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Capitolo 13 - cause di estinzione della pena

Diritto Penale (Università degli Studi di Bari Aldo Moro)

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LE CAUSE DI ESTINZIONE DELLA PENA


Con il termine ​cause di estinzione della pena il legislatore italiano designa una serie di
istituti che intervenendo dopo la pronuncia della condanna e l’inflizione delle pene, ne
impediscono in tutto o in parte l’esecuzione o precludono il prodursi di tutti gli effetti penali
della condanna o di una parte di essi.

AMNISTIA IMPROPRIA (Art. 151 c.p.)


E’ un ​provvedimento generale di clemenza​, adottato con legge deliberata a maggioranza
dei ⅔ dei componenti di ciascuna Camera (art. 79 Cost.).
L​’amnistia impropria rispetto all’amnistia propria interviene ​dopo la sentenza di
condanna.
L’amnistia impropria estingue il reato, e se vi è stata ​condanna ​fa ​cessare l’esecuzione
delle pene principali ​e delle pene accessorie​, mentre ​non estingue gli ​effetti penali della
condanna.
Nel concorso di più reati, l’amnistia si applica ai singoli reati per i quali è stata concessa.
E’ applicata dal giudice dell’esecuzione e può essere sottoposta a ​condizioni ​o ad ​obblighi​.
Può trattarsi di ​condizioni sospensive (es. risarcimento del danno alla persona offesa), nel
qual caso il giudice dell’esecuzione deve sospendere l’applicazione dell’amnistia fino al
verificarsi della condizione imposta, ovvero di ​condizioni risolutive ​(es. la commissione di
un altro reato), nel qual caso al verificarsi della condizione il giudice dovrà revocare il
provvedimento con il quale ha applicato l’amnistia.
Non si applica ai recidivi, né ai delinquenti abituali, o professionali o per tendenza, salvo
che il decreto disponga diversamente.

SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue gli


pena pene effetti
principale​? accessorie​? penali​?

Amnistia impropria Provvedimento generale di clemenza, adottato SI SI NO


(art. 151 c.p.) con legge deliberata a maggioranza dei ⅔ dei
componenti di ciascuna Camera (art. 79 Cost).

LA MORTE DEL REO DOPO LA CONDANNA (Art. 171 c.p.)


La ​morte del reo​, avvenuta ​dopo la condanna​, ​estingue la pena → (​estingue la ​pena
principale​, le ​pene accessorie​ e ​ogni effetto penale della condanna​).
L’unica sanzione penale di cui può continuare l’esecuzione è la confisca, trattandosi di una
misura di sicurezza che colpisce le cose e non la persona del condannato.
La morte del reo non comporta l’estinzione delle obbligazioni civili da reato che si
trasmettono agli eredi: fanno eccezione le obbligazioni inerenti alle spese di mantenimento
in carcere del condannato, nonché l’obbligo di rimborsare le spese del processo penale.

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SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue gli


pena pene effetti
principale? accessorie? penali?

Morte del reo (art. Morte intervenuta dopo la condanna SI SI SI


171 c.p.)

LA PRESCRIZIONE DELLA PENA (Art. 172 e 173 c.p.)


Il ​decorso ​di un certo lasso di tempo dopo la pronuncia della sentenza definitiva di
condanna determina l’​estinzione di tutte le pene principali​, ad ​eccezione dell’ergastolo​;
non si estinguono​ invece ​né le pene accessorie​,​ né gli effetti penali della condanna.
Il ​termine per la prescrizione della pena decorre dal giorno in cui la condanna è divenuta
irrevocabile; nel caso in cui sia iniziata l’esecuzione della pena, e l’esecuzione si interrompa
per un fatto volontario del condannato, la prescrizione inizia a decorre dal giorno successivo
a quello in cui il condannato si è volontariamente sottratto all’esecuzione.
● Art 172 c.p.​: estinzione delle pene della reclusione e della multa per decorso del
tempo.
- La pena della ​RECLUSIONE ​si ​estingue ​in un ​tempo pari al doppio della pena
inflitta​, entro i ​limiti minimo e massimo di 10 e 30 anni.
- La pena della ​MULTA​ ​si ​estingue​ ​nel termine di 10 anni​.
Se la ​multa ​è inflitta congiuntamente alla ​reclusione​,la prescrizione matura per entrambe
le pene ​nel tempo stabilito per la ​reclusione​.
Se l’​esecuzione della pena è subordinata alla ​scadenza di un termine o al ​verificarsi di
una condizione​, il tempo necessario per l’estinzione della pena decorre dal giorno in cui il
termine è scaduto o la condizione si è verificata.
Nel caso di ​concorso di reati si ha riguardo, per l’estinzione della pena, a ciascuno di essi,
anche se le pene sono state inflitte con la medesima sentenza.
● Art. 173 c.p.​: estinzione delle pene dell’arresto e dell’ammenda per decorso del
tempo.
- Le pene dell’​ARRESTO​ ​ e dell’​AMMENDA​ si ​estinguono​ ​nel ​termine di 5 anni.
Se l’​ammenda ​è inflitta congiuntamente all’​arresto​, la prescrizione matura per entrambe
le pene ​nel termine stabilito per l’​arresto.

