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Il giudizio direttissimo

Il giudizio direttissimo insieme al giudizio abbreviato rientra tra i riti


speciali che omettono l’udienza preliminare, in quanto i presupposti
oggettivi sono tali da renderla superflua.

Dunque, sotto il profilo strutturale il rito direttissimo presenta una forte


somiglianza con il giudizio immediato chiesto dal pubblico ministero. In
entrambi i casi l'iniziativa della pubblica accusa consente di passare
rapidamente dalla fase delle indagini a quella del dibattimento,
omettendo l'udienza preliminare. La diversità tra suddetti procedimenti a
Thiene presupposti. l'instaurazione del giudizio immediato consegue, in
alternativa, oh ad una valutazione giurisdizionale di esistenza di gravi
indizi che fondano una misura che studia le, oh ad una valutazione del
pubblico ministero, che ritengo evidente la prova di reità. La richiesta di
rito immediato è controllata dal G.I.P., che decide in segreto sulla base di
atti scritti. Viceversa, per instaurare il rito direttissimo sono richiesti quali
presupposti quali l’arresto in flagranza e la confessione (art 449.1).
Sull’esistenza di tali presupposti, il giudice si pronuncia in udienza nel
pieno contraddittorio.

Si tratta dunque di un procedimento speciale di anticipazione


dibattimentale poiché realizza la finalità di economia processuale
mediante l’eliminazione dell’udienza preliminare e la presentazione
diretta dell' imputato al giudice del dibattimento, con una notevole
contrazione della fase investigativa. La scelta dell’iter processuale, prima
della legge n 119/13, competeva soltanto al PM, ovviamente alla
presenza dei presupposti richiesti: con la legge appena menzionata,
invece, è stata introdotta una nuova ipotesi di rito direttissimo, fondata
sul provvedimento di allontanamento dalla casa familiare (art 499.5),
per la quale il potere di attivazione e attribuito alla PG, seppur su
disposizione del PM.
L’art 499 disciplina tre ipotesi di direttissimo: una facoltativa e due
obbligatorie.

1. Direttissimo facoltativo
L’art 449.1 prevede, che in caso di arresto in flagranza di reato, il
PM può instaurare il giudizio direttissimo presentando direttamente
l’imputato in stato di arresto dinanzi al giudice del dibattimento
(monocratico o collegiale, entro 48 ore dall’arresto, al fine di
ottenerne la contestuale celebrazione del giudizio direttissimo.
Come ulteriore condizioni di ammissibilità, la giurisprudenza
richiede che all’ arrestato sia stata applicata una misura cautelare
custodiale. L'interpretazione giurisprudenziale male si fonda sul
fatto che, in questa ipotesi, il pubblico ministero instaura il rito
direttissimo facendo condurre l'accusato in udienza, il che deve
avvenire entro 30 giorni dall’ arresto. :
a- Se l'arresto è convalidato, si procede immediatamente al giudizio
direttissimo (art 449.3)
b- in mancanza di convalida, il giudice del dibattimento deve restituire
gli atti al pubblico ministero, salvo che l'imputato e il pubblico
ministero presentino il consenso. Occorre evidenziare che il
consenso rende possibile la missione dell’udienza preliminare ed il
passaggio immediato al dibattimento.

Direttissimo obbligato

Il PM deve, invece procedere con rito direttissimo in due casi:

a- l’arresto è già stato convalidato dal G.I.P.;


b- confessione nel corso dell’interrogatorio L’ammissione degli
addebiti rende infatti evidente la colpevolezza dell' imputato né
giustifica l'immediata trazione giudizio. Del resto, si potrebbe anche
sostenere che la confessione legittimi il rito in quanto
manifestazione di volontà dell' imputato, intesa all’ accelerazione
processuale. L'imputato libero è citato a comparire in udienza entro
il 30º giorno dalla iscrizione nel registro delle notizie di reato, salvo
che ciò pregiudichi gravemente le indagini. La giurisprudenza
ritiene che costituiscano confessione tutte quelle dichiarazioni che
siano state rese in sede di interrogatorio e che comportano la
missione di fatti costituenti la base sostanziale dell' imputazione,
con esclusione di eventuali aggravanti e senza riguardo alla
qualificazione giuridica dei fatti medesimi.

