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CAPITOLO VI. LE SCELTE DEL DANNEGGIATO.

I RAPPORTI TRA AZIONE CIVILE E AZIONE PENALE

Il danneggiato dal reato è il soggetto che ha subito un danno patrimoniale e/o non
patrimoniale derivante dal reato. A costui l’ordinamento offre una duplice possibilità:
proporre l’azione civile in sede propria, ossia dinanzi al giudice civile ovvero esercitare la
pretesa risarcitoria nel processo penale mediante costituzione di parte civile.

A fronte delle possibili alternative ipotizzabili per disciplinare a relazioni tra i diversi giudizi
interessati dal medesimo illecito, il sistema processuale previgente (codice di rito del 1930)
aveva optato per il ​principio dell’unità della giurisdizione​: in presenza di un unico fatto
produttivo di conseguenze penali ed extrapenali, gli accertamenti compiuti nelle diverse sedi
giurisdizionali dovevano condurre allo stesso risultato.

Il codice di rito di 1988 non ha comunque sancito una totale separazione tra le giurisdizioni.
Se è optato per un sistema misto, nel senso che, sebbene l’ipotesi principale sia quella
dell’autonomia e separazione dei giudizi, vi sono casi in cui il giudicio civile risente dei
condizionamenti derivanti dalla sede penale ed è, pertanto, destinato ad essere sospeso e a
subire l’efficacia vincolante dell’accertamento penale irrevocabile.

Al di là di alcune peculiari situazioni individuate dalla legge, è rimesso alle scelte del
danneggiato il concreto operare delle regole che disciplinano le interrelazioni tra l’azione
civile e l’azione penale. Le evenienze prospettabili sono le seguenti.

Azione civile trasferita nel processo penale: Il danneggiato dal reato che ha dapprima
azionato la pretesa risarcitoria in sede propria può trasferirla nel processo penale con
consequenziale e automatica rinuncia agli atti del giudizio civile. Tale prerogativa è
esercitabile alla duplice condizione che in sede civile non sia stata pronunciata sentenza di
merito anche non passata in giudicato e che il danneggiato sia ancora nei termini per
costituirsi parte civile nel processo penale.

Autonomia e separazione dei giudizi: l’azione civile prosegue in sede civile se non è
trasferita nel processo penale o è stata iniziata quando non è più ammessa la costituzione di
parte civile. Affinché i due processi possano svolgersi parallelamente e in modo autonomo è
necessario che il danneggiato abbia esercitato la pretesa risarcitoria in sede propria
tempestivamente, ossia prima della pronuncia della sentenza penale di primo grado.

Sospensione del processo civile e efficacia vincolante: ​quando il danneggiato propone


l’azione in sede propria dopa la costituzione di parte civile o dopo la sentenza penale di primo
grado, il processo civile dovrà essere sospeso fino alla pronuncia della sentenza penale
irrevocabile e anche l’eventuale sentenza assolutoria avrà effetti vincolanti nel giudizio
civile.
L’EFFICACIA EXTRAPENALE DEL GIUDICATO

Per efficacia extrapenale del giudicato si intende l’​efficacia vincolante che la sentenza
irrevocabile pronunciata in sede penale esercita in altri giudizi nei quali, in relazione ad
alcuni specifici profili, l’accertamento del giudice penale non può essere messo in
discussione.In queste evenienze, quindi, la sentenza penale non è semplicemente uno degli
elementi di prova utilizzabili dal giudice di altri giudizi, ma ha una rilevanza massima, in
quanto preclude una valutazione differente rispetto a quella compiuta in sede penale.

❖ L’EFFICACIA DELLA SENTENZA PENALE DI CONDANNA NEL


GIUDIZIO CIVILE O AMMINISTRATIVO DI DANNO

I provvedimenti ai quali si riconosce efficacia vincolante nel giudizio civile o amministrativo


di danno sono, anzitutto, le sentenze irrevocabili di condanna pronunciate a seguito di
dibattimento.

Tale indicazione implica che, oltre alle sentenze emesse al termine del giudizio ordinario,
hanno efficacia vincolante anche quelle emesse all’esito del giudizio immediato e del
giudizio direttissimo.

Invece, no hai mai efficacia extrapenale → il decreto penale di condanna e la sentenza


patteggiata.

Esplica efficacia vincolante la sentenza emessa all’esito del giudizio abbreviato. La


peculiarità rispetto alle sentenze dibattimentali è che viene riconosciuta alla parte civile che
non ha accettato il rito la facoltà di opporsi alla produzione dell’efficacia vincolante.

Vincolo oggettivo

La sentenza irrevocabile di condanna fa stato nei giudizi civili e amministrativi di danno


quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, della sua illecita penale e all’affermazione
che l’imputato lo ha commesso. Questi sono i tre profili che non potranno essere rimessi in
discussione dal giudice civile o amministrativo.

