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Art 628 bis

Articolo che è stata introdotto dalla riforma cartabia e che ha comportato il definito superamento della
revisione europea.

Si tratta di un rimedio di impugnazione straordinario che affida alla corte di cassazione l’esecuzione delle
sentenze CEDU

Si tratta di una richiesta che il condannato o la persona sottoposta a misura di sicurezza fanno alla corte di
cassazione,quando abbiano ottenuto una pronuncia della corte europea che accerti la violazione dei diritti
riconosciuti dalla convenzione e possono richiedere:

-la revoca della sentenza penale o del decreto penale di condanna pronunciati nei suoi confronti

-la ripartura del procediemntno

-l’adozione di provv necessario per elimiare gli effetti pregiuzioali derivanti dalla violazione accertata dalla
corte euroepa dei diritti dell’uomo

Comma 2 Soggetti legittimati: il condannato e il soggetto sottoposto a misure di sicurezza, quando hanno
proposto ricorso alla corte edu e la corte ha accolto il ricorso (è stata riconosciuta dalla corte la violazione)
o ha cancellato il ricorso dal ruolo perché lo stato ha riconosciuto la violazione.

Questa precisazione risolve la questione dei fratelli minori: i fratelli minori sono i soggetti che si trovano in
una situazione analoga a quella del ricorrente ma non hanno proposto ricorso alla corte edu; possono
avvalersi di questo rimedio? No, perché la norme sottolinea che i soggetti devono aver proposto il ricorso.

Il ricorrente chiede alla cassazione 3 diverse pronunce e le domande possono essere tra loro cumulative o
alternative.

L’esclusione tra i soggetti legittimati del procuratore generale presso la corte di cassazione è una scelta da
condividere, dovuta al fatto che la riapertura del processo non deve essere intesa come uno strumento per
ripristinare la legalità violata, ma come diritto della persona e quindi deve essere il soggetto direttamente
interessato legittimato ad esperire questo rimedio.

Comma 2:modalità della proposizione  la richiesta contiene l’indicazione specifica delle ragioni che la
giustificano ed è presentata personalmente dall’interessato, o in caso di morte da un suo congiunto, a
mezzo di difensore munito di procura speciale con ricorso depositato presso la cancelleria del giudice che
ha emesso la sentenza o il decreto penale di condanna entro 90 giorni dalla data in cui è è divenuta
definitiva la decisione della corte edu che ha accertato la violazione o dalla data in cui è stata emessa la
decisione che ha disposto la cancellazione del ricorso dal ruolo. Unitamente e con le medesime modalità,
vanno depositati il decreto penale e la sentenza di condanna, la decisione emessa dalla corte edu e gli
eventuali ulteriori atti e documenti che giustificano la richiesta.

La revisione di solito è ammessa in ogni tempo a favore dei condannati, invece qui si prevede il termine di
90 giorni, termine previsto per un bilanciamento dei diritti e degli interessi in gioco perché è vero che il
giudicato di condanna è sempre più flessibile (giudicato allo stato degli atti), però è anche vero che decorso
un certo periodo di tempo poi la quiete sociale non può più essere turbata  principio di affidamento,
esigenza di stabilità e certezza dei rapporti.
Comma 3: le disposizioni di cui al comma 2 primo periodo si osservano a pena di inammissibilità. Queste
disposizioni devono essere integrate con gli ulteriori casi di inammissibilità previsti dall’art. 591 c.p.p.:
inammissibilità dell’impugnazione  in particolare lett. d) rinuncia all’impugnazione. Quando ci può essere
la rinuncia? Probabilmente fino alla fase rescindente.

Comma4:Sulla richiesta la corte decide in camera di consiglio e può disporre la sospensione


dell’esecuzione del provvedimento ex art. 635 c.p.p.

Quando la corte di cassazione deve accogliere la richiesta da parte del condannato o dalla persona
sottoposta alla misura di sicurezza? Quando la violazione accertata dalla corte euroepa ha avuto un
effettivo impatto sulla sentenza o sul decreto penale di condanna pronunciati nei loro confronti e vi sono
diverse decisioni

Quindi è la corte di cassazione a valutare il rilievo dell’incidenza effettivacassazione ha ampia


discrezionalità

Questo accertamento di incidenza effettiva è prodromico alla scelta poi del modello più adatto secondo la
corte a porre fine alla violazione e a recepire la sentenza della corte.

Il giudicato europeo non è un giudicato che impone un obbligo di mezzo, ma di risultato. L’iter per
adeguarsi viene individuato dallo stato e in questo caso dalla corte di cassazione.