In materia di ​prescrizione della pena per i recidivi ​(salvo che si tratti di recidivo semplice) ​e
per i delinquenti abituali, professionali o per tendenza​: nei loro confronti sono
imprescrittibili le pene della reclusione e della multa, mentre le pene dell’arresto e
dell’ammenda si prescrivono in un tempo doppio rispetto a quello ordinario, e cioè di 10
anni. Sono inoltre imprescrittibili le pene dalla reclusione e della multa se il condannato,
durante il tempo necessario per l’estinzione della pena, riporta una condanna alla
reclusione per un delitto della stessa indole.

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SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue gli


pena pene effetti
principale? accessorie​? penali?

Prescrizione della Decorso di un certo lasso di tempo dopo la SI (tranne NO NO


pena (artt. 172-173 pronuncia della sentenza definitiva di condanna. l’ergastolo
c.p.) )

L’INDULTO (Art. 174 c.p.)


E’ un ​provvedimento generale di clemenza​, adottato con legge deliberata a ​maggioranza
dei ⅔ dei componenti di ciascuna Camera ​(art. 79 Cost.).
Originariamente il potere di clemenza era attribuito al ​Presidente della Repubblica.
L’​effetto dell’indulto è quello di ​condonare in tutto o in parte, la ​pena principale inflitta
con la sentenza di condanna, ovvero di ​commutarla​, cioè sostituirla ​con un’altra pena
meno grave.
Non estingue le ​pene accessorie​, salvo che il decreto disponga diversamente, e neppure gli
altri ​effetti penali della condanna.
L’indulto è applicato dal ​giudice dell’esecuzione (cd. indulto proprio)​. Quando invece lo
applica il ​giudice di cognizione al momento della pronuncia della condanna ​(cd. indulto
improprio)​, gli effetti estintivi si verificano solo al momento del passaggio in giudicato della
sentenza.
Per impedire che ciascun condannato possa fruire dell’indulto in misura superiore a quella
fissata dalla legge, l’art. 174 comma 2 dispone che nel caso di concorso di reati l’indulto si
applica una sola volta sulla pena cumulata, cioè dopo che il giudice dell’esecuzione ha
cumulato le pene inflitte con una o più sentenze.
L’indulto non si applica ai recidivi, né ai delinquenti abituali, o professionali o per
tendenza​, salvo che la legge non disponga diversamente.
L’indulto può essere sottoposto a ​condizioni ​o ad ​obblighi​.
Può trattarsi di ​condizioni sospensive (es. risarcimento del danno alla persona offesa), nel
qual caso il giudice dell’esecuzione deve sospendere l’applicazione dell’indulto fino al
verificarsi della condizione imposta, ovvero di ​condizioni risolutive ​(es. la commissione di
un altro reato), nel qual caso al verificarsi della condizione il giudice dovrà revocare il
provvedimento con il quale ha applicato l’indulto

SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue


pena pene gli ​effetti
principale? accessorie​? penali?

Indulto (art. 174 c.p.) Provvedimento ​generale ​di clemenza, adottato SI NO NO


con legge deliberata a maggioranza dei ⅔ dei (in tutto o in (salvo diversa
componenti di ciascuna Camera (art. 79 Cost.). parte); in previsione
alternativa, nel
la commuta provvedimen
in altra pena to di
principale concessione).
meno grave.

