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Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
1. L'imputato e il pubblico ministero possono
chiedere al giudice l'applicazione, nella specie
e nella misura indicata, di una sanzione
sostitutiva o di una pena pecuniaria, diminuita
fino a un terzo, ovvero di una pena detentiva
quando questa, tenuto conto delle circostanze
e diminuita fino a un terzo, non supera cinque
anni soli o congiunti a pena pecuniaria.
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Pena base : pena sulla quale operare le
successive riduzioni o aumenti
Circostanze: da applicarsi nel caso in cui il
bilanciamento non porti ad
equivalenza ovvero nei casi di
circostanze privilegiate
Continuazione: eventuali aumenti ai sensi dell’art.
81 c.p. sulla pena base
Rid. per il rito: fino ad 1/3
Eventuale sostituzione; rateizzazione o sospensione
condizionale.
Non menzione ex lege
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• Cassazione penale, sez. VI, 18/11/2014, n.
48651
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• Cassazione penale, sez. VI, 15/10/2014, n. 44368
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Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
1‐bis. Sono esclusi dall'applicazione del comma 1 i procedimenti per
i delitti di cui all'articolo 51, commi 3‐bis e 3‐quater, i procedimenti
per i delitti di cui agli articoli 600‐bis, 600‐ter, primo, secondo, terzo e
quinto comma, 600‐quater, secondo comma, 600‐quater.1,
relativamente alla condotta di produzione o commercio di materiale
pornografico, 600‐quinquies, nonché 609‐bis, 609‐ter, 609‐quater e
609‐octies del codice penale, nonché quelli contro coloro che siano
stati dichiarati delinquenti abituali, professionali e per tendenza, o
recidivi ai sensi dell'articolo 99, quarto comma, del codice penale,
qualora la pena superi due anni soli o congiunti a pena pecuniaria.
1-ter. Nei procedimenti per i delitti previsti dagli articoli 314, 317,
318, 319, 319-ter, 319-quater e 322-bis del codice penale,
l'ammissibilità della richiesta di cui al comma 1 è subordinata alla
restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato.
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delitti, consumati o tentati
reati associativi
Pornografia minorile
Turismo sessuale
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• delinquenti abituali,
• professionali,
• per tendenza,
• recidivi ai sensi dell'articolo 99, quarto
comma, del codice penale
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• Reati tributari: per i delitti previsti dal d.lgs. n. 74/2000 ,
l’applicazione della pena ai sensi dell’art. 444 c.p.p. (patteggiamento) può
essere chiesta dalle parti solo qualora ricorra la circostanza attenuante
prevista dall’art. 13, commi 1 e 2, cioè soltanto nell’ipotesi di estinzione,
mediante pagamento, dei debiti tributari relativi ai fatti costitutivi dei delitti;
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• Cassazione penale, sez. un., 27/05/2010, n. 35738
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• Cassazione penale, sez. III, 07/10/2014, n. 49204
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Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
2. Se vi è il consenso anche della parte che non ha formulato la richiesta e
non deve essere pronunciata sentenza di proscioglimento a norma
dell'articolo 129, il giudice, sulla base degli atti, se ritiene corrette la
qualificazione giuridica del fatto, l'applicazione e la comparazione delle
circostanze prospettate dalle parti, nonché congrua la pena indicata, ne
dispone con sentenza l'applicazione enunciando nel dispositivo che vi è
stata la richiesta delle parti. Se vi è costituzione di parte civile, il giudice
non decide sulla relativa domanda; l'imputato è tuttavia condannato al
pagamento delle spese sostenute dalla parte civile, salvo che ricorrano
giusti motivi per la compensazione totale o parziale. Non si applica la
disposizione dell'articolo 75, comma 3.
3. La parte, nel formulare la richiesta, può subordinarne l'efficacia, alla
concessione della sospensione condizionale della pena. In questo caso il
giudice, se ritiene che la sospensione condizionale non può essere
concessa, rigetta la richiesta.
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• Non le compete il risarcimento del danno.
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• Cassazione penale, sez. V, 19/09/2014, n. 48375
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• Cassazione penale, sez. VI, 24/05/2011, n. 22512
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• Cassazione penale, sez. un., 27/11/2008, n. 47803
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Art. 445.
Effetti dell'applicazione della pena su richiesta.
1. La sentenza prevista dall'articolo 444, comma 2, quando la
pena irrogata non superi i due anni di pena detentiva soli o
congiunti a pena pecuniaria, non comporta la condanna al
pagamento delle spese del procedimento né l'applicazione di
pene accessorie e di misure di sicurezza, fatta eccezione della
confisca nei casi previsti dall'articolo 240 del codice penale.
