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PROCEDIMENTI SPECIALI:

cognizione, cautelari, volontaria giurisdizione


PROCEDIMENTO DI INGIUNZIONE
È un procedimento di cognizione con funzione prevalentemente esecutiva. Serve al
creditore che dispone di prova scritta per ottenere celermente un titolo esecutivo, almeno
un 30% di tutto il contenzioso civile viene svolto così.
È un procedimento bifasico:
- Prima fase  finalizzato al decreto ingiuntivo ed è a cognizione sommaria e senza
contraddittorio.
- Seconda fase (può esserci o no)  opposizione al decreto ingiuntivo, è a
cognizione piena e con contraddittorio
Presupposti ex. 633
Solo il creditore può ricorrere a questo tipo di procedimento con un’azione di condanna,
deve far valere un credito che abbia ad oggetto una somma di denaro liquida, oppure la
consegna di una certa quantità di cose fungibili o di una cosa mobile determinata. Del
diritto il creditore deve dare prova scritta, ma se il creditore è un avvocato, un notaio o altri
professionisti si può richiedere anche senza prova scritta con la proposta di parcella 
non ci deve essere neanche una registrazione negli uffici contabili, l’ordine di
appartenenza deve valutare la congruità con la richiesta effettuata e il giudice non può
discostarsi con il parere dell’ordine di appartenenza
È un procedimento monitorio documentale  il creditore si rivolge al giudice che ordina il
provvedimento al debitore, il quale si può opporre, è necessario convincere il giudice con
prove documentali.
Nozione di prova scritta ex.634 ss
Nozione allargata, che tuttavia vale solo per la prima fase del procedimento, sono prove
scritte anche gli estratti autentici delle scritture contabili, se il credito è relativo a beni o
servizi forniti da imprenditori o lavoratori autonomi, la giurisprudenza ammette spesso la
semplice fattura, ritendendo l’elenco solo esemplificativo.
Competenza ex.637
Ci si rivolge allo stesso giudice che tratterebbe il procedimento ordinario di cognizione,
sempre in composizione monocratica. Ci sono delle regole di favore per gli avvocati:
- Giudice che ha deciso la causa
- Giudice del luogo dell’ordine che ha reso il parere
Il procedimento
La domanda si propone con ricorso, cui vano allegati i documenti a sostegno della
domanda. Se la domanda ha ad oggetto cose fungibili il creditore deve dichiarare il
tantumdem che è disposto ad accettare.
Il giudice può:
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- Accogliere la domanda pronunciando il decreto ingiuntivo, il debitore non sa nulla
perché non c’è stato alcun contatto con il convenuto. Il decreto contiene
l’ingiunzione a pagare il dovuto entro 40 giorni (aumentabile a 60 o riducibile a 10)
con l’avvertimento che può essere fatta opposizione e in mancanza può essere
fatta esecuzione forzata, il termine è aumentato se il debitore si torva all’estero.
Il debitore riceve il ricorso e il provvedimento.
- Respingerla: non preclude la riproposizione della domanda, è possibile proporla
con il rito ordinario di cognizione, il decreto di rigetto non è impugnabile in alcun
modo.
- Chiedere un’integrazione della prova prima di decidere.
Provvisoria esecuzione nella prima fase ex. 642
Ci sono dei casi in cui il giudice può pronunciare un decreto provvisoriamente esecutivo,
quando:
- Sempre se il credito è fondato su assegno, cambiale o atto ricevuto da notaio
- A discrezione del giudice se vi è pericolo di grave pregiudizio nel ritardo oppure se il
ricorrente produce documentazione sottoscritta dal debitore comprovante il diritto
fatto valere.
Il giudice può imporre una cauzione e/o esonerare dal rispetto del termine di 10 giorni
dalla consegna del precetto per iniziare l’esecuzione forzata.
L’art.643 dice che la notificazione del decreto determina la pendenza della lite, se entro
60 giorni il decreto non viene notificato questo diventa inefficace. La parte può chiedere
che venga dichiarata l’inefficacia del decreto se non c’è la notifica e sono trascorsi i
termini per provvedere o può opporsi se c’è notificazione tardiva.
L’opposizione a decreto ingiuntivo ex.645
L’opposizione si propone con citazione e si seguono le regole del procedimento ordinario
di cognizione, si propone necessariamente al giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo.
Il termine è perentorio (40 giorni), sotto certi aspetti può ricordare un mezzo di
impugnazione ma apre un giudizio di primo grado e si conclude con una sentenza di primo
grado appellabile; quindi, NON è un mezzo di impugnazione ed esclude l’operatività di
alcune regole tipiche dei mezzi di impugnazione, in particolare non devono essere
presentati i motivi del ricorso. Se l’opposizione non è proposta in termini, il decreto viene
dichiarato esecutivo ex.647, è opinione diffusa che acquisti la stessa efficacia della cosa
giudicata.
L’art.656 sancisce che il decreto dichiarato esecutivo in caso di mancata opposizione
rende possibili le impugnazioni straordinarie.
