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I DELITTI DI OMICIDIO

Paragrafo 1 il soggetto attivo solo un uomo o anche un mostro Il codice penale prevede varie ipotesi di omicidio. La pi conosciuta sicuramente lomicidio volontario previsto dallart 575 c.p. che stabilisce: chiunque cagiona la morte di un uomo punito con la reclusione non inferiore ad anni 21. dalla lettura di questa norma si ricava che larticolo 575 c.p. tutela la vita delluomo. Ci fa sorgere linterrogativo se ugualmente punito chi cagiona la morte di un mostro, e cio di un essere vivente che ha poco o nulla di umano come morfologia fisica rispetto alla conformazione standard. La risposta al nostro quesito che se lessere mostruoso appartiene biologicamente al genere umano, lapplicazione dellart. 575 c.p. indubbia. Il dubbio sussiste al contrario se luccisione riguarda un animale evolutosi in maniera particolarmente simile alluomo oppure s un essere intelligente proveniente da altri mondi e quindi biologicamente alieno? In questo caso bisogna fare riferimento allarticolo 14 delle Disposizioni sulla legge in generale, il quale prescrive che le leggi penalinon si applicano oltre i casiin esse considerati; questo vuol dire che i casi in questione non possono essere ricompresi nellarticolo. Inoltre essendo In materia penale sussistente il divieto di analogia, non si potrebbe nemmeno vantare un applicazione analogica dellarticolo 575 c.p. Paragrafo 2 il soggetto attivo del reato Poich larticolo 575 c.p. afferma Chiunque cagiona, il problema da affrontare qui quello della individuazione dei soggetti ai quali deve essere applicata la legge penale italiana. Tale determinazione avverr: 1) in base al principio obbligatoriet della legge penale previsto dallart 3 del c.p.,: La legge penale italiana obbliga tutti coloro che, cittadini o stranieri, si trovano nel territorio dello Stato inoltre il 2 comma prevede che sono punibili anche coloro cittadini o stranieri, che compiono il reato allestero a condizioni che successivamente questi si trovino nel territorio dello stato.. cittadino a cui viene equiparato lapolide qualora esso risieda nello stato italiano. 2)In base al principio di territorialit previsto allarticolo 4 c.p.: agli effetti della legge penale territorio dello stato il territorio della Repubblica e ogni altro luogo soggetto alla sovranit dello Stato.. Da ci deriva che tutti possono rispondere di omicidio secondo la legge italiana (sia stranieri sia cittadini, sia che il reato sia compiuto allestero che nel territorio della nazione); lunico caso in cui non si pu applicare la legge italiana e quello di un omicidio commesso da straniero su straniero allestero. Da questa conclusione deriva inoltre che mentre il soggetto passivo dellomicidio pu essere solo un appartenente al genere umano; il soggetto attivo dellomicidio pu anche non essere appartenente al genere umano, ma un essere intelligente capace di intendere e di volere ( per esempio un alieno ), e questo a causa dellindeterminatezza del termine utilizzato.

2)Ancora per lidentificazione del soggetto attivo del reato si richiede di accertare lesistenza di un rapporto di causalit fra il comportamento e il reato: ci previsto allart 40 c.p. che prevede: Nessuno pu essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se levento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non conseguenza della sua azione od omissione. Paragrafo 3 la morte e la sua causazione Adesso bisogna vedere quale significato attribuire al termine morte. A tale proposito bisogna ricordare la Legge n. 578/1993 che ha dato una definizione di morte (morte clinica), stabilendo che la morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dellencefalo. In base a ci sar ritenuta una condotta omicida, quella di chiunque abbia provocato la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dellencefalo di un uomo. Chiarito il concetto di morte bisogna sottolineare che il modo in cui essa viene provocata, porter a diverse reazioni da parte dellordinamento. Nel caso dellomicidio possibile distinguere 4 ipotesi: 1) lomicidio previsto dallarticolo 575, che consiste in un omicidio doloso, caratterizzato cio da una condotta volontaria diretta a provocare la morte di un uomo. 2)lomicidio preterintenzionale previsto dallart. 584 c.p. caratterizzato dalla volont di percuotere o ferire qualcuno, ma non di ucciderlo. La morte dunque un evento non voluto ed proprio questo a giustificare la pena minore 3)lomicidio colposo art 589 :descritto come una condotta caratterizzata da quei comportamenti tipicamente colposi (imprudenza imperizia..) che portano involontariamente alla morte di una persona. 4)lomicidio del consenziente previsto dallarticolo 579 c.p. Paragrafo 4 come proceder lordinamento una volta accertata la morte di un individuo Abbiamo visto dunque come possibile distinguere varie ipotesi di omicidio. utile ora descrive come lordinamento, una volta accertato levento naturale (e giuridico) della morte di un uomo, dovr procedere: 1) innanzitutto si valuta se il fatto compiuto (cio laver provocato la morte di un uomo), si presenta come volontario o involontario (e ci servir a stabilire se il fatto rientra nellipotesi dellart 575, dellart 584 e via dicendo). 2) successivamente si accerta la colpevolezza del soggetto il che richiede lassenza di cause scriminanti che se presenti si aggiungeranno al fatto facendolo considerare come un fatto ab origine lecito ( si pensi all omicidio compiuto per legittima difesa, ci trasforma il fatto di reato da un omicidio a una legittima difesa in quanto la norma scriminante porta allapplicazione dellart. 52 in deroga allart 575). Ci in linea con larticolo 59 c.p. definisce le scriminanti come circostanze che escludono la pena .

