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Il giudizio abbreviato e l’applicazione

pena su richiesta – limiti delle


impugnazioni
CORSO BIENNALE DI FORMAZIONE E
AGGIORNAMENTO PROFESSIOANLE
IN MATERIA PENALE
Bolzano, 5 febbraio 2016
Avv. Giuliano Valer
g.valer@tin.it
1
Il patteggiamento è un negozio
processuale tendenzialmente bilaterale tra
imputato e pubblico ministero per
l'applicazione, da parte del giudice, di una
pena non superiore a cinque anni di
reclusione anche congiunti a pena
pecuniaria.

2
Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
1. L'imputato e il pubblico ministero possono
chiedere al giudice l'applicazione, nella specie
e nella misura indicata, di una sanzione
sostitutiva o di una pena pecuniaria, diminuita
fino a un terzo, ovvero di una pena detentiva
quando questa, tenuto conto delle circostanze
e diminuita fino a un terzo, non supera cinque
anni soli o congiunti a pena pecuniaria.

3
Pena base : pena sulla quale operare le
successive riduzioni o aumenti
Circostanze: da applicarsi nel caso in cui il
bilanciamento non porti ad
equivalenza ovvero nei casi di
circostanze privilegiate
Continuazione: eventuali aumenti ai sensi dell’art.
81 c.p. sulla pena base
Rid. per il rito: fino ad 1/3
Eventuale sostituzione; rateizzazione o sospensione
condizionale.
Non menzione ex lege

4
• Cassazione penale, sez. VI, 18/11/2014, n.
48651

• In tema di riti alternativi, è inammissibile la richiesta di


patteggiamento parziale in quanto, essendo tali riti orientati alla
rapida definizione del processo in ordine a tutti i reati contestati, è
incompatibile un'utilizzazione differenziata di questi solo per la
decisione di alcune imputazioni tra quelle contestate, con la
prosecuzione del processo nelle forme ordinarie per le altre
imputazioni o con le definizioni del procedimento secondo distinte
modalità.

5
• Cassazione penale, sez. VI, 15/10/2014, n. 44368

Ai fini della determinazione della pena nella sentenza di patteggiamento,


relativa a più fatti unificati sotto il vincolo della continuazione, è
necessario innanzitutto individuare la violazione più grave, desumibile
dalla pena da irrogare per i singoli reati, tenendo conto della eventuale
applicazione di circostanze aggravanti o attenuanti, dell'eventuale
giudizio di comparazione tra circostanze di segno opposto, e di ogni altro
elemento di valutazione; una volta determinata la pena per il reato base,
la stessa deve essere poi aumentata per la continuazione ed infine ridotta
fino ad un terzo, ai sensi dell'art. 444, comma 1, c.p.p. (In applicazione
di tali principi, la S.C. ha annullato senza rinvio la sentenza di
patteggiamento in cui l'aumento per la continuazione aveva preceduto la
riduzione relativa alla concessione delle attenuanti generiche).

6
Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
 1‐bis. Sono esclusi dall'applicazione del comma 1 i procedimenti per
i delitti di cui all'articolo 51, commi 3‐bis e 3‐quater, i procedimenti
per i delitti di cui agli articoli 600‐bis, 600‐ter, primo, secondo, terzo e
quinto comma, 600‐quater, secondo comma, 600‐quater.1,
relativamente alla condotta di produzione o commercio di materiale
pornografico, 600‐quinquies, nonché 609‐bis, 609‐ter, 609‐quater e
609‐octies del codice penale, nonché quelli contro coloro che siano
stati dichiarati delinquenti abituali, professionali e per tendenza, o
recidivi ai sensi dell'articolo 99, quarto comma, del codice penale,
qualora la pena superi due anni soli o congiunti a pena pecuniaria.
 1-ter. Nei procedimenti per i delitti previsti dagli articoli 314, 317,
318, 319, 319-ter, 319-quater e 322-bis del codice penale,
l'ammissibilità della richiesta di cui al comma 1 è subordinata alla
restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato.

7
delitti, consumati o tentati

reati associativi

reati con finalità di terrorismo

Pornografia minorile

Turismo sessuale

Violenza sessuale variamente aggravata

8
• delinquenti abituali,
• professionali,
• per tendenza,
• recidivi ai sensi dell'articolo 99, quarto
comma, del codice penale

9
• Reati tributari: per i delitti previsti dal d.lgs. n. 74/2000 ,
l’applicazione della pena ai sensi dell’art. 444 c.p.p. (patteggiamento) può
essere chiesta dalle parti solo qualora ricorra la circostanza attenuante
prevista dall’art. 13, commi 1 e 2, cioè soltanto nell’ipotesi di estinzione,
mediante pagamento, dei debiti tributari relativi ai fatti costitutivi dei delitti;

• Reati patrimoniali contro la P.A.

10
• Cassazione penale, sez. un., 27/05/2010, n. 35738

Ai fini dell'interdizione al cosiddetto "patteggiamento allargato" nei confronti di


coloro che siano stati dichiarati recidivi ai sensi dell'art. 99 comma 4 c.p., non
occorre una pregressa dichiarazione giudiziale della recidiva che, al pari di ogni
altra circostanza aggravante, non viene "dichiarata", ma può solo essere
ritenuta e applicata ai reati in relazione ai quali è contestata. (In motivazione,
la Corte ha chiarito che la testuale disposizione dall'art. 444 comma 1 bis
c.p.p., la quale fa riferimento a "coloro che siano stati dichiarati recidivi", è
tecnicamente imprecisa ed è stata utilizzata dal legislatore per motivi di
uniformità lessicale, in quanto riferita anche ad altre situazioni soggettive che,
attributive di specifici "status", come quelli di delinquente abituale, professionale
e per tendenza, richiedono un'apposita dichiarazione espressamente prevista e
disciplinata dalla legge).