Il giudice deve verificare la regolarità della notificazione, una volta rilasciata la
dichiarazione di mancata opposizione, l’opposizione non può più essere proposta o
proseguita, ma la giurisprudenza reputa che, se l’opposizione è in corso, sia il giudice
della stessa a doverla dichiarare inammissibile/improcedibile.
Provvisoria esecuzione in pendenza di opposizione ex. 648
Si volge come un giudizio normale di opposizione ma con alcune differenze:
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- Il decreto può essere dichiarato provvisoriamente esecutivo, è molto importante
perché senza questa regola il procedimento di ingiunzione rischierebbe di essere
molto depotenziato, perché metterebbe il creditore nella stessa posizione del
procedimento ordinario di cognizione.
- In prima udienza
- Se l’opposizione non è fondata su prova scritta o di pronta soluzione il giudice può
concederla
- Se vi sono somme non contestate, il giudice deve concederla, salvo che
l’opposizione non si fondi su vizi procedurali.
- Deve concederla se è stata prestata cauzione idonea.
Ex. art 649 ci può essere sospensione della provvisoria esecuzione già concessa nella
prima fase per gravi motivi.
L’opposizione può essere:
- accolta: decreto revocato, sentenza di accertamento
- accolta per incompetenza: decreto revocato con termini per la riassunzione
- accolta parzialmente: il titolo esecutivo è la sentenza e si sostituisce al titolo
esecutivo per l’esecuzione forzata, gli atti di esecuzione compiuti si conservano
- respinta: il decreto viene dichiarato esecutivo
- può estinguersi: il decreto viene dichiarato esecutivo.
Opposizione tardiva ex.650
Proposta fuori termine perché l’intimato non ne ha avuto tempestiva conoscenza o per
caso fortuito o per forza maggiore o per irregolarità della notificazione, che non si può più
proporre dopo 10 giorni dal primo atto di esecuzione forzata.
È stata dichiarata illegittima perché non consente al debitore di opporre il decreto in caso
di forza maggiore o caso fortuito.
PROCEDIMENTO DI CONVALIDA DI LICENZA O SFRATTO
Bifasico, sommario, di cognizione con finalità di accertamento con funzione
prevalentemente esecutiva. È strutturato in maniera diversa rispetto al decreto ingiuntivo.
Il contraddittorio si instaura fin dalla prima fase, la seconda è solo eventuale, l’attore
dispone di alcune regole di favore, la cognizione sommaria è relativa all’esame
superficiale che svolge il giudice nella prima fase.
È un procedimento che si può utilizzare in due tipologie di casi:
- quando il contratto di locazione si è esaurito, il locatore vuole ottenere la
restituzione dell’immobile convalida di licenza
- quando il conduttore è inadempiente (non paga il canone) e moroso, il locatore
vuole rientrare ìin possesso dell’immobile, ma deve prima ottenere dal giudice la
risoluzione del contratto per inadempimento  sfatto.
Rapporti ex.657
- locazione

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- COMODATO DI IMMOBILI
- AFFITTO DI AZIENDA
- Casi in cui il godimento dell’immobile rappresenta il corrispettivo di una prestazione
d’opera (Luis).
Fino alla Cartabia se avessi prestato l’immobile a titolo gratuito non avrei potuto utilizzare
questo procedimento, ma dovevo rivolgermi al giudice utilizzando o il rito ordinario di
cognizione o il rito delle locazioni. Questo procedimento non è comunque utilizzabile per
l’occupazione senza titolo, in questo caso continua ad essere necessario il rito ordinario di
cognizione.
Licenza e sfratto per finita locazione ex.657
Si può agire sia prima che dopo la scadenza del contratto  piano processuale (forte
tutela del locatore);
L’azione di condanna deve rispettare i termini di preavviso (per una casa almeno 6 mesi
prima della scadenza, per un’azienda almeno 1 anno prima della scadenza), pena il
rinnovo tacito  piano sostanziale (tutela del conduttore).
La disdetta può essere contenuta nell’atto introduttivo di questo procedimento oppure in
atto separato. La giurisprudenza dice che in linea di massima il conduttore non va
condannato alle spese, se non ha reso necessaria l’azione.
Il giudice se accoglie la domanda ordina il rilascio dell’immobile con efficacia differita
(condanna in futuro) e quindi il conduttore deve lasciare l’immobile solo una volta scaduto
il contratto.
Questo procedimento può essere usato anche dopo la scadenza del contratto, in questo
caso ci può essere anche la condanna alle spese.
Sfratto per morosità ex.658
Risoluzione del contratto e condanna al rilascio dell’immobile, i canoni scaduti possono
essere richiesti contestualmente attraverso un decreto ingiuntivo, è una facoltà del
locatore, non viene sempre richiesto perché i debitori morosi spesso non possono pagare
e l’attore pagherebbe più tasse per richiedere anche il decreto ingiuntivo.
Sul piano processuale il locatore chiede di risolvere il contratto
Sul piano sostanziale la tutela è accordata se il contratto può essere risolto (per grave
inadempimento).
