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PAOLO VENEZIANI
ELEMENTI
DI
DIRITTO PENALE
PARTE GENERALE
Quarta edizione
CEDAM
INTRODUZIONE
IL DIRITTO PENALE.
Il Diritto Penale la branca del Diritto Pubblico le cui norme riguardano i reati e le sanzioni penali.
Persegue la c.d. sicurezza sociale intesa quale protezione della collettivit dal crimine. I principi del
Diritto Penale moderno nascono con lIlluminismo nella seconda met del 1700, le cui dottrine
penali si svilupparono secondo tre principali filoni sulla base del Contratto Sociale: la certezza
del diritto, lumanizzazione della pena e la laicit del diritto. La certezza del diritto era
possibile, secondo Beccaria, con un sacro codice delle leggi, quindi con la codificazione del Diritto
Penale. Cos facendo il giudice non avrebbe pi potuto interpretare la legge a suo piacimento e il
ius commune sarebbe stato abolito a vantaggio delle norme codificate. Lumanizzazione della pena
prevedeva la proporzione rispetto alla gravit dei delitti e la capacit di prevenirli, di qui la nota
battaglia del Beccaria contro la pena di morte. La laicit del diritto avrebbe impedito di
condannare comportamenti semplicemente devianti dal punto di vista morale o religioso. Il primo
codice penale avente interesse per gli italiani fu il codice penale austriaco del 1803. Invece, il primo
codice penale emanato in un territorio che con lunificazione avrebbe fatto parte dellItalia, fu il
codice di Piombino del 1808 che precedette di qualche mese quello napoletano. In entrambi fu
trattata la parte generale e la parte speciale. Il codice penale francese del 1810 poi ebbe una grande
influenza su tutto il territorio europeo, tant che durante il Regno di Sardegna, Carlo Alberto lo
scelse come modello per lemanazione del codice penale del 1839 che rimase in vigore fino al 1859,
anno in cui la Torino Sabauda sostitu il vecchio codice con quello che venne esteso, per via
dellunificazione, a tutto il territorio italiano, con qualche eccezione, con il nome di codice sardoitaliano del 1861. A quel punto iniziarono i lavori preparatori del primo vero codice penale
dellItalia unita che si conclusero nel 1889 con lapprovazione del c.d. Codice Zanardelli dal nome
del Guardasigilli in carica, che abol la pena di morte e riport nel codice penale i nuovi principi
liberaldemocratici del Paese, ponendosi allavanguardia a livello internazionale. Diversi decenni
dopo, fu il Governo Fascista a decidere una ricodificazione del diritto penale ed in pochi anni venne
emanato il Codice Rocco, dal nome del Ministro della Giustizia, approvato con R. D. n. 1398 del 19
ottobre 1930 ed entr in vigore insieme al Codice di Procedura Penale il 1 luglio 1931. Il codice
Rocco ancora in vigore sia pure con varie modifiche, ma il codice di procedura penale di natura
inquisitoria stato sostituito da uno di matrice accusatoria nel 1988. Con questo codice venne
reintrodotta la pena di morte per essere provvisoriamente abolita tra il 1944/1945 e definitivamente
con lentrata in vigore della Costituzione italiana del 1948 tramite lart. 27 che la lasci in vigore
solo nel codice penale militare di guerra. Il 13 ottobre 1994 venne abolita anche da tale codice.
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IL CODICE PENALE
Gli articoli che lo compongono sono 734 senza le abrogazioni e i bis e ter. Si divide in tre libri.
Libro I - Dei reati in generale, articoli fino al 240, diviso nei seguenti 8 Titoli:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
la legge penale
le pene
il reato
il reo e la persona offesa dal reato
la modificazione, applicazione ed esecuzione della pena
lestinzione del reato e della pena
le sanzioni civili
le misure amministrative di sicurezza.
Libro II - Dei delitti in particolare, articoli dal 241 al 649, diviso in 14 Titoli.
I delitti contro:
1. la personalit dello Stato
2. la pubblica amministrazione
3. lamministrazione della giustizia
4. il sentimento religioso e la piet dei defunti
5. lordine pubblico
6. lincolumit pubblica
7. la fede pubblica
8. leconomia pubblica, lindustria e il commercio
9. la moralit pubblica e il buon costume
10. il sentimento per gli animali (introdotto nel 2004 come IX bis)
11. la integrit e la sanit della stirpe
12. la famiglia
13. la persona
14. il patrimonio.
Per i delitti le pene principali sono lergastolo, la reclusione e la multa.
Libro III - Delle contravvenzioni in particolare, articoli dal 650 al 734, diviso in 3 Titoli:
Le contravvenzioni:
1. di polizia
2. concernenti lattivit sociale della pubblica amministrazione
3. riguardanti la tutela della riservatezza.
Per le contravvenzioni le pene principali sono larresto e lammenda.
Lergastolo, la reclusione e larresto sono pene detentive, la multa e lammenda pene pecuniarie.
Si precisa che il codice penale non esaurisce la materia penale contenendo esso circa un centinaio di
reati (i pi gravi ed i pi classici), mentre la normativa extracodicistica (leggi speciali e
complementari) ne contiene diverse migliaia. Tale fenomeno stato definito dai giuristi
decodificazione. Nel codice rimangono le norme di parte generale anche se non mancano (in
verit rare) normative che derogano a tale parte (es. D. Lgs. n. 74/2000 in materia penale tributaria).
Pur avvertendosene lesigenza, la riforma del nostro diritto penale ancora oggi da attuarsi.
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3. La determinatezza o tassativit: tale principio anche legato a quello della certezza del
diritto. Infatti, solo una legge chiara e determinata pu dare certezza del diritto. Perch una
legge sia tassativa il legislatore non deve allontanarsi dal comune sentire sociale. Una
norma da ci lontana darebbe luogo ad incertezze applicative sia pure chiara e precisa. Si
pone il problema dellanalogia, intesa quale procedimento attraverso il quale il Giudice, di
fronte a un caso concreto non rientrante in alcuna norma di legge, utilizza una norma
analogicamente per farvi rientrare il caso. Lanalogia va distinta dallinterpretazione,
intesa quale momento della ricerca giuridica, finalizzato allindagine sul significato delle
proposizioni che formano la norma penale, sempre nel rispetto dellart. 12 delle disp. prel.
del c.c. Essa autentica se linterpretazione del testo normativo proviene dallo stesso organo
che lha emanato, ufficiale se proviene da pubblici funzionari dello Stato, giudiziale quando
tale compito richiesto ai giudici e dottrinale quando viene realizzata dagli studiosi del
diritto. Mentre linterpretazione applicabile in materia penale, lanalogia vietata dallart.
14 delle disp. prel. del c.c. (ammessa in materia civile). Diversamente si avrebbe una
prevaricazione del potere giudiziario rispetto a quello legislativo. Vi sono due forme di
analogia: in malam partem quando lestensione analogica comporta effetti sfavorevoli al
reo; in bonam partem se gli effetti sono ad esso favorevoli.
In criminalibus, si ripete,
principio di laicit dello Stato e dellordinamento giuridico che permea lintera Costituzione
italiana. Principio che impone di pensare ad unimmagine di reato diversa da quella di peccato.
IL PRINCIPIO DI OFFENSIVITA.
Tale principio riassumibile nella massima nullun crimen sine iniuria (nessun reato senza offesa).
Esso evidenzia il fatto che un reato perch sia tale, deve essere offensivo di qualcosa. In sostanza,
non avrebbe senso elevare a reato un fatto che non arrecasse danno a una persona, ad una
cosa o alla societ. Nella concezione liberale del diritto, il reato viene sempre visto come offesa e
mai come violazione di un dovere, visione, questultima, tipica degli ordinamenti totalitari o
impostati sul fanatismo religioso.
Il bene giuridico. NellOttocento il concetto di reato era collegato alla violazione o lesione di un
diritto soggettivo. Ma alla fine del XIX secolo cominci ad affermarsi la teoria del bene giuridico
come oggetto (giuridico) del reato. Una volta spostata lattenzione della tutela penale dal diritto
soggettivo al bene giuridico compito del legislatore individuare loggetto giuridico degno di tutela
penale. Esempi di beni giuridici tutelabili penalmente sono la vita, il patrimonio, la personalit dello
Stato, ecc. Loggetto giuridico del reato non va confuso con loggetto (materiale) dellazione,
intendendosi per tale unentit concreta su cui incide materialmente la condotta tipica, ad esempio
la cosa o la persona, anche se quando loggetto materiale dellazione una persona, essa non
sempre coincide con la persona offesa (es. art. 573 c.p. Sottrazione di minore: oggetto materiale
dellazione il minore, persone offese i genitori. Circa lindividuazione dei beni giuridici oggetto di
tutela penale, si ritiene oggi in dottrina che con lentrata in vigore della Costituzione, tale
individuazione vada fatta con riferimento ad essa, atteso il fatto che il diritto penale ricopre
nellordinamento giuridico il ruolo di extrema ratio. A tale riguardo occorre ricordare che quello
delloffensivit il primo parametro cui deve guardare il legislatore quando crea una fattispecie
penale. Quandegli ritenga sufficiente una sanzione amministrativa o civile per fronteggiare il
fenomeno che mira ad impedire, non dovrebbe applicare una sanzione penale. Questo si chiama
principio di sussidiariet e deriva da quello di extrema ratio prima richiamato. Laddove il fatto sia
totalmente inoffensivo, il Giudice dovrebbe ritenerlo addirittura atipico (furto di un acino duva).
IL PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA.
Nullun crimen sine culpa. Nessun crimine senza colpevolezza (e non colpa). Cio nessuno pu
essere chiamato a rispondere per un fatto altrui (ossia commesso da un altro). La prima condizione
necessaria affinch si possa affermare la responsabilit penale (per fatto proprio) dunque che il reo
abbia materialmente realizzato il fatto previsto dalla legge come reato (salvo nei casi di concorso di
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reato). Ma ci non sufficiente. Occorre anche un legame soggettivo tra il fatto e lautore, cio il
fatto deve essere considerato proprio del soggetto che agisce e deve trattarsi di un fatto colpevole.
Ma quando un fatto proprio anche da considerarsi colpevole? La risposta semplice:
occorre che in rapporto agli elementi pi significativi della fattispecie di reato sussista il dolo o
quantomeno la colpa. Il principio di cui parliamo sancito nellart. 27, 1 comma, Costituzione:
La responsabilit penale personale. Anche tale principio, come quello di legalit di pone
come principio garantistico. Tale principio di responsabilit soggettiva si contrappone alla
responsabilit oggettiva (cio senza dolo o colpa), in contrasto con la Costituzione e residuo di
incivilt.
Lart. 2, 1 comma, c.p. dispone Nessuno pu essere punito per un fatto che, secondo la
legge del tempo in cui fu commesso, non costituiva reato (principio di irretroattivit).
Al 2 comma (abolitio criminis), dispone: Nessuno pu essere punito per un fatto che,
secondo una legge posteriore, non costituisce reato; e, se vi stata condanna, ne cessano
la esecuzione e gli effetti penali (abolitio criminis o abolizione del reato). Si tratta di un
fatto costituente reato allepoca in cui venne commesso e successivamente depenalizzato,
cio trasformato in illecito amministrativo o civile o addirittura considerato lecito. Tale
comma detta cio la regola della piena retroattivit della legge posteriore pi favorevole
al reo (favor rei). Labolitio criminis travolge anche il giudicato.
