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TEORIA RETRIBUTIVA, ovvero la pena è vista come un male inflitto dallo stato per
compensare il male inflitto da un’uomo ad un’altro uomo
- Principio di offensività: non vi può essere reato senza offesa ad un bene giuridico
carico cioè di valore
- Principio di colpevolezza: non vi può essere reato se l’offesa al bene giuridico non è
personalmente rimproveratile al suo autore
- Principio di proporzione: non vi è reato se i vantaggi per la società derivanti dalla pena
inflitta sono inferiori ai costi immanenti della pena stessa
- Principio di sussidiarietà: la pena può essere utilizzata solo quando nessun altro
strumento dello stato possa garantire una tutela efficacia.
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principio di sussidiarietà: il diritto penale deve essere extrema ratio,
ossia tutela di una lesione o messa in pericolo di un bene giuridico altrimenti non
pienamente tutelabile; l'intervento del diritto penale deve essere necessario, quindi se il
bene è già protetto da sanzioni extra-penali il ricorso allo strumento penale risulta
ingiustificato
CAPITOLO 2: LE FONTI
LA RISERVA DI LEGGE
La Costituzione RISERVA ALLA LEGGE il monopolio della scelta dei fatti da punire al solo
potere legislativo, cosi da garantire il cittadino da arbitri del potere esecutivo del potere
giudiziario. Il principio di legalità dei reati, delle pene e delle misure di sicurezza è
richiamato:
- art 25 co.2 Cost. Nessuno può essere punito se non in forza di una legge
- Art 25 co.3 Cost. Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non per i
casi previsti dalla legge
ART. 117 Cost-> riserva allo stato il monopolio della legge penale. L’art 117 spiega
tramite un elenco la divisione delle competenze riguardo le materie di competenze dello
stato e delle regioni e quelle in cui hanno entrambi competenze. Spiega poi che quello
che non è disciplinato e riservato allo stato.
- Decreti-legge
- Decreti legislativi
- Leggi regionali
- Norme UE
- Consuetudini
Esiste una competenza indiretta dell’UE: art 83 TFUE, può stabilire norme minime relative
alla definizione dei reati e delle sanzioni in sfere di criminalità particolarmente grave
che presentano una dimensione transnazionale.
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Esiste una competenza diretta dell’UE negli affari finanziari: art 86 TFUE, perseguire e
chiamare in giudizio chi lede gli interessi finanziare dell’Unione
Questo quesito si pone solo in relazione agli atti del potere esecutivo generali e astratti,
teoricamente idonei a integrare la legge. No per gli atti sub-legislativi in quanto reali e
concreti.
Per mettere al sicuro il cittadino la riserva di legge svolge un potere garantisco nei
confronti del giudice:
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• PRINCIPIO DI TASSATIVITA’: divieto di estensione in mala parte da parte del giudice,
consentita invece in bona partem,
Il giudice deve:
• Linguaggio comune
• Linguaggio giuridico
• Linguaggio economo-aziendale
• Linguaggio medico
• Linguaggio biologico
- Principio di offensività
- Principio di colpevolezza
- Principio di precisione
I. LIMITI TEMPORALI:
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quanto favorevole, anche per sentenza passata in giudicato con
condanna.
- Seconda ipotesi:
• Decreto legge decaduto o non convertito: art 2 cp scritto quando la cost non
era in vigore quindi prevede che i decreti sino parte della riforme penali.
Seconda ipotesi:
Se favorevole: si applica
Se favorevole si applica
II. LIMITI SPAZIALI: tendenziale universalità, cioè i reati previsti dalla legge sono
applicabili dovunque, da chiunque, contro chiunque (tranne per una ristretta gamma
di reati gravi).
A TUTTI NEL TERRITORIO DELLO STATO: quando l’azione o l’omissione si svolge del
tutto o in parte nel territorio dello stato e in tutti i territori soggetti alla sovranità dello
stato come navi e aeromobili italiani, ovunque si trovino a meno che per il diritto
internazionale non sia soggetti ad un’altra legge.
REATI COMMESSI ALL’ESTERO: per cittadini italiani e stranieri che commettano
delitti contro la personalità dello stato, contraffazione del sigillo di stato falsità di
monete, abuso di poteri da pubblici ufficiali, altri delitti applicabili, delitti politici se ce
richiesta del ministro della giustizia e querela, delitti comuni se vi è reclusione
condizione dell’art 9 e che ci sia la doppia incriminazione. Unica differenza con lo
straniero si fa per i delitti comuni, cioè la reclusione deve essere non inferiore ad un
anno, condizione art 10 doppia incriminazione.
B. Immunità funzione: solo per i fatti compiuti in veste della funzione da cui
deriva l’immunità
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CAPITOLO 4: DELITTI VS CONTRAVVENZIONI
- FATTO: insieme degli elementi oggettivi che individuano e caratterizzano ogni singolo
reato. Elementi: condotta, offesa, oggetto materiale, rapp tra condotta ed evento,
qualità e relazioni giuridiche
- PUNIBILITA’: insieme delle condizioni, ulteriori ed esterne rispetto al fatto, che possono
escludere l’opportunità di punirlo. Cause personali di non punibilità, cause
sopravvenute, cause oggettive, cause di estinzione.
CAPITOLO 6: IL FATTO
Configura sempre un’azione- REATI COMMISSIVI- o un’omissione- REATI OMISSIVI.
REATI COMMISSIVI
• Reati a forma vincolata: l’azione deve essere computa con particolari modalità
• Reati a forma libera: l’azione, purché causativa dell’evento, può essere compiuta con
qualsiasi modalità
Si parla poi del rapporto di causalità che delinea i reati d’evento, ovvero il NESSO
CAUSALE tra l’azione e l’evento.
3 teorie:
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Art 41 spiega una serie di corollari della th condizionalistica e non aggiunge ipotesi di
anormalità o eccezionalità, segue che l’unica th che è compatibile con la nostra disciplina
del nesso causale è la teoria CONDIZIONALISTICA.
ART 40
Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l'evento(1)
dannoso(2) o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua
azione od omissione(3). Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale
a cagionarlo
REATI OMISSIVI
Il legislatore richiede la presenza di un’omissione (mancato compimento di un’azione
giuridicamente doverosa) e talvolta la presenza di un’evento, su questa base i reati
omissivi si dividono in:
• REATO DI PERICOLO: se l’offesa consiste nella messa in pericolo del bene giuridico
- Reati di pericolo astratto: dove il legislatore ha già presunto, secondo una classe
di comportamenti, che siano già reati di pericolo. Quindi il giudice devo solo il
verificarsi il comportamento che il legislatore ha delineato.
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Se si guarda al soggetto attivo si può distinguere in:
- REATI ISTANTANEI: una volta verificatasi la consumazione del reato è irrilevante che la
situazione giuridica si protragga nel tempo
ANTIGIURIDICITA’
Esprime il rapporto tra contraddizione tra il fatto tipico e l’intero ordinamento giuridico.
- non sono norme penali: ovvero che abbiano riserva di legge e/o divieto di analogia
REGOLE:
CHI LEDE O PONE IN PERICOLO UN DIRITTO: chi ha realizzato un fatto tipico di reato
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COL CONSENSO DELLA PERSONA: il titolare del diritto, il consenso: espresso o tacito,
condizioni o termini, deve essere immuni da vizzi di volontà, sussistere nel momento del
fatto, è sempre revocabile
CHE PUO’ VALIDAMENTE DISPORNE: diritto disponibile da parte del singolo, sono
indisponibili: interesse dello stato diritti personalissimi, integrità fisica. Sono limitatamente
disponibili: diritto alla vita (rifiuto trattamento sanitario), integrità fisica (se vi è svantaggio
altrui), limiti quantitativi che cagionino danno fisico, diritto alla libertà personale.
La scriminante del consenso dell'avente diritto è regolata dall'art. 50 c.p.: “Non è punibile chi lede
o pone in pericolo un diritto col consenso della persona che può validamente disporne”.
1) a volte la legge prevede che il consenso dell'avente diritto faccia venire meno il reato; in tal
caso il soggetto verrà assolto perché il fatto non costituisce reato;
2) altre volte il consenso non fa venire meno il reato ma il fatto tipico: in questi casi si dice anche
che è richiesto non tanto il consenso ma il dissenso affinché reato ci sia; in questa ipotesi il
soggetto verrà assolto perché il fatto non sussiste.
Se è illegittimo: risponde chi ha dato l’ordine e chi esegue l’ordine a meno che: per errore
abbia obbedito, la legge non gli consentiva di sindacare. Ipotesi: illegittimo, criminoso e
carattere criminoso.
COMMA 1
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CONTRO IL PERICOLO: probabilità, tramite giudizio postumo a base totale
COMMA 2 E 3
Presunzione assoluta di proporzione (in alcune ipotesi difesa nel domicilio e negli esercizi
commerciali)
NEI CASI PREVISTI DALL’ART 614 PRIMO E SECONDO COMMA: nel caso in cui vi sia
stata una violazione di domicilio, giunta a consumazione
COMMA 4
Mod. 2006 + mod 2019 su eccesso colposo(art 55), si ritocca il 52, si aggiunge ‘ sempre
proporzionati’ (vedi) 2006 interviene anche nel domicilio nel 2019 SOLO NEL DOMICILIO
ed ESERCIZI COMMERCIALI (se si fosse data in mano alla giurisprudenza si sarebbe
davanti ad una riforma generale)+art 575(omicidio)+ art 59 scriminante putativa (se la
giustificazione sta solo nella mia testa potrò essere non rimproverabile, ma la lesione e il
fatto tipico sussistono)
COMMA 1
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FA USO OVVERO ORDINA DI FAR USO DELLE ARMI O DI ALTRO MEZZO DI COAZIONE
FISICA:armi di qualsiasi specie
COMMA 2
COMMA 3
LA LEGGE DETERMINA GLI ALTRI CASI, NEI QUALI E’ AUTORIZZATO L’USO DELLE
ARMI O ALTRO MEZZO DI COAZIONE FISICA: altre ipotesi richiamate in leggi speciali
COMMA 1
NE’ ALTIMENTI EVITABILE: il salvataggio non può avvenire con la messa in pericolo
dell’agente
COMMA 2
COMMA 3
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MA, IN TAL CASO, DEL FATTO COMMESSO DALLA PERSONA MINACCIATA RISPONDE
CHI L’HA COSTRETTA A COMMETTERLO: il fatto essendo antigiuridico sarà punito
dunque colui che ha concorso nel cagionarlo
Emerge che lo stato di necessità sia una SCUSANTE non una causa di giustificazione per
tanto sarà necessario integrarlo in presenza di un turbamento motivazionale e sarà
soggetto alla disciplina generale delle scusanti.