In materia abitativa ci sono delle soglie che fissano la gravità dell’inadempimento, una
regola analoga non c’è per le locazioni commerciali e la valutazione sarà ad opera del
giudice.
Il procedimento
Può agire solo il locatore per certi rapporti e per far valere certe pretese. Il contraddittorio
c’è da subito, il provvedimento inizia con citazione, l’inerzia del convenuto è sanzionata
(ricorda che nel processo ordinario non succede niente al contumace) con la sconfitta a
tavolino nel processo.

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Ci sono delle cautele per tutelare il convenuto che riguardano sia la forma della
notificazione sia:
- La citazione non può essere notificata al domicilio eletto, bisogna notificare
direttamente al locatore
- Se la notificazione non viene conferita in mani proprie del convenuto deve essere
rivolto un avvertimento da parte dell’ufficiale giudiziario.
- L’atto di citazione è quello standard che deve avvisare il convenuto che, se
all’udienza di convalida non compare o comparendo non si oppone perderà la
causa
- Il termine minimo di comparizione all’udienza di convalida è di 20 giorni liberi dopo
la notificazione, possono essere ridotti di ½ dal presidente del trib. Se la causa è di
pronta spedizione.
- È necessaria la semplice comparizione in udienza e non è richiesta la difesa
tecnica
- Ci si rivolge al giudice del luogo in cui è sita la cosa locata.
La costituzione può avvenire o in udienza o in cancelleria.
Udienza di convalida ex. 662 e 663
Può succedere che non si presenti il locatore, se non compare gli effetti dell’intimazione
cessano  il processo si estingue.
Può succedere che non compaia il conduttore e il giudice deve verificare la regolare
instaurazione del contraddittorio e ordinare la rinnovazione della citazione anche se
sembra probabile che la mancata comparizione sia dovuta a caso fortuito o a forza
maggiore  se tutte queste verifiche hanno esito positivo lo sfratto viene convalidato, se è
per morosità il giudice deve dichiarare in udienza il persistere della morosità.
Può darsi che il conduttore compaia ma non si opponga, in questo caso il giudice
convalida lo sfratto.
Se l’intimato si presenta e si oppone bisogna svolgere la seconda fase:
- Se l’opposizione non è fondata su prova scritta il giudice condanna al rilascio
dell’immobile con riserva di eccezione e mutamento del rito.
- Se l’opposizione è fondata su prova scritta o di pronta soluzione, il giudice dispone
il “mutamento del rito”  seconda fase rito locatizio.
Ipotesi peculiari in caso di sfratto per morosità
Nelle locazioni abitative l’intimato anziché opporsi può chiedere il termine di grazie per
mettersi in regola con in pagamenti, il giudice se lo concede fissa un’ulteriore sentenza di
verifica, se non ha pagato si procede con lo sfratto, sennò termina il processo.
Se è stato chiesto il decreto ingiuntivo per i canoni, si può avere opposizione.
Se l’intimato ammette di dover pagare solo una parte della somma il giudice pronuncia
un’ordinanza di pagamento di somme non contestate.

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Le seconda fase è a cognizione piena e si conclude con la pronuncia di una sentenza
impugnabile secondo le regole ordinarie, non ci sono delle norme ad hoc e si svolge
secondo il rito locatizio che è il rito del lavoro con ulteriori adattamenti.
Se l’intimato non compare il giudice deve sempre convalidare?
Ci sono due punti di vista:
- Parte della dottrina e la maggioranza della giurisprudenza il giudice deve verificare
la sussistenza dei presupposti processuali e delle condizioni dell’azione:
giurisdizione, competenza, legittimazione attiva e passiva, interesse ad agire,
condizioni speciali di ammissibilità della domanda (non c’è il risarcimento del danno
arrecato all’immobile).
- Altra parte della dottrine ritiene che il giudice debba verificare se allo stato degli atti
l’attore nel merito ha ragione.
Opposizione dopo la convalida ex.668
Può essere proposta se l’intimato non è comparso in udienza e se la mancata
comparizione è dovuta a mancata conoscenza del procedimento per irregolarità della
notificazione, caso fortuito o forza maggiore.
L’esecutività non viene meno ma in presenza di gravi motivi il giudice può sospendere,
eventualmente con cauzione.
A logica non sarebbe possibile impugnare la convalida con l’appello, perché l’idea di fondo
è che se non ti sei difeso hai perso. La legge consente al giudice di convalidare lo sfatto
quando l’intimato non compare o non si oppone in giudizi, ma può capitare che lo sfatto
venga convalidato anche con la comparizione e opposizione e quindi in questo caso
verrebbe negata la seconda fase e di conseguenza l’appello  va concessa la possibilità
di appellare anche nel caso della convalida adottata in assenza dei presupposti di legge,
la chiusura della prima fase va trattata come la sentenza conclusiva della seconda fase.
Possibilità di impugnare la convalida con l’appello, cosa che la legge non consente di fare.
La Corte costituzionale ha consentito che il 395 valesse anche per la revocazione
straordinaria dovuta dal dolo di una parte nei confronti dell’altra anche per le ordinanze
che hanno valore di sentenza.
