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Corso di Diritto processuale

civile
termini processuali (152 -155)
nullità (156 - 161)

importanti - da sapere (eventuali elenchi a memoria,ecc.)


argomento secondario - da sapere solo per sommi capi (senza elenchi a
memoria: insomma, basta dimostrare di avere compreso il meccanismo
generale, senza dover ricordare termini e senza entrare nel dettaglio).
Se ci sono parti sottolineate, sono queste le cose importanti (da sapere)

solo per cultura generale

»Prof. Federico Russo


legali e giudiziari, acceleratori (ordinatori e
perentori) e dilatori

termini c.d. “dilatori”


sono termini iniziali; ssano il momento a partire dal quale è possibile compiere un determinato
atto processuale
Art. 482. (Termine ad adempiere).
Non si può iniziare l'esecuzione forzata prima che sia decorso il termine indicato nel precetto e
in ogni caso non prima che siano decorsi dieci giorni dalla notificazione di esso; ma il
presidente del tribunale competente per l'esecuzione o un giudice da lui delegato, se vi e'
pericolo nel ritardo, può autorizzare l'esecuzione immediata, con cauzione o senza.
L'autorizzazione e’ data con decreto scritto in calce al precetto e trascritto a cura dell'ufficiale
giudiziario nella copia da notificarsi.

termini c.d. “acceleratori”


sono termini nali, ssano il momento entro il quale è possibile compiere un determinato atto
processuale. Possono essere ordinatori o perentori ( v. infra)
Art. 481. (Cessazione dell'efficacia del precetto).
Il precetto diventa inefficace, se nel termine di novanta giorni dalla sua notificazione non e'
iniziata l'esecuzione.
Se contro il precetto e' proposta opposizione, il termine rimane sospeso e riprende a decorrere a
norma dell'articolo 627.

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legali e giudiziari, acceleratori (ordinatori e
perentori) e dilatori

Art. 152. (Termini legali e termini giudiziari).


I termini per il compimento degli atti del processo sono stabiliti dalla legge; possono essere
stabiliti dal giudice anche a pena di decadenza, soltanto se la legge lo permette espressamente.
I termini stabiliti dalla legge sono ordinatori, tranne che la legge stessa li dichiari espressamente
perentori.

Art. 153. (Improrogabilità dei termini perentori).


I termini perentori non possono essere abbreviati o prorogati, nemmeno sull'accordo delle parti.
La parte che dimostra di essere incorsa in decadenze per causa ad essa non imputabile può
chiedere al giudice di essere rimessa in termini. Il giudice provvede a norma dell'articolo 294,
secondo e terzo comma)).
Art. 294. Rimessione in termini.
Il contumace che si costituisce può chiedere al giudice istruttore di essere ammesso a compiere attività
che gli sarebbero precluse, se dimostra che la nullità della citazione o della sua notificazione gli ha
impedito di avere conoscenza del processo o che la costituzione è stata impedita da causa a lui non
imputabile.
Il giudice, se ritiene verosimili i fatti allegati, ammette, quando occorre, la prova dell'impedimento, e
quindi provvede sulla rimessione in termini delle parti.
I provvedimenti previsti nel comma precedente sono pronunciati con ordinanza.
Le disposizioni dei commi precedenti si applicano anche se il contumace che si costituisce intende
svolgere, senza il consenso delle altre parti, attività difensive che producono ritardo nella rimessione al
collegio della causa che sia già matura per la decisione rispetto alle parti già costituite.
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termini ordinatori

Art. 154.(Prorogabilità del termine ordinatorio).


Il giudice, prima della scadenza, può abbreviare o prorogare, anche d'uf cio, il termine che non
sia stabilito a pena di decadenza. La proroga non può avere una durata superiore al termine
originario. Non può essere consentita proroga ulteriore, se non per motivi particolarmente gravi e
con provvedimento motivato.
D. Il mancato rispetto del termine ordinatorio, se non prorogato prima della scadenza, lo trasforma in
termine perentorio?

