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Dottrina rizzazione – Ratifica F Cass. civ., sez. II, 10 condòmino – Obbligo di contribuzione alle
Capponi Pier Paolo: Gli oneri accessori nelle agosto 2009, n. 18192, Fracchia c. Cond. spese – Emissione di decreto ingiuntivo –
locazioni abitative, pag. 9 Piazza Imperatore Tito Milano ed altro, m., Delibera assembleare presupposta di ap-
Carrato Aldo: La nuova disciplina della fase pag. 83 provazione della relativa spesa – Adottata
decisoria nel rito locatizio e la questione Deliberazioni – Impugnazione – Lavori in data successiva all’atto di compravendita
della legittimità della lettura cumulativa straordinari di ristrutturazione dell’edificio – Illegittimità F Cass. civ., sez. II, 9 novem-
dei dispositivi delle sentenze al termine – Approvazione – Quorum deliberativo ini- bre 2009, n. 23686, X c. Cond. Y, pag. 45
dell’udienza, pag. 5 doneo – Urgenza e indifferibilità dei lavori Edilizia e urbanistica
Masoni Roberto: Nullità delle locazioni non – Mancata allegazione tanto nella delibera Disciplina urbanistica – Spazi destinati a
registrate nella legge finanziaria 2004: le quanto nell’avviso di convocazione – Con- parcheggio – Pertinenze – Sottosuolo di
incertezze interpretative, pag. 27 seguente annullabilità – Sussiste F Trib. edificio condominiale – Realizzazione di
Pizzolla Prospero: I contratti di locazione civ. Ariano Irpino, 8 gennaio 2009, n. 16, Di autorimesse – In numero inferiore a quello
regolamentati, pag. 13 Chiara c. Condominio Camuso, pag. 80 della totalità dei componenti – Approvazio-
Scripelliti Nino: Le cautele del terzo nella Deliberazioni – Invalidità – Impianto di ri- ne – Maggioranza di cui all’art. 1136, c. 2,
contrattazione e nel contratto: individua- scaldamento centralizzato – Ripartizione c.c. – Legittimità – Condizioni – Possibilità
zione dei contraenti, condizioni, modalità delle spese – Partecipazione – Sull’erroneo per i condomini dissenzienti di realizzare in
di pagamento, depositi, garanzie, comuni- presupposto che il proprietario di unità futuro analoghi parcheggi nella zona rima-
cazione dell’elenco dei condomini e della immobiliare non sia stato autorizzato al sta libera F Cass. civ., sez. II, 18 settembre
quota di spese, anche in relazione alle nor- distacco – Nullità – Esclusione – Annulla- 2009, n. 20254, Lanza ed altri c. Condomi-
me sulla tutela dei dati personali (privacy), bilità – Sussiste F Trib. civ. Salerno, sez. I, nio via Kant, 5 in Milano, pag. 52
pag. 23 6 ottobre 2009, Vulcano c. Condominio Via
Robertelli, 29 in Salerno, pag. 72 Edilizia popolare ed economica
Sforza Fogliani Corrado: Decreto ascensori,
Deliberazioni – Nullità – Modestia della som- Assegnazione – Cessione in proprietà – Con-
libretti casa e problemi vari nel settore
ma F Cass. civ., sez. II, 10 agosto 2009, n. dizioni F Cass. civ., sez. un., 21 luglio 2009,
immobiliare, pag. 1
18192, Fracchia c. Cond. Piazza Imperatore n. 16903, Gioia ed altri c. Iacp Salerno, m.,
Tito Milano ed altro, m., pag. 83 pag. 83
Bibliografia
Deliberazioni – Verbale – Contenuto F Cass. Esecuzione forzata
Bartolini Francesco, Corso Piermaria: Codice civ., sez. II, 10 agosto 2009, n. 18192, Frac- Consegna o rilascio – Provvedimento di rila-
del giudice di pace civile e penale, pag. 37 chia c. Cond. Piazza Imperatore Tito Milano scio – Finita locazione – Uso diverso dal-
Bartolini Francesco, Alibrandi Luigi, Corso ed altro, m., pag. 83 l’abitativo – Sospensione dell’esecuzione
Piermaria: Quattro codici. Civile e di proce- Comunione dei diritti reali alla scadenza del periodo transitorio ex art.
dura civile, penale e di procedura penale e Condominio negli edifici – Limitazioni legali 7 D.L. n. 551/89 – Indennità di occupazione
leggi complementari. Tribuna Pocket 2009, della proprietà nel condominio – Diritto ex art. 1591 c.c. maggiorata del 100% –
pag. 37 di collocare antenne esterne nell’altrui Corresponsione da parte del conduttore per
Pellecchia Roberto: L’esecuzione immobiliare proprietà esclusiva. F Cass. civ., sez. II, 21 tutto il periodo di operatività della sospen-
dopo la riforma del processo civile - Collana aprile 2009, n. 9427, Russo c. Arpaia, pag. sione – Obbligo – Condizioni – Indennità
Tribuna Juris, pag. 37 68 per la perdita dell’avviamento commerciale
Saltarelli Flavio, Esposito Amendola Barbara: – Offerta da parte del locatore – Necessità
Formulario del condominio e delle locazio- Contratti in genere
F Cass. civ., sez. un., 3 novembre 2009, n.
ni, pag. 37 Simulazione – Interposizione di persona –
23198, Canu ed altri c. Violetti ed altri,
Tundo Francesco: Codice tributario con le Prova – Limitazioni relative alla prova te-
pag. 39
norme comunitarie e internazionali. Tribu- stimoniale e per presunzioni – Sussistenza
Opposizione – Agli atti esecutivi – Al precet-
na pocket, pag. 38 dei requisiti di sostanza e forma del con-
to – Decreto ingiuntivo emesso in danno
tratto effettivamente voluto – Compraven-
del condominio – Notificazione del titolo
dita immobiliare – Interrogatorio formale
Giurisprudenza – Rilevanza – Esclusione F Cass. civ., sez.
esecutivo all’amministratore condominiale
– Efficacia espansiva del titolo – Esecu-
Amministratore condominiale II, 12 ottobre 2009, n. 21637, R.D.M.M.G.
c. K.G.G.W., pag. 51 zione intrapresa nei confronti di singolo
Conservazione delle parti comuni – Obbligo condòmino – Notifica del precetto non
di garanzia – Inosservanza – Profili di re- Contratto di locazione preceduta da quella personale del titolo –
sponsabilità penale – Reato colposo per Durata – Immobili adibiti a campeggio – Illegittimità – Esclusione F Trib. civ. Napoli,
condotta omissiva – Presupposti – Accer- Equiparazione agli alberghi – Esclusione sez. V, 11 marzo 2009, n. 6693, D.G. c. N.,
tamento del nesso di causalità – Criteri – Ragioni F Cass. civ., sez. III, 22 giugno pag. 79
– Fattispecie in tema di incendio di canna 2009, n. 14537, Green Paradise srl c. T.G. Pignoramento – Immobiliare – Contratto di
fumaria difettosa F Cass. pen., sez. IV, 13 ed altri, pag. 65 locazione – Stipulato in data successiva
ottobre 2009, n. 39959, Gilardi, pag. 47 Contributi e spese condominiali al pignoramento – Inopponibilità all’ag-
Assemblea dei condomini Ripartizione – Trasferimento dell’immobile giudicatario dell’immobile – Conduttore
Attribuzioni – Spese senza preventiva auto- – Alienante – Perdita della qualità di ignaro dell’esistenza del pignoramento
II indice sommario
– Estromissione dal bene – Risarcimento di corrispettivi non pagati – Colpa grave Tributi degli enti pubblici locali
del danno – Fattispecie F Trib. civ. Roma, – Integrazione – Sanzionabilità quale re- Imposta comunale sugli immobili – Omesso
sez. VI, 23 settembre 2009, A.M. c. S.V., sponsabilità aggravata – Sussiste F Trib. o insufficiente pagamento – Applicazione
pag. 74 civ. Padova, 30 ottobre 2009, Cislaghi c. di sanzione per ciascun anno – Esclusione
Pignoramento – Locazione stipulata senza Salmaso, pag. 72 – Cumulo giuridico delle sanzioni – Sussi-
l’autorizzazione – Inefficacia relativa F Procedimento civile in genere stenza F Cass. civ., sez. trib., 2 luglio 2009,
Cass. civ., sez. III, 14 luglio 2009, n. 16375, Processo equo – Eccessiva durata del pro- n. 15554, F.G. c. Comune di Chiampo, pag.
Cordella c. Rizzo, m., pag. 83 cesso – Equa riparazione – Legittimazione 61
Mediazione attiva – Ente condominiale – Esclusione – Tassa di occupazione di spazi ed aree pub-
Diritto del mediatore alla provvigione – Ri- Motivi F Cass. civ., sez. I, 23 ottobre 2009, bliche – Canone – Natura F Cass. civ., sez.
sarcimento dei danni – Dovere di informa- n. 22558, Ministero della Giustizia c. XY, V, 6 agosto 2009, n. 18037, Cond. Largo
zione F Cass. civ., sez. III, 20 agosto 2009, pag. 46 Villa Bianca Roma c. Com. Roma Municipio
n. 18515, Studio Imm. Marcello Romano c. Processo equo – Termine ragionevole – Roma Ii, m., pag. 84
Benaglio Denti, m., pag. 83 Obbligo di evitare il dispendio di attività Tassa di occupazione di spazi ed aree pub-
Responsabilità del mediatore – Compravendita processuali F Cass. civ., sez. III, 19 agosto bliche – Esenzione – Realizzazione di passo
immobiliare – Libertà del bene da trascrizioni 2009, n. 18410, Musetto c. Maiolati, m., carrabile F Cass. civ., sez. V, 6 agosto 2009,
e iscrizioni pregiudizievoli – Obbligo del me- pag. 83 n. 18041, Com. Roma c. Sogecori Srl, m.,
diatore di compiere indagini di natura tecnica Regolamento di condominio pag. 84
e giuridica – Ordinaria diligenza nell’esecu- Contrattuale – Limitazioni della proprietà
zione della prestazione – Riconducibilità – esclusiva – Successivi acquirenti – Vinco-
Esclusione – Specifico incarico – Necessità RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA
latività – Limiti F Cass. civ., sez. II, 31 luglio
F Cass. civ., sez. III, 7 luglio 2009, n. 15926, 2009, n. 17886, Finaquila c. M.B.R. ed altri, Suolo e sottosuolo condominiale, pag. 85
Muglia Cosenza Uno c. “Punto d’incontro pag. 58
Grimaldi” s.a.s., pag. 60
Responsabilità civile PRATICA
Parti comuni dell’edificio condominiale Cose in custodia – Immobili concessi in
Ascensore – Presunzione di condominia- locazione – Danni causati da macchinari Indici ISTAT 2009, pag. 91
lità – Spese di manutenzione ordinarie utilizzati dal conduttore F Cass. civ., sez. II, Indici ISTAT 2008, pag. 91
e straordinarie – Ripartizione secondo 10 agosto 2009, n. 18188, Abaco Imm. Srl Indice armonizzato europeo 2009, pag. 92
il criterio di proporzionalità dettato da- c. Cond. Appio Claudio 211 Roma ed altri, Indice armonizzato europeo 2008, pag. 92
gli artt. 1123 e 1124 c.c. – Locali posti m., pag. 84 Proroga dei contratti nonché differimenti e
al piano terra – Esonero – Esclusione Professionisti – Consulente del lavoro – sospensioni delle esecuzioni intervenute
F Trib. civ. Salerno, sez. I, 3 novembre Contratto di assicurazione – Ambito di dopo la legge dell’equo canone relativa-
2009, Gambardella C. ed altri c. Condo- copertura – Predisposizione di contratto di mente alle locazioni ad uso diverso dal-
minio Palazzo Gambardella, Via Manzo, locazione – Attività tipica – Esclusione – l’abitazione, pag. 93
64 in Salerno, pag. 71 Conseguenze – Inoperatività della polizza Differimenti e sospensioni delle esecuzioni
Balconi – Aggettanti – Pannelli di cemento F Cass. civ., sez. III, 31 agosto 2009, n. intervenute dopo la legge dell’equo ca-
che ne delimitano il fianco libero – Opere 18912, Pieri c. Milano Assicurazioni s.p.a. none relativamente alle locazioni ad uso
ornamentali – Esclusione – Parti strutturali (n.c.), pag. 57 abitativo, pag. 94
– Sussistenza – Spese di manutenzione Tributi (in generale) Incongruenze tra la normativa vigente e la
– Ripartizione – Tra i soli proprietari dei Accertamento tributario – Riscossione proposta di riforma della disciplina condo-
terrazzi oggetto di intervento F Trib. civ. coattiva – Espropriazione immobiliare – miniale presentata in data 29 luglio 2009
Firenze, 4 agosto 2009, n. 2551, Obinu ed Iscrizione ipotecaria – Responsabile del dal Comitato ristretto della Commissione
altri c. Condominio via Demidoff, 13-15-27 procedimento – Omessa indicazione o Giustizia del Senato, pag. 97
in Firenze, pag. 77 omessa sottoscrizione – Nullità dell’atto – Tabella della maggioranze assembleari (c.c.,
Procedimenti sommari Sussiste F Comm. trib. prov.le Pescara, sez. art. 1136), pag. 101
Convalida – Per finita locazione – Intimante I, 30 giugno 2009, n. 248, M.E. c. Equitalia Tassazione passi carrabili, pag. 104
– Inveritiera asserzione circa l’esistenza Pragma S.p.A., pag. 81 Risposte ai quesiti, pag. 105
Archivio
delle locazioni
e del condominio
Rivista bimestrale di dottrina,
giurisprudenza e legislazione
Direttori
Corrado Sforza Fogliani
Roberto Baglioni
Direttore responsabile
Massimiliano Galioni
Anno 2010
Dottrina
Decreto ascensori, libretti in presenza di elementi documentali che indicassero tali
incongruenze (verbali, fatture ecc.).
casa e problemi vari nel Ora le disposizioni della Bersani-Visco sono venute a
cessare. Ne consegue che d’ora innanzi l’eventuale diffe-
settore immobiliare renza tra il corrispettivo pattuito ed il “valore normale”
dell’immobile costituirà una mera “presunzione semplice”,
di Corrado Sforza Fogliani dalla quale non potranno più conseguire accertamenti
automatici.
2. Verifica ascensori, una nuova tassa (occulta)
SOMMARIO Il Coordinamento Registri Amministratori della Confe-
1. Abolito il “valore normale” per le compravendite. 2. Veri- dilizia ha avvertito gli amministratori condominiali ade-
fica ascensori, una nuova tassa (occulta). 3. Decreto ascen- renti che dallo scorso i settembre, per gli stessi così come
sori, dal Parlamento molte domande al ministro. 4. Negozi per i proprietari di casa, è scattato l’obbligo di richiedere
sfitti, ma tassati. 5. Stop ai libretti casa. 6. Nuove disposizioni
una verifica straordinaria degli ascensori, al momento
sugli impianti termici centralizzati. 7. Procedimenti sommari
della prima verifica ordinariamente prevista.
e tentativo di conciliazione.
Il decreto del 23 luglio scorso - ha precisato il Coram
1. Abolito il “valore normale” per le compravendite - prevede infatti che, in occasione della prima verifica
La legge comunitaria 2008 ha abrogato le norme della periodica già programmata, sia richiesta e fissata una
cosiddetta Manovra Bersani-Visco (D.L. n. 223/06, conver- verifica straordinaria su tutti gli ascensori installati prima
tito dalla L. n. 248/06) che avevano introdotto il riferimen- dell’estate 1999 e che siano poi effettuati i conseguenti
to al “valore normale” nelle cessioni di immobili. interventi di adeguamento degli impianti. Il tutto, con
In sostanza, con le disposizioni ora abrogate erano scadenze legate alla data di installazione degli impianti e
stati ampliati i poteri di rettifica esercitabili dagli uffici alla data della verifica straordinaria.
finanziari sia ai fini Iva sia ai fmi delle imposte sui redditi Il Coram ha preso posizione contro questa “nuova tas-
(di impresa). In particolare, ai fini Iva era stato consentito sa occulta” a carico di condòmini e proprietari di casa e
agli uffici - relativamente alle operazioni aventi ad oggetto contro questo nuovo adempimento imposto agli ammini-
la cessione di beni immobili e relative pertinenze - di ret- stratori, all’evidenza per creare lavoro “buroindotto”,
augurandosi, che sull’argomento intervengano anche le
tificare direttamente la dichiarazione annuale Iva (senza
Associazioni dei consumatori, ad evitare ingenti spese alle
prima ispezionare la contabilità del contribuente) quando
famiglie italiane.
il corrispettivo della cessione fosse dichiarato in misura
Al proposito è da segnalare che, fra queste, è interve-
inferiore al “valore normale” del bene, per tale intenden-
nuta sinora (per quanto noto) Assoutenti, evidenziando
dosi “il prezzo o il corrispettivo mediamente praticato per
che “è stato istituito un nuovo balzello a carico delle fami-
beni e servizi della stessa specie o similari in condizioni
glie per fare contente le imprese di manutenzione”. “La
di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercia- normativa vigente - ha rilevato l’Associazione - già prevede
lizzazione, nel tempo e nel luogo in cui è stata effettuata verifiche di sicurezza adeguate e le statistiche sugli inci-
l’operazione o nel tempo e nel luogo più prossimi”. Espres- denti non registrano nessuna ragione di verifiche straor-
sione già prevista dalla legge, che con provvedimento dinarie. Secondo alcune stime delle associazioni ascen-
dell’Agenzia delle entrate era stata fatta coincidere - in soristiche - ha aggiunto Assoutenti - il costo medio degli
relazione agli immobili - con i valori dell’Osservatorio sui interventi imposti dal decreto del Ministero dello sviluppo
valori immobiliari dell’Agenzia del territorio (Omi). La di- economico potrebbe essere di 15.000 euro ad impianto,
chiarazione di un corrispettivo inferiore al “valore norma- con un fatturato - e, di conseguenza, un onere a carico
le” del bene integrava - sulla base delle norme ora abrogate delle famiglie italiane - di circa 6 miliardi di euro”. “Una
- la prova dell’esistenza di operazioni imponibili o l’inesat- tassa surrettizia - ha dichiarato Mario Finzi, Presidente
tezza delle indicazioni relative alle operazioni che danno Assoutenti - con la quale il Governo mette le mani nelle
luogo a detrazione. Cosa che in precedenza avveniva solo tasche delle famiglie senza considerare la situazione di
grave disagio economico che i consumatori italiani stanno In un periodo in cui l’elevatissimo numero di negozi sfit-
vivendo di questi tempi”. ti è visibile a occhio nudo nelle nostre città, è urgente (se
non si vuole continuare nell’inciviltà: tassare anche redditi
3. Decreto ascensori, dal Parlamento molte domande
non percepiti) “riesumare” questa disposizione abrogata,
al ministro
rafforzandone anzi la portata. Analogamente, sarebbe an-
Il decreto in materia di revisione straordinaria degli
che il caso che i Sindaci - che la crisi del commercio (e, di
ascensori impiantati prima del 30 giugno 1999, emanato
conseguenza, dei proprietari dei negozi) l’hanno di fronte
dal ministro dello sviluppo economico on. Scajola, non è
ogni giorno - provvedessero ad almeno ridurre l’Ici per i
passato inosservato in Parlamento. Sia dalla maggioranza
proprietari di immobili commerciali non locati. Chi parla
sia dall’opposizione si sono levate forti critiche al provve-
di “sfitto volontario”, poi, andrebbe davvero chiuso in un
dimento e ferme richieste di chiarimenti al ministro per
nosocomio ... psichiatrico, s’intende.
un provvedimento che viene da più parti ritenuto ingiu- La realtà è che - al di là, come detto, dell’incivile
stificato. principio di tassare un reddito che non c’è - anche que-
Dalla maggioranza si è fatto sentire l’on. Foti (PDL), sta situazione è figlia della legge sulle locazioni ad uso
che ha presentato una interrogazione al ministro denun- diverso dall’abitativo, rimasta quella dell’equo canone
ciando le incongruenze del provvedimento - con particola- paradossalmente, s’è liberalizzato il mercato abitativo, ma
re riferimento all’assenza di norme prescrittive dell’Unio- solo questo: industriali e commercianti, infatti, vogliono le
ne europea - e chiedendo al ministro stesso “se non ritenga liberalizzazioni, ma per gli altri, basta che non riguardino
opportuno prevedere la sospensione degli effetti del de- i loro affari e la loro attività).
creto emanato” o, almeno, “alleviarne gli oneri, che allo Per concludere, c’è solo da dire che l’incivile situazione
stato appaiono particolarmente gravosi per i proprietari denunciata per l’uso diverso dall’abitativo, sopravvive - sia
di casa”, per giunta in un momento di grave crisi per le pure in forma meno paradossale - anche nell’abitativo:
famiglie italiane. dove, per non pagare le tasse sul solito reddito che non c’è
Un’altra interrogazione al ministro Scajola è stata a causa dello sfitto, bisogna addirittura promuovere una
presentata dal Presidente dei senatori dell’UDC, D’Alia, il causa avanti il tribunale (e intasarne il lavoro, inutilmen-
quale ha anch’egli messo in evidenza gli alti costi dell’ope- te).
razione per i proprietari di casa - a fronte dell’assenza di Un fisco come questo, è credibile? Che credito può ave-
qualsiasi necessità di nuovi controlli, considerati il rigore e re quando chiede di pagare le tasse dovute?
la frequenza di quelli già imposti dalla legge - e ha chiesto
al ministro di spiegare “i motivi per cui siano stati intro- 5. Stop ai libretti casa
dotti ulteriori obblighi senza che nessun pronunciamento Il Governo ha impugnato avanti la Corte costituzionale
dell’Unione europea si sia espresso in tal senso. la legge della Regione Basilicata sul Piano casa nella parte
In termini analoghi si è pronunciato, sempre dai ranghi in cui subordina la possibilità di ampliare gli immobili alla
dell’opposizione, il deputato Touadi (PD), il quale - dopo predisposizione di un libretto casa (non meglio definito).
avere sottolineato il soddisfacente livello di tutele garan- L’impugnativa sospende solo l’obbligo di cui all’impugna-
tito dall’attuale normativa - ha chiesto in una interroga- tiva, lasciando inalterati (ed esecutivi) gli altri contenuti
zione al ministro quali siano i motivi che lo hanno indotto del Piano. Oltre a mostrarsi contraddittoria rispetto alle
“a sottoporre le famiglie italiane, in un momento di gran- finalità perseguite dalla legge (e, cioè, l’incentivazione e
de crisi, ad un notevole sforzo economico, introducendo l’incremento dell’edilizia privata nell’intrapresa di nuove
peraltro degli obblighi stringenti non previsti da nessuna iniziative edilizie), l’imposizione del libretto - con tutte le
normativa cogente dell’Unione europea”. conseguenti prescrizioni di lavori da effettuarsi che esso
può contenere - è infatti tale da scoraggiare i privati (come
4. Negozi sfitti, ma tassati ha tempestivamente fatto rilevare la Confedilizia) dall’uti-
“Il reddito determinato a norma dei precedenti articoli lizzare le opportunità del Piano casa voluto dal Governo
è ridotto all’80 per cento per le unità immobiliari, non (anche se demandato, poi, alla competenza regionale).
adibite all’uso del possessore o di suoi familiari, rimaste L’impugnativa del Governo - che segue, del resto, a 8
non locate per l’intero periodo d’imposta per cause non giudizi negativi per il libretto in parola svoltisi avanti tutte
dipendenti dalla volontà del possessore”. Così disponeva - le possibili giurisdizioni, Corte costituzionale compresa -
quando, evidentemente, in Italia esisteva un po’ di civiltà si basa sull’irragionevolezza (canone di costituzionalità)
dal punto di vista tributario - una norma presente nel Testo di imporre ai privati, a loro carico e a loro spese, la du-
unico delle imposte sui redditi del 1986 (e ancor prima nel plicazione di accertamenti e la conservazione di informa-
D.P.R. n. 597 del 1973) ma poi cancellata nel 1994. La di- zioni e documenti ricadenti nei compiti affidati alla pub-
sposizione abrogata consentiva un parziale abbattimento blica amministrazione nella sua azione di vigilanza (col
- sia per gli immobili abitativi sia per quelli ad uso diverso cui principio di efficienza e buon andamento, dunque,
- della tassazione su base catastale alla quale sono comun- collide). Inoltre, ha rilevato sempre il Governo, la norma
que soggetti gli immobili quando non vengono locati. impugnata impone adempimenti che si atteggiano come
della legittimità della (ai sensi dell’art. 15 delle cc.dd. preleggi), ha ritenuto
configurabile la tacita abrogazione della precedente nor-
lettura cumulativa dei ma che prevedeva un termine inferiore.
dispositivi delle sentenze La nuova disciplina prevista per la fase decisoria del
processo del lavoro ha, in un certo senso, da un lato,
al termine dell’udienza legittimato la precedente interpretazione dottrinale (e
di un settore della giurisprudenza(4)) sull’estensibilità
di Aldo Carrato al processo del lavoro (e, quindi, a quello in materia di
locazioni) dell’applicabilità del pregresso art. 281 sexies
c.p.c. relativo alla previsione della “decisione a seguito di
Da un punto di vista generale si rileva che, nel rito del trattazione orale” nel rito ordinario dinanzi al tribunale e,
lavoro (sulla struttura del quale è tendenzialmente con- dall’altro lato, ha anticipato la nuova disciplina dello stes-
formato anche il rito locatizio, alla stregua dei complessivi so giudizio ordinario di cognizione per come contemplata
richiami al suddetto tipo di processo previsti dall’art. 447 dalla recente legge 18 giugno 2009, n. 69, con riferimento
bis c.p.c.) , una volta esaurita l’istruzione della causa e alla modificata (e snellita) struttura della motivazione
ritenuta la stessa matura per la decisione, il giudice invita della sentenza che, ora, ai sensi del novellato n. 4) dell’art.
le parti alla discussione(1) in seguito alla quale - alla 132 c.p.c. (per effetto dell’art. 45, c. 17 della citata legge
stregua dell’art. 429, c. 1, c.p.c., come sostituito per effetto n. 69 del 2009), deve contenere “la concisa esposizione
dell’art. 53, c. 2, del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, conv., con delle ragioni di fatto e di diritto della decisione” (anziché
modif., nella L. 6 agosto 2008, n. 133(2) (come richiamato “la concisa esposizione dello svolgimento del processo
nel c. 1 del citato art. 447 bis) - emana la sentenza, prov- e dei motivi in fatto e in diritto della decisione”), nella
vedendone a dare immediata lettura del dispositivo, con quale, peraltro, alla stregua della modificazione anche
la contestuale motivazione consistente nella esposizione del comma 1 dell’art. 118 att. c.p.c. (in virtù del comma 5
delle ragioni di fatto e di diritto della decisione. Nelle ipo- dell’art. 52 della medesima legge n. 69 del 2009) è da con-
tesi di particolare complessità della controversia, lo stesso siderarsi legittima l’esplicitazione delle ragioni giuridiche
comma 1 dell’art. 429 (come novellato) sancisce che il in forma sintetica (anche) mediante il riferimento a pre-
giudice può fissare nel dispositivo un termine, non supe- cedenti conformi (ovvero secondo un modello di sviluppo
riore a sessanta giorni, per il deposito della sentenza.
argomentativo semplificato “per relationem”).
Sulla scorta del riformulato comma 1 del citato art. 429
Nonostante la novellazione del comma 1 dell’art. 429
del codice di rito (da applicarsi, pertanto, anche ai giudizi
c.p.c. nei suddetti termini, è rimasta in vigore la disposi-
locatizi instaurati a far data dal 25 giugno 2008), pertanto,
zione di cui al comma successivo, alla stregua del quale,
il modello decisorio ordinario si identifica ora con quello
su istanza delle parti, il giudice, se lo ritiene necessario,
della contestuale lettura del dispositivo e della concisa
può concedere alle stesse un termine non superiore a
motivazione in fatto e diritto, mentre quello riconduci-
dieci giorni per consentire il deposito di note difensive,
bile alla suddistinzione tra il momento della lettura del
dispositivo ed il successivo deposito della sentenza inte- rifissando la discussione per l’udienza immediatamente
grale (comprensiva di motivazione) - che prima era quello successiva alla scadenza del predetto termine, nella
esclusivo tipico di tale rito - è divenuto residuale, essendo quale, quindi, è tenuto a provvedere alla definizione del
stato riservato ai casi particolarmente complessi che non giudizio con la pubblica lettura del dispositivo e della con-
consentono il soddisfacimento delle esigenze tendenziali testuale motivazione (in tal senso dovendosi intendere,
di concentrazione ed immediatezza a cui è improntato ora, il riferimento, rimasto invariato, alla pronuncia della
lo stesso rito. In questo secondo caso, la suddetta norma sentenza).
come modificata prevede per il giudice il termine (invero Come si è evidenziato, il precedente sistema decisorio
ordinatorio, siccome la sua violazione non è assistita da fisiologico che prevedeva la scissione tra il momento della
alcuna sanzione) non superiore a sessanta giorni per il de- lettura del solo dispositivo e quello, temporalmente conse-
posito della sentenza, in sostituzione di quello precedente guente e successivo, del deposito integrale della sentenza
contenuto in quindici giorni. è diventato, nel regime normativo attuale, un’eccezione
A tal proposito si è dibattuto in merito alla sopravve- giustificata solo dall’eventualità della emergenza di una
nuta incompatibilità tra il disposto del novellato comma “particolare complessità” della controversia di lavoro (e
1 dell’art. 429 in discorso e quello di cui all’art. 430 c.p.c. locatizia), come tale impeditiva della possibilità per il
giudice di fornire immediatamente una risposta alla do- Dall’anzidetta scissione tra il dispositivo, attraverso il
manda giudiziale completa ed adeguata. quale il giudice esercita (e, quindi, esaurisce) ed estrinse-
Con riferimento a questa opzione eventuale, deve sot- ca il suo potere decisorio, e la motivazione della sentenza,
tolinearsi che, pur nel mutato quadro normativo della fase consegue che l’oggetto dell’eventuale impugnazione può
decisoria, è da ritenersi ancora indiscusso che l’omessa essere costituito solo dalle statuizioni contenute nel dispo-
lettura del dispositivo (quando dissociata dalla lettura sitivo e che la parte legittimata a proporre l’impugnazione
della motivazione contestuale) continui a comportare la stessa si identifica con quella soccombente in riferimento
configurazione di un motivo di nullità della sentenza(5), alle medesime statuizioni della parte dispositiva.
che può essere fatto valere quale motivo di impugnazione Ai fini dell’individuazione del termine di decorrenza
e, quindi, con l’appello o con il ricorso per cassazione, a utile per la formulazione dell’impugnazione, mentre non
seconda del grado in cui è stata pronunciata la sentenza: sussistono difficoltà in relazione al c.d. termine di impu-
il vizio, in altri termini, viene sanato dalla mancata im- gnazione breve sulla scorta delle disposizioni generali di
pugnazione e, se dedotto in appello, non comporta la ri- cui all’art. 325 c.p.c. (dovendo computarsi dalla notifica-
messione della causa al giudice di prime cure, bensì sem- zione della sentenza), in ordine al termine lungo stabilito
plicemente una nuova pronuncia nel merito(6); se inficia dall’art. 327 c.p.c. (ora ristretto a sei mesi in dipendenza
una sentenza adottata in grado di appello, potrà essere della modifica apportata dal comma 17 dell’art. 46 della
proposto ricorso per cassazione ai sensi dell’art. 360, c.1, menzionata legge n. 69 del 2009) prevale, in giurispruden-
n. 4, c.p.c. e conseguirà la cassazione della sentenza con za ed in dottrina, la tesi dell’identificazione del momento di
rinvio ad un giudice di pari grado(7). decorrenza con quello del deposito della sentenza, fissato
È importare, altresì, ricordare che il dispositivo letto in un termine non superiore a sessanta giorni ai sensi del
in udienza fissa irretrattabilmente, nei casi in cui si opti modificato comma 1 del citato art. 429, e non della lettura
per la scissione tra dispositivo e deposito della motivazio- del dispositivo, rendendosi necessaria la conoscenza della
motivazione alla parte soccombente per la stesura dei
ne (con riferimento alle precisate ipotesi di particolare
motivi a sostegno del gravame, salva l’ipotesi eccezionale
complessità), il decisum e non può essere modificato od
della proposizione dell’appello con riserva dei motivi.
integrato in sede di redazione della motivazione della sen-
È rilevante, inoltre, ricordare che l’omesso deposito
tenza, la cui eventuale difformità rispetto allo stesso di-
della motivazione, nei casi (ora da considerarsi essenzial-
spositivo non è emendabile con la procedura di correzione
mente eccezionali, siccome ricondotti alla sussistenza di
prevista dall’art. 287 del codice di rito civile(8).
ipotesi di particolare complessità) di riserva della sua ste-
Nell’ipotesi in cui il giudice, sempre nei richiamati casi
sura, integra un motivo di inesistenza della sentenza, alla
di particolare complessità, dopo aver ritualmente letto in
stregua dell’intimo ed imprescindibile collegamento tra il
udienza il dispositivo che decide la controversia sottopo-
dispositivo e la motivazione che, congiuntamente, deter-
sta al suo vaglio, ometta di trascriverlo nel testo della
minano la forza imperativa della decisione giudiziale.
sentenza successivamente depositata, non si determina Recentemente la sezione lavoro della la S.C., con la
un vizio che comporta l’inesistenza o la nullità della sen- sentenza 25 maggio 2009, n. 11997, ha incentrato l’atten-
tenza, ove sia possibile nel testo di quest’ultima la chiara zione sull’esame di una peculiare modalità afferente il
identificazione del suo contenuto dispositivo, dovendosi sistema decisorio delle cause di lavoro (e, quindi, anche
porre riferimento, anche per i particolari requisiti di for- locatizie), che, ormai, può dirsi sia divenuta una sorta di
ma stabiliti per la sentenza (art. 132 c.p.c.) all’elemento prassi essenzialmente costante nella quasi totalità degli
contenutistico, sempre che sia desumibile dallo stesso uffici giudiziari nazionali, ovvero di quella relativa alla let-
atto; in tal caso all’omissione suddetta può porsi rimedio tura cumulativa dei dispositivi dei processi che siano stati
con la procedura di correzione prevista dagli artt. 287 e discussi alla stessa udienza al termine della celebrazione
288 del codice di rito. dell’udienza medesima, senza, perciò, procedere alla let-
Deve, inoltre, precisarsi che il requisito della sotto- tura distinta di ciascuno di essi all’esito della discussione
scrizione della sentenza da parte del giudice che l’ha pro- di ogni singola causa trattata e incamerata in decisione.
nunciata, la cui mancanza comporta la nullità insanabile Con tale decisione la S.C., rifacendosi ai pochi prece-
e rilevabile d’ufficio ai sensi dell’art. 161, c. 2, c.p.c., va denti specifici reperibili sul punto(10), ha ravvisato la
verificato con riferimento alla “sentenza”, completa di legittimità di tale prassi e tale orientamento appare con-
motivazione e di dispositivo, con la conseguenza che è divisibile.
irrilevante e non produce, pertanto, tale nullità, l’omessa A questo riguardo, infatti, deve porsi in risalto che la
sottoscrizione (o la sottoscrizione mediante segno grafico precedente giurisprudenza aveva già rilevato come, nella
illeggibile) del solo dispositivo letto in udienza nel rito del pratica giudiziaria, fra l’epilogo della discussione orale
lavoro (o locatizio), in relazione al quale, peraltro, l’iden- e la lettura del dispositivo trascorra inevitabilmente il
tificazione del giudice ben può desumersi dal verbale di periodo di tempo necessario al giudice per deliberare in
udienza(9). camera di consiglio e, pertanto, qualora si tratti di udienza
l’esaurimento dell’istruttoria, il giudizio venga differito ai soli fini della (9) Cfr. Cass., sez. lav., 19 novembre 2001, n. 14481, in Giust. civ.,
celebrazione della discussione, nella cui relativa udienza sia data poi 2002, I, 2826.
effettivamente tale lettura. La nullità sussiste, invece, se, avvenuta la (10) V. Cass., sez. lav., 23 giugno 1978, n. 3135 e Cass., sez. lav., 22
discussione, il dispositivo venga depositato dopo alcuni giorni, così in- novembre 1995, n. 12061.
frangendo la continuità con la discussione stessa. (11) V. Cass., sez. lav., 15 dicembre 1979, n. 6527.