La L. n. 85/2006, art. 14, in tema di reati di opinione, ha inserito allart. 2 c.p. il 3 comma
il quale dispone che Se vi stata condanna a pena detentiva e la legge posteriore prevede
esclusivamente la pena pecuniaria, la pena detentiva inflitta si converte immediatamente
nella corrispondente pena pecuniaria, ai sensi dellart. 135. In questo caso non si tratta di
abolitio criminis perch il fatto continua ad essere previsto come reato e muta solo la pena,
ma di una successione di leggi penali nel tempo in senso stretto.
nuova norma pi favorevole al reo (quindi al favor rei). Per stabilire quale sia la legge che
contiene la disciplina in concreto pi favorevole, il Giudice deve considerare lintera
disciplina: la specie e la misura della pena principale, le pene accessorie, gli effetti penali
della condanna, le misure di sicurezza, le cause di estinzione del reato e della pena e le cause
di giustificazione. Ma una volta scelta la legge pi favorevole applicabile la deve applicare
per intero, nel rispetto del limite della sentenza irrevocabile di condanna. Non pu creare
una terza legge (c.d. divieto di tertia lex).
Vale la pena ricordare che il principio del favor rei non coperto da garanzia costituzionale,
pertanto non obbliga il legislatore al suo rispetto in una legge successiva, ma il giudice
obbligato ad osservarlo.
Ma come si distingue labolitio criminis dalla successione di leggi penali stricto sensu?
I criteri sono i seguenti:
1. della continuit del tipo di illecito quando la legge successiva riproduce il contenuto
offensivo di quella precedente successione di leggi nel tempo; quando vi continuit
tra le due leggi si tratta di abolitio criminis;
2. della continenza quando la fattispecie successiva contenuta in quella precedente si ha
successione di leggi nel tempo; quando ci non accade si ha abolitio criminis;
3. della specialit quando il legislatore abroga una legge speciale, la abrogazione della
legge speciale, determina unespansione della legge generale, pertanto non una vera e
propria abrogazione, ma una successione di leggi nel tempo; quando il legislatore abroga
una legge generale, si verifica una successione di leggi rispetto a quei fatti che possono
continuare ad essere sussunti nella legge speciale ed unipotesi di abolitio rispetto a quei
fatti che non rientrano nella norma speciale; quando il legislatore introduce una norma
speciale, si verifica unipotesi di successione rispetto a quei fatti concreti che possono
essere sussunti nella norma speciale.
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Dalla lettura del 6 comma si deduce che un decreto legge che contenga una nuova
incriminazione o un trattamento penale pi severo non pu avere efficacia retroattiva. Poi vi
sono le ipotesi di mancata conversione e di conversione con modifiche. Nel primo caso per i
fatti pregressi non vi sono limitazioni: il decreto legge come se non fosse mai esistito e i
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fatti commessi possono essere sanzionati in base alla normativa del tempus commissi delicti.
Per i fatti commessi in vigenza del decreto legge si applica la norma pi favorevole al reo
anche se dettata dal decreto legge decaduto.
E se vi dichiarazione di incostituzionalit di una norma penale?
Lart. 136, 1 comma prevede che Quando la C. C. dichiara lillegittimit incostituzionale di una
norma di legge o di un atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno
successivo alla pubblicazione della decisione.
Se la norma penale la risposta si rinviene nella L. n. 87/1953 art. 30 commi 3 e 4, i quali recitano:
Le norme dichiarate incostituzionali non possono avere applicazione dal giorno successivo alla
pubblicazione della decisione. Quando in applicazione della norma dichiarata incostituzionale
stata pronunciata sentenza irrevocabile di condanna, ne cessano la esecuzione e tutti gli effetti
penali. La disciplina quindi simile a quella dellabolitio criminis. Se la norma dichiarata
incostituzionale era pi favorevole al reo continua ad applicarsi nonostante la decisione nel rispetto
del principio del favor rei.
LA LEGGE PENALE NELLO SPAZIO.
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Lart. 3, 1 comma, afferma che, salvo eccezioni, La legge penale italiana obbliga tutti
coloro che, cittadini o stranieri, si trovano nel territorio dello Stato.
Lart. 4, 1 comma, considera cittadini italiani coloro che hanno la cittadinanza italiana e gli
apolidi residenti in Italia. Tutti gli altri sono stranieri. Il 2 comma dellart. 4 c.p. invece,
definisce territorio italiano quello della Repubblica ed ogni altro luogo soggetto alla
sovranit statale, come le navi e gli aeromobili, salvo deroghe. Il territorio straniero,
ovviamente quello non considerato italiano.
Lart. 6, 1 comma, specifica ancora pi chiaramente che Chiunque commette un reato nel
territorio dello Stato punito secondo la legge italiana.
Principio di territorialit: la nostra legge penale si applica, salvo deroghe, ai soli fatti
realizzati nel territorio italiano, indifferentemente dalla nazionalit dellautore e della
persona offesa.
Principio di universalit: la nostra legge si applica ovunque, da chiunque e contro
chiunque sia commesso il fatto, salvo deroghe che riguardano una ristretta casistica di reati
cui non si applica la legge italiana se commessi allestero.
- Lart. 6, 2 comma, locus commissi delicti, non recepisce n il criterio della condotta,
secondo il quale il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando in esso si
verificata lazione o lomissione; n il criterio dellevento, secondo il quale il reato si
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considera commesso nel territorio dello Stato quando in esso si verificato levento del
reato. Ma recepisce il criterio della ubiquit, secondo il quale Il reato si considera
commesso nel territorio dello Stato, quando lazione o la omissione, che lo costituisce, ivi
avvenuta in tutto o in parte, ovvero si ivi verificato levento che la conseguenza
dellazione od omissione. Anche gli atti preparatori di un iter criminoso sono soggetti alla
legge penale italiana, purch dotati di un significato apprezzabile.
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- Lart. 8, i delitti politici, intesi come tali quelli che offendono un interesse politico dello
Stato (diretti), ovvero un diritto politico del cittadino (indiretti) ovvero qualunque delitto
determinato da motivi politici (soggettivamente politici), diversi da quelli contro la
personalit dello Stato, sono puniti secondo la legge italiana, da chiunque commesso. Ma
perch si possa procedere, in questo caso, il Ministero della Giustizia deve farne richiesta, o
se punibile a querela della persona offesa, occorre querela. Va precisato che un motivo si
dice politico quando il reo agisce per raggiungere un obiettivo che riguarda la costituzione,
lesistenza ed il funzionamento dello Stato. Ad esempio una rapina sorretta da motivo
politico se col ricavato finanzio unorganizzazione terroristica.
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Allart. 9, 1 comma, invece, sono previsti i reati non politici, non rientranti tra quelli
incondizionatamente punibili, commessi allestero dal cittadino italiano. Il cittadino che
commette allestero un delitto per il quale la legge italiana stabilisce lergastolo o la
reclusione non inferiore a tre anni, punito secondo la legge medesima, sempre che si trovi
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nel territorio italiano. Se prevista una pena minore le condizioni di procedibilit (art. 9,
2 comma) prevedono la richiesta del Ministero della Giustizia o la querela della persona
offesa. Se il reato commesso a danno di uno Stato o di un cittadino stranieri (art. 9, 3
comma), vanno sempre osservate le condizioni di procedibilit, sempre che dallo Stato
straniero venga concessa lestradizione. Per le mere contravvenzioni o per i delitti con la
sola pena pecuniaria tale norma non mai applicabile. E stata estesa anche ai reati
commessi in danno dellUnione Europea la previsione di cui al terzo comma.
- Lart. 10, 1 comma, disciplina, invece, lipotesi in cui il reato sia commesso allestero da
uno straniero a danno dello Stato o di un cittadino italiani e per tale reato la legge italiana
preveda lergastolo o la reclusione non inferiore ad un anno, sempre che si trovi nel
territorio italiano e si rispettino le condizioni di procedibilit (richiesta o querela). Il 2
comma invece prevede il caso in cui il delitto sia commesso a danno di uno stato o di un
cittadino esteri, alle stesse condizioni di cui al 2 comma dellart. 9 (condizioni di
procedibilit ed estradizione).
Lart. 3 della L. n. 146/2006 ha introdotto nellordinamento italiano il reato transnazionale.
Per tale sintende il reato punito con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a
quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo criminale organizzato, sia commesso in pi di
uno Stato, o anche soltanto alcune fasi del suo iter in uno Stato e la commissione in un altro,
o sia commesso in uno Stato da un gruppo criminale organizzato che opera in pi di uno
Stato, o sia commesso in uno Stato e ne abbia effetti sostanziali in un altro. E prevista una
circostanza aggravante nel caso di organizzazione criminale operante in pi stati per delitti
punibili con la reclusione per un periodo non inferiore nel massimo a quattro anni.
LINTERPRETAZIONE DELLA LEGGE PENALE.
Gli interpreti della legge penale: la dottrina, ma le sue interpretazioni non hanno ricadute sul
diritto positivo; la giurisprudenza le cui interpretazioni hanno ricaduta diretta sul diritto positivo
I criteri interpretativi: secondo lart. 12 delle preleggi al c.c. Nellapplicare la legge non si pu ad
essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la
connessione di esse e dalla intenzione del legislatore. Si distinguono i criteri:
Analogia: si ha quando di fronte ad una lacuna della legge scritta il giudice la colma applicando al
caso non previsto una norma scritta per un caso analogo. E vietata nel diritto penale.
Interpretazione estensiva: non postula alcuna lacuna della legge scritta e consiste nellattribuire un
certo significato ad una legge scritta la quale sembra avere una portata pi restrittiva rispetto alle
parole ad essa attribuite dallinterprete. A volte pare rasentare lapplicazione analogica.
Nel nostro sistema la creazione del diritto penale dovrebbe essere esclusivo monopolio del
legislatore. Ma di fatto il giudice deve pur sempre interpretare la legge. Ragion per cui esiste una
tensione tra principio di legalit ed interpretazione della legge.
colpevolezza
connota
il
reato
rispetto
agli
illeciti
civili
ed
amministrativi.
antigiuridicit: contrariet del fatto tipico al diritto. In pratica assenza di cause di giustificazione
(situazioni che giustificano la commissione del fatto tipico) la cui presenza eliminerebbe il contrasto
con la norma;
colpevolezza: rimproverabilit del fatto allagente per aver agito contrariamente al diritto. In pratica
il reo in grado di agire altrimenti e non lo fa. La mancanza di colpevolezza non fa venir meno la
contrariet al diritto. Il fatto rimane antigiuridico ma il soggetto che lo ha commesso non punibile
perch non colpevole, nel senso di non rimproverabile. In questo caso si parla di cause di esclusione
della colpevolezza o scusanti (in quanto scusano il soggetto ma non lo giustificano).
Sotto il profilo della tipicit i reati si distinguono in:
o Reati formali (o di pura condotta) che consistono nella semplice condotta umana, senza
evento (es. evasione);
o Reati materiali (o di evento) che sono caratterizzati da un evento prodotto dalla condotta
umana (es. omicidio). Essi si dividono in: reati a forma libera quando il legislatore non
descrive alcun tipo di condotta e reati a forma vincolata quando il legislatore la descrive;
o Reati commissivi (o di azione o attivi) quelli che si commettono mediante unazione
positiva (es. furto);
o Reati omissivi (o passivi) quelli che si commettono mediante unomissione (es. omissione
di denuncia). Essi si dividono in: reati omissivi propri (o puri) caratterizzati dalla semplice
omissione (es. omissione di denuncia) e reati omissivi impropri (o commissivi mediante
omissione) integrati dal mancato impedimento di un evento (es. morte del bambino per
mancato allattamento da parte della mamma);
o Reati dolosi puniti esclusivamente per dolo (es. omicidio volontario);
o Reati colposi puniti solo a titolo di colpa (es. omicidio colposo);
o Reati istantanei quando la condotta del reo si risolva in ununit di tempo (es. furto);
o Reati permanenti quando la condotta perdura nel tempo (es. sequestro di persona);
o Reati abituali propri quando un solo atto non sufficiente ad integrare il reato ma ne
occorrono pi duno (es. maltrattamenti in famiglia);
o Reati abituali impropri quando la singola condotta costituisce reato ma la reiterazione
delle condotte integra un reato diverso o un aggravamento (es. incesto);
o Reati eventualmente abituali quando la singola condotta gi punibile ma con la
reiterazione non si verificano pi reati (es. lo sfruttamento della prostituzione);
o Reati di danno quelli in cui la tipicit richiede una vera e propria lesione del bene giuridico
(es. omicidio);
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o Reati di pericolo quelli in cui la fattispecie si accontenta di un semplice pericolo per il bene
giuridicamente protetto (es. rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro);
o Reati propri possono essere commessi solo da alcune persone (es. peculato);
o Reati comuni quelli che possono essere commessi da chiunque (es. omicidio).
