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Attribuire centralità al dibattimento penale considerato come cuore pulsante del processo----> in questa
prospettiva si era costruita una fase di ricerca della prova molto povera dal punto di vista contenutistico e
molto dimessa anche come veste sistematica. Idea era preparare il dibattimento per mezzo di un'attività di
sondaggio dei materiali informativi brevi e che venisse attuata con attività procedimentali non probatori
etc.
Si è visto che questa pretesa di ridimensionare sia dal punto di vista quantitativo sia qualificativo era una
pretesa illusoria.
C'è una forza che spinge il processo verso le sue fasi iniziali, è lì che si creano le premesse per la decisione
finale. Viene dato sempre più peso alle prove documentali.
Percorso delle dinamiche relative al giudizio abbreviato, fa sì che la decisione di primo grado sia presa in
fase di indagini preliminari----> Si è costruito un modello di processo penale alternativo. Ma il giudizio
abbreviato si sta quasi autopromuovendo a rito ordinari in certi contesti. Il dibattimento quasi quasi diventa
eccezione. Se non ci fosse ancora la prescrizione che suggerisce di portare avanti il processo il nostro
ordinamento tenderebbe per il giudizio abbreviato, situazione diversa da quella che si immaginava
nell'88-------> Gigantismo della fase investigativa
Evoluzione della fase investigativa e la sua veste sistematica:
Gli sbarramenti che il legislatore aveva posto all'ingresso degli atti di indagine nel dibattimento ( regola
d'oro e quella dell'art. 513) sono stati fatti cadere dalla Corte costituzionale sulla base di una
fraintendimento del p. del contraddittorio e perché la fase delle indagini premevano contro il dibattimento
penale.
Reazione molto forte del legislatore nei confronti delle scelte della corte costituzionale---->
Riforma della costituzione nel 2000 tramite la quale si è recepito il p. del giusto processo e
del contraddittorio. Si è cercato di ricostruire il modello accusatorio.
Non possiamo parlare di una vera e propria resurrezione del processo accusatorio, ciò che rimane
contraddittorio è l'enorme peso che continua ad avere la fase investigativa. Resta ancora privo di
attuazione il p. di centralità del dibattimento.
Oggi non possiamo parlare di processo accusatorio, sta cambiamo la prova e quindi anche i principi
penali dovranno cambiare poiché sono stati emanati quando la prova regina era quella dichiarativa.
Art. 111 costituzione:
Comma 4°:"il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione
della prova."
Questa norma è ambigua in quando si fa riferimento alla regola e al principio, ma è un principio.
Passaggio dal vecchio dibattimento penale del 30 a quello dell'88. In quello del 1930 contraddittorio
aveva una qualche attuazione, oggi con l'esame incrociato il contraddittorio è attuato in modo più
intenso.
Comma 5°:
3 deroghe costituzionali al principio del contraddittorio , tre casi in cui il
legislatore è autorizzato a prevedere che la prova penale si formi fuori del
contraddittorio: (possibile domanda di esame)
1. In caso di consenso dell'imputato: le parti possono rinunciare a esercitare il
contraddittorio (ad. Es le parti possono rifiutare di contro esaminare il testimone).
Sono nate incomprensioni in ordine alla natura soggettiva o oggettiva del principio del
contraddittorio.
Dobbiamo ribadire che il contraddittorio nel momento di formazione della prova è il metodo
preferibile di accertamento dei fatti ed è una garanzia oggettiva nell'interesse della
collettività prima che delle parti.
Corrisponde all'interesse dell'imputato confrontarsi contro chi lo sta accusando ma c'è
qualcosa di più, ossia c'è qualcosa che interessa la collettività e non solo i protagonisti nel
processo.
Ma alla stesso tempo è un tecnica di formazione della prova che prevede un comportamento
attivo della parti e non coercitivo (ossia le parti non possono essere obbligate), in questo senso
è un diritto disponibile dalle parti , proprio per questo il legislatore ammette che con il
consenso delle parti il contraddittorio possa non realizzarsi. È vero che il contraddittorio è un
diritto disponibile ma ciò non significa che esso degradi a garanzia meramente soggettiva. Il
sistema processuale deve garantire che la prova possa formarsi nel contraddittorio delle parti,
poi se le parti non voglio esercitare questo diritto pazienza. Ma in realtà la rinuncia del principio
è un'attuazione del principio del contraddittorio.