Instaurazione del rito direttissimo (art450)

All’ instaurazione del rito provvede il pubblico ministero, segue forme


diverse a seconda che l'accusato si trova in stato di arresto o di custodia
cautelare, oppure sia libero o sottoposto a misure cautelari non cu
studiali.:

a- se in stato di libertà, deve essere citato a comparire ad un


udienza non successiva al 30º giorno dall' iscrizione nel registro
delle notizie di reato. il pubblico ministero fa notificare all’
imputato una citazione a comparire, nella quale deve essere
enunciato il fatto addebitato.
b- se in stato di custodia cautelare per il fatto per cui si procede è
presentato direttamente all’ udienza entro il medesimo termine,
ossia non oltre il 30º giorno dall' iscrizione Nel registro delle
notizie di reato. Il pubblico ministero fa condurre la persona in
vinculis direttamente in udienza, Ove gli contesta oralmente
imputazione. Il decreto di citazione a comparire In udienza per il
giudizio direttissimo deve contenere i requisiti previsti dall'art
429 per il decreto che dispone il giudizio, tra cui:
- la formulazione chiara e precisa dell' imputazione, con
l'indicazione delle fonti di prova e dei fatti a cui si riferisce;
- il luogo, ora e giorno della comparizione, del giudice
competente per il giudizio, con avvertimento che non
comparendo si applicano le disposizioni di cui agli articoli 420
bis, 420 ter, 420 quater e 420 quinquies.
La formazione del fascicolo del dibattimento spetta al PM, il
quale lo trasmette, unitamente al decreto,, alla cancelleria del
giudice competente per il giudizio (art 138 disp.att). Gli atti
delle indagini restano depositati presso la segreteria del
pubblico ministero, in modo da consentire al difensore di
prenderne visione. Al difensore deve essere notificato
tempestivamente, a cura della cancelleria del pubblico
ministero, l'avviso della data fissata per il giudizio. Così si
verifica la Discovery. Infatti, il difensore ha facoltà di prendere
visione ed estrarre copia della documentazione relativa alle
indagini espletate fino a quel momento dal pubblico ministero
(art 450.6). La giurisprudenza riguardante il omologo avviso
per l'udienza di convalida consente che il difensore si avvisato
di quest'ultima anche poche ore prima appunto inoltre,
quanto alle modalità per la informativa de qua, nella
giurisprudenza prevale un indirizzo anti formalistico. Infatti, si
è ritenuto che la avviso al difensore possa essere dato in forma
libera, atipica, essendo sufficiente l'adeguatezza nel mezzo
utilizzato, e risultando irrilevante il fatto che il destinatario ne
abbiano effettivamente preso cognizione.
Svolgimento del giudizio direttissimo (art 451)

La caratteristica del rito sta nel fatto che non viene svolta la sottofase di
atti preliminari al dibattimento, poiché il codice prescrive che si osservano
le disposizioni degli articoli 470 e seguenti, il che accade quando
l’imputato intende proseguire il processo. Pertanto, non vi sono liste
testimoniali; più la persona offesa ai testimoni possono essere citati
anche oralmente da un ufficiale giudiziario o da un agente di polizia
giudiziaria. Il pubblico ministero, l'imputato e la parte civile possono
presentare nel dibattimento testimoni senza previa citazione. Dunque,
sebbene per lo svolgimento del giudizio direttissimo si osservano le
disposizioni previste per il dibattimento ordinario, vi sono alcune
peculiarità finalizzate a garantire la celerità del rito speciale:

A- il pubblico ministero, l'imputato e la parte civile possono far citare,


anche oralmente, la persona offesa ed i testimoni oppure
presentarli direttamente in udienza;
B- il pubblico ministero contesta direttamente in udienza
imputazione all’ imputato presente, salvo il caso in cui si proceda
con citazione nei confronti dell' imputato libero;
C- il presidente avverte l'imputato della facoltà di proporre istanza di
giudizio abbreviato oppure di patteggiamento;
D- ove non sia stata già esercitata la scelta dei riti alternativi,
l'imputato può chiedere un termine per preparare la difesa non
superiore a 10 giorni;
E- quando viene concesso il termine a difesa, il dibattimento è sospeso
fino all’ udienza immediatamente successiva alla scadenza del
termine.
Il rito abbreviato atipico dopo che è stato disposto il giudizio
direttissimo