(8) Infatti la stesura del dispositivo della sentenza non è, come nel (12) Per il cui termine sarebbe consigliabile che lo stesso giudican-
rito ordinario (avuto riguardo al sistema maggiormente invalso nella pra- te fissasse un’ora determinata di riconvocazione delle parti in pubblica
tica della decisione a seguito di trattazione scritta o mista di cui all’art. udienza - da indicare a verbale a chiusura della discussione di ogni di-
281 quinquies c.p.c.), atto puramente interno destinato a fissare i termini stinta causa - per procedere, appunto, alla lettura cumulativa di tutti
della decisione ai fini della successiva specificazione dei motivi che la i dispositivi da depositare poi immediatamente in cancelleria, previo
sorreggono, ma atto di rilevanza esterna derivante dalla sua lettura in inserimento nei rispettivi fascicoli d’ufficio in calce all’ultimo verbale di
udienza, che porta ad immediata conoscenza delle parti il contenuto della discussione.
decisione nonché della sua utilizzabilità come titolo esecutivo autonomo (13) Cfr. Cass. 18 febbraio 1998, n. 1729 e Cass. 14 luglio 2006, n.
e che è prevalente rispetto alla motivazione in contrasto con esso, a pena 16114.
di nullità dell’intera sentenza per contraddittorietà tra i due atti.
miti (ivi compresa quella all’art.1609 c.c.) per cui, trovato Nel primo caso (mancanza di causa) la clausola po-
l’accordo, sarà possibile accollare al conduttore ogni tipo trebbe essere dichiarata nulla: con conseguente ripetizio-
di spesa, finanche quelle per la amministrazione e manu- ne dell’indebito da parte del conduttore.
tenzione straordinaria, alla stessa stregua delle clausole Nel secondo caso (frode fiscale), secondo la giurispru-
inseribili nei contratti commerciali (“In tema di locazioni denza maggioritaria, il negozio rimarrebbe invece valido:
di immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo, poi- fatte salve le sanzioni nei confronti dell’amministrazione
ché non trova applicazione l’art. 23 legge 392/78, che disci- finanziaria che dovesse accertare l’elusione. (Cass. n.
plina le riparazioni straordinarie per gli immobili ad uso 5515/84, secondo la quale la frode fiscale costituisce un il-
di abitazione, né è stabilita la predeterminazione legale lecito che trova solo nel sistema tributario le sue sanzioni
del limite massimo del canone, non incorre nella sanzione e non importa, pertanto, la nullità dei contratti con i quali
di nullità sancita dall’art. 79 legge 392/78 la pattuizione viene commessa).
che pone a carico del conduttore sia la manutenzione or- Contrasta poi con la legittimità della clausola di for-
dinaria che quella straordinaria”. Cass. n. 9019/05, Cass. n. fetizzazione degli oneri accessori la previsione dell’art. 9
15388/02, Cass. n. 1303/89). relativa all’obbligo dell’indicazione specifica delle spese:
In questo panorama si inserisce la recente sentenza previsione, a mio parere, come dirò, inderogabile.
dell’8/3/2007 del Tribunale di Firenze (in questa Rivista
3. Sulla prescrizione biennale del diritto al rimborso
2008, 394, con nota di A. NUCERA), che ha avuto vasta eco
È da ritenersi che le stesse ragioni che avevano fatto
nelle riviste specializzate, che ha addirittura legittimato
ritenere ammissibile tale prescrizione breve ai contratti
nei contratti di locazione abitativa c.d. liberi, la clausola di
stipulati nella vigenza della L. 392/78 siano ancora valide
forfetizzazione degli oneri accessori a carico del condutto-
(Cass. n. 4588/95).
re, in aggiunta al canone propriamente detto, senza che
In effetti neppure la L. 431/98 ha abrogato l’art. 6 della
possa configurarsi a carico del locatore l’onere di dimo-
L. 841/73 che stabilisce la prescrizione biennale del diritto
strare e documentare l’entità degli oneri, ed anche nel
al rimborso delle spese sostenute dal locatore per la for-
caso che questi non siano stati effettivamente sostenuti,
nitura di servizi a carico del conduttore, né detta norma
e senza, d’altra parte, che possa ritenersi attribuita al
risulta incompatibile con la nuova legge.
conduttore la facoltà di dimostrare che le spese sono state
I due anni, per giurisprudenza costante, decorrono dal
inferiori al forfait o non sono state effettuate.
termine del singolo esercizio annuale (Cass. n. 1338/00,
Ciò, sulla scorta del fatto che siffatta clausola non con-
Trib. Milano n. 13696/98): più precisamente, secondo
trasta con il precitato art. 13, comma 1 e 4, L. 431/98 che,
Cass. n. 5160/89, dalla data in cui l’assemblea del condo-
si è detto, si riferisce al solo canone.
minio ha approvato il consuntivo ed il riparto delle spese
Ricordo che, al contrario, la Cassazione (sentenze
tra i condomini, giacchè è solo allora che sorge il debito
n. 15630/05, n. 3431/02 e 12718/97) aveva nel passato, e
del condomino-locatore nei confronti del condominio e
sotto la vigenza della L. 392/78, più volte ritenuto nulla
conseguentemente il credito del locatore nei confronti del
la clausola contrattuale che obbliga il conduttore al paga-
conduttore.
mento degli oneri accessori determinati forfettariamente,
Ritengo che tale norma, al pari delle altre norme con-
perché violava il principio della specificità di essi stabilito
cernenti la prescrizione, in quanto ispirata a ragioni di
dall’ultimo comma dell’art. 9 della L. 392/78, e consentiva
ordine pubblico (certezza nei rapporti giuridici) non sia
al locatore di procurarsi vantaggi che non gli spettavano,
derogabile dalle parti.
venendo a mancare la sinallagmicità del rapporto (art. 79,
La situazione è però radicalmente mutata a seguito
stessa legge).
dell’introduzione dell’art. 24 della L. n. 133 del 6 agosto
La sentenza del Tribunale di Firenze, nonostante fac-
2008 che ha espressamente abrogato il predetto art. 6,
cia riferimento ad un contesto normativo completamente
4° comma, della L. n. 841/73: con la conseguenza che,
differente (l’art. 79 della L. 392/78 è stato infatti abrogato
prendendo come punto di riferimento temporale la data
per le locazioni abitative) non sembra però condivisibile.
di entrata in vigore della predetta norma (salvo errori il
A mio parere, soprattutto nei casi in cui sia consistente
22 dicembre 2008), anche per i contratti in corso, salvo
la differenza tra gli oneri accessori da sempre riferiti al-
che esista una diversa previsione contrattuale ed a meno
l’immobile oggetto di locazione e quelli forfetizzati (sino
che la prescrizione biennale non si sia già verificata, varrà
al caso estremo in cui gli oneri accessori non esistano
quella quinquennale ex art. 2948 n. 3 c.c..
neppure ed esista invece una clausola che li forfetizzi,
magari in modo consistente) si potrebbe incorrere nel 4. Spese a carico del conduttore in mancanza di una
vizio di mancanza di causa, venendo a mancare ab origine clausola derogativa
la sinallagmaticità del rapporto, o di illiceità della stessa, Nel caso in cui manchi una clausola che deroghi alle
in quanto stipulata in frode alla legge fiscale (è evidente previsioni dell’art. 9 L. 392/78 spettano al locatore, a mero
che con elevati oneri accessori ed un canone minimo si titolo di esempio, le spese relative ai premi di assicurazio-
eluderebbe la legge sul registro, oltrechè l’Irpef). ne dello stabile, quelle relative al compenso dell’ammini-
quali quello dell’equità e della giustizia (diritto di control- radianti e quindi la fornitura non esista, posto che una tale
lare l’obiettività e l’esattezza del pagamento richiesto). pattuizione finisce per attribuire al locatore un vantaggio
Tale previsione può essere intesa come ulteriore riprova in assenza di sinallagmaticità.
dell’illiceità di una clausola che preveda la forfetizzazione È il caso in cui il locatore, a fronte del un distacco
degli oneri accessori. dall’impianto a suo tempo effettuato, debba continuare
5. Possibilità da parte del conduttore di opporsi al pa- a pagare una percentuale delle spese di esercizio del-
gamento nel caso di fornitura di servizi non adeguati e l’impianto di riscaldamento, o perché tale percentuale
di servizi successivamente introdotti è espressamente prevista dal regolamento condominiale
La Cassazione (sentenza n. 7257/91) ha ritenuto che di natura contrattuale, o perche essa è stata concordata
il conduttore può opporsi al pagamento delle spese di nell’assemblea autorizzativa del distacco.
portierato nel caso in cui tale servizio non venga svolto In questo caso, comunque, come emerge dalla stessa
dal relativo incaricato in maniera conforme alla diligenza decisione in esame, il giudice potrà accertare se tale per-
dovuta. centuale sia invece dovuta in quanto motivata dal fatto
Stessa possibilità di opporsi al pagamento da parte del che l’immobile, seppure distaccato dall’impianto centra-
conduttore nel caso in cui venga prestato in maniera ina- lizzato, benefici in una certa misura dell’esistenza dell’im-
deguata il servizio di pulizia (Cass. n. 11388/97). pianto stesso, essendo tutti i piani riscaldati ed essendovi
D’altro canto la Suprema Corte (sentenza n. 7001/93) la presenza nei muri delle tubazioni di riscaldamento.
ha ritenuto che l’installazione successiva del servizio di Vi è poi che dal distacco il conduttore può trarre altri
riscaldamento in un edificio in condominio che, in rela- benefici, quali quelli di poter accendere il riscaldamento
zione alle caratteristiche ed alla situazione logistica del- quando lo creda, ottimizzandone l’uso e/o riducendo i costi.
l’immobile, risulti non gravosa né voluttuaria, obblighi il In tali casi il sinallagma contrattuale non potrebbe
proprietario-locatore a sostenere pro quota le spese di im- dirsi inesistente e la percentuale di spesa potrebbe essere
pianto ed il conduttore (trattandosi di innovazione lecita richiesta al conduttore.
ex art. 1582 c.c.) a pagare le spese di esercizio, ancorchè
l’impianto sia stato realizzato nel corso della locazione, es- 6. Possibilità di richiedere il pagamento anticipato de-
sendo l’aumento degli oneri accessori conseguente all’ap- gli oneri accessori
plicazione dell’art.9 della L. 392/78, senza alterazione del Nonostante qualche sentenza di segno contrario (Pret.
rapporto sinallagmatico, posto che a fronte di una maggio- Milano 13 novembre 1981) prevale il principio secondo cui
re spesa per il conduttore vi è un obiettivo miglioramento il credito del locatore nei confronti del conduttore per il
delle condizioni di utilizzabilità del bene. rimborso degli oneri accessori non presuppone l’avvenuta
Con la sentenza n. 680/05 la Corte di cassazione ha prestazione dei relativi servizi, essendone normalmente
poi riconosciuto la nullità di una clausola contrattuale richiesto il pagamento anticipato, con conseguente pre-
che imponga al conduttore l’obbligo di corrispondere una ventiva acquisizione della necessaria liquidità, fermo re-
somma mensile a titolo di contribuzione per spese di ri- stando l’onere a carico del locatore, di fornire - a richiesta
scaldamento dell’impianto centralizzato del condominio, - i documenti giustificativi delle spese effettuate (Cass. n.
anche laddove l’immobile locato risulti privo di elementi 5031/91 e Pret. Bergamo 6 aprile 1993).
plicazione al rapporto del regime giuridico corrispondente ad uso abitativo, stravolgendo in tal modo la previsione del
all’uso specifico. codice che lega la prescrizione di forma alla durata del
In definitiva, in considerazione della natura del bene lo- rapporto, e cioè alle locazioni ultranovennali per le quali
cato e della destinazione d’uso, la coesistenza della discipli- la forma scritta è collegata alla norma di cui all’art. 1350
na codicistica e di quella speciale faceva distinguere varie n. 8, che le qualifica come atto di straordinaria ammini-
figure, ovvero: la locazione di immobili urbani adibiti ad uso strazione.
di abitazione, la locazione di immobili ad uso commerciale, Il mancato rispetto della forma scritta determina l’in-
artigianale, industriale, alberghiero o di studio professiona- validità del contratto ma non elimina la tutela del rappor-
le,ed in ultimo la locazione di immobili adibiti ad attività to di fatto, che è espressamente disciplinato dall’art. 13,
particolari specificate dall’art. 42 della legge n. 392/78. comma 5 della legge n. 431/98.
Tutti gli altri rapporti locativi rimasti esclusi da tali Il nucleo della nuova disciplina si individua nell’art.
categorie continuavano a trovare la loro regolamentazione 2, nel quale sono fissati i possibili contenuti dei contratti,
nelle norme del codice civile. dove il legislatore ha seguito la strada - nata anche dalla
Siffatto sistema sortì poi una parziale nuova regola- mediazione intervenuta tra le varie rappresentanze di
mentazione per le sole locazioni abitative in base alla leg- categoria - di porre a disposizione dei privati due diverse
ge 9 dicembre 1998, n. 431, peraltro già anticipata da altro categorie contrattuali. La prima concerne i contratti or-
provvedimento di legge, quello del 9 agosto 1992, n. 359, dinari, affidati quasi per intero nuovamente alla autono-
che aveva gia previsto la possibilità di deroga dalle norme mia delle parti, ad eccezione però della determinazione
imperative della legge sull’equo canone, con i cosiddetti della durata, fissata imperativamente in quella minima di
“patti in deroga”, che avrebbero trovato vigenza fino alla un quadriennio, con rinnovo alla prima scadenza per un
promulgazione della revisione della disciplina stessa. uguale periodo di tempo (sempre che non vi fosse disdetta
La legge n. 431/98 ha avuto come tratto distintivo del conduttore, ovvero diniego di rinnovazione da parte
l’abrogazione del sistema dell’equo canone e, pur non del locatore, ricorrendo una delle ipotesi elencate dall’art.
abbandonando del tutto il metodo della determinazione 3 della previsione) e con la previsione alla seconda sca-
imperativa dei contenuti contrattuali, ha introdotto un re- denza di un complesso meccanismo che le parti devono
gime ibrido nel quale, accanto ai contratti ordinari lasciati attivare per giungere poi alla eventuale conclusione di un
quasi del tutto alla libera determinazione dei contraenti, nuovo contratto di locazione. Tale meccanismo prescinde
convivono contratti alternativi, connotati da una più mar- dall’onere della disdetta (senza la quale il contratto si rin-
cata eterodeterminazione dei contenuti, affidata, seppure nova), che per contro è presupposta, cosicché, attivatasi
in parte, alle indicazioni provenienti dalle organizzazioni la procedura di offerta e accettazione del nuovo canone,
di categoria. ove non vi fosse accordo, la locazione si intenderebbe de-
La nuova legge regolatrice dei rapporti di locazione ad finitivamente cessata.
uso abitativo ha ampliato l’ambito dei contratti sottratti Per tali contratti ordinari sono dunque rimaste ancora
alla disciplina speciale e per i quali, come letteralmente valide le norme della legge n. 392/78, che non sono state
enunciato all’art. 1 della legge stessa, trova applicazione la abrogate, e cioè l’art. 2 (sublocazione), art. 5 (rilevanza
disciplina di cui agli artt. 1571 e ss. del codice civile. dell’inadempimento del conduttore), art. 6 (successione
Per tali rapporti si è avuta quindi una piena restaura- nel contratto), art. 7 (nullità della clausola di scioglimen-
zione della autonomia privata, poiché, mentre in base alla to del rapporto in caso alienazione), artt. 8 e 9 (partecipa-
legge n. 392/78 restavano escluse dalla regolamentazione zione del conduttore alle assemblee di condominio) e art.
imperativa soltanto gli immobili catastalmente classificati 11 (deposito cauzionale).
in A/8 e A/9 (abitazioni in ville e palazzi di eminente pre- Vi è l’altra categoria, quella dei contratti alternativi,
gio artistico e storico), con la nuova legge sono rimaste denominati “contratti agevolati”, ovvero “regolamentati”,
regolate dalla disciplina codicistica le locazioni abitative e disciplinati dall’art. 2, commi 3°, 4° e 5° della legge
aventi ad oggetto immobili catastalmente classificati in 431/98.
A/1, quelle inerenti immobili vincolati ai sensi della legge L’elemento qualificante di queste nuove tipologie con-
trattuali è costituito dal contenuto del contratto, che in
1089/39, in una a quelle concernenti immobili classificati
parte è fissato direttamente dalla legge (la durata del
in A/8 e A/9.
rapporto), in parte per relationem (per quanto concerne
A queste categorie di rapporti sottratti alla nuova di-
il canone e altre condizioni contrattuali), e cioè con rife-
sciplina speciale se ne aggiunge un’altra, cioè quella con-
rimento ad accordi definiti in sede locale tra le organizza-
cernente i rapporti locativi individuati, con terminologia
zioni sindacali dei conduttori.
alquanto generica, come “locazioni per finalità turistiche”
e che precedentemente erano state incluse nella più am- 2. Ambito di applicazione territoriale
pia categoria delle “locazioni transitorie”. Per i contratti alternativi o regolamentati si evidenzia
La nuova legge ha introdotto ancora il requisito della che, a differenza di quanto era avvenuto con i patti in
forma scritta ad substantiam per i contratti di locazione deroga, la determinazione del canone viene rapportata a
il locatore a pretendere l’instaurazione di un rapporto di locatore un’azione di rilascio mediante il ricorso al proce-
locazione di fatto in violazione di quanto previsto dall’art. dimento sommario di convalida di sfratto.
1, comma 4°, e cioè senza il rispetto della forma scritta. In I Giudici di merito hanno osservato che, ove il con-
tale ipotesi, dunque, il contratto, sebbene stipulato ver- tratto posto a base del procedimento sommario sia nullo
balmente, non è affetto da nullità assoluta ma è in radice per mancanza di forma scritta, deve essere pronunciato
valido, al pari del contratto scritto. di ufficio, con apposita ordinanza, il rigetto della domanda
E, di conseguenza, il Giudice, adito con l’azione di ri- per carenza dei presupposti.
conduzione a condizioni conformi, con la pronuncia di ac- Epperò il tribunale di Verona, pur ribadendo che il con-
coglimento della domanda, non dà vita al rapporto ma ne tratto di locazione abitativo stipulato in forma verbale sia
accerta la sua esistenza. Si è concluso quindi che la san- nullo, ha affermato che tale nullità non conduce a ritenere
zione per la violazione della forma scritta, enunciata nella inesistente la locazione, e quindi ha sostenuto che, a fron-
legge come generica invalidità del contratto, debba essere te dell’eccezione del conduttore di una locazione di fatto
valutata al di fuori dell’ipotesi di forma ad substantiam e a norma dell’art. 13, comma 5°, la locazione si converte
ad probationem e pertanto tra nullità e annullabilità si in un contratto valido e pertanto si rende ammissibile la
è riconosciuto al conduttore la possibilità di optare, egli intimazione di sfratto per morosità.
soltanto, per la denuncia di nullità del contratto ovvero Si è invero obiettato che, sul piano logico, apparrebbe
per l’azione di recupero, oppure omettendo ogni denuncia; incompatibile sollevare l’eccezione di nullità da parte del
e nel quale ultimo caso la nullità non sarebbe passibile di conduttore e contemporaneamente esperire l’azione di
rilievo di ufficio o di denuncia da parte del locatore. recupero; si è dunque ribadito che se alla nullità in que-
Ma la Corte di cassazione, allo stato, è di segno con- stione si attribuisse carattere relativo, sarebbe lasciato
trario se, con la sentenza del 31 marzo 2008, n. 8357, ha alla determinazione del conduttore, raggiunto dall’intima-
affermato che tutti i contratti di locazione ad uso abita- zione di sfratto (ovvero da altra azione locativa): eccepire
tivo, compresi quelli destinati a soddisfare le esigenze di la nullità, con conseguente inammissibilità del procedi-
natura transitoria, privi della forma scritta chiesta ad sub- mento sommario, e contemporaneamente la inammissibi-
stantiam sono affetti da nullità assoluta, imprescrittibile, lità dell’azione di recupero; non eccepire la nullità, e la
deducibile da chiunque vi abbia interesse e rilevabile di morosità andrebbe valutata sulla base del canone pattuito,
ufficio; ed almeno fino ad oggi la questione è acclarata. con possibilità di conseguire il beneficio della sanatoria;
In relazione alla azione di recupero del contratto pri- introdurre, per contro, la domanda di recupero, rendendo
vo del requisito di forma va osservato che il presupposto cosi ammissibile l’azione sommaria di sfratto con valuta-
per la esperibilità dell’azione è costituito dalla pretesa zione della morosità sulla base del canone non contestato,
del locatore a che il contratto sia stipulato verbalmente, e conseguire la sanatoria in base a tale canone.
pretesa che - si è osservato - non deve essere considerata
come costrizione o imposizione del locatore nei confronti 4. Pattuizioni sul canone e oneri accessori
del conduttore, ma come una condizione senza la quale Altro aspetto fondamentale della legge sulle locazioni
il locatore non è disposto a dare in locazione l’immobile; abitative è costituito dall’intendimento del legislatore di
cosicché al conduttore non è data altra possibilità che assicurare al conduttore la stabilità del rapporto locativo
accettare ovvero respingere la pretesa, per la qual cosa si e ciò a differenza della legge dell’equo canone con la quale
è concluso che la mancata stipula del contratto in forma si era inciso sia sul corrispettivo che sulla durata.
scritta deve ritenersi pretesa dal locatore tutte le volte in La nuova legge - a fronte di una maggiore durata, per
cui non sia stato il conduttore stesso a richiederla. entrambe le tipologie contrattuali delineate dall’art. 2, ri-
Al conduttore, quindi, viene offerta dalla legge, per spetto a quella quadriennale prevista dalla legge n. 392/78
l’ipotesi in cui la violazione di forma sia stata pretesa dalla - ha previsto dunque una liberalizzazione della pattuizione
controparte, una tutela particolare; costui potrà chiedere del canone locativo. Ed infatti, per la locazione abitativa
- e su di lui ricade l’onere di provare l’altrui posizione -: primaria, i contraenti che utilizzano il modello contrattua-
a) la riconduzione del rapporto locativo di fatto alla di- le a canone libero, per il quale la durata è tendenzialmen-
sciplina legale della locazione e la sentenza del Giudice te fissata in un doppio quadriennio (salvo la disdetta del
sulla base della concreta volontà delle parti, ricostruibile conduttore o il diniego di rinnovazione del locatore) non
anche attraverso i comportamenti tenutisi sia in sede di sono assoggettati ad alcuna limitazione nella determina-
stipula che in sede di esecuzione; b) la determinazione zione del corrispettivo. Nei contratti a canone concertato
del canone da commisurarsi a quello definito negli Accordi (che hanno una durata di tre anni, prorogata per altri due,
Locali; c) la restituzione delle somme pagate al locatore salva la facoltà di diniego del locatore per giusta causa)
in misura eccedente a quella fissata per il contratto tipo nella determinazione del canone i contraenti debbono
ritenuto applicabile. attenersi a parametri stabiliti dalla Convenzione Territo-
La mancanza del requisito della forma scritta, compor- riale vigente per il Comune in cui è ubicato l’immobile o,
tante la nullità del contratto, rende improponibile per il per l’ipotesi in cui questa non fosse stata stipulata, per il
delle spese anticipate dal locatore è opportuno soffermar- berazione del canone e delle altre condizioni contrattuali
si sui termini di prescrizione del correlativo credito. con una maggiore tutela del diritto di rango costituzionale
Secondo l’art. 2948 c.c. il credito per canoni e per ogni all’abitazione.
altro corrispettivo di locazione si prescrive in un quin- L’assetto introdotto dalla legge n. 431/98 ha inciso pro-
quennio; epperò l’art. 6, comma 4°, della legge 841/1973, fondamente sul regime della durata delle locazioni abita-
aveva disposto che il rimborso delle spese sostenute dal tive, non solo per quelle cosiddette del “canale libero”, ma
locatore per la fornitura di servizi a carico del conduttore, anche per quelle del “canale agevolato”; e le regole sulla
si prescrivesse nel termine di due anni. inderogabilità della durata dei contratti sono presidiate,
Con giurisprudenza consolidata la Corte di Cassazione dopo l’abrogazione dell’art. 79 della legge n. 392/78, dal-
aveva ritenuto che tale norma sopravvivesse anche dopo la l’art. 13, comma 3°, della nuova legge che sancisce la nul-
cessazione del regime vincolistico escludendo altresì che lità di ogni pattuizione volta a derogare i limiti di durata
potessero considerarsi fondati i dubbi di costituzionalità del contratto stabiliti dalla legge.
sollevati sia in relazione all’art. 3 della Costituzione, e La durata del contratto di locazione abitativa, del
quindi all’art. 2948 c.c., sia in relazione all’art. 24 della cosiddetto “canale libero”, -come si è già detto - non può
Costituzione. essere inferiore ai quattro anni, decorsi i quali i contratti
Il termine di prescrizione del diritto del locatore al sono rinnovati per uguale periodo di tempo, sempre che
rimborso degli oneri accessori inizia a decorrere, secondo non vi sia stata disdetta del conduttore, ovvero diniego di
l’orientamento giurisprudenziale della Cassazione, dalla rinnovazione del locatore che intenda adibire l’immobile
data di assunzione della delibera condominiale di ap- agli usi, o effettuare sullo stesso le opere di cui all’art. 3,
provazione del consuntivo e del riparto tra i condomini, ovvero vendere l’immobile alle condizioni e con le moda-
poiché solo in quel momento sorge il debito del condomino lità previste dalla stessa norma. Per il “canale agevolato”,
locatore e quindi il credito di quest’ultimo verso il con- l’art. 2, comma 5°, prevede espressamente che i contratti
duttore; e per l’ipotesi in cui il locatore fosse stato l’uni- non possano avere una durata inferiore ai tre anni, e sta-
co proprietario dello stabile, la data di decorrenza della bilisce ancora che alla prima scadenza, qualora le parti
prescrizione coinciderebbe con quella di chiusura della non concordassero sul rinnovo del contratto, questo sarà
gestione annuale dei servizi accessori, il termine di pre- rinnovato di diritto per altri due anni, fatta salva la facoltà
scrizione è stato però modificato con il D.L. 112/2008 art. di disdetta del locatore per le stesse ragioni previste per
28, che ha abrogato l’art. 6, comma 4°, della legge 841/73, il “canale libero”.
e si è così posto fine a quella disparità ingiustificata del La disdetta - che non sia quella motivata prescritta
diverso termine di prescrizione del condomino locatore dall’art. 3 e che può essere comunicata dal conduttore
verso il condominio e del conduttore verso il condomino per impedire la rinnovazione del contratto già alla prima
locatore. scadenza, e dal locatore solo per impedire la rinnovazione
5. Durata, disdetta, recesso del contratto dopo il secondo quadriennio per i contratti
Diversamente da quanto stabilito nel regime della liberi e dopo la proroga biennale per i contratti agevolati -
legge 392/78, non solo i contratti di locazione agevolati può non rivestire la forma scritta.
per abitazioni primarie, ma anche tutte le locazioni tran- Con giurisprudenza consolidata, anche con riferimento
sitorie, sono state assoggettate all’applicazione del canone all’art. 3 della legge 392/78 (abrogato dalla legge 431/98),
stabilito dalla contrattazione territoriale ed è reso possi- si è affermato che la forma della comunicazione con lettera
bile ai conduttori, quando il contratto agevolato o quello raccomandata non sia prescritta a pena di nullità; cosicché,
transitorio stabilisca un canone superiore ai limiti fissati al di fuori della ipotesi di una forma scritta convenzional-
dagli Accordi Territoriali, richiedere, ai sensi dell’art. 13 mente pattuita, la disdetta può essere comunicata anche
commi 4° e 5°, della legge 431/98: a) l’accertamento della verbalmente. E si è precisato, però, che dal principio di
nullità delle pattuizioni dirette ad attribuire al locatore un libertà di forma, qualora sorgano contestazioni sulla vali-
canone superiore a quello massimo definito, per immobili dità della comunicazione, ed in particolare sia controversa
aventi medesime categorie e tipologie, dalla Convenzione la certezza che essa provenga dal locatore per difetto di
Territoriale; b) la riconduzione del rapporto locativo a sottoscrizione, consegue che l’indagine da compiere debba
pattuizioni conformi ai limiti fissati dalla Convenzione essere tesa ad accertare con qualunque mezzo se, sul pia-
Territoriale; c) la ripetizione delle somme indebitamente no della prova, la manifestazione negoziale, quale che sia
corrisposte. stato il mezzo adoperato, abbia raggiunto lo scopo di fare
Si è già evidenziato come l’imposizione di una durata conoscere al conduttore destinatario l’inequivocabile in-
minima della locazione e di una sua potenziale protra- tenzione del locatore di porre fine al contratto, rimanendo
zione dopo la prima scadenza avessero rappresentato un così ininfluente la disciplina della scrittura privata ex art.
residuo intervento del legislatore sulla autonomia privata 2702 c.c. e la mancanza del requisito della sottoscrizione.
nell’ambito dei rapporti di locazione abitativa. Il fonda- Si è affermato ancora che alla lettera raccomandata è
mento della disciplina è stato quello di compensare la li- equiparabile il telex o telegramma, per i quali sono predi-
Deve considerarsi ancora che, a differenza della pre- contenuti nelle Convenzioni Territoriali stipulate per i
cedente normativa, laddove l’art. 4 della legge n. 253/50, e contratti del “canone agevolato”.
l’art. 59 della legge 392/78, contenenti disposizioni analo- L’art. 5, comma 2°, della legge 431/98 prevede ancora
ghe, prevedevano ai fini del giudizio dell’idoneità dell’im- che, in alternativa ai contratti di natura transitoria, pos-
mobile un criterio ancorato anche alla misura del canone sono essere stipulati contratti di locazione per il soddisfa-
(non poteva essere superiore al 20% di quello pagato), la cimento di esigenze abitative di studenti universitari fuori
nuova legge non pone, sotto questo aspetto, alcun limite sede, e si riconosce ai Comuni, sedi di Università o di corsi
né dispone per le spese di trasloco; epperò l’assenza di un distaccati, la possibilità di promuovere specifici Accordi
criterio specifico non esimerà il Giudice da valutazioni Locali con le Organizzazioni dei proprietari, degli inquilini
sulla sopportabilità, sul piano economico, da parte del e degli studenti per la definizione di “contratti tipo”.
conduttore di un canone che fosse incompatibile con la I criteri per la definizione del canone sono stati da ulti-
capacità economica sua e del suo nucleo familiare. mo stabiliti nel D.M. 30 dicembre 2002 ed è riconosciuto il
Va rilevato, inoltre, che le locazioni transitorie non beneficio della minore imposizione fiscale per il locatore,
erano in alcun modo ipotizzate nel Codice Civile, essendo a prescindere dall’ubicazione dell’immobile locato in un
le parti libere, in relazione alle loro necessità ed interessi, Comune rientrante nell’elenco di quelli ad alta tensione
di stabilire la durata del rapporto locativo. abitativa, come richiesto per le locazioni agevolate.
Le locazioni transitorie sono state introdotte dalla legge Il recesso unilaterale è istituto di carattere eccezionale,
dell’equo canone, che le aveva espressamente riconosciute atteso che è diretto a derogare al principio che il contratto
negli artt. 1 e 26; con la prima disposizione veniva regolata ha forza di legge tra le parti e non può essere sciolto se non
un’esigenza abitativa primaria di durata inferiore al qua- per loro concorde volontà o per cause ammesse dalla legge.
driennio; con l’altra norma veniva individuata un’esigenza Il recesso dettato nell’ambito della disciplina delle
secondaria, che non avrebbe giustificato una limitazione locazioni ad uso di abitazione è oggi regolato dall’art. 3
dell’autonomia delle parti. della legge di riforma del 1998, che ha finito coll’abrogare
Epperò, l’esclusione in linea di principio delle locazioni tacitamente l’art. 4, 2° comma della legge n. 392/78, di
transitorie dalla normativa ordinaria della legge 392/78 analogo tenore, mentre è rimasto in vigore il 1° comma,
veniva limitata per l’ipotesi in cui il conduttore abitasse laddove viene riconosciuta la possibilità di consentire
stabilmente nell’immobile per motivi di studio o di lavoro, pattiziamente al conduttore di recedere dal contratto in
cosicché, ad eccezione della durata, che poteva essere qualunque momento.
inferiore a quella minima legale, al rapporto trovava ap- Il diritto di recesso non è riconosciuto al locatore e,
plicazione la intera normativa, come si fosse trattato di quindi, una pattuizione che gli attribuisse un siffatto pote-
abitazione primaria. re sarebbe evidentemente contra legem.
Gli artt. 1 e 26 sono stati abrogati dalla legge 431/98 Oltre alla previsione contrattuale del diritto di reces-
che, all’art. 5, aveva previsto la stipula di contratti di lo- so, la legge (art. 3, 6° comma) riconosce al conduttore il
cazione di natura transitoria ed aveva rimesso al decreto diritto di recedere dal contratto qualora ricorrano gravi
del Ministro dei Lavori Pubblici la determinazione delle motivi, ma con preavviso al locatore di almeno sei mesi;
condizioni e modalità per la stipula di tali contratti per il e, a differenza della precedente normativa, la nuova legge
soddisfacimento di particolari esigenze delle parti. non prescrive nemmeno una specifica modalità di comuni-
Nella realtà, le esigenze che consentono la stipula di cazione ai fini del decorso del preavviso.
una locazione transitoria sono individuate nella contratta- Secondo l’elaborazione giurisprudenziale i gravi motivi
zione territoriale tra le Organizzazioni di categoria, e tali devono essere determinati da fatti imprevedibili, sopravve-
esigenze sono riferite non solo al conduttore ma anche al nuti alla stipula del contratto e devono essere tali da rende-
locatore e possono non coesistere. re oltremodo gravosa la prosecuzione del rapporto locativo.
Occorre segnalare che per i contratti di locazione Orbene, nonostante l’art. 3 non stabilisca che la comu-
transitoria l’art. 2 del D.M. del 2002 prevede, per quelli nicazione di recesso debba essere fatta a mezzo lettera
stipulati per esigenze del conduttore, l’onere di dimostra- raccomandata, si è però ritenuto, in giurisprudenza, che
zione della “transitorietà”, con idonea documentazione; ed la imposizione del preavviso finisca col prescrivere una
il medesimo decreto stabilisce ancora che sia onere del lo- forma della comunicazione dell’atto di recesso, che deve
catore confermare il permanere dell’esigenza transitoria, essere quindi esercitato per iscritto, pena la sua nullità.
sia propria che del conduttore, pena la riconduzione del È stato in proposito non solo richiamato il principio
contratto nel regime ordinario. della vincolatività degli atti unilaterali ricavato dall’art.