Il legislatore costituzionale è incorso in un equivoco viene detto " consenso dell'imputato"
avrebbe dovuto scrivere consenso delle parti, poiché la previsione di questa dicitura offre
argomenti a chi vuole costruite il principio come una garanzia solo individuale.
Sentenza del 2010---> lettura del principio in chiave soggettiva ed è un errore perché si
indebolisce il principio.
2. Nei casi di provata condotta illecita:
Il Legislatore costituente aveva in mente questa situazione:
persona informata dei fatti sentita dal p. m. Che afferma che x sia colpevole , viene instaurato il
dibattimento e afferma il contrario. Gli si può contestare l'affermazione fatta in precedenza ma
non si può considerare prova ciò che aveva detto prima, quindi il giudice non può condannare
sulla base della precedente dichiarazione.
Può accadere che la dichiarazione in dibattimento sia stata frutto di corruzione o di minaccia.
Ossia sono intervenuti dei fattori illeciti di turbativa della testimonianza, in casi come questi il
precedente difforme può valere come prova, possiamo ammettere la formazione ella prova
fuori dal contraddittorio.
Atto di indagine + consenso = prova
Atto di indagine + provata condotta illecita = prova
3. Accertata impossibilità di natura oggettiva:
2 letture:
Legislatore ha voluto fare riferimento in primo luogo a tutte le prove che per loro natura
non si possono formare nel contraddittorio delle parti (intercettazioni, prova
documentale)
Questa categoria si estende anche a quei casi in cui la prova per caratteristiche
intrinseche si potrebbe formare nel contraddittorio ma nel caso concreto per
impossibilità oggettiva non può formarsi nel contraddittorio ( prova testimoniale che non
può essere assunta a dibattimento per impossibilità sopravvenuta, es. Muore prima del
dibattimento).
Molti ritengono che questo articolo faccia riferimento solo a questa seconda categoria,
ossia alle prove che in teoria potrebbero ma non possono essere assunte per motivi
oggettivi nel contraddittorio. Il principio del contraddittorio ha un'estensione applicativa
più limitata ( visione del prof. Ferrua)
o Distinzione tra questa deroga e le due precedenti:
Il consenso delle parti o la provata condotta illecita rimpiazzano l'assenza di
contraddittorio con elementi che garantiscono maggiore attendibilità alla precedente
dichiarazione.
La corte di cassazione ha detto che del l'impossibilità di natura oggettiva si debba tener
conto nel momento di valutazione della prova.
La corte europea e la corte di cassazione ragionano che in questi casi è possibile valutare
come prove questi materiali, ma nel momento della valutazione dobbiamo tenere conto
che si tratta di prove che non si sono formate nel contraddittorio.
Le prove devono essere acquisite legittimamente nella fase investigativa , ed è su queste
che si esercita il potere valutativo. Queste prove acquisite tramite l'impossibilità di natura
oggettiva sono prove, le posso valutare, ma nel valutare devo considerare che non si
sono formate nel contraddittorio e quindi non le ritengo sufficienti per la condanna.
Comma 4° Seconda parte:
Rapporto tra queste 3 deroghe e la regola contenuto nella seconda parte
dell'articolo 111 comma 4°.
1. Impostazione del prof:
Comma 4° abbiamo affermazione del principio di attribuzione
Comma 5° deroghe
Comma 4° seconda parte: colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di chi
abbia per libera scelta negato la propria disponibilità a sottoporsi al contraddittorio.
4 ottobre
5 ottobre
Competenza per materia: art. 5/6 cpp
Come viene suddivisa la competenza tra i giudici di 1° grado:
Il legislatore individua specificamente i reati che sono di competenza della corte d'Assise art.5, fa un elenco
dei reati di competenza debellare giudice di pace art. 4 dlgs 274/2000, tutti i reati che non sono così presi in
questi due elenchi sono di competenza diesel tribunale---> competenza è individuata in via residuale.