Gli elementi costitutivi del reato sono: la tipicit, lantigiuridicit e la colpevolezza.
LA TIPICITA.
E il primo degli elementi costitutivi del reato. Non altro che linsieme degli elementi fattuali
descritti
dal
legislatore
nellambito
di
una
singola
disposizione
incriminatrice.
colto nellatto di commettere un delitto per il quale previsto larresto obbligato in flagranza
(2 comma); Analoga autorizzazione richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad
intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di
corrispondenza (3 comma); c) i Giudici della Corte Costituzionale; d) i membri dei
Consigli Regionali; e) i membri del Consiglio Superiore della Magistratura. Delle
immunit di diritto pubblico internazionale fanno parte; il Sommo Pontefice, i Capi degli
Stati esteri, i membri di Governi stranieri, gli Agenti Diplomatici. Le immunit sostanziali
di tipo funzionale sono riconducibili alle cause di giustificazioni. Gli altri casi invece sono
riconducibili a cause personali di non punibilit. Nel caso il reato sia commesso nel contesto
dellattivit di un ente, si pone il problema di quale sia il soggetto responsabile. Una volta
individuato il responsabile, non detto che questi sia il soggetto attivo del reato. Il responsabile,
infatti potrebbe aver delegato ad altri alcune funzioni. Certo il responsabile deve sempre
vigilare, ma per evitare la responsabilit per culpa in vigilando sufficiente che vi sia un
modello di verifica e controllo. Ad ogni modo vi sono alcune funzioni che non possono essere
delegate. Non va dimenticato che societas delinquere non potest in applicazione dellart. 27, 1
comma, della Costituzione: La responsabilit penale personale. Ma in attuazione della
legge delega n. 300/2000 stato emanato il D. Lgs.vo n. 231/2001 che ha disciplinato la
responsabilit degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. Ma com
strutturato il meccanismo in base al quale oggi pu sorgere la responsabilit da reato dellente?
Tale responsabilit connessa alla commissione di un reato da parte di una persona umana che
rivesta un ruolo nella societ. Tale connessione deve essere oggettiva nel senso che il reato
debba essere realizzato a vantaggio dellente e soggettiva nel senso che la persona deve essere
legata allente da un certo tipo di rapporto: se ricopre una posizione apicale, vale il c.d.
principio di identificazione, cio lente si identifica col soggetto reo; se ricopre una posizione
subordinata, si delinea una vera e propria fattispecie colposa, nel senso che lente ha la
responsabilit per non aver vigilato. Se, invece, ha vigilato non vi responsabilit dellente. La
responsabilit dellente sempre autonoma rispetto a quella della persona fisica, cio lente
responsabile a prescindere dal fatto che lautore del reato si a identificato. Dalla L. 231/2001
sono esclusi lo Stato e gli Enti Pubblici Territoriali. Laccertamento della responsabilit
amministrativa dellente destinato ad avere luogo con le forme e le garanzie tipiche del
processo penale e le sanzioni sono: la sanzione pecuniaria, le sanzioni interdittive (sospensione
o revoca della licenza, ecc.) la confisca, la pubblicazione della sentenza.
2. La condotta. Secondo degli elementi della tipicit. Corrisponde al comportamento umano. Essa
quando illecita compresa nel reato e rappresenta la condotta che lordinamento intendeva
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perseguire. La condotta deve essere umana e nessuno pu essere punito per un mero
atteggiamento interiore. La distinzione tra condotte attive (azioni) e condotte omissive
(omissione). Nullum crimen sine actione. Lazione in senso stretto un movimento del corpo.
Lomissione il mancato adempimento dellazione richiesta dalla norma. Per meglio
comprendere il nesso tra azione ed omissione si riporta lart. 40, 2 comma, c.p. il quale recita:
Non impedire un evento, che si ha lobbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo,
c.d. criterio dellequivalenza. Il c.p. parla quindi di obbligo giuridico di impedire levento.
Loggetto materiale o il soggetto passivo della condotta sono la cosa o la persona su cui
ricade il comportamento tipico del soggetto attivo del reato. Il soggetto passivo della condotta
non sempre coincide col soggetto passivo del reato e col danneggiato il quale il congiunto
della vittima (soggetto passivo del reato). Lart. 42, 1 comma, c.p. recita: Nessuno pu essere
punito per una azione od omissione prevista dalla legge come reato, se non lha commessa con
coscienza e volont. La suit, suitas, o coscienza e volont, deve essere considerata requisito
della condotta: se la condotta non cosciente e volontaria non vi punibilit. Per suit
sintende, quindi, dominabilit e impedibilit della condotta da parte del soggetto. Infatti, tra le
cause di esclusione della suitas vi sono il costringimento fisico e la causa di forza maggiore.
3. Levento. E il terzo degli elementi della tipicit. E un effetto naturale della condotta umana.
Sono considerati tali effetti di tipo fisico, fisiologico o psicologico. Alla concezione naturalistica
si contrappone quella giuridica secondo la quale levento si identifica nella offesa dellinteresse
protetto dal diritto, cio nella lesione o messa in pericolo del bene protetto.
4. Il nesso causale. Quarto elemento della tipicit. Perch un evento possa essere ricondotto alla
responsabilit di un individuo occorre innanzitutto che tra levento e la condotta umana del
soggetto attivo sussista il c.d. nesso causale. La condotta causale rispetto allevento (ossia ha
cagionato levento) quando rappresenta una condizione (necessaria) senza la quale levento non
si sarebbe verificato. Lart. 40, 1 comma, c.p. recita: Nessuno pu essere punito per un fatto
preveduto dalla legge come reato, se levento dannoso o pericoloso da cui dipende lesistenza
del reato, non conseguenza della sua azione od omissione. Per stabilire se unazione sia causa
di un evento si deve ricorrere ad un processo di eliminazione mentale. Occorre cio eliminare
dalla mente lazione che ha causato levento per capire se levento si sarebbe verificato lo
stesso. Se la risposta negativa vi il nesso di causalit (teoria condizionalistica). Secondo la
teoria della causalit adeguata, invece, non sufficiente che lazione sia condizione
necessaria per il verificarsi dellevento, ma deve essere anche adeguata, cio idonea a
determinare levento. Secondo lart. 41 c.p. Il concorso di cause preesistenti o simultanee o
sopravvenute, anche se indipendenti dallazione od omissione del colpevole, non esclude il
17
rispetto a quello
18
dellaggressore.
Requisiti
della
legittima
difesa.
Loffesa: deve derivare da condotta umana e deve offendere un diritto proprio o altrui
(anche patrimoniale). Il pericolo del danno deve essere attuale. Nel reato permanente il
pericolo non cessa finch dura la permanenza (es. sequestro di persona). Si deve trattare di
un pericolo e non di un danno, altrimenti una reazione a danno avvenuto sarebbe
vendetta
ritorsione
non
legittima
difesa.
Essa
deve
essere
ingiusta.
La difesa: deve essere necessaria per salvare il diritto minacciato proprio o altrui. La
necessit va intesa anche in base alle caratteristiche fisiche dei due. E se laggredito poteva
fuggire e non lha fatto? La difesa si configura come non necessaria? Sembra che ci si
verifichi in pochi casi, perch non si pu pensare di punire un povero disgraziato aggredito
da un delinquente solo perch non fuggito. La proporzione: tra difesa e offesa. Si deve
fare riferimento ai mezzi a disposizione dellaggredito e alla proporzione fra beni giuridici.
Sotto tale prospettiva va risolta anche la questione dei c.d. offendicula ovvero quei
meccanismi o mezzi di difesa a protezione di una propriet (es. filo spinato, vetri rotti, cane,
ecc.). Il criterio per valutare questi ostacoli non quella della proporzione quanto quello
della insidiosit e non visibilit, pertanto non vi sar legittima difesa per la tagliola, la
botola ecc., ma vi sar per il cane se il pericolo ben segnalato. La L. 59/2006 ha aggiunto
due commi allart. 52, il 2 ed il 3, i quali prevedono sostanzialmente che si pu fare uso di
unarma legittimamente detenuta o di un altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o
altrui incolumit ed i beni propri o altrui quando non vi desistenza e vi pericolo di
aggressione e tali disposizioni si possono applicare anche sul luogo di lavoro da parte di
imprenditori e professionisti. Il 2 comma deroga solo alla proporzione ma non alla
necessit. Per cui il difensore dovr attuare lazione meno lesiva per laggressore.
2. Lo stato di necessit o scriminante amorale. Necessitas non habet legem, la necessit non
soggetta alla legge. Art. 54, 1 comma, c.p.: Non punibile chi ha commesso il fatto per
esservi stato costretto dalla necessit di salvare s od altri dal pericolo attuale di un danno
grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, n altrimenti evitabile,
sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Si differenzia dalla legittima difesa
perch: a) nello stato di necessit il soggetto non reagisce contro laggressore, ma contro
un terzo innocente; b) solo il danno grave alla persona lo giustifica, mentre nella
legittima difesa pu essere un qualsiasi diritto; c) chi agisce per legittima difesa non deve
risarcire il danneggiato, chi in stato di necessit deve al danneggiato un equo indennizzo.
Art. 54, 2 comma, Questa disposizione non si applica a chi ha un particolare dovere
giuridico di esporsi al pericolo, in altri termini, i poliziotti non possono invocarla.
19
Requisiti
dello
stato
del
danno:
di
necessit.
Pericolo
non
volontariamente
causato
attuale.
dallagente.
Azione necessitata: Lazione non deve essere altrimenti evitabile. Senza alternativa
Proporzione: il fatto commesso deve essere proporzionato al pericolo. Lo stato di necessit
talvolta pu essere considerato pi una scusante che una esimente: ad es. chi salva un
prossimo congiunto da un danno grave alla persona. Art. 54, 3 comma, La disposizione
della prima parte di questo articolo si applica anche se lo stato di necessit determinato
dallaltrui minaccia; ma, in tal caso, del fatto commesso dalla persona minacciata risponde
chi lha costretta a commetterlo. E questa lipotesi di coazione morale o costringimento
psichico. In questo caso qualcuno sar punito: il terzo minacciante.
3. Il consenso dellavente diritto. Art. 50: Non punibile chi lede o pone in pericolo un
diritto, col consenso della persona che pu validamente disporne. In taluni reati, quindi, il
dissenso dellavente diritto un elemento essenziale del reato. Perci se esiste il consenso
viene a mancare il fatto tipico (es. la violazione di domicilio: se vi il consenso del
proprietario della casa il reato non c). Occorre che il consenso sia dato da persona capace
di agire, quindi maggiorenne, e da colui che pu disporre del diritto leso o posto in pericolo.
La legge non stabilisce quali siano i diritti disponibili. Si riconosce generalmente che
indisponibili sono quelli statuali, perci sono inefficaci i diritti contro la personalit dello
Stato, la pubblica amministrazione e lamministrazione della giustizia; poi i reati contro la
famiglia, il diritto alla vita (art. 579 c.p. omicidio del consenziente), il diritto allintegrit
personale nella sfera fisica (art. 5 c.c.). Tra i diritti parzialmente disponibili si annoverano il
diritto allonore ed alla dignit personale. Totalmente disponibili sono i diritti patrimoniali,
sicch il consenso pu essere dato nel caso di reati contro il patrimonio. Il consenso deve
essere manifestato dal titolare dellinteresse protetto. Pu essere: espresso o tacito,
presunto quando si presume che il titolare avrebbe acconsentito, putativo quando chi
agisce lo fa nellerroneo convincimento che il titolare del bene protetto abbia prestato il
consenso, libero, spontaneo, informato cio non inficiato da dolo, violenza, errore o dalla
imperfetta conoscenza del danno che dal consenso pu derivare, preventivo, revocabile.