La durata dei contratti transitori non può essere infe- 1334 c.c. (cosicché il contenuto della dichiarazione, dive-
riore ad un mese e superiore a diciotto mesi; il canone per nuta irrevocabile dopo la conoscenza da parte del destina-
le locazioni transitorie di immobili, ricadenti nelle undici tario, non potrebbe essere affidato a mutevoli motivazioni
aree metropolitane, individuate dall’art. 2, comma 4°, e dei del dichiarante) ma anche la prescrizione di forma ad
Comuni confinanti, debba essere rapportato ai parametri substantiam dei contratti di locazioni abitative cosicché la
modalità di pagamento, Ritengo che si possa affermare con certezza che, la soli-
darietà tra i condomini esclusa dalla citata sentenza della
depositi, garanzie, Corte di cassazione sulla base dell’art. 1123 c.c., non possa
comunicazione dell’elenco
essere ripristinata da una deliberazione della assemblea,
sia specifica con riferimento ad una determinata obbliga-
sulla tutela dei dati pretazione creativa della Corte. Si tratterebbe di delibe-
razione nulla in quanto esorbitante le competenze della
personali (privacy)(*) assemblea, salvo che non risulti adottata alla unanimità
dalla totalità dei condomini, con gli effetti di un negozio di
di Nino Scripelliti natura contrattuale; ma anche in tal caso la deliberazione
(se non inserita nel regolamento) potrebbe valere per un
oggetto determinato (quindi per un certo contratto di
SOMMARIO appalto o per le obbligazioni contratte in un certo periodo
1. Premessa. 2. Deliberazioni assembleari. 3. Fondo di riserva di tempo), ma non a tempo e per affari indeterminati, e
con vincolo di destinazione. 4. Garanzie personali o obbligato- non sarebbe opponibile agli aventi causa dei condomini
rie. 5. Impegno congiunto da parte dei condomini. 6. Obblighi che avessero concordemente adottato il principio della
ed adempimenti dell’amministratore nei riguardi dei creditori solidarietà, trattandosi di obbligazione personale, efficace
dei condomini, e privacy: un falso problema. solo tra i contraenti, ed estranea all’ordinamento condo-
1. Premessa miniale. La solidarietà tra i condomini potrebbe, nondime-
Con la affermazione da parte della nota sentenza della no, essere introdotta fin dall’origine del condominio con
Corte di cassazione n. 9148/2008 della parziarietà in luogo regolamento contrattuale mediante clausola accettata
della solidarietà delle obbligazioni, il condominio, soprat- da tutti i condomini e, considerata la natura non reale di
tutto se di considerevoli dimensioni, potrebbe essere con- questa pattuizione, nuovamente accettata nei contratti di
siderato un contraente meno affidabile. Al di sopra di cer- acquisto nel caso di successione a titolo particolare nella
te dimensioni del condominio (variabili in relazione alle proprietà delle unità immobiliari. In tutti questi casi sarà
zone ed al tipo di fornitura e di fornitori), il recupero delle utile richiamare la regola della solidarietà nel contratto da
quote non pagate può scendere, per i creditori, al di sotto stipulare con il terzo fornitore (sul punto, infra, sub 4).
della convenienza delle iniziative giudiziali e comunque 3. Fondo di riserva con vincolo di destinazione
rappresenta un problema pratico a causa dell’eccessivo La costituzione con deliberazione assembleare di un
frazionamento della obbligazione pecuniaria, onde si può fondo o riserva da utilizzare per affrontare talune spese
temere che i fornitori di merce e di servizi condominia- straordinarie ma anche ordinarie (per esempio, costo
li, scontata preventivamente una certa quota di crediti del combustibile nel caso di impianti centralizzati per i
non esigibili o che non è conveniente esigere, distribui- quali ora, vi è una preferenza da recente indicazione legi-
scano tale quota sul prezzo della fornitura con l’effetto di slativa) è la soluzione più percorribile ed in grado di dare
maggiori oneri per i condomini solvibili ed in generale, di affidamento ai contraenti che si apprestano a fornire beni
peggiori condizioni contrattuali. Non solo: sarà difficile o servizi al condominio; ma anche in questa caso sarà utile
che ai migliori fornitori convenga di contrattare con un al fine di evitare eccezioni, inserire nel regolamento un ar-
condominio di ragguardevoli dimensioni senza idonee ticolo che preveda la facoltà della assemblea di costituire,
garanzie in grado di recuperare la solidarietà o suoi effetti con le maggioranze di volta in volta necessarie in relazione
sostanziali. Certo, i migliori fornitori avranno maggior alle finalità, questi fondi o riserve, ed il relativo tipo di de-
peso contrattuale e, più degli altri, saranno in grado di posito (se presso una banca o in altro modo). La sentenza
della cassazione n. 9148/2008 afferma di voler anticipare il 5. Impegno congiunto da parte dei condomini
frazionamento delle obbligazioni condominiali al loro lato Il fornitore condominiale potrebbe pretendere che il
esterno (nei confronti del creditori) rispetto al momento contratto sia sottoscritto da tutti i condomini, tenendo
interno della ripartizione degli oneri tra tutti i condomini, presente che si tratta di soluzione in grado di realizzare la
compresi gli inadempienti (e nell’auspicio che non ve ne solidarietà passiva dei condomini-contraenti in quanto la
siano di totalmente insolventi). Nondimeno se l’assemblea causa della obbligazione è unica. Sarebbe un caso di soli-
delibera la costituzione di un fondo di riserva al quale at- darietà convenzionale, che di fatto, appare praticamente
tingere per determinate spese del quale l’amministratore possibile con questa modalità quando il condominio sia di
ha facoltà di raccogliere le quote agendo giudizialmente, dimensioni medio-piccole. Nel contratto si dovrà precisare
se necessario, nei confronti del condomini inadempienti, che nel rapporto interno ogni condomino assume l’obbli-
il momento della parzializzazione della obbligazione si gazione nei limiti della propria quota millesimale.
anticipa ulteriormente con un provvedimento del tutto Nell’interesse dei condomini contraenti alla distribu-
legittimo. zione del rischio del regresso nel caso che il fornitore si
Occorre che l’esigenza della spesa sia attuale e con- avvalga della solidarietà, sarà opportuno che il contratto
cretamente prevedibile, non essendo conforme alle fina- sia sottoposto alla condizione sospensiva della accettazio-
lità del condominio ed alle competenze della assemblea ne da parte di tutti i condomini, anche se tutte queste fasi
la costituzione di riserve generiche e permanenti. Il fon- precontrattuali finiranno con l’appesantire l’attività nego-
do(1), che assumerà di regola la condizione di un deposito ziale del condominio e nella sostanza, il raggiungimento
bancario e quindi di un credito intestato al condominio delle sue finalità in termini di sollecita esecuzione dei la-
nei confronti di una banca o dello stesso amministratore, vori di manutenzione delle parti e degli impianti comuni.
se questo ne fosse designato depositario, o di un terzo, Dubito che la solidarietà possa essere pattuita solo
costituisce, al pari di altri beni (crediti, beni mobili stru- tra i condomini e quindi senza la partecipazione del con-
traente-creditore, per il quale, secondo la sentenza della
mentali per i servizi e le manutenzioni condominiali), un
cassazione n. 9148/2008, l’obbligazione si divide ipso jure
bene patrimoniale appartenente al condominio, rivelatore
ex art. 1123 c.c. Occorre evitare che la pattuizione di so-
della capacità giuridica, seppure limitata, che già ora la
lidarietà sia relativa al solo rapporto interno e quindi non
tradizionale disciplina codicistica consente di ritenere
abbia effetti pratici, restando res inter alios e della quale il
attribuita al condominio. L’aspetto negativo di questa
terzo creditore del condominio non potrebbe beneficiare,
soluzione è che il fondo è aggredibile da altri eventuali
se ogni condomino che si trovasse convenuto o esecutato
creditori, se estranei alla compagine condominiale, anche
per l’intero, potesse opporre al creditore la divisione della
a titolo diverso da quello per il quale è stato costituito:
obbligazione.
per contro ai condomini, che ipoteticamente si trovassero
In proposito e per completezza, aggiungo che, stabilito
ad essere creditori del condominio, deve ritenersi loro op- ex art. 1123 c.c. che le obbligazioni dei condomini sor-
ponibile il vincolo di destinazione impresso al fondo dalla gono divise e senza vincolo di solidarietà, se alcuno dei
deliberazione istitutiva. condomini dovesse pagare oltre la sua quota, non avrebbe
4. Garanzie personali o obbligatorie alcun diritto di agire in regresso nei confronti degli altri,
La costituzione con deliberazione assembleare di una trattandosi di indebito soggettivo (art. 2036) che può dare
garanzia, prevalentemente personale (fideiussione) da solo il diritto alla ripetizione nei confronti del creditore
parte di una banca o di una compagnia di assicurazioni, che ha ricevuto il pagamento, trattandosi di pagamento
può costituire il rimedio pratico alla crisi di fiducia dei effettuato per errore scusabile in considerazione della
contraenti nei confronti dei condomini di rilevante dimen- opinabilità della questione in ordine alla solidarietà delle
sione, ove gli importi unitari delle quote siano modesti e obbligazioni del condominio.
quindi i recuperi difficili ed antieconomici. Debitore ga- Nel caso di assunzione da parte dei condomini di impe-
rantito potrà essere il condominio, ma sarà efficace anche gno nei confronti del terzo contraente, sarà da evitare il
una garanzia unica delle obbligazioni di tutti i condomini pagamento diretto a questo ultimo, trattandosi comunque
debitori pro quota. di obbligazione che fa carico al condominio nella sua pur
In tal modo i problemi causati dalla divisione delle ridotta personalità e che richiede il passaggio dei paga-
obbligazioni, si trasferiscono al garante che, dopo avere menti dalla contabilità condominiale; ed in ogni caso allo
adempiuto, si trovasse nella condizione di agire nei con- scopo di evitare che all’amministratore sfugga la situazio-
fronti dei condomini in via di regresso, e c’è da pensare ne degli adempienti e dei non adempienti.
che la previsione di tali possibili difficoltà incida concreta- 6. Obblighi ed adempimenti dell’amministratore nei
mente sulla realizzabilità effettiva e sul costo della garan- riguardi dei creditori dei condomini, e privacy: un falso
zia (non vedo le banche o le compagnie di assicurazioni, problema
correre a stipulare polizze del genere). La strada delle Colui che contrattando con il condominio è divenuto
garanzie reali non appare praticamente percorribile. creditore dei condomini secondo i principi affermati dalla
d’ora è utile evidenziare l’ambito applicativo della disposi- frode fiscale, diretta ad eludere le norme tributarie sui
zione sull’obbligo di registrazione, precisando quando ne trasferimenti dei beni, trova soltanto nel sistema delle di-
“ricorrano i presupposti”. sposizioni fiscali la sua sanzione, la quale non è sanzione
All’obbligo di registrazione sono tradizionalmente sot- di nullità o di annullamento del negozio” (9). Il principio
toposti i contratti di locazione (e loro cessioni, proroghe e è sintetizzato dalla celebre espressione di Andrioli che
risoluzioni; art. 17, 1° comma, d.p.r. 131 del 1986) di beni titola il § (10).
immobili formati per iscritto nel territorio dello Stato (art. In termini generali, il principio, a tal punto consolidato
2 d.p.r. 26 aprile 1986, n. 130, in correlazione con l’art. 5 nella nostra tradizione giuridica, è stato trasfuso legisla-
della tariffa allegata) (6). tivamente nello “statuto dei diritti del contribuente”, nel
Soggiacciono a registrazione le locazioni di immobili quale si legge che: “le violazioni di disposizioni di rilievo
abitativi e non abitativi, a prescindere dal loro valore eco- esclusivamente tributario non possono essere causa di
nomico, come pure contratti di sublocazione(che del con- nullità del contratto” (11),
tratto base riproducono la medesima causa ed i medesimi Tradizionalmente, l’unico momento di interferenza
effetti, seppur in termini rovesciati (7)). tra normativa tributaria sulla registrazione ed effetti iure
Vi sono esentate solo le locazioni di durata inferiore ai civili si rinviene nella circostanza che il tributo di regi-
trenta giorni. stro conferisce data certa alle scritture private di fronte ai
Identico obbligo attinge i contratti di locazione di terzi (art. 2704 c.c.).
immobili urbani conclusi verbalmente (art. 3 d.p.r. cit.),
4. Precedenti storici; il regio decreto fascista del 1941
mentre non concerne i contratti verbali di comodato, dato
A questo punto sorge spontanea la seguente domanda.
che, argomentando a contrario, vi soggiacciono esclusi-
A fronte del granitico orientamento interpretativo ri-
vamente tali contratti se redatti in forma scritta, sempre
ferito nel precedente §, è ipotizzabile che il legislatore fi-
che riguardino beni immobili (art. 2, lett. a, d.p.r. cit., in
nanziario del 2004, con un piccolo comma, il 346° dell’art.
correlazione con l’art. 4, n. 4, della tariffa) (8).
1, mascherato tra le pieghe di un testo normativo arlecchi-
I contraenti sono obbligati in solido (art. 57 d.p.r. cit.)
nesco per contenuto e per tecnica legislativa, abbia inteso
a richiedere la registrazione per le scritture private non
scientemente sovvertire un fondamentale principio civili-
autenticate, per gli atti pubblici che hanno sottoscritto e
stico, solo con riferimento al limitato settore locatizio ? È
per i contratti verbali. Per gli atti pubblici vi sono tenuti
mai possibile che i conditores abbiano inteso replicare le
pure i notai e i pubblici ufficiali “per gli atti da essi redatti,
orme del legislatore fascista, con riferimento alla previsio-
ricevuti o autenticati” (art. 10 d.p.r. cit.).
ne sul trasferimento di beni immobili o diritti immobiliari
L’imposta di registro per gli atti aventi durata plurien-
in difetto di registrazione ?
nale deve essere “assolta entro trenta giorni” (art. 17, pri-
Disponeva l’art. 1 del r.d.l. 27 settembre 1941, n. 1105,
mo comma, d.p.r. cit.) dalla data di conclusione dell’atto,
che: “a decorrere dalla data di entrata in vigore del presen-
ovverosia, “in termine fisso” (art. 5 d.p.r. cit.).
te decreto, gli atti stipulati per scrittura privata non auten-
L’imposta va corrisposta “all’atto della richiesta di regi-
ticata, sotto qualsiasi denominazione, aventi per oggetto
strazione”, sul “corrispettivo pattuito sull’intera durata,
trasferimenti di beni immobili o diritti immobiliari, com-
ovvero annualmente sull’ammontare del canone relativo a
presi i conferimenti in società derivanti da costituzione
ciascuna anno” (art. 17, comma 3, d.p.r. cit.). In tal caso,
o fusione di società, o promessa di vendita di detti beni o
mediante pagamento rateale.
diritti, qualora non siano registrati entro il termine previ-
3. Temi prevale sul fisco sto dalla legge del registro, approvata con r.d. 30 dicembre
Prima dell’approvazione della legge finanziaria per 1923, n. 3269, sono nulli di pieno diritto …”.
l’anno 2005, l’omessa registrazione della locazione o del Terminate le esigenze connesse al finanziamento bel-
comodato di immobili determinava specifiche conseguen- lico, la previsione fu abrogata dal d.l.vo lg.t. 27 settembre
ze giuridiche limitate esclusivamente al campo tributario, 1945, n. 1015.
senza contaminazioni civilistiche; in particolare, sotto Ebbene, l’elaborazione dottrinale che, nel pur breve
il profilo di sanzioni amministrative pecuniarie a carico lasso temporale di vigenza della previsione di nullità dei
del trasgressore (art. 69 d.p.r. cit.), come pure, di divieti trasferimenti immobiliari si era formata, aveva eviden-
posti a carico dei pubblici ufficiali di non menzionare, né ziato una reazione di rigetto da parte degli interpreti
allegare, ricevere in deposito, né assumere a base dei loro all’abnorme previsione (da taluni definita “immorale”,
provvedimenti “atti soggetti a termine fisso non registrati” da altri addirittura “turpe” e, comunque, “iniqua”) (12)
(art. 65, 1° co, d.p.r. cit.), con l’ulteriore divieto di non scaturente dall’omessa registrazione dell’atto di trasferi-
rilascio di originali, copie ed estratti di atti non registrati mento immobiliare.
(art. 66 d.p.r. cit.). Autorevolissimi processualisti concordarono nel fornire
La giurisprudenza è ferma nel ripetere la massima con- un’interpretazione correttiva della previsione sull’omessa
solidata, secondo la quale l’inosservanza delle prescrizioni registrazione degli atti non registrati, così da inserirla
tributarie non dà luogo a nullità del negozio, dato che: “la nell’ambito dei principi civilistici assodati.
te a disporre di un contratto comunque improduttivo di mera casualità dell’adempimento, effettuabile oggi anche
effetti giuridici (19). per via telematica. Senza dire poi che la sanzione non tro-
verebbe comunque fondamento testuale nel comma 346
6. Le incertezze della dottrina
della finanziaria 2004, il quale si riferisce all’omessa regi-
A fronte di un problematico dato normativo, il quale
strazione dei “contratti di locazione” e non dei pagamenti
collide fortemente con i principi ordinamentali sul ne-
gozio con riguardo a validità, impegnatività ed efficacia successivi al primo (25).
dell’atto negoziale in presenza degli requisiti costitutivi 7. Gli effetti distorti della nullità della locazione non
dati (di cui all’art. 1325 c.c.), si giustificano le perplessità registrata
interpretative sollevate dai più di uno studioso. In precedenza sono stati segnalati gli effetti distorsivi
Tale effetto trae evidentemente alimento dal dato te- che un’interpretazione letterale del comma 346 determi-
stuale della disposizione finanziaria che sembra avere nerebbe in danno dei contraenti, oltre che del sistema
suscitato quelle reazioni di rigetto che la miglior proces- fiscale complessivamente inteso, tanto dal punto di vista
sualistica aveva evidenziato all’aberrante comminatoria di processuale, che sostanziale.
cui al r.d.l. del 1941. Se il contratto è nullo perché non registrato, ad esso le
Ebbene, taluni studiosi si muovono nell’alveo dell’inter- parti non devono dare esecuzione, dato che le prestazioni
pretazione letterale della norma e perciò della nullità te- effettuate all’evidenza assumerebbero natura indebita.
stuale ivi prevista, per quanto non condividendo la scelta Peraltro, il locatore potrebbe contrastare l’iniziativa in-
di valori compiuta dal legislatore. trapresa dal conduttore volta alla ripetizione di quanto
In particolare, da parte di taluno si opina trattarsi di versato a titolo di corrispettivo del godimento, “in quanto
“nullità relativa”, o meglio, di “inopponibilità” della pat- ciò comporterebbe un inammissibile arricchimento senza
tuizione fiscalmente irregolare nei confronti dell’erario causa in danno del locatore” (26).
(20). Dato che il negozio nullo non produce effetti in quan-
Da parte di altri, si precisa che la registrazione sarebbe
to è inefficace sin dall’origine (quod nullum est nullum
stata “elevata a presupposto di validità della locazione
producit effectum), le parti non sarebbero tenute a darvi
ovvero ad elemento costitutivo del sinallagma tipico
esecuzione. Perciò dal punto di vista del conduttore,
locativo”, pur evidenziando le probabili ricadute di inco-
questi neppure dovrebbe corrispondere i canoni i quali
stituzionalità che la disposizione suscita sotto molteplici
presuppongono l’efficacia della locazione, quanto piutto-
prospettive (21).
sto provvedere al risarcimento dei danni subiti dalla con-
Altri interpreti, viceversa, tendono a fornire una lettura
troparte sub specie di indennità di occupazione (art. 1591
teleologica della disposizione finanziaria, collegandola alla
c.c.).
finalità perseguita dal legislatore con la sua introduzione.
Nè sarebbe applicabile lo statuto dei diritti del condut-
Ebbene, da questo punto di vista, la fattispecie della
nullità per omessa registrazione è stata ricostruita in ter- tore, ormai da molti anni conquista di civiltà, cosicché il
mini di condicio iuris di efficacia dell’atto che vi soggiace, conduttore di immobile abitativo non godrebbe dell’om-
con conseguente applicabilità del principio della retroat- brello protettivo di una durata contrattuale minima
tività dell’evento dedotto in condizione (il fatto succes- garantita per legge e neppure del diritto a conseguire la
sivo della registrazione) (22); ovvero, da parte di altri, sospensione dell’esecuzione per rilascio in presenza dei
richiamando la teoria di derivazione amministrativistica presupposti normativi dati (art. 6 l. n. 431 del 1998).
della “fattispecie a formazione progressiva”, configurando In presenza di un contratto improduttivo di effetti
la registrazione quale “requisito di efficacia del contratto” obbligatori, il conduttore (rectius: l’occupante abusivo)
(23). dovrebbe sgomberare lo stabile, la cui occupazione non
Discordi sulla qualificazione giuridica, gli interpreti sarebbe legittimata da alcun titolo giuridico e la cui
sono sostanzialmente concordi solo nella determinazione permanenza nello stabile configurerebbe un atto illecito,
intertemporale degli effetti della novella del 2004, che si fonte di responsabilità risarcitoria.
ritiene applicabile de futuro, escludendosi che abbia effi- A fronte dell’eventuale renitenza allo sgombero, il
cacia retroattiva e perciò l’applicabilità ai contratti con- locatore incontrerebbe difficoltà processuali nella restitu-
clusi prima del 1° gennaio 2005 (24). zione della cosa occupata.
Agli effetti della nullità, assume rilevanza l’omessa re- Difettando di un valido titolo negoziale, egli non potreb-
gistrazione iniziale del contratto, una volta decorsi trenta be fruire del celere procedimento speciale per convalida
giorni dalla conclusione di esso. di sfratto, il quale suppone la validità ed efficacia del con-
Apparirebbe oltremodo abnorme ipotizzare la nullità tratto di locazione (27), ma solamente del (relativamente
del contratto anche in caso di mancato versamento del- meno celere) procedimento ordinario di cognizione, per
l’imposta di registrazione “riferita alle annualità successi- quanto radicato nelle forme del rito locatizio di cui all’art.
ve alla prima” (di cui all’art. 17, 3° comma, d.p.r. 131 del 447 bis c.p.c., stante la presenza di un contratto di locazio-
1986), col ché la sanzione definitiva sarebbe rimessa alla ne, seppur affetto da nullità (28).
successiva del negozio (37), categoria civilistica ben poco Al contempo la ragione fiscale dell’erario, non attuatasi
studiata. ab initio, potrebbe dispiegarsi in momento successivo,
Va però evidenziato che la dogmatica della nullità mediante registrazione tardiva, con un più che evidente
successiva dell’atto appare estremamente discussa, al utilità sotto il profilo recuperatorio del gettito evaso.
punto che la prevalente dottrina tende a negarle consi- Siffatta soluzione sarebbe viceversa preclusa laddove
stenza giuridica, precisando che, in forza dei principi, “la restasse ferma sotto il profilo interpretativo la previsione
nullità riguardando l’atto non può che essere originaria” di una testuale sanzione di nullità dei cui effetti le parti
(38) (39). non potrebbero comunque disporre, mediante recupero
Continuando nell’opera di scrutinamento delle meno dell’atto invalido (che ai sensi dell’art. 1423 c.c. non è
note categoria civilistiche, potrebbe pure ipotizzarsi la convalidabile), dal momento che la sanzione si pone quale
resurrezione della dommatica, ancor meno conosciuta, presidio di interessi generali dell’ordinamento, di cui evi-
della validità successiva, ravvisabile quando la validità del dentemente le parti non possono disporre.
negozio sarebbe sospesa fino a quando, dopo la sua perfe- In definitiva potrebbe ipotizzarsi la seguente rico-
zione, sopravvenga un requisito di validità di esso (40). struzione dogmatica. Il requisito mancante potrebbe
intendersi come elemento di efficacia e perciò (tempora-
9. La condizione legale
neamente) sospensivo di efficacia dell’atto, incidente ab
Dal punto di vista concettuale e dei principi, l’ineffica-
externo sulla sua struttura. Una volta intervenuto, seppur
cia incide sugli effetti di un atto valido, che more solito è
tardivamente, l’atto potrebbe per tal via determinare il
solo provvisoriamente improduttivo di effetti giuridici.
recupero di tutti gli effetti giuridici, con effetto retroattivo
Se così è allora, la previsione contenuta nell’art. 1,
(arg. ex art. 1360 c.c.) (45).
comma 346, l. 311 del 2004, concernente l’omessa regi-
A questo recupero retroattivo degli effetti del negozio
strazione di locazione e comodato (scritto), incidendo
ab origine inefficace sembrano condurre non solo i prin-
sugli effetti di un negozio giuridico valido ed obbligatorio
cipi generali, ma anche ragioni di armonia emergenti dal
per entrambi i contraenti, in quanto conforme allo schema
sistema giuridico delle locazioni (46).
tipico di contratto fissato dall’art. 1325 c.c., sembrerebbe,
La registrazione sarebbe così elevata a condicio iuris
piuttosto, assimilabile ad una vicenda sospensiva del
(47), ossia ad elemento esulante dall’autonomia negoziale
rapporto, dato che trae titolo da “un fatto successivo al
delle parti perchè avente la sua fonte nell’ordinamento
perfezionamento e all’efficacia” di esso (41).
(48); requisito necessario (e non accidentale) del nego-
In altre parole, il contratto è impedito dall’esplicare ef-
zio, che in tal modo si distingue dalla condicio facti (49).
ficacia quando manca un requisito legale, il quale si pone
Alla condizione legale, tendenzialmente, si ritiene ap-
strutturalmente esterno rispetto ad esso, non facente
plicabile la disciplina normativa dettata per la condizione
parte dei suoi elementi costitutivi, ad esso la legge può
volontaria, cosicché, in pendenza di essa, le parti sono
subordinare l’efficacia (condizione legale sospensiva).
vincolate dal contratto (50) e devono comportarsi secon-
Va d’altro canto ribadito che la terminologia legislativa
do buona fede per mantenere integre le ragioni dell’altra
non sempre appare univoca e precisa (42). Gli studiosi
(art. 1358 c.c.). Laddove la stessa subentri e si proceda a
hanno sottolineato che, talvolta, la legge, seppure testual-
tardiva registrazione, in applicazione dell’art. 1360 c.c., il
mente richiami la nullità del negozio (43), più corretta-
contratto, la cui efficacia era temporaneamente sospesa
mente avrebbe dovuto riferirsi all’inefficacia definitiva di
in pendenza dell’avveramento della condicio iuris, produr-
esso, tutte le volte in cui non si verifichi un dato atto o
rebbe tutti gli effetti naturali suoi propri con effetto ex
fatto successivo (44).
tunc (51).
Propendendo per una lettura cum grano salis oltre che
Anche quest’ultima proposta interpretativa non appa-
antiletterale della sanzionatoria previsione del comma 346
re, però, del tutto appagante se solo si considera che, tra
in termini di efficacia (più che di nullità dell’atto), i con-
conclusione del contratto e successiva (non contestuale)
traenti avrebbero la facoltà di recuperare gli effetti del-
registrazione (teoricamente entro il trentesimo giorno), il
l’inefficace negozio non registrato, provvedendo a tardiva
contratto, per quanto valido, non sarebbe efficace e pro-
registrazione. Ciò che, d’altro canto, sarebbe maggiormen-
duttivo di effetti giuridici per i contraenti.
te tutelante per i diritti (eccessivamente conculcati) del
Dal punto di vista processuale, laddove la questione
conduttore, sempre assoggettato ad arbitraria risoluzione
emerga nel corso del procedimento per convalida di sfrat-
del rapporto ad iniziativa del locatore.
to, la tesi della condicio iuris si fa decisamente preferire
Per tal via, il requisito mancante potrebbe configurarsi,
per celerità di conclusione del relativo accertamento.
non quale momento di perfezionamento della fattispe-
Se il contratto è nullo, la richiesta di risoluzione, o me-
cie, ovvero, elemento incidente sulla validità strutturale
glio, di declaratoria di nullità del contratto (evidentemen-
del rapporto, quanto piuttosto, quale atto incidente, ab
te avanzata nella memoria ex art. 426 c.p.c.), con richiesta
externo, sugli effetti naturali che il negozio è in grado
di rilascio dell’immobile, suppone il mutamento del rito
di esplicare nel mondo del diritto, garantendone pieno e
e la pronuncia della sentenza ed ammesso che la nuova
completo dispiegarsi.
lità testuale, SINISI e TRONCONE, Diritto processuale delle locazioni, (34) Per i giusti rilievi, IZZO, op. cit., 51-52, il quale richiama un
Simone, Napoli, 2006, 247. vecchio proverbio meridionale, secondo cui: “il mulo che tira molti calci
(22) BUSANI, Locazioni, nullità pesante, in Il Sole ventiquattrore, sono più quelli che riceve che quelli che assesta”.
7 gennaio 2005; VIGNA, Finanziaria, le disposizioni dei commi da 341 (35) Come lo definisce IZZO, op. loc. cit.
a 344 e 346 del suo articolo unico, in questa Rivista, 2005, 395-396; FA- (36) Così si esprime SCRIPELLITI, op. cit., 392.
LABELLA, Locazione e fisco: alcune questioni particolari, in Rass. loc. (37) SANTORO PASSARELLI, Dottrine generali del diritto civile,
cond., 2005, 391 ss.; DI MARZIO, La nullità del contratto di locazione per Jovene, Napoli, 1986, 9° ed., 251, ipotizza la nullità successiva del te-
omessa registrazione, in Giust. civ., 2007, I, 485. In giurisprudenza, in tal stamento redatto anteriormente alla condanna da parte dell’ergastolano
senso, Trib. Modena, 12 giugno 2006, ord., in Giust. civ., 2007, 483, con la che per effetto della condanna perde la capacità giuridica di testare.
citata nota adesiva di DI MARZIO; in Giur. merito, 2007, 2623, con nota (38) GAZZONI, op cit., 990; dubbioso BIANCA, op. cit., 575-576.
di SCARPA, L’interpretazione costituzionalmente orientata dell’onere di Significativamente REDENTI, op. cit., 292, scriveva: “per quanto io mi
registrazione; in Foro it., 2007, I, 2926; in questa Rivista, 2007, 62; in Il sappia, la cosiddetta “nullità” sopravvenuta costituirebbe una figura nuo-
civilista, 2008, 98, con nota di GAGLIARDI; Trib. Arezzo, 30 gennaio 2007, va ed ignota al diritto civile”, soggiungendo (293), sempre a proposito
della figura della nullità comminata dal legislatore fascista ai contratti
in www.Dejure.Giuffre.it.
di vendita non registrati, che “questo fenomeno della nullità assoluta
(23) SCRIPELLITI, La nullità del contratto di locazione non regi-
superveniens de iure per un fatto estraneo al negozio non poteva inqua-
strato supera, per ora, il vaglio della Corte Costituzionale, in questa
drarsi nelle linee del diritto vigente”. Anche SANTORO PASSARELLI,
Rivista, 2008, 389 ss., 391, secondo il quale “gli effetti della registrazione
op. loc. cit., opina, dubitativamente, che la figura potrebbe ipotizzarsi
decorreranno ex tunc dal completamento del modello contrattuale, sen-
laddove “il negozio venga privato successivamente di un suo elemento,
za retroagire al momento della stipula del contratto che, nel limbo della
mentre è ancora inidoneo a produrre i suoi effetti”.
non registrazione, non produce effetti”. Da parte di IZZO, op it., 54, si è
(39) Da parte di SACCO, Il contratto, in DE NOVA e SACCO, Utet,
obiettato che tale tesi “pare scontrarsi con la produzione comunque di Torino, 1993, II, 515, in tal caso, “l’atto nasce capace di produrre effetti,
effetti giuridicamente rilevanti prima del momento del perfezionamento ma questa attitudine viene esclusa in virtù di una circostanza succes-
della fattispecie a formazione progressiva”. siva”, il quale riporta la categoria ad un’ipotesi di “annullamento non
(24) Così SCARPA, Finanziaria 2005 cit., 106; DI MARZIO, op. cit., determinato da sentenza.
487; PETROLATI, op. loc. cit. Per i contratti conclusi prima di questa (40) Sulla quale si vedano i sintetici cenni di SANTORO PASSAREL-
data dovrebbe valere la pregressa interpretazione dell’art. 13 l. n. 431 LI, op. cit., 261.
del 1998 fornita da Cass. 27 ottobre 2003, n. 16.089, in Giust. civ., 2004, (41) BIANCA, op. cit., 576.
I, 969, con nota adesiva di IZZO, la quale escludeva che la registrazione (42) IZZO, op. cit., 51, evidenzia che la novella in materia di regi-
potesse essere elevata dal legislatore a requisito di validità del contratto strazione sarebbe affetta da “improprietà lessicale”.
di locazione. (43) Come, è dato riscontrabile, ad es., negli artt. 1349, 2° comma
(25) Da parte di PETROLATI, op. cit., 16, identica soluzione è stata - nullità del contatto per mancata determinazione dell’oggetto del con-
prospettata con riferimento al mancato pagamento dei ratei annuali nei tratto ad opera del terzo - 1472, 2° comma: nullità della vendita di cosa
quali può essere suddivisa l’imposta, ai sensi dell’art. 17 d.p.r. 131/86. futura se la stessa non viene ad esistenza - e 1398 c.c.: contratto concluso
(26) Cass. 6 maggio 1966, n. 1168, in Foro it., 1966, I, 1249; Cass. 3 dal falsus procurator.
maggio 1991, n. 4849, in Giur. it., 1991, I, 1, 1314, con nota di CHIODI; in (44) GAZZONI, op. loc. cit.
questa Rivista, 1991, 504. (45) Cass. 20 ottobre 1959, n. 2994.
(27) Per il rilievo, FALABELLA, op. cit., 402. In giurisprudenza, (46) Vanno qui richiamate le considerazioni svolte da FALABELLA,
Trib. Modena, 12 giugno 2006 cit. op. cit. 402, con riferimento agli effetti retroattivi della riconduzione del
(28) La situazione andrebbe probabilmente collocata nell’ambito contratto nullo per difetto di forma scritta ex art. 13 l. n. 431 del 1998,
della situazioni di c.d occupazioni senza titolo in senso lato o improprio, rispetto alle conseguenze scaturenti da tardiva registrazione dell’atto.
su cui c.f.r. MASONI, Il processo, in GRASSELLI e MASONI, Le locazioni, (47) Per la configurazione della registrazione come condizione le-
Cedam, Padova, 2007, II, 56-57. gale, in dottrina, DI MARZIO, op. cit., In giurisprudenza, Trib. Modena,
(29) Come ha fatto Trib. Firenze, 10 marzo 2008, ord., in questa 12 giugno 2006, cit. In termini generali, va rammentato che la domma-
Rivista, 2008, 388. tica configurabilità della categoria della condicio iuris appare discussa.
Autorevole dottrina (RESCIGNO, Manuale del diritto provato italiano,
(30) In tema, ad es., MASONI, op. cit., 210-212.
