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MANUALE DI REGOLE

E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE


DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI
P. Mercatali - F. Romano

Consiglio Nazionale delle Ricerche


Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica
(ITTIG)

Tecnodiritto srl
Spin-off dell'Istituto di teoria e tecniche dell'informazione
giuridica
ISTITUTO DI TEORIA E TECNICHE DELL’INFORMAZIONE GIURIDICA (ITTIG)
www.ittig.cnr.it - ittig@ittig.cnr.it

È un organo del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Svolge attività di ricerca, alta
formazione, consulenza e trasferimento tecnico-scientifico nel campo delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione applicate al diritto e alla
pubblica amministrazione.
L'Istituto produce e diffonde banche dati di rilievo nazionale e internazionale e
mette a disposizione software specialistico e strumenti per la ricerca
dell'informazione giuridica in rete.

TECNODIRITTO SRL
www.tecnodiritto.eu - comunicazione@tecnodiritto.eu

Tecnodiritto, uno dei numerosi numerosi spin-off voluti dal CNR per favorire il
trasferimento di conoscenze dai propri istituti al sistema produttivo, nasce per
offrire alla Pubblica Amministrazione metodi e strumenti tecnologici per il
trattamento dell’informazione giuridico-amministrativa. È infatti in questo campo
che l’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica ha acquisito una
riconosciuta competenza, con la partecipazione a progetti di ricerca nazionali ed
internazionali.

Manuale realizzato nel 2007 per il Progetto Pacto, finanziato nell'ambito del DOCUP
ob. 2 azione 1.8.1 della Regione Toscana.

Grafica e impaginazione: ITTIG/TECNODIRITTO

Licenza d'uso: Il “MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA


REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI” è rilasciato nei termini della licenza
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso
modo 2.5 Italia.

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/
MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Indice generale
Nota illustrativa.....................................................................................3
Il linguaggio degli atti amministrativi.........................................4
Il rinvio ad altri atti....................................................................5
La struttura dell’atto amministrativo..........................................6
Titolo I - Regole linguistiche per la stesura degli atti amministrativi.......8
Capo I - L'organizzazione linguistica e comunicativa dell'atto
amministrativo................................................................................8
1 - Avere (e rendere) sempre chiaro il contenuto del testo.........8
2 - Individuare sempre il destinatario........................................8
3 - Individuare le singole informazioni e inserirle nel testo in
modo logico..............................................................................8
4 - Individuare e indicare i contenuti giuridici del testo..............9
Capo II - Linguaggio degli atti amministrativi..................................9
5 - Brevità del periodo..............................................................9
6 - Scrivere frasi brevi.............................................................10
7 - Stile...................................................................................10
8 - Usare parole del linguaggio comune..................................10
9 - Scelta e uso dei termini......................................................10
10 - Omogeneità terminologica ..............................................11
11 - Usare pochi termini tecnici e spiegarli..............................11
12 - Evitare abbreviazioni e sigle.............................................12
13 - Usare verbi nella forma attiva e affermativa......................13
14 - Uso del congiuntivo e dell'indicativo................................13
15 - Legare le parole e le frasi in modo breve e chiaro.............13
16 - Ripetizione di termini......................................................14
17 - Usare in maniera coerente le maiuscole, le minuscole e la
punteggiatura.........................................................................14
18 - Uso delle lettere maiuscole..............................................14
19 - Nomi di enti e organi composti da più parole ..................15
20 - Scrittura dei numeri.........................................................15
21 - Date ...............................................................................16
22 - Citazione di partizioni di atti normativi............................16
23 - Funzione della punteggiatura...........................................16
24 - Usi convenzionali dei segni di interpunzione e di altri segni
...............................................................................................18
25 - Unità di misura e monetarie.............................................19
26 - Simboli convenzionali propri di linguaggi tecnici o
scientifici................................................................................20
27 - Evitare neologismi, parole straniere, latinismi e parole

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

discriminatorie........................................................................20
28 - Usare in maniera corretta le possibilità di composizione
grafica del testo......................................................................21
Capo III - Verifica della stesura del testo........................................21
29 - Verificare la completezza e la correttezza delle informazioni
...............................................................................................21
30 - Verificare la semplicità e comprensibilità del testo ..........21
31 - Rileggere sempre i testi scritti..........................................22
Titolo II - Il rinvio ad altri atti..............................................................23
Capo I - Tecniche di redazione dei riferimenti normativi ...............23
32 - Definizione di riferimento o rinvio normativo...................23
33 - Citazione di testi normativi..............................................23
34 - Citazione di atti non normalizzati....................................24
35 - Scrittura della citazione...................................................24
36 - Regole particolari nella scrittura delle citazioni.................25
37 - Citazione di partizioni di atti comunitari o internazionali..26
38 - Riferimenti all'articolo o a partizioni inferiori all'articolo...26
39 - Riferimenti a partizioni superiori all'articolo.....................26
40 - Riferimenti ad atti modificati ...........................................27
41 - Riferimenti a testi unici misti...........................................28
42 - Riferimenti ad atti antichi e difficili da reperire.................28
43 - Collocazione e uso dei riferimenti normativi.....................28
Capo II - Tecniche di redazione dei nessi tra atti amministrativi ....28
44 - Elementi che compongono la citazione............................28
45 - Citazione di atti amministrativi modificati o corretti da atti
successivi................................................................................29
Titolo III - La struttura dell'atto amministrativo....................................30
Capo I...........................................................................................30
46 - Struttura ed elementi dell'atto amministrativo. ................30
47 - Intestazione.....................................................................31
48 - Preambolo.......................................................................32
49 - Motivazione.....................................................................32
50 - Dispositivo......................................................................33
51 - Apposizione di formule....................................................33
52 - Sottoscrizione..................................................................34
53 - Uso della suddivisione in articoli......................................34
54 - Usare note, allegati e tabelle per alleggerire il testo.........35
55 - Uso degli allegati.............................................................35
ALLEGATO - Forme di citazione...........................................................37
Forme di citazione degli atti normativi.....................................38
Forme di citazione di parti di atti normativi..............................44
Forme di citazione delle pubblicazioni ufficiali.........................47

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Nota illustrativa
Il manuale predisposto per il Sistema Pacto contiene Regole
e Suggerimenti per la Redazione per gli atti amministrativi.
Tale documento nasce dal coordinamento tra la Direttiva
sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi
del Ministero della funzione pubblica del maggio 2002 e le
Regole e Suggerimenti per la redazione dei testi normativi
del febbraio 20021.

Per tale coordinamento si è tenuto conto che:

 la direttiva detta alcune raccomandazioni


generali che hanno lo scopo di rendere
comprensibili e comunicativi gli atti
amministrativi, ma si pone solo indirettamente il
problema di costruire standard necessari
all'interoperabilità dell'informazione;

 diversa invece è la prospettiva del Manuale di


drafting normativo che si pone anche la finalità
di introdurre standard per rispondere alle
necessità d'integrazione e coordinamento degli
atti normativi. Tuttavia solo alcune fra le regole
di tecnica legislativa sono trasferibili al settore
degli atti amministrativi (è ovvio che si possono

1
La direttiva è il frutto di un progetto, voluto agli inizi degli anni '90 dall'allora Ministro
per la Funzione Pubblica Sabino Cassese che ha prodotto anche un "Manuale di Stile"
(Fioritto (a cura di), Manuale di Stile, strumenti per semplificare il linguaggio delle
amministrazioni pubbliche, Bologna, Il Mulino, 1997) ed un programma per il
controllo della comprensibilità dei testi amministrativi. Il Manuale di tecnica legislativa
cui si fa riferimento è il documento "Regole e suggerimenti per la redazione dei testi
normativi" voluto dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali e adottato a
partire dal 1991 dalle regioni italiane nella sua versione aggiornata nel 2002. Anche il
Parlamento e la Presidenza del Consiglio dei Ministri condividono regole di legistica
praticamente identiche emanate nel 1986 e poi aggiornate nel 2001.

