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1. Le norme di organizzazione e di
funzionamento.
Il processo penale si incarna in un sistema di
norme attraverso le quali lo Stato autolimita il
proprio potere di imperio dettando a s stesso le
regole che sar tenuto a rispettare al momento di
perseguire i cittadini sospettati di aver commesso
uno o pi reati. Il che si risolve, al contempo, nel
rispetto del principio di uguaglianza.
Posto che i soggetti processuali vedono le loro
situazioni di potere e di dovere prefigurate in
schemi tipici, fuori dei quali sconfinano
nellarbitrio, chiaro che tutto quanto loro non
espressamente consentito da ritenersi precluso.
Ma se i soggetti operanti possono compiere
soltanto quelle attivit alle quali risultano
specificamente autorizzati dalla legge, ne deriva
che lattivit delle parti e del giudice, per essere
giuridicamente rilevante deve, appunto, svolgersi
sempre nel rispetto della legge. questo il nucleo
del c.d. giusto processo. Il processo penale ,
dunque, la serie di attivit compiute dallautorit
giudiziaria nei modi di legge e dirette alla verifica
empirica delle ipotesi dellaccusa. Il rito
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5. La giurisdizione penale.
La giurisdizione la funzione del giudice, ossia
stabilire in modo vincolante quale sia la legge da
applicare al caso concreto sottoposto a giudizio.
Tale funzione esercitata da organi
giurisdizionali, i giudici, che la Costituzione vuole
soggetti soltanto alla legge (art. 101,2 Cost.). Il
riferimento alla legge costituzionalmente
orientata, ossia immune da vizi di illegittimit.
Resta quindi il potere/dovere dei giudici di valutare
la legittimit delle leggi prima di applicarle. La
funzione giurisdizionale presenta lulteriore
caratteristica di essere indeclinabile. La
giurisdizione tale solo se viene esercitata
assicurando allimputato un giusto processo.
La giurisdizione, con il suo corredo di garanzie,
pu essere vista anche come un preciso diritto
fondamentale dellimputato: il diritto ad un
processo celebrato in modo equo da un organo
giurisdizionale. Si tratta di uno dei principi supremi
del nostro ordinamento costituzionale, un diritto
annoverabile tra quelli inviolabili delluomo, che la
Costituzione garantisce allart. 2.
La giurisdizione penale attribuisce al giudice che
ne viene investito anche il potere/dovere di
conoscere ogni questione da cui dipende la
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Corte dassise;
Tribunale dei minori.
Nel secondo grado giudicano:
Corte dappello;
Corte dassise dappello
Sezione della Corte dappello per i minorenni.
Vi infine la Corte di cassazione, unica su tutto il
territorio nazionale.
Sono giudici penali speciali, senza peraltro che
ne possano essere istituiti di nuovi (art. 102,2
Cost.):
Tribunale militare e Corte dappello militare,
per i reati militari commessi dagli appartenenti
alle forze armate;
Corte costituzionale, per i reati di alto
tradimento e attentato alla Costituzione.
La ripartizione dei procedimenti fra giudici ordinari
avviene, anzitutto, sulla base della competenza
per materia che determinata dalla quantit della
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preclusa. La questione relativa alla subcompetenza del collegio o del giudice monocratico
si intreccia con la possibilit che dinanzi al
tribunale in composizione monocratica si segua o
meno il rito che prevede la celebrazione
delludienza preliminare.
La violazione per eccesso si realizza quando nel
corso delludienza preliminare il giudice si avvede
che per il reato doveva procedersi con citazione
diretta in giudizio, ossia senza udienza
preliminare: deve quindi trasmettere gli atti al p.m.
affinch provveda a emettere il decreto di
citazione in giudizio (art. 33-sexies). Altra
violazione per eccesso si ha quando il tribunale
collegiale, in dibattimento, rilevi che il
procedimento spetta al tribunale monocratico e
quindi gli trasmette gli atti (art. 33-septies).
La violazione per difetto si verifica quando il
tribunale monocratico, in dibattimento, stabilisce
che il procedimento spetta al collegio al quale
trasmette gli atti (art. 33-septies). Se il giudice
monocratico, a dibattimento instaurato in seguito a
citazione diretta, si avvede che per il reato
prevista ludienza preliminare, trasmette gli atti al
p.m. per un nuovo esercizio dellazione penale.