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.
LA GRAZIA (Art. 174 c.p.)
La ​grazia ​è un ​provvedimento di clemenza individuale​, che si rivolge cioè ad uno o più
singoli condannati, e la cui concessione è riservata, ai sensi dell’art. 87 Cost., al ​Presidente
della Repubblica​.
La grazia, oltre che a seguito di domanda del condannato, può essere concessa dal
Presidente della Repubblica anche in assenza di domanda.
L’​effetto della grazia è quello di ​condonare in tutto o in parte, la ​pena principale inflitta
con la sentenza di condanna, ovvero di ​commutarla​, cioè sostituirla ​con un’altra pena
meno grave.
Non estingue le ​pene accessorie​, salvo che il decreto disponga diversamente, e neppure gli
altri ​effetti penali della condanna.
La legge prevede espressamente la possibilità che il provvedimento di grazia sia sottoposto
a ​condizioni (ad es. l’assenza di condanne per un determinato periodo di tempo successivo
alla concessione della grazia, il risarcimento del danno causato dal reato ecc.):
l’inadempimento della condizione comporta la revoca della grazia: in tal caso il condannato
dovrà espiare la pena o la parte di pena a suo tempo condonata, ovvero dovrà espiare la
pena originariamente inflitta al posto di quella sostituita con il provvedimento di grazia.

SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue


pena pene gli ​effetti
principale​? accessorie​? penali​?

Grazia (art. 174 c.p.) Provvedimento ​individuale ​di clemenza, SI NO NO


adottato dal Presidente della Repubblica (art. 87 (in tutto o in (salvo diversa
Cost.). parte); in previsione
alternativa, nel
la commuta provvedimen
in altra pena to di
principale concessione).
meno grave.

LA NON MENZIONE DELLA CONDANNA NEL CERTIFICATO DEL


CASELLARIO GIUDIZIALE (Art. 175 c.p.)
Scopo del ​casellario giudiziale​ è di documentare i precedenti penali di ogni soggetto.
La certificazione dei precedenti giudiziari iscritti nel casellario può provocare effetti di
stigmatizzazione sociale qualora la certificazione venga richiesta da un privato. Si
comprende, dunque, la finalità dell’istituto della non menzione della condanna nel
certificato del casellario giudiziale spedito a richiesta dei privati: evitando che la condanna
venga resa nota in questo o quell’ambiente sociale, si evita il pregiudizio al buon nome della
persona - un delinquente primario, autore di un reato non grave - e in particolare non si
compromettono o intralciano le sue possibilità di lavoro.

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Questo istituto, dunque, ​non incide sulle pene principali o ​accessorie​, bensì su un ​effetto
penale della condanna​: la menzione della condanna nel certificato rilasciato a richiesta dei
privati (​escluso per ragioni elettorali​).

La non menzione può essere disposta dal giudice in presenza dei seguenti ​requisiti​:
● La pena inflitta non deve essere superiore a 2 anni​, sia che si tratti di ​pena
detentiva​, sia che si tratti di ​pena pecuniaria​, ragguagliata a pena detentiva a
norma dell’art. 135 c.p.
In caso di condanna alla sola ​multa ​o alla sola ​ammenda​, la non menzione può
peraltro essere concessa quando l’ammontare della multa o dell’ammenda ​non sia
superiore a 182.500 euro (che si determinano moltiplicando 730 per 250, cioè il
numero dei giorni compreso in 2 anni e il valore in euro attribuito dall’art. 135 c.p. a
un giorno di pena detentiva).
La non menzione della condanna può essere concessa qualora siano ​inflitte
congiuntamente una ​pena detentiva non superiore a 2 anni e una ​pena
pecuniaria che, ragguagliata a norma dell’art. 135 c.p. e cumulata alla pena
detentiva, priverebbe complessivamente il condannato della libertà personale
per un tempo non superiore a 2 anni e mezzo.
● Deve trattarsi di una prima condanna (o di una successiva condanna per reati
commessi anteriormente ad una prima condanna, purché la pena inflitta, cumulata
con quelle precedentemente irrogate, non superi i predetti limiti quantitativi).

La non menzione della condanna è soggetta a ​revoca​: tale ipotesi si verifica allorché ​il
condannato commetta, in qualsiasi momento, un nuovo delitto, di qualsiasi specie o
gravità.
La revoca è disposta dal giudice che pronuncia la condanna per il nuovo delitto; qualora il
giudice di cognizione non vi abbia provveduto, competente a disporre la revoca è il giudice
dell’esecuzione.

SPECIE NATURA estingue la estingue estingue gli


pena le ​pene effetti penali​?
principale​? accessori
e​?