PROCEDIMENTI CAUTELARI
 Rito cautelare uniforme
 Singole misure cautelari
È un tipo di tutela molto più rapida che serve ad ovviare la lentezza del processo a
cognizione piena. Serve a tutelare chi ha ragione dai rischi connessi al trascorrere del
tempo, è una tutela che non pone fine alla lite è provvisoria, instabile e strumentale.
Il rito cautelare uniforme 669-bis quaterdecies
Complesso di norme che regola tutti i procedimenti cautelari, ha le caratteristiche di:
1. strumentalità per esecuzione forzata
2. stabilità analoga a quelli di alcuni provvedimenti sommari anticipatori non cautelari
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3. cognizione sommaria
competenza:
1. Se il processo di cognizione è già iniziato, la domanda si propone al giudice
competente per il merito, se è competente il giudice di pace si devolve la domanda al
tribunale competente per territorio, se la sentenza è già stata emessa si chiede al
giudice che l’ha emessa, sempre che questa sia ancora impugnabile.
2. Se il processo non è ancora iniziato, la domanda si propone al giudice che sarebbe
competente per il merito. Se fosse competente il giudice di pace la domanda si
propone al tribunale competente per merito, se la lite fosse devoluta agli arbitri la
domanda si propone al tribunale che sarebbe competente per il merito se non c’è un
concordato, se la giurisdizione spetta al giudice straniero la domanda si propone al
giudice che sarebbe competente per territorio.
Procedimento 669-sexies
La domanda si propone con ricorso, il provvedimento può essere esperito anche in audita
altera parte se c’è pericolo che l’oggetto sparisca, in questo caso il giudice decide con
decreto, indice l’udienza entro 15 giorni e la notifica deve avvenire entro 8 giorni. Il ricorso
deve contenere:
 le parti, l’ufficio competente, oggetto e ragioni della domanda e le conclusioni
 la sottoscrizione
 la procura
se il ricorso viene presentato prima del processo di cognizione servono anche gli elementi
identificativi della domanda.
Se non c’è urgenza il giudice fissa l’udienza per conferma, modifica o revoca del
provvedimento e istruisce la causa in modo molto succinto, omettendo tutte le formalità e
si pronuncia con ordinanza.
I presupposti per l’accoglimento della domanda sono il periculum in mora e il fumus boni
iuris, devono sussistere contemporaneamente.
Efficacia del provvedimento di rigetto 669-septies
Il rigetto non impedisce riproposizione se avviene per mancanza di giurisdizione, se
avviene per il merito è necessario addurre nuove circostanze e nuove ragioni  solo
dedotto.
Se il rigetto è ante causam viene disposta anche la condanna alle spese.
È sempre impugnabile
Efficacia del provvedimento di accoglimento 669-octies
L’accoglimento è impugnabile, ma non c’è più l’obbligo di instaurare il processo di merito
(2005) per le misure anticipatorie entro 60 gg, non è travolto dall’estinzione del processo a
cognizione piena, è possibile riproporre le domande deducendo nuove questioni di fatto o
di diritto.

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Per le misure conservative è necessario avviare il processo di cognizione, le misure
anticipatore non hanno la stessa efficacia di quelle costitutive; tuttavia, la riforma cartabia
ha inserito alcune ipotesi in cui è possibile anticipare l’effetto costitutivo  delibere
assemblee societarie.
Non abbiamo un “giudicato cautelare” perché: non fa stato ad od ogni effetto, è sempre
possibile instaurare un giudizio di merito, non è utilizzabile in altri processi e se viene
accertata l’inesistenza con sentenza diviene inefficace. Non è possibile ricorso cass.
Inefficacia 669- nonies
L’inefficacia è diversa a seconda del tipo di provvedimento a cui si riferisce: per i
provvedimenti conservativi si ha inefficacia quando si estingue il giudizio di merito, la parte
che l’ha subito può avere interesse a farla dichiarare nonostante operi ipso iure per fare
rimuovere gli effetti pregiudizievoli già prodotti.
Quando il provvedimento perde di efficacia ci si deve rivolgere al giudice che fissa una
comparizione e pronuncia con ordinanza anche se c’è una contestazione.
L’inefficacia può essere dovuta a:
1. inattività: il giudice del provvedimento lo dichiara estinto e inefficace e adottare le
disposizioni necessarie per ripristinare la situazione precedente
2. accertamento di inesistenza del diritto
3. non versamento di cauzione per risarcimento del danno
In questi due casi ci si rivolge al giudice di cognizione in mancanza del provvedimento.
Se la sentenza è stata pronunciata da arbitro o giudice straniero, alle cause sopra
indicate si aggiungono:
1. la parte non presenta domanda di esecutorietà in Italia per il sequestro conservativo
( per gli altri vale il riconoscimento automatico)
2. il lodo o la sentenza straniera accertano l’inesistenza del diritto.
Revoca e modifica 669-decies
Il giudice può sempre revocare e modificare i provvedimenti cautelari, se mutano le
circostanze o si allegano fatti anteriori conosciuti successivamente (il momento della
conoscenza va provato).