La concezione delle circostanze come elementi negativi del reato (cio elementi che non devono essere presenti affinch sussista il reato), incontra varie obiezioni: a)lapparente contraddittoriet del fatto che per un verso si presenta illecito e per laltro invece lecito. Ci viene giustificato sostenendo che l applicazione della norma permissiva in deroga alla norma incriminatrice escluderebbe lantigiuridicit di quel fatto facendolo essere ab origine lecito; il problema per che le due norme, non prevedono la stessa identica vicenda perch la norma incriminatrice prevede soltanto il fatto di reato, mentre la norma scriminante prevede una diversa vicenda che si aggiunge a un qualunque fatto di reato e ne produce la liceit. b)Un'altra critica sottolinea la necessit che i fatti scriminanti siano solamente quelli previsti dalla legge (agli art 50-54 del c.p.) e non anche fatti simili a quelli. La dottrina invece prevalentemente favorevole allestensione per analogia ( in bonam partem ) delle fattispecie scriminanti, adducendo il motivo che le norme che le prevedono sono norme in forza delle quali non si punisce e dunque non sono norme penali, ma sono espressione di principi generali dellordinamento Paragrafo 5 lomicidio volontario (doloso) Larticolo 575 c.p. dice: chiunque cagiona la morte di un uomo punito con la reclusione non inferiore ad anni 21. Andando ad analizzare attentamente questo articolo, bisogna sottolineare alcuni elementi: 1) esso parla di reclusione e ci sta a significare che ci troviamo dinanzi ad un delitto (e non a una contravvenzione). Questo lo ricaviamo dalla lettura dellart 17 del c.p. che distingue le pene principali dei delitti e delle contravvenzioni (e la reclusione e una delle pene previste per i delitti). 2)inoltre lart 575 dice che la pena alla reclusione non pu essere inferiore ad anni 21. analizziamo lart 23 c.p., vediamo che la pena delle reclusione si estende da 15 giorni a 24 anni ed scontata in uno degli istituti a ci destinati. Da qui possiamo dedurre non solo che la reclusione una pena detentiva ,a anche una pena molto elevata dato che il massimo di pena per la reclusione corrisponde ad anni 24; e ci sta a significare che lomicidio un delitto molto grave. 3)Circa il modo in cui la pena viene scontata importante la legge 354/75, che afferma che i locali nei quali si svolge la vita dei detenuti e degli internati devono essere dotati di alcune caratteristiche (ad es. ampiezza sufficiente, illuminazione tale da permettere il lavoro e la lettura,dotazione di servizi igienici riservati..) affinch lorganizzazione penitenziaria sia rispettosa della dignit umana e dei valori della persona. 4)Infine unulteriore punto da chiarire che larticolo 575 c.p. parla di Chiunque cagiona la morte di un uomo: ovviamente in applicazione dell articolo 3 della Costituzione che afferma che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso,... si deve ritenere che con questo termine il legislatore volesse intendere lessere umano (e non solo lindividuo di sesso maschile).

Paragrafo 6 lomicidio preterintezionale Lart 584 punisce lomicidio preterintenzionale con la reclusione da 10 a 18 anni. al pari dellart 575 prevede come elemento essenziale: qualcuno che cagiona la morte di un uomo. Tuttavia lart.584 aggiunge un elemento in pi, quello per cui la morte si deve essere verificata a causa di atti diretti a commettere uno dei delitti preveduti dallart. 581 e582 c.p. Questi delitti costituiscono il cd. Reato di passaggio, che deve essere caratterizzato dal dolo dellagente che dunque deve aver voluto percuotere o ferire il soggetto. Circa la natura della preterintenzionalit: Per lungo tempo essa stata considerata come un ipotesi di responsabilit oggettiva, in cui il soggetto rispondeva del reato a prescindere dalla presenza del dolo o della colpa. Questa tesi tuttavia entrata in crisi con la sentenza 364/1988 della Corte Costituzionale che ha ribadito che la colpevolezza deve essere presente negli elementi essenziali dellillecito. Questo ha portato la dottrina a formulare due diverse teorie: a) la prima sosteneva che la preterintenzionalit consisteva in un dolo mistro a colpa (dolo per i reati di passaggio e colpa per il reato pi grave, appunto lomicidio). b) laltra tesi, pi correttamente sosteneva che la preterintenzionalit un elemento psicologico ulteriore rispetto al dolo e alla colpa; Ci trova conferma nel fatto che nellarticolo 43 c.p. si da una definizione di omicidio preterintenzionale: il delitto preterintenzionale o oltre lintenzione, quando dallazione o dallomissione deriva un evento dannoso o pericoloso pi grave di quello voluto dallagente. Da ci si desume -)che il tentativo di percosse o di lesioni almeno necessario non essendo sufficiente la sola preparazione a lesionare qualcuno(si pensi al caso di Tizio che si mette un tira pugni con lintenzione di picchiare Caio, questo intimorito scappa e casa in un burrone) . -) che se le lesioni o le percosse sono causate entro i limiti della disponibilit del diritto allincolumit fisica (art. 5 c.c.) leventuale morte non porter allapplicazione dellart 584 (si pensi al caso di un incontro di pugilato in cui un colpo porti alla morte di uno dei pugili.). infatti in questo caso, la condotta iniziale lecita e quindi non caratterizzata dal dolo. La condotta dellomicidio preterintenzionale a forma libera, perch pu essere costituta tanto da unazione quanto da unomissione. Una particolare tipologia di omicidio preterintenzionale descritta dalla Legge n. 194/1978 che allart 18 prevede: Chiunque cagiona linterruzione della gravidanza senza il consenso della donna punito con la reclusione da 4 a 8 anni; la stessa pena si applica a chiunque provochi linterruzione della gravidanza con azioni dirette a provocare lesioni alla donna se dagli atti su citati deriva la morte della donna la pena la reclusione da 8 a 16 anni. Ovviamente e solo lipotesi in cui si verifica la morte della madre a essere rilevante ai sensi dellart 584 c.p. In questo caso la condotta dalla quale deriva la

