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1.

ESTINZIONE MISURE CAUTELARI

Fenomeno processuale che determina la


perdita di efficacia di misura cautelare

L’estinzione può
avvenire

OPE JUDICIS IPSO IURE


a seguito di provvedimento di per caducazione automatica, al
revoca disposto dal giudice verificarsi di particolari eventi
2. ESTINZIONE IPSO IURE

Perdita automatica di efficacia di una misura cautelare, alla pronuncia di


determinati provvedimenti o per il decorso del tempo

CASI

art. 300 (estinzione a seguito di sentenze di proscioglimento o di


condanna)
art. 301 (estinzione delle misure emesse per esigenze probatorie)
art. 302 (estinzione per omesso interrogatorio)
art. 303 e 308 (estinzione per decorso dei termini)

art. 309 c.p.p. (estinzione per omissioni nel procedimento di riesame)


3. ART. 300 C.P.P.

Ipotesi di estinzione automatica dovute alla pronuncia


di determinati provvedimenti

ARCHIVIAZIONE
SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE
SENTENZA DI PROSCIOGLIMENTO
SENTENZA DI CONDANNA (se la pena è
dichiarata estinta ovvero condizionatamente
sospesa)
SENTENZA DI CONDANNA (se la durata
della custodia già subita non è inferiore alla
entità della pena irrogata)
4. COMPUTO DELLA DURATA DELLE MISURE
Art. 297 c.p.p.

Gli effetti della custodia cautelare decorrono dal momento della


REGOLA cattura, dell’arresto o del fermo, mentre gli effetti delle altre misure
decorrono dal momento della notifica dell’ordinanza che le dispone.

a) in caso di medesimo fatto, anche se diversamente qualificato


o circostanziato
b) in caso di fatti diversi, commessi anteriormente alla
DEROGA 1 emissione della prima ordinanza e connessi ai sensi dell’art.
Concorrenza tra 12 comma 1, lett. b e c (limitatamente alle ipotesi di reati
più provvedimenti commessi per eseguire gli altri)
applicativi della
i termini delle diverse ordinanze applicative della stessa
stessa misura
misura cautelare «decorrono dal giorno in cui è stata
eseguita o notificata la prima ordinanza e sono commisurati
all’imputazione più grave»

DEROGA 2 Gli effetti della misura decorrono dal giorno in cui è notificata
Cumulo tra misura l’ordinanza che la dispone, se sono compatibili con lo stato di
cautelare e detenzione o di internamento; altrimenti decorrono dalla cessazione
provvedimento di questo
definitivo
5. TERMINI
Artt. 303 e 308 c.p.p.
La fissazione dei termini di durata di un provvedimento cautelare ne determina
l’efficacia: allo scadere la misura si estingue

Termini relativi alla DURATA Termini riguardanti


custodia cautelare altre misure cautelari

Art. 308 c.p.p.


Termini di Termini
fase o massimi
intermedi complessivi
6. TERMINI DI FASE 1)
Art. 303 c.p.p.: si tratta dei termini autonomi di durata massima della custodia cautelare
fissati in relazione ai diversi stati o gradi del procedimento (fase pre-dibattimentale,
primo grado di giudizio, secondo grado di giudizio, fino alla sentenza irrevocabile) e per
ognuna di queste fasi sono stati quantitativamente differenziati in relazione alla gravità
dell’imputazione o della pena applicata in concreto (ove vi sia stata sentenza di condanna).

La misura si estingue se
FASE
dall’inizio della sua esecuzione sono decorsi i termini di 3 mesi,
PREDIBATTIMENTALE
6 mesi, 1 anno (a seconda della gravità del reato), senza che
(art. 303 comma 1, sia stato emesso il provvedimento che dispone il giudizio o
lett. a c.p.p.) l’ordinanza con cui il giudice dispone il giudizio abbreviato,
ovvero senza che sia stata pronunciata la sentenza di
applicazione della pena

La misura si estingue se

GIUDIZIO DI PRIMO dall’emissione del provvedimento che dispone il giudizio o dalla


GRADO sopravvenuta esecuzione della custodia sono decorsi i termini
di 6 mesi, 1 anno, 1 anno e 6 mesi (a seconda della gravità del
(art. 303 comma 1, reato), senza che sia stata pronunciata sentenza di condanna
lett. b c.p.p.) di primo grado, salva la previsione del numero 3-bis dell’art.
303 comma 1, lett. b c.p.p.
7. TERMINI DI FASE 2)

La misura si estingue se
GIUDIZIO
ABBREVIATO dall’emissione dell’ordinanza con cui il giudice dispone il
giudizio abbreviato o dalla sopravvenuta esecuzione della
Art. 303 comma 1, custodia sono decorsi i termini di 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi, (a
lett. b-bis seconda della gravità del reato), senza che sia stata
pronunciata sentenza di condanna