La revoca \ modifica può essere chiesta:
- al giudice del merito (o all’arbitro, post Cartabia)
- in mancanza, al giudice che ha reso il provvedimento
- al giudice che ha reso il provvedimento se il merito va deciso da arbitri o giudici
stranieri.
Se è reso dagli arbitri la cartabia ha sancito che possa essere chiesto anche a loro.
Attuazione 669-duodecies

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I provvedimenti aventi ad oggetto somme di denaro, si eseguono nelle stesse forme
dell’esecuzione forzata e dinnanzi al giudice dell’esecuzione, l’attuazione è diversa per
obblighi di consegna, rilascio o fare, il giudice che ha emesso il provvedimento determina
le modalità di attuazione e risolve le difficoltà e le contestazioni con ordinanza, previa
instaurazione del contraddittorio.
Reclamo 669-terdecies
Sia contro i provvedimenti di rigetto che contro quelli di accoglimento
Si può proporre entro 15 gg dall’udienza o comunicazione:
 Se ha deciso il tribunale monocratico  tribunale collegiale
 Se ha deciso corte d’appello  altra sezione
Forme del rito camerale:
circostanze e motivi sopravvenuti o preesistenti alla pronuncia del provvedimento
impugnato DEVONO essere fatti valere in giudizio. Il reclamo ha effetto devolutivo,
sottopone la stessa domanda al giudice a quem, per questo è necessario ripresentare i
motivi.
Si deposita con ricorso, i provvedimenti prendono forma di decreti motivati, viene nominato
un giudice relatore che deferisce sulle novità in camera di consiglio. Il collegio convocate e
parti entro 20 giorni decide con ordinanza non impugnabile. È vietata la remissione al
primo giudice, la proposizione non sospende l’esecuzione ma se sussiste grave danno si
può richiedere la concessione della sospensiva dal presidente del tribunale.
Domande e motivi nuovi possono essere riproposti in qualsiasi momento, la cognizione è
circoscritta a quanto presentato dalle parti, il potere istruttorio è limitato per il giudice ma
non per le parti.
Sequestri 670
Sono misure conservative in attesa della conclusione del processo di cognizione,
l’instaurazione del giudizio di merito è necessaria, non anticipano la tutela del giudizio di
merito.
Il sequestro giudiziario 675 è esperibile quando:
 il diritto di proprietà o possesso è controverso, ha ad oggetto beni mobili o immobili
e si esegue come una custodia o gestione temporanea
 quando è controverso il diritto di esibizione o comunicazione, ha ad oggetto libri,
campioni e documenti e si esegue come una custodia temporanea.
Il sequestro di beni è funzionale alla fruttuosità dell’esecuzione forzata per consegna o
rilascio  si deve proporre un’azione di condanna.
Previene il rischio di alienazione, danneggiamento o distruzione e gestione deteriore.
Il sequestro giudiziario di cose con funzione probatoria investe qualsiasi cosa a
prescindere dal valore economico, è strumentale al diritto alla prova e mira a prevenirne
ogni possibile alterazione materiale o dispersione giuridica. È utilizzabile solo se è

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presente un vero e proprio il diritto all’esibizione del documento o della cosa da cui si
vorrebbero desumere elementi di prova.
Il concetto di possesso è inteso in modo atecnico e può avere ad oggetto anche una
controversia sull’esistenza di un diritto, anche personale, alla riconsegna del bene.
Devono sussistere il fumus boni iuris o il periculum in mora.
Il contenuto dei beni è già predeterminato, il custode è scelto dal giudice il quale ne fissa i
limiti per la responsabilità civile o penale, deve avere la legittimazione giudiziale, un
compenso e può essere:
 terzo
 contendente che offre maggiori garanzie
Non è necessario notificare l’atto o il precetto, il preavviso di rilascio è effettuato solo se il
custode non è il detentore dell’immobile. Il sequestro prevede che i beni vengano immessi
nel possesso del custode, la detenzione dell’immobile può essere lasciata a chi la
esercitava. Il sequestro grava solo sul creditore procedente. Vige il divieto di alienazione.
Il sequestro va eseguito entro 30 giorni dalla pronuncia a pena di inefficacia. La parte deve
attivarsi per conoscere l’esito dell’istanza
Il sequestro conservativo è esperibile sui beni del debitore quando il creditore abbia
timore di perdere la garanzia a seguito dello svuotamento del patrimonio. Devono
sussistere o il fumus boni iuri o il periculum in mora (anche solo 1).
L’oggetto riguarda i beni mobili o immobili nelle somme o nelle cose a lui dovute con i limiti
del pignoramento, i beni sono identificati dal creditore (sino alla concorrenza di una certa
somma definita credito tutelato) e può essere fatto anche nei confronti del terzo se l’azione
di alienazione è inefficace. Possono essere sequestrate anche le somme che il creditore
dovrebbe dare al debitore.