1-bis. Salvo quanto previsto dall'articolo 653, la sentenza
prevista dall'articolo 444, comma 2, anche quando è
pronunciata dopo la chiusura del dibattimento, non ha
efficacia nei giudizi civili o amministrativi . Salve diverse
disposizioni di legge, la sentenza è equiparata a una
pronuncia di condanna.
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• Riduzione fino ad un terzo
• Inefficacia nei giudizi civili ed amministrativi di
danno (ma non in quelli disciplinari);
• Esenzione dal pagamento delle spese processuali
(salvo maior)
• Inapplicabilità di pene accessorie (salvo maior).
• Inapplicabilità delle misure di sicurezza, salvo
confisca (salvo maior)
• Non menzione nel certificato del casellario
richiesto da privati.
• Estinzione reato per effetto del decorso del tempo
(salvo maior)
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• Cassazione penale, sez. III, 19/04/2012, n. 19103
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Art. 445.
Effetti dell'applicazione della pena su richiesta.
2. Il reato è estinto, ove sia stata irrogata una pena detentiva
non superiore a due anni soli o congiunti a pena pecuniaria,
se nel termine di cinque anni, quando la sentenza concerne
un delitto, ovvero di due anni, quando la sentenza concerne
una contravvenzione, l'imputato non commette un delitto
ovvero una contravvenzione della stessa indole. In questo
caso si estingue ogni effetto penale, e se è stata applicata una
pena pecuniaria o una sanzione sostitutiva, l'applicazione non
è comunque di ostacolo alla concessione di una successiva
sospensione condizionale della pena.
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• Estinzione del reato per decorso del tempo e
contestuale non non commssione di un delitto
ovvero una contravvenzione della stessa indole.
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• Cassazione penale, sez. III, 12/12/2012, n. 7067
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• Cassazione penale, sez. I, 05/06/2014, n. 30011
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Art. 446.
Richiesta di applicazione della pena e consenso.
1. Le parti possono formulare la richiesta prevista
dall'articolo 444, comma 1, fino alla presentazione
delle conclusioni di cui agli articoli 421, comma 3, e
422, comma 3, e fino alla dichiarazione di apertura del
dibattimento di primo grado nel giudizio direttissimo.
Se è stato notificato il decreto di giudizio immediato, la
richiesta è formulata entro il termine e con le forme
stabilite dall'articolo 458, comma 1.
2. La richiesta e il consenso nell'udienza sono formulati
oralmente; negli altri casi sono formulati con atto
scritto.
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La procura speciale può contenere dettagli che
impongono al difensore limiti operativi
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• Cassazione penale, sez. V, 07/09/2015, n. 37262
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Art. 446.
Richiesta di applicazione della pena e consenso.
3. La volontà dell'imputato è espressa personalmente o a
mezzo di procuratore speciale e la sottoscrizione è autenticata
nelle forme previste dall'articolo 583 comma 3.
4. Il consenso sulla richiesta può essere dato entro i termini
previsti dal comma 1, anche se in precedenza era stato
negato.
5. Il giudice, se ritiene opportuno verificare la volontarietà della
richiesta o del consenso, dispone la comparizione
dell'imputato.
6. Il pubblico ministero, in caso di dissenso, deve, enunciarne
le ragioni.
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• - Il dissenso del P.M.
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• Cassazione penale, sez. IV, 08/04/2015, n.
15231
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• Cassazione penale, sez. V, 28/04/1998, n. 6244
• Nella ipotesi in cui il giudice di primo grado, ritenendo giustificato il
dissenso del p.m. su una richiesta di patteggiamento proposta
dall'imputato, abbia pronunciato sentenza di condanna avverso la
quale l'imputato abbia interposto impugnazione denunciando, con i
motivi principali, la violazione dell'art. 521 c.p.p. e la insussistenza di
prove sulla responsabilità e solo subordinatamente la eccessività della
pena e la congruità di quella oggetto della proposta, il giudice di appello
non può automaticamente decidere per l'accoglimento di questa ultima
doglianza senza avere preliminarmente preso in esame la fondatezza
dei motivi principali, non potendo attribuirsi alla richiesta di
patteggiamento natura di ammissione di colpevolezza.
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• Cassazione penale, sez. II, 17/04/1997, n. 2845
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Art. 447.
Richiesta di applicazione della pena nel corso delle indagini preliminari.
