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Riserva di legge:

Divieto di punire un determinato comportamento in assenza di una legge preesistente che lo


configuri come reato. È un sotto principio del principio di legalità, strumenti idoneo per tutelare il
bene della libertà personale, tutela le forze politiche e evita forme di arbitrio del potere esecutivo
– giudiziario.
Due orientamenti:
- Certezza del diritto
- Democraticità delle fonti del diritto.
- Tutela delle libertà – diritti fondamentali
1 questa esigenza può essere rispettata anche da atti normativi dell’esecutivo, anche se la legge
penale avesse effetto retroattivo. Sarebbe riconducibile non tanto alla riserva di legge ma ad altri
sotto principi del principio di legalità come il principio di tassatività – irretroattività della norma
penale.
2 il monopolio della produzione normativa nelle mani dell’organo legislativo sarebbe utile per
garantire il cittadino da abusi del potere esecutivo. Questa funzione di garanzia viene realizzata
tramite la possibilità di assoggettare a un triplice controllo la fonte penale: controllo dell’opinione
pubblica, minoranze parlamentari e Corte costituzionale.
3 viene attribuita alla riserva di legge una ratio di tutela delle libertà e dei diritti fondamentali.
Profilo correlato al profilo della democraticità, perché soltanto una produzione normativa prodotta
da organi legislativi democraticamente eletti potrebbe assicurare i diritti dei cittadini contro abusi.
FUNZIONE DI GARANZIA DELLA LIBERTA’ PERSONALE, promuove la funzione di realizzare una legge
che sia espressione di un organo legittimo democraticamente.
Qualora una fonte diversa dalla legge ordinaria diventasse idonea a realizzare questa ratio di
garanzia, il carattere democratico della legge penale non sarebbe sufficiente a giustificare il
monopolio legislativo sul diritto penale.
Assoluta o relativa?
1) non ammetterebbe una partecipazione di fonti di grado inferiore alla legge nella
formazione del precetto penale. La norma primaria individua la disciplina del reato e le
relative sanzioni. Elude le esigenze di garanzia del p. legalità. Impedisce che la norma
penale sia integrata da una fonte normativa inferiore - subordinata alla legge ordinaria.

2) La legge ordinaria dovrebbe disciplinare le linee generali e le fonti secondarie fornire la


disciplina. Si ammette la partecipazione di fonti secondarie alla creazione di fattispecie
penali. Ciò potrebbe contrastare la ratio di garanzia del principio di legalità. Non vi è alcuna
disposizione che consente di distinguere elementi essenziali coperti da riserva e elementi
secondari regolati da fonti inferiori alla legge della disp incriminatrice.
LA RISERVA DI LEGGE IN DIRITTO PENALE È ASSOLUTA.
Si è coniata l’espressione di riserva di legge assoluta ben temperata.
Versioni differenti della riserva di legge:
1- Formulazione elastica -> la natura assoluta non esclude che fonti secondarie rispetto alla
legge possano concorrere a descrivere il precetto penale. La fonte secondaria come
regolamento non verrebbe in rilievo come fonte diretta del precetto penale ma come
presupposto di fatto.
Verrebbe tradita la ratio politica della riserva di legge.
La natura assoluta impone che la scelta politica in relazione al reato, bene, condotta, pena ecc sia
compiuta dal legislatore tramite la fonte primaria.
AMBITO: la riserva di legge copre tutte le norme penali o solo le incriminatrici? Tutte le norme
incriminatrici o con effetti sfavorevoli, dubbi per quelle favorevoli. Cause di giustificazione estranee
all’ambito della riserva di legge.
Il concetto di riserva di legge rinvia alla legge in senso formale, l’atto normativo emanato dal
Parlamento. C’è da chiedersi se siano ammissibili come fonti penali anche leggi in senso materiale,
decreti-legge – leggi delegate. La dottrina dominante li annovera entrambe tra le fonti.
Le caratteristiche della legge delegata e del decreto-legge appaiono poco compatibili con la ratio
sottesa al principio di riserva di legge. Queste forme di produzione normativa comprimono uno dei
requisiti della riserva e cioè la partecipazione delle minoranze.
Per la legge regionale, dottrina e giurisprudenza la escludono dal novero delle fonti nell’ipotesi sia
di competenza esclusiva che concorrente ex art 117 cost.
La motivazione dell’esclusione è contenuta nella sentenza n. 487/89 - > la criminalizzazione comporta
una scelta tra tutti i beni e i valori emergenti nell’intera società.

Meno problematica appare l’ammissibilità dell’intervento di una legge regionale in funzione di scriminante:
si pensi all’ipotesi di uno stabilimento industriale che scarica sostanze ritenute inquinanti dalla legge statale
ma rientranti nei limiti della tollerabilità stabiliti da una legge regionale successiva.

Rapporto legge – fonte subordinata.

I modelli di integrazione tra legge e fonte subordinata sono riassunti così:

1. La legge affida alla fonte secondaria la determinazione delle condotte punibili -> “Norme penali in
bianco, art 650 cp” si caratterizzano in quanto il precetto è formulato in modo generico dovendo
essere integrato, specificato e completato da una fonte normativa diversa dalla legge come i
regolamenti.
caso 3 -> un automobilista è stato sorpreso senza libretto di circolazione e non ottempera all’ordine
dell’agente di polizia di esibirlo entro un termine all’ufficio di polizia. Sennò sarà responsabile del
reato che incrimina l’inosservanza del provvedimento dell’autorità. L’esempio dell’art 650 cp è un
esempio di norma penale in bianco dove il precetto è formulato in modo generico e deve essere
completato da una fonte secondaria. Con la sent 168/71 si è dichiarato costituzionalmente legittimo
l’art 650 cp ritenendo che queste norme non violano il p. legalità quando sia una legge dello stato a
indicare i contenuti, i caratteri e limiti del provvedimento dell’autorità amministrativa.
2. La fonte secondaria disciplina uno o più elementi che concorrono alla descrizione dell’illecito
penale, essa partecipa alla configurazione del reato. Esempio è la contravvenzione ex art 659 cp
commessa esercitando attività rumorose.

3. La fonte secondaria si limita a specificare dal punto di vista tecnico elementi previsti.
Caso 4 -> ad un industriale si contesta la produzione di sostanze alimentari con l’aggiunta di additivi
chimici non autorizzati dal ministro della sanità, il reato è configurato non dalla norma penale ma
da un decreto del ministro. La specificazione tramite decreto del ministro della sanità non incide
sulla completezza del precetto penale.

4. la legge consente alla fonte secondaria di selezionare i comportamenti punibili tra quelli da
quest’ultima disciplinata, questo modello è illegittimo. Il legislatore si spoglierebbe della funzione di
cui è investito per il p. riserva di legge.

RAPPORTO LEGGE – CONSUETUDINE

Per Consuetudine si intende la ripetizione costante, generale e uniforme di un comportamento,


accompagnata dalla convinzione, diffusa nella generalità dei consociati di adempiere a un obbligo o di
esercitare un potere giuridico.

In diritto penale è pacifica l’inattitudine della consuetudine a svolgere la funzione incriminatrice o


aggravatrice del trattamento punitivo. Ciò vale per la consuetudine abrogatrice o desuetudine, è possibile
che una norma penale resta inapplicata per tantissimo tempo, purché la norma cessi di avere efficacia è
necessaria l’emanazione di una nuova legge che la abroghi espressamente. La dottrina ammette una
funzione integratrice della consuetudine arricchendo, mediante il rinvio a fonti giuridiche extra-penali, il
contenuto precettivo della norma incriminatrice.

È ammessa il ricorso alla consuetudine scriminante perché le norme scriminanti non appartengono al diritto
penale.

Legge regionale non è una fonte perché la scelta circa le restrizioni di beni fondamentali della persona è
impegnativa da essere di pertinenza dello stato. È necessario che nel territorio nazionale vi siano condizioni
di uguaglianza nella funziona libertà personale. Un pluralismo di fonti regionali in contrasto col principio di
unità politica dello stato.

L’art 120 comma 2-3 cost vieta alle regioni di adottare provvedimenti che siano ostacolo all’esercizio diritti
fondamentali dei cittadini

la criminalizzazione comporta una scelta tra tutti i beni e i valori emergenti nell’intera società. Questa scelta
non può essere fatta dai consigli regionali perché non hanno una visione generale dei bisogni ed esigenze
della società.

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