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Esterni al processo;
Contemporanei al processo, risultando
irrilevante la grave situazione locale coeva alla
fase procedimentale o addirittura anteriore ad
essa;
Radicati e circoscritti nella sede giudiziaria
naturale, perch se fossero diffusi su tutto il
territorio nazionale lo spostamento sarebbe
inefficace;
Non altrimenti eliminabili;
Connotati dal requisito della gravit, ossia
della concretezza e della obiettiva potenzialit
condizionante;
In grado di alterare il corretto svolgimento
processuale sotto almeno uno dei tre profili in
cui si specifica la previsione dellart. 45 c.p.p.
d. Pubblicit.
e. Ufficialit, poich il p.m., esercitando
lazione, adempie alla sua specifica funzione
(officium).
Non invece stabilita lesclusivit in capo al p.m.
Lart. 112 Cost. si limita a sancire il principio per
cui il p.m. ha lobbligo di esercitare lazione
penale, con ci sottointendendo che non potrebbe
essere privato del relativo potere/dovere, ma non
sancisce lesclusiva titolarit dellazione in suo
favore. Il legislatore potrebbe quindi consentire ad
altri soggetti azioni penali concorrenti o
sussidiarie, fermo comunque lobbligo di agire del
p.m.
Nellattuale sistema processuale, lazione penale
segna il passaggio dalla fase delle indagini
preliminari a quelle processuali e pienamente
giurisdizionali.
16. La struttura degli uffici del p.m.
Il p.m. strutturato in una serie di uffici collegati
agli organi giurisdizionali dinanzi ai quali
esercitano le funzioni. La procura della
Repubblica presso il Tribunale svolge le funzioni
di pubblico minitesto in tutti i giudizi di primo
grado, quindi per i reati di competenza del
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allarticolo 197-bis.
3-bis[33]. Linosservanza delle disposizioni di cui
al comma 3, lettere a) e b), rende inutilizzabili le
dichiarazioni rese dalla persona interrogata. In
mancanza dellavvertimento di cui al comma 3,
lettera c), le dichiarazioni eventualmente rese
dalla persona interrogata su fatti che concernono
la responsabilit di altri non sono utilizzabili nei
loro confronti e la persona interrogata non potr
assumere, in ordine a detti fatti, lufficio di
testimone.
Art. 65 c.p.p.: (1) Lautorit giudiziaria contesta
alla persona sottoposta alle indagini in forma
chiara e precisa il fatto che le attribuito, le rende
noti gli elementi di prova esistenti contro di lei e,
se non pu derivarne pregiudizio per le indagini,
gliene comunica le fonti. (2) Invita, quindi, la
persona ad esporre quanto ritiene utile per la sua
difesa e le pone direttamente domande. (3) Se la
persona rifiuta di rispondere, ne fatta menzione
nel verbale. Nel verbale fatta anche menzione,
quando occorre, dei connotati fisici e di eventuali
segni particolari della persona.
Il primo diritto fondamentale riconosciuto alla
persona sottoposta a procedimento penale
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Assolute
A regime intermedio
Relative
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2.3. Regime.
Al di l dei regimi particolari dellesame delle parti,
lart. 209 c.p.p. prevede alcune regole generali
riprese dalla disciplina della prova testimoniale. In
primo luogo, loggetto dellesame delle parti non
pu sconfinare dai limiti stabiliti dallart. 194 c.p.p.
e la parte esaminata, come il testimone, gode del
privilegio contro lautoincriminazione previsto
dallart. 198,2 c.p.p. La parte esaminata ha la
facolt di non dire il vero o di rifiutarsi di
rispondere ad alcune o tutte le domande poste.
Peraltro, con la richiesta o il consenso allesame,
la parte implicitamente rinuncia a un
incondizionato diritto al silenzio, cos che il suo
successivo rifiuto di rispondere deve essere
oggetto di menzione nel verbale (art. 209,2 c.p.p.)
e confluir nella valutazione probatoria.
Occorre per distinguere a seconda di quale sia la
parte che abbia opposto il silenzio. Se si tratta
dellimputato, tale comportamento nellesame
potr assumere rilievo solo ai fini della valutazione
di credibilit; se, invece, si tratta delle altre parti
private, tale comportamento potr essere valutato
alla stregua di un argomento sfavorevole fonte di
un possibile indizio.
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3.2. Svolgimento.