R. Tesi 1: sì, lo trasforma in termine perentorio


R. Tesi 2: no, non comporta una vera e propria trasformazione ontologica (i.e. se la parte provvede con
ritardo non decade in senso proprio), ma in caso di completa omissione il giudice non potrà
riconcederlo ma dovrà prendere atto del mancato rispetto e procedere oltre

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è la regola: dies a quo non
computatur.

Computo dei termini Quando, invece, si tratta di


termini “liberi” non si
computano né il dies a quo,
né il dies ad quem
Art. 155. (Computo dei termini).
Nel computo dei termini a giorni o ad ore, si escludono il giorno o l'ora iniziali.
Per il computo dei termini a mesi o ad anni, si osserva il calendario comune.
I giorni festivi si computano nel termine.
Se il giorno di scadenza è festivo, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non
festivo.
La proroga prevista dal quarto comma si applica altresì ai termini per il compimento degli atti
processuali svolti fuori dell’udienza che scadono nella giornata del sabato.
Resta fermo il regolare svolgimento delle udienze e di ogni altra attività giudiziaria, anche svolta
da ausiliari, nella giornata del sabato, che ad ogni effetto è considerata lavorativa.
Es.1. - all’udienza del 25 marzo il giudice assegna alle parti un mese per il deposito di una memoria
R.1. calendario comune, quindi, un mese scade il 25 aprile. Dal momento però che il 25 aprile è festivo,
il termine sarà prorogato al 26 aprile
Es.2. - Il giudice rinvia la causa al 3 giugno, con termine fino al giorno prima per il deposito di note
R.2. peculiarità dei c.d. termini a ritroso: il giorno prima è il 2 giugno (festivo). In questo caso non si
conta in avanti (al 3 giugno), perché il termine è concesso per consentire la difesa. Quindi il termine
verrà anticipato al 1 giugno.
Es.3. - e se in esempio precedente 1 giugno fosse domenica?
R.3. - il termine scadrebbe, allora, il 31 maggio; ma siccome il 31 è sabato, il termine sarà anticipato
ancora al 30 maggio.
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Sospensione feriale

Ai sensi della legge 742/1969 ss.mm.ii. il decorso dei termini processuali è sospeso dal 1° agosto
al 31 agosto di ogni anno.
Es.1. - il 31 luglio il giudice assegna alle parti un termine di dieci giorni
R.1. - il termine scade il 10 settembre
Es.2. - il 31 luglio 2018 il giudice assegna alle parti termine di un anno
R.2. - il termine scade il 1° ottobre 2019 (un anno + 31 giorni di sospensione, “nel mezzo”)

NB. Ovviamente, vale quanto detto prima per i termini a ritroso, e per il caso di scadenza nel termine di
domenica, di festivo o di sabato
NB2. La sospensione non si applica per alcuni procedimenti “urgenti” : - cause relative ad alimenti; -
procedimenti cautelari; - procedimenti per convalida di sfratto;- giudizi di opposizione alle esecuzioni; -
dichiarazione e revoca di fallimento; - giudizi in materia di lavoro e previdenza; - tutte le altre materie
rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti (in questo caso
ultimo va chiesto provvedimento a giudice). [ricordare solo regola e un caso a titolo
esemplificativo]

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Forma Vs Sostanza (riepilogo)

Art. 121 c.p.c. Libertà delle forme


Gli atti del processo per i quali la legge non richiede forme determinate possono essere compiuti nella forma più idonea al
raggiungimento del loro scopo

Art. 131 Forma dei provvedimenti in generale


La legge prescrive in quali casi il giudice pronuncia sentenza, ordinanza, o decreto.
In mancanza di tali prescrizioni, i provvedimenti sono dati in qualsiasi forma idonea al raggiungimento del loro scopo.
(…)
Art. 111 Cost.
(OMISSIS)
Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari
o speciali, è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto
per le sentenze dei tribunali militari in tempo di guerra (…)

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inesistenza, nullità irregolarità

inesistenza (o nullità assolutamente insanabile)