Jovene, Napoli, 1987, 7° ed., 255, e in precedenza, ID, voce “Condizione
(31) Così esattamente IZZO, op. cit., 54, il quale ulteriormente
(dir. vig.)”, in Enc. Dir., Giuffrè, Milano, 1961, VIII, 778, aveva posto in
osserva che: “la norma sarebbe formalmente sanzionatoria ma sostan-
dubbio la consistenza della categoria che godrebbe di non sempre me-
zialmente di totale liberalizzazione della locazione dai molti vincoli, con
ritata fortuna) ha espresso le sue “riserve contro un concetto unitario
la benedizione di un legislatore, attualmente, più sensibile alle istanze
di condizione legale”, dato che si tratterebbe di categoria di “dubbia
sociali che rinuncerebbe anche alle relative entrate tributarie restituen-
utilità, così sul piano costruttivo, come sul piano pratico, comprendendo
do il rapporto all’arbitrio delle parti”.
elementi e situazioni assai eterogenei”; secondo MESSINEO, Il contratto
(32) Per un cenno al problema, Trib. Modena, 12 giugno 2006, cit. in genere, Giuffrè, Milano, 1973, I, 193, “la condicio iuris è da conside-
(33) Come si è già sottolineato, l’obbligo di registrazione grava su rare affatto diversa dalla condizione volontaria”; nonché, MAIORCA,
entrambi i contraenti (art. 57 d.p.r. n. 131 cit.), tuttavia è prassi diffusa voce “Condizione”, in Dig. Quarta ed., Sez. civ. Utet, Torino, 1988, III,
quella secondo la quale all’incombente provvede normalmente il loca- 333, il quale esclude l’unificabilità sotto un unico genus di condizione
tore. Se così è, allora, potrebbe ipotizzarsi che un locatore in mala fede volontaria e condizione legale e tuttavia reputa possibile l’applicazione
(ovvero, consigliato da un avvocato capzioso) volutamente non provveda analogica ai casi non regolati dalle condiciones iuris, delle disposizioni
alla registrazione del contratto così contando di assoggettarlo (in caso di dettate per le condizioni volontarie. TORRENTE, op. cit., 241, considera
necessità) alla sanzione di nullità che maggiormente gli giova rispetto la condizione in discorso una condizione in senso improprio. Accettano
alla deteriore posizione in cui si trova il conduttore. Dato che, in tal la categoria BIANCA, op. cit., 510 e 532; SANTORO PASSARELLI, op. cit.,
modo, egli potrebbe in ogni momento valersi surrettiziamente del diritto 197, come pure la giurisprudenza.
di liberarsi da un contraente scomodo, che sostanzialmente scaturisce (48) Così si esprime Cass. 5 febbraio 1982, n. 675, la quale esclude
dalla previsione sanzionatoria, esercitando l’azione di accertamento che alla condicio iuris, sia applicabile l’art. 1359 c.c., in tema di mancato
della nullità contrattuale con contestuale richiesta di rilascio. avveramento di una condicio iuris sospensiva; nonché, Cass. 4 marzo
L’Opera è aggiornata con la riforma 1920, € 21,00 - la L. 3 agosto 2009, n. 102, di con-
del processo civile, introdotta dalla L. Il Volume in recensione, diretto agli versione, con modificazioni, del D.L. 1
18 giugno 2009, n. 69. avvocati, studenti, concorsisti e ope- luglio 2009, n. 78, recante le disposi-
ratori del diritto, è aggiornato con zioni contro la crisi economica;
M.P.
tutte le più rilevanti novità legislative - la L. 18 giugno 2009, n. 69 di riforma
Tundo Francesco recentemente intervenute, fra le qua- del processo civile. Al fine di agevo-
Codice tributario con li si segnalano: lare il lettore nel reperimento delle
le norme comunitarie - la L. 3 ottobre 2009, n. 141, di con- rilevanti modifiche introdotte da que-
e internazionali. sto provvedimento, le predette inno-
versione, con modificazioni, del D.L. 3
Tribuna pocket vazioni sono segnalate in neretto.
agosto 2009, n. 103, recante le nuove
Ed. La Tribuna, Piacenza 2009, pp. norme sullo scudo fiscale; V.C.
100%, è irrilevante la circostanza che sia stata preventi- occorre qui ribadire) in ragione del quale la doglianza
vamente offerta e corrisposta l’indennità per la perdita di relativa alla mancata adozione di un diverso rito, dedotta
avviamento commerciale (ritenendo che le disposizioni come motivo di impugnazione, è inammissibile per difetto
contenute nell’art. 7 della legge n. 61 del 1989 e nell’art. 34 di interesse qualora non si indichi uno specifico pregiudi-
della legge n. 392 del 1978 operano sotto diversi profili che zio processuale che dalla sua mancata adozione sia con-
non si trovano in reciproco conflitto ed imporre al loca- cretamente derivato, in quanto l’esattezza del rito non
tore l’anticipato versamento dell’indennità per la perdita deve essere considerata fine a se stessa, ma può essere
dell’avviamento senza poter ottenere in cambio la dispo- invocata solo per riparare una precisa ed apprezzabile
nibilità dell’immobile di fatto vanificherebbe il compenso lesione che, in conseguenza del rito seguito, sia stata
patrimoniale che la prima delle menzionate disposizioni subita in relazione alla determinazione della competenza
intende accordargli). ovvero al contraddittorio oppure al diritto di difesa (tra
Gli eredi del Canu, frattanto defunto, propongono ri- le varie, cfr. Cass. 17 maggio 2005, n. 10341; 18 settem-
corso per la cassazione della sentenza d’appello mediante bre 2003, n. 13351). Premesso siffatto principio, il giudice
quattro motivi. Rispondono con controricorso gli intimati ha rilevato non solo che, nel procedimento in trattazione,
Pioletti. Accogliendo l’istanza di questi ultimi, il Primo non era ravvisabile (per ragioni che qui non è neppure il
Presidente ha disposto la rimessione della causa alle se- caso di ribadire) alcun nocumento alla difesa (concreto
zioni unite della S.C. nocumento al quale neppure il ricorso oggi in esame fa
specifico riferimento), ma che, peraltro, la questione po-
Motivi della decisione sta dalla parte era superabile dall’ulteriore e decisiva con-
1.1. I primi tre motivi del ricorso. siderazione che il mutamento di rito può essere disposto
Infondato è il primo motivo con il quale i ricorrenti de- anche in appello.
nunziano la nullità della sentenza perché sul dispositivo 1.3. Con il terzo motivo i ricorrenti censurano la sen-
compare il nome di un giudice (dr. Auzzas), originaria- tenza nel punto in cui ha condannato il conduttore al
mente astenutosi, “interlineato” e sostituito con il nome pagamento della somma corrispondente al valore delle
di un altro giudice (dr. Diez). Dalla circostanza deducono: migliorie asportate, nonché al pagamento della somma
che il primo giudice abbia illegittimamente partecipato necessaria al ripristino dei locali. Essi sostengono che il
alla decisione; che, riguardo alla composizione del colle- giudice avrebbe errato laddove, nel distinguere tra mi-
gio, vi sia contrasto tra il dispositivo e la sentenza; che, gliorie ed addizioni, ha tenuto conto della destinazione
anche a voler considerare quello in questione un mero economica del locale e non della utilizzazione specifica
errore materiale, non sarebbe stata seguita la prescritta delle addizioni e della materiale enucleabilità di queste
procedura. rispetto all’immobile. Siffatto errore (ossia, ritenere le ad-
Nella specie non è ravvisabile né un’ipotesi di nullità, né dizioni apportate dal conduttore alla stregua di migliorie)
la violazione del procedimento per la correzione dell’errore avrebbe, dunque, comportato l’altro, consistito nella con-
materiale. Così come esposto dagli stessi ricorrenti, nella danna del conduttore al ripristino dei danni arrecati per il
redazione del dispositivo vi è stata la mera sostituzione di legittimo asporto di quelle opere.
uno dei giudicanti che non ha partecipato alla decisione Il motivo è in parte inammissibile ed in parte infonda-
con quello che vi ha effettivamente partecipato, attraver- to. È inammissibile sia nella parte in cui lamenta l’errata
so l’utilizzazione del modulo già predisposto secondo la interpretazione della clausola contrattuale in questione,
precedente formazione del collegio, l’interlineatura di un senza neppure enunciare i canoni interpretativi legali
nome e la sovrascrittura dell’altro nome. Prassi questa as- che sarebbero stati violati (limitandosi, piuttosto, a con-
solutamente frequente presso gli uffici giudiziari, rispetto trapporre la propria tesi interpretativa a quella adottata
alla quale non è dato ravvisare profili di illegittimità (per in sentenza), sia laddove introduce la questione della
difettosa costituzione del collegio o per contrasto tra di- materiale enucleabilità dei beni, la quale presuppone uno
spositivo e sentenza) e che non è neppure identificabile specifico accertamento di merito che non è consentito al
come errore materiale, il quale, come, è noto, si sostanzia giudice di legittimità. È infondato nella parte in cui attri-
in una mera svista del giudice che non incide sul conte- buisce alla sentenza la violazione di legge ed il vizio della
nuto concettuale della decisione, ma si concretizza in una motivazione, dei quali non risulta affetto il provvedimento
divergenza tra l’ideazione e la sua materiale rappresenta- impugnato.
zione grafica (tra le varie in tal senso, cfr. Cass. 9 settem- 2.1. Il quarto motivo di ricorso - Indennità per l’occupa-
bre 2005, n. 17977). zione dell’immobile ed indennità per perdita di avviamen-
1.2. Il secondo motivo censura la sentenza d’appello to commerciale.
per avere respinto l’eccezione di nullità della sentenza Il quarto motivo di ricorso coinvolge la questione per la
di primo grado, derivante dal fatto che era stato tardiva- quale la causa è stata rimessa al giudizio di queste sezioni
mente mutato il rito senza 1’assegnazione alle parti del unite, ossia quella relativa alla rilevanza (o meno) dell’of-
termine espressamente previsto dal primo comma dell’art. ferta e della corresponsione da parte del locatore dell’in-
426 c.p.c. dennità per la perdita dell’avviamento commerciale, ai
La sentenza non è censurabile sul punto, per essersi fini del conseguimento del doppio dell’ultimo canone nel
correttamente adeguata al consolidato principio (che periodo di sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti
di Cagliari, attualmente oggetto di impugnazione. Se- L’art. 7, comma 2, del D.L. n. 551/1988 qualifica espres-
condo il giudice di merito le due categorie, pagamento samente l’importo dovuto dal conduttore (pari al doppio
dell’indennità di avviamento e dell’indennità di cui all’art. dell’ultimo canone corrisposto) durante il periodo di so-
7, ben possono ritenersi scindibili atteso che la prima spensione dell’esecuzione come “somma dovuta ai sensi
non comporta il disconoscimento, la soppressione o la dell’art. 1591 c.c.” Come s’è visto, l’art. 1591 c.c., la cui ru-
decurtazione della seconda. Sotto il profilo teleologico, brica recita “Danni per ritardata restituzione”, dispone che
non direttamente affrontato della cassazione, inoltre, la “Il conduttore in mora a restituire la cosa è tenuto a dare
sentenza osserva che, mentre l’indennità di cui all’art. al locatore il corrispettivo convenuto fino alla riconsegna,
7 mira a compensare il locatore dell’impossibilità del salvo l’obbligo di risarcire il maggior danno”.
recupero immediato dell’immobile ed a riequilibrare in Consegue che l’art. 7 cit., richiamando espressamente
questo modo la tutela offerta al conduttore mediante la l’art. 1591 c.c., postula inequivocabilmente che la posi-
sospensione dell’esecuzione, l’indennità di avviamento zione del conduttore deve essere caratterizzata da “mora
tutela unicamente il conduttore, impedendo il rilascio del nella restituzione”.
locale prima dell’incameramento dell’indennità. Tali tute- Questa S.C. ha tuttavia già statuito, in varie pronunce,
le non si troverebbero in reciproco conflitto, operando in che i conduttori che beneficiano del condizionamento
due momenti storici diversi: la prima, durante il periodo in dell’esecuzione del rilascio ai sensi degli artt. 34 e 69 delle
cui, indipendentemente dalla volontà del locatore, l’ese- legge n. 392/1978 non versano in tale condizione. È stato
cuzione del provvedimento di rilascio sarebbe in ogni caso invero affermato che, in tema di locazioni ad uso diverso da
impossibile, stante l’operatività della sospensione legale; quello di abitazione per le quali sia dovuta, alla cessazione
la seconda quando, al contrario, l’esecuzione è rimessa del rapporto, l’indennità per la perdita dell’avviamento,
proprio ed unicamente alla volontà del locatore, il quale, il condizionamento dell’esecuzione del provvedimento di
per porla in atto, dovrà preventivamente assolvere l’onere rilascio all’avvenuto pagamento dell’indennità, disposto
di corrispondere la dovuta indennità. dagli artt. 34 e 69 della legge n. 392/1978, non trova fonda-
In terzo ed ultimo luogo la sentenza di merito osserva mento nell’attribuzione al conduttore di un “diritto di ri-
che l’imposizione al locatore dell’onere di versare anti- tenzione” (cfr. Cass. n. 5579/88), ma nell’instaurazione ex
cipatamente l’indennità di avviamento rischierebbe di lege di una relazione di interdipendenza tra l’obbligazione
frustrare quel riequilibrio patrimoniale che, attraverso del conduttore di restituire la cosa locata e l’obbligazione
la previsione di un canone maggiorato, il legislatore ha del locatore di corrispondere l’indennità, prevedendosene
voluto espressamente accordargli. la reciproca inesigibilità in difetto di previa o contestuale
Un secondo indirizzo della giurisprudenza di legittimi- adempimento della speculare obbligazione della contro-
tà, invece, ponendosi con il primo in consapevole contra- parte, mediante eccezione riconducibile nell’ambito della
sto, ritiene che, per il periodo di sospensione, nei riguardi previsione dell’art. 1460 c.c., con conseguente esclusione
dei conduttori titolari di locazioni di immobili adibiti ad della mora del conduttore, ai sensi dell’art. 1591 c.c., e di
attività che comportano contatti diretti con il pubblico de- quella del locatore, ai sensi dell’art. 1224 c.c., poiché en-
gli utenti e dei consumatori l’esecuzione del provvedimen- trambi i rifiuti ad adempiere, se non in presenza del previo
to di rilascio è condizionata dalla previa corresponsione o contemporaneo adempimento della controparte, trovano
dell’indennità per la perdita dell’avviamento ai sensi degli titolo giustificativo nella legge (sent. n. 10820/95; in senso
artt. 34 e 69 della legge n. 392 del 1978, sicché, in carenza conforme: sent. n. 2910/96; n. 7288/96; n. 9747/96; in senso
di corresponsione di quest’ultima, detti conduttori non do- contrario: sent. n. 6270/97).
vrebbero il pagamento della somma di cui all’art. 1591 c.c. Da questa premessa Cass. n. 587 del 1999 (che, come
e della relativa maggiorazione prevista dall’art. 7 del D.L. s’è visto ha introdotto il nuovo orientamento contrapposto
30 dicembre 1988, n. 551, convertito, con modificazioni, al recedente) fa coerentemente derivare che l’insussi-
nella legge 21 febbraio 1989, n. 61. stenza della mora nella restituzione in capo al conduttore
Siffatto indirizzo, inaugurato da Cass. 22 gennaio 1999, (che, essendo titolare del diritto all’indennità per la perdi-
n. 587, è stato poi costantemente ribadito dal giudice di le- ta dell’avviamento, permanga nella detenzione della cosa
gittimità (cfr. Cass. 26 maggio 1999, n. 5098; 1° settembre locata successivamente alla scadenza in difetto di corre-
2000, n. 11491), restando sopito il dibattito in quest’ultimo sponsione della suddetta indennità) determina quindi
decennio. l’inapplicabilità dell’art. 7, comma 2, cit., per mancanza
Il contrasto di orientamenti sopra menzionato ha tro- del presupposto normativamente previsto, mediante
vato terreno fertile anche in dottrina, ove negli anni addie- espresso richiamo all’art. 1591 c.c., concernente la “mora
tro si è registrato un acceso dibattito a favore dell’uno o nella restituzione della cosa locata”.
dell’altro orientamento, oramai anch’esso del tutto sopito. Tuttavia, occorre porre in evidenza (è questa la preci-
2.3. La soluzione della questione. sazione preannunziata rispetto a quanto hanno affermato
Le sezioni unite intendono aderire al secondo indiriz- Cass. n. 587 del 1999 ed i conformi arresti che le hanno
zo sopra illustrato, che (lo si è detto) è frutto di un più fatto seguito) che la corresponsione dell’indennità per la
approfondito ripensamento interpretativo, apportando, perdita dell’avviamento presuppone la precedente offerta
tuttavia, una necessaria precisazione rispetto a quanto lì della stessa. Offerta che, già di per sé, pone il conduttore
affermato. in situazione di mora e gli con ferisce la scelta se accettare
parte sua ed in favore del conduttore, dell’indennità per pagamento dell’indennità per la perdita dell’avviamento
la perdita dell’avviamento commerciale. Sicché, una volta commerciale.
avvenuta tale offerta, il conduttore, versando in mora nella In ragione di quanto premesso, la sentenza deve essere
restituzione della cosa locata, può scegliere se percepire cassata sul punto, restando, così, accolto il quarto motivo
l’indennità e restituire la cosa (così rinunziando agli effet- di ricorso e respinti i primi tre.
ti della sospensione legale del provvedimento di rilascio), Non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto,
oppure rimanere nella detenzione della cosa stessa fino la causa può essere decisa nel merito, ai sensi dell’art. 384
alla cessazione della sospensione legale, corrispondendo c.p.c., e la sentenza di primo grado deve essere riformata
al locatore il raddoppio del canone”. nel punto in cui ha condannato il conduttore a corrispon-
3. La fattispecie trattata. dere al locatore il doppio del canone di locazione per la
Nella causa in trattazione i giudici del merito hanno, durata della sospensione dell’esecuzione del provvedi-
tra l’altro, riconosciuto ai locatori il diritto a percepire dal mento di rilascio.
conduttore il raddoppio del canone durante il periodo di La complessità della questione impone la totale com-
sospensione legale dell’esecuzione del provvedimento di pensazione tra le parti delle spese del giudizio di cassa-
rilascio, benché i primi non avessero offerto al secondo il zione. (Omissis).
non meno colposa del Rossi e dello Zatti della quale il censurabili da parte dell’amministratore; né rileverebbe
Gilardi era ben consapevole in virtù del suo ruolo e per che la parte finale della canna fumaria attraversasse il sot-
quanto si era discusso da lungo tempo nelle assemblee di totetto, posto che la canna stessa non cessava di essere di
condominio. proprietà del singolo “per essere i suoi percorsi contigui o
Ha proposto ricorso per Cassazione il Gilardi deducen- interni rispetto a proprietà comuni” (pag. 13 del ricorso):
do violazione dell’art. 40 del codice penale e vizio moti- la stessa diffida del Comune di Lecco aveva avuto quale
vazionale in ordine all’affermazione di colpevolezza con destinatario il solo dott. Bellucci, ed ulteriori intimazio-
censure che possono così riassumersi: a) insussistenza per ni erano state trasmesse al Gilardi solo per conoscenza;
il Gilardi di qualsiasi obbligo di intervenire per impedire e) quanto all’accusa mossa al Gilardi, di aver omesso di
l’evento posto che il cattivo posizionamento della canna compiere gli atti conservativi dei diritti inerenti le parti
fumaria doveva ritenersi riconducibile al proprietario comuni dell’edificio, l’impostazione dei giudici di merito
della stessa, non costituendo una proprietà condominiale; sarebbe errata poiché quanto prescritto all’amministra-
dopo le verifiche effettuate sulla canna fumaria dal tec- tore dall’assemblea condominiale del 10 dicembre 2001
nico di fiducia del condominio, ing. Locateli, l’assemblea era stato automaticamente attuato dalla attivazione del
condominiale aveva invitato formalmente il proprietario Sindaco e della ASL secondo la volontà espressa dai con-
dei locali della pizzeria, dott. Bellucci, a rimuovere la domini nella delibera stessa; f) le omissioni del dottor Bel-
situazione di pericolo ritenendolo responsabile di even- lucci e del Rossi non avrebbero determinato l’insorgenza
tuali danni, mentre alcun mandato era stato conferito al di una responsabilità concorsuale del Gilardi, trattandosi
Gilardi affinché si attivasse nelle sedi competenti per la di condotte autonome ed indipendenti, e l’intervento del
messa a norma dell’opera; il dott. Bellucci aveva invitato Comune di Lecco avrebbe interrotto ogni rapporto di cau-
sia il geom. Valsecchi che il Rossi ad ottemperare a quanto salità; g) nella vicenda “de qua” avrebbe dovuto essere im-
ingiunto dal Comune di Lecco, circa l’opera “de qua”, con plicato a pieno titolo il dottor Bellucci, quale proprietario
diffida del 4 aprile 2001; non essendo mutata la situazione, dei locali affittati al Rossi nonché della canna fumaria: di
per la mancanza di qualsiasi intervento, ed a seguito di tal che, nel caso di riaffermata responsabilità del Gilardi,
ulteriore sopralluogo e di una comunicazione della ASL, dovrebbe essere “concorsualmente ribadita, ovviamente
sollecitata dallo stesso Gilardi, il Comune con diffida del senza alcuna conseguenza di carattere penale, ma uni-
15 gennaio 2002 aveva assegnato al dott. Bellucci ed al camente in via di principio, la corresponsabilità del Dott.
Rossi il termine di 15 giorni - poi prorogato di ulteriori Bellucci, se non altro ai fini meramente civilistici” (così
20 giorni - per adeguare la canna fumaria alla sua messa testualmente a pag. 16 del ricorso).
in sicurezza, con l’avvertimento che in caso di inerzia il
Comune avrebbe proceduto secondo legge: in sostanza, il Motivi della decisione
Gilardi era solo un terzo come qualsiasi altro condomino, Il ricorso è meritevole di accoglimento nei termini di
non gravato dell’obbligo di impedire l’evento; b) avrebbe seguito precisati, risultando sussistente la denunciata vio-
errato la Corte di merito nell’attribuire una posizione di lazione dell’art. 40 del codice penale, sia pure sotto profili
garanzia al Gilardi che invece non la rivestiva, tenuto con- non direttamente evidenziati dal ricorrente, il quale ha
to delle funzioni dell’amministratore condominiale e dei svolto considerazioni finalizzate prevalentemente a dimo-
suoi poteri, tali da ricondurre l’obbligo dell’amministratore strare l’asserita insussistenza di una posizione di garanzia
stesso alla sola protezione per le parti comuni o per gli im- per il Gilardi.
pianti comuni dell’edificio, anche in base a principi enun- Certamente è condivisibile l’assunto dei giudici del me-
ciati dalla Suprema Corte in materia: la canna fumaria rito secondo cui, in via di principio generale, l’amministra-
responsabile del sinistro non era condominiale, ed anche tore di un condominio è titolare di un obbligo di garanzia,
il fenomeno di surriscaldamento che aveva determinato quanto alla conservazione delle parti comuni dell’edificio
l’incendio rientrava nell’ambito del privato, essendo risul- condominiale: non può invero in altro modo interpretarsi
tato accertato che l’incendio era stato determinato dalla il chiaro dettato dell’art. 1130, primo comma, n. 4, c.c..
combustione di residui di fuliggine del condotto fumario D’altra parte in tal senso si è già espressa questa Corte, sia
del forno pertinente alla pizzeria gestita dal Rossi; c) al- in sede penale che in sede civile, enunciando i seguenti
cun mandato era stato conferito dal condominio al Gilardi, principi: “La responsabilità penale dell’amministratore di
tenuto conto del verbale dell’assemblea condominiale del condominio va considerata e risolta nell’ambito del capo-
10 dicembre 2001 secondo cui, in caso di esito negativo verso dell’art. 40 c.p, che stabilisce che “non impedire un
della transazione tra il dott. Bellucci ed il Rossi, il Gilardi, evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a
previa nuova perizia ad opera dell’ing. Locatelli, avrebbe cagionarlo”. Per rispondere del mancato impedimento di
dovuto informare gli organi competenti; d) peraltro qual- un evento è, cioè, necessaria, in forza di tale norma, l’esi-
siasi ulteriore sollecitazione da parte del Gilardi sarebbe stenza di un obbligo giuridico di attivarsi allo scopo: detto
stata del tutto superflua, posto che ASL e Comune erano obbligo può nascere da qualsiasi ramo del diritto, e quindi
al corrente della situazione, ed in particolare il Comune si anche dal diritto privato, e specificamente da una con-
era attivato specificamente con intimazioni nei confronti venzione che da tale diritto sia prevista e regolata com’è
del dott. Bellucci e del Rossi: il che avrebbe comunque nel rapporto di rappresentanza volontaria intercorrente
comportato il venir meno di eventuali condotte omissive fra il condominio e l’amministratore” (Cass. pen., sez. III,
valorizzando tutte le circostanze del caso concreto sot- quale sarebbe stata in concreto la specifica condotta esigi-
toposto al suo esame, secondo un procedimento logico - bile dal Gilardi: un’azione giudiziaria (e quale?), il diretto
analogo a quello seguito allorquando si tratta di valutare e più pregnante coinvolgimento di Autorità locali (peral-
la prova indiziaria, la cui disciplina è dettata dal secondo tro già a conoscenza della situazione, per come si rileva
comma dell’art. 192 del codice di procedura penale - che dagli atti), una diffida (ed in quali termini?) nei confronti
consenta di poter ricollegare un evento ad una condotta del titolare della pizzeria e del proprietario dei locali della
omissiva “al di là di ogni ragionevole dubbio” (vale a dire, stessa, o altro ancora. In proposito, la Corte d’Appello ha
appunto, con ‘alto o elevato grado di credibilità razionale’ ipotizzato due condotte asseritamente esigibili dal Gilardi
o ‘probabilità logica’). Invero, non pare che possa diversa- - una delle quali, peraltro, solo come eventuale - sottoline-
mente intendersi il pensiero che le Sezioni Unite hanno ando (cfr. pag. 13 della sentenza) che il Gilardi era rima-
voluto esprimere allorquando - con riferimento alla colpa sto inerte per circa un anno “anziché attivarsi immediata-
professionale del sanitario - hanno testualmente afferma- mente presso Rossi prendendo i provvedimenti necessari
to che deve risultare «giustificata e processualmente certa (art. 1133 c.c.) ed eventualmente agire in giudizio in via di
la conclusione che la condotta omissiva del medico è stata urgenza (seppur necessitava di previa investitura assem-
condizione necessaria dell’evento lesivo con ‘alto o elevato bleare: art. 1131 c.p.)”.
grado di credibilità razionale’ o ‘probabilità logica’». Ancor più evidente appare poi il vuoto motivazionale,
In applicazione dei principi di diritti enunciati da que- nell’impugnata sentenza, in punto di accertamento del
sta Corte, quali appena ricordati, i giudici del merito, ai nesso causale, elemento costitutivo del reato.
fini dell’affermazione di colpevolezza del Gilardi in ordine Ed invero, una volta individuata la condotta (ritenuta)
al reato ascrittogli, avrebbero dovuto dunque procedere doverosa del Gilardi, in base ai criteri di accertamento ed
ad un duplice accertamento: 1) individuare la condotta ai canoni interpretativi indicati dalle Sezioni Unite con
in concreto esigibile dal Gilardi in relazione alla posizione la sentenza Franzese, i giudici del merito avrebbero poi
di garanzia dello stesso; 2) accertare se, una volta posta in dovuto procedere al giudizio controfattuale, e verificare
essere dal Gilardi la condotta così individuata, e (secondo quindi - indicando compiutamente le ragioni del convin-
la contestazione) colposamente omessa, l’evento non si cimento espresso, onde consentire a questa Corte di poter
sarebbe verificato: e ciò al fine di poter giungere, sulla base effettuare il controllo di legittimità sul contesto giustifi-
del compendio probatorio disponibile - ed esclusa altresì cativo della decisione - se sussistevano le condizioni per
l’interferenza di fattori alternativi - alla conclusione che poter giungere alla conclusione, sulla base del compendio
la condotta omissiva del Gilardi era stata condizione ne- probatorio disponibile, ed esclusa altresì l’interferenza
cessaria dell’evento con “alto o elevato grado di credibilità di fattori alternativi, che la condotta omissiva del Gilardi
razionale” o “probabilità logica” (cd. giudizio controfat- era stata condizione necessaria dell’evento con “alto o
tuale). Ciò posto, non resta ora che verificare se, nel caso elevato grado di credibilità razionale” o “probabilità logi-
che ne occupa, l’“iter” argomentativo seguito dai giudici di ca”. In proposito, la Corte ha ritenuto di poter motivare la
seconda istanza - posto a fondamento del convincimento ritenuta sussistenza del nesso causale così testualmente
della responsabilità del Gilardi - sia in sintonia con i prin- esprimendosi: “Tale colpevole inerzia ebbe dunque un
cipi di cui sopra affermati dalle Sezioni Unite. ruolo casualmente incidente sulla produzione dell’evento
La risposta è negativa. dannoso, “cooperando” con la condotta non meno colposa
In primo luogo, la Corte territoriale, avendo individuato di Rossi e Zatti, di cui si è detto, della quale Gilardi era ben
nel verbale dell’assemblea condominiale del 10 dicembre consapevole in virtù del suo ruolo e per quanto s’era ormai
2001 un elemento probatorio idoneo a dimostrare la esi- da lungo tempo dibattuto nelle assemblee di condominio”
stenza di una concreta ed attuale condizione di pericolo (pag. 14 della sentenza). Non può certo dirsi che la Corte
tale da rendere doveroso un intervento del Gilardi ricon- d’Appello abbia puntualmente seguito il rigoroso schema
ducibile alla posizione di garanzia di quest’ultimo, avreb- motivazionale richiesto dalle Sezioni Unite: appare di tut-
be dovuto puntualmente indicare le circostanze di fatto, ta evidenza, “ictu oculi”, che, al riguardo, si tratta di una
desumibili da detto verbale, rivelatrici di una situazione motivazione apparente, caratterizzata da formulazioni
di allarme, avvertita come tale anche dai condomini, in assertive.
presenza della quale il Gilardi avrebbe dovuto attivarsi a Resta solo da aggiungere, per mera completezza argo-
tutela delle parti comuni dell’edificio esposte al pericolo mentativa, che le doglianze del ricorrente relative al man-
derivante dalla difettosa posa in opera della canna fumaria: cato coinvolgimento del dottor Bellucci nella vicenda “de
tenendo conto, al riguardo, del testo completo del verbale qua”, in alcun modo potrebbero rilevare in questa sede di
in argomento (richiamato dal ricorrente), e non della sola legittimità, trattandosi di mera “quaestio facti”.
parziale formulazione evidenziata a pag. 13 dell’impugnata Conclusivamente, l’impugnata sentenza deve essere
sentenza, nonché valutando la stessa volontà dell’assem- annullata, con rinvio, per nuovo esame, ad altra Sezione
blea condominiale quale desumibile da tale verbale. Sulla della Corte d’Appello di Milano che si atterrà ai principi
base degli elementi di valutazione così raccolti, la Corte di diritto sopra enunciati, e provvederà altresì alla regola-
distrettuale avrebbe dovuto poi specificamente indicare mentazione delle spese tra le parti. (Omissis)
dell’area comune sotterranea e risulta composto in modo tate circostanze di fatto come operata dalla corte territo-
equilibrato ed armonizzato il contrasto degli interessi dei riale non collima con le loro aspettative e confutazioni.
condomini favorevoli e contrari alla realizzazione di par- Va aggiunto che per ottemperare all’obbligo della mo-
cheggi sotterranei. tivazione il giudice di appello non era tenuto a esaminare
Quindi, secondo quanto disposto dal più volte citato tutte le risultanze istruttorie e a confutare ogni argomen-
art. 9, della L. n. 122 del 1989, deve ritenersi lecito - come tazione prospettata dalle parti essendo sufficiente l’indi-
affermato dalla Corte di appello nella sentenza impugnata cazione degli elementi sui quali ha fondato il suo convin-
e contrariamente a quanto sostenuto dai ricorrenti - l’uso cimento dovendosi ritenere per implicito disattesi tutti gli
del sottosuolo comune “per frazioni corrispondenti alle altri rilievi e fatti incompatibili con la decisione adottata
singole autorimesse pertinenziali da realizzare con esclu- anche se non specificamente menzionati.
sione su ciascuna porzione di qualsiasi uso di tutti gli altri Occorre altresì segnalare che le censure e le critiche
condomini”, purché però sia rispettato il pari diritto di tut- concernenti l’asserito omesso o errato esame della c.t.u.
ti i condomini (in particolare quelli dissenzienti) sul sot- e della c.t.p. non sono meritevoli di accoglimento, oltre
tosuolo comune assicurato dalla possibilità di realizzare che per l’incidenza in ambito di apprezzamenti riservati
nel sottosuolo altra identica autorimessa pertinenziale. al giudice del merito, anche per la loro genericità. Nel
Nella specie la Corte di appello ha proceduto alla di- giudizio di legittimità il ricorrente che deduce l’omessa
samina di tutti gli elementi acquisiti al processo e, sulla o l’erronea valutazione delle risultanze probatorie ha
base di fatti qualificanti, ha ineccepibilmente accertato l’onere (in considerazione del principio di autosufficienza
in fatto che: la costruzione dei box sotterranei non ha del ricorso per cassazione) di specificare il contenuto
compromesso la stabilità, la sicurezza e il decoro archi- delle prove mal o non esaminate, indicando le ragioni del
tettonico dell’edificio condominiale, né ha determinato carattere decisivo dell’asserito errore di valutazione: solo
degrado del giardino condominiale o sottrazione di area così è consentito alla corte di cassazione accertare - sulla
destinata a verde; tutti i condomini che non hanno aderito base delle sole deduzioni esposte in ricorso e senza la
all’iniziativa adottata dalla maggioranza dei condomini necessità di indagini integrative - l’incidenza causale del
possono nel futuro dotare le proprie unità immobiliari di difetto di motivazione (in quanto omessa, insufficiente o
proprietà esclusiva di analoghe autorimesse pertinenziali contraddittoria) e la decisività delle prove erroneamente
sotterranee senza difficoltà o restrizioni (di carattere eco- valutate perché relative a circostanze tali da poter indur-
nomico o normativo) maggiori di quelle affrontate dagli re ad una soluzione della controversia diversa da quella
altri condomini. adottata. Il mancato esame di elementi probatori, contra-
Il giudice di secondo grado è pervenuto alla dette con- stanti con quelli posti a fondamento della pronuncia, co-
clusioni attraverso argomentazioni complete ed appaganti, stituisce vizio di omesso esame di un punto decisivo solo
improntate a retti criteri logici e giuridici, nonché frutto se le risultanze processuali non o mal esaminate siano tali
di una puntuale indagine delle risultanze istruttorie con da invalidare l’efficacia probatoria delle altre risultanze
particolare riferimento al contenuto della relazione del sulle quali il convincimento si è formato, onde la “ratio
nominato c.t.u. decidendi” venga a trovarsi priva di base.
Il giudice di appello ha dato conto delle proprie valuta- In proposito va ribadito che per poter configurare il
zioni circa i riportati accertamenti in fatto, esponendo le vizio di motivazione su un asserito punto decisivo della
ragioni del suo convincimento. controversia è necessario un rapporto di causalità logica
Alle dette valutazioni i ricorrenti contrappongono le tra la circostanza che si assume trascurata e la soluzione
proprie, ma della maggiore o minore attendibilità di que- giuridica data alla vertenza, si da far ritenere che quella
ste rispetto a quelle compiute dal giudice del merito non circostanza se fosse stata considerata avrebbe portato ad
è certo consentito discutere in questa sede di legittimità, una decisione diversa. Sotto altro aspetto le censure con-
ciò comportando un nuovo autonomo esame del materiale cernenti gli asseriti errori che sarebbero stati commessi
delibato che non può avere ingresso nel giudizio di cassa- dal giudice di appello nel ricostruire i fatti di causa sono
zione. inammissibili risolvendosi nella tesi secondo cui l’impu-
Dalla motivazione della sentenza impugnata risulta gnata sentenza sarebbe basata su affermazioni contra-
chiaro che la Corte di merito, nel porre in evidenza gli stanti con gli atti del processo e frutto di errore di per-
elementi probatori favorevoli alle tesi del condominio, ha cezione o di una mera svista materiale degli atti di causa.
implicitamente espresso una valutazione negativa delle Trattasi della denuncia di travisamento dei fatti contro cui
contrapposte tesi dei ricorrenti. è esperibile solo il rimedio della revocazione. Secondo il
Sono pertanto insussistenti gli asseriti vizi di motiva- consolidato orientamento giurisprudenziale di questa Cor-
zione e le dedotte violazioni di legge che presuppongono te, la denuncia di un travisamento di fatto, quando attiene
una ricostruzione dei fatti diversa da quella ineccepibil- al fatto che sarebbe stato affermato in contrasto con la
mente effettuata dal giudice del merito. prova acquisita, costituisce motivo di revocazione e non di
In definitiva, poiché resta istituzionalmente preclusa ricorso per cassazione importando essa un accertamento
in sede di legittimità ogni possibilità di rivalutazione delle di merito non consentito in sede di legittimità.
risultanze istruttorie, non possono i ricorrenti pretendere Va infine rilevata l’inammissibilità della censura mossa
il riesame del merito sol perché la valutazione delle accer- con il terzo motivo di ricorso relativa alla parte della sen-
della attività professionale del consulente del lavoro della (1) In senso conforme, cfr. Cass. 14 gennaio 1993, n. 395, in questa
redazione di contratti di locazione. Rivista 1993, 531; Cass. 26 maggio 1990, n. 4905, ivi 1991, 84; Cass.