1. Nel corso delle indagini preliminari, il giudice, se è presentata una
richiesta congiunta o una richiesta con il consenso scritto dell'altra parte,
fissa, con decreto in calce alla richiesta, l'udienza per la decisione,
assegnando, se necessario, un termine al richiedente per la notificazione
all'altra parte. Almeno tre giorni prima dell'udienza il fascicolo del pubblico
ministero è depositato nella cancelleria del giudice.
2. Nell'udienza il pubblico ministero e il difensore sono sentiti se compaiono.
3. Se la richiesta è presentata da una parte, il giudice fissa con decreto un
termine all'altra parte per esprimere il consenso o il dissenso e dispone che
la richiesta e il decreto siano notificati a cura del richiedente. Prima della
scadenza del termine non è consentita la revoca o la modifica della richiesta
e in caso di consenso si procede a norma del comma 1.
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Art. 448.
Provvedimenti del giudice.
1. Nell'udienza prevista dall'articolo 447, nell'udienza preliminare, nel
giudizio direttissimo e nel giudizio immediato, il giudice, se ricorrono le
condizioni per accogliere la richiesta prevista dall'articolo 444, comma 1,
pronuncia immediatamente sentenza. Nel caso di dissenso da parte del
pubblico ministero o di rigetto della richiesta da parte del giudice per le
indagini preliminari, l'imputato, prima della dichiarazione di apertura del
dibattimento di primo grado, può rinnovare la richiesta e il giudice, se la
ritiene fondata, pronuncia immediatamente sentenza. La richiesta non è
ulteriormente rinnovabile dinanzi ad altro giudice. Nello stesso modo il
giudice provvede dopo la chiusura del dibattimento di primo grado o nel
giudizio di impugnazione quando ritiene ingiustificato il dissenso del pubblico
ministero o il rigetto della richiesta .
2. In caso di dissenso, il pubblico ministero può proporre appello; negli altri
casi la sentenza è inappellabile.
3. Quando la sentenza è pronunciata nel giudizio di impugnazione, il giudice
decide sull'azione civile a norma dell'articolo 578.
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• Mezzo di impugnazione: ricorso per cassazione
(111 Cost., salvo 448 co. 2 e 3 c.p.p.).
35
• Cassazione penale, sez. VI, 12/03/2013, n.
28427
36
• Cassazione penale, sez. V, 13/10/2014, n.
48731
37
• Cassazione penale, sez. IV, 18/04/2013, n.
31395
38
Cassazione penale, sez. IV, 21/12/2011, n. 6387
39
• Cassazione penale, sez. un., 12/10/1993
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• Interesse: deduzione specifica sul punto
• Pena illegale: irrilevanti i conteggi interni
• Inv. processuali: nullità attinenti il negozio
• Viol. dell’accordo: difformità dalla richiesta
• Motivazione:
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• Cassazione penale, sez. III, 09/07/2008, n.
38401
42
• Cassazione penale, sez. V, 19/02/2015, n.
13589
43
• Cassazione penale, sez. IV, 29/05/2014, n.
28198
44
• Cassazione penale, sez. fer., 27/08/2015, n.
36897
45
• Cassazione penale, sez. III, 07/01/2015, n. 14590
46
• Cassazione penale, sez. V, 18/03/2011, n.
15079
47
• Cassazione penale, sez. V, 11/03/2015, n. 32678
48
• Cassazione penale, sez. VI, 02/04/2012, n.
25192
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Giudizio premiale allo stato degli atti ad
imputazione immutabile (salva integrazione
probatoria officiosa o condizionatamente
richiesta dall’imputato).
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Art. 438.
Presupposti del giudizio abbreviato.
1. L'imputato può chiedere che il processo sia definito
all'udienza preliminare allo stato degli atti, salve le disposizioni
di cui al comma 5 del presente articolo e all'articolo 441,
comma 5.
2. La richiesta può essere proposta, oralmente o per iscritto,
fino a che non siano formulate le conclusioni a norma degli
articoli 421 e 422.
3. La volontà dell'imputato è espressa personalmente o per
mezzo di procuratore speciale e la sottoscrizione è autenticata
nelle forme previste dall'articolo 583, comma 3.
4. Sulla richiesta il giudice provvede con ordinanza con la
quale dispone il giudizio abbreviato.
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• Richiesta orale o scritta
• Atto personalissimo
• Procura speciale
• Immutazione dell’imputazione
• Completezza delle indagini
• Le invalidità eccepibili: nullità assolute;
inutilizzabilità patologiche e incompentenza
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• Cassazione penale, sez. un., 27/03/2014, n.