Dopo che è stato disposto il giudizio direttissimo, l'imputato può chiedere


il rito abbreviato prima della dichiarazione di apertura del dibattimento .
Il giudice deve ordinare la prosecuzione del giudizio secondo le forme del
rito abbreviato se la richiesta è incondizionata. Se è condizionata ad una
integrazione probatoria, il giudice deve valutare l’ammissibilità. Al fine
della valutazione di ammissibilità il giudice del dibattimento può
esaminare il fascicolo del PM con applicazione analogica dell’art 135
disp.att. Occorre precisare che la richiesta dei termini per preparare la
difesa e la richiesta del rito alternativo sono incompatibili tra loro. Ne
consegue che istanza di abbreviato o patteggiamento proposta dopo la
concessione del termine a difesa deve essere dichiarata inammissibile,
con il proseguimento del dibattimento.

Se l'imputato propone istanza di giudizio abbreviato, il giudice, prima


della dichiarazione di apertura del dibattimento, dispone con ordinanza la
prosecuzione del giudizio con rito abbreviato. Una volta che sia stato
disposto il giudizio abbreviato, si osservano le forme previste per
l'udienza preliminare anche se il processo si svolge davanti al giudice del
dibattimento se il prevenuto fa istanza per essere giudicato allo stato
degli atti, il giudice dispone la trasformazione del giudizio ordinario in
abbreviato. Conseguentemente, viene a determinarsi una sorta di ibrido
processuale. Il procedimento, già pervenuto in sede dibattimentale,
eventualmente dinanzi al giudice collegiale, è tuttavia regolato dalle
disposizioni dettate per l’udienza preliminare. Nel caso in cui, a seguito di
sopravvenuta modifica dell' imputazione, l'imputato revochi la richiesta di
giudizio abbreviato, il giudice dispone che si proceda al rito direttissimo
con applicazione delle norme del dibattimento(art 452.2). Anche in
questo caso, come avviene quando è disposto il giudizio immediato, il
rito abbreviato atipico è regolato in parte dalle norme ordinarie ed in
parte da norme speciali. Su entrambe sono state apportate delle
modifiche dalla riforma Orlando. In particolare, anche in questo caso si
applica la regola introdotta dalla riforma (art 438.6 bis )secondo cui la
richiesta di rito abbreviato determina la sanatoria delle nullità, sempre
che non siano assolute, e la non rilevabilità delle inutilizzabilità, Salve
quelle derivanti dalla violazione di un divieto probatorio. Essa preclude
altresì ogni questione sulla competenza per territorio del giudice.

Se, invece l’imputato intende affrontare il dibattimento, il proseguo del


processo è regolato dalla disciplina concernente il rito ordinario, di cui a

agli art 470 e seguenti.

L’attivazione del rito non è anticipata dall’avviso di cui all’ art 415 bis e,
nell’ipotesi di connessione del reato per cui si procede con tale rito ed
altri per i quali manchino i presupposti, si procede separatamente per gli
altri reati e per gli altri imputati, salvo che ciò pregiudichi gravemente le
indagini. In questo caso, prevarrà il rito ordinario.

Se il giudizio direttissimo risulta promosso fuori dei casi previsti dall’ art
449, il giudice dispone con ordinanza la restituzione degli atti al pubblico
ministero (art 452.1).

Il giudice del dibattimento, preliminarmente deve valutare la sussistenza


dei presupposti per il rito: se la valutazione negativa, restituisce gli atti al
pubblico ministero, altrimenti procedi alla celebrazione del dibattimento,
con la osservanza delle disposizioni degli artt. 470 e seguenti, salvo talune
peculiarità determinate dalla specialità del rito, quali la possibilità delle
parti di farcita realmente la persona offesa ai testimoni etc.
Differenza tra rito immediato e rito direttissimo