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

proporre standard identici per la citazione degli


atti normativi, mentre regole peculiari che
riguardano ad esempio le modifiche normative
non sono applicabili all'ambito amministrativo).
Inoltre anche ove tali regole siano applicabili è
necessario adeguarle al loro utilizzo per gli atti
amministrativi.

Lo sforzo operato di confermare, per quanto possibile, le


regole vigenti per gli atti normativi, anche per gli atti
amministrativi, risponde peraltro all'esigenza di affermare
uno standard il più possibile comune.
Inoltre dall'analisi, appena iniziata, di disposizioni di legge,
della prassi e della dottrina abbiamo ricavato regole
specifiche per la stesura dell'atto amministrativo che
abbiamo inserito nella bozza di manuale.
Abbiamo quindi suddiviso il manuale in tre parti:

1. Il linguaggio degli atti amministrativi.


2. Il rinvio ad altri atti.
3. La struttura degli atti amministrativi.

Tali regole e suggerimenti il cui ambito di applicazione va


dagli atti amministrativi su supporto cartaceo a quelli su
supporto digitale hanno una triplice finalità: migliorare la
comprensibilità e la capacita comunicativa degli atti
amministrativi, offrire maggiori garanzie circa la loro
legittimità, facilitare il loro trattamento informatico.
Il linguaggio degli atti amministrativi
Sia la direttiva di semplificazione sia il manuale unificato di
tecnica legislativa prevedono regole e suggerimenti per l'uso
della lingua italiana nei testi legislativi e amministrativi.
In particolare la direttiva fornisce indicazioni circa
l'organizzazione concettuale e strutturale, lo stile e le

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tecniche di controllo linguistico dei testi.


D'altra parte il manuale unificato di tecnica legislativa
propone regole che disciplinano non solo gli aspetti stilistici
ma anche quelli morfologici, sintattici e lessicali; ad esempio
l'uso dei verbi, delle congiunzioni, l'uso della terminologia
tecnico-giuridica, ecc. Tali regole da un lato sono comuni a
quelle in vigore per la lingua italiana, dall'altro o ne
puntualizzano certi aspetti (vedi ad esempio la regola che
disciplina l'uso delle maiuscole2) o se ne distaccano (si veda
la disciplina della ripetizione di termini3).
Abbiamo dunque incluso queste regole in questa parte del
manuale, suddividendole in capi dei quali il primo si occupa
dell'efficacia comunicativa del testo amministrativo,
dettandone l’organizzazione generale; il secondo descrive le
modalità di utilizzo della lingua italiana all'interno dell'atto
amministrativo (uso dei segni tipografici, specifiche
indicazioni morfologiche, sintattiche e lessicali); il terzo
infine suggerisce alcune modalità per la verifica della
correttezza del testo.
Il rinvio ad altri atti
La seconda parte del manuale riguarda soprattutto le
tecniche di redazione delle citazioni per il rinvio ad altri atti.
Le tecniche di redazione delle citazioni di atti normativi,
sono mutuate direttamente dal manuale di tecnica
legislativa in modo da riproporre anche negli atti
2
L'uso della maiuscola è prescritto:
a) all'inizio del testo e dopo ogni punto fermo;
b) per i nomi propri di persona;
c) per i nomi propri geografici;
d) per i nomi di enti od organi individui.
3
Ripetizione di termini
1.Le singole partizioni dell'atto sono unità autonome del testo.
2. La ripetizione dei termini come pure l'uso di riferimenti normativi completi, sono
utili e spesso necessari alla comprensione del testo e all'uso di sistemi informatici.
Evitare, pertanto, l'uso di pronomi personali o pronomi e aggettivi dimostrativi se tale
uso genera ambiguità. Ripetere invece il termine richiamato quand'è necessario a
evitare equivoci.

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

amministrativi gli standard già consolidati negli atti


normativi.
Quanto alle modalità di scrittura di citazioni di atti
amministrativi si è invece proposto uno standard che
garantisse l'univocità del rinvio e al tempo stesso la sua
intellegibilità.
Lo schema individuato è il seguente:

a) denominazione formale dell'atto;


b) autorità emanante;
c) data;
d) numero di protocollo;
e) oggetto.
La struttura dell’atto amministrativo
Nella parte conclusiva del manuale ci siamo occupati di
definire la struttura essenziale dell'atto amministrativo.
La forma e la funzione dell'atto amministrativo richiedono la
presenza di alcuni elementi che servono alla sua
identificazione e di altri che ne garantiscono l'efficacia
giuridica.
Abbiamo identificato e descritto tali elementi e li abbiamo
raggruppati in tre parti distinte dell'atto amministrativo in
modo da ottenere una organizzazione formale, funzionale e
contenutistica idonea ad una formulazione omogenea,
chiara e sistematica dell'atto stesso.
La parte iniziale contiene la denominazione dell'atto (ad
esempio: decreto, deliberazione, ordinanza, parere,
determinazione), l'intestazione che deve indicare l’autorità
emanante, il numero di protocollo dell'atto e l'oggetto o
titolo, che esprime la funzione e il contenuto dell'atto.
La parte centrale dell'atto contiene il preambolo con
l’illustrazione del procedimento che ha portato
all’emanazione dell’atto e di quanto ne è emerso, la
motivazione che contiene i presupposti di fatto e le ragioni

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giuridiche alla base della decisione ed infine il dispositivo


che racchiude la parte propriamente prescrittiva dell’atto
amministrativo e contiene, a seconda delle varie tipologie di
atto, una manifestazione di volontà, oppure una
manifestazione di scienza-conoscenza (es., certificazione,
attestazione, verbale di accertamento, ecc.), o di valutazione
(es. parere, proposta, valutazione tecnica, ecc.), ecc.
La parte conclusiva dell'atto deve invece necessariamente
prevedere il luogo in cui l’atto amministrativo è stato
adottato, la data di adozione dello stesso e la sua
sottoscrizione.

Pietro Mercatali
Francesco Romano

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

Titolo I - Regole linguistiche per la stesura


degli atti amministrativi
Capo I - L'organizzazione linguistica e comunicativa
dell'atto amministrativo

1- Avere (e rendere) sempre chiaro il contenuto


del testo
1. Spesso i contenuti e le finalità di un documento
amministrativo sono complessi e ambigui.
2. Prima di scrivere un testo bisogna sciogliere la
complessità ed eliminare le ambiguità. Chi scrive deve
anzitutto aver chiaro il contenuto del messaggio e
deve indicare in modo preciso e semplice cosa è stato
deliberato, cosa si prescrive, quali particolari doveri o
diritti si riconoscono al destinatario.

2- Individuare sempre il destinatario


1. Per progettare un testo efficace bisogna sapere a
chi è destinato e chi lo leggerà..
2. Quando i documenti sono indirizzati a gruppi
eterogenei di persone bisogna pensare al lettore meno
istruito.

3- Individuare le singole informazioni e inserirle


nel testo in modo logico
1. Normalmente nei testi scritti sono contenute più
informazioni. Chi scrive deve capire che relazione
logica c'è tra le singole informazioni. Così ad

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esempio: le informazioni più generali devono


precedere quelle particolari; i casi generali devono
precedere le eccezioni; le informazioni, che in linea
temporale sono antecedenti, precedono quelle
successive.
2. È buona regola, inoltre, evidenziare bene le istruzioni
per l'uso del testo a vantaggio del cittadino. Ad
esempio, le date di scadenza, le eventuali avvertenze,
cosa fare per ottenere un beneficio, come ricorrere
contro l'atto.

4- Individuare e indicare i contenuti giuridici del


testo
1. Tra i vari testi prodotti dalle amministrazioni
pubbliche, gli atti amministrativi rispondono a regole
e principi di legittimità.
2. Gli atti devono contenere l'indicazione del soggetto
che li emana, l'oggetto dell'atto amministrativo, la
decisione che è stata presa, le motivazioni che la
giustificano.
3. Vanno indicati, se necessario, gli adempimenti e le
condizioni cui si deve prestare attenzione e i
riferimenti normativi a sostegno dell'atto, secondo
quanto prescritto dalle tecniche di redazione
normativa.