Non menzione della Concessa dal giudice se: (vedere puntini sopra NO NO SI
condanna nel riportati). (esclude la
certificato del menzione della
casellario giudiziale condanna nel
(art. 175 c.p.) certificato del
casellario
giudiziale
rilasciato a
richiesta dei
privati, non per
ragioni elettorali)

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LA LIBERAZIONE CONDIZIONALE (Artt. 176-177 c.p.)


La ​liberazione condizionale è una sorta di causa sospensiva dell’esecuzione di una parte
della pena detentiva inflitta​, concessa dal ​tribunale di sorveglianza ​alle condizioni di cui
all’art. 176 in relazione a pene detentive di lunga durata (almeno 5 anni).
Quindi, il condannato a pena detentiva che, durante il tempo di esecuzione della pena,
abbia tenuto un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento, può essere
ammesso alla liberazione condizionale, se ​ha scontato almeno 30 mesi e comunque
almeno metà della pena inflittagli, qualora il rimanente della pena non superi i 5 anni.
L’art. 176 comma 1 esclude l’applicabilità dell’istituto in esame alle pene detentive di
ammontare inferiore a 5 anni.
Quindi, si tratta di una ​causa sospensiva dell’esecuzione di una parte della pena
principale inflitta​, cui segue ​l’estinzione della pena solo nel caso in cui il liberato
condizionalmente superi la prova alla quale è sottoposto: cioè se nel periodo
corrispondente alla durata della pena residua o entro 5 anni dal provvedimento di
liberazione condizionale, trattandosi di condannato all’ergastolo, non commette un nuovo
delitto, né viola gli obblighi inerenti alla libertà vigilata, che il giudice può ordinare all’atto
dell’ammissione alla liberazione condizionale.
Le condizioni necessarie affinché il condannato a pena detentiva possa essere ammesso
alla liberazione condizionale, riguardano:
1. l’ammontare della pena già scontata.
- trattandosi della ​pena dell’ergastolo → il condannato deve aver ​scontato
almeno 26 anni di pena.
- trattandosi della ​pena della reclusione o dell’​arresto → il condannato deve
aver ​scontato almeno 30 mesi ​e comunque ​almeno metà della pena
inflittagli.
- Se poi si tratta di ​recidivo​, le condizioni per l’ammissione alla liberazione
condizionale sono più gravose: il condannato deve aver ​scontato ​almeno 4
anni di pena​ e ​non meno di ¾ della pena inflittagli.
2. l’ammontare della pena residua ​→ non deve superare i 5 anni.
Ad esempio: ​il condannato a 12 anni di reclusione il quale abbia scontato 6 anni di
pena (cioè metà della pena inflitta e più di trenta mesi) non potrà ancora fruire della
liberazione condizionale: dovrà scontare un altro anno di pena, attendendo cioè che
la pena non sia superiore a 5 anni.
3. l’aver adempiuto alle obbligazioni civili derivanti dal reato ​→ ​(risarcimento del
danno, rimborso delle spese del procedimento, delle spese di mantenimento in
carcere etc), ​salvo che il condannato dimostri di trovarsi nell’impossibilità di
adempiere.
4. è necessario che il condannato, durante il tempo di esecuzione della pena, abbia
tenuto un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento.

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Una volta che il giudice (in questo caso si tratta del Tribunale di sorveglianza), abbia
disposto la liberazione condizionale, si aprono per il condannato due possibilità ​(art. 177
c.p.)​:
- ESTINZIONE DELLA PENA = ​che può prodursi dopo un arco di tempo pari alla
durata della pena residua o dopo 5 anni dalla data del provvedimento nei confronti
del condannato all’ergastolo. In questo caso sono anche revocate le misure di
sicurezza personali che fossero state ordinate con la sentenza di condanna o con
provvedimento successivo.
- REVOCA DELLA LIBERAZIONE CONDIZIONALE = che viene disposta dal
Tribunale di sorveglianza se la persona liberata commette un delitto o una
contravvenzione della stessa indole, o trasgredisce agli obblighi inerenti alla libertà
vigilata.
In tal caso, viene disposta l’​esecuzione di tutta o parte della pena residua​, con una
decisione del Tribunale di sorveglianza che terrà conto sia della qualità e della
gravità dei comportamenti che hanno portato alla revoca, sia del tempo trascorso in
libertà vigilata osservando le relative prescrizioni.

SPECIE NATURA estingue la​ pena estingue le estingue gli


principale​? pene effetti
accessorie​? penali​?