11
• Cassazione penale, sez. III, 07/10/2014, n. 49204

È inammissibile il ricorso per cassazione proposto avverso la


sentenza che, su richiesta delle parti, abbia applicato la pena della
reclusione in misura superiore a due anni in ordine ad un reato
(nella specie, violenza sessuale nei confronti di una minore
infraquattordicenne) per il quale l'art. 444, comma 1 bis, c.p.p.
esclude il cd. patteggiamento "allargato", qualora l'imputato ometta
di indicare nell'atto di impugnazione la ricorrenza di uno specifico e
concreto interesse ad ottenere l'annullamento della sentenza
patteggiata.

12
Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
 2. Se vi è il consenso anche della parte che non ha formulato la richiesta e
non deve essere pronunciata sentenza di proscioglimento a norma
dell'articolo 129, il giudice, sulla base degli atti, se ritiene corrette la
qualificazione giuridica del fatto, l'applicazione e la comparazione delle
circostanze prospettate dalle parti, nonché congrua la pena indicata, ne
dispone con sentenza l'applicazione enunciando nel dispositivo che vi è
stata la richiesta delle parti. Se vi è costituzione di parte civile, il giudice
non decide sulla relativa domanda; l'imputato è tuttavia condannato al
pagamento delle spese sostenute dalla parte civile, salvo che ricorrano
giusti motivi per la compensazione totale o parziale. Non si applica la
disposizione dell'articolo 75, comma 3.
 3. La parte, nel formulare la richiesta, può subordinarne l'efficacia, alla
concessione della sospensione condizionale della pena. In questo caso il
giudice, se ritiene che la sospensione condizionale non può essere
concessa, rigetta la richiesta.

13
• Non le compete il risarcimento del danno.

• Ha diritto alle spese di costituzione.

• Non rileva nel patteggiamento in indagini.

• Può interloquire sul negozio.

14
• Cassazione penale, sez. V, 19/09/2014, n. 48375

• In tema di patteggiamento, è legittimo il provvedimento del giudice


che, nell'applicare la pena richiesta e condannare l'imputato al
pagamento delle spese processuali in favore della parte civile,
liquida un compenso professionale in favore di questa anche per la
fase decisoria, a nulla rilevando che il difensore, pur presente in
udienza, non abbia svolto attività specifica.

15
• Cassazione penale, sez. VI, 24/05/2011, n. 22512

• Non è ammessa la costituzione di parte civile nell'udienza fissata


per la richiesta di applicazione della pena, presentata a seguito
della emissione del decreto di giudizio immediato a norma dell'art.
456, comma 2, c.p.p., ed è pertanto illegittima la condanna
dell'imputato al pagamento delle spese sostenute dal danneggiato
dal reato la cui costituzione sia stata ammessa dal giudice
nonostante tale divieto.

16
• Cassazione penale, sez. un., 27/11/2008, n. 47803

• Nell'udienza fissata a seguito della richiesta di applicazione della pena


presentata nel corso delle indagini preliminare non è consentita la
costituzione di parte civile ed è pertanto illegittima la condanna
dell'imputato al pagamento delle spese sostenute dal danneggiato dal
reato la cui costituzione sia stata ammessa dal giudice nonostante tale
divieto. (In motivazione la Corte ha affermato che lo stesso principio
deve ritenersi operante, data l'identità di ratio, anche in relazione alle
udienze fissate per l'applicazione della pena richiesta con l'opposizione
a decreto penale o a seguito di decreto di giudizio immediato).

17
Art. 445.
Effetti dell'applicazione della pena su richiesta.
 1. La sentenza prevista dall'articolo 444, comma 2, quando la
pena irrogata non superi i due anni di pena detentiva soli o
congiunti a pena pecuniaria, non comporta la condanna al
pagamento delle spese del procedimento né l'applicazione di
pene accessorie e di misure di sicurezza, fatta eccezione della
confisca nei casi previsti dall'articolo 240 del codice penale.
 1-bis. Salvo quanto previsto dall'articolo 653, la sentenza
prevista dall'articolo 444, comma 2, anche quando è
pronunciata dopo la chiusura del dibattimento, non ha
efficacia nei giudizi civili o amministrativi . Salve diverse
disposizioni di legge, la sentenza è equiparata a una
pronuncia di condanna.

18
• Riduzione fino ad un terzo
• Inefficacia nei giudizi civili ed amministrativi di
danno (ma non in quelli disciplinari);
• Esenzione dal pagamento delle spese processuali
(salvo maior)
• Inapplicabilità di pene accessorie (salvo maior).
• Inapplicabilità delle misure di sicurezza, salvo
confisca (salvo maior)
• Non menzione nel certificato del casellario
richiesto da privati.
• Estinzione reato per effetto del decorso del tempo
(salvo maior)

19
• Cassazione penale, sez. III, 19/04/2012, n. 19103

• In caso di patteggiamento, le spese relative al mantenimento in carcere dell'imputato


devono essere poste a suo carico a prescindere dalla durata della sanzione
concordata, non rientrando in senso stretto nella categoria delle spese del
procedimento.