Un ruolo centrale affidato al giudice (art. 212
c.p.p. Il giudice, richiamate le precedenti
dichiarazioni ai soggetti tra i quali deve svolgersi il
confronto, chiede se le confermano o le
modificano, invitandoli, ove occorra, alle
reciproche contestazioni. (2) Nel verbale fatta
menzione delle domande rivolte dal giudice, delle
dichiarazioni rese dalle persone messe a
confronto e di quanto altro avvenuto durante il
confronto). Lo stesso ruolo centrale e direttivo
attribuito al p.m. o alla p.g. delegata se il confronto
esperito nelle indagini preliminari. In prima
battuta il giudice, con la lettura delle dichiarazioni
rese dai soggetti posti a confronto, le richiama alle
loro memoria; quindi ne chiede la conferma o la
smentita e, se non intervengono modificazioni e
persiste la divergenza nella ricostruzione del fatto,
invita gli stessi alle reciproche contestazioni
facendo da intermediario per le domande, che non
possono essere formulate direttamente da un
interlocutore ad un altro. In questo dialogo
possono intervenire i difensori, la cui mancata
assistenza allatto causa di nullit assoluta, se il
soggetto del confronto la persona sottoposta
alle indagini o limputato, ovvero di nullit relativa
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7. Documenti.
7.1. Nozione.
Il documento consiste in uno scritto o altra entit
idonea a rappresentare fatti, persone o cose
mediante congegni tecnici quali la fotografia, la
cinematografia, la fonografia o qualsiasi diverso
mezzo evocativo di frammenti di realt passata
utili alla ricostruzione dei fatti (art. 234 c.p.p.).
Pertanto la nozione comprende sia manoscritti in
cui loggetto della rappresentazione un
avvenimento fissato nella memoria di un individuo,
sia altri oggetti (fotografie, pellicole, nastri
magnetofonici). Per lammissione della prova
documentale devono ricorrere due presupposti:
a. Che il documento risulti materialmente
formato al di fuori del processo in cui si chiede
o si dispone che lo stesso sia acquisito;
b. Che loggetto della documentazione
extraprocessuale attenga al fatto oggetto del
procedimento.
Rimangono quindi estranei alla disciplina della
prova documentale gli atti confezionati nel
processo per descrivere quanto in esso avviene,
come, ad es., i verbali.
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10.2. Lappello.
Fuori dei casi previsti dallart. 309,1 c.p.p. (e
quindi fuori dei casi di riesame), il controllo sui
provvedimenti de libertate affidato allappello,
un mezzo di impugnazione anche nel merito
davanti allo stesso Tribunale competente per il
riesame (art. 310,2 c.p.p.).
Provvedimenti appellabili sono:
Le ordinanze con cui il giudice non accoglie la
richiesta di applicazione della misura cautelare
avanzata dal p.m.
Le ordinanze che dispongono o negano una
misura interdittiva (infatti il riesame ammesso
solo per le misure coercitive)
Le ordinanze che sospendono i termini di
durata massima della custodia cautelare
Le ordinanze con cui il giudice proroga i
termini della custodia cautelare durante le
indagini preliminari complesse
Le ordinanze che non dispongono la
sospensione o la proroga richiesta
Le ordinanze che accolgono o rigettano la
richiesta di revoca o di sostituzione delle
misure cautelari personali
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Come per gli atti della p.g., anche per quelli del
p.m. prevista una documentazione mediante
verbale analitico e mediante verbale in forma
riassuntiva. La prima forma prevista per gli atti a
utilizzazione privilegiata (art. 373,1 c.p.p.), cio
destinati ad un qualche utilizzo probatorio (verbali
di atti irripetibili, interrogatori, ecc.). Una regola a
s stante si rinviene per linterrogatorio di persona
in stato di detenzione, in quanto lart. 141-bis
c.p.p. richiede la documentazione integrale con
mezzi di riproduzione fonografica o audiovisiva al
fine di assicurare la fedele completa registrazione
delle dichiarazioni e di evitare abusi o pressioni
indebite sul detenuto. In tale caso il verbale
redatto in forma riassuntiva.
7. Indagini preliminari e diritto di difesa.
Art. 358 c.p.p. (Attivit di indagine del p.m.): Il
p.m. compie ogni attivit necessaria ai fini indicati
nellart. 326 c.p.p. e svolge altres accertamenti su
fatti e circostanze a favore della persona
sottoposta alle indagini.
Larticolo in questione vincola il p.m. a compiere
accertamenti anche su fatti e circostanze a favore
della persona sottoposta alle indagini. La norma
vuol sottolineare che il pm. Ha il dovere
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e)
La data e la sottoscrizione
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1. I procedimenti speciali
1.1. I riti speciali nel codice del 1988
Il Libro VI dedicato ai Procedimenti speciali
(artt. 438-464 c.p.p.).