morte diversa da quella dellart. 584 e consiste in entrambi i casi in atti di interruzione della gravidanza senza il consenso della donna. Una critica stata mossa rispetto alla seconda ipotesi in cui la morte della donna provocata tramite lesioni. In questo caso infatti la morte della donna potrebbe essere considerata come conseguenza diretta delle lesioni e non dellinterruzione di gravidanza che di per s non svolgerebbe alcun ruolo causale nella sopravvenienza della morte. Ci porterebbe allapplicazione dellarticolo 584 c.p. e non dellart 18 della su citata legge. Paragrafo 7 morte o lesioni come conseguenza di un altro delitto: art 586 c.p. Larticolo 586 c.p. stabilisce che quando da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona, si applicano le disposizioni dellarticolo 83 ( evento diverso da quello voluto dallagente ) ma le pene stabilite negli articoli 589 e 590 sono aumentate. Ci troviamo nellipotesi in cui da un delitto doloso derivi, quale conseguenza non voluta, la morte. Ci sta a significare che levento morte deve essere aberrante (cio non conforme alla finalit cui tendeva lagente) Per la punibilit di questo fatto di reato la norma richiama larticolo 83 c.p., che prevede che: quando per errore, si cagiona un evento diverso da quello voluto, il colpevole risponde a titolo di colpa dellevento non voluto quando il fatto previsto dalla legge come delitto colposo. Lart. 83 prevede cos che levento aberrante(nel caso dellart 586 la morte) sia imputato a titolo di colpa, ma ci a condizione che il fatto sia preveduto in via autonoma come delitto colposo.(e questo porta nel caso di specie ad applicare l art. 589 o lart 590) Questa ipotesi prevista allart 586 differisce dallomicidio preterintenzionale; questa affermazione confermata dal fatto che lart 584 prevede solamente lipotesi in cui la morte accidentale sia causata da lesioni e percosse mentre lart 586 prende in considerazione tutti i delitti dolosi Vi sono poi alcuni problemi circa il fatto se in alcuni casi sia preferibile applicare lart. 584 oppure lart. 586: Si pensi allipotesi di Tizio che costringe alla fuga Caio, che ne teme laggressione, e questi, spaventato, cade in un burrone e muore Questa ipotesi pu essere ritenuta conforme alla previsione dellarticolo 584 a condizione che la condotta intimidatoria sia idonea ad integrare almeno il tentativo di percosse o di lesioni, al contrario si applicher larticolo 586 qualora la condotta iniziale integri solamente una minaccia (art 612). Bisogna inoltre ricordare che per la punibilit dellevento necessario che la morte fosse prevedibile, perch soltanto a questa condizione la condotta stessa potrebbe risultare viziata dallinosservanza delle cautele doverose, (per cui sicuramente la morte poteva essere prevista nel caso in cui linseguimento minaccioso avvenga sopra il tetto di un edificio non munito di barriere).