Nullità processuale vera e propria (disciplina diversa da nullità negoziale), al suo interno diverse “gradazioni”
(nullità relativamente insanabile, nullità relativamente sanabile)

mera irregolarità

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deroga va verifica ex ante e
in astratto: atto non deve
Nullità atti processuali potere raggiungere scopo in
astratto (è un errore dire:
“se l’atto non raggiunge lo
scopo”)
Art. 156. Rilevanza della nullità.
Non può essere pronunciata la nullità per inosservanza di forme di alcun atto del
processo, se la nullità non è comminata dalla legge.
Può tuttavia essere pronunciata quando l'atto manca dei requisiti formali
indispensabili per il raggiungimento dello scopo.
La nullità non può mai essere pronunciata, se l'atto ha raggiunto lo scopo a cui è
destinato.
Al contrario di quest’altra
deroga, che va invece
verificata ex post e in
concreto

Riepilogo:
1) tassatività della nullità
2) anche se nullità non è prevista testualmente, sussiste comunque se atto inidoneo a scopo
3) anche se atto nullo, o teoricamente inidoneo a raggiungere scopo, se comunque lo
raggiunge nullità viene sanata

Se non l’aveste capito, l’argomento è FONDAMENTALE

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altra differenza con le
nullità negoziali, che sono al contrario delle nullità
negoziali, che sono
normalmente rilevabili ad
istanza di chiunque e in
Nullità atti processuali rilevabili d’ufficio, quelle
qualsiasi momento processuali sono
normalmente a istanza di
parte
Art. 157. (Rilevabilità e sanatoria della nullità).
Non può pronunciarsi la nullità senza istanza di parte, se la legge non dispone che
sia pronunciata di ufficio.
Soltanto la parte nel cui interesse è stabilito un requisito può opporre la nullità
dell'atto per la mancanza del requisito stesso, ma deve farlo nella prima istanza o
difesa successiva all'atto o alla notizia di esso.
La nullità non può essere opposta dalla parte che vi ha dato causa, né da quella
che vi ha rinunciato anche tacitamente.

in conclusione:
- a istanza di parte;
- ed in particolare da quella parte nel cui interesse è
stabilito il requisito
- nella prima istanza o difesa successiva (la prima delle
due)
- non da chi ha rinunciato a nullità o vi ha dato causa

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e.g. citazione nulla può
produrre comunque
Nullità atti processuali interruzione prescrizione
ecc.

Art. 159. (Estensione della nullità).


La nullità di un atto non importa quella degli atti precedenti, né di quelli successivi
che ne sono indipendenti.
La nullità di una parte dell'atto non colpisce le altre parti che ne sono indipendenti.
Se il vizio impedisce un determinato effetto, l'atto può tuttavia produrre gli altri
effetti ai quali è idoneo.

NB. a contrario vuol dire che nullità di un atto (o di parte


di atto) determina nullità di atti (o di parti di atto)
successivi dipendenti

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Nullità delle sentenze
Art. 161. (Nullità della sentenza).
La nullità delle sentenze soggette ad appello o a ricorso per cassazione può essere
fatta valere soltanto nei limiti e secondo le regole proprie di questi mezzi di
impugnazione.
Questa disposizione non si applica quando la sentenza manca della sottoscrizione
del giudice.

è il c.d. principio dell’assorbimento delle nullità nei


mezzi di gravame “inesistenza” (prevalente, vuol dire che
Anticamente, invece, vi era distinzione tra mezzi di atto non possiede requisiti minimali deve
gravame (che riguardavano il merito, l’ingiustizia della essere riconosciuto come tale; è un non
decisione) e querelae nullitatis (che riguardavano la atto); per Monteleone “nullità
nullità, appunto) assolutamente insanabile” (ne fa una
questione parmenidea). Cambia poco,
comunque.

Logica è che sentenza non sottoscritta


non proviene dal giudice

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Nullità delle sentenze
Il caso:
La Corte d’appello di Torino emette, per errore, con forma di ordinanza un provvedimento che avrebbe dovuto avere
forma di sentenza (era infatti decisorio). Il provvedimento viene rmato solo dal Presidente.

