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1. ART. 13 COST.

Fondamento costituzionale per la


tutela della libertà individuale

La libertà personale è inviolabile (salvaguarda il


diritto alla “libertà fisica”, implicante l’assenza di
coercizioni sul corpo)

La tutela assume un particolare rilievo nel processo


penale, dove vi è una contrapposizione tra principio
d’autorità e libertà personale: quest’ultima prevale sul
primo
2. GARANZIE COSTITUZIONALI

L’art. 13 cost. fissa una serie di garanzie a tutela della libertà personale

I casi e i modi della coercizione debbono essere


RISERVA DI LEGGE fissati con atto avente forza di legge

La limitazione della libertà personale può avvenire


RISERVA DI
solo per atto dell’autorità giudiziaria
GIURISDIZIONE

obbligo di motivazione dei provvedimenti restrittivi


(art. 111 co. 6)

ALTRE GARANZIE esecuzione dei provvedimenti coercitivi con divieto


di ogni violenza fisica o morale (art. 13 co. 4)
ricorso in cassazione per violazione di legge (art.
111 co. 7)
3. ART. 27 COMMA 2 COST.

Il principio di presunzione di non colpevolezza


consente di superare il “vuoto dei fini” ricavabile
dall’art. 13 Cost.

Il legislatore costituzionale si è disinteressato


della fisionomia funzionale delle restrizioni alla
libertà personale, vale a dire non sono state
individuate le ragioni che possono giustificare il
ricorso alla coercizione, con conseguente
prevalenza del principio di autorità su quello di
libertà.
4. SUDDIVISIONI
Il sistema cautelare rappresenta un sottosistema normativo,
dotato di una sua autonomia rispetto al sistema processuale

2 GRUPPI DI MISURE CAUTELARI

PERSONALI REALI
(incidenti sulla libertà personale) (riguardanti la libera disponibilità
del patrimonio)

COERCITIVE INTERDITTIVE
5. SISTEMA CAUTELARE

Artt. 272-325 c.p.p.

Principio di legalità Art. 272 c.p.p. Principio di tassatività

Art. 279 c.p.p. Riserva di giurisdizione


6. FUMUS COMMISSI DELICTI 1)

Art. 273 comma 1 c.p.p.


Condizioni generali per l’applicabilità di
misure cautelari personali

Requisito positivo

SUSSISTENZA DI GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA


insieme degli elementi probatori idonei a far apparire
altamente probabile la responsabilità dell’imputato in ordine al
fatto che gli viene addebitato
7. FUMUS COMMISSI DELICTI 2)

Art. 273 comma 2 c.p.p.

Requisito negativo
NON PUÒ ESSERE APPLICATA UNA MISURA CAUTELARE,
malgrado la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, quando
ricorrono:
CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE
CAUSE DI NON PUNIBILITÀ
CAUSE DI ESTINZIONE DEL REATO O DELLA PENA
8. CRITERI DI VALUTAZIONE DEI GRAVI INDIZI

Art. 273 comma 1-bis c.p.p.


Nella valutazione dei gravi indizi di colpevolezza, il giudice deve
osservare i criteri di valutazione indicati nelle seguenti disposizioni

art. 192 commi 3-4 Chiamata in correità


c.p.p.

art. 195 comma 7 e art. Testimonianza indiretta e informatori


203 c.p.p. di polizia

art. 271 comma 1 Inutilizzabilità intercettazioni telefoniche


c.p.p. acquisite contra legem
9. PERICULUM LIBERTATIS

Art. 274 c.p.p.


Accanto ai gravi indizi di colpevolezza, l’ordinamento individua delle
esigenze cautelari necessarie per disporre una misura restrittiva della libertà

GARANZIA PER LA TRE LE GARANZIE GARANZIA CONTRO IL


PROVA E PER LO CHE SI INTENDONO PERICOLO DI NUOVI
SVOLGIMENTO DEL ASSICURARE REATI
PROCESSO
(art. 274 lett. c c.p.p.)
(art. 274 lett. a c.p.p.)