CAPITOLO 8: LA COLPEVOLEZZA
Terzo elemento del reato, consiste nell’insieme di requisiti dai quali dipende la possibilità
di muovere all’agente un rimprovero. Requisiti:
I. DOLO INTENZIONALE:
colpa cosciente quando l'agente prevede che la sua condotta possa cagionare
l'evento dannoso, ma agisca ugualmente con il convincimento di poterlo evitare.
DIFFERENZA: entrambi se lo rappresentano ma solo nel dolo vi è l’accettazione
del rischio
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FORME DI DOLO
DOLO GENERICO: l’oggetto della rappresentazione e della volizione è solo il fatto
generico descritto dalla norma incriminatrice
DOLO SPECIFICO: l’oggetto del dolo è più ampio, abbraccia sia il fatto concreto che
quello descritto dalla norma incriminatrice, sia dunque un risultato ulteriore che l’agente
deve perseguire come scopo, ma l’effettiva realizzazione è irrilevante ai fini del reato.
- COLPA:
Colpa generica (si fa riferimento al criterio della prevedibilità ed evitabilità nel senso che
un rimprovero può essere mosso solo quando il soggetto poteva prevedere ed evitare il
fatto di reato. Se questo era imprevedibile o inevitabile nessuna colpa è ravvisabile a
carico dell’agente),
colpa specifica (sufficiente la violazione di una delle regole poste dall’autorità perché si
abbia responsabilità. Ciò perché l’inosservanza di tali regole cautelari concreta di per sé
imprudenza essendo poste al fine di evitare eventi rispetto ai quali il relativo giudizio di
prevedibilità e evitabilità),
colpa incosciente (in cui il soggetto non si rende conto di poter ledere con la sua azione
interessi altrui),
colpa impropria (quei casi in cui l’evento è voluto ma l’agente risponde di reato colposo
art. 55, eccesso colposo nelle cause di giustificazione; art. 59 ultimo comma, erronea
supposizione dell’esistenza di cause di giustificazione; art. 47 errore di fatto determinato
da colpa).
- DOLO MISTO COLPA: si tratta di una responsabilità oggettiva senza che serva
verificare la sussistenza di dolo, o almeno della colpa
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Delitti aggravanti dell’evento
Delitti preterintezionali
Tutte queste ipotesi sono in contrasto con il principio di colpevolezza starà al giudice
dunque interpretarle.
ASSENZA DI SCUSANTI:
Non si può muovere rimprovera verso chi ha agito sotto scusanti, ovvero circostanze
anormali per le quali non si poteva esigere un comportamento diverso.
- Stato di necessità
(L'art. 54 c.p. così dispone:“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi
stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno
grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti
evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo)
- Stato di necessità
1. Forza maggiore
2. Costringimento fisico
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CONOSCENZA O CONOSCIBILITA’ DELLA LEGGE PENALE VIOLATA
Art 5:
NESSUNO PUO’ INVOCARE A PROPRIA SCUSA L’IGNORANZA DELLA LEGGE
PENALE: testo originario che violava il principio di colpevolezza, occorre infatti
aggiungere che nel momento della commissione o omissione l’agente conosca o possa
conoscere la legge penale
DOVUTA A COLPA: correttivo apportato dalla corte cost. Per ripristinare il principio di
colpevolezza:
- No responsabilità se l’agente anche usando diligenza non poteva sapere che il fatto era
preveduto da una norma
- Si responsabilità se l’agente usando diligenza poteva sapere che il fatto era preveduto
da una norma:
L’autore del fatto nel momento della commissione od omissione deve essere imputabile
cioè deve possedere la capacità di intendere e volere.
• Stati emotivi o passionali: il legislatore nega a priori che tali stati possano escludere
o diminuire la capacità di intendere e volere
CAPITOLO 9: LA PUNIBILITA’
È il quarto elemento del reato, esprime l’insieme delle eventuali condizioni, ulteriori ed
esterne rispetto al fatto tipico, antigiuridico e colpevole, che fondano o escludono la
possibilità di punire l’agente.
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- Ragioni di salvaguardia dell’unità della famiglia
• Escludere la punibilità:
- Morte del reo (art 150): la morte deve intervenire prima della condanna
- Amnistia propria (art 151 co. 1 pt I): intervenire prima della condanna e con la
maggioranza dei 2/3 di ciascuna camera
- Prescrizione del reato (art 157 ss.): dopo la commissione del fatto e prima della
condanna definitiva; il lasso di tempo è proporzionale in base alla gravità del reato.
Delitti non inferiore a 6 anni, contravvenzione non meno di 4 anni. Il corso delle
prescrizione puo bloccarsi o sospendersi per determinati atti interruttivi, può anche
prolungarsi fino a 1/4. Dal 1 gennaio 2020 si blocca dopo la sentenza di primo grado o
il decreto penale di condanna.
- Oblazione ordinaria (art. 162): per contravvenzioni con la sola pena dell’ammenda, o,
pagamento di una somma di denaro corrispondente ad un terzo del massimo
dell’ammenda
- Oblazione speciale (art. 162 bis): per contravvenzione che non hanno come pena
l’ammenda o l’arresto (da definire cosa siano ????) ma il giudice ritiene opportuna
l’ammenda, o, pagamento di una somma di denaro corrispondente alla metà del
massimo dell’ammenda, o, non devono esservi precedenti penali con effetto
preclusivo, o, non devono rimanere conseguenze dannose o pericoloso del fato
eliminabili dall’agente
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- Estinzione del reato per condotte riparatorie (art 162 ter): solo per delitti perseguibili a
querela, o, riparazione integrale del danno da reato ed eliminazione delle conseguenze
prima del dibattimento di primo grado
- Sospensione del procedimento con messa alla prova (art 168 bis ss):
• No precedenti condanne
3. L’estinzione di taluno fra più reati connessi non esclude l’applicabilità dell’aggravante
della connessione teleologica
4. L’estinzione del reato ha effetto soltanto per coloro ai quali la causa di estinzione si
riferisce.
L'art.56 (Delitto tentato) ad esempio viene letto in combinazione all'art.575 c.p. il delitto
tentato punisce la forma tentata solo rispetto ai delitti, non anche per le contravvenzioni.
Risponde a delitto tentato chi compie atti IDONEI (cfr. Reati di pericolo: idoneità equivale
a pericolosità), diretti in modo NON EQUIVOCO (a commettere un delitto. Non basta aver
dimostrato all'esterno qual era la volontà criminosa: occorre che quella volontà si sia
concrettizzata nella realizzazione di atti criminosi (danno/pericolo)impostazione.
C'è una controversia sugli elementi che il giudice deve utilizzare per formulare questa
prognosi (IN giudice deve tenere conto di tutte le circostanza presenti nel momento in cui
il soggetto ha agito.
La dottrina prevalente si allontana da questo schema e dicono che il giudice deve tener
conto solo delle circostanze conosciute dall'agente o da quelle conoscibili con la normale
attenzione.
Viene ristretto il giudizio prognostico a base parziale e non totale (il giudizio si innesta
tenendo conto solo di alcune circostanze): esempio è il caso in cui un uomo tenta di
rubare quello che una donna ha dentro una borsa, Art.49 integrerebbe l'art.56 ma l'art.49
dice al giudice di collocarsi anche nella prospettiva della vittima.
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Era possibile l'evento dannoso o pericoloso e quindi si tratterebbe di un reato
impossibile.
Se utilizzo la base totale, non punisco il borseggiatore per il tentato furto, ma applico una
misura di sicurezza in quando socialmente pericoloso.
L'art.56 dice al giudice di verificare e di dare per provate che quegli atti oltre ad essere
idonei siano in grado anche di dimostrare ad un osservatore esterno qual era l'intenzione
del soggetto, e quindi qual era il delitto che il soggetto voleva realizzare.
- ART 56 CO 1: REQUISITI:
• Negli altri casi il tentativo è punito con a pena per il reato consumato diminuita
da 1/3 a 2/3
2. La d’esistenza è volontaria
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CONCORSO DI PERSONE NEL REATO
- STRUTTURA:
1. PLURALITA’ DI PERSONE:
Il fatto principale
Né il previo accordo
- si applica una sola norma incriminatrice-> concorso apparente di norme: se gli estremi
di più figure di reato vengono integrati con una solo azione od omissione allora c’è
alternativa tra:
- Hanno effetto di attenuare o aggravare la pena commisurata dal giudice per il reato
semplice
Per la sua imputazione normale basta la colpa, se si Per l’imputazione è necessario il dolo salvo diversa
tratta di aggravante; normalmente basta la sua disposizione(42)
oggettiva presenza, se si tratta di attenuante(art59)
Non incide sul tempus e sul focus commissi delicti Influisce sia sul tempus che sul locus
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SE CIRCOSTANZA SE ELEMENTO COSTITUTIVO
- CRITERI DI DISTINZIONE
A FAVORE DELLA NATURA DI CIRCOSTANZA A FAVORE DELLA NATURA DI ELEMENTO
COSTITUTIVO
Rapporto di specialità(necessario ma non suff) Presenza di un nomen iuris nel testo della norma
ATTENUANTI: comportano una mitigazione della pena commisurata dal giudice per il
reato semplice
- La legge stabilisce una pena di specie diversa rispetto a quella prevista per il
reato semplice: CIRCOSTANZE AUTONOME
- Quelle per le quali la legge breve una cornice di pene diversa da quella del reato
semplice: CIRCOSTANZE INDIPENDETI
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REGOLE GENERALI (ART 59) DEROGHE IN CASO DI ERRORE SULLA
PERSONA DELL’OFFESO (ART 60)
Le circostanze attenuanti, non presenti, ma ritenute Le circostanze attenuanti che che riguardano le
erroneamente esistenti non sono valutate a suo condizioni o qualità della persona offesa o i rapporti
favore tra le parti, sono valutate a favore in ogni caso
La recidiva
ELEMENTI COSTITUTIVI
- l’agente commette un delitto non colposo dopo che è già stato condannato con
sentenza definitiva per un precedente delitto non colposo
SEMPLICE (art 99 co 1)
Aumento della pena di una terzo Non fruibilità della detenzione
Dopo aver portato condanna per da infliggere per i nuovo delitto domiciliare per gli ultrasettantenni
un delitto non colposo, l’agente non colposo
ne commette un’altro di qualsiasi
specie e gravità dopo che sono
passi oltre 5 anni dalla condanna
precedente.