Il problema.
1) le ordinanze collegiali devono essere sottoscritte da solo presidente (art. 134), mentre sentenze collegiali da
presidente ed estensore (art. 132 c.p.c.).
Prevalenza di sostanza su forma (art. 111 Cost.) comporta che ordinanza va trattata come sentenza; sicché deve averne i
requisiti formali. Quindi abbiamo un provvedimento sottoscritto solamente dal presidente anziché da presidente ed
estensore. inesistenza o nullità sanabile?

accortasi di errore, Corte d’appello rimise sul ruolo causa con ordinanza, ssando precisazione conclusioni; quindi all’udienza
emise sentenza uguale a precedente, ma con sottoscrizione doppia. Parte impugnò ordinanza di rimessione e seconda sentenza.

Cass. sez. un. 20 maggio 2014, n. 11021


Le Sezioni Unite, a composizione di contrasto, hanno enunciato il principio secondo cui la sentenza collegiale del giudice civile
priva di una delle due sottoscrizioni (del presidente del collegio ovvero del relatore) è affetta da nullità sanabile ai sensi dell’art.
161, primo comma, cod. proc. civ., trattandosi di sottoscrizione insuf ciente e non mancante.
dichiarò inammissibile ricorso, perché ordinanza di rimessione, non avendo contenuto decisorio, non era impugnabile (pur
essendo inesistente), seconda sentenza era inesistente; parte, però, non aveva impugnato prima sentenza che, essendo nulla e non
impugnata, era passata in giudicato (161 cpc)
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Nullità delle sentenze
Cassazione civile sez. VI, 07/03/2017, n.5772
L'illeggibilità della rma del giudice comporta nullità della sentenza solo se tale da risolversi in una
vera e propria mancanza di sottoscrizione
In tema di sottoscrizione della sentenza da parte del giudice, non costituisce motivo di nullità del
provvedimento l'illeggibilità della rma, salvo che essa non consista in un segno informe privo di
qualsiasi identità, al punto da risolversi in una vera e propria mancanza di sottoscrizione, né la
presunzione di identità tra l'autore del segno gra co indistinguibile e la persona del giudice indicato
in sentenza è in ciata dalla mera deduzione dell'assoluta indecifrabilità del segno, ove fra questo e
l'indicazione nominativa del giudice contenuta nell'atto sussistano adeguati elementi di
collegamento. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto insussistente una tale nullità in un’ordinanza emessa
ex art. 348-ter c.p.c., atteso che la sottoscrizione non era comunque priva di identità grafologica,
costando in un’apparente sequenza di nome e cognome, e che, essendo stata l’ordinanza pronunciata
a scioglimento di una riserva formulata in udienza, per superare la presunzione di corrispondenza tra
il giudice di quest'ultima e l'estensore del provvedimento, il ricorrente avrebbe dovuto dedurre e
dimostrare la totale incompatibilità tra la sottoscrizione del verbale d’udienza e quella dell’ordinanza
impugnata).

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Nullità atti processuali

Art. 158. (Nullità derivante dalla costituzione del giudice).


La nullità derivante da vizi relativi alla costituzione del giudice o all'intervento del
pubblico ministero é insanabile e deve essere rilevata d'ufficio, salva la
disposizione dell'art. 161.

si tratta quindi di nullità


- rilevabile d’ufficio (in deroga ad art. 157 c.p.c.);
- insanabile (cioè non si sana se non rilevata entro prima istanza o difesa, in deroga ad art.
157, o con raggiungimento scopo);
- tuttavia se si giunge a sentenza questa deve essere ugualmente impugnata, o nullità viene
sanata da passaggio in giudicato (assorbimento nullità in mezzi gravame, 161)

Art. 50-quater. (Inosservanza delle disposizioni sulla composizione collegiale o monocratica del
tribunale).
Le disposizioni di cui agli articoli 50-bis e 50-ter non si considerano attinenti alla costituzione del
giudice. Alla nullita' derivante dalla loro inosservanza si applica l'articolo 161, primo comma

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Nullità atti processuali
Art. 160. (Nullità della notificazione).
La notificazione è nulla se non sono osservate le disposizioni circa la persona alla
quale deve essere consegnata la copia, o se vi è incertezza assoluta sulla persona
a cui è fatta o sulla data, salva l'applicazione degli articoli 156 e 157.