Paragrafo 8 lomicidio colposo Larticolo 589 c.p. descrive lomicidio colposo come il fatto di chi cagiona per colpa la morte di una persona e per ci punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni La particolarit dellart.589 consiste nella previsione di una condotta colposa, cio una condotta caratterizzata da negligenza imprudenza o imperizia (art 43 3 comma) che porta alla morte involontaria di un uomo. Lart.43 riguardo alla colpa postula che levento, anche se preveduto, non voluto dallagente. La previsione dellevento non sar dunque un elemento essenziale del reato ma al contrario una circostanza aggravante che porter ad un aumento di pena (aumento che si giustifica perch alla colpevole indifferenza di chi espone gli altri ad un pericolo quando il danno era prevedibile, si aggiunge lerrore di valutazione del potenziale di pericolosit della condotta si pensi al caso) per facilitare la comprensione si pensi a due esempi: a) quello dellincauto ottimista: un automobilista guida di notte in citt a velocit troppo elevata per riuscire ad evitare un passante che risulta travolto e ucciso; lomicidio colposo aggravato dalla previsione dellevento perch lagente aveva preveduto levento per escluderlo in base al convincimento che a quellora della notte nessuno potesse essere in circolazione. b) quello dellabile idiota: un motociclista esegue manovre spericolate in mezzo alla folla per dare risalto, con laltrui spavento, alla propria abilit: se questa alla prova dei fatti non risulta tale da evitare un incidente mortale, lomicidio colposo aggravato ex art. 61 n3 c.p. la pena prevista per lomicidio colposo la reclusione da 6 mesi a 5 anni. Tuttavia, il 3 comma dellart. 589, prevede lomicidio colposo plurimo e lomicidio colposo in concorso con le lesioni colpose: in tal caso si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la pi grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non pu superare gli anni 15. Questa una tipica ipotesi di concorso formale di reati. (la norma stata recentemente rivista; prima infatti prevedeva per questa ipotesi una pena massima di 12 anni che ovviamente appariva incoerente con i principi previsti in tema di concorso). poi possibile che un solo fatto di omicidio colposo sia commesso da pi persone. Questa ipotesi prevista in astratto dallart.113, che descrive questa forma del concorso come una cooperazione di pi persone nel cagionare levento di un delitto colposo. La cooperazione, per, non pu avvenire come una convergenza causale delle condotte verso levento che determinano. E necessario invece che la cooperazione colposa sia denotata non solo dalla cosciente volont di unire la propria alla altrui condotta, ma anche dalla violazione di regole di cautela o di tutela che deve viziare le singole condotte. (si pensi al caso di due ragazzi, di cui uno sale in un carrello della spesa, e laltro lo spinge gi per una discesa per poi saltare anchesso allinterno; se essi malauguratamente in questo gioco uccidono qualcuno, saranno entrambi accusati di omicidio colposo). Infine una constatazione che pu apparire ovvia: la condotta che porta allomicidio del soggetto esclude la rilevanza del soccorso. Questo porta

allintroduzione di un ipotesi interessante: si pensi al caso di Tizio che getta Caio in acqua con lintento di farlo annegare ma poi ravvedutosi si getta per salvarlo ma per imperizia nelle tecniche di salvataggio lo annega. Ci si chiede se Tizio debba rispondere per lomicidio doloso realizzato con evento aberrante o omicidio colposo? La risposta si pu dare sottolineando che ci si trova dinanzi ad un ipotesi di recesso nocivo (che stato appunto la causa della morte); lordinamento prevede che il recesso inefficace non ha rilevanza ai fini dellesclusione della dolosit del fatto (se un Tizio spara a Caio e poi tenta di salvarlo senza riuscirvi risponder comunque di omicidio doloso); da ci si ricava che anche in questo caso Tizio risponder per omicidio doloso ex art 575 c.p. (dato luguale trattamento riservato al recesso nocivo e al recesso irrilevante). Paragrafo 9 linfanticidio Larticolo 578 c.p. prevede il reato di infanticidio in condizione di abbandono morale e materiale: punisce con la reclusione da 4 a 12 anni la madre che cagiona la morte del proprio neonato immediatamente dopo il parto, o del feto durante il parto, quando il fatto determinato da condizioni di abbandono materiale e morale connesse al parto. Le condizioni di abbandono materiale e morale costituiscono dunque lantecedente causale del fatto; di per s questo fatto sarebbe infatti un omicidio aggravato, perch un omicidio del discendente; sono proprio le condizioni di abbandono a determinare la mutazione del titolo di reato. inoltre va sottolineato che le condizioni di abbandono costituiscono un elemento essenziale del reato e non unattenuante dellomicidio (come ritenevano alcuni) e questo dimostrato dal fatto che altrimenti troverebbe applicazione anche se ignorato dalla madre mentre lart 578 richiede che la madre sia consapevole della sua situazione in quanto proprio questa consapevolezza a spingerla ad agire come se vi fosse costretta. Le condizioni di cui parla lart 578 si identificano: nellisolamento psicologico e nella solitudine della madre e nella mancanza della necessaria assistenza che si concretizza nella mancanza di sostegno da parte del padre del bambino o della famiglia sua o del marito. Lesiguit della pena si spiega con la minore colpevolezza della madre, il cui stato emotivo tale da inficiare la sua normale capacit di intendere e di volere, (anche se normativamente ci irrilevante ai fini della sua imputabilit, infatti secondo la disposizione dellart.90 c.p. che prevede lirrilevanza ai fini dellimputabilit degli stati passionali o emozionali). La pena da infliggere alla madre la stessa a)nel caso in cui la madre uccida di mano propria il figlio, b)quanto lo uccida giovandosi dellaiuto dei concorrenti, c)quando essa concorra con altri che uccidono di loro mano suo figlio. Al riguardo bisogna per sottolineare che nellipotesi del 2comma per i concorrenti prevista,ex art 378, una pena non inferiore ad anni 21 (quindi la stessa pena prevista per omicidio); nellipotesi c (prevista sempre al 2 comma) il reato di infanticidio riguarder solo la madre che concorre alla morte del figlio allautore materiale verr applicato lart 575.