La misura si estingue se
GIUDIZIO DI SECONDO
GRADO dalla pronuncia della sentenza di condanna di primo grado o
(art. 303 comma 1, dalla sopravvenuta esecuzione della custodia sono decorsi i
lett. c) termini di 6 mesi, 1 anno, 1 anno e 6 mesi (a seconda della
gravità del reato), senza che sia stata pronunciata sentenza di
condanna in grado di appello

La misura si estingue se
FASE SUCCESSIVA
ALLA CONDANNA IN dalla pronuncia della sentenza di condanna in grado di appello
APPELLO o dalla sopravvenuta esecuzione della custodia sono decorsi i
(art. 303 comma 1, termini di 6 mesi, 1 anno, 1 anno e 6 mesi (a seconda della
lett. d) gravità del reato), senza che sia stata pronunciata sentenza
irrevocabile di condanna
8. TERMINI COMPLESSIVI

Art. 303 comma 4 c.p.p.: strutturati su tre livelli, a seconda della gravità
dell’imputazione e risultano così scansionati:

a) due anni, quando si procede per un delitto per il quale la legge


stabilisce la pena della reclusione non superiore nel massimo a sei
anni;
b) quattro anni, quando si procede per un delitto per il quale la legge
stabilisce la pena della reclusione non superiore nel massimo a venti
anni, salvo quanto previsto dalla precedente lettera;
c) sei anni, quando si procede per un delitto per il quale la legge
stabilisce la pena dell’ergastolo o della reclusione superiore nel
massimo a venti anni.

Nel computo dei termini di durata complessivi, si tiene conto


dei rinnovi e delle proroghe disposte ex art. 305 c.p.p.
9. DURATA ALTRE MISURE

Art. 308 c.p.p.

le altre misure coercitive


perdono efficacia quando dall’inizio della loro esecuzione è
decorso un periodo di tempo pari al doppio dei termini previsti
dall’art. 303 c.p.p. (termini riguardanti la custodia cautelare);

le misure interdittive
perdono efficacia quando è decorso il termine fissato
dal giudice nell’ordinanza: termine che non può superare i
12 mesi. In ogni caso, qualora esse siano state disposte
per esigenze probatorie, il giudice può disporne la
rinnovazione negli stessi limiti temporali.
10. PROROGA

Art. 305 c.p.p.: deroga all’ordinaria disciplina dei termini

Compimento di una perizia psichiatrica - In ogni stato e grado del


procedimento di merito, quando è disposta perizia sullo stato di mente
dell’imputato, i termini di custodia cautelare sono prorogati per il periodo di
tempo assegnato per l’espletamento della perizia
1° ipotesi
La proroga è disposta con ordinanza dal giudice, su richiesta del
pubblico ministero, sentito il difensore
L’ordinanza è soggetta a ricorso per cassazione nelle forme previste
dall’art. 311 c.p.p.

Esigenze investigative - Nel corso delle indagini preliminari, il pubblico


ministero può altresì chiedere la proroga dei termini di custodia cautelare
che siano prossimi a scadere, quando sussistono gravi esigenze cautelari
che, in rapporto ad accertamenti particolarmente complessi o a nuove
2° ipotesi indagini disposte ai sensi dell'art. 415-bis comma 4 c.p.p., rendano
indispensabile il protrarsi della custodia
Il giudice, sentiti il pubblico ministero e il difensore, provvede con
ordinanza appellabile a norma dell’art. 310 c.p.p.
La proroga è rinnovabile una sola volta. I termini previsti dall’art. 303
comma 1 non possono essere comunque superati di oltre la metà.
11. SOSPENSIONE DEI TERMINI 1)
Art. 304 c.p.p.: fenomeno idoneo a determinare, in taluni casi, anche il superamento dei
termini massimi complessivi. Ai fini dell’operatività del meccanismo sospensivo, vengono
prese in considerazione una variegata serie di situazioni ricollegate alla fase del giudizio.

a) nella fase del giudizio, durante il tempo in cui il dibattimento è sospeso o


rinviato per impedimento dell’imputato o del suo difensore ovvero su richiesta
dell’imputato o del suo difensore, sempre che la sospensione o il rinvio non
CASI DI siano stati disposti per esigenze di acquisizione della prova o a seguito di
SOSPENSIONE concessione di termini per la difesa;
b) nella fase del giudizio, durante il tempo in cui il dibattimento è sospeso o
DEL GIUDIZIO
rinviato a causa della mancata presentazione, dell’allontanamento o della
mancata partecipazione di uno o più difensori che rendano privo di assistenza
uno o più imputati;
c) nella fase del giudizio, durante la pendenza dei termini previsti per la
redazione della sentenza.
c-bis) nel giudizio abbreviato, durante il tempo in cui l’udienza è sospesa o
rinviata per taluno dei casi indicati nelle lett. a e b e durante la pendenza dei
termini per la redazione della sentenza.