14 aprile 1983, n. 2610, ivi 1984, 171 e Cass. 4 marzo 1983, n. 1634,
Tutti i motivi indicati sono incentrati sulla questione
ibidem.
se la copertura assicurativa comprendesse anche l’attività
prestata dal ricorrente, di predisposizione di un contratto di Svolgimento del processo
locazione, che non rientra certamente nell’attività “tipica” Con atto notificato il 21 - 25 luglio 1998 la s.p.a. Finaqui-
del consulente del lavoro, secondo quanto prevede la L. 11 la, che il (Omissis) di quell’anno aveva acquistato l’intero
gennaio 1979, n. 12. Secondo quanto risulta dalla sentenza edificio sito in via (Omissis), tranne un appartamento al
impugnata, il contratto di assicurazione aveva per oggetto secondo piano, citò davanti al Tribunale di Roma i proprie-
“la responsabilità civile derivante all’assicurato nella sua tari di quest’ultima unità immobiliare M.B.R., M. B.M.M.V.,
qualità di esercente la libera professione di consulente del M.B.M.P. e M.B.M.U., chiedendo che fosse accertato il suo
lavoro”; si precisava quindi che tale garanzia si estendeva diritto ad adibire a uso alberghiero il compendio acqui-
anche “alla consulenza fiscale e tributaria, quali compila- stato:
zioni della dichiarazione dei redditi ed allegati, denuncia diritto che con diverse iniziative in varie sedi i conve-
annuale IVA, compresi i relativi allegati, registrazioni e nuti avevano contestato, provocando danni di cui l’attrice
quant’altro previsto dalla normativa fiscale e tributaria in chiese di essere risarcita.
generale”. Si rammenta poi che la L. n. 12 del 1979, art. 2, M.B.R., M.B.M.M.V., M.B.M.P. e M.B.M. U. si costituirono
prevede che il consulente del lavoro svolga per conto del in giudizio, deducendo che la destinazione alberghiera de-
datore di lavoro “tutti gli adempimenti previsti da norme gli appartamenti del palazzo era vietata dal regolamento di
vigenti per l’amministrazione del personale dipendente”, condominio, richiamato nell’atto di acquisto dell’attrice.
nonchè ogni altra funzione che sia “affine, connessa e con- Con sentenza del 6 novembre 2000 il Tribunale respinse
seguente a quanto previsto nel comma precedente”. le domande proposte dalla s.p.a. Finaquila.
Del tutto ineccepibile risulta quindi la conclusione alla Impugnata da quest’ultima, la decisione è stata confer-
quale perviene la sentenza impugnata, secondo la quale la mata dalla Corte d’appello di Roma, che con sentenza del
predisposizione di un contratto di locazione, pur non es- 9 giugno 2004 ha rigettato il gravame.
sendo in linea di principio vietata al consulente del lavoro, La s.p.a. Finaquila ha proposto ricorso per Cassazione,
in quanto si tratta di attività per la quale non è prevista in base a tre motivi.
alcuna riserva a favore di specifiche categorie di profes- M.B.R., M.B.M.M.V., M.B.M.P. e M.B.M. U. si sono costi-
sionisti, non rientra tuttavia nè nelle attività “tipiche” tuiti con controricorso e hanno presentato una memoria.
previste per il consulente del lavoro, nè nella previsione
contrattuale della polizza assicurativa di cui sopra. Motivi della decisione
Il ricorso merita quindi rigetto; nulla per le spese poi- Con i tre motivi addotti a sostegno del ricorso la s.p.a.
chè la Milano Assicurazioni s.p.a. non ha svolto difese. Finaquila si duole di altrettanti vizi da cui a suo dire è
(Omissis) affetta la sentenza impugnata, per essere il giudice a quo
incorso sia in “violazione e/o falsa applicazione dell’art.
2644 c.c., in combinato disposto con gli artt. 2643, 2645,
2659 c.c., e con l’art. 2697 c.c., comma 2, e dell’art. 1027
Corte di cassazione civile c.c. (art. 360 c.p.c., n. 3); omessa, insufficiente o con-
sez. II, 31 luglio 2009, n. 17886 traddittoria motivazione su un punto decisivo della con-
Pres. Triola – Est. Bucciante – P.M. Russo (conf) – Ric. Finaquila (avv. troversia prospettato dalle parti (art. 360 c.p.c., n. 5),
Bernardi) c. M.B.R. ed altri (avv. Scognamiglio) sia in violazione e/o falsa applicazione dell’art. 1372 c.c.,
Regolamento di condominio y Contrattuale y comma 2, dell’art. 1326 c.c., comma 1, degli artt. 1334,
Limitazioni della proprietà esclusiva y Successivi 1335, 1332 c.c. (art. 360 c.p.c., n. 3) omessa, insufficiente
acquirenti y Vincolatività y Limiti o contraddittoria motivazione su un punto decisivo della
controversia prospettato dalle parti (art. 360 c.p.c., n. 5),
. Le clausole del regolamento di condominio di natura sia in violazione e/o falsa applicazione dell’art. 1372 c.c.,
contrattuale, che può imporre limitazioni ai poteri e comma 2, dell’art. 1326 c.c., comma 1, degli artt. 1334,
alle facoltà spettanti ai condomini sulle parti di loro 1335, 1332, 2643, 2644, 2645 c.c. (art. 360 c.p.c., n. 3);
esclusiva proprietà purché siano enunciate in modo omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione su un
chiaro ed esplicito, sono vincolanti per gli acquirenti punto decisivo della controversia prospettato dalle parti
dei singoli appartamenti qualora, indipendentemente (art. 360 c.p.c., n. 5).
dalla trascrizione, nell’atto di acquisto si sia fatto ri- Nessuna di queste censure può essere accolta.
ferimento al regolamento di condominio, che - seppur La Corte d’appello ha accertato, in fatto, che la s.p.a. Fi-
non inserito materialmente - deve ritenersi conosciuto naquila, nell’acquistare tutte le unità immobiliari dell’edi-
o accettato in base al richiamo o alla menzione di esso ficio in questione, tranne quella appartenente a M.B.R.,
nel contratto. (C.c., art. 1326; c.c., art. 1334; c.c., art. M.B.M.M.V., M.B.M. P. e M.B.M.U., aveva dichiarato di “ben
1335; c.c., art. 2659) (1) conoscere ed accettare l’attuale stato di fatto e di diritto
3.1.- Il ricorso principale del contribuente è articola- 4.1.- Il ricorso principale deve essere accolto soltanto
to nei seguenti motivi, formulati in relazione all’art. 360 in relazione al decimo motivo; gli altri motivi del ricor-
c.p.c., comma 1, nn. 3, 4 e 5. 3.1.1.- inesistenza o nullità so principale ed il ricorso incidentale debbono essere
insanabile, sotto diversi profili, della notifica degli avvisi rigettati, per le ragioni di seguito espresse. La sentenza
di liquidazione; violazione e falsa applicazione degli artt. impugnata deve essere cassata, in relazione al motivo di
139, 140 e 148 c.p.c.; omessa pronunzia su punti decisivi ricorso accolto, e la causa deve essere rinviata ad altra
della controversia; sezione della commissione tributaria regionale del Veneto,
3.1.2.- violazione e falsa applicazione del D.L.vo 30 che giudicherà uniformandosi al principio fissato al par.
dicembre 1992, n. 504, art. 11, comma 1; omessa o insuffi- 5.2.12 e provvederà anche sulle spese di questo giudizio
ciente motivazione; carenza di presupposto per procedere di cassazione.
alla liquidazione dell’imposta, in mancanza di attribuzione
delle rendite catastali definitive; Motivi della decisione
3.1.3.- violazione e falsa applicazione del D.L.vo n. 504 5.1.- La questione di ordine procedurale sollevata col
del 1992, art. 11, comma 1, ult. per.; “violazione del proce- ricorso incidentale, relativamente all’ammissibilità del-
dimento”; l’atto d’appello sotto il profilo della specificità dei motivi di
3.1.4.- violazione e falsa applicazione del D.L.vo n. 504 esso - questione trattata e decisa, col rigetto dell’analoga
del 1992, art. 5; “errata determinazione della base impo- eccezione, da parte della commissione regionale -, può
nibile”; essere esaminata solo subordinatamente all’eventuale ac-
3.1.5.- “Errata quantificazione dell’imposta. Spettanza coglimento, totale o parziale, del ricorso principale: unica
della riduzione di cui al D.L.vo n. 504 del 1992, art. 8, ipotesi in cui sorgerebbe l’interesse del comune, intera-
comma 1”; mente vittorioso nel merito, a censurare il corrispondente
3.1.6.- “Illegittimità degli avvisi di liquidazione impu- capo di sentenza (S.U. n. 23019/2007).
gnati per violazione dei criteri di selezione dei contribuen- 5.2.- In ordine al ricorso principale, si osserva quanto
ti e degli immobili da sottoporre a verifica: violazione e segue.
5.2.1- Il primo motivo - con cui si censura la sentenza
falsa applicazione dell’art. 11 del Regolamento comunale
impugnata per aver ritenuto regolare, senza peraltro esa-
per l’imposta comunale sugli immobili.
minare tutti i profili dell’eccezione formulata, la notifica
Omessa pronunzia”;
degli avvisi di liquidazione eseguita ai sensi dell’art. 140
3.1.7.- violazione e falsa applicazione della L. 8 giugno
c.p.c., che il ricorrente assume invece essere irrituale
1990, n. 142, art. 32, comma 2; D.L.vo n. 504 del 1992, art.
sotto diversi aspetti (omessa indicazione in relata delle
6; L. 23 dicembre 1996, n. 662, art. 3, comma 53; incompe-
notizie raccolte sull’irreperibilità del destinatario, omessa
tenza della giunta a fissare l’aliquota per l’anno 1997;
ricerca del medesimo negli altri luoghi utili per la notifi-
3.1.8.- violazione e falsa applicazione del D.L.vo n. 504
cazione, erroneo tentativo di notifica ad indirizzo diverso
del 1992, art. 11, comma 1, dell’art. 2966 c.c. e dell’art. 11 dall’abitazione, mancata affissione dell’avviso alla porta)
“preleggi”; - è infondato. In effetti, al di là dei motivi di rigetto del-
“avvenuta decadenza dal potere di accertare il periodo l’eccezione esposti dalla commissione regionale (che non
d’imposta 1993. Inapplicabilità della proroga dei termini ha omesso di pronunziare), la tempestiva proposizione del
di cui alla L. n. 448 del 1998”; ricorso introduttivo della presente lite, significativa del
3.1.9.- violazione e falsa applicazione del D.L.vo 18 di- fatto che gli avvisi di liquidazione avevano raggiunto lo
cembre 1997, n. 472, art. 3; D.L.vo n. 504 del 1992, art. 14, scopo di provocatio ad opponendum cui, fra l’altro, erano
comma 6; art. 112 c.p.c.; omessa pronunzia; con riferimen- destinati, è sufficiente a sanare qualunque preteso vizio di
to alla quantificazione degli interessi richiesti; notificazione, ai sensi dell’art. 156 c.p.c., comma 3 (S.U. n.
3.1.10.- violazione e falsa applicazione del D.L.vo n. 472 19854/2004; Cass. n. 7498/2005).
del 1997, art. 12, mancata applicazione della continuazio- Quanto all’aspetto oggettivo dell’accertamento, atti-
ne alle sanzioni irrogate; nente alla sua autonoma natura sostanziale, distinta da
3.1.11.- “Inapplicabilità delle sanzioni per obiettive quella processuale di provocatio ad opponendi (Cass.
condizioni di incertezza sull’ambito di applicazione della n. 11354/2001), si pone il problema della decadenza del
norma”. 3.2.- L’unico motivo del ricorso incidentale propo- comune dal potere di liquidare il tributo, decadenza il cui
sto dal comune, concerne (in relazione all’art. 360 c.p.c., termine, relativamente alle annualità 1993 e 1994, spirò
comma 1, nn. 3 e 4) violazione e falsa applicazione dell’art. definitivamente il 31 dicembre 2000 (L. 23 dicembre 1999,
342 c.p.c. e D.L.vo 31 dicembre 1992, n. 546, art. 49, e con- n. 488, art. 30, comma 10); data entro la quale l’avviso
seguente nullità del procedimento e della sentenza, a cau- doveva essere notificato.
sa del mancato accoglimento, da parte della commissione Il ricorrente sostiene che tale decadenza si sarebbe
regionale, dell’eccezione preliminare d’inammissibilità comunque verificata nel caso specifico, sia perchè l’avviso
dell’appello “per la mancanza di specificità dei motivi che di deposito della raccomandata presso la casa comunale,
si risolvevano in una semplice riproduzione pedissequa di nel corso di notifica eseguita ai sensi dell’art. 140 c.p.c.,
quelli del ricorso di 1^ grado”. sarebbe pervenuto al destinatario il 5.1.2001; sia perchè
4.- Decisione. la sanatoria dei presunti difetti di notifica degli avvisi si
in quanto al grezzo”, e di avere prodotto, in data 31.7.2001, nale) affermata nella formulazione originaria del D.L.vo
dichiarazione rettificativa di quella originaria, per dimo- n. 504 del 1992, art. 6, comma 1, rimase in vigore fino al
strare la spettanza della riduzione d’imposta. 31.12.1996, essendo entrato in vigore il giorno successivo
Tanto non basta ad inficiare la statuizione in esame, dal la L. 23 dicembre 1996, n. 662, art. 3, comma 53, che re-
momento che - fermo restando che “nessuna norma vieta stituì tale competenza al “comune”, e perciò al consiglio
al contribuente di rettificare la propria dichiarazione at- comunale, organo ordinariamente competente in materia
traverso l’esperimento dell’azione giurisdizionale tesa alla di tributi locali, secondo la L. 8 giugno 1990, n. 142, art.
individuazione della corretta imposizione” (ricorso, pag. 32, comma 11, lett. g), sull’ordinamento delle autonomie
27) - la riduzione d’imposta consegue, secondo la norma locali (in tal senso, e specificamente in materia di ICI,
citata, non alla semplice richiesta (in denunzia, originaria Cass. nn. 6603/2008, 12345/2005, 20042/2004, 7602/2002);
o rettificativa, o in corso di giudizio), ma all’emissione salvo il ripristino della competenza della giunta comunale,
di apposita dichiarazione amministrativa d’inagibilità o in materia di aliquote ICI, a seguito dell’entrata in vigore
inabitabilità degl’immobili (se di fatto non utilizzati), rila- del D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267 (T.U. delle leggi sull’or-
sciata previo accertamento dell’ufficio tecnico comunale; dinamento degli enti locali) che, per la ragione già detta,
ovvero alla produzione di dichiarazione sostitutiva dell’at- non interessa questo giudizio.
to di notorietà, ai sensi della L. 4 gennaio 1968, n. 15, art. Tanto premesso, si deve però osservare, alla stregua
4. Il ricorrente peraltro non deduce di avere “evidenziato il della citata giurisprudenza da cui il collegio non ha ragione
mancato utilizzo” dei fabbricati mediante esibizione della di discostarsi, che la riferita affermazione del giudicante
documentazione suddetta. a quo (non essere le deliberazioni di giunta, di fissazione
5.2.6. - Col sesto motivo il ricorrente si duole di omessa delle aliquote, in contrasto con la normativa sull’ICI) non
pronunzia sull’eccezione d’illegittimità degli avvisi, non è scalfita dalla censura in esame, che pertanto deve essere
recanti in motivazione “alcuna indicazione in ordine ai dichiarata inammissibile.
criteri selettivi che la Giunta avrebbe annualmente dovuto In effetti, la mancanza di una valida delibera dell’ali-
stabilire per poter legittimamente procedere al controllo, quota, ad es. per incompetenza sopraggiunta dell’organo
all’accertamento ed alla riscossione dell’ICI”. deliberante, non significa che per l’anno interessato (nella
La censura è destituita di fondamento poichè, come specie, il 1997) l’ICI non fosse dovuta; essendo previsto
si è già osservato ad altro proposito (cfr. par. 5.2.2), la dallo stesso art. 6, comma 1, che, se la delibera non sia
commissione regionale, in realtà, ha pronunziato anche (legittimamente) adottata entro il termine stabilito -
in ordine a questa eccezione, da ritenersi giustamente ovvero sia adottata da un organo incompetente -, debba
rigettata in base all’osservazione che “Il Comune si è li- applicarsi ex lege l’aliquota minima del 4 per mille.
mitato ad effettuare una liquidazione in base alle dichia- A dimostrazione del suo interesse al ricorso, il con-
razioni prodotte dallo stesso contribuente senza alcuna tribuente avrebbe quindi dovuto riprodurre in esso la
rettifica per accertamenti”; senza che, pertanto, si possa delibera, sia per dimostrare che era stata adottata, come
dubitare della legittimità degli atti impositivi sotto il pro- riferisce, l’8.4.1997 (e non entro il 1996, ipotesi in cui
filo dell’abuso di potere, asseritamente ravvisatale nella sarebbe stata legittima), sia, in ogni caso, per dimostrare
presunta violazione dei “principi di equità ed efficienza” che l’aliquota deliberata era superiore al 4 per mille.
o, addirittura, nella supposta presenza di “un intento 5.2.8. - Con l’ottavo motivo il ricorrente, censurando la
punitivo e persecutorio”. 5.2.7.- Col settimo motivo, in sentenza impugnata per violazione e falsa applicazione
materia di (competenza, fra giunta e consiglio comunale, delle norme elencate al par. 3.1.8, rinnova l’eccezione di
per la fissazione, di anno in anno, delle) aliquote dell’ICI, decadenza del comune dal potere di esigere l’imposta per
il ricorrente deduce la violazione, da parte della commis- l’anno 1993, assumendo che il termine originariamente
sione regionale, delle disposizioni di legge elencate al par. fissato dal D.L.vo n. 504 del 1992, art. 11, comma 1, già
3.1.7, laddove questa afferma che “Le determinazioni delle scaduto all’atto della notifica dell’avviso di liquidazione,
aliquote da parte della Giunta non risultano in contrasto non possa intendersi prorogato per effetto di successive
con il D.L.vo n. 504 del 1992 e con il T.U. D.L.vo 18 agosto norme (L. 23 dicembre 1998, n. 448, art. 31, comma 6; L.
2000, n. 267, art. 42”. 23 dicembre 1999, n. 488, art. 30, comma 10), entrate in
Tale affermazione del giudicante a quo deve essere vigore in epoca posteriore alla data di scadenza di detto
corretta, nella parte in cui fa riferimento al T.U. D.L.vo termine originario, che dunque si era già compiuta e non
n. 267 del 2000, entrato in vigore successivamente alle era più suscettibile di proroga.
delibere (di giunta) che fissavano l’aliquota dell’ICI per La censura è infondata.
le annualità in contestazione (1993-1997), quindi non Per quanto concerne, infatti, il termine di decadenza
invocabile direttamente per dirimere la presente contro- stabilito dall’art. 11, cit. comma 1, per la liquidazione
versia. Il motivo di censura in esame, comunque, non può dell’imposta, e con specifico riguardo al 1993, si deve
essere accolto, dovendo la pronuncia ritenersi conforme al osservare la disposizione della L. 8 maggio 1998, n. 146,
diritto, per le ragioni di seguito espresse. art. 3, comma 1, u.p. (entrata in vigore il 15 maggio 1998),
In effetti, la competenza della giunta comunale per recante disposizioni in materia d’imposta comunale sugli
la fissazione delle aliquote dell’ICI, derogatoriamente immobili, secondo la quale “Relativamente ai termini di
(rispetto alle competenze generali del consiglio comu- liquidazione e accertamento continuano ad applicarsi le
2006, n. 40, recante modifiche al codice di procedura civile a quella degli altri tipi di contratto concernenti immobili
in materia di ricorso per cassazione, si applicano le dispo- non abitativi previsti dallo stesso art. 27, restando sottopo-
sizioni dettate nello stesso decreto al Capo I. sto alla condizione risolutiva della mancata richiesta del
Secondo l’art. 366 bis c.p.c. - introdotto dall’art. 6 del conduttore) ma - per l’obbligo di locare posto a carico del
decreto - i motivi di ricorso debbono essere formulati, a locatore - realizza una serie di rapporti, distinti, anche se
pena di inammissibilità, nel modo lì descritto ed, in par- collegati, avendo il legislatore assunto come presupposto la
ticolare, nei casi previsti dall’art. 360, n. 1), 2), 3) e 4), normale scadenza del contratto al termine della stagione
l’illustrazione di ciascun motivo si deve concludere con e la sua annuale rinnovabilità, “ad nutum” del conduttore,
la formulazione di un quesito di diritto, mentre, nel caso per un arco di tempo prestabilito nella misura massima.
previsto dall’art. 360, primo comma, n. 5), l’illustrazione di Pertanto, costituisce regola di diritto conseguente che,
ciascun motivo deve contenere la chiara indicazione del alla scadenza stagionale, sorge l’obbligo per il conduttore
fatto controverso in relazione al quale la motivazione si di rilasciare il bene locato (Cass., 21 febbraio 2006, n.
assume omessa o contraddittoria, ovvero le ragioni per le 3684; Cass., 16 luglio 2003, n. 11148).
quali la dedotta insufficienza della motivazione la rende La locazione di immobile stagionale, d’altra parte, è
inidonea a giustificare la decisione. caratterizzata dalla durata iniziale limitata al tempo in cui
Il ricorso contiene quattro motivi. l’attività, che il conduttore può esercitare nell’immobile, è
Con il primo motivo la società ricorrente denuncia la economicamente vantaggiosa e, quindi, dal collegamento
violazione e falsa applicazione degli artt. 27, 28, 29 e 19 funzionale del bene locato con l’esercizio di tale attività e
L. 392/78, artt. 115-116 c.p.c., artt. 1414, 1415, 1417, 1418, dalla mancanza di interesse del conduttore alla utilizza-
1419 c.c., art. 1 n. 9 septies D.L. 7 febbraio 1985, n. 12 con- zione del bene per il tempo residuo alla stagione, nonché
vertito in legge 5 aprile 1985, n. 118, nonché motivazione dalla rinnovabilità del contratto, “ad nutum” del condut-
insufficiente, superficiale e contraddittoria in relazione tore, per il medesimo periodo in cui ricorrono le dette
all’art. 360 n. 3 c.p.c. condizioni, per un massimo di sei anni, con la facoltà del
Il motivo è inammissibile. locatore di richiedere annualmente l’aggiornamento del
Con il quesito posto in relazione a tale motivo la ri- canone (Cass., 21 marzo 2008, n. 7687).
corrente censura la violazione di un numero svariato di
Nella specie, la Corte di merito, con motivazione cor-
norme di legge ed il difetto di motivazione.
retta, puntuale ed approfondita - sulla base delle risultan-
Il quesito, al quale si chiede che la Corte di cassazione
ze preminentemente documentali - ha raggiunto la con-
risponda con l’enunciazione di un corrispondente prin-
clusione che ricorresse un’ipotesi di locazione stagionale.
cipio di diritto che risolva il caso in esame, infatti, deve
E ciò ha desunto in primo luogo dal contenuto del con-
essere formulato, sia per il vizio di motivazione, sia per la
tratto, sulla base del suo contesto letterale.
violazione di norme di diritto, in modo tale da collegare il
Inoltre della volontà, in tal senso manifestata dalle
vizio denunciato alla fattispecie concreta.
Nella specie, il quesito posto, con il motivo in esame, parti, ha ritenuto trovare - come si ricava dalla sentenza
pecca per la mancata individuazione del caso concreto impugnata - ulteriore riprova nella lettera del 27 aprile
- pur riferito nella illustrazione del motivo - in relazione 2003 della Green Paradise s.r.l., non disconosciuta, indi-
al quale la Corte di merito avrebbe compiuto le violazioni rizzata agli attuali resistenti, il cui testo ha riportato in
addebitatele - in tal modo - con la sua genericità - non sentenza; motivando, ancora, che “A confermare - in modo
superando la declaratoria di inammissibilità (SS.UU. 5 oggettivamente inoppugnabile - il rilievo sta la comunica-
gennaio 2007 n. 36). zione inviata dalla Green Paradise s.r.l. ai Tancredi ed alla
La Corte di legittimità, infatti, non è messa in grado di De Fina il 27 aprile 2003 con cui i destinatari venivano
enunciare un corrispondente principio di diritto che dia informati del cambiamento della denominazione della
risposta al caso sottoposto al suo esame (SS.UU., 30 otto- società. In essa, la parte mittente, dopo avere sottolineato
bre 2008, n. 26020; Cass., 25 marzo 2009, n. 7197). il fatto che il contratto intercorrente tra le parti era di
Né come già detto, la illustrazione dei vizi può essere antica origine, dava atto che dall’1 maggio 1998 il rapporto
contenuta soltanto nel motivo che precede il quesito (SS. era stato ridisciplinato per volontà congiunta”.
UU., 11 marzo 2008, n. 6420; SS.UU., 26 marzo 2007, n. Da ultimo, ha ritenuto che ulteriori prove documentali
7258; Cass., 7 novembre 2007, n. 23157). deponessero nel senso della ricorrenza di una locazione
In tal modo, infatti, verrebbe frustrata la ratio dell’art. stagionale; in particolare i precedenti contratti i quali
366 bis c.p.c. prevedevano, a partire dal 1979, l’uso stagionale.
Pur essendo assorbenti le precedenti considerazioni, Di tutto ciò, e dell’iter logico seguito, - in tal modo
anche a volere affrontare il merito del motivo, questo non superando la tesi della simulazione prospettata - la Corte
sarebbe fondato. di merito - cui spetta la valutazione delle risultanze pro-
A tal fine, deve premettersi che la locazione stagionale batorie - ha dato esaustiva motivazione, come tale non
non può configurarsi, alla stregua del dato letterale della censurabile in questa sede (v. per tutte Cass., 7 gennaio
disposizione dell’art. 27, sesto comma, della legge n. 392 2009, n. 42).
del 1978, come un rapporto unitario (che, perfezionatosi Con il secondo motivo denuncia la violazione e falsa
al momento dell’originaria stipulazione, ha durata identica applicazione degli artt. 21, 28, 29 e 19 L. 392/78, artt. 115-
effetti più sfavorevoli per il conduttore (v. anche Cass., 2 condominio y Diritto di collocare antenne esterne
settembre 1998, n. 8716; Cass., 17 gennaio 2007, n. 969). nell’altrui proprietà esclusiva.
Nella specie, una volta accertata la natura stagionale
della locazione in esame, al conduttore sarebbe applicabi-
. Con riguardo ad un edificio in condominio ed all’in-
stallazione d’apparecchi per la ricezione di programmi
le proprio la disciplina di cui all’art. 27, sesto comma L. n.
radio-televisivi, il diritto di collocare nell’altrui proprie-
392 del 1978, effettivamente praticata.
tà antenne televisive, riconosciuto dagli artt. 1 e 3 della
Pertanto, sulla base della norma richiamata dell’art. legge 6 maggio 1940, n. 554 e 231 del D.P.R. 29 marzo
80, il regime applicabile sarebbe proprio quello della lo- 1973, n. 156 (ed attualmente regolato dagli artt. 91 e
cazione stagionale, anche nell’ipotesi di altro regime più 209 del D.L.vo 1° agosto 2003, n. 259), è subordinato
favorevole per lo stesso conduttore. all’impossibilità per l’utente di servizi radiotelevisi di
Con il quarto motivo denuncia la violazione e falsa ap- utilizzare spazi propri, poiché il diritto all’installazione
plicazione degli artt. 21, 28, 29 L. 392/78 nonché motiva- non comporta anche quello di scegliere a piacimento
zione insufficiente, illogica e contraddittoria in relazione il sito preferito per l’antenna. (Nella specie, la S.C. ha
all’art. 360 n. 3 c.p.c. confermato la sentenza di merito che aveva respinto la
Il motivo è inammissibile e, comunque, non fondato. domanda di installazione dell’antenna sul lastrico so-
Valgono anche in questo caso, le medesime osservazio- lare di proprietà di un altro condominio, in quanto era
ni in ordine all’inammissibilità del motivo per la genericità possibile collocarla sul torrino scala condominiale).
del quesito, come posto, che hanno caratterizzato l’esame (L. 6 maggio 1940, n. 554, art. 1; L. 6 maggio 1940, n.
dei precedenti motivi. 554, art. 3; D.L.vo 1 agosto 2003, n. 259, art. 91; D.L.vo
Peraltro, anche nell’ipotesi in cui si superasse tale ri- 1 agosto 2003, n. 259, art. 209) (1)
lievo il motivo dovrebbe ritenersi privo di consistenza.
(1) In termini, v. Cass. 6 maggio 2005, n. 9393 in questa Rivista 2005,
Infatti, è principio consolidato che gli immobili adibiti
653.
a campeggio non possono essere equiparati agli alberghi
per quanto concerne la durata minima dei relativi contrat- Svolgimento del processo e motivi della decisione
ti di locazione, atteso che, dal combinato disposto delle La Corte d’appello di Napoli con sentenza del 28 otto-
norme di cui agli artt. 2 L. 316/1968, 1 ss. L. 326/1958, 6 bre 2005 respingeva il gravame proposto da Luciano Russo
L. 217/1983 e succ. mod., 11 L. 135/2001, 1 ss. L. reg. lig. avverso la condomina Assunta Arpaia, per impugnare la
11/1982, emerge con chiarezza il tratto distintivo dell’at- sentenza del locale tribunale, con la quale gli era stato
tività alberghiera rispetto a qualsiasi altra attività diretta negato il diritto di installare un’antenna televisiva sul la-
a fornire ospitalità, consistente nell’offrire un alloggio strico solare di proprietà della convenuta.
all’ospite in una struttura propria (v. per tutte Cass., 22 La Corte rilevava che il ricorrente non poteva vantare
giugno 2004, n. 11600). tale diritto, perché era possibile collocare l’antenna sul
Ne consegue che non può essere definita come attività torrino scala condominiale, sito a quota più favorevole.
alberghiera quella di colui che offre all’ospite una por- Luciano Russo ha proposto ricorso per Cassazione, al
zione di terreno attrezzato dove sistemare una tenda, un quale la Arpaia ha resistito con controricorso.
caravan o una roulotte, come avviene nei campeggi e nei Avviata la trattazione con il rito previsto per il proce-
parchi-vacanze. dimento in camera di consiglio, il procuratore generale
La pacifica ricorrenza quale oggetto della locazione, di ha chiesto il rigetto del ricorso perché manifestamente
un terreno, agricolo, per la sosta-campeggio di roulottes infondato. Parte ricorrente ha depositato memoria.
toglie, quindi, pregio alla censura secondo la quale, nella Con i due motivi di ricorso, Luciano Russo deduce vizi di
specie, troverebbe applicazione la disciplina del contratto motivazione e violazione della L. n. 554 del 1940, artt. 1 e 2,
alberghiero, con le conseguenti ricadute in termini di del D.P.R. n. 156 del 1973, art. 232, e degli artt. 99 e 112 c.p.c.
rinnovo della locazione. Sostiene di poter vantare un “diritto soggettivo per-
Conclusivamente, il ricorso va rigettato. fetto ed assoluto di natura personale” all’installazione
Le spese seguono la soccombenza e, liquidate come in di- dell’antenna sul terrazzo dell’edificio e che tale diritto
spositivo, vanno poste a carico della ricorrente. (Omissis). non incontra limitazione, soprattutto ove, come ritenuto
dal tribunale, per ottenere dal torrino condominiale un
segnale pari a quello ricevibile dal lastrico solare si fosse
Corte di cassazione civile reso necessario l’allungamento dell’asta di sostegno o la
modifica dell’antenna stessa.
sez. II, 21 aprile 2009, n. 9427 Il ricorso è infondato.
Pres. Settimj – Est. D’Ascola – P.M. Carestia (conf.) – Ric. Russo (avv.ti
Questa Corte ha già avuto modo di affermare che “Con
Procaccino e Tortoriello) c. Arpaia (avv.ti Marenghi, Vaia e Polito)
riguardo ad un edificio in condominio ed all’installazione
Comunione dei diritti reali y Condominio ne- d’apparecchi per la ricezione di programmi radio - televisi-
gli edifici y Limitazioni legali della proprietà nel vi, il diritto di collocare nell’altrui proprietà antenne tele-
Consegue il rigetto della domanda di impugnazione di un’unità immobiliare, sull’erroneo presupposto che
della delibera condominiale. lo stesso non sia stato autorizzato a distaccare le di-
Le spese processuali vengono regolate secondo l’esito ramazioni dall’impianto comune. (C.c., art. 1118; c.c.,
della lite. (Omissis). art. 1123) (1)
(1) Le SS.UU. con sentenza Cass. 7 marzo 2005, n. 4806 (in questa
Rivista 2005, 273), confermando un già consolidato indirizzo giuri-
Tribunale civile di Padova sprudenziale della stessa Corte, hanno stabilito che le delibere in
materia di ripartizione delle spese condominiali sono nulle, perché
30 ottobre 2009 rese al di fuori delle attribuzioni che competono all’assemblea ex art.
Est. Sanfratello – Ric. Cislaghi c. Salmaso (avv. Prete) 1135 c.c. - “circoscritte alla verificazione ed all’applicazione in con-
creto dei criteri stabiliti dalla legge” - quando modificano i suddetti
Procedimenti sommari y Convalida y Per finita criteri o quelli già fissati in precedenza (cioè quelli convenzional-
locazione y Intimante y Inveritiera asserzione circa mente stabiliti, in deroga ai criteri legali, con il consenso di tutti i
l’esistenza di corrispettivi non pagati y Colpa grave condomini); mentre sono annullabili quelle che violano, in sede di
y Integrazione y Sanzionabilità quale responsabilità ripartizione, i criteri in precedenza stabiliti.
aggravata y Sussiste
Svolgimento del processo e motivi della decisione
. Integra colpa grave dell’intimante, in un procedi- Con citazione notificata il 18 giugno 2007 per l’udienza
mento per finita locazione, asserire in modo inveritie- del 15 novembre 2007, Maria Filomena Vulcano, proprie-
ro l’esistenza di corrispettivi non pagati, di tal che il taria di appartamento nel fabbricato costituente il Condo-
comportamento è sanzionabile ex art. 96, comma terzo, minio Via S. Robertelli, 29 Salerno, convenne il medesimo
c.p.c. (C.p.c. art. 96) (1) Condominio per sentir dichiarare nulla la deliberazione
(1) Non constano precedenti. assembleare del 15 marzo 2007, relativamente ai punti nn.
3.3.4 dell’Ordine del Giorno, con cui si ponevano a capo
In diritto della ricorrente le spese di gestione ordinaria dell’impian-
Il Giudice, sciogliendo la riserva, ritenuto che l’inti- to di riscaldamento centralizzato (ed in particolare quelle
mata non si è opposta alla convalida per finita locazione, per l’acquisto del combustibile), pur avendo la stessa at-
limitandosi a contestare di essere morosa nel pagamento trice informato il Condominio già in data 25 febbraio 2006
dell’indennità di occupazione e documentando altresì i del proprio distacco dall’impianto di riscaldamento condo-
pagamenti eseguiti, miniale centralizzato.