Da questo si deve concludere che pu beneficiare di questa disciplina solo la madre mentre il dolo dei concorrenti sempre il dolo dellomicidio.; lunica eccezione e se i concorrenti hanno agito con il solo scopo di aiutare alla madre, il che fa sorgere qualche dubbio su come linfanticidio possa essere di ausilio alla madre. Dubbio che pu essere risolto sostenendo che la condotta integra il requisito dellassistenza quando non finalizzata ad altro fine se non a quello di prestare aiuto per solidariet emotiva. Circa la posizione del padre egli sar considerato come tutti gli altri concorrenti. Ci si chiede se a questi si possa applicare laggravante di aver commesso il fatto contro il discendente: la risposta negativa in quanto questa aggravante applicabile solamente allart 575 del c.p. e inoltre ci specificato dal 3 comma dellart 578 che prevede la non applicazione delle aggravanti comuni (art 61). Domande sorgono in caso di errore sul fatto di reato che portano la madre esagerare il suo pessimismo rispetto alla sua reale situazione: In questo caso trover applicazione il 2 comma dellart.47, in base al quale lerrore sul fatto che costituisce un determinato reato non esclude la punibilit per un reato diverso. Questo articolo pu essere applicato al caso che stiamo esaminando, perch la madre versa in errore sul fatto che commette (lomicidio aggravato), e questo lo esclude, ma agisce pur sempre col dolo del delitto di infanticidio ed proprio per questultimo che verr punita. Paragrafo 10 lomicidio del consenziente Larticolo 579 c.p. punisce lomicidio del consenziente sanzionando con la reclusione da sei a quindici anni chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui. Il punto fondamentale di questa disposizione consiste nellesclusione del bene fondamentale della vita dallambito dei diritti disponibili. Infatti lomicidio del consenziente sanzionato solamente perch la legge prevede che il soggetto non possa disporre del suo diritto alla vita; se cos non fosse la condotta dellagente non sarebbe punibile in quanto sussisterebbe la scriminante dellart 50 del c.p. consenso dellavente diritto. Il problema dellomicidio del consenziente si pone in quanto vi sono delle malattie particolarmente dolorose o debilitanti nelle quali si pone il problema del c.d aiuto a morire. possibile distinguere varie ipotesi: 1) laiuto a morire puro: in cui laiuto costituito da azioni dirette ad alleviare le sofferenze del morente nella fase finale della malattia senza che ci determini un accorciamento della vita; esso pertanto un dovere per il medico e ovviamente non assurge a rilevanza penale. 2) laiuto a morire indiretto: in cui laiuto consistente nella somministrazione di anestetici in dosi sufficienti a vincere il dolore o nel ricorso a terapie aventi lidentico scopo con leffetto per di un accorciamento della vita. In questo caso se il ricorso agli anestetici o ad altre terapie corrisponde ad una necessit medica, esso anche doveroso, nonostante che produca lacceleramento della morte.

3) laiuto a morire passivo: in cui laiuto consistente nellacceleramento della morte determinato dallomissione di terapie dirette al prolungamento artificiale della vita. Laiuto a morire passivo per la legge italiana illecito, anche in presenza del consenso del malato, e ricade sotto la previsione dellart.579 c.p. 4) laiuto a morire attivo: in cui laiuto consiste nellacceleramento della morte prodotto in conformit della volont del malato e quindi con il suo consenso; anche questa ipotesi ricade sotto lart. 579 c.p. La condotta pu assumere la forma dellazione o quella dellomissione: del primo caso esempio la somministrazione di analgesici in dose letale, del secondo caso esempio lomettere di somministrare i medicinali necessari alla sopravvivenza La legge penale italiana non consente di stabilire differenze di disciplina tra laiuto a morire passivo e quello attivo. Ritornando alla rilevanza del consenso: esso non porter sicuramente allesclusione dellantigiuridicit del fatto, tuttavia avr come effetto di diminuire la gravit del reato, ci dimostrato dalla pena che va da un minimo di 6 ad un massimo di 15 anni pena che ulteriormente ridotta se il soggetto ha agito per motivi di particolare valore sociale o morale, entro i tre anni di reclusione, in modo da permette la sostituzione della pena detentiva con misure sostitutive. possibile che si verifichi un errore sul consenso (cio che il consenso sia ritenuto esistente dallagente ma non sia stato effettivamente prestato). In questo caso lerrore non riguarder il consenso ,che come si detto non pu essere prestato rispetto al diritto alla vita, ma si riferir al reato commesso: lomicidio volontario. Lerrore circa lesistenza del consenso escluder il dolo dellomicidio volontario e quindi la punibilit per lo stesso, cos come ricorda lart 47 1 comma che prevede che lerrore sul fatto che costituisce il reato, esclude la punibilit dellagente. Tuttavia questo non escluder lapplicazione del 2 comma dellart 47 che prevede che lerrore sul fatto di reato non esclude la punibilit per un reato differente; reato differente che in questo caso lomicidio del consenziente (che non solo il reato che si effettivamente realizzato, ma anche quello a cui tendeva lagente). Lomicidio del consenziente oltre che consumato pu essere tentato. Essendo tuttavia il tentativo di omicidio del consenziente impossibile, perch il consenso non stato prestato per le lesioni ma per la morte, il tentativo non pu essere punito ex art 579 del c.p. infatti lart 49 2 comma prevede la punibilit esclusa quando impossibile levento dannoso o pericoloso. Ci non impedisce di applicare lart. 49 3 comma, che prevede la possibilit che la sanzione possa essere irrogata per il reato diverso effettivamente realizzato cio, in questo caso: le lesioni volontarie attenuate dal consenso della vittima. Paragrafo 11 listigazione o aiuto al suicidio Larticolo 580, 1 comma c.p. sanziona listigazione o aiuto al suicidio che punisce:Chiunque determina altri al suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo lesecuzione. La pena prevista dalla detta norma la reclusione da 5 a 12 anni se il suicidio avviene; se il suicidio non avviene, la pena la reclusione da 1 a 5 anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Lo stesso articolo al 2 comma, stabilisce che le pene previste sono