• Cassazione penale, sez. V, 01/10/2014, n. 6787

• In tema di patteggiamento, la previsione di cui all'art. 445 c.p.p., per la quale


l'applicazione di una pena non superiore a due anni di reclusione (sola o congiunta
con pena pecuniaria) non comporta la condanna al pagamento delle spese
processuali, si estende anche alle spese di mantenimento in carcere durante la
custodia cautelare.

20
Art. 445.
Effetti dell'applicazione della pena su richiesta.
 2. Il reato è estinto, ove sia stata irrogata una pena detentiva
non superiore a due anni soli o congiunti a pena pecuniaria,
se nel termine di cinque anni, quando la sentenza concerne
un delitto, ovvero di due anni, quando la sentenza concerne
una contravvenzione, l'imputato non commette un delitto
ovvero una contravvenzione della stessa indole. In questo
caso si estingue ogni effetto penale, e se è stata applicata una
pena pecuniaria o una sanzione sostitutiva, l'applicazione non
è comunque di ostacolo alla concessione di una successiva
sospensione condizionale della pena.

21
• Estinzione del reato per decorso del tempo e
contestuale non non commssione di un delitto
ovvero una contravvenzione della stessa indole.

• Distinzione fra estinzione per ragioni processuali


ed estinzione per ragioni sostanziali.

22
• Cassazione penale, sez. III, 12/12/2012, n. 7067

• In tema di patteggiamento, la declaratoria di estinzione del reato


conseguente al decorso dei termini e al verificarsi delle condizioni
previste dall'art. 445 c.p.p. comporta l'esclusione degli effetti
penali anche ai fini della recidiva.

23
• Cassazione penale, sez. I, 05/06/2014, n. 30011

• L'estinzione del reato oggetto di sentenza di patteggiamento, a


norma dell'art. 445, comma 2, c.p.p., è sempre impedita dalla
successiva commissione di un delitto nei termini in esso indicati,
poiché il requisito della "stessa indole" che deve caratterizzare il
nuovo reato al fine di precludere a questo la produzione dell'effetto
estintivo in relazione al primo è riferito alle sole contravvenzioni e
non anche ai delitti.

24
Art. 446.
Richiesta di applicazione della pena e consenso.
 1. Le parti possono formulare la richiesta prevista
dall'articolo 444, comma 1, fino alla presentazione
delle conclusioni di cui agli articoli 421, comma 3, e
422, comma 3, e fino alla dichiarazione di apertura del
dibattimento di primo grado nel giudizio direttissimo.
Se è stato notificato il decreto di giudizio immediato, la
richiesta è formulata entro il termine e con le forme
stabilite dall'articolo 458, comma 1.
 2. La richiesta e il consenso nell'udienza sono formulati
oralmente; negli altri casi sono formulati con atto
scritto.

25
La procura speciale può contenere dettagli che
impongono al difensore limiti operativi

26
• Cassazione penale, sez. V, 07/09/2015, n. 37262

• La richiesta di applicazione della pena è atto dispositivo personalissimo


dell'imputato, come tale rivestito di particolari formalità, sicché non è
consentito al procuratore speciale dell'imputato di travalicare i limiti del
mandato ricevuto né in relazione alla pena, ove predeterminata, nè con
riguardo alle condizioni cui la richiesta sia stata subordinata; ne deriva che
la ratifica di un concordato affetto dalla violazione dei suddetti limiti
determina la nullità della sentenza. (In applicazione del principio, la S.C.
ha annullato una sentenza di patteggiamento ad una pena, non sospesa
condizionalmente, che il P.M. aveva concordato con il difensore e procuratore
speciale dell'imputato, nonostante quest'ultimo avesse espressamente
condizionato la procura alla concessione del predetto beneficio).

27
Art. 446.

Richiesta di applicazione della pena e consenso.
 3. La volontà dell'imputato è espressa personalmente o a
mezzo di procuratore speciale e la sottoscrizione è autenticata
nelle forme previste dall'articolo 583 comma 3.
 4. Il consenso sulla richiesta può essere dato entro i termini
previsti dal comma 1, anche se in precedenza era stato
negato.
 5. Il giudice, se ritiene opportuno verificare la volontarietà della
richiesta o del consenso, dispone la comparizione
dell'imputato.
 6. Il pubblico ministero, in caso di dissenso, deve, enunciarne
le ragioni.

28
• - Il dissenso del P.M.

• - La revoca del consenso

• - la definitiva formazione del negozio

29
• Cassazione penale, sez. IV, 08/04/2015, n.
15231

• In tema di patteggiamento, il consenso prestato alla richiesta di


applicazione della pena è sempre revocabile qualora, dopo la
stipulazione del patto e prima della pronuncia della sentenza ex
art. 444 c.p.p. sopravvenga una legge più favorevole.

30
• Cassazione penale, sez. V, 28/04/1998, n. 6244
• Nella ipotesi in cui il giudice di primo grado, ritenendo giustificato il
dissenso del p.m. su una richiesta di patteggiamento proposta
dall'imputato, abbia pronunciato sentenza di condanna avverso la
quale l'imputato abbia interposto impugnazione denunciando, con i
motivi principali, la violazione dell'art. 521 c.p.p. e la insussistenza di
prove sulla responsabilità e solo subordinatamente la eccessività della
pena e la congruità di quella oggetto della proposta, il giudice di appello
non può automaticamente decidere per l'accoglimento di questa ultima
doglianza senza avere preliminarmente preso in esame la fondatezza
dei motivi principali, non potendo attribuirsi alla richiesta di
patteggiamento natura di ammissione di colpevolezza.