A proposito del consenso informato nel campo del settore medico chirurgico si precisa che il
trattamento medico reputato legittimo se il paziente abbia validamente consentito al
trattamento medesimo. Pertanto egli deve essere stato correttamente informato sui possibili
effetti della terapia o dellintervento chirurgico, sui possibili effetti collaterali. Il consenso
informato il presupposto di fatto
gerarchico:
lex
superior
derogat
legi
inferiori;
b)
cronologico:
lex
posterior
derogat
legi
anteriori;
c)
specialit:
specialis
derogat
legi
generali.
lex
I limiti sono: interni se insiti nella norma ed esterni quando vengono stabiliti da altre norme.
Una cosa essenziale. Quando i diritti sono riconosciuti dalla Costituzione non possono
essere limitati da una norma di rango inferiore. Un esempio di conflitto tra diritti
costituzionalmente previsti dato dalla libera manifestazione del pensiero che si pu
estrinsecare attraverso lesercizio del diritto di cronaca dei giornalisti (art. 21 C.) e il
bene dellonore individuale riconducibile ai diritti inviolabili della persona (art. 2 C.). Si
pu ravvisare in questo caso il reato di diffamazione, allora sar il giudice che stabilir se il
giornalista abbia esercitato correttamente il diritto di cronaca o abbia diffamato la persona.
21
necessit
di
respingere
una
violenza
allAutorit;
22
b)
necessit
di
vincere
una
resistenza
allAutorit;
c)
1. Il dolo e lerrore. Il dolo la forma pi classica di imputazione soggettiva del reato. Per i
delitti la regola la punibilit ad esclusivo titolo di dolo (art. 42, 2 comma, c.p.); solo se
il legislatore deroga espressamente a questa regola configurabile la punibilit per colpa
(es. omicidio colposo). Per le contravvenzioni vi pu essere punibilit per dolo o colpa.
Definizione di dolo. Art. 43 c.p. Il delitto doloso, o secondo lintenzione, quando levento
dannoso o pericoloso, che il risultato dellazione od omissione e da cui la legge fa
dipendere lesistenza del delitto, dallagente preveduto e voluto come conseguenza della
propria azione od omissione. Gli elementi del dolo sono rappresentazione e volont.
La rappresentazione (del fatto) si riferisce ai presupposti della condotta o agli elementi ad
essa concomitanti e alle caratteristiche del soggetto passivo (pi chiara, pi intensa).
La volont il carattere che distingue il dolo dalla colpa (pi univoca, pi intensa). Ma
lintensit del dolo pu ricollegarsi anche e soprattutto alla durata della risoluzione
criminosa. a) Se il soggetto agisce dimpulso si ha il dolo dimpeto; b) se agisce dopo aver
meditato sul da farsi si ha il dolo di proposito; c) se agisce dopo lunga preparazione si ha il
dolo premeditato o premeditazione ed essendo la massima intensit di dolo integra una
circostanza aggravante. Oggetto della volont da parte del reo prima la condotta e poi
levento. A seconda dellintensit della volizione (volont) si distingue il dolo intenzionale
(o diretto) quando la volont piena e completa e dolo eventuale (o indiretto) che segna il
confine tra il dolo e la colpa cosciente (o con previsione) che una forma di colpa che da
luogo ad unaggravante comune. La colpa cosciente postula che il soggetto abbia agito
nonostante la previsione dellevento. Questo requisito avvicina la colpa cosciente al dolo
eventuale. Infatti sia in un caso che nellaltro, levento previsto. Loggetto del dolo dalla
lettura dellart. 43 risulta incompleto, in quanto esso parla di evento, mentre opinione
concorde in dottrina che il dolo debba investire tutto il fatto tipico del reato limitatamente
allelemento oggettivo e non solo levento. Vi il dolo generico in cui loggetto coincide
col fatto tipico (art. 640 c.p. truffa: procura a s o ad altri un ingiusto profitto con altrui
danno. Come si nota il conseguimento del profitto appartiene alla fattispecie tipica) e il
dolo specifico in cui loggetto investe altri elementi che non appartengono al fatto tipico
(art. 624 c.p. furto: al fine di trarne profitto per s o per altri. Come si nota il
conseguimento del profitto non appartiene alla fattispecie tipica). Nei reati omissivi
loggetto del dolo assume connotati peculiari: nei propri, il dolo costituito da: a) la
situazione tipica che deve essere conosciuta; b) la condotta (omissiva): in altri termini il
soggetto deve accorgersi che vi una persona in pericolo e volontariamente omette di
soccorrerla; negli impropri, il dolo costituito da: a) lobbligo giuridico di garanzia da
24
parte del soggetto (es. il casellante del passaggio a livello); b) il situazione tipica che attiva
lobbligo di agire (larrivo del treno); c) lomissione dellazione impeditiva dellevento
(lomissione di abbassare le sbarre); d) levento (la morte di chi attraversa i binari). Ma
accertare il dolo non operazione facile, perch esso essendo rappresentazione e volont del
fatto, costituito da atteggiamenti psicologici del soggetto. Importante, al fine di
ricostruire
il
dolo
appare
anche
la
ricostruzione
del
movente.
Definizione di errore. Gli errori sono due: Lerrore sul fatto che consiste nella mancata o
falsa rappresentazione di uno o pi elementi del reato ed il reo commette un errore sul
fatto (un cacciatore pensava di uccidere un fagiano ed uccide un uomo, quindi commette un
fatto che non voleva compiere). Lerrore sul fatto esclude sempre il dolo. Lerrore sul
precetto che si verifica quando il soggetto erra sulla qualificazione giuridica del fatto.
Lerrore sul precetto non rileva a beneficio del reo dal momento che si risolve in una
ignoranza della legge penale che, in base allart. 5 c.p. non ammette ignoranza (un
cacciatore caccia senza licenza per ignoranza di legge, quindi compie lazione che voleva
compiere). Solo in caso di ignoranza inevitabile vi sar esclusione (non del dolo) della
colpevolezza. Nellerrore sul fatto il reo non voleva ledere alcun bene giuridico; nellerrore
sul precetto il reo realizza ci che voleva senza percepire lilliceit del suo comportamento.
Art. 47, 1 comma: Lerrore sul fatto che costituisce il reato esclude la punibilit
dellagente. Nondimeno se si tratta di errore determinato da colpa, la punibilit non
esclusa, quando il fatto preveduto dalla legge come delitto colposo. Lerrore deve essere
essenziale. Pu essere incolpevole o determinato da colpa. Lerrore determinato da colpa
esclude il dolo ma lascia sussistere una responsabilit colposa. Tuttavia non tutti i reati sono
punibili per colpa, ma solo i reati colposi previsti come tali dalla legge. Sono invece
rarissime le ipotesi di errore sul fatto che lasciano sussistere il dolo anche in caso di errore.
Una per tutte lerrore sullet nel delitto di atti sessuali con minori di 14 anni (art.609 sexies)
Art. 47, 2 comma: Lerrore sul fatto che costituisce un determinato reato non esclude la
punibilit per un reato diverso. Ad esempio, se il reo non conosce il pubblico ufficiale che
ha di fronte e commette una resistenza nei suoi confronti sar punito per violenza privata
(art. 610 c.p.) ma non per resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).
Art. 47, 3 comma: Lerrore su una legge diversa dalla legge penale esclude la punibilit,
quando ha cagionato un errore sul fatto che costituisce il reato. E il problema del c.d.
errore su legge extrapenale. Talvolta tale errore produce un errore sul precetto. E la
questione sta proprio nel distinguere lerrore su legge extrapenale dallerrore sul precetto.
Poi vi il c.d. errore determinato dallaltrui inganno. Art. 48 c.p.: Le disposizioni
25
dellart. precedente si applicano anche se lerrore sul fatto che costituisce il reato
determinato dallaltrui inganno; ma, in tal caso, del fatto commesso dalla persona ingannata
risponde chi lha determinata a commetterlo. Ad es. Tizio che vuole uccidere Caio d al
cameriere Sempronio un bicchiere con del liquido avvelenato dicendogli che si tratta di una
medicina.
Ovviamente
sar
Riepilogando:
punibile
Tizio
non
Lerrore
Sempronio.
:
sul fatto quando chi agisce pensa di fare qualcosa di diverso da quello che fa e mostra
sensibilit
per
il
bene
giuridico
protetto;
sul precetto quando il soggetto sa benissimo ci che fa e mostra insensibilit per il bene
giuridico protetto. In questo caso entrer in gioco lart. 5 c.p. che permetter una scusa solo
quando lignoranza della legge penale si riveler inevitabile.
2. La colpa. Art. 43, 1 comma, c.p.: Il delitto colposo, o contro lintenzione, quando
levento anche se preveduto, non voluto dallagente, e si verifica a causa di negligenza o
imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline.
Ai sensi dellart. 42, 2 comma, perch un delitto sia punibile per colpa occorre unespressa
previsione legislativa. Per le contravvenzioni non necessaria. Alla luce di tutto ci si pu
dire che il legislatore ha previsto come prototipo dei reati colposi il reato di evento.
I requisiti della colpa sono: negativi: assenza di dolo; positivi: violazione delle regole di
diligenza e la rimproverabilit. Le regole cautelari di diligenza possono essere anche non
scritte e possono essere desunte dalla vita sociale. Si ha in questi casi colpa generica e ad
essa si riferisce lart. 43 c.p. quando fa riferimento alla negligenza: trascuratezza in rapporto
ad una regola che prescrive di attivarsi in qualche modo (il medico che dimentica la garza
nel ventre di un paziente), imprudenza: la regola cautelare richiede di astenersi dallagire
(lautomobilista che guida ubriaco) e imperizia: racchiude in se le altre due ma si riferisce in
particolare ad attivit qualificate che richiedono particolari conoscenze tecniche (il medico
che sbaglia la terapia). Le regole cautelari di diligenza possono essere scritte. Si ha in questi
casi la colpa specifica basata sullinosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline. Per
individuare la regola cautelare di diligenza oggettiva si fa riferimento alla miglior scienza ed
esperienza del momento storico in quello specifico settore e la condotta colposa rileva ogni
qualvolta non si rispetti la regola precauzionale (o cautelare). Ma non sufficiente tale
violazione per la rimproverabilit allagente dovendo anche guardare alla sua personalit.
Le regole cautelari si distinguono in: proprie quando prevedono levento e la sua
evitabilit con giudizio di quasi certezza; improprie quando prevedono levento e
impongono di adottare precauzioni che riducano il rischio, anche se non lo annullano
26
(probabilit non quasi certezza). La regola cautelare impone poi di informarsi prima di agire.
Se per ladempimento di particolari obblighi giuridici un soggetto debba o intenda avvalersi
delloperato di altri, c.d. delega di funzioni, egli dovr scegliere persone idonee e svolgere
un adeguato controllo. In difetto potrebbero sorgere in capo a lui profili di responsabilit nel
duplice senso della culpa in eligendo (cattiva scelta) e culpa in vigilando (cattivo controllo).
Per ascrivere levento al soggetto occorre verificare che il comportamento alternativo lecito
avrebbe evitato levento dannoso (evitabilit). In altri termini levitabilit difetta quando
levento si sarebbe verificato anche se il soggetto avesse agito con diligenza. Il principio di
affidamento stato elaborato con specifico riferimento alla circolazione stradale. Il
problema stabilire fino a che punto il destinatario di un obbligo di diligenza possa fare
affidamento sullosservanza, da parte di altri soggetti, delle regole cautelari (es. diligenza).