Capo II - Linguaggio degli atti amministrativi

5- Brevità del periodo


1. Formulare periodi brevi e chiari. Usare frasi semplici o
frasi complesse con un numero contenuto di
proposizioni subordinate. Evitare gli incisi.

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2. Preferibilmente la frase principale precede le


proposizioni subordinate.

6- Scrivere frasi brevi


1. Le ricerche dicono che frasi con più di 25 parole sono
difficili da capire e ricordare.
2. Ogni frase deve comunicare una sola informazione. È
sempre preferibile dividere la frase lunga,
aumentando dunque l'uso della punteggiatura.

7- Stile
1. Non perseguire concisione ed eleganza stilistica del
testo a scapito della sua completezza e univocità.

8- Usare parole del linguaggio comune


1. Rispetto alle parole di un dizionario, quelle che
usiamo di solito sono in numero molto contenuto.
2. Il Vocabolario di base della lingua italiana contiene
meno di 7000 parole e sono quelle che dobbiamo
preferire se vogliamo essere capiti da chi legge.

9- Scelta e uso dei termini


1. Scegliere la parola che esprime un dato concetto nel
modo più preciso, chiaro e univoco, usando di
preferenza parole dell'italiano comune.
2. Se per un dato concetto non esistono parole
dell'italiano comune caratterizzate da precisione,
chiarezza e univocità possono essere usati termini
giuridici o tecnici, neologismi o forestierismi.

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10 - Omogeneità terminologica
1. Individuare gli stessi concetti o istituti con
denominazioni identiche e non impiegare termini
identici con accezioni diverse in tutto l'atto
amministrativo e negli allegati, anche tenendo conto
delle definizioni contenute nelle leggi che disciplinano
la materia.

11 - Usare pochi termini tecnici e spiegarli


1. Contrariamente a quanto si crede, in un “testo di
servizio” (un testo che informa o fornisce istruzioni) il
numero di termini tecnici indispensabili è
normalmente molto basso. In media, in un testo
amministrativo le parole tecniche sono meno di
cinque su cento.
2. È bene usare solo quelle veramente necessarie e,
quando possibile, spiegarne il significato in una nota
oppure con un piccolo glossario originale.
3. Qualora fosse necessario l'uso di termini giuridici o
tecnici si raccomanda:
a) impiegarli in modo appropriato tenendo conto del
significato loro assegnato dalla scienza o tecnica
che li concerne;
b) in particolare, per i termini giuridici tenere conto
in primo luogo del loro significato legale,
desumibile dalle definizioni contenute nei codici o
in altre leggi; secondariamente, e in via
subordinata, di quello attribuito dalla
giurisprudenza consolidata; in terzo luogo, e in
modo ancora subordinato, dalla dottrina
prevalente;

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c) se un termine tecnico-giuridico ha un significato


diverso da quello che ha nel linguaggio corrente,
occorre fare in modo che dal contesto sia chiaro in
quale delle due accezioni il termine è impiegato.

12 - Evitare abbreviazioni e sigle


1. È bene evitare abbreviazioni e sigle: spesso sono
ovvie per chi scrive ma non sono capite da chi legge.
2. Se le usiamo, dopo avere scritto nella prima citazione
l'espressione per intero seguita dalla sigla fra
parentesi tonde, è consentito nel seguito del testo
usare solo la sigla o l'abbreviazione al posto
dell'espressione intera.
3. Fanno eccezione abbreviazioni e sigle d'uso
consolidato e molto note.
4. Qualora sia necessario ripetere più volte in uno stesso
testo la medesima espressione composta, è
consentita la sua sostituzione con una denominazione
abbreviata, riportando nella prima citazione
l'espressione per esteso seguita dalla denominazione
abbreviata che sarà usata al suo posto, preceduta
dalle parole “di seguito denominato/a”.
5. Se possibile la denominazione abbreviata contiene
un'indicazione sulla materia cui fa riferimento
l'espressione composta, anche per agevolarne la
comprensione e la ricerca.
6. Le sigle usate per designare enti, organi, programmi e
simili sono assimilabili ai nomi propri. A differenza
delle abbreviazioni usate come nomi comuni (s.p.a.,
l.r.) vanno scritte con lettere maiuscole senza punti di
separazione, anche per agevolarne la ricerca
informatica. Questo vale quando ogni lettera è iniziale

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di una parola (ONU, ENI), e anche quando una parte


della sigla non è una semplice iniziale, ma una parola
tronca (ISTAT, EURATOM).
7. l'abbreviazione di termini riportati al plurale è identica
a quella usata al singolare; basta porre al singolare o
al plurale l'articolo determinativo che li accompagna.
8. Le abbreviazioni, quando ammesse, vanno scritte in
lettere minuscole intervallate o seguite da un punto in
sostituzione delle lettere omesse.

13 - Usare verbi nella forma attiva e affermativa


1. Il testo con il verbo attivo e in forma affermativa è più
incisivo, le frasi sono più brevi, la lettura più rapida.
2. È buona regola costruire il periodo usando
prevalentemente frasi attive. Evitare la doppia
negazione.

14 - Uso del congiuntivo e dell'indicativo


1. Il testo scritto richiede il rispetto del congiuntivo ma
l'indicativo rende il testo più diretto ed evita
informazioni implicite o ambigue. Dove il contesto lo
permette, è opportuno sostituire il congiuntivo con
l'indicativo o con l'infinito.
2. Nella formulazione dei precetti di regola usare
l'indicativo presente.

15 - Legare le parole e le frasi in modo breve e


chiaro
1. Costruire il testo in modo semplice e compatto
significa anzitutto rendere esplicito il soggetto e
ripeterlo quando è necessario.

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2. È opportuno evitare le sequenze di parole che non


hanno un verbo in forma esplicita.

16 - Ripetizione di termini
1. Le singole partizioni dell'atto sono unità autonome
del testo.
2. La ripetizione dei termini come pure l'uso di
riferimenti normativi completi, sono utili e spesso
necessari alla comprensione del testo e all'uso di
sistemi informatici. Evitare, pertanto, l'uso di pronomi
personali o pronomi e aggettivi dimostrativi se tale
uso genera ambiguità. Ripetere invece il termine
richiamato quand'è necessario a evitare equivoci.

17 - Usare in maniera coerente le maiuscole, le


minuscole e la punteggiatura
1. Le maiuscole sono mezzi ortografici che hanno lo
scopo di segnalare l'inizio di un periodo e i nomi
propri. I testi amministrativi affidano spesso alle
maiuscole contenuti stilistici di rispetto, di gerarchia,
di enfasi. Questi usi sono retaggio di una cultura
retorica, appesantiscono lo stile e il tono della
comunicazione: essi devono essere eliminati o ridotti
quanto più è possibile.
2. La punteggiatura, per contro, suddivide il testo in
unità di senso. Essa non solo guida l'occhio e la voce,
ma articola il contenuto logico di quanto è scritto. Una
buona punteggiatura toglie ambiguità al testo e
collega in modo corretto i contenuti.

18 - Uso delle lettere maiuscole


1. L'uso della maiuscola è prescritto:

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a) all'inizio del testo e dopo ogni punto fermo;


b) per i nomi propri di persona;
c) per i nomi propri geografici;
d) per i nomi di enti od organi individui.

19 - Nomi di enti e organi composti da più parole


1. Nei nomi di enti od organi composti da più parole
solo l'iniziale del primo sostantivo si scrive in
maiuscolo.
2. Nei casi seguenti seguire i criteri indicati:
a) quando la prima parola è un aggettivo seguito da
un sostantivo entrambe iniziano con lettera
maiuscola;
b) quando una denominazione ne contiene un'altra,
ciascuna inizia con lettera maiuscola.