31
• Cassazione penale, sez. II, 17/04/1997, n. 2845

• È inammissibile la revoca unilaterale della proposta di applicazione


della pena patteggiata dopo che sulla stessa sia intervenuto il consenso
della parte pubblica, e ciò in quanto, allorché una delle parti abbia
aderito alla richiesta formulata dall'altra, il procedimento speciale si
avvia verso l'epilogo anticipato che non ne consente più la regressione.
(Nella specie la Corte ha ritenuto legittima la sentenza di applicazione
della pena a richiesta delle parti pronunciata dal giudice nonostante
l'imputato, prima della lettura del dispositivo, avesse presentato
dichiarazione di revoca di detta richiesta affermando di non aver ben
compreso l'istituto del patteggiamento).

32
Art. 447.
Richiesta di applicazione della pena nel corso delle indagini preliminari.
 1. Nel corso delle indagini preliminari, il giudice, se è presentata una
richiesta congiunta o una richiesta con il consenso scritto dell'altra parte,
fissa, con decreto in calce alla richiesta, l'udienza per la decisione,
assegnando, se necessario, un termine al richiedente per la notificazione
all'altra parte. Almeno tre giorni prima dell'udienza il fascicolo del pubblico
ministero è depositato nella cancelleria del giudice.
 2. Nell'udienza il pubblico ministero e il difensore sono sentiti se compaiono.
 3. Se la richiesta è presentata da una parte, il giudice fissa con decreto un
termine all'altra parte per esprimere il consenso o il dissenso e dispone che
la richiesta e il decreto siano notificati a cura del richiedente. Prima della
scadenza del termine non è consentita la revoca o la modifica della richiesta
e in caso di consenso si procede a norma del comma 1.

33
Art. 448.
Provvedimenti del giudice.
 1. Nell'udienza prevista dall'articolo 447, nell'udienza preliminare, nel
giudizio direttissimo e nel giudizio immediato, il giudice, se ricorrono le
condizioni per accogliere la richiesta prevista dall'articolo 444, comma 1,
pronuncia immediatamente sentenza. Nel caso di dissenso da parte del
pubblico ministero o di rigetto della richiesta da parte del giudice per le
indagini preliminari, l'imputato, prima della dichiarazione di apertura del
dibattimento di primo grado, può rinnovare la richiesta e il giudice, se la
ritiene fondata, pronuncia immediatamente sentenza. La richiesta non è
ulteriormente rinnovabile dinanzi ad altro giudice. Nello stesso modo il
giudice provvede dopo la chiusura del dibattimento di primo grado o nel
giudizio di impugnazione quando ritiene ingiustificato il dissenso del pubblico
ministero o il rigetto della richiesta .
 2. In caso di dissenso, il pubblico ministero può proporre appello; negli altri
casi la sentenza è inappellabile.
 3. Quando la sentenza è pronunciata nel giudizio di impugnazione, il giudice
decide sull'azione civile a norma dell'articolo 578.

34
• Mezzo di impugnazione: ricorso per cassazione
(111 Cost., salvo 448 co. 2 e 3 c.p.p.).

• Legittimazione: P.M. – P.G. – Imp. e dif. – P.C.

• Termini: ordinari salvo pronuncia in camera di


consiglio.

• Giudizio di impugnazione: camerale non


partecipato

35
• Cassazione penale, sez. VI, 12/03/2013, n.
28427

• In tema di patteggiamento, l'accordo delle parti sulla pena non


può essere oggetto di recesso ed è, pertanto, inammissibile
l'impugnazione del procuratore generale fondata su censure che si
risolvono in un recesso dall'accordo, non potendosi riconoscere ad
altro ufficio del p.m., nonostante la sovra ordinazione gerarchica e
la titolarità di un autonomo potere di impugnazione, un potere
che non spetta alle parti. (ad es. recidiva – attenuanti –
aggravanti)

36
• Cassazione penale, sez. V, 13/10/2014, n.
48731

• In tema di patteggiamento, il giudice, nell'applicare la pena su


richiesta delle parti, deve provvedere a condannare l'imputato al
pagamento delle spese processuali a favore della parte civile (salvo
che ne disponga per giusti motivi la compensazione totale o
parziale), anche senza l'esplicita richiesta di questa, liquidandole,
in assenza della nota spese di cui all'art. 153 disp. att. c.p.p., con
riferimento alla tariffa professionale vigente

37
• Cassazione penale, sez. IV, 18/04/2013, n.
31395

• Il termine per l'impugnazione della sentenza di patteggiamento


emessa ai sensi dell'art. 448 comma 1 c.p.p. è di quindici giorni,
anche se il giudice abbia formulato irrituale riserva di motivazione
dilazionata.

38
Cassazione penale, sez. IV, 21/12/2011, n. 6387

• La sentenza di patteggiamento può ritenersi dibattimentale solo quando il


giudice applichi la pena richiesta solo all'esito del dibattimento (cfr. art. 448
c.p.p.), mentre, in tutti gli altri casi, la sentenza deve ritenersi emessa in
camera di consiglio, con la conseguenza che, in tali casi, per l'impugnazione
trova applicazione il termine di quindici giorni di cui all'art. 585, comma 1,
lett. a), c.p.p. (Da queste premesse, nella specie, la Corte ha ritenuto
inammissibile per tardività, perché proposta quando era spirato il termine di
quindici giorni dalla comunicazione dell'avviso di deposito del provvedimento,
l'impugnazione del procuratore generale avverso una sentenza di
patteggiamento emessa in camera di consiglio).