La colpa : propria (veri casi di colpa); impropria quando pur avendo voluto lagente
levento,
risponde
titolo
di
colpa
nei
seguenti
casi:
a) errore colposo sul fatto di reato (art. 47, 1 comma, c.p.: Lerrore sul fatto che
costituisce il reato esclude la punibilit dellagente. Nondimeno, se si tratta di errore
determinato da colpa, la punibilit non esclusa, quando il fatto preveduto dalla legge
come
delitto
colposo;
b) eccesso colposo nelle cause di giustificazione (art. 55 c.p.: Quando, nel commettere
alcuni dei fatti preveduti dagli articoli 51, 52, 53 e 54 c.p. si eccedono colposamente i limiti
stabiliti dalla legge o dallordine dellAutorit, ovvero imposti dalla necessit, si applicano
le disposizioni concernenti i delitti colposi, se il fatto preveduto dalla legge come delitto
colposo);
c) erronea supposizione colposa di una causa di giustificazione (art. 59, u.c. c.p.: Se
lagente ritiene per errore che esistano circostanze di esclusione della pena, queste sono
sempre valutate a favore di lui. Tuttavia, se si tratta di errore determinato da colpa, la
punibilit non esclusa, quando il fatto preveduto dalla legge come delitto colposo).
Nellambito della colpa occorre distinguere tra colpa incosciente quando levento non solo
non voluto, ma nemmeno previsto dallagente e colpa cosciente (o con previsione)
quando lagente non vuole commettere il reato o realizzare levento, ma lo preveda come
possibile conseguenza della sua condotta e nonostante tutto, sottovaluta la probabilit che si
verifichi o sopravvaluta le proprie possibilit di evitarlo. Questa forma di colpa realizza la
circostanza aggravante di cui allart. 61, n. 3, c.p. che prevede come circostanza aggravante
comune lavere, nei delitti colposi, agito nonostante la previsione dellevento. Ai sensi
dellart. 133 c.p., il giudice, nel procedere alla commisurazione della pena, deve tenere
27
conto, fra laltro, della gravit del reato, desunto da una pluralit di indici, tra i quali
compreso quello del grado della colpa.
atteggiamento psicologico del soggetto agente. Il grado della colpa rilever ai fini della
commisurazione della pena.
3. La preterintenzione e la responsabilit oggettiva. La responsabilit oggettiva, nell'ambito
del diritto penale, indica quella forma di imputazione della responsabilit penale che
prescinde dalla verifica della sussistenza del criterio d'imputazione soggettiva del fatto al
suo autore (nelle diverse forme del dolo, della colpa e della preterintenzione, anche se
questultima viene, da taluna parte della dottrina e da parte della giurisprudenza, ricondotta
nell'alveo della responsabilit oggettiva). La responsabilit oggettiva , dunque,
caratterizzata dall'imputazione del fatto penalmente rilevante esclusivamente alla luce della
ricorrenza del nesso causale tra la condotta e l'evento lesivo. La fonte codicistica generale
che contempla il criterio d'attribuzione della responsabilit oggettiva individuata nell'art.
42 c.p., 3 comma, nella parte in cui prevede che: "...la legge determina i casi in cui l'evento
posto altrimenti a carico dell'agente come conseguenza della sua azione od omissione".
Il codice penale prevede una serie di ipotesi di responsabilit oggettiva nelle quali il reato
imputabile al reo senza dolo ne colpa (uno per tutti il reato di furto duso). Tutto ci in
evidente contrasto con la Costituzione ed in particolare con il principio di personalit della
responsabilit penale di cui allart. 27. La preterintenzione rappresenta una figura a se
stante rispetto al dolo, alla colpa ed alla responsabilit oggettiva. Art. 43, c.p.: Il delitto
preterintenzionale, o oltre lintenzione, quando dallazione od omissione deriva un evento
dannoso o pericoloso pi grave di quello voluto dallagente. Per i delitti aggravati
dallevento sintendono quelli per i quali previsto un aumento di pena qualora si verifichi
un evento ulteriore rispetto a quello che gi di per s costituisce reato. Prima della riforma
della L. n. 19/1990 secondo lart. 59, 1 comma, c.p. le circostanze aggravanti dovevano
essere valutate a carico dellagente anche se da lui non conosciute o per errore ritenute
inesistenti. Dopo la riforma tali circostanze aggravanti sono valutate a carico dellagente
solo se lui le conosceva o le ignorava per colpa o le riteneva inesistenti per errore
determinato da colpa. Il legislatore si cos mosso nella direzione indicata dalla Consulta,
eliminando la regola dellimputazione per responsabilit oggettiva delle circostanze
aggravanti e sostituendovi quella della imputazione per colpa. Responsabilit per colpa.
Aberratio ictus monolesiva: Art. 82, 1 comma, c.p.: Quando per errore nelluso dei mezzi
di esecuzione del reato, o per unaltra causa, cagionata offesa a persona diversa da quella
alla quale loffesa era diretta, il colpevole risponde come se avesse commesso il reato in
danno della persona che voleva offendere. Si sottolinea che vi divergenza tra ci che il
soggetto attivo ha voluto e ci che egli ha realizzato. Aberratio ictus plurilesiva: Art. 82,
2comma, c.p.: Qualora oltre alla persona diversa, sia offesa anche quella alla quale
28
loffesa era diretta, il colpevole soggiace alla pena stabilita per il reato pi grave, aumentata
fino alla met. Qui la responsabilit a titolo di dolo per il danno arrecato alla persona che
lagente voleva offendere, a titolo di responsabilit oggettiva per il danno arrecato al
soggetto diverso. Aberratio delicti monolesiva: Art. 83, 1 comma, c.p.: Fuori dei casi
preveduti dallarticolo precedente, se, per errore nelluso dei mezzi di esecuzione del reato,
o per unaltra causa, si cagiona un evento diverso da quello voluto, il colpevole risponde, a
titolo di colpa, dellevento non voluto, quando il fatto preveduto dalla legge come delitto
colposo. Si verifica, cio, una divergenza tra il voluto ed il realizzato, che ha in comune
con laberratio ictus, lerrore nelluso dei mezzi di esecuzione del reato, ma che diverge da
essa perch non riguarda la persona offesa ma il tipo di offesa ed il tipo di reato. In altri
termini il soggetto agente risponde del diverso reato realizzato e non voluto, sempre che tale
fatto diverso sia previsto dalla legge come rato colposo. Aberratio delicti plurilesiva: Art.
83, 2 comma, c.p.: Se il colpevole ha cagionato altres levento voluto, si applicano le
regole sul concorso dei reati.
4. Lerrore sul precetto. Art. 5 c.p.: Ignorantia legis non excusat. Nessuno pu invocare a
propria scusa lignoranza della legge penale, salvo che si tratti di ignoranza inevitabile.
Ma quali sono i casi in cui lignoranza deve considerarsi inevitabile? Nei reati c.d. mala
quia vetita, ossia reati di creazione legislativa, e non i mala in se, ossia i delitti naturali.
5. Limputabilit. Art. 85 c.p. Capacit dintendere e di volere.: Nessuno pu essere punito
per un fatto preveduto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso, non
era imputabile. E imputabile chi ha la capacit dintendere e di volere. Se manca una sola
delle due non vi imputabilit. In sostanza il reato potrebbe perfezionarsi anche senza la
capacit dintendere e di volere del soggetto agente, ma il reo che risulta impunibile, in
quanto non imputabile. Limputabilit la capacit di colpevolezza. Se viene meno
limputabilit (es. per incapacit dintendere e di volere) viene meno la colpevolezza.
La capacit di intendere consiste nellidoneit del soggetto a rendersi conto del significato
sociale della propria condotta. La capacit di volere si identifica nellattitudine della
persona a determinarsi in modo autonomo, in conformit del proprio giudizio.
Queste qualit mancano in persone che non hanno raggiunto una sufficiente maturit
psichica o che non sono sani di mente. Art. 97 c.p.: Non imputabile chi, nel momento in
cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto quattordici anni. (presunzione assoluta
fondata sulla immaturit psichica del minore). Per i minori tra i quattordici e i diciotto anni
la legge non pone alcuna presunzione di non imputabilit. Si deve accertare caso per caso la
capacit di intendere e di volere. Art. 98, 1 comma, c.p.: E imputabile chi, nel momento
in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto gli anni quattordici, ma non ancora i diciotto, se
aveva la capacit di intendere e di volere, ma la pena diminuita. Il soggetto maggiorenne
tendenzialmente imputabile se non per altre cause di incapacit di intendere e di volere.
Art. 88, c.p.: Non imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, era, per
29
possano
avere
unincidenza
sulla
commisurazione
della
pena.
Art. 91, 1 comma, c.p.: Non imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto,
non aveva la capacit di intendere e di volere, a cagione di piena ubriachezza derivata da
caso
fortuito
da
forza
maggiore.
Art. 91, 2 comma, c.p.: E prevista una mera diminuzione della pena, invece, se
lubriachezza non era piena, ma era tuttavia tale da scemare grandemente, senza escluderla,
la capacit di intendere e di volere. In entrambe le ipotesi si presuppone la c.d. ubriachezza
accidentale o incolpevole. Si tratta di casi limite. Lubriachezza viene trattata, invece, nel
codice
penale
con
notevole
seriet.
Art. 92, 1 comma, c.p.: Lubriachezza non derivata da caso fortuito o da forza maggiore
non
esclude
diminuisce
limputabilit.
Se poi il soggetto lo ha fatto per precostituirsi una scusa in funzione della realizzazione di un
reato, la legge individua unulteriore categoria di ubriachezza: quella preordinata (art. 92, 2
comma,
c.p.).
Art. 94, 1 comma, c.p.: Quando il reato commesso in stato di ubriachezza, e questa
abituale,
la
pena
aumentata.
Art. 94, 2 comma, c.p.: Agli effetti della legge penale, considerato ubriaco abituale chi
dedito
alluso
di
bevande
alcooliche
in
stato
frequente
di
ubriachezza.
Art. 95, c.p.: Per i fatti commessi in stato di cronica intossicazione prodotta da alcool si
applicano le disposizioni contenute negli articoli 88 e 89 (cio le disposizioni in tema di
vizio di mente). In sostanza limputabilit esclusa totalmente o parzialmente, poich lo
stato di intossicazione cronica comporta unalterazione mentale irreversibile e tale da
rendere il soggetto alcolizzato malato di mente. Le norme relative allubriachezza si
applicano
Una
anche
disciplina
al
a
parte
soggetto
invece
che
fa
prevista
uso
per
di
il
stupefacenti.
sordomutismo.
Art. 96, c.p.: Non imputabile il sordomuto che, nel momento in cui ha commesso il fatto,
non aveva, per causa della sua infermit, la capacit di intendere o di volere. Se la capacit
dintendere o di volere era grandemente scemata, ma non esclusa, la pena diminuita.
30
Nessuna inferiorit psichica del sordomuto, dunque, secondo la legge penale. La capacit di
intendere
di
volere
va
verificata
caso
per
caso.
Art. 86 c.p.: Se taluno mette altri nello stato dincapacit dintendere e di volere, al fine di
fargli commettere un reato, del reato commesso dalla persona resa incapace risponde chi ha
cagionato lo stato dincapacit. Il riferimento ad esempio a qualcuno che propina ad
altri sostanze alcooliche o stupefacenti per cagionarne lincapacit di intendere e di volere.