Distribuzione in senso verticale:
Reati di competenza della corte d'Assise:
o Delitti per i quali la legge prevede la pena dell'ergastolo o la reclusione non inferiore a 24
anni. Art. 4: ci dice come si devono interpretare le norme che prevedono una soglia di pena.
Prevede che per stabilire la competenza non si tenga conto della continuazione, della recidiva e
delle circostanze salvo che si tratti di circostanze aggravanti a effetto speciale o per le quali la
legge stabilisce l'applicazione di una pena di specie diversa. Con alcune esclusioni: tentato
omicidio, rapina, estorsione, associazione mafiosa aggravati.
o Delitti consumati previsti dagli articoli. 579- 580- omicidio del consenziente,
o Delitti da cui è derivata la morte di una persona con Esclusione di morte avvenuta in una
rissa o per omissione di soccorso
o Reati di riduzione i schiavitù, tratta di persone, vendita di schiavi
o Reati commessi con finalità di terrorismo, purché prevedono una pena non inferiore ai 10
anni
o Reati in materia elettorale
Reati di competenza del giudice di pace: piccoli reati di scarsa gravità (Percosse etc)
Tutti gli altri reati sono di competenza del tribunale.
Competenza per territorio, distribuzione orizzontale:
Art. 8
Comma 1°: " competenza è determinata dal luogo in cui il reato è stato consumato" ( non dire
commesso )
Luogo: si allude alla circoscrizione del giudice di pace del tribunale o della corte d'Assise, ossia
l'ambito entro il quale l'organo giurisdizionale esercita i poteri. Nel caso della corte di d'Assise si
chiama "circolo", nel caso del tribunale "circondario".
Comma 2° : 1° DEROGA " se si tratta di fatti che hanno determinato la morte di azione è
competente il giudice del luogo dove è avvenuta l'azione o omissione".
Non considerare il luogo della consumazione, ma il luogo in cui è avvenuta l'azione o omissione
quindi precedente alla morte.
Es: Se tizio viene ferito con un colpo di Pistola a Torino, ma viene trasportato a Milano in un ospedale
dove hanno una particolare cura ma tizio muore, il giudice competente sarebbe quello di Milano dove
si è consumato il reato, in questo caso il legislatore dice che non è rilevante la consumazione ma
dove è avvenuta la condotta e quindi sarà competente il giudice d'Assise di Torino.
Reato permanente: 2° DEROGA: consentiva con facilità a chi commette il reato di scegliere il
foro competente. Per questa ragione oggi con il codice dell'88 si è ancora la competenza al luogo in
cui ha avuto inizio la condotta
Delitto tentato: si applica art. 8 comma 4 °. È competente il luogo in cui è avvenuto l'ultimo atto
diretto a commettere il delitto.
Art. 9: criteri suppletivi: si applicano i seguenti criteri quando non si può applicare art. 8
È competente il giudice del luogo in cui è stata realizzata l'ultima parte della condotta
Luogo di residenza, dimora o domicilio
Criterio secondo cui si appropria della competenza per territorio il giudice dell'ufficio del pm che
per primo ha iscritto la notizia di reato nei registri
LA CONNESSIONE
Tipica domanda di esame
Funzione: è un istituto in virtù del quale più procedimenti (regiudicande) che sarebbero di competenza
di giudici diversi per materia o per territorio vengono attratti nella competenza di uno solo di questi giudici
per effetto di un particolare legame che unisce tali procedimenti
Es: tizio commette un furto d'auto a Torino, per commettere con quell'auto rubata una rapina a
Milano. Abbiamo 2 reati, 2 procedimenti, 2 competenze. Furto d'auto competenza del tribunale di
Torino, rapina competenza del tribunale di Milano.
La legge prevede che quando vi sia una particolare connessione, la competenza si trasferisce su uno
dei due giudici, che diventa competente per entrambi i reati.
Quando si verifica questo fenomeno di attrazione?
Come si stabilisce il giudice competente?
La logica è quella di far si che i reati finiscano tutti davanti a uno stesso giudice per garantire uniformità di
giudizio.
La proiezione funzionale della connessione è quella di celebrare un unico processo.