20 - Scrittura dei numeri


1. In genere i numeri sono scritti in lettere salvo che
siano inclusi in tabelle, elenchi e simili.
2. I capitoli di bilancio, le quantità percentuali e quelle
accompagnate da unità di misura e monetarie si
scrivono in cifre. In questi casi per separare le
centinaia dalle migliaia, le migliaia dai milioni ecc.,
usare il punto fermo in basso, e non in alto; per
separare i numeri interi dai decimali usare la virgola, e
non il punto.
3. Peraltro gli importi monetari dell'ordine di milioni o
miliardi possono scriversi in forma mista di cifre e
lettere, a meno che non si allunghi troppo

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l'espressione.
4. Questa regola non si osserva nelle tabelle, in cui le
espressioni numeriche si riportano sempre in cifre.

21 - Date
1. Le date si scrivono in cifre arabe, salvi i mesi e le ore
che si scrivono in lettere. Scrivere sempre l'anno con
quattro cifre.

22 - Citazione di partizioni di atti normativi


1. Per i numeri che servono a citare partizioni di atti
normativi contrassegnati da cifre (articoli, commi
numerati, numeri interni ai commi) si rinvia al
paragrafo 35 e all'allegato B al Manuale regionale
Regole e suggerimenti per la redazione dei testi
normativi.

23 - Funzione della punteggiatura


1. La punteggiatura è un mezzo essenziale per segnalare
al lettore i confini delle frasi e i rapporti che esistono
al loro interno. Anche se in italiano non esistono
regole rigide, è corretto attenersi a quelle che
seguono.
2. Il punto fermo divide una frase, semplice o
complessa, dalla successiva. Sul piano sintattico la
porzione di testo delimitata da questo segno è
conclusa in sé stessa.
3. Il punto e virgola divide una frase, semplice o
complessa, dalla successiva, ma è un segno più
debole del punto fermo; si usa, quindi, quando il
legame logico o semantico tra le due frasi è più forte.

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

4. La virgola:
a) separa due frasi che non sono gerarchicamente
sullo stesso piano; in particolare separa le
subordinate dalla reggente;
b) separa frasi coordinate; è obbligatoria quando non
ci sono congiunzioni esplicite, facoltativa quando
ci sono le congiunzioni; di solito si evita di far
precedere dalla virgola la congiunzione e, ma non
si tratta di un divieto assoluto;
c) isola gli incisi, le apposizioni, le proposizioni
relative;
d) separa gli elementi che costituiscono una
elencazione; l'ultimo elemento può essere
introdotto dalla congiunzione e, non preceduta da
una virgola.
5. I due punti:
a) introducono un elenco;
b) introducono una citazione;
c) introducono una frase autonoma che precisa il
contenuto della frase precedente;
d) introducono le novelle, quando sono inserite alla
fine di una alinea.
6. Nei testi amministrativi, di regola, non si usano punto
esclamativo, punto interrogativo, puntini di
sospensione.

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24 - Usi convenzionali dei segni di interpunzione e


di altri segni
1. Al di fuori dei casi indicati nel paragrafo 23 i segni di
interpunzione e gli altri segni convenzionali di uso
comune si usano con le funzioni indicate, nei casi
seguenti:
a) punto (.):
1) nelle abbreviazioni di parole in luogo delle
lettere omesse;
2) dopo il numero che contrassegna un
comma;
b) punto e virgola (;): alla fine delle partizioni interne
di un comma, di lettere e di numeri, tranne l'ultima
dell'elenco e la linea;
c) virgolette (” “): per racchiudere modifiche testuali a
atti vigenti; se è necessario usare le virgolette
all'interno di un testo già racchiuso da virgolette,
usare gli apici (' ‘);
d) trattino (-): per unire due parole occasionalmente
collegate (es. decreto-legge);
e) doppio trattino ( - - ): se indispensabile, per
indicare una doppia parentetica quando ce n'è già
una indicata tra due virgole;
f) parentesi tonde ( ): per racchiudere i titoli e le
rubriche nelle citazioni di atti, le sigle nel caso
previsto al paragrafo 12, comma 2, o i termini
latini o stranieri che seguono l'equivalente
espressione in lingua italiana;
g) parentesi tonda di chiusura ): dopo la lettera o il

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

numero che contrassegna una partizione interna al


comma;
h) per cento (%): solo in tabelle, elenchi e simili.
2. Non si usano:
a) le barre (/), tranne che nel linguaggio tecnico e
nelle forme semplificate di citazione dei testi
normativi, (vedi allegato B al Manuale regionale
Regole e suggerimenti per la redazione dei testi
normativi);
b) “o” e “a” in esponente, dopo numeri arabi (°) (a): al
loro posto impiegare il numero romano o il
numero ordinale scritto in lettere; si mantiene la
scrittura 1° per indicare il primo giorno del mese
nelle date, tranne quando si indicano gli estremi di
una legge;
c) il segno di paragrafo (§): al suo posto usare
l'espressione “paragrafo”, abbreviabile in “par.” se
seguito da un numero.

25 - Unità di misura e monetarie


1. Scrivere per esteso le unità di misura: solo all'interno
di tabelle, elenchi o simili è ammesso l'uso di simboli
convenzionali o abbreviazioni.
2. Usare e scrivere le unità di misura attenendosi
all'allegato del decreto del Presidente della Repubblica
12 agosto 1982, n. 802 (Attuazione della direttiva
80/181/CEE relativa alle unità di misura), nel testo in
vigore.
3. La parola “euro” è indeclinabile e si scrive per esteso,
in lettere minuscole.

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

26 - Simboli convenzionali propri di linguaggi


tecnici o scientifici
1. Sono ammessi quando strettamente necessari alla
formulazione dei testi amministrativi (ad esempio per
dettare prescrizioni tecniche attraverso algoritmi
matematici).
2. Quando non vi è accordo sul significato attribuito al
simbolo o esso non è di dominio comune, specificare
preventivamente il significato attribuito nel testo al
simbolo in questione.

27 - Evitare neologismi, parole straniere, latinismi


e parole discriminatorie
1. Usare neologismi solo se sono effettivamente
insostituibili.
2. Analogamente le parole straniere e i latinismi vanno
evitati ove sia in uso l'equivalente termine in lingua
italiana.
3. È ormai frequente il ricorso a termini tecnici propri
della società dell'informazione e dell'elettronica: da
evitare se ve ne siano di equivalenti nella lingua
italiana.
4. Se è necessario usare tali termini, corredarli di una
spiegazione.
5. La parola straniera assunta nella lingua italiana è
invariabile, salvi i casi entrati nell'uso.
6. Evitare espressioni discriminatorie. Preferire
espressioni che consentano di evitare l'uso del
maschile come neutro universale.

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

28 - Usare in maniera corretta le possibilità di


composizione grafica del testo
1. È bene non abusare delle possibilità di scelte grafiche
e tipografiche messe a disposizione dai sistemi di
video scrittura (neretti, sottolineature, corsivi, ecc.).
2. Nel caso in cui si ricorra ad effetti grafici e tipografici,
questi vanno usati con coerenza in tutto il testo (ad
esempio se si usa il corsivo per le parole straniere lo
si fa con tutte le parole straniere presenti nel testo e
non solo con alcune).
3. Si sconsiglia l'uso del colore perché non rilevabile
nelle stampe in bianco e nero.

Capo III - Verifica della stesura del testo

29 - Verificare la completezza e la correttezza


delle informazioni
1. Deve essere completa e corretta sia l'informazione
giuridica, che dà la legittimità dell'atto, sia
l'informazione comunicativa, che rende l'atto
comprensibile. l'informazione è completa quando
l'atto amministrativo dice al destinatario tutto quanto
deve sapere e deve fare ed è corretta quando il testo
manifesta esattamente la volontà di colui che lo
emana.

30 - Verificare la semplicità e comprensibilità del


testo
1. Comporre il testo in modo semplice, cioè che risulti di
immediata comprensione.
2. Le informazioni salienti devono essere disposte in

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

sequenza logica, visivamente chiare, non affollate da


dati e riferimenti.
3. Per verificare la comprensibilità si suggerisce, inoltre,
l'impiego di software (programmi) per l'edizione e
l'analisi dei testi.

