Sei sulla pagina 1di 3

REVISIONE

La revisione è un mezzo di impugnazione straordinario ed eccezionale ,esperibile senza limiti di tempo,a


favore del condannato,nei casi determinati dalla legge,avverso provvedimenti di condanna divenuti
irrevocabili,anche se la pena è già eseguita o è estinta.

La finalità della revisione è di ripristinare la verità e quindi provocare un nuovo accertamento di verità in
ordine al fatto reato sostanziialme ma tutelando l’interesse pubblico alla riparazione dell’errore giudiziario

Quindi la revisione serve per impugnare l’errore giudiziario perché nonostante il processo sia stato
celebrato nel rispetto delle normedi legge non è detto che la decisione non sia errata.

Fondamento costituzionale dell’istituto si trova nell’art 24 co 4 della cost ,cioè quindi l’esigenza di
assicurare la riparazione dell’errore giudiziarioristorio pecuniario +pieno riconoscimento dell’innocenza
attraverso un giudzio di merito che si realizza laddove è accolta l’istanza di revisione

Il procedimento di revisione è bifasico perché prevista prima una fasi di verifica preliminare
sull’ammissibilità della richiesta e poi segue un giudizio di merito. L’epilogo può essere di rigetto o di
accoglimento,in quest’ultimo caso il giudice revoca la sentenza di condanna,il condannato acquista di
nuovo lo status di imputato e lo statis di innocente laddove venga accolta nel merito

Sono soggetti a revisione le sentenze di condanna,le sentenze emesse art 444e il decreto penale di
condanna. Non sono mai soggette a revisione le sentenze di proscioglimento neanche quelle meno
favorevoli all’imputato

Quali sono i casi di revisione?

Gli elementi che sorreggono le istanze di revisione devono essere tali che accertati, devono condurre il
condannato poi divenuto imputato, ad essere prosciolto ai sensi dell'articolo 529 30 e 31. Quindi in
presenza delle medesime fattispecie per le quali nel giudizio di merito l'imputato va assolto

Art 630

1)conflitto teorico tra giudicati

2) Potrebbe presentare istanze di revisione anche quando una sentenza di condanna sia stata emessa sulla
base di una questione pregiudiziale che è stata risolta dal giudice penale ma che risulti determinata,
accertata falsamente dal giudice civile o amministrativo, o che dal giudice civile o amministrativo sia stata
successivamente verificata.

3) Altro caso, forse più problematico, è quello in cui sopravvengono o vengono scoperte nuove prove dopo
la condanna irrevocabile. Queste prove da sole o unite a quelle già acquisite portano a prosciogliere
l'imputato, ai sensi dell'articolo 631. Questa è l'ipotesi più diffusa di revisione ma anche la più complessa,
perché non è facile comprendere Cosa si intenda per prove nuove di revisione perché certamente oggetto
di dato normativo prove nuove sono le prove scoperte dopo la formazione del giudicato ma anche le prove
seppur preesistenti non sono state mai acquisite e quindi non sono state mai oggetto di revisione del
giudice. Mentre controversa è se le prove acquisite al processo prima del giudicato ma non valutate dal
giudice, siano da considerare proprio nuove. In verità sul punto ci sono state diverse pronunce da parte
della cassazione fino a quando non è intervenuto il supremo consenso delle sezioni unite che hanno optato
per una soluzione positiva e quindi hanno ritenuto che anche in questo caso potrebbe parlarsi di prova
nuova. il giudizio che deve compiere la Corte investita dell'istanza di revisione è un giudizio prognostico
perché nel momento in cui viene presentata l'istanza, perché l'istanza sia considerata ammissibile, la Corte
deve fare un giudizio prognostico e quindi deve dire: Laddove fossero acquisite le prove indicate dalla
parte, sarebbe possibile emettere una sentenza di proscioglimento? Se Alla luce di quelle prove la sentenza
è di proscioglimento il giudice ammette l'istanza di revisione, altrimenti la rigetta. Quindi deve compiere un
giudizio prognostico sulla base delle prove che sono fornite dalla parte che ha presentato l'istanza di
revisione. Queste prove devono portare a un proscioglimento, non è ammessa la revisione Quando le prove
porterebbero a un'applicazione di una pena più mite, si tratta di un impugnazione straordinaria che tende a
rimuovere il passaggio in giudicato della sentenza. La cassazione ha pure chiarito che le prove nuove, che il
proscioglimento non deve derivare solo dalle prove già acquisite quando il giudice di merito si è
pronunciato, ma il proscioglimento deve essere effetto delle prove nuove sopravvenute o delle prove
nuove valutate unitamente a quelle già acquistate perché se si consentisse il proscioglimento solo sulle
prove già acquisite in grado di merito, la revisione diventerebbe un ulteriore strumento di impugnazione