- convalida lo sfratto per finita locazione; Nella sua comparsa di costituzione del 14 novembre
- fissa per l’esecuzione la data del 30 settembre 2010. 2007, il Condominio Via S. Robertelli, 29 Salerno eccepiva
Considerato che la prospettazione della morosità del- la decadenza ex art. 1137 c.c., trattandosi di delibera al
l’intimata è risultata inveritiera e che va ravvisata la colpa più annullabile e giammai nulla e l’irrituale adozione della
grave dell’intimante, per avere dedotto una circostanza forma della citazione, e deduceva l’infondatezza della do-
suscettibile, in astratto, di influire sulla concessione del manda nel merito, non sussistendo le condizioni per un
termine di rilascio; visto l’art. 96, comma terzo, c.p.c.; valido distacco della Vulcano dal bene comune, per lo più
condanna l’intimante al pagamento della somma di operando una prescrizione regolamentare in ordine alla
euro 1.000,00. ripartizione delle spese di esercizio del riscaldamento, ap-
Compensa le spese del procedimento. provata dall’assemblea del 4 novembre 2005. All’udienza
Manda alla Cancelleria per l’apposizione della formula del l° giugno 2009 veniva prodotta dall’attrice copia di
esecutiva. (Omissis) sentenza intercorsa fra altra condomina e lo stesso Con-
dominio, che dichiarava nulla una precedente deliberazio-
ne di ripartizione delle spese del 30 settembre 2004; alla
stessa udienza la causa è passata in decisione ex artt. 281
Tribunale civile di Salerno quinquies e 190 c.p.c.
sez. I, 6 ottobre 2009 La causa è di agevole definizione.
Est. Scarpa – Ric. Vulcano (avv. Elefante) c. Condominio Via Robertelli, 1) Quanto all’eccezione di decadenza, basta osservare
29 in Salerno (avv. Albano) come il Condominio convenuto si sia costituito senza il
rispetto del termine di cui all’art. 166 c.p.c., incorrendo
Assemblea dei condomini y Deliberazioni y In-
pertanto nella preclusione per proporre le eccezioni non
validità y Impianto di riscaldamento centralizzato
rilevabili d’ufficio. Invero, la decadenza dal diritto di
y Ripartizione delle spese y Partecipazione y Sul-
impugnare la deliberazione dell’assemblea dei condomi-
l’erroneo presupposto che il proprietario di unità
ni dinanzi all’autorità giudiziaria, prevista dal comma 3
immobiliare non sia stato autorizzato al distacco y
Nullità y Esclusione y Annullabilità y Sussiste
dell’art. 1137 c.c., trattandosi di materia non sottratta alla
disponibilità delle parti, non può essere rilevata d’ufficio
. È annullabile (e non nulla) la delibera assembleare dal giudice, e deve essere appunto oggetto di eccezione
che includa nel riparto delle spese per l’uso dell’im- in senso stretto della parte interessata formulata entro
pianto di riscaldamento centralizzato il proprietario il limite della maturazione delle preclusioni processuali,
stabiliti dalla legge” -quando modificano i suddetti criteri dal resistente, il quale se ne era dichiarato proprietario,
o quelli già fissati in precedenza (cioè quelli convenzional- ha aggiunto di aver appreso, il 4 aprile 2008, che l’immo-
mente stabiliti, in deroga ai criteri legali, con il consenso bile era stato venduto all’asta all’esito di un’esecuzione
di tutti i condomini); mentre sono annullabili quelle che forzata immobiliare iniziata nel 1994 ed acquistato da tale
violano, in sede di ripartizione, i criteri in precedenza C., sicché ella era stata costretta a trasferirsi altrove, sop-
stabiliti. Nella presente fattispecie, la Deliberazione 15 portando la relativa spesa e patendo altresì danni morali,
marzo 2007 non modificava i criteri stabiliti dalla legge in psicologici ed esistenziali per essere stata privata della
quanto, includendo nel riparto la Vulcano sul presupposto propria abitazione.
dell’essere la sua proprietà esclusiva non dotata di impian- All’esito della fissazione dell’udienza di discussione e
to autonomo e, quindi tuttora allacciata all’impianto cen- della notificazione del ricorso e del decreto, S.V. ha optato
tralizzato, in realtà male applicavano i criteri legali di cui per la contumacia.
agli artt. 1123, 1118 c.c. La causa, istruita con prova testimoniale e produzione
La domande va pertanto accolta. di documenti, è stata discussa e decisa all’udienza del
Le spese processuali vengono regolate secondo l’esito giorno 23 settembre 2009.
della lite. (Omissis).
Motivi della decisione
1. La domanda è fondata nei limiti che seguono.
Tribunale civile di Roma 2. Risulta dagli atti che l’appartamento concesso in
locazione ad uso abitativo mediante contratto del 29 giu-
sez. VI, 23 settembre 2009 gno 2006 era già da tempo sottoposto, in effetti, ad esecu-
Est. Di Marzio – Ric. A.M. (avv. Faragasso) c. S.V. (contumace)
zione forzata immobiliare ad istanza di Banca Intesa Spa,
Esecuzione forzata y Pignoramento y Immobiliare esecuzione conclusasi con decreto di trasferimento dell’8
y Contratto di locazione y Stipulato in data succes- maggio 2008 in favore dell’acquirente C., il quale, divenuto
siva al pignoramento y Inopponibilità all’aggiudi- proprietario della cosa, ha eseguito il proprio titolo nei
catario dell’immobile y Conduttore ignaro dell’esi- confronti della A.M.
stenza del pignoramento y Estromissione dal bene y Il locatore resistente S.V., dunque, ha concesso l’im-
Risarcimento del danno y Fattispecie mobile in locazione mentre era in corso la procedura
. Qualora il contratto di locazione - per essere stato sti- esecutiva ed il rapporto di locazione, in dipendenza della
pulato in epoca successiva al pignoramento dell’immo- vendita dell’immobile sottoposto ad esecuzione e della suc-
bile - risulti inopponibile all’aggiudicatario del bene, il cessiva esecuzione del decreto di trasferimento, è cessato,
conduttore, che non sia stato avvertito dell’esistenza del e la conduttrice è stata costretta al rilascio dell’immobile
pignoramento, ha diritto, a seguito dell’estromissione locato in epoca ben antecedente al fisiologico spirare del
da parte dell’aggiudicatario, al risarcimento del danno rapporto di locazione, sottoposto alla durata quadriennale
verso il locatore (Fattispecie nella quale, a fronte della rinnovabile prevista dal primo comma dell’articolo 2 della
richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale legge n. 431 del 1998.
– astrattamente risarcibile in relazione alla violazione 3. Sicché, cessato il rapporto locatizio in dipendenza del
del diritto inviolabile all’abitazione – il Giudicante ha menzionato evento, è anzitutto evidente che la ricorrente
ritenuto provato dal conduttore il danno morale, ma abbia diritto alla restituzione del deposito cauzionale.
non quello esistenziale). (C.c., art. 1571; c.c., art. 1602; È superfluo rammentare, infatti, che il locatore deve
c.c., art. 2923; c.p.c., art. 560) (1) restituire il deposito cauzionale, unitamente agli eventuali
interessi non corrisposti alle scadenze annuali, una volta
(1) Cfr. Cass. 22 luglio 1991, n. 8166, in questa Rivista 1992, 51 e Cass.
25 agosto 1989, n. 3780, in Ius&Lex dvd n. 6/2010, ed. La Tribuna,
che il vincolo contrattuale si sia risolto ed il conduttore -
entrambe riferite al danno conseguente al mancato godimento del- circostanza sulla quale non vi è in questo caso discussione
l’immobile fino alla scadenza della locazione. - abbia integralmente adempiuto le proprie obbligazioni
(Cass. 8 agosto 1997, n. 7360; Cass. 20 gennaio 1997 n. 538;
Svolgimento del processo Cass. 15 dicembre 1987, n. 9287; Cass. 27 giugno 1972, n.
Con ricorso depositato il giorno 30 luglio 2008 A.M. ha 2206).
agito nei confronti di S.V. e ne ha chiesto condanna alla Segue condanna del resistente al pagamento, in favore
restituzione del deposito cauzionale costituito in dipen- della ricorrente, della somma di euro 1.600,00, con inte-
denza della pregressa locazione dell’immobile situato in ressi nella misura legale dal 29 giugno 2006.
Roma, via Alfa, per l’importo di euro 1.600,00, oltre al risar- 4. Inoltre, avuto riguardo all’obbligazione gravante
cimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subìto sul locatore di assicurare al conduttore il godimento
in dipendenza della cessazione della stessa locazione. della cosa locata nell’intero arco temporale coperto dalla
La ricorrente, a fondamento della domanda, dopo aver pattuizione, ai sensi del combinato disposto degli articoli
riferito di aver preso in locazione abitativa, in forza di con- 1571 e 1575 c.c., non v’è dubbio che il locatore sia incorso,
tratto del 29 giugno 2006, dietro costituzione del deposito a seguito dell’esecuzione del decreto di trasferimento, in
cauzionale nella misura indicata, il menzionato immobile palese inadempimento, con il sorgere della conseguente
visuale del danno-evento, la lesione di un interesse invio- nulla di preciso è stato descritto, se non per un accenno
labile protetto dalla Costituzione. generico al tempo impiegato per cercare l’altra abitazione
8.3. Passando all’esame del pregiudizio concretamente poi reperita.
subìto, la ricorrente ha lamentato, come si è detto, pregiu- Ora, è vero che la sottrazione di tempo può dar luogo
dizi morali, psicologici ed esistenziali. a danno esistenziale in quanto impedisce, per l’appunto,
8.3.1. Con l’espressione pregiudizio psicologico è da cre- l’espletamento di attività realizzatrici. Ed è altrettanto
dere che la A.M. abbia inteso riferirsi al danno biologico, vero che, al riguardo, il giudice ben può avvalersi del ra-
sotto forma di danno psichico: danno che non può essere gionamento presuntivo e del ricorso all’id quod plerumque
riconosciuto, non risultando alcuna compromissione della accidit. Ma occorre almeno che il danneggiato abbia com-
sfera della salute della donna. piutamente allegato il danno. In questo caso, invece, il tri-
8.3.2. È sicuramente dovuto, invece il risarcimento del bunale non sa proprio nulla di ciò che è accaduto nella vita
danno morale, ossia della sofferenza interiore determinata della A.M., dal punto di vista relazionale, in conseguenza
nel danneggiato dall’illecito e, in questo caso, dall’inadem- del trasloco: né se abbia in tal modo visto compromessi
pimento: non v’è dubbio, in proposito, che la sola lettura i rapporti che in precedenza aveva (il tribunale non sa,
razionale delle citate sentenze delle Sezioni Unite condu- tra l’altro, se la nuova casa della ricorrente sia lontana o
ca a ritenere che esse abbiano riconosciuto la risarcibilità vicina alla precedente); né quanto impiego di tempo, an-
del danno morale (non solo in caso di reato ma) in ogni che approssimativamente, abbia richiesto alla ricorrente
caso di lesione di diritti inviolabili. la ricerca della nuova abitazione; né quali attività potreb-
Orbene, dall’espletamento della prova testimoniale pri- bero essere state impedite o compromesse.
ma trascritta risulta evidente che la conduttrice ha attra- Nulla dunque per danno esistenziale.
versato un periodo di forte preoccupazione, dunque pro- 8.3.4. Passando alla liquidazione del danno morale che
prio di sofferenza interiore, determinata dalla prospettiva si è ritenuto provato, essa va parametrata, naturalmente,
di rimanere senza casa. Il che, evidentemente, si pone con all’entità della sofferenza inflitta per effetto dell’inadem-
l’evento dedotto in rapporto di piena regolarità causale: è pimento, la quale va commisurata, per un verso, alla na-
cioè del tutto normale - ritiene il tribunale - che chiunque, tura dolosa del medesimo e, per altro verso, alla natura
messo improvvisamente dinanzi alla prospettiva di dover dell’interesse che l’inadempimento ha colpito, il tutto in
sloggiare della propria abitazione, ne ricavi sensazioni di relazione alla persona della danneggiata.
ansia, inquietudine, angoscia, pena, afflizione, o comun- Sotto il primo aspetto, è da ritenersi ovvio che, anzi-
que dir si voglia. tutto dal versante del danno morale, la connotazione
In questo caso, poi, la valutazione deve essere perso- dolosa dell’inadempimento sia di per se stessa causa di
nalizzata tenendo conto della particolare condizione di aggravamento del danno; ciascuno è almeno in una certa
extracomunitaria (proveniente dal Ghana) della condut- misura disposto, se non a tollerare, a giudicare con minor
trice, con la conseguente intuibile maggior difficoltà di rigore le altrui condotte di colpa lieve, colpa in cui, in
trovare un’altra abitazione, difficoltà ben rappresentata definitiva, ciascuno può prima o poi incorrere. Ed invece
dal primo dei testi sentiti («Se andavo io mi dicevano di l’aggressione apportata con dolo non può che acuire la
sì e quando vedevano lei dicevano di no»). E inoltre la ferita interiore e rendere più intensa la sofferenza, nelle
valutazione personalizzata del danno patito non può pre- sue diverse forme.
scindere dalla considerazione ulteriore che la ricorrente Nel caso in esame, allora, non resta se non osservare
aveva a suo carico una sorella minore, il che ha senz’altro che il S.V. ha taciuto alla conduttrice una circostanza di cui
aggravato il suo stato emotivo di preoccupazione. era evidentemente a conoscenza, ossia la pendenza della
8.3.3. Quanto al risarcimento del danno esistenziale, procedura esecutiva immobiliare sul bene di sua proprietà;
le citate sentenze riconoscono che «pregiudizi di tipo esi- egli ha quindi agito consapevolmente, perciò con dolo.
stenziale sono risarcibili purché conseguenti alla lesione Sotto il secondo versante, si è già detto del rilievo del
di un diritto inviolabile della persona»: e dunque non v’è diritto all’abitazione. L’abitazione cioè «costituisce, per
dubbio che il risarcimento del danno esistenziale determi- la sua fondamentale importanza nella vita dell’individuo,
nato dalla lesione del diritto all’abitazione sia in astratto un bene primario il quale deve essere adeguatamente e
risarcibile. concretamente tutelato dalla legge» (Corte cost. 28 luglio
Ma, mentre la A.M. ha ben rappresentato il danno mo- 1983, n. 252).
rale subìto, non altrettanto esattamente (ed anzi neppure Anche della individuale condizione della A.M. si è già
approssimativamente) ha descritto il danno esistenziale, discorso.
ossia l’impedimento allo svolgimento di attività realizza- Tenuto conto di tutto ciò, nonché della durata della
trici della persona patito per effetto dell’inadempimento. vicenda, conclusasi (positivamente con il reperimento di
Ed allora, pure essendo intuitivo, in generale, che lo una nuova abitazione) nell’arco di circa tre mesi, il tri-
sradicamento dalla propria abitazione possa produrre bunale stima equo riconoscere il risarcimento del danno
danno esistenziale (si pensi, in una grande città, allo spo- morale nella misura di euro 3.500,00 all’attualità: come
stamento da un quartiere ad un altro, con la perdita o la parametro di riferimento (in mancanza di precedenti di
maggiore difficoltà dei rapporti personali che prima si ave- analogo tenore) può rammentarsi che la giurisprudenza
vano), occorre in questo caso limitarsi a constatare che sul danno morale, al di fuori delle lesioni della salute, si
condomini proprietari degli appartamenti ai quali sono minor distanza) prodotte come doc. 2 fasc. ric. Si tratta
annessi i balconi, sicché il contraddittorio può considerar- quindi, con tutta evidenza, di manufatti che definiscono
si integro anche se non sono stati chiamati in giudizio il lo spazio del balcone stesso, giungendo fino alla soletta
condominio ovvero tutti gli altri condomini dell’edificio. del balcone sovrastante in guisa da formare (non un mero
Cass. 8159/96: I balconi sono elementi accidentali e non parapetto ma) una sorta di parete (in cui sono addirittura
portanti della struttura del fabbricato, non costituiscono aperte delle finestre).
parti comuni dell’edificio e appartengono ai proprietari I pannelli in questione costituiscono pertanto parti
delle unità immobiliari corrispondenti, che sono gli unici strutturali dei balconi e non possono qualificarsi come
responsabili dei danni cagionati dalla caduta di frammenti opere meramente ornamentali (per le quali soltanto la
di intonaco o muratura, che si siano da essi staccati, men- giurisprudenza ammette la natura comune: si vedano Cass.
tre i fregi ornamentali e gli elementi decorativi, che ad essi 8159/96, Cass. 637/2000 e Cass. 14576/04, sopra trascritte,
ineriscano (quali i rivestimenti della fronte o della parte che si riferiscono sempre a «rivestimenti» ed «elementi
sottostante della soletta, i frontalini e i pilastrini), sono decorativi»), come del resto sottolinea la stessa difesa dei
condominiali, se adempiono prevalentemente alla funzione ricorrenti (vedi la memoria 8 aprile 2009 di replica con-
ornamentale dell’intero edificio e non solamente al decoro clusionale di parte ricorrente, nella cui prima pagina si
delle porzioni immobiliari ad essi corrispondenti, con la legge: «le porzioni oggetto di urgente intervento (e di so-
conseguenza che è onere di chi vi ha interesse (il proprieta- stituzione) non sono, come erroneamente ritiene, scrive
rio del balcone, da cui si sono distaccati i frammenti, citato e sostiene la controparte i «c.d. frontalini delle terrazze»
per il risarcimento), al fine di esimersi da responsabilità, (parte esterna della base su cui sono infisse le ringhiere)
provare che il danno fu causato dal distacco di elementi sibbene delle ante, in cemento armato, che fanno da sepa-
decorativi, che per la loro funzione ornamentale dell’intero razione e riparo tra i vari terrazzi che, per la loro posizione
edificio appartenevano alle parti comuni di esso. (verticale), la loro dimensione (l’intera distanza tra due
Cass. 637/2000: I balconi di un edificio condominiale terrazzi uno soprastante all’altro), la loro natura (cemen-
non rientrano tra le parti comuni, ai sensi dell’art. 1117 to armato,) costituiscono qualcosa di ben diverso dai meri
c.c., non essendo necessari per l’esistenza del fabbricato, frontali («frontalini») delle terrazze.»
né essendo destinati all’uso o al servizio di esso. Tuttavia il Non possono tuttavia condividersi le conclusioni che
rivestimento del parapetto e della soletta possono essere da tali esatti rilievi la difesa ricorrente pretende di trarre,
beni comuni se svolgono una prevalente funzione estetica ossia che i pannelli de quibus costituirebbero parte della
per l’edificio, divenendo così elementi decorativi ed orna- facciata dello stabile; i pannelli, infatti, delimitano il fian-
mentali essenziali della facciata. co dei balconi aggettanti, non la facciata del fabbricato
Cass. 14576/04: In tema di condominio negli edifici e da cui tali balconi si protendono. Che, poi, per mantenere
con riferimento ai rapporti tra la generalità dei condomi- l’integrità del pregio estetico del fabbricato, sia ipotizzabi-
ni, i balconi aggettanti, costituendo un «prolungamento» le anche in assenza di disposizioni regolamentari ad hoc
della corrispondente unità immobiliare, appartengono (la cui adozione era peraltro stata sollecitata a pag. 17
in via esclusiva al proprietario di questa, soltanto i rive- della relazione tecnico-estetica dell’arch. Ceravolo, pro-
stimenti e gli elementi decorativi della parte frontale e dotta come doc. 5 fasc. ric.) - il divieto per ciascun con-
di quella inferiore si debbono considerare beni comuni a domino di rimuovere il proprio balcone, o di modificarne
tutti, quando si inseriscono nel prospetto dell’edificio e la conformazione, è questione diversa, che concerne non
contribuiscono a renderlo esteticamente gradevole. la proprietà dei balconi (pacificamente individuale) ma le
Cass. 15913/07: In tema di condominio, i balconi limitazioni che all’uso di tale proprietà derivano dal fatto
«aggettanti», i quali sporgono dalla facciata dell’edificio, che essa si inserisce in un fabbricato condominiale (arg.
costituiscono solo un prolungamento dell’appartamento ex art. 1122 c.c.).
dal quale protendono e, non svolgendo alcuna funzione di Deve quindi in definitiva concludersi che le parti di
sostegno né di necessaria copertura dell’edificio - come, fabbricato oggetto dei lavori de quibus costituiscono pro-
viceversa, accade per le terrazze a livello incassate nel prietà individuale di ciascun condomino. Ciò potrebbe
corpo dell’edificio - non possono considerarsi a servizio porre degli interrogativi sul potere dell’assemblea condo-
dei piani sovrapposti e, quindi, di proprietà comune dei miniale di deliberare lavori su parti individuali del fabbri-
proprietari di tali piani e ad essi non può applicarsi il di- cato, ma - a prescindere da qualunque approfondimento
sposto dell’articolo 1125 c.c. I balconi «aggettanti» per- sul punto (vedi comunque Cass. 7603/94 «L’assemblea
tanto, rientrano nella proprietà esclusiva dei titolari degli condominiale non può assumere decisioni che riguardino
appartamenti cui accedono. i singoli condomini nell’ambito dei beni di loro proprietà
Tanto premesso in diritto, si osserva in fatto che l’og- esclusiva, salvo che non si riflettano sull’adeguato uso
getto degli intereventi di manutenzione per cui è causa delle cose comuni; ne consegue che nel caso in cui i bal-
sono i pannelli di cemento che delimitano il fianco libero coni, che appartengono in modo esclusivo al proprietario
di ciascun balcone (ossia il fianco opposto a quello in cui i dell’appartamento di cui fanno parte, presentino nella
balconi stessi sono delimitati dal muro di un corpo avanza- facciata esterna elementi decorativi, o anche semplice-
to del fabbricato), come chiaramente rappresentato nelle mente cromatici, che si armonizzano con la facciata del
fotografie (ed in particolare nella terza, quella scattata a fabbricato dal quale sporgono, per i lavori di restauro o
del processo esecutivo in danno di ogni singolo condomino, Effettivamente, risulta dagli atti che a titolo di interessi
è dibattuto tra le parti se per procedere in via esecutiva il (al tasso legale del 2,5%) maturati dal 26 giugno 2004 al 30
titolo debba essere preventivamente notificato (oltre che al novembre 2007 è stata richiesta la somma di euro 1.942,04,
condominio) anche al condomino contro il quale si intende in luogo di quella corretta di euro 1.852,33.
agire esecutivamente ovvero se, una volta notificato il de- Pertanto, in accoglimento dell’opposizione, va dichiara-
creto ingiuntivo nei confronti del condominio, sia applica- to che l’intimante non ha diritto ad agire esecutivamente
bile anche in siffatta ipotesi il disposto di cui all’art. 654 per la differenza (euro 89,71).
comma 2 c.p.c., secondo cui, in deroga all’art. 479 c.p.c., In secondo luogo, l’opponente ha contestato la richiesta
ai fini dell’esecuzione non occorre una nuova notificazione di refusione della somma di euro 32,00 per la notifica, in
del decreto esecutivo (purché, come avvenuto nelle specie, luogo di quella di euro 16, giusta le previsioni tariffarie, e
nel precetto si faccia menzione del provvedimento che ha il conseguente computo di quanto preteso a titolo di spese
disposto l’esecutorietà e dell’apposizione della formula). generali, c.p.a. ed IVA.
L’opposizione è infondata. Anche questa doglianza, in assenza di una specifica
L’art. 654 cit. affranca il creditore dalla notifica del titolo contestazione avversa, appare fondata, sulla scorta delle
esecutivo costituito dal decreto ingiuntivo, poiché questo, tariffe applicabili al caso di specie.
anche se non in forma esecutiva, è già stato notificato al Pertanto, in accoglimento dell’opposizione, va dichiarato
debitore, ai sensi dell’art. 643 comma 2 c.p.c. Ciò vale anche che l’intimante non ha diritto ad agire esecutivamente per la
nel caso de quo, in quanto i singoli condomini rispondono differenza (euro 16,00) e che proporzionalmente va compu-
delle obbligazioni assunte nell’interesse del condominio tato quanto preteso a titolo di spese generali, c.p.a. ed IVA.
come di debiti propri (trattandosi di obbligazioni discen- Infine, l’opponente ha contestato che gli interessi sono
denti dalla titolarità dei beni condominiali) e sono destina- stati richiesti a decorrere dal 26 giugno 2004, sebbene il con-
tari della notificazione del ricorso e del decreto monitorio dominio sia stato costituito in mora dal 17 dicembre 2004.
ex art. 643 cit., sebbene questa sia effettuata nel confronti Per questa parte l’opposizione è inammissibile o, co-
dell’amministratore del condominio, quale rappresentante munque, infondata.
ex art. 1131 c.c. di tutti i condòmini rispetto a qualunque Stanti i limiti alla cognizione del giudice dell’opposizio-
azione concernente le parti comuni dell’edificio (ovviamen- ne a precetto ex art. 615 comma 1 c.p.c. allorché il titolo
te nei limiti delle attribuzioni di cui all’art. 1130 c.c.). azionato sia un titolo giudiziale, non è certamente possibi-
In buona sostanza, dovendosi ritenere che, eseguita le vagliare in questa sede questioni concernenti il merito
la notifica del decreto monitorio nei confronti dell’am- della pretesa portata dal titolo azionato. Ne consegue che
ministratore del condominio, questa deve considerarsi è interdetto a questo giudice stabilire a quale data debba
effettuata in favore di tutti i condòmini rappresentati farsi risalire la data di decorrenza degli interessi in con-
(spettando all’amministratore il compito di rendere edotti trasto con quanto desumibile dal titolo.
i singoli condomini cfr. Cass. 16 aprile 2007, n. 9093), ben Ove, peraltro, l’opponente abbia inteso sottoporre a
può trovare applicazione anche in questo caso la norma di questo giudice una mera questione di interpretazione del
cui all’art. 654 cit. che, in deroga all’art. 479 c.p.c., esclude
titolo, l’opposizione non può accogliersi, non avendo le
la necessità di una nuova notifica, al fine di semplificare
parti prodotto in atti il titolo di cui trattasi.
l’inizio del procedimento esecutivo.
Ai fini del regolamento delle spese di lite, tenuto conto
D’altronde, anche a voler qualificare le obbligazioni de
della reciproca soccombenza in ordine alle questioni con-
quibus come obbligazioni propter rem (cfr. Cass. sez. un.,
troverse, ricorrono giusti motivi per dichiarare le spese
8 aprile 2008, n. 9148), resta il fatto che i singoli condo-
integralmente compensate. (Omissis).
mini rispondono (sia pure pro quota) di tali obbligazioni
come di debiti propri, sicché nemmeno può assimilarsi il
singolo condomino al terzo proprietario responsabile per
debiti altrui, il quale di certo non è destinatario della no- Tribunale civile di Ariano Irpino
tifica del ricorso e del decreto monitorio ex art. 643 cit. e 8 gennaio 2009, n. 16
che, pertanto, ha diritto di ricevere - secondo l’opinione Est. Abbondandolo – Ric. Di Chiara (avv. Luparella) c. Condominio
di autorevole dottrina - la notifica in forma esecutiva del Camuso (avv. Marraffino)
decreto ingiuntivo allorché in suo danno sia minacciata
l’esecuzione forzata ex art. 602 c.p.c. Assemblea dei condomini y Deliberazioni y Impu-
gnazione y Lavori straordinari di ristrutturazione
Per completezza va osservato che la giurisprudenza
dell’edificio y Approvazione y Quorum deliberati-
indicata dall’opponente (cfr. Cass. 28 febbraio 2006, n.
vo inidoneo y Urgenza e indifferibilità dei lavori y
4507) è richiamata a sproposito, non avendo la S.C. preso
Mancata allegazione tanto nella delibera quanto
posizione sul merito della presente questione.
nell’avviso di convocazione y Conseguente annulla-
3. La seconda questione integra un’ipotesi di opposizio-
bilità y Sussiste
ne all’esecuzione, poiché è contestata la debenza di talune
somme (interessi e competenze legali). . La validità di una delibera assembleare deve essere
Anzitutto, l’opponente si duole dell’errato calcolo di valutata alla stregua delle sue caratteristiche estrinse-
quanto preteso a titolo di interessi legali. che e della motivazione, non potendosi attribuire alla
le di pagamento c.d. “mute” (ossia senza l’indicazione to notificato al debitore in data 26 febbraio 2008 ... quindi
del responsabile del procedimento d’iscrizione a ruolo solo pochi giorni prima», talché «al momento in cui l’iscri-
e di quello di emissione e di notifica della cartella), non zione era stata richiesta ... il carico complessivo iscritto a
anche altri atti dell’agente della riscossione. (L. 7 ago- ruolo era, appunto, di euro 215.353,28».
sto 1990, n. 241, art. 21 octies; L. 27 luglio 2000, n. 212; Ugualmente non può trovare ingresso il rilievo critico
D.L. 31 dicembre 2007, n. 248, art. 36) (1) circa la «pluralità di procedimenti per lo stesso credito»,
(1) In argomento cfr. CERIONI F., Contributo sul tema dell’invalidità consentita, invece dall’art. 483 c.p.c., come controdedotto
delle cartelle di pagamento prive dell’indicazione del responsabile dall’Agente della Riscossione.
del procedimento, in Boll. trib. 2008, 1066 ss; CERIONI F., Restano Coglie nel segno, invece, il rilievo che «l’atto ... è privo
annullabili le cartelle “mute” basate sui ruoli consegnati all’agente dell’indicazione del responsabile del procedimento». Di-
della riscossione anteriormente al 1° giugno 2008, ivi 2009, 760 ss;; fatti, come sostenuto dal ricorrente, la limitazione tempo-
MARONGIU G., Le cartelle “mute”: una querelle infinita, in Corr.
rale della nullità a partire dal 1° giugno 2008 (ex art. 36,
trib. 2009, 1104 ss.
comma 4 ter introdotto dal D.L. n. 248/07, convertito, con
modificazioni, dalla L. n. 31/08) riguarda le sole cartelle
Svolgimento del processo
M.E., residente in Pescara, ..., domiciliatario, con ricorso di pagamento (c.d. «mute» ossia senza l’indicazione del
spedito il 15 luglio 2008 a Equitalia Pragma S.p.A. e depo- responsabile del procedimento d’iscrizione a ruolo e di
sitato il 16 luglio 2008, impugnava la «iscrizione ipotecaria quello di emissione e di notifica della cartella), non pure
legale immobiliare - Rep. n. ... .notificato il 16 maggio 2008» altri atti dell’Agente della riscossione.
operata dal detto Agente della Riscossione, a tutela di cre- Nella specie l’atto impugnato, pertinente alla «iscrizio-
diti di tributi iscritti a ruolo di complessivi euro 215.353,28, ne ipotecaria legale su immobili», che non è una «mera
per la complessiva somma di euro 430.706,56. comunicazione», come minimizza l’Equitalia Pragma
Il ricorrente, premesso di essere stato già assoggettato (essendo suscettivo di arrecare un notevole danno per il
per lo stesso debito a pignoramento di credito presso terzi vincolo alla libera disponibilità dei beni del contribuente,
il 26 febbraio 2008 e di avere inviato in data 11 marzo 2008 talché contiene in calce l’avvertenza che avverso di essa è
istanza di rateazione ex art. 19 D.P.R. n. 602/73», formulava proponibile ricorso), non reca neppure la firma a stampa
una serie di rilievi riguardo all’iscrizione ipotecaria impu- del rappresentante della stessa Equitalia.
gnata, chiedendone, previa sospensione dell’esecuzione, Ha consistenza anche l’ulteriore rilievo che «l’istanza
la cancellazione, spese vinte. (di dilazione: N.d.r.) blocca le procedure esecutive» e pro-
L’Equitalia Pragma S.p.A. si costituiva in giudizio il 30 voca «la revoca delle misure cautelari già adottate», te-
settembre 2008, confutando i rilievi del ricorso, chieden- nuto conto pure del «pagamento (mediante pignoramento
done la reiezione con vittoria di spese, opponendosi anche sul c/c di circa 15 mila euro».
alla concessione della invocata sospensione. La stessa Equitalia, come evidenziato dal ricorrente,
Lo stesso Agente della Riscossione in data 14 gennaio con propria nota del 3 marzo 2008 aveva stabilito che a
2009 accoglieva «l’istanza di rateazione», ripartendo il seguito della presentazione della richiesta di dilazione
pagamento in n. 72 rate mensili ... a decorrere dal 20 feb- sarebbero state sospese le azioni di recupero coattivo, sia
braio 2009». esecutive sia cautelari.
All’udienza del 12 febbraio 2009 la domanda di sospen- Al riguardo risulta, per tabulas, da un lato che la domanda
sione era accolta. di rateazione, compilata dal ricorrente il 10 marzo 2008,
All’odierna udienza, tenuta in forma pubblica a richie- pervenne in data 14 marzo 2008 alla destinataria Equitalia
sta del ricorrente, i difensori delle parti illustrano le ri- Pragma e non, come da quest’ultima asserito, «in data 20
spettive tesi già esposte per iscritto. marzo 2008», dall’altro che la richiesta di iscrizione ipoteca-
ria Rep. n. 465 reca la data 12 marzo 2008, ma fu presentata
Motivi della decisione all’Ufficio del Territorio di Pescara in data 20 marzo 2008,
Il Collegio, riunito in camera di consiglio, ritiene il ri- posteriore a quella di arrivo dell’istanza di rateazione.
corso in rassegna fondato e da accogliere come appresso. Non consta, peraltro, che la rateazione accordata a
Innanzi tutto non ha pregio il rilievo che l’iscrizione decorrere dal 20 febbraio 2009 sia venuta medio tempore a
ipotecaria è stata «eseguita per il doppio dell’ammontare decadere per omesso pagamento.
della cartella», dappoiché, come osservato dalla resistente La novità del caso induce a disporre la compensazione
Equitalia Pragma, «il pignoramento presso terzi (era) sta- tra le parti delle spese di giudizio. (Omissis).
Assemblea dei condòmini davanti al giudice ordinario, mentre la legittima aspettativa de-
gli assegnatari a conseguire la proprietà degli alloggi occupati
■ Attribuzioni – Spese senza preventiva autorizzazione
ha natura di mero interesse legittimo, tutelabile, anche con ri-
– Ratifica guardo al corretto svolgimento del procedimento di formazione
A differenza di quanto previsto dall’art. 1134 cod. civ. - che della quota di riserva, davanti al giudice amministrativo. F Cass.
consente il rimborso al condomino delle spese sostenute sen- civ., sez. un., 21 luglio 2009, n. 16903, Gioia ed altri c. Iacp Saler-
za autorizzazione soltanto in caso di urgenza - l’art. 1135 cod. no (D.p.r. 17 gennaio 1959, n. 2, art. 2; L. 27 aprile 1962, n.
civ. non contiene analogo divieto di rimborso delle spese non 231, art. 3). [RV609228]
urgenti sostenute dall’amministratore nell’interesse comune;
ne consegue che l’assemblea di condominio può ratificare le Esecuzione forzata
spese ordinarie e straordinarie effettuate dall’amministratore ■ Pignoramento – Locazione stipulata senza l’autorizza-
senza preventiva autorizzazione, anche se prive dei connotati di zione – Inefficacia relativa
indifferibilità ed urgenza, purché non voluttuarie o gravose, e, di La locazione di un bene sottoposto a pignoramento stipulata
conseguenza, approvarle, surrogando in tal modo la mancanza senza l’autorizzazione del giudice dell’esecuzione, in violazione
di una preventiva di delibera di esecuzione. F Cass. civ., sez. II, dell’art. 560 cod. proc. civ., non comporta l’invalidità del con-
10 agosto 2009, n. 18192, Fracchia c. Cond. Piazza Imperatore tratto ma solo la sua inopponibilità ai creditori e all’assegna-
Tito Milano ed altro (C.c., art. 1130; c.c., art. 1134; c.c., art. tario, precisandosi che il contratto così concluso non pertiene
1135). [RV609158] al locatore - proprietario esecutato, ma al locatore - custode, e
■ Deliberazioni – Nullità – Modestia della somma che le azioni da esso scaturenti devono essere esercitate dal cu-
La delibera dell’assemblea di condominio che ratifichi una spe- stode. (Nella specie, relativa ad azione - proposta dal locatore,
sa assolutamente priva di inerenza alla gestione condominiale proprietario esecutato, in proprio e non quale custode - per il
è nulla, e non già semplicemente annullabile, senza che possa pagamento dei canoni di una locazione di un bene pignorato
aver rilievo in senso contrario il fatto che la spesa sia modesta stipulata senza la detta autorizzazione, la S.C. ha confermato
in rapporto all’elevato numero di condomini e all’entità com- a sentenza impugnata, con la quale si era ritenuta la parte at-
plessiva del rendiconto. (Nella specie, si trattava di spese relati- trice priva di legittimazione sostanziale e processuale). F Cass.
ve al telefono privato dell’amministratore ed all’acquisto di una civ., sez. III, 14 luglio 2009, n. 16375, Cordella c. Rizzo (C.c., art.
licenza di “software” compiuta in proprio dall’amministratore). 1571; C.p.c., art. 560). [RV609252]
F Cass. civ., sez. II, 10 agosto 2009, n. 18192, Fracchia c. Cond.