La connessione di per sé opera sul piano di distribuzione delle competenze.
Art. 12 Casi di connessione:
A. Cumulo soggettivo, reato commesso da più persone in concorso tra di loro o in cooperazione.
B. Quando un soggetto sia imputata di più reati a condizioni che questi reato siano stati commessi con
una solo azione e omissione (concorso formale di reato). O con più azioni e omissioni compie un
reato con un unico disegno criminoso ( reato continuato).
C. Se dei reati per cui si procede, gli uni sono stati commessi per eseguire o occultare gli altri.
( connessione teleologica o finalistica). Non dice che a commettere un reato sia uno solo, ma i vari
reati possono essere commessi da più persone. ( sfera di operatività maggiore rispetto alla lettera b)
Art. 16: competenza per territorio:
ha competenza il giudice del luogo in cui è stato commesso il resto più grave . (Es. Il furto di
Torino diventa di competenza di Milano).
Se fossero reati di pari grado: sarà competente il giudice del luogo in cui è stato commesso il primo
reato.
Art. 15: competenza per materia
Se un reato è di competenza del tribunale e un altro della corte d'Assise sarà competente la corte
etc.
Problema del rapporto tra la connessione dei procedimenti e la riunione dei processi.
La connessione punta a fare sì che due regiudicande vengano uniti in un unico processo.
Perché si verifichi questo effetto non basta la connessione, essa sposta le competenza. Perché si possano
giudicare insieme i due reati è necessario un provvedimento del giudice di riunione dei procedimenti.
Casi di riunione dei processi art. 17
a. Casi previsti dall'art. 12
b. Ipotesi di collegamento investigativo
Connessione è strettamente collegata alla riunione, ma ci può essere
connessione senza riunione, e riunione senza connessione.
Connessione senza riunione:
La riunione può essere disposta se i procedimenti pendono nello stesso grado e stato del giudizio.
Es. Tizio viene processato a Milano per la rapina, non si scopre che aveva fatto la rapina con una
macchina rubata a Torino. Questo processo va avanti va in cassazione, a quel punto si scopre che
aveva rubato la macchina a Torino. La connessione opera comunque, quindi il processo per il furto si
fa a Milano perché la connessione si occupa di competenze poi che ci possa essere la riunione è una
seconda fase eventuale. In questo caso non si dispone la riunione perché non c'è parità di grado.
Disporre la riunione non è un obbligo ma il giudice "può", ma la connessione opera come criterio
attributiva di competenza.
La competenza è diventata non più un istituto derogatorio delle regole sulla competenza ma è un
criterio direttamente attributiva della competenza.
Per determinare lo spostamento è necessaria una connessione tra procedimenti e non tra reati.Se il reato
per la rapina passa in giudicato a _Milano e solo dopo si scopre che la macchina è stata rubata a Torino, in
questo caso il processo per il furto si celebra a Torino perché il procedimento di Milano è già chiuso.
Riunione senza connessione:
Un giudice può riunire due processi sia per il caso visto prima ossia una riunione determinata dall'istituto
della connessione.
Ma se tizio ruba l'auto a Milano e commette la rapina a Milano. 2 reati in continuazione tra di loro,
sono di competenza del tribunale di Milano ma non per la connessione. È uno dei casi per i quali si
può disporre la riunione perché previsti all'art. 17 lettera A ossia rientra nei casi connessione previsti
all'art. 12, ma in questo caso questo articolo non ha operato come criterio attributivo della
competenza.
Separazione: art. 18
i processi possono essere anche separati, logica era quella di fare un processo per ogni reato per evitare i
cumuli.
Alcuni casi in cui i processi devono essere separati ----> separazione obbligatoria, salvo quando il
giudice ritenga la riunione necessario per l'accertamento dei fatti.
Alcuni casi la separazione può essere disposta sull'accordo delle parti ai fini della speditezza del
processo.
18 ottobre
IMPUTATO:
ART. 60 comma 1°: la qualifica di Imputato si assume nel momento in cui si formula l'imputazione, ossia si
esercita l'azione, prima viene definita persona sottoposta alle indagini.