La struttura di tale procedimento è molto simile a quella prevista per il


rito immediato chiesto dal pubblico ministero, poiché in entrambi i giudizi
l'iniziativa dell’organo inquirente consente di passare celermente dalle
indagini il dibattimento, saltando l'udienza preliminare. Le differenze
riguardano sia i presupposti per l'accesso al rito, che sono differenti
anche all'interno del rito immediato richiesto dal pubblico ministero, a
seconda che si attivi la forma tipica o quella custodia le, che la previsione
del rito immediato di un controllo del giudice per le indagini preliminari,
senza contraddittorio, sulla richiesta dell’accusa, laddove sulla sussistenza
dei presupposti per la celebrazione del rito direttissimo si pronuncia il
giudice dibattimentale, nel contraddittorio tra le parti. Inoltre, le indagini
sono maggiormente contratte nel rito direttissimo poiché l'attivazione
dello stesso deve avvenire nel termine di 48 ore dall’ arresto in flagranza,
oppure non oltre 30 giorni dalla iscrizione nel registro delle notizie di
reato, nell’ipotesi in cui l'arresto sia stato già convalidato e nelle ipotesi
di confessione. Nel giudizio immediato richiesta del pubblico ministero,
invece l'attivazione del rito può avvenire dopo indagini decisivamente più
lunghe, in particolare, dopo 90 giorni dall’iscrizione della notizia di reato,
nell’ ipotesi tradizionale, e dopo la definizione del procedimento di cui
all'art 309 o dopo la scadenza dei termini per proporlo, nell’ ipotesi di
rito immediato custodiale.
Il giudizio direttissimo in seguito all’allontanamento d’urgenza della
casa familiare ex art 499.5

Con la legge 15 ottobre 2013 numero 119 in tema di contrasto della


violenza di genere, il Parlamento ha introdotto un nuovo modulo di
giudizio direttissimo nel caso in cui sia stato disposto la lontanamente
urgenti dalla casa familiare di un indagato sorpreso in flagranza di uno
dei delitti contro la persona, espressamente indicati nel comma 6 dell’
art 282 bis. L’allontanamento è nuovo tipo di misura precautelare che, in
quanto tale, necessita della convalida ad opera del giudice entro un
termine di decadenza. È stata infelice la scelta legislativa di inserire
questo nuovo modulo nell’ art 449.5, che tratta del giudizio direttissimo a
seguito di confessione. La collocazione potrebbe ingenerare il dubbio che
si sia voluto introdurre una disciplina svincolata dalle regole generali del
rito direttissimo. Secondo parte della dottrina si deve accogliere una
visione sistematica del processo, che induce ad aderire alla
interpretazione attualmente prevalente, secondo cui il nuovo modulo è
applicabile la disciplina base del rito direttissimo in quanto compatibile.

Dopo aver disposto l’ allontanamento d'urgenza dalla casa familiare, la


polizia giudiziaria provvede, su ordine del pubblico ministero, ad
instaurare il rito di direttissimo perché si svolga la convalida della misura.
Questa possibilità è prescelta quando il pubblico ministero ritiene che il
giudizio direttissimo non pregiudichi gravemente le indagini in corso (art
449.5).

Viceversa, se la pubblica accusa ritiene che si debba lasciare uno spazio


più ampio alle indagini, allora sceglie la strada della convalida dell’
allontanamento ad opera del giudice per le indagini preliminari (art
449.4).

Prescelta la strada di procedere immediatamente con il dibattimento, la


polizia giudiziaria, su disposizione del pubblico ministero, cita indagato
per la contestuale convalida della misura entro 48 ore dall' esecuzione
dell' allontanamento(art 449.5).

In udienza il giudice può convalidare la allontanamento d'urgenza dalla


casa familiare ed eventualmente applicare la allontanamento stesso
come provvedimento cautelare, oppure altra misura su richiesta del
pubblico ministero. In caso di convalida si procede con il rito direttissimo
(art 449.3).

Tuttavia, può accadere che il giudice non convalidi la allontanamento


d'urgenza: in questa evenienza, si applica la normativa ordinaria, e cioè se
il pubblico ministero è indagato consentono al giudizio direttissimo, si
procede con tale rito (art 449.2). Se i medesimi non consentono al rito
direttissimo, gli atti sono restituiti al pubblico ministero, che procede in
altro modo.

Quando il pubblico ministero ritiene che il contestuale rito direttissimo


pregiudichi gravemente le indagini, la polizia giudiziaria deve provvedere
comunque entro il medesimo termine di 48 ore alla citazione per
l'udienza di convalida indicata dal pubblico ministero(art 449.5).. Si tratta
della comune udienza di convalida davanti al giudice per le indagini
preliminari ex art 391. In tale udienza il giudice prende le seguenti
decisioni:

a- se non convalida l’ allontanamento d'urgenza, gli atti sono restituiti


al pubblico ministero, che procede in altro modo.
b- Se il giudice per le indagini preliminari convalida il allontanamento
d'urgenza o eventualmente applicando una misura coercitiva su
richiesta del pubblico ministero, entro 30 giorni la indagato è citato
a comparire per il giudizio direttissimo (art 449.4).

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