazione.
In tema di consulenza tecnica d'ufficio, l'acquisizione, ad opera del consulente, di documenti diretti a provare i
fatti principali, dedotti dalle parti a fondamento della domanda e delle eccezioni, che è onere solo delle parti
provare, è sanzionata da nullità relativa ex art. 157 c.p.c., rilevabile ad iniziativa di parte nella prima difesa o
istanza successiva all'atto viziato o alla notizia di esso. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza d'appello
che, in assenza di tempestiva eccezione ex art. 157, comma 2, c.p.c., aveva rilevato d'ufficio la nullità della
c.t.u., per avere il consulente acquisito, oltre i termini delle preclusioni istruttorie, nuova documentazione
necessaria a provare fatti principali, che, pur dedotti tempestivamente dalle parti, non erano stati da queste
tempestivamente provati).
In materia di consulenza tecnica d'ufficio, il consulente nominato dal giudice, nei limiti delle indagini
commessegli e nell'osservanza del contraddittorio delle parti, può accertare tutti i fatti inerenti all'oggetto della
lite il cui accertamento si rende necessario al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, a condizione che non si
tratti dei fatti principali che è onere delle parti allegare a fondamento della domanda o delle eccezioni e salvo,
quanto a queste ultime, che non si tratti fatti principali rilevabili d'ufficio;
in materia di consulenza tecnica d'ufficio il consulente nominato dal giudice, nei limiti delle indagini
commessegli e nell'osservanza del contraddittorio delle parti, può acquisire, anche prescindendo dall'attività di
allegazione delle parti, non applicandosi alle attività del consulente le preclusioni istruttorie vigenti a carico
delle parti, tutti i documenti che si rende necessario acquisire al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, a
condizione che essi non siano diretti a provare i fatti principali dedotti a fondamento della domanda e delle
eccezioni che è onere delle parti provare e, salvo quanto a queste ultime, che non si tratti di documenti diretti
a provare fatti principali rilevabili d'ufficio.