GARANZIA PER L’ATTUAZIONE


DEL RISULTATO DEL
PROCESSO
(art. 274 lett. b c.p.p.)
10. ART. 274 lett. a

Debbono sussistere specifiche e inderogabili esigenze


attinenti alle indagini relative ai fatti per cui si procede

Le esigenze debbono essere circoscritte a situazioni di


concreto e attuale pericolo per l’acquisizione o la
genuinità della prova

Il pericolo “per la prova” deve ricavarsi da circostanze di


fatto indicate nel provvedimento, a pena di nullità rilevabile
anche d’ufficio e non può essere desunto dal rifiuto
dell’indagato di rispondere o dalla non ammissione degli
addebiti
11. ART. 274 lett. b

Salvaguarda il pericolo di fuga: il soggetto, se


lasciato libero, potrebbe sottrarsi all’esecuzione
dell’eventuale condanna

Situazioni rilevanti: fuga in atto o concreto pericolo


di fuga

La misura può essere adottata solo se il giudice


ritiene che al termine del processo verrà irrogata una
pena detentiva superiore ai due anni di reclusione
Le situazioni di pericolo non possono essere desunte
esclusivamente dalla gravità del reato per cui si procede
12. ART. 274 lett. c
Salvaguarda la collettività dal pericolo concreto ed attuale di
commissione di gravi delitti con uso di armi o di violenze contro la
persona o contro l’ordine costituzionale, nonché la reiterazione di reati
della stessa specie di quello per cui si procede. Se il pericolo
riguarda la commissione di delitti della stessa specie di quello per
cui si procede, le misure di custodia cautelare sono disposte
soltanto se trattasi di delitti per i quali è prevista la pena della
reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni ovvero, nel caso di
custodia cautelare in carcere, di delitti per i quali è prevista la
pena della reclusione non inferiore a 5 anni nonché per il delitto di
finanziamento illecito ai partiti.

Nella valutazione della pericolosità rilevano:


1) le specifiche modalità del fatto
2) la personalità dell’indagato, desunta da comportamenti e atti
concreti e dai precedenti penali
13. LIMITI DI PENA

Viene fissata una soglia di gravità dei reati (determinata sulla base
della pena edittale) al di sotto della quale non possono essere
applicate misure cautelari, pur in presenza dei presupposti

delitti per i quali la legge stabilisce la pena


dell’ergastolo o della reclusione superiore nel
MISURE COERCITIVE diverse da
massimo a 3 anni (art. 280 comma 1 c.p.p.), salva
la previsione dell’art. 391 comma 5 c.p.p.

delitti consumati o tentati per i quali è prevista la


pena della reclusione non inferiore nel massimo a 5
CUSTODIA IN CARCERE anni (art. 280 comma 2 c.p.p.) e per il delitto di
finanziamento illecito ai partiti, limite non valido in
caso di trasgressione alle prescrizioni imposte con
l’adozione di altro provvedimento cautelare

delitti per i quali la legge stabilisce la pena


MISURE INTERDITTIVE dell’ergastolo o della reclusione superiore nel
massimo a 3 anni (art. 287 comma 1 c.p.p.)
14. DETERMINAZIONE DELLA PENA

Art. 278 c.p.p.

Agli effetti dell'applicazione delle misure, si ha riguardo


alla pena stabilita dalla legge per ciascun reato
consumato o tentato.

Non si tiene conto della continuazione, della


recidiva e delle circostanze del reato, fatta eccezione
della circostanza aggravante prevista al n. 5 dell'art. 61
c.p. e della circostanza attenuante prevista dall’art. 62
n. 4 c.p., nonché delle circostanze per le quali la legge
stabilisce una pena di specie diversa da quella
ordinaria del reato e di quelle ad effetto speciale.
15. MISURE COERCITIVE 1
Artt. 281-286 c.p.p.
CARATTERIZZATE DAL PRINCIPIO DI GRADUALITÀ:

esse appaiono ordinate tra loro in termini di progressiva afflittività,


cominciando da quelle a contenuto meramente obbligatorio, per
finire con le misure detentive