39
• Cassazione penale, sez. un., 12/10/1993

• Il ricorso per cassazione avverso sentenze di applicazione della


pena su richiesta delle parti va deciso con il procedimento in
camera di consiglio, giusto il disposto dell'art. 611 c.p.p., quando
si tratti di sentenze non emesse nel dibattimento, ed invece in
pubblica udienza nel caso di sentenze emesse dopo la chiusura del
dibattimento di primo grado o nel giudizio di impugnazione, nelle
ipotesi in cui il giudice abbia ritenuto ingiustificato il dissenso del
pubblico ministero.

40
• Interesse: deduzione specifica sul punto
• Pena illegale: irrilevanti i conteggi interni
• Inv. processuali: nullità attinenti il negozio
• Viol. dell’accordo: difformità dalla richiesta
• Motivazione:

41
• Cassazione penale, sez. III, 09/07/2008, n.
38401

• L'ammissibilità del ricorso per cassazione dell'imputato contro la


sentenza che, su richiesta delle parti, abbia applicato la pena della
reclusione superiore a due anni in ordine ad un reato per il quale
la legge esclude il cosiddetto patteggiamento "allargato" è
condizionata alla ricorrenza di un interesse concreto e certo ad
ottenere l'annullamento della sentenza patteggiata.

42
• Cassazione penale, sez. V, 19/02/2015, n.
13589

• Deve essere annullata senza rinvio la sentenza di patteggiamento


che applica una pena illegale. (Fattispecie in cui la sentenza
impugnata, emessa dal G.i.p. del Tribunale in relazione al reato
di lesioni personali lievi, di competenza del giudice di pace, aveva
applicato la pena illegale della reclusione).

43
• Cassazione penale, sez. IV, 29/05/2014, n.
28198

• In tema di patteggiamento, una volta che l'accordo tra l'imputato


ed il pubblico ministero è stato ratificato dal giudice con la
sentenza, il ricorso per cassazione è proponibile solo nel caso di
pena illegale o per questioni inerenti all'applicazione delle cause di
non punibilità di cui all'art. 129, comma primo, cod. proc. pen.

44
• Cassazione penale, sez. fer., 27/08/2015, n.
36897

• L'applicazione concordata della pena postula la rinunzia a far


valere qualunque eccezione di nullità, anche assoluta, diversa da
quelle attinenti alla richiesta di patteggiamento ed al consenso ad
essa prestato.

45
• Cassazione penale, sez. III, 07/01/2015, n. 14590

• In tema di patteggiamento l'imputato è legittimato a revocare il


consenso precedentemente rilasciato tramite procura speciale rilasciata
al proprio avvocato fino al momento in cui si perfeziona l'accordo. Ove
l'anticipazione dell'udienza preliminare non sia stata comunicata
all'imputato, privandolo dunque della possibilità di scegliere come
articolare la propria strategia difensiva, è ravvisabile una lesione del
diritto di difesa con conseguente nullità assoluta ex art. 179 c.p.p...

46
• Cassazione penale, sez. V, 18/03/2011, n.
15079

• In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, il


giudice non può sostituire di ufficio la pena detentiva con le
sanzioni sostitutive, in assenza di una esplicita richiesta delle
parti, poiché altrimenti la decisione del giudice sarebbe difforme
dalla richiesta. (Nella specie, in sede di patteggiamento, aveva
convertito la pena detentiva in quella pecuniaria della multa e
concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena).

47
• Cassazione penale, sez. V, 11/03/2015, n. 32678

• Anche nel procedimento di applicazione della pena su richiesta delle


parti, la confisca per equivalente non può essere applicata sulla base
della motivazione sintetica tipica del rito, sicché il giudice, nel disporre
la misura ablatoria, deve specificamente esplicitare le ragioni per cui
ritiene sussistenti i presupposti per adottarla e non attendibili le
giustificazioni eventualmente addotte sull'esistenza di una sproporzione
tra i valori sequestrati e il profitto del reato per cui è stato apposto il
vincolo cautelare.

48
• Cassazione penale, sez. VI, 02/04/2012, n.
25192

• È affetto da vizio di motivazione il provvedimento con cui il


giudice, in sede di accoglimento della richiesta di patteggiamento,
liquida le spese processuali in favore della parte civile senza
specificazione alcuna delle voci che concorrono a formare l'importo
complessivo liquidato e dei criteri di valutazione seguiti.

49
Giudizio premiale allo stato degli atti ad
imputazione immutabile (salva integrazione
probatoria officiosa o condizionatamente
richiesta dall’imputato).

50
Art. 438.

Presupposti del giudizio abbreviato.
 1. L'imputato può chiedere che il processo sia definito
all'udienza preliminare allo stato degli atti, salve le disposizioni
di cui al comma 5 del presente articolo e all'articolo 441,
comma 5.
 2. La richiesta può essere proposta, oralmente o per iscritto,
fino a che non siano formulate le conclusioni a norma degli
articoli 421 e 422.
 3. La volontà dell'imputato è espressa personalmente o per
mezzo di procuratore speciale e la sottoscrizione è autenticata
nelle forme previste dall'articolo 583, comma 3.
 4. Sulla richiesta il giudice provvede con ordinanza con la
quale dispone il giudizio abbreviato.