31 - Rileggere sempre i testi scritti


1. Una volta terminata la redazione di un testo, questo
va sempre riletto e, se possibile, fatto leggere da
qualcun altro. La rilettura consente di verificare la
completezza, la correttezza e la semplicità del testo.
Inoltre, la rilettura evita che l'uso di stralci o di
modelli precedenti, come pure l'uso della funzione
“copia e incolla” dei programmi di scrittura, lasci
incongruenze nel nuovo testo.

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Titolo II - Il rinvio ad altri atti


Capo I - Tecniche di redazione dei riferimenti normativi

32 - Definizione di riferimento o rinvio normativo


1. Con “riferimento normativo” (o “rinvio”) s'intende tutti
i casi in cui il testo dell'atto amministrativo si riferisce
a un atto normativo.
2. I criteri formali concernenti la scrittura delle citazioni
dei testi normativi sono riportati nei punti da 33 a 43.

33 - Citazione di testi normativi


1. Per le citazioni di testi normativi italiani, comunitari,
internazionali, di partizioni interne agli atti normativi
e di pubblicazioni ufficiali attenersi alle formule e ai
criteri contenuti nell'allegato B al Manuale regionale
Regole e suggerimenti per la redazione dei testi
normativi.
2. Se la denominazione ufficiale dell'atto non include la
menzione dell'autorità che lo ha emanato integrare la
denominazione con tale menzione.
3. Per individuare univocamente l'atto, quando esso non
è numerato, se ne ricorda il titolo o altri elementi
sufficienti a identificarlo, come gli estremi di
pubblicazione.
4. Bisogna dare un'indicazione sull'oggetto delle
disposizioni citate, in modo da facilitare la
comprensione del rinvio. Di norma lo si fa riportando
il titolo dell'atto, quand'esso è citato per la prima

23

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

volta: il titolo è riportato fra parentesi tonde, dopo la


data e il numero dell'atto; in alternativa, se indicato
nell'intestazione ufficiale, è riportato il titolo breve.
Se il titolo dell'atto è troppo lungo lo si riassume. Se il
titolo dell'atto non permette d'individuare l'argomento
del rinvio (ad esempio: se si rinvia a disposizioni
intruse, o a disposizioni contenute in leggi
finanziarie) si indica l'oggetto delle disposizioni citate.

34 - Citazione di atti non normalizzati


1. Se l'atto citato non è stato redatto secondo i criteri qui
indicati, la citazione deve rispettare la sua struttura
così come si presenta, seguendo però, per quant'è
possibile, i criteri formali qui indicati (ad esempio per
quanto riguarda le minuscole e maiuscole, le
abbreviazioni, le virgole, i segni tipografici e simili).
2. Se però la citazione di disposizioni redatte secondo
criteri diversi può generare confusione per la loro
contraddittorietà con i nuovi criteri, è preferibile usare
formulazioni magari ineleganti ma inequivoche, quali
ad esempio citazioni testuali complete che
cominciano con la parola iniziale e terminano con la
parola finale (compresa) della disposizione
richiamata.

35 - Scrittura della citazione


1. Quando occorre citare una parte di un atto normativo
menzionare, oltre all'atto, le partizioni interne che
contengono tale parte. Citare le partizioni in ordine
decrescente, separandole con virgole (ad esempio:
“articolo 1, comma 2, lettera b) ...”), se non quando
un ordine diverso è consigliabile per motivi
particolari.

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

2. Per ragioni di chiarezza, la citazione deve arrivare


sino alla partizione del livello più basso necessario
per individuare la parte del testo citato.
3. Quando si citano articoli raggruppati in partizioni di
livello superiore, è superfluo menzionare tali
partizioni, poiché la numerazione degli articoli è
continua nel corso dell'atto.
4. Dovendo citare partizioni di livello superiore
all'articolo nella loro interezza, la citazione va fatta in
ordine decrescente, a partire dalla partizione di livello
più alto.

36 - Regole particolari nella scrittura delle


citazioni
1. Evitare l'espressione “ultimo/penultimo comma” o
“ultimi due commi” nonché le grafie 3o, 3a, III quando
ci si riferisce a commi (vedi anche il paragrafo 24,
comma 2, lettera b).
2. Citare le lettere e i numeri che contrassegnano
partizioni interne ai commi usando la denominazione
“lettera” e “numero”, seguita dalla lettera dell'alfabeto
o dalla cifra araba e da una parentesi tonda di
chiusura.
3. Citare la parte del comma che introduce una modifica
testuale, consistente in un articolo o in uno o più
commi, lettere o numeri, con la denominazione di
“alinea”.
4. Quando si citano commi numerati usare il numero
cardinale (”comma 1”). Quando si citano commi non
numerati, invece, usare il numero ordinale (”primo
comma”).

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

5. In caso di parti del testo non contrassegnate da


lettere, cifre o altre espressioni (ad esempio allegati
non numerati, frasi contraddistinte da trattini o altri
segni tipografici), la citazione va fatta usando il
numero ordinale che la contraddistingue (ed evitando
le parole “ultimo, penultimo, ultimi due” o simili),
scritto in lettere (”primo allegato”, “primo trattino”,
ecc.).
6. Se le predette forme di citazione non risultano del
tutto chiare o se s'intende citare parti di testo (frasi,
parole, insiemi di parole) non costituenti formalmente
unità autonome nella struttura dell'atto, la citazione
va fatta riportando per esteso, fra virgolette, la parte
di testo che si intende citare.

37 - Citazione di partizioni di atti comunitari o


internazionali
1. Quando si citano partizioni di atti comunitari o
internazionali seguire la terminologia adoperata in tali
testi.

38 - Riferimenti all'articolo o a partizioni inferiori


all'articolo
1. Il riferimento normativo indica di norma con
precisione il numero dell'articolo contenente le
disposizioni richiamate e indica anche, se il
riferimento non è a tutto l'articolo, le partizioni
inferiori.

39 - Riferimenti a partizioni superiori all'articolo


1. In certi casi, prevedibilmente rari, può essere
opportuno o necessario rinviare a una partizione

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dell'atto normativo superiore all'articolo. Tale tipo di


riferimento è ammesso solo se esso comprende tutte
le disposizioni della partizione richiamata; in altre
parole va evitata l'espressione “si applicano le
disposizioni del titolo x” nel caso in cui solo alcune
disposizioni del titolo x si possono applicare.

40 - Riferimenti ad atti modificati


1. Nei riferimenti ad atti modificati, oltre a una funzione
normativa, si può rintracciare una funzione
informativa.
2. Il riferimento svolge una funzione informativa, se
vengono menzionate le modificazioni all'atto o alla
disposizione citata.
3. Quando il riferimento svolge una funzione informativa
vanno menzionate le modificazioni dell'atto (se viene
citato l'atto, più articoli o partizioni superiori
all'articolo) o dell'articolo (se viene citato un articolo o
sue partizioni). Nel primo caso basta ricordare l'atto
modificativo; nel secondo bisogna citare i singoli
articoli modificativi. Non occorre ricordare l'oggetto
dell'atto o degli articoli modificativi. La menzione
delle modifiche è necessaria solo nella prima
citazione.
4. Se si fa riferimento a disposizioni che sono state
sostituite, aggiunte o modificate da atti successivi
bisogna citare l'atto base, e non gli atti modificativi.
5. Evitare i riferimenti a catena (si rinvia all'art. X che a
sua volta rinvia all'art. y).

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41 - Riferimenti a testi unici misti


1. Quando si citano i testi unici misti previsti dall'articolo
7 della legge 8 marzo 1999, n. 50 si fa riferimento al
solo decreto del Presidente della Repubblica (testo A),
omettendo inoltre le indicazioni (L o R) affiancate alle
singole disposizioni.

42 - Riferimenti ad atti antichi e difficili da


reperire
1. In caso di riferimenti ad atti antichi e difficili da
reperire si deve facilitare la comprensione e la
conoscenza del testo o evitando addirittura il rinvio
(con la riproduzione del testo), o citando i dati di
pubblicazione dell'atto.