Liberazione è una sorta di causa sospensiva SI NO NO


condizionale (artt. dell’esecuzione di una parte della pena (ma solo all’esito
176-177) detentiva inflitta, concessa dal tribunale della prova e,
di sorveglianza alle condizioni di cui quindi, dopo un
all’art. 176 in relazione a pene detentive tempo pari alla
di lunga durata (almeno 5 anni). durata della pena
residua o dopo 5
anni in caso di
ergastolo).

LA SOSPENSIONE CONDIZIONALE (DELL’ESECUZIONE) DELLA PENA


La sospensione condizionale dell’esecuzione della pena originariamente era riservata a chi
riportasse condanna a una pena non eccedente i 6 mesi, questo istituto ha visto
progressivamente allargarsi la sua area applicativa, fino a raggiungere l’attuale livello di ​2
anni​, che si innalza a ​2 anni e mezzo per i ​cd. giovani adulti (​i soggetti cioè di età
compresa tra i 18-21 anni​) e per gli ​ultrasettantenni​, e ​fino a 3 anni per chi, al momento
della commissione del fatto, era imputabile, ma non aveva compiuto gli anni 18.

Si tratta di un ampliamento che si spiega non solo con esigenze di deflazione penitenziaria,
ma altresì con la crescente consapevolezza che anche una pena detentiva non
propriamente breve può produrre effetti criminogeni soprattutto se applicata nei confronti
di delinquenti primari, o comunque di soggetti che non abbiano alla spalle precedenti di
rilevante gravità. Quindi, i danni prodotti dall’esecuzione potrebbero risultare superiori ai
benefici, per la società e per il singolo condannato.

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L’effetto della sospensione condizionale è quello di ​sospendere l’esecuzione delle pene


(principali e accessorie) ​inflitte con la sentenza di condanna; l’effetto estintivo si produce
solo se il condannato ​superi la prova alla quale viene sottoposto nel periodo fissato dalla
legge ​(​5 anni​, se si tratta di condanna per ​delitto​, e ​2 anni se si tratta di condanna per
contravvenzione​).

La sospensione condizionale è disposta dal ​giudice di cognizione​, cioè dallo stesso giudice
che pronuncia la sentenza di condanna. Solo, eccezionalmente, dopo il ​passaggio in
giudicato della sentenza​, può essere disposta dal ​giudice dell’esecuzione.
L’applicazione dell’istituto è riservata al potere discrezionale del giudice, che può
provvedere anche d’ufficio, indipendentemente da una richiesta dell’imputato.

A seguito di una riforma che ha interessato l’istituto nel 2004, le ​forme di sospensione
condizionale ​sono due:
● sospensione condizionale ordinaria.
● sospensione condizionale breve.

SOSPENSIONE CONDIZIONALE ORDINARIA (Artt. 163-168).


L’applicabilità della sospensione condizionale della pena è subordinata alla presenza di una
serie di presupposti che riguardano:
A. il tipo e l’ammontare della pena inflitta.
B. i precedenti penali del condannato.
C. la previsione dei suoi futuri comportamenti.

A) Quando alla ​pena inflitta​, può trattarsi della pena della ​reclusione o dell’​arresto di
ammontare ​non superiore a 2 anni​; ove il condannato ​non avesse compiuto 18
anni al momento del fatto​, ​la pena detentiva può raggiungere i 3 anni​; nel caso
infine in cui il reato sia stato commesso da ​persona di età superiore agli anni 70​, ​la
pena detentiva soggiace al limite massimo di 2 anni e 6 mesi.
La sospensione condizionale può applicarsi anche in caso di condanna alla ​multa o
all’​ammenda​, ​applicata da sola o congiuntamente alla pena detentiva​: in questo
caso, il rispetto dei limiti su indicati andrà verificato ragguagliando la pena
pecuniaria alla pena detentiva secondo il criterio - 25o euro per un giorno di pena
detentiva - fissato dall’art. 135 c.p.
In caso di condanna a pena pecuniaria congiunta a pena detentiva deve procedere al
ragguaglio e al computo della pena pecuniaria solo quando ciò consenta la ​sospensione
dell’intera pena inflitta (detentiva e pecuniaria). Quando, invece, i limiti indicati in
precedenza risulterebbero superati per effetto del ragguaglio e del computo della pena
pecuniaria congiunta, il giudice non deve provvedere al ragguaglio, e, in presenza degli
ulteriori presupposti ordinerà la sospensione della sola pena detentiva, mentre la pena
pecuniaria congiunta sarà interamente eseguita.