TIPOLOGIA
1. Divieto di espatrio (art. 281)
2. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (art. 282)
3. Allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis)
4. Divieto di avvicinarsi alla dimora dell’offeso (art. 282-ter)
5. Divieto e obbligo di dimora (art. 283)
6. Arresti domiciliari (art. 284)
7. Custodia cautelare in carcere (art. 285) o in luogo di cura
(art. 286) o in istituto di custodia attenuata (art. 285-bis)
16. MISURE COERCITIVE 2

(art. 281 c.p.p.), il giudice prescrive


all'imputato di non uscire dal territorio
DIVIETO DI ESPATRIO
nazionale senza l'autorizzazione del
giudice che procede

(art. 282 c.p.p.) impone all'imputato di


presentarsi a un determinato ufficio di
OBBLIGO DI polizia giudiziaria. Con il provvedimento,
PRESENTAZIONE ALLA
POLIZIA GIUDIZIARIA il giudice fissa i giorni e le ore di
presentazione, tenendo conto dell'attività
lavorativa e del luogo di abitazione
dell'imputato
17 .MISURE COERCITIVE 3

(art. 282-bis c.p.p.) prescrive all’imputato


ALLONTANAMENTO di lasciare la casa familiare, ovvero di
DALLA CASA FAMILIARE non farvi rientro, e di non accedervi
senza l’autorizzazione del giudice che
procede. L’eventuale autorizzazione può
dettare determinate modalità di visita V.
comma 6

(art. 282-ter c.p.p.) impone all'imputato di


DIVIETO DI non avvicinarsi alla dimora abituale
AVVICINAMENTO ALLA
DIMORA DELL’OFFESO
dell’offeso (o di mantenersi ad una
determinata distanza). Il divieto può
riguardare anche prossimi congiunti e
inibire ogni forma di comunicazione con i
suddetti soggetti
18. Obblighi di comunicazione (art. 282
quater)
• I provvedimenti applicativi dell’allontanamento dalla casa familiare (art. 282-
bis) e del divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla p.o. (art. 282-ter)
debbono essere comunicati, all’autorità di pubblica sicurezza competente, alla
p.o. e ai servizi socio assistenziali del territorio (d.l. 11/2009 conv. mod.
38/2009)
• Quando l’imputato si sottopone positivamente ad un programma di
prevenzione della violenza organizzato dai servizi socio-assistenziali del
territorio, il responsabile del servizio ne dà comunicazione al p.m. e al giudice
ai fini della valutazione ai sensi dell’art. 299 co. 2 (d.l. 93/2013 conv. mod. l.
119/2013)
• Con tale comunicazione la p.o. è informata della facoltà di richiedere
l’emissione di un ordine di protezione europeo.
19. MISURE COERCITIVE 4

Il divieto di dimora (art. 283 comma 1 c.p.p.) impone all'imputato


di non dimorare in un determinato luogo e di non accedervi senza
DIVIETO DI
l'autorizzazione del giudice che procede, mentre l’obbligo di
OBBLIGO
dimora (art. 283 comma 2 c.p.p.) lo costringe a non allontanarsi,
DI DIMORA
senza l'autorizzazione del giudice che procede, dal territorio del
comune di dimora abituale

(art. 284 c.p.p.), si caratterizzano come obbligo di stare: l’imputato non


può allontanarsi dalla propria abitazione o da altro luogo di privata
dimora ovvero da un luogo pubblico di cura o di assistenza ovvero da
una casa famiglia protetta (l. 62/2011). Il giudice dispone il luogo
ARRESTI degli arresti domiciliari in modo da assicurare le prioritarie
DOMICILIARI esigenze di tutela della p.o. (d.l. 68/2013 conv. mod. 94/2013). Con
l’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari, il giudice può imporre una
(equiparati alla ulteriore restrizione ai diritti di chi vi è sottoposto (limitare o vietare la
custodia facoltà di comunicare con persone diverse da quelle che con lui
cautelare in coabitano o che lo assistono), ma può anche ridurne il grado di
carcere) coercizione autorizzando l’imputato ad assentarsi nel corso della
giornata dal luogo di arresto per provvedere alle sue necessità ove
versi in situazione di assoluta indigenza. V. anche co. 5-bis modificato
dalla l. 47/2015.
20. CUSTODIA IN CARCERE 1
E’ la misura avente il massimo grado di afflittività