43 - Collocazione e uso dei riferimenti normativi


1. Il riferimento specie se lungo e con l'indicazione delle
successive modificazioni può essere messo in nota e
inoltre possono essere creati, nella versione digitale
del testo, i relativi collegamenti ipertestuali.

Capo II - Tecniche di redazione dei nessi tra atti


amministrativi

44 - Elementi che compongono la citazione


1. Con “riferimento amministrativo” (o “rinvio”) s'intende
tutti i casi in cui il testo dell'atto amministrativo si
riferisce a un altro atto amministrativo.
2. Il riferimento amministrativo va espresso con
citazione esplicita testuale dell'atto cui ci si riferisce
che deve garantire l'univocità del riferimento stesso.

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3. A tal fine e per garantire la funzione comunicativa e la


chiarezza del riferimento la citazione deve contenere i
seguenti elementi:
a) denominazione formale dell'atto;
b) autorità emanante;
c) data;
d) numero di protocollo o il numero assegnato
all'atto dall'ente emanante;
e) oggetto.
4. Tali elementi sono tra loro separati con virgole salvo
l'oggetto che è racchiuso tra parentesi.
5. Qualora un medesimo riferimento sia ripetuto più
volte nello stesso atto, dopo la prima citazione
espressa nella forma estesa di cui al comma 3, le
citazioni successive indicano solo la denominazione
formale, il numero dell'atto e l'anno.

45 - Citazione di atti amministrativi modificati o


corretti da atti successivi
1. Qualora si faccia riferimento ad un atto
amministrativo modificato o corretto da un atto
successivo, si cita l'atto modificato seguito da
espressioni del tipo: “così come modificato da..” o
“così come corretto da...” e dalla citazione dell'atto o
degli atti modificanti.

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Titolo III - La struttura dell'atto


amministrativo
Capo I

46 - Struttura ed elementi dell'atto amministrativo.


1. Per “struttura dell'atto” si intende la sua
organizzazione interna.
2. Una volta distinte e indicate le varie parti di un atto,
scegliere la struttura giuridica più adeguata.
3. L'atto amministrativo si suddivide in tre parti:
a) la parte iniziale che comprende:
1) denominazione formale del tipo di atto
amministrativo (es.: decreto, deliberazione,
ordinanza, parere, determinazione);
2) l'intestazione che contiene l'autorità
emanante;
3) l'oggetto o titolo, che esprime la funzione
dell'atto (es.: autorizzazione, delega, revoca,
annullamento, ecc.). Qualora la
denominazione formale e la funzione
coincidano (ad esempio ciò avviene nel
parere) è opportuno ripetere la
denominazione formale nell'oggetto;
4) il numero, che esprime il codice di
protocollo per l'identificazione univoca
dell'atto secondo quanto disposto dal
decreto legislativo n. 445 del 2000 o

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

comunque il numero assegnato all'atto


dall'ente emanante;
b) la parte centrale che comprende:
1) preambolo;
2) motivazione;
3) dispositivo;
c) la parte finale che comprende:
1) luogo, che indica il luogo dove l'atto è stato
adottato;
2) data, che indica il momento di adozione
dell'atto;
3) sottoscrizione.
4. Nella parte centrale dell'atto si raccomanda di inserire,
come rubrica, all'inizio di ogni elemento, il nome
corrispondente.

47 - Intestazione
1. l'intestazione coincide con l'autorità emanante l'atto
amministrativo.
2. Qualora si tratti di organo monocratico (individuale) si
indica la denominazione dell'organo che ha adottato
(sottoscritto) l'atto (esempio: sindaco, dirigente,
responsabile dei servizi, ecc.).
3. Qualora si tratti di organo collegiale si indica la
denominazione dell'organo deliberante con la
precisazione delle persone che hanno partecipato alla
seduta (presenti) e delle persone che, pur non
avendovi partecipato fanno parte dell'organo, al fine

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

di evidenziare l'esistenza del quorum necessario per


la validità dell'adunanza, denominato quorum
costitutivo. Si indica anche il quorum deliberativo e
pertanto il verbale indica il numero dei votanti degli
astenuti e de i voti favorevoli e contrari.

48 - Preambolo
1. Il preambolo contiene:
a) gli elementi di fatto e di diritto pertinenti e rilevanti
per lo specifico atto amministrativo adottato quali:
1) fatti;
2) atti;
3) accertamenti;
4) norme giuridiche.
b) l'indicazione delle fasi significative del
procedimento amministrativo svolto quali:
1) istanza di parte;
2) conferenza dei servizi;
3) parere;
4) valutazione tecnica;
5) comunicazione dell'avvio del procedimento.

49 - Motivazione
1. Ogni provvedimento amministrativo, compresi quelli
concernenti l'organizzazione amministrativa, lo
svolgimento di pubblici concorsi ed il personale, deve
essere motivato.

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2. Sono esclusi dall'obbligo di motivazione gli atti a


contenuto generale quali i bilanci preventivi, i conti
consuntivi, i programmi ed i piani, gli strumenti
urbanistici, i piani commerciali e tutti gli altri atti che
ne siano espressamente esentati dalla legge.
3. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e
le ragioni giuridiche che hanno determinato la
decisione dell'amministrazione in relazione alle
risultanze dell'istruttoria richiamando espressamente
quanto esposto nel preambolo.

50 - Dispositivo
1. Il dispositivo contiene la parte prescrittiva dell'atto
amministrativo che, a seconda delle varie tipologie di
atto, può esplicarsi o in una manifestazione di volontà
(es. concessione, espropriazione, revoca,
annullamento, ecc.) oppure in una manifestazione di
scienza-conoscenza (es., certificazione, attestazione,
verbale di accertamento, ecc.), o in una
manifestazione di valutazione-giudizio (es. parere,
proposta, valutazione tecnica, ecc.).
2. Il dispositivo è introdotto da verbi quali: delibera,
decreta, ordina, determina, dispone a seconda del
tipo di atto e della autorità emanante.
3. Qualora l'atto comporti una spesa nel dispositivo si
esplicita il mezzo e il modo per farvi fronte.

51 - Apposizione di formule
1. Seguono il dispositivo le seguenti formule:
a) l'autorità cui è possibile ricorrere avverso quanto
disposto dall'atto;

33

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

b) i termini entro i quali ricorrere.


2. Possono seguire il dispositivo alcune formule che
dichiarano modalità e termini dell'atto quali:
a) l'esecutività dell'atto;
b) i soggetti cui l'atto va comunicato, notificato,
trasmesso;
c) i soggetti ai quali compete provvedere
all'esecuzione o che devono controllare che essa
avvenga.

52 - Sottoscrizione
1. l'atto amministrativo deve riportare la sottoscrizione
dell'autorità che lo ha adottato.
2. Per gli atti adottati da organi individuali, la
sottoscrizione consiste nella firma apposta
dall'autorità (persona fisica) che emana l'atto.
3. Per gli atti adottati da organi collegiali, la
sottoscrizione del verbale di deliberazione consiste
nella firma apposta da chi rappresenta l'organo (es. Il
Presidente del collegio) e/o da chi ne verbalizza la
volontà (es. il segretario).
4. Per la sottoscrizione digitale ci si attiene a quanto
disposto dal Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82
(Codice dell'amministrazione digitale).

53 - Uso della suddivisione in articoli


1. Quando si ricorre alla suddivisione del testo in
articoli, come è raccomandabile nel caso di dispositivi
o altre parti dell'atto particolarmente lunghi o
complessi, si applicano le regole di strutturazione

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

dell'articolato, contenute nel Manuale regionale


Regole e suggerimenti per la redazione degli atti
normativi.

54 - Usare note, allegati e tabelle per alleggerire il


testo
1. Il testo deve contenere le informazioni essenziali alla
sua immediata comprensione.
2. Le altre informazioni, a volte necessarie, spesso di
natura tecnica, possono essere inserite in note a piè
di pagina, in allegati o in tabelle (Ad esempio, i
riferimenti normativi che di solito occupano molto
spazio negli atti amministrativi possono essere citati
nelle note).