Art. 162. (Pronuncia sulla nullità).


Il giudice che pronuncia la nullità deve disporre, quando sia possibile, la
rinnovazione degli atti ai quali la nullità si estende.
Se la nullità degli atti del processo è imputabile al cancelliere, all'ufficiale
giudiziario o al difensore, il giudice, col provvedimento col quale la pronuncia, pone
le spese della rinnovazione a carico del responsabile e, su istanza di parte, con la
sentenza che decide la causa può condannare quest'ultimo al risarcimento dei
danni causati dalla nullita' a norma dell’articolo 60, numero 2.

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Titolo Testo
Giudice emette ordinanza che ammette una prova (e.g., consulenza tecnica d’ufficio) nulla

Art. 157
A) La nullità deve essere immediatamente eccepita nella prima istanza o difesa successiva
all’ordinanza di ammissione

B) La nullità non può essere dedotta dalla parte che aveva richiesto, poniamo, che il
consulente fosse autorizzato ad utilizzare documenti non prodotti dalle parti.

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Titolo Testo
Art. 159 (Estensione della nullita').

La nullita' di un atto non importa quella degli atti precedenti, ne' di quelli successivi che ne sono indipendenti.

La nullita' di una parte dell'atto non colpisce le altre parti che ne sono indipendenti.

Se il vizio impedisce un determinato effetto, l'atto puo' tuttavia produrre gli altri effetti ai quali e' idoneo.

C) Combinata con le regole di cui all’art. 157 c.p.c., questo comporta che se il giudice,
nonostante la tempestiva deduzione, faccia giurare il consulente, l’eccezione va ripetuta

1) eccependo la nullità dei quesiti;


2) eccependo la nullità della consulenza (che è atto diverso dalla precedente ordinanza;
quindi se non eccepite questa nuova nullità alla prima difesa o istanza utile siete decaduti
3) reiterando l’eccezione di nullità al momento della precisazione delle conclusioni (per
evitare che il giudice possa ritenere che vi abbiate rinunciato).

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Titolo Testo
Art. 161. (Nullita' della sentenza).

La nullita' delle sentenze soggette ad appello o a ricorso per cassazione puo' essere fatta valere soltanto nei limiti e
secondo le regole proprie di questi mezzi di impugnazione.

Questa disposizione non si applica quando la sentenza manca della sottoscrizione del giudice.

Se il giudice ugualmente tiene conto della consulenza nella sentenza, disattendendo la


nullità da voi dedotta, in sede di gravame dovrete invocare la nullità della sentenza, perché
fondata su consulenza nulla (assorbimento delle nullità nei mezzi di gravame)

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Titolo Testo
I round: Il sig. Tizio eccepisce la nullità dell’ordinanza del______ che ha ammesso la CTU, per violazione dell’art. 198 cpc,
delle norme in materia di ispezione, consulenza e in generale di preclusioni istruttorie, nella parte in cui il consulente è stato
autorizzato ad utilizzare documenti ulteriori rispetto a quelli prodotti in atti nei termini di rito

II round: Il sig. Tizio eccepisce la nullità dell’ordinanza del______ che ha confermato la


nomina del CTU, per violazione dell’art. 198, delle norme in materia di ispezione, consulenza e
in generale di preclusioni istruttorie, nella parte in cui il consulente è stato autorizzato ad
utilizzare documenti ulteriori rispetto a quelli prodotti in atti nei termini di rito
III round: Il sig. Tizio eccepisce la nullità del giuramento e dei quesiti al CTU del______ nella
parte in cui il consulente è stato autorizzato ad utilizzare documenti ulteriori rispetto a quelli
prodotti in atti nei termini di rito
IV round: Il sig. Tizio eccepisce la nullità della consulenza tecnica d’ufficio nella parte in cui il
consulente ha utilizzato i documenti_______, non prodotti in atti dalle parti nei termini di rito
V round (recupero): Il sig. Tizio preliminarmente insiste nella nullità della consulenza tecnica
d’ufficio nella parte in cuiil consulente ha utilizzato i documenti_______, non prodotti in atti
dalle parti nei termini di rito. Per tutto il resto conclude….