51
• Richiesta orale o scritta
• Atto personalissimo
• Procura speciale
• Immutazione dell’imputazione
• Completezza delle indagini
• Le invalidità eccepibili: nullità assolute;
inutilizzabilità patologiche e incompentenza

52
• Cassazione penale, sez. un., 27/03/2014, n.
20214

• Nell'udienza preliminare la richiesta di giudizio abbreviato può


essere presentata dopo la formulazione delle conclusioni da parte
del p.m. e deve essere formulata da ciascun imputato al più tardi
nel momento in cui il proprio difensore formula le proprie
conclusioni definitive.

53
• Cassazione penale, sez. IV, 07/06/2012, n. 34151

• La celebrazione del giudizio di primo grado con il rito abbreviato,


malgrado la carenza di consenso dell'imputato, non comparso, ed in
assenza della procura speciale di cui all'art. 438 comma 3 c.p.p.,
configura una causa di nullità del procedimento, che se pur assoluta,
per la riduzione delle garanzie della difesa derivanti dalla scelta del
rito speciale, è di ordine generale, non rientrando nelle ipotesi di cui
all'art. 179 c.p.p. Ne consegue che la relativa eccezione deve essere
formulata ai sensi dell'art. 180 c.p.p. nei motivi di appello o comunque
essere rilevata, anche d'ufficio, nel corso del giudizio di secondo grado,
verificandosi altrimenti la preclusione prevista dalla succitata
disposizione.

54
• Cassazione penale, sez. III, 13/05/2014, n. 40209
• In tema di intercettazioni, la situazione di obiettiva incertezza sul luogo di
effettivo svolgimento delle operazioni di registrazione, nonché sugli impianti
concretamente utilizzati, integra gli estremi della inutilizzabilità patologica
deducibile dall'imputato nel giudizio abbreviato. (Fattispecie in cui la Corte
ha ritenuto inutilizzabili intercettazioni in relazione alle quali risultava la
mancanza dei verbali di inizio delle operazioni ed il contrasto tra i verbali di
chiusura delle medesime operazioni, nei quali si dava atto della avvenuta
registrazione delle conversazioni presso la caserma dei Carabinieri, e la
certificazione del funzionario responsabile nella quale si attestava che le
attività di captazione erano state eseguite presso la Procura della
Repubblica).

55
• Cassazione penale, sez. IV, 05/07/2006, n.
30096

• La richiesta di giudizio abbreviato deve essere effettuata con


riferimento alla totalità degli addebiti, non essendo consentita una
richiesta parziale, perché in tal modo il processo non sarebbe
definito nella sua interezza, restando così ingiustificato l'effetto
premiale derivante dal rito speciale, previsto dal legislatore per
evitare la fase dibattimentale per ciascun processo e non per
ciascun reato.

56
• Cassazione penale, sez. IV, 05/07/2006, n.
30096

• La richiesta di giudizio abbreviato deve essere effettuata con


riferimento alla totalità degli addebiti, non essendo consentita una
richiesta parziale, perché in tal modo il processo non sarebbe
definito nella sua interezza, restando così ingiustificato l'effetto
premiale derivante dal rito speciale, previsto dal legislatore per
evitare la fase dibattimentale per ciascun processo e non per
ciascun reato.

57
• Cassazione penale, sez. VI, 09/04/2015, n. 17661

• È abnorme, ed è quindi ricorribile per cassazione, l'ordinanza con la


quale il Gup accoglie solo in parte la richiesta di integrazione
probatoria posta quale condizione dell'istanza di rito abbreviato,
potendo il giudice solo accogliere o respingere l'istanza negli esatti
termini nei quali è formulata, sulla scorta delle valutazioni indicate
nell'art. 438, quinto comma, cod. proc. pen., mentre una diversa
decisione rispetto a tale alternativa incide in maniera impropria ed
irreversibile sulle strategie difensive.

58
• Cassazione penale, sez. VI, 05/02/2014, n.
8652

• In tema di giudizio abbreviato non preceduto da udienza


preliminare, l'eccezione di incompetenza territoriale è proponibile
"in limine", ovvero subito dopo compiuto per la prima volta
l'accertamento della costituzione delle parti.

59
• Cassazione penale, sez. VI, 09/04/2015, n. 17661

• Èabnorme, ed è quindi ricorribile per cassazione, l'ordinanza con la


quale il Gup accoglie solo in parte la richiesta di integrazione
probatoria posta quale condizione dell'istanza di rito abbreviato,
potendo il giudice solo accogliere o respingere l'istanza negli esatti
termini nei quali è formulata, sulla scorta delle valutazioni indicate
nell'art. 438, quinto comma, cod. proc. pen., mentre una diversa
decisione rispetto a tale alternativa incide in maniera impropria ed
irreversibile sulle strategie difensive.

60
Art. 438.

Presupposti del giudizio abbreviato.
 5. L'imputato, ferma restando la utilizzabilità ai fini della prova
degli atti indicati nell'articolo 442, comma 1-bis, può
subordinare la richiesta ad una integrazione probatoria
necessaria ai fini della decisione. Il giudice dispone il giudizio
abbreviato se l'integrazione probatoria richiesta risulta
necessaria ai fini della decisione e compatibile con le finalità di
economia processuale proprie del procedimento, tenuto conto
degli atti già acquisiti ed utilizzabili. In tal caso il pubblico
ministero può chiedere l'ammissione di prova contraria. Resta
salva l'applicabilità dell'articolo 423.
 6. In caso di rigetto ai sensi del comma 5, la richiesta può
essere riproposta fino al termine previsto dal comma 2.