Limiti soggettivi

L’efficacia vincolante del giudicato di condanna vale nei confronti del condannato e nei
confronti dei responsabili civile che sia intervenuto o sia stato citato nel processo penale.
Mentre nei confronti di quest’ultimo il giudicato non potrà essere opposto se il danneggiato
non si è costituito parte civile nei confronti dell’imputato il vincolo extrapenale vale anche in
assenza di costituzione di parte civile.
❖ L’EFFICACIA DELLA SENTENZA DI PROSCIOGLIMENTO PER
PARTICOLARE TENUITÀ DEL FATTO NEL GIUDIZIO CIVILE O
AMMINISTRATIVO DI DANNO

Si deve trattare esclusivamente delle sentenze irrevocabili dichiarative della particolare


tenuità emesse all'esito del dibattimento i del giudizio abbreviato. Non hanno efficacia
vincolante quelle emesse in fase predibattimentale.

Vincoli oggettivi e soggettivi​→ Operano gli stessi previsti per il giudicato di condanna.

❖ L’EFFICACIA DELLA SENTENZA DI ASSOLUZIONE NEL GIUDIZIO


CIVILE O AMMINISTRATIVO DI DANNO

Si deve trattare di sentenze emesse a seguito di dibattimento e aventi contenuto assolutorio.

Inoltre, le sentenze¡ze devono essere assolutorie: ciò comporta che non hanno mai efficacia
extrapenale le sentenze di non doversi procedere per estinzione del reato o per mancanza di
una condizione di procedibilità, anche se pronunciate a dibattimento.

Vincolo oggettivo

La sentenza assolutoria ha efficacia vincolante quanto all’accertamento che il fatto non


sussiste o che l’imputato non lo ha commesso o che il fatto è stato compiuto
nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima.

Limiti soggettivi

La pronuncia assolutoria è pregiudizievole per il danneggiato dal reato: interessati ad opporre


tale provvedimento nei giudizi extrapenali sono, di conseguenza, l’imputato e il responsabile
civile che siano stati convenuti nel giudizio civile dal danneggiato o nell’interesse di esso.

L’efficacia extrapenale del giudicato assolutorio presuppone che il danneggiato si sia


costituito o sia stato posto in condizione di costituirsi parte civile.

Nel caso di sentenza assolutoria emessa in sede di giudizio abbreviato, essa ha efficacia
extrapenale se la parte civile ha accettato il rito.

Un ulteriore limite soggettivo è, infine, l’esclusione dell’efficacia extrapenale della sentenza


assolutoria pronunciata sulla base di una prova assunta in incidente probatorio a cui il
danneggiato non è stato posto in grado di partecipare.
❖ L’EFFICACIA DELLA SENTENZA PENALE NEL GIUDIZIO
DISCIPLINARE

Si tratta dei giudizi per responsabilità disciplinare davanti alle pubbliche autorità.

Sentenze di assoluzione

Sono munite di efficacia extrapenale in sede disciplinare tutte le sentenze irrevocabile di


assoluzione, anche se emesse in contesti diverso da quelli dibattimentale. Sono invece escluse
le sentenze di proscioglimento che non rientrano nella​ species​ dell'assoluzione.

Quanto ai vincoli che derivano dal giudicato assolutorio, esso fa stato in ordine
all’accertamento che il fatto non sussiste o non costituisce illecito penale o che l’imputato
non lo ha commesso. Mentre la prima e la terza formula hanno effetti totalmente preclusivi
nel giudizio disciplinare, la seconda condiziona solo relativamente, ossia solo quando vi sia
piena coincidenza tra illecito penale e illecito disciplinare.

Sentenze di condanna

È riconosciuta efficacia vincolante nei giudizi disciplinari anche alle sentenze irrevocabili di
condanna emesse all’esito del dibattimento e del giudizio abbreviato, nonché a quelle
patteggiate. No ha efficacia extrapenale il decreto di condanna.

A livello oggettivo, il vincolo concerne l’accertamento della sussistenza del fatto, della sua
illiceità penale e l'affermazione che l’imputato lo ha commesso.

Non sono previsti limite soggettive né a proposito dell’assoluzione, né con riferimento alla
condanna: ne deriva che l’efficacia extrapenale opera anche se l’autorità pubblica non ha
preso parte.

❖ L’EFFICACIA DELLA SENTENZA PENALE IN ALTRI GIUDIZI CIVILI O


AMMINISTRATIVI

Si tratta di ​giudizi diversi ​da quelli oggetto delle altre norme sull'efficacia extrapenale. La
diversità deve riguardare le questioni oggetto di tali giudizi che, quindi, non devono essere
risarcitorie/restitutorie e disciplinari.

Sono idonee ad esplicare efficacia vincolante solo le sentenze di condanna o di assoluzione


pronunciate in dibattimento. Sono escluse, pertanto, le sentenze adottate in contesti diversi e
le sentenze di proscioglimento con formule terminative diverse dall’assoluzione.
Vincoli oggettivi

L’efficacia extrapenale attiene ai fatti materiali accertati in sede penale, quando siano stati
ritenuti rilevanti ai fini della decisione penale.

Affinché l'accertamento dei fatti materiali faccia stato nei giudizi è necessario che la legge
civile non ponga limitazioni alla prova della posizione giuridica controversa.

Limiti soggettivi

L’efficacia extrapenale vincola esclusivamente le parti effettive, ossia imputato, parte civile e
responsabile civile che si sia costituito o che si intervenuto al processo, mentre alcun vincolo
sussiste nei confronti di coloro che, pur essendo stati posti in condizione di partecipare, non
abbiano preso parte al giudizio penale.

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