aumentate nel caso in cui laiuto sia rivolto ad una persona minore degli anni 18 o inferma di mente... Lart. 580 non contiene altre disposizioni in materia di circostanze: dunque, a differenza dell. 579, allaiuto al suicidio sono applicabili le circostanze aggravanti comuni. Ancora il 2 comma prosegue sostenendo che se la persona istigata, minore degli anni 14 o priva della capacit di intendere e volere, si applicano le disposizioni relative allomicidio Il suicidio non preveduto come reato dalla legge penale sicch bisogna concludere che la condotta di istigazione,che per s considerata condotta da concorrente, punita dallart. 580 considerando listigatore come se fosse lautore materiale. Linesistenza di una previsione incriminatrice non significa che il suicidio non possa essere considerato un atto antigiuridico. Potrebbe essere considerato antigiuridico ad esempio sostenendo che esso annulla laspettativa della collettivit circa ladempimento individuale dei doveri inderogabili di solidariet (art 2 cost.) Il silenzio della legge penale rispetto al suicidio pu essere spiegato col fatto che lincriminazione sarebbe in ogni caso privo di conseguenze sanzionatorie, dal momento che, consumato il suicidio, il reato sarebbe estinto per la morte del reo. La stessa spiegazione non pu essere data, per, per il tentativo di suicidio,. Per incriminare il tentato suicidio, tuttavia, il legislatore sarebbe costretto ad affermare lesistenza di un dovere giuridico di lasciarsi vivere.(il che contrasterebbe con molte norme in primis con lart 32 della cost. che permette al soggetto di rifiutare cure mediche anche se questo lo porter alla morte). Oggetto del reato una condotta che causa indirettamente la morte di un altro soggetto e deve corrispondere alla forma dellistigazione o della determinazione ( causalit psichica ) oppure dellagevolazione o dellaiuto ( causalit materiale ). Sotto il profilo soggettivo Laiuto al suicidio caratterizzato dal concorso doloso (volontario) della vittima, che elemento costitutivo del fatto. La condotta del determinatore e dellincapace devono essere valutate come se costituissero ununica condotta, a condizione che la condotta del primo sia legata a quella del secondo da un sicuro nesso di causalit materiale e psichica. Paragrafo 12 il tentato omicidio del consenziente e il tentato aiuto al suicidio Bisogna ora prendere in considerazione le ipotesi di tentato omicidio del consenziente o di tentato suicidio che provoca lesioni gravi: entrambi i casi sono preveduti dalla legge come reato, sicch, in forza dellart. 185 c.p., ognuno dei due illeciti obbliga al risarcimento il colpevole a norma delle leggi civili. Il problema se in questo caso la persona che acconsente alla propria morte deve considerasi come la persona offesa dal reato. A questo proposito bisogna ricordare l equiparazione, ai fini del risarcimento, fra laiuto al suicidio e laiuto a morire: ci confermato dallorientamento scientifico riguardo al suicidio, il quale sostiene che, dal punto di vista psichiatrico, il suicidio una malattia diagnosticabile che va valutata alla stregua delle altre malattie;