NB La revisione porta sempre a proscioglimento perche se si ammettesse revisione anche quando la
prova comporta mitigazione del pocesso,i casi aumenterebbero a dismsiura e si parlerebbe della revisione
come quarto grado di giudizio

questo giudizio prognostico che deve effettuare la corte investita dell'istanza di revisione deve essere frutto
di una valutazione o solo delle prove nuove o delle prove nuove unite a quelle vecchie, ma non è possibile
argomentare parte ricorrente e poi dalla parte della corte che accoglierebbe un eventuale istanza di
revisione solo sulla base delle precedenti prove, perché se fosse così in realtà non avremo più uno
strumento straordinario determinato dall'essere rinvenuti elementi di novità che sono stati sottratti alla
condizione di riferimento, ma si instaurerebbe un vero e proprio giudizio di merito o meglio un nuovo
strumento di impugnazione oltre quello del ricorso per Cassazione, perché si chiederebbe di rivedere la
stessa decisione la base delle stesse prove, invece il quid novi è quello che giustifica eccezionalmente di
rivedere una sentenza passata in giudicato. Dicevo gioca un ruolo essenziale nella revisione la prova
scientifica perché molti dei processi che sono stati oggetto di revisione nascono proprio da delle
conoscenze offerte attraverso la prova del DNA che hanno portato, come dire, a dimostrare che l'autore del
reato, ad esempio la macchia di sangue che si trovava sul luogo dell'omicidio non era riconducibile
all'imputato. è chiaro che la prova scientifica rappresenta sicuramente quella prova nuova che potrebbe
giustificare la revisione di una sentenza. Ancora ultimo caso la revisione è attivabile anche quando si accerti
che una condanna definitiva è stata pronunciata a seguito di un falso in atti o in giudizio o per effetto di un
altro reato. Ad esempio Tizio viene condannato sulla base di una testimonianza che è stata considerata
attendibile, se non che viene emessa una sentenza irrevocabile che attesta la falsità della dichiarazione
emessa dal testimone. Quindi vi deve essere un nesso di causalità tra il falso e la sentenza passata in
giudicato. Quindi vi deve essere un collegamento fra la testimonianza che è stata considerata falsa e la
pronuncia che ha comportato la condanna dell'imputato.

La revisione europea istituto che è stato introdotto per effetto della pronuncia della corte cost n113/2011
che ha dichiarato l’illegittimità dell’art 360 nella parte in cui non prevede un diverso caso di revisione della
sentenza o del decreto penale di condanna al fine di conseguire la riapertura del processo quando ciò è
necessario per conformarsi ad una sentenza definitiva della Corte Europea dei diritti dell’uomo (art 46
cedu)
Si è arrivati alla creazione di questo istituto perché manca nell’ordinamento italiana una norma che dia
attuazione all’art 46 ceduche prevede l’obbligo per gli stati contraenti di adeguarsi ad una pronuncia
definitiva della ceduquesto implica di rimettere in discussione il giudicato interno che si è gia formatosi.

Là revisione è un caso di revisione del tutto atipico, ma rappresentava l'unico rimedio che avesse trovato la
Corte Costituzionale più duttile per poter revocare una sentenza passata in giudicato, laddove la corte di
Strasburgo avesse ritenuto che quella sentenza è stata emessa in violazione dell'articolo 6 della
convenzione EDU che Tutela il principio del giusto processo. ne è consapevole la stessa corte
Costituzionale, perché nel momento in cui dichiara incostituzionale la previsione, dichiara che poi spetta al
giudice investito dell'istanza stabilire quali delle norme che reggono l’istituto trovino applicazione per la
revisione Europea, e Lo invita Infatti ad applicare soltanto quelle disposizioni che siano conciliabili sul piano
logico giuridico con l'obiettivo perseguito dalla pronuncia della Corte di Strasburgo. è chiaro che Ed in
quella occasione individua anche delle guide linea che il giudice deve adoperare quando viene presentata
un'istanza di revisione cosiddetta Europea.

Innanzitutto rileva che è previsto che i giudici di merito possano decidere anche sulla base di una diversa
valutazione delle prove assunte nel precedente giudizio, quindi non operano quel limite per il quale le
prove nuove devono necessariamente portare da sole o insieme a quelle preesistenti ad un giudizio di
proscioglimento. Seconda cosa la revisione non comporta necessariamente il proscioglimento del
condannato, questo perché quando la Corte di Strasburgo condanna uno stato non decide sulla
colpevolezza e l'innocenza dell'imputato ma stabilisce soltanto se vi è stato la violazione di un diritto
convenzionale, nel qual caso condanna lo Stato ed impone all'ordinamento giuridico di riconoscere
l'esercizio di quel diritto che è stato negato al condannato. quindi non è detto che una volta che viene
revocato il giudicato e che si proceda ad un nuovo giudizio, quel giudizio possa concludersi con una
sentenza di assoluzione, potrebbe anche concludersi con una sentenza di condanna Perché lo scopo della
revoca del giudicato è solo quella di consentire al condannato di poter esercitare quel diritto che gli è stato
negato, dopodiché il progetto può concludersi con un’assoluzione o una condanna, non importa. Ancora, si
deve tener conto anche delle indicazioni contenute nella Corte di Strasburgo, impone ancora di marcare le
possibili ricadute della violazione della garanzia è indicata dalla Corte di Strasburgo con la disciplina degli
atti processuali di diritto interno, adottando i provvedimenti atti ad eliminarli, e cioè dice: “ Stabilisci qual è
il vizio individuato dalla Corte di Strasburgo e trasferisci questo vizio in una delle sanzioni espressamente
previste dal legislatore processuale penale”, quindi una delle forme di invalidità previste dal legislatore
processuale penale. Questo tema però pone grandi interrogativi perché laddove il vizio censurato dalla
Corte di Strasburgo Sia riconducibile ad una delle nullità previste dal nostro codice ben venga, ma laddove
non vi sia queste immediata riconducibilità del vizio individuato dalla Corte di Strasburgo con le sanzioni di
invalidità previste dal nostro codice il problema si pone se ricordiamo che vige il principio di tassatività delle
nullità. Ancora la corte stabilisce che è possibile prevedere nei termini di decadenza per la presentazione
dell'istanza di revisione, e su questo punto in realtà che rappresenta una sorta di sollecitazione al
legislatore che sarebbe dovuto intervenire

Potrebbero piacerti anche