Nel nostro sistema si può andare in carcere anche se un soggetto è solo Imputato e non condannato.
Legge delega dell'87 non si era spinta così avanti, prevedeva che con la richiesta di custodia cautelare si
acquista la qualifica di Imputato, poi non è stata recepita questa impostazione si acquista la qualifica solo
con la richiesta di rinvio a giudizio.
Distinzione tra Imputato e indagato art. 61: estensione delle disposizione dell'indagato all'imputato.
Queste norme contenute nel titolo IVA si occupano di stabilire alcune GARANZIE:
1. FACOLTÀ DI NON RISPONDERE: è del tutto legittimità a tenere un comportamento non
collaborativo.
Art. 64 comma 3°:prima che abbia inizio l'interrogatorio il pm o la polizia giudiziaria devono avvertire
la persona indagato o Imputato che le sue dichiarazione potranno essere utilizzate contro di lui e che
comunque questo ha facoltà di non rispondere ad alcuna domanda. Da questo articolo ricaviamo
non solo che esiste la facoltà di non rispondere per l'imputato ma anche che esiste un obbligo
dell'interrogante di avvertire l'indagato o Imputato dell'esercizio di questo diritto. La scelta di non
rispondere non può essere valutata negativamente dal giudice, ossia nella motivazione della sentenza
non può dire che si è convinto o infligge una pena più grave perché l'l'imputato non ha risposto ci può
essere un condizionamento ma formalmente non può esserci alcun condizionamento.
In materia cautelare si registra la tendenza dell'utilizzo della custodia cautelare per far confessare
l'imputato.
Nel 95 nell'art. 274 del codice è stata introdotta la norma secondo cui non si può tenere in carcere
qualcuno solo per il fatto che non confessa.
Art. 63: introduce una tutela anticipata del diritto al silenzio, questa norma va letta in correlazione
con l'art. 1981, 3 possibili situazioni:
1. Art.63 comma 1: soggetto che non è indagato (quindi obbligato a dire la verità) che deponendo
come persona informata sui fatti rende dichiarazioni che contengono indizi a suo carico. Se
emergono questi indizi in quanto esiste il divieto ad auto incriminarsi, si interrompono le
indagini e viene dichiarato che è possibile che saranno avviate delle indagini a suo carico, ma le
dichiarazioni precedenti non saranno utilizzate. In questo caso il codice impone un a regola di
ferplay investigativo di stampo anglosassone.
2. Art. 198: qui abbiamo una situazione a sorpresa rende dichiarazione contra se--> che il
testimone non può essere obbligato a deporre fatti che potrebbero far emergere una sua
responsabilità penale, in questo caso la situazione è diversa l'interrogatorio fa una possibile
domanda che stimola una risposta contra sé.
3. Art. 63 comma 2: patologia è totale il legislatore immagine che un a persona venga sentita
come testimone quando già vi sono indizi a suo carico e quindi dovrebbe essere già indagato. In
questo caso le sue dichiarazioni non potranno essere utilizzate. Nell'ipotesi del 1 comma le
dichiarazioni non possono essere utilizzati contro la persona e contro altri magari si , mentre in
questo caso non possono essere utilizzate nei confronti di nessuno.
1. Art. 62: prevede che le dichiarazioni comunque rese nel procedimento dell'imputato non
possono essere considerate oggetto di testimonianza. Norma rivolta alla polizia giudiziaria. Se le
dichiarazioni dell'imputato sono state validamente raccolte trapelano dal verbale.
o Qualcuno interpreta questa norma in chiave ipergarantista e dice che nel corso del
procedimento non significa in un atto del procedimento quindi interrogatorio ma significa a
procedimento in corso. Le dichiarazioni dell'indagine possono entrare nel processo solo
tramite il canale formale del'interrogatorio e non tramite la testimonianza, o possono
entrare anche le dichiarazioni che l'indagine abbia espresso fuori dal l'interrogatorio?
In realtà questa lettura è molto minoritaria. Confini del diritto a non auto incriminarsi fa
riferimento ad un atto del procedimento , ma in realtà gli inquirenti possono anche con
l'inganno acquisire prove (intercettazioni).
1. Art. 64