1) Se non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto o comunque risulta superfluo il rinvio,la corte
assume i provvedimenti idonei a rimuovere gli effetti pregiudizievoli derivante dalla
violazione,disponendo,ove occorra la revoca della sentenza o del decreto penale di condanna
2) Altrimenti trasmette gli atti al giudice dell’esecuzione o dispone la riapertura del processo nel grado
e nella fase in cui si è verificata la violazione e stabilisce se e in quale parte conservano efficacia gli
atti compiuti nel processo in precedenza svoltasi

La trasmissione degli atti implica per sua natura la revoca della sentenza o del decreto? Qui la norma non lo
dice, però la trasmissione non può che implicare la revoca. In questo momento del processo si dovrà tenere
conto dell’accertamento compiuto dalla corte edu.

La scelta tra questi rimedi dipende molto dal caso concreto ed è rimessa alla cassazione > scelta molto
discrezionale che però poggia su una valutazione già fatta dalla corte edu.

Questo è un rimedio esperibile sia avverso le violazioni di natura sostanziale, che processuale.

Comma 6: la prescrizione riprende il suo corso dalla pronuncia della corte di cassazione che dispone la
riapertura del processo davanti al giudice di primo grado.

Comma 7: quando la riapertura del processo è disposta davanti alla corte di appello, fermo quanto previsto
dall’art. 624 c.p.p., si osservano le disposizioni di cui ai commi 1, 4, 5, 6, 7, art. 344bis c.p.p.
(improcedibilità) e il termine di durata massima del processo decorre dal novantesimo giorno successivo
alla scadenza del termine di cui all’art. 128 c.p.p.

Comma 8: le disposizioni del presente articolo si applicano anche quando la violazione accertata dalla
corte edu riguarda il diritto dell’imputato di partecipare al processo.
L’ultimo comma prevede che l’istituto trovi applicazione in luogo della rescissione anche quando la corte
di Strasburgo ha disposto la rinnovazione del processo,ossia quando ha accertato la violazione del diritto a
partecipare personalmente al procedimento; in tal caso per la verità non sembra esservi spazio per
un’autonoma valutazione da parte della Corte dell’incidenza causale dell’assenza involontaria. In
conclusione si introduce un rimedio polivalente di natura straordinaria che mette ordine in un settore che
seppur governato dal canone di tassatività,aveva visto un intervento di supplenza della magistratura.

Perciò l’art. 629bis c.p.p. ci dice “fuori dei casi di cui all’ art. 628bis c.p.p.”.

Qual è il rapporto tra l’art. 628bis co. 8 c.p.p. e l’art. 629bis c.p.p. ?

Qualcuno ha detto che l’art. 628bis c.p.p. si applica se la violazione del diritto dell’imputato a partecipare al
processo è di natura convenzionale, mentre si applica l’art. 629bis c.p.p. quando la violazione è interna.

In realtà non è così, l’art. 628bis c.p.p. si applica al soggetto che ha subito una violazione in tal genere ma
che l’ha fatta valere in sede europea e la corte edu gli ha dato ragione.

Diverso onere probatorio: molto forte nella rescissione del giudicato, attenuato nell’art. 628bis c.p.p.

Revoca della sentenza ex art. 628bis c.p.p. o art. 629bis c.p.p. > operatività del principio del divieto di
reformatio in peius: la nuova sentenza come deve essere rispetto a quella revocata? Ci sono diverse
interpretazioni: secondo alcuni, non avendo più una sentenza di riferimento (una sentenza che comunque è
stata emanata all’esito di un processo patologico o per assenza che non doveva essere dichiarata o per una
violazione della cedu), non è prevista l’applicazione del principio del divieto di reformatio in peius. Secondo
altri, invece, questi rimedi sono attivati dal condannato, quindi se il soggetto sa che la sua posizione può
peggiorare, non gli conviene esperirli.

Nella sentenza n. 113 del 2011, la corte cost. specifica che vale il principio di divieto di reformatio in peius
in caso di revisione.

Bisogna guardare comunque alla prassi giurisprudenziale, soprattutto riguardo all’art. 628bis c.p.p. che è un
rimedio nuovo.

Disciplina di diritto intertemporale per quanto riguarda l’assenza: ai processi in corso rispetto ai quali sia
stata già pronunciata l’ordinanza che dichiara l’assenza continua ad applicarsi la legge 67 del 2014 con
qualche eccezione > se per es. è stata pronunciata ordinanza di sospensione ai sensi del vecchio art.
420quater c.p.p. e le ricerche non hanno ancora rintracciato l’imputato, si dovrà applicare la nuova
formulazione dell’art. 420quater c.p.p. e quindi si dovrà pronunciare sentenza di non doversi procedere.

Per le impugnazioni presentate avverso le sentenze pronunciate in data successiva all’entrata in vigore
della riforma, già valgono alcune disposizioni introdotte dalla riforma come gli artt. 175, 581 commi 1ter e
1quater c.p.p.

Per l’applicazione del rimedio ex art. 628bis c.p.p. si guarda all’entrata in vigore della disposizione, in
particolare i 90 giorni decorrono da quel momento.

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