61
 Limiti alla riforma in pejus;
 Rapporto fra s.i.t. e prova testimoniale;
 Rigetto del condizionamento;
 Ruolo della parte civile;
 Immutabilità de giudice

62
• Cassazione penale, sez. VI, 23/06/2015, n. 35799

• Per riformare “in pejus” una sentenza assolutoria emessa all'esito di


giudizio abbreviato condizionato, il giudice di appello è obbligato – in
base all'art. 6 Cedu, così come interpretato dalla sentenza della Corte
europea dei diritti dell'uomo del 5 luglio 2011, nel caso Dan c.
Moldavia – a rinnovare l'istruzione dibattimentale quando intende
operare un diverso apprezzamento dell'attendibilità di una prova orale
acquisita dal primo giudice in sede di integrazione probatoria

63
 Cassazione penale, sez. III, 24/02/2015, n.
11658

• In tema di giudizio abbreviato condizionato, le dichiarazioni rese


in udienza da una persona già sentita in fase di indagini non sono
di per se stesse dotate di valore probatorio privilegiato e preminente
rispetto a quelle fornite alle Autorità inquirenti, stante il carattere
integrativo e non sostitutivo che l'art. 438, comma quinto, cod.
proc. pen., attribuisce all'attività istruttoria nel contraddittorio
delle parti.

64
Cassazione penale, sez. II, 17/10/2014, n. 47409

• Il sindacato del giudice del dibattimento sulla ordinanza di reiezione del rito
abbreviato condizionato impone che l'istanza sia proposta esattamente negli
stessi termini in cui era stata originariamente avanzata, non essendo
consentito modificare in alcun modo la condizione, neanche al fine di renderla
meno gravosa. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto preclusa la possibilità
di trasformare la richiesta da condizionata ad incondizionata, tale dovendosi
qualificare la reiterata richiesta subordinata alla acquisizione dei risultati di
incidenti probatori, in corso di svolgimento innanzi al g.i.p., destinati
naturalmente a far parte del compendio probatorio)..

65
Cassazione penale, sez. II, 17/10/2014, n. 47409

• Il sindacato del giudice del dibattimento sulla ordinanza di reiezione del rito
abbreviato condizionato impone che l'istanza sia proposta esattamente negli
stessi termini in cui era stata originariamente avanzata, non essendo
consentito modificare in alcun modo la condizione, neanche al fine di renderla
meno gravosa. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto preclusa la possibilità
di trasformare la richiesta da condizionata ad incondizionata, tale dovendosi
qualificare la reiterata richiesta subordinata alla acquisizione dei risultati di
incidenti probatori, in corso di svolgimento innanzi al g.i.p., destinati
naturalmente a far parte del compendio probatorio)..

66
Cassazione penale, sez. II, 10/11/2004, n. 320

• È abnorme il provvedimento del giudice dell'udienza preliminare


che accoglie la richiesta di giudizio abbreviato condizionato
presentata dall'imputato e nel contempo ammette l'esame dei
testimoni indicati dalla parte civile, in quanto la parte offesa,
secondo quanto previsto dall'art. 441 comma 4 c.p.p., ha solo la
facoltà di accettare o meno il rito abbreviato, ma non quella di
formulare istanze probatorie.

67
Art. 441.
Svolgimento del giudizio abbreviato.
 1. Nel giudizio abbreviato si osservano, in quanto applicabili,
le disposizioni previste per l'udienza preliminare, fatta
eccezione per quelle di cui agli articoli 422 e 423.
 2. La costituzione di parte civile, intervenuta dopo la
conoscenza dell'ordinanza che dispone il giudizio abbreviato,
equivale ad accettazione del rito abbreviato.
 3. Il giudizio abbreviato si svolge in camera di consiglio; il
giudice dispone che il giudizio si svolga in pubblica udienza
quando ne fanno richiesta tutti gli imputati.
 4. Se la parte civile non accetta il rito abbreviato non si applica
la disposizione di cui all'articolo 75, comma 3.

68
Art. 441.
Svolgimento del giudizio abbreviato.
 5. Quando il giudice ritiene di non poter
decidere allo stato degli atti assume, anche
d'ufficio, gli elementi necessari ai fini della
decisione. Resta salva in tale caso
l'applicabilità dell'articolo 423.
 6. All'assunzione delle prove di cui al comma
5 del presente articolo e all'articolo 438,
comma 5, si procede nelle forme previste
dall'articolo 422, commi 2, 3 e 4.
69
Art. 441-bis.
Provvedimenti del giudice a seguito di nuove contestazioni
sul giudizio abbreviato.
 1. Se, nei casi disciplinati dagli articoli 438, comma 5, e 441,
comma 5, il pubblico ministero procede alle contestazioni
previste dall'articolo 423, comma 1, l'imputato può chiedere
che il procedimento prosegua nelle forme ordinarie.
 2. La volontà dell'imputato è espressa nelle forme previste
dall'articolo 438, comma 3.
 3. Il giudice, su istanza dell'imputato o del difensore, assegna
un termine non superiore a dieci giorni, per la formulazione
della richiesta di cui ai commi 1 e 2 ovvero per l'integrazione
della difesa, e sospende il giudizio per il tempo
corrispondente.

70
Cassazione penale, sez. I, 12/02/2013, n. 9400

• In tema di giudizio abbreviato, nella ipotesi di integrazione


probatoria officiosa, la facoltà del pubblico ministero di effettuare
nuova contestazione della recidiva è limitata alle nuove
acquisizioni e non può, pertanto, basarsi su dati preesistenti alla
integrazione promossa dal giudice.