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FORME AUMENTI DI PENA* PRINCIPALI EFFETTI PENALI
AGGRAVATA (art 99 co 1)
- aumento fino alla metà della - Non fruibilità della detenzione
Quando
pena da infliggere per il nuovo domiciliare per gli
- il nuovo delitto non colposo, è delitto non colposo, se ricorre ultrasettantenni
REITERATA (art 99 co 4)
- aumento della metà della pena - Non fruibilità della detenzione
Quando chi già è recidivo se la precedente recidiva era domiciliare per gli
commette un nuovo delitto non semplice
ultrasettantenni.
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- Eventualmente vari effetti penali
- RECLUSIONE: pena detentiva per i delitti, temporanea (min. 15 gg, max 24 anni art
23)
- ARRESTO: pena detentiva per le contravvenzioni, temporanea (min.5 gg, max 3 anni
art 25)
- MULTA: pena pecuniaria per i delitti (min.50 euro, max. 50.000 art 24; pagabile in rate
mensili art 133 ter)
Libertà controllata
Semidetenzione
Semidetenzione
N.B. ulteriori figure di detenzione alternativa sono previste per specifiche forme di reato.
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IN UN MOMENTO SUCCESSIVO ALLA PRONUNCIA DELLA CONDANNA
N.B. è prevesti una disciplina speciale per la conversione della pena pecuniaria
inflitta dal giudice di pace
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- Di regola, conseguono di diritto ad una sentenza di condanna (o di patteggiamento di
una pena detentiva superiore a 2 anni) per un reato consumato o tentato
• PER I DELITTI:
• PER LE CONTRAVVENZIONI:
Pen accessoria comune ad entrambe pubblica sentenza penale di condanna (art 36)
• PERPETUE
• TEMPORANEE:
Si ricorda che :
- di regola gli effetti della pena accessoria si producono solo una volta esaurita
l’esecuzione della pena detentiva o della misura di sicurezza detentiva (art 139)
- La sospensione condizionale della pena sospende oltre l’esecuzione della pena
principale anche l’esecuzione della pena accessoria (art 166 co 1)
- L’inosservanza delle pene accessorie costituisce un’autonomo delitto (art 389)
COMMA 1 PART 1
Trattasi di discrezionalità vincolata intesa quale realizzazione nel caso completo dei
giudizi di valore già espressi dalla legge e per tanto soggetta ad un controllo di legittimità
COMMA 1 PARTE 2
Esso (il giudice) deve indicare i motivi che giustificano l’uso di tale potere discrezionale:
Tale norma fonda un obbligo di motivazione della pena spesso eluso dalla giurisprudenza
la quale ritiene necessaria una motivazione rigorosa solo quando la pena venga applicata
in misura compresa fra il medio e il massimo edittale
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COMMA 2
(Leggi su codice)
COMMA 1
(LEGGI SU CODICE)
COMMA 2
(LEGGI SU CODICE)
N.B. l’art 133 nulla dice sui criteri finalistici di commisurazione della pena: non chiarisce,
cioè, quale scopo possa perseguire la pena nella fase della sua commisurazione.
COMMA 1
(VEDI CODICE )
Commento: per la commisurazione della pena pecuniaria si deve tener conto anche delle
condizioni economiche del reo, rilevanti alla stregua del tradizionale modello della somma
complessiva
COMMA 2
(VEDI ART CODICE)
Commento: le condizioni economiche del reo possono anche avere un rilievo ultraedittale
determinando l’applicazione di una pena sia superiore ai massimi, sia inferiore ai minimi
previsti nella norma incriminatrice.
Ogni quota di 38,73 Euro, della pena pecuniaria non pagata, sarà sostituita con un giorno
di libertà controllata, o di lavoro socialmente utile, la cui durata non potrà comunque
superare:
In questo caso bisogna fare una riflessione sulla condizione economica del reo per
non imbattersi in una situazione di diseguaglianza. Se guardiamo la norma si vede
già che tratta in maniera eguale chi ha un’ampia disponibilità economica e chi non
c’è l’ha, dunque si tratta d’iniquità sociale.
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GRAZIA (art Prov di clemenza, adottato dal presidente SI(in tutto in NO (salvo NO
174) della repubblica parte, in diversa
alternativa, la previsione del
commuta in altra provvedimento
pena principale di concessione)
meno grave)
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SPECIE NATURA ESTINGUE LA ESTINGUE LE ESTINGUE
PENA PENE GLI EFFETTI
PRINCIPALE? ACCESSORIE? PENALI
SOSPENSIONE Sospende l’esecuzione delle pene principali SI(ma solo SI (ma solo NO
CONDIZIONAL accessorie e accessorie. Concessa dal all’esito della all’esito della
E/ giudice di cognizione, se ci sono:
prova e quindi prova, quindi
SOSPENSIONE - il tipo e l’ammontare della pena inflitta dopo 5 anni in dopo 5 o 2 anni
ORDINARIA (max 2 anni, che diventano 2 anni e 6 caso di delitto e come per la
(artt 163-168) mesi o 3 anni in casi particolari).
2 in caso di pena principale)
- Precedenti penali del condannato
contravvenzione)
- Previsione dei suoi futuri comportamenti
SOSPENSIONE Sospende l’esecuzione delle pene principali SI (ma solo SI (ma solo NO (il
CONDIZIONAL accessorie e accessorie. Concessa dal all’esito della all’esito della condannato
E/ giudice di cognizione, se ci sono:
prova e, quindi, prova, quindi può chiedere
SOSPENSIONE - il tipo e l’ammontare della pena inflitta dopo 1 anno) dopo 1 anno) subito la
BREVE (art 163 (max 1 anno)
riabilitazione)
co 4) - Precedenti penali del condannato
N.B.:
- le cause di estinzione della pena non importano l’estinzione delle obbligazioni civili
derivati dal reato tranne per quelle degli artt. 196-197
- La morte del reo estingue le obbligazioni inerenti alla spese di mantenimento in carcere,
nonché l’obbligo di rimborsare le spese di processo penale
- Per gli effetti delle cause di estinzione della pena sulle misure di sicurezza (art. 210)
estinzione del reato impedisce l’implicazione delle misure di sicurezza e ne cessa
l’esecuzione, tranne per quelle che la legge stabilisce che possano essere ordinate in
ogni tempo.
SPECIE:
- personali :
A. detentive:
E. Non detentive:
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1) Libertà vigilata (artt.228-232)
- Patrimoniali:
Quasi reato
Con tale espressione si indicano talune fattispecie che non presentano tutti gli estremi del
reato, ma che sono comunque un sintomo della pericolosità sociale del soggetto agente.
Si tratta del reato impossibile (v. reato, quasi reato impossibile), dell’istigazione a
commettere un delitto non accolto, ovvero un accordo per commettere un delitto, poi non
realizzato. Il quasi reato viene individuato nel tentativo (v.) inidoneo, che ricorre nelle
ipotesi di assoluta impossibilità della condotta di produrre l’evento, ed offendere il bene
tutelato. Tale impossibilità va valutata ex ante, in relazione ad una persona avveduta, con
l’aggiunta degli elementi effettivamente conosciuti dall’agente. Esempio di quasi reato è il
falso innocuo, ossia la falsità di un atto talmente grossolana da essere inidonea ad
ingannare. La commissione di un quasi reato può dar luogo all’applicazione di una misura
di sicurezza (art. 49 c.p.). V. pericolosità sociale.
II. Fatto non preveduto dalla legge come reato (quasi reato, ipotesi
eccezionale:
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• Istigazione a commettere un delitto se l’istigazione
non viene accolta (art. 115 co.4)
- Pericolosità sociale:
- APPLICAZIONE: misure du sicurezza regolate dalla legge in vigore al tempo della loro
applicazione (se la legge al tempo in cui deve eseguirsi la misura di sicurezza è diversa
si applica quella in vigore al tempo dell’esecuzione).
- DURATA E REVOCA:
• Misura di sicurezza:
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• Misura di sicurezza:
• Proscioglimento:
• Misura di sicurezza:
- cauzione di buona condotta (artt 237-239) : deposito di una somma di denaro di 103 a
2065 euro, presso la cassa delle ammende, ovvero, prestazione di una garanzia
ipotecaria o di una fideiussione solidale avente a oggetto una somma equivalente per
un tempo minimo di un anno e max di 5 anni:
PRESUPPOSTI:
Pericolosità sociale
- confisca art 240: espropriazione perpetua ad opera dello stato di cose attinenti ad un
reato o di per sé criminose:
PRESUPPOSTI:
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Si tratta di cose intrinsecamente criminose, cioè cose la cui
fabbricazione, uso, porto, detenzione o alienazione è prevista
dalla legge come reato: tali cose si presumono sempre pericolose
CAMPO DI APPLICAZIONE:
reati ascrivibili agli enti (artt 24-25 quinquiesdecies), anche nella forma tentata art 26:
fra gli altri,:
- Reati tributari
- Reati ambientali
- Reati informatici
- Falsità in monete
- Società
- lo stato
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CRITERI DI ATTRIBUZIONE DI RESPONSABILITA’ ALL’ENTE
1. Il reato deve essere stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente (art 5 co 1):
3. (In alternativa a 2) L’ente o una sua unità organizzativa viene stabilmente utilizzato allo
scopo unico di consentire o agevolare la commissione di reati ai quali è prevista la sua
responsabilità (art 16 co 3 dolo dell’ente)
- Confisca, anche per equivalente, del prezzo o del profitto del reato (art 19)
La detenzione domiciliare
Un approfondimento a parte merita una delle più significative misure alternative alla
detenzione: la detenzione domiciliare.
A disciplinarla è l'articolo 47 ter della legge n. 54/1975, che prevede innanzitutto che il
detenuto condannato alla pena della reclusione non superiore a quattro anni e all'arresto,
può ottenere di scontare la pena nella propria abitazione o in un altro luogo di privata
dimora, se si tratta di:
• onna incinta o madre di prole di età inferiore a dieci anni con lei convivente;
d
• padre, esercente la potestà, di prole di età inferiore a dieci anni con lui convivente,
quando la madre sia deceduta o altrimenti assolutamente impossibilitata a dare
assistenza alla prole;
E' prevista la revoca di tale misura sia quando il comportamento del soggetto ne rende
impossibile la prosecuzione sia quando vengono a cessare le condizioni previste dalla
norma.
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Altre ipotesi di detenzione domiciliare
La detenzione domiciliare sostituisce sempre (tranne per reati particolarmente efferati) la
pena detentiva per quanti abbiano compiuto i settanti anni e non siano stati giudicati
delinquenti abituali, di professione o per tendenza e che non siano stati mai condannati
con l'aggravante di cui all'art. 99 c.p. (recidiva).
Infine, la detenzione domiciliare è applicabile anche per l'espiazione della pena detentiva
inflitta in misura non superiore a due anni, anche se costituente parte residua di una pena
maggiore e ciò quando non ricorrono i presupposti per la concessione dell'affidamento in
prova al servizio sociale e sempre che tale misura sia idonea a evitare il pericolo che il reo
commetta nuovamente altri reati. Tale previsione non si applica ai condannati a cui sia
stata applicata la recidiva reiterata e ai condannati di cui all'art. 4 bis dell'ordinamento
penitenziario (divieto di concessione dei benefici e accertamento della pericolosità sociale
dei condannati per taluni delitti).
https://www.cortecostituzionale.it/documenti/relazioni_internazionali/
CC_relint_Capotosti2001.pdf (leggere sto robo che è più incentrato sulla nostra situa
costituzionale)
leggi che è l'unica roba pseudo comprensibile che ho trovato su sto argomento
Bestemmia (art. 724 c.p.) e Vilipendio della religione dello Stato (art.402c.p.)
Introdotto dal codice rocco che riservava alla religione cattolica una posizione privilegiata di
tutela, la bestemmia veniva punita con l’ammenda. Con l’entrata in vigore della costituzione e con
il riconoscimento dell’uguaglianza e delle pari opportunità questo assetto sembrava incompatibile
e venne depenalizzata con legge 25 giugno 1999 a illecito amministrativo (da 51 a 309 euro).
Questo fu possibile a seguito della revisione dei piatti lateranensi del 1984 dove viene dichiara
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che la religione cattolica non era più la sola religione di stato, inizialmente la corte cost pareva pro
questi articoli poi dichiarò la non fondatezza delle opposizioni ad art 404 (vilipendio immagine
sacra) e 724; successivamente a fine degli anni 90 la corte emette 2 sentenze a favore di cio e
depenalizza la bestemmia nel 99. I successivi appelli alla corte per riportare la religione cattolica in
posizione privilegiata rispetto alla legge penale vennero rigettati e la sentenze si fondavano su art
7 (confessione pluralista) cost.
La pena è aumentata se s'incolpa taluno di un reato per il quale la legge stabilisce la pena della
reclusione superiore nel massimo a dieci anni, o un'altra pena più grave.
La reclusione è da quattro a dodici anni, se dal fatto deriva una condanna alla reclusione
superiore a cinque anni; è da sei a venti anni, se dal fatto deriva una condanna all'ergastolo; e si
applica la pena dell'ergastolo, se dal fatto deriva una condanna alla pena di morte.
Si tratta di calunnia formale, attuata mediante denuncia, qui intesa in senso ampio, quindi
comprensiva di ogni tipo di notitia criminis, anche non qualificata o anonima, ma idonea a far
sorgere un procedimento penale. Viene quindi esclusa tale fattispecie nei casi in cui il reato
oggetto della denuncia sia sottoposto a condizione di procedibilità e questa manchi e nei casi in
cui i fatti denunciati siano grotteschi o assurdi, tali quindi da escludere l'avvio di un procedimento
penale.
La calunnia materiale invece dipende dalla simulazione delle tracce di reato, che non devono
riguardare un reato veramente accaduto e che possono consistere sia in segni e indizi materiali
che in segni sulla persona del denunciante o su altri. In ogni caso dovranno essere in modo
inequivocabile dirette ad indicare il soggetto incolpato quale responsabile del reato.
Aggravanti: (1) pena fino ad un anno o multa fino a 1032 euro se l’offesa attribuisce un fatto
determinato, le pene sono aumentate se l’offesa è commessa in presenza di più persone. (2) Se
offesa attribuisce un fatto determinato reclusione fino a 2 anni o multa 2065, mezzo stampa o
altro mezzo pubblicitario da 6 mesi a 3 anni o multa non inferiore a 516 euro, se offese rivolte a
corpo politico giudiziario ecc pene aumentate.
Percosse (art. 581 c.p.) e Lesioni (artt. 582, 583 c.p.):Lesioni colpose (art. 590 c.p.):
Percosse. Le percosse e le lesioni personali costituiscono i delitti che offendono l'integrità fisica o
psichica della persona e formano due specie autonome di reato, differenziandosi per vari
caratteri.
Art. 581 c.p. - Chiunque percuote taluno, se dal fatto non deriva una malattia nel corpo o nella
mente, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa
fino a 309 euro.
Tale disposizione non si applica quando la legge considera la violenza come elemento costitutivo
di un altro reato.
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L'elemento psicologico è rappresentato dalla consapevole volontà di percuotere taluno; il delitto
colposo di percosse non è previsto dal c.p.
L'atto di percuotere implica una condotta commissiva. Per una condotta omissiva può rispondere,
in concorso, chi non ha impedito che altri percuotessero taluno, pur avendo il dovere giuridico di
evitare tale fatto.
La condotta consiste nel trascendere alle vie di fatto esercitando una violenza fisica su parti
corporee della persona altrui. L'atto di percuotere, ossia di colpire, urtare, battere, picchiare e
simili, indica una precisa modalità d'azione e individua una condotta tipica, onde le percosse
costituiscono un reato a forma vincolata (la lesione personale è invece a forma libera); i mezzi di
offesa possono essere naturali (mani, piedi, ecc.) oppure altri mezzi contundenti (sassi, bastoni,
fruste, libri).
L'evento s'immedesima con l'azione, il reato di percosse è un reato di pura condotta o formale.
Lesione personale dolosa. In base all'elemento soggettivo il codice prevede la lesione personale
dolosa e la lesione personale colposa.
Lesione personale dolosa. art. 582 c.p. - Chiunque cagiona a qualcuno una lesione personale,
dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a
tre anni.
Se la malattia ha una durata non superiore ai venti giorni e non concorre alcuna delle circostanze
aggravanti prevedute dagli articoli 583 e 585, ad eccezione di quelle indicate nel numero 1 e
nell'ultima parte dell'articolo 577, il delitto è punibile a querela della persona offesa.
Il dolo è generico e consiste nella volontà e nella coscienza di offendere con la propria azione od
omissione l'incolumità altrui, analogamente al reato di percosse.
La condotta non richiede determinate modalità, purchè sia idonea a cagionare la lesione
dell'integrità psico-fisica.
I mezzi, come per l'omicidio, sono materiali o immateriali, diretti o indiretti, impiegati con azione
commissiva o lasciati agire per comportamento omissivo.
L'evento è rappresentato dalla malattia fisica o psichica della persona offesa, riconducibile con
nesso causale alla condotta del soggetto agente.
La consumazione del delitto avviene con la comparsa della malattia. Il tentativo è possibile e
si desume dalle circostanze del fatto, dal tipo di mezzi usati e dal loro modo d'impiego.
Altri caratteri: reato a forma vincolata, reato a forma libera e di reato di evento
pura condotta
Gradi della lesione personale dolosa. Il codice penale in base al disposto degli art. 582 e 583
permette di distinguere:
1) lesione personale lievissima: la malattia ha una durata non superiore ai 20 giorni; non concorre
alcuna delle circostanze di cui agli art. 583 e 585 c.p., ad eccezione di quella del vincolo di
parentela.
E' perseguibile a querela dell'offeso, non richiede referto da parte del medico ed è punita con la
reclusione da 3 mesi a tre anni.
3) lesione personale grave: la malattia o la incapacità ad attendere alle proprie occupazioni supera
i 40 giorni oppure vi è stato pericolo di vita per la persona offesa oppure si è prodotto un
indebolimento permanente ad un senso o ad un organo.
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E' perseguibile d'ufficio, il referto è obbligatorio, il mandato di cattura è facoltativo, la pena è della
reclusione da 3 a 7 anni.
Guida in stato di ebbrezza e rifiuto di sottoposizione ad alcol test (art. 186 c.d.s.):
Gli art.li 186, 186 bis e 187 C.d.S. riportano una disciplina piuttosto articolata finalizzata al
contrasto del fenomeno della c.d. guida alterata.
Nello specifico, dall’analisi dell’art 186 C.d.S. se ne ricava, dal comma II, una diversa risposta
sanzionatoria condizionata al valore del tasso alcolemico della persona accertato di volta in volta.
L’art 187 C.d.S. stabilisce il divieto di condurre un autoveicolo in condizioni di alterazione
psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti.
Per quanto rileva nel presente intervento, particolare attenzione viene posta sugli art.li 186 comma
VII e 187 comma VIII, i quali puniscono rispettivamente il rifiuto di sottoporsi ad accertamenti tesi
a verificare l’assunzione di alcool e droghe. Le sanzioni amministrative associate a tali condotte
sono quelle inerenti la sospensione e la revoca della patente, e la confisca del mezzo.
Attualmente, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, nel caso di rifiuto dell’accertamento
cui al comma III-IV-V, il conducente è punito con il medesimo trattamento sanzionatorio di cui al
comma II, let. c) (ossia la fattispecie più grave inerente il più alto tasso alcolemico rilevato),
dunque con la pena dell’ammenda da € 1.500,00 a € 6.000,00, e con l’arresto da tre mesi ad un
anno (medesima pena è prevista dall’art 187 comma VIII).
Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed
il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle
sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante risarcimento di
esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell’ente di appartenenza della
medesima, il reato è estinto. La dottrina tradizionale rivede in tale norma la protezione del
prestigio degli organi e dei soggetti investiti di pubbliche funzioni, concezione legata alla
considerazione di privilegio di cui godevano tali soggetti all'epoca dell'emanazione del Codice
Rocco. Ora, come più volte sostenuto dalla stessa Corte Costituzionale, si preferisce considerare
oggetto di tutela l'interesse al buon andamento della P.A., attuato mediante la difesa dell'onore e
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del prestigio della stessa. Tuttavia, mentre la precedente ipotesi normativa di cui all'abrogato art.
341 puniva qualunque modalità di offesa attuata nei confronti del p.u., mentre l'elemento
della pubblicità assurgeva a mera circostanza aggravante, ad oggi il fatto che l'offesa sia
arrecata in luogo pubblico, o aperto al pubblico e in presenza di più persone è a tutti gli
effetti elemento costitutivo del reato. Non solo, ma l'offesa (come nella precedente fattispecie)
deve essere arrecata mentre il pubblico ufficiale compie un atto del suo ufficio ed a causa o
nell'esercizio delle sue funzioni. Al secondo comma è disciplinata una speciale causa di non
punibilità, costruita sulla falsa riga di quanto previsto dall'art. 596 in tema di ingiuria e
diffamazione. Infatti, qualora venga dimostrata giudizialmente la verità del fatto attribuito, il
colpevole non è punibile. Il terzo comma prevede invece una causa di estinzione del reato,
qualora il colpevole ripari interamente il danno non patrimoniale subito dal pubblico ufficiale e il
danno all'immagine subito dall'ente di appartenenza dell'ufficiale medesimo. Ulteriore causa di
non punibilità è quella di cui all'art. 393 bis, qualora il pubblico ufficiale abbia dolosamente ed
arbitrariamente ecceduto nell'esercizio delle proprie funzioni.
Compito del giudice è in primis quello di accertare la causalità servendosi del sapere scientifico
(in caso di sapere scientifico in certo sarà tenuto ad applicare il principio in dubio pro reo, cioè la
sentenza dovrà essere di assoluzione) e poi quello di valutare la gravità dell'omicidio al fine di
attribuire la pena (ovviamente rispettando la cornice edittale): egli deve compiere sia valutazioni di
gravità oggettiva (valutare le modalità di condotta, l'identità della vittima ecc..) sia valutazioni di
gravità soggettiva (se il reato è doloso, colposo o preterintenzionale).
La tutela è rivolta a qualsiasi essere umano vivo: dunque anche al feto durante il parto o al nato
vivo ma non vitale (cioè destinato a non sopravvivere).
Esso è caratterizzato dalla volontà e consapevolezza di tenere contro un essere umano vivente
una condotta idonea a cagionare la morte.
Esso:
1. È escluso dall'errore su un elemento costitutivo del fatto tipico di omicidio es. Cacciatore
uccide un uomo convinto fosse un animale.
2. NON è escluso sull'errore in persona (uccisione di persona diversa da quella che si voleva
uccidere).
> Circostanze aggravanti comuni: comportano l'aumento della pena fino a un terzo con un
massimo di 30 anni di reclusione.
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> Circostanze aggravanti speciali: esse comportano la pena dell'ergastolo.
• Identità dell'omicida: es. Latitante che comple l'omicidio al fine di sottrarsi all'arresto, cattura
o carcerazione.
Attenuanti dell'omicidio doloso: non sono previste nel nostro ordinamento circostanze attenuanti
speciali ma sono comunque molte le attenuanti applicabili:
II. Circostanze attenuanti relative all'Imputabilità es. Minore età o vizio parziale di mente
Figure qualificate di omicidio doloso: alcune figure di omicidio doloso sono collocate fuori dal
titolo dei delitti contro la vita e alcune fanno parte del sistema originario del codice rocco (es.
Attentato all'incolumità del presidente della repubblica punito con l'ergastolo), mentre altre sono
state inserite a partire dagli cat 70 (es. Uccisione volontaria di persona sequestrata punita con
l'ergastolo→ è una figura autonoma di reato e non un'aggravante in quanto non vi è il
collegamento causale fra la morte e il sequestro). → figure speciali (meno gravi e dunque meno
severamente sanzionate) di omicidio doloso sono infanticidio in condizioni di abbandono
materiale e morale e l'omicidio del consenziente (vedi poi).
Commisurazione e problemi della pena: innanzitutto in presenza di più circostanze, sia aggravanti
che attenuanti compito del giudice è quello di valutare quali di esse siano prevalenti:
A. Se sono prevalenti le aggravanti → aumento di pena (non si tiene conto delle attenuanti).
B. Se sono prevalenti le attenuanti → diminuzione dl pena (non si tiene conto delle aggravanti):
addirittura con quattro attenuanti è possibile scendere al minimo assoluto di 5 anni e mezzo di
reclusione).
Pratica oggi diffusa è il c.d. Rito abbreviato che consiste nella diminuzione di un terzo della pena
"altrimenti da infliggere tenendo conto di tutte le circostanze" (inoltre l'ergastolo è sostituito con la
reclusione di 30 anni) diverso è il rito ordinario in cui il giudice è tenuto al bilanciamento e alla
valutazione di tutte le circostanze esistenti.
Il problema della pena consiste nel fatto che il giudice "può andare o al di sopra o al di sotto di
certe soglie, con esclusione di possibilità intermedie" (una fascia di possibilità è del tutto esclusa
es. Il giudice deve decidere se dare o tra 14 e 24 o tra 30e 35 la fascia tra i 24 ei 30 anni di
reclusione è esclusa - per questo motivo si parla della c.d. Discrezionalità discontinua: forte
differenziazione della pena).
Sono dette figure privilegiate in quanto la pena edittale è meno severa di quella dell'omicidio
comune e perché non vengono applicate le aggravanti stabilite dall'art. 61 c.p. E le aggravanti
speciali dell'omicidio.
Infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale (art. 578): la madre (1) "che
cagiona la morte del proprio neonato immediatamente dopo il parto, o del feto durante il parto (2),
quando il fatto è determinato da condizioni di abbandono materiale e morale (3) al connesse al
parto, è punita con la reclusione do quattro a dodici anni.
(1)E’ un reato proprio, che dunque può essere commesso solo dalla madre naturale
(qualora vi sia concorso di soggetti estranei, a questi si applica la norma generale
di omicidio e dunque la reclusione non inferiore ad anni ventuno, a meno che non
abbiano agito al solo scopo di favorire la madre e la pena può essere diminuita da
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un terzo a due terzi. Alla madre la pena è inferiore in quanto vi è minore
colpevolezza, avuto riguardo alla particolare situazione di perturbamento psichico
in cui ha commesso il fatto.
chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso (1) di lui e punito con la reclusione da sei a
quindici anni. Dunque dal momento che il bene della vita è un bene indisponibile, anche se
prestato i consenso non esclude il reato (per questo motivo è vietata, già dal codice rocco,
l'eutanasia attiva, anche volontaria).
Si applicano le disposizioni relative all'omicidio (in quanto il consenso è ritenuto invalido) se il fatto
è commesso)
• Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per
un'altra infermità o per l’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti (consenso invalido)
• Contro una persona cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o
sUggestione, ovvero carpito con inganno (consenso non reale, viziato).
(1) l consenso della vittima deve essere personale ed effettivo (serio) esplicito e non equivoco.
Deve inoltre essere valido e senza riserve, può essere dato con qualsiasi forma purché sia
incondizionato e deve sussistere sino al momento in cui viene commesso il fatto (è revocabile
in qualsiasi momento).
Nel caso di morte di più persone si applica la pena più grave ce dovrebbe infliggersi per le
violazioni commesse, aumentata fino al triplo, ma la pena non può essere superiore a anni 15
(criterio del cumulo giuridico)
Ai fini:
• Dell'imputazione soggettiva: essendo che la preterintenzione consiste nel "dolo misto a colpa"
occorre accertare in concreto sia il dolo (del reato meno grave avuto di mira es. Spintone di
una donna anziana) sia la colpa (dell'evento di morte colposamente cagionata deve essere
accertata la prevedibilità in concreto: vista l'età della signora era prevedibile che da una
caduta derivante dallo spintono derivasse l’evento di morte: la condotta dolosa è
effettivamente pericolosa e dunque l'evento è prevedibile). E' proprio il grado della colpa ad
essere determinante per il trattamento sanzionatorio
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Differenza tra l'omicidio preterintenzionale e i delitti dolosi aggravati dall'evento di morte.
I due sono accumunati dalla medesima struttura e dai medesimi problemi ed infatti entrambi sono
caratterizzati dal "dolo misto a colpa" in quanto anche nei delitti dolosi aggravati dall'evento di
morte vi è sia dolo (di un'azione primaria: sequestro di persona, procurato aborto senza il
consenso della donna, abuso di mezzi di correzione ecc.), sia colpa (dell'evento di morte
cagionato): ciò significa che anche in questo caso la morte è un evento non voluto, ma derivato
da una condotta illecita. La differenza sta nel fatto che nell'omicidio preterintenzionale, a
differenza delle altre figure, le condotte dolose sono direttamente aggressive" al corpo della
vittima (sono percosse o lesioni).
Si equivalgono per il fatto che la morte è conseguenza non voluta di un altro delitto (causazione
non volontaria delľevento di morte), ma si differiscono per Il fatto che la morte nell'omicidio
preterintenzionale Costituisce una figura autonoma di reato, mentre negli altri casi costituisce una
circostanza aggravante di delitti dolosi (reato circostanziato). Per questo motivo si parla di
omicidio colposo (la morte non è voluta dunque si ha colpa) aggravato (aggravato dal fatto che
l'evento di morte è derivato da una condotta illecita, da un delitto) Es. Spacciatore vende droga e
il consumatore muore (si ha omicidio colposo aggravato in quanto l'evento di morte del
consumatore non era voluto dallo spacciatore ma comunque era prevedibile ed evitabile ed è
aggravato il quanto lo spaccio è un delitto).
• Imputazione oggettiva: nesso causale tra la condotta del soggetto e la morte del suicida.
Art. 580 c.p.: articolo fortemente oggetto di discussione in quanto sono presenti idee fortemente
divergenti es. Idea che il suicidio sia una manifestazione del diritto di autodeterminazione, altri del
cd. Diritto di morire riguardo a ciò nessun testo di legge prende espressamente posizione
(astensione dell'ordinamento giuridico: non scegliere fra concezioni diverse).
Simile è la disciplina dell'art 579 (omicidio del consenziente) in quanto in entrambe la morte è
voluta dal morente; si differiscono per il fatto che nell'omicidio del consenziente è il terzo che
controlla fino all'ultimo il decorso causale, mentre nel suicidio è il morente stesso a farlo! Per
questo motivo l'omicidio del consenziente è punito con reclusione di 6-15 anni, mentre
l'istigazione o aiuto al suicidio con reclusione di 5-12 anni.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia,
consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito,
destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la
reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000.
La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui
al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone
rappresentate al fine di recare loro nocumento.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da
persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono
commessi attraverso strumenti informatici o telematici.
La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in
condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
Nagli anni 90 sono state introdotte normative ispirate dalla consapevolezza dei ríschi insiti nelle
nuove Tecnologie. Con la l. 547/1993 sono stati introdotti gli artt. 615-ter e 615-quarter
nell'ambito dei Delitti contro l'inviolabilità del domicilio, questo perché costituiscono
"un'espansione ideale di rispetto pertinente al soggetto interessato, garantita all'art. 14 della
Costituzione". Il bene tutelato viene individuato in dottrina quale intangibilità informatica, libertà
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informatica, quale libertà dall'altrui ingerenza. Mentre la giurisprudenza parla di riservatezza
informatica, vale a dire l'indisturbato utilizzo del sistema informatico e telematico da parte del
titolare.
A seguito di vari dubbi sulla risposta a tale fenomeno, in tutti gli ordinamenti, a partire dal
nostro, è emersa P'insufficienza delle forme di tutela non penali, ma anche delle
fattispecie penali esistenti che non riescono a tipizzare il fenomeno, e la necessità di una
disciplina ad hoc.
Lo stalking può essere realizzato attraverso condotte lecite ma offensive per la loro
reiterazione ed insistenza, oppure mediante condotte illecite (minacce, molestie, ingiurie,
percosse) che assumono un particolare rilievo proprio perché reiterate e più offensive
della libertà personale e della salute psico-fisica della vittima.
Il d.l.11/2009 ha introdotto la nuova fattispecie di atti persecutori, art. (612-bis; "salvo che
il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni chiunque,
con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e
grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità
propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva
ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
ome minaccia viene in rilievo una condotta idonea a far prospettare un male futuro, e a
incutere timore nella persona offesa.
Accanto alla reiterazione degli atti, per la consumazione del reato è altresì necessaria la
produzione di almeno uno degli eventi menzionati dalla norma, ovvero:
Circostanze aggravanti
Va segnalato come il termine per proporre querela è di sei mesi, corrispondente a quello
previsto dall’articolo 609 septies per i reati di violenza sessuale. La ratio è analoga e va
ravvisata nella salvaguardia della persona offesa, in considerazione del travaglio interiore
vissuto da chi si trovi a dover denunciare, e rendere pubblici, comportamenti gravemente
lesivi della propria sfera privata, realizzati, il più delle volte, da soggetti assai vicini alla
vittima.
Dell’ammonimento viene redatto processo verbale, una copia del verbale è rilasciata al
richiedente l’ammonimento e una all’ammonito. L’ammonimento può essere incluso tra le
misure di prevenzione. Attraverso questa procedura l’istante espone i "fatti", che saranno
oggetto della valutazione del Questore in merito alla fondatezza dell’istanza.
Il giudice potrà poi prescrivere modalità e limiti di frequentazione di tali luoghi, qualora
essa si renda necessaria per motivi di lavoro o esigenze abitative, nonché vietare
all’imputato di comunicare con qualsiasi mezzo con i soggetti di cui al 1° e 2° comma.
Gli atti persecutori possono consistere anche in molestie sessuali. Quali che siano le
modalità, si tratterà di un modo d'agire pressante, ripetitivo, impertinente, che finisce per
condizionale abitudini e sfera psichica del soggetto passivo. Fra le modalità emergono:
telefonate, lettere, fax, email, sms, pedinamenti, sorveglianza, invio di doni(dai cioccolatini
ad animali morti o riviste pornografiche), pubblicazione di Inserzioni, minacce e
aggressioni, divulgazione tramite Facebook di un rapporto tra l'autore e la vittima, e così
via.
Nell'art. 612-bis manca un riferimento alla violenza, che spesso accompagna tali
comportamenti.
Molestia o disturbo alle persone (art. 660 c.p.) + Maltrattamenti contro familiari e
conviventi (art. 570 c.p.):
l I DELITTI CONTRO L'ASSISTENZA FAMILIARE
Essi risentono in modo vistoso dell'ideologia dell'intero codice penale riguardo i reati contro la
famiglia. Questa è profondamente cambiata sotto il profilo sia giuridico sia sociologico: le
fattispecie incriminatrici riescono con fatica a rispondere delle esigenze attuali.
L'art. 570 incrimina "chiunque abbandonando il domicilio domestico, o comunque serbando una
condotta contraria all'ordine o alla morale delle famiglie, si sottrae agli obblighi di assistenza
inerenti alla responsabilità genitoriale o alla qualità di coniuge, è punito con la reclusione fino a un
anno o con la multa da 103 euro a 1032 euro. Le dette pene si applicano congiuntamente a chi:
2) fa mancare i mezzi di sussistenza ai discendenti di età minore, ovvero inabili al lavoro, agli
ascendenti o al coniuge, il quale non sia legalmente separato per sua colpa.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa salvo nei casi previsti dal numero 1 e,
quando il reato è commesso nei confronti dei minori, dal numero 2 del precedente comma. Le
disposizioni di questo articolo non si applicano se il fatto è preveduto come più grave reato da
un'altra disposizione di legge". Secondo l'impostazione classica, il bene tutelato è l'assistenza
familiare, intesa in senso fisico, morale ed economico, mentre, secondo altra tesi sarebbero
protette soltanto le esigenze economiche della famiglia, unita e disgregata. SI tratta di reati
propri poiché possono essere commessi solo da soggetti su cui gravano obblighi di
assistenza verso determinati componenti della famiglia. Nell’ipotesi di cui al comma 1 l'agente
si sottrae agli obblighi di assistenza Inerenti al suo status, soggetto attivo è il genitore o il
coniuge, non il convivente o il separato. Alcuni identificano il delitto come reato omissivo
improprio, identificando l'evento nella violazione degli obblighi; altri come reato omissivo
proprio (sottrarsi agli obblighi..); o ancora come delitto a doppia condotta (condotta
costitutiva: violazione degli di assistenza verso determinati componenti della famiglia.
obblighi; condotta presupposta: l'abbandono).
L’art 30 cost e l’art 147 cc impongono ai genitori l'obbligo di mantenere, istruire ed educare I
figli; mentre l’art 29 Cost sancisce la parità tra i coniugi, e l’art. 143 cc, l'obbligo di fedeltà,
ľassistenza morale e materiale, la coabitazione e la contribuzione ai bisogni familiari.
Le fattispecie di cui al comma 2 sono punite più gravemente (sono applicate congiuntamente
reclusione e multa:
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• La prima ipotesi di reato del secondo comma consiste nel malversare o dilapidare i beni
del figlio minore o del pupillo o del coniuge. Si tratta di un reato proprio. Per
"malversazione" si intende un'infedeltà patrimoniale, cioè atti di abuso o di distrazione del
patrimonio del titolare dei beni gestiti, compiuti per realizzare un profitto proprio o altrui.
Nella "dilapidazione" il soggetto disperde i beni altri, senza perseguire un profitto. Il dolo è
generico, il tentativo ammissibile, il reato istantaneo.
Art 660: Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del
telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo(1), reca a taluno(2) molestia o
disturbo è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a euro 516.
DELITTO DI INCENDIO
a) incendio di cosa altrui: reclusione da 3 a 7 anni. Da questo delitto deriva un disastro in grado
di mettere a rischio la sicurezza di un numero indeterminato di soggetti
c) incendio boschivo: è un'ipotesi speciale del delitto di incendio e si differenzia dagli altri per il
bene oggetto della tutela: boschi, selve, foreste, vivai.
La pena va dai 4 ai 10 anni di reclusione, ed è aumentata se dal fatto, deriva pericolo per edifici o
danni gravi all'ambiente.
Il delitto di incendio può essere realizzato ANCHE mediante omissione da chi si trovi in una
posizione di controllo e garanzia su fonti di pericolo di incendio.
OMISSIONE DI SOCCORSO: Art.593: delinea due fattispecie di reato omissivo puro, incrimina:
B. comma 2: "chiunque, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, omette di
prestare assistenza occorrente o di dare immediato avviso all’autorità > La condotta doverosa
(che sorge quando il corpo sembra inanimato che non mostra segni di vita) può variare: deve
essere adottata una condotta autonoma, il soggetto può decidere se avvertire
immediatamente l'Autorità o prestare assistenza occorrente. La scelta è rimessa al
destinatario dell'obbligo. Nel caso di scelta non adeguata non si parla di omissione di
soccorso.
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La pena prevista equivale alla reclusione fino ad un anno o la multa fino a 2500 euro. L'articolo si
rivolge a coloro che TROVANO il minore, la persona incapace o in pericolo: trovare significa
"imbattersi o trovarsi in presenza della situazione di pericolo: essa deve essere percepita con i
propri sensi: non è sufficiente la mera notizia di pericolo."
Questo articolo impone a soggetti che non ricoprono ruoli di garanzia, il dovere di attivarsi quando
si trova in determinate situazioni. E' un comando di agire e dunque si introduce nella sfera delle
libertà personali.
III. Il dovere di soccorso non permane in presenza del rifiuto dell'aiuto: (es il mancato intervento
del medico non costituisce un'omissione penalmente rilevante in quanto il dissenso espresso
del paziente fa venir meno l’obbligo giuridico ad agire/l'impedimento dell'azione suicida non è
un obbligo di soccorso).
IV. Dall’omissione di soccorso possono derivare lesioni personali (pena aumentata di 1/3) o la
morte (raddoppio della pena) sono intese come circostanze aggravanti che possono essere
applicate solo se conosciute o conoscibili.
V. art.189 codice della strada: "in caso di incidente stradale ricollegabile alla condotta del
soggetto, dal quale siano derivati danni alle persone":
Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e
ogni altra bandiera portante i colori nazionali [Cost. 12].
Agli effetti della legge penale, si considera cosa mobile anche l'energia elettrica e ogni altra
energia che abbia un valore economico.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra una o più delle circostanze di
cui agli articoli 61, numero 7), e 625.Danneggiamento (art. 635 c.p.)
La concezione più moderna ravvisa l’oggetto giuridico tutelato sulla base di una semplice
relazione di fatto (il possesso) tra il soggetto e la cosa, in maniera assai aderente al testo
normativo, il quale parla di sottrazione della cosa “a chi la detiene”. La detenzione rappresenta
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proprio quel potere di fatto sulla cosa, il quale costituisce il quid minimo affinché si possa parlare
di possesso giuridicamente rilevante.
il soggetto passivo del furto deve essere rinvenuto nel titolare della situazione giuridicamente
tutelata dall’ordinamento.
Se il soggetto derubato non dovesse coincidere con il proprietario della cosa sottratta, costui non
potrà assumere le veste di soggetto passivo, in quanto semplice riferimento esterno dell’azione di
spossessamento.
Per la configurabilità del furto d'uso occorrono due elementi essenziali, ovvero il fine
esclusivo di fare uso momentaneo della cosa sottratta, e la restituzione immediata (dopo
l'uso). Tale restituzione, anche se non necessariamente spontanea, deve tuttavia essere
perlomeno volontaria, e cioè presentarsi come libera attuazione dell'iniziale intenzione di
restituire. La Corte Costituzionale, al fine di non impedire l'applicazione di tale delitto nei
casi in cui vi fosse comunque una volontà restitutoria, ha sancito l'illegittimità dell'articolo
nella parte in cui non prevede l'ipotesi di mancata restituzione per caso fortuito o forza
maggiore.
Per l'ipotesi di minor gravità del furto di cui al n.2, è necessario che il colpevole sia stato
determinato al reato da un impellente bisogno derivante da uno stato di indigenza
attinente alle fondamentali ed elementari esigenze di vita, e di tale intensità che il non
provvedervi esponga a gravissimo pericolo la propria incolumità o quella altrui.
Caratteristiche:
• è un reato complesso ex art. 84 c.p. i cui elementi costitutivi sono il furto (art. 624 c.p.) e
la violenza privata (art. 610 c.p.) che rimane assorbita nella rapina purché la violenza
non si concretizzi in un fatto più grave come, ad esempio, le lesioni personali.
Il comma terzo dell'art. 628 c.p., prevede circostanze aggravanti a effetto speciale. La
prima ipotesi, al n. 1 del comma 3, è afferente alla "violenza o minaccia commessa con
armi". La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, ha sancito che il semplice uso o porto di
un'arma giocattolo, (priva del tappo rosso) assume rilevanza penale solo se mediante
esso si realizzi un reato del quale rappresenti elemento costitutivo o circostanza
aggravante. La seconda ipotesi si verifica quando la violenza o minaccia è "commessa da
persona travisata". L'ultima delle ipotesi è quella della "violenza o minaccia commessa da
più persone riunite".
Violazione di domicilio (art. 614 c.p.) e legittima difesa (vedi parte generale)
LA LIBERTÀ DOMICILIARE
Le fattispecie poste a tutela della libertà domiciliare sono: la violazione di domicilio (art. 614 cp) e
la violazione di domicilio commessa da un pubblico ufficiale (art. 615 cp).
L'inviolabilità del domicilio, sancita all'art. 14 Cost, si fonda sul diritto all'esclusività di presenza
umana nella sfera privata domiciliare, tale diritto può considerarsi una delle principali espressioni
del rispetto della vita privata. Il concetto di "dimora privata" è dilatato così fino a comprendere
ogni posto in cui si svolga un'attività anche non domestica, ma espressione della personalità
umana (es. studio professionale).
Gli artt. 614 e 615 consistono nell'introdursi o trattenersi nel domicilio altrui, contro la volontà del
titolare del "diritto di esclusione".
Il concetto di domicilio abbraccia diversi ambiti spaziali elencati all'art. 614: abitazione, altro luogo
di privata dimora e relative pertinenze. Per abitazione si intende il luogo in cui si svolge la vita
domestica, anche se in modo parziale e discontinuo. Per pubblici esercizi si distingue tra orario di
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chiusura, rispetto a cui prevale la tesi di "privata dimora"; ed orari di apertura, durante i quali la
tutela domiciliare viene apprestata se l'ingresso ha scopi diversi oltre a quello del pubblico
esercizio.
I colpevole si ritiene palesemente armato quando ľ'arma è tenuta in modo da poter essere
percepita dal soggetto passivo in qualunque momento.
Il reato di cui all'art. 615 cp è proprio del pubblico ufficiale, ed è procedibile d'ufficio, si tratta
dell'abusività della condotta, oltre i limiti di sua competenza.
LA RISERVATEZZA DOMICILIARE
L’art 615-bis "interferenze illecite nella vita privata" incrimina la condotta di "Chiunque, mediante
l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti
alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell'articolo 614, è punito con la reclusione da sei
mesi a quattro anni.
La limitazione dei luoghi tralascia inoltre tutte quelle vicende private che si svolgano in luoghi
pubblici (es. autovettura, bagni pubblici, luogo di lavoro). In tale contesto si iscrive la questione
delle intercettazioni ambientali come strumento di indagine, è qui palese il conflitto di interessi tra:
l’Inviolabilità del domicilio e della segretezza delle comunicazioni; e l'esigenza di strumenti idonei
per ľaccertamento di reati.
Molte sono state le modifiche apportate alla Sezione V sui delitti contro l'inviolabilità dei segreti, in
particolare il legislatore del 1993 ha duplicato le fattispecie preesistenti con l'innesto del
riferimento alle comunicazioni informatiche e telematiche. I delitti contro la inviolabilità dei segreti
sono diverse, in particolare:
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DEFINIZIONE DI SEGRETO, DI CORRISPONDENZA, DI COMUNICAZIONE
• Segreto: il codice non ne contiene una definizione. II concetto evoca una relazione conoscitiva
esclusiva tra un soggetto e un fatto, riguardante aspetti della vita privata più specifici di quelli
oggetto di riservatezza. A differenza della riservatezza, qui, incluso è anche il depositario del
segreto.
• Corrispondenza: ľart. 616 co4 "si intende quella epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o
telematica ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza". Quando la
legge parla di corrispondenza chiusa si riferisce a comunicazioni informatiche o telematiche.
Con la l. 66/1996 venne abrogato il capo 1 del titolo IX del libro secondo del codice penale, e
segnò la scomparsa delle ipotesi di ratto e di seduzione con promessa di matrimonio. Le nuove
fattispecie sono: violenza sessuale (art. 609 bis); atti sessuali con minorenne (art. 609 quarter);
violenza sessuale di gruppo (art. 609 octies) e corruzione di minorenne (art. 609 quinquies). Le
nuove norme sono state collocate nel titolo Dei delitti contro la persona.
Lascia tuttavia perplessi la loro collocazione nella sezione intitolata libertà personale, in cui si
trovano le norme poste a tutela della libertà di movimento; la libertà di autodeterminarsi è invece
oggetto della sezione intitolata alla libertà morale, la cui offesa è individuabile nella violenza
privata (art. 610 cp). La violenza sessuale infatti "non rappresenta che un'ipotesi speciale di
violenza privata, qualificata dalla natura dell'atto che la vittima è costretta a fare o tollerare". Tale
fattispecie avrebbe dovuto trovare collocazione tra i delitti contro la libertà morale. Il bene
giuridico tutelato è la libertà sessuale, ovvero la libertà di scegliere consapevolmente, e senza
costrizioni, le proprie scelte in materia sessuale.
L'art 609 quarter cp configura l'autonoma fattispecie di atti sessualil con minorenne, incriminando
il fatto di chi in assenza di violenza, minaccia o abuso di autorità, compia "atti sessuali con
persona che, al momento del fatto:
4. non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia l'ascendente, il genitore, anche
adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di
educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con
quest'ultimo, una relazione di convivenza.
A tali ipotesi viene esteso il quadro sanzionatorio previsto per la violenza sessuale. Il secondo
comma incrimina l'ipotesi in cui gli atti sessuali siano stati realizzati, nei confronti di un minore
ultrasedicenne, con l'abuso dei poteri connessi alla relativa posizione. La pena qui, va dai 3 ai 6
anni di reclusione.
Sono qui incriminati gli atti sessuali realizzati con un minore consenziente, in assenza degli indici
di costrizione richiesti dall'art. 609 bis. Sulla base di una valutazione di incapacità dovuta all'età,
si esclude la rilevanza del consenso naturalistico prestato dal minore di 14 anni, in forza di una
presunzione assoluta di incapacità.
Il bene giuridico tutelato in questo caso non è la libertà sessuale, che non viene riconosciuta alla
vittima per la sua giovane età, ma la sua integrità fisiopsichica, in prospettiva di un corretto
sviluppo della sessualità. II problema è quello di proteggere il minore da esperienze che, se non
vissute nel momento e circostanze opportune, può determinare traumi tutt'altro che indifferenti.
L'art. 609-quarter, a differenza dell'art. 609-bis, non da rilevanza ai casi in cui si faccia compiere
atti sessuali al minore su se stesso, si tratta di un vuoto di tutela incolmabile.
Gli atti sessuali realizzati con minore ultrasedicenne acquistano rilevanza penale soltanto se
l'agente qualificato abbia materialmente abusato dei poteri connessi alla sua posizione. L'illecito
penale sussiste solo se un abuso è stato effettivamente perpetrato. Il problema riguarda il
concetto di potere, i soggetti citati dalla norma non sono sempre investiti di poteri giuridicamente
fondati. Resta la possibilità di fare ricordo al concetto di potere di fatto, ogni qualvolta il minore
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sia stato determinato al compimento di atti sessuali sulla base di un consenso viziato dalla
strumentalizzazione operata dal "soggetto forte".
I comma 4 dellart. 609-quarter prevede infine una diminuzione della pena in misura non
eccedente i 2/3 per i casi di minore gravità, si invia a quanto detto per l'art. 609-bis, con una
precisazione: la circostanza sarà qui integrata quando non si sia verificata "una rilevante
compromissione dell'integrità psico-fisica della persona offesa".
L'art. 609-quater comma 3 prevede una causa di esclusione della punibilità "per il minore che
compia atti sessuali consensuali con minore di anni quattordici, ma pur sempre maggiore di anni
tredici, purché la differenza di età tra I due non sia superiore ai tre anni". Ad esempio: è lecito un
rapporto sessuale tra un ragazzo di 16 anni e una ragazza di 13.
Si tratta del riconoscimento, operato dalla riforma del 1996, per i minori, di vivere la loro
sessualità.
La non punibilità, nella situazione in esame, poggia su una diversa ponderazione tra i valori in
gioco - la libertà e la tutela del minore - in ragione della vicinanza di età tra i soggetti; la struttura
del bilanciamento sembrerebbe corrispondere alla struttura della giustificazione. Viene meno il
contrasto con i valori tutelati all'art. 609-quater cp, qui le istanze di libertà prevalgono sulle
esigenze di tutela, in quanto connesse a situazioni in cui la scelta del minore appare munita di una
maggiore consapevolezza, perché non inquinata da profonda disparità emotiva, culturale ed
esperienziale. La stessa esigenza di una crescita equilibrata una corretta maturazione nel campo
della sessualità, compiendo insieme le prime esperienze risulta in pericolo.
L'ERRORE SULL'ETÀ
Ai sensi dell'art. 609-sexies cp: "Quando i delitti previsti negli articoli 609 bis, 609 ter, 609 quater,
609 octies e 609 undecies sono commessi in danno di un minore degli anni diciotto, e quando è
commesso il delitto di cui all'articolo 609 quinquies, il colpevole non può invocare a propria scusa
l'ignoranza dell'età della persona offesa, salvo che si tratti di ignoranza inevitabile".
La norma costituisce un'importante deroga ai principi in materia di dolo e di errore sul fatto.
Il problema dell'errore sull'età è estremamente delicato, prima della riforma, la norma disponeva
l'assoluta irrilevanza dell'ignoranza dell'età della persona offesa, anche quando si trattasse di
ignoranza inevitabile.
Nella sua attuale formulazione la disposizione riconosce rilievo scusante all'ignoranza inevitabile
sull'età, la Corte costituzionale con una sentenza del 2007 affermò che "il principio di
colpevolezza non può essere sacrificato dal legislatore ordinario in nome di una più efficace tutela
penale di altri valori, ancorché di rango costituzionale".
PEDOPORNOGRAFIA
L'interpretazione fornita dalla nota sentenza delle Sezioni Unite n. 13 del 31 maggio 2000,
ritiene che “Poiché il delitto di pornografia minorile di cui all'art. 600-ter, comma 1, c.p.,
mediante il quale l'ordinamento appresta una tutela penale anticipata della libertà
sessuale del minore, reprimendo quei comportamenti prodromici che, anche se non
necessariamente a fine di lucro, ne mettono a repentaglio il libero sviluppo personale con
la mercificazione del suo corpo e l'immissione nel circuito perverso della pedofilia, ha
natura di reato di pericolo concreto, la condotta di chi impieghi uno o più minori per
produrre spettacoli o materiali pornografici è punibile, salvo l'ipotizzabilità di altri reati,
quando abbia una consistenza tale da implicare il concreto pericolo di diffusione del
materiale prodotto”.
Non appare possibile realizzare esibizioni pornografiche se non offrendo il minore alla
visione perversa di una cerchia indeterminata di pedofili: produrre materiale pornografico
significa, quindi, produrre materiale destinato ad essere immesso nel mercato della
pedofilia.
Secondo gli ermellini, invece, anche la produzione ad uso personale è reato perché la
stessa relazione, sia pure senza contatto fisico, tra adulto e minorenne, contemplata
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dall'art. 600-ter c.p., è considerata come degradante e gravemente offensiva della dignità
del minore in funzione del suo sviluppo sano ed armonioso.
Delitto di attentato
Se è cagionata la morte di una sola persona, si applica l'ergastolo. In ogni altro caso si applica la
reclusione non inferiore a quindici anni(2).
Se dall'attentato alla incolumità di una persona deriva una lesione gravissima, si applica la pena
della reclusione non inferiore ad anni diciotto; se ne deriva una lesione grave, si applica la pena
della reclusione non inferiore ad anni dodici.
Se i fatti previsti nei commi precedenti sono rivolti contro persone che esercitano funzioni
giudiziarie o penitenziarie ovvero di sicurezza pubblica nell'esercizio o a causa delle loro funzioni,
le pene sono aumentate di un terzo.
Se dai fatti di cui ai commi precedenti deriva la morte della persona si applicano, nel caso di
attentato alla vita, l'ergastolo e, nel caso di attentato alla incolumità, la reclusione di anni trenta(4).
Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli articoli 98 e 114, concorrenti con le
aggravanti di cui al secondo e al quarto comma, non possono essere ritenute equivalenti o
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prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità di pena risultante
dall'aumento conseguente alle predette aggravanti(5).
“Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti, coloro che
promuovono o costituiscono od organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con
la reclusione da tre a sette anni.
Per il solo fatto di partecipare all’associazione, la pena è della reclusione da uno a cinque
anni.
Il presente delitto disciplinato nel titolo V del libro II del codice penale si configura come
delitto associativo per una serie precisa di elementi che lo rappresentano.
La pena è ridotta (da uno a cinque anni) per colui che partecipa all’associazione: la
giurisprudenza di legittimità ha identificato il partecipe in colui che risulta attualmente
inserito nel sodalizio e che resta a disposizione in qualsiasi momento per attuare un
contributo, senza che lo stesso faccia riferimento ad un estraneo. Pertanto si giunge così
a riconoscere una assoluta autonomia tra il delitto di associazione e i reati fine commessi
dagli associati. Come secondo elemento, il delitto di associazione necessita di una
struttura organizzativa, seppur minima ma volta alla predisposizione di mezzi e sistemi
validi per la realizzazione dei reati fine. Come ultimo elemento, l’associazione piuttosto
che perseguire esclusivamente un delitto specifico, deve godere di un programma
criminoso indeterminato. Infatti non integra la fattispecie descritta la commissione di un
solo delitto.
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dieci o superiore (co. 5 c.p.) nel qual caso si applica un aumento di pena “…fino a un
terzo”.
La formulazione stessa della norma, tuttavia, quando impone che l'accertamento del
pericolo avvenga “prima” che le sostanze siano attinte o distribuite per il consumo, fa
propendere per un inquadramento della norma nel novero dei reati di pericolo astratto.
Se dunque la ratio della norma risiede nel colpire la diffusivita del pericolo nei confronti di
un numero indeterminato di persone di cui la condotta vietata è portatrice, ne deriva che
ricade nella fattispecie l'avvelenamento compiuto in qualsiasi fase anteriore alla
destinazione della merce ad uno specifico acquirente, poichè e in quel momento, e più
precisamente solo in quel momento, che il pericolo collettivo si puntualizza in un pericolo
individuale, sanzionato da altre disposizioni. E d'altronde è lo stesso tenore letterale della
norma che depone in tal senso, in quanto la ”distribuzione per il consumo” fornisce l'idea
di qualsiasi atto di cessione a terzi, successivo alla mera “detenzione per la vendita”.
Tra gli elementi che possono portare all'avvelenamento vi sono da annoverare sia quegli
che, se immessi nei vari tipi di sostanze organiche o inorganiche destinate in qualche
maniera ad essere ingerite, possono comportare un'alterazione della composizione
chimico-fisica della sostanza in oggetto, sia quelle sostanze velenose classicamente
descritte e presenti nella Farmacopea Ufficiale. Ai veleni di cui sopra vanno equiparate le
sostanze tossiche di vario tipo, atte, secondo il criterio di potenziale efficacia nociva nei
confronti della salute, a recare danno alla salute o addirittura a portare alla morte il
soggetto.
Per completezza espositiva e bene precisare che si tratta di reato causalmente orientato,
in quanto è del tutto indifferente il modo in cui la condotta pericolosa viene posta in
essere dal soggetto agente; da ciò deriva inoltre la configurabilita di esso anche se
l'avvelenamento avviene per via mediata, ossia tramite le alterate qualità chimiche del
contenitore o del recipiente in cui la sostanza si trova.
Tornando ora all'elemento che permette di classificare l'art. 439 come reato di pericolo
astratto, vale a dire il fattore cronologico (“prima che siano attinte o distribuite per il
consumo”), in dottrina si è sostenuto che tale momento segnala il termine finale dello
stato di pericolo per la salute pubblica derivante dall'avvelenamento, il quale, in seguito
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alla distribuzione, si tramuterà da fattispecie di pericolo comune a fattispecie di pericolo
individuale. Inoltre esso, il comune pericolo, si esaurisce nel momento in cui diviene
determinabile il soggetto avente la disponibilità della sostanza. L'attingimento o la
distribuzione si realizzano pertanto solo ed esclusivamente quando determinano la
disponibilità individuale della sostanza avvelenata.
Per quanto riguarda invece l'elemento soggettivo, la fattispecie viene integrata dalla
presenza del dolo generico, consistente nella coscienza e volontà di avvelenare acque o
sostanze unita alla consapevolezza in merito alla potenzialità tossica del mezzo usato e
della destinazione alimentare della cosa avvelenata.
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