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A norma della ​L. n. 689/1981​, la sospensione condizionale della pena può essere disposta
anche nel caso in cui la ​pena detentiva sia stata sostituita in sede di condanna con la
semidetenzione​, con la ​libertà controllata o con la ​pena pecuniaria​: in tal caso, ciò che il
giudice sospende è l’​esecuzione della pena sostitutiva.
La sospensione condizionale non è invece applicabile quando la pena detentiva sia stata
sostituita con una ​pena sostitutiva diversa da quella disciplinate dalla L. n. 689/1981.
Non sono sospendibili le pene - pecuniarie o limitative della libertà personale - ​irrogate
dal giudice di pace.

B) Art. 164 comma 2 e 4 c.p. (preclusioni soggettive all’applicabilità della


sospensione condizionale della pena) → ​La sospensione condizionale della pena
non può essere concessa:
- a chi ha riportato una precedente condanna a pena detentiva per delitto (a meno
che la pena da infliggere, cumulata con quella irrogata con la precedente condanna,
rientri nei limiti fissati dall’art. 163 c.p.).
- a chi è stato dichiarato delinquente o contravventore abituale o professionale.
- a chi ha fruito una prima volta della sospensione condizionale della pena, a meno
che la pena inflitta in occasione della nuova condanna, cumulata con quella
precedentemente inflitta, rientri nei limiti fissati dall’art. 163 c.p. In ogni caso, la
sospensione condizionale della pena non può essere concessa più di 2 volte.

C) La sospensione condizionale della pena, infine, presuppone che il giudice formuli


una ​prognosi favorevole sul futuro comportamento del reo​, ritenendo che ​“si
asterrà dal commettere ulteriori reati”.

La decisione del giudice relativa alla sospensione condizionale della pena è rimessa al
potere discrezionale del giudice​, il quale deve dar conto delle proprie scelte nella
motivazione ​della sentenza.

La sospensione condizionale della pena può essere subordinata all’adempimento di uno o


più ​obblighi​. Il termine per l’adempimento degli obblighi deve essere determinato dal
giudice nella sentenza di condanna.
La logica sottostante alla previsione di questi obblighi per il condannato pena sospesa è
duplice.
- quanto agli ​obblighi di natura “patrimoniale” (restituzione, risarcimento etc), si
tratta di attenuare la​ reattività della vittima​.
- quanto invece all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato,
all’obbligo di prestare un​’attività socialmente utile e ai ​nuovi obblighi in materia di
delitti contro la pubblica amministrazione​, lo scopo perseguito è quello di placare la
reattività collettiva.

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Art. 168 c.p. (REVOCA) → ​Anche la sospensione condizionale è soggetta a ​revoca​, per la
quale, di regola, è competente il ​giudice dell’esecuzione.
La ​revoca è obbligatoria​ in ​5 ipotesi​:
a) se la sospensione condizionale è stata concessa, anche con sentenza di
patteggiamento, ​per ​più di 2 volte​, o se è stata concessa una seconda volta,
allorché la pena inflitta, cumulata con quella irrogata con la precedente condanna,
supera i limiti fissati dall’art. 163 c.p.
Inoltre, la revoca è obbligatoria se entro 5 anni dal passaggio in giudicato della
sentenza di condanna che ha disposto la sospensione condizionale, trattandosi di
condanna per delitto​, o ​entro 2 anni​, trattandosi di ​condanna per
contravvenzione​, il condannato:
b) non adempie entro il termine stabilito dal giudice agli ​obblighi ​che gli sono stati
imposti a norma dell’art. 165 c.p.
c) commette un delitto.
d) commette una contravvenzione ​della stessa indole per la quale venga inflitta la
pena dell’​arresto.
e) riporta una nuova condanna per un reato commesso ​prima ​del ​passaggio in
giudicato della sentenza​ che ha disposto la sospensione condizionale della pena.
Nelle ipotesi ​c), d) e ​e) la ​revoca è ​obbligatoria solo se la pena applicata per il nuovo reato,
cumulata con quella sospesa,​ ​supera i limiti fissati dall’art. 163 c.p.
Se tali limiti non vengono superati, la revoca è ​facoltativa​: il giudice può scegliere se
revocare la sospensione o concederla per seconda volta. Questo, sia nel caso in cui il
condannato a pena sospesa ​riporti condanna per un reato anteriormente commesso​, sia nel
caso in cui ​commetta un altro reato​ (delitto o contravvenzione, anche della stessa indole).