Mediazione
Piazza Imperatore Tito Milano ed altro (C.c., art. 1136; c.c., art.
1137). [RV609155] ■ Diritto del mediatore alla provvigione – Risarcimento
dei danni – Dovere di informazione
■ Deliberazioni – Verbale – Contenuto L’azione di risoluzione del contratto per inadempimento e la
In tema di delibere di assemblee condominiali, non è annulla- relativa azione risarcitoria hanno differenti presupposti appli-
bile la delibera il cui verbale, ancorché non riporti l’indicazione cativi, perché la prima esige che l’inadempimento di una delle
nominativa dei condomini che hanno votato a favore, tuttavia parti non sia di scarsa importanza, avuto riguardo all’interesse
contenga, tra l’altro, l’elenco di tutti i condomini presenti, per- dell’altra, mentre l’azione risarcitoria presuppone che l’inesatta
sonalmente o per delega, con i relativi millesimi, e nel contem- esecuzione della prestazione abbia prodotto al creditore un
po rechi l’indicazione, “nominatim”, dei condomini che si sono danno; ne consegue che, in tema di mediazione, la condanna del
astenuti e che hanno votato contro e del valore complessivo mediatore al risarcimento del danno nei confronti di una delle
delle rispettive quote millesimali, perché tali dati consentono di parti per inadempimento del proprio dovere di informazione
stabilire con sicurezza, per differenza, quanti e quali condomini non implica automaticamente che il contratto debba essere
hanno espresso voto favorevole, nonché di verificare che la deli- risolto e che il mediatore perda il diritto alla provvigione. (Nella
berazione assunta abbia superato il “quorum” richiesto dall’art. specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che - dopo
1136 cod. civ. F Cass. civ., sez. II, 10 agosto 2009, n. 18192, Frac- aver condannato il mediatore al risarcimento del danno nei con-
chia c. Cond. Piazza Imperatore Tito Milano ed altro (C.c., art. fronti del cliente per non averlo informato dell’esistenza di una
1136; c.c., art. 1137). [RV609156] locazione ultranovennale, regolarmente trascritta, sull’immobi-
le che questi aveva poi acquistato - aveva nel contempo stabilito
Edilizia popolare ed economica
che al mediatore spettasse il pagamento della provvigione, poi-
■ Assegnazione – Cessione in proprietà – Condizioni ché l’avvenuta conclusione del contratto dimostrava la scarsa
La qualità di assegnatario di alloggio popolare costituisce, ai importanza dell’inadempimento). F Cass. civ., sez. III, 20 agosto
sensi del d.P.R. 17 gennaio 1959, n. 2, come modificato dalla 2009, n. 18515, Studio Imm. Marcello Romano c. Benaglio Denti
legge 27 aprile 1962, n. 231, condizione necessaria, ma non (C.c., art. 1176; c.c., art. 1218; c.c., art. 1453; c.c., art. 1455;
sufficiente, per acquisire il diritto alla cessione in proprietà del- c.c., art. 1755). [RV609211]
l’alloggio medesimo, essendo tale diritto escluso con riguardo a
quegli alloggi che, con apposito provvedimento amministrativo, Procedimento civile in genere
vengono inclusi nella quota di riserva, conservata alla proprietà ■ Processo equo – Termine ragionevole – Obbligo di evi-
dell’ente assegnante. Ne consegue che soltanto la formazione di tare il dispendio di attività processuali
tale quota, rendendo individuabili gli alloggi vendibili, segna il Il rispetto del diritto fondamentale ad una ragionevole durata
momento del sorgere del diritto al relativo acquisto, tutelabile del processo impone al giudice (ai sensi degli artt. 175 e 127 cod.
proc. civ.) di evitare e impedire comportamenti che siano di Tributi degli enti pubblici locali
ostacolo ad una sollecita definizione dello stesso, tra i quali rien-
■ Tassa di occupazione di spazi ed aree pubbliche – Ca-
trano certamente quelli che si traducono in un inutile dispendio
none – Natura
di attività processuali e formalità superflue perché non giustifi-
Il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, istituito
cate dalla struttura dialettica del processo e, in particolare, dal
dall’art. 63 del d.lgs. n. 446 del 1997, come modificato dall’art.
rispetto effettivo del principio del contraddittorio, da effettive
31 della legge n. 448 del 1998, è stato concepito dal legislatore
garanzie di difesa e dal diritto alla partecipazione al processo in
come un “quid” ontologicamente diverso, sotto il profilo stret-
condizioni di parità, dei soggetti nella cui sfera giuridica l’atto
tamente giuridico, dalla tassa per l’occupazione di spazi ed
finale è destinato ad esplicare i suoi effetti. (In applicazione del
aree pubbliche. Esso è, infatti, configurato come corrispettivo
suddetto principio, la S.C. ha ritenuto irrilevante, in un giudizio
di una concessione, reale o presunta (nel caso di occupazione
in materia di locazione, l’omessa citazione di uno dei conduttori
abusiva), dell’uso esclusivo o speciale di beni pubblici ed è do-
in appello e nel giudizio di cassazione, rilevata d’ufficio, atteso
vuto non in base alla limitazione o sottrazione all’uso normale
che le problematiche concernenti la risoluzione del contratto di
o collettivo di parte del suolo, ma in relazione all’utilizzazione
locazione non costituivano più in concreto oggetto del proces-
particolare (o eccezionale) che ne trae il singolo. Ne deriva che
so, mentre quelle concernenti i rapporti di dare e avere, per ca-
è obbligato al pagamento del canone il condominio che abbia
noni non corrisposti, migliorie e risarcimento danni, oggetto del
sostituito con griglie una parte del piano di calpestio di un’area
ricorso per cassazione, non comportavano l’inscindibilità delle
gravata da servitù pubblica di passaggio, al fine di migliorare il
cause). F Cass. civ., sez. III, 19 agosto 2009, n. 18410, Musetto
godimento dei locali sottostanti al suolo, e ciò in quanto esso
c. Maiolati (C.p.c., art. 101; c.p.c., art. 127; c.p.c., art. 175).
gode di un’utilizzazione particolare dell’area medesima. F Cass.
[RV609119]
civ., sez. V, 6 agosto 2009, n. 18037, Cond. Largo Villa Bianca
Responsabilità civile Roma c. Com. Roma Municipio Roma Ii (D.L.vo 15 dicembre
1997, n. 446, art. 63; L. 23 dicembre 1998, n. 448, art. 31).
■ Cose in custodia – Immobili concessi in locazione –
[RV609326]
Danni causati da macchinari utilizzati dal conduttore
Il proprietario di un immobile concesso in locazione non può ■ Tassa di occupazione di spazi ed aree pubbliche – Esen-
essere chiamato a rispondere, ex art. 2051 cod. civ., dei danni zione – Realizzazione di passo carrabile
a terzi causati da macchinari utilizzati dal conduttore, quando In tema di tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche
non abbia avuto alcuna possibilità concreta di controllo sull’uso (TOSAP), l’esenzione per lo Stato e gli altri enti, di cui all’art.
di essi, non potendo detta responsabilità sorgere per il solo fatto 49, comma 1, lett. a), del d.lgs. n. 507 del 1993, postula che l’oc-
che il proprietario medesimo ometta di rivolgere al conduttore cupazione, quale presupposto del tributo, sia posta in essere dal
formale diffida ad adottare gli interventi del caso al fine di im- soggetto esente; pertanto, nel caso di realizzazione di un passo
pedire il verificarsi di danni a terzi, giacché essi costituirebbero carrabile a servizio di un immobile successivamente concesso
atti inidonei ad incidere sul funzionamento della cosa dannosa. in locazione ad un soggetto esente (nella specie Ministero per i
(Nella specie, la S.C. ha cassato la decisione la quale aveva Beni Culturali e Ambientali), non essendo l’occupazione riferi-
affermato la responsabilità del proprietario di un immobile bile a chi usi il passaggio, ma all’esecutore materiale dell’opera,
adibito ad officina, per i danni causati a terzi dall’impianto di la tassa è da questi dovuta e l’esenzione non spetta, essendo
espulsione dei gas utilizzato dal conduttore e gestore dell’offici- irrilevanti eventuali pattuizioni sulla rivalsa della TOSAP, che
na stessa). F Cass. civ., sez. II, 10 agosto 2009, n. 18188, Abaco riguardano esclusivamente i rapporti privatistici tra le parti. F
Imm. Srl c. Cond. Appio Claudio 211 Roma ed altri (C.c., art. Cass. civ., sez. V, 6 agosto 2009, n. 18041, Com. Roma c. Sogecori
2051). [RV609308] Srl (D.L.vo 15 novembre 1993, n. 507, art. 49). [RV609297]
CONDOMINIALE
stabilire a chi spetti la proprietà di un locale dell’edificio con-
dominiale, sottostante al piano terreno, deve farsi riferimento,
non alle ordinarie norme poste dagli artt. 840 e 934 cod. civ., ma
SOMMARIO a quelle che regolano la proprietà condominiale, divisa per piani
a. Adiacente o circostante; b. Cantine, sotterranei; c. Co- orizzontali, gradatamente accertandosi al predetto fine: a) se il
struzioni autonome; d. Edificio costruito su piloni (piano titolo, esplicitamente o implicitamente, attribuisca a taluno la
proprietà esclusiva; b) se, tacendo il titolo, la proprietà esclusi-
in pilotis); e. Effettuazione di opere nel sottosuolo; f. Fondi
va possa riconoscersi ugualmente in quanto acquisita per usu-
separati per piani orizzontali e poggianti sullo stesso suolo; capione; c) se, non potendo neanche accamparsi l’usucapione,
g. Nozione di suolo; h. Occupazione di porzione di fondo il locale, per la sua struttura, non possa considerarsi tra le parti
attiguo; i. Permuta di terreno contro parte dell’edificio da dell’edificio necessarie all’uso comune o tra le cose destinate
costruire; j. Riserva della proprietà del piano in pilotis; k. ad un servizio o al godimento comune, e debba viceversa consi-
Sottofondazioni; l. Sottosuolo di una strada comune; m. Spese derarsi destinato ad uso esclusivo. * Cass. civ., sez. II, 4 marzo
1983. n. 1632, Alessandri c. Amalberti
di manutenzione di locale sotterraneo; n. Spessore del piano
di calpestio; o. Uso del sottosuolo. n Poiché l’edificio condominiale comprende l’intero manufatto
che va dalle fondamenta al tetto e, quindi, anche i vani scanti-
a. Adiacente o circostante. nati compresi tra le fondamenta stesse ed il suolo su cui sorge
l’edificio, costituisce oggetto di proprietà comune, ai sensi del-
n Il suolo ed il sottosuolo, che a norma dell’art. 1117 n. 1 c.c. è l’art. 1117 c.c., non la superficie a livello del piano di campagna
presunto comune tra i condomini di un edificio — salvo titolo che viene scavata per la posa delle fondamenta, bensì quella
contrario - è soltanto quello occupato e circoscritto dalle fonda- porzione del terreno su cui viene a poggiare l’intero edificio ed
menta e dai muri perimetrali esterni dell’edificio; il suolo adia- immediatamente, la parte infima di esso. Di conseguenza, per
cente o circostante può rientrare fra le cose comuni soltanto stabilire a chi spetti la proprietà di un locale dell’edificio condo-
per diverso titolo, potendo trovarsi in rapporto di accessorietà miniale sottostante al piano terreno deve farsi riferimento alle
o di pertinenza con l’edificio stesso. * Cass. civ., sez. II, 26 marzo norme che regolano la proprietà condominiale per piani oriz-
1974, n. 841 zontali e, perciò, con riguardo ai piani o porzioni di piano che
siano o meno sotto il livello del circostante piano di campagna,
n Il suolo su cui sorge l’edificio, che a norma dell’art. 1117 n. agli atti di acquisto dei singoli appartamenti e delle altre unità
1 cod. civ. è presunto comune tra i condomini di un edificio, è immobiliari ed al regolamento di condominio allegato agli atti
soltanto quello occupato e circoscritto dalle fondamenta e dai di acquisto o in essi richiamato (cosiddetto regolamento con-
muri perimetrali esterni, mentre il suolo adiacente o circostante trattuale). * Cass. civ., sez. II, 23 luglio 1994, n. 6884, Dionisi c.
può rientrare tra le cose comuni unicamente per diverso titolo. * Condominio di Via delle Ortensie n. 18 e Via delle Orchidee n.
Cass. civ., sez. II, 13 gennaio 1984, n. 273, Purificato c. Ascani 19 in Rieti
n Per stabilire in concreto se una determinata area adiacen- n Ai sensi dell’art. 1117 n. 1 c.c. deve intendersi per «suolo su
te all’edificio in condominio, o situata fra le parti di esso, sia cui sorge l’edificio», oggetto di proprietà comune, il terreno su
comune o appartenga esclusivamente all’appartamento che ad cui viene a poggiare l’intero stabile e quindi quello sottostante
esso ha accesso o è situato allo stesso livello, è necessaria una alle strutture più profonde dello stesso, sicché i vani scantina-
valutazione dello stato effettivo dei luoghi e di rapporti strut- ti, anche i più bassi, non possono mai presumersi comuni per
turali e funzionali intercorrenti tra l’edificio condominiale e lo loro natura, in mancanza di un titolo contrario, ma solo se ed
spazio in questione. Tale valutazione si traduce in un apprez- in quanto risultino obiettivamente destinati all’uso ed al godi-
zamento di fatto insindacabile in cassazione, quando sia stato mento comune. (Nella specie la S.C. ha confermato la sentenza
congruamente motivato. (Nella specie, è stato ritenuto che una impugnata la quale aveva escluso che il piano scantinato di
chiostrina, situata poco al disotto del livello di un appartamen- un edificio fosse destinato all’uso ed al godimento comune,
to, sito al piano terreno, dovesse considerarsi bene comune per in quanto in base al regolamento di condominio il cantinato
le sue caratteristiche e per la sua destinazione ed utilizzazione). de quo era suddiviso in cinque distinte unità immobiliari con
* Cass. civ., sez. II, 29 agosto 1966, n. 2290 destinazione a box o a deposito, ciascuna avente una propria
millesimazione). * Cass. civ., sez. II, 27 aprile 1993, n. 4934, De
b. Cantine, sotterranei. Lucia c. Chiaro
n Poiché l’edificio condominiale comprende l’intero manufatto n In tema di condominio negli edifici, oggetto di proprietà co-
che va dalle fondamenta al tetto, e quindi anche i vani scantinati mune, ai sensi dell’art. 1117 c.c., è quella porzione di terreno
compresi tra le fondamenta stesse, ed il suolo su cui sorge l’edi- su cui viene a poggiare l’intero stabile, cioè la parte infima di
ficio, oggetto di proprietà comune ai sensi dell’art. 1117 cod. civ. questo, esistente sotto il piano cantinato più basso, per cui i vani
è non la superficie, a livello del piano di campagna, che viene scantinati possono presumersi comuni non in quanto facenti
scavata per la posa delle fondamenta, bensì quella porzione del parte del «suolo su cui sorge l’edificio» ma solo se ed in quanto
risultino obiettivamente destinati all’uso ed al godimento co- escavazioni in profondità del sottosuolo per ricavarne nuovi lo-
mune. (Nell’affermare il suddetto principio la S.C. ha ritenuto cali ad ingrandire quelli preesistenti, comportando tale attività
corretta la decisione del giudice di merito che aveva ritenuto l’assoggettamento di un bene comune a vantaggio del singolo.
superata la presunzione di comunione nel caso di un locale (In applicazione di tale principio, la Corte ha confermato la
seminterrato comunicante, attraverso una botola, unicamente sentenza di merito che aveva considerato lesivo del diritto di
con un negozio sito al piano terreno, sicché per la sua struttu- comproprietà l’opera di escavazione di cm. 40, eseguita dalla
ra non poteva considerarsi tra le parti dell’edificio necessarie proprietaria del piano terreno, in profondità del sottosuolo, per
all’uso comune ovvero tra le cose destinate ad un servizio o al ingrandire il suo locale). * Cass. civ., sez. II, 28 aprile 2004, n.
godimento comune, bensì destinato ad uso esclusivo di quel 8119, Polli c. Cond. via Garibaldi 3 Settala
negozio). * Cass. civ., sez. III, 17 agosto 1990, n. 8376
n Per il combinato disposto degli artt. 1117 e 840 cod. civ., il sot-
n È da ritenersi consentito il collegamento dei propri scantinati tosuolo costituito dalla zona esistente in profondità al di sotto
con il cortile comune, attuato mediante «bocche di lupo» (var- dell’area superificiaria che è alla base dell’edificio condominia-
chi di aria-luce nel muro perimetrale e feritoie munite di solide le, ancorché non menzionato espressamente da detto art. 1117,
griglie metalliche sul piano di calpestio del cortile), in quanto va considerato di proprietà comune in mancanza di un titolo
non pregiudica la destinazione del cortile o l’essenza strutturale che ne attribuisca la proprietà esclusiva a uno dei condomini, e
e funzionale delle cose comuni, né il pari uso da parte degli altri ciò anche con riguardo alla funzione di sostegno che esso con-
condomini, né il loro diritto di comproprietà sul sottosuolo e tribuisce a svolgere per la stabilità del fabbricato. Pertanto, un
costituisce espressione del potere di modificazione consentita condomino non può senza il consenso degli altri partecipanti
ad ogni condomino per il miglior godimento delle cose comuni alla comunione procedere alla escavazione in profondità del
in funzione della proprietà solitaria. * Cass. civ., sez. II, 9 settem- sottosuolo per ricavarne nuovi locali o per ingrandire quelli
bre 1970, n. 1378 preesistenti, giacché con l’attrarre la cosa comune nell’orbita
della sua disponibilità esclusiva, viene a ledere il diritto di pro-
n Ai fini della determinazione dell’equo canone di immobili con prietà dei condomini su una parte comune dell’edificio. * Cass.
destinazione abitativa deve essere computata nella superficie civ., sez. II, 11 novembre 1986, n. 6587, Bertante c. Pini. Confor-
convenzionale ai sensi dell’art. 13 legge 27 luglio 1979 n. 392 la me, Cass. civ., 23 dicembre 1994, n. 11138
quota della cantina, quando sussista un rapporto pertinenziale
a norma dell’art. 817 c.c. - non escluso dall’esistenza di contratti n L’escavazione del sottosuolo condominiale da parte di un
di locazione autonomi con lo stesso conduttore - tra la cantina e condomino per collegare con una scala le unità immobiliari
l’immobile principale. * Cass. civ., sez. III, 6 marzo 1998, n. 2480, al piano terreno con quelle poste al seminterrato, tutte di sua
Fimpa Spa c. Boscaro ed altro. proprietà esclusiva, non comporta appropriazione del bene
comune e non costituisce innovazione vietata, perché non de-
c. Costruzioni autonome. termina l’inservibilità del bene comune all’uso e al godimento a
cui è destinato. * Cass. civ., sez. II, 5 giugno 1999, n. 5546, Taras
n La comunione, anche del suolo, di cui all’art. 1117 cod. civ., c. Ceccarelli. [RV527109]
postula che su uno stesso suolo insistano diversi piani o porzio-
ni di piani costituenti un unico edificio, onde le costruzioni fra n Ricorre l’ipotesi di innovazione lesiva del diritto degli altri
loro separate, ancorché su suolo originariamente del medesimo condomini nella escavazione da parte di uno o più di essi nel
proprietario, non rientrano nella previsione della citata norma sottosuolo comune, allorché vengano realizzate opere che ne
e delle presunzioni di comunione ivi poste con la conseguenza limitino l’uso ed il godimento da parte degli altri condomini. *
che con il loro trasferimento viene alienato pure il suolo sul Cass. civ., sez. II, 5 maggio 1981, n. 2805, Gargiulo c. Esposito
quale esse sorgono, a meno che l’alienante non costituisca sol-
n Il proprietario di vani terranei in un edificio condominiale
tanto un diritto di superficie in favore dell’acquirente (ai sensi
non può abbassare il livello dei relativi pavimenti per ingrandire
dell’art.952 cod. civ.) riservandosi, al momento della vendita, la
il volume dei vani stessi o per ricavarne altri di sua esclusiva
proprietà del suolo su cui l’immobile insiste. (Nella specie, il
proprietà neppure ove esistano, sotto i pavimenti, massetti e
S.C., enunciando il surriportato principio, ha cassato la decisio-
vespai, destinati all’utilità dei vani cui sottostanno poiché an-
ne di merito che aveva ritenuto operante la presunzione di co-
che ove risulti provata l’appartenenza di tali manufatti al pro-
munione del suolo ex art. 1117 cod. civ. nel caso di appartamenti
prietario dei vani sovrastanti, non diviene, per questo fatto, di
costruiti su suolo originariamente comune, ma reciprocamente
proprietà singola l’area condominiale in cui i manufatti stessi si
del tutto autonomi, avendo ciascuno di essi propri accessi, pro-
trovano immersi. * Cass. civ., sez. II, 4 aprile 1978, n. 1524
prie scale, propri muri maestri e propri tetti). * Cass. civ., sez. II,
26 aprile 1983, n. 2864, Tanini c. Soc. Ed. Lucia n Il singolo condomino non può, senza il consenso degli altri
partecipanti alla comunione, procedere alla escavazione in pro-
d. Edificio costruito su piloni (piano in fondità del sottosuolo per ricavarne nuovi locali o per ingrandire
pilotis). quelli preesistenti di proprietà singola giacché l’attrazione della
cosa comune nell’ambito della proprietà esclusiva di uno dei
n La previsione di proprietà comune dei condomini, di cui comunisti e la conseguente sottrazione di essa, alla possibilità
all’art. 1117 cod. civ., si estende allo spazio a livello del suolo di sfruttamento collettivo, comportano una lesione del diritto di
su cui insiste un edificio condominiale costruito su piloni (c.d. proprietà degli altri condomini sulle parti comuni dell’edificio. *
piano in pilotis). * Trib. civ. Casale Monferrato, 24 febbraio 1984, Cass. civ,. sez. II, 20 gennaio 1977, n. 297
Francia ed altri c. Francia, in Arch. civ. 1984, 1035.
n L’immissione di tiranti, nel sottosuolo di proprietà condomi-
e. Effettuazione di opere nel sottosuolo. niale, da parte del proprietario confinante, che proceda ad esca-
vazioni nel suolo di sua proprietà, costituendo uno dei migliori
n Per il combinato disposto degli artt. 840 e 1117 c.c. lo spazio accorgimenti tecnici per irrigidire la paratia di contenimento
sottostante al suolo su cui sorge un edificio in condominio, in dello scavo necessario alla costruzione di un nuovo edificio, non
mancanza di titolo che ne attribuisca la proprietà esclusiva ad integra molestia possessoria, ma uno dei rimedi della tecnica
uno dei condomini, deve considerarsi di proprietà comune, per esercitare la facoltà, di cui all’art. 840 c.c., senza danni per il
indipendentemente dalla sua destinazione. Ne deriva che il vicino. * Trib. civ. Milano, ord. 14 settembre 1999, Condominio
condomino non può, senza il consenso degli altri, procedere ad di C.so di Porta Ticinese 80 c. Soc. Afinbrera 2000 e Soc. So.Ge.
n Nel caso di fondi separati per piani orizzontali e poggianti n In tema di parti comuni di un immobile in condominio (art.
sullo stesso suolo (nella specie: scala comune e sottoscala 1117 c.c.) la locuzione “suolo su cui sorge l’edificio” deve inten-
appartenente in via esclusiva ad uno dei comproprietari della dersi quella porzione di terreno sul quale poggia l’intero edificio,
scala medesima) il suolo deve presumersi comune a norma del- id est l’intera area delimitata dalle mura perimetrali dell’edificio
l’art. 1117 c.c., salvo che risulti provata l’esistenza di un rappor- stesso, sicché è inibito al singolo condomino, in difetto di prova
di avere acquistato in base a valido titolo porzioni di esso, di
to di superficie, o di altro rapporto giuridico in base al quale il
assoggettarlo a proprio uso esclusivo impedendone il pari uso
suddetto suolo ed il sottosuolo appartengano esclusivamente al
agli altri condomini senza il consenso di costoro. * Cass. civ.,
proprietario del sottoscala. * Cass. civ., sez. II, 20 gennaio 1977,
sez. II, 3 novembre 2000, n. 14350, Pietragalla c. Lauro.
n. 297
n Per suolo su cui sorge l’edificio, con riferimento al quale
g. Nozione di suolo. l’art. 1117 c.c. stabilisce una presunzione di comunione, deve
intendersi quella porzione di terreno sulla quale poggia l’intero
n In tema di condominio, il «suolo su cui sorge l’edificio», al edificio ed, immediatamente, la parte infima di esso. Pertanto,
quale fa riferimento l’art. 1117 c.c., è quella porzione di terreno rientrano in tale nozione la superficie sulla quale poggia il pavi-
sulla quale poggia l’intero edificio e, immediatamente, la parte mento del pianterreno e l’area dove sono infisse le fondazioni. *
infima di esso; pertanto, rientrano in tale nozione l’area dove Cass. civ., sez. II, 22 marzo 1996, n. 2469, Serafini c. Paolucci
sono infisse le fondazioni e la superficie sulla quale poggia il
pavimento del pianterreno, non anche quest’ultimo. Ne conse- n In tema di parti comuni di un immobile in condominio (art.
gue che i condomini sono comproprietari non della superficie a 1117 c.c.), il termine «edificio» va interpretato nel senso che, per
livello di campagna, bensì dell’area di terreno sita in profondità esso, si intende l’intero manufatto, dalle fondamenta al tetto, in-
- sottostante, cioè, la superficie alla base del fabbricato - sulla clusi, quindi, anche i vani scantinati compresi tra le fondamenta
quale posano le fondamenta dell’immobile. * Cass. civ., sez. II, stesse, mentre la locuzione «suolo su cui sorge l’edificio» deve
28 aprile 2004, n. 8119, Polli c. Cond. via Garibaldi 3 Settala intendersi non come superficie a livello del piano di campagna
scavata per la posa delle fondamenta, ma come porzione di
n In tema di condominio, il “suolo su cui sorge l’edificio”, al terreno su cui viene ad insistere l’intero fabbricato e, più spe-
quale fa riferimento l’art. 1117 c.c., è quella porzione di terreno cificamente, la parte inferiore di esso, secondo una accezione
sulla quale poggia l’intero edificio e, immediatamente, la parte diversa da quella di cui all’art. 840 c.c. (il cui riferimento è, inve-
infima di esso; pertanto, rientrano in tale nozione l’area dove ce, alla sola superficie esposta all’aria), con la conseguenza che
sono infisse le fondazioni e la superficie sulla quale poggia il i condomini sono comproprietari non della superficie a livello di
pavimento del pianterreno, non anche quest’ultimo. Ne conse- campagna (che, a causa dello sbancamento e della costruzione
gue che i condomini sono comproprietari non della superficie a del fabbricato, è venuta a mancare) bensì dell’area di terreno
livello di campagna, bensì dell’area di terreno sita in profondità sita in profondità - sottostante, cioè, la superficie alla base del
- sottostante, cioè, la superficie alla base del fabbricato - sulla fabbricato - sulla quale posano le fondamenta dell’immobile. *
quale posano le fondamenta dell’immobile. * Cass. civ., sez. II, Cass. civ., sez. II, 24 agosto 1998, n. 8346, Cauti c. Immobiliare
19 dicembre 2002, n. 18091, Sartania Costr. Srl c. Fin Capitolina Imac Srl
Srl ed altri. [RV559308]
n Dovendosi, ai fini della presunzione di comunione di cui al-
n Per suolo su cui sorge l’edificio, con riferimento al quale l’art. 1117 c.c., considerare come suolo su cui poggia l’edificio
l’art. 1117 c.c. stabilisce una presunzione di comunione, deve la superficie sulla quale è collocato il pavimento del piano terra,
intendersi quella porzione di terreno sulla quale poggia l’intero per il combinato disposto di detta norma e dell’art. 840 dello
edificio ed, immediatamente, la parte infima di esso. Pertanto, stesso codice devono ritenersi di proprietà comune, indipen-
rientrano in tale nozione la superficie sulla quale poggia il pavi- dentemente dalla loro attuale destinazione a servizi di interesse
mento del pianterreno e l’area dove sono infisse le fondazioni. * collettivo o dalla possibilità di siffatta utilizzazione, ed in man-
Cass. civ., sez. II, 22 marzo 1996, n. 2469, Serafini c. Paolucci, in canza di titolo che ne attribuisca la proprietà esclusiva a singoli
questa Rivista 1996, 921. condomini, i vani e gli spazi, posti tra i muri perimetrali del fab-
bricato condominiale, sottostanti al piano terreno o, nel caso
n Per suolo di un edificio condominiale deve intendersi l’area di di vani di pianterreno ad altezza diversa tra loro, sottostanti ai
terreno sita in profondità su cui posano le fondamenta dell’im- singoli vani a piano terra (e non già, in questa seconda ipotesi,
mobile. Pertanto se questo è costruito su un pendio, le superfici solo lo spazio sottostante al vano dell’edificio posto a quota più
situate a piano terra sono necessariamente sfalsate, e quindi è bassa). * Cass. civ., sez. II, 27 maggio 1977, n. 2183
suolo comune non soltanto l’area ove poggia il vano più basso,
ma anche quella coperta da ciascun locale posto al piano terra. n Suolo su cui sorge l’edificio è unicamente quello occupato
Ne deriva che il terrapieno su cui è costruito un vano a piano e circondato dalle fondamenta e dai muri perimetrali del fab-
bricato stesso ovvero, in contrapposto al sottosuolo, l’area, deli- levando la circostanza che il cedimento e le lesioni riguardino in
mitata nelle sue dimensioni di lunghezza e larghezza, sulla quale diversa misura alcune parti dell’edificio. * Trib. civ. Milano, sez.
poggia il pavimento del pianterreno ed insiste, sviluppandosi in VIII, 1 marzo 1993, Maturi e altro c. Condominio di Via Barigozzi
altezza, la parte fuori terra dell’edificio. * Cass. civ., sez. II, 5 22 di Milano, in questa Rivista 1993, 319.
settembre 1970, n. 1224
l. Sottosuolo di una strada comune.
n Agli effetti della presunzione di cui all’art. 1117 c.c., per suolo
su cui sorge l’edificio deve intendersi la superficie sulla quale n L’interramento di un serbatoio per nafta in una strada co-
poggia il pavimento del pianterreno, con la conseguenza che, mune non è astrattamente idoneo a violare il diritto di ciascun
per il combinato disposto di detta norma e dell’art. 840 c.c., i condomino di usare della cosa comune, ove il giudice del merito
vani e gli spazi sottostanti al pianterreno e posti tra i muri mae- non abbia accertato che tale uso non consenta il passaggio sulla
stri dell’edificio condominiale debbono, di norma, in mancanza strada o che impedisca agli altri condomini di utilizzare analoga-
di titolo che ne attribuisca la proprietà esclusiva ad uno dei con- mente il sottosuolo, secondo il loro diritto; il che non comporta
domini, considerarsi di proprietà comune, indipendentemente che gli altri partecipanti debbano utilizzare quello stesso spazio
dalla loro attuale destinazione a servizio di interesse collettivo o occupato dal serbatoio, dal momento che lo spazio del sotto-
dalla possibilità di siffatta utilizzazione. * Cass. civ., 6 novembre suolo non è oggetto del diritto, ma il luogo ove il diritto viene
1971, n. 3139 esercitato. * Cass. civ., sez. II, 26 aprile 1978, n. 1951
n Il termine «suolo», menzionato dall’art. 1117, n. 1, in confor-
mità del significato suo specifico, sia nel linguaggio comune che m. Spese di manutenzione di locale
in quello proprio, designa l’area delimitata dalle sue dimensioni sotterraneo.
(larghezza e lunghezza), sulla quale insiste, sviluppandosi in al-
tezza, la parte fuori terra dell’edificio, sicché il livello di tale area n È esclusa, salvo patto contrario, l’applicazione analogica
corrisponde a quello del terreno o piano di campagna, circo- della norma dell’art. 1125 cod. civ. in materia di soffitti, solai o
stante l’edificio, ed è immediatamente sottostante o adiacente volte negli edifici condominiali, al fine di ripartire le spese per la
al livello del pavimento, o piano artificiale di calpestio dei vani manutenzione o il rifacimento delle strutture di copertura di un
terranei. Ne consegue che i locali e gli spazi dell’edificio condo- locale sotterraneo la cui proprietà appartenga ad un soggetto di-
miniale, esistenti sotto il livello del terreno sottostante, sono di verso dal proprietario del fondo sovrastante, non avendo dette
proprietà comune, salvo che il contrario non risulti dal titolo. * strutture alcuna funzione di sostegno né risultando dal titolo la
Cass. civ., 23 maggio 1962, n. 1194 comunione sulle stesse con il proprietario del suolo (nella spe-
cie, trattavasi di un’autorimessa sottostante ad un’area adibita
a giardino ed accesso al vicino fabbricato). * Cass. civ., sez. II,
h. Occupazione di porzione di fondo
18 marzo 1989, n. 1362, Condominio S. Vittore 38/A, Milano c.
attiguo.
Magenta Prima Srl
n L’azione diretta ad ottenere l’attribuzione, ai sensi dell’art.
938 c.c., della proprietà dell’edificio e del suolo occupato deve n. Spessore del piano di calpestio.
essere proposta nei confronti di tutti i condomini da quest’ulti-
mo, in quanto tale attribuzione dà luogo ad una modificazione n Le modifiche apportate dal condomino al vano terraneo
della situazione giuridica del suolo operata da una sentenza in sua proprietà esclusiva, sotto forma di consolidamento e
avente carattere costitutivo. * Cass. civ., sez. II, 30 gennaio 1992, rafforzamento del piano di calpestio con massicciata più pro-
n. 1005, Fontenova c. Caon fonda, e perfino con creazione di camere isolanti, in relazione
alla struttura, funzione e destinazione di siffatto vano, sono ai
sensi dell’art. 1102 cod. civ., pienamente legittime, salvo che,
i. Permuta di terreno contro parte
determinando un abbassamento del livello di pavimentazione
dell’edificio da costruire.
(per l’utilizzazione della maggior cubatura conseguente), diano
n Nella permuta - ancorché realizzata attraverso vendita con luogo ad invasione del suolo comune. Ai fini della relativa inda-
riserva di parte dell’area ed appalto - di terreno contro parte del- gine, occorre accertare in concreto se tale suolo condominiale
l’edificio da costruire, il trasferimento immediato del dominio si identifichi con il piano di posa delle fondazioni dell’edificio,
del suolo non realizza alcuna deroga alla disciplina della pro- ovvero il livello del piano comune sia più elevato rispetto a tale
prietà condominiale che verrà a costituirsi con l’edificazione ed piano di posa per la struttura delle medesime, comportante la
alle presunzioni di cui all’art. 1117 cod. civ., salvo che tanto non configurazione dello spessore del piano di calpestio come ma-
risulti in concreto da specifiche pattuizioni delle parti, comun- nufatto distinto dalle fondazioni e di proprietà (esclusiva) dei
que ricavabili dal negozio concluso. * Cass. civ., sez. II, 29 luglio condomini dei piani terranei. * Cass. civ., sez. II, 5 aprile 1984, n.