La disciplina è quella dell’esecuzione forzata sia verso il creditore sia verso terzi, se
sorgono contestazioni sulla dichiarazione del terzo, il relativo giudizio è sospeso sino alla
conclusione del giudizio di merito. Il creditore cita il terzo che deve rendere la
dichiarazione ex.547 se viene omessa o ci sono contestazione:
- sospensione fino al giudizio di merito
- terzo può richiedere accertamento immediato
il provvedimento perde efficacia se non è eseguito entro 30 giorni, ci può essere lo
spostamento sul prezzo di vendita se le cose sono deteriorabili.
Il sequestro può essere revocato se prestata cauzione idonea.
Non hanno effetto gli effetti degli atti di disposizione sulla cosa sequestrata ma sono nei
confronti del creditore sequestratario.
Con la sentenza di condanna esecutiva si ha conversione in pignoramento, opera ipso
iure, il creditore deve depositare nella cancelleria del giudice competente per l’esecuzione
la copia della sentenza entro 60 giorni e provvedere al compimento di atti ulteriori.

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Secondo alcuni la conversione avviene automaticamente alla pronuncia della sentenza e il
mancato rispetto del termine priva di efficacia.
Il sequestro liberatorio avviene quando il debitore ha messo a disposizione cose e beni
per liberarsi dal debito e sono controverse le modalità di pagamento o l’obbligo. Il
sequestro determina la mora del creditore.
Provvedimenti urgenza 700
Sono misure atipiche per ulteriori esigenze di cautela sono indicati all’art.700 e servono
per proteggere situazioni di pregiudizio imminente ed irreparabile, sono richiesti con
ricorso.
Danno irreparabile: verificare caso per caso che il titolare del diritto rischia di subire è
facilmente e adeguatamente riparabile
Sono atipici perché hanno ad oggetto qualsiasi diritto ma non interessi legittimi, hanno
effetti provvisori e anticipatori, possono avere anche effetti conservativi se non è possibile
utilizzare un provvedimento cautelare tipico. L’attore deve indicare al giudice il contenuto
del provvedimento richiesto, il giudice non può prescindere dalla domanda.
I provvedimenti sono strumentali hanno natura anticipatoria e quindi non perdono di
efficacia con il giudizio di merito.
Attraverso questi provvedimenti non si può ottenere un risultato maggiore rispetto che con
un procedimento a cognizione piena e anche i poteri del giudice sono limitati, non
forniscono nessuna oggettiva utilità ulteriore rispetto a quella dell’attuazione coattiva.
Possono riguardare anche un diritto in tutto o in parte non patrimoniale o essere utilizzati
per la tutela di diritti di credito.
Istruzione preventiva
È una forma di tutela cautelare che consente di raccogliere prove prima del processo per
far fronte al rischio che sia difficile o impossibile raccogliere nel corso del giudizio di
cognizione:
- assunzione della prova testimoniale, può avvenire anche a futura memoria
- ispezione
- accertamento tecnico preventivo
- nel 2006 consulenza tecnica preventiva.
Gli effetti sono solo processuali, non si applica il rito cautelare uniforme, eccezion fatta per
il 669-septies (efficacia). La CC nel 2008 dichiara illegittimo lart.695 nella parte in cui non
consente il reclamo nell’ordinanza di rigetto.
L’istanza si propone con ricorso al giudice di merito o in casi eccezionali al giudice del
luogo in cui deve avvenire l’assunzione. Vanno indicati i motivi dell’urgenza, i fatti, la
domanda e le eccezioni.
Il giudice può essere il presidente del tribunale o il GDP, fissa l’udienza di comparizione e
il termine per la notificazione del ricorso e del decreto.

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Assunte le sommarie informazioni il giudice pronuncia sull’accoglimento con ordinanza
impugnabile e designa il giudice che raccoglierà la prova.
In casi eccezionali i provvedimenti possono essere assunti con decreto, in audita altera
parte.
L’assunzione preventiva non pregiudica le questioni su ammissibilità e rilevanza, che
potranno essere sollevate nel giudizio di merito. Nel giudizio di merito l’assunzione può
essere rinnovata.
Per evitare che gli esiti della prova influenzino il giudice, l’art.698 dispone che i verbali
delle prove non possano essere prodotti in giudizio finché i mezzi non siano stati dichiarati
inammissibili.
Se le ragioni di urgenza emergono in corso di causa, l’istanza di istruzione va proposta al
giudice di merito, che provvede con ordinanza; è proponibile anche se il processo è
sospeso o interrotto.
Accertamento tecnico preventivo e ispezione giudiziale
È lo strumento di istruzione preventiva più utilizzato, il giudice in corso di processo può:
- ordinare l’ispezione giudiziale
- disporre una consulenza tecnica
si possono fare anche preventivamente.
Può essere richiesto da chi ha urgenza di far verificare lo stato di luoghi o la qualità o la
condizione di cose.
È richiesta l’urgenza, l’istituto è mutato molto nel corso degli anni, in origine consentiva di
effettuare una fotografia dell’esistente. La Corte interviene con due sentenze e stabilisce
che si può intervenire anche sulla persone del richiedente (1990) e della controparte se
questa acconsente (1996). Queste due possibilità vengono recepite nel 2005, ma non è
chiaro in che misura si applichino le sanzioni per il rifiuto.