Se nei termini fissati dall’​art. 163 comma 1 c.p. ​non interviene alcuna causa di revoca può
affermarsi che la ​prova alla quale è sottoposto il condannato ha avuto un ​esito positivo​: si
produce pertanto l’​effetto estintivo previsto dall’art. 167 c.p​.
Più precisamente ​si estinguono le ​pene principali e le ​pene accessorie​, che dunque non
potranno più essere eseguite. ​Permangono, invece, gli ​effetti penali della condanna​.

SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue


pena pene gli ​effetti
principale​? accessorie​? penali​?

Sospensione Sospende l’esecuzione delle pene principali ed SI SI NO


ordinaria (artt. accessorie. E’ concessa dal giudice di (ma solo (ma solo
163-168) cognizione, in presenza di presupposti che all’esito della all’esito della
riguardano: prova e, prova e,
a) il tipo e l’ammontare della pena quindi, dopo quindi, dopo
inflitta (max. 2 anni, che diventano 2 5 anni in caso 5 anni in caso
anni e 6 mesi o 3 anni in casi di condanna di condanna
particolari. per delitto, e per delitto, e
b) i precedenti penali del condannato. 2 anni in caso 2 anni in caso

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c) la previsione dei suoi futuri di condanna di condanna


comportamenti. per per
contravvenzi contravvenzi
one). one).

SOSPENSIONE CONDIZIONALE BREVE (Art. 163 comma 4).


Nel 2004 è stata introdotta una nuova forma di sospensione condizionale, che la dottrina
designa come ​“breve”​, in quanto è previsto che l’esecuzione della pena rimanga sospesa
per il periodo di ​1 anno (anziché di 5, o di 2), indipendentemente dalla circostanza che la
condanna abbia ad oggetto un ​delitto​ ovvero una ​contravvenzione​.
Tale istituto sospende l’esecuzione delle pene principali e accessorie. La sospensione
condizionale breve è concessa dal giudice di cognizione, in presenza di presupposti che
riguardano:
A) il tipo e l’ammontare della pena inflitta che non deve essere superiore ad ​1 anno
(in caso di pena pecuniaria, anche congiunta a pena detentiva, il giudice dovrà
operare il ragguaglio a norma dell’art. 135 c.p.).
B) i precedenti penali del condannato.
C) la previsione dei suoi futuri comportamenti.
D) la realizzazione di ​condotte riparatorie​, prima della pronuncia della sentenza di
1° grado.

SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue gli


pena pene effetti
principale​? accessorie​? penali​?

Sospensione breve Sospende l’esecuzione delle pene principali ed SI SI NO


(art. 163 comma 4). accessorie. E’ concessa dal giudice di cognizione, (ma solo (ma solo (il
in presenza di presupposti che riguardano: all’esito all’esito condannato
d) il tipo e l’ammontare della pena inflitta della prova della prova può però
(max. 1 anno). e, quindi, e, quindi, chiedere
e) i precedenti penali del condannato. dopo 1 dopo 1 subito la
f) la previsione dei suoi futuri anno) anno) riabilitazion
comportamenti. e).
g) la realizzazione di condotte riparatorie,
prima della pronuncia della sentenza di
1° grado.

LA RIABILITAZIONE (Artt. 178-181).


La riabilitazione ​estingue le pene accessorie ed ​ogni altro effetto penale della condanna​.
L’effetto estintivo ​non interessa la pena principale: la pena principale deve essere stata
interamente eseguita ​o altrimenti ​estinta ​e da quel momento devono trascorrere ​almeno
3 anni ​prima che possa essere concessa la riabilitazione.

La condanna seguita da riabilitazione non potrà ostacolare l’applicazione dell’amnistia o


dell’indulto.

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Il provvedimento di ​riabilitazione non ha effetto retroattivo, nel senso che, ad es. il


pubblico impiegato destituito in conseguenza dell’interdizione dai pubblici uffici derivante
come pena accessoria da una sentenza di condanna riacquista, con la riabilitazione, solo la
capacità di concorrere a ricoprire i pubblici impieghi, e non già il diritto ad essere
reintegrato nell’impiego perduto.
Dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza che concede la riabilitazione le ​pene
accessorie ​e gli ​effetti penali della condanna non possono ancora dirsi estinti, ma sono
solo ​sospesi​: si ​estinguono definitivamente una volta decorso il periodo di tempo in cui
sarebbe potuta intervenire la ​revoca​.