55 - Uso degli allegati


1. Si ricorre all'uso di allegati in presenza di testi in
forma di tabelle, elenchi, prospetti e simili, di
prescrizioni tecniche lunghe e dettagliate che
altrimenti appesantirebbero il testo dell'atto
amministrativo, nonché di rappresentazioni grafiche
quali cartografie, disegni, ecc. Non inserire negli
allegati elementi collocabili nell'atto amministrativo.
2. Inserire gli allegati al termine dell'atto amministrativo.
3. Intestare gli allegati con la denominazione “Allegato”
e contraddistinguerli con una lettera maiuscola.
4. Corredarli inoltre con una rubrica che indichi il
contenuto dell'allegato e, fra parentesi, la citazione
dell'atto amministrativo che fa rinvio ad esso.
5. Quando l'allegato è in forma di tabella è possibile
usare, per contraddistinguerlo, la parola “Tabella”

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

anziché “Allegato”.
6. Il testo dell'atto amministrativo cui è collegato
oggettivamente l'allegato deve contenere un rinvio
espresso all'allegato o agli allegati.
7. Se l'allegato contiene un atto normativo si applicano
le regole di strutturazione dell'articolato, contenute
nel Manuale regionale Regole e suggerimenti per la
redazione degli atti normativi.
8. Fuori dai casi di cui al comma 7, la partizione interna
degli allegati deve consentire con chiarezza la
citazione delle singole parti in cui si suddivide
l'allegato.

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

ALLEGATO - Forme di citazione


Tratto da “Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi -
Manuale per le Regioni promosso dalla Conferenza dei Presidenti delle
Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome con il supporto
scientifico dell’Osservatorio legislativo interregionale”

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Forme di citazione degli atti normativi

Forma integrale di Forme semplif icate di


Tipo di atto citato citazione (prima citazione (citazioni
citazione) ripetute)
legge statale legge 23 agosto 1988, l. 400/1988
n. 400 (Disciplina oppure
dell'attiv ità di Gov erno legge 400/1988
e ordinamento della oppure
presidenza del legge n. 400 del 1988
Consiglio dei ministri)
legge regionale legge regionale 29 l.r. 14/1984
f ebbraio 1984, n. 14 oppure
(argomento) legge regionale
14/1984
oppure
legge regionale n. 14
del 1984
legge prov inciale legge prov inciale 29 l.p. 14/1984
f ebbraio 1984, n. 14 oppure
(argomento) legge prov inciale n. 14
del 1984
legge di altra legge regionale l.r. Toscana 14/1984
regione o Toscana 29 f ebbraio oppure
prov incia 1984, n. 14 legge regionale
autonoma (argomento) Toscana n. 14 del 1984
oppure oppure
legge della Regione legge della Regione
Toscana 29 f ebbraio Toscana n. 14 del 1984
1984, n. 14
(argomento)
l.p. Trento 14/1984
oppure
legge prov inciale legge prov inciale
Trento 29 f ebbraio Trento n. 14 del 1984
1984, n. 14 oppure
(argomento) legge della Prov incia
oppure autonoma di Trento n.
legge della Prov incia 14 del 1984
autonoma di Trento 29

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Forma integrale di Forme semplif icate di


Tipo di atto citato citazione (prima citazione (citazioni
citazione) ripetute)
f ebbraio 1984, n. 14
(argomento)
decreto-legge (non decreto-legge 4 agosto d.l. 391/1981
ancora conv ertito) 1981, n. 391 oppure
(argomento) decreto-legge n. 391
del 1981
decreto-legge decreto-legge 4 agosto d.l. 391/1981 conv ertito
(conv ertito in 1981, n. 391 dalla l. 409/1981
legge) (argomento), oppure
conv ertito, con decreto-legge n. 391
modif icazioni, dalla del 1981 conv ertito
legge 3 settembre dalla legge n. 409 del
1981, n. 409 1981
decreto legislativ o decreto legislativ o 19 d.lgs. 1/1989
(dopo l'entrata in gennaio 1989, n. 1 oppure
v igore della legge (argomento) decreto legislativ o n. 1
400 del 1988) del 1989
decreto del decreto del Presidente d.p.r. 616/1977
Presidente della della Repubblica 24 oppure
Repubblica luglio 1977, n. 616 decreto del Presidente
(argomento) della Repubblica n. 616
del 1977
regio decreto regio decreto 14 agosto r.d. 1285/1920
1920, n. 1285 oppure
(argomento) regio decreto n. 1285
del 1920
regio decreto- regio decreto-legge 30 r.d.l. 1261/1925
legge agosto 1925, n. 1261 conv ertito dalla l.
(argomento), 1263/1926
conv ertito, con oppure regio decreto-
modif icazioni, dalla legge n. 1261 del 1925
legge 15 luglio 1926, n. conv ertito dalla legge
1263 n. 1263 del 1926
decreto decreto d.lgt. 40/1944
luogotenenziale luogotenenziale 24 oppure
luglio 1944, n. 40 decreto
(argomento) luogotenenziale n. 40
del 1944

decreto del decreto del Presidente d.p.c.m. 240/1988

39

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

Forma integrale di Forme semplif icate di


Tipo di atto citato citazione (prima citazione (citazioni
citazione) ripetute)
Presidente del del Consiglio dei oppure
Consiglio dei ministri 4 giugno 1988, decreto del Presidente
ministri n. 240 (argomento) del Consiglio dei
ministri n. 240 del 1988
decreto decreto del Ministro d.m. sanità 202/1988
ministeriale della sanità 9 giugno oppure
(numerato) 1988, n. 202 decreto del Ministro
(argomento) della sanità n. 202 del
1988
decreto decreto del Ministro d.m. sanità 14 maggio
ministeriale (non della sanità del 14 1986
numerato) maggio 1986 oppure
(argomento) decreto del Ministro
della sanità 14 maggio
1986
ordinanza ordinanza del Ministro o.m. sanità del 14
della sanità del 14 maggio 1986
maggio 1986 oppure
(argomento) ordinanza del Ministro
della sanità del 14
maggio 1986
testo unico testo unico ... emanato t.u. ... emanato con
con decreto del d.p.r. 1/1989
Presidente della oppure
Repubblica 1 gennaio testo unico ... emanato
1989, n. 1 (argomento) con decreto del
Presidente della
Repubblica n. 1 del
1989

regolamento regolamento emanato reg. emanato con d.p.r.


gov ernativ o (ai con decreto del 1/1989
sensi dell'articolo Presidente della oppure
17, comma 1, Repubblica 1 gennaio regolamento emanato
della legge n. 400 1989, n. 1 (argomento) con decreto del
del 1988) Presidente della
Repubblica n. 1 del
1989

regolamenti regolamento adottato reg. min. adottato con

40

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Forma integrale di Forme semplif icate di


Tipo di atto citato citazione (prima citazione (citazioni
citazione) ripetute)
ministeriali (ai con decreto del d.m. sanità x/1989
sensi dell'articolo Ministro della sanità oppure
17, comma 3, 1°gennaio 1989, n. x regolamento adottato
della legge n. 400 (argomento) con decreto del
del 1988) Ministro della sanità n.
x del 1989
deliberazione del deliberazione del deliberazione CIPE
Comitato Comitato 1/1989
interministeriale interministeriale per la oppure
per la programmazione deliberazione del
programmazione economica 1 gennaio Comitato
economica (o altri 1989, n. 1 (argomento) interministeriale per la
comitati programmazione
interministeriali) economica n. 1 del
1989
regolamento regolamento regionale regol. reg. 1/1989
regionale (*) 1 gennaio 1989, n. 1 oppure
(argomento) r.r. 1/1989
oppure
regolamento regionale
n. 1 del 1989
regolamento regolamento interno regol. interno
regionale (interno) approv ato con approv ato con del.
(*) deliberazione del cons. (o giunta) reg.
Consiglio (o della 1/1989
Giunta) regionale 1 oppure
gennaio 1989, n. 1 regolamento interno
(argomento) approv ato con
deliberazione del
Consiglio (o Giunta)
regionale n. 1 del 1989
deliberazione del deliberazione del del. cons. reg. 1/1989
Consiglio Consiglio regionale 1 oppure
regionale (*) gennaio 1989, n. 1 deliberazione del
(argomento) Consiglio regionale n. 1
del 1989
deliberazione della deliberazione della del. giunta reg.
Giunta regionale Giunta regionale 24 8275/1990
(*) settembre 1990, n. oppure
8275(argomento) deliberazione della

