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Meno problematica appare l’ammissibilità dell’intervento di una legge regionale in funzione di scriminante:
si pensi all’ipotesi di uno stabilimento industriale che scarica sostanze ritenute inquinanti dalla legge statale
ma rientranti nei limiti della tollerabilità stabiliti da una legge regionale successiva.
1. La legge affida alla fonte secondaria la determinazione delle condotte punibili -> “Norme penali in
bianco, art 650 cp” si caratterizzano in quanto il precetto è formulato in modo generico dovendo
essere integrato, specificato e completato da una fonte normativa diversa dalla legge come i
regolamenti.
caso 3 -> un automobilista è stato sorpreso senza libretto di circolazione e non ottempera all’ordine
dell’agente di polizia di esibirlo entro un termine all’ufficio di polizia. Sennò sarà responsabile del
reato che incrimina l’inosservanza del provvedimento dell’autorità. L’esempio dell’art 650 cp è un
esempio di norma penale in bianco dove il precetto è formulato in modo generico e deve essere
completato da una fonte secondaria. Con la sent 168/71 si è dichiarato costituzionalmente legittimo
l’art 650 cp ritenendo che queste norme non violano il p. legalità quando sia una legge dello stato a
indicare i contenuti, i caratteri e limiti del provvedimento dell’autorità amministrativa.
2. La fonte secondaria disciplina uno o più elementi che concorrono alla descrizione dell’illecito
penale, essa partecipa alla configurazione del reato. Esempio è la contravvenzione ex art 659 cp
commessa esercitando attività rumorose.
3. La fonte secondaria si limita a specificare dal punto di vista tecnico elementi previsti.
Caso 4 -> ad un industriale si contesta la produzione di sostanze alimentari con l’aggiunta di additivi
chimici non autorizzati dal ministro della sanità, il reato è configurato non dalla norma penale ma
da un decreto del ministro. La specificazione tramite decreto del ministro della sanità non incide
sulla completezza del precetto penale.
4. la legge consente alla fonte secondaria di selezionare i comportamenti punibili tra quelli da
quest’ultima disciplinata, questo modello è illegittimo. Il legislatore si spoglierebbe della funzione di
cui è investito per il p. riserva di legge.
È ammessa il ricorso alla consuetudine scriminante perché le norme scriminanti non appartengono al diritto
penale.
Legge regionale non è una fonte perché la scelta circa le restrizioni di beni fondamentali della persona è
impegnativa da essere di pertinenza dello stato. È necessario che nel territorio nazionale vi siano condizioni
di uguaglianza nella funziona libertà personale. Un pluralismo di fonti regionali in contrasto col principio di
unità politica dello stato.
L’art 120 comma 2-3 cost vieta alle regioni di adottare provvedimenti che siano ostacolo all’esercizio diritti
fondamentali dei cittadini
la criminalizzazione comporta una scelta tra tutti i beni e i valori emergenti nell’intera società. Questa scelta
non può essere fatta dai consigli regionali perché non hanno una visione generale dei bisogni ed esigenze
della società.