La funzione primaria dell'istituto della riabilitazione è il ​reinserimento sociale del


condannato​: ​la riabilitazione elimina infatti gli ostacoli alla vita di relazione e allo
svolgimento di attività lavorative creati sia dalle pene accessorie (si pensi, ad es.
all’interdizione o alla sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale, nonché
all’interdizione dai pubblici uffici o all’interdizione da una professione o da un’arte), sia dagli
effetti penali della condanna.

Il ​provvedimento di riabilitazione può essere adottato solo a seguito di una espressa


richiesta​ dell’interessato.
Competente a concedere la riabilitazione è il ​Tribunale di sorveglianza​.

Art. 179 c.p.


- la riabilitazione presuppone che siano decorsi ​almeno 3 anni dal giorno in cui la
pena principale sia stata ​eseguita​ o si sia in altro modo ​estinta
- il termine è invece di ​almeno di 8 anni​ nei casi di ​recidiva aggravata​ o ​reiterata​.
- se si tratta di ​delinquente abituale, professionale ​o ​per tendenza​, il termine per la
riabilitazione è di ​10 anni e decorre dal giorno in cui è stato revocato l’ordine di
assegnazione a una colonia agricola o ad una casa di lavoro.
- la riabilitazione può essere ordinata anche in relazione a una ​sentenza di
patteggiamento ed anche per condanne con le quali sia stata disposta la
sospensione condizionale della pena.
Se si tratta di ​sospensione condizionale concessa nella forma ​ordinaria​, il termine
di almeno 3 anni decorre dallo stesso momento dal quale decorre il termine di
sospensione dell’esecuzione della pena, cioè dalla data in cui la sentenza di
condanna diviene irrevocabile.
Se invece, la ​sospensione condizionale è stata concessa nella forma ​breve​, la
riabilitazione può essere concessa allo scadere del termine di 1 anno di prova, che
decorre dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna.

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Inoltre, a norma dello stesso articolo, è necessario che il condannato abbia dato prove
effettive e costanti di ​buona condotta. ​Tale requisito deve sussistere nell’arco di tempo
compreso tra l’​estinzione della pena principale​ e la ​decisione del tribunale di sorveglianza.

La legge individua ​2 condizioni ostative​ alla concessione della riabilitazione​.


● La prima risiede nella ​sottoposizione a misure di sicurezza​: nei confronti del
condannato non deve essere stata disposta alcuna misura, ovvero, se disposta, la
misura deve essere stata revocata. In deroga a questa regola, può però accedere alla
riabilitazione il condannato che sia sottoposto alla misura di sicurezza personale
dell’​espulsione​, trattandosi di straniero, o alla misura di sicurezza patrimoniale della
confisca​.
● La seconda condizione di sicurezza ostativa è rappresentata dall’​inadempimento
delle obbligazioni civili derivanti dal reato (restituzioni, risarcimento del danno
etc.).
Malgrado ciò, la riabilitazione può essere concessa se il riabilitato dimostra di
trovarsi nell’​impossibilità di adempiere alla obbligazioni civili.

Il provvedimento di riabilitazione è soggetto a ​revoca​, con conseguente reviviscenza delle


pene accessorie ​e degli​ effetti penali interessati dalla riabilitazione.
Presupposto della revoca è la ​commissione di un delitto non colposo entro 7 anni ​dalla
sentenza definitiva che ha disposto la riabilitazione​, purché per il nuovo reato venga inflitta
la ​reclusione non inferiore a 2 anni​ o l’​ergastolo.
La revoca è disposta dallo ​stesso giudice che pronuncia la condanna per il nuovo reato,
ovvero dal ​Tribunale di sorveglianza.

SPECIE NATURA estingue la estingue le estingue gli


pena pene effetti
principale​? accessorie​? penali​?

Riabilitazione (artt. Concessa dal Tribunale di sorveglianza, su NO SI SI


178-181) richiesta dell’interessato, al fine di agevolare il (salvo diversa (salvo diversa
reinserimento sociale, purché: disposizione disposizione
- siano decorsi almeno 3 anni dal di legge). di legge
giorno in cui la pena principale sia
stata eseguita o si sia in altro modo
estinta (termini più lunghi in caso di
recidiva aggravata, recidiva
reiterata, delinquenza abituale,
professionale o per tendenza).
- durante tale periodo il condannato
abbia dato prova di buona condotta.

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