Sospensione dei termini di fase, in caso di udienza preliminare sospesa per le


situazioni di cui alle precedenti lettere a e b
ALTRI CASI Sospensione dei termini complessivi in procedimenti relativi ai reati di cui
all’art. 407 comma 2, lett. a
12. SOSPENSIONE DEI TERMINI 2)
Art. 304 comma 6 c.p.p.: meccanismo volto ad impedire incontrollate “dilazioni” dei
termini massimi complessivi

Limite al superamento dei tetti fissati dall’art. 303 c.p.p.


costruito su un doppio livello, uno relativo ai termini intermedi e uno a
quelli complessivi

TERMINI INTERMEDI TERMINI COMPLESSIVI


per effetto della sospensione, per effetto della sospensione, la custodia non
la custodia cautelare non può può comunque superare i termini
comunque superare il complessivi, aumentati della metà, previsti dal
doppio dei termini di fase l’art. 303 comma 4 c.p.p., ovvero, se più
favorevole, i due terzi del massimo della pena
temporanea prevista per il reato contestato o
ritenuto in sentenza. A tal fine la pena
dell’ergastolo è equiparata alla pena massima
temporanea

L’ordinanza che dispone la sospensione è appellabile ex art. 310 c.p.p.


13. REVOCA MISURE

Fenomeno estintivo ricollegato ad una decisione giurisprudenziale

RATIO

Nasce dalla natura provvisoria, modificabile di ogni misura limitativa della


libertà personale, la quale, come diritto inviolabile, richiede che i
provvedimenti che la limitano siano permanentemente assistiti dal
carattere della legittimità

La revoca presuppone una valutazione sulla sussistenza ex ante e sulla


persistenza ex post delle condizioni di applicabilità delle misure cautelari
14. ART. 299 C.P.P.

Fissa il principio di permanente verificabilità dei presupposti delle misure


cautelari

PROVVEDIMENTI Tutte le misure personali, sia coercitive che


REVOCABILI interdittive

Disposta quando, «anche per fatti


CONDIZIONI DELLA
REVOCA
sopravvenuti» non sussistono i presupposti
o le esigenze cautelari
15. SOSTITUZIONE IN MELIUS

Art. 299 comma 2 c.p.p.

Il giudice può applicare una misura meno afflittiva (o


disporre l’esecuzione con modalità meno gravose) di
fronte ad una attenuazione delle esigenze cautelari o
quando la misura non appare più proporzionata
all’entità del fatto o alla sanzione che si ritiene possa
essere irrogata.

Divieto di sostituzione in melius per i delitti di cui all’art.


275 comma 3 c.p.p.

Il potere di sostituzione può essere esercitato d’ufficio


16. SOSTITUZIONE IN PEIUS

Art. 299 comma 4 c.p.p.

Possibilità di applicare una misura coercitiva


maggiormente segregante o eseguirla con modalità più
gravose in presenza di un aggravamento del quadro
cautelare o applicare congiuntamente altra misura
coercitiva o interdittiva

Necessaria la richiesta del pubblico ministero


a pena di nullità generale a regime intermedio

(violazione delle disposizioni riguardante la partecipazione del pubblico


ministero al procedimento)
17. PROCEDIMENTO DI REVOCA

Si tratta di un procedimento de plano


Giudice competente: il giudice che procede ex art. 279 c.p.p.

SU ISTANZA DI PARTE

Avvio del procedimento in caso di interrogatorio ex art.


294 c.p.p.
D’UFFICIO
in caso di proroga delle indagini
in caso di incidente probatorio
in udienza preliminare
in giudizio

Quando la revoca è d’ufficio o a richiesta dell’imputato, è necessario


acquisire il parere del pubblico ministero
Il parere non è vincolante
Decisione del giudice: entro 5 giorni dal deposito della richiesta
18. REVOCA E SOSTITUZIONE IN CASI PARTICOLARI
d.l. 4 agosto 2013 n. 93 conv. l. 5 ottobre 2013 n. 119

Il provvedimento di revoca o di sostituzione della misura ex artt. 282-bis, 282-ter, 283,


284, 285 e 286 c.p.p. applicate nei procedimenti aventi ad oggetto delitti commessi
con violenza alla persona:

•va immediatamente comunicato a cura della p.g. ai servizi socio-assistenziali e alla


p.o. e, ove nominato, al suo difensore

inoltre

•il richiedente deve notificare la richiesta, a pena di inammissibilità della stessa, presso
il difensore della p.o. o in mancanza alla p.o.

•il difensore e la p.o. entro 2 gg. possono presentare una memoria al giudice.
Analoga contestuale notifica ex art. 299 co. 4-bis c.p.p.

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