Posta luguaglianza sostanziale fra le due ipotesi (art 579 e art 580) ritornando alla domanda iniziale ci si chiede se il consenziente che abbia riportato lesioni, pu chiedere il risarcimento del danno, patrimoniale e non, a colui al quale ha chiesto di essere ucciso: La risposta s, il fatto in questione (cio laiuto dato al soggetto per togliersi la vita) illecito e costituisce dunque reato e, ai sensi dellart 185 del c.p. obbliga al risarcimento del danno patrimoniale e non. Tutto questo vero se si verifica un tentato omicidio del consenziente o se laiuto al suicidio porta a lesioni gravi; lunica eccezione consiste nellipotesi dellaiuto al suicidio che porti a lesioni lievi: non essendo il fatto preveduto dalla norma penale, non comporter lobbligo di risarcimento per il danno non patrimoniale non precludendo tuttavia la responsabilit per il danno patrimoniale ai sensi dellart. 2043 c.c. (per il quale tra laltro irrilevante che il fatto dannoso sia doloso o colposo). Larticolo 2056 c.c., dispone che il risarcimento dovuto al danneggiato si deve determinare secondo la disposizione dellart. 1227 c.c.,; si deve tenere conto del comportamento volontario della vittima che ha concorso a cagionare il danno, e da ci discende che il risarcimento deve essere diminuito a seconda della gravit di tale comportamento e delle conseguenze che questo ha avuto sullevento dannoso. Paragrafo 13 lattentato al Presidente della Repubblica e gli altri delitti di attentato Larticolo 276 c.p., punisce con lergastolo chiunque attenta alla vita, alla incolumit o alla libert del Presidente della Repubblica. Poich lo stesso articolo non prevede che dal fatto derivi la morte si deve concludere che la sanzione si ha sia nel caso di tentativo sia nel caso di riuscita dellattentato. Questo perch il dolo del reato costituito dalla volont di determinare un danno politico per lo Stato la morte della persona fisica un elemento secondario della vicenda. La pena prevista lergastolo, una pena molto pi elevata rispetto a quella prevista per il tentato omicidio comune, ci sottolinea che ci troviamo dinanzi ad un reato politico, infatti il presidente rappresenta le istituzioni dello stato e sono essere ad essere tutelate dalla norma. Per questo non stupisce che questa disposizione sia contenuta nel capo intitolato ai delitti contro la personalit interna dello Stato. Circa la natura del delitto previsto da questa norma essa appartiene alla categoria dei delitti di attentato: la cui caratteristica quella di anticipare la consumazione al momento del tentativo qualificando il delitto come consumato (e non tentato come sarebbe altrimenti). Va rilevato a tal proposito che la dottrina maggioritaria ha ritenuto che il tentativo e lattentato hanno le medesime caratteristiche e che lunico elemento che li differenzia una previsione autonoma per reati di attentato (tuttavia esistono anche delle tesi minoritarie, fra queste ricordiamo quella che sostiene che mentre lattentato pu riuscire, e ci nonostante restare delitto di attentato; il tentativo tale soltanto se non riuscito, perch altrimenti il delitto consumato). Circa la distinzione fra Larticolo 276 lart.575 (art 276 che si applicher in deroga allart 575 in applicazione del criterio di specialit), si deve ritenere che essa

si basi sul diverso oggetto di tutela che si ricava dal paragone del fatto di reato: nellart.276 il fatto descritto lattentato alla vita del Presidente della Repubblica in quanto egli Capo dello Stato, 575 il fatto descritto laggressione omicida ad un uomo (eventualmente solo tentata art 56), indipendentemente dalla sua qualit. Da ci si deduce che lart. 276 tutela in primo luogo la funzione istituzionale del capo dello stato e poi, solo incidentalmente, la sua vita; viceversa, lart. 575 tutela la vita, senza riserve. Se questa la ratio delart 276 del c.p. si deve concludere che se lattentato alla vita del capo dello stato non ha movente politico, non ha senso applicare lart.276 e bisognerebbe applicare la normativa relativa allomicidio comune. Lo stesso discorso fatto per lart 276 va fatto anche per lart. 295 c.p., che prevede l attentato alla vita dei Capi di Stati esteri. Tra questi deve essere compreso, a seguito del nuovo concordato tra Stato e Chiesa del 1984, anche il Sommo Pontefice, il quale originariamente era equiparato al Re e successivamente al Capo di Stato italiano. Una differenza fra questa norma e quella precedente e che essa distingue a seconda che lattentato riesca o no (nel primo caso pena allergastolo; nel secondo 20 anni di reclusione). La morte della persona fisica si qualifica dunque in questo caso come una circostanza aggravante dellattentato. Qualificandosi come una conseguenza ulteriore (identica conclusione per lart 280 del c.p. attentato terroristico). Ci sono altri due altri articoli da prendere in considerazione per quanto riguarda questo discorso: lart. 289 bis ( sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione ) e art. 630 ( sequestro di persona a scopo di estorsione ): in questi due articoli la previsione legislativa distingue esplicitamente lipotesi in cui la morte della persona sequestrata sia una conseguenza non voluta, da quella in cui la morte voluta dal colpevole. Da questa distinzione deriva: 1) la morte non voluta (colposa): verr valutata come circostanza aggravante dellevento. (che porter la pena ad essere aumentata dalla pena base di 23 anni a 30). 2) la morte causata volontariamente: dar vita ad una norma incriminatrice autonoma e speciale rispetto allart. 575; in questo caso la morte fa parte di un reato complesso e viene in esso assorbito. Anche larticolo 285 che punisce atti di Devastazione, saccheggio e strage rientra tra le fattispecie legali di attentato: esso punisce con lergastolo chiunque, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, commette un fatto diretto a portarela strage nel territorio dello Stato o in parte di esso. Il bene tutelato da questa norma esplicitamente la sicurezza dello Stato; dunque lattentato alla pubblica incolumit, e cio la strage, costituisce solo il modo delloffesa rispetto al reale obiettivo: la destabilizzazione conseguente alla dimostrata incapacit delle istituzioni dello Stato di garantirne la sicurezza. Per questo il delitto previsto dallart. 285 consumato gi a livello di attentato, e leventuale uccisione di una o pi persone non prevista nemmeno come circostanza aggravante dato che la pena prevista lergastolo. Anche larticolo 422 costituisce una fattispecie di attentato che punisce la strage che si realizza in casi diversi rispetto a quelli previsti dallart 285 c.p. e che