1981, n. 4857, Bonaccorsi c. Massari 2206, Sansalone c. Cond. Somma Dona
L’impianto idrico in condominio (2006, 199); Riscaldamento e risparmio energetico (1998, 273);
L’impugnazione delle delibere assembleari (2007, 89); Sanzioni per il rilascio ottenuto fraudolentemente (2009, 191);
L’opposizione dell’intimato (2003, 699); Scale condominiali (2001, 857);
L’opposizione successiva alla convalida (2007, 645); Sicurezza degli impianti condominiali (1999, 873);
Mancato o ritardato pagamento del canone e oneri accessori (2005, 91); Soffitti e solai (2001, 291);
Mantenimento della casa in buono stato locativo (2007, 425); Sublocazione e cessione del contratto di locazione (2002, 77);
Miglioramenti apportati alla casa locata (1998, 451); Sul deposito cauzionale (1997, 887);
Modalità per il rilascio: art. 56 L. n. 392/78 (2004, 99); Termine per il pagamento dei canoni scaduti (2001, 469);
Mutamento del rito (2009, 589); Trasferimento a titolo particolare della cosa locata (2008, 675);
Oneri accessori (2003, 87); Uso promiscuo dell’immobile locato (1997, 309);
Portierato, custodia e pulizia (2000, 641); Uso della cosa comune condominiale (1997, 1073);
Recesso del locatore e ripristino del rapporto (1997, 693); Uso della proprietà esclusiva (2004, 501);
Restituzione della cosa locata (2000, 321); Uso diverso da quello pattuito (2006, 337);
Riparazioni straordinarie (2000, 793); Vizi della cosa locata (2004, 619).
ANNO 2009
VARIAZIONE ANNUALE
VARIAZIONE BIENNALE
Il dato relativo alla variazione biennale non viene più pubblicato, posto che la soppressione dell’aggiornamento biennale
risale al 1985.
ANNO 2008
VARIAZIONE ANNUALE
N. della Gazzetta Ufficiale
Periodo cui si riferisce la variazione Dato pubblicato dall’ISTAT 75% del dato su cui è pubblicato il dato
ANNO 2009
variazione annuale
(*) Utilizzabile per l’aggiornamento del canone, con specifica clausola, nei contratti di
locazione abitativa non regolamentati. (Fonte Confedilizia)
ANNO 2008
variazione annuale
(*) Utilizzabile per l’aggiornamento del canone, con specifica clausola, nei contratti di locazione abitativa non
regolamentati. (Fonte Confedilizia)
(*) Il prospetto non tiene conto di quanto disposto dal comma 2 bis dell’art. 11 della L. n. 359/92.
1983 D.L. n. 426 del 12.9.1983 conv. nella L. n. 673 del 10.11.1983
Differimento termine di esecuzione del rilascio ad istanza del conduttore
1) Generalità dei comuni Provvedimenti esecutivi emessi relativamente a contratti con scadenza non successiva al
30.6.1984: fissazione nuova data di rilascio per 60 gg. dopo ed entro 180 gg. dalla data di esecuzione.
2) Comuni con popolazione superiore ai 300.000 abitanti, comuni confinanti coi predetti e comuni di cui alla
de libera CIPE del 29.7.1982 (pubblicata 14.9.1982 su G.U.) Provvedimenti esecutivi emessi relativamente a
contratti con scadenza non successiva al 30.06.1984: fissazione nuova data di rilascio per 120 gg. dopo ed entro 360
gg. dalla data di esecuzione.
1986 D.L. n. 708 del 29.10.1986 conv. nella L. n. 899 del 23.12.1986
Sospensione esecuzione provvedimenti di rilascio sino al 31.3.1987. Comuni con popolazione superiore ai
300.000 abitanti, indicati nella delibera CIPE del 30.5.1985 nonchè comuni capoluogo di provincia.
2001 D.L. n. 247 del 2.7.2001 conv. nella L. n. 332 del 4.8.2001
Differimento fino al 31 dicembre 2001 della sospensione delle procedure esecutive di rilascio di immobili adibiti ad uso
abitativo, già disposta ai sensi dell’art. 80, comma 22, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, iniziate nei confronti degli
inquilini in possesso dei requisiti indicati al comma 20 del medesimo articolo 80.
2004 D.L. n. 240 del 13.9.2004, conv. nella L. n. 269 del 12 novembre 2004
Differimento non oltre il 31 marzo 2005 del termine per l’esecuzione del provvedimento di rilascio di cui all’articolo
1, comma 1, del decreto-legge 24 giugno 2003, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 1˚ agosto 2003, n. 200,
disposto in favore dei conduttori che abbiano reso dichiarazione irrevocabile di volersi avvalere di una delle tipologie
di contratto di cui all’art. 2 del D.L. n. 240/04.
2005 D.L. n. 86 del 27.5.2005, conv. nella L. n. 148 del 26 luglio 2005
Differimento non oltre il 30 settembre 2005 e subordinatamente all’emanazione di un D.M. di individuazione dei Comuni
interessati (1) del termine per l’esecuzione del provvedimento di rilascio di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge
24 giugno 2003, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 1˚ agosto 2003, n. 200, disposto in favore dei conduttori
che abbiano reso dichiarazione irrevocabile di volersi avvalere di una delle tipologie di contratto di cui all’art. 2 del D.L.
n. 86/05.
(1) Vedasi il D.M. 28 settembre 2005, entrato peraltro in vigore addirittura dopo il 30 settembre 2005.
2007 L. n. 9 dell’8.2.2007
Sospensione a decorrere dal 15 febbraio 2007 per un periodo di otto mesi delle procedure esecutive di rilascio per
finita locazione degli immobili adibiti ad uso di abitazione nei comuni capoluoghi di provincia, nei comuni con essi
confinanti con popolazione superiore a 10.000 abitanti e nei comuni ad alta densità abitativa di cui alla delibera CIPE
n. 87/03 del 13 novembre 2003, nei confronti di conduttori con reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a
27.000 euro, che siano o abbiano nel loro proprio nucleo familiare persone ultrasettantacinquenni, malati terminali
o portatori di handicap con invalidità supe riore al 66 per cento, purché non siano in possesso di altra abitazione
adeguata al nucleo familiare nella regione di residenza. La sospensione ricorrendo le stesse condizioni di reddito e di
impossidenza si applica anche ai nuclei familiari con figli fiscalmente a carico. Il termine è elevato a 18 mesi nel caso
di “grandi proprietà”.
2008 D.L. n. 248 del 31.12.2007, conv. con modif. nella L. n. 31 del 28.2.2008
Sospensione fino al 15 ottobre 2008 dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili
adibiti ad uso di abitazione, in attesa della compiuta realizzazione dei programmi già previsti e finanziati dal piano
straordinario di edilizia residenziale pubblica che prevede il recupero di circa 12.000 alloggi destinati prioritariamente
a garantire il passaggio da casa a casa per gli sfrattati. Si veda in questa Rivista, 2008, 311, nella sezione “Legislazione
e documentazione”.
2008 D.L. n. 158 del 20.10.2008, conv. con modif. nella L. n. 199 del 18.12.2008
Sospensione fino al 30 giugno 2009 dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili
adibiti ad uso di abitazione, già sospesa fino al 15 ottobre 2008 ai sensi del D.L. n. 248/07, limitatamente ai comuni di cui
all’art. 1, com ma 2, del D.L. 27 maggio 2005, n. 86, conv., con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 148.
Si veda il testo del decreto legge, convertito con modificazioni, in questa Rivista, 2009, 93.
(*) Lo schema sopra riportato non include i provvedimenti emanati per specifiche zone del territorio nazionale colpite da
particolari eventi (terremoti, alluvioni, ecc.). Tale prospetto, inoltre, non tiene conto di quanto disposto dal comma 2 bis dell’art.
11 della L. n. 359/92, stanti le differenti, perduranti interpretazioni giurisprudenziali che ne rendono incerta la portata.
Proposta comitato ristretto art. 1118, quarto comma, c.c. D.P.R. 59/09 (art. 4, comma 9)
Il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centraliz- 9. In tutti gli edifici esistenti con un numero di unità abitative
zato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco superiore a 4, e in ogni caso per potenze nominali del generato-
non derivano notevoli squilibri di funzionamento né aggravi re di calore dell’impianto centralizzato maggiore o uguale a 100
di spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta kW, appartenenti alle categorie E1 ed E2, così come classificati
tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese di manuten- in base alla destinazione d’uso all’articolo 3, del decreto del Pre-
zione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e sidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, è preferibile il
messa a norma mantenimento di impianti termici centralizzati laddove esistenti;
le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali
interventi finalizzati alla trasformazione degli impianti termici
centralizzati ad impianti con generazione di calore separata per
singola unità abitativa devono essere dichiarate nella relazione
di cui al comma 25.
Note:
La proposta del Comitato ristretto mal si concilia con l’art. 4, comma 9, D.P.R. n. 59/09, che, ancorché tratti della diversa fatti-
specie della soppressione dell’impianto centralizzato a favore di quello autonomo, ha l’evidente scopo di impedire la diffusione
di quest’ultimo.
Legge 10/91
Proposta comitato ristretto D.P.R. 59/09
(art. 26, comma 2, così come
(art. 1120, secondo comma, c.c.) (art. 4, comma 9)
modificato dalla legge 99/09)
Sono valide, se approvate dall’assem- 2. Per gli interventi sugli edifici e sugli im- 9. In tutti gli edifici esistenti con un nume-
blea a maggioranza degli intervenuti pianti volti al contenimento del consumo ro di unità abitative superiore a 4, e in ogni
con un numero di voti che rappresenti energetico ed all’utilizzazione delle fonti caso per potenze nominali del generatore
almeno un terzo del valore dell’edificio e di energia di cui all’articolo 1, individuati di calore dell’impianto centralizzato mag-
a condizione che rispettino, se del caso, attraverso un attestato di certificazione giore o uguale a 100 kW, appartenenti alle
le disposizioni di cui al secondo comma energetica o una diagnosi energetica categorie E1 ed E2, così come classificati
dell’articolo 1117 ter, le deliberazioni realizzata da un tecnico abilitato, le per- in base alla destinazione d’uso all’articolo
aventi ad oggetto:(Omissis)2) le opere e tinenti decisioni condominiali sono valide 3, del decreto del Presidente della Repub-
gli interventi previsti per eliminare le bar- se adottate con la maggioranza semplice blica 26 agosto 1993, n. 412, è preferibile
riere architettoniche, per il contenimento delle quote millesimali rappresentate dagli il mantenimento di impianti termici cen-
del consumo energetico degli edifici e per intervenuti in assemblea. tralizzati laddove esistenti; le cause tecni-
realizzare parcheggi da destinare a per- che o di forza maggiore per ricorrere ad
tinenza delle unità immobiliari, secondo eventuali interventi finalizzati alla tra-
quanto previsto dalla legge;(Omissis) sformazione degli impianti termici cen-
tralizzati ad impianti con generazione di
calore separata per singola unità abitativa
devono essere dichiarate nella relazione
di cui al comma 25.
Note:
La proposta del Comitato ristretto non dà alcuna definizione degli interventi volti al contenimento del consumo energetico. In
più, si pone, all’evidenza, in contrasto con l’attuale dizione dell’art. 26, comma 2, L. 10/91, che prevede che questi stessi interventi
siano, non solo “individuati attraverso un attestato di certificazione energetica o una diagnosi energetica realizzata da un tecnico
abilitato”, ma anche adottati con “la maggioranza semplice delle quote millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea”.
Stesso discorso con riferimento all’art. 4, comma 9, D.P.R. n. 59/09. Questo provvedimento va proprio nel senso contrario alla pre-
visione contenuta nel testo di riforma, che, mira invece ad agevolare gli interventi diretti al contenimento del consumo energetico,
tra i quali viene comunemente fatta rientrare anche la trasformazione centralizzato/autonomo.
Le installazioni di impianti non cen- Art. 90. Pubblica utilità - Espropriazione. 15. Gli articoli 90 e 91 del decreto legi-
tralizzati per la ricezione radiotelevisiva 1. Gli impianti di reti di comunicazione slativo 10 agosto 2003, n. 259 si applicano
e per l’accesso a qualunque altro genere elettronica ad uso pubblico, ovvero eser- anche alle opere occorrenti per la realiz-
di flusso informativo, anche da satellite citati dallo Stato, e le opere accessorie zazione degli impianti di comunicazione
o via cavo, e i relativi collegamenti fino occorrenti per la funzionalità di detti im- elettronica in fibra ottica su immobili di
al punto di diramazione per le singole pianti hanno carattere di pubblica utilità, proprietà privata, senza la necessità di
utenze sono realizzati in modo da recare il ai sensi degli articoli 12 e seguenti del alcuna preventiva richiesta di utenza.
minor pregiudizio alle parti comuni e alle decreto del Presidente della Repubblica 8
unità immobiliari di proprietà esclusiva giugno 2001, n. 327.
coinvolte. Qualora si rendano necessarie 2. Gli impianti di reti di comunicazioni
modificazioni delle parti comuni, l’inte- elettronica e le opere accessorie di uso
ressato ne da comunicazione all’ammini- esclusivamente privato possono essere di-
stratore indicando il contenuto specifico chiarati di pubblica utilità con decreto del
e le modalità degli interventi . L’assem- Ministro delle comunicazioni, ove concor-
blea, convocata senza indugio dall’ammi- rano motivi di pubblico interesse.
nistratore nelle forme e nei modi di cui
al secondo comma dell’articolo 1117 ter, Art. 91. Limitazioni legali della proprietà.
può prescrivere ragionevoli modalità al- 1. Negli impianti di reti di comunicazione
ternative di esecuzione o imporre cautele elettronica di cui all’articolo 90, commi 1
a salvaguardia della stabilità, della sicu- e 2, i fili o cavi senza appoggio possono
rezza o del decoro architettonico dell’edi- passare, anche senza il consenso del pro-
ficio L’assemblea può altresì subordinare prietario, sia al di sopra. delle proprietà
l’esecuzione alla prestazione, da parte pubbliche o private, sia dinanzi a quei lati
dell’interessato, di idonea garanzia per i di edifici ove non vi siano finestre od altre
danni eventuali. aperture praticabili a prospetto.
I condomini o i loro aventi causa devono 2. Il proprietario od il condominio non può
consentire l’accesso alla loro proprietà opporsi all’appoggio di antenne, di soste-
esclusiva ove necessario per la proget- gni, nonché al passaggio di condutture, fili
tazione e per l’esecuzione delle opere. o qualsiasi altro impianto, nell’immobile di
In caso di impedimento all’accesso o sua proprietà occorrente per soddisfare
di richiesta di garanzia eccessivamente le richieste di utenza degli inquilini o dei
onerosa, l’autorità giudiziaria provvede condomini.
anche in via di urgenza. 3. I fili, cavi ed ogni altra installazione
L’interessato ed i suoi aventi causa sop- debbono essere collocati in guisa da non
portano le spese di ripristino delle cose impedire il libero uso della cosa secondo
altrui anche nel caso di rimozione dell’im- la sua destinazione.
pianto. 4. Il proprietario è tenuto a sopportare il
passaggio nell’immobile di sua proprietà
del personale dell’esercente il servizio che
dimostri la necessità di accedervi per l’in-
stallazione, riparazione e manutenzione
degli impianti di cui sopra.
5. Nei casi previsti dal presente articolo al
proprietario non è dovuta alcuna indenni-
tà.
6. L’operatore incaricato del servizio può
agire direttamente in giudizio per far ces-
sare eventuali impedimenti e turbative al
passaggio ed alla installazione delle infra-
strutture
Note:
La proposta del Comitato ristretto si limita a disciplinare gli impianti non centralizzati di ricezione radiotelevisiva, non tenendo
conto, però, delle disposizioni contenute nel D.L.vo 259/03 e D.L. 112/08 (come convertito) in tema di comunicazioni elettroniche.
Ciò rende l’intera normativa sulle antenne e radiotelecomunicazioni farraginosa e confusa, nonostante la notevole importanza che
essa riveste in ambito condominiale.
Note:
La proposta del Comitato ristretto, prevedendo che “gli obbligati in regola con i pagamenti” siano liberati dal “vincolo di soli-
darietà”, contraddice, all’evidenza, quanto stabilito dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione, le quali invece escludono l’ap-
plicazione del criterio della solidarietà per le obbligazioni contratte dall’ amministratore nell’interesse del condominio.
Note:
Per la valida approvazione di una delibera condominiale, il testo vigente dell’art. 1136 c.c. prevede, al terzo comma, un quorum
deliberativo pari, in seconda convocazione, ad un terzo dei partecipanti al condominio e ad almeno un terzo del valore dell’edi-
ficio. Nulla è invece previsto con riferimento al quorum costitutivo. La giurisprudenza ha tuttavia colmato tale vuoto legislativo
precisando che la maggioranza necessaria, in seconda convocazione, per la valida costituzione dell’assemblea è la stessa prevista
dal terzo comma dell’art. 1136 c.c. per la regolare approvazione delle delibere.
Diversamente, l’art. 1136 c.c., nella formulazione proposta dal Comitato ristretto, pur continuando a tacere sul quorum occor-
rente, in seconda convocazione, per la valida costituzione dell’assemblea, prevede al terzo comma che una delibera, per essere
validamente assunta, debba, in seconda convocazione, essere “approvata dalla maggioranza degli intervenuti con un numero di
voti che rappresenti al meno un terzo del valore dell’edificio”. Tale formulazione però, non contenendo più un preciso riferimento
oggettivo, quale era quello costituito dai “partecipanti al condominio”, rende inapplicabile il principio giurisprudenziale poc’anzi
indicato e, quindi, pone seri problemi circa il quorum necessario per la costituzione dell’assemblea.
Note:
La proposta del Comitato ristretto mal si concilia con la normativa sulla privacy, e ciò anche dopo la nota del 26 settembre 2008
che il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato a Confedilizia, nota che non esplicita al di là di ogni dubbio se si
possano comunicare nomi e carature dei condòmini morosi.
Note:
La proposta del Comitato ristretto consente al conduttore di un’unità immobiliare di esercitare “il diritto di voto nelle deliberazio-
ni che attengono all’ordinaria amministrazione e al semplice godimento delle cose e dei servizi comuni” e lo indica, inoltre, come
“obbligato in via principale nei confronti del condominio a concorrere nelle relative spese”. Ciò, tuttavia, confligge, all’evidenza,
con quanto stabilito dalla legge 392/78 e, in particolare, dagli artt. 9 e 10. La prima disposizione riconosce, infatti, di competenza
del conduttore solo determinate spese di carattere ordinario. La seconda attribuisce all’inquilino il diritto di voto, in luogo del
proprietario dell’immobile, solo “nelle delibere dell’assemblea condominiale relative alle spese e alle modalità di gestione dei
servizi di riscaldamento e di condizionamento d’aria”.
Il testo proposto dal Comitato ristretto della Commissione Giustizia del Senato si pone in una molteplicità di casi, come si vede,
in contrasto con norme di legge - anche di recentissima approvazione - o con indicazioni del Garante per la protezione dei dati
personali.
Se il testo in questione venisse approvato occorrerebbe abrogare tutte le numerose norme con esso confliggenti, ad evitare per-
plessità (con conseguente contenzioso) sulla loro abrogazione implicita o meno.
(*) Si vedano, in tal senso, Cass. civ. 26 aprile 1994, n. 3952 e Cass. civ. 9 febbraio 1980, n. 901.
(**) In argomento si veda l’art. 4, comma 9, D.P.R. n. 59 del 2 aprile 2009, secondo cui “in tutti gli edifici esistenti con un numero
di unità abitative superiore a 4, e in ogni caso per potenze nominali del generatore di calore dell’impianto centralizzato maggiore
o uguale a 100 kW, appartenenti alle categorie E1 ed E2, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3, del
decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, è preferibile il mantenimento di impianti termici centralizzati
laddove esistenti; le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali interventi finalizzati alla trasformazione degli
impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore separata per singola unità abitativa devono essere dichiarate
nella relazione di cui al comma 25” dello stesso art. 4, che attesta la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo
energetico di cui alla L. 10/91.
(***) Questa è l’interpretazione prevalente, ma la dottrina non è unanime: per alcuni autori sarebbe sufficiente la “semplice”
maggioranza delle quote millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea, indipendentemente dal numero dei condòmini
favorevoli.
(****) Questa è l’interpretazione prevalente, ma la dottrina non è unanime: per alcuni autori sarebbe sufficiente la sola maggioran-
za degli intervenuti indipendentemente dalle quote millesimali da essi rappresentate. In ogni caso, in tema si veda l’art. 4, comma
10, D.P.R. n. 59 del 2 aprile 2009, secondo cui “in tutti gli edifici esistenti con un numero di unità abitative superiore a 4, apparte-
nenti alle categorie E1 ed E2, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’articolo 3, del decreto del Presidente della
Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, in caso di ristrutturazione dell’impianto termico o di installazione dell’impianto termico devono
essere realizzati gli interventi necessari per permettere, ove tecnicamente possibile, la contabilizzazione e la termoregolazione
del calore per singola unità abitativa. Gli eventuali impedimenti di natura tecnica alla realizzazione dei predetti interventi ovvero
l’adozione di altre soluzioni impiantistiche equivalenti devono essere evidenziati nella relazione di cui al comma 25” dello stesso
art. 4, che attesta la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo energetico di cui alla L. 10/91.
(*****) Non partecipano alla spesa i dissenzienti.
(******) Così, Cass. civ. 29 aprile 1993, n. 5083. Nel senso, invece, di ritenere sufficiente la maggioranza di cui all’art. 1136, c. 2, c.c.,
per la soppressione del servizio di portierato previsto dal regolamento, v. Cass. civ., 29 marzo 1995, n. 3708.
1. Tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap) - D.L.vo 15 novembre 1995, n. 507 (artt. 44 e 29) - Enti
impositori: Comuni e Province
- Sono considerati passi carrabili quei manufatti costituiti generalmente da listoni di pietra od altro materiale o da
appositi intervalli lasciati nei marciapiedi o, comunque, da una modifica del piano stradale intesa a facilitare l’accesso
dei veicoli alla proprietà privata.
- La tariffa prevista per le occupazioni permanenti è ridotta al 50%.
- La superficie da tassare dei passi carrabili si determina moltiplicando la larghezza del passo, «misurata sulla fronte
dell’edificio o del terreno al quale si dà accesso», per la profondità di un metro lineare «convenzionale».
- In caso di accessi, carrabili o pedonali, posti a filo con il manto stradale e, in ogni caso, quando manchi un’opera visi-
bile che renda concreta l’occupazione e certa la superficie sottratta all’atto pubblico, i Comuni e le Province, su espressa
richiesta dei proprietari di tali accessi e tenuto conto delle esigenze di viabilità, possono, previo rilascio di apposito
cartello segnaletico, vietare la sosta indiscriminata sull’area antistante gli accesi medesimi. Il divieto di utilizzazione di
detta area da parte della collettività, non può comunque estendersi oltre la superficie di 10 mq e non consente alcuna
opera né l’esercizio di particolari attività da parte del proprietario dell’accesso. La tassa va determinata con tariffa
ordinaria, ridotta fino al 10%.
- Per i passi carrabili costruiti direttamente dal Comune o dalla Provincia, la tassa va determinata con riferimento ad una
superficie complessiva non superiore a 9 mq. L’eventuale superficie eccedente detto limite è calcolata in ragione del 10%.
- La tariffa è ridotta fino al 10% per i passi carrabili costruiti direttamente dai Comuni o dalle Province che, sulla
base di elementi di carattere oggettivo, risultano non utilizzabili e, comunque, di fatto non utilizzati dal proprietario
dell’immobile o da altri soggetti legati allo stesso da vincoli di parentela, affinità o da qualsiasi altro rapporto.
- Sono esenti dalla tassa gli accessi carrabili destinati a soggetti portatori di handicap.
2. Canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (Cosap) - D.L.vo 15 dicembre 1997, n. 446 (art. 63) - Enti
impositori: Comuni e Province
- I Comuni e le Province possono escludere l’applicazione, nel proprio territorio, della Tosap e prevedere che l’occu-
pazione, sia permanente che temporanea, di strade, aree e relativi spazi soprastanti e sottostanti appartenenti al pro-
prio demanio o patrimonio indisponibile, sia assoggettata, in sostituzione della Tosap stessa, al pagamento di un canone
da parte del titolare della concessione, determinato nel medesimo atto di concessione in base a tariffa.
- Il regolamento deve essere informato ad alcuni criteri stabiliti dalla legge, che nulla dispone quanto ai passi carra-
bili, lasciando quindi ampia discrezionalità agli enti impositori.
3. Canone di concessione Anas - D.P.R. 21 settembre 2001, n. 389 (art. 20); L. 27 dicembre 1997, n. 449 (art. 55,
comma 23); D.L.vo 30 aprile 1992, n. 285 (art. 27, commi 7 e 8)
- In virtù dell’art. 20 del D.P.R. n. 389/01, costituiscono entrate dell’Anas, fra l’altro, i proventi derivanti da canoni e
corrispettività dovuti per concessioni ed autorizzazioni, fra cui quello relativo alle concessioni per l’accesso alle strade
statali.
- L’art. 55, comma 23, della legge n. 449/97, ha stabilito che le entrate proprie dell’Anas, derivanti dai canoni e dai
corrispettivi dovuti per le concessioni di accesso alle strade statali, siano adeguate ai criteri del Codice della strada a
partire dal 1998 ed aggiornate ogni anno, con atto dell’amministratore dell’Ente, in base a delibera del Consiglio, da
comunicare al Ministero dei lavori pubblici per l’esercizio della vigilanza governativa, da esercitare entro i successivi
trenta giorni. Decorso tale termine, l’atto dell’amministratore dell’Ente è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. In sede di
primo adeguamento, l’aumento richiesto a ciascun soggetto titolare di concessione o autorizzazione non può superare il
150% del canone o corrispettivo attualmente dovuto.
- Ai sensi dei commi 7 e 8 dell’art. 27 del Codice della strada, la somma dovuta per l’uso o l’occupazione delle strade
e delle loro pertinenze può esser stabilita dall’ente proprietario della strada in annualità ovvero in unica soluzione.
Nel determinare la misura della somma si ha riguardo alle soggezioni che derivano alla strada o autostrada, quando la
concessione costituisce l’oggetto principale dell’impresa, al valore economico risultante dal provvedimento di autoriz-
zazione o concessione e al vantaggio che l’utente ne ricava.
Fonte Confedilizia
D Quesito da Belluno.
R L’art. 1, comma 2, lett. A), della legge 431/98 prevede D Il proprietario di un appartamento locato a Caltaniset-
che la disciplina contenuta nella medesima legge non si ta con contratto 4+4 domanda se, alla scadenza del primo
applichi ai contratti di locazione relativi agli immobili quadriennio, possa disdettare la locazione per destinare
storico-artistici, o inclusi nelle categorie catastali A/1, A/8 l’immobile ad abitazione della figlia.
e A/9. La locazione di tali immobili, pertanto, è regolata R L’art. 3, comma 1, lett. a) della legge 431/98 prevede
dal codice civile, con la conseguenza che la durata del espressamente che il locatore possa avvalersi della facoltà
rapporto locativo può essere liberamente determinata di diniego di rinnovo del contratto alla prima scadenza
dalle parti. allorché “intenda destinare l’immobile ad uso abitativo,
commerciale, artigianale o professionale proprio, del co-
D Domanda da Padova. niuge, dei genitori, dei figli o dei parenti entro il secondo
R La Cassazione, statuendo su di un caso analogo a quello grado”. La risposta al quesito è, dunque, positiva.
prospettato si è così testualmente espressa: “In tema di
condominio di edifici, la costruzione da parte di uno dei D Si domanda da Reggio Calabria quali siano le innovazio-
condomini di una tettoia a copertura di alcuni posti auto ni che in ambito condominiale il codice civile indica come
siti all’interno della sua proprietà esclusiva non integra vietate.
violazione delle norme che regolamentano l’uso della cosa R Ai sensi dell’art. 1120, secondo comma, c.c. sono vie-
comune (art. 1102 c.c.) neppure se essa sia ancorata al tate le innovazioni che possano recare pregiudizio alla
muro perimetrale comune, se la costruzione della tettoia stabilità o alla sicurezza del fabbricato, che ne alterino il
non contrasti con la destinazione del muro e non impedi- decoro architettonico o che rendano talune parti comuni
sca agli altri condomini di farne uso secondo la sua de- dell’edificio inservibili all’uso o al godimento anche di un
stinazione” (sent. 7143 del 17 marzo 2008). solo condomino.
D Si chiede da Parma se sia possibile lo sfratto per moro- D Quesito da Potenza: in caso di donazione di un locale
sità nel pagamento delle rate condominiali. commerciale, al conduttore spetta il diritto di prelazione?
R La risposta è positiva semprechè l’importo non pagato R Ai sensi dell’art. 38 della legge 392/78, il diritto di prela-
superi - così come previsto dall’art. 5 della legge 392/78 - zione spetta solo nel caso di trasferimento a titolo oneroso
quello di due mensilità di canone (in tal senso, Cass. sent. dell’immobile locato. Poiché la donazione è invece un con-
n. 1835 del 18 aprile 1989). tratto a titolo gratuito, la risposta al quesito è necessaria-
mente negativa.
D Si domanda da Bari quali siano le innovazioni per le
quali il codice civile consente al singolo condomino di sot- D In un condominio di Gorizia è stato deliberato che alle
trarsi alla relativa spesa per la quota che gli compete. assemblee possano intervenire solo i condomini personal-
R Ai sensi dell’art. 1121, primo comma, c.c., le innovazioni mente, escludendo eventuali partecipazioni a mezzo di
di cui trattasi sono quelle che, oltre a riguardare impianti rappresentante. Si domanda se ciò sia legittimo.
suscettibili di utilizzazione separata, hanno natura volut- R La risposta è negativa. La materia è regolata, infatti,
tuaria, oppure risultano molto gravose, con riferimento dall’art. 67 disp. att. c.c., che al primo comma stabilisce
oggettivo alle condizioni e all’importanza dell’edificio. espressamente che “ogni condomino può intervenire al-
l’assemblea anche a mezzo di rappresentante”. Tale dispo-
D Un conduttore di Altamura che, a seguito dell’esercizio sizione è definita inderogabile dal successivo art. 72, per
del diritto di prelazione, ha acquistato il locale commer- cui qualunque previsione di segno contrario, contenuta in
ciale a lui locato, lo ha rivenduto subito dopo l’acquisto. Si un regolamento di condominio o in un atto d’acquisto o
domanda se ciò sia legittimo. deliberata in assemblea, deve ritenersi nulla.
R La risposta è affermativa, in ragione del fatto che il di-
vieto di rivendita non è espressamente previsto dalla legge D Si domanda da Bolzano se vada riconosciuto il diritto
392/78, né può ricavarsi dai principii generali di diritto (in all’indennità di avviamento al conduttore che svolga nel-
tal senso, Cass. Sent. n. 11325 del 23 novembre 1990). l’immobile a lui locato l’attività di architetto.
R L’art. 35 della legge 392/78 esclude il diritto del condut- alcun serio pregiudizio o grave sacrificio” (cfr. Trib. Milano
tore alla descritta indennità nel caso in cui l’immobile lo- sent. 9 settembre 1991).
cato sia destinato all’esercizio di un’attività professionale.
La risposta, pertanto, è negativa. D Un verbale d’assemblea è stato sottoscritto solo dal se-
gretario ma, per dimenticanza, non anche dal presidente.
D Un condomino affetto da handicap domanda da Ancona Si chiede da Matera se ciò possa essere motivo di invalidità
se possa installare, a proprie spese, un servoscala nell’edi- delle deliberazioni assunte.
ficio dove abita, nonostante gli altri condomini siano con- R Secondo la giurisprudenza la mancata firma del pre-
trari. sidente, in calce al verbale, costituisce una irregolarità
R La risposta è positiva, purché la descritta installazione non in grado di inficiare la validità di quanto deliberato
non rechi pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fab- dall’assemblea (cfr. Trib. Milano sent. n. 8804 del 24 luglio
bricato, non ne alteri il decoro architettonico o non renda 1997). La risposta al quesito, pertanto, è negativa.
talune parti comuni dell’edificio inservibili all’uso o al
godimento anche di un solo condomino. Ciò, tenendo co- D Un conduttore di Imperia domanda se l’indennità di
munque conto del fatto che “una modesta compressione” avviamento commerciale da lui ricevuta sia soggetta a
del diritto che spetta a ciascun condomino di godere delle tassazione. E, in caso affermativo, con quale regime.
parti comuni è - secondo la giurisprudenza - tollerabile, R Ai sensi dell’art. 17, comma 1, lett. h), D.P.R. n. 917 del
allorché sia giustificata “dall’interesse altrui ad un più 1986 le somme ricevute a titolo di indennità di avviamento
proficuo uso della cosa comune e non rechi in concreto sono soggette a tassazione separata.
Trib. civ. Ariano Irpino, 8 gennaio 2009, n. 16, Obinu ed altri c. Condominio via Demidoff, Kant, 5 in Milano, pag. 52
Di Chiara c. Condominio Camuso, pag. 80 13-15-27 in Firenze, pag. 77 Trib. civ. Roma, sez. VI, 23 settembre 2009,
Trib. civ. Napoli, sez. V, 11 marzo 2009, n. Cass. civ., sez. V, 6 agosto 2009, n. 18037, A.M. c. S.V., pag. 74
6693, D.G. c. N., pag. 79 Cond. Largo Villa Bianca Roma c. Com. Trib. civ. Salerno, sez. I, 6 ottobre 2009, Vul-
Cass. civ., sez. II, 21 aprile 2009, n. 9427, Roma Municipio Roma Ii, m., pag. 84 cano c. Condominio Via Robertelli, 29 in
Russo c. Arpaia, pag. 68 Cass. civ., sez. V, 6 agosto 2009, n. 18041, Salerno, pag. 72
Cass. civ., sez. III, 22 giugno 2009, n. 14537, Com. Roma c. Sogecori Srl, m., pag. 84 Cass. civ., sez. II, 12 ottobre 2009, n. 21637,
Green Paradise srl c. T.G. ed altri, pag. 65 Cass. civ., sez. II, 10 agosto 2009, n. 18188, R.D.M.M.G. c. K.G.G.W., pag. 51
Comm. trib. prov.le Pescara, sez. I, 30 giu- Abaco Imm. Srl c. Cond. Appio Claudio 211 Cass. pen., sez. IV, 13 ottobre 2009, n. 39959,
gno 2009, n. 248, M.E. c. Equitalia Pragma Roma ed altri, m., pag. 84 Gilardi, pag. 47
S.p.A., pag. 81 Cass. civ., sez. II, 10 agosto 2009, n. 18192, Cass. civ., sez. I, 23 ottobre 2009, n. 22558,
Cass. civ., sez. trib., 2 luglio 2009, n. 15554, Fracchia c. Cond. Piazza Imperatore Tito Ministero della Giustizia c. XY, pag. 46
F.G. c. Comune di Chiampo, pag. 61 Milano ed altro, m., pag. 83, 83, 83 Trib. civ. Padova, 30 ottobre 2009, Cislaghi c.
Cass. civ., sez. III, 7 luglio 2009, n. 15926, Cass. civ., sez. III, 19 agosto 2009, n. 18410, Salmaso, pag. 72
Muglia Cosenza Uno c. “Punto d’incontro Musetto c. Maiolati, m., pag. 83 Cass. civ., sez. un., 3 novembre 2009, n.
Grimaldi” s.a.s., pag. 60 Cass. civ., sez. III, 20 agosto 2009, n. 18515, 23198, Canu ed altri c. Violetti ed altri,
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