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Titolo Testo
Cassazione civile sez. un., 05/08/2020, n.16723

L'inammissibilità della prova testimoniale di un contratto che deve essere provato per iscritto, ai sensi dell'art.
2725, comma 1, c.c., attenendo alla tutela processuale di interessi privati, non può essere rilevata d'ufficio, ma
deve essere eccepita dalla parte interessata prima dell'ammissione del mezzo istruttorio; qualora, nonostante
l'eccezione di inammissibilità, la prova sia stata ugualmente assunta, è onere della parte interessata opporne
la nullità secondo le modalità dettate dall'art. 157, comma 2, c.p.c., rimanendo altrimenti la stessa ritualmente
acquisita, senza che detta nullità possa più essere fatta valere in sede di impugnazione.

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Titolo Testo
Cassazione civile sez. III, 01/06/2022, n.17916

In tema di consulenza tecnica d'ufficio, l'acquisizione, ad opera del consulente, di documenti diretti a provare i
fatti principali, dedotti dalle parti a fondamento della domanda e delle eccezioni, che è onere solo delle parti
provare, è sanzionata da nullità relativa ex art. 157 c.p.c., rilevabile ad iniziativa di parte nella prima difesa o
istanza successiva all'atto viziato o alla notizia di esso. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza d'appello
che, in assenza di tempestiva eccezione ex art. 157, comma 2, c.p.c., aveva rilevato d'ufficio la nullità della
c.t.u., per avere il consulente acquisito, oltre i termini delle preclusioni istruttorie, nuova documentazione
necessaria a provare fatti principali, che, pur dedotti tempestivamente dalle parti, non erano stati da queste
tempestivamente provati).

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Titolo Testo
Cassazione civile sez. un., 01/02/2022, n.3086

In materia di consulenza tecnica d'ufficio, il consulente nominato dal giudice, nei limiti delle indagini
commessegli e nell'osservanza del contraddittorio delle parti, può accertare tutti i fatti inerenti all'oggetto della
lite il cui accertamento si rende necessario al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, a condizione che non si
tratti dei fatti principali che è onere delle parti allegare a fondamento della domanda o delle eccezioni e salvo,
quanto a queste ultime, che non si tratti fatti principali rilevabili d'ufficio;
in materia di consulenza tecnica d'ufficio il consulente nominato dal giudice, nei limiti delle indagini
commessegli e nell'osservanza del contraddittorio delle parti, può acquisire, anche prescindendo dall'attività di
allegazione delle parti, non applicandosi alle attività del consulente le preclusioni istruttorie vigenti a carico
delle parti, tutti i documenti che si rende necessario acquisire al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, a
condizione che essi non siano diretti a provare i fatti principali dedotti a fondamento della domanda e delle
eccezioni che è onere delle parti provare e, salvo quanto a queste ultime, che non si tratti di documenti diretti
a provare fatti principali rilevabili d'ufficio.

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diagramma di usso su dinamica nullità processuali

giudice emette PARTE eccepisce


ordinanza nulla G I U D I C E
nullità nella prima
REVOCA
istanza o difesa successiva

PARTE GIUDICE non


NON eccepisce nullità revoca e compie
nella prima istanza o difesa atto successivo (es.
successiva (es. chiede tiene udienza)
semplice revoca)
anche questa nullità
è disciplinata da
NULLITA’ SANATA stesse regole (artt. nullità ordinanza si
(art. 157 c.p.c.) 157, 159 c.p.c.). trasmette ad atto
successivo (art. 159
c.p.c.)
≡ RINUNCIA A (giur.) parte NON
NULLITA’ reitera eccezione nullità

se giudice insiste in così fino a


sentenza, art. 161 PRECISAZIONE
(giur.) parte reitera
(assorbimento nullità nei mezzi CONCLUSIONI
eccezione nullità
di gravame)
fl

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