41

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

Forma integrale di Forme semplif icate di


Tipo di atto citato citazione (prima citazione (citazioni
citazione) ripetute)
Giunta regionale n.
8275 del 1990
decreto del decreto del Presidente d.pres. giunta reg.
Presidente della della Giunta regionale 1/1989
Giunta regionale 1 gennaio 1989, n. 1 oppure
(*) (argomento) decreto del Presidente
della Giunta regionale
n. 1 del 1989
decreto decreto dell'Assessore d.ass. reg. sanità
dell'assessore regionale alla sanità 1 1/1989
regionale (o altro) gennaio 1989, n. 1 oppure
(*) (argomento) decreto dell'Assessore
regionale alla sanità n.
1 del 1989
regolamenti CEE
(ed EURATOM)
- prima del 1° regolamento n. 19 della reg. 19/62 della CEE
gennaio 1963 Commissione della oppure
CEE del 31 dicembre regolamento n. 19 del
1962, relativ o a … 1962 della CEE

- prima del 1° regolamento n. reg. 1068/67/CEE


gennaio 1968 1068/67/CEE della oppure
Commissione, del 31 regolamento n.
dicembre 1967, relativ o 1068/1967 della CEE
a…

- prima del 1° regolamento (CEE) n. reg. (CEE) 3013/81


nov embre 1993 3013/81 della oppure
Commissione, del 19 regolamento (CEE) n.
ottobre 1981, relativ o a 3013/81

- prima del regolamento (CE) n. reg. (CE) 737/95


1°gennaio 1999 737/95 del Consiglio, oppure
del 26 aprile 1995, regolamento (CE) n.
relativ o a … 737/95

dopo il 1° gennaio regolamento (CE) n. reg. (CE) 1/1999

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Forma integrale di Forme semplif icate di


Tipo di atto citato citazione (prima citazione (citazioni
citazione) ripetute)
1999 1/1999 della oppure
Commissione, del 5 regolamento (CE) n.
gennaio 1999, che 1/1999
modif ica …
decisioni e decisione n. dec. 2804/81/CECA
raccomandazioni 2804/81/CECA... oppure
CECA decisione n.
2804/81/CECA

raccomandazione n. racc. 1997/81/CECA


1997/81/ CECA... oppure
raccomandazione n.
1997/81/CECA
direttiv e, decisioni, direttiv a 89/438/CEE dir. 89/438/CEE
raccomandazioni del Consiglio, del 21 oppure
CEE (ed giugno 1989, relativ a a direttiv a n. 89/438/CEE
EURATOM) …

decisione 89/430/CEE dec. 89/430/CEE


della Commissione, del oppure
30 giugno 1989, decisione n.
relativ a a … 89/430/CEE

raccomandazione racc. 89/214/CEE


89/214/CEE della oppure
Commissione, del 24 raccomandazione n.
f ebbraio 1989, relativ a 89/214/CEE
a…
atti internazionali Conv enzione relativ a Conv ezione di Berna di
alla conserv azione cui alla l. 503/1981
della v ita selv atica e oppure
dell'ambiente naturale ...di cui alla legge n.
in Europa, f irmata a 503 del 1981
Berna il 19 settembre
1979, ratif icata ai sensi
della legge 5 agosto
1981, n. 503 (**)
(*) Se necessario per la comprensione del riferimento indicare, sia nelle forme integrali di
citazione che in quelle semplificate, il nome della regione cui appartiene l'organo che
emana l'atto. Per esempio: decreto del Presidente della Giunta regionale della Toscana.

(**) A seconda dei casi, le ultime parole potranno essere sostituite da "la cui ratifica è stata
autorizzata dalla legge ..." o da "resa esecutiva dalla legge ...".

43

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Forme di citazione di parti di atti normativi

Tipo di partizione citata Forma di citazione

Singole partizioni:
Libro il libro I (Disposizioni generali) del
codice di procedura civ ile
(nei successiv i esempi la
menzione della rubrica è omessa)

Parte (all'interno di un libro) il libro I, parte I, della legge

Parte la parte I della legge

Titolo il titolo I della legge

Capo il capo I della legge

Sezione il capo I, sezione I, della legge

Articolo l'articolo 1 della legge

Comma
I ipotesi l'articolo 1, comma primo (oppure:
primo comma), della legge
(se nel testo originario i commi non
sono numerati)

II ipotesi l'articolo 1, comma 1, della legge


(se nel testo originario i commi
sono numerati)

Lettera l'articolo 1, comma 1, lettera a),


della legge

Numero l'articolo 1, comma 1, lettera a),


numero 1), della legge

Articolo aggiuntiv o l'articolo 1 bis della legge


l'articolo 1 bis 1 della legge
l'articolo 01 della legge

44

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Tipo di partizione citata Forma di citazione

Comma aggiuntiv o (numerato) l'articolo 1, comma 1 bis, della


legge
l'articolo 1, comma 1 bis 1, della
legge
l'articolo 2, comma 01, della legge

Lettere e numeri aggiuntiv i l'articolo 1, comma 1, lettera a bis),


della legge
l'articolo 1, comma 1, lettera a),
numero 1 bis) della legge

Allegato l'allegato A della legge

Enumerazione di partizioni:

Articoli gli articoli 1 e 2 della legge


gli articoli 1, 4 e 9 della legge
gli articoli da 1 a 9 della legge
gli articoli da 1 a 4 e 9 della legge

Articoli e commi l'articolo 1, l'articolo 2, commi 2 e


3, e gli articoli da 3 a 5 della legge

Articoli di atti generalmente


noti:

Articolo della Costituzione l'articolo 117 della Costituzione

Articolo dello statuto regionale l'articolo 62 dello statuto

Articolo di statuto di altre l'articolo 62 dello Statuto della


regioni Regione Toscana

Articolo del codice civ ile (di l'articolo 15 del codice civ ile (di
procedura civ ile, penale, di procedura civ ile, penale, di
procedura penale) procedura penale)

45

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Tipo di partizione citata Forma di citazione


Partizioni di atti comunitari:

Parte la parte I

Titolo il titolo I

Capitolo il capitolo I

Sezione la sezione I

Articolo l'articolo 1 della direttiv a...

Paragraf o il paragraf o I

46

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Forme di citazione delle pubblicazioni ufficiali

Pubblicazione uf f iciale Forma di citazione


Gazzetta uf f iciale delle Comunità g.u.c.e. serie L 1 del 1° gennaio
europee 1989, p. 25
(la pagina può essere omessa)
Gazzetta uf f iciale della Repubblica
italiana

- prima della rif orma g.u. n. 90 del 6 aprile 1981


dell'ordinamento ai sensi oppure
dell'articolo 9 del decreto del g.u. 6 aprile 1981, n. 90
Presidente della Repubblica n.
1092 del 1985

- dopo la rif orma dell'ordinamento g.u. n. 53 del 4 marzo 1989


oppure
g.u. 4 marzo 1989, n. 53
oppure
g.u. n. 10 dell'8 marzo 1989,
parte I (o II o III o IV)
Supplemento ordinario suppl. ord. n. 14 alla g.u. n. 90
del 6 aprile 1989
Bollettino uf f iciale della Regione b.u.r. n. 8 del 4 marzo 1982
Bollettino uf f iciale del Ministero b.u. Ministero della sanità (o
della sanità (o altro ministero) altro) n. 15 del 10 aprile 1983

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