20214
53
• Cassazione penale, sez. IV, 07/06/2012, n. 34151
54
• Cassazione penale, sez. III, 13/05/2014, n. 40209
• In tema di intercettazioni, la situazione di obiettiva incertezza sul luogo di
effettivo svolgimento delle operazioni di registrazione, nonché sugli impianti
concretamente utilizzati, integra gli estremi della inutilizzabilità patologica
deducibile dall'imputato nel giudizio abbreviato. (Fattispecie in cui la Corte
ha ritenuto inutilizzabili intercettazioni in relazione alle quali risultava la
mancanza dei verbali di inizio delle operazioni ed il contrasto tra i verbali di
chiusura delle medesime operazioni, nei quali si dava atto della avvenuta
registrazione delle conversazioni presso la caserma dei Carabinieri, e la
certificazione del funzionario responsabile nella quale si attestava che le
attività di captazione erano state eseguite presso la Procura della
Repubblica).
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• Cassazione penale, sez. IV, 05/07/2006, n.
30096
56
• Cassazione penale, sez. IV, 05/07/2006, n.
30096
57
• Cassazione penale, sez. VI, 09/04/2015, n. 17661
58
• Cassazione penale, sez. VI, 05/02/2014, n.
8652
59
• Cassazione penale, sez. VI, 09/04/2015, n. 17661
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Art. 438.
Presupposti del giudizio abbreviato.
5. L'imputato, ferma restando la utilizzabilità ai fini della prova
degli atti indicati nell'articolo 442, comma 1-bis, può
subordinare la richiesta ad una integrazione probatoria
necessaria ai fini della decisione. Il giudice dispone il giudizio
abbreviato se l'integrazione probatoria richiesta risulta
necessaria ai fini della decisione e compatibile con le finalità di
economia processuale proprie del procedimento, tenuto conto
degli atti già acquisiti ed utilizzabili. In tal caso il pubblico
ministero può chiedere l'ammissione di prova contraria. Resta
salva l'applicabilità dell'articolo 423.
6. In caso di rigetto ai sensi del comma 5, la richiesta può
essere riproposta fino al termine previsto dal comma 2.
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Limiti alla riforma in pejus;
Rapporto fra s.i.t. e prova testimoniale;
Rigetto del condizionamento;
Ruolo della parte civile;
Immutabilità de giudice
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• Cassazione penale, sez. VI, 23/06/2015, n. 35799
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Cassazione penale, sez. III, 24/02/2015, n.
11658
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Cassazione penale, sez. II, 17/10/2014, n. 47409
• Il sindacato del giudice del dibattimento sulla ordinanza di reiezione del rito
abbreviato condizionato impone che l'istanza sia proposta esattamente negli
stessi termini in cui era stata originariamente avanzata, non essendo
consentito modificare in alcun modo la condizione, neanche al fine di renderla
meno gravosa. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto preclusa la possibilità
di trasformare la richiesta da condizionata ad incondizionata, tale dovendosi
qualificare la reiterata richiesta subordinata alla acquisizione dei risultati di
incidenti probatori, in corso di svolgimento innanzi al g.i.p., destinati
naturalmente a far parte del compendio probatorio)..
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Cassazione penale, sez. II, 17/10/2014, n. 47409
• Il sindacato del giudice del dibattimento sulla ordinanza di reiezione del rito
abbreviato condizionato impone che l'istanza sia proposta esattamente negli
stessi termini in cui era stata originariamente avanzata, non essendo
consentito modificare in alcun modo la condizione, neanche al fine di renderla
meno gravosa. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto preclusa la possibilità
di trasformare la richiesta da condizionata ad incondizionata, tale dovendosi
qualificare la reiterata richiesta subordinata alla acquisizione dei risultati di
incidenti probatori, in corso di svolgimento innanzi al g.i.p., destinati
naturalmente a far parte del compendio probatorio)..
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Cassazione penale, sez. II, 10/11/2004, n. 320
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Art. 441.
Svolgimento del giudizio abbreviato.
1. Nel giudizio abbreviato si osservano, in quanto applicabili,
le disposizioni previste per l'udienza preliminare, fatta
eccezione per quelle di cui agli articoli 422 e 423.
2. La costituzione di parte civile, intervenuta dopo la
conoscenza dell'ordinanza che dispone il giudizio abbreviato,
equivale ad accettazione del rito abbreviato.
3. Il giudizio abbreviato si svolge in camera di consiglio; il
giudice dispone che il giudizio si svolga in pubblica udienza
quando ne fanno richiesta tutti gli imputati.
4. Se la parte civile non accetta il rito abbreviato non si applica
la disposizione di cui all'articolo 75, comma 3.
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Art. 441.
Svolgimento del giudizio abbreviato.