prevede come pena la reclusione non inferiore a 15 anni. previsto poi lergastolo se dalla strage deriva la morte di una o pi persone. Le differenza fra lart 285 e lart 422 si basano sul fatto che: mentre lart. 285 richiede che la strage sia usata come mezzo usato per realizzare un attentato alla sicurezza dello Stato; la norma dellart. 285 prevede una strage per cd. generica La lettura rovesciata dellart. 422(metodo usato dalla dottrina che permette di leggere la norma come un delitto di attentato), permette di accertare che luccisione di una o pi persone rappresenta lelemento ulteriore: una circostanza aggravante. utile concludere sottolineando la differenza fra il reato di strage e lomicidio: la condotta di strage non consiste di atti diretti a cagionare la morte di una o pi persone, ma consiste nel compimento di atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumit. Latto rivolto verso la pubblica incolumit dunque costitutivo di un reato a vittima indeterminata. Paragrafo 14 le circostanze aggravanti speciali dellomicidio Le circostanze aggravanti dellomicidio doloso sono prevedute negli artt.576 e 577 c.p.: esse sono circostanze speciali e, ad effetto speciale in quanto comportano laumento della pena allergastolo (quindi a pi di 1/3 essendo la pena base non inferiore a 21 anni) e come tali devono essere valutate prima delle circostanze ad effetto comune che tra laltro non troveranno applicazione dato che dallapplicazione di queste circostanze speciali deriver, come si detto, la pena allergastolo e questo impedir ulteriori aggravamenti. Il fatto che vi siano due previsioni nel codice circa le circostanze aggravanti speciali previste per lomicidio comune, dovuto alla circostanza che inizialmente il Codice Rocco prevedeva la pena di morte per le circostanze previste allart 576. distinguendo le varie ipotesi: 1)il 1 comma dellart 576 rinvia allart. 61 n2: cio alla circostanza aggravante comune della cd. connessione teleologica, che si sostanzia nel reato che viene commesso per commetterne un altro, ovvero nel reato che viene commesso per assicurarsi limpunit in relazione ad un reato gi commesso. 2) il 2 comma dellart 576: prevede insieme una serie di circostanze che singolarmente sono previste dallart 577 comma 1 [per cui si rinvia a tale articolo]. 3)il 3 comma dellart 576: prevede la pena allergastolo se lomicidio commesso in condizione di latitanza. Latitanza che equiparata allevasione ma non alla sottrazione alla misura di sicurezza personale detentiva. 4) il 4 comma dellart 576: prevede la pena allergastolo per lassociato di un associazione a delinquere che compie un omicidio per sottrarsi allarresto. Questa norma si applica anche allassociazione a delinquere di tipo mafioso; tuttavia rispetto a questultima non trova applicazione con riguardo al concorrente esterno. 5) il 5 comma dellart 576: punisce lomicidio, commesso in occasione di violenza sessuale, consumata o tentata. Poich la violenza sessuale configurata come circostanza aggravante dellomicidio, essa degrada da reato autonomo a circostanza aggravante di un reato diverso nel quale risulta assorbita.

5.1.) il comma 5.1 dellart 576: che prevede lergastolo se lomicidio compiuto da un soggetto che si reso colpevole delle condotte indicate nellart 612 bis (reato di stalking). Riguardo al discorso sulla violenza sessuale, un discorso a parte va fatto sulla violenza sessuale di gruppo: si tratta di una fattispecie nuova e del tutto autonoma rispetto a quella della violenza sessuale, (punita con pena diversa da quella ordinaria per il reato, e per la quale prevista la procedibilit dufficio e non a seguito di querela della persona offesa). Questo ha fatto sorgere il dilemma se anchessa debba ridursi ad aggravante dellomicidio o se debba concorrere con esso. La risposta pi corretta la seconda non essendo superabile il fatto che la violenza di gruppo non prevista dal 5 comma dellart 576 e che si configura come un reato differente rispetto alla violenza sessuale. 6) il 1 comma dellart 577 prevede lergastolo se lomicidio compiuto contro lascendente o il discendente: opportuno sottolineare che se questo realizzato per errore (di persona o di esecuzione) laggravante non si applicher cos come previsto dallart 60 del c.p. che dispone lerrore sulle qualit della persona offesa non sono poste a carico dellagente. 7)il 2 comma dellart 577: prevede lergastolo se il fatto commesso con luso di sostanze venefiche o di altre sostanze insidiose: la giustificazione di questa aggravante sta nel fatto che i mezzi utilizzati, essendo difficili da individuare, riducono la capacit di difesa della vittima. 8) il 3 comma dellart 577: prevede laggravante della predeterminazione. Essa richiede due elementi: a) uno cronologico: che richiede che esista un intervallo di tempo fra la progettazione del reato e la sua realizzazione; b) laltro ideologico che richiede che lomicida per tutto il tempo fra il momento dellideazione e quello dellesecuzione, ha avuto sempre la stessa volont omicida. 9) il 4 comma dellart 577: prevede lergastolo se lomicidio commesso per motivi futili o abbietti o con mezzi crudeli (rinviando allart 61 n. 1 e 4). La peculiarit che aggravanti che generalmente avranno leffetto normale di aumentare la pena di 1/3 in questo caso portano allergastolo. Tutte queste aggravanti si applicano anche allomicidio preterintenzionale. Questo tuttavia crea un problema circa lapplicazione ad esso della premeditazione: ci si chiede infatti come possa essere premeditato un fatto non voluto. La soluzione si ravvisa sottolineando che la premeditazione deve essere riferita alla parte dolosa del reato cio ai reati di passaggio.

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