Nel 2005 introdotta la possibilità che l’ATP comprenda valutazioni in ordine alle cause e ai
danni relativi all’oggetto della verifica (il consulente tecnico non si limita a fare una
fotografia ma si può esprimere sulle cause e fare stima economiche sui danni). Il giudice
provvede a norma degli artt.694-695, nomina il consulente tecnico e fissa l’inizio delle
operazioni. Non è previsto un seguito: il CTU deposita la relazione e il procedimento si
conclude.
L’ATP spesso favorisce la conciliazione, perché le parti spesso discutono su questioni
tecniche e non giuridiche, il giudice potrebbe discostarsi dal parere del CTU ma non lo fa
quasi mai.
Nel 2006 il legislatore decide di introdurre un nuovo strumento, con finalità
dichiaratamente conciliative: la CTU preventiva (696-bis).
La CTU preventiva può essere richiesta anche al di là dell’urgenza, non ha natura
cautelare, è finalizzata all’accertamento e relativa determinazione dei crediti derivanti da
mancata o inesatta esecuzione di obbligazioni contrattuali o da fatto illecito.

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Il CTU, prima di depositare la relazione, deve tentare la conciliazione (ove possibile).
Se la conciliazione avviene, va redatto un verbale, cui il giudice attribuisce efficacia
esecutiva con decreto; il verbale è anche titolo per l’iscrizione dell’ipoteca giudiziale.
Se la conciliazione non riesce le parti possono chiedere l’acquisizione della consulenza
nel giudizio di merito.
La CTU può essere esperita solo per questioni che hanno ad oggetto il quantum, non può
essere usata in presenza di questioni giuridiche complesse.
Non è possibili proporre reclamo sulla CTU, tuttavia la corte costituzionale ha segnalato
l’incoerenza.
In alcuni casi la CTU è obbligatoria per finalità deflattive:
Art. 445 bis CPC – «Nelle controversie in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità
civile, handicap e disabilità, … chi intende proporre in giudizio domanda per il
riconoscimento dei propri diritti presenta con ricorso … istanza di accertamento tecnico
per la verifica preventiva delle condizioni sanitarie legittimanti la pretesa fatta valere. Il
giudice procede a norma dell’articolo 696 bis CPC, in quanto compatibile …
Art. 8, l. 24/2017 (l. Gelli-Bianco) – «Chi intende esercitare un’azione innanzi al giudice
civile relativa a una controversia di risarcimento del danno derivante da responsabilità
sanitaria è tenuto preliminarmente a proporre ricorso ai sensi dell'articolo 696 bis CPC
dinanzi al giudice competente».
PROCEDIMENTI POSSESSORI 1168-1170 c.c.
Il possesso è più facile da dimostrare rispetto alla proprietà, perché viene tutelato il potere
di fatto su una cosa. Ci sono due azioni:
- reintegrazione: spossessato in modo violento o clandestino, viene concessa anche
al detentore. Viene usata ogni volta che il possessore non ha dato il consenso,
deve essere esperita entro un anno dalla scoperta.
- Manutenzione: spossessato in modo non violento o possesso molestato. Può
essere esercitata solo se il possesso molestato dura da oltre un anno, continuo e
ininterrotto, viene esperita entro un anno.
Procedimento (703-705)
Il procedimento ha natura bifasica, si propone ricorso al giudice competente per territorio e
si seguono le forme del rito cautelare uniforme, la fase interdettale si conclude con
ordinanza reclamabile.
La seconda fase si apre entro 60 giorni e le parti possono richiedere il giudizio di merito, il
giudice fissa un’udienza per prosecuzione. Se c’è reclamo il giudice pronuncia con
ordinanza non reclamabile e da qui inizia a decorrere il termine per il giudizio di merito.
Il giudizio di merito è possessorio ma se nessuno chiede che si svolga:
- Provvedimento reso in fase interdittale resta efficace come un cautelare
anticipatorio e ciascuna parte può in seguito intraprendere un giudizio di merito.

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- L’ordinanza passa in giudicato. È come se i due procedimenti avessero ad oggetto
la stessa domanda.
La seconda tesi è quella preferibile.
Azione possessoria nel corso del giudizio petitorio
Se è già in corso un giudizio petitorio e occorre tutelare il possesso, si può ottenere la
tutela possessoria rivolgendosi al giudice petitorio, questo solo perché il giudizio era già in
corso quando è sorta l’esigenza di tutelare il possesso.
La reintegrazione può essere domandata al giudice competente, il quale rende i
provvedimenti temporanei indispensabili. Il giudizio va proseguito davanti al giudice del
petitorio.
Chi è convenuto nel giudizio possessorio non può intraprendere un petitorio finché il
possessorio non è definito e la decisione non è stata eseguita, a meno che non possa
derivarne un pregiudizio irreparabile per il convenuto stesso, l’attore può proporli insieme.
Ci sono due presupposti:
- il giudizio possessorio deve essere definito
- la decisione deve essere stata eseguita
secondo l’opinione prevalente i due presupposti devono sussiste entrambi, altri dicono che
ciò che conta davvero è che sia eseguita l’azione e non serve che il giudizio sia definito 
sbagliato.
È vietato anche proporre l’eccezione petitoria, il convenuto può proporre da subito il
giudizio petitorio se dimostra che l’esecuzione del provvedimento possessorio non può
compiersi per fatto dell’attore.
ESECUZIONE FORZATA
Serve a far ottenere materialmente e coattivamente al titolare di un diritto ciò che gli
spetta. Per procedere all’esecuzione forzata deve sussistere il diritto sostanziale e quello
all’esecuzione, la sussistenza del diritto deve essere sufficientemente certa e deve
risultare da un titolo esecutivo.
Ci sono due tipologie di esecuzione forzata:
- diretta: l’organo esecutivo si sostituisce all’inadempiente, realizza le attività che
questi avrebbe dovuto svolgere, è possibile sono se l’obbligo è fungibile. Può
avvenire:
o per equivalente: beni espropriati e titolare ottiene denaro
o in forma specifica: il titolare del diritto ottiene ciò che gli spetta
- indiretta: all’obbligato viene minacciata una sanzione civile o penale per adempiere.
In alcuni casi è l’unica strada, nel nostro ordinamento è possibile chiedere misure
coercitive indirette quando l’obbligo non ha ad oggetto il pagamento di denaro.
L’esecuzione indiretta ha dei limiti:
o maggior carico di lavoro per gli uffici giudiziaria
o poco efficaci per chi è ricco o nullatenente
o rischi di ingiustificato arricchimento per il titolare del diritto
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il procedimento si svolge su domanda di parte, la richiesta di tutela è spesso proposta
verbalmente all’UG e deve essere preceduta da alcuni atti che servono ad avvertire il
debitore dell’esecuzione.
Ci sono tre tipi di esecuzione:
- Mobiliare preso il debitore
- Immobiliare
- Presso terzi
Disciplina comune
Il titolo esecutivo è necessario per dare impulso all’esecuzione, deve avere ad oggetto
un diritto liquido, certo ed esigibile e può derivare da:
1. Titoli giudiziali: sentenze di condanna, atti e provvedimenti con efficacia esecutiva
2. Da atti notarili
3. Da scritture private autenticate e titoli di credito: solo per pagamento di denaro.
L’esecuzione forzata per consegna o rilascio (in forma specifica) può avvenire sono se si
ha un titolo che deriva da 1 o 3, che per valere in generale come titolo esecutivo devono
essere rilasciati in copia autenticata al procedente.
Tutti i titoli esecutivi attestano l’esistenza del diritto con un differente grado di solidità, il
titolo esecutivo è il diritto di procedere all’esecuzione forzata. Il titolo esecutivo
documentale è un documento che rappresenta la fattispecie del diritto a procedere, è
anche un mezzo di prova del processo di cognizione.
Efficacia del titolo esecutivo contro terzi
Ci sono modalità di notificazione particolare per gli eredi, il precetto deve essere
notificato almeno 10 giorni dopo il titolo, entro un anno dalla morte del dante causa la
notifica può essere collettiva e impersonale e avvenire nel domicilio del dante causa:
- Successori universali: prosegue il contraddittorio
- Successori particolari: hanno delle limitazioni circa i poteri ma non sulla
legittimazione
- Successori mortis causa: il successore ha i poteri del de cuius.
L’efficacia dei provvedimenti giurisdizionali è estesa anche a terzi, è estesa anche
l’efficacia esecutiva, il terzo è poi libero di contestare la propria qualità di erede.
L’estensione è possibile anche sul lato attivo.
Il precetto 479
L’esecuzione forzata avviene con notifica fatta personalmente al debitore esecutato del
titolo esecutivo e del precetto, che può essere contestuale o successiva al titolo, deve
contenere:
- La trascrizione integrale del titolo verificata dall’avvocato del creditore affinché l’UG
possa metterlo in atto.
- Le parti, il precettato può essere un soggetto diverso da quello che risulta dal titolo
- La data di notificazione del titolo
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- Avviso per poter procedere alla composizione della crisi
- Avviso di eleggere domicilio o residenza nel luogo in cui ha sede il tribunale
competente. È importante per effettuare le comunicazioni, se non viene dichiarato
vengono fatte nella cancelleria.
- L’adempimento dovuto con precisione
- La firma
La mancanza degli elementi formali comporta nullità
Il precetto è un’intimazione ad adempiere entro 10 giorni, trascorsi i quali inizierà
l’esecuzione forzata, se decorrono 90 giorni dalla notifica senza che si sia compiuto il
primo atti dell’esecuzione il precetto perde di efficacia. Di norma l’esecuzione deve iniziare
dopo 10 giorni dalla notifica ma il presidente del tribunale può disporre un’esecuzione
immediata con l’eventuale versamento di una cauzione, il decreto deve essere trascritto e
notificato. Già con la notifica del precetto il debitore può proporre contestazioni, in questo
caso il termine è sospeso finché il giudizio di opposizione non è definito.

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