FORME

ORDINARIA SPECIALE
(art. 285 c.p.p.) (art. 286 c.p.p.)
con il provvedimento che la dispone, Se la persona da sottoporre a custodia
il giudice ordina agli ufficiali e agli cautelare si trova in stato di infermità di
agenti di polizia giudiziaria che mente che ne esclude o ne diminuisce
l'imputato sia catturato e grandemente la capacità di intendere o di
immediatamente condotto in un volere, il giudice, in luogo della custodia
istituto di custodia per rimanervi a in carcere, può disporre il ricovero
disposizione dell'autorità giudiziaria provvisorio in idonea struttura del
servizio psichiatrico ospedaliero
adottando i provvedimenti necessari per
prevenire il pericolo di fuga
21. CUSTODIA IN CARCERE 2
Altre modalità esecutive
Art. 285-bis c.p.p.

CUSTODIA ATTENUATA PER DETENUTE MADRI


(legge 62/2011)
Se la persona da sottoporre a custodia cautelare è una
donna incinta o una madre con prole di età inferiore a 6
anni, ovvero padre quando la madre sia deceduta o
assolutamente impossibilitata ad assistere la prole, il
giudice può disporre l’esecuzione della misura presso
un istituto a custodia attenuata, ove le esigenze
cautelari di particolare rilevanza lo consentano
22. MISURE INTERDITTIVE
Inibiscono l’esercizio di determinati diritti
sospensione dall’esercizio della potestà dei genitori (art. 288 c.p.p.): il giudice
priva temporaneamente l’imputato, in tutto o in parte, dei poteri a essa inerenti.

sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio (art. 289 c.p.p.):


impedisce temporaneamente all’imputato l’esercizio, in tutto o in parte, delle attività
a essi inerenti.

limite soggettivo all’applicazione della misura: gli uffici elettivi ricoperti per diretta
investitura popolare.
garanzie difensive (art. 289 comma 2 c.p.p.): nel corso delle indagini preliminari,
prima di decidere sulla richiesta del pubblico ministero di sospensione
dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio, il giudice procede all'interrogatorio
dell'indagato. Se la sospensione è disposta in luogo della misura coercitiva
l’interrogatorio segue la misura.
divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o uffici
direttivi delle persone giuridiche e delle imprese (art. 290 c.p.p.): interdice
temporaneamente all’imputato, in tutto o in parte, le attività a essi inerenti.
23. CRITERI DI SCELTA

Art. 275 c.p.p.


Accertata la sussistenza dei presupposti per la restrizione della
libertà, il giudice deve scegliere quale tra le misure a sua
disposizione meglio soddisfa le finalità cautelari individuate

PRINCIPIO DELLA
PRINCIPIO DI 3 CRITERI DI SCELTA CUSTODIA
ADEGUATEZZA CAUTELARE COME
EXTREMA RATIO

PRINCIPIO DI
PROPORZIONALITÀ
Nell’individuare quale misura debba essere
applicata, il giudice è obbligato a tener conto «della
specifica idoneità di ciascuna», rapportandola
«alla natura e al grado delle esigenze cautelari
da soddisfare nel caso concreto»

A questo criterio va ad aggiungersi quello della gradualità,


secondo il quale dovrà essere scelta la misura meno gravosa
per l’imputato, tra quelle di per sé idonee a fronteggiare
l’esigenza individuata
Applicazioni peculiari del principio, all’atto dell’emissione della
sentenza di condanna in primo e in secondo grado

sentenza di condanna di primo grado: prescrive che l’esame


delle esigenze cautelari venga condotto tenendo conto anche
Art. 275 comma dell’esito del procedimento, delle modalità del fatto e degli
1-bis c.p.p. elementi sopravvenuti, dai quali possa emergere che, a
seguito della sentenza, risulta o il pericolo di fuga o la
pericolosità del soggetto, ai sensi delle lett. b e c dell’art. 274
c.p.p.