5. Quando il giudice ritiene di non poter
decidere allo stato degli atti assume, anche
d'ufficio, gli elementi necessari ai fini della
decisione. Resta salva in tale caso
l'applicabilità dell'articolo 423.
6. All'assunzione delle prove di cui al comma
5 del presente articolo e all'articolo 438,
comma 5, si procede nelle forme previste
dall'articolo 422, commi 2, 3 e 4.
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Art. 441-bis.
Provvedimenti del giudice a seguito di nuove contestazioni
sul giudizio abbreviato.
1. Se, nei casi disciplinati dagli articoli 438, comma 5, e 441,
comma 5, il pubblico ministero procede alle contestazioni
previste dall'articolo 423, comma 1, l'imputato può chiedere
che il procedimento prosegua nelle forme ordinarie.
2. La volontà dell'imputato è espressa nelle forme previste
dall'articolo 438, comma 3.
3. Il giudice, su istanza dell'imputato o del difensore, assegna
un termine non superiore a dieci giorni, per la formulazione
della richiesta di cui ai commi 1 e 2 ovvero per l'integrazione
della difesa, e sospende il giudizio per il tempo
corrispondente.
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Cassazione penale, sez. I, 12/02/2013, n. 9400
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Art. 441-bis.
Provvedimenti del giudice a seguito di nuove contestazioni sul
giudizio abbreviato.
4. Se l'imputato chiede che il procedimento prosegua nelle forme
ordinarie, il giudice revoca l'ordinanza con cui era stato disposto il
giudizio abbreviato e fissa l'udienza preliminare o la sua eventuale
prosecuzione. Gli atti compiuti ai sensi degli articoli 438, comma 5, e
441, comma 5, hanno la stessa efficacia degli atti compiuti ai sensi
dell'articolo 422. La richiesta di giudizio abbreviato non può essere
riproposta. Si applicano le disposizioni dell'articolo 303, comma 2.
5. Se il procedimento prosegue nelle forme del giudizio abbreviato,
l'imputato può chiedere l'ammissione di nuove prove, in relazione
alle contestazioni ai sensi dell'articolo 423, anche oltre i limiti previsti
dall'articolo 438, comma 5, ed il pubblico ministero può chiedere
l'ammissione di prova contraria.
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Cassazione penale, sez. VI, 08/05/2013, n. 22480
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Cassazione penale, sez. VI, 08/05/2013, n. 22480
74
Art. 442.
Decisione.
1. Terminata la discussione, il giudice provvede a norma degli articoli
529 e seguenti.
1-bis. Ai fini della deliberazione il giudice utilizza gli atti contenuti nel
fascicolo di cui all'articolo 416, comma 2, la documentazione di cui
all'articolo 419, comma 3, e le prove assunte nell'udienza.
2. In caso di condanna, la pena che il giudice determina tenendo
conto di tutte le circostanze è diminuita di un terzo. Alla pena
dell'ergastolo è sostituita quella della reclusione di anni trenta. Alla
pena dell'ergastolo con isolamento diurno, nei casi di concorso di
reati e di reato continuato, è sostituita quella dell'ergastolo.
3. La sentenza è notificata all'imputato che non sia comparso.
4. Si applica la disposizione dell'articolo 426 comma 2.
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Cassazione penale, sez. III, 27/03/2015, n. 29286
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Cassazione penale, sez. V, 10/02/2015, n. 31655
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Art. 443.
Limiti all'appello.
1. L'imputato e il pubblico ministero non
possono proporre appello contro le sentenze
di proscioglimento.
3. Il pubblico ministero non può proporre
appello contro le sentenze di condanna, salvo
che si tratti di sentenza che modifica il titolo
del reato.
4. Il giudizio di appello si svolge con le forme
previste dall'articolo 599.
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Cassazione penale, sez. VI, 14/06/2011, n. 24965
• La conversione in appello del ricorso per cassazione proposto dal pubblico
ministero contro una sentenza di condanna emessa con il rito abbreviato, ed
appellata dall'imputato, opera "ope legis" e non può essere annullata dalla
successiva scelta dell'imputato appellante di rinunciare all'impugnazione.
• Cassazione penale, sez. I, 21/01/2011, n. 4512
• Qualora nel giudizio abbreviato sia intervenuta condanna, il ricorso del p.m.
si converte in appello, se l'imputato aveva presentato appello, ma il giudice del
gravame ha gli stessi poteri del giudice di legittimità e quindi deve prima
valutarne l'ammissibilità e poi riacquista i suoi poteri, tra i quali vi è anche
quello dell'aggravamento della pena.
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Cassazione penale, sez. VI, 17/11/2010, n. 6274
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