Questi costituiscono lo strumento con il quale il
legislatore, attraverso varianti ed articolazioni,
persegue le finalit di politica criminale muovendo
dalla diversit delle situazioni processuali.
Lanalisi sar limitata al giudizio abbreviato (secco
e condizionato) ed alle sue varianti atipiche, in
quanto inserite in altri riti; allapplicazione della
pena su richiesta delle parti, nelle due versioni
allargata e originaria; al procedimento per decreto;
al giudizio direttissimo; al giudizio immediato. In
quanto richiamati espressamente dallart. 464,2
c.p.p., si tracceranno pure i profili procedurali
delloblazione, ancorch collocata agli artt. 162 e
162-bis c.p.
1.2. Ipotesi classificatorie.
In termini generali, va sottolineato come la
specialit dei riti sia collocata dopo il libro delle
indagini e prima di quello del giudizio: la finalit
della scelta era quella di regolamentare in modo
diverso il rapporto tra le due fasi.
Una prima classica differenziazione dei giudizi
speciali qui considerati si fa risalire alla loro natura
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2.4. Il rito.
Confermando che nei riti speciali un ruolo decisivo
assegnato allimputato ed al p.m., nel giudizio
abbreviato si prevede che la parte civile,
costituitasi per ludienza preliminare, dovr
orientarsi ad accettare o meno il rito disposto dal
giudice. In caso di mancata adesione da
manifestarsi attraverso la revoca della
costituzione nel processo la parte civile
costituita potr trasferire la sua pretesa in sede
civile (art. 441,4 c.p.p.). il legislatore ritiene
accettazione del rito la costituzione di parte civile
successivamente alla conoscenza dellordinanza
di cui al comma 4 dellart. 438 c.p.p.
2.5. Le impugnazioni
Art. 443 c.p.p. (Limiti allappello): (1) Limputato e
il p.m. non possono proporre lappello contro le
sentenze di proscioglimento. (3) Il p.m. non pu
proporre appello contro le sentenze di condanna,
salvo che si tratti di sentenza che modifica il titolo
del reato.
La particolare struttura del rito innesta significative
variabili anche in tema di impugnazioni.
Attualmente si prevede che limputato non pu
proporre appello contro le sentenze di
proscioglimento, fatta salva lipotesi in cui il
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4.3.4. Contumacia.
Nellambito del dibattimento, lo stato di
contumacia dellimputato viene dichiarato dal
giudice, con ordinanza, allesito di un
procedimento incidentale destinato ad accertare,
nel contraddittorio delle parti e previa verifica della
validit della citazione, che non sussista n la
prova n la probabilit vuoi dellincolpevole
ignoranza dellimputato circa la fissazione
delludienza, vuoi dellassoluta impossibilit di
comparire dovuta a caso fortuito, forza maggiore o
altro legittimo impedimento.
Il provvedimento risulta affetto da nullit assoluta
nellipotesi in cui venga emesso esistendo gi, agli
atti processuali, la prova delignoranza incolpevole
o dellassoluta impossibilit di comparire
dellimputato; mentre risulter affetto da nullit a
regime intermedio laddove venga emesso in
assenza di contraddittorio.
Nel procedimento contumaciale limputato
rappresentato necessariamente dal proprio
difensore.
Una volta pronunciata lordinanza di contumacia,
si possono prospettare diverse situazioni.
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4.4.11. Perizia.
Nonostante il dibattimento sia la sede naturale
deputata deputata alla formazione della prova,
nella pratica accade sovente che la perizia o
venga a essere raccolta con le forme
dellincidente probatorio nel corso delle indagini o
delludienza preliminare, ovvero non venga
disposta, preferendosi a essa la consulenza
tecnica di parte.
Talvolta comunque accade che nel corso
dellistruzione dibattimentale si manifesti la
necessit di un accertamento peritale (art. 508,1
c.p.p. Se il giudice, di ufficio o su richiesta di
parte, dispone una perizia, il perito
immediatamente citato a comparire e deve
esporre il suo parere nello stesso dibattimento.
Quando non possibile provvedere in tale modo,
il giudice pronuncia ordinanza con la quale, se
necessario, sospende il dibattimento e fissa la
data della nuova udienza nel termine massimo di
60gg). Al fine di salvaguardare il contraddittorio
nella formazione della prova, le parti sono
autorizzate a presentare in dibattimento, anche
senza citazione, i propri consulenti tecnici.
Con lordinanza di sospensione di cui al comma 2
dellart. 508 c.p.p., il giudice affida la direzione
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