sentenza di condanna in secondo grado: anche in questo


caso si applicano i criteri di cui al comma 1-bis e la misura
Art. 275 comma cautelare è sempre disposta, contestualmente alla sentenza,
2-ter c.p.p. quando ricorre una delle esigenze cautelari previste dall’art.
274 c.p.p. e la condanna riguarda uno dei delitti previsti dall’art.
380 comma 1 c.p.p. e questo risulta commesso da soggetto
condannato nei cinque anni precedenti per delitti della stessa
indole.
Ogni misura cautelare deve essere proporzionata all’entità del fatto e alla
sanzione che sia stata o si ritiene possa essere irrogata (art. 275 comma 2)

Il giudice nel determinare la misura applicabile, oltre a vagliarne l’idoneità a soddisfare le


esigenze cautelari, deve altresì verificarne la congruità, sia rispetto alla gravità del fatto
addebitato, sia in rapporto al quantum di pena che in concreto possa irrogarsi (o sia stata
già irrogata con la sentenza di primo grado)

Applicazione peculiare

Art. 275 comma 2-bis c.p.p.


27. PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ 2
Applicazioni peculiari
Art. 275 comma
Applicazione 2-bis c.p.p.
peculiare

Divieto di applicazione della misura della custodia cautelare e degli arresti


domiciliari, se il giudice, sulla base della previsione dell’epilogo del
procedimento in corso, ritiene che con la sentenza possa essere concessa la
sospensione condizionale della pena.
Divieto di applicazione della sola custodia cautelare in carcere quando il
giudice ritiene che, all’esito del giudizio, la pena detentiva non sarà superiore
a 3 anni. Molteplici tuttavia i limiti a tale concessione:
-art. 276 co. 1-ter
-Art. 280 co. 3
-Quando gli arresti domiciliari non possono essere disposti per mancanza di un
domicilio idoneo
-Per una serie di gravi reati
28. EXTREMA RATIO

Art. 275 c.p.p.


Il ricorso alla custodia cautelare in carcere è possibile solo quando ogni altra
misura risulti inadeguata a soddisfare le esigenze cautelari riscontrate

ECCEZIONI ALLA REGOLA

Il comma 3 prescrive delle eccezioni


- per i delitti di criminalità
organizzata di stampo mafioso e
terroristico presunzione assoluta di
necessità della custodia
- per i delitti a sfondo sessuale e
talune fattispecie di cui all’art. 51 commi 3-
bis e 3-quater c.p.p. è prescritta una
presunzione relativa di necessità della
custodia
29. ART. 275 COMMA 4

PREVISIONE DI NON NECESSITÀ DELLA CUSTODIA CAUTELARE,


SALVO ESIGENZE DI ECCEZIONALE RILEVANZA PER:

donna incinta;
madre di prole di età inferiore a sei anni con lei convivente;
padre di prole di età inferiore a sei anni, qualora la madre sia
deceduta o assolutamente impossibilitata a dare assistenza alla prole;

persona che abbia superato l’età di settanta anni


La custodia cautelare in carcere non può essere disposta, né mantenuta quando
l’imputato (co. 4-bis):
è persona affetta da AIDS conclamata o da grave deficienza immunitaria
accertate ai sensi dell’art. 286-bis comma 2 c.p.p.;
è persona affetta da malattia particolarmente grave, per effetto della quale le
sue condizioni di salute risultano incompatibili con lo stato di detenzione e
comunque tali da non consentire adeguate cure in caso di detenzione in carcere

In presenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza (co. 4-ter):


il giudice dispone gli arresti domiciliari presso un luogo di cura, di assistenza o
di accoglienza, ove la custodia cautelare presso idonee strutture sanitarie
penitenziarie non sia possibile senza pregiudizio per la salute dell’imputato o degli
altri detenuti

Divieto assoluto di misure detentive (co. 4-quinquies):


nei confronti di soggetti il cui stato della malattia è in una fase avanzata da non
rispondere più ai trattamenti disponibili e alle terapie curative
31. BRACCIALETTO ELETTRONICO

Art. 275-bis c.p.p.: per dare maggiore efficacia e agevolare il ricorso a


provvedimenti alternativi alla misura detentiva, il giudice ha la possibilità di
disporre la misura degli arresti domiciliari, in relazione alla natura e al grado delle
esigenze cautelari riscontrate, ricorrendo a «particolari modalità di controllo
mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici»

Necessario il consenso dell’imputato, rilasciato mediante dichiarazione


espressa resa all’ufficiale o all’agente incaricato di eseguire l'ordinanza che
ha disposto la misura.
Qualora l’imputato neghi il consenso alle particolari modalità di controllo, il
giudice ordina l’esecuzione della custodia in carcere.
32. PROCEDIMENTO
APPLICATIVO

ARTT. 291 e 292


33. LA DOMANDA CAUTELARE

Art. 291 c.p.p.


Le misure cautelari sono disposte su
richiesta del pubblico ministero

Il sistema processuale penale adotta il principio della domanda


cautelare, alla luce del quale è da escludere ogni iniziativa officiosa del
giudice nell’applicazione delle misure cautelari personali e,
parallelamente, viene sottratto al pubblico ministero ogni potere
decisorio in materia. La scelta evidenzia lo scrupolo del legislatore di
armonizzare il settore de libertate alla logica accusatoria del processo,
che distingue nettamente le funzioni d’accusa da quelle decisorie, a
garanzia dei diritti dell’imputato.
34. IL FASCICOLO CAUTELARE

Insieme degli atti di investigazione


depositati dal pubblico ministero con la
richiesta del provvedimento restrittivo

Comprende tutti gli elementi su cui la domanda cautelare


si fonda, i verbali delle comunicazioni e conversazioni
rilevanti (se necessario sono riprodotti i brani
essenziali), nonché quelli a favore dell’imputato e le
eventuali deduzioni e memorie difensive già depositate.
È il pubblico ministero che ha il compito di selezionare il
materiale probatorio da porre a disposizione dell’organo
chiamato a decidere sulla restrizione della libertà
dell’imputato.
35. GIUDICE “DE LIBERTATE”

Competente a decidere sulla domanda cautelare del pubblico ministero è il


“giudice che procede” (art. 279 c.p.p.), vale a dire il giudice della fase in
cui viene chiesto il provvedimento

Se il giudice cui viene presentata la domanda cautelare


riconosce la propria incompetenza per qualsiasi causa,
quando ne ricorrono le condizioni e sussiste l’urgenza di
soddisfare taluna delle esigenze cautelari, dispone la misura
richiesta con lo stesso provvedimento con il quale dichiara la
propria incompetenza (art. 291 c.p.p.).

Le misure adottate dal giudice incompetente cessano di


avere effetto se, entro venti giorni dalla ordinanza di
trasmissione degli atti, il giudice competente non “rinnova” il
provvedimento (art. 27 c.p.p.)
36. ORDINANZA CAUTELARE

Art. 292 c.p.p.: sulla richiesta del p.m. il giudice decide con ordinanza

Requisiti a pena di nullità (rilevabile anche d’ufficio)

a) le generalità dell'imputato o quanto altro valga a identificarlo;


b) la descrizione sommaria del fatto con l'indicazione delle norme di legge che si
assumono violate;
c) l'esposizione e l’autonoma valutazione delle specifiche esigenze cautelari e
degli indizi che giustificano in concreto la misura disposta, con l'indicazione degli
elementi di fatto da cui sono desunti e dei motivi per i quali essi assumono rilevanza,
tenuto conto anche del tempo trascorso dalla commissione del reato;
c-bis) l'esposizione dei motivi e l’autonoma valutazione per i quali sono stati
ritenuti non rilevanti gli elementi forniti dalla difesa, nonché, in caso di applicazione
della misura della custodia cautelare in carcere, l'esposizione delle concrete e
specifiche ragioni per le quali le esigenze di cui all'art. 274 c.p.p. non possono essere
soddisfatte con altre misure;
d) la fissazione della data di scadenza della misura, in relazione alle indagini da
compiere, allorché questa è disposta al fine di garantire l'esigenza cautelare di cui alla
lett. a del comma 1 dell'art. 274 c.p.p.;
e) la data e la sottoscrizione del giudice.
37. ART. 301 C.P.P.

ESTINZIONE automatica di misure disposte per esigenze probatorie


ex art. 274 comma 1 lett. a c.p.p.

Di regola perdono efficacia se, alla scadenza del termine di durata fissato
non ne è ordinata la rinnovazione
La rinnovazione consiste in una nuova applicazione della medesima
misura, attraverso una nuova ordinanza applicativa, adottata su richiesta del
pubblico ministero e sentito obbligatoriamente il difensore
La rinnovazione è consentita anche per più di una volta, entro i termini
massimi di durata, salvo i limiti previsti per la rinnovabilità della custodia
cautelare in carcere disposta per esigenze probatorie
La custodia cautelare in carcere disposta per esigenze probatorie, salvo
per i casi indicati dall’art. 407 comma 2 lett. a-b-c, non può essere superiore
a 30 gg., può essere prorogata per non più di 2 volte e la durata massima
non può superare i 90 gg.
38. ESECUZIONE

Art. 293 c.p.p. Esecuzione affidata a un ufficiale o agente di polizia


giudiziaria e avviene mediante consegna all'imputato di copia del
provvedimento e una comunicazione scritta (se necessario
tradotta) con cui lo informa dei suoi diritti difensivi (co. 1).
Se la comunicazione scritta non è pronta le informazioni
sono fornite oralmente (co. 1-bis)
CUSTODIA
Obbligo di informare il difensore e di redigere il verbale delle
CAUTELARE
operazioni, il quale è trasmesso al giudice che ha emesso
IN CARCERE
l'ordinanza e al pubblico ministero (co. 1-ter)
La persona nei cui confronti è stata disposta la misura detentiva
viene condotta presso l’istituto di reclusione designato dal
giudice per l’esecuzione del provvedimento.
Deposito dell’ordinanza nella cancelleria del giudice che ha
emesso il provvedimento, unitamente alla richiesta del pubblico
ministero e al fascicolo cautelare.

Eseguite mediante notificazione all’imputato


ALTRE MISURE
Stesse modalità anche per il deposito dell’ordinanza custodiale
39. INTERROGATORIO DI GARANZIA

Art. 294: interrogatorio del soggetto sottoposto ad un provvedimento cautelare


Funzione: creare un “contatto” tra il giudice della libertà e chi subisce la restrizione,
in modo da mettere in condizione quest’ultimo di difendersi, posto che i
provvedimenti cautelari vengono adottati inaudita altera parte.

Vi provvede il giudice che ha emesso la misura cautelare


Fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento è obbligatorio, a pena di
estinzione della misura cautelare
Deve essere compiuto, a pena di estinzione della misura:
entro 5 giorni dall’esecuzione della custodia in carcere
entro 10 giorni dalla notificazione di una delle altre misure cautelari
personali
Eseguito con le regole di cui agli artt. 64-65 c.p.p.
Presenza obbligatoria del difensore
Potere di revoca d’ufficio della misura
40. OMESSO INTERROGATORIO DI GARANZIA
art. 302 c.p.p.

•L’art. 302 c.p.p. descrive il meccanismo di caducazione per mancato rispetto del termine
previsto per l’interrogatorio di garanzia (Un previo interrogatorio giorni 5 per l’ipotesi di
custodia in carcere, 10 giorni per tutte le altre misure coercitive e interdittive)

•Una volta intervenuta la liberazione dell’indiziato, il medesimo potrà essere di nuovo


sottoposto a custodia cautelare, su richiesta del p.m., sempreché ne ricorrano i presupposti,
soltanto dopo che sia stato interrogato in stato di libertà.

•La custodia potrà essere ripristinata quando l’indiziato si sottrae all’interrogatorio senza
“giustificato motivo”

•Il previo interrogatorio non è necessario in caso di nuova emissione di misura cautelare per
mancato rispetto dei termini nel procedimento di riesame

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