71
Art. 441-bis.
Provvedimenti del giudice a seguito di nuove contestazioni sul
giudizio abbreviato.
 4. Se l'imputato chiede che il procedimento prosegua nelle forme
ordinarie, il giudice revoca l'ordinanza con cui era stato disposto il
giudizio abbreviato e fissa l'udienza preliminare o la sua eventuale
prosecuzione. Gli atti compiuti ai sensi degli articoli 438, comma 5, e
441, comma 5, hanno la stessa efficacia degli atti compiuti ai sensi
dell'articolo 422. La richiesta di giudizio abbreviato non può essere
riproposta. Si applicano le disposizioni dell'articolo 303, comma 2.
 5. Se il procedimento prosegue nelle forme del giudizio abbreviato,
l'imputato può chiedere l'ammissione di nuove prove, in relazione
alle contestazioni ai sensi dell'articolo 423, anche oltre i limiti previsti
dall'articolo 438, comma 5, ed il pubblico ministero può chiedere
l'ammissione di prova contraria.

72
Cassazione penale, sez. VI, 08/05/2013, n. 22480

• La richiesta di giudizio abbreviato è revocabile fino al


provvedimento del giudice che lo dispone. È quindi abnorme
l'ordinanza con cui egli revoca l'ammissione al rito abbreviato, se
pronunciata al di fuori delle eccezionali ipotesi di cui all'art. 441
bis c.p.p.

73
Cassazione penale, sez. VI, 08/05/2013, n. 22480

• La richiesta di giudizio abbreviato è revocabile fino al


provvedimento del giudice che lo dispone. È quindi abnorme
l'ordinanza con cui egli revoca l'ammissione al rito abbreviato, se
pronunciata al di fuori delle eccezionali ipotesi di cui all'art. 441
bis c.p.p.

74
Art. 442.
Decisione.
 1. Terminata la discussione, il giudice provvede a norma degli articoli
529 e seguenti.
 1-bis. Ai fini della deliberazione il giudice utilizza gli atti contenuti nel
fascicolo di cui all'articolo 416, comma 2, la documentazione di cui
all'articolo 419, comma 3, e le prove assunte nell'udienza.
 2. In caso di condanna, la pena che il giudice determina tenendo
conto di tutte le circostanze è diminuita di un terzo. Alla pena
dell'ergastolo è sostituita quella della reclusione di anni trenta. Alla
pena dell'ergastolo con isolamento diurno, nei casi di concorso di
reati e di reato continuato, è sostituita quella dell'ergastolo.
 3. La sentenza è notificata all'imputato che non sia comparso.
 4. Si applica la disposizione dell'articolo 426 comma 2.

75
Cassazione penale, sez. III, 27/03/2015, n. 29286

• In tema di giudizio abbreviato in grado di appello, l'imputato non


comparso nel procedimento in camera di consiglio ha diritto alla
notificazione dell'avviso di deposito del provvedimento che definisce
il giudizio, ai sensi dell'art. 128 cod. proc. pen., anche se dello
stesso è stata data lettura in udienza, sicchè il termine per
proporre impugnazione decorre solo dalla data della notificazione
e non già da quella in cui sia avvenuta la pubblicazione della
sentenza.

76
Cassazione penale, sez. V, 10/02/2015, n. 31655

• In tema di giudizio abbreviato, non può applicarsi la diminuzione


per il rito qualora il reato ritenuto in sentenza sia di competenza
del giudice di pace e sia punito con pena pecuniaria, in quanto
l'art. 2 D.Lgs. n. 274 del 2000 (che esclude l'applicazione dei
riti semplificati nel procedimento dinanzi al giudice di pace) non
consente di operare l'automatica riduzione di un terzo della pena,
prevista dall'art. 442, secondo comma, cod. proc. pen.

77
Art. 443.
Limiti all'appello.
 1. L'imputato e il pubblico ministero non
possono proporre appello contro le sentenze
di proscioglimento.
 3. Il pubblico ministero non può proporre
appello contro le sentenze di condanna, salvo
che si tratti di sentenza che modifica il titolo
del reato.
 4. Il giudizio di appello si svolge con le forme
previste dall'articolo 599.
78
Cassazione penale, sez. VI, 14/06/2011, n. 24965
• La conversione in appello del ricorso per cassazione proposto dal pubblico
ministero contro una sentenza di condanna emessa con il rito abbreviato, ed
appellata dall'imputato, opera "ope legis" e non può essere annullata dalla
successiva scelta dell'imputato appellante di rinunciare all'impugnazione.
• Cassazione penale, sez. I, 21/01/2011, n. 4512
• Qualora nel giudizio abbreviato sia intervenuta condanna, il ricorso del p.m.
si converte in appello, se l'imputato aveva presentato appello, ma il giudice del
gravame ha gli stessi poteri del giudice di legittimità e quindi deve prima
valutarne l'ammissibilità e poi riacquista i suoi poteri, tra i quali vi è anche
quello dell'aggravamento della pena.

79
Cassazione penale, sez. VI, 17/11/2010, n. 6274

• In tema di giudizio abbreviato, l'appello proponibile dal p.m.


avverso la sentenza di condanna che abbia modificato il titolo del
reato può avere ad oggetto qualsiasi statuizione adottata e non
deve essere necessariamente limitato al ripristino dell'originaria,
più grave, ipotesi contestata, ma può riguardare anche motivi
diversi, quali, ad esempio, quelli relativi al ripristino di
circostanze aggravanti e all'aumento della pena.

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