Lart. 87, c.p., stabilisce invece che la regola della non imputabilit per difetto di
imputabilit non si applica, se il soggetto si sia volutamente messo in stato di incapacit di
intendere o di volere al fine di commettere il reato o di prepararsi una scusa (norma analoga
in tema di ubriachezza preordinata). Si tratta di unipotesi di c.d. actio libera in causa. Il
fatto o lazione (actio) per cui il soggetto viene punito, realizzato in uno stato di non
imputabilit, ma si considera ugualmente punibile perch lagente per libera scelta si posto
nellincapacit di intendere e di volere, innescando cos il meccanismo che sfocia nel reato
(obiettivo perseguito dal soggetto. Lart. 87 quindi uneccezione alla regola generale della
non imputabilit per incapacit di intendere e di volere ed compatibile con il principio
costituzionale di colpevolezza.
6. Le altre cause di colpevolezza. Oltre allerrore inevitabile (scusabile), sul precetto penale e
al difetto di imputabilit vi sono le seguenti ulteriori cause di esclusione della colpevolezza:
Il costringimento fisico previsto dallart. 54, 3 comma, c.p. secondo il quale la punibilit
derivante da stato di necessit si applica anche se lo stato di necessit determinato
dallaltrui minaccia. Nonostante lo stato di necessit sia una causa di giustificazione, la non
punibilit per costringimento fisico stata interpretata quale ipotesi di causa scusante.
Lordine criminoso insindacabile di cui allart. 51, 4 comma, c.p. applicabile al soggetto
che abbia agito nelladempimento di un ordine insindacabile di un superiore gerarchico.
La provocazione in rapporto ai delitti di ingiuria e diffamazione. E scusato perch non
esigibile un autocontrollo tale da evitare persino una mera reazione verbale chi ad esempio
dopo essere stato colpito e subito lesioni ingiuria o diffama chi lha colpito.
Riepilogando: Le cause di esclusione della colpevolezza o scusanti sono:
1. Errore sul fatto
2. Errore sul precetto
3. Difetto di imputabilit (per incapacit di intendere e di volere) nelle seguenti forme:
Soggetti minorenni
Vizio di mente
Sordomutismo
4. Costringimento fisico
5. Ordine criminoso insindacabile
6. Provocazione nei delitti di ingiuria e diffamazione.
psicologico
(circostanze
di
natura
soggettiva).
Art. 59, 2 comma, c.p.: le circostanze che aggravano la pena sono valutate a carico dellagente
soltanto se da lui conosciute ovvero ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato
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Art. 63, 1 comma, c.p.: Quando la legge dispone che la pena sia aumentata o diminuita entro
limiti determinati, laumento o la diminuzione si opera sulla quantit di essa, che il giudice
applicherebbe al colpevole, qualora non concorresse la circostanza che la fa aumentare o diminuire
In altri termini, una volta che il giudice nellambito della cornice edittale stabilisce la pena
applicabile, su di essa si applica la circostanza attenuante o aggravante.
Art. 63, 2 comma, c.p.: Laumento o la diminuzione di pena opera sulla quantit di essa risultante
dallaumento o dalla diminuzione precedente (in caso di concorso omogeneo di circostanze).
Art. 63, 3 comma, c.p.: Quando per una circostanza la legge stabilisce una pena di specie diversa
da quella ordinaria del reato, o si tratta di circostanza ad effetto speciale, laumento o la
diminuzione per le altre circostanze non opera sulla pena ordinaria del reato, ma sulla pena stabilita
per la circostanza anzidetta (in caso di concorso omogeneo tra circostanze a effetto comune e
circostanze
che
comportano
una
pena
di
specie
diversa).
Essa si dice:
- semplice: quando il recidivo pu essere sottoposto ad un aumento fino ad un sesto (un terzo)
della pena da infliggere per il nuovo reato (delitto non colposo) (art. 99, 1 comma, c.p.);
- aggravata: se il nuovo reato (delitto non colposo) della stessa indole di quello prima commesso
(specifico), o il nuovo reato (delitto non colposo) stato commesso nei cinque anni dal precedente
(recidiva infraquinquennale) o durante o dopo lesecuzione della pena (recidiva vera) o durante il
tempo in cui il condannato si sottrae allesecuzione (recidiva finta). In ognuna delle ipotesi
precedenti la pena pu essere aumentata fino ad un terzo (ora fino alla met) e fino alla met se
concorrono pi duna delle precedenti circostanze (recidiva pluriaggravata) (art. 99, 2 e 3 comma)
- reiterata: se il recidivo commette un altro reato (delitto non colposo) laumento della pena della
met nei casi di cui al 1 comma, e di due terzi nei casi di cui al 2 comma. (art. 99, 4 comma).
Dopo la riforma della L. 251/2005 il presupposto della recidiva non pi la precedente condanna
per un qualsiasi reato, ma la condanna per un delitto non colposo. Inoltre il giudice non pu pi
scegliere la misura dellaumento che prima era di un sesto e graduale ed ora di un terzo fisso.
Lapplicazione della recidiva facoltativa: il giudice non obbligato ad applicarla, ma se lo fa la
misura fissa (un terzo) per la recidiva semplice, graduale (fino alla met) per la recidiva aggravata.
Al 5 comma, art. 99 c.p. viene introdotta uneccezione alla regola della facoltativit della recidiva,
rendendola obbligatoria laddove un nuovo delitto colposo rientri in una fattispecie. Resta inteso che
in nessun caso laumento per effetto della recidiva pu superare il cumulo delle pene risultante dalle
condanne precedenti alla commissione del nuovo delitto non colposo (art. 99 u.c. c.p.).
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Si ricordi che la desistenza volontaria lascia intatta la responsabilit qualora gli atti gi compiuti
integrino di per s un differente reato (es. se il soggetto sintroduce in un appartamento forzandone
la serratura e decide di non rubare nulla, sar punito, non per furto ma per violazione di domicilio).
Art. 49, 1 comma, c.p.: Non punibile chi commette un fatto non costituente reato, nella
supposizione erronea che esso costituisca reato. E ci sia che derivi da un errore sul fatto che sul
precetto. il c.d. reato putativo che si ha quando un soggetto agisce nella erronea convinzione di
commettere un reato, mentre in realt il suo comportamento penalmente irrilevante.
Art. 49, 2 comma, c.p.: La punibilit esclusa quando per linidoneit dellazione o per la
inesistenza delloggetto di essa, impossibile levento dannoso o pericoloso. il c.d. reato
impossibile che si ha quando lazione inidonea, ma anche ogniqualvolta, pur essendosi realizzati
integralmente gli elementi che compongono la fattispecie criminosa
a) due o pi soggetti attivi. Non trova accoglienza nel nostro c.p. la figura del c.d. autore mediato,
cio di colui che non pone in essere direttamente il fatto tipico ma si serve di altri per realizzarlo.
b) la realizzazione di un fatto tipico. Il fatto deve essere tipico ed antigiuridico. Il fatto tipico pu
anche essere il delitto tentato ma non il tentativo di partecipazione nel quale non si consuma n il
reato ne il tentativo (art. 115 c.p.);
c) contributo rilevante dei partecipanti alla realizzazione del fatto. Il concorso pu essere
materiale quando il concorrente esegue materialmente il reato e morale se egli ne dia solo la spinta
psicologica. Quando il concorso materiale si distingue lautore o esecutore, il coautore o correo ed
il complice o ausiliatore. Quando il concorso morale si distingue il determinatore dallistigatore;
d) la consapevolezza in almeno uno dei concorrenti di realizzare un fatto tipico. Si ricordi
comunque che il c.d. previo concerto tra i concorrenti non mai necessario. Secondo lart. 113, 1
comma, c.p. Nel delitto colposo, quando levento stato cagionato dalla cooperazione di pi
persone, ciascuna di queste soggiace alle pene stabilite per il delitto stesso (c.d. cooperazione nel
delitto colposo). Il concorso di persone nel reato configurabile sia nei delitti che nelle
contravvenzioni e sia a titolo di dolo che a di colpa. Il c.d. agente provocatore colui che
contribuisce (materialmente o psichicamente) alla realizzazione di uno o pi reati, insieme ad
altro(i) soggetto(i), con lo scopo di assicurare questi ultimi alla giustizia. Quando il provocatore sia
un ufficiale o agente di polizia giudiziaria ed agisca nelladempimento dei propri doveri istituzionali
o in esecuzione di un ordine del superiore gerarchico, per egli applicabile la scriminante
delladempimento di un dovere di cui allart. 51 c.p. Se il pubblico ufficiale istiga una persona
affinch commetta un reato che in mancanza di sollecitazione non sarebbe commesso ad egli sono
applicabili norme ad hoc per evitargli il concorso nel reato con i delinquenti (es. acquisto di
stupefacenti per scoprire un traffico internazionale). Ma al di fuori delle ipotesi previste dalla legge
il pubblico ufficiale non deve assolutamente muoversi. Si pu concorrere nel reato anche con una
condotta omissiva, purch in capo a chi omette esista un preciso obbligo di garanzia diretto
allimpedimento del reato. Non configurabile il concorso colposo in un delitto doloso. Lart. 116,
1 comma, c.p. dispone che Qualora il reato commesso sia diverso da quello voluto da taluno dei
concorrenti, anche questi ne risponde, se levento conseguenza della sua azione od omissione
(divergenza tra reato commesso e reato voluto da almeno uno dei correi). Al 2 comma dispone che
Se il reato commesso pi grave di quello voluto, la pena diminuita riguardo a chi volle il reato
meno grave. Art. 117 c.p.: Se per le condizioni o le qualit personali del colpevole o per i rapporti
fra il colpevole e loffeso, muta il titolo del reato per taluno di coloro che vi sono concorsi, anche
gli altri rispondono dello stesso reato. Nondimeno, se questo pi grave, il giudice pu, rispetto a
coloro per i quali non sussistano le condizioni, le qualit o i rapporti predetti, diminuire la pena (es.
reato comune di appropriazione indebita che si trasforma in peculato per chi riveste la qualifica di
pubblico ufficiale). Lart. 112 c.p. enumera una serie di circostanze aggravanti valide per il concorso
di persone, mentre lart. 114 c.p. enumera le circostanze attenuanti. Lart. 118 invece chiarisce che
le circostanze vanno valutate solo riguardo alla persona a cui si riferiscono. Ci vale anche per le
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circostanze soggettive che escludono la pena di cui allart. 119, 1 comma, c.p. e non per quelle
oggettive di cui al 2 comma.
Hanno natura oggettiva le cause di giustificazione. Hanno natura soggettiva le cause di
esclusione della colpevolezza o scusanti. Nel delitto di associazione a delinquere di stampo
mafioso di cui allart. 416bis c.p. va precisato che un soggetto pu essere considerato partecipe
allorganizzazione criminale anche a prescindere da una formale affiliazione.
UNITA E PLURALITA DI REATI.
Il concorso di reati si verifica quando un soggetto realizzi plurime violazioni di della legge penale.
Il concorso : formale quando due o pi reati vengono integrati dallagente attraverso una sola
condotta (di azione o di omissione); materiale quando per due o pi reati lagente realizza plurime
condotte (attive o omissive); omogeneo quando si viola ununica disposizione incriminatrice;
eterogeneo quando si violano diverse norme incriminatrici; formale omogeneo quando con una
sola condotta si integrano pi reati dello stesso tipo; formale eterogeneo quando con una sola
condotta si integrano pi reati di fattispecie diverse; materiale omogeneo quando con diverse
condotte si viola ripetutamente ed in tempi diversi la stessa norma; materiale eterogeneo quando
con diverse condotte si violano ripetutamente ed in tempi diversi norme diverse.
Concorso formale di reati. Art. 81, 1 comma, c.p.: E punito con la pena che dovrebbe infliggersi
per la violazione pi grave aumentata sino al triplo chi con una sola azione od omissione viola
diverse disposizioni di legge ovvero commette pi violazioni della medesima disposizione di
legge. Questo articolo informato al sistema del c.d. cumulo giuridico (non vi una somma
aritmetica delle pene ma una pena massima prefissata dalla legge, cio fino al triplo della pena da
infliggersi per il reato pi grave). In passato, prima della modifica apportata dalla L. n. 220/1974 si
applicava il criterio del c.d. cumulo materiale, cio tante le pene, quanti i reati.
Concorso materiale di reati. Art. 81, 2 comma, c.p.: Alla stessa pena soggiace chi con pi azioni
od omissioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, commette anche in tempi diversi pi
violazioni della stessa o di diverse disposizioni di legge. Il cumulo materiale rimane per il
concorso materiale di reati, sia omogeneo che eterogeneo, per tornare, per, al cumulo giuridico nel
caso in cui i reati siano legati dal vincolo della c.d. continuazione.
Art. 81, 3 comma, c.p.: Nei casi preveduti da questo articolo, la pena non pu essere superiore a
quella che sarebbe applicabile a norma degli articoli precedenti. Ossia, il cumulo giuridico non pu
portare a conseguenze sanzionatorie pi severe rispetto a quelle che discenderebbero
dallapplicazione del cumulo materiale, cio dalla somma delle singole pene dei reati concorrenti.
Art. 81, 4 comma, c.p.: Fermi restando i limiti indicati al terzo comma, se i reati in concorso
formale o in continuazione con quello pi grave sono commessi da soggetti ai quali sia stata
applicata la recidiva prevista dallart. 99, quarto comma, laumento della quantit di pena non pu
essere comunque inferiore ad un terzo della pena stabilita per il reato pi grave. Quindi in caso di
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recidiva reiterata laumento della pena nei confronti del recidivo reiterato non pu essere inferiore a
un terzo della pena stabilita per il reato pi grave.
Concorso (o conflitto) apparente di norme. E possibile che una condotta unitaria si presti ad essere
inquadrata in pi norme incriminatrici. Allora di quali reati risponde lautore? In realt pu non
esservi affatto una pluralit di reati. A volte la stessa norma incriminatrice di parte speciale a
contenere una clausola di riserva o di sussidiariet, la quale chiarisce come quella stessa norma
non debba trovare applicazione qualora ricorrano gli estremi di un altro reato. La sussidiariet
espressa quando e la stessa norma incriminatrice a contemplare una clausola di riserva; tacita
quando manca una tale previsione ed il rapporto di sussidiariet va desunto interpretativamente.
Reato complesso (o composto). Art. 84, 1 comma, c.p.: Le disposizioni degli articoli precedenti
(ossia quelle in tema di concorso di reati) non si applicano quando la legge considera come elementi
costitutivi, o come circostanze aggravanti di un solo reato, fatti che costituirebbero, per se stessi,
reato. In alcuni casi, cio, la legge unifica in una sola fattispecie di reato pi fatti, i quali, se presi
uno ad uno, integrerebbero a loro volta un reato.
Riassumendo: Le forme di manifestazione del reato sono:
1. Le circostanze del reato;
2. Il tentativo o delitto tentato;
3. Il concorso di persone nel reato;
4. Lunit e pluralit di reati.
Il codice di procedura penale del 1988 ha introdotto nel nostro sistema penale una serie di
meccanismi negoziali (patteggiamento e rito abbreviato) che rendono meno certa la pena e
mettono in crisi il principio di proporzione e la funzione di prevenzione generale.
LE PENE PRINCIPALI.
1) La pena di morte. Art. 21 c.p. Fu abolita dal D. Lgs. n. 224/1944. La Costituzione laveva
espressamente bandita dal nostro sistema, salve le leggi militari. La L. n. 589/1994 lha abolita
completamente anche in campo militare. Con la Legge Costituzionale n. 1/2007 il ripudio della
pena di morte in campo militare ha assunto anche rilevanza costituzionale.
2) Lergastolo. Art. 22 c.p. E la pena detentiva perpetua. Dopo varie modifiche oggi il condannato
dopo 26 anni pu essere ammesso alla liberazione condizionale. Tale beneficio pu essere
accordato solo dopo accertato ravvedimento. La L. n. 663/1986 ha poi esteso agli ergastolani la
concessione della semilibert una volta scontati 20 anni di pena e della liberazione anticipata
secondo la quale in applicazione di alcune norme lergastolano pu essere rimesso in libert anche
dopo 15 anni.
3) La reclusione. Art. 23 c.p. E la pena detentiva temporanea prevista per i delitti (non per le
contravvenzioni). Va dai quindici giorni ai ventiquattro anni. I limiti valgono per il giudice ma non
per il legislatore il quale pu derogarvi com successo, ad es. allart. 630 c.p. (trentanni). La
reclusione disciplinata dallordinamento penitenziario.
4) La multa. Art. 24 c.p. E la pena pecuniaria prevista per i delitti.
allo Stato di una somma non inferiore a 50 euro n superiore a 50.000 euro. Per i delitti determinati
da motivi di lucro se la legge stabilisce soltanto la pena della reclusione il giudice pu aggiungere la
multa. Pu essere rateizzata. Un tempo il mancato pagamento si convertiva in pena detentiva, oggi
in libert controllata ed in lavoro sostitutivo.
5) Larresto. Art. 25 c.p. E la pena detentiva temporanea per le contravvenzioni. Si estende da
cinque giorni a tre anni. Valgono per larresto gli stessi principi della reclusione salve deroghe.
6) Lammenda. Art. 26 c.p. E la pena pecuniaria prevista per le contravvenzioni. Consiste nel
pagamento allo Stato di una somma non inferiore a 20 euro n superiore a 10.000 euro. Valgono per
lammenda gli stessi principi della multa.
7) Pene sostitutive. La legge 689/1981 prevede per il giudice il potere discrezionale di sostituire la
pena detentiva con altra sanzione meno afflittiva entro certi limiti. Ad es. la pena detentiva
inferiore a due anni, pu essere sostituita con la semidetenzione, la quale comporta per il
condannato la presenza in appositi istituti di almeno dieci ore al giorno oltre ad una serie di altre
restrizioni quali ad es. la sospensione della patente, il divieto di tenere armi, il ritiro del passaporto,
ecc. La pena detentiva inferiore a un anno pu essere sostituita con la libert controllata. La
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pena detentiva inferiore a sei mesi pu essere sostituita con la multa (in caso di reclusione) con
lammenda (in caso di arresto). Vi sono poi le sanzioni applicabili dal giudice di pace.
LE PENE ACCESSORIE.
Art. 20 c.p. Accanto alle pene principali talvolta si applicano le pene accessorie le quali
conseguono di diritto alla condanna, come effetti penali di essa. Sono quindi contraddistinte dal
c.d. automatismo. In passato per la c.d. indefettibilit non potevano essere sospese. Oggi, invece,
la sospensione condizionale si estende anche alle pene accessorie cos come il patteggiamento
comporta tra laltro la non irrogazione di esse quando la pena principale irrogata non superi i due
anni. Si tratta di misure a carattere interdittivo con una duplice funzione punitiva e detentiva. Da
un lato accrescono lafflittivit della pena principale e dallaltro impediscono la reiterazione.
Rispondono ad esigenze di prevenzione negativa sia generale che speciale.
Art. 19 c.p. Le singole pene accessorie sono enumerate dallart. 19. che distingue tra pene
accessorie per i delitti e per le contravvenzioni. Ne sono previste altre nella legislazione speciale.
Per i delitti sono (1 comma):
1. interdizione dai pubblici uffici
2. interdizione da una professione o da unarte
3. interdizione legale
4. interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese
5. incapacit di contrarre con la pubblica amministrazione
6. estinzione del rapporto di impiego o di lavoro
7. decadenza o sospensione dallesercizio della potest dei genitori.
1) Linterdizione dai pubblici uffici pu essere: perpetua nel caso in cui la pena principale sia
lergastolo o alla reclusione non inferiore a cinque anni per delitto non colposo; temporanea nel
caso di delitto non colposo punito con la reclusione non inferiore ai tre e inferiore ai cinque anni
(interdizione di cinque anni). Ai sensi dellart. 31 c.p. linterdizione temporanea consegue anche
alla condanna per un delitto realizzato con abuso di potere o con violazione dei doveri inerenti alla
pubblica funzione o al pubblico servizio.
2) Linterdizione da una professione o da unarte preclude al condannato la possibilit di esercitare,
per tutta la durata della pena accessoria, una professione, arte, industria, ovvero commercio o
mestiere, per cui siano richiesti speciali permessi, abilitazioni, autorizzazioni o licenze; essa
comporta altres la decadenza dal provvedimento di autorizzazione ottenuto. Consegue ad ogni
condanna per delitti commessi con labuso di una professione, ecc., o per doveri ad essa inerenti.
3) Linterdizione legale comporta le stesse incapacit disposte dalla legge civile quanto
allinterdizione giudiziale. Scatta negli stessi casi di quella dai pubblici uffici ed ha le stesse
caratteristiche (art. 32 c.p.).
4) Linterdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Tale
disposizione vieta al reo di esercitare lufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore
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generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari nonch ogni altro
ufficio con potere di rappresentanza e consegue alla condanna alla reclusione non inferiore a sei
mesi per delitti commessi con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti allufficio (art. 32 bis
c.p.).
5) Lincapacit di contrattare con la pubblica amministrazione importa il divieto di concludere
contratti con la P.A. e pu avere una durata compresa tra uno e tre anni (art. 32 ter e quater c.p.).
6) Lestinzione del rapporto di impiego o di lavoro conseguenza di una condanna alla reclusione
non inferiore a tre anni per determinati delitti contro la P.A. (peculato, concussione, corruzione) (art.
32 quinquies c.p.).
7) La decadenza e la sospensione della potest dei genitori sono disciplinate dallart. 34 c.p. Il
condannato allergastolo che sia genitore perde la relativa potest. La pi blanda sospensione si ha
quando il genitore sia condannato per delitti commessi con abuso della potest stessa. La
sospensione dura il doppio della pena detentiva principale inflitta. Il genitore perde anche il diritto
sui beni del figlio o lincapacit di esercitare tali diritti per la durata della sanzione accessoria.
Per le contravvenzioni sono (2 comma):
1. sospensione dallesercizio di una professione o di unarte
2. sospensione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
La sospensione dallesercizio di una professione, ecc. e dagli uffici direttivi delle persone giuridiche
e delle imprese ricalcano i contenuti interdittivi delle corrispondenti pene accessorie stabiliti per i
delitti in maniera pi blanda.
Pene accessorie comuni ai delitti ed alle contravvenzioni (3 comma):
1. pubblicazione della sentenza di condanna.
La pubblicazione della sentenza di condanna consegue alla condanna allergastolo. Essa avviene
mediante affissione nel Comune ove stata pronunciata, ove il delitto fu commesso ed in quello
dellultima residenza del reo. Viene inoltre pubblicata su uno o pi giornali indicati dal giudice e
sul sito internet del Ministero della Giustizia.
LA COMMISURAZIONE DELLA PENA.
Il giudice deve commisurare (quantificare) la pena entro i limiti della c.d. cornice edittale anche in
rapporto al tipo di sanzione. Ad es. in caso di delitto punito alternativamente con la reclusione o con
la multa deve innanzi tutto decidere se irrogare la pena detentiva o quella pecuniaria e solo
successivamente quantificare luna o laltra. La commisurazione tiene conto pure delle circostanze.
In sede di commisurazione della pena il giudice agisce discrezionalmente anche se deve dar conto
di come e perch ha irrogato la pena (art. 132 c.p.). La legge fornisce al giudice una serie di
parametri cui egli si deve attenere nel commisurare la pena (art. 133 c.p.). Questi sono la gravit
del reato, la capacit a delinquere del colpevole e le condizioni economiche del reo per le pene
pecuniarie (art. 133 bis c.p.). La legge determina i casi in cui le pene pecuniarie sono fisse o
proporzionali- Queste ultime non hanno limite massimo (art. 27 c.p.). Le fisse sono individuate dal
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legislatore e non c potere discrezionale del giudice. Le proporzionali sono invece determinate in
rapporto al reato. Possono essere superiori ai limiti massimi stabiliti dagli art. 24 e 26 c.p.
Le pene fisse possono riguardare anche le sanzioni detentive: si pensi allergastolo. Le
proporzionali no per la contrariet al principio di legalit.
5) Lindulto. Atto di clemenza. E causa estintiva della pena, ma non estingue le pene accessorie ne
gli altri effetti penali della condanna. E generale ed astratto. Condona in tutto o in parte la pena
principale o la commuta in altra pena. Non presuppone una condanna irrevocabile. E proprio se
interviene nel corso della esecuzione di una condanna definitiva; improprio se interviene in
sentenza dal giudice di cognizione (art. 174 c.p.).
6) La grazia. Atto di clemenza. E causa di estinzione della pena che presuppone una condanna
passata in giudicato. Si riferisce ad una specifica persona ed prerogativa del Presidente della
Repubblica. Condona in tutto o in parte la pena principale e non le accessorie ovvero la commuta.
7) La sospensione condizionale della pena. Art. 163 c.p. Incide sulla pena inflitta con sentenza di
condanna (o di patteggiamento) attraverso una specifica statuizione del giudice, il quale pu
stabilire che la pena rimanga sospesa in presenza di determinati presupposti e limiti. La sospensione
di cinque anni in caso di delitti e di due per le contravvenzioni. La sospensione pu anche indurre
allestinzione del reato se nei termini stabiliti dalla sospensione il condannato non commette un
delitto o contravvenzione della stessa indole ed adempie agli obblighi impostigli. Lestinzione del
reato non tuttavia automatica. Infatti la sospensione pu essere revocata di diritto quando il reo
commetta un reato della stessa indole o riporti unaltra condanna per un delitto commesso
anteriormente. Pu essere concessa dal giudice in caso di condanna alla reclusione o allarresto per
un tempo non superiore a due anni ovvero a pena pecuniaria. Non pu essere concessa pi di due
volte. La sospensione condizionale della pena applicabile alle misure di sicurezza eccetto la
confisca e alle pene accessorie.
8) Loblazione. E una causa estintiva del reato incentrata sul pagamento di una data somma (art.
162 c.p.). Si distingue in obbligatoria se riguarda le contravvenzioni per le quali prevista la sola
pena dellammenda. Il pagamento di una somma pari ad un terzo del massimo edittale di pena entro
un certo termine estingue il reato; discrezionale (art. 162 bis c.p.) quando possono estinguersi le
contravvenzioni punite con pena alternativa (arresto o ammenda).
E ammissibile su domanda di parte. E a discrezione del giudice. Non ammissibile nei casi di
recidiva reiterata, di abitualit o professionalit nelle contravvenzioni. E pari alla met del massimo
della pena edittale. Estingue il reato.
9) La liberazione condizionale. Artt. 176 e 177 c.p. In virt di essa parte della pena resta sospesa
per il periodo di tempo determinato dalla legge: se in tale periodo il reo non commette altri reati, la
pena si estingue. Il detenuto deve avere gi scontato trenta mesi o almeno la met della pena
inflittagli e deve dare segni di vero ravvedimento. La pena residua non deve essere superiore a
cinque anni. In caso di ergastolo il detenuto deve aver scontato almeno ventisei anni di pena. Si
riscontrano due fasi: prima la sospensione dellesecuzione della pena e della misura di sicurezza
detentiva e poi due sbocchi alternativi: la revoca della liberazione o lestinzione residua della pena.
10) La riabilitazione. Elimina alcune conseguenze penali della condanna che compromettono la
piena capacit di agire (art. 178 c.p.). Estingue le pene accessorie ed ogni effetto penale della
condanna. Occorre la buona condotta, la costanza lungo un arco temporale non trascurabile di
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almeno tre anni dal giorno in cui la pena principale stata eseguita o estinta (art. 179 c.p.). Il
termine di dieci anni in caso di delinquente abituale ed otto in caso di recidiva aggravata. Pu
essere revocata (art. 180 c.p.). La revoca di diritto se la persona riabilitata entro sette anni compie
un delitto non colposo per il quale sia inflitta la pena della reclusione non inferiore a due anni o
pena pi grave.
11) La non menzione della condanna. I precedenti penali e giudiziari di ogni soggetto risultano da
apposito certificato del casellario giudiziale. Tra gli effetti penali della condanna si annovera anche
liscrizione al casellario. Ma anche in caso di condanna scritta non detto che essa risulti dal
certificato. Ma mentre i precedenti devono risultare dal certificato, per i privati lart. 175 c.p.
prevede che la prima condanna che rispetti certi limiti imposti dalla legge non figuri nel casellario
per la c.d. non menzione.
12) Il perdono giudiziale. Art. 169 c.p. Consiste nella rinuncia al giudizio o nellastensione dalla
pronuncia di condanna ed applicabile solo ai minori di diciotto anni che non siano gi stati
condannati a pene detentive per delitto e non sia delinquente abituale. Pu essere concessa per un
massimo di due volte sempre che il cumulo delle pene non superi i due anni e la pena pecuniaria
1549,37 euro. Estingue immediatamente il reato e non revocabile.
Diverso il c.d. non luogo a procedere per irrilevanza del fatto. Il P.M. pu chiederlo laddove
risulti la tenuit del fatto e la occasionalit del comportamento. Ancora diverso il caso della
sospensione del processo minorile con messa alla prova. Allesito favorevole della prova segue
dichiarazione giudiziale di estinzione del reato.
13) Il patteggiamento. In altre disposizioni diverse dal c.p. vi sono pure effetti estintivi. Il
patteggiamento una di queste norme. Consiste nellapplicazione della pena su richiesta delle parti.
Quando la pena non supera i cinque anni limputato ed il P.M. possono chiedere al giudice una
sanzione sostitutiva di una pena pecuniaria o di una pena detentiva. In sostanza le parti possono
concordare uno sconto fino ad un terzo. La relativa sentenza non comporta condanna al pagamento
di spese processuali n lapplicazione di pene accessorie e misure di sicurezza. La sentenza conduce
allestinzione del reato laddove sia stata irrogata una pena detentiva non superiore a due anni.
14) Laffidamento in prova al servizio sociale. Estingue la pena principale e non le accessorie.
15) La liberazione anticipata. Consiste nella detrazione di una quota di quarantacinque giorni per
ogni semestre di pena scontata. La remissione della parte di pena detratta si traduce nellestinzione
di essa. E revocabile.
16) Lestinzione del reato conseguente a condotte riparatorie. E una causa estintiva del reato ed
di competenza del giudice di pace. Egli sentite le parti pu concederla se lautore prima della
sentenza dimostri di aver riparato il danno e di aver eliminato le conseguenze dannose o pericolose
del reato.
LE MISURE DI SICUREZZA.
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Rappresentano quei provvedimenti diretti a riadattare il reo alla vita sociale e ad impedirgli di
nuocere nuovamente. Hanno funzione di prevenzione speciale positiva perch hanno lo scopo di
una risocializzazione del delinquente e prevenzione speciale negativa in quanto finalizzate ad
impedire la recidiva da parte di un soggetto pericoloso.
Il soggetto imputabile se riconosciuto colpevole viene condannato ad una pena alla quale si pu
aggiungere una misura di sicurezza qualora egli sia socialmente pericoloso.
Il soggetto non imputabile invece non punibile e ci comporta la non condanna e, una volta
riconosciuta lincapacit di intendere e di volere, il proscioglimento. Limputato prosciolto proprio
perch non imputabile sanzionabile con una misura di sicurezza personale se socialmente
pericoloso ed lunica sanzione di natura penale a disposizione del sistema penale per tali soggetti.
Si ritiene comunemente che le misure di sicurezza siano sanzioni criminali. Sono molto afflittive
e possono essere irrogate solo dopo un processo giurisdizionale come le pene ma, diversamente da
esse, non seguono lidea del castigo inteso come corrispettivo per ci che ha fatto il soggetto
imputabile in passato, ma guardano al futuro e mirano ad evitare che il soggetto non imputabile
possa fare qualcosa di pericoloso. Le misure di sicurezza devono avere una seria garanzia
costituzionale, in particolare il principio di legalit e, quindi, della riserva di legge e della tassativit
(art. 199 c.p. e art. 25, u.c. Costituzione). Non pu essere retroattiva. I presupposti per la sua
applicabilit sono due (art. 202 c.p.):
1. la realizzazione di un fatto previsto come reato (presupposto oggettivo);
2. la pericolosit sociale del reo (presupposto soggettivo).
Il giudice pu ordinare che limputato prosciolto in caso di reato impossibile sia sottoposto a misura
di sicurezza (art. 49 c.p.). In caso di concorso tra due o pi persone per il solo accordo per
commettere un delitto, il giudice pu applicare una misura di sicurezza. Le misure di sicurezza non
possono essere revocate se le persone ad esse sottoposto non hanno cessato di essere socialmente
pericolose (art. 207 c.p.). Se ne desume che la durata di esse indeterminata e si protrae finch
esiste la pericolosit sociale del soggetto.
Le misure di sicurezza sono personali e patrimoniali. Le personali si distinguono in:
Detentive (art. 215, 2 comma, c.p.):
1. lassegnazione ad una colonia agricola o ad una casa di lavoro
2. il ricovero in una casa di cura e ricovero
3. il ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario
4. il ricovero in un riformatorio giudiziario.
Non detentive (art. 215, 3 comma, c.p.):
1. la libert vigilata
2. il divieto di soggiorno in uno o pi Comuni o in una o pi provincie
3. il divieto di frequentare osterie e pubblici spacci di bevande alcooliche
4. lespulsione dello straniero dal territorio dello Stato.
Le patrimoniali sono (art. 236 c.p.):
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Tale sanzione civile da reato non deve essere confusa con la pena accessoria di analogo
contenuto ex art. 36 c.p.
2. obbligazioni nei confronti dello Stato. Il soggiorno in carcere non gratuito per il detenuto.
Egli obbligato a rimborsare allerario le spese per il suo mantenimento e risponde di tale
obbligazione con tutti i suoi beni presenti e futuri. Il rimborso riguarda il periodo di custodia
cautelare e la fase di esecuzione della pena. Inoltre obbligato a pagar le spese processuali. Tuttavia
vi la possibilit della rimessione del debito da parte dello Stato il detenuto versi in condizioni
economiche disagiate e si sia distinto per regolare condotta.
Le obbligazioni aventi ad oggetto le restituzioni e la pubblicazione della sentenza di condanna sono
espressamente qualificate dalla legge come indivisibili (art. 187 c.p.) ossia non sono suscettibili di
adempimento parziale. E prevista la regola della solidariet tra condannati per lo stesso reato.
Hanno invece carattere sussidiario e non solidale le c.d. obbligazioni civili per le pene pecuniarie.
Esse sorgono solo se il condannato insolvibile. Il c.p. prevede:
1. lobbligazione civile per le pene pecuniarie in capo alla persona rivestita dellautorit sul
dipendente (se questo era obbligato alla vigilanza sulloperato del dipendente);
2. lobbligazione civile per le pene pecuniarie in capo alle persone giuridiche eccettuati gli enti
pubblici per le condanne contro chi ne abbia la rappresentanza o lamministrazione.
A garanzia delladempimento delle obbligazioni civili nascenti da reato il c.p. contempla i
seguenti istituti:
1. il sequestro conservativo penale dei beni dellimputato;
2. lazione revocatoria nei confronti degli atti in frode compiuti dal colpevole;
3. il prelievo sulla remunerazione per il lavoro prestato dal condannato in carcere.
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INDICE
INTRODUZIONE...pag. 2
IL DIRITTO PENALE......pag. 2
IL CODICE PENALE..pag. 3
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