Sei sulla pagina 1di 5

Decreto legge non convertito e decreto legge convertito con emendamento:

decreto legge convertito con emendamento: il parlamento convalida le scelte di governo inserendo
aggiunte o modifiche, vi è una successione di leggi nel tempo tra la legge di conversione (nella quale viene
convertito il decreto) e la legge precedente l’entrata in vigore del decreto legge poi convertito, ma non il
testo del decreto che poi verrà sostituito con la legge di conversione.

 Per i fatti pregressi, ossia commessi prima dell’entrata in vigore del decreto legge:

a) troverà applicazione la legge di conversione, se prevede un trattamento penale più favorevole o


se abolisce fatti di reato.

b) se invece prevede un trattamento sfavorevole, si applicherà la legge del tempo della loro
commissione.

 Per i fatti concomitanti, ossia commessi durante la vigenza del decreto legge poi emendato:

a) Se il decreto legge emendato, inasprisce il regime del reato rispetto al decreto legge, si applicherà
quest’ultimo: decreto legge;

b) Se l’emendamento della legge di conversione modifica in melius il regime del reato, prevede un
trattamento favorevole, si applica la legge di conversione.

Rapporto disciplinato dai commi dell’art 2 cp. Nessuna deroga all’art 2 cp, si applica la disposizione più
favorevole.

MODIFICHE MEDIATE.

Il caso del trattamento penale dei cittadini romeni, a seguito dell’ingresso della Romania nell’UE

Tipi di disposizioni – leggi che comportano una successione di leggi penali nel tempo. Rapporto previsto
dall’Art 2 cp.

Disciplina della successione di leggi penali nel tempo non incide sulle leggi temporanee e eccezionali, in
quanto hanno una vigenza temporale limitata.

Modifiche mediate -> fattispecie determinate non direttamente da una norma penale, vi è una modifica che
riguarda la fattispecie. Modifica non aggiunge norme penali incriminatrici ma norme extrapenali richiamate
dalle norme penali incriminatrici.

Mutamento della norma extra-penale -> rinvio a norme incriminatrici. Non muta l’intera norma ma la
disposizione extrapenale. Interferisce nell’ambito applicativo, se muta il contenuto muta anche l’ambito
della fattispecie penale.

Modifica ->non determina un mutamento diretto della norma penale incriminatrice. La norma extrapenale
richiamata non deve essere di natura diversa da quella penale (come è il caso delle norme civili o
amministrative), ma ogni norma (anche penale) diversa dalla fattispecie incriminatrice che ad essa fa
riferimento con la tecnica degli elementi normativi di fattispecie.

- Norma extrapenale
- Norma giuridica penale diversa che contiene degli elementi normativi
Es. diritto di calunnia.

pur non mutando il suo campo di applicazione finisce con l’essere modificata la disciplina penale di talune
ipotesi concrete riconducibili alla norma incriminatrice stessa
Rinvio -> muta il contenuto della norma extrapenale incide nell’ambito applicativo della norma
incriminatrice. Norme possono avere carattere penale – extrapenale. Alcuni dicevano che nella nozione
“extrapenali” comprendono anche norme – regole sociali che rinviano a una nuova norma incriminatrice.

Esempio che puniscono il compimento di atti contrari rinviano agli atti osceni e quindi alla nozione di atti
osceni.

Problema che pone la modifica mediata. A mutare la disposizione richiamata dagli elementi normativi, la
fattispecie incriminatrice eguale a se stessa, muta il suo campo di applicazione (’eliminazione dal codice
penale del reato di adulterio della donna comporterà per il futuro la non punibilità, a titolo di calunnia, della
falsa attribuzione, ad una donna, del reato di adulterio) prima conformazione del cp al testo costituzionale,
era reato dove un soggetto falsamente accusa una donna di adulterio. Sanzione di calunnia.

Principio retroattivo favorevole, dipende dal modo di applicare le modifiche mediate.

dove muti ambito applicativo delle norme incriminatrici c’è un fenomeno successorio? Una successione di
leggi penali nel tempo?

Vi sono diverse visioni. Le modifiche mediate riconducibili art 2 cp, questo ordinamento è molto diffuso,
non è seguito solitamente. Nonostante non muti la norma penale, l’effetto che discende dalle modifiche è
analoga a quella che consegue le ipotesi della norma incriminatrice.

Effetto innescato dalla modifica è quello che si verifica nella successione di leggi nel tempo. Anche nella
successione di leggi ci sta una conseguenza normativa, ovvero l’allargamento o restringimento dei
comportamenti punibili in senso favorevole al reo.

L’effetto è restringere l’area di punibilità; modifica retroattivamente se è favorevole, più il limite del
giudicato. Superato nei casi abolitio.

- Assimilabili art 2 cp. Si applicano i commi art 2 cp. anche quello che concerne l’irretroattività
sfavorevole. Dove il fenomeno non viene ricondotto nella successione delle leggi penali nel tempo,
nelle modifiche mediate che innescano elementi più favorevoli, p. irretroattività malam art 2 cp.
Dove non si ricollega alla successione di leggi, in presenza di trattamenti sfavorevole. (Irretroattività
sfavorevole inderogabile, prescinde dalla modifica normativa – natura diretta – indiretta)

Altro orientamento più seguito dalla dottrina. Esclude possibilità di ricondurre fenomeni di modifica all’art 2
cp.

Argomenti utilizzati -> dove la modifica comporta il trattamento sfavorevole, si ha principio di irretroattività.
Dove la modifica comporta un estensione nell’ambito applicativo della fattispecie , non si applica il principio
di irretroattività ai fatti pregressi.

Art 2 cp fa riferimento alle leggi penali, successione di leggi penali nel tempo.

La successione non coinvolge leggi penali ma leggi diverse richiamati dall’elemento normativo delle
fattispecie.

La giurisprudenza segue l’orientamento, le applica con i correttivi, usa posizione intermedia -> escludere che
la modifica comporta una successione di leggi penali nel tempo salvo casi eccezionali. Norme penali nel
tempo -> norme richiamate dalle altre norme penali. A mutare è la norma penale richiamata dall’elemento
normativo, art 2 cp.

Se la norma richiamata non dalla legge penale -> si applica la regola generale di irretroattività sfavorevole.

Se invece la disposizione è richiamata non è penale, viene applicata l’irretroattività e non altri co art 2 cp, lo
stesso vorrebbe nel caso di regola sociale.
Mutamento della regola -> non viene in meno punibilità per reato commesso. Mutamento del significato
oscenità, non incide nell’applicazione di fatti commessi. La maggior evoluzione dei costumi ha comportato
un maggior uso e diffusione del concetto di oscenità

Non può avere effetto retroattivo a favore del reo. La giurisprudenza nel mettere eccezioni all’applicazione
delle modifiche mediate usa non i criteri formali (natura norma) ma criteri sostanziali.

- Abolita la norma integratrice di una norma penale in bianco, cessa tutela dell’interesse protetto: es.
materia dell’ambiente, traffico illecito di rifiuti”
Viene meno la ragione di incriminazione; ricorso alla successione di leggi modificatrici nel tempo. No penale
in bianco ma elementi fattispecie, se modifica il venir meno del disvalore = art 2 cp; se non incide = no art 2
cp.

Alcuni autori affermano che vi è una modifica mediata nella successione di leggi; altri invece la escludono
perché l’art 2 cp -> successione di leggi penali. Le leggi richiamate da elementi fattispecie -> no reati. no
mutazione strutturale ma campo di applicazione.

- Tesi intermedia: no successione leggi + eccezioni -> norme penali in bianco, disposizioni richiamate
da elementi di fattispecie = giuridico penale, es. calunnia

Sentenza= adesione Romania all’unione europea, i cittadini rumeni che entrano sono extraeuropei e
diventano europei. Stabilire se vi era un trattamento penale nei rumeni che avessero fatto i reati, art 14 co 5
ter. “inottemperanza dell’ordine di espulsione da parte del questore” una volta entrati, il rumeno autore del
reato è cittadino dell’unione europea, perde qualifica dello straniero, sopravvenuta non punibilità per fatti
commessi prima.

 Successione di legge penale nel tempo? Le fattispecie che descrivono reati propri, commessi prima.
Cittadino extra -> no circolare in tutti i paesi. Es. reato di inottemperanza dell’ordine di espulsione
del questore – clandestinità.
 Disciplina che incrimina reato proprio -> rinvio alle discipline che definiscono la qualifica.
 Ci si domanda se ai cittadini rumeni entrati viene applicato la successione leggi penali nel tempo.
 Applicazione di successioni leggi nel tempo, conseguenza che i cittadini rumeni condannati per
clandestinità ecc dovevano vedersi applicati i commi 2 art 2 cp.
 Revoca giudicato se non vi era sentenza condanna (aveva perso la qualifica)
La cassazione si pronuncia sul tema sezioni unite. La propria tesi negoziale esclude che all’entrata della
romania ci può essere una successione di leggi modificatrici nel tempo.

Nell’affermazione dell’applicazione art 2, la cassazione usa un criterio formale, cioè, riconoscere che la
modifica comporti una successione di leggi nel tempo nel caso in cui muta la norma penale in bianco.

Muta la legge definitoria. Viene applicata l’art 2? Secondo la Corte di cassazione no. Con l’entrata dei
rumeni, non muta lo straniero, ma l’elemento normativo, muta la situazione di fatto della categoria
“rumeni”. La definizione è identica, cambia il presupposto concreto cui si applica la norma, non astratto.

-abolito reato art 14 co 5 ter T.U.I.M.M per fatti commessi prima della modifica.

 Es. reato di usura -> Chiunque fuori dei casi previsti dall'articolo 643, si fa dare o promettere, sotto
qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità,
interessi o altri vantaggi usurari è punito con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da euro
5.000 a euro 30.000. Art. 644 comma 2 c.p: Alla stessa pena soggiace chi, fuori del caso di concorso
nel delitto previsto dal primo comma, procura a taluno una somma di denaro od altra utilità
facendo dare o promettere, a sé o ad altri, per la mediazione, un compenso usurario.

(mediazione usuraria)
 Art. 644 comma 3 c.p: La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari.
Sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che,
avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari,
risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero
all'opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà
economica o finanziaria. (usura presunta).

 La nozione di interessi usurari si ricava da una definizione legale che utilizza un elemento
normativo: l’art. 2 co. 4 l 108/1996 fa riferimento al “tasso medio risultante dall’ultima rilevazione
pubblicata in GU ai sensi del co.1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è
compreso, aumentato della metà”. Varia nel tempo in misura minore – maggiore.

La mutazione del tasso medio incide sull’ambito applicativo dell’usura ma retroattivo ai sensi art 2, se
dopo l’usura viene modificato il tasso globale medio, coloro che erano condannati per usura devono
essere esenti della pena, cessa la condanna? No perché?

Muta il contenuto del decreto del ministro che definisce il tasso, non vi è una modifica mediata. Non
muta la norma richiamata dall’art 644 ma la situazione concreta di fatto alla quale è riferita la norma.

Interessi usurari: prestazioni di beni e servizi applicati in termini maggiore della metà rispetto al tasso
medio globale.

 Soluzione adeguatrice, muta l’elemento normativo a carattere definitorio che concorre a definire
l’ambito applicativo della fattispecie astratta, si applica la disciplina art 2 cp.

 Se muta il provvedimento amministrativo che concorre a specificare il contenuto di un


elemento normativo di carattere definitorio. Si modifica soltanto una situazione concreta o di
fatto, e non la fattispecie astratta; non muterebbe il disvalore penale del fatto (tesi anche questa
prevalente in giurisprudenza).
No successione di leggi penali nel tempo.

Leggi incostituzionali:

art 136 co 1 cost : stabilisce che leggi dichiarate incostituzionali cessano di avere efficacia dal giorno
successivo alla pubblicazione della decisione della Corte costituzionale. Ha effetto ex nunc e non retroattivo.

La disciplina generale viene specificata dalla legge penale, le norme incostituzionali no.

La Legge costituzionale 11 marzo 1953 n. 87 stabilisce all’art. 30 comma 3 e 4 che le norme dichiarate
incostituzionali non possono avere applicazione dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione.
Quando in applicazione della norma dichiarata incostituzionale è stata pronunciata sentenza irrevocabile di
condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali. Con la sentenza di condanna, vi è la revoca del
giudicato.

La dichiarazione di incostituzionalità ha efficacia ex tunc, ossia retroattiva. Le disposizioni dichiarate


incostituzionali perdono efficacia retroattivamente, come se tamquam non esset.

La declaratoria di illegittimità costituzionale non produce effetti analoghi all’ABROGAZIONE. E pertanto


non dà luogo ad un fenomeno successorio.

L’effetto retroattivo non è un effetto scaturito dall’applicazione art 2 ma dai principi fondamentali
dell’ordinamento penale.

CONSEGUENZE DELLA DICHIARAZIONE DI INCOSTITUZIONALITA’:


- Se la sentenza ha ad oggetto NORME INCRIMINATRICI: non è più punibile neanche il fatto
commesso prima della sentenza (producono effetti retroattivi), cessa la punibilità (art. 673 c.p.p.
revoca del giudicato);

- Se la sentenza ha ad oggetto una NORMA ABROGATRICE:

Tesi di Mario Romano: torna a “rivivere” la norma precedente anche se sfavorevole.

Tesi di Fiandaca, Pagliaro ed altri: l’abrogazione di una norma produce effetti “definitivi” ed “irretrattabili”,
in questo modo una norma abrogata non può mai rivivere, nonostante la declaratoria di incostituzionalità
della norma abrogatrice della stessa. (dottrina più diffusa)

Pertanto, nel caso di “reviviscenza” con EFFETTI IN MALAM PARTEM, la mancata applicabilità della legge
precedente più sfavorevole ai fatti commessi sotto la vigenza della legge incostituzionale più favorevole
dipende dall’applicazione dell’art. 25 comma 2 Cost. (principio di irretroattività dell’incriminazione) che
prevale sull’art. 136 cost. e sull’art. 30 della Legge 1953 n. 87.

Se la dichiarazione di incostituzionalità della norma penale produce effetti malam partem, incostituzionale
la norma che abolivano una norma incriminatrice, sentenza della corte costituzionale non può applicarsi
retroattivamente a fatti pregressi, opera il limite dell’irretroattività sfavorevole (art 25 co 2 cost)

- Effetto a sfavore del reo


- Prevale su leggi che disciplinano effetti della norma penale, norma costituzionale che esprime un
principio, prevale su altre norme costituzionali-
- Al contrario art 136 cost, art 30 l. 87-53 “legge sul funzionamento della corte”

Retroattività favorevole non dipende dall’art 2 ma dalla legge che disciplina il funzionamento della corte.

Potrebbero piacerti anche