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RICORSO PER CASSAZIONE

Al vertice del sistema processuale italiano viene posto il ricorso per cassazione che trova un esplicito
riferimento all’art.117 c.p.p. dove la caratteristica principale del ricorso è quella di rimedio nei
confronti della violazione di legge. La Corte di Cassazione è un organo supremo di giustizia che ha
funzione di assicurare l’esatta osservanza della legge e l’uniforme interpretazione, rispetto delle
diverse giurisdizioni e risoluzione dei conflitti.

PROFILI SOGGETTIVI ED OGGETTIVI--> La Corte di Cassazione ha sede a Roma e il suo potere si


estende su tutto il territorio nazionale. Decide sui ricorsi in composizione collegiale costituita da 5
giudici, presidente del collegio e quattro giudici togati. Il settore penale è diviso in sette sezioni: le
prime sei trattano i ricorsi cautelari e quelli connessi all’impugnazione delle sentenze e
provvedimenti che hanno superato lo scrutinio di ammissibilità., la settima invece si occupa di
scrutinare quei ricorsi che sono giudicati inammissibili. In questa ultima sezione però la corte si
pronunzia in camera di consiglio senza la presenza delle parti e si pronuncia sulla sola inammissibilità
del ricorso.
l’art.606 c.p.p. stabilisce che è possibile promuovere ricorso avverso le sentenze pronunciante in
grado di appello, quelle inappellabili e quelle tassativamente indicate dalla legge. Nell'interesse
dell’imputato è possibile promuovere ricorso in Cassazione nei confronti di tutte quelle sentenze di
condanna o di proscioglimento e nei confronti di sentenze di non luogo a procedere emesse in
appello con formula meno favorevole. I confini di proporre ricorso da parte dell’imputato devono
essere coordinati con le norme previste per promuovere appello. Non è previsto in Cassazione il
ricorso incidentale.

L'art.608 c.p.p. autorizza il Procuratore generale presso la Corte di Appello a proporre ricorso in
cassazione nei confronti di tutte le sentenze di condanna o di proscioglimento pronunciate in grado
di appello o inappellabili emesse dai giudici che hanno sede nel distretto di competenze della Corte
territoriale e nei confronti delle sentenze di appello che hanno confermato la sentenza di non luogo
a procedere.

Poi si autorizza anche il Procuratore della Repubblica a proporre ricorso nei confronti delle sentenze
inappellabili di condanna o proscioglimento pronunciate dalla Corte di Assise, dal Tribunale, dal
giudice di pace e dal giudice per le indagini preliminari.

Le altre parti possono proporre ricorso per cassazione nei casi previsti all’art.575 e 576 c.p.p.

CASI DI RICORSO art.606 c.p.p. tassatività dei casi in cui è possibile effettuare ricorso in cassazione a
cui si aggiunge il gravame nei confronti dei provvedimenti abnormi. Inammissibilità dei ricorsi al di
fuori dei casi indicati dalla legge

1) ECCESO DI POTERE: riguarda l’eccesso di potere e/o straripamento del potere del giudice riferito
a uno dei suoi poteri in cui potrebbe realizzarsi e quindi nella funzione legislativa, amministrativa o il
perimetro riservato ai pubblici poteri. Il vizio si verifica tutte le volte che il giudice entra in un ambito
riservato a un altro soggetto istituzionali e arrogandosi poteri che non gli spettano.

2) ERRONEA APPLICAZIONE DELLA LEGGE: si ha tutte le volte si interpreta erroneamente o


inosservanza della legge penale. Errones in iudicando per cui la decisione presa dal giudice deriva da
un’erronea interpretazione o applicazione della legge penale. A cio segue una erronea sentenza che
deve essere annullata o corretta.

3) INOSSERVANZA NORME PROCESSUALI contiene un catalogo di vizi e sanzioni processuali


4) MANCATA ASSUNZIONE DI UNA PROVA DECISIVA E CONTRARIA: quando la parte ne ha fatto
richiesta anche nel corso dell’istruttoria dibattimentale, ed è una norma volta ad assicurare il diritto
alla prova contraria. Deve trattarsi di prova decisiva appunto e il ricorrente deve dimostrare appunto
che la prova mancante avrebbe potuto incidere diversamente sulla ricostruzione del fatto o
sull’applicazione di una norma.

5) MOTIVAZIONE MANCANTE, ILLOGICA O CONTRADDITORIA:


-mancanza motivazione: si ha quando viene omessa completamente o parzialmente la motivazione
della sentenza e anche quando le argomentazioni siano del tutto incomplete rispetto alle censure
previste come ad esempio l’uso di una scrittura totalmente illeggibile. Ipotesi tipica è quella della
motivazione apparente cioè laddove si vadano ad utilizzare motivazioni troppo generiche che
escludono dunque la presenza di motivazione;

-illogicità della motivazione: deve essere manifesta e cioè evidente. La logicità della decisione presa
dal giudice si valuta su 3 parametri: la ragionevolezza della ricostruzione dei fatti, plausibilità delle
premesse argomentative e la correttezza delle regole utilizzate. Quindi il controllo va effettuato sia
sull’impianto argomentativo ma anche sulla logica del ragionamento.

-contraddittorietà della motivazione: si connota nel rapporto tra ragionamento giustificativo del
provvedimento e il contenuto degli atti del processo quindi se c’è incompatibilità si verifica
contraddittorietà.

INAMMISSIBILITA’ DEL RICORSO si sommano alle ipotesi già viste all'art.591 (se ad impugnare è
soggetto non legittimato o che non vanta interesse, provvedimento non impugnabile, mancano i
requisiti sulla forma e rinuncia). Il ricorso in Cassazione è inammissibile quando viene proposto per
motivi diversi rispetto a quelli consentiti, quando i motivi sono manifestamente infondati e
quando c’è violazione di legge non dedotta nei motivi dell’appello.

PROCEDURA

La procedura del ricorso inizia con il deposito del ricorso presso la cancellaria del giudice che ha
emesso il provvedimento impugnato ed effettuato direttamente dal condannato e dal suo difensore
purché questi sia iscritto dell’albo professionale. Se non vi è nominato un difensore di fiducia il
presidente provvede a nominarne uno d’ufficio. Nel procedimento di fronte la Corte di Cassazione
prevede che le parti vengano rappresentate dai loro difensori. Per cui non è prevista la
partecipazione personale né dell’imputato né delle altre parti proprio per il carattere molto tecnico
del giudizio di legittimità che affida ai soggetti specializzati in ambito tecnico tutto il peso della fase
procedurale. 3 soggetti che nella fase preliminare prendo parte: -
primo presidente che verifica innanzitutto se il ricorso è inammissibile e lo trasmette alla settima
sezione della Corte che provvede, a seguito della fissazione dell’udienza da parte del relativo
presidente della sezione, in camera di consiglio senza l’intervento delle parti. Se non viene dichiarata
l’inammissibilità il ricorso viene restituito al primo presidente che ne cura l’assegnazione a una delle
sei sezioni.
-su richiesta del Procuratore generale, dei difensori delle parti, il primo presidente della Corte può
assegnare il ricorso alle sezioni unite quando il caso risulta di particolare complessità ovvero quando
occorre derimere una controversia nata tra sezioni delle corte. -il
presidente della sezione alla quale è stato affidato il ricorso fissa il giorno dell’udienza e designa il
giudice relatore. A cura della cancelleria va notificato avviso al procuratore generale e ai difensori
delle parti almeno 30 giorni prima l’udienza con indicazione se l’udienza sarà pubblica o in camera di
consiglio.
PROCEDIMENTO CAMERALE

Art.611 c.p.p. la legge indica i casi in cui il procedimento si debba svolgere in camera di consiglio e
nelle ipotesi di impugnazioni di provvedimenti non emessi nel dibattimento. Si prevede decisione
senza l’intervento dei difensori e senza contraddittorio. Le parti vengono avvisate ma la loro
presenza non è necessaria, perciò vengono sentite solo se presenti.

UDIENZA PUBBLICA

Ad eccezione dei casi del 611 c.p.p. l’udienza è sempre pubblica, cioè aperta a tutti coloro che
vogliono assistervi. Non è prevista la comparizione delle parti, in quanto sono rappresentate in
udienza dai difensori. La presenza dei difensori non è obbligatoria ma solo eventuale. Qui non è
possibile produrre nuovi documenti al contenuto probatorio. Il presidente del collegio verifica la
regolare costituzione delle parti comparse e la regolarità delle notifiche.

DECISIONE

La corte va a deliberare sentenza che verrà poi pubblicata e verranno redatti anche i motivi della
decisione. I motivi vengono redatti dal relatore e sottoscritti dal presidente. Vengono poi
depositati nella cancelleria entro il 30 giorno successivo alla deliberazione. La Corte può decidere in
vari motivi e cioè dichiarando inammissibile il ricorso o rigettandolo. Si obbliga la parte che ha
proposto il ricorso a sostenere le spese processuali. La corte può rettificare gli eventuali errori di
diritto e erronee indicazioni di legge che non hanno avuto nessuna influenza sulla decisione finale.
Può provvedere alla rettifica della specie e quantità della pena. Tutte le volte che dunque è
possibile rettificare il provvedimento impugnato modificandolo senza dover ricorrere
necessariamente all’annullamento

ANNULLAMENTO

Quando la Corte accoglie il ricorso e annulla il provvedimento impugnato. L'annullamento può


essere totale ovvero si accolgono tutti i punti del ricorso o può essere parziale cioè si accolgono
soltanto alcuni punti dell’impugnazione.

Può essere CON O SENZA RINVIO. In caso di rinvio si procede verso un ulteriore giudizio, nel
secondo il percorso giurisdizionale termina in modo definitivo.

ANNULLAMENTO SENZA RINVIO 620 c.p.p. se il fatto non è previsto dalla legge come reato, se il
reato è estinto o l’azione penale non doveva essere ne iniziata ne perseguita, se il reato non
appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario

ANNULLAMENTO CON RINVIO 621 c.p.p. per tutte le volte che si ritiene